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Rivista italiana di numismatica e scienze affini - Medievalcoinage.com

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RELAZIONE AL CONGRESSO INTERNAZ. DI SCIENZE STORICHE 223<br />

sopravvento, e qui è naturale che lo abbiano, ed è inevitabile che<br />

lo prendano sempre più.<br />

Ma è precisamente in questo loro campo che il relatore vor-<br />

rebbe vederle legittimamente circoscritte, mentre sta il fatto che<br />

le più svariate lingue nazionali tendono oggi ad esorbitarne, invadendo<br />

territorii che secondo il relatore dovrebbero conservare un<br />

carattere intemazionale.<br />

Si <strong>di</strong>rà che questo fenomeno dello sviluppo sempre crescente<br />

che vanno prendendo le lingue nazionali, anche le meno coltivate<br />

sinora, è d'indole generale e non già limitato alla Numismatica.<br />

Ciò è vero, sia per la letteratura che per le <strong>scienze</strong>. Ma, quanto<br />

alla letteratura, osserverò che ognuno, per mezzo delle numerose<br />

e pronte traduzioni, può rendersi familiari Tolstoi o Sienkiewicz<br />

senza conoscere le lingue slave, Ibsen o Strindberg senza cono-<br />

scere le lingue scan<strong>di</strong>naviche. E, quanto alle opere scientifiche,<br />

osserverò che almeno quelle più importanti intomo alle <strong>scienze</strong><br />

d'interesse vitale ed imme<strong>di</strong>ato, <strong>com</strong>e la Me<strong>di</strong>cina, la Chimica, ecc.,<br />

trovano egualmente ben presto un traduttore ; le opere <strong>di</strong> Numi-<br />

smatica invece, sia per l'indole segregata della nostra <strong>di</strong>sciplina,<br />

sia per il loro carattere prevalentemente descrittivo, assai <strong>di</strong> rado<br />

vengono tradotte.<br />

Di regola pertanto, o il numismatico è in grado <strong>di</strong> <strong>com</strong>pren-<br />

dere il testo originale, o la ricerca e lo stu<strong>di</strong>o in<strong>com</strong>inciati si sj^ez-<br />

zano inesorabilmente contro l'ignoranza della lingua.<br />

Come si potrebbe riparare a questo gravissimo inconveniente ?<br />

in due mo<strong>di</strong>, a parere del relatore, cioè :<br />

I. Adottando un'unica lingua <strong>numismatica</strong> internazionale.<br />

II. Aderendo ad alcune proposte concrete che il relatore<br />

fa più innanzi.<br />

Il primo modo, più semplice e ra<strong>di</strong>cale, potrebbe avere due<br />

soluzioni : il ritorno al latino, oppure la scelta <strong>di</strong> una linguai vi-<br />

vente assai <strong>di</strong>ffusa e conosciuta.<br />

Ma il ritomo al latino (la cui caduta deplorano, <strong>com</strong>e abbiamo<br />

visto, sia il Lane-Poole quanto il relatore medesimo nelle prefa-<br />

zioni ai loro glossarii numismatici) è questione troppo <strong>com</strong>plessa.<br />

Anzitutto, la riforma non si potrebbe applicare imme<strong>di</strong>atamente,<br />

essendo assurdo il pretendere che s'improvvisi latinista chi non<br />

abbia m<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>i classici. Al più al più, si potrebbe adot-<br />

tarla per la Numismatica antica, essendo presumibile che chi se<br />

ne occupa abbia qualche nozione <strong>di</strong> latino o sia condotto a procu-

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