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TIM BURTON - Istituto Superiore Statale Cardarelli

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INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong><br />

INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

Valeria Molara<br />

Tesina per l’esame di Stato<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>Superiore</strong> <strong>Statale</strong> <strong>Cardarelli</strong><br />

La Spezia - Liceo Artistico<br />

Anno scolastico 20 / 2


<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong><br />

INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

Valeria Molara<br />

Relazione esame di maturità<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>Superiore</strong> <strong>Statale</strong> <strong>Cardarelli</strong><br />

-La Spezia- Liceo Artistico<br />

Anno scolastico 20 / 2


INDICE<br />

Tim Burton, biografia e filmografia essenziali.............................................6<br />

I movimenti gotico e espressionista............................................................13<br />

L’influenza dell’espressionismo<br />

e le matrici gotiche nelle opere di tim burton.............................................. 17<br />

Il mistero di sleepy hollow........................................................................... 20<br />

La sposa cadavere ....................................................................................23<br />

Conclusioni ............................................................................................... 28<br />

Bibliografia e sitografia .............................................................................. 29


<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong>, BIOGRAFIA E FILMOGRAFIA ESSENZIALI<br />

Tim Burton (nome d’arte di Timothy William Burton) è un regista, sceneggiatore,<br />

produttore cinematografico, animatore e disegnatore statunitense contemporaneo,<br />

noto per il suo stile cinematografico dalle ambientazioni gotiche, fiabesche,<br />

poetiche e fortemente malinconiche, incentrate molto spesso su temi quali l’emarginazione<br />

e la solitudine, caratterizzato da una forte bizzarria creativa.<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong>


INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

Nasce il 25 agosto 1958 a Burbank, un sobborgo di Los Angeles, in California.<br />

Al contrario di quello che si possa immaginare, cresce in un ambiente assolutamente<br />

normale in un quartiere tipicamente americano, in una famiglia che è<br />

un concentrato di middle class: gioca, esce e va al cinema esattamente come i<br />

suoi coetanei. Unica bizzarria sono le uscite notturne nel cimitero a pochi isolati<br />

da casa sua. Questa normalità è però quasi un salasso per il giovane Tim che<br />

sviluppò una forma di alienazione verso questa quotidianità opprimente, tanto da<br />

abbandonare presto il nido familiare, con cui intratterrà degli scarsi legami affettivi,<br />

e di trasferirsi dalla nonna. Lui stesso afferma di aver avuto l’impressione che “la<br />

gente sentisse il bisogno improvviso di lasciarmi solo e prosegue, che”non aveva<br />

tanti amici, ma c’erano tanti di quei film strani in giro che potevi passare il tempo<br />

anche senza” (Ferenczi A. p.8). Ed è proprio grazie a quel filone di B-movies<br />

proiettati in sala, ovvero di quei film appartenenti al genere fantastico-horror girati<br />

in piena Guerra Fredda per smorzare la paura nei confronti del pericolo atomico,<br />

che il giovane sviluppa un particolare interesse per il cinema<br />

Appena diciottenne entra alla “CalArts” (California Institute of the Arts), grazie<br />

ad una borsa di studio, per poi essere assunto dalla Disney come animatore. Qui<br />

inizierà la sua carriera nella Character Animation, dove incontrerà Henry Selick<br />

(il regista di The nightmare before Christmas), con cui stabilirà fin da subito un<br />

sodalizio artistico. L’ambiente degli Studios Disney è però frustrante: disegna a<br />

getto continuo ma le sue idee, inadatte ai fini produttivi dello studio, non vengono<br />

mai prese in considerazione. A detta di Burton stesso, il suo stile troppo oscuro<br />

e gotico non si sposa bene con l’impronta “chic e sentimentalistica” della Disney,<br />

tanto che la collaborazione porterà solo alla realizzazione dei personaggi di Taron<br />

e la pentola magica e Red e Toby.<br />

Due dirigenti, però, notano il talento artistico di Tim e gli permettono di finanziare<br />

Vincent (1982), il primo cortometraggio in stop-motion della sua carriera; il film successivo<br />

Frankenweenie (1984) nel quale Burton trasforma il celebre racconto di Mary<br />

Shelley in una favola per bambini viene, invece, prodotto dalla Disney.


Nel 1985 esce il primo lugometraggio di Tim Burton, Pee-wee’s big adventure,<br />

seguito a distanza di tre anni da Beetlejuice. Nel 1989 Burton porta sul grande<br />

schermo il celebre fumetto Batman e nello stesso anno, galvanizzato dai successi,<br />

Burton fonda la Tim Burton Production. Edward mani di forbice (1990) è<br />

il primo film coprodotto dallo stesso Burton, dove per protagonista incontriamo il<br />

giovanissimo Johnny Deep, attore più volte scelto da Burton per i suoi eclettici<br />

personaggi.<br />

Un eccentrico e anziano inventore vive da solo in un castello in cima a una piccola montagna. Passeggiando in mezzo alle<br />

proprie macchine, un giorno, ha l’intuizione di sfruttarne una per creare un essere umano vivo e vegeto. In poco tempo, quest’uomo<br />

riesce nel proprio intento, e chiama Edward il ragazzo a cui dà la vita.<br />

Mentre ultima le modifiche sull’insolito “figlio”, l’inventore gli trasmette nozioni di galateo, di buona educazione, e di luoghi comuni.<br />

Una tragedia improvvisa, però, incombe su entrambi: il vecchio uomo muore prima di dare alla creazione un paio di mani,<br />

al posto delle quali ha un insieme di forbici e lame molto taglienti.<br />

Molti anni dopo, una rappresentante di cosmetici, Peggy, raggiunge il castello, che da tempo la incuriosisce. Superato lo<br />

spavento iniziale dovuto alle insolite mani di quella strana creatura, Peggy porta a casa con sé Edward<br />

Il ragazzo incontra il marito e il piccolo figlio della gentile signora, con cui instaura buoni rapporti sebbene essi risultino un po’<br />

impacciati dalla sua presenza. Il giovane inizia presto a farsi strada come giardiniere, dando a piante e a siepi le forme di fantasia<br />

più originali.<br />

Di ritorno dal campeggio in montagna, la figlia di Peggy, Kim, incontra questo insolito gentiluomo, da cui rimane impaurita, ma<br />

solo inizialmente. Seguiranno istanti in cui lei, anziché paura, proverà verso di lui imbarazzo. Il suo ragazzo, invece, Jim, figlio<br />

di un ricco uomo, vorrebbe approfittarsi della sua ingenuità e della sua gentilezza per mettere a punto un furto nella sua stessa<br />

casa (dato che oltre la possibilità di utilizzare le sue lame come giardiniere e parrucchiere, poteva anche aprire le porte senza<br />

scassinarle).<br />

Sempre più benvoluto e apprezzato come giardiniere e parrucchiere, Edward accetta di aiutare Kim, credendo solo di favorirli<br />

nel legittimo recupero di cose che alcuni ladri avevano loro rubato.<br />

A sorpresa, la polizia irrompe nella casa, ma arresta solo Edward, poiché Jim è scappato trascinando con sé la riluttante Kim,<br />

che avrebbe voluto salvare Edward.<br />

Rilasciato a seguito di un breve periodo di detenzione (in quanto un esame psicologico aveva stabilito che aveva compiuto<br />

quel gesto solo perché l’aver vissuto tanto in isolamento non gli aveva dato modo di capire la differenza tra giusto e sbagliato),<br />

Edward ritorna a casa di Peggy, ma la gente gli ha già voltato le spalle, ritenendolo non solo un diverso, uno storpio, ma addirittura<br />

un mostro spaventoso e incontrollabile .<br />

Dopo aver ferito inavvertitamente Kim e graffiato Kevin nel tentativo di salvarlo da un incidente (anche se invece tutti credono<br />

che lo avesse aggredito), Edward ha uno scontro con Jim, che ferisce a un braccio. Scappato nuovamente nel castello di suo<br />

padre, Edward decide di concludere per sempre con gli uomini normali, ma viene seguito da Kim, l’unica a provare un sincero<br />

senso di colpa verso di lui. Al castello giunge anche Jim, furibondo. Colto dalla rabbia si scontra con Edward che alla fine infilza il<br />

giovane, uccidendolo. Solo allora la ragazza bacia Edward e gli dichiara il suo amore. Infine, decisa ad aiutarlo, Kim comprende<br />

che è meglio che lui rimanga nuovamente solo, come prima dell’arrivo della madre Peggy. Lo fa così credere morto a tutti coloro<br />

che l’avevano prima amato e poi odiato.<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong>


INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

A queste opere seguono Batman, il ritorno (1992) e Tim Burton’s Nightmare<br />

before Christmas (1993), favola in chiave grottesca che ha come protagonisti dei<br />

pupazzi animati realizzati dallo stesso Burton.<br />

Successivamente sarà la volta di Ed Wood (1994), protagonista è la figura del<br />

controverso regista borderline Edward D. Wood Jr., che fu definito come “il peggior<br />

regista di tutti i tempi” e nel 1996 del surreale Mars Attacks! e di Il mistero di Sleepy<br />

Hollow (1999).<br />

Mars Attacks! è un film del 1996 diretto da Tim Burton. La pellicola è una commedia nera, una<br />

parodia con toni macabri della fantascienza (soprattutto film di serie B) degli anni cinquanta. La storia,<br />

l’ambientazione e la fisionomia degli alieni sono basate su una vecchia celebre serie di figurine, in<br />

omaggio ad un tipo di caramelle in voga negli anni sessanta. Il film presenta un cast ricchissimo, vi<br />

sono numerosi camei e apparizioni speciali: Danny DeVito, Michael J. Fox, Tom Jones, Pam Grier,<br />

Jack Black e molti altri.


In seguito dirige il capolavoro Big Fish – Le storie di una vita incredibile (2003),<br />

storia di Edward Bloom, un uomo per cui il confine fra fantasia e realtà è una linea<br />

sottilissima.<br />

0<br />

Edward Bloom è solito narrare, fra lo stupore<br />

di chi lo circonda, storie fantastiche e assurde<br />

riguardanti la sua vita: dall’incontro con un<br />

uomo alto 5 metri, a quello con una strega con<br />

un occhio di vetro, fino al celebre racconto del<br />

pesce incatturabile preso proprio nel giorno<br />

della nascita del figlio. Suo figlio William, però,<br />

non apprezza questa sua presunta mancanza<br />

di serietà e per questo con il tempo si allontana<br />

da suo padre.<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong><br />

Quando Edward si ammala gravemente Will<br />

torna alla casa dei genitori, e attraverso ricordi e<br />

dialoghi, intraprende un personale viaggio alla<br />

scoperta della vita del padre per cercare di dividere<br />

la realtà dalla fantasia. Tutto ciò lo porterà<br />

a scoprire il gusto del racconto e che le storie<br />

raccontate dal padre hanno più verità di quanta<br />

se ne potesse immaginare.


INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

Lavori successivi sono La fabbrica di cioccolato (2005), La sposa cadavere<br />

(2005), Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007) e l’ultimo, Alice<br />

in Wonderland (2010), trasposizione cinematografica della favola di Lewis Carrol.<br />

Tim Burton ha anche scritto un libro di fiabe illustrate dal titolo Morte malinconica<br />

del bambino ostrica e altre storie (2007): una<br />

raccolta di poesie struggenti che racconta la<br />

storia di bambini fragili, emarginati e a volte<br />

soccombenti al mondo degli adulti, dai tratti<br />

grotteschi e fiabeschi.<br />

Le storie del libro<br />

Amore Ardente (Stick Boy and Match Girl in Love)<br />

Quel Bidone di un Bambino (Robot Boy)<br />

La Bambina che fissava (Staring Girl)<br />

Il Bambino con i chiodi negli occhi (The Boy with Nails in His Eyes)<br />

La Bambina con molti occhi (The Girl with Many Eyes)<br />

Il Bambino Supermacchia (Stain Boy)<br />

Morte malinconica del bambino ostrica (The Melancholy Death of<br />

Oyster Boy)<br />

La Bambina Vudù (Voodoo Girl)<br />

Il Natale Speciale del Bambino Supermacchia (Stain Boy’s Special<br />

Christmas)<br />

La Bambina che si tramutò in un letto (The Girl Who Turned into a<br />

Bed)<br />

Persico, il Bambino Tossico (Roy, the Toxic Boy)<br />

James (James)<br />

Le Feste di Natale del Bambino Fuscello (Stick Boy’s Festive Season)<br />

Il Bambino Fontina (Brie Boy)<br />

Il Bambino Mummia (Mummy Boy)<br />

La Bambina Spazzatura (Junk Girl)<br />

Durante il remake de Il pianeta delle scimmie (2001) conosce Helena Bonham Carter, attrice che<br />

diventerà sua compagna nella vita e in molti suoi progetti cinematografici.


2<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong>


INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

II MOVIMENTI GOTICO E ESPRESSIONISTA<br />

Il gotico nasce, come nuovo movimento artistico, nel 1250 in Francia per poi<br />

irradiarsi nel continente europeo. Il cosiddetto gusto gotico, che pervade in quegli<br />

anni e che scaturisce da una ricerca di nuove forme estetiche proiettate verso<br />

delle sperimentazioni in campo architettonico, verrà inizialmente aspramente disprezzato<br />

in quanto espressione di un linguaggio poco raffinato nonché discordante<br />

rispetto all’arte classica. Lo stesso Giorgio Vasari, nel 1500, conia il termine<br />

gotico in senso dispregiativo ad indicare qualcosa di barbarico, in contrapposizione<br />

alla ripresa del linguaggio classico greco-romano del Rinascimento 1 .<br />

(settemuse.it)<br />

Giunta Pisano. Crocifisso. 1250-54. Tempera su tavola. Bologna,<br />

Chiesa di San Domenico.<br />

3


A livello architettonico si tende ad enfatizzare l’altezza delle nuove cattedrali,<br />

che si configuravano come veri e propri intrichi di costoloni, archi rampanti, pinnacoli<br />

e trafori innalzati quasi a sfidare la forza di gravità 2 . La propensione alla spazialità<br />

dinamica, che si sviluppava in una verticalità delle forme, non solo serviva<br />

per incrementare il virtuosismo costruttivo ma aveva, soprattutto, una connotazione<br />

simbolica: il gotico voleva stupire, convincere e inibire, poiché doveva essere<br />

il riflesso del potere religioso dell’epoca 3 . Insomma dove l’arte Classica era ben<br />

ordinata, semplice, pura e strutturata con precise regole, il gotico si presentava<br />

come un caos contornato di eccessi e di esagerazione, quasi come se fosse il<br />

prodotto uno stato selvatico e incivile 4 .<br />

Solo a partire dalla seconda metà del Settecento in poi, in Inghilterra e in Germania,<br />

la connotazione negativa di tale espressione cesserà di esistere: non solo<br />

l’arte gotica verrà interamente rivalutata ma ci sarà un vero e proprio revival (ov-<br />

2 (Cricco G. e Di Teodoro F. p.553)<br />

3 (Campanella P. fotoartearchitettura.it)<br />

4 (Punter D., Byron)<br />

4<br />

Il Gotico - Architettura -<br />

Facciata della Cattedrale di Notre-Dame,1200-1250<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong>


INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

vero il Neogotico) soprattutto in campo letterario con la nascita del cosiddetto<br />

romanzo gotico 5 .<br />

Il romanzo gotico o “romanzo nero” è un genere letterario che venne concepito,<br />

soprattutto in origine, per suscitare spavento nel lettore. Tra le ambientazioni<br />

figurano, ad esempio, castelli medievali diroccati (spesso infestati da fantasmi),<br />

cimiteri e lugubre abbazie. Le caratteristiche dei personaggi spaziano da una personalità<br />

ambigua, inquietante e misteriosa, afflitta per pene d’amore, ad una più<br />

tormentata e diabolica che mirava ad intaccare il pudore di giovani fanciulle.<br />

Il piacere verso l’orrore, il mistero e il sovrannaturale (e quindi il sublime) si<br />

fondono con elementi di sentimentalismo e romanticismo, come rivolta contro il<br />

razionalismo illuminista e come angustia verso l’industrializzazione 6 .<br />

Fra gli esponenti più noti spicca la figura di Mary Wollstonecraft Shelley (Londra,<br />

1797-1851), autrice di Frankenstein, or the modern Prometeus (Frankenstein,<br />

o il moderno Prometeo, 1817): storia di uno scienziato affascinato dalle<br />

nuove possibilità in campo scientifico che, tramite processi elettrochimici e parti<br />

sottratte a cadaveri, riesce a dar vita ad una creatura gigantesca 7 .<br />

Un’altra voce importante di tale movimento letterario si sviluppa in area statunitense<br />

con lo scrittore e poeta Edgar Allan Poe (Boston, 1809-1849). Nonostante<br />

le sue opere siano datate posteriormente rispetto al periodo del romanzo gotico<br />

vero e proprio e siano svincolate dalle tipiche ambientazioni gotiche, echeggiano<br />

elementi onirici e atmosfere cupe e deliranti, tratti caratteristici per questa corrente<br />

letteraria 8 .<br />

5 (settemuse.it)<br />

6 http://it.wikipedia.org/wiki/RHYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Romanzo_<br />

gotico”omanzo_gotico<br />

7 http://doc.studenti.it/podcast/frankenstein-mary-shelley.html<br />

8 http://it.wikipedia.org/wiki/Edgar_Allan_PHYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Edgar_Allan_Poe<br />

5


L’Espressionismo è una corrente artistica d’avanguardia, particolarmente feconda<br />

di contenuti sociali e drammatici, che nasce attorno al 1905 in Francia e<br />

Germania. Paradossalmente proprio la guerra appena conclusa influenza notevolmente<br />

il pensiero e l’ideologia del nuovo corso intellettuale. L’espressionismo<br />

nasce come corrente soprattutto pittorica e teatrale, come “espressione” di insurrezione<br />

alle certezze e al materialismo della borghesia liberale all’interno della<br />

Repubblica di Weimar 9 : i pittori esprimevano il loro crescente “disagio della civiltà”<br />

e la loro alienazione nei confronti del mondo, carichi di idee filosofiche derivanti<br />

dalla tradizione gotica di fine Ottocento, abbandonando la pittura accademica per<br />

favorire la ricerca della pittura volitiva. Infatti la volontà di rivoluzionare il linguaggio<br />

artistico era uno dei principi dell’espressionismo tedesco 10 .<br />

L’Espressionismo, però, non si configura esclusivamente all’interno delle arti<br />

figurative, ma avrà risvolti anche in letteratura, in campo musicale, in teatro, in<br />

architettura e soprattutto in scenografia.<br />

Il cinema dell’epoca sarà caratterizzato da un forte impatto emotivo. Proprio<br />

per il fatto che i film espressionisti venivano all’ndomani della guerra, le pellicole<br />

avevano un forte valore politico e sociale: l’ uso di modalità stilistiche esasperate e<br />

deformate erano l’emblema di un periodo socialmente instabile per cui l’angoscia<br />

dell’esistenza, il pessimismo cosmico e l’orrore nei confronti di un mondo svuotato<br />

di senso si fondono anche con principi derivanti dalle teorie di Freud, che proprio<br />

in quegli anni stavano prendendo piede in tutta Europa. Da qui nasce il bisogno<br />

di ricreare realtà distorte e allucinatorie in cui si adattavano temi legati al mistero<br />

e al sovrannaturale.<br />

Le profondità dell’inconscio, in particolar modo la pulsione di morte, emergono<br />

dalle profondità dell’anima ed investono l’ambiente circostante, coinvolgendo la<br />

messa in scena, i fondali distorti (simili a ghirigori ornamentali), le riprese fisse con<br />

angoli acuti, gli oggetti, i giochi di luce e ombra, l’uso del primo piano con effetti<br />

demoniaci e persecutori o, viceversa, vittimistici e perseguitati e infine le espressioni<br />

tenebrose e caricaturali dei personaggi (truccati e vestiti in consonanza con<br />

tale stile). Viene messa in scena l’ineluttabilità del male, capace di investire l’intero<br />

mondo, partendo dal dominio della nostra anima. Il pessimismo si avvale delle<br />

teorie psicoanalitiche, sottolineando l’intervento schiavizzante della nostra volontà<br />

profonda e inconscia sulle nostre azioni 11 .<br />

9 http://www.ondacinema.it/film/recensione/gabinetto_del_dottor_caligari<br />

10 http://www.settemuse.it/arte/corrente_espressionismo.htm<br />

11 (http://guide.supereva.it/filosofia/interventi/2010/11/il-gabinetto-del-dottor-caligari-e-lespressionismo-nel-cinema)<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong>


INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

L’INFLUENZA DELL’ESPRESSIONISMO E LE MATRICI GOTICHE<br />

NELLE OPERE DI <strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong><br />

In questo capitolo cercherò di spiegare come, e in che modo, sia il movimento<br />

gotico che l’espressionismo abbiano influenzato in maniera così incisiva l’intera<br />

opera di Burton.<br />

Per la sua produzione cinematografica Tim Burton riprende alcuni degli elementi<br />

legati al cinema espressionista tedesco (come l’utilizzo del chiaroscuro,<br />

l’uso evocativo delle ombre e un’impressione claustrofobica opprimente) ma ha<br />

fatto sue, soprattutto, quelle che erano le principali tematiche del movimento gotico<br />

e ne ha plasmato i protagonisti dei suoi film: da una parte riprende e rielabora<br />

alcuni testi della letteratura gotica come in Vincent (1982), Frankenweenie (1982)<br />

e Edward mani di forbice (1990); dall’altra ne recupera alcune caratteristiche ambientali<br />

e architettoniche.<br />

Del movimento gotico ritroviamo alcuni fili conduttori comuni quali il rifiuto verso<br />

il conformismo e la negazione del modello familiare per gli adolescenti (vedi per<br />

esempio Vincent, del 1982) (FOTO); nonché la lotta tra il mondo della fantasia<br />

(solitamente macabro) contro il mondo della ragione. Tutto viene condito da una<br />

narrazione fiabesca ma sempre oscura, firma caratteristica di Burton.<br />

I personaggi sono caratterizzati da personalità complesse: insicuri, fragili e<br />

spesso condizionati da forti traumi psicologici infantili, Burton esplora la maschera<br />

della normalità che si cela attraverso un contesto urbano e sociale apparentemente<br />

idilliaco e fa sua l’idea che il male sia inestricabilmente connesso con la<br />

condizione umana.


Viene ripreso il modello gotico della vendetta e della doppia personalità associato<br />

con il dottor Jekyll e Mr. Hyde: personaggi dotati di una natura frammentaria<br />

che lottano per costruirsi una propria identità in un mondo complesso (ovvero<br />

l’archetipo del cosiddetto eroe gotico).<br />

Un altro aspetto importantissimo nei lavori di Burton è il colore: bianco e nero e<br />

colori sgargianti si mischiano e rappresentano un’impronta distintiva dei suoi film<br />

come ne La sposa cadavere nel quale, come vedremo in seguito, un aldilà ricco di<br />

colori e di allegria si contrappone esteticamente al mondo dei vivi, dove la predominanza<br />

di colori scuri incute malinconia, e ideologicamente al concetto classico<br />

che si ha dell’oltretomba.<br />

A volte i personaggi stessi sono contraddistinti da colori forti e significativi: nel<br />

Mistero di Sleepy Hollow l’attrice Cristina Ricci appare col suo pallore radioso nel<br />

cuore di un racconto noir mentre Edward, adolescente bardato di cuoio in Edward<br />

mani di forbice (1990), è una visione “gotica” che scende a oscurare le tinte<br />

pastello del quotidiano (Ferenczi A. p 26): ancora una volta si contrappongono i<br />

colori esagerati del tranquillo paese e il cupo castello gotico in cui Edward vive,<br />

sottolineando la differenza di carattere tra il “dolce” Edward e il suo inventore gentile<br />

e le pugnalate alle spalle dei vicini, che si nascondevano sotto maschere di<br />

ipocrisia (http://nadiapetruso.blogspot.it/)<br />

Ma non sono solo gli aspetti psicologici e astratti a caratterizzare il cinema (e<br />

non solo) del nostro regista: le impronte gotica ed espressionistica sono forti anche<br />

nelle ripresa delle architetture e delle ambientazioni oscure, grottesche e macabre.<br />

I paesaggi ricreati dalla fantasia di Burton abbracciano molte delle caratteristiche<br />

delle famosa avanguardia del ‘900 come le forme audaci e taglienti, i giochi di<br />

luce e ombra; dal cinema Espressionista estrapola la capacità di trasmettere allo<br />

spettatore emozioni con una sola scena cinematografica; le atmosfere deliranti e<br />

le inquadrature fisse creano una sorta di bidimensionalità quasi asfissiante; strade<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong>


INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

serpentine diventano vicoli ciechi e con personaggi che recitano col volto pesantemente<br />

mascherato dal trucco, trasportano il film in un mondo a parte, al di fuori<br />

della quale non esiste niente. In Beetlejuice (1988), i bizzarri fondali realizzati per<br />

le sequenze delle scene nell’aldilà, sono chiaramente ispirate a “Il gabinetto del<br />

dottor Caligari” del 1920 (film muto diretto da Robert Wiene, simbolo del cinema<br />

espressionista) (http://it.wikipedia.org/wiki/Cinema_espressionista.<br />

Mentre per Sweeney Tood: Il Barbiere di Flee Street (2007) l’influenza dell’espressionismo<br />

cinematografico si identifica con l’utilizzo di una bassa illuminazione e<br />

alle atmosfere cupe che caratterizzavano lo stile di vita dei personaggi principali.<br />

Un altro aspetto di rilievo è il mostrare il lato malvagio e criminale di una città come<br />

Londra, ponendo il protagonista come un anti-eroe che uccide per vendetta.


20<br />

Il mistero di Sleepy Hollow<br />

IL MISTERO DI SLEEPY HOLLOW<br />

Titolo originale Sleepy Hollow<br />

Lingua originale Inglese<br />

Paese USA<br />

Anno 1999<br />

Durata 110 min<br />

Audio sonoro rapporto 1,85:1<br />

Genere fantastico, horror<br />

Regia TIm Burton<br />

Soggetto Kevin Yagher, Andrew Kevin Walker<br />

Dal racconto di Washington Irving<br />

Sceneggiatura Andrew Kevin Walker<br />

Produttore Celia D. Costas, Mark Roybal, Scott Rudin, Adam Schroeder, Kevin<br />

Yagher, Andrew Kevin Walker<br />

Produttore esecutivo Francis Ford Coppola, Larry J. Franco<br />

Casa di produzione Paramount Pictures, Mandalay Pictures, American Zoetrope,<br />

Karol FilmProductions<br />

Distribuzione (Italia) Cecchi Gori, Cecchi Gori Home Video<br />

Fotografia Emmanuel Lubezki<br />

Montaggio Chris Lebenzon<br />

Effetti speciali Mitchell J. Coughlin, Ron Ottosen, Gary J. Tunnicliffe, Joss Williams<br />

Musiche Danny Elfman<br />

Scenografia Rick Heinrichs<br />

Costumi Colleen Atwood<br />

New York, 1799. Il tribunale spedisce Ichabod Crane, giovane poliziotto, nel nebbioso paesino di Sleepy<br />

Hollow con il compito di indagare su una serie di efferati omicidi che ne stanno sconvolgendo la vita<br />

quotidiana. Le teste dei più facoltosi abitanti rotolano una dopo l’altra nella terra umida del bosco limitrofo.<br />

Alcune testimonianze affermano che a tagliarle è un misterioso cavaliere senza testa armato di una spada<br />

affilata. Crane dice di non credere a queste leggende e comincia ad interrogare alcuni notabili del villaggio,<br />

ma ben presto gli omicidi riprendono: prima un padre poi il figlio e una vedova. Cedendo alle insistenze,<br />

Crane va nel bosco a vedere l’albero dove si dice che vengano deposti i morti senza testa. Rimane ferito,<br />

vede arrivare e subito scomparire nella nebbia il cavaliere imprendibile, si convince che qualcosa di più<br />

profondo unisce le disavventure che capitano alle persone più in vista: il dottore, il reverendo, il notaio, il<br />

magistrato. Aiutato da Katrina Van Tassel, la figlia dell’uomo più ricco di Sleepy Hollow, di cui si è innamorato,<br />

Crane riesce, tra mille difficoltà, a dipanare l’intricatissima matassa: la matrigna di Katrina era una<br />

strega, che per vendicarsi dei soprusi ricevuti aveva ridotto il cavaliere in proprio potere, governandone<br />

la volontà. Crane recupera la testa, la restituisce al cavaliere, che torna in vita e si porta via la matrigna.<br />

Crane e Katrina arrivano a New York come marito e moglie.<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong>


INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

Il mistero di Sleepy Hollow è una trasposizione cinematografica del 1999, liberamente<br />

ispirata al romanzo gotico americano di Washington Irving (La leggenda<br />

della valle addormentata) del 1820 e filtrata attraverso il talento visionario di Burton.<br />

Il film è ambientato nel 1799 e quindi in un periodo in cui la scienza e il pensiero<br />

razionale stavano subentrando al posto delle superstizioni della rivelazione cristiana,<br />

ponendo un forte dibattito teologico.<br />

La trama ruota attorno alla figura di Ichabod Crane, un giovane detective dotato<br />

di una fervente devozione verso la scienza, che si serve di tecnologie elaborate<br />

dallo stesso e di metodi investigativi deduttivi particolarmente insoliti per l’epoca.<br />

A causa di una sua critica nei confronti del sistema giudiziario penale, ancora<br />

legato a metodi di indagine medievali, viene trasferito nello sperduto villaggio di<br />

Sleepy Hollow (dove le vittime venivano insolitamente decapitate) a risolvere il<br />

mistero di efferati omicidi. Gli abitanti più influenti della città spiegano al detective<br />

che il colpevole è un mercenario demoniaco di inaudita violenza, soprannominato<br />

il Cavaliere Senza Testa, risorto dalla tomba per vendicarsi di essere stato<br />

decapitato a sua volta. Se in un primo tempo vedremo Crane rimanere fedele ai<br />

propri principi scientifici, in seguito vedremo l’abbandono del ragionamento logico<br />

per abbracciare il soprannaturale e la magia e quindi lo scontro tra l’irrazionale<br />

visione del mondo della fantasia e quella razionale, poetica ricorrente all’interno<br />

dell’opera burtoniana.<br />

2


22<br />

Ed è proprio grazie a questo che il detective riesce finalmente a risolvere il caso:<br />

il Cavaliere Senza Testa era stato evocato da una strega del paese per vendicarsi<br />

dei soprusi subiti in gioventù, continuando la sua triste funzione di mercenario<br />

anche da non morto, rendendo le sue esecuzioni funzionali ad un ben più sordido<br />

e intricato complotto a base di lussurie, doppi giochi, lotte per l’eredità.<br />

In questo film vediamo molte delle ambientazioni e delle tematiche gotiche,<br />

quest’ultime amplificate dalla presenza di alcuni tratti del cinema dell’Espressionismo<br />

tedesco del ‘900: l’utilizzo di chiaroscuri e i colori spenti e opachi danno<br />

al film un aspetto quasi monocromatico, in cui l’unico tono che risalta è il rosso<br />

del sangue dei cadaveri, così come le inquadrature fisse. Questi elementi contribuiscono<br />

a dare al film non solo un atmosfera cupa e oscura, ma anche una<br />

sensazione claustrofobica di terrore: come se non ci fosse via di scampo, aspetto<br />

ripreso dal romanzo gotico e che assume l’aspetto di una favola macabra, venata<br />

da una comicità grottesca.<br />

Il regista si serve dei giochi di luce e ombre sia per dare una fisionomia ai luoghi<br />

e ai personaggi e sia per dipingere l’inesorabilità dell’azione del Cavaliere senza<br />

testa, oscura creatura soprannaturale evocata dal passato del villaggio. La magia<br />

partecipa all’azione, bianca e nera, per proteggere o uccidere, mentre la religione<br />

è dipinta come l’oppressiva e bigotta negazione di tutto ciò che è fuori dagli schemi.<br />

Burton riprende qui alcuni dei suoi temi tradizionali, come il tema del mostro<br />

come diverso/buono già visto in Edward mani di forbici ed in Nightmare before<br />

Christmas.<br />

Più di un particolare infatti suggerisce come l’essere malvagio non sia il cavaliere<br />

(che fu sì malvagio nella sua vita umana) ma la mano (umana) che lo comanda.<br />

Il messaggio di Burton, quindi è sempre quello: il mostro è solo un diverso, il vero<br />

mostro si cela dietro la natura umana.<br />

http://ilvasodpandora.forumfree.it/?t=52462036<br />

http://www.acmi.net.au/2010-09/the-gothic-imagination-of-tim-burton.pdf<br />

pag 32-34<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong>


INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

LA SPOSA CADAVERE<br />

Titolo originale Corpse Bride<br />

Lingua originale Inglese<br />

Paese USA - Anno 2005<br />

Durata 74 min<br />

Genere animazione, commedia, drammatico<br />

Regia TIm Burton, Mike Johnson<br />

Soggetto John August, Pamela Pettler, Caroline Thompson<br />

Sceneggiatura John August, Pamela Pettler, Caroline Thompson<br />

Produttore Allison Abbate, Tim Burton, Derek Frey, Tracy Shaw<br />

Produttore esecutivo Jeffrey Auerbach, Joe Ranft<br />

Casa di produzione Warner Bros. Pictures, Tim Burton Animation Co., Laika<br />

Entertainment, Patalex productions, Will Vinton Studios<br />

Distribuzione (Italia) Warner Bros<br />

Art Director Nelson Lowry<br />

Fotografia Pete Kozachik<br />

Montaggio Jonathan Lucas, Chris Lebenzon<br />

Effetti speciali Mackinnon & Saunders Moving Picture Company (MPC)<br />

Musiche Danny Elfman<br />

Scenografia Alex McDowell<br />

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24<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong><br />

Victor è il promesso sposo di Victoria. I due non si conoscono minimamente, ma i rispettivi genitori hanno<br />

pianificato il matrimonio pensando di riuscire a renderlo, per le rispettive famiglie, un affare d’oro. Finalmente<br />

arriva il giorno in cui Victor e i genitori si recano a casa di Vittoria per fare le prove della cerimonia<br />

di nozze. Durante l’incontro con il pastore Galswells, Victor, però, non riesce a pronunciare e memorizzare<br />

la propria parte delle formula. Il matrimonio non potrà aver luogo fino a quando lo sposo non la avrà<br />

imparata. Victor è affranto, si è innamorato di Victoria e si rifugia nel vicino bosco per provare le proprie<br />

battute. Durante le prove della formula, però, infila l’anello in un ramo rinsecchito che spunta dal suolo. In<br />

realtà non si tratta di un ramo, ma della scheletrica mano di una sposa deceduta poco prima di riuscire a<br />

sposarsi. La promessa di matrimonio è valida, e la Sposa Cadavere trascina Victor, il proprio sposo, nella<br />

Terra dei Morti...<br />

La Sposa Cadavere è un film d’animazione girato in stop-motion, interamente<br />

registrato con camere/inquadrature fisse. Il film tratta la storia di una famiglia borghese<br />

arricchitasi dalla vendita di pesce che, per aggiudicarsi un posto più alto<br />

nella scala sociale, decide di combinare in matrimonio il figlio Victor Van Dort con<br />

Victoria, primogenita della famiglia Everglot, nobile ma alla completa bancarotta<br />

economica ma che trarrebbe un vantaggio finanziario da questa transazione sentimentale.<br />

Nonostante il matrimonio combinato i due giovani promessi sposi scoprono di<br />

avere affinità in comune e si innamorano, ma l’insicurezza e la rimidezza del carattere<br />

di Victor sono fatali: il giovane infatti non riesce a pronunciare le fatidiche<br />

promesse e fugge spaventato nell’inquietante foresta vicino al suo paese. Qui, per<br />

rimediare al suo errore, ripete più volte il suo giuramento:


INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

“Con questa mano dissipo i tuoi affanni<br />

Il tuo calice non sarà mai vuoto perché io sarò il tuo vino<br />

Con questa candela illuminerò il tuo cammino nelle tenebre<br />

Con questo anello ti chiedo di essere mia.”<br />

Per rendere perfetto il rito, infine, infila l’anello nuziale in quello che crede un<br />

semplice rametto. Quello che sbuca dal terreno invece si rivela essere lo scheletrico<br />

dito di una misteriosa sposa cadavere. La “sposina” pretende così di far valere i<br />

suoi diritti di moglie, e trascina il malcapitato nel Regno dei Morti. Lì le cose vanno<br />

diversamente da quanto si potrebbe credere, mentre la sventurata Victoria attende<br />

il ritorno del suo amato, gli insensibili genitori già organizzano nuove e frettolose<br />

nozze con il losco Barkis Bittern, che si è trovato nel posto giusto al momento<br />

giusto per ottenere la mano di Victoria. Il giovane Victor sfodererà il suo coraggio<br />

per ricongiungersi alla sua amata e alla fine riuscirà perfino a liberare la Sposa<br />

Cadavere dalla sua maledizione. La Sposa Cadavere non è una storia d’orrore,<br />

come il titolo suggerisce, bensì il racconto dolce e visionario di un amore perduto.<br />

In un periodo in cui la maggior parte delle pellicole d’animazione scelgono con<br />

forza di rivendicare la cittadinanza dell’intera tavolozza cromatica, quella di Burton<br />

rimane in bilico fra due inaspettate gamme di colori<br />

http://www.fantasymagazine.it/film/5580/la-sposa-cadavere/<br />

La pellicola è ispirata da un racconto popolare russo in cui Burton rimane fedele<br />

alla narrazione di base, trasposta in una immaginaria epoca simile all’epoca<br />

vittoriana.<br />

25


2<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong><br />

Una delle caratteristiche salienti di questa interpretazione cinematografica è<br />

l’umorismo delicato che aleggia nel film e la compassione fiabesca della sua rappresentazione,<br />

ad esempio quando Emily (la Sposa cadavere) si trova pateticamente<br />

felice nel momento in cui Victor sembra ricambiare finalmente il suo amore.<br />

Il corpo in putrefazione della Sposa Cadavere evidenzia la disintegrazione e la<br />

degenerazione della morte. Ella si sente orribile e cerca a tutti i costi di esaudire<br />

il suo desiderio di essere accettata, tentando di assomigliare il più possibile alla<br />

ragazza affascinante che era una volta, come se fosse ancora nel mondo dei vivi<br />

dove l’apparenza è più importante di qualsiasi altra cosa. Ma nonostante la larva<br />

che fuoriesce dal suo occhio, e la sua decomposizione evidente, la ragazza appare<br />

con un carattere molto più coraggioso e ottimista del protagonista Victor.<br />

Nella scena in cui Victor incontra per la prima volta la Sposa Cadavere, Burton<br />

estrapola molte delle convenzioni associate con l’orrore gotico: una selva oscura<br />

con alberi inquietanti, corvi, suono drammatico di una tempesta, una mano che<br />

emerge dalla tomba, una donna svolazzante in un abito bianco traslucido, un cimitero.<br />

Tuttavia, una volta che Victor entra nel mondo dei morti, l’immaginario convenzionale<br />

associato con la morte lascia il posto ad un colorato e pazzo luogo pieno<br />

di musica e divertimento. Qui troviamo il ribaltamento della percezione di mostruosità.<br />

E’ il mondo dei vivi ad esalare morte e putrefazione e ad opprimere con i suoi<br />

colori monocromatici; il mondo infero è, invece, colorato e pieno di vitalità.<br />

Le figure eccentriche che popolano il mondo dei morti sono rappresentate con<br />

un carattere allegro e dolce, essi sono felici perché riescono ad accogliere la propria<br />

diversità, come se gli abitanti fossero stati liberati dai vincoli e dall’ipocrisia<br />

della morale borghese. Perfino il cuore ormai fermo della Sposa Cadavere, ha palpiti<br />

d’amore per il suo Victor. (memorabile la battuta del perfido Bittern: un cuore<br />

può ancora spezzarsi dopo che ha smesso di battere?)


INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

Corpse Bride può essere considerata la pellicola più completa dell’opera cinematografica<br />

di Burton. Il film rappresenta un’esplorazione del rapporto tra la<br />

vita e la morte e propone una rappresentazione particolarmente ludica e positiva<br />

dell’idea di aldilà: la vita e la morte sono due aspetti dell’esperienza umana inestricabilmente<br />

intrecciati tra loro.<br />

http://www.acmi.net.au/2010-09/the-gothi<br />

http://www.acmi.net.au/2010-09/the-gothic-imagination-of-tim-burton.pdf,<br />

Pag 29- 31<br />

2


2<br />

CONCLUSIONI<br />

<strong>TIM</strong> <strong>BURTON</strong><br />

Tim Burton è essenzialmente un creatore di mondi e di personaggi outsider che<br />

lottano contro i perbenismi borghesi, le istituzioni e il conformismo in cui è immerso<br />

il mondo reale.<br />

Al di là di ogni valutazione sulla struttura drammaturgica dei suoi film, non si può<br />

non riconoscere al regista la capacità di aver inserito nell’immaginario collettivo<br />

un’intera popolazione di micro-esistenze, di paesaggi e ambientazioni visionari ma<br />

immediatamente riconoscibili. E’ un mondo in cui dolore e allegria si rincorrono,<br />

in cui la crudele realtà si permea dei colori della favole, per respingerli e trattenerne<br />

solo i toni più cupi. Tim Burton descrive il presente con tratti di matita e colori<br />

nostalgici, le sue vernici affiorano leggere e romantiche, catturano particolari della<br />

realtà per catapultarli in nuovi mondi.. Ma, soprattutto, Tim Burton ama l’auto-ritratto.<br />

C’è sempre lui nello sfondo delle sue opere, nelle sue favole, nei suoi tratti<br />

di matita, nelle sue pennellate. C’è una personalità scissa che si moltiplica e si<br />

dona attraverso i media e attraverso l’arte. L’io timburtiano assurge a stile di vita,<br />

ad una maniera vendibile di approcciarsi all’esistenza.<br />

Tutti gli attori feticci di Tim Burton hanno caratteristiche immediatamente riconducibili<br />

al loro regista; tutti i mostriciattoli di Tim Burton presentano un tratto fisico<br />

del loro autore. A cominciare da Vincent: quel ragazzino dai capelli ricci, grigi e<br />

spennacchiati che vorrebbe tanto diventare un poeta del male, pittore dei risvolti<br />

cupi dell’animo umano e delle dimensioni della morte. E proprio la morte è uno<br />

dei tanti temi affrontati dalle opere di Burton. Esorcizzata attraverso il gioco, attraverso<br />

la commistione di violenza e commedia, di horror e favola, la morte è vista<br />

dall’artista come un’ulteriore dimensione, l’unica in cui i suoi altri mondi sono possibili,<br />

l’unica a contrapporsi in maniera definitiva alla pesantezza della vita reale.<br />

http://www.teknemedia.net/magazine_detail.html?mId=7688


INFLUENZE ESPRESSIONISTICHE E GOTICHE<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

-Burton T., 1997, Morte malinconica del bambino ostrica, Traduzione di Nico<br />

Orengo, Enaudi Stile libero, Torino, pp. 1-137.<br />

-Ferenczi A., 2010, Maestri del cinema – Tim Burton, Cahiers du<br />

Cinema,Parigi, pp. 1-103.<br />

-Serenellini M., 2012, Tim Burton – Sono l’amico dei mostri, in La Domenica di<br />

Repubblica, Repubblica 18 Marzo 2012, n. 368, pp. 29-31.<br />

-Spanu M., 1997, Tim Burton, Il castoro cinema, Milano, pp. 1-174.<br />

SITOGRAFIA<br />

I siti utilizzati per reperire informazioni e immagini sono citati nel corpo del<br />

testo<br />

2


Un breve percorso attraverso l’opera dello straordinario<br />

Tim Burton e sui contatti che le sue creazioni<br />

hanno con il gusto gotico ed il cinema espressionista

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