Mauro Grazia, nuovo pre<strong>si</strong>dente del Collegio di Bologna r i sP o n d e gi u s e P P e Jo g n a uNa CaTTIva NoTIZIa CHe è aNCHe uNa BuoNa NoTIZIa Come tu ben sai, mi sono candidato – con un gruppo di colleghi, tra i quali diver<strong>si</strong> giovani – per il rinnovo del Con<strong>si</strong>glio direttivo del Collegio di Bologna. Il risultato elettorale ha premiato la lista di cui facevo parte e così ora sono il nuovo pre<strong>si</strong>dente del collegio. e <strong>si</strong>ccome c’è assoluta incompatibilità tra la carica di con<strong>si</strong>gliere di collegio e quella di con<strong>si</strong>gliere nazionale, ho optato per Bologna dimettendomi dal Cnpi. Qualcuno ha parlato di sacrificio o di passo indietro. No davvero! Mai deci<strong>si</strong>one è stata presa con maggiore serenità, convinto come sono che, se <strong>si</strong> è disponibili ad operare per la categoria, non è che poi la mia disponibilità <strong>si</strong> trasforma in una «variabile» a seconda del ruolo che <strong>si</strong> ricopre o del luogo in cui <strong>si</strong> opera. Identica serenità non riesco però ad averla sul futuro della nostra categoria. Di fronte a un quadro politico non così sfavorevole (è vivo il dibattito alla Camera e nel Paese <strong>sulla</strong> <strong>riforma</strong> dell’ordinamento <strong>delle</strong> profes<strong>si</strong>oni e un moderato ottimismo mi induce a ritenere che tutto è pos<strong>si</strong>bile) continua ad essere marginale la partecipazione dei nostri iscritti, indebolendo così il ruolo e il peso dei periti industriali nell’agone politico. è anche questo uno dei motivi (forse il vero motivo) che mi ha indotto ad accettare la sfida di Bologna: restituire alla nostra base la voglia di partecipare e di essere protagonista del proprio cambiamento. anche perché la proposta di istituire un nuovo albo per i tecnici di primo livello, che il Cnpi, in<strong>si</strong>eme a geometri e periti agrari, sta portando avanti ormai da cinque anni e della quale mi sento felicemente corresponsabile, rappresenta realmente una straordinaria occa<strong>si</strong>one non solo per modernizzare il Paese, ma per restituire a duecentomila profes<strong>si</strong>onisti il ruolo che gli compete. Certo, il suo accoglimento nel testo dell’on. Siliquini ha suscitato le ire di ingegneri e architetti. anche se a fatica posso capire il rifiuto aprioristico dei loro gruppi dirigenti arroccati nella banale difesa dello status quo e incapaci di vedere quel che accade nella realtà, dove profes<strong>si</strong>onalità diverse per competenze e livelli collaborano da sempre per il successo <strong>delle</strong> proprie imprese. Trovo piuttosto incompren<strong>si</strong>bile, pur se legittima, la po<strong>si</strong>zione dei laureati triennali. Questi profes<strong>si</strong>onisti sono oggi inquadrati a stragrande maggioranza nella sezione B degli ingegneri e, in base all’art. 46, comma 3, del Dpr 328/01, hanno competenze nei tre settori dell’ingegneria (civile e ambientale, industriale, in- Luglio - Agosto lettere al direttore Ognuno di noi ogni giorno affronta nella propria profes<strong>si</strong>one problemi che spesso sono comuni a molti di noi. Parliamone in<strong>si</strong>eme formazione) «volte al concorso e alla collaborazione alle attività di progettazione, direzione lavori…» e «con l’uso di metodologie standardizzate»: di fatto, sono dei tecnici subordinati. Se un tale ruolo ai triennali va bene, in quanto «compensato» dal titolo di ingegnere iunior o architetto iunior, ne prendiamo atto: contenti loro! Ciò che invece non pos<strong>si</strong>amo accettare è l’accusa che ogni tanto viene lanciata a noi diplomati di voler ottenere il titolo di ingegnere, senza averne diritto. Nulla di più falso: <strong>si</strong> dà il caso che chi scrive <strong>si</strong>a stato l’estensore per il Cnpi della prima bozza di schema di decreto per il nuovo albo dei tecnici laureati per l’ingegneria. Già dal 2006 vi era espressamente scritto, clausola poi sempre mantenuta, che gli attuali iscritti ai collegi dei geometri, periti agrari e periti industriali avrebbero mantenuto il proprio titolo. un aspetto importante che non è stato colto appieno, come <strong>si</strong> evince anche da certi atteggiamenti sdegnati di laureati triennali, che non hanno compreso come il nuovo albo <strong>si</strong>a stato concepito per essere la «loro casa» dove noi diplomati saremmo confluiti ad esaurimento, e non viceversa. L’albo è il loro, non il nostro. e per questo continuerò a lottare dal mio nuovo posto di combattimento con l’obiettivo di ricreare nei nostri iscritti quella voglia di partecipare, primo vero motore di ogni politica vincente. Mauro Grazia, pre<strong>si</strong>dente del Collegio di Bologna Caro Mauro, per una volta nella mia vita dispiacere e piacere <strong>si</strong> compensano al mille<strong>si</strong>mo. Il rammarico per le tue dimis<strong>si</strong>oni è pari alla gioia per il tuo nuovo incarico. E se la prima sensazione trova conferma nella tua lucida anali<strong>si</strong> dell’attuale <strong>si</strong>tuazione politica (la tua razionalità ci mancherà molto in Con<strong>si</strong>glio), la seconda mi conforta, ben sapendo – come tu stesso sottolinei – che pos<strong>si</strong>amo tornare a crescere solo radicandoci più saldamente nel territorio. A te e ai tuoi compagni di avventura, buon lavoro. In<strong>si</strong>eme, pos<strong>si</strong>amo farcela. ◘ i testi (non più di 400 battute inclu<strong>si</strong> gli spazi) vanno inviati via fax al numero 06.42.00.84.44 oppure via posta elettronica all’indirizzo stampa.opificium@cnpi.it 45
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