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Masticate le mie notti insonni/ MERDE i vermi nei miei versi/ i paesaggi più diversi son tutto quello che mi/ SERVE crepe nel cranio/ sotto ventimila leghe come verne sbronzo guardo alto/ stelle cazzo state/ FERME Confesso me ne fotte sempre meno/ di quello che dite, odio il tuo odore sulle dita/ se piangi cola la matita guance all’antracite/ la tua bocca è una ferita sul mio karma e il dramma è che consumo/ più sigarette che matite Alberto Dubito il buddha delle periferie arrugginite (il buddha delle periferie arrugginite...) E non è una questione di meteoropatia la riflessione della luce sulla retina e lacrime più dense della resina (lacrime più dense della resina, della resina...) I miei rimorsi li ho rimossi tutti ma stanotte torneranno a mordere Se, Disturbati Dalla CUiete il disco ufficiale fuori a fine 2011 un po’ prima che ci scoppi il mondo tra le mani che ci scoppi il mondo tra le mani... [Non registrato] Tra ge dì àà a fuoco le capitali/ del subconscio tra il capitale che manca/ nelle tasche e buchi neri nella me mo rì/ àà mèmento ma 211
Mènto solo a mè stesso/ anche se lo faccio così spesso/ che non riconosco la realtà chiediti perché/ niente resta e tutto se ne va/ tutto se ne va LA FruSTrAZIone DeL LuneDÌ (e ALTre STorIe DeLLe PerIFerIe ArruGGInITe) (2012) 00-La traccia prima della numero 01 La storia di come si decide di raccontare delle storie Resto steso ancora qualche istante nel magazzino di ’ste storie vivide per trattenere a forza nell’iride l’eco delle nuvole accidentali rotolare sui formicai occidentali e ridere degli oceani pacifici che sembran china nera di me stesso di un corpo celeste compromesso e scrivere... Queste storie abbandonate come I cantieri ai bordi dei quartieri siamo cresciuti in disordine come queste periferie torbide di cui azzardo una parafrasi tra carezze più gelide di un Forse, negli schermi all’asma carenze e rispettivi anestetici prima d’uscire scatto l’ultima istantanea alla mia stanza, che caos Ruggine, fogli e foglie ovunque sillabe ruvide Rugiada residui di noi sui fondi di caffè la strada che porta al porto di mestre che il vento porti tutto via con sé Lascio aperte le finestre 212
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agenziax Alberto Dubito erravamo gi
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L’ultimo album dei Disturbati Dal
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erravamo giovani stranieri
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Prefazione Curare questo volume è
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Intro A te, ipocrita lettore mon fr
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Poesie
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TrevISo SAn PeLAIo 2007-09 cara Car
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Il mio quartiere è imbarazzato sta
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E ascoltate radioMaria rilasciandoc
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L’annuncio della metro a roma nel
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e che brucino! I sampietrini ridono
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sulla U di “meglio se non scopiam
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Il cielo non ha una bella cera [Cor
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melma. se lascio qualcosa sarò mel
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Polvere tangenziale, passando guard
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Quando cadi quando non ti riesci a
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per chi guarda le stelle kamikaze s
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un altro ottobre rosso in piazza ma
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Le sirene nuotano nel cemento, in l
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Hackney stanca mamma nera London to
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non sarà la gloria della noia di q
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Non sarà la vostra illegittima dif
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espiro Quattro respiri La Respirazi
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e finiamo in campo marte a dormire
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14 dicembre, romaBrucia Il sole abb
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uonanotte Bellabocca Tuttavuota Pia
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e pioverà a dirotto per anni, noi
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Figlio di Signora Solitudine, Lady
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che andremo tutti dallo psicologo a
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ha la faccia assorta, contorta e lo
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venere e la stanza vuota Inchiodato
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Cara Città, SVEGLIA Blu come il ci
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QUANDO PARLI TU TUTTI IN ASCOLTO, T
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[cantato] Rintocca mezzodì non ho
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da due diventano quattro, otto sedi
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Muoverti. ma per natura tengo la te
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l’inchiostro svanisce per la piog
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distesi sulle panche Carta da parat
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ho gli occhi gonfi al contrario di
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m e (il tempo che intercorre tra il
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iflesso me miei mio 25/10 un altro
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Staremo a fissare quest’alba all
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come a tutti, chetticredi? [...] Qu
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Per noi che siamo amanti del cubo d
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Festeggeremo la fine della nostra r
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Al massimo un cliché Raccontami de
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TrevISo SAn PeLAIo 2006-09 Conclusi
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Trovò un posto dove sedersi... c
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Balliamo pesanti come i fiocchi di
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Parlami di quel che vorresti fare,
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[Ma è inevitabile, perché anche s
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TrevISo GrATTACIeLo DI vIA PISA e r
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La gente attende, passa buona parte
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Y Antinomia perché sai come stai,
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Ogni tanto, vado a trovarlo, insiem
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Le parentesi aperte le sillabe ruvi
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iciole di tabacco, un biglietto del
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dei martedì sereni e del riscaldam
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“Per non essere ignorante, che do
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Finì quella sigaretta che sapeva d
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E le librerie, poche, ma c’erano.
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postumi (quasi come la mattina dell
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(come le facce, con I codici a barr
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solo inquinamento luminoso che poi
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infilò le chiavi nella toppa dello
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Il quadro rimase immobile per sedic
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e la domenica mattina con le labbra
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loro non possono permettersi di per
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Una Punto passò parcheggiò alla f
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Tommi tirò fuori il cellulare in p
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La parola Stazione con i suoi inevi
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TeSTI non reGISTrATI London Town! F
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siamo come gli indiani/ stiamo tra
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Mani fredde labbra secche/ urtami c
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Dubito Piacere/ m’han chiamato al
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Sono figlio del mio tempo/ e di una
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non capisco quando mi parli/ con ce
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perché io dubito/ pure dei nomi ch
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Mi hanno detto che mordo le parole.
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Passeggiavo a mezzanotte per il mio
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Che tu sia maledetta non ci chieder
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Nella periferia dell’impero reti
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Come le promesse da marinaio che sa
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Chiamo il mio cane fantasia, lui no
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Di storie cargo prendi E vai D’Od
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E ho provato a sognarti ma la Via L
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Barman, metti l’amaro in conto al
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È tutto vero per ridere
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E se muoio giovane, spero sia dal r
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