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pdf bassa risoluzione - CCN Italia

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Artigianato artistico e tradizionale del Lazio Materiali e tecniche<br />

Tecniche di lavorazione della ceramica<br />

Modellazione e tornitura<br />

Qualsiasi tipo di terra può essere utilizzato per la realizzazione<br />

di manufatti in ceramica. Solo per la produzione di pentole<br />

da fuoco è necessaria una terra particolare, a pasta ruvida e<br />

sabbiosa.<br />

L’oggetto costruito deve risultare di spessore omogeneo in tutte<br />

le sue parti (fondo, pareti, ecc.). L’uso del tornio consente di<br />

ottenere facilmente oggetti aggraziati e in perfetta simmetria<br />

rispetto all’asse di rotazione.<br />

Per l’esecuzione di oggetti in ceramica è richiesta la conoscenza<br />

dei vari tipi di impasto e delle varie tecniche di modellazione:<br />

a mano, al tornio, a stampo. La sutura delle parti applicate deve<br />

essere effettuata tramite colatura di argilla liquida (barbottina).<br />

Le rifiniture possono essere fatte con l’utilizzo di appositi strumenti<br />

in legno o metallo o con il semplice uso delle dita.<br />

Le sculture in ceramica devono essere alleggerite uniformemente,<br />

in tutta la superficie, dall’interno (svuotamento). Eventuali<br />

armature vanno rimosse prima della cottura. L’essiccazione<br />

(all’aria o in appositi ambienti) deve consentire all’oggetto<br />

di acquisire la consistenza e la stabilità necessarie per evitare<br />

deformazioni o rotture in fase di cottura. È richiesta la conoscenza<br />

delle varie tecniche di impermeabilizzazione: invetriatura,<br />

ingobbio, a smalto. Un buon ceramista deve conoscere il<br />

funzionamento dei vari tipi di forno, le temperature di cottura<br />

e di raffreddamento relative ai vari tipi di impasto e di decorazione.<br />

Per tutte le ceramiche destinate a venire a contatto con sostanze<br />

alimentari o con sostanze d’uso personale è necessaria l’osservanza<br />

delle norme vigenti in materia. In particolare fra gli elementi<br />

che compongono lo smalto non devono essere presenti<br />

ossidi di piombo puri che, a contatto con sostanze acide (limone,<br />

aceto, ecc.), potrebbero in parte essere ceduti ai cibi.<br />

Decorazione su ceramica<br />

Le operazioni di decorazione devono essere effettuate rigorosamente<br />

a mano, anche con l’uso di spolveri oppure con tamponi<br />

utilizzati manualmente. Sono escluse tecniche di decorazione<br />

con l’utilizzo di serigrafia o decalcomanie.<br />

È richiesta la conoscenza del disegno ornamentale e della teoria<br />

del colore, delle principali tecniche di decorazione (a incisione,<br />

alla barbottina, a rilievo, dipinta) e dei materiali in uso per la<br />

loro realizzazione. È inoltre necessaria la conoscenza delle tecniche<br />

di cottura (secondo e terzo fuoco).<br />

Decorazione su porcellana<br />

Anche per la porcellana, ovviamente, le operazioni di decorazione<br />

devono essere effettuate rigorosamente a mano, sia<br />

pure con l’utilizzo di spolveri o con tamponi utilizzati manualmente.<br />

L’artigiano deve conoscere i vari tipi di impasto che compongono<br />

il supporto e le differenti tecniche di decorazione:<br />

pittura sotto vetrina (su biscotto poroso), ad alta temperatura,<br />

pittura su vetrina. È richiesta la conoscenza dei pigmenti,<br />

degli ossidi e degli smalti più usati, della loro composizione,<br />

preparazione e della loro reazione dopo la cottura.<br />

Poiché in ogni epoca la porcellana e la pittura con l’oro sono<br />

state strettamente legate, è indispensabile che un buon decoratore<br />

sappia preparare i colori a base di metalli preziosi (oro<br />

brillante, oro opaco, polvere d’oro, platino brillante, lucidi).<br />

Ovviamente si dovranno conoscere le tecniche di funzionamento<br />

dei vari tipi di forno, delle temperature di cottura e di<br />

raffreddamento.<br />

Restauro di manufatti in ceramica<br />

e porcellana<br />

«Tra i tanti mestieri itineranti del passato, uno di quelli definitivamente<br />

scomparsi è quello dell’Acconciabrocche o<br />

Apuntadör, cioè colui che “acconciava” o “risprangava” vasi,<br />

brocche, piatti, e altro vasellame di terracotta rotti o fessurati.<br />

Questo artigiano nomade era molto apprezzato dalle<br />

donne di casa perché con le sue riparazioni consentiva di<br />

economizzare, cosa importante per quel tempo, sull’acquisto<br />

di vasellame e stoviglie.<br />

Col suo trapano manuale (Puntén), di legno, a balestra<br />

e con punta di acciaio (la cui struttura originale è rimasta<br />

invariata nei secoli) egli praticava diversi fori in ambedue i<br />

lati della frattura, quindi “cuciva” con un filo di ferro zincato<br />

che grappettava la lesione della stoviglia o del vaso. Stuccava<br />

poi la riparazione con calce spenta e l’oggetto era di nuovo<br />

pronto per l’uso. Era questa una figura di artigiano itinerante<br />

significativa per la quotidianità di quel tempo ed invece è<br />

inimmaginabile oggi nello sfrenato consumismo tecnologico<br />

dei nostri giorni». (Pellicani P., L’acconcia brocche, in «Università<br />

Aperta terza pagina», gennaio 1993)<br />

«Per molto tempo al restauratore di ceramica si è<br />

chiesta solo una spiccata abilità manuale e magari qualche<br />

“segreto del mestiere” di remota e persino ingenua tradizione.<br />

Oggi, invece, si richiede una conoscenza dei materiali e<br />

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