matera - Il Resto

“Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, S1/MT ”
Anno III | Numero 67 | 26 marzo 2011 www.ilresto.tv
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ISSN 2038-0208 8
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9 772038 02 0008
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DOPO LA PAURA GIAPPONESE, LA MORATORIA
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RINVIATO LA DECISIONE SUI SITI
MA coME SI pUÒ ScEGLIErE ScANZANo JoNIco IN
UN’ArEA A rIScHIo TErrEMoTI, ALLUvIoNI E
(AddIrITTUrA) TSUNAMI? E LA MUrGIA rESTA SEMprE
IdoNEA pEr oSpITArE IL dEpoSITo dI ScorIE
OGNI SABATO IN EDICOLA
ALTAMUrA
Loizzo: “Su Lomurno
e Dambrosio
Zaccaria ha perso
un’occasione”
MATErA
Le sorti di Comune
e Provincia nelle
mani di Stella
GrAvINA
Foto-inchiesta sulla
nostra storia che
cade a pezzi
SANTErAMo
Bando illuminazione
le opposizioni
chiedono chiarezza
cASSANo
Bollenti spiriti
questione ancora
scottante
BIToNTo
La maggioranza
si sgretola
ma Valla resiste
ModUGNo
Destra divisa e
primarie a sinistra?
BITETTo
Paladino contro Pd
la campagna si fa
aspra
BINETTo
Autovelox irregolare
su via Bitetto
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Amministrative: un
solo nome ufficiale
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Così Mellitto
cambierà volto
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Corruzione: le idee
della politica locale

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“Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, S1/MT ”
ISSN 2038-0208 8
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Anno III | Numero 67 | 26 marzo 2011 www.ilresto.tv
9 772038 02 0008
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L'INFORMAZIONE SUL TERRITORIO
DOPO LA PAURA GIAPPONESE, LA MORATORIA
NAZIONALE SULL’ENERGIA DALL’ATOMO HA SOLO
RINVIATO LA DECISIONE SUI SITI
MA COME SI PUÒ SCEGLIERE SCANZANO JONICO IN
UN’AREA A RISCHIO TERREMOTI, ALLUVIONI E
(ADDIRITTURA) TSUNAMI? E LA MURGIA RESTA SEMPRE
IDONEA PER OSPITARE IL DEPOSITO DI SCORIE
DIRETTORE
RESPONSABILE
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Vito STANO
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Carmine GRILLO
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Il Resto settimanale
testata registrata
al tribunale di Matera
al n.5 del 2009
Numero chiuso in redazione
il 24 marzo 2011 alle ore 01.55
OGNI SABATO IN EDICOLA
ALTAMURA
Loizzo: “Su Lomurno
e Dambrosio
Zaccaria ha perso
un’occasione”
MATERA
Le sorti di Comune
e Provincia nelle
mani di Stella
GRAVINA
Foto-inchiesta sulla
nostra storia che
cade a pezzi
SANTERAMO
Bando illuminazione
le opposizioni
chiedono chiarezza
CASSANO
Bollenti spiriti
questione ancora
scottante
BITONTO
La maggioranza
si sgretola
ma Valla resiste
MODUGNO
Destra divisa e
primarie a sinistra?
BITETTO
Paladino vs Pd
la campagna si fa
aspra
BINETTO
Autovelox irregolare
su via Bitetto
PALO
Amministrative: un
solo nome ufficiale
GRUMO
Così Mellitto
cambierà volto
TORITTO
Corruzione: le idee
della politica locale
Idoneità sospette
Presi dai nostri campanilismi
meridionalmente-corretti,
dimentichiamo spesso di
essere immersi nel bel mezzo
di una globalizzazione che
non ha precedenti nella storia
dell’umanità. Se il battito d’ali
di una farfalla in America può
provocare un uragano dall’altra
parte del mondo, vuol dire che
i nostri destini sono legati da
un doppio fi lo indissolubile.
Così uno tsunami in Giappone
ha fatto tornare d’attualità il
rischio nucleare (oltre a quello
sismico) nel nostro Paese. E la
paura è tornata in due regioni
come Puglia e Basilicata che
hanno fatto la battaglia di
Scanzano Jonico e le crociate
anti-atomo. E’ vero, abbiamo
gli impianti a poche centinaia
di chilometri, ma perchè
quando si tratta di cercare un
sommario
26 marzo 2011 | n.67
34
58
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contenitore (che si tratti di
immondizia o di scorie nucleari)
si deve sempre ridividere in
due l’Italia anche nel suo 150°
anniversario? Nonostante la
moratoria obbligata (lo stesso
ministro dell’Ambiente ha
capito che insistere sul nucleare
con la nube giapponese sulle
nostre teste signifi cava perdere
una buona parte di elettorato),
la strada dell’atomo in Italia
sembra segnata da vari accordi
internazionali e non nel nome
del business sporco. E c’è
da scommettere che buona
parte dei siti idonei (per loro)
saranno nel Sud Italia, con
Puglia e Basilicata in prima
linea. Avevano promesso che
ci avrebbero presentato la
lista defi nitiva subito dopo le
elezioni Regionali, ma per ovvi
motivi questo non è ancora
8 attualità
Caso Tedesco: la patata
bollente al Senato
10 “Destra e sinistra pari sono:
spezziamo il legame
politica-denaro”
19 Giù le mani dal
«made in Italy»
20 in primo piano
I business nucleari
22 Terremoti e tsunami nucleari
27 altamura
Acque sempre agitate
al Comune
34 matera
Stella richiama all’ordine
il centrosinistra
42 gravina
Giunta Divella ritorno al futuro
48 santeramo
Pubblica illuminazione: la
minoranza vuole far luce sul
bando
52 CASSANO
Bollenti spiriti: questione che
scotta
editoriale
[di Saverio Ricci]
accaduto. Da noi restano in
pole i soliti nomi: Scanzano,
Nardò, Ostuni, Mola di Bari.
In più tutta l’area murgiana
sarebbe teoricamente idonea a
ospitare il deposito nazionale
delle scorie, anch’esso non
ancora individuato. Ma siamo
certi che questi studi sui siti
possibili che continuiamo a
pagare ormai da anni (nella
bolletta dell’energia elettrica)
siano tecnicamente validi?
Qualche dubbio viene se
Scanzano è zona sismica,
alluvionale e, in più, una
delle pochissime località in
Italia in cui c’è addirittura
un piccolo rischio tsunami.
Lo dimostriamo, carte alla
mano, nella nostra inchiesta
settimanale. Leggere per
credere. Anche se verrebbe
voglia di credere il contrario. «
skype: ilresto
Chiama direttamente dal tuo pc Il Resto redazione
54 BITONTO
La maggioranza si sgretola
Valla non molla
58 modugno
Nel centrosinistra torna
l’ipotesi primarie
62 bitetto
Iniziata un’aspra campagna
elettorale
65 binetto
Quell’autovelox fuorilegge
su via Bitetto
66 palo
Amministrative: un solo
nome uffi ciale
67 grumo
Come cambierà la frazione
di Mellitto
68 toritto
Il prezzo della corruzione
70 cultura e spettacoli
“Amici miei”; polemiche in
attesa delle risate
76 sport
Cadregari: «Questo calcio
è malato»
| iL RESTO sett imanale | 26 marzo 2011
5

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Povera Italia e
poveri italiani
► Da noi un vecchio adagio sostiene
che bisogna rispettare il
cane per il padrone. Nel Parlamento
italiano si constata invece
che non si rispettano le massime
autorità per le cariche istituzionali
che ricoprono. Così accade per il
presidente della Camera e il presidente
del Consiglio: questi hanno
fatto prevalere agli interessi del Paese
il proprio orgoglio personale,
che via via si è andato tramutando
in un deprecabile odio, per cui sono
fioccate, direttamente o meno, denunce
alla magistratura. Da qui si
è scatenata una manipolata baldoria
mediatica che ormai da settimane
affligge coloro che non
parteggiano per alcuno dei due e
riescono a pensare ancora liberamente.
Senza azzardare un giudizio,
questa situazione appare insostenibile.
Forse sarebbe opportuno
che questo Parlamento acquisisse
la consapevolezza di essere espressione
del popolo. E già. Perché questo
Parlamento ha sostenuto e approvato
una legge che usurpa la
costituzionale sovranità del popolo
e concentrato il potere nelle mani
di uno solo, creando non uno ma
più duci, quali quelli comunale,
provinciale, regionale e nazionale,
legalizzando quindi una cultura totalitaria
che sembrava avesse concluso
il suo corso con la fine del
secondo conflitto mondiale. Insomma
i ministri, gli assessori regionali,
provinciali e comunali devono
rispondere delle loro attività
solo al popolo e non a chi li ha nominati.
Ormai tutto è consentito,
anche l’illegalità, ed è tale assunzione
politica che mette a repentaglio
la democrazia. Chi crede in
essa non può restare indifferente.
Lettere al direttore
La Chiesa stessa, che pur denuncia
la cattiva politica, dovrebbe poter
indirizzare i propri fedeli ad assumere
responsabilità che riportino
in auge le ideologie e che partecipino
direttamente a rappresentare
la morale cattolica della maggior
parte degli italiani nelle pubbliche
istituzioni. Forse potrebbe essere
questo un rimedio alla totemica venerazione
del potere, che appare
l’unico scopo dell’attuale politica,
e dell’insopportabile scontro con
la magistratura, anch’essa impegnata
a far valere il proprio primato
nella vita sociale. Una cosa è certa:
così non può continuare. ■
Giuseppe Guarino
Presidente dell’Associazione Lucana
degli ex parlamentari
ed ex consiglieri regionali
Potenza
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
7

Attualità
Il Gip conferma la richiesta di arresto. Entro il 5 aprile si decide
Caso Tedesco: la patata
bollente al Senato
[di Isabella Maselli]
► L’arresto di Tedesco potrebbe
essere deciso già martedì prossimo.
Mentre a Bari il Gip Giuseppe De
Benedictis, ha confermato la richiesta
del carcere per l’ex senatore
del Pd, la giunta per le autorizzazioni
a procedere sta ancora valutando
carte e dichiarazioni. Deciderà,
comunque, entro il 5 aprile.
Dopo l’audizione di due settimane
fa, infatti, martedì scorso la giunta
ha discusso della vicenda, in attesa
che arrivi la proposta del relatore
Alberto Balboni (Pdl). “E’ probabile
– spiega la senatrice del Pd Marilena
Adamo – che il relatore Balboni
porti la sua proposta la settimana
prossima, comunque il presidente
Follini ha sottolineato che al massimo
tra due settimane la giunta
8 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
dovrà deliberare”. Anche il senatore
del Pdl, Paolo Tancredi, indica
come probabile per la prossima settimana
l’arrivo della relazione e “a
quel punto si andrà al voto”. Sarà
poi la conferenza dei capigruppo a
calendarizzare per l’aula il voto favorevole
o contrario al verdetto che
verrà emesso dalla giunta.
Insomma la patata bollente è tutta
nelle mani dei senatori, dopo che
il Gip De Benedictis, ha rigettato
la richiesta di revoca della misura
cautelare, avanzata dalla difesa del
senatore il 5 marzo scorso. Secondo
il magistrato l’interrogatorio non
avrebbe modificato il quadro indiziario
sia dal punto di vista delle
accuse, sia per il pericolo di reiterazione
dei reati, da parte sua ma
più ancora da persone a lui vicine.
Un punto di non poco conto se si
pensa che molti episodi sono legati
a doppio filo ad ambienti politici
della città di Altamura, sia dell’attuale
maggioranza che del centrosinistra.
Fatti che hanno avuto una
forte eco mettendo in crisi in alcuni
momenti la giunta Stacca: dall’episodio
delle presunte mazzette al segretario
particolare del sindaco, al
contesto nel quale sarebbe maturato
l’omicidio di Bartolo Dambrosio;
dalle intercettazioni che coinvolgono
alcuni esponenti dell’attuale minoranza
di centrosinistra pronti a
sostenere la candidatura di Tedesco
al Senato, alle inchieste su alcune
gare truccate.
“Emerge con chiarezza - ha com-

mentato la legale di Tedesco, Rosita
Petrelli - Che il giudice ha omesso
ogni valutazione in ordine all’attualità
delle necessità cautelari. La
gravità indiziaria, peraltro da noi
fortemente contestata nel corso
dell’interrogatorio, non è sufficiente
a giustificare l’adozione e la permanenza
di una misura cautelare.
E’ necessario offrire la prova quantomeno
della reiterabilità dei comportamenti
asseritamente illeciti;
ciò è escluso nel nostro caso laddove
il senatore Alberto Tedesco
oggi svolge attività del tutto diversa
e distante da quella che avrebbe
consentito i presunti illeciti dei
quali oggi egli è chiamato a rispondere.
Ovviamente – ha concluso la
legale - porremo in essere ogni ulteriore
necessaria attività difensiva”.
A margine dell’interrogatorio lo
stesso senatore disse di aver “chiarito
tutto, ovviamente dal mio punto
di vista, nella maniera in cui si
sono svolti i fatti. Mi sono state
fatte domande in merito a tutti gli
episodi contestati e non solo ai sei
per i quali è stata emessa la misura
cautelare. Probabilmente c’è stato
anche un interesse a comprendere
il contesto nel quale si è svolta
la mia attività di assessore. Ovviamente
chi faceva le domande aveva
interesse a dimostrare l’assunto
accusatorio, chi dava le risposte,
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Altamura (Ba)
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nella specie il sottoscritto, tendeva
a dimostrare l’assoluta estraneità a
tutti i fatti contestati”. Alla domanda
su cosa si aspetti dalla giunta
per la autorizzazioni a procedere del
Senato, Tedesco ha detto: “Nelle ultime
settimane c’è stata una forte
tensione e mi auguro che la giunta
non debba più occuparsi di questo
problema”.
Nello stesso provvedimento con cui
il Gip ha rigettato la richiesta di revoca
della misura cautelare per Tedesco,
è stata disposta, come chiesto
dalla Procura, l’interdizione
per Tommaso Antonio Stallone,
47enne di Bisceglie, direttore amministrativo
dell’Istituto De Bellis
di Castellana Grotte. Nei suoi confronti
il giudice ha riconosciuto la
correttezza delle procedure seguite
dai vertici della Regione nel designarlo
come direttore amministrativo.
Ha, però, dato ragione all’accusa
sull’episodio di abuso d’ufficio
per l’assunzione di una bibliotecaria
all’ospedale De Bellis. Per questo
la misura interdittiva avrà durata
un mese e non due come chiesto
dai Pm. “Non sono state tenute
in considerazione – ha commentato
il difensore di Stallone, l’avvocato
Leonardo Iannone – le prove documentali
prodotte e allegate, a dimostrazione
della regolarità e della
trasparenza di quell’assunzione”. ■
Attualità
Alberto Tedesco
COSTRUZIONI E
IMPIANTISTICA
CIVILE E
INDUSTRIALE
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
9

Attualità
Lo scomunicato
L'isola di Wight
di Salvatore U. Digennaro
Oggi 2 settembre 1970, sto seduto
sul traghetto per Southampton, ho
dormito tutto il giorno 1 e tutta la notte,
non so bene cos’ho preso, ma ho dormito
e ho sognato. Credo di aver assistito a
uno degli concerti che entreranno nella
storia, altro che Woodstock, e quanti
eravamo? E poi ho visto Jimi Hendrix e
i Doors, e poi mi son perso con Ingrid,
e poi mi son perso, addormentato,
sognato, e risvegliato. Che sogno
strano poi.....mi vengono i brividi solo
a pensarci, e vagamente ricordo tutto.
Ho sognato un mondo, credo futuro,
inquinato, con automobili tutte
uguali quasi rotondeggianti, tante,
troppe. Ho sognato un modo dove gli
uomini sembrano paralizzati davanti
ad uno strano strumento fatto come
una macchina da scrivere attaccata
ad un televisore, e comunica con
questo strumento...mah..Ho sognato
bombe e cacciabombardieri partire
dall’Italia per l’Africa, ho sognato
barche di sfollati e incidenti nucleari
in Giappone. Ho sognato che l’Italia
era in mano ad una specie di Mussolini
inceronato. Ho sognato un presidente
americano di colore, nobel per la pace,
a bombardare. Ho sognato gli italiani
davanti la tv, sempre e comunque. E
non c’è più lascia o raddoppia. Ed ho
sognato che Bongiorno era morto e che
rubavano il cadavere. Ed ho sognato
che ammazzavano i bambini, ed ho
sognato un papa come Paolo VI, ma
tedesco. Ed ho sognato che la gente
dormiva, e si faceva passare addosso
tutto. Mi son svegliato sudato, Ingrid
mi dormiva accanto, l’ho baciata
sulla fronte, preso il sacco a pelo ed
imbarcato. Dobbiamo costruire un
grande futuro per i nostri figli in Italia,
partendo dalla musica che abbiamo
ascoltato su quest’isola, da queste idee,
contro la guerra, per l’amore, libero
sempre e comunque. Con gli studenti e
gli operai, per scongiurare il sogno che
ho fatto stanotte. E ce la faremo. «
10 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
Tappa a Matera del viaggio per l’Italia di Gino
Strada. Alla gente chiede: “E tu che mondo vuoi?”
“Destra e sinistra pari
sono: spezziamo il
legame politica-denaro”
[di Luigi Mazzoccoli]
MATERA - È in giro per il mondo
dal 1994. In quell’anno Gino
Strada, medico chirurgo di Sesto
San Giovanni (MI), aveva fondato
Emergency insieme alla moglie
Teresa Sarti (scomparsa nel
2009) e un gruppo di colleghi. Da
allora l’associazione umanitaria
è intervenuta in 15 Paesi coinvolti
dalle guerre, prestando assistenza
a oltre 4 milioni di persone
e costruendo ospedali, posti
di primo soccorso, centri di
maternità e pediatrici, e persino
una clinica cardiochirurgica
in Sudan. Da qualche settimana
poi, Strada sta girando l’Italia
per presentare il manifesto di
Emergency “Il mondo che vogliamo”
(nel box in pagina) e la nuova
rivista dell’associazione “E”. Il
suo viaggio per la penisola è iniziato
lo scorso 2 marzo a Trieste e
si concluderà il prossimo 4 aprile
a Milano. Nei giorni scorsi ha fatto
tappa anche a Matera, grazie
all’iniziativa del locale gruppo volontari
di Emergency. Strada ha
incontrato i materani in un teatro
Duni affollatissimo che l’ha
ascoltato in religioso silenzio: in
prima fila c’erano anche alcuni
politici locali, con espressioni alquanto
imbarazzate per quanto
stavano ascoltando.
Strada, l’Italia sta vivendo un
clima di festa per le celebrazioni del
150° dell’Unità d’Italia: ma il nostro
Paese se lo può davvero permettere?
Purtroppo oggi non unificano i
colori della bandiera, ma il senso
d’impotenza. Ormai molti sono
convinti che “tanto non cambia
niente”. E in effetti ogni qual volta
nasce una speranza di cambiamento,
viene stroncata immediatamente.
In questo periodo si parla anche
molto di rispetto della Costituzione.
Sì, ma da decenni viene siste-
maticamente calpestata: l’Italia
è infatti coinvolta in diverse
guerre nonostante la Carta lo vieti
espressamente. I padri costituenti
non ripudiarono la guerra
per ideologia: il rifiuto nacque
dalle macerie della Seconda
Guerra Mondiale. E poi la Costituzione
non è dei politici ma dei
cittadini.
Quindi lei non reputa l’attuale
classe politica all’altezza di un Paese
civile e democratico.
Già, perché ormai rappresenta
solo se stessa, la casta. E in questo,
centro-destra e centro-sinistra
sono assolutamente uguali.
La guerra, per esempio: nella
ex Jugoslavia ci portò il governo
D’Alema, in Iraq Berlusconi e in
Afghanistan tutti: il 92% del Parlamento
infatti votò a favore. E
poi entrambe le coalizioni hanno
promosso lo sviluppo di sanità
e scuola privata con un massiccio
drenaggio di fondi pubblici.
È una barbarie: non si può fare
profitto con la salute e l’istruzione.
Per giunta con decine di miliardi
di euro dello Stato. Che finanzia
gli avventurieri alla Don
Verzè (il fondatore del San Raffaele
di Milano, ndr), imprenditore
privato che però non opera
in concorrenza ma alle spalle dello
Stato. Questo è un crimine. E
l’Italia è oggi un Paese barbaro e
squallido.
E gli italiani?
Purtroppo non vedo indignazio-
«L’Italia deve tornare
ad essere un Paese
normale: occorrono
eguaglianza,
solidarietà, cultura»

«Mai più guerre e basta soldi
a scuola e sanità privata: gli avventurieri
alla Don Verzè vanno fermati»
ne nella gente. E neanche vergogna:
sì, oggi dovremmo vergognarci
di essere italiani. Ma intanto
bisogna fermare questa
deriva, sempre che siamo ancora
in tempo. Occorre quindi recuperare
i valori che ci sono stati
sottratti: l’eguaglianza, la solidarietà,
la cultura. Questa è un
fondamentale strumento di conoscenza
e di sviluppo per un Paese.
Ma purtroppo molti italiani
non conoscono nemmeno la propria
lingua, compresi gran parte
dei politici.
Lei quindi non li ritiene in grado di
dare una svolta all’Italia.
Lo dimostrano i fatti: chiunque
vada al potere non fa differenza
per i cittadini. Durante le campagne
elettorali nessuno, né di destra
né di sinistra, dice che porterà
il Paese in guerra o finanzierà
la sanità e la scuola pubblica.
Ma poi è esattamente quello che
succede. Per questo io ho smesso
di votare da vent’anni, così come
ora ben il 40% degli italiani.
Gino Strada sul palco del Duni di Matera
Ma allora cosa propone in alternativa?
Intanto occorre spezzare il legame
politica-denaro, a partire
dalle indennità di carica: un
importo giusto per i parlamentari
sarebbe 3.000 euro, il doppio
cioè di quanto guadagna un
lavoratore medio. E invece un
idiota stratosferico come il figlio
di Bossi da consigliere regionale
guadagna oltre 12.000 euro!
E poi la sanità e l’istruzione devono
rimanere pubbliche. L’Italia
quindi dovrebbe tornare ad essere
un Paese normale, ma questa
classe politica non è in grado
né ha voglia di farlo. Bisognerebbe
cambiare tutto e ricominciare
da capo.
Ma lei si sta preparando a scendere
in campo?
No, la politica non fa per me. Ma
se trovassi persone che accettino
di sposare in pieno il manifesto
di Emergency, sarei disposto
a dare il mio contributo per la rinascita
dell’Italia. ■
Attualità
Il manifesto di Emergency
per il futuro dell’umanità
“Il mondo che
vogliamo”
Crediamo nella eguaglianza di tutti
gli esseri umani a prescindere dalle
opinioni, dal sesso, dalla razza, dalla
appartenenza etnica, politica, religiosa,
dalla loro condizione sociale ed economica.
Ripudiamo la violenza, il terrorismo e
la guerra come strumenti per risolvere
le contese tra gli uomini, i popoli e gli
stati. Vogliamo un mondo basato sulla
giustizia sociale, sulla solidarietà,
sul rispetto reciproco, sul dialogo, su
un’equa distribuzione delle risorse.
Vogliamo un mondo in cui i governi
garantiscano l’eguaglianza di base di
tutti i membri della società, il diritto
a cure mediche di elevata qualità e
gratuite, il diritto a una istruzione
pubblica che sviluppi la persona
umana e ne arricchisca le conoscenze,
il diritto a una libera informazione.
Nel nostro Paese assistiamo invece, da
molti anni, alla progressiva e sistematica
demolizione di ogni principio di
convivenza civile. Una gravissima deriva
di barbarie è davanti ai nostri occhi.
In nome delle “alleanze internazionali”,
la classe politica italiana ha scelto la
guerra e l’aggressione di altri Paesi.
In nome della “libertà”, la classe politica
italiana ha scelto la guerra contro i
propri cittadini costruendo un sistema di
privilegi, basato sull’esclusione e sulla
discriminazione, un sistema di arrogante
prevaricazione, di ordinaria corruzione.
In nome della “sicurezza”, la classe
politica italiana ha scelto la guerra contro
chi è venuto in Italia per sopravvivere,
incitando all’odio e al razzismo.
È questa una democrazia? Solo
perché include tecniche elettorali
di rappresentatività? Basta che
in un Paese si voti perché lo si
possa definire “democratico”?
Noi consideriamo democratico un
sistema politico che lavori per il bene
comune privilegiando nel proprio agire
i bisogni dei meno abbienti e dei gruppi
sociali più deboli, per migliorarne le
condizioni di vita, perché si possa
essere una società di cittadini.
È questo il mondo che vogliamo. Per noi,
per tutti noi. Un mondo di eguaglianza. «
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
11

Attualità
Grande manifestazione per denunciare
le connivenze con la politica
La Basilicata «Libera»
dalle mafie
[di Giuseppe Balena]
12 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
► “Chi non salta è mafioso”. E’ questa la
voce che si è alzata dal corteo che il 19
marzo ha attraversato la città di Potenza in
occasione della XVI giornata della memoria
e dell’impegno in ricordo delle vittime delle
mafie con l’alto patronato del presidente
della Repubblica e organizzata dall’associazione
antimafia Libera di Basilicata. Quel
grido, al contempo di gioia e di speranza,
proveniva dai ragazzi che in migliaia hanno
invaso la città in lungo serpentone colorato.
Sono loro la sorpresa che ti aspetti ma
che non immagini; mescolati tra gli 80mila
partecipanti sono loro le nuove sentinelle
della legalità in ricordo delle oltre 900 vittime
delle mafie. Con la forza prorompente
della spensieratezza dell’età verde hanno
sostenuto incessantemente le oltre 500 famiglie
delle vittime. La lotta alle mafie passa
necessariamente attraverso la primavera
della loro età; non a caso, infatti, la giornata
della memoria è proprio il 21 marzo,
primo giorno di primavera, quest’anno anticipata
alla data più comoda del sabato.
“Verità e giustizia insieme” è stato il tema
portante di questa edizione ospitata nella
nostra regione. La Lucania etimologicamente
può essere considerata una terra di
luce o una terra di lupi. E’ stato questo il
messaggio di apertura forte e perentorio di
don Ciotti, presidente nazionale di Libera.
Una terra di luce sui giochi criminali e d’illegalità
strisciante e non più una terra di
lupi votati alla violenza e al malaffare; una
terra di luce e soprattutto di chiarezza, per
esempio, per le vicende nostrane della piccola
Ottavia De Luise e di Elisa Claps e non
più una terra di lupi che spingono verso
la rassegnazione, l’indifferenza e le connivenze
silenziose. Proprio per combattere la
rassegnazione e l’indifferenza, alleati principali
delle mafie, come ogni anno dal palco
è stato letto l’elenco dei nomi delle vittime
in ordine cronologico, in un susseguirsi di
storie che rivivevano negli occhi lucidi dei
parenti delle vittime presenti sul piazzale
antistante alla sede della regione Basilicata.
E’ stato il chirurgo Gino Strada, fondatore
di Emergency, a dar il via alla lettura
dei nomi, seguito poi da molti altri tra
cui i magistrati Giancarlo Caselli e Antonino
Ingroia e dal presidente della Regione
Basilicata Vito De Filippo. Tra le vittime ci
sono anche sedici lucani: undici morti e cinque
scomparsi. I loro nomi sono: Antonio
Cezza, Ottavia De Luise, Alfonso Bisogno,
Giuseppe Di Pietro, Domenico Di Lascio,
Anna Maria Mecca, Petronilla Vernetti, Nicola
Bevilacqua, Mario Milione, Nicola Macculi,
Giuseppe Forastieri, Maria Antonietta
Flora, Luca Orioli, Marirosa Andreotta, Tiziano
Fusilli, Vincenzo De Mare ed Elisa
Claps. “La vera forza delle mafie è fuori
dalle mafie. La radice delle mafie è nell'indifferenza,
nella rassegnazione, nel sistema
di omertà e di complicità diffusa” ha sentenziato
don Ciotti, spostando la visuale
sull’insidioso rapporto mafia – politica. “E’
una vergogna che l’Italia non abbia inserito
nel codice penale i contenuti del Trattato di
Strasburgo del 1999 contro la corruzione.
In Italia – ha precisato Don Ciotti – si perdono
60 miliardi di euro per la corruzione,
i soldi ci sono ma bisogna prenderli ai corrotti”.
Non può esistere la mafia senza la
politica ma deve esistere la politica senza la
mafia. Dalla Lucania come terra di luce si
alza la voce per “illuminare” l’immobilismo
politico su questi temi; allora, forse, i tanti
giovani che intonavano “chi non salta è mafioso”
ingenuamente, ma non tanto, hanno
capito dove si annida il primo seme dell’ille-
Don Ciotti: «E’ una vergogna che l’Italia non abbia
inserito nel codice penale i contenuti del Trattato
di Strasburgo del 1999 contro la corruzione»
galità: chissà se la proverbiale sobrietà dei
politici impone loro di restare per l’appunto
immobili o saltare con i ragazzi. ■

Attualità
Un’interrogazione del deputato Elisa Zamparutti sul caso dell’ex stabilimento
Enichem di Pisticci
Amianto, la battaglia si sposta
in Parlamento
[di Luigi Mazzoccoli]
► L’ha inviata a tutte le istituzioni
locali e nazionali, in nome e
per conto dei 650 iscritti all’Aiea
Val Basento e dei circa 2.500 cittadini
che avevano aderito alla petizione
promossa il 6 maggio dello
scorso anno dalla stessa associazione.
È una lettera-appello con cui
il presidente Mario Murgia chiede
l’istituzione di un tavolo tecnico
sulla questione dei benefici previdenziali
per gli ex lavoratori dello
stabilimento Enichem di Pisticci
Scalo. Che patiscono una situazione
analoga a quella riscontrata
tra i loro colleghi della Montefibre
di Acerra e Casoria da uno studio
epidemiologico effettuato su mandato
della Procura della Repubblica
di Nola. Erano circa 5.000 nel periodo
di massimo sviluppo del polo
chimico in Val Basento, 3.000 dipendenti
diretti e 2.000 maestranze
esterne che prestavano regolarmente
la loro attività all’interno
del sito industriale. Tutti potenzialmente
esposti alle micidiali fibre
di amianto: 1.850 ne avevano
richiesto all’Inail il riconoscimento
ufficiale il 15 giungo 2005, secondo
quanto previsto dalla legge 257 del
1992; ad oggi però, nonostante
una lunga vertenza, solo 660
hanno ottenuto i benefici previdenziali.
Il 16 luglio del 2008
14 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
poi, la direzione generale per la Basilicata
dell’Inail comunicava alle
organizzazioni sindacali l’elenco
delle mansioni operative per le quali
sussistono i requisiti per l’accesso
ai benefici, invitando successivamente
le categorie escluse ad adire
le vie legali per rivendicare gli stessi
diritti. Decisione sconcertante, anche
perché ignorava le dichiarazioni
testimoniali degli stessi dirigenti
dell’ex Enichem di Pisticci e
gli accertamenti prodotti dalla direzione
provinciale del lavoro di Matera
sulle bonifiche effettuate nello
stabilimento, che ne attestavano
l’uniformità sotto l’aspetto operativo,
tecnologico e ambientale: tutti
i lavoratori, insomma, erano esposti
all’amianto allo stesso modo e
con la stessa intensità. Ma l’Inail
ha preferito “fare melina” con un
atteggiamento ostruzionistico,
rimbalzando poi la responsabilità
sull’Inps, cui spetta poi di erogare i
benefici. Lo conferma anche l’autorevole
tesi del dott. Roberto Riverso,
giudice del lavoro del tribunale di
Ravenna, che affronta la questione
in un saggio di prossima pubblicazione
sulla rivista giuridica “Il
Lavoro nella Giurisprudenza”.
Ma intanto
quest’ulteriore
sforzo informativo e
documentale prodotto
dall’Aiea Val
Basento sarà proprio
in questi giorni
oggetto di interrogazione
alla Camera dei Deputati
da parte dell’on. Elisabetta Zamparutti;
successivamente analoga
iniziativa sarà promossa al Senato
dall’on. Maria Antezza. La dura battaglia
contro l’indifferenza comincia
quindi ad avere importanti riscontri,
del resto non c’è davvero
più tempo da perdere. Di amianto
infatti si continua a morire: sono
stati già riscontrati ben 220 casi di
patologie tumorali tra gli ex lavoratori
dell’Enichem di Pisticci, con
150 di loro che purtroppo non ce
l’hanno fatta (10 nel 2010 e già 2
quest’anno). Eppure “si ha una gestione
assolutamente burocratica
dei benefici previdenziali – denuncia
Mario Murgia - con laboriose e
costose controversie che costringono
il lavoratore avente diritto ad
intraprendere un percorso giudiziario
infinito e accidentato e gravi
ripercussioni anche in termini di
costi sulla collettività. Queste violazioni
ed inadempimenti hanno così
determinato e tuttora determinano
per i lavoratori e i loro familiari un
notevole danno patrimoniale. E soprattutto
ledono la dignità di persone
già in grave difficoltà”. ■
Intanto l’Aiea Val Basento chiede un tavolo
tecnico per i benefici previdenziali

Indagine dell’Adiconsum di Basilicata
Un mondo di indebitati
[di Nino Grilli]
► La crisi economica incombe e le
famiglie italiane soffrono. Il 2010 è
stato l’anno mondiale contro la povertà.
Gli ultimi dati ufficiali parlano
del 10,8% delle famiglie italiane
in povertà relativa e del 4,7%
in povertà assoluta. In Basilicata
la povertà relativa è più del doppio
della media nazionale: circa il
25,1 per cento della popolazione
e riguarda circa 65 mila famiglie.
Dati sconfortanti ma reali quelli resi
noti dall’Adiconsum in una sua recente
relazione sul sovraindebitamento.
Un fenomeno in costante
crescita generato da una propensione
di spesa delle famiglie (consumi
e/o investimenti) che lascia
intendere un’eccessiva fiducia nelle
capacità reddituali presenti e future.
Nel 2009, riferisce l’indagine,
circa una famiglia su quattro era
sotto la soglia di povertà relativa;
una situazione quasi raddoppiata
negli ultimi due anni. Infatti, in
questa “speciale” classifica la Basilicata,
insieme alla Sicilia, è la peggiore
regione italiana. Ha un indice
più che doppio rispetto alla media
nazionale, raggiungendo il 28,8% e
quasi triplo rispetto alla regione più
virtuosa, l’Emilia Romagna (3,9%).
Altri aspetti che destano preoccupazioni
sono quelli che vengono da
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recenti ricerche come quella della
Cgia che indica la Basilicata come
quarta regione a rischio di usura,
mentre è di questi giorni la denuncia
del governatore della Banca
d’Italia circa la perdita di 20 punti
di prodotto interno lordo negli ultimi
anni a causa della mafia e delle
altre forme di criminalità presenti
nella regione. Il fenomeno del sovraindebitamento
viene suddiviso
in due aspetti fondamentali: attivo
e passivo. Attivo è quello legato ai
prestiti concessi alle famiglie e un
ruolo centrale è occupato dai mutui
casa e dalla diffusione del credito al
consumo, identificabile come prestito
alle famiglie e strutturabile in
differenti tipologie (carte di credito,
Attualità
prestiti personali, ecc.) si individua,
prevalentemente, con la famiglia
per l’acquisto di un’ampia tipologia
di beni e di servizi. Passivo è,
invece, quello che deriva da fattori
traumatici, imprevedibili e non dipendenti
dalla volontà del soggetto
che hanno fatto venir meno la fonte
di reddito (o parte di esso), riducendo
le entrate e determinando
l’insorgenza di passività non previste
(es. perdite del posto di lavoro,
casse integrazioni, di separazione
coniugale, di grave malattia, ecc). Il
problema principale che si delinea
- prosegue l’indagine - è che la crescita
del credito al consumo non è
controbilanciata da una campagna
di educazione creditizia, anzi, si è
sottoposti a una pubblicità martellante
che promuove modelli di vita
al di sopra delle nostre possibilità
e che ci porta a credere che indebitarsi
sia facile, “conveniente” e
senza conseguenze. L’Adiconsum,
però, sottolinea anche una sorta di
strategia comportamentale per risolvere
al meglio il problema del
sovraindebitamento, ossia concentrarsi
per capire se il problema esiste
davvero e quanto è grave; capire
se ci si trova in una situazione di
difficoltà temporanea o cronica, in
sostanza si tratta di valutare se basta
semplicemente slittare la data
di qualche pagamento o se invece
va ridiscusso tutto il debito; informare
tutti i componenti della famiglia,
della situazione; Assegnare
una priorità ai debiti. Cercare un
confronto con i creditori senza fuggire;
nel caso in cui non si riesca a
far fronte da soli a questi problemi,
ci si può rivolgere a un esperto del
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| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
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Una legge tutela i nostri marchi, ma le aziende delocalizzano troppo...
[di Roberto Traetta]
► Made in Italy. Un concetto che sta a
cuore alla Lega Nord, così tanto da averlo
tutelato con una legge specifica, ad hoc. Chi
l’avrebbe immaginato: il partito del “Carroccio”
infatti si è schierato in difesa dei
marchi italiani contro la concorrenza (sleale)
dei Paesi emergenti. La legge è la Reguzzoni-Versace:
prevede l’etichettatura
obbligatoria e l’apposizione del marchio
“made in Italy” su prodotti tessili, di pelletteria,
e del settore calzaturiero. A patto
però che le fasi di produzione avvengano
nel nostro Paese. Possiamo essere contrari
alle idee di federalismo della Lega, ma dobbiamo
ammettere che si tratta di una robusta
politica di rafforzamento dei distretti
industriali italiani. Anche Tremonti è in
prima linea per la difesa del marchio nostrano
dagli attachi stranieri. E a proposito
di distretto produttivo, non possiamo
non pensare ai nostri imprenditori in sella
ai loro cavalli di battaglia in pelle: i salotti.
E’ superfluo ricordare che i divani creati
sulla Murgia sono apprezzati in Germania
e in Russia. L’ultima fiera del mobile che si
è tenuta a Colonia ha riscosso un grande
successo. Potremmo citare altri episodi in
cui i nostri manufatti hanno strabiliato per
caratteristiche, conquistato clientela straniera
e mercati esteri. E’ la prova che il
“made in Italy” nel mondo è sinonimo di
qualità e design. Con un mercato invaso
e inquinato dai prodotti cinesi, scadenti e
scopiazzati, il manufatto che sforna la catena
di montaggio del mobile imbottito non
teme confronti. Per questo la nostra “firma”
va sostenuta innanzitutto per aggredire la
crisi e per agevolare il rilancio competitivo
della nostra economia, locale e nazionale.
Ecco perché ci riguarda. Soprattutto è necessario
arginare la delocalizzazione, un
fenomeno che riteniamo sia un punto di
Attualità
Giù le mani dal «made in Italy»
debolezza dell’intraprendenza locale. Purtroppo
è in costante espansione. Fino a pochi
anni fa erano solo gli Usa a ricorrere a
questa prassi. Negli ultimi anni lo sta facendo
anche l’Europa. L’Italia, per esempio,
si rivolge ai paesi dell’Europa orientale,
ai Balcani. Le filiere internazionali
seguono questa rotta perché gli operai da
impiegare sono a basso costo. Nel delocalizzare
un’attività si segue il principio
del “maggior profitto al minor costo possibile”.
Certo, se molte aziende preferiscono
cedere parti del ciclo produttivo a Paesi
esteri, ad aziende contoterziste, è perché
ci sono vantaggi, oltre al costo minimo di
manodopera: c’è il superamento di barriere
commerciali, forse sono anche previste
agevolazioni finanziarie. Ma ci sono anche
rischi da considerare: l’aumento degli
oneri logistici per le imprese, la perdita di
controllo della qualità e di immagine; ma
soprattutto la delocalizzazione impoverisce
e deprime l’occupazione nel nostro territorio.
E scusate se è poco. In questo preciso
momento storico non è proprio una
scelta sensata. Se le aziende lasciassero
ogni fase della filiera in Italia, creerebbero
più occupazione. E’ ovvio. Non occorre Eistein
o un economista per farcelo spiegare.
Questo modello di decentramento produttivo
è basato, come dicevamo, sulla riduzione
delle spese. Questa è la molla. E’ una
buona motivazione? Si tratta di una strategia
efficace? Chissà. Sergio Marchionne,
l’amministratore delegato della Fiat, qualche
tempo fa diceva che il costo della manodopera
incide solo per il 7% sul valore
di produzione di un prodotto, nel suo caso
si parla di autovetture. In fatto di divani
non sappiamo se il tasso di incidenza è lo
stesso. Comunque, è sempre meglio produrre
nei confini italiani. ■
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
19

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20 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
Chi ci guadagna dalla costruzione di centrali che
costeranno 30 miliardi di euro?
I business nucleari
[di Saverio Ricci]
► Una cosa è certa, se la scossa di
terremoto che ha colpito nei giorni
scorsi il Giappone si fosse verificata
in Italia, il nostro Belpaese
non esisterebbe più. Se con il nostro
cemento di-sarmato (e disarmante)
a crollare sono in primis gli
ospedali (vedi L’Aquila) non c’è da
stare tranquilli. Figuriamoci per i
progetti nucleari sui quali garantisce
monsieur Sarkozy in cambio
di una bella fetta del nostro debito
pubblico. A preoccupare gli ambientalisti
di tutto il mondo è stata
l’esplosione nella centrale nucleare
di Fukushima 1, a 250 chilometri
da Tokio: il nocciolo del reattore
rischia la fusione, l’impianto
di raffreddamento è ufficialmente
fuori uso, alcune quantità di cesio
radioattivo sono state rilasciate
nell’ambiente esterno, centinaia di
persone già contaminate dalle radiazioni,
circa 170mila abitanti costretti
a evacuare la zona nel raggio
di 20 chilometri dalla centrale.
Perché allora tra i siti individuati
per la realizzazione di impianti
nucleari in Italia ce ne sono alcuni
in zona sismica e (addirittura) a
rischio tsunami e alluvione? E’ il
caso di Scanzano Jonico che, se è
riuscita a evitare grazie alla sollevazione
popolare il sito unico per il deposito
delle scorie, resta ancora tra
quelli che potrebbero ospitare una
centrale (insieme alle pugliesi Nardò
e Ostuni). Ma chi ha interesse a
investire 30 miliardi di soldi pubblici
per ottenere con una serie di
rischi non calcolabili, il 4% di consumo
finale di energia , fra l’altro
spendibile non prima di 20 anni?
Un po’ di storia energetica italiana
può servire a fare chiarezza.
I BUSINESS ATOMICI
La Sogin (società gestione impianti
nucleari) è stata istituita nel quadro
del riassetto del sistema elettrico in
ottemperanza al decreto legislativo
n. 79 del 16.03.1999 (che ha disposto
la trasformazione dell’Enel
in una holding formata da diverse
società indipendenti, tra cui la Sogin,
che ha ereditato tutte le attività
nucleari dell’Enel).
Ha avuto il compito di smantellare
gli impianti del ciclo del combustibile
ex Enea: l’Eurex di Saluggia
(Vercelli), l’Fn di Bosco Marengo
(Alessandria), l’Opec di Casaccia
(Roma), il Plutonio di Casaccia
(Roma) e anche il nostro Itrec Tri-
Mancano anche
due materie
prime necessarie
acqua e uranio.
I casi sismici di
Scanzano Jonico
e Rotondella

saia di Rotondella (Matera, ancora
in zona sismica).
La Sogin è una società per azioni
con un unico socio, il ministero
dell’Economia. Quanto costa
smantellare questi siti e individuarne
di nuovi? La cifra si ottiene dal
suo bilancio: 5,2 miliardi, pagati in
gran parte da tutti noi in bolletta
(nella componente A2, circa 16,8
centesimi per kWh, secondo i calcoli
dell’authority per l’energia). Insomma,
gli italiani stanno già versando
da anni una bella somma per
la ricerca sul nucleare nonostante
abbiamo votato “no” al referendum.
Data prevista per la fi ne dei lavori
di smantellamento: il 2019. Insomma,
un anno prima del nuovo
corso nucleare. Ma la data è puramente
indicativa perché nel bilancio
si chiarisce che dei 5,2 miliardi,
1,3 “possono essere sostenuti
solo dopo la disponibilità del deposito
nazionale” che per ora non c’è.
E come si può progettare la costruzione
di nuovi centrali se non si trova
prima una località disponibile a
ospitare il deposito nazionale? Metteremo
le scorie, come i rifi uti, sotto
il tappeto buono, per poi tirarle
fuori di tanto in tanto?
E che gli appetiti siano tanti lo si
capisce se ascoltiamo il concetto di
federalismo nucleare sbandierato
da Casini: “Bisognerebbe costruire
una centrale in ogni regione” – dice
il leader dell’Udc solo casualmente
genero di Caltagirone (uno degli
imprenditori che dovrebbe-potrebbe
costruire questo genere di
impianti).
LA RELAZIONE SULLA SISMICITA’
Per capire se l’area di Scanzano Jonico
è a rischio sismico possiamo
andare a leggere la stessa relazione
Sogin che, ci sarebbe da pensare,
eviterà accuratamente di essere
allarmistica: “L’area non è sismogenetica,
anche se può essere
occasionalmente interessata dai risentimenti
di forti terremoti lontani
che hanno origine nell’area appenninica
ed ellenica. I maggiori risentimenti
nell’area sono dovuti al
terremoto della Basilicata del 1857
con epicentro, a circa 60 km di distanza,
nell’area di Montemurro
e con intensità epicentrale dell’XI
MCS. L’area del comune di Scanzano,
secondo la normativa italiana
(Legge 02.02.74 n. 64 e successivi
decreti) è stata classifi cata come
In primo piano
Una società di proprietà del ministero
dell’Economia sta spendendo oltre 5 miliardi
di euro per smantellare i vecchi siti. E gli
italiani pagano i costi nella bolletta dell’Enel
“non sismica” sino al marzo 2003,
anche se nella proposta di riclassifi
cazione del 1980 (CNR Progetto
Finalizzato Geodinamica: “Proposta
di riclassifi cazione sismica
del territorio nazionale”) veniva
consigliato l’approfondimento degli
studi tettonici e sismologici per
meglio valutare la sua potenzialità
sismica. Con l’ordinanza N. 3274
del 20 marzo 2003 della presidenza
del Consiglio dei Ministri l’area
di Scanzano Jonico è stata classifi
cata come “sismica di III categoria”,
la più bassa delle tre categorie
sismiche previste dalla classifi -
cazione italiana”.
URANIO E ACQUA
I pro-nucleare sostengono che tale
tipo di energia non abbia bisogno
di materie prime, ad esempio quelle
inquinanti e fossili come carbone
e petrolio. Non è vero. Ne servono
almeno due che dalle nostre
parti scarseggiano o non esistono
affatto: acqua e uranio. La prima,
a milioni di litri al giorno, serve per
raffreddare i reattori (recentemente
un problema a una centrale canadese
ha fi nito per contaminare il
lago Ontario); la seconda per produrre
materialmente l’energia (secondo
gli economisti il suo prezzo
crescerà continuamente nei prossimi
anni per esaurirsi entro il 2050).
La dissalazione dell’acqua marina
(attraverso altri impianti costosissimi)
potrebbe essere l’unica soluzione
per rendere la costruzione delle
centrali conveniente almeno nella
Puglia da sempre assetata. Progetti
già presi in considerazione dalle nostre
parti quando la Regione chiese
lo stato di emergenza, e quindi
poteri speciali, contro la crisi idrica.
Un modo per assegnare i lavori
senza gara d’appalto. E sapete chi
costruisce dissalatori in Italia? La
Vianini, gruppo Caltagirone. Ci risiamo.
■
| iL RESTO sett imanale | 26 marzo 2011
21

In primo piano
La tragedia giapponese risveglia vecchie paure su
incidenti in tutto il mondo. In Italia il sì del governo
per nuove centrali, mentre nella provincia il popolo
protesta: a cominciare da Scanzano
Terremoti e tsunami
nucleari
[di Roberto Traetta]
► Alla luce della tragedia giapponese,
tutto il globo è in preda a una
psicosi nucleare. L’Europa sta revisionando
i propri progetti futuri in
base agli standard di sicurezza degli
impianti. Berlino ha già spento
sette reattori; altri stati si stanno
interrogando sui loro programmi.
E l’Italia “unita” che fa? Il ministro
dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo
ha affemato che la linea italiana
sul nucleare non sarà cambiata
di una virgola, salvo poi in un
fuorionda televisivo affermare che
22 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
“così si rischiano di perdere le elezioni”
e infine parlare di una possibile
“pausa di riflessione”. Brunetta
ha accusato i politici europei di ipocrisia,
affermando che le scelte contrarie
al nucleare sono mosse strategiche
per vincere le imminenti
sfide alettorali. C’era da aspettarselo.
Il nostro Paese comunque
ha le idee chiare sulla questione
da anni: espresse la sua contrarietà
nei tre referendum del 1987.
Il caso Chernobyl dell’86 di sicuro
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piamo che in Italia sono in piedi tre
centrali, ma non sono mai state utilizzate,
visto l’esito del referendum.
Ed è una buona notizia. La cattiva è
che di recente il governo Berlusconi
ha annunciato un nuovo piano per

ientrare nel nucleare. “L’Italia dei
Valori” non ha perso tempo e ha
presentato un nuovo referendum
per abrogare la norma che dà il via
libera alla realizzazione di impianti
nucleari nel nostro territorio nazionale.
Una cosa è certa: il nucleare è una
questione controversa, globale. Da
un lato sono schierati coloro a cui
sta a cuore la sicurezza dei cittadini
e che quindi sono contrari; su
un altro versante sono appostati
quelli che considerano indispensabile
questa fonte di energia. Il futuro
energetico mondiale sarà basato
sulle risorse solari e nucleari,
vista la fine dell’era del petrolio.
Inoltre per il nostro approvvigionamento
energetico non possiamo più
dipendere dagli Stati esteri, come la
Francia. Sono costi politici ed economici
troppo alti. E’ un bel grattacapo.
Qualcosa ne sanno gli abitanti
di Scanzano Jonico, località
individuata nel 2003 come potenziale
sede per una centrale nucleare.
Nel 2005 il popolo si oppose al
tentativo di creare un deposito di
scorie, costringendo il governo a ri-
vedere il progetto. L’idea che in Basilicata
possa sorgere una bomba a
orologeria terrorizza tutti, e a giusta
ragione. Spaventa in modo particolare
quella fetta di terra sul litorale
jonico, tra Calabria e Puglia,
perché l’espressione “rifiuti tossici”
evoca altre brutte vicende. Qualche
anno fa si parlava infatti delle “navi
dei veleni”, cioè imbarcazioni cariche
di sostanze radioattive affondate
nel mar Jonio. Tuttavia, le paure
dei lucani oggi sono elevate al quadrato:
se una normativa italiana del
‘74 classificò l’area del comune di
Scanzano come zona “non sismica”,
dal 2003 un’ordinanza della presidenza
del consiglio dei ministri ha
In primo piano
fatto rientrare la cittadina lucana
nella terza categoria sismica, la più
bassa delle tre previste dalla classificazione
italiana. Detto in soldoni,
un terremoto provocherebbe al
massimo solo cadute di suppellettili
e di intonaci, o farebbe incrinare
le pareti. Tiriamo quindi un sospiro
di sollievo se è davvero come
dicono. Ma dura poco questo relax
perché gli studiosi dell’istituto nazionale
di oceanografia di Trieste
hanno monitorato le coste italiane
a rischio geologico tsunami, sismicità
e frane sottomarine e quelle del
mar Jonio presentano qualche problema.
Dai dati geologici sui fondali
delle coste pugliesi e calabresi, è
emerso che ci sono buone probabilità
che accadano maremoti. Addirittura
nelle operazioni di scandaglio
verso la Calabria sono stati
scoperti canyon sottomarini (cioè
vulcani) che si sviluppano per decine
di chilometri, arrivando a pochi
metri dalle coste. Sappiamo che
il primo passo per la realizzazione
di un impianto nucleare è scegliere
la sua ubicazione, la location. Occorre
evitare zone sismiche. Questo
che significa? Che tutto sommato
una centrale nucleare in una
zona come quella di Scanzano Jonico
non è una buona idea. E chissà
perché in Giappone, zona tra le più
turbolente al mondo, sono stati installati
impianti. Quando le logiche
del profitto prevalgono su tutto. Anche
sulla salute delle popolazioni. ■
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
23

CERCA FIGURE DA ASSUMERE
A TEMPO INDETERMINATO COME:
PROGETTISTA
ELETTRICO
Il candidato ideale è laureato
in Ingegneria Elettrica e
ha maturato una precedente
esperienza in ruoli di progettazione
e di costruzione di impianti
fotovoltaici per quanto
concerne la parte elettrica e
di connessione. Necessaria la
conoscenza delle tematiche di
trasmissione di energia elettrica
e cabine MT/BT. Costituirà
titolo preferenziale una buona
padronanza della lingua inglese
e la provenienza dal settore
impiantistico.
Descrizione
Il candidato, interfacciandosi
con il Direttore Tecnico, sarà
inserito all’interno dell’ufficio
tecnico in qualità di progettista
di impianti.
Si richiede:
• conoscenze informatiche
sul Pacchetto Office,
AutoCAD, tool di
Progettazione
• capacità di lavorare per
obbiettivi
• capacità di lavorare in
team
• capacità relazionale
• problem solving
CAPO CANTIERE E
OPERAI ELETTRICI
Il candidato ideale è in possesso
di diploma di Perito Elettrotecnico
o Laurea in Ingegneria
(area tecnica) in alternativa ai
diplomi/lauree si richede esperienza
pregressa pluriennale
nei cantieri di impiantistica
elettrica, preferibilmente nel
settore fotovoltaico.
Descrizione
Il candidato, interfacciandosi
con il Project Manager, sarà inserito
all’interno dei cantieri in
qualità di capo cantiere o assistente
tecnico.
Si richiede:
• capacità di interpretare
planimetrie e schemi
elettrici
• capacità di lavorare per
obbiettivi
• capacità di lavorare in
team
• capacità relazionale
• problem solving
PROGETTISTA
QUADRI ELETTRICI
Il candidato ideale è un laureato
in ingegneria elettrotecnica e/o
diplomato perito elettrotecnico/elettronico
con esperienza
di almeno 3/5 anni nella medesima
mansione; ha buone conoscenze
dei sistemi elettrici di
bassa e media tensione e delle
apparecchiature di cablaggio
per quadri elettrici; possiede
una conoscenza a livello avanzato
del sw AutoCAD.
Descrizione
Il candidato, interfacciandosi
con il Direttore Tecnico, sarà
inserito all’interno dell’ufficio
tecnico (divisione quadri) in
qualità di tecnico progettista
quadri elettrici.
Si richiede:
• conoscenze informatiche
sul Pacchetto Office,
AutoCAD;
• conoscenza schemi elettrici
per quadri
• capacità di lavorare per
obbiettivi
• capacità di lavorare in
team
• capacità relazionale
• problem solving
AREA TECNICA
PRATICHE GSE
Cerchiamo n. 1 ADDETTO
ALLE PRATICHE GSE con
esperienza in ambito energetico,
da adibire a mansioni di
controllo avanzamento pratiche
con gli enti e gestori impianti
di produzione. Si richiedono
formazione ad indirizzo
tecnico, edilizio o urbanistico,
buona dialettica e propensione
alla cura del cliente.
Requisiti
Laurea in ingegneria o perito
elettrotecnico/elettronico, pregressa
esperienza maturata
nella medesima posizione e
all’interno del settore fotovoltaico.
Attitudine al lavoro per
obiettivi, doti di leadership,
capacità di problem solving
e ottime capacità relazionali.
Conoscenza del ciclo proprio
della commessa in ambito fotovoltaico:
preventivazione,
progettazione, pratiche GSE,
UTIF e installazione. Nozioni
di base sulle problematiche
relative allo svolgimento delle
pratiche necessarie all’ottenimento
del riconoscemineto
dell’incentivo GSE, buona capacità
d’uso dei fogli di calcolo,
di elaborazione testi e
di programmazione lavori ne
completano il profilo.
Si ricercano commerciali da assumere con esperienza provata nel settore fotovoltaico.
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[di Paolo Testa]
► I 150 anni dell’Unità d’Italia sembrano
aver lasciato qualche giorno
di ritrovata serenità all’amministrazione.
Giorni di quiete che seguono
la tempesta. Che qualcosa non vada,
lo si legge anche nelle dichiarazioni
rese al Resto dall’assessore all’Urbanistica,
Vito Zaccaria: “Sono convinto
che l’attacco sia di natura politica.
Proviene non solo dai soliti ‘sinistri’
personaggi, ma anche da ‘omini’ di
destra che, in cerca di un ruolo, preferiscono
dedicarsi al pettegolezzo e
alla diffamazione. Sono rattristato,
perché nei giorni scorsi, dalla diffusione
della notizia in poi, i colleghi di
maggioranza, conoscendo come ho
agito, quante energie ho profuso per
tenere insieme la coalizione e quanto
impegno ho mostrato, non abbiano
sentito il dovere di prendere posizione.
I silenzi, le indecisioni e anche
la voglia di far finta di niente sono il
sintomo dell’impreparazione di parte
dei componenti della maggioranza,
di una debolezza politica che molte
volte ho collaborato a mascherare,
nascondendo le incapacità di molti”.
Frasi che sintetizzano al meglio una
caratteristica di quest’amministrazione:
la latitanza della presa di posizione.
Tranne che per il caso Nico
Dambrosio, è mancata per la Ztl e la
vicenda Lomurno. In politica non occorre
dire sempre “obbedisco” ma, a
volte, bisognerebbe anche rischiare
con un “adesso si fa così”. Chi viene
rieletto una seconda volta, ha la possibilità
di lasciare un segno indelebile
nella storia del proprio paese,
se lo vuole. Negli Stati Uniti si suole
dire, a proposito dei presidenti, che
E il Pd insiste
«Stacca
vada via»
[di P. T.]
Il Pd altamurano torna
all’attacco e parla di
maggioranza al capolinea.
“Non siamo di fronte
all’apertura di una crisi politica,
ma alla sua conclusione.
Il conflitto silenzioso e
impercettibile tra le forze
di maggioranza e il sindaco
dura da molti mesi, durante i
quali l'azione amministrativa
è stata completamente
paralizzata. Abbiamo dovuto
assistere all'arrendevolezza
del sindaco di fronte ai ricatti
del suo stesso governo; ad
inutili tentativi di trovare
compromessi impossibili.
Era, forse, auspicabile un
azzeramento della giunta
attuale-. Questo il commento
di Saverio Diperna, capogruppo
del Pd, che, insieme alle
restanti forze di opposizione,
ha sempre denunciato tale
situazione, chiedendo a gran
voce al sindaco di prendere
la definitiva decisione di
rassegnare le dimissioni,
per non lasciare la città
abbandonata a se stessa.
-Mi rivolgo a lei sindaco
– si legge in una nota-
quando il prossimo consiglio
comunale? Le commissioni
dei capigruppo sono disertate
dalla maggioranza per non
decidere, evidentemente, una
data utile per un consiglio
Altamura
Lo sfogo di Vito Zaccaria dimostra che la situazione
non è affatto sotto controllo
Acque sempre agitate
al Comune
i primi quattro anni servono per essere
riconfermati, gli ultimi quattro
per rimanere nella storia. Se nel
primo mandato si possono temere le
scelte impopolari, nel secondo, invece,
proprio perché non ci saranno
le urne a stabilire il gradimento, ma
la storia, si può anche rischiare di optare
per quelle che, nell’immediato,
non trovano riscontro positivo tra la
gente, che va educata, ma che negli
anni possono diventare causa di benedizione.
Al sindaco Stacca è riconosciuta
da più parti una certa pre-
Gianfranco Traetta
parazione, ma nello stesso tempo gli
viene contestato l’approccio medico
alla politica. Con il consenso elettorale
acquisito, potrebbe pretendere il
voi da tutti. Non gli resta un punto
di domanda: rimanere nella storia o
nell’anonimato? Le vicende politiche
lo diranno. Non avendo nulla da perdere,
il consiglio è rischiare, tanto
chi verrà dopo di lui alla guida del
centrodestra, vuoi o non vuoi, prenderà
le distanze da ciò che c’è stato,
per dar vita ad una nuova stagione
di speranza. ■
comunale, dove discutere
tematiche importanti ad
oggi irrisolte. Le chiedo,
inoltre, del rientro del
segretario particolare, con
un'assunzione illegittima a
spese della collettività. Deve
spiegare tutto alla città,
poiché per ben due volte, in
diretta televisiva nei consigli
comunali, ha preannunciato
l'allontanamento del suo
segretario, per poi rimangiarsi
tutto. E' una vergogna e un
insulto a tanti disoccupati
della nostra collettività”. «
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
27

Altamura
Il capogruppo del Pdl: «Doveva difendere i suoi colleghi di partito»
Loizzo: «Sui casi Lomurno e Dambrosio
Zaccaria ha perso un’occasione»
28 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
Gianfranco Traetta
[di Giuseppe Proggi]
► Le dichiarazioni rese la scorsa settimana
dall’assessore Vito Zaccaria sono
state motivo di riflessione anche per
i suoi colleghi di maggioranza. Frasi
non banali che confermano ancora
una volta come in politica, il teorema
della mors tua vita mea, sia sempre attuale.
Con Nicola Loizzo, capogruppo
del Pdl, abbiamo cercato di capire cosa
stia succedendo a quest’amministrazione
e cosa riservi l’immediato futuro.
Il centrosinistra, ricevuto in prefettura,
ha presentato “l’incresciosa situazione
che vive da tempo la città Altamura”. Cosa
potrebbe succedere?
L’andata in prefettura dovrebbe essere
l’ultimo atto di una tragicommedia che
vede, dal primo giorno, tra i protagonisti
gli esponenti di un centrosinistra,
privo di idee, e di un leader che vede
in questi episodi l’unica e vera grande
opportunità per rovesciare un risultato
elettorale che li ha portati al minimo
storico non solo nella storia del comune
di Altamura, ma anche in provincia
di Bari. Un centrosinistra completamente
assente dalla vita politica amministrativa
della città che si affida,
per risolvere i propri problemi elettorali,
a questi viaggi della speranza che
questa volta li ha portati in prefettura.
Cosa potrebbe succedere?
Il prefetto potrebbe commissariare i
partiti politici di centrosinistra per ripristinare
un’opposizione che partecipi
per il proprio ruolo al processo decisionale
per lo sviluppo socioeconomico
del nostro territorio. Scherzo naturalmente,
ma non riesco ad intravedere
allo stato attuale nessuna conseguenza.
Come vede il futuro di quest’amministrazione?
La nostra è un’amministrazione solida.
Negli ultimi mesi ha visto la collaborazione
di due grosse componenti moderate
che hanno l’obiettivo di attuare
il programma, completare il mandato
e individuare un degno successore
al sindaco Stacca. A questo proposito,
nelle ultime settimane si sono tenuti
incontri con componenti moderate del
centrosinistra non presenti in consiglio,
per cercare di capire se quest’ultimo
percorso possa essere condiviso
anche da loro. Sarà mia premura
tenervi informati sugli sviluppi nelle
prossime settimane.
Ogni volta che Mantovano viene da queste
parti, ricorda sempre la questione Nico
Dambrosio. Da amico fedele, non crede
che il sottosegretario voglia farvi capire
di salvare la faccia prima che sia troppo
tardi?
Non è Mantovano a ricordarsi di Nico
Dambrosio, ma è sempre qualcuno dei
presenti a chiedergli cosa ne pensa del
caso Dambrosio. Ed è per questo che
affermo con certezza che con le sue
risposte non voglia dirci nulla di più
di quello che qualcuno voglia sentirsi
dire.
Zaccaria in un’intervista a “Il Resto”
ha affermato che il l’attacco nei suoi confronti
sia di natura politica, parlando,
inoltre, “di omini di destra che, in cerca di
ruolo, preferiscono dedicarsi al pettegolezzo”.
Cosa ne pensa?
Vito Zaccaria, lo dico in qualità di ami-
Nicola Loizzo

co, ha perso un’occasione storica sul
caso Dambrosio e Lomurno. Per cultura,
tradizione, storia e in qualità di
co-coordinatore del Pdl, il partito garantista
per eccellenza, aveva l’obbligo
morale ed intellettuale di difendere
i propri colleghi di maggioranza. E invece…la
storia è sotto gli occhi di tutti.
Quando poi nel tritacarne mediatico
è entrato anche lui, allora, ha capito
che allo stato attuale ci si trova di
fronte a soli attacchi di natura politica
e nient’altro. Meglio tardi che mai.
Lillino Colonna fa parte della maggioranza?
Non mi risulta. Non l’ho mai incontrato
in nessuna riunione di centrodestra.
L’ho ascoltato attentamente in consiglio
e mi sembra di aver capito che lui
abbia fatto un accordo politico con il
presidente della provincia Schittulli e
che, a livello locale, si stia traducendo
in un rapporto di collaborazione tra
lo stesso e il consigliere e l’assessore
della lista Schittulli. L’unica promessa
che posso fare a tutti gli elettori del
centrodestra è che nei prossimi giorni
Politici
rimandati
in storia
[di Roberto Traetta]
Che cosa è successo il
17 marzo 1861? Il primo
Parlamento italiano ha
proclamato Vittorio Emanuele
II re d’Italia. In realtà lo aveva
già eletto qualche giorno prima;
il 17 è stato pubblicato sulla
Gazzetta ufficiale. Su questo
tema, i politici intervistati in
televisione dalle Iene si sono
esibiti in un penoso rosario di
strafalcioni. Nessuno ne sapeva
niente; ma sarebbe bastata
anche una risposta confusa: un
fuochino. Strano perché alla
fine si tratta del loro lavoro;
dovrebbero conoscere la data
di nascita dell’azienda per cui
lavorano, no? Da autentica
vamp, la Santanché (Pdl) è
stata misteriosa, infatti ha detto
“lo so ma non ve lo dico”. Sul
fatto che sappia, abbiamo seri
dubbi. Un senatore ha scaricato
tutto su Maroni perché “è il
Ministro degli Interni”. E che
cosa è un segreto di Stato? Per
Roberto Formigoni, presidente
della Regione Lombardia, è
l’inizio delle “Cinque giornate
di Milano”, che sono cominciate
però il 18 marzo...ma del 1848.
Fabio Mussi (Pd) ha detto
che è una data come un’altra:
filosofia pura. Per Rosy Bindi
(tu quoque) si festeggia Roma
Capitale. Un deputato invece ha
riferito che Garibaldi è chiamato
l’eroe dei due mondi “perché ha
unito il Nord e il Sud d’Italia”.
Un altro ha fatto finta che
qualcuno lo chiamasse dietro
la telecamera, e al microfono
ha detto “torno subito”, e se l’è
data a gambe letteralmente.
E i nostri politici e le personalità
di spicco che animano dibattiti
culturali della città sanno che
cosa è successo 150 anni fa?
Sapranno fare meglio dei loro più
ricchi e più famosi colleghi? Non
li abbiamo ancora intervistati,
ma ce lo immaginiamo. Siamo
pronti a scommettere che
non tutti sanno di preciso che
cercherò di chiarire questo equivoco.
A che punto siete con la Ztl?
La questione per la sua complessità
ha visto impegnati negli ultimi cinque
mesi il sindaco, l’assessore al centro
storico, l’assessore alla polizia municipale
e per ultimo, non per importanza,
la commissione consiliare competente
oltre naturalmente al comandante della
Polizia Municipale. Sono state fatte
varie audizioni. Sono stati ascoltati
i rappresentanti dei vari comitati sorti
su questa problematica e i dirigenti
competenti. L’obiettivo è quello di arrivare
ad una soluzione condivisa da tutti
che venga incontro alle esigenze degli
operatori commerciali del centro storico,
che vedono compromesso il loro
futuro economico e a quelle dei residenti
e dei cittadini altamurani che reclamano
maggiori spazi per il tempo libero
e una maggiore qualità della vita.
E’ stata abbozzata, senza alcuna pretesa,
una proposta di Ztl che nei prossimi
giorni sarà esaminata dall’amministrazione
comunale, a cui spetta l’ultima
parola. ■
cosa rappresenti per l’Italia
questa data. Abbiamo seguito
qualche evento dedicato
all’anniversario qua e là, e dai
microfoni sono state sputate
alcune sciocchezze colossali.
E meno male che ne abbiamo
seguiti pochi e distrattamente.
Ascoltare che il 17 marzo1861
è nata la Repubblica fa un
certo effetto: ma non è nata
il 2 giugno? Non abbiamo
potuto seguire tutte le altre
manifestazioni. Se l’avessimo
fatto di sicuro ci avrebbero
massacrato le orecchie con altre
castronerie. Non serve sostenere
un esame universitario per
aggiornarsi sul Risorgimento,
Altamura
“L’andata in
prefettura
dovrebbe
essere l’ultimo
atto di una
tragicommedia
che vede, dal
primo giorno
tra i
protagonisti
gli esponenti
di un
centrosinistra
privo di idee”
sulla nostra storia. Tornando
ai nostri governanti, chissà che
cosa ci risponderebbe Lillino
Colonna, oppure il sindaco
Mario Stacca e tanti altri. Un
giorno di questi contiamo di
incontrarli per interrogarli un
po’ come fanno le Iene. Se
leggono “Il Resto” possono
correre ai ripari e aggiornarsi
prima che li sorprendiamo.
Per imparare un po’ di storia
basta guardarsi attorno, per le
vie della città: sullo stradario
di Altamura compaiono via
Vittorio Emanuele II, via
Garibaldi, via Dei Mille...dicono
niente i nomi di queste vie
cittadine? Ok...studiate. «
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
29

Altamura
Indicazioni turistiche
senza traduzione
(almeno) in inglese
Totem in
onore di un
turismo che
non c’è
[di Paolo Testa]
Da un po’ di tempo nei punti
nevralgici della nostra città
è possibile ammirare dei totem,
pezzi d’arte contemporanea,
che dovrebbero ricordare ai
passanti le bellezze altamurane
non fruibili. Più che pannelli
informativi sembrano moderni
necrologi che annunciano la
dipartita di un turismo che da
queste parti non esiste. “La
fornitura e posa in opera di
totem esplicativo bifacciale
30 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
Ciao Luca
[di G. P.]
► Mercoledì scorso si sono celebrate
le esequie di Luca Simone,
38enne altamurano scomparso
tragicamente. Un triste epilogo che
lascia nei cuori di chi lo ha conosciuto
rabbia e dolore. In queste circostanze
nessuno può arrogarsi il
diritto di esprimere un giudizio e
di fare pettegolezzo. In questi momenti
il pour parler è linfa per i
poveri curiosi, che cercano di trovare
spiegazioni a qualcosa che rimane
un mistero soprattutto per la
mente umana. La discrezione e il rispetto
del dolore altrui devono portare
a superare la curiosità morbosa
di guardare dal buco della
serratura, per trovare una spiegazione.
Rispettando le scelte di chi
ha avuto il coraggio di guardare in
faccia alla morte, preferiamo parlare
di ciò che c’è stato prima della
fine: una vita solare dedicata agli altri,
il sorriso, la bontà che lo hanno
reso tenero e fragile, riprendendo le
parole del prelato durante la cele-
costituito da plinto di fondazione
delle dimensioni di cm 80x80, da
una base in cemento” è costata
alle casse dei contribuenti
19.480,16 euro, Iva compresa.
Questa cifra, che pesa per il 93%
sulle casse regionali e il restante
su quelle comunali, è solo una
parte di un finanziamento
Por Puglia 2000/2006, misura
4.16 nell’ambito del Pis n. 13
“Habitat Rupestri”. Rientrano
nel progetto esecutivo relativo
ai lavori di “Riqualificazione
degli accessi e realizzazione
della segnaletica turistica
relativamente ai siti strategici:
Pulo di Altamura-L’uomo
di Altamura-Cava dei
dinosauri”. Su un famosissimo
social network l’ironia, a tal
proposito, dilaga: “Grazie a chi
ha realizzato quei fantastici
totem di colore rosso, indicanti
informazioni turistiche
sulla nostra città, dando
definitivamente per scontato
che Altamura non verrà mai
visitata da un turista straniero,
dato che le informazioni sono
solo in italiano. Questi pezzi
d’antiquariato sono la conferma
di un modo arcaico di intendere
il turismo dalle nostre parti.
Da entrambi i lati è possibile
ricordarsi di ciò che Altamura
offre ai turisti e non. L’unica
defaillance è che sono scritti solo
in italiano, dimenticando che
da queste parti c’è un turismo di
transito di tedeschi, francesi e
qualche inglese”. Le solite cose
all’italiana o all’altamurana fatte
a metà. Realizzata un’opera
non si guarda oltre. Qualcuno
non ha avuto la lungimiranza
di capire che quei pannelli
potevano essere tradotti anche
in qualche lingua straniera.
Si poteva anche pensare di
coinvolgere i talentuosi laureati
in lingue e letterature straniere
altamurani, premiando le
traduzioni più pertinenti e
fantasiose. Solo per fare qualche
esempio. Questo modo di fare
brazione. Anche un gesto estremo
non potrà mai cancellare il bene
elargito, che rimane a prescindere.
La morte annienta il tempo contingente,
ma non l’eternità; i sogni, ma
non i ricordi; la persona fisica, ma
non lo spirito. La fine produce tristezza,
riempie i cuori di disperazione,
ma la gioia del ricordo non
potrà essere mai usurpata. Luca lo
vogliamo ricordare sorridente e con
la sua chitarra che canta “Senza
luce”: “Guardo lassù la notte.
Quanto spazio intorno a me. Sono
solo nella strada o no no qualcuno
c’è (insieme a te). Non dire una parola.
Ti darò quello che vuoi. Tu non
le somigli molto non sei come lei,
però prendi la mia mano e cammina
insieme a me il tuo viso adesso è
bello. Tu sei bella come lei”. ■
è una conferma di un modo
occasionale e semplicistico di
intendere il turismo. In questi
ultimi anni se ne parlato troppo,
ma poco è stato realizzato.
Cambiano le amministrazioni,
ma il leit motiv è sempre lo
stesso: turismo inesistente.
Solo in campagna elettorale
qualcuno se ne ricorda. Dopo
c’è solo il buio totale. «

Tu immagina il futuro della tua azienda che sale,
noi te lo costruiamo.
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Altamura
Al liceo scientifi co una conferenza per conoscere la
nostra storia. E il romanzo di Emilia Bernardini per
approfondirla...
Eroine del Risorgimento
[di Roberto Traetta]
► Nei giorni scorsi presso la biblioteca
del liceo scientifi co e linguistico
si è svolto il primo dei
numerosi incontri dedicati alle
celebrazioni per il 150° anniversario
dell’Unità d’Italia. Al centro
del dibattito sia la fi gura di
Antonietta de Pace, eroina gallipolina
del patriottismo risorgimentale,
che quella di Emilia
Bernardini, autrice del romanzo
“Antonietta e i Borboni”. Tra i relatori
della conferenza Marco Lupis
Rogges e Giacomo Bracciale,
rappresentanti del Lions Club del
distretto Altamura-Santeramo-
Gravina (associazione organizzatrice
dell’evento); il dirigente scolastico
Giovanna Cancellara; e
inoltre il professor Elio Scarciglia,
esperto di fotografi a e cinematografi
a. Come ospite è stato
invitato Giuseppe Poli, docente di
Storia presso l’Università di Bari
e presidente dell’Istituto di Storia
del Risorgimento, intervenuto
soprattutto per presentare Emilia
Bernardini, la quale all’ultimo
momento ha dovuto rinunciare al
dibattito per una diffi coltà familiare.
Ad Alessandro Mastrorilli,
presidente del Lions Club, il ruolo
32 | iL RESTO sett imanale | 26 marzo 2011
di coordinatore.
Subito dopo i saluti del sindaco
Mario Stacca e dell’ex presidente
del consiglio regionale pugliese
Pietro Pepe, il convegno è stato
aperto dalla padrona di casa
Cancellara, che con le sue parole
ha accompagnato il pubblico in
un viaggio nel tempo: “La Bernardini
ha trovato un quaderno nel
cassetto segreto di un mobile appartenuto
alla sua nonna materna:
si trattava del diario di Antonietta
de Pace, zia di sua nonna.
Così ha pensato di tradurre in
romanzo le vicende avventurose
dell’antenata, protagonista del
Risorgimento”. E nonostante la
sua assenza, le prime rifl essioni
sul libro hanno reso Emilia Bernardini
molto presente, in tutto il
suo fascino intellettuale. Nata a
Lecce ma romana d’adozione, nel
1994 ha pubblicato “Mal di luna”,
il suo primo volume di poesie; nel
1998 il romanzo “Antonietta e I
Borboni”, premiato e presentato
nelle scuole e in vari altri centri
istituzionali.Giunto alla terza edizione,
il romanzo è un documento
unico perché è sorretto da pun-
tuali ricostruzioni storiche e valorizzato
da uno stile brillante e
suggestivo. La lettura restituisce
un Ottocento attraversato da varie
correnti di pensiero, trasmette
l’immagine fedele dell’Italia pre
e post-unitaria, e l’energia che
ha animato Antonietta de Pace.
Durante l’incontro è stato proiettato
un documentario (realizzato
da Scarciglia) che ha offerto
spunti interessanti sull’eroina,
non prima però di aver ascoltato
le considerazioni dell’autore:
“Antonietta de Pace è stata una
donna determinata che non è rimasta
alle spalle di un uomo, ma
ha vissuto da leader. Come mai
non è conosciuta dalle nuove generazioni?
Come mai non è nota
ai suoi conterranei?”. Le immagini
del video sono state un omaggio
alla sua fi gura, bella e fi era, a
una donna che ha messo in gioco
la sua vita per combattere la
tirannia e il degrado morale ed
economico della società a lei contemporanea.
Mazziniana e antiborbonica,
ha lottato nel silenzio,
con audace creatività, per i
suoi ideali di libertà e giustizia.
La sua vicenda pubblica e privata
si è snodata tra il Salento, dove
è nata e dove ha scoperto l’insostenibile
condizione dei contadini
e degli operai, e Napoli, città
splendida ma dilaniata da gravi
contrasti, dove verrà incarcerata
e processata per “cospirazione repubblicana”.
A chiudere la serie di interventi in
scaletta, il professor Poli, che ha
recensito brevemente l’opera letteraria:
“Il Risorgimento è ben sintetizzato”.
Il suo contributo è andato
ben oltre, stigmatizzando il
mondo scolastico con la sua frizzante
esposizione: “Senza passato
non c’è futuro. Talvolta nelle
scuole questo periodo storico non
si studia abbastanza. Andrebbero
rivisti i programmi ministeriali”.
L’ultima parte della serata è stata
dedicata alla premiazione del
vincitore del concorso bandito dai
Lions Club: 18 alunni dell’istituto
si sono cimentanti nell’elaborazione
di uno scritto e solo Domenico
Manicone della IV E ha
conquistato il podio aggiudicandosi
una pergamena e un viaggio
in Florida. ■

Iniziative culturali presso il liceo scientifi co e
linguistico Federico II di Svevia
Al via la “Settimana
internazionale dei ragazzi”
[di R.T.]
Il 28 marzo avrà inizio la
“Settimana internazionale dei
giovani”, un evento organizzato
dal liceo scientifi co e linguistico
Federico II di Svevia di Altamura
nell’ambito del progetto didattico
“Costruiamo la città...il mondo”. La
manifestazione si pone in continuità
con le edizioni che l’hanno preceduta
con la differenza che quest’anno
si dà spazio all’internazionalità
grazie alle scuole partner che hanno
aderito all’iniziativa. Il 28 marzo ci
sarà una manifestazione di apertura
con l’accoglienza delle delegazioni
straniere di studenti francesi,
tedeschi, lituani e israeliani. Fino
al 2 aprile sono previsti laboratori
didattici, dibattiti culturali, concerti,
visite guidate. L’intento è quello di
valorizzare lo scambio interculturale
nella consapevolezza che la crescita
individuale e sociale avviene
grazie al confronto e al rapporto
con l’alterità. In una società in cui
diventa sempre più diffi cile trovare
punti di riferimento, dove le relazioni
interpersonali cedono il passo a
quelle virtuali, sembra quanto mai
opportuno incontrarsi e provare
la piacevolezza dell’apprendere
insieme. “E’ importante che i
giovani scambino esperienze e
facciano emergere la loro capacità
progettuale nella realizzazione di un
percorso comune” – ha sottolineato
il dirigente scolastico Giovanna
Cancellara. “Questo progetto è
un’occasione che vede coinvolti i
ragazzi nella certezza che le culture in
movimento possano trovare punti di
raccordo per ridisegnare il mondo”. «
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33

Matera
Franco Stella
34 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
Il presidente della Provincia sempre più decisivo
per le sorti della politica materana
Stella richiama all’ordine
il centrosinistra
[di Luigi Mazzoccoli]
► Il rinvio del rimpasto
nella giunta provinciale (e di
conseguenza anche in quella
comunale) è stato puramente
strategico. Pare
infatti che il presidente
Stella abbia così voluto
concedere alla sua
stessa maggioranza il
tempo per rimettersi “in
riga”. E probabilmente
non ci saranno ulteriori
proroghe. L’eccesiva
conflittualità interna
al centrosinistra e soprattutto
al Partito Democratico
rischierebbe
infatti di ostacolare se
non addirittura bloccare
l’attività amministrativa
dell’ente di Via Ridola.
E poi sono ormai prossime
le elezioni amministrative. Il
15 e il 16 maggio prossimi
saranno infatti designati i
sindaci di sette comuni della
provincia di Matera, alcuni
molto importanti: si voterà
ad Aliano, Ferrandina, Montescaglioso,
Oliveto Lucano,
Pisticci, Scanzano Jonico e
Tricarico. E Stella sarebbe
decisamente intenzionato a
far valere nelle candidature
il peso della sua omonima lista
civica, che già era stata
decisiva per la sua elezione
nel 2009 (6,5% su un totale
del 52,5 % della coalizione)
così come per quella di Adduce
lo scorso anno (con addirittura
il 9,4% delle preferenze).
Ma evidentemente
alcuni suoi attuali alleati
mal sopportano la sua intraprendenza:
del resto c’è
il concreto rischio per alcuni
politici locali di lungo
corso di vedersi soppiantati
da un uomo della società
civile prestato alla politica
solo due anni fa. Il senatore
del Pd Bubbico, ad esempio:
sembra infatti che negli
ultimi tempi i suoi rapporti
con Stella si siano decisamente
raffreddati. E così il
suo uomo in giunta (l’assessore
al Turismo Angelo Garbellano)
sarebbe il primo a
saltare nell’annunciato rimpasto.
Rimarrebbe invece
saldamente al suo posto invece
Domenico Smaldone,
assessore al Bilancio, così
come il presidente del Consiglio
Aldo Chietera, entrambi
Basta litigiosità oppure potrebbe
porsi a capo di un terzo polo allargato
della corrente Antezza del
Pd. Che da tempo appare
isolata all’intero del partito
ed avrebbe così stretto una
solida alleanza proprio con il
gruppo del presidente Stella.
Non è difficile quindi ipotizzare
una clamorosa rivoluzione
nello scenario politico
materano nei prossimi mesi,
qualora non si ricompones-
sero le pesanti divergenze
che da tempo dilaniano l’attuale
maggioranza a Comune
e Provincia. L’asse
Stella-Antezza, che conta su
un consistente bacino elettorale,
potrebbe infatti spostarsi
verso l’area moderata
ed ampliare notevolmente
così il nascente terzo polo.
Del resto il presidente della
Provincia gode già delle simpatie
del Fli locale, che ora
conta su due consiglieri provinciali
e quattro comunali.
E così intanto garantirebbe
per sé l’ambita candidatura
al Parlamento nelle prossime
elezioni politiche (nella
peggiore delle ipotesi tra due
anni) e per l’Antezza la tanto
agognata riconferma al Senato.
Garanzie che attualmente
il Pd materano non
sembrerebbe intenzionato a
concedere, soprattutto perché
sono tanti al suo stesso
interno a nutrire le stesse
ambizioni. Ovviamente
l’operazione avrebbe
pesanti ripercussioni
nelle istituzioni locali,
con le inevitabili cadute
del sindaco Adduce e
della stessa giunta Stella.
Che però sembra deciso a
non farsi più condizionare
dai “capricci” degli alleati.
Rimane comunque convinto
di riportarli alla ragione, ma
intanto li ha severamente richiamati
all’ordine. Presto
sapremo chi e come risponderà.
■

Matera
Abbattuti altri 15 alberi. Ora rimane ben poco del “piccolo bosco” in pieno centro città
C’era una volta il Boschetto
Intanto un comitato di cittadini promuove l’installazione di una
statua di Giovanni Paolo II
[di Luigi Mazzoccoli]
► Aveva attraversato indenne
quasi due secoli di storia della
città, sopravvivendo anche alle due
guerre mondiali. Ma ora sembra
soccombere alle “intemperie” della
modernità. Il Boschetto appare infatti
sempre più triste e desolato.
Eppure l’area in cui sorge era talmente
suggestiva e rigogliosa da indurre
il generale napoleonico Charles
de Montigny, di stanza a Matera
ai primi dell’800, a stabilirvisi definitivamente
eleggendo così la città a
sua residenza. Fu allora che quella
zona verde a ridosso dei Sassi trovò
una prima razionale sistemazione.
Nel 1930 poi, il primo piano regolatore
della città, redatto dall’ingegnere
capo del Comune Vincenzo
Corazza, aveva destinato quell’area
a parco urbano: i lavori erano iniziati
però solo nel 1940, mentre l’ingresso
monumentale sarebbe stato
realizzato nel 1947, su progetto
dello stesso Corazza; sono del 1950
invece la pista di pattinaggio e il
punto ristoro. Da allora il Boschetto
– come venne presto ribattezzato
perché fitto di pini – era diventato
un punto di riferimento per intere
generazioni di materani: tutti i ragazzi
della città vi hanno trascorso
intere giornate tra pic-nic, giochi
avventurosi, partite di calcio e gare
di pattinaggio. Il 15 luglio 2006 poi,
dopo un lungo periodo di abbandono
ed interminabili lavori di riqualificazione,
veniva finalmente
riconsegnato alla città: ma era subito
sembrato un po’ più parco e
un po’ meno “bosco”…diversi infatti
gli alberi abbattuti, evidentemente
perché malati, e comunque
rimpiazzati da nuove piante. Ma in
questi giorni il Boschetto ha subito
un’altra piccola ecatombe: abbattuti
ulteriori quindici fusti, alcuni
malati, altri completamente
seccati, altri ancora pericolanti. E
così di Boschetto c’è rimasto ormai
solo il nome: il parco ora infatti
ricorda sempre più una landa
desolata…(nella foto). Restano ora
da capire le cause di questa vera
e propria epidemia vegetale: qualcuno
sostiene che in occasione dei
lavori di riqualificazione, alla base
di alcune piante non era stata riportata
terra ma materiale di risulta…Tant’è.
Sembra comunque
che anche questi alberi presto
saranno rimpiazzati, ma intanto
quella collinetta spelacchiata per
molti anni non sarà affatto un bel
vedere. Intanto però è in corso in
città una raccolta di fondi per realizzare
una statua in marmo di Giovanni
Paolo II da installare proprio
al Boschetto, che presto sarà intitolato
al papa polacco. L’iniziativa
è stata promossa da Don Vincenzo
Di Lecce, parroco della Cattedrale,
che ha trovato subito riscontro in
un gruppo di cittadini, costituitisi
in un comitato spontaneo presieduto
dall’insegnante Rosa Tedesco.
L’opera è stata affidata all’artista
Carlo Andrei della Artistici Marmi
Apuani di Carrara e costerà 30.000
euro. La figura papale riempirà così
di emozione il cuore dei materani.
Ma chissà se il bianco candido della
sua statua riuscirà a rimpiazzare il
verde degli alberi abbattuti… ■
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
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Un’area monumentale trasformata in una…monumentale discarica
Cristo (si è fermato) alla Gravinella
[di Luigi Mazzoccoli]
► Un intenso odore di timo. Come
da tempo non avvertivamo. E che ha
riacceso i ricordi nella nostra mente.
Da secoli i materani tutti i venerdì di
Quaresima si recano in pellegrinaggio
a Cristo alla Gravinella. Lo facevamo
anche noi da bambini e quel pellegrinaggio
ben presto si trasformava in
un’allegra scampagnata: era un’occasione
infatti per trascorrere una
giornata all’aperto insieme agli amichetti
nel tepore del primo sole di primavera,
tra canti, giochi e le deliziose
leccornie preparate dalle mamme. Allora
ci sfuggiva l’importanza di quel
luogo e di quel rito. L’incantevole chiesetta
rupestre di Cristo alla Gravinella
– scavata nella prima metà del ‘500
proprio sul costone della piccola gravina
tra le contrade di San Pardo e La
Vaglia – è infatti dedicata al culto della
Santa Croce, e contiene al suo interno
importanti affreschi ispirati al repertorio
figurativo portato in Lucania dal
maestro Simone da Firenze. Ma soprattutto
è incastonata nel cuore di
un’area che racchiude in se gli aspetti
salienti della storia e del paesaggio
del nostro territorio: colori inconfondibili
e odori caratteristici, quelli tipici
della Murgia, con prati che affiorano
tra le rocce punteggiati di ulivi
e lecci, e muretti a secco tra i quali
Da qualche settimana
è attivo un profilo
intestato
a monsignor Ligorio
Il vescovo
approda su
facebook?
[di Lu.Ma.]
Si fa un balzo sulla sedia nel
leggere l’indicazione del
datore di lavoro: “Dio”! Ma
poi si volge inevitabilmente
lo sguardo in alto a sinistra,
s’insinuano cactus, le deliziose campanule
e numerose altre essenze, autentici
tesori della flora mediterranea.
Ovunque poi il timo, appunto, il cui
odore ci ha deliziato qualche giorno
fa quando ci siamo recati sul posto.
E che ci ha fatto dimenticare per
qualche attimo lo scempio che ci si
era parato dinanzi solo qualche metro
più in là: La cementificazione arrogante
e cafona, vecchia e nuova,
non ha risparmiato infatti nemmeno
quest’area: un deforme intrico di palazzi
e vicoli nasconde ormai alla vista
e rende di difficile accesso il sentiero
che conduce alla chiesetta: un sentiero…di
guerra! Già, è disseminato
di buche, privo di illuminazione, ma
ricco di…rifiuti. Non solo bottiglie, buste
di plastica e cartacce sparse qua e
là, ma anche e soprattutto carcasse di
lavatrici, frigoriferi e sanitari accuratamente
accatastate in diversi punti.
Un’area monumentale trasformata
quindi in una…monumentale discarica,
emblema del degrado morale e
materiale che tutta la città ha subito
negli ultimi decenni.
“…Questi coni rovesciati, questi imbuti,
si chiamano Sassi... Hanno la
forma con cui a scuola immaginavamo
l’inferno di Dante. E cominciai
anch’io a scendere di girone in giro-
dove c’è la foto, e il mistero è
svelato: il titolare di questo
profilo di Facebook è Salvatore
Ligorio (nella foto), arcivescovo
della diocesi di Matera e
Irsina. E’ attivo da un paio di
mesi ma finora sulla bacheca
sono stati pubblicati solo due
post: il primo il 16 gennaio
scorso con tre foto del prelato,
di cui una in compagnia del
sindaco Adduce, l’altro tre
giorni dopo con una citazione
di Papa Giovanni Paolo II.
Non si sa se si tratta di un
profilo ufficiale o se è stato
aperto “abusivamente” da
qualcun altro. In effetti la
descrizione personale appare
piuttosto sgrammaticata,
assolutamente inadeguata
quindi allo spessore culturale
di Mons. Ligorio: “Umile figlio
e servitore di Cristo affinché
mi darà la forza di continuare
Matera
ne verso il fondo…”. Con queste parole
la sorella di Carlo Levi - di passaggio
a Matera diretta ad Aliano in
visita al fratello – traduceva le impressioni
destatele dalla vista degli antichi
rioni di tufo. E in effetti varcando
il vecchio arco da cui si accede a
Cristo alla Gravinella, si ha quasi la
sensazione di ritrovarsi in un girone
infernale. Ma l’inferno descritto dalla
sorella di Levi, qualche anno dopo fu
definito “vergogna nazionale”, per poi
trasformarsi in meraviglia mondiale.
I tanti “gironi” disseminati oggi in città
sono invece una vergogna tutta locale
e rimarranno tali… ■
Cristo alla Gravinella: il paradiso…
…e l’ìnferno.
– vi si legge infatti - e di
accogliermi a lui quando sarà il
momento”. E poi troppo esiguo
finora il numero degli amici:
solo 128, tra cui stranamente
molti carabinieri e nessun
personaggio conosciuto di
Matera e provincia. “Nei social
network e nella ricerca di un
sempre maggior numero di
‘amici’ – aveva detto del resto
Papa Ratzinger lo scorso 24
gennaio - bisogna sempre
essere fedeli a se stessi e mai
cedere a trucchi o illusioni
come la creazione di una falsa
identità attraverso il proprio
‘profilo’”. O addirittura, come
parrebbe in questo caso, di falsi
profili di personaggi illustri… «
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
37

Matera
Irsina resiste al vincolo paesaggistico
[di Giuseppe Balena]
38 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
E il 59° comune d’Italia per estensione. Rischia la paralisi economica
► Il lucano è umile, ma non supinamente
obbediente. Più volte in passato ha avuto reazioni
veementi di fronte a decisioni imposte
e non condivise. Un ritornello che si ripete:
Irsina, in provincia di Matera, in questi
giorni è prossima alla rivolta. Con 262 km² di
superficie territoriale, Irsina è il 59° comune
più grande d’Italia per estensione, secondo
in Basilicata solo a Matera. Su questo territorio,
dedito quasi completamente all’attività
agricola, sta per arrivare il vincolo ambientale.
Nel frattempo la protesta si è spostata
nei giorni scorsi a Potenza, prima davanti
alla sede della sovrintendenza dei beni ambientali
e poi davanti all’ingresso della Regione
Basilicata. A far scoppiare l’indignazione
dei manifestanti, arrivati nel capoluogo
con quattro pullman, è stata la notizia data
dall’assessore regionale all’ambiente Agatino
Mancusi e dal direttore regionale del dipartimento
ambiente Donato Viggiano, secondo
la quale il decreto d’apposizione del vincolo
sull’intero territorio sia stato già firmato il 7
marzo scorso. Una decisione d’imperio sopra
la testa dei cittadini e senza il minimo
coinvolgimento degli stessi. La nuova proposta
di vincolo paesaggistico ai sensi dell’art.
136 del D.Lgs.22 gennaio 2004 n. 42 fa seguito
a una precedente notificata al comune
già il 15 settembre 2009. In entrambi i casi
il vincolo non solo riguarda l’intero territorio
ma ha una valenza generica, senza tener
conto delle specificità di una zona così
vasta. Nella motivazione della proposta di
vincolo la soprintendenza per i beni architettonici
e per il paesaggio della Basilicata
specificava che erano in itinere iniziative
compromissive del valore ambientale e paesistico
e, perciò, al fine di poter garantire
condizioni di tutela capaci di impedire modificazioni
dell’aspetto del territorio che porterebbero
alla irreparabile compromissione
delle caratteristiche di pregio paesistico si
riteneva necessario e urgente l’assoggettamento
a vincolo. Una situazione comune a
molti territori, ma per Irsina c’è una misteriosa
urgenza. La partita si è giocata contemporaneamente
su due fronti: il tavolo tecnico
riunitosi a Roma al ministero dei Beni
Culturali con la presenza anche del sindaco
Angelo Raffaele Favale e l’incontro potentino
con la delegazione composta dall’assessore
provinciale Domenico Smaldone, dal vicesindaco
Antonio Barbaro e dai consiglieri
comunali. Questa volta gli irsinesi non si fidano
e pretendono un impegno per iscritto
da parte dell’assessore Mancusi al fine di
ottenere la sospensione del provvedimento
prima dell’emanazione del piano paesaggistico
regionale. Il vincolo comporterebbe una
paralisi economica del territorio poiché qualsiasi
tipo di autorizzazione necessiterebbe di
una richiesta alla direzione regionale per i
beni culturali e paesaggistici. Inoltre risulterebbero
gravemente penalizzate le attività
turistiche legate ai Piot (pacchetti integrati
di offerta turistica) per la zona di Matera
e della collina materana. La misteriosa urgenza
dell’apposizione del vincolo cui si faceva
riferimento sembrerebbe strettamente
legata alla costruzione in loco della centrale
turbogas della Bradano Energia. Lo scorso
7 gennaio, durante un consiglio comunale
aperto, tutte le forze politiche avevano ribadito
un secco no all’apposizione del vincolo.
Un problema di legittimità oltre che di democrazia:
il sociologo tedesco Max Weber definiva
potere legittimo la possibilità di ottenere
obbedienza presso i cittadini; ossia il
soggetto debole potrebbe accettare le decisioni
delle autorità purché valide e legittime.
Per quanto tempo la burocrazia può far finta
di non riconoscere la volontà delle parti politiche
e dei cittadini stessi? ■

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Muro contro muro in casa Dc a suon di espulsioni
[di Antonella Testini]
42 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
Giunta Divella
ritorno al futuro
► Una giunta da ritorno al futuro quella
nominata dal sindaco Divella a conclusione
dei tre mesi di verifica amministrativa.
Durante il consiglio comunale infatti,
in linea con tutte le anticipazioni di queste
settimane, ha riconfermato tutti gli assessori
già in carica tranne Lorusso, che per
sua scelta siederà tra i consiglieri, e Aldo
Dibattista, il vero imputato di questa crisi
politica. Almeno così sembra ascoltando
la relazione del sindaco in aula, durante
la quale ha elencato i tanti provvedimenti
approvati e gli interventi ancora da realizzare.
Non una parola sulle motivazioni
di questa crisi, non una spiegazione sulle
sue dimissioni nè tanto meno sulla revoca
degli assessori. Dai banchi dell’opposizione
si levano critiche. Mentre Moretti
accusa la maggioranza di aver approvato
decreti al limite della legalità, il segretario
del Pd Valente si chiede: “Che tipo di
città avete in mente?”. E mentre la riconfermata
Ostuni si diletta giocando con la
bandierina dell’Italia, il consigliere Carbone
parte nell’affondo rivolgendosi implacabile
alla “presunta maggioranza a
cui vorrei ricordare che già un anno fa,
alcuni giovani consiglieri avevano denunciato
la scarsa condivisione e partecipazione
alle decisioni importanti per il futuro
della città. Come vedete non erano
i giovani a essere pazzi ma forse c’è davvero
qualche problema”. Presente anche il
consigliere Vendola che, dimenticando di
avere dinanzi comunque un’istituzione,
offende ripetutamente il sindaco perché
“dice cose di una stupidità inaudita” e
parte in un intervento che ha i toni tipici
dei comizi elettorali. Subito dopo si alza e
va a salutare il pubblico con l’aria di chi
dice: “Tranquilla gente, sto tornando!”.
Dai banchi della maggioranza si leva solo
un assordante silenzio e il capogruppo del
Pdl ascolta a capo chino gli interventi
dell’opposizione e dai suoi atteggiamenti
è chiaro che “questa volta non vi difendo”.
Infatti, dopo gli interventi dell’opposizione,
il presidente Peragina invoca una difesa
della maggioranza e ripete con occhi
attoniti: “Se non ci sono altri interventi
dichiaro chiuso il dibattito”.
Silenzio.
Passano i minuti e alla fine si alza l’audace
Leo Vicino che, degno del più grande
Cicerone, ripete per l’ennesima volta:
“Non abbiamo avuto una buona partenza.
Avremmo potuto fare di più ma, colpa
dell’inesperienza amministrativa delle
forze che compongono la maggioranza
e dei dissidi interni, ci siamo persi” ed
in linea con il pensiero del sindaco, chiede
“maggiore coesione alla maggioranza
e più collaborazione alle opposizioni se è
vero che vogliamo bene alla città”.
Ma, nonostante le belle parole, è palese
che la crisi amministrativa è tutt’altro
che conclusa ed è palpabile che i rapporti
sono ancora molto tesi, basta considerare
che, contrariamente a quanto stabilito
nella conferenza dei capigruppo, all’ultimo
momento è stata rinviata l’elezione
del presidente dei revisori dei conti e per
questo rinviati tutti i punti sui debiti fuori
bilancio.
Ed è subito chiaro che a spaiare le pedine
ci sia Aldo Dibattista che entra in aula e
si accomoda tra il pubblico in pieno stile
“Grande Fratello”.
Dall’altra parte dell’aula Lapolla e Cappiello
si accomodano rumorosamente
tra i banchi dell’opposizione dichiarando
nuovo capogruppo della Dc il secondo.
Imbarazzo sul fronte opposto dove siedono
Lupoli, attuale capogruppo, e Ferrarese.
Ma a spezzare gli entusiasmi dei
Dibattista’s boys ci pensa il presidente
del consiglio che ricorda: “In aula ci sono
regole da rispettare. Per cambiare il capogruppo
servono le firme di tutti i consiglieri
e l’approvazione del capogruppo
stesso. Non mi serve un telegramma del
senatore Pizza” . Cappiello prova a perorare
la sua causa: “Il consigliere Lupoli
è stato espulso dalla Dc” ma nessuno
raccoglie il suo appello e il presidente risponde
piccato: ” Dei vostri dissidi interni
non interessa niente a nessuno”. Dibattista
intanto attende news nel piazzale
del Comune.
In definitiva mentre si celebrano i 150
anni dell’Unità di Italia, questa maggioranza
ha dimostrato tutte le sue divisioni
e, proclami a parte, anche l’opposizione
non se la passa bene se si pensa che
mentre alcuni consiglieri lanciavano accuse
alla maggioranza, altri sommessamente
uscivano dall’aula. C’è da giurare
che a breve li rivedremo rientrare dalla
porta del centrodestra. ■

Gravina
«Cosa ci lega»: l’orgoglio gravinese in
marcia per il ponte
[di Francesco Mastromatteo]
Mentre crolla
un edificio
del centro storico
lungo il burrone
► L’inizio di una
nuova primavera civile
per Gravina? “Cosa ci
lega”, la manifestazione
di cittadini preoccupati
per lo stato di
salute del nostro patrimonio
storico tenutasi
domenica scorsa
lungo le vie del centro
storico per terminare
sul ponte acquedotto,
ha senz’altro
costituito un positivo
precedente ed
una prima tappa di
un possibile e auspicabile
risveglio culturale
della città. Soddisfatti
i responsabili
della “Benedetto XIII”,
promotori dell’iniziativa
volta a riscoprire
le radici storiche gravinesi,
e le tante realtà
associative della
città. Presente anche
l’assessore Tremamunno,
che ricordava
le cose fatte, come il
recupero di via giudice
Montea (mentre
andiamo in stampa,
si diffonde la notizia
del crollo di una palazzina
lesionata proprio
lungo la strada che costeggia
il burrone) e le
cose ancora da fare.
Sul ponte era pre-
sente anche Michele
Schiavulli della neocostituita
Pro Loco,
l’unica ad avere i requisiti
di legge per essere
riconosciuta ufficialmente
come tale,
avendo chiesto l’iscrizione
all’albo regionale
dell’Upli, e come
tale, a poter chiedere
rapporti con le istituzioni.
“Per la prima
volta non si manifesta
contro qualcuno, ma
a favore della nostra
identità – dichiara
Schiavulli – e in questo
senso il ruolo delle associazioni
è di cruciale
importanza. Occorre
un maggiore coordinamento
per creare
la giusta sinergia necessaria
a rilanciare la
cultura e il turismo a
Gravina. La nuova Pro
Loco ha già messo in
cantiere alcune iniziative
e attività mirate
alla costruzione di
una coscienza sociale
quali le passeggiate
in città (“trekking urbano”)
per guardarla
con occhi diversi e riconquistare
un senso
di orgoglio e appartenenza,
nel bosco e nel
parco dell’Alta Murgia
con personale specializzato.
Vogliamo entrare
nelle scuole per
coinvolgere i ragazzi,
pertanto abbiamo
istituito un concorso
di idee per la realizzazione
del nuovo logo
della Pro Loco”.
Sempre a proposito
di turismo, va segnalata
la riapertura dello
Iat in via Matteotti,
dopo che la gestione
dello stesso è passata
alla @Turism di Francesco
Massari: il nuovo
responsabile promette
di rilanciare l’ufficio
di promozione turistica,
dopo il sostanziale
forfait della precedente
gestione. Nel consiglio
comunale di lunedì
intanto, sono arrivate
le risposte tanto attesedall’amministrazione
sulla questione del
ponte: l’assessore Prezzano
ha fatto sapere che
già un anno fa era stato
effettuato un sopralluogo,
ed è stato chiesto
un finanziamento speciale
di 610mila euro
per interventi di recupero.
C’è da sperare che
venga utilizzato al più
presto, per evitare altri
crolli. ■
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
43

Gravina
L’intero centro storico gravinese è a rischio
Sta crollando la nostra storia
[di Antonella Testini]
► I danni provocati dal maltempo
delle scorse settimane al patrimonio
storico architettonico della città, di
cui avevamo già parlato nei numeri
precedenti, non erano congetture
da moderne Cassandra. Nei giorni
scorsi in via Giudice Montea, nei
pressi del ponte acquedotto, in pieno
centro storico, è crollato un palazzo
di tre piani danneggiato dalle infiltrazioni
d’acqua ma soprattutto dall’incuria.
Per fortuna nessun ferito e solo
tanta paura per gli abitanti. Quattro
44 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
famiglie sono state sgomberate e in
questi giorni il sindaco ha emesso alcune
ordinanze per mettere in sicurezza
gli edifici adiacenti. Da Palazzo
di città ovviamente si sono affrettati
a far sapere che le responsabilità ricadranno
sui privati che non hanno
provveduto ad effettuare le dovute
opere di manutenzione.
Ma la palazzina di via Montea, insieme
al ponte acquedotto, duramente
danneggiato dalle piogge di questo
inverno, sono solo l’apice di un
rischio reale che serpeggia da molti
mesi in città poiché l’incuria e l’abbandono
del centro storico gravinese
sta mettendo a rischio l’incolumità
dei cittadini ma soprattutto il patrimonio
stresso di cui, senza un intervento
immediato, resterà solo un lontano
ricordo.
Di seguito vi proponiamo una galleria
fotografica delle zone più suggestive
ma anche più pericolose della
città.
Giudicate voi.

Progetto a sostegno dell’infanzia promosso dall’associazione Seven Events
Quando arriva un’emozione
Dal 14 al 17 aprile
la 717ma edizione
Torna la
fiera di
S.Giorgio
[di A.T.]
Lunetta Savino
[di Antonella Testini]
► In questi giorni Gravina è tornata a
fare da palcoscenico per le riprese di un
cortometraggio. Una troupe Rai guidata
da Bruno Colella ha girato alcune immagini
nei luoghi più suggestivi della nostra
città, tra cui il ponte viadotto, al centro
di tante polemiche proprio in questi
giorni. Le immagini che vedono Marina
Suma insieme a Lunetta Savino protagoniste
del video, saranno inserite nel
progetto “Quando arriva un’emozione”
promosso e finanziato dall’associazione
Seven Events di Crispiano. Un’iniziativa
voluta dal vice presidente e direttore artistico
Martino De Cesare con la collaborazione
di Blasco Giurato e Francesco
Massari, responsabile dello Iat di Gravina
oltre che socio della Seven Events,
per sensibilizzare l’opinione pubblica
sui temi legati all’infanzia e denunciare
lo stato di profondo abbandono e solitudine
in cui vivono tanti bambini anche
nel nostro Paese.
Il progetto prevede la realizzazione di
quattro cortometraggi, girati interamente
in Puglia e musicati da cantautori
del calibro di Fabio Concato, Francesco
Baccini ed Edoardo Bennato, che
saranno distribuiti nei prossimi mesi e
i cui proventi saranno devoluti in beneficenza
proprio a tutela dell’infanzia.
Un’iniziativa importante che grazie al
coinvolgimento di artisti di fama internazionale
vuole accendere i riflettori sul
mondo dell’infanzia e soprattutto attirare
l’attenzione delle istituzioni nazionali,
attraverso il coinvolgimento del ministro
Giovanardi.
Ci sono poche certezze nella
vita dell’amministrazione
Divella ma sono ben salde nel
programma politico. Prima
fra tutte la fiera regionale.
Ed ecco che in piena crisi
politica, con d.g. n.4, è stata
deliberata la 717ma edizione
della fiera San Giorgio. In
programma dal 14 al 17 aprile
prossimi, presso l’area fiera
che a meno di un mese dal
taglio del nastro è ancora un
cantiere a cielo aperto, sarà
l’occasione per promuovere
i prodotti tipici gravinesi e
incoraggiare il turismo in
città grazie all’organizzazione
di tante manifestazioni
collaterali. L’organizzazione
così come l’anno scorso è
stata affidata al presidente
della commissione fieristica
Vito Martemucci. «
Gravina
Secondo il reportage proposto proprio
dalla Seven Events sono più di 3mila i
bambini che ogni anno vengono abbandonati.
Il 73% di questi è figlio di italiani
e solo il 27% viene da famiglie di immigrati.
Per di più gli italiani non riconoscono
tra i bambini abbandonati quelli affidati
agli istituti infantili, realtà che non sono
poi tanto lontane dalle nostre abitazioni
e basta fare una passeggiata nelle vicinanze
di queste case famiglia per ascoltare
l’agghiacciante silenzio che racconta
la tristezza e la solitudine in cui tanti
bambini vivono. Bambini che spesso
vengono abbandonati nei primi mesi di
vita a cui lo Stato italiano nega il diritto
di una casa e di una famiglia. Attualmente
nel Belpaese non esiste una banca
dati che consenta di fornire informazioni
sui bimbi che attendono di essere
adottati e non è stata mai istituita l’anagrafe
dei minori che vivono in strutture
di ricovero.
A tutt’oggi non esistono ancora anagrafi
regionali benché sia un obbligo sancito
dall’articolo 40 della legge 149 del
28 marzo 2001. Dopo la rivoluzione annunciata,
gli orfanotrofi in Italia esistono
ancora; semplicemente, hanno mutato
nome.
Una situazione allarmante su cui la Seven
Event insieme a tante altre associazioni
sta provando a fare luce per aiutare
i tanti innocenti vittime di famiglie
disagiate e di persone senza scrupoli per
cui non sono bambini, ma bancomat sul
conto dello Stato. ■
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
45

Certificato n.ro 00205/107

Santeramo
Denunciate alcune irregolarità con un documento inviato anche in Procura
Pubblica illuminazione: la minoranza
vuole far luce sul bando
[di Vito Silletti]
48 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
► Il problema dell’appalto
della pubblica illuminazione,
cioè “l’affidamento
del servizio per la gestione,
l’esercizio, la manutenzione
ordinaria e straordinaria degli
impianti”, era stato già
subodorato dai consiglieri.
Il quarto punto della mozione
di sfiducia al sindaco
da parte della minoranza,
infatti, riportava questo argomento.
Anche se in passato
ci si era soffermati poco
su questo punto, è emerso
che il Comune avrebbe sborsato
8 milioni e cinquecentomila
euro per l’appalto di
durata ventennale, ritenuto
però oneroso.
L’ultimo consiglio comunale
aveva rigettato la sfiducia e
i cinque punti erano rimasti
con il loro carico di perplessità,
che l’amministrazione
spesso ha cercato di superare
senza tener conto dei
suggerimenti della minoranza.
Il problema dell’appalto
è ritornato alla ribalta con
un esposto che i consiglieri
Lovecchio, Larato, Caponio,
Perulli, Santoro, Petrera
e Cardascia hanno inviato
all’Autorità di Vigilanza sui
contratti pubblici
di Roma; documentoinoltrato
anche al
procuratore della
Repubblica di
Bari. Ovviamente
i rilievi fatti
sono stati inviati
anche all’amministrazione.
I consiglieri di opposizione
hanno messo in evidenza
incongruenze con il decreto
legislativo 163 del 2006
che contiene le norme sulla
partecipazione alle gare
di appalto e l’affidamento di
lavori pubblici. Questo perché
“l’appalto prevede, oltre
alla manutenzione ordinaria
e straordinaria degli impianti
esistenti, anche la realizzazione
di nuovi impianti
di pubblica illuminazione,
nonché la loro progettazione,
anche attraverso il ricorso
a contributi pubblici
e privati”.
Ma le incongruenze non terminano
qui: non vengono individuati
i requisiti che dovrebbero
essere in possesso
del professionista al quale
saranno affidati i lavori. Anche
i termini per il collaudo
non vengono indicati.
I ricorrenti sono anche meravigliati
per l’esclusione
dalla manutenzione di “tutti
gli interventi di carattere
accidentale a seguito di calamità
naturali, per i quali è
prevista la quantificazione e
contabilizzazione dei relativi
costi”.
Il bando inoltre non prevede
“i requisiti minimi richiesti
per le proposte migliorative
e risulta gravemente carente
sui criteri di valutazione
dell’offerta”.
La minoranza pone pertanto
l’accento sull’inosservanza
del decreto del presidente
della Repubblica e del
decreto ministeriale, ma soprattutto
di quello legislativo
163. E rispunta anche il
Documento Programmatico
sulla Rigenerazione Urbana
per la quale è in piedi la
protesta dei cittadini contrari
all’abbattimento del vecchio
campo sportivo. In questi lavori
sono comprese opere di
pubblica illuminazione per
le quali potrebbero giungere
finanziamenti. Tutto questo
“comporterà la riduzione
degli impianti affidati in manutenzione
con diminuzione
degli interventi manutentivi e
dei costi per energia elettrica
per il periodo di realizzazione
del programma”.La domanda
è: “Chi dovrà beneficiare delle
conseguenti economie?”.
Per i consiglieri comunali il
bando presenta “inquietanti
illegittimità” che appaiono
preordinate “a indebiti favoritismi”.
Perciò “diffidano il
sindaco a dare ulteriore corso
alla procedura prima di
aver rettificato l’attuale bando”.
A questo si aggiunge il malcontento
dei cittadini che
considerano la maggioranza
troppo divisa su una questione
delicata. ■

[di Vito Silletti]
Santeramo
Manifestazione con i garibaldini e le regioni.
E l’Acquedotto Pugliese regala una targa al Comune
Una sfilata
per ricomporre l’Italia
► Anche Santeramo come tante
città italiane ha celebrato il 150°
anniversario dell’Unità d’Italia.
Protagonisti di questo evento
sono stati i bambini. E’ ormai
una consuetudine santermana
coinvolgere soprattutto i piccoli
nelle occasioni importanti. Perché
è una buona abitudine partire
proprio dall’educazione delle
nuove generazioni per far sì che
idee e convinzioni si strutturino
già nelle menti dei più piccoli. Comunque
aver coinvolto gli scolari,
ha permesso a tanti giovani genitori,
e ai nonni di partecipare
all’evento. C’è stato un tam-tam
che ha sparso la notizia della “sfilata
delle regioni” verso la piazza
principale e che ha attirato tanti
spettatori lungo il corso.
C’è da ricordare che questa iniziativa
è nata da un’idea di Gina
Valentino, un’artista locale, e
dall’impegno dell’assessore alle
Attività Produttive Donato Colucci,
contando anche sull’organizzazione
preziosa del Comune, e con
il sostegno economico del Parco
Nazionale dell’Alta Murgia e della
Natuzzi. Sono state coinvolte anche
le associazioni Pro Loco, Ute,
Edon’è, Pubblica Assistenza Arm,
e Gruppo Scout Cngei.
Come è nato il progetto? Si volevano
creare le regioni in compensato.
E qui sono entrati in gioco i
ragazzi di quarta e di quinta delle
scuole elementari, che a gruppi
le hanno portate in corteo. Erano
decorate con varie immagini tradizionali
di ogni regione. Ogni ragazzo
aveva un palloncino colorato:
bianco, rosso e verde. Tutti insieme
creavano una fantasmagoria
tricolore che si muoveva seguendo
il soffio del vento.
Ad aprire la sfilata ci ha pensato
l’orchestra bandistica “Santa Cecilia”
che ha animato il corso con
musiche a tema. Il corteo è stato
seguito a ruota dalla “Fanfara
Netti”, la banda della scuola me-
dia omonima, che ha visto protagonisti
tutti i ragazzi vestiti da garibaldini.
Partendo da Largo Convento, la
manifestazione si è dipanata per
il corso cittadino attraversando
via Roma per giungere in piazza
Garibaldi, entusiasmando e animando
i tanti spettatori infreddoliti
dal vento. Ai balconi e alle finestre
la gente sventolava bandiere
italiane.
Il lungo serpentone, accompagnato
anche da un Garibaldi sbarbato
e a cavallo; e da un’“Italia”, sempre
in sella, con un vestito vaporoso
di tulle, piena di palloncini bianchi,
rossi e verdi, che ha invaso la
piazza colorandola festosamente.
Prima di incollare le varie regioni
su un grande pannello bianco sistemato
sul sagrato della Chiesa
Madre, e farne un grande puzzle,
al Comune è stata donata una targa
dell’Acquedotto Pugliese. Simbolicamente
l’ente, premiando
Santeramo, ha voluto omaggiare
tutti i comuni d’Italia. La targa
sarà collocata nella piazza cittadina
proprio dove sgorgò l’acqua
pubblica, dove è sorta la prima
fontana. Quest’acqua fu un segno
di civiltà e un gesto di una solidarietà
interregionale perché giungeva
da lontano. “L’acqua pubblica
arrivò nel 1927 – ha affermato
il sindaco Lillo - e la prima fontana
è stata quella vicino alla scuola
Balilla”.
A un certo punto sono state chiamate
sul sagrato le due presentatrici
della serata Giusy Devivo e
Rosalba Stasolla, le varie regioni,
mentre la Fanfara Netti intonava
musiche a tema, mentre si componeva
il mosaico dell’Italia unita.
Dopo che la “nazione” si è completata,
la Compagnia “Edon’è” si
è esibita con una bella coreografia.
Alla fine si è svolto il rito del
lancio dei palloncini tricolori che
hanno rallegrato il cielo santermano.
■
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
51

Cassano
Bollenti spiriti
questione che scotta
Intervista
all’assessore
alla cultura
Pierpaola Sapienza
52 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
[di Vito Stano]
► Bollenti spiriti: tagli agli enti locali, programmazione
estiva, turismo e Sistemi ambientali
culturali (Sac), questi i temi della
chiacchierata con l’assessore alla Cultura
al Comune di Cassano Pierpaola Sapienza.
Iniziamo da “bollenti spiriti”. Cosa pensa
delle dichiarazioni a riguardo rilasciate al nostro
giornale dall’assessore alla Cultura di Acquaviva?
Sono parzialmente veritiere: il laboratorio
di Cassano funziona, è aperto il lunedì e il
mercoledì dalle 17 alle 19. Questo è comprovato
dal corso gratuito di teatro che dovrebbe
partire, per il quale le iscrizioni sono
numerose, specialmente tra i bambini della
scuola “Vincenzo Ruffo”. Ma non solo
poiché la cosa è stata pubblicata sul sito
del Comune, su vari mezzi di informazione.
Voglio ricordare che si è tenuta una splendida
rassegna cinematografica, dove c’erano
soltanto due cassanesi, nonostante la
comunicazione che io e il gestore abbiamo
fatto. Lei dice che c’è stato un incontro con
il Comune di Cassano ed è vero. Ma prima
lei diramò dei comunicati per organizzare
un incontro con le associazioni relativo al
laboratorio di Acquaviva, ma il laboratorio
di Acquaviva è gestito anche da quello di
Cassano, in quanto capofila. Sicuramente
l’assessore Pietroforte aveva questa necessità
ma doveva prima concordarla con
noi, perché avrebbe dovuto prima rendersi
conto della situazione, quindi leggersi il
capitolato. Lei ha voluto convocare questa
riunione. Io non ritenni la cosa corretta e
le chiesi di disdirla, per parlare prima con
noi. Pertanto ci incontrammo in Comune
dove c’era Marco Tribuzio, ex presidente
della cooperativa Ulixes, Giancarlo Visitilli,
presidente della cooperativa “I bambini di
Truffout” e Gianni Milella. In questo incontro
ci siamo chiariti, tanto che dopo quella
riunione a Cassano le cose si sono risolte.
A Cassano si è fatto anche il partenariato,
a cui hanno aderito molte associazioni
e si sono proposte alle “Officine culturali”.
Quindi adesso l’assessore Pietroforte è nella
condizione di convocare una riunione con le associazioni
del territorio?
Sì, lo può fare.
Quindi se non lo fa è per sua decisione o inerzia
e non per impedimenti burocratici?
Può essere, non lo so. E’ una problematica
legata al Comune di Acquaviva, non a
Cassano.

Se il Comune di Acquaviva non procede
sulla strada delle iniziative, siete nella condizione
di andare in Regione o ad Acquaviva e
accertarvi delle problematiche?
Sì, noi abbiamo il dovere di interessarci.
E come mai non è stato fatto niente ad oggi?
No, invece abbiamo recepito queste problematiche,
che sono dovute alle associazioni
o probabilmente alla gestione della
cultura ad Acquaviva, perché a Cassano
questa situazione non si è verificata.
Peraltro quando all’inizio si era creato
un certo vociare rispetto a questa situazione
immediatamente chiamai gli uffici
dell’assessore Fratoianni in Regione, da
cui non ebbi risposta. Ma io non mi sono
scoraggiata e ho proseguito, riunendo i
responsabili dei bollenti spiriti.
Intanto però il partenariato è rimasto sulla
carta, non ci sono state convocazioni o comunicazioni.
In cosa consisterebbe e quale sarebbe
il ruolo dei soggetti partner?
In una cooperazione fattiva, molte associazioni
si sono rivolte al laboratorio per
una collaborazione. Invece una collaborazione
con le officine culturali deve essere
a doppio binario: nel senso che se
un partner vuol fare una manifestazione
a Cassano e chiede il supporto delle
Officine, non può semplicemente servirsi
di queste ma occorre creare un circuito
con loro.
Se un’associazione volesse organizzare un
corso e si rivolgesse al gestore per utilizzare la
strumentazione, come potrebbe fare?
Per utilizzare la strumentazione da capitolato
c’è un costo che l’associazione richiedente
deve sopportare. E per utilizzare
la strumentazione deve essere presente
un esperto.
Il tecnico può anche essere esterno?
No, deve essere interno. In conclusione
devo dire che non posso tollerare che per
organizzare un evento durante l’estate acquavivese
ci si aspetti che siano altri a
realizzarlo. Ritengo che il ruolo dell’assessore
sia quello di spronare la riuscita
di determinate attività, così come ho
spronato Visitilli a ripetere la rassegna
cinematografica all’aperto e a proiettare
il cortometraggio realizzato dai ragazzi
che hanno partecipato al corso di tecnico
audio-video e quindi ci siamo in qualche
modo già accordati e abbiamo capito quali
sono i costi e come dobbiamo muoverci
in tal senso, tenendo presente tutte le
difficoltà che quest’anno la cultura avrà.
Cambiamo argomento. Parliamo dei Sistemi
Ambientali Culturali (Sac).
Il Comune di Cassano ha partecipato a
questo progetto con soggetto capofila il
parco Nazionale dell’Alta Murgia. Il compito
di ogni Comune era di fare un censimento
dei beni ambientali e culturali
del territorio. Per questo lavoro abbiamo
coinvolto gli agriturismo e le associazioni.
Tra l’altro ho inserito alcuni progetti futuri
che non so se riusciremo a realizzare:
il nostro bilancio ha avuto un taglio
di trasferimenti statali di 450mila euro e
con la legge 122 del 2010 non si potranno
più dare contributi alle associazioni
e non si potrà più spendere più del 20%
che si è speso l’anno precedente. Quindi
stiamo cercando con il sindaco e l’ufficio
cultura una soluzione fattiva.
Cosa vi aspettate dai Sac?
Spero un maggiore impatto sul turismo.
Il fine del Sac è creare un punto di riferimento.
Estate cassanese 2011: quali le conferme
e quali novità?
Io ho sempre parlato per fatti, purtroppo
non posso fare quello che vorrei. I tagli governativi
ci sono stati e incideranno sui
capitoli di spesa dell’assessorato alla Cultura.
Nel frattempo ci stiamo già muovendo
per raccogliere delle sponsorizzazioni.
Cercheremo di cavarcela. Io sto cercando
di reperire fondi della Comunità Europea
e dell’agenzia nazionale dei giovani. ■
Unica certezza il taglio dei trasferimenti
Bilancio di previsione
scadenza prorogata
[di V. S.]
In tempi di vacche magre il periodo
del bilancio di previsione è
sempre molto atteso. L'ammontare
dei trasferimenti statali agli enti
locali è ancora incerto, ma la
giunta Di Medio ha annunciato
che il documento contabile sarà
approvato ad aprile, con due mesi
di anticipo rispetto alla scadenza
prorogata al 30 giugno, concessa
Cassano
“Parzialmente
veritiere le
dichiarazioni
dell’assessore
di Acquaviva
Pietroforte”
a tutti i Comuni italiani.
“Siamo già pronti con gli atti
ma a questo punto è meglio
temporeggiare e aspettare il mese
prossimo per l'approvazione
-spiega l'assessore al Bilancio
Franco Antelmi- anche perché non
sono stati ancora pubblicati sul
sito del ministero dell'Economia
i trasferimenti a favore degli enti
locali. Una ragione che ci costringe
ad attendere, anche se non
possiamo restare fermi per molto”.
“E’ necessario –precisa - procedere
con l'approvazione del bilancio di
previsione perché non possiamo
rallentare la programmazione e
abbiamo la necessità di spendere. Al
momento l'unica cosa certa sono i
tagli ai trasferimenti, non lo sono le
risorse che ci verranno assegnate”.
Intanto la prossima settimana
sarà convocata la conferenza dei
capigruppo per decidere il calendario
delle sedute di commissioni
e consiglio comunale. «
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
53

Bitonto
Dopo il consigliere
Martucci anche
Cuoccio e Tassari
passano
all’opposizione
La maggioranza si sgretola, Valla non molla
[di Vito Schiraldi]
► Il terremoto in casa Valla fa
danni ingenti. Nel bilancio degli uomini
persi, dopo il consigliere Udc
Saverio Martucci, vanno segnate
anche le due recenti defezioni: Salvatore
Tassari (Fli) e Francesco Paolo
Cuoccio (Valori Sociali). L'annuncio
ufficiale martedì scorso è
stato dato in consiglio, quando i
due leader di partito hanno lanciato
all'assemblea comunale due
dichiarazioni, con le quali hanno
abbandonato la maggioranza. -Impossibile
far parte di una maggioranza
che nelle sedi di partito si riunisce
solo per discutere di come
cacciare l'assessore Antuofermo e
l'assessore Tonon- - ha sbottato in
consiglio Tassari. -In due anni e
mezzo di amministrazione mai un
parere mi è stato chiesto – gli ha
fatto eco sconfortato Cuoccio – e
quando ho proposto iniziative, collaborazioni
e progettualità, tutte
rigorosamente a costo zero, sono
stato quasi completamente ignorato.
Come commentare che Valori
Sociali (il secondo partito di maggioranza)
dopo il rimpastino estivo
di giunta è stato ridimensionato,
passando da due consiglieri e due
assessori con la sola rappresentanza
consiliare del sottoscritto?
Per i restanti mesi poi il sindaco
non ha fatto altro che calpestare
la dignità, politica e personale dei
membri della lista, promettendo e
rinviando confronti improcrastinabili-.
Il dato politico emerso dall'assise
consiliare di martedì è dunque
54 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
evidente: la maggioranza può contare
ora solo su 15 consiglieri comunali
più il sindaco, esattamente
il minimo per rendere valide le sedute.
Se la risposta del primo cittadino
è una dimostrazione di stile
quando evita di stigmatizzare le
divisioni interne dell'opposizione,
meno convincente è però il concetto
secondo cui la maggioranza
sarebbe “ancora salda, perché per
i provvedimenti importanti è sempre
coesa e presente-. In realtà i
numeri dicono che quasi la metà
dei consigli comunali degli ultimi
sei mesi sembravano deserti per
le defezioni dei componenti della
maggioranza, che ancora comprendeva
(almeno ufficialmente)
sia Cuoccio che Tassari. Lucida
l'analisi del capogruppo consiliare
della Puglia prima di tutto, Christian
Farella: -È un dato che non
può non avviare alcune riflessioni
all'interno dello schieramento di
maggioranza. Anche perché le due
defezioni sono state motivate e su
quei motivi bisognerà pensare-.
Una posizione condivisa anche
da Michele Labianca (Movimento
Schittulli) certo che -sarà necessario
riflettere nello schieramento
su quanto accaduto ed eventualmente
attivarsi per una verifica
all'interno della maggioranza per
evitare altre perdite-. Secondo
Liaci (Lista Valla) invece si tratterebbe
solo di -protagonismo che di
certo non fa bene alla città. Piuttosto
che alla visibilità personale si
dovrebbe pensare al bene comune,
proponendo critiche costruttive e
non distruttive-.
Nulla di inaspettato invece per il
capogruppo del Pdl Luigi Perrini
che rivela di come -avevamo previsto
che Tassari e Cuoccio stavano
per prendere questa decisione-.
Anche se poi ammette che -proprio
lunedì mattina stavamo cercando
una soluzione col sindaco per cercare
di recuperare Cuoccio. In ogni
caso stiamo già lavorando per ampliare
la base di governo e se non
potremo contare sul reintegro dei
due fuoriusciti, dovremo guardare
altrove-. Sì, ma dove? Al centrosinistra
ovviamente, o al gruppo
misto, all'interno del quale, più
di una volta, la consigliera Saracino,
ex Pd, ha fornito un decisivo
apporto per raggiungere il numero
legale. Anche se, a turno, molti altri
si sono prestati a fare da stampella
a una maggioranza incerottata.
Le insanabili fratture all'interno
dei partiti d'opposizione, dunque,
sembrano giocare a favore del governo
Valla, che non ha mai trovato
dall'altra parte una forza coesa
in grado di mettere in discussione
la leadership in consiglio. Il colpo
di grazia però potrebbe inaspettatamente
arrivare proprio dai restanti
consiglieri di maggioranza,
laddove - come molti sono disposti
a scommettere - qualcun altro
potrebbe lasciare presto una nave
data per affondata, ma per il momento
ancora a galla. ■

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Bitonto
“Approvate gli accordi con le strutture
o siamo al collasso”
Assistenza
sociale
Somma attacca
la Regione
Damiano Somma
56 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
[di Vito Schiraldi]
► Rischia la paralisi il sistema
di assistenza socioassistenziale
e riabilitativo
locale a
causa dei ritardi
della Asl nel definire
i contratti
con le strutture
convenzionate
del territorio. A
denunciarlo è Damiano
Somma,
assessore ai Servizi
Sociali del comune di Bitonto,
impegnato a sostenere
un numero sempre maggiore
di famiglie stremate dalle difficoltà
di gestione dei parenti
con disabilità. In effetti sono in
drastico aumento i nuclei familiari
finiti oltre la soglia di
povertà. Una situazione potenzialmente
esplosiva, in
un comune già drammaticamente
esposto alla criminalità
organizzata, che potrebbe
reclutare leve proprio negli
strati sociali più disagiati.
“Spesso si tratta di situazioni
al limite della sopravvivenza
– spiega preoccupato Somma
– non solo per le problematiche
economiche, quanto per
quelle legate al carico educativo
ed emotivo della gestione
della disabilità”. Il disagio diventa
dramma però quando
sul territorio mancano strutture
professionali e qualificate
cui indirizzare i soggetti
a rischio. “Una mancanza solo
apparente – denuncia però
l’assessore - le strutture riconosciute
dalla Regione in realtà
ci sono. A mancare sono
le firme sui contratti già pronti
e che non richiedono altro che
di essere avviati”. Le conseguenze
di questi ritardi nella
sottoscrizione degli accordi ricadono
inevitabilmente sulle
casse comunali. A queste
strutture riconosciute infatti
sono già destinate diverse centinaia
di migliaia di euro in servizi.
Fondi già individuati nel
piano sociale di zona, ma che
restano bloccati finchè la Asl
regionale non si decide a firmare
gli accordi”.
“Oggi – conferma Somma –
il mio assessorato si trova
nell’impossibilità di utilizzo dei
fondi da destinare a strutture
diurne di accoglienza e cura
di persone disabili, caricando
così il bilancio comunale, che
deve confrontarsi con i limiti
imposti dal patto di stabilità”.
Qual è la soluzione allora? “Lo
sblocco delle situazioni ‘congelate’
– risponde secco Somma -
in particolare mi riferisco alla
situazione dell’unica struttura
diurna per disabili del nostro
ambito (Bitonto-Palo del Colle)
già riconosciuta dal piano di
zona e dunque dalla Regione”.
Il riferimento è alla cooperativa
Zip.h, una realtà esistente dal
2004 e che dal dicembre 2009
viene autorizzata, in via definitiva,
al funzionamento ai sensi
dell’art. 60 R.R .n 04/07. Ne-
gli ambienti che gestisce presso
l’Azienda servizi alla persona
“Maria Cristina di Savoia”,
sarebbe possibile accudire 30
disabili, di età compresa fra i
6 e i 64 anni ed è in grado di
erogare, in regime di semiresidenzialità,
prestazioni individualizzate
socio-educative,
assistenziali e riabilitative. Se
l’assessorato dunque non può
accedere ai fondi già stanziati,
ancora più difficile è la condizione
delle famiglie dell’ambito,
costrette a viaggiare, a spostarsi,
da oltre un anno per seguire
i propri cari. Attualmente
vi sono 50 persone che hanno
bisogno di cure socio-assistenziali
e riabilitative. Di queste,
9 sono costrette a frequentare
strutture fuori dall’Ambito
di appartenenza, 24 sono trattate
nell’ambito Bitonto-Palo
del Colle (per nessuna di queste
è realizzata l’unità valutativa
multidimensionale in grado
di stabilire il tipo di supporto
che necessita) e 17 sono
in lista d’attesa. Per 19 persone
intervengono direttamente
le casse comunali, tra l’altro
obbligate a pagare il 100%
della retta per ben 9 di loro.
“Tale denuncia – tiene a precisare
in conclusione Somma –
fatta a nome mio, raccoglie in
realtà le istanze dell’intero assessorato
e dell’ente locale, ma
soprattutto delle famiglie che
ogni giorno incontro e a cui è
necessario dare risposte”. ■

Troppo alti i costi di carburante e assicurazione
la Pubblica Assistenza Bitonto rinuncia
Il taxi sociale resta in panne
[di Francesco Paolo Cambione]
► É stato inserito nel bilancio sociale
di metà mandato come un
risultato prestigioso nell’ambito
dei servizi sociali dell’amministrazione
Valla. Il servizio però, prima
ancora della conferenza stampa di
presentazione, era già fermo da
giorni. L’associazione che si era
aggiudicata la gestione, ha infatti
rinunciato perché le condizioni
del bando pubblico dello scorso
anno non sono più sostenibili per
gli aumenti vertiginosi di carburante
e assicurazioni.
La vicenda del taxi sociale risale al
mese di marzo 2010, quando l’amministrazione
comunale, nell’ambito
delle iniziative del piano sociale
di zona, diffuse un avviso
pubblico per individuare un’associazione
cui affi dare il servizio.
Il servizio appena introdotto prevede
la possibilità per anziani e
bisognosi di essere accompagnati
in strutture socio sanitarie senza
dover sostenere il peso economico,
che rimane a carico dell’ente
pubblico organizzatore.
All’avviso pubblico rispose soltanto
la “Pubblica Assistenza Bitonto”
aggiudicandosi di conseguenza
il servizio. Il
9 agosto 2010 l’attività
ha potuto essere
avviata con l’obbligo
che fosse svolta “secondo
quanto previsto
dall’apposito regolamento”,
parte
integrante dell’avviso.
Dopo alcuni mesi di attività, però,
i dirigenti della Pab devono essersi
resi conto che l’aumento vertiginoso
dei prezzi dei carburanti
e delle assicurazioni avevano
reso poco economiche le condizioni
previste dal patto. In queste
condizioni era quindi impossibile
continuare a erogare il servizio. A
nulla sono serviti i numerosi incontri
intercorsi tra il presidente
della Pab e il dirigente ad interim
del settore dei servizi sociali,
il segretario comunale Salvatore
Bonasia. Con una nota del 25
febbraio scorso, la Pubblica Assistenza
Bitonto ha uffi cialmente
comunicato l’abbandono del
progetto.
Di fronte alle motivazioni avanzate
dall’associazione aggiudicataria,
l’amministrazione comunale
ha solo potuto prendere atto della
rinuncia. Con una comunicazione
dirigenziale del 16 marzo,
la struttura ha dunque dichiarato
di “ritenere conclusa” la procedura
che aveva fatto aggiudicare
il servizio alla Pab, sancendo la
sospensione sine die del servizio.
Questo progetto, sinonimo di un
grande progresso civile
per la città, si risolve
in un nulla di fatto. Appare
evidente che nella
presentazione del bilancio
sociale avrebbe
meritato di essere affrontato
con maggiore
sincerità e trasparenza.
■
Bitonto
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con quanti sono
considerati
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dalla società
costituisce la
caratteristica
più bella e
rassicurante
della nostra
esperienza
in cooperativa
| iL RESTO sett imanale | 26 marzo 2011
57

Modugno
58 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
[di Isabella Maselli]
Fabrizio Cramarossa Mimmo Gatti Saverio Vacca
Gli altri partiti della coalizione non condividono
la candidatura di Gatti (Pd)
Nel centrosinistra torna
l’ipotesi primarie
► Dall’assemblea cittadina che ha
decretato il nome del candidato sindaco
del Pd sono passate ormai due
settimane, eppure le carte sono ancora
tutt’altro che chiare. Finita la
“contesa” Cramarossa-Gatti-Vacca, è
cominciata quella con gli altri partiti
del centrosinistra. In un incontro tenutosi
pochi giorni fa tra la segretaria
cittadina del Pd, Lilly Del Zotti, Mimmo
Gatti e Pino Bruno (il nome designato
dai partiti Sel, Idv, La Puglia per Vendola
e Federazione della Sinistra) sembra
che ci sia davvero poco margine
per trattare. Mettersi d’accorso su
un nome che vada bene a entrambi
sarà difficile. Il Pd, forte del risultato
dell’assemblea cittadina, che ha visto
la partecipazione del 10% dell’elettorato
complessivo, spingerà per la candidatura
di Gatti. Dal canto loro gli altri
partiti di centrosinistra vorrebbero
che Pino Bruno, o addirittura un terzo
nome del quale ancora non si conosce
l’identità, rappresentasse la coalizione.
Per la serie “tra i due litiganti,
il terzo gode”. Ma non è tutto. Torna
prepotente e, a questo punto, logisticamente
improbabile ma non impossibile,
l’ipotesi delle primarie. L’ultima
data utile per andare al voto sarebbe il
3 aprile prossimo, a soli 13 giorni dalla
presentazione delle liste ufficiali.
Intanto il Pd continua a convocare incontri,
proseguendo al suo interno il
percorso verso le amministrative con
l’individuazione dei criteri per la formazione
delle liste. Ma non solo. Quelle
appena trascorse sono state settimane
dure per il Partito Democratico modugnese.
Vicende giudiziarie di scarsa
rilevanza penale (Gatti imputato per
falso ideologico, concorso in frode in
pubbliche forniture e in truffa per fatti
risalenti a 8 anni fa) hanno alimentato
le polemiche politiche. La questione è
finita persino all’attenzione della commissione
provinciale del partito, incaricata
di valutare l’eventuale incandidabilità
di Gatti sulla base del codice
etico. Il problema sembra risolto e
“il coordinamento del circolo cittadino
- si legge in una nota sottoscritta da
Fabrizio Cramarossa e Saverio Vacca
- ha fatto sua, con entusiasmo, questa
indicazione, corroborata e rafforzata
dall’assoluta serena accettazione del
risultato da parte degli altri due candidati,
i quali, coerentemente con quanto
dichiarato nei giorni precedenti la
consultazione, confermano e sottoscrivono
la totale disponibilità al sostegno
forte e leale della candidatura di Gatti
nel percorso che il Pd va a delineare
con la coalizione del centrosinistra”.
All’indomani dell’assemblea cittadina,
Saverio Vacca ha inoltre diffuso un
breve messaggio di ringraziamento a
quanti l’hanno votato, impegnandosi,
nonostante la sconfitta, per onorare “la
stima e la fiducia manifestata col cuore
e col voto del 13 marzo”. “Non ti tradirò
mai – scrive Vacca ai suoi elettori
– con i miei sostenitori e quanti altri
vorranno, proseguiremo col nostro
impegno nel Pd, con la forza e la voglia
di ben 1.027 modugnesi che hanno
la stessa nobile e pura idea: cambiare
in meglio Modugno, mantenendo
la personale integrità e uscire da questo
smarrimento riprendendoci insieme
il nostro futuro”. ■

Da Roma
l’indicazione
di seguire la
linea nazionale
e schierarsi
con l’Udc
Sante Lomoro
[di I.M.]
Sinistra e centro alle prese
con gli accordi infra-partitici.
E il centrodestra? Forze politiche
di cui si sente vociferare,
protagoniste delle cosiddette
voci di piazza e di continue
indiscrezioni su probabili,
ma più spesso improbabili,
candidature. Un fatto è certo:
il Pdl e gli altri partiti della
coalizione non hanno ancora
un nome. Non solo. Quelli
che storicamente hanno
rappresentato a Modugno
i cardini di quei partiti ora
“minacciano” di allontanarsi e
“mettersi in proprio” con liste
civiche. Un altro inutile tentativo
L’Api “tradisce”
il terzo polo
[di Isabella Maselli]
► Api ballerina. Mesi fa il partito di Rutelli
aveva deciso di sostenere a Modugno
la candidatura a sindaco di Pinuccio
Vasile, all’epoca dell’accordo in forza
all’Udc. Ad un certo punto qualcosa si è
rotto (i nostri lettori ricorderanno la polemica
con il consigliere regionale Peppino
Longo e la rottura di Vasile e dei
suoi con conseguente sfascio del partito).
A questo punto Santino Lomoro,
anima dell’Api modugnese, ha scelto di
continuare ad appoggiare il gruppo che
fin dal principio aveva ispirato la sua fiducia.
Nessun accordo scritto ma, come
piace agli uomini di Vasile, una sana
stretta di mano. E così, insieme alle
nuove liste di centro, l’Api ha iniziato
il percorso verso le amministrative con
i Moderati e Popolari (il movimento politico
che da qualche settimana ha accolto
Vasile). Liste, programmi, strategie
di campagna elettorale. Fino a qualche
giorno fa. Da Roma è arrivata a Modu-
Il centrodestra sembra frammentarsi
e trapelano solo indiscrezioni sui nomi
Verso il record nazionale di candidati?
di frammentare ancora di più
il già ingarbugliato panorama
politico della nostra città.
Dopo una fase in cui sembrava
completamente esclusa l’ipotesi
di candidare Stella Sanseverino,
presidente del Consiglio
comunale uscente e già in
passato candidata alla poltrona
di primo cittadino, il suo nome
ritorna. Altri però, stando alle
ultimissime indiscrezioni,
minacciano addirittura di
lasciare il Pdl e virare in
direzione Moderati e Popolari,
appoggiando Vasile. Per non
parlare della possibilità che gli
altri partiti del centrodestra,
solo per fare un esempio La
Puglia prima di tutto, decidano
di “andare da soli” come si suol
dire in gergo elettorale. E così si
moltiplicano i possibili candidati
alla poltrona di sindaco, le
liste che li appoggeranno e
di conseguenza i candidati
consiglieri. Stando a calcoli
approssimativi, potremmo
raggiungere , se non superare,
le 20 liste (con 24 candidati
ciascuna). Ancora una volta una
buona percentuale degli aventi
diritto al voto potrebbe essere in
lista per soli 24 seggi disponibili
con un’enorme rischio di
dispersione dei consensi. «
Modugno
gno una tiratina d’orecchi. L’Api, come
da accordi nazionali, sta con Udc e Fli.
Questo significherebbe che a Modugno
Santino Lomoro e la sua lista, dovrebbero
sostenere Filippo Bellomo (candidato
sindaco dell’Udc). Ma Lomoro non
ci sta. La palla passa quindi alla segreteria
provinciale del partito che prende
atto dell’anomala situazione che il centro
(politico) vive a Modugno. Di fatto l’Api
appoggia quello che fino a poche settimane
fa era Udc. Poi la rottura e la creazione
di un nuovo centro. Ma sempre
centro è. Come risolvere la controversia?
Lasciar decidere ai vertici del partito,
oppure schierarsi senza aspettare
che la decisione venga calata dall’alto?
Lomoro ha già ufficialmente espresso
la sua volontà di sostenere Vasile ma
dalla segreteria provinciale ancora nessuna
comunicazione ufficiale che consenta
all’Api di “disobbedire” alle indicazioni
nazionali. ■
Stella Sanseverino
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
59

Modugno
Una legge europea anti-barbone
rende meno vivibili le nostre città
Chi ha dichiarato guerra
alle panchine?
60 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
[di Francesco Taldone]
► La democrazia si dice in diversi
modi. Tra di loro, naturalmente,
correlati. Anche se non
di tutti si è consapevoli con la
stessa chiarezza. In certa misura,
si sa, ad esempio, del
modo di praticare la democrazia
esercitando la facoltà di
scelta elettorale. Poco consapevoli,
invece, si è di certe pratiche
democratiche altrettanto
necessarie, al punto che, anche
quando ci vengano sottratte,
mediamente quasi non se ne
avverte la mancanza. Franco
La Cecla, per esempio, qualche
anno fa nel suo “La moda
rende felici” si soffermò sulla
questione delle panchine antibarbone:
“Sembra che una
guerra feroce sia stata dichiarata
alle panchine. Una guerra
che produce un nuovo tipo di
design. Gli architetti, sempre
pronti quando c’è da punire
qualcuno, hanno sfornato un
nuovo tipo di panchine da cui
si scivola: eh sì, proprio così, voi
credete di potervi appoggiare,
ma appena vi rilassate un momento
vi rendete conto che la
vostra posizione era precaria.
Sono piazzate a un’altezza a cui
i posteriori medi dei latini non
arrivano. E pensate: ma dannazione,
chi può odiare così la
gente! Arrivano gli amministratori
e gli architetti a spiegarvelo:
ma sono “normative europee
anti-barbone”. C’è del marcio
nella maniera con cui questa
panchina anti-barboni insulta
tutti noi, leva a tutti noi un nostro
diritto, il diritto sacrosanto
a usare lo spazio pubblico per
qualcosa che non sia il poliziesco
“circolate!”. Questa operazione
ci impedisce di usare
le nostre città per “stare”, per
parlare, per baciarci, per leggere,
per perdere tempo, per
riposare, per distenderci, per
dormire.” Dunque, un’operazione
sostanzialmente antidemocratica,
anche se non vistosamente
tale. La Cecla pensava
a Parigi, Milano o Roma, là
dove certe forme di controllo,
ancorché antidemocratiche,
possono al limite essere motivate
dall’esigenza di contenere
numericamente i non socialmente
integrati
presenti su aree
urbane molto vaste.
Tuttavia, non
meno carente di
panchine è anche
Modugno,
che, si capisce,
è inaccostabile
per sproporzione
ai grandi conglomeratimetropolitani.
Persino il
suo centro ne è
sguarnitissimo. Si pensi alla
rare panchine di corso Vittorio
Emanuele e alla loro assenza in
piazza Sedile e nel centro storico.
Altro segno di riduzione
delle condizioni di praticabilità
della democrazia civica, della
urbanità, è la difficoltà di camminare.
Il dissesto del manto
stradale, le poche basole rimaste
del centro storico traballanti,
le condizioni igieniche
dello stesso borgo antico allarmanti,
le alluvioni per le normali
piogge, la riduzione (alcuni
dei quali, peraltro, impercorribili
perché disseminati di pali di
ogni specie) e persino la scomparsa
dei marciapiedi, sembra
abbiano trasformato il modugnese
in “qualcosa di immobile
come un corallo o una spugna”,
come dice Rebecca Solnit
a proposito delle conseguenze
dell’amputazione della capacità
di camminare in “Storia
del camminare”, suo sapiente
e sapido libro. Secondo questa
critica d’arte “non solo la storia
del pensiero è legata alla storia
del camminare, ma lo è soprattutto
la storia della democrazia”,
perché camminare significa
gioco sociale ed esercizio
di gusto e poi implica esposizione
di sé e compresenza di
corpi. Camminare è possibilità
d’incontro casuale, ma anche
possibilità di assembramento,
socialità di strada. “Mentre gli
altri diritti vengono facilmente
ammessi, l’eliminazione della
possibilità di assembramento,
della dipendenza dalle automobili
e di altri fattori è difficilmente
pensata come perdita di
un diritto. Ma quando vengono
eliminati gli spazi pubblici, è il
senso della cittadinanza che
viene cancellato”. ■

Molte le
iniziative culturali
organizzate
dalla Pro Loco
Una mostra nel segno
dell’Unità
[di Fabiano Di Liso]
► Ancora un mese ricco di eventi per celebrare
il centocinquantenario dell’Unità
d’Italia. La serie di manifestazioni, organizzate
dalla Pro Loco con la collaborazione
dell’assessorato alla Cultura della città di
Modugno, prevede iniziative di varia natura
tra cui mostre storico documentarie e
iconografi che, incontri letterari, concerti di
musica patriottica, lirica e mostre artistico
pittoriche. Nel palazzo della Pro Loco in
piazza Sedile, sarà possibile assistere alla
mostra pittorica dal titolo “L’unità d’Italia
in arte: Libertà e sentimento patriottico”.
Confederazione Nazionale
dell’Artigianato e della Piccola
e Media Impresa
Modugno
Le opere esposte sono state realizzate da
artisti locali dell’associazione culturale “Le
tre impronte”. Tra le diverse opere, nelle
quali dominano il verde il bianco e il rosso,
risalta imponente “l’eroe” Garibaldi dell’artista
modugnese Pino Potito che troneggia
di fronte all’ingresso della sala. Menzione
particolare va all’opera concettuale
dell’artista Roberto Sibilano che rappresenta
la travagliata strada verso l’Unità
d’Italia come una ruota rossa legata saldamente
con una corda verde, il tutto incastonato
in una cornice bianca. ■
| iL RESTO sett imanale | 26 marzo 2011
61

Gianfranco Traetta
Bitetto
[di Lucia Carbonara]
► La caduta anticipata (e inattesa)
dell’amministrazione Iacovelli ha
dato il via ufficiale alla campagna
elettorale per le prossime Comunali
dai toni aspri e a colpi di manifesti e
social network. Ad accendere la miccia
è stata Anna Paladino (ex Pd e
“Puglia per Vendola” alle ultime Regionali),
candidata sindaco della lista
“Bitetto Futura”, che ha attaccato
la maggioranza di centrosinistra di
cui faceva parte: “Tanto tuonò che
piovve – si legge in uno dei manifesti
affissi al suo comitato elettorale in
via Beato Giacomo – per la seconda
volta il sindaco Iacovelli non è stato
in grado di portare a termine il suo
mandato”. E giù a sciorinare una serie
di inadempienze dei suoi ex compagni,
ora avversari politici. Eppure
in molti individuano proprio nella
Paladino la “manovratrice occulta”
della fine anticipata dell’amministrazione.
Sarebbe stata lei infatti
a convincere Sabrina Occhiogrosso
(già in contatto con i vertici locali del
Pd per una sua candidatura) ad apporre
l’undicesima e decisiva firma
Nota della presidente
Marziliano: «Salvo
almeno
il corteo storico»
Manifestazioni
culturali
a rischio?
La Pro Loco
chiarisce
[di L. C.]
62 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
sul documento che ha fatto cadere la
giunta Iacovelli a due mesi dalla sua
fine naturale. Così, mentre il Pd attacca
i “traditori” (tra cui anche l’ex
assessore Martire Proscia) accusandoli
di aver arrecato un grave danno
al paese, la Paladino contrattacca e
spiega che l’insediamento del commissario
(il viceprefetto aggiunto di
Bari Paola Maria Bianca Schettini)
farà risparmiare ai bitettesi 18mila
euro di stipendi che sarebbero stati
elargiti agli amministratori.
Le critiche su cui si gioca questa infuocata
campagna elettorale riguardano
anche opere pubbliche che, in
un altro clima, sarebbero state ben
accette dalla comunità: i lavori in corso
che stanno mettendo a nuovo la
piazza del paese e il rifacimento del
campo sportivo con un terreno di gioco
in erba sintetica. Quelle che Pd e
Sel (che insieme sostengono il candidato
De Renzio) indicano come successi
dell’amministrazione uscente,
l’altra faccia della stessa parte politica
li vede come “inutili sprechi”.
In questo scontro tutto interno al centrosinistra,
resta alla finestra il centrodestra,
finora spaccato anch’esso
La fine anticipata
dell’amministrazione fa
discutere anche per il rischio
che saltino alcune importanti
e storiche manifestazioni
culturali molto apprezzate
da un numero crescente
di visitatori. L’attenzione
è puntata soprattutto
sull’imminente mercatino
medievale (che solitamente
si tiene il 25 aprile) e seguente
corte storico (il 1° maggio).
Dopo qualche tentativo di
strumentalizzazione politica,
a fare chiarezza ci ha pensato
la Pro Loco Juvenilia, fautrice
degli eventi, con una chiara
Polemiche interne al centrosinistra
mentre il centrodestra
(anch’esso diviso) resta a guardare
Iniziata un’aspra
campagna elettorale
nota della presidente Anna
Marziliano: “Non intendiamo
entrare in merito alle questioni
politiche che hanno portato al
commissariamento della nostra
amministrazione. Non è nostro
compito e ben piccola cosa
sono le nostre manifestazioni
rispetto alle problematiche
ben più serie che deriveranno
da questa situazione. E’
però un dato di fatto che ora
al commissario prefettizio
spetta il compito di gestire
la normale amministrazione
e a noi potrebbe mancare
l’interlocutore principale per
procedere con tutti quegli atti di
tra i candidati Stefano Occhiogrosso
e Giuseppe Cramarossa, entrambi
espressione del Pdl regionale. Nelle
ultime ora si vocifera di un passo
indietro del secondo che potrebbe lasciare
campo libero al primo e, slegatosi,
addirittura passare all’altra
sponda politica. Ma sono solo voci.
Come quella che indica in una lista
di ispirazione cattolica praticante
un’altra possibile alternativa ai due
poli (e ai quattro candidati sindaco)
in un paese che può contare storicamente
su un gran numero di confraternite
religiose. Questo avviene proprio
mentre viene pubblicata su facebook
una nota di solidarietà a ex
sindaco e vice (Iacovelli e Calamita,
ndr) da parte del parroco don Fabio
Carbonara.
In ogni caso restano aperte molte altre
soluzioni. Dove andranno alla fine
i voti dell’incerto Movimento Schittulli?
Potrebbe addirittura sostenere
il candidato di Pd e Sel De Renzio e
la sua lista fatta di giovani esordienti
(ne faranno parte solo due o tre elementi
della passata legislatura)? La
partita è tutta da giocare ma il fantacomune
già appassiona. ■
ordine pubblico-amministrativo
che generalmente vengono
deliberati dal sindaco.
Siamo certi e speranzosi
che il commissario vorrà
tenere conto della valenza e
dell’impatto positivo che le
nostre manifestazioni hanno
sulla popolazione di Bitetto.
Sarà nostra premura cercare,
per quel che è nelle nostre
possibilità, di mantenere
fede agli impegni di carattere
morale nei confronti di
chi da sempre ci supporta
mantenendo vivo e rigoglioso
almeno il tradizionale corteo
storico del 1° maggio”. «

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[di Mauro Schiraldi]
Era di una società
finita nei guai
con la giustizia.
Il rimborso delle multe?
Bisogna rivolgersi
al Codacons…
► Binetto è un paese piccolo. Così
piccolo che se qualcuno arriva in
macchina da Bitetto o da Palo del
Colle si ritrova nel centro del pa-
ese quasi senza accorgersene. L’ingresso
di via Bitetto però è sempre
stato un problema da risolvere,
perché le auto che provenivano da
quella direzione arrivavano troppo
veloci e costituivano un grosso pericolo
per i pedoni. Adesso c’è una
rotatoria, che ha risolto il problema
costringendo gli automobilisti a rallentare
circa duecento metri prima
dell’ingresso, ma fino a pochi anni
fa si è cercato di tamponare il problema
installando un autovelox.
Lo ricordano tutti, perché la presenza
dell’apparecchio diede luogo
a un’improvvisa pioggia di multe e
quel cartello che avvisava del “Rilevamento
elettronico della velocità”
diventò temuto peggio di un totem
di Manitù. Ebbene, quell’autovelox
era truccato. Dopo lunghe indagini,
la Guardia di Finanza ha scoperto
che la società che li produceva
ed installava, la Garda Segnale
con sede a Desenzano del Garda,
aveva organizzato una maxi truffa
ai danni dei cittadini, in combutta
con compiacenti funzionari comunali
di tutta Italia. Come? Gli apparecchi
erano tarati in modo da
truccare la velocità rilevata del 15-
17% in più rispetto al reale. Le indagini
sono partite dopo il video-denuncia
delle Iene, che in un servizio
del 2008 smascherarono il titolare
della società, il 60enne Diego Barosi
di Desenzano del Garda, conducendolo
ad ammettere che una
Binetto
Quell’autovelox fuorilegge
su via Bitetto
percentuale delle multe veniva intascata
da un funzionario comunale,
o dai vigili urbani, a seconda
dei casi, come incentivo, una specie
di “premio di produzione”. E’
emerso anche che in molti
casi Barosi è riuscito ad ottenere
gli appalti attraverso
finte gare cui partecipavano
solo ditte a lui riconducibili.
Sono 146 i comuni italiani
in cui sono state riscontrate
queste anomalie, in provincia
di Bari ci sono Binetto e
Bitritto. Sono state denunciate
558 persone, di cui
367 dipendenti comunali o
funzionari pubblici compiacenti,
ora nei guai per truffa
aggravata, turbativa d’asta e
corruzione.
Le multe in questione sono 82mila,
con indebite richieste di sanzioni
per circa 11,5 milioni di euro, e
Diego Barosi intascava percentuali
fino al 40% su ogni multa. Questo
lo ha portato a guadagnare una
quantità imponente di denaro che
ha reinvestito in proprietà immobiliari
(risultano suoi 245 immobili di
cui 51 già confiscati), ma insieme ai
suoi quattro complici (tutti denunciati
per associazione a delinquere,
frode fiscale, bancarotta fraudolenta)
aveva costituito una fitta rete di società
che compravano case, molto spesso
senza pagarle, e le rivendevano evadendo
anche il fisco per 18 milioni di euro.
Cosa deve fare chi all’epoca ha pagato
una multa ingiustamente? Allo
stato delle cose niente, non si possono
più recuperare quei soldi, perché
sono passati 60 giorni dalla notifica
e perché gli articoli 203 e 204
bis del Codice della Strada stabiliscono
che se la multa è stata già
pagata non si può impugnare. Ma
della faccenda si sta occupando il
Codacons, che ha chiesto un intervento
del governo, attraverso i ministeri
competenti, perché vengano
restituiti sia i punti della patente
che i proventi indebitamente incassati
ai danni dei consumatori ignari
da parte degli enti coinvolti nella vicenda.
Quindi l’unico consiglio per
gli automobilisti multati, per il momento,
è di rivolgersi al Codacons. ■
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
65

Palo del Colle
Temporeggiano i Moderati e Popolari di Nicola Canonico
Amministrative: un solo nome ufficiale
[di Donata Pellegrino]
Nicola Canonico
66 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
► Freme la vita politica e
partitica a Palo del Colle in
vista delle amministrative
del 15 e 16 maggio. Poche le
certezze, tante le indiscrezioni.
Al momento, oltre
alla già ufficiale
candidatura a
sindaco di Domenico
Conte (Lista
Civica “Domenico
Conte sindaco”,
l’abbiamo intervistato
nell’ultimo
numero del nostro
settimanale),
tutto tace. Rinviato
l’incontro
previsto per sabato
12 marzo alla
segreteria regionale
di Bari dove
i MeP (Moderati
e Popolari) avrebbero
dovuto presentare
i propri candidati
sindaci alle elezioni di Palo
e Modugno. Nonostante nel
giro di pochi giorni, il movimento
abbia raggiunto la
conferma di due candidature
alle prime poltrone comunali
(Pasquale Musci per
Bisceglie e Giuseppe Vasile
per Modugno), a Palo sembra
proprio che non ci si riesca
a mettere d’accordo. “In
pochi mesi – afferma il segretario
regionale MeP, il
consigliere Nicola Canonico
(per ironia della sorte di
Palo del Colle) – i Moderati
e Popolari hanno raggiunto
il numero di 50
amministratori in tutta
la Puglia e 42 nelle istituzioni
della provincia di
Bari, compresi due consiglieri
regionali. Siamo
il terzo partito - prosegue
il segretario - quanto
a rappresentanti nelle
istituzioni della nostra
provincia. Ed è con il radicamento
sul territorio
che intendiamo andare
avanti così. Per Modugno,
crediamo che Vasile
sia il candidato migliore
che potessimo esprimere,
un uomo su cui puntare.
Per quanto riguarda la coalizione,
siamo aperti verso
tutte le forze politiche e sociali
che vorranno sostenere
il nostro candidato e
con cui condivideremmo il
programma di governo”. E a
Palo del Colle invece, cosa
sta succedendo nelle sedi di
partito? “I Moderati e Popolari
hanno un accordo con il
centrosinistra da novembre
scorso a riguardo” - spiega
Canonico. “Il candidato sindaco
espressione del nostro
movimento c’è, ma visto
che le future forze alleate
ci hanno chiesto qualche
giorno di tempo per valutare
le circostanze, preferiamo
attendere e annunciare
eventualmente tutti
insieme il candidato della
coalizione”. Ma i Moderati
annunceranno altre candidature
a sindaco per le
amministrative di maggio
nelle prossime settimane.
“Siamo equidistanti dai
due poli di centrodestra e
centrosinistra - chiarisce
Canonico - Rivendichiamo
la nostra autonomia a livello
regionale, dove facciamo
opposizione responsabile”.
Nel frattempo però,
vox populi, pare che Emanuele
Cassano (Pd), ex vicesindaco
della prima giunta
Viola, abbia deciso di pren-
dere le distanze dal suo partito
e dalle varie coalizioni
e presentarsi con una propria
Lista Civica. Dall’Udc
arriva forte il diktat del coordinatore
provinciale, Filippo
Barattolo, assessore
al Comune di Bari: “L’Udc
va da sola con un proprio
candidato sindaco”. . Dovrebbe,
quindi, essere così
ad Adelfia, Modugno, Palo
del Colle, Ruvo di Puglia,
Triggiano (Comuni superiori
a 15 mila abitanti
in cui si vota con il doppio
turno), Bitetto e Locorotondo
(Comuni al di
sotto dei 15 mila abitanti
in cui si vota in un’unica
tornata). Dovrebbe, appunto,
perché una porta
alle alleanze rimane, comunque,
aperta. “Noi non
chiudiamo le porte a nessuno
– ha detto qualche
giorno fa Barattolo - ma
è altrettanto vero, e questo
voglio che sia chiaro,
che noi non barattiamo
la nostra centralità, i nostri
valori per nessuna ragione”.
A Palo del Colle
si parla, ufficiosamente,
della candidatura a sindaco
Udc del consigliere
Vito Minerva. Semplici indiscrezioni?
Nel frattempo non resta
che attendere, ricordando
però che ‘Vox populi,
vox Dei’. ■

[di Carmine Errico]
Fondi compensativi per
zona pedonale e area
picnic
Come
cambierà la
frazione di
Mellitto
Diciamoci la verità: allo stato
attuale la piccola frazione di
Grumo Appula, Mellitto, tutto può
essere all’infuori che accogliente.
In un mix tra cementifi cazione
stroncata e fl ora selvatica, oramai
è frequentata solo dai soliti
affezionati. Ma qualcosa sta per
cambiare: l’Anas ha dato il via
libera allo stanziamento di fondi
da utilizzare per la riqualifi cazione
ambientale e turistica del territorio.
L’importo ammonta a circa 160mila
euro ed è parte integrante del piano per
la sistemazione e ammodernamento
della temuta strada comunale Grumo-
Mellitto, i cui lavori sono in corso.
Mentre si attende la stipula defi nitiva
della convenzione, si comincia a lavorare
al progetto defi nitivo: l’area antistante
la chiesetta dovrebbe essere riconvertita
a zona pedonale che comprenderà giochi
per i più piccoli. Su quella retrostante,
dovrebbe nascere una nuova zona
picnic, con tavole e panche in legno.
Previsto anche il restauro dell’immobile
comunale, abbandonato da anni, che
ospiterà il presidio di Polizia municipale
e di primo soccorso. Tra le iniziative:
l’allestimento di un’area – nelle vicinanze
Grumo Appula
dei bagni pubblici – per ospitare
concerti e manifestazioni. Si tratta di
opere di compensazione che l’Anas
ha messo a disposizione del Comune,
dopo gli interventi di ampliamento
di un tratto della statale 96: somme
di minore entità che originariamente
erano state destinate al recupero della
pineta comunale per la quale però, nel
frattempo, l’assessore all’Ambiente
ha ottenuto un fi nanziamento
specifi co. Mellitto si candida a
divenire una delle mete d’attrazione
per il turismo di zona e perché no,
se l’amministrazione continuasse
a lavorare in questa direzione, si
potrebbe guardare anche oltre. «
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| iL RESTO sett imanale | 26 marzo 2011
67

Gianfranco Traetta
Toritto
Un convegno di Onda
Pazza per parlare di una
“tassa occulta”
Il prezzo della
corruzione
[di Carmine Errico]
68 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
Francesco Gagliardi
► Tra i 50 e 60 miliardi annui.
Tanto, secondo Transparency
Italia, ci costa la corruzione:
una tassa occulta pro-capite che
oscilla tra 828 e 994 euro annui.
E se oramai quasi non ci si indi-
La ricorrenza di
S.Giuseppe per
Confartigianato
Un falò
anti-crisi
[di C. E.]
Per scongiurare la crisi non
ci resta che interpellare
i santi. E così gli artigiani
torittesi, facendo tesoro delle
tradizioni s’affidano al caro
San Giuseppe. Come accade da
oltre trent’anni a questa parte,
il paese si è riunito attorno
al falò che maestosamente
ha illuminato piazza Aldo
Moro, davanti alla sede
della locale Confartigianato
(organizzatrice dell’evento).
Ceci e fave (comunemente
chiamati “chennìdde”)
gna più di fronte all’inseguirsi di
sconvolgenti notizie che riguardano
la Sanitopoli pugliese, a Toritto
c’è chi, come l’associazione
Onda Pazza, ha voluto puntare
il faro sul peggior tumore della
nostra società. “Mentre la corruzione
dilaga – afferma Francesco
Gagliardi, assessore torittese
e membro del direttivo
nazionale di Avviso Pubblico – la
nostra giustizia arretra”. Il suo
suggerimento: “Dobbiamo affrontare
questa battaglia con un
impegno civico costante. Non devono
darsi da fare solo magistrati
e forze dell’ordine”. Ma come si
può se – anche come sottolineato
da Nisio Palmieri dell’Osservatorio
pugliese per la legalità
– oramai “siamo in presenza di
un imbarbarimento dei comportamenti
dei cittadini”? E se “la
corruzione tra politica e mafia è
grave” così come è anche vero che
la criminalità organizzata – in alcuni
casi – detta legge più delle
istituzioni, chi riuscirà a dare il
buon esempio e soprattutto sicurezza
ai cittadini? Interrogativi a
cui seguono puntini di sospensione
che pian-piano si scon-
mangiati per onorare il santo
e lo stomaco. Dopo, tutti
ben raccolti in preghiera: nel
2011 c’è ancor più bisogno
dell’aiuto divino perché in
un’era instabile come quella
che stiamo attraversando
forse anche il protettore
degli artigiani avrebbe
avuto difficoltà a trovare
un’occupazione. “Stiamo
lavorando per attenuare
la crisi – assicura Paolo
Scicutella, consigliere
torittese e provinciale di
Confartigianato –. Vogliamo
mettere in rete le varie
categorie di artigiani: da
Toritto arrivando ai paesi
limitrofi (Binetto, Bitetto, Palo
del Colle, Grumo Appula).
Questo ci permetterà di far
emergere i problemi e le
difficoltà che tutti, allo stesso
modo, stanno attraversando.
Abbiamo coinvolto gli
autoriparatori, continueremo
trano con l’apocalittica “verità”
di Pasquale Regina, avvocato torittese:
“Siamo sulla soglia di una
guerra civile. Non c’è nessuno in
grado di combattere questo fenomeno:
è molto probabile che il nostro
Stato muoia per corruzione
e illegalità”. E mentre l’avvocato
si prepara a celebrare il funerale
nazionale, c’è chi ancora non
si dà pace per salvare il malato
terminale. “Questi atteggiamenti
pessimisti – continua, a margine,
Francesco Gagliardi – sono
da condannare perché altrimenti
non si va da nessuna parte. Se si
parla di morte di uno Stato non
si aiuta nessuno. Qualcosa cambierà
quando riusciremo a debellare
quella parte di classe politica
che ci governa”. ■
con altre categorie come
i fotografi e gli edili”. Gli
interlocutori finali saranno
le istituzioni, le stesse a cui
Confartigianato chiederà
di “eliminare la tassa sui
rifiuti speciali che molti sono
costretti a pagare”: “Non ci
sembra assolutamente giusto
– dice – e c’è anche una legge
che prevede l’eliminazione
di questa tassa: gli artigiani
già pagano la Tarsu”. E poi
c’è il lavoro sommerso che
“penalizza fortemente le
imprese più virtuose”: “Stiamo
cercando di contrastarlo –
conclude – attraverso una
collaborazione con gli enti
locali: chiederemo ai singoli
Comuni di ispezionare i luoghi
di lavoro anche con l’aiuto
della polizia urbana”. E se le
istituzioni resteranno ancora
indifferenti, non c’è nulla da
temere: si spera sempre nel
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Cultura e spettacoli
Fa discutere la
nuova pellicola
prequel del fi lm
di Monicelli
70 | iL RESTO sett imanale | 26 marzo 2011
“Amici miei”; polemiche in
attesa delle risate
[di Roberto Pagliarulo]
► Mentre Monicelli si accomiatava dal
pubblico e dalla vita solo pochi mesi fa suicidandosi,
il produttore Aurelio De Laurentiis
preparava il prequel di uno dei fi lm
del maestro che più faranno discutere.
Stiamo parlando di “Amici miei”, una delle
pellicole di maggior successo del cinema
di Monicelli e di quello italiano in generale.
Certo, toccare una pietra miliare non
è mai una cosa facile, soprattutto quando
è parte integrante della memoria collettiva,
e può diventare una pericolosa arma
a doppio taglio.
Siamo assolutamente convinti della buona
fede di De Laurentiis e soci che in conferenza
stampa hanno tenuto a precisare
che amore li mosse nel girare questa
pellicola costata la bellezza di 15 milioni
di euro. Inevitabilmente, però, non si
può non pensare a quanto sia ancora fresca
e vicina la morte del grande Monicelli
e quanto sia facile dare adito al sospetto
di speculazioni.
Al di là di questi timori, quel che più fa
storcere il naso agli amanti del fi lm del
1975 è il fatto che Ugo Tognazzi, Philippe
Noiret, Gastone Moschin, Adolfo Celi, Duilio
Del Prete e le loro splendide interpretazioni
siano assolutamente insostituibili
e “inviolabili”.
Il popolo dei fan si è subito mobilitato creando
gruppi di dissenso per l’operazione
cinematografi ca. Su facebook sono numerosi
i gruppi che invitano a non andare a
vedere il fi lm: “Giù le mani da Amici miei!!!”
oppure “Io non guarderò Amici miei, come
tutto ebbe inizio”.
Un dissenso comprensibile a cui la produzione
del fi lm si era certamente preparata.
Pretendere che qualcuno possa anche
lontanamente far rivivere le atmosfere e le
“supercazzole” è senza ombra di dubbio
un passo azzardato per chiunque. Motivo
per cui Neri Parenti, il regista di questo
“Amici miei, come tutto ebbe inizio” ha cercato
di evitare accuratamente il confronto
diretto con il capostipite, ambientando
questo novello quartetto comico composto
da Giorgio Panariello, Paolo Hendel, Massimo
Ghini e Christian De Sica nella Firenze
del XIV secolo alla corte di Lorenzo
il Magnifi co. Un salto indietro nel tempo
alla ricerca dei progenitori del goliardico
gruppo di amici dei nostri tempi. Amore o
no, anche nel cuore meno malizioso sarà
nato il sospetto che un po’ di marketing
sia alla base di questa scelta. Non sarebbe
stato meglio allora creare un fi lm ex novo
senza utilizzare un nome così altisonante?
Confezionato ad arte o spontaneo gesto
di stima e di riverenza verso il nostro
passato cinematografi co, la critica non ha
lesinato attacchi negativi al fi lm. Ora bisognerà
aspettare le impressioni e l’interesse
del pubblico verso questa operazione
un po’ avventata proprio come le ragazzate
dei vecchi “Amici miei”. Sperando che
anche questa ci faccia ridere. ■

Partita a 18 anni per lavoro, è tornata nella sua città
Angela Gatto: da Matera
a stilista di successo
[di Rosita Stella Brienza]
MATERA - Angela Gatto lascia Matera nel
1971, all’età di 18 anni. Si trasferisce a Brescia.
Madre di cinque figli, donna geniale e
di sviluppato talento imprenditoriale. Già a
prima vista, appare molto intraprendente.
Infatti, lo è. E basta guardare le sue foto,
dove conversa, con grande naturalezza, nel
suo atelier con il grande Mike Bongiorno.
Già nel 1978 apre a Brescia i primi atelier di
alta moda. Stilista di successo negli anni
ottanta. Per lei si muovevano tutti i grandi
dello spettacolo, per lei che disegnava le
sue collezioni e organizzava sfilate di beneficenza.
Per lei che osava, presentando
le sue collezioni presso location importanti
come il teatro Grande di Brescia oppure
il circolo Meneghini di Milano. Sempre
per lei, durante una sfilata, dove esponeva
Cultura e spettacoli
al pubblico la sua collezione autunno-inverno
del 1982, il grande Mike Bongiorno
che sempre le offriva gratuitamente la propria
collaborazione come presentatore, lodava
Angela Gatto sostenendo che la stilista
fosse una straordinaria donna del Sud.
La Gatto, durante le sue sfilate, si pregiava
sempre di validi
collaboratori; si ricordano gli scenografi
Liliana Simonetti e Marco Catullì, tanto in
voga negli anni Ottanta a Milano.
Angela, dopo anni è ritornata a Matera.
Ricorda con gioia di una serata splendida,
in cui in soli due giorni è riuscita a vendere
l’intera sua collezione e a donare tutto in
beneficenza. Guardare le sue foto riempie
il cuore ed
è molto interessante poter constatare che
molte donne materane hanno una grande
determinazione e capacità operativa, sagacia
e ambizione.
Oggi Angela Gatto, ritornata a casa, sostiene
di amare la sua terra e la sua gente e
soprattutto di aver capito il valore dell’amicizia
e qui, a casa sua, di amici ne ha
tanti. Ecco il motivo per cui non mette in
vendita il bellissimo salottino ottocentesco
esposto nel suo locale in via La Vista, dove
ogni sera si trattiene fino a tardi con i suoi
amici artisti. «
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| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
71

Cultura e spettacoli
Rassegna internazionale presso la sala Margherita
Ad Altamura di scena l’arte
[di Gianni Scalera]
ALTAMURA - La voglia d’arte è oggi
un fermento sempre crescente specie
se orientato a valorizzare gli artisti
locali. E’ stata, infatti, organizzata,
dal 19 al 28 marzo presso
la sala Regina Margherita di Altamura,
la rassegna internazionale di
Arti Visive per l’Europa 2011 a cura
di Francesco Incampo ed Enzo Angiuoni
di concerto con le associazioni
artEuropa e Apa Colibrì. Una
mostra particolare, che racchiude
stili e figure diverse di molti artisti
proveniente dall’Italia e dall’estero;
un’esposizione di quadri nati dallo
sviluppo di vari percorsi creativi,
correnti artistiche, soggetti sia reali
che astratti. Circa 40 artisti differenti
per provenienza geografica cifra
stilistica e formazione estetica.
“La rassegna è giunta alla seconda
edizione ed è itinerante. Quest’anno
è stata scelta Altamura per presentarla
– ha raccontato Francesco
Incampo, uno dei due artisti altamurani
presenti alla mostra oltre
a Francesco Balzano – siamo tanti
artisti, provenienti da paesi pugliesi
ma anche da altre regioni e Paesi
europei. Ognuno ha portato in questa
rassegna il proprio stile. Il mio
ad esempio è quello informale: non
seguo la forma, ma lascio la sua interpretazione
a coloro che ammirano
un mio quadro. È uno stile che
mi appassiona anche se non man-
MEDIAVISIONI
Non più soldi
in tasca
[di Alessandro Sessa]
72 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
co di creare opere più realistiche
di sicuro più commerciali”. Dipinti,
alcuni, dotati di un arte viva ed
espressiva che riescono con abilità
a comunicare i sentimenti celati
in coloro i quali li hanno realizzati,
dando in tal modo non solo un
contenuto ma uno spessore profondo
ai dipinti. Altri ancora, poi, caratterizzati
da una pittura ricca di
colori, dove traspare l’amore dell’artista
per la sua terra o per la natura.
Traspare nelle linee, nella profondità
degli spazi, un’armonia, un
desiderio di vita, un superamento
stesso della realtà conflittuale, sfociante
in valori spirituali veri e du-
Si chiama Square e si legge
“non più soldi in tasca”;
è un nuova applicazione che
ci avvicina alla condizione,
da sempre profetizzata dai
tecnologi, per la quale non
avremmo avuto più bisogno di
avere con noi denaro contante.
L’idea è semplice: fare in
modo che chiunque possa
ricevere un pagamento
attraverso carta di credito
senza la necessità di un pos e
di contratti e/o convezioni con
istituti bancari. L’hardware
necessario è tutto (o quasi)
già in nostro possesso: è
il nostro smartphone.
Realizzato da Jack Dorsey,
già cofondatore di Twitter,
Square è per ora disponibile
solo per le piattaforme iOS e
Android, vale a dire iPhone e
tutti quei dispositivi mobili che
utilizzano il sistema operativo
di Google. Il sistema è in fase
di testing nei soli Stati Uniti,
ma sono tanti gli investitori
che credono in questo
progetto e scommettono
sul suo successo.
Ma come funziona
raturi come accade per alcuni dipinti
di carattere religioso. L’obiettivo
della rassegna è dare visibilità
ai portatori di valori, come i pittori
molti dei quali autodidatti. E’ l’ottimismo
dell’artista, ciò che traspare
spesso da un dipinto cui si aggiunge
la sua gioia di vivere, perché legato
a valori che “vivono” nella sua
creazione e danno un senso divino
alla bellezza. Il nostro è il Paese delle
“differenze”. Oggi, nel tempo della
globalizzazione, ci accorgiamo che
le “differenze” sono una ricchezza,
un insieme di energie, di risorse. In
questo risiede perciò la particolarità
e attrattiva della rassegna. Essa
ci porta, infatti, verso la consapevolezza
delle “differenze” della gente,
in questo caso degli artisti i quali
espongono opere diverse, dal paesaggio
dove il colore si trasforma
o in altri dove si accende, alle vedute
oggettistiche dove il colore si
espande in sfumature armoniose. ■
nello specifico? Oltre
all’applicazione software,
Square è completato da
un piccolo hardware che
si collega all’ingresso
cuffie dello smartphone, il
classico minijack da 3,5mm.
Questo accessorio a forma
di quadratino è il reader che
consentirà di “strisciare” la
nostra carta e farla leggere
dal sistema, il quale, dopo
un indispensabile criptaggio,
invierà i dati al server di
Square che a sua volta li
trasmetterà alle singole carte

► Ognuno festeggia i 150 anni
dell’Unità d’Italia a suo modo.
Torto Og (all’anagrafe Gaetano
Occhiofino), componente di Pooglia
Tribe, lo ha fatto regalando
ai suoi fan un brano, “Sud Sud
Sud”: una rilettura in chiave meridionalista
del secolo e mezzo di
storia italiana, dal suo principio
ad oggi. “Credo nell’Italia - dice
Torto - un Paese offeso e deriso
che meriterebbe di più. E credo
nel Mezzogiorno, nel sud con la
esse minuscola e una storia maiuscola.
Qui spiego la mia. Non
sono un campanilista, ma questo
Paese noi meridionali l’abbiamo
pagato caro e trovo perciò ingiusto
il modo in cui siamo troppo
di credito che provvederanno
al completamento della
transazione. Una volta
processato il pagamento,
come già avviene oggi, il
cliente dovrà firmare la
ricevuta digitale attraverso
lo stesso schermo dello
smartphone; ricevuta che
verrà recapitata, a scelta,
sulla propria email o via sms.
Come già detto non sarà
più necessario essere in
possesso del macchinario,
che a sua volta esige un
collegamento alla rete ma
anche elettrico e mal si presta
ad un suo utilizzo al di fuori
di un esercizio commerciale
convenzionale. Square
è per l’appunto pensato
per il pagamento di tutte
quelle prestazioni che non
richiedono o presuppongono
la presenza di una “cassa”, e
quindi l’idraulico, ma anche
il venditore ambulante o
qualunque prestatore d’opera
sprovvisto di una sede.
I costi sono al momento uno
dei pochi freni che potrebbero
arrestare l’avanzata del nuovo
“Sud Sud Sud”
regalato ai suoi fan
sistema: Square trattiene circa
il 2,75% della transazione per
coprire il proprio guadagno
oltre alle spese delle carte di
credito. Se per i negozianti
questa cifra non è smisurata,
essendo già obbligati a
pagare le commissioni per
i pos tradizionali, potrebbe
esserlo per lo scambio di
pagamenti tra privati, i
quali non tollererebbero
volentieri la gabella e quindi
preferirebbero lo scambio
diretto di cartamoneta.
Square ci dà anche modo
Cultura e spettacoli
L’Italia unita
di Torto Og
[di Carmine Errico]
spesso descritti. Mio nonno a diciassette
anni, per esempio, è
stato trascinato sul Piave per difendere
una terra che non era
mai stata sua durante la Grande
Guerra. Ingiusta come tutte le
guerre, ovvio. Ma meriteremmo,
anche e non solo per questo, un
briciolo di riconoscenza. Credo in
un popolo, soprattutto, capace -
altro esempio - di dire no al nucleare
tanto tempo fa. Dal Nord al
Sud. E alla luce di quello che succede
oggi, possiamo dire di esseri
molto, molto civili”. Il brano, prodotto
da Keedoman per M.a.d.
Soul Records, è scaricabile gratuitamente
su internet dal profilo
“Pooglia Tribe”. Al momento
ha ricevuto circa un milione di
“download” in meno di una settimana.
Ma non è l’unica novità
che riguarda la “crew” barese più
nota d’Italia: un altro suo componente,
Reverendo Mc (noto per
aver inciso “Gente che Spera” con
gli Articolo 31) ha confezionato
un ottimo singolo con il cantante
milanese Entics: è inserito nel disco
di quest’ultimo “Ganja Chanel
n. 2”. Del brano sarà anche
girato un videoclip. Belle notizie
che giungono dal panorama
“underground” della provincia
barese, ricca di talenti ma senza
mai troppi strumenti per far si
che la nostra musica sia ascoltata
ovunque. ■
di riflettere sulla diffusione
della moneta elettronica.
Rispetto alla tecnologia NFC,
di cui abbiamo già parlato
in passato, è meno invasiva,
si adatta ai dispositivi già in
nostro possesso e consente
un notevole risparmio
sull’hardware. Appare però
tecnologicamente un passo
indietro rispetto a questa e
ad altri sistemi di pagamento
virtuali (Paypal su tutti) che
non solo ci liberano le tasche
dagli spiccioli, ma anche
dalla carta di credito. «
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
73

74
Il Resto dei ragazzi
A scuola con i falchi
► A scuola con
i Falchi è la sintesi
di un progetto
triennale
che ha avuto inizio in via sperimentale
nell’anno scolastico 2007/2008,
quando è stato predisposto il primo
modulo didattico che per la prima
volta ha fatto uso di un sistema di
monitoraggio denominato Falco1.0.
che successivamente, negli anni
2008-2010 è stato notevolmente potenziato,
dando vita rispettivamente
a Falco 2.0 e Falco 3.0
Il progetto è stato condotto secondo
tre moduli che hanno dato origine
poi alle tre sezioni del volume: il
“Grillaio”, il “Grillaio e l’Alta Murgia”,
il “Grillaio e la scuola”.
La prima parte del volume è interamente
dedicata alla presentazione
del falco grillaio considerato da
molto tempo ormai il vero signore
dei cieli dell’Alta Murgia.
Il falco grillaio o naumanni (così denominato
in ricordo di Johann Friedrich
Naumman che per primo studiò
e classificò questa specie), non
solo è il signore degli spazi aerei ma
incarna l’aspirazione segreta e l’ideale
inconsapevole dell’uomo libero.
Il luogo di caccia era ai tempi di Federico
II, come ancora oggi, l’ampia
distesa calcarea della Murgia.
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
[di Monica Vitale]
5 A Liceo Socio-psico-pedagogico - Altamura
Conoscere questo rapace, le sue
abitudini, l’ambiente in cui caccia
e si riproduce risulta essenziale per
attivare le necessarie strategie utili
alla sua conservazione. La specie,
infatti, ha subito un evidente calo
numerico in tutti i paesi europei nei
quali nidifica a causa delle pratiche
agricole o per la diminuita disponibilità
dei siti di nidificazione, o per
l’uso dei pesticidi.
La seconda parte del volume descrive
le caratteristiche dell’altopiano
della Murgia, circondato da
tredici comuni, direttamente interessati
allo studio realizzato e alla
diffusione dell’opera prodotta. Precisa,
infatti, il Ministero dell’Ambiente
che l’individuazione del territorio
dell’Alta Murgia per l’istituzione
del parco nazionale è dovuta
sia alle rilevanti valenze naturalistiche
(è una delle più importanti aree
steppiche d’Italia, con l’importante
presenza di vari endemismi flogistici
e una delle maggiori popolazioni
a livello nazionale di avifauna delle
steppe) sia a quelle paesaggistiche e
culturali (il calcare modellato dagli
elementi naturali e le architetture
rurali con esso realizzate, iazzi, casali,
neviere, edicole votive, muretti
a secco, affiancate dalla presenza
di testimonianze preistoriche fino ai
recenti ritrovamenti dell’Uomo di Altamura,
costituiscono un unicum di
grande suggestione).
La presenza del grillaio determina
un connubio tra architettura e
natura unico al mondo, e forse per
questo i falchi hanno un gusto e
un desiderio che l’uomo contemporaneo
sembra aver smarrito, quello
cioè di amare e rispettare gli ecosistemi
naturali e il patrimonio storico-architettonico
del paesaggio.
Alla luce di queste considerazioni
è quanto mai opportuno ribadire
la necessità dell’assunzione di una
nuova etica che promuova attitudini
e pratiche dell’uomo ispirate al rispetto
e all’uso sostenibile del mondo
naturale.
Nella terza parte della ricerca si sottolinea
l’impegno e la collaborazione
a cura di Roberto Traetta
del Liceo Cagnazzi con il Centro studi
“Torre di Nebbia” al fine di individuare,
attraverso una attenta ricerca
e documentazione, le linee guida
di una politica di sviluppo durevole.
“Il Liceo Cagnazzi” - ha ricordato il
preside Filippo Tarantino nella prefazione
del libro - “ha contribuito
alla realizzazione del progetto mettendo
a disposizione gli strumenti
propri, ovvero le discipline scolastiche
opportunamente applicate
all’oggetto specifico di ricerca, oltre
ovviamente, alle professionalità
specifiche e all’entusiasmo degli
alunni che hanno, in vario modo, dimostrato
le loro competenze culturali,
digitali, scientifiche, storiche,
artistiche e letterarie”.
Penso, quindi, che tutti possano fare
proprie le parole dell’alunna Rossella
Giannuzzi, riportate nel diaro di
volo: “A scuola con i falchi mi è piaciuto
tanto perché ho imparato. Ho
conosciuto il falco, ho imparato a
cercarlo nei cieli in primavera e in
estate, e a trovarlo senza difficoltà.
Ho imparato non solo a vedere la
Murgia, ma soprattutto a guardarla
e a capirla”. ■

L’uomo
e la natura
[di Antonella Loiudice]
5^ Ap Liceo Socio-Psico-Pedagogico - Altamura
► La Natura è una madre? E’ buona?
cattiva? Un oggetto da fare a pezzi?
E’ sacra? E’ mistero? O nient’altro che
materia, insieme di moti, flussi, vibrazioni,
atomi e molecole assemblati?
Dalle risposte elaborate a questi interrogativi
derivano poi i nostri comportamenti
e la relazione che l’uomo
decide di stabilire con la natura. Ovviamente,
nel corso della storia delle idee tale rapporto è
stato diversamente interpretato e vissuto.
Tutto il periodo rinascimentale fu percorso da
una intensa sensibilità in cui dimensione filosofica,
religiosa e scientifica, vivono confuse assieme
e portano a una immagine della natura
magica, animistica e vitalistica e a quella di un
uomo, il mago, capace di conoscere la natura
senza dominarla, anzi assecondandola “iuxta
propria principia”.
Pochi anni più tardi però con Galileo, Cartesio
e Newton, insieme ad altri protagonisti del-
Il Resto dei ragazzi
la “Rivoluzione filosofica e Scientifica” del XVII
secolo, sviluppano una immagine della realtà
radicalmente diversa. Si tratta di una concezione
“Meccanicistica”. L’immagine dell’universo
come grande “Organismo” cede progressivamente
il posto a quello della macchina. Il mutamento
di paradigma forse più radicale si è
verificato nello studio dei viventi; anche i fenomeni
biologici, infatti, vengono spiegati in analogia
con la macchina. Anche il pensiero illuminista,
secondo Horkheimer e Adorno, non
vede più il sacro nella natura e nella vita e per
questo si è condannato alla totale cecità. Se il
programma illuministico era quello di togliere
il velo al mistero per togliere dal mondo la superstizione
e la paura, esso è fallito perché mai
come oggi il mondo appare in balia della superstizione
e della paura; se il suo programma era
rendere il genere umano padrone e controllore
della sua abitazione, esso è fallito perché mai
come oggi, l’uomo appare sfrattato, sradicato,
incapace di qualsiasi strategia di controllo e di
previsione.
Attualmente il rapporto tra l’uomo e la natura
sembra si sia capovolto. L’uomo è diventato
per la natura più pericoloso di quanto un tempo
la natura lo fosse per lui; capovolgimento
già indicato da Sofocle in alcuni versi del coro
dell’Antigone:
”Molte ha la vita forze tremende; eppure più
dell’uomo nulla, vedi, è tremendo”.
Infatti se la prima rivoluzione industriale è consistita
nell’introduzione del macchinismo; se la
seconda si riferisce alla produzione dei bisogni,
la terza è quella che produce l’alterazione irreversibile
dell’ambiente e rischia di compromettere
la sopravvivenza stessa dell’umanità. L’uomo
appare quindi, come l’apprendista stregone
di J.W. Goethe, che ha evocato delle forze oscure
che non riesce più a controllare.
Di frontre a ciò si afferma l’esigenza, come sostiene
H. Jonas in “Il Principio Responsabilità”,
di cercare una nuova etica, una nuova maniera
di comunicare con la terra. Un’etica, che se
non vuole privarsi della scienza, riduca le pretese
della tecnologia di imporsi sempre e comunque
come profanazione e profitto. ■
Se volete proporre un articolo per questa rubrica, inviate il materiale all’indirizzo email
roberto.traetta@ilresto.tv
| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
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Sport
Adriano Cadregrari parla del mondo del pallone e dell’esperienza a Matera
«Questo calcio è malato»
[di Luigi Mazzoccoli]
Adriano Cadregari sulla
panchina del Matera
(foto da FcMatera.it)
76 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
► MATERA - È un uomo
vero, prima che un grande
professionista. Adriano Cadregari
è purtroppo un’eccezione
nel mondo del calcio
attuale: dice sempre
quello che pensa e si distingue
per lealtà e onestà.
Troppo per un ambiente
ipocrita e corrotto, dove ormai
conta solo il denaro. E
così tre anni fa, dopo una
lunga carriera in giro per
l’Italia e in tutte le categorie,
aveva abbandonato la panchina
per sedersi dietro la
scrivania, da direttore tecnico
del Lecco. Senonchè
l’estate scorsa l’aveva chiamato
Gino Dimitri, coinvolgendolo
nell’ambizioso progetto
del Matera. Che gli
aveva fatto ritornare la voglia
di riassaporare le emozioni
del campo.
Cadregari, è passato quasi
un anno da allora: intanto
come ha vissuto la città di
Matera?
È stata una sorpresa positiva.
C’ero stato solo una volta
quando allenavo a Taranto:
ci venni con mia moglie
per trascorrere una giornata
da turista. Ma solo ora
l’ho conosciuta davvero.
Intanto è una città bellissima,
ma soprattutto ci si
vive molto bene, la gente è
affettuosa ma non invaden-
te e io qui mi sento perfettamente
a mio agio, quasi
come se fossi a casa mia a
Crema: in tanti anni non mi
era mai capitato.
E Matera come piazza calcistica?
Ha sempre avuto una grande
considerazione nell’ambiente:
è una piazza molto
ambita. Ricordo spesso lo
stadio pieno e ribollente di
passione. Quello che è mancato
un po’ quest’anno. Ma
è una situazione generalizzata,
si assiste ovunque,
anche in serie A, allo svuotamento
degli stadi e in generale
alla disaffezione per
questo sport. Purtroppo il
calcio è malato.
E cosa l’ha fatto ammalare?
Troppe regole, spesso cervellotiche:
la tessera del tifoso
ad esempio, che davvero
sta tenendo molta gente
lontano dagli stadi. Ci vorrebbe
invece un po’ più di
buon senso. E poi gli interessi
economici stanno soffocando
la passione: i calciatori
sono assediati dai
procuratori e dagli stessi
genitori sin da bambini
nei settori giovanili; e magari
stressati anche dai tecnici,
così arrivano in prima
squadra già esausti. Del resto
anche il settore tecnico
è in crisi: non si inculca
più la passione per il calcio
ma solo l’idea delle carriera
a tutti i costi. E non s’insegna
più neanche la tecnica.
Come lei invece ha sempre
fatto, anche qui a Matera. Dove
tutti stanno apprezzando il suo
lavoro. Del resto l’obiettivo
iniziale della salvezza è stato
conseguito con largo anticipo.
Obiettivamente crede che si
potesse fare qualcosa di più?
Probabilmente sì. Magari se
non ci fossero stati i proble-
mi societari e se forse sin
dall’inizio si fosse fissato un
obiettivo un po’ più alto. A
salvezza acquisita è infatti
subentrato l’appagamento,
senz’altro fisiologico. Del
resto è una squadra giovane
ed inesperta, che riesce a
dare il meglio di sé solo nelle
difficoltà: anche nelle singole
partite le cose migliori le
hanno fatte dopo esser passati
in svantaggio
Ma crede che qualcuno di
questi giovani possa fare carriera?
Sì, ce ne sono diversi che ne
hanno le potenzialità, ma
tutti devono crescere molto
sul piano umano e professionale:
è il carattere che fa
la differenza tra i talenti che
sfondano e quelli che si perdono.
A me piacerebbe molto
proseguire il progetto avviato
con loro qui a Matera, rimarrei
volentieri anche l’anno
prossimo: quest’anno abbiamo
posto le basi per un
futuro importante, sarebbe
un peccato se per questioni
societarie si mandasse tutto
all’aria.
Ma allora non l’è passato
l’entusiasmo. Questo calcio
malato quindi si può guarire.
È questa città che mi entusiasma,
qui vivo una situazione
ideale. E per guarire
il calcio occorre riaccendere
la passione nei giovani e
coinvolgere le famiglie. Tutti
devono sentirsi parte del
progetto Matera. E magari
seguire l’esempio del presidente
Perniola, che sta davvero
dando tutto per questa
società: è una persona eccezionale.
Intanto, dopo la pausa, questa
domenica il Matera affronta
al XXI Settembre-
Franco Salerno il Campobasso.
■
«A Matera mi sento come a casa mia. Qui si potrebbe
davvero costruire qualcosa di importante»

Sport
Scialbo 0-0 interno ma salvezza quasi matematica
Fortis: pareggio flop, ora c’è la
Battipagliese
[di G.G.]
► ALTAMURA – Nonostante il ritorno
allo stadio D’Angelo di Altamura
e la buona cornice di pubblico
(circa 2mila spettatori anche
per la concomitanza della “Festa
Tricolore” organizzata dalla società
in occasione dei 150 anni
dell’Unità d’Italia) la Fortis Murgia
non va oltre il pareggio interno
contro il Boville Ernica. Uno 0-0
piuttosto scialbo che accontenta
in ogni caso due formazioni ormai
vicine alla matematica salvezza.
Davanti a una squadra ospite rinunciataria,
le uniche emozioni le
ha create la Fortis: al 32’ con Petruzzella
che divorava una ghiotta
palla-gol a porta sguarnita; nella
78 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011
ripresa con un tiro
dalla distanza di
Aiello e con Martimucci.
Da segnalare in questo
turno il nuovo
stop della capolista
Arzanese che ora
vede assottigliarsi
il suo vantaggio sul
Gaeta a sole due lunghezze.
Sempre in
alta classifica, bella
vittoria del Nardò in
casa del Grottaglie (3-0). Pareggio a
reti inviolate tra S.Antonio e Ischia
mentre il derby tra le due Francavilla
vede primeggiare la compa-
[di Vito Silletti]
Murgia Basket
doppia vittoria
L’Edil Balda si impone
contro Brindisi e Barletta
gine di Potenza per 2 a 1.Questa
domenica per la Fortis Murgia difficile
trasferta sul campo della Battipagliese.
■
► SANTERAMO -
L’Edil Balda Murgia
Basket Santeramo
macina punti su
punti. Dopo essersi
imposta a Brindisi,
nel turno infrasettimanale,
per 79-78 (gara
di recupero), ha
espugnato anche
il campo di Barletta
per 76-64.
A Brindisi migliorrealizzatoresantermano
è stato Jovic
con 26 punti. La
squadra inizia
con calma, poi si
compatta e, di fronte
all’ennesima difesa
a zona per i 40’,
Desantis accende
la luce con spunti
e prodezze. Alla fine
del secondo tempo
Santeramo va sul
+10: 43-33.
Nell’ultimo quarto
sono grandi Verrone,
Porfido e Dukanovic
che non fan-
no imbarcare acqua
alla loro squadra.
Il PalaMalagoli diventaincandescente,
perché la Virtus
Brindisi ovunque
tiri, trova incredibilmente
canestri.
Si scende dal +12 a
+4. Filazzola con le
sue penetrazioni carica
di falli gli avversari.
Si va avanti con
i tiri liberi.
A 12” i brindisini
raggiungono il -1.
La Edil Balda, però,
non si fa intimorire.
Alla fine i murgiani si
impongono meritatamente
anche per un
solo punto.
Contro il Barletta incontro
più facile: avversari
tenuti quasi
sempre a debita distanza.
Miglior realizzatore
Dukanovic
con 21 punti. Prossimo
incontro questa
domenica al PalaVitulli
contro il Nardò.
■

ALTAMURA
Viale Regina Margherita 32/e - tel 080/3149266

Grafi ca e concept Gianfranco Traetta
L'importanza di avere fondamenta solide
PRODUZIONE CONGLOMERATO CEMENTIZIO
sede legale
via San Ugo Remo, Foscolo, 3 34
70022 Altamura (Bari)
tel. 080 3149200
sede operativa
via P. Colletta km 1,800
70022 Altamura (Ba)
sede operativa di Bari
via dei Fiordalisi km 0,800
70126 Modugno (Ba)