Tazzinetta benefica - Liceo Scientifico e Classico "Marie Curie"

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EGLI È RISORTO PER DARE SPERANZA ALL’UMANITÀ! TRASFIGURIAMO LA SOFFERENZA, LA POVERTÀ E LA SOLITUDINE IN SPERANZA, AMORE E CARITÀ! Come ogni anno, nel mondo cattolico si è festeggiato la Pasqua, ricorrenza che, questo anno, è caduta (come si suole dire) molto bassa, e cioè a solo 13 settimane di distanza dal S. Natale. Per il mondo cattolico, queste due ricorrenze sono sacrosantamente ritenute le più importanti della vita di nostro Signore; infatti, trattasi di due eventi straordinari, prodigiosi, soprannaturali ovvero fuori dalle leggi ordinarie della natura e che, perciò, suppone l’intervento di Chi è al di sopra di tutti, e che tutto può. Il Natale, difatti, narra la nascita di Gesù che si è incarnato nel corpo di Maria Sua madre per opera dello Spirito Santo, mentre a Pasqua si festeggia la resurrezione di Cristo e la salita al Cielo. Tra queste due eventi straordinariamente sublimi, e di tutto il periodo della Sua missione in terra e dei Suoi miracoli che ci sono dati conoscere tramite gli evangelisti, a mio avviso, c’è la fase più intensa che ci dovrebbe portare ad un intimo ritiro di rifl essione e meditazione, mi riferisco a quella quaresimale ed in particolare alla settimana Santa, sì, proprio quella che precede la Pasqua, quella in cui si ricorda la passione e la morte. In quella settimana, infatti, si ricorda l’Uomo che, pur potendo, non ricorre alla clemenza di Dio Suo padre per evitare l’umiliazione, il martirio e la crocifi ssione. In quella settimana si ricorda l’Uomo che si è sacrifi cato per gli altri, anche per i suoi persecutori e per i suoi carnefi ci. Questo breve ma atroce periodo della Sua vita è quello in cui Egli “uomo” ha subìto il tradimento di un Suo discepolo, in cui è stato rinnegato dall’apostolo più vicino a Lui, in cui è stato umiliato, messo alla gogna, giudicato insieme a dei malfattori, costretto -come nessun altro prima- a portarsi il patibolo sulle spalle fi no al Calvario sotto le sferzate e gli insulti, ed infi ne essere crocifi sso come il peggiore degli uomini ed insultato fi no all’ultimo sospiro. Il tutto sotto gli occhi della madre. Per tutto ciò, Egli non ha goduto del privilegio che, per logica umana, spettava al fi glio di Dio, quindi, non gli è stato alleviato il dolore, anzi l’ha vissuto con tutte le mortifi cazioni anche fi siche del normale essere umano, tanto che, dalla croce, rivolgendosi al 4 Interno della Chiesa del Santuario della Madonna del Frassino durante la funzione ecclesiale pro <strong>Tazzinetta</strong> Padre Suo gli chiese: “Padre, perché mi hai abbandonato”? Ma, nonostante tutto, quasi contemporaneamente, implora il perdono per i suoi carnefi ci e per tutti coloro che gli hanno inferto sofferenze, ed ancora, prima di morire, promette il regno dei cieli al malfattore pentito. Straordinario! Un vero concentrato di materia di rifl essione e meditazione. Ecco perché, a mio avviso, questo periodo della vita di Cristo è quello sul quale dobbiamo rifl ettere di più e trarre le risposte dei perché ci viene chiesto una certa condotta di vita per poter essere degni di Chi, senza chiedercelo, ci ha amato così intensamente. Solo comprendendo bene questa fase amara e triste che precede la resurrezione, solo rifl ettendo sul perché quel Gesù Bambino di cui poche settimane fa abbiamo celebrato la nascita, muore e risorge, solo con queste rifl essioni, se fatte intensamente, possiamo capire perché risorge. Egli risorge per ridare speranza all’umanità !
da sinistra: Il Vicepresidente Paolo Foglia legge la 2 a lettura, Il Presidente Teo Gildone e Frate Felice, L’altare della Madonna del Frassino, Panoramica esterna del Santuario E, quando parlo di speranza, mi sovviene subito quella di coloro che vivono nella miseria e nella disperazione sia materiale che dello spirito. E, pur condividendo, in parte, il pensiero di chi sostiene che spetta ai ministri della Chiesa risolvere i problemi dell’anima, io sono convito, però, che tutti - a prescindere dal ceto socioculturale - abbiamo il dovere di esaudire e materializzare le speranze di chi spera; tutti abbiamo il dovere di risolvere od almeno alleviare i problemi di coloro che vivono il dolore e la disperazione della miseria materiale, della precarietà, della povertà, della solitudine, dell’isolamento ed in molti casi dell’abbandono o della trascuranza dei propri cari e soprattutto dei fi gli, il cui perdurare porta alla disperazione dell’anima e, spesso, anche a gesti insensati. Rifl ettiamo e meditiamo anche su questo ma non fermiamoci alla rifl essione ! La nostra Associazione “<strong>Tazzinetta</strong> Benefi ca” con l’aiuto dei volontari, degli amici e dei benefattori, nei suoi 115 anni di vita non si è mai fermata alle rifl essioni, è andata sempre oltre ed ha sempre, incessantemente, perseguito la sua missione di trasfi gurazione della povertà, della solitudine e della sofferenza in AMORE, CARITA’ e SPERANZA! Il Presidente Matteo F. Gildone LA PASQUA CON I NOSTRI “AMICI MENO FORTUNATI” Questo anno, per festeggiare la Pasqua con i nostri AMICI, abbiamo organizzato una bella gita al Santuario della Madonna del Frassino di Peschiera del Garda, dove i frati del Convento hanno celebrato la S. Messa per la nostra Associazione. A proposito, ringraziamo per la grande disponibilità il priore Padre Pio, frate Paolo e frate Felice che ha celebrato. Dopo la S. Messa, imbarcati, sui pullmans, ci siamo recati all’Azienda agrituristica Licensì del Brasà del Borgo di Monzambano dove abbiamo pranzato con un menu eccezionale ed abbiamo festeggiato la ricorrenza alla grande. Siamo riusciti ad organizzare persino il ballo con un’orchestrina mantovana. Al termine, prima dell’imbarco sui pullmans abbiamo distribuito i consueto sacchetto con lo spuntino per la sera e tavolette di cioccolato. Ovviamente, nella distribuzione dei pacchi mensili, tenutasi proprio la settimana precedente la Pasqua, abbiamo arricchito i pacchi con la colomba pasquale, altro cioccolato, i salumi del Salumifi cio Casali, marmellata e tante altre leccornie. 5 RIFLESSIONI
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