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A g r i c o l t u r a<br />
Voci dal Sud 31 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
www.sos<strong>ed</strong>.it<br />
Nuovo business ai danni dell’ecosistema<br />
Tratta di ulivi secolari<br />
L’economia della Piana rischia di indebolirsi<br />
POLISTENA - Sembra sia ormai diventata<br />
una moda che serve ad abbellire le v<strong>il</strong>le<br />
del Nord Italia.<br />
Di cosa si tratta? Certamente di un nuovo<br />
business: la tratta degli alberi di ulivo secolari<br />
che vengono sdradicati dalla terra<br />
calabrese <strong>per</strong> essere impiantati nelle ricche v<strong>il</strong>le del nord<br />
Italia.<br />
Una tratta di alberi (che in alcuni casi risultano essere,<br />
addirittura, monumentali) che dalle regioni del Sud vengono<br />
rimossi <strong>per</strong> essere poi sp<strong>ed</strong>iti a fare bella mostra di<br />
se nei centri commerciali del Nord-Est, nelle v<strong>il</strong>le del<br />
Nord Italia e dell’Europa centrale.<br />
I prezzi? Si va dai trem<strong>il</strong>a fino ai diecim<strong>il</strong>a euro <strong>per</strong><br />
albero.<br />
Il problema serio è <strong>per</strong>ò quello che riguarda la ri<strong>per</strong>cussione<br />
economica sul territorio.<br />
Il crescente asporto di piante si ri<strong>per</strong>cuote in maniera<br />
negativa sull’economia dato che m<strong>il</strong>ioni di alberi presenti<br />
sul territorio vengono quotidianamente lavorati da migliaia<br />
di aziende agricole, soprattutto <strong>per</strong> produrre olio<br />
da tavola.<br />
La legislazione vigente a tutela delle piante secolari<br />
appare comunque scarsa.<br />
Il commercio di alberi d’ulivo avviene nonostante le<br />
normative vigenti che tutelano queste piante: attualmente,<br />
l’unica legge in vigore è quella del 1961, la n. 145 che<br />
rende possib<strong>il</strong>e lo spiantamento tramite una semplice autorizzazione<br />
r<strong>il</strong>asciata dall’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura.<br />
Per lunghi anni i produttori si sono attenuti a questa<br />
norma, ma ora, forse a causa dei magri guadagni e della<br />
grossissima concorrenza dei paesi del bacino del M<strong>ed</strong>iterraneo<br />
produttori di olio, hanno deciso, poco a poco, di<br />
disfarsene.<br />
Il fenomeno coinvolgerebbe la Calabria e la Puglia.<br />
Anche nella Piana di Rosarno/Gioia Tauro, territorio<br />
con un suo unicum specifico delle colture olivicole<br />
sembra essere interessata a questo fenomeno.<br />
Ufficialmente nessuna reazione sembra emergere nella<br />
nostra Regione e <strong>per</strong> questo sarebbe bene che anche<br />
dalla Calabria arrivasse un segnale di attenzione e di controllo<br />
come già dallo scorso anno accade in Puglia dove<br />
sono nati <strong>numero</strong>si Comitati <strong>ed</strong> Associazioni con lo scopo<br />
di fermare questa continua “ruberia” di preziosi alberi<br />
di ulivo.<br />
L’unico segnale arrivato dalla Calabria è da Amantea<br />
dove <strong>il</strong> Wwf ha documentato lo scorso anno un continuo<br />
traffico di Tir carichi di ulivi diretti verso <strong>il</strong> Nord.<br />
di FRANCESCO PAPASIDERO<br />
(Il Quotidiano)<br />
Un altro aspetto negativo di tutta questa vicenda è anche<br />
quello legato all’estinzione di alcune specie.<br />
Pare che <strong>il</strong> continuo sradicamento di questi alberi, nel<br />
giro di breve tempo, porterà alla totale cancellazione di<br />
alcune specie di ulivo (n.d.r. cultivar autoctone) che risultano<br />
essere abbastanza rari.<br />
Dulcis in fundo, <strong>il</strong> continuo abbattimento di questi alberi<br />
a lungo andare creerà delle paurose “voragini”, come<br />
dimostrano alcuni spazi vuoti che si scorgono <strong>per</strong>correndo<br />
l’autostrada Salerno- Reggio Calabria, provocando una<br />
sorta di “impoverimento” del paesaggio e deturpandone<br />
la bellezza.<br />
n.d.r. - In effetti la normativa riportata<br />
dal collega Papasidero tenterebbe<br />
di porre un freno al fenomeno.<br />
Tuttavia è stata concepita, more<br />
solito, in fretta e con molta disattenzione<br />
dal momento che <strong>per</strong>mette<br />
una potatura molto decisa delle piante<br />
(qui detta alla “barese”) che lascia<br />
libera scelta sul modus di intervenire<br />
sulla pianta in fasse di<br />
potatura.<br />
Questa può si realizza con <strong>il</strong> taglio<br />
completo del fusto a circa 1,50 / 2<br />
metri dal piano di campagna, lasciando<br />
quindi intonsa la radice <strong>ed</strong> un solo<br />
ramo che <strong>per</strong>metta alla pianta <strong>il</strong> ciclo<br />
vitale e la fotosintesi clorof<strong>il</strong>liana.<br />
“Normalmente” questa imposizione<br />
viene rispettata, ma dopo un annetto,<br />
a bocce ferme, la pianta viene<br />
estirpata e mandata al nord Italia<br />
come pianta di ornamentale.