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La comunicazione

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Il Modello Denver, un intervento intensivo<br />

e completo per i bambini con autismo in<br />

età prescolare<br />

• All’interno di un approccio a base relazionale<br />

• Nella cornice di un affetto fortemente positivo<br />

• Per programmi a casa, programmi di gruppo, parent<br />

training (educazione per i genitori), o terapie specifiche<br />

(e.g., logopedia)<br />

Rogers S., Dawson G. Trad: Vivanti G.(2010) Early Start<br />

Denver Model; L’intervento precoce per l’autismo;<br />

Linguaggio, apprendimento e reciprocità sociale, Omega<br />

Edizioni: Torino


Tre setting di insegnamento<br />

insegnamento 1:1<br />

Insegnamento in gruppo<br />

Insegnamento a casa<br />

classi di scuola materna<br />

all’interno di<br />

routine familiari


Modello focalizzato sui deficit primari nei primi<br />

anni dell’autismo<br />

• Orientamento e attenzione sociale<br />

• Condivisione e sincronia affettive<br />

• Imitazione<br />

• Attenzione congiunta<br />

• Linguaggio<br />

• Gioco funzionale e simbolico


Goals of Denver Model treatment<br />

Obiettivi del modello Denver<br />

• Portare il bambino nel circolo<br />

delle interazioni sociali<br />

• Insegnare abilità nelle<br />

componenti fondanti della vita<br />

sociale:<br />

– imitazione<br />

– <strong>comunicazione</strong> emotiva<br />

– condivisione di esperienze<br />

– linguaggio


Principi del Modello Denver<br />

• L’applicazione di un solo tipo di<br />

metodologia non è sufficiente:<br />

è necessario attingere da tutte<br />

le terapie disponibilie<br />

• L’autismo comporta disabilità<br />

multiple: è necessario utilizzare<br />

un approccio multidisciplinare


DENVER MODEL CURRICULUM CHECKLIST<br />

Osaki, Rogers & Hall (1997)<br />

Valutazione educativa usata per formulare il<br />

programma di intervento e per la verifica degli<br />

obiettivi in età prescolare;<br />

Obiettivi educativi globali (nei diversi ambienti e con<br />

diverse persone);<br />

Obiettivi di lavoro trimestrali.<br />

Da Virginia Giuberti, Chiara Cassani, Centro Autismo e DPS - AUSL di Reggio


DENVER MODEL CURRICULUM CHECKLIST<br />

Osaki, Rogers & Hall (1997)<br />

4 livelli<br />

Aree di valutazione:<br />

Prerequisiti dell’Apprendimento (solo livello 1);<br />

Comunicazione (ricettiva, espressiva);<br />

Competenze di interazione sociale (pragmatica);<br />

Imitazione (solo livello 1 e 2);<br />

Cognitivo;<br />

Capacità di Gioco;<br />

Motricità (fine e grossolana);<br />

Autonomie di vita quotidiana.<br />

Da Virginia Giuberti, Chiara Cassani, Centro Autismo e DPS - AUSL di Reggio


CONTATTO OCULARE<br />

BAMBINI CHE<br />

NON GUARDANO NEGLI OCCHI?<br />

BAMBINI CHE OMETTONO<br />

DI GUARDARE NEGLI OCCHI!!


UN PROFILO ANOMALO DI FISSAZIONE VISIVA<br />

MANCATA ATTENZIONE ALLA<br />

DIREZIONE DELLO SGUARDO<br />

PERDITA DI UN IMPORTANTE INDIZIO SOCIALE


PERCHE’?<br />

Studio 2009 ( Johnson e Senju)<br />

L’attenzione agli occhi è mediata da un<br />

processo di orientamento automatico<br />

preferenziale verso stimoli con una<br />

configurazione simile a quella di un volto.<br />

AREA SUBCORTICALE ( Amigdala)


COME FUNZIONA LA STRUTTURA CORTICALE DELLE<br />

PERSONE CON AUTISMO?<br />

ANZICHE’ ATTIVARSI IL GIRO FUSIFORME<br />

SI ATTIVA IL GIRO TEMPORALE INFERIORE<br />

( NELLO SVILUPPO NORMOTIPICO SI ATTIVA GUARDANDO GLI<br />

OGGETTI)


• Deficit strutture /processi implicati nell’analisi<br />

sottocorticale<br />

• Deficit trasmissione dalla strutture<br />

sottocorticali alle corticali : CERVELLO SOCIALE<br />

?? Non guardo perché c’è deficit tra<br />

le strutture sub/corticali<br />

?? C’è il deficit tra le strutture<br />

perché non guardo??


RIFERIMENTO SOCIALE<br />

Le caratteristiche emotive di un evento sono<br />

attribuite in base allo stato emotivo<br />

osservato in un’altra persona<br />

( dai 12 mesi)<br />

Nell’’ autismo MINOR EMPATIA MA<br />

MAGGIOR SISTEMIZZAZIONE


LA MANCANZA DI<br />

• CONTATTO OCULARE<br />

• ATTENZIONE CONGIUNTA<br />

• RIFERIMENTO SOCIALE<br />

DEFICIT TEORIA DELLA MENTE


QUINDI?<br />

• MINOR EMPATIZZAZIONE<br />

• MAGGIOR SISTEMATIZZAZIONE<br />

( COMPRENDONO MEGLIO LE REGOLE DI UN<br />

SISTEMA CHIUSO) (Klin 2004 et al., Volkmar 2005)<br />

• PREFERENZA PER CONTINGENZE PERFETTE ( KLIN<br />

ET AL. 2009)


1. L’imitazione con oggetti (Denver)<br />

• 1. Prosegue con l’azione in seguito<br />

all’imitazione da parte del modello<br />

• 2. Imita un’azione familiare modellata<br />

dall’adulto<br />

• 3. Imita azioni nuove e semplici.<br />

• 4. Imita una serie di azioni diverse ma<br />

correlate<br />

• 5. Imita una serie di azioni non-convenzionali


2. L’imitazione gestuale (Denver)<br />

• L’imitazione di gesti durante le canzoni<br />

accompagnate da movimenti delle mani<br />

Gesti ritualizzati durante giochi come ‘Nascondino<br />

cu-cu’, batti-manine, e semplice canzoncine.


3. L’imitazione oro-faciale (Denver)<br />

• Iniziare dopo che il bambino imita molte<br />

azioni manuali<br />

• Utilizzare attività che coinvolgono parti<br />

corporee<br />

• Insegnare l’imitazione gestuale per i gesti di<br />

convenzione


4. L’imitazione vocale (Denver)<br />

• Aumentare le vocalizzazioni<br />

• Imitare le azioni e le vocalizzazioni del<br />

bambino<br />

• Sviluppare ripetizioni vocali imitative<br />

• Iniziare vocalizzazioni ben stabiliti<br />

• Aumentare le vocalizzazioni differenziate<br />

• Fonemi


4. L’imitazione vocale (Denver)<br />

• Usare suoni e contesti che possiedono un<br />

significato<br />

• Non enfatizzare troppo l’articolazione<br />

• Non enfatizzare troppo l’imitazione di frasi<br />

con più parole nel bambino che impara a<br />

parlare<br />

• Ripetere ma senza insistere eccessivamente


Le dimensioni della <strong>comunicazione</strong><br />

• <strong>La</strong> forma<br />

• <strong>La</strong> funzione<br />

• Il contesto<br />

• Il vocabolario


Forma della <strong>comunicazione</strong><br />

COMUNICAZIONE MOTORIA E CORPOREA<br />

OGGETTI<br />

GESTI (LIVELI DI “ICONICITA’”)<br />

FOTO / DISEGNI / IMMAGINI / CARTE CON PAROLE<br />

SCRITTE<br />

COMUNICAZIONE SCRITTA, BATTUTA A MACCHINA,<br />

COMPUTERIZZATA<br />

COMUNICAZIONE VERBALE<br />


Funzione della <strong>comunicazione</strong><br />

CHIEDERE QUALCOSA<br />

ATTIRARE L’ATTENZIONE<br />

RIFIUTARE, OPPORSI<br />

COMMENTARE (FARE OSSERVAZIONI)<br />

DARE INFORMAZIONI<br />

CHIEDERE INFORMAZIONI<br />

COMUNICARE ED ESPRIMERE SENTIMENTI<br />

ROUTINE SOCIALI<br />

.......................


Contesto della <strong>comunicazione</strong><br />

DOVE ?<br />

CON CHI ?<br />

IN QUALI CIRCONSTANZE ?


OBIETTIVO DI APPRENDIMENTO<br />

NELLA COMUNICAZIONE<br />

Insegnare abilità comunicative utili<br />

nell’ambiente<br />

Prima insegnare abilità preverbali (come<br />

attenzione e azione congiunta), stabilire<br />

comportamenti di anticipazione e i primi<br />

comportamenti intenzionali<br />

Decidere in base ad accurata valutazione<br />

cognitiva, socio-affettiva, linguistica<br />

Analisi funzionale dei comportamenti problema


Obiettivo di apprendimento nella<br />

<strong>comunicazione</strong><br />

Non aspettarsi troppo la <strong>comunicazione</strong> spontanea<br />

Creare un contesto intorno a parole nuove<br />

Inizialmente rispondere positivamente ad ogni atto<br />

comunicativo – incoraggiare la competenza<br />

Prontezza ad ascoltare<br />

Non rispondere in anticipo<br />

Creare opportunità per la <strong>comunicazione</strong><br />

Attendere l’iniziativa del bambino<br />

Leggere i tentativi come <strong>comunicazione</strong><br />

Rispondere in modo da sostenerli


Obiettivo di apprendimento nella<br />

<strong>comunicazione</strong><br />

Sostituire le modalità di <strong>comunicazione</strong><br />

idiosincratiche (?)<br />

Costruire modalità multiple di <strong>comunicazione</strong><br />

Ottenere interazioni di successo<br />

Espandere la gamma di funzioni comunicative<br />

Sviluppare strategie per persistere nella<br />

<strong>comunicazione</strong> e per riparare i fallimenti<br />

comunicativi<br />

Utilizzare ausili, <strong>comunicazione</strong> aumentativa<br />

e/o alternativa (CAA), quindi delle volte<br />

cercare alternative alla <strong>comunicazione</strong> verbale


Obiettivo di apprendimento nella<br />

<strong>comunicazione</strong><br />

Stabilire un vocabolario di base<br />

Enfasi sulla funzione piuttosto che sulla forma<br />

“Costruire” delle situazioni e delle routine che<br />

….<br />

creino sia la motivazione che le opportunità e i<br />

bisogni per la <strong>comunicazione</strong>


ESERCITARE<br />

L’INTENZIONALITA’<br />

COMUNICATIVA<br />

io<br />

io<br />

VOGLIO<br />

KINDER<br />

DELICE<br />

DICO<br />

Elisa Clementi 29

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