ecco lo spazza-tour lucano Fuga dalla sanità: i casi Puglia ... - Il Resto

“Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, S1/MT ”
Anno III | Numero 85 | 30 luglio 2011 www.ilresto.tv
2,00 euro 1,00 euro
Fuga dalla sanità: i casi Puglia e Basilicata
Ri uti in viaggio: ecco lo spazza-tour lucano
L'INFORMAZIONE SUL TERRITORIO
Chi manovra
l'informazione?
La macchina del consenso vendoliana prevede contributi a pioggia provenienti da Bruxelles per
l’informazione locale e non, in Basilicata giornalisti al servizio del potere. E la graduatoria del
Corecom pugliese (soldi alle emittenti private) viene congelata per evidenti irregolarità.
OGNI SABATO IN EDICOLA
ALTAMUrA
Fiore al posto di
Zaccaria: cosa
cambia?
MATErA
Crisi al Comune
rimandata a settembre
GrAvINA
Maggioranza
sempre più senza
numeri
SANTErAMo
L’invasione
del fotovoltaico
cASSANo
Prg: botta e risposta
Di Medio-Gentile
BIToNTo
Valla sotto assedio
lo scarica anche
Labianca
ModUGNo
Gatti annuncia: più
tasse o sarà dissesto
BITETTo
Stipendi e cimitero
la maggioranza
chiarisce
BINETTo
Stazione Fal
ora c'è la biglietteria
automatica
pALo
I primi 100 giorni di
Conte: “organico
all’osso”
GrUMo
D’Atri: “Col taglio degli
stipendi risparmiati
325mila euro”
TorITTo
Cirillo risponde a
Bartolomeo: “Quanta
demagogia”

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“Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, S1/MT ”
Anno III | Numero 85 | 30 luglio 2011 www.ilresto.tv
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L'INFORMAZIONE SUL TERRITORIO
ALTAMURA
Fiore al posto di
Zaccaria: cosa
cambia?
MATERA
Crisi al Comune
rimandata a settembre
GRAVINA
Maggioranza
sempre più senza
numeri
SANTERAMO
L’invasione
del fotovoltaico
CASSANO
Prg: botta e risposta
Di Medio-Gentile
BITONTO
Valla sotto assedio
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Labianca
MODUGNO
Gatti annuncia: più
tasse o sarà dissesto
BITETTO
Stipendi e cimitero
la maggioranza
chiarisce
BINETTO
Stazione Fal
ora c'è la biglietteria
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Chi manovra PALO
I primi 100 giorni di
Conte: “Organico
all’osso”
l'informazione? GRUMO
La macchina del consenso vendoliana prevede contributi a pioggia provenienti da Bruxelles per D’Atri: “Col taglio degli
stipendi risparmiati
l’informazione locale e non, in Basilicata giornalisti al servizio del potere. E la graduatoria del 325mila euro”
Corecom pugliese (soldi alle emittenti private) viene congelata per evidenti irregolarità.
TORITTO
Cirillo risponde a
Bartolomeo: “Quanta
demagogia”
Fuga dalla sanità: i casi Puglia e Basilicata
Ri uti in viaggio: ecco lo spazza-tour lucano
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al tribunale di Matera
al n.5 del 2009
Numero chiuso in redazione
il 27 Luglio 2011 alle ore 22.50
OGNI SABATO IN EDICOLA
La missione
dell'informazione
E’ vero, il clima estivo ci invita
a parlare di qualcosa di frivolo.
Anche noi vorremmo appiattirci
sulla non-informazione e
dedicarci a sagre paesane e
concorsi di miss. Anzi, forse
vorremmo trasformarci in
vignettisti e raccontare qualche
storia a fumetti. Purtroppo
non possiamo per un fatto
semplice: l’informazione è una
sorta di missione, di vocazione
naturale. Il cattivo giornalismo,
in questo Paese (e in questo
territorio in particolare) fa
più danni della malasanità.
Non abbiamo la presunzione
di riuscire a soddisfare nelle
nostre pagine tutto lo scibile
“notiziabile” locale, ma almeno
ci proviamo. Con grande
sforzo. Perché per cercare le
notizie che non galleggiano in
superfi cie c’è bisogno di faticare,
di scavare nella melma. Per
questo bisogna dare atto a
tutti i nostri giornalisti di essere
vere e proprie antenne sul
sommario
30 luglio 2011 | n.85
15
55
58
territorio di riferimento. Di contro
bisogna ringraziare editori che
permettono loro di poter scrivere
quello che vogliono, senza tagli
e censure, senza visioni di parte.
E’ questo un valore aggiunto
che in molti ci riconoscono.
Non possiamo diventare
frivoli, dunque, perché i lettori
ci chiedono di non farlo e,
in molti comuni, il nostro
resta l’unico mezzo per
alimentare il dibattito politico
e non. Decide di telefonate
alla settimana raggiungono i
nostri giornalisti perché tizio
vuole replicare a caio, tanto
che siamo tentati di fornire i
rispettivi numeri di telefono
per facilitare i loro contatti.
Tutto questo per spiegare che
si tratta solo di cartaccia, ma il
suo peso specifi co è enorme.
Il giornalismo non è più quel
quarto potere di cui si parlava
una volta, ma comunque avere
un giornale o un’emittente
amica è pur sempre meglio
attualità
7 Fuga dalla sanità
12 Valbasento: cinquant’anni di
attese
13 Ecco lo spazza-tour lucano
15 Fitto ci riprova con il Piano
per il Sud
IN PRIMO PIANO
20 L’informazione di servizio
22 Comunicare il consenso
(elettorale)
24 Stampa e potere in Basilicata
tutti insieme appassionatamente
aLTAMURA
26 Fiore al posto di Zaccaria:
cosa cambia?
MATERA
30 Maggioranza in crisi
al Comune? Tutti rimandati
a settembre
GRAVINA
40 Maggioranza sempre più
senza numeri
SANTERAMO
44 Fotovoltaico sulle scuole…
e alle Matine
CASSANO
48 Prg: botta e risposta Gentile-
Di Medio
editoriale
[di Saverio Ricci]
di averli ostili. E così le nostre
Regioni utilizzano le risorse
europee che dovrebbero
servire per uscire dalle aree
sottosviluppate d’Europa per
creare il loro consenso, che
ovviamente non può essere che
elettorale. Guardate quanto
spende la “macchina di Vendola”
in (spesso inutile) pubblicità
istituzionale. Guardate come
in Basilicata certi giornalisti
occupano certi posti di potere.
Guardate quante emittenti
private ottengono denaro con
una semplice autocertifi cazione
(almeno fi no a quando è stato
possibile farlo) al Corecom (altro
organismo politico). In molti
hanno interesse a far passare la
velina istituzionale per notizia.
E la garanzia democratica che
dovrebbe essere garantita
dall’informazione libera passa
in secondo piano, come il
controllo su quello che accade
nei palazzi del potere. La nostra
assuefazione fa il resto. «
skype: ilresto
Chiama direttamente dal tuo pc Il Resto redazione
BITONTO
50 Valla sotto attacco
MODUGNO
55 “Nel 2012 rischiamo il
collasso fi nanziario”
BITETTO
58 Stipendi e servizi cimiteriali
il Pdl spiega
PALO
60 I primi 100 giorni di Conte
sindaco
BINETTO
63 La notte della Maddalena fa
rivivere il centro storico
GRUMO
64 D’Atri: «Con il taglio
degli stipendi risparmiati
325mila euro»
TORITTO
65 Cirillo risponde a Bartolomeo:
«Solo demagogia»
Cultura e spettacoli
71 L’omaggio di Matera ai
pionieri del cinema
Sport
76 Matera-Fortis Murgia
il progetto va avanti
tra dubbi e malumori
| iL RESTO sett imanale | 30 luglio 2011
5

Lettera al direttore
6 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
Questa Lucania
ricca ma povera
Ennesimo primato negativo per la Lucania,
regione in cui esiste troppa povertà, tanta ingiustizia,
troppi gli scandali impuniti, in cui
siamo ricchi ma…poveri. Non esiste al mondo
infatti un territorio più ricco di risorse naturali:
l’acqua, con 9 fiumi, 14 dighe e sorgenti
di acque minerali, il più grande giacimento di
petrolio di terra ferma d’Europa, due mari e
uno splendido territorio, tutto “sprecato” dalla
politica. In Lucania esistono 600 associazioni
socio culturali, ma solo poche si distinguono
per qualità e così negli anni, mentre
noi facevamo “filosofia”, al Nord del califfato
di Umberto di Pontida si costruivano autostrade,
aeroporti, porti, ospedali e università.
Noi invece potevamo contare solo sull’intervento
straordinario della Cassa del Mezzogiorno
e il massimo sviluppo lo abbiamo
avuto negli anni 80, quando però si pagavano
alle banche interessi al 30%, 8 punti in più
rispetto al Nord. Quando i nostri economisti
grilli parlanti faranno uno sciopero della
fame per richiamare all’ascolto i nostri amati
carnefici politici? Quando saranno utilizzate
al meglio le tante risorse, le zone industriali
e artigianali sparse in tutto il territorio? Solo
a Matera ne esistono cinque in stato di totale
abbandono, grazie all’incapacità delle tanto
chiacchierate associazioni di categoria. E la
realtà attuale continua ad essere disastrosa:
ponti che crollano e strade che franano senza
manutenzioni, fiumi che straripano creando
ingenti danni all’agricoltura già in ginocchio
per la crisi globale e per i tanti fallimenti impuniti,
quali quelli del Consorzio Agrario, della
centrale del latte, dei molini-pastifici, dello
zuccherificio e del mattatoio comunale. E poi
c’è stato il fallimento dell’industria pubblica e
privata: FerroSud, Anic, Pozzi, Ferbona, Eni,
Iri, Carbon Valley, Penelope, Snia, Drb e tante
altre. Per non parlare del polo del salotto,
il più grande al mondo, lasciato fallire facendo
insediare gli occhi a mandorli nella totale
indifferenza dei politici locali. Qualcuno anzi
ha spianato la strada ai cinesi, addirittura
fittandogli i capannoni. Bisogna poi chiarire
il funzionamento dei Consorzi fidi collettivi
di garanzia, necessari per facilitare l’accesso
al credito presso le banche: la Camera di
Commercio di Matera deve spiegare la messa
in liquidazione da 10 anni dei 5 Consorzi
che esistevano, indispensabili ai settori Industria,
Agricoltura, Commercio, Artigianato,
Turismo. Insomma il popolo lucano può
mangiare brodo con la forchetta per tutta la
vita, finché non avremo un sistema elettorale
decente per poter scegliere dal campionario
inesistente della classe politica: le segreterie
dei partiti maggiori sono vere e proprie
centrali di potere, affamate di poltrone ma ricattate
dai tanti partitini esistenti, mentre le
liste civiche sono scatole vuote. Il governatore
della Lucania poi, non consapevole della
grave crisi socio economica, nomina quattro
assessori tecnici esterni, discutibili nelle
loro capacità per tale importante ruolo: il risultato
è infatti sotto gli occhi di tutti. Unione
Europea fatti vedere, fatti sentire, non basta
più avere l’euro in tasca, vogliamo diritti:
il popolo lucano che ha vinto tutti i primati
negativi socio economici, dovrebbe costituirsi
parte civile per i danni ricevuti. Intanto
si allarga il divario con il Nord e così esistono
due Italia. Per riunificarla davvero, bisogna
partire dalla Basilicata, dalle sue tante
risorse, usate finora nel modo peggiore. Fare
una severa autocritica gioverà a tutti, perché
tutti sono responsabili dei disastri creati alla
nostra terra.
Giuseppe Bianco

Medici e infermieri pugliesi e lucani sempre più precari
► La sanità appulo-lucana è
sempre più nel caos. I deficit
sono a livello di guardia e così si
abbatte la scure dei tagli “a casaccio”
che finiscono per svantaggiare
le fasce più deboli della
popolazione (vedi ticket anche sui
farmaci salva-vita) e operatori del
settore. In Puglia si parla ad esempio
di carenza del personale infermieristico,
ma nella sola Asl di
Bari non è stato rinnovato il contratto
a quasi 1000 infermieri,
dal 2010 a oggi. Lo spiega in una
nota l’altamurano Domenico Cirasole,
a capo di un comitato che
guida la protesta. “Non si fanno
concorsi da più di 15 anni – dice
Cirasole - le Asl hanno assunto
solo personale a tempo determinato.
La politica di non prorogare
i contratti degli storici infermieri
precari ha una logica, ovvero evitare
di dover applicare la normativa
europea (principio forte) che
sanziona le aziende per lo sfruttamento
dei precari e impone la trasformazione
del rapporto di lavoro
di detto personale precario, dopo
36 mesi e 21 giorni. Di concorsi
negli ultimi mesi neanche l’ombra,
a causa del blocco del turnover
previsto nel piano di riordino
ospedaliero e di rientro nel
patto di stabilità, ma il timore di
sanzioni per mala-gestio impone,
i riciclati e non privi di peccato,
direttori generali, di lasciare gli
stessi infermieri a versare olio
sulle proprie ustioni per un in-
Attualità
Fuga dalla
sanità
[di Vito Lapolla]
cendio da loro non appiccato, ma
che anzi per anni hanno cercato
di delimitare accettando incarichi
trimestrali, rinnovati per 36
mesi. Mentre la casta si gode il
suo lungo riposo estivo, noi infermieri
da soli 36 mesi precari restiamo
a casa, senza stipendi, e
senza speranza, in attesa di nuove
mete nelle quali essere sfruttati, e
di sentenze di qualche tribunale
italiano che riconoscano il nostro
diritto come sanzionato alternativamente
nella causa C-53/04
dalla Corte di Giustizia Europea,
ovvero trasformando il contratto
in tempo indeterminato”.
E le cose non vanno meglio in
Basilicata. Una norma inserita
nell’assestamento di bilancio prevede
infatti il taglio del 10% fino al
2012 e del 15% a partire dal 2013,
dei salari accessori dei dipendenti
pubblici del settore sanitario (in
primis ovviamente medici e infermieri).
E’ stato calcolato che ogni
addetto (circa 7mila in Lucania)
si troverà all’incirca 100 euro al
mese in meno in busta paga.
Una situazione, dunque, al limite
della sostenibilità che sta portando
molti lavoratori a fuggire dalla
sanità pubblica verso quella privata.
A tutto discapito della qualità
dell’assistenza per chi ha la
sfortuna di ammalarsi. ■
Contratti a tempo determinato e tagli
in busta paga
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
7

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Attualità
Anniversario della posa della prima pietra, l’illusione di
farcela è rimasta intatta
Valbasento: cinquant’anni
di attese
12 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
[di Giuseppe Balena]
► Ventinove luglio 1961, 29
luglio 2011: cinquant’anni di
attese. Secondo Carlo Levi
Cristo si sarebbero fermi a
Eboli, alle porte della Lucania.
Negli anni successivi al confino
imposto al letterato torinese
dal regime fascista, la situazione
è progressivamente
mutata, sempre nella perenne
ricorsa verso il progresso economico.
Quando il boom economico
ha investito l’intera
penisola anche la Valbasento
ha intrapreso la strada della
riscossa, dopo gli anni bui a
ridosso della fine del secondo
conflitto mondiale. L’illusione
di farcela è rimasta intatta, cristallizzata
negli anni. In questi
giorni si celebrano, o forse è
meglio dire si commemorano,
i cinquant’anni della posa
della prima pietra dello stabilimento
Anic di Pisticci Scalo.
In quell’occasione giunsero in
Valbasento il Ministro dell’Industria
Emilio Colombo, il
Ministro delle Partecipazioni
Statali Ferrari Agradi, il presidente
del consiglio Amintore
Fanfani e il presidente
dell’Eni Enrico Mattei. Per un
giorno la Valbasento svestì i
panni della periferia agricola
e interpretò un ruolo centrale
nelle politiche industriali nazionali.
Allo scalo di Salandra
fu inaugurato il metanodotto
che arrivava fino a Bari,
aprendo, di fatto, la stagione
dello sfruttamento metanifero.
L’importanza dell’evento
fu sottolineato qualche mese
prima addirittura da un articolo
del Times: “Grottole, il
gas ha fatto quello che Garibaldi
mancò di portare a termine
qui. Ora la grande mira
degli abitanti, essi stessi trasformati
nella mentalità, è
sperare che il gas sia sfruttato
per i loro benefici, piuttosto
che portato via, per favorire
lo sviluppo di regioni
vicine”. Tra la folla festante
c’erano braccianti, bambini
e donne; quest’ultime vestite
di nero con il tradizionale
vestito del posto. Una
visione simbolica: la tradizione
che lascia il posto alla
modernità. Tutti avvertivano
l’importanza di quel giorno,
ma pochi effettivamente riuscivano
a capire con precisione
il vero significato di quel
cambiamento epocale manifesto
nelle fiamme che avrebbero
iniziato a bruciare dalle
sommità dei tubi delle postazioni
dell’AGIP. Riecheggiava
tra la folla il motto: “Dio ci ha
dato il metano, guai a chi lo
tocca”; spesso, però, la massa
poco scolarizzata confondeva
la parola “metano” con “letame”.
L’assonanza risultò
ben presto tragicamente profetica.
La scoperta del metano
risvegliò l’orgoglio sopito
da decenni di rassegnata
sonnolenza. All’epoca l’intera
area industriale avrebbe dato
lavoro a circa 3500 unità. In
quel giorno assolato di fine
luglio Enrico Mattei che sarebbe
morto in uno strano
incidente aereo l’anno successivo
dichiarò: “Mi hanno
insegnato una storia falsa,
una geografia falsa, un sacco
di cose false che io vado correggendo
nella mia mente e
di cui fornisco a tutti la dimostrazione
con i fatti che sono
false. Il Mezzogiorno è ricco! E’
ricco, prima di tutto, perché
dispone delle materie prime
più prestigiose, ossia la disponibilità
degli uomini, del
lavoro umano. Ed è poi ricco
per la sua disponibilità mineraria,
per le sue ricchezze nascoste
che devono venir fuori.
Metano ce n’è in questo sottosuolo
e c’è dell’altro che io
sono deciso a tirare fuori. C’è
una sola esigenza: si ritocchi
la legge mineraria, in modo
tale che liberi dagli impacci
chi vuol fare”. Ora la Valbasento
conta qualche centinaia
di lavoratori e le aziende
si possono contare sul palmo
di una mano. Il metano ha lasciato
il posto al “letame” industriale.
In cinquant’anni si
è sempre parlato di rilancio,
ma evidentemente la spinta
è stata sempre troppo fiacca.
Il titolo del libro “Cristo si è
fermato a Eboli” continua ad
avere una valenza intrinseca
incontrovertibile. ■
Il metano ha lasciato il posto al “letame” industriale

Ordinanza dirigenziale del presidente della Regione
Ecco lo spazza-tour lucano
[di Giuseppe Balena]
► La spazzatura lucana inizia il suo tour.
Alcune discariche regionali, infatti, saranno
le mete dello speciale tour della spazzatura
proveniente da comuni anche molto distanti.
Questo è quanto ha stabilito l’ordinanza
emergenziale del presidente della Regione
Basilicata n. 5 del 14 luglio 2011. In particolare
si è stabilito che il Comune di Maratea
conferirà i propri rifiuti solidi urbani dal
15/07/2011 al 30/11/2011 all’impianto di
Sant’Arcangelo; i Comuni di Lauria e Lagonegro,
invece, porteranno i propri rifiuti alla
stazione di trasferenza sita nel Comune di
Tito. L’ordinanza ha il carattere dell’emergenza,
pertanto, per il momento nella discarica
di Sant’Arcangelo saranno conferiti non
più di 75 tonnellate di rifiuti al giorno. La Provincia
di Potenza ha, inoltre, obbligato il Comune
di Sant’Arcangelo ad accettare un ulteriore
carico di spazzatura dopo la chiusura
temporanea della nuova discarica di Lauria
che necessita di alcuni lavori di regimentazione
del percolato. I tempi, però, non sono
certi: per il completamento delle operazioni
potrebbero essere necessari circa due mesi.
“I rifiuti del bacino che faceva riferimento alla
discarica di Lauria - si legge in un comunicato
della Regione Basilicata - in attesa della
soluzione dei problemi che hanno portato alla
inutilizzabilità di quell’impianto, saranno
smistati tra le discariche di Sant’Arcangelo
e di Salandra al fine di rendere sostenibile il
carico per gli impianti di vagliatura e biostabilizzazione
di ciascun sito. Lo spostamento
di rifiuti solido urbani dalla provincia di Potenza
a quella di Matera sarà comunque contenuto
nei limiti dei piani già vigenti e potrà
quindi essere immediatamente operativo”.
Già all’inizio di giugno un’altra ordinanza urgente
del presidente della giunta Regionale
della Basilicata aveva dirottato 23mila tonnellate
di rifiuti provenienti dai comuni del
potentino presso le discariche di Tricarico
(7500 tonnellate), Pisticci (8000 tonnellate),
Matera (1500 tonnellate) e Salandra (4000
tonnellate). Nei prossimi mesi sarà proprio il
comune di Salandra a ricevere buona parte
della spazzatura regionale, confermandosi
capofila dell’emergenza; infatti, il progetto
di aumento della volumetria della discarica
di località Piano del Governo di Salandra é
stato sottoposto alla fase di screening con
parere favorevole, pur senza l’assoggettabilità
alla procedura di valutazione d’impatto
ambientale. In emergenza tutto è concesso.
La Regione, inoltre, ha autorizzato l’ampliamento
della discarica di Pisticci, su propo-
sta dello stesso comune. La capienza della discarica
passa così a 300mila metri cubi, con
un incremento di circa 70mila metri cubi.
“La discarica – si legge nel provvedimento -
salvo ordinanze emergenziali che autorizzino
il conferimento anche da altre località regionali
ed extraregionali, dovrà accogliere i rifiuti
dei comuni del basso Basento per un
totale di 40 tonnellate al giorno”. L’impianto
prevede la produzione di Cdr o frazione secca
che verrà conferito all’inceneritore Fenice di
Lavello, per una quantità pari a 24 tonnellate
al giorno (circa 9mila tonnellate all’anno). Lo
spazza-tour lucano dal potentino verso il materano
non riguarda solo i rifiuti solidi urbani,
ma anche il percolato, ossia il liquido
che trae prevalentemente origine dall’infiltrazione
di acqua nella massa dei rifiuti in seguito
alla decomposizione degli stessi. Per
esempio il percolato della vasca della discarica
di Carpineto di Lauria, appena realizzata,
verrà traslato agli impianti di Tortora e
a quello di Tecnoparco in Val Basento. Il sistema
dei “rifiuti itineranti” in giro per la regione
assicura la disponibilità della sistemazione
per circa un anno e mezzo. Dopo questo
termine che cosa accadrà? Non è dato saperlo.
Un aspetto non secondario riguarda
ora la sicurezza di questi spostamenti che avvengo
su gomma. Come per tutti i tour che si
rispettino anche per quello della spazzatura
bisogna pagare il biglietto e a pagare saranno
tutti i cittadini lucani; questa volta, però, i
paesaggi d’ammirare durante il tour non saranno
certamente tra i più belli. ■
Attualità
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
13

Attualità
Ma le Regioni sono terribilmente in ritardo
con la spesa delle risorse europee
14 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
[di Vito Lapolla]
► Il ministro pugliese Raffaele
Fitto, al di là delle “menate”
della Lega Nord, ci riprova.
La scorsa settimana
ha messo intorno a un tavolo
i governatori della Regioni
meridionali (compresi
Vendola e De Filippo) per rilanciare
il piano per il Sud
da 100 miliardi di euro. Questa
volta non c’è da perdere
tempo altrimenti le risorse
andranno perse. In realtà
buona parte del danno è già
fatto. Basta vedere qualche
numero per capire che siamo
già in piena emergenza.
Il 2013 è vicino ma evidentemente
non tutti si sono ancora
resi conto dell’occasione
che si sta perdendo. Siamo
a più di metà del 2011
e la vagonata di denaro che
arriva ogni anno da Bruxelles
a favore delle regioni meridionali
d’Italia, ben 233,8
miliardi di euro, rischia di
riprendere la strada del ritorno
in vagoni altrettanto pieni.
Per il momento l’accesso
ai dati è alquanto difficoltoso
ma dal quinto monitoraggio,
aggiornato al 31 dicem-
bre 2010, esce una situazione
che definire allarmante è
poco, soprattutto nel Mezzogiorno
ma che non risparmia
alcune aree del Centro-
Nord, con un livello di spesa
effettiva al 12,1% e un
livello di impegni abbastanza
modesto (22,7%), con oltre
di 9,8 miliardi di euro
ancora da spendere da qui
alla fine dell’anno. Di questi
7,8 sono destinati proprio al
Sud, per evitare il disimpegno
automatico delle risorse.
La stima è stata fatta dalla
Uil nazionale e, al netto delle
chiacchiere di queste ultime
ore, evidenzia una situazione
drammatica. Una situazione
che, tralasciati per un attimo
i numeri, deve riguardare anche,
e soprattutto, la qualità
della spesa.
L’impressione, confermata
dai fatti, è che a questo punto
si debba guardare prima
di tutto alla quantità, perdendo
di vista l’obiettivo originario
dei fondi comunitari:
assicurare “addizionalità”
rispetto alla spesa ordinaria
e ridurre i divari territo-
riali. Invece, solo per fare un
esempio, il territorio murgiano
fatica a mettere d’accordo
le varie teste per pensare
a progetti che superino definitivamente
il gap infrastrutturale
(e non solo) che tarpa
da sempre le ali a quest’area.
I NUMERI
Attualmente in Puglia il livello
di spesa è al 9% (584 milioni
di euro su un totale di
6,5 miliardi di euro), e, con
1,1 miliardi di euro ancora
da spendere (+192% rispetto
alla spesa finora certificata);
in Calabria dove la
spesa è al 9,1% (351 milioni
di euro su un totale di 3,8
miliardi di euro) e, un’ulteriore
spesa da certificare a fine
anno di 667 milioni di euro
(+190,1% rispetto a quanto
speso ad ora). Migliore, si fa
per dire, la situazione in Sardegna
dove la spesa certificata
al 2010 è al 19,5% (474 milioni
di euro su un totale di
2,4 miliardi di euro), e, una
spesa da certificare a fine
anno, di altri 629 milioni di
euro (più 132,8% rispetto al

certificato finora); in Basilicata
con una spesa al 17,5%
(584 milioni di euro su un totale
di 1,3 miliardi di euro),
ci sono da certificare per fine
anno altri 265 milioni di euro
(più 141% in più rispetto del
totale della spesa del 2010).
Preoccupante è l’analisi della
spesa anche per le singole tipologie
di fondi poiché, mentre
il Fesr finanzia soprattutto
misure volte agli investimenti,
e, quindi interventi di
medio e lungo periodo, il Fse
finanzia la formazione e le politiche
attive del lavoro, compresa
l’inclusione sociale e
l’inserimento lavorativo dei
soggetti svantaggiati e non
solo, perché, è sempre bene
ricordare, che una parte consistente
del Fse (2,2 miliardi
di euro nel
biennio 2009-2010) è stata
impegnata per finanziare
gli ammortizzatori sociali in
deroga. Fondi europei per risolvere
un’emergenza nazionale.
Quanto di più contrario
a quello che dice di fare
Bruxelles.
Ebbene, ad oggi, per l’intero
periodo di programmazione
del Fse, su 15,3 miliardi
Cento miliardi per rilanciare il Mezzogiorno
a cominciare dalla infrastrutture
Fitto ci riprova
con il Piano per il Sud
di euro, esattamente ripartiti
al 50% tra Centro Nord e
Mezzogiorno, la spesa effettiva
è al 15,8% del totale, con
le regioni Centro-Settentrionali
al 21,5% e il Mezzogiorno
fermo al 11,6%.
Il crono programma per il
2011, per questo fondo prevede
una spesa da fare entro
la fine dell’anno di altri 2,5
miliardi di euro (+104,5% di
quanto già certificato), con le
regioni del Centro Nord che
dovranno certificare ulteriori
1,1 miliardi di euro (più
80,6%); mentre le regioni del
Sud dovranno spendere 1,4
miliardi di euro (136,8%).
IL PIANO
Nell’incontro con le Regioni
Fitto è riuscito per lo meno
a strappare una intesa sulle
priorità infrastrutturali
da inserire. Perno di questa
strategia è la realizzazione
dell’alta capacità su tre
linee: Napoli-Bari-Lecce-Taranto;
Salerno-Reggio Calabria;
Catania-Palermo. Gli
obiettivi: da Bari si raggiungerà
Napoli in due anziché
itre ore e mezzo; fra Salerno
e Reggio la percorrenza scenderà
da 5 ore e 30 a 4 e 15;
fra Catania e Palermo da 3
ore a un’ora e 10. Nell’ambito
del trasporto stradale,
il piano prende a riferimento
le opere strategiche quali
la Olbia-Sassari, il completamento
della Salerno-Reggio
Calabria (ormai arteria storica)
e il sistema autostradale
Catania-Siracusa-Gela-
Trapani. Un po’ di ottimismo
c’è se alla fine anche il presidente
lucano De Filippo è
parso soddisfatto: “Le misure
in tema di infrastrutture che
il ministro Fitto si appresta
a portare al Cipe rappresentano
una rottura del fronte
dell’assedio di tagli che Roma
sta facendo nei confronti delle
Regioni. Politica di rigore
-non vuol dire solo privazione
e riduzione, ma anche condivisione
e crescita. E l’azione
del ministro Fitto va in questa
direzione: infrastrutture
per lo sviluppo delle Regioni
e condivisione degli obiettivi
con i territori e chi li governa.
Una notizia in controtendenza
che speriamo non trovi
veti”. Al momento ce ne possono
essere solo due: uno di
carattere politico (è inevitabile
pensare alla Lega), l’altro
di carattere tecnico (le Regioni
devono spendere in fretta,
ce la faranno?). ■
Attualità
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
15

Attualità
“In una regione senza aeroporti,
le ferrovie rappresentano il mezzo
più importante per gli spostamenti,
subito dopo l’automobile”
Il Corsera fa il
miracolo di unire
Puglia e
Basilicata
con le Fal
16 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
[di Luigi Mazzoccoli]
► Una farsa senza fine. In
scena qualche giorno fa persino
sulle pagine del più importante
quotidiano nazionale.
Il Corriere della Sera
ha infatti pubblicato lunedì
scorso sulla sua edizione appulo-lucana
un lungo speciale
dedicato alla Lucania:
tra un’intervista-comizio al
presidente De Filippo, un
marchettone pubblicitario a
Marinagri e l’elogio della nostra
economia (!) “dalla filiera
estrattiva a quella dell’automotive”
(dove, guarda un po’,
il gruppo Fiat che attraverso
Rcs è editore del Corriere ha
interessi specifici in regione)
anche diversi buoni pezzi che
ne esaltano le eccellenze paesaggistiche,
architettoniche
ed enogastronomiche. Ma
poi…ecco anche il classico titolo
che fa sobbalzare sulla sedia:
“Uniti dalle Ferrovie Ap-
Secondo il quotidiano
torinese, le Ferrovie
Appulo Lucane
«svolgono oggi un ruolo
fondamentale nel
crescente sviluppo delle
aree interessate»
pulo Lucane” (in pagina). “In
una regione senza aeroporti
– vi si legge - le ferrovie rappresentano
il mezzo più importante
per gli spostamenti,
subito dopo l’automobile”,
quindi le Fal svolgerebbero
oggi “un ruolo fondamentale
nel crescente sviluppo
delle aree interessate” grazie
a una rete “ristrutturata
e ammodernata” con l’obiettivo
di “offrire servizi sempre
più adeguati” anche grazie
ad “un continuo confronto
con i clienti”…mah! Eppure
il pezzo è firmato dal collega
Angelo Alfonso Centrone, che
è di Molfetta: già, ma lì le Fal
non arrivano. Evidentemente
però dev’essere arrivata la
notizia che “sta cambiando
il modo di viaggiare in Puglia
e Basilicata”, come recita lo
slogan adottato dall’azienda
di trasporti nella campagna
di comunicazione promossa
nell’autunno scorso. La lumacona
che campeggiava sui
manifesti appariva però come
un patetico tentativo di difesa
preventiva, col malriuscito
ricorso all’autoironia: l’effetto
infatti era paradossale.
Le Fal del resto si sono guadagnate
sul campo in quasi
un secolo di “onorata” attività
(dal 1915, quando entrò
in esercizio la tratta Matera-
Bari) l’appellativo di Ferrovie
Appulo…Lumache, appunto.
Che tuttavia non viene mai
pronunciato con toni simpatici
e bonari, ma sempre con
un senso di rabbia e frustrazione
che oramai volge alla
rassegnazione. Eppure le Fal
sembrerebbero mantenersi
sempre giovani, quasi che
per loro il tempo non passi

mai. Già, in effetti è così: basta
chiedere ai tanti lavoratori
e studenti pendolari che
tutti i giorni salgono su quei
trenini che ancora oggi, come
allora, per percorrere i 70
chilometri che dividono Matera
da Bari impiegano più di
un’ora e mezza, quando tutto
va bene. Se poi capita (e capita!)
qualche banale contrattempo,
si parte dal capoluogo
pugliese alle 12.41
per giungere nella Città dei
Sassi alle 15.00, come è successo
qualche tempo fa. Eppure
pare che l’azienda abbia
da tempo intrapreso “un
percorso di cambiamento
Un mondo che va troppo in fretta
L’elogio della lentezza
[di Lorenzo Loizzo]
Abitiamo un mondo che
corre. Più veloce di ieri,
di oggi, più veloce di noi.
Mangiamo in fretta cibi
prodotti rapidamente,
lavoriamo di corsa, perché la
celerità e l’efficienza sono i
requisiti indispensabili di ogni
buon lavoratore. Riusciamo
ad essere a Roma e a New
York nella stessa giornata.
Dormiamo poco. Abbiamo
amori brevi e nelle famiglia,
con i figli, i genitori, gli amici
proteso al miglioramento ed
all’efficientamento della qualità
dei servizi in Puglia e Basilicata.
La mission aziendale
è quella di porre esclusivamente
il viaggiatore al centro
dell’attenzione aziendale”,
come si legge sul sito
ufficiale dell’azienda nel
messaggio di presentazione
del presidente Matteo Colamussi
(www.fal-srl.it). Che
da quando, due anni fa, ha
assunto questa carica ha regalato
grandi soddisfazioni
all’utenza materana: a maggio
del 2009 presentava infatti
alla stazione di Villa
Longo il “nuovo” treno, con
le carrozze riverniciate e dotate
di climatizzazione e di
un sistema di illuminazione
a led, ma …privo di servizi
igienici. E che comunque a
Matera non si è più visto
da allora se non nelle foto
ricordo di quel giorno. Un
anno dopo poi, nel maggio
2010, si sbilanciava in un
incontro col sindaco Adduce,
al quale garantiva
entro un paio di mesi la riduzione
dei tempi di percorrenza
tra Matera e Bari a 50
minuti. E invece…“Quando
ero piccolo – scriveva un
blogger materano qualche
tempo fa - con mia madre
prendevamo la littorina per
andare a Bari e ricordo che
il biglietto costava 500 lire.
Oggi dopo non so quanti
siamo “essenziali”. Non
possiamo essere gli ultimi
e quindi corriamo, come
tante schegge impazzite,
rincorrendo ciò che altri ci
dicono di inseguire. Acidi,
come dei limoni secchi, non
abbiamo mai tempo per ciò
che ci piace e non abbiamo
mai parole per coloro a cui
teniamo davvero, ma solo
per ciò che il nostro ruolo
richiede. Oggi chi ha i soldi non
ha il tempo, e chi ha il tempo
anni, e complice un atterraggio
a Bari, ho ripreso la
littorina e, con mia grande
sorpresa, con soli 4 euro ho
rivissuto le mie esperienze
di bambino…La stessissima
carrozza, la solita calca di
gente, la solita puzza indefinibile,
gli stessi sedili… insomma,
un viaggio indietro
nel tempo con la consapevolezza
di un presente che è
rimasto identico al passato,
ad un prezzo stracciato”…■
non ha i soldi. Scampare
al lavoro è difficile quanto
sfuggire alla disoccupazione.
Si legano le persone con il
denaro e spesso la gente
sacrifica la propria libertà per
il denaro. Ma che senso ha
tutto questo? Che senso ha
questa trottola impazzita che
gira sempre su se stessa? Che
senso ha vivere senza mai
comprendere e fare ciò che
ci piace davvero? Andare da
un capo all’altro del mondo
e non visitare davvero i posti
in cui si è. Vivere e non avere
tempo di giocare, concedersi
del tempo per dello sport, per
imparare a cucinare le cose
che ci piacciono, fermarsi
Attualità
a guardare un tramonto o
ammirare l’immensità del
panorama, giungere alla
meta senza conoscere la
strada? Che senso ha vivere
e non accorgersi del tempo
che passa, delle stagioni che
si avvicendano, del nostro
corpo che cambia. Vivere
senza imparare la vita. In
“Umano troppo umano”
il grande filosofo Fredrich
Nietzsche diceva: “La calma
nell'azione. Come una cascata
diventa nella caduta più lenta
e sospesa, così il grande
uomo d'azione suole agire
con più calma di quanto il suo
impetuoso desiderio facesse
prevedere prima dell'azione «
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
17

Attualità
La loro vita stravolta quel primo marzo quando
esondarono vari fiumi nel Metapontino
Lo sciopero della fame
degli alluvionati
18 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
[di Giuseppe Balena]
► Mimmo, Maria, Agostino,
Fedele, Patrizia, Adele ed Ernesto.
Nomi di persone “normali”
che, però, quotidianamente
devono affrontare una
situazione “straordinaria”.
La vita di queste persone,
come quella di altre cento famiglie,
è stata segnata irrimediabilmente
il primo marzo
scorso quando in seguito a
piogge abbondanti esondarono
i fiumi Bradano, Agri,
Sinni, Basento, Cavone e Galaso.
L’alluvione provocò ingenti
danni alle abitazioni e ai
terreni di numerose aziende
agricole di una vasta zona a
cavallo tra Puglia e Basilicata
e in particolare nelle località
di Marina di Ginosa nel tarantino
e di Serramarina di
Pisticci in provincia di Matera.
Sono residenti proprio
in queste due località le persone
che in questi giorni ha
iniziato lo sciopero della fame
per sollecitare la nomina da
parte del governo di un commissario
con poteri straordinari
che intervenga per
far fronte allo stato d’emergenza.
Dopo cinque mesi, infatti,
la situazione è ancora
bloccata e le aziende agricole
della zona versano ancora
in condizioni economiche
d’emergenza. Dopo la
prima stima dei danni materiali
ora le difficoltà maggiori
sono legate soprattutto
alla perdita del posto di lavoro
di quanti erano impiegati
nelle aziende agricole colpite
dal maltempo. Mimmo,
Maria, Agostino e Fedele sono
agricoltori di Serramarina e
non hanno più un posto di lavoro.
Patrizia, Adele ed Ernesto,
invece, sono di Marina di
Ginosa e non hanno più una
casa. “Non toccheremo cibo -
annunciano - fino a quando
non ci saranno risposte certe.
Contro l’arroganza di chi fa
finta di non vedere lo stato in
cui siamo e cerca ogni scusa
per non assumersi le proprie
responsabilità opponiamo la
nostra dignità di chi non ha
colpe ma chiede il diritto ai
risarcimenti e a un territorio
in sicurezza”. I promotori
della protesta, insieme con
altre persone che si trovano
nella medesima situazione,
hanno formato il Comitato
per la difesa delle terre Joniche
per far sentire la propria
voce, soprattutto in seguito
alla modifica della legge
sulle calamità naturali contenuta
nel decreto mille proroghe.
Con tale modifica, infatti,
infatti, la gestione dei danni
provocati dalle calamità na-
turali ricadrebbe sulle regioni
che a loro volta scaricherebbero
sui cittadini con
l’innalzamento delle tasse regionali.
Questa situazione di
rimbalzo di responsabilità tra
governo e regione è alla base,
di fatto, dello stallo nel quale
ci si trova attualmente. Dopo
le prime promesse da parte
dei parlamentari di tutti gli
schieramenti politici e della
stessa Regione la situazione
ora è completamente bloccata
principalmente a causa della
blindatura del testo della finanziaria.
I fondi per le calamità
naturali, spesso, si
perdono nei meandri della
burocrazia. Presso il Ministero
dell’Economia e delle
Finanze giace, per esempio,
ancora la richiesta di risorse
straordinarie, valutate favorevolmente
dalla Protezione
civile nazionale, destinate
alla Regione Basilicata per far
fronte alle avversità atmosferiche
del novembre del 2010.
L’impressione è che il governo
utilizzi due pesi e due misure;
lo stato di calamità naturale
per l’alluvione che ha colpito
il Veneto, per esempio, è stato
gestito in tempi molto brevi.
Proprio per questo i sette residenti
delle zone colpite ora
sono intenzionati ad “alzare la
voce” con una protesta silenziosa
e drammatica. Precisa
Gianni Fabbris, coordinatore
del Comitato: “La protesta
andrà avanti fino a quando
il presidente Berlusconi non
avrà fatto quello che è dovuto,
ossia l’emanazione dell’ordinanza
conseguente allo stato
d’emergenza”. Il comitato
chiede in sostanza al governo
di mettere a disposizione le
risorse necessarie e rimuovere
gli ostacoli normativi del
patto di stabilità, in modo
tale che la regione possa utilizzare
i quaranta milioni di
euro più volte annunciati,
senza imporre la tassa sulle
alluvioni. La forma di protesta
scelta è certamente quella più
dura, ma forse anche la più
indicativa della situazione attuale
degli alluvionati, molti
dei quali sono veramente, appunto,
alla fame. ■

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In primo piano
20 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
La comunicazione da noi: soldi a tutti per “ammorbidire” le notizie
L’informazione di servizio
[di Saverio Ricci]
► Il nuovo metodo del consenso elettorale in
Puglia (ma anche in Basilicata) si chiama comunicazione.
E’ il metodo più semplice per
aggirare l’intoppo delle gare pubbliche e distribuire
soldi ad amici e amici degli amici.
Si affidano servizi, bandi, pubblicità istituzionali,
rassegne stampa ad agenzie nazionali
e locali più o meno note. In un periodo di
crisi come quello che sta attraversando l’editoria,
si ammorbidisce in questo modo la linea
di certa stampa. L’informazione diventa così
“controllata”, di servizio, alla faccia dei conflitti
d’interesse berlusconiani. Tralasciando
la giungla dei fondi a favore dei giornali, basti
pensare a quello che sta accadendo nel Corecom
pugliese (il comitato regionale per le comunicazioni)
che, in base a una sentenza del
Consiglio di Stato (la numero 1683 del 11) ha
dovuto congelare e ristilare la graduatoria del
contributo pubblico alle emittenti private. Il
gioco è semplice: per anni questi contributi
(quello al gruppo Telenorba solo per fare un
esempio, si aggira intorno ai 3,5 milioni di
euro l’anno) sono stati assegnati in base a
un graduatoria approntata dallo stesso Corecom
(ufficialmente organismo di controllo indipendente
ma i cui componenti sono nominati
dal consiglio regionale, con vari conflitti
d’interesse in essere) sulla base di due requisiti:
fatturato del’azienda e giornalisti regolarmente
assunti. Bastava una semplice autocertificazione
e i controlli erano più o meno
nulli. Dopo anni di bagordi, qualcuno ha voluto
vederci chiaro. Così come impone il Consiglio
di Stato, ora i controlli devono essere effettuati
già nella fase istruttoria e non quando
materialmente si stavano staccando gli assegni.
Ne è derivato che, per l’anno 2010, una
serie di emittenti non hanno potuto usufruire
del denaro di Papà-Stato: Blustar Tv, Puglia
Channel, Norba Channel, TBM, Super 7, Studio
100, Telepuntocinque, Tele Bari, TRBC,
Canale 8. Una emittente tarantina è stata perfino
sequestrata perché aveva dipendenti fasulli.
Per gli anni precedenti, una sorta di moratoria
ha coperto il tutto, eppure ci risulta
che qualche studio fosse stato approntato alla
bell’e buona solo per entrare in graduatoria.
Basta leggerla e si trova di tutto, anche tv condominiali
“fatte in casa”.
La comunicazione istituzionale, che utilizza i
fondi europei, serve dunque a creare una rete
clientelare da utilizzare quando serve. La Puglia
fece una magra figura già qualche anno fa
quando un imprenditore americano (Paul Cappelli,
guardacaso di origini terlizzesi) denunciò
in una lettera al Corsera alcune irregolarità in
una gara da 7 milioni di euro per la promozione
della Puglia turistica all’estero. Il caso divenne
di dominio pubblico e la gara (vinta dai
soliti noti: un’Ati con Telenorba e Gazzetta del
Mezzogiorno) fu prima congelata, poi cancellata.
Quei 7 milioni, da spendere entro dicembre,
furono utilizzati per qualche notte bianca
al gelo e alcune sagre paesane. Un modo intelligente
per promuovere, come diceva il bando
in maniera beffarda, la Puglia turistica al’estero.
La notizia ebbe molta difficoltà a diventare
di dominio pubblico, come oggi quella del Corecom.
E’ facile immaginare perché. ■
Il caso del Corecom pugliese: basta autocertificazioni
ora si controlla davvero?

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In primo piano
Alba Sasso
22 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
Ecco come la macchina vendoliana spende le risorse europee
per le aree sottosviluppate
Comunicare il consenso
(elettorale)
[di Nino Sangerardi]
► La comunicazione milionaria
(mass media cartacei,
Tv, radio, dvd, internet, agenzie
di stampa nazionali, locali
ed estere) della Regione Puglia.
Argomento di pubblico
interesse di cui facile non è
avere più o meno contezza
documentale. Grazie a un lavoro
mica semplice di ricerca
giornalistica ecco nomi, cognomi
e finanziamenti. Un
bel giorno in capo ai vertici
politici regionali erano planati
otto milioni di euro. Denaro
per il piano comunicazione
programma operativo
Fse 2007-2013, fondo sociale
europeo, ideato da presidente
e membri di sinistra vendoliana.
Approvato dalla Commissione
Europea il 28 maggio
2008. Montagna di soldi
che in data 25 giugno 2010
il comitato di sorveglianza ha
riformulato in euro 5 milioni.
Sempre tantissima moneta è.
Risorse finanziarie che sgorgano
dall’Asse IV assistenza
tecnica, rimpinguato dalle
quote dell’Unione Europea
e Stato italiano; rispettivamente
per 2.905.679,71 e
1.594.320,29 euro. La Regione
mette di suo 322.851,06
più 177.148,84 euro.
PRIMA DI TUTTO
COMUNICARE
Secondo il governatore Nichi
Vendola e i suoi assessori
il successo delle politiche di
sviluppo regionale è correlato
alla creazione “... di un sistema
di azioni di informazione,
comunicazione e pubblicità
in grado di trasferire in modo
trasparente i contenuti delle
attività del programma operativo
e di ridurre le distanze
tra istituzioni, cittadini, imprese
e stakeholders del terri-
torio”. Stakeholders? Dentro
l’incarto che si è potuto consultare
non si rileva il significato
italico della parola angloamericana.
Strano modo
di “ ridurre le distanze tra
istituzioni e cittadini”. I cinque
milioni di euro dovrebbero
essere spalmati verso le
direzioni seguenti: 100mila
per un numero telefonico
verde e “front office”(front
office?), 100mila campagna
di comunicazione,100mila
su mass media regionali,
200mila per affissione cartelloni
pubblicitari formato 6x3,
150mila inerenti il notiziario
radiofonico, 2.400.000,00 in
attività varie riguardo l’attuazione
del piano di comunicazione
mentre 1.950.000,00
al “piano mezzi più notiziario
radiofonico”.
Il potere decisionale dell’iniziativa
è stato affidato al servizio
regionale Formazione Professionale,
il cui assessore è
l’onorevole Alba Sasso, nominata
da Vendola in qualità di
“tecnico”, ex Ds oggi nel minipartito
Sel. Quello gestionale
ad una unità operativa composta
dai componenti della
dirigenza Formazione Professionale
e Comunicazione
Istituzionale. Con una postilla:
“Adeguatamente supportati
da professionalità esterne”.
E soprattutto: “Si devono
avviare con urgenza le iniziative
di comunicazione entro
l’anno 2011”. Se non accade,
lo stanziamento europeo andrà
a beneficio di Paesi come
Romania e Bulgaria. Riusci-
ranno Vendola, giunta e funzionari
a rispettare i dettami
della Commissione Europea?
Dubbi non mancano. La ragioneria
generale dello Stato
italiano, a proposito dei fondi
comunitari Fse-Fesr 2007-
2013 aggiornati al 31 dicembre
2010, scrive della Regione
Puglia: contributo totale
euro 6.517.243.956, impegni
euro 2.437.101.022, pagamenti
697.277.735. Come
mai la “Puglia Migliore”, inventata
dall’aspirante statista
transnazionale proveniente
da Terlizzi Nichi Vendola,
baciata da così tanta
posta finanziaria, risulta incapace
di spendere?
DENARO PER GLI AMICI
Veniamo dunque ai beneficiari
degli investimenti approvati
e realizzati nell’ambito
del cronoprogramma operativo
Puglia, asse n. 4. La
Regione per il convegno “comunicare
la crisi” acquisisce
moduli pubblicitari sul quotidiano
la Repubblica-Agenzia
Manzoni: euro 14.408,00.
Medesimo rapporto “comunicare
la crisi” inserito nelle
pagine di Corriere Mezzogiorno
di Campania e Puglia:
a Rcs-Corriere della Sera
vanno 6mila euro, mentre al
giornale gratuito E Polis euro
7.199,27. La dizione “Acquisizione
spazi pubblicitari
Gazzetta del Mezzogiorno”
registra euro 7.199,27. C’è il
dossier. Lo propongono i quotidiani
La Stampa e Gazzetta
del Mezzogiorno, la pubblici-
Denaro a pioggia per amici e amici
degli amici, clientele che poi si
trasformano in voti

tà la raccoglie per entrambi
Publikompass spa del Gruppo
Fiat (in Basilicata la Gazzetta
Mezzogiorno è distribuita
insieme con La Stampa:
paghi uno prendi due). Il titolo
è modesto: “Dossier Puglia
e Basilicata”. Per siffatta operazione
editoriale la Regione
consuma 6mila euro in favore
dei piemontesi e 24mila nelle
casse degli appulo-lucani.
Alla Gazzetta del Mezzogiorno
il governo di via Capruzzi
in Bari sborsa 24mila euro
riguardo pagine pubblicitarie
su “ Magazine Turismo”.
Quattordicimila e centosessanta
euro a Il Messaggero e
Il Mattino di proprietà della
famiglia Caltagirone per acquisizione
spazi pubblicità.
Non è dato sapere l’entità
redazionale. Spunta anche
il pimpante Giuseppe (detto
Pippo) Marra, padre padrone
dell’Agenzia Adn-Kronos.
La Regione compra una pagina
promozionale de “Il libro
dei fatti” di Adn Kronos srl al
prezzo di 14.408,40 euro.
Emolumento un tantino esagerato
al tempo di internet.
Fra l’altro la Regione versa ad
Adn Kronos euro 52.623,74
per servizio di agenzia di
stampa.
Il notiziario “Turismo Puglia”
messo in atto dalla Regione
Puglia in collaborazione
con l’Agenzia Ansa costa
102.000,00 euro. Quest’ultima
società editoriale ha stipulato
un contratto di servizio
(agenzia stampa) con la
stessa Regione da 471.023,92
euro. Non manca il gruppo
Mediaset-Mondadori: i filmati
promozionali della Puglia
nel programma “cuochi
senza frontiere” al prezzo di
18mila euro. Invece Panorama
Travel e Sorrisi e Canzoni
Tv, per spazi pubblicitari,
intascano 56.100,13 euro;
la propaganda su Il Giornale
della famiglia Berlusconi
ha un esborso di 2.550,00
euro. Ammonta a 207.400,00
euro l’investimento della Regione
pianificato sulle riviste
“Dove” e “Magnifica Italia”
di Rcs-Corriere della Sera. Il
capitolo di spesa denomina-
to “iniziative di comunicazione
e promozione sulle testate
Rcs” consta di 202.800,00
euro ma non è specificato
quali e quanti mezzi di promozione
e comunicazione
sono stati impegnati. I Viaggi
di Repubblica (quotidiano la
Repubblica) per la Settimana
Santa richiedono 27.492,00
euro; la passione di Cristo
sul Corriere del Mezzogiorno
euro 2.160,00. La Settimana
Santa in Puglia organizzata
dall’Associazione Opera
di Molfetta euro 18mila, il dvd
“La passione vivente” della
Domasya Film, euro 24mila.
Il progetto speciale del “Qui
Touring” srl, euro 96mila; a
un foglio cartaceo intitolato
“Le Nouvel economist”, edito
da Vox Media partner Paris,
vanno euro 26mila; e 72mila
euro al piano comunicazione
Nichi Vendola
in occasione del Jops Fest
2010 di Roma, settemila euro
per due pagine marketing su
Guida ai Ristoranti de Il Sole
24 Ore, ottomila per banner
sui siti internet Turistipercaso.tv
e Turistipercaso.it. Ma
quanti visitatori unici hanno
accumulato? Parecchie voci
di spesa non riportano il dettaglio
dei mass media finanziati.
Qualche esempio: campagna
di comunicazione “su
quotidiani e stampa di settorefebbraio-marzo-aprile
2010” euro 401.000,00;
rete di festival euro
1.980.000,00; circuito delle
Musiche e della Danza euro
2.830.000,00; azioni di comunicazione
integrata euro
1.000.000,00; internazionalizzazione
della scena euro
1.236.000,00; produzioni di
spettacoli e animazione teatrale
euro 1.470.000,00;
campagna comunicazione
Aeroporti di Puglia spa euro
1.000.000,00; Apulia Film
Commission: progettualità
integrata, iniziative di
ospitalità e comunicazione
euro 450mila; promozione
e comunicazione Cineporti
euro 180.000,00; Apulia
audio vision workshop euro
300.000,00.
Dulcis in fundo “ ... l’acquisto
spazio pubblicitario campionato
mondiale di classe
Circolo della Vela” euro
20mila e piano di comunicazione
Circolo della Vela di
Bari per regate in Francia,
Paesi Bassi e Turchia euro
30.000,00. I signori del Circolo
della Vela non sono i ricchi
e arricchiti delle Puglie?
Hanno davvero bisogno, per
la pubblicità, di 50mila euro
dalla Regione Puglia?
Per concludere, a tutto
quanto sopra descritto bisogna
aggregare i milioni
di euro stanziati in pubblicità
e comunicazione dalle
società a capitale della Regione
e gestione partitocratica
come il Teatro Pubblico
Pugliese, Puglia Sounds,
Puglia promozione, Puglia
events, Apulia film commission,
Aeroporti di Puglia,
Fiera del Levante, eccetera.
La Regione Puglia ha un fatturato
annuale di 14 miliardi
di euro. Possibile che nessun
consigliere regionale,
nell’anno 2011, sia in grado
di ottenere, e comunicare
via mass media, i rendiconti
di bilancio particolare e generale
che va sotto il nome
di “spese in comunicazione
e pubblicità”? ■
In primo piano
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
23

In primo piano
I NOSTRI SERVIZI
24 | iL RESTO sett imanale | 30 luglio 2011
I giornalisti delle principali testate cooptati
in Regione e Comuni
Stampa e potere in
Basilicata tutti insieme
appassionatamente
[di Luigi Mazzoccoli]
► Narra la vita di Charles Foster
Kane, personaggio liberamente
ispirato al magnate statunitense
dell’editoria William Randolph Hearst.
Da allora con “Quarto potere”
– fi lm del 1941, il primo diretto
da Orson Welles (allora appena
25enne) che interpretò anche la
parte del protagonista – si indica la
“casta” dei giornalisti di cui tanto si
parla in questi ultimi tempi. O meglio
la capacità dei mezzi di comunicazione
di massa di infl uenzare
le opinioni e le scelte della gente.
Affi ancandosi così agli altri tre poteri
tipici degli stati cosiddetti democratici:
il legislativo, l’esecutivo
e il giudiziario. Con tutte le possibili
controindicazioni: il rischio
del controllo politico sui mezzi di
informazione e del loro accentramento
nelle mani di pochi e ristretti
gruppi, solitamente di grandi capacità
fi nanziarie, che tendono poi
a fi ltrare le informazioni in contrasto
con i propri interessi, compromettendo
così la possibilità dei
cittadini-elettori di farsi delle opinioni
informate e prendere decisioni
conseguenti. Il quarto potere
insomma (così come gli altri tre)
dovrebbe essere separato dagli altri.
È noto però che in Italia (ma
anche all’estero) da tempo non è
così: i gruppi Rcs/Corriere della
Sera-Fiat, Mediaset e L’Espresso/
La Repubblica-De Benedetti infatti,
fanno un po’ quello che vogliono
nella politica e nell’economia.
In Lucania invece non ci sono
grandi gruppi editoriali, eppure…
stampa e potere stanno sempre
tutti insieme appassionatamente.
In uffi cio e anche…a casa. Già, è
molto più agevole in Lucania fare il
giornalista se si è di “buona famiglia”.
Come infatti le famiglie borghesi
dell’Ottocento producevano
in serie vescovi, avvocati e dottori,
così le migliori famiglie lucane di
oggi producono…politici e giornalisti!
Nessuna meraviglia allora
se qualche mese fa Gianni Lacorazza,
fratello di Piero, presidente

della Provincia di Potenza (eletto
nel Pd), si aggiudicava due dei tre
concorsi banditi dall’Apt per figure
nell’ambito della comunicazione;
né tantomeno c’è da stupirsi
se nello stesso periodo Mary Fasano,
cognata dell’onorevole Salvatore
Margiotta (deputato lucano
anche lui del Pd) si aggiudicava
uno dei due posti in un analogo
concorso bandito dall’Arpab, altro
ente regionale. Ma in realtà c’è posto
anche per i “figli di nessuno”:
non risulta infatti che abbia parentele
politiche Nino Grasso, ex
editorialista della Nuova del Sud,
che dopo aver contrastato per anni
dalle colonne del suo giornale le
inchieste scottanti di De Magistris
e Woodcock, l’anno scorso è
stato voluto dal presidente della
Regione De Filippo come suo portavoce;
fa compagnia così al suo
collega della Gazzetta del Mezzogiorno
Giovanni Rivelli, nominato
nello stesso periodo capo dell’ufficio
stampa della Regione, di cui
faceva parte fino a qualche mese
fa anche il suo collega di testata
Serafino Paternoster - che è pure
presidente di Assostampa Basilicata,
il sindacato dei giornalisti –
poi scelto dal sindaco di Matera
Adduce come addetto stampa al
Comune. E così dal Palazzo di Via
Anzio a Potenza era rimasta fuori
solo una testata quotidiana regionale,
il Quotidiano. Per completare
il quadro allora, pare si stesse
pensando al direttore Paride Le-
di Clemente B. & Silvestri V.
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porace da porre a capo dell’istituenda
Film Commission regionale,
con uno stipendio di 4.000
euro per sole 8 giornate lavorative
al mese. Senonché la notizia
era stata anticipata nel novembre
scorso in Rete e poi ribadita nel
corso di un incontro pubblico su
“la cittadella del cinema a Matera”
organizzato dall’associazione culturale
Medeura del consigliere regionale
Santochirico. E così per un
po’ non se n’era più parlato. Fino al
21 aprile scorso, quando la Nuova
del Sud riprendeva la notizia,
dando per imminente la nomina
di Leporace. Che, stando almeno
alle cronache, non la prendeva
bene e reagiva in maniera piuttosto
brusca nei confronti del suo
collega Mimmo Parrella...Certo,
per svolgere al meglio la delicata
attività della comunicazione istituzionale
occorrono grande competenza
ed esperienza, che ai citati
colleghi non difettano affatto,
anzi. Così come, però, anche a
tanti altri tra i circa 800 giornalisti
lucani iscritti all’Ordine, per
lo più disoccupati o precari. Che
per giunta non avrebbero creato
alcun imbarazzo: è umanamente
comprensibile infatti la difficoltà
di attaccare enti che curano i rapporti
con la stampa tramite colleghi
con cui per anni si è condivisa
la redazione o addirittura la scrivania.
A meno che non sia proprio
questo che si voleva…■
In primo piano
E i concorsi per la
comunicazione negli
enti li vincono
sempre gli amici
(e i parenti)
degli amici
www.newpaint.it
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
25

Altamura
26 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
[di Paolo Carlucci]
► La giunta ormai è completa. La
pace dovrebbe regnare sovrana
nell’esecutivo Stacca, almeno sulla
carta. Dopo le dimissioni dell’assessore
Zaccaria, la delega all’Urbanistica
è rimasta vacante per qualche
tempo. In questi giorni è stata
ufficializzata la nomina di Franco
Fiore, che prende il posto proprio
di Zaccaria. Geometra di profes-
Qualche mugugno dopo l’ennesima decisione di
Stacca che ai più sembra non condivisa
Fiore al posto di
Zaccaria: cosa cambia?
Ufficializzata anche
la nomina di Laterza
al posto di Tresca
sione, candidato alle ultime amministrative
nelle liste del Pdl, si
ricorda per i suoi precedenti politici,
avendo avuto esperienze elettorali
prima come indipendente in
Forza Italia e poi in Alleanza Nazionale
nelle provinciali del 2004.
Così come già sostenuto da Vito
Zaccaria in un precedente intervista,
questa volta il partito berlusconiano
di Altamura ha pescato
dalla lista del Pdl, ma non ha rispettato
l’ordine di preferenze voluto
dagli elettori. Si è pescato nel
mucchio, non tenendo in considerazione
i primi tra i non eletti che,
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a questo punto, si sentiranno presi
in giro. Franco Fiore sarà anche un
tecnico dalle indubbie capacità, ma
è altrettanto vero che la copiosa lista
del Pdl presentava altrettanti e
autorevoli professionisti nel campo
urbanistico, forti, però, di qualche
voto in più. La scelta dell’assessore
segue quella di Mimmo Laterza, Puglia
prima di Tutto, che è stato nominato
vicepresidente del consiglio
comunale. Prenderà quel posto che
è stato fino a qualche mese fa occupato
da Daniele Tresca. Fin qui
solo cronaca politica. Il resto sono
solo voci. Se per la nomina del vicepresidente
Laterza, però, nulla
da riferire, per quanto riguarda,
invece, quella del nuovo assessore,
i soliti ben informati parlerebbero
di una scelta imposta da qualche
ex di Forza Italia, senza coinvolgere
l’intero Pdl. Se fossero veritiere
queste voci, ci troveremmo di
fronte alla conferma di un partito o
pseudo tale dove il sistema democratico
è solo un ricordo e il metodo
staliniano una conferma. Chissà se
gli ex colonnelli di An hanno potuto
dire la loro su questo nome…
A qualcuno sembrerebbe di no. Sarebbe,
allora, l’ennesima conferma
che ex forzisti e ex aennini sono separati
in casa, ma non lo dicono
per timore di quello che penserebbe
la gente. Al di là di questo aspetto,
parrebbe, inoltre, che il neo assessore
sia molto vicino al dimissionario
Zaccaria. Se a fine maggio si è
parlato di lassismo in questa amministrazione,
allora che senso ha
nominare un nome che è stato indicato
da chi ha parlato in precedenza
di amministrazione ingessata? Se
cambiando l’ordine degli addendi il
risultato non cambia, non era maglio
che rimanesse il vecchio padrone
di casa? ■
La scelta preferita da
costruttori, proprietari e utenti.

Intervista all’assessore comunale ai Lavori Pubblici
Centonze: «La maggioranza è
compatta»
[di Giuseppe Proggi]
Prima le dimissioni
dell’assessore Zaccaria, poi
le dichiarazioni turbolente
del consigliere Tresca ed infine
il commissario della DC,
Franco Morgese, che “rimpiange
la laboriosità del
primo mandato Stacca”.
Cosa sta succedendo?
Per quanto riguarda la
maggioranza abbiamo
dato dimostrazione di aver
approvato il bilancio con
il massimo dei voti. Votiamo
a maggioranza: 24/31
anche con Lillino Colonna
e Giacomo Panaro. Per
quanto riguarda, invece,
le dichiarazioni di Tresca,
che ha chiesto l’azzeramento
della giunta,
penso che abbia fatto un
passo indietro, considerato
il suo voto in consiglio
comunale. Per quanto
riguarda Morgese, rimpiangere
il primo mandato
Stacca, mi sembra prematuro,
perché alla fine il secondo
potrebbe risultare
migliore del primo, nonostante
le difficoltà di bilancio
che questa amministrazione
sta incontrando.
Con la nomina del nuovo
assessore all’urbanistica,
Franco Fiore, e del vice presidente
del consiglio, Mimmo
Laterza, ritrovati i giusti
equilibri nella maggioranza?
Con Franco Fiore si è riempito
l’organico dopo le dimissioni
di Zaccaria. Problemi
in maggioranza non
ne abbiamo. Non è, tuttavia,
questione di equilibri.
Il posto vacante andava
occupato. Franco Fiore
sarà importante per
l’esperienza che può apportare,
essendo un geo-
metra ben affermato. Un
tecnico in aiuto alla politica.
Michele Cornacchia, segretario
del Pd, in una recente
intervista a noi rilasciata,
ha dichiarato che la
maggioranza sia composta
da “tanti signor che si mettono
insieme senza un progetto
comune”. Un commento.
Nel primo e nel secondo
mandato la maggioranza
si è dimostrata coesa e
con un fine politico e amministrativo.
Il segretario
del Pd farebbe bene a ricordarsi
di quella maggioranza
che anche a livello
regionale e nazionale
vorrebbe mettere insieme
i partiti d’estrema destra
e sinistra. Pur di vincere,
sarebbero disposti a fare
un patto col diavolo.
Gli ultimi fenomeni atmosferici
hanno dimostrato
tutti i limiti del lavoro a ribasso.
Via Palestro, strada
recentemente realizzata, è
stata completamente danneggiata.
Considerati i tempi
di magra, non è il caso di dare
un segnale forte alla città, facendola
pagare a chi, eventualmente,
ha imbrogliato?
Dopo quei fenomeni atmosferici
mi sono recato nelle
zone recentemente asfaltate,
constatando numerose
strade con molte defezioni.
Interessato l’Ufficio
Tecnico, abbiamo citato
sia la ditta che ha realiz-
zato i lavori sia il direttore
dei lavori. I vigili urbani
hanno dimostrato che
lo strato d’asfalto posto è
inferiore a quanto stabilito.
Sempre in via Palestro
abbiamo riscontrato
anche defezioni sulle griglie.
Siccome siamo vigili,
riteniamo che, se qualcuno
ha sbagliato, deve pagare.
Considerati i tempi
e il bilancio, abbiamo ritenuto
giusto diffidare le
aziende. Non a caso adesso
sono presente ancor più
sui nuovi cantieri.
Che fine ha fatto il Pirp?
Dopo averlo rimodulato,
sta per tornare in Comune
per stipulare la convenzione
definitiva. Da quel
momento in poi si ripartirà
con la riqualificazione
del quartiere san Pasquale
e via selva. I ritardi sono
dovuti alla rimodulazione.
Siamo certi che entro gennaio
vedrà la luce.
Quali cantieri aprirete a
breve?
La città è un cantiere aperto.
Nonostante le difficoltà
di bilancio, l’amministrazione
intende realizzare e
tagliare altri nastri. A breve
procederemo con la riqualificazione
del campo
“Cagnazzi” e quello di via
mura megalitiche. Consegneremo
alla città l’Info
point. Se questa è l’amministrazione
del lassismo,
se questo è lassismo,
ben venga. ■
Altamura
«Alla fine il secondo mandato Stacca potrebbe
essere migliore del primo, nonostante le
difficoltà di bilancio»
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
27

Altamura
28 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
Intervista al coordinatore locale del partito di Rutelli
Fiore (Api): «Bisogna svecchiare
la classe politica altamurana»
[di Giuseppe Proggi]
► A Franco Fiore, ex consigliere
nazionale della Democrazia
Cristiana, il 10 luglio
è stato affidato dall’onorevole
Pino Pisicchio il coordinamento
del partito di Rutelli,
Alleanza per l’Italia. Partito
con origini centriste, si inserisce
nel quadro politico locale,
“per svecchiare una politica
fin troppo ingessata”.
Il 10 luglio è stata ufficializzata
ad Altamura la costituzione
di “Alleanza per l’Italia”. Dove vi
collocherete?
Al centro, perché a livello nazionale
il terzo polo non ha intenzione
di accordarsi a priori
né con il centrodestra né col
centrosinistra. Avendo toccato
con mano la fibrillazione
che si vive nel terzo polo,
crediamo nella possibilità di
ottenere risultati importanti
modificando la legge elettorale.
Difficilmente ci sarebbe
la possibilità di aprirsi ad alleanze
con Vendola e Di Pietro.
Ciò vale non solo a livello
nazionale ma anche locale.
Progetti Futuri.
A parte la nostra continua
operatività non solo in ambito
politico, ma anche culturale
e turistico, politicamen-
te riteniamo che sia giunto il
momento di creare nuove motivazioni.
Altamura necessita
di uno svecchiamento della
classe dirigente che spesso risulta
ingessata e poco attenta
alla necessità di cambiamento
che si avverte. Considerato
il periodo particolare, è necessario
investire in cultura e turismo.
Possono rappresentare
dei motivi di sviluppo ed occupazione.
Il valore aggiunto
che possiamo dare è dato dalla
vicinanza di un parlamentare
di primo piano, Pino Pisicchio,
che può promuovere
e rappresentare questo territorio
anche a livello nazionale,
considerato che Altamura
non presenta alcun parlamentare.
In una realtà dove i partiti
costituiscono federazioni, ha
senso proporre un nuovo partito?
Certo, perché se avessi intravisto
la possibilità di identificarmi
in un movimento di
quelli già esistenti, probabilmente
avrei fatto una scelta
diversa. A parte singoli esponenti
dell’attuale maggioranza,
sono davvero pochi quelli
attenti e sensibili alle temati-
che culturali e turistiche.
E’ stato consigliere nazionale
della Dd. Cosa pensa della
“querelle” tra il commissario
Dc, Franco Morgese, e il consigliere
Daniele Tresca?
Il commissario Morgese non
sbaglia quando parla di slealtà
politica, anche se in un’ottica
dove dovrebbe vigere la
meritocrazia, è altrettanto
naturale che la leadership si
determini dimostrando presenza,
impegno e responsabilità.
E’ stato tra gli organizzatori
delle tre giornate altamurane
dedicate alla cultura. Un bilancio.
Estremamente positivo. Ci
sono dati che confermano
che Altamura presenta un
terreno fertile per una rivincita
rispetto ad un passato
tenebroso. Da noi non mancano
gli eventi, ma una programmazione
con contenuti
di spessore. Ci hanno dato
il palazzo Baldassarre, ma
è mancata l’attenzione delle
istituzioni. Non hanno dato,
comunque, palazzo Baldassarre,
ma hanno restituito
alla città un palazzo che le
appartiene. ■
“Turismo e cultura possono rilanciare questo territorio”

[di G. G.]
► Ospedale della Murgia. L’ultima volta che
l’assessore regionale alla Sanità Tommaso
Fiore era stato ad Altamura aveva assicurato
l’apertura della struttura entro la fine del
2011, azzardando perfino la data di settembre.
Basta farsi un giro nella zona per capire
che questa ipotesi sarà (molto) difficilmente
realizzabile, anche perché nel frattempo il
quadro della sanità pugliese (non solo per il
piano di rientro in atto) è diventato molto più
complesso. Torna a chiedere lumi, quindi, la
sezione “Giorgio Almirante” della Destra altamurana.
“Ricordiamo – si legge nella nota – che la fondazione
San Raffaele è sull’orlo della bancarotta,
con oltre 900 milioni di euro di debiti a
fronte di 500 milioni annui di ricavi e fornitori
pagati a 500 giorni, e ricordiamo che con
questa fondazione la giunta Vendola ha ideato
la realizzazione di un ospedale di proprietà
pubblico-privata (ma
a gestione privata) a
Taranto, finanziandolo
con 120 milioni
di euro 60 milioni dei
quali già disponibili (il
tutto, però, senza gara
d’appalto); a fronte di
questo finanziamento
pubblico la fondazione
si impegnava a
impegnare 90 milioni
di euro, che date la situazione
debitoria attuale, difficilmente
potrà reperire”. Di qui la richiesta
al governatore di annullare
quella delibera: “Chiediamo
ai consiglieri regionali
eletti nel territorio murgiano,
e specialmente al consigliere
Ventricelli (che incontrerà
il primo agosto i vertici Asl,
ndr), eletto soprattutto con i
voti di Altamura e Gravina in
Puglia (le città più interessate dall’apertura
dell’Ospedale) e tra l’altro esponente di spicco
del partito del presidente Vendola, che di
“Da revocare
immediatamente la
delibera con cui si
finanzia il San Raffaele
a Taranto”
Altamura
La Destra altamurana chiama in ballo Vendola
e Ventriceli
Ospedale della
Murgia: la politica
ora intervenga
qualsiasi argomento e convegno cittadino si
interessa, di interessarsi di questa importantissima
vicenda, di chiedere al capo del suo
partito chiarimenti su questo finanziamento e
all’assessore Fiore chiarimenti sullo stato dei
lavori dell’ospedale della Murgia. Ricordiamo,
infatti, che, nonostante l’assessore Fiore abbia
promesso l’entrata in funzione dell’ospedale
entro il 2011, a causa di altri lavori di
adeguamento alle normative antisismiche in
vigore ‘sfuggiti di mente’ ai tecnici della Regione,
l’apertura è slittata a data da destinarsi.”.
Inoltre si chiede “ai consiglieri eletti nel nostro
territorio a che punto siano i lavori di adeguamento
che hanno fatto slittare l’apertura
dell’ospedale. Se è stato emesso un bando di
gara. Se ci sono i soldi per realizzare questi lavori,
e nel caso in cui non ci siano chiediamo
a di imporsi e di chiedere il trasferimento delle
somme destinate al San Raffaele all’Ospedale
della Murgia, in costruzione dal 1997.
Chiediamo inoltre di essere informati circa
lo stato d’obsolescenza fisica e tecnica delle
attrezzature all’interno dell’ospedale, e di sapere
perché queste attrezzature sono rimaste
nell’ospedale per anni
e non utilizzate profi-
cuamente altrove”.
“In un momento – si
conclude la nota della
Destra - in cui tasse
e imposte si abbattono
sui cittadini mentre
si riducono i servizi
chiudendo 18 ospedali
pubblici e non
riuscendo a completarne
uno in costruzione dal
1997, il finanziare una fondazione
in fallimento per costruire
ex novo un ospedale
privato è fatto sufficiente per
chiedere le dimissioni di tutta
la classe politica al potere,
sia di chi ha approvata questo
sciagurato finanziamento
(il presidente Vendola e tutta
la giunta) sia di chi colpevolmente
tace e non si ribella,
abituato alle comodità di una poltrona che
non si vuole lasciare e dimenticandosi degli
elettori che l’hanno votato”. ■
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
29

Matera
Dopo il fuoco incrociato dei comunicati ora la polemica si è
spostata su Facebook
Maggioranza in crisi
al Comune? Tutti rimandati
a settembre
[di Luigi Mazzoccoli]
► C’è aria di smobilitazione.
La stessa che di
solito si respira gli ultimi
giorni di scuola prima
delle vacanze estive. Ma il
Comune di Matera sembra
in ferie già da tempo.
Forse per questo rischia
di essere…rimandato a
settembre. Come di solito
accade agli studenti
che “è intelligente ma non
si applica”. L’immobilismo
della macchina amministrativa
è infatti ormai
conclamato: la città
è ferma, lo dice la gente
per strada, le tante associazioni,
i sindacati (“i
provvedimenti a ‘spot’
privi di logica funzionale
sono sempre più numerosi”,
ha denunciato in
settimana Giovanni Sarli,
segretario regionale della
Cisl Funzione Pubblica)
e soprattutto i partiti politici,
paradossalmente
con maggior convinzione
quelli che compongono
la stessa maggioranza
del governo cittadino, rispetto
a un’opposizione
evidentemente ormai assuefatta
alla subalternità.
Ma nel mese splendidamente
cantato da D’Annunzio
la giunta guidata
da Salvatore Adduce rischia
di essere irrimediabilmente
bocciata: la resa
dei conti infatti, pare ormai
inevitabile. Nei giorni
scorsi del resto c’è stata
una riunione di maggioranza,
con quasi tutti i
consiglieri che avrebbero
manifestato il loro malcontento
nei confronti di
Adduce. Del resto c’è an-
30 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
che chi lo fa pubblicamente:
Angelo Cotugno,
per esempio, consigliere
del Pd in quota Santochirico,
che nei giorni scorsi
si è sfogato su Facebook:
“Se non ci sono commissioni,
queste non licenziano
provvedimenti, non
ci sono proposte in discussione,
non si tengono
consigli comunali...qualcosa
vorrà significare!!!”,
ha scritto sulla sua bacheca.
Pronta è stata la
replica di Adduce, che
nell’occasione ha violato
il silenzio che da qualche
tempo si è imposto,
interrotto solo dagli auguri
di buon compleanno
che puntualmente rivolge
ogni giorno ai suoi “amici”
del social network: ma
se uno di loro gli sottopone,
ad esempio, la questione
delle guide abusive,
lui niente; così pure
se gli chiede spiegazioni
sull’inaudita situazione
dei rifiuti in città, l’indegna
fine del Matera calcio
o l’interruzione da mesi
dei lavori al Boschetto:
“Il consigliere Cotugno
dovrebbe sospettare che
l’Amministrazione non è
fatta solo di consigli comunali
e commissioni”,
ha invece risposto prontamente
alla denuncia
del suo collega di partito.
Intanto l’ultimo vero consiglio
comunale si è tenuto
un mese e mezzo fa
Che ha però subito chiosato
secco: “Sospetto che
ci sia qualche altro organo...
peccato che pochi
se ne accorgono ... sarò
mica il solo!”. E la simpatica
“gag” si è poi ripetuta
il giorno dopo: “Venerdì riunione
di maggioranza”,
annuncia Cotugno. “E
quindi?”, chiede un altro
utente. “Quindi è arrivato
il tempo per Cotugno…”,
interviene Adduce provocatorio.
“Forse è arrivato il
tempo per Adduce”, la replica
pacata ma decisa del
consigliere comunale (insieme
nella foto). Che sia
semplicemente un gioco
delle parti? In molti lo sospettano,
sottolineando
che l’unica logica e possibile
conseguenza della
dissoluzione della maggioranza,
così come sarebbe
appunto emersa
dalla riunione dei giorni
scorsi, dovrebbe essere
andare tutti a casa. Ma
in realtà già ci stanno da
tempo: l’ultimo vero consiglio
comunale (in sede
deliberante e con importanti
questioni all’ordine
del giorno) si è infatti tenuto
il 16 giugno scorso,
un mese e mezzo fa: il
23 dello stesso mese c’è
stata poi la seduta straordinaria
solo per conferire
la cittadinanza onoraria
a Enrique Irazoqui e il 7
luglio un’assemblea dedicata
esclusivamente alle
interrogazioni dei consiglieri.
Per quelle dei cittadini
invece c’è sempre
tempo. Almeno fino a settembre.
■

Provengono soprattutto da Norvegia
Belgio, Olanda, Francia e Spagna, ma non
soggiornano a Matera
Turisti per caso
dall’Europa nei Sassi
[di L. M. ]
► Turisti per caso. Spinti
da spirito di avventura, curiosità
e voglia di scoprire. Un
po’ come quelli che utilizzavano
le guide scritte dal protagonista
dell’omonimo film
del 1988. I visitatori che giungono
numerosi a Matera da
tutta Europa ne hanno sempre
una con sé: ed è proprio
lì che molti hanno “scoperto”
una città di cui prima non sapevano
nulla, che addirittura
alcuni non conoscevano affatto
o avevano a malapena
sentito nominare occasionalmente.
Non sorprende dunque
che non soggiornano
nella città dei Sassi ma in altri
centri della regione o addirittura
in Puglia, magari in
località balneari dove godere
di sole e mare che nei loro
Paesi possono solo immaginare.
Vengono infatti soprattutto
dalla Scandinavia, da
Belgio, Olanda e Gran Bretagna,
ma anche da Spagna e
Francia, tutti abituali vacanzieri
del Belpaese (con la Toscana
meta preferita) E, tra
un bagno e una passeggiata
sulla spiaggia, si concedono
una giornata (anzi mezza)
da veri viaggiatori, incuriositi
dalle “grotte” di Matera
descritte sommariamente
dal Touring Club o dalle più
precise e dettagliate Lonely
Planet. Ne abbiamo incontrati
diversi in questi giorni.
L’insolitamente ampia famiglia
norvegese, ad esempio,
sette tra genitori, figli e nipoti,
tutti immancabilmente
alti magri e biondi: erano in
vacanza ad Ostuni e non si
son lasciati sfuggire l’occasione
di visitare la città “con
le case nelle grotte”. Così
come la coppia olandese di
mezza età, giunta invece apposta
da Venosa dove soggiornava
in un agriturismo:
dopo aver girato il Vulture
e prima ancora la Calabria
“questo è il primo posto davvero
bello e affascinante che
vediamo”, hanno ammesso.
Poi c’è la famigliola belga,
genitori e quattro ragazzini,
anch’essi tutti “vichinghi”
nell’aspetto, che invece provenivano
da Alberobello dove
stavano trascorrendo qualche
giorno “in un trullo”: di
Matera non avevano mai sentito
parlare, ma poi anche
loro hanno letto delle “grotte”
da qualche parte e ne sono
rimasti irresistibilmente attratti.
E ancora una coppia
di mezza età di Amsterdam,
che invece era in vacanza in
una struttura nel Metapontino
e di Matera aveva informazioni
sommarie raccolte
in Rete, dove avevano anche
visto alcune foto. Tutti
hanno trovato molto di più
di quello che si aspettavano,
addirittura ben oltre la loro
immaginazione: “amazing”
(incredibile, stupefacente) e
“charming” (incantevole) infatti
le parole in inglese invariabilmente
pronunciate
alla fine del loro breve giro,
dopo aver solo saggiato la
storia millenaria e l’unicità
paesaggistica e architettonica
dei Sassi e della Murgia.
Peccato che Matera non sappia
ancora trasformarli in turisti
“per scelta”, così abbandonano
la città dopo poche
ore e, spesso, senza neanche
fermarsi al ristorante perché
magari giungono nel pomeriggio
e poi tornano nelle loro
sedi per cena. Loro malgrado.
Già, perché tutti alla fine si
ripromettono di tornare (chi
insieme ad amici, chi con le
figlie lasciate stavolta a casa,
chi con la sorella e i genitori)
e magari fermarsi qualche
giorno. E scoprire che…dietro
e oltre i Sassi c’è molto
di più. ■
Matera
Non conoscono la città, ne
hanno letto il nome solo
sulle loro guide. Ma
promettono di ritornarci
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
31

Matera
32 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
Tutti gli anni il 1° agosto una tradizione sopravvissuta alla
modernità
La capriata, povera ma
ricca come la Matera di un
tempo
[di Lu. Ma.]
► Una festa dopo la Festa. Che chiudeva
il mese più intenso per i materani
e segnava praticamente il Capodanno
dei Sassi. Il 2 luglio infatti la
città aveva vissuto il suo giorno più
lungo, celebrando la secolare devozione
alla Madonna della Bruna; e il
31 dello stesso mese tornava a respirare
quel magico clima: in ogni vicinato
infatti le donne pulivano tutte
insieme grano, ceci, fagioli, fave, cicerchie
e gli altri legumi del raccolto -
ciascuna famiglia ne portava un po’ - e
li mettevano a bagno per tutta la notte
per poi cucinarli la mattina dopo. La
cottura avveniva all’aperto nel cortile:
in un paiolo posto su un treppiedi, i
legumi cuocevano a fuoco lentissimo
insieme a patate novelle e “odori”,
solo con acqua e sale…a sera finalmente
era pronta la crapiata (nella
foto). Nome curioso (“crapièt” in dialetto)
di cui è incerta l’origine, con diverse
ipotesi: potrebbe derivare dal
latino “crapula” (ubriachezza, orgia)
perché durante la festa si beveva vino
in abbondanza; oppure da crapa (capra)
perché la domenica successiva
alla festa si scuoiava e si cucinava una
capra; o da cràpia, termine calabrese
che indica il cavalletto a tre piedi a
cui si appende il paiolo dove si cucinavano
i legumi; o ancora da crampa
o cramba, in greco krambè, che è la
pianta di ceci o di fave o di piselli. E
così la sera del 1° agosto al ritorno degli
uomini dai campi la festa poteva cominciare:
tutti mangiavano, bevevano
e ballavano fino a notte fonda. Si fe-
steggiava così la fine dell’anno lavorativo
nei campi e la buona riuscita
del raccolto: il 15 agosto infatti scadeva
l’ingaggio dei salariati e si chiudeva
il contratto d’affitto dei terreni e
il giorno dopo i contadini andavano
in Piazza Vittorio Veneto a cercare lavoro
per la nuova stagione attraverso
i sensali, mediatori con cui si stipulavano
contratti semplicemente con
una stretta di mano davanti ai “du
p’zz’n” (i due pezzoni, i massi tuttora
presenti in quello stesso angolo della
piazza, pur non essendo gli originali)
che erano comunemente considerati
“testimoni”. Una festa probabilmente
di origine pagana e soprattutto una
tradizione secolare, massima espressione
gastronomica dell’antica cultura
contadina che ha accompagnato
la storia di Matera dalle origini fino agli
anni ’50 del secolo scorso. Quando poi
i Sassi furono poi svuotati. Di persone
e di tradizioni: quasi tutte infatti sono
andate irrimediabilmente perdute, ma
la crapiata in qualche modo è sopravvissuta
alla modernità. Un gruppo di
amici, riuniti nell’associazione Sassi
in Festa ha infatti continuato ad offrire
alla città questo particolare e tanto atteso
momento di aggregazione, che da
qualche anno viene poi celebrato anche
a La Martella grazie all’impegno
dell’omonima associazione del borgo,
dove forse in parte è stato mantenuto
il tipico sistema sociale dei vicinati
nei Sassi. E si può così riproporre un
piatto povero, ma ricco. Di sapori e soprattutto
di sentimenti. ■

Presentato alla città
venerdì 29, avevamo
chiesto di averlo prima di
andare in stampa
(mercoledì 27) ma
ci è stato negato
Matera 2019
svelato il logo
ma Il Resto non
può pubblicarlo
[di Lu. Ma.]
► La sua scelta era stata annunciata
lo scorso 21 giugno: “È la società ‘Con-
Testa’ di Firenze ad essersi aggiudicata
la gara per il logo che accompagnerà
la candidatura di Matera a Capitale
europea della Cultura 2019”, si leggeva
infatti quel giorno in un comunicato
dell’uffi cio stampa del Comune.
Che si concludeva preannunciandone
la presentazione uffi ciale alla città “a
metà luglio in occasione della nascita
del Comitato Matera 2019”. Senonchè
il termine annunciato trascorreva invano.
E intanto sul logo cominciava ad
aleggiare un alone di mistero, in parte
attenuato dallo “scoop” dell’anonimo
blogger Materatown che la scorsa
settimana aveva pubblicato in anteprima
una bozza grossolana del logo
ricevuta da una “talpa” interna al palazzo
di Via Aldo Moro (ve la mostriamo
nella foto). Stavolta però gli usuali ritardi
della pubblica amministrazione
rimanevano nei limiti fi siologici: martedì
26 luglio infatti un nuovo comunicato
annunciava che “venerdì 29
luglio il presidente della Regione Basilicata
Vito De Filippo, il sindaco di
Matera Salvatore Adduce, il sindaco
di Potenza Vito Santarsiero, il presidente
della Provincia di Potenza Piero
Lacorazza, il presidente della Provincia
di Matera Franco Stella, il rettore
dell’Università degli studi della Basilicata
Mauro Fiorentino e il presidente
della Camera di commercio di Matera
Angelo Tortorelli, formalizzeranno davanti
al notaio la nascita del Comitato
Matera
di sostegno alla candidatura di Matera
a Capitale europea della Cultura 2019.
Subito dopo si insedierà il Consiglio
di Amministrazione e, a seguire, alle
ore 12, nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi
si terrà la conferenza stampa
del Comitato con la presentazione del
logo”. Bene dunque, ma…”Il Resto”
va in stampa il mercoledì notte. Poco
male, si fa così: si farà specifi ca richiesta
all’uffi cio stampa del Comune, ottimamente
condotto dall’esperto collega
Serafi no Paternoster, che non esiterà a
fornirci il logo in via riservata in modo
da poterlo pubblicare oggi (sabato 30)
come tutti i quotidiani e dopo le emittenti
televisive e i portali web che invece
l’avranno già mostrato venerdì.
E invece…niente, ce l’hanno negato!
E così la nostra testata in quest’occasione
è stata discriminata rispetto alle
altre. Eppure dovrebbe essere principalmente
interesse di un ente la massima
divulgazione delle notizie istituzionali,
a maggior ragione quando una
testata, come nel nostro caso, va oltre
gli angusti confi ni regionali (e Il Resto
è l’unico in tal senso in Lucania). Pazienza,
è un’altra occasione persa. Non
per noi, che continueremo comunque
a informare i lettori su tutte le fasi del
percorso di candidatura della città dei
Sassi a Capitale europea della Cultura
2019 e soprattutto su quello che fa (e
non fa…) il Comune di Matera.■
| iL RESTO sett imanale | 30 luglio 2011
33

Matera
Una scoperta dalla paternità
tutta lucana
34 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
Il medicamento miracoloso
della Trisaia di Rotondella
[di Giuseppe Balena]
► Le buone notizie spesso
non fanno notizia. Quando si
parla del Centro Enea Trisaia
di Rotondella in genere l’argomento
è lo stoccaggio delle
barre nucleari. Questa volta,
invece, la notizia è delle migliori.
Il centro, infatti, annovera
tra le sue attività anche
la ricerca. In particolare le attività
di ricerca, sviluppo e
trasferimento tecnologico effettuate
nell’ambito del laboratorio
di biotecnologie sono
il risultato di un articolato e
complesso processo di evoluzione
e di valorizzazione di
competenze e di know-how.
Tali attività consistono nello
sviluppo e nell’applicazione
delle biotecnologie ai settori
agroalimentare, agroindustriale
e agroenergetico. Proprio
lavorando in questo settore
sperimentale i ricercatori
Fiorella Carnevali, medico veterinario,
e Stephen Andrew
van der Esch, biologo, hanno
scoperto un medicamento omnicomprensivo
di portata rivoluzionaria.
La scoperta è
stata fatta in collaborazione
con i colleghi del Cr Casaccia
di Roma, ma la paternità è
tutta lucana. La ricerca è iniziata
nel 2008, ma la recente
sperimentazione industriale
ha confermato l’intuizione iniziale
dei due ricercatori. I due
studiosi, infatti, erano impegnati
nella ricerca di un repellente
per insetti; ben presto,
però, si sono accorti di aver
scoperto un medicamento “all
in one” con diverse proprietà
contemporanee: cicatrizzante
per le ferite, antibatterico, biocida
(ossia capace di uccidere
qualsiasi essere nocivo) e repellente.
Il prodotto ottenuto,
nome tecnico “Mix 557”, è basato
sulla combinazione di
estratti oleosi di due vegetali: la
pianta del Neem o Azadirachta
indica e l’erba di San Giovanni,
il cui nome proprio è Ipericum
perforatum. Dopo la sperimentazione
sugli animali, il ritrovato
sta dando risultati soddisfacenti
anche sull’uomo.
Il prodotto è stato brevettato
dall’Enea con la dicitura “composizione
fitoterapica con effetti
cicatrizzanti biocida e
repellente per la cura e la risoluzione
delle lesioni esterne
di qualunque estensione e natura”.
Lo sfruttamento del brevetto
è stato concesso alla Rimos,
una società del consorzio
medicale di Mirandola, che ha
ottenuto la concessione per la
produzione e la commercializzazione.
La sperimentazione
ha evidenziato risultati straordinari
per la cura di ferite
difficili, prima in diverse specie
animali (caprini, ovini, al-
paca, cani, gatti, cavalli) e poi
anche sull’uomo. Può essere
applicato sin dai primi stadi
del trauma e fino alla completa
guarigione. Il preparato
da un lato forma una barriera
trasparente che evita l’attacco
dei germi sulla superficie lesa
(una delle principali cause di
morte in caso di grandi ustioni)
e dall’altro aiuta la ricomposizione
in tempi rapidi del tessuto
di granulazione, dalla qualità
del quale dipenderà una migliore
e più rapida guarigione
con beneficio anche sulle cicatrici.
Sull’uomo, in particolare,
sono stati registrati risultati
eccellenti, visibili sin dalle
prime medicazioni, sia sulle lesioni
acute sia su quelle croniche
dovute a ulcere vascolari
o secondarie da diabete o
a piaghe da decubito. Il Mix
557 potrebbe rivelarsi molto
utile come presidio medicale
nelle emergenze militari e civili,
quando un gran numero
di persone sono traumatizzate
e ferite. In sostanza il nuovo
ritrovato permette la gestione
di ferite importanti anche in
assenza di adeguate condizioni
igienico-sanitarie, senza
dolore e con un decorso privo
di complicazioni. Le piante
spesso sono più forti della chimica:
questo è il vero miracolo
della natura. ■

Certificato n.ro 00205/107

Gravina
38 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
[di Antonella Testini]
La vendetta di
Dibattista dopo
la richiesta di
rimuovere Paolucci
Maggioranza
sempre più
senza
numeri
Aldo Dibattista
Caos in aula mentre
l’opposizione
occupa la sala
consiliare
► Ci sono dei paragoni che nonostante
il passare del tempo calzano
sempre a pennello. Come l’Orlando
raccontato da Ludovico Ariosto è
buono, generoso, forte e magnanimo
sino a quando la sua amata
Angelica non gli preferisce Medoro,
mandandolo fuori di senno, così il
più comune e meno poetico Aldo Dibattista,
sebbene preoccupato delle
sorti della nostra città, ha deciso
di tenere ferma ai box la macchina
amministrativa, contravvenendo
alle sue stesse intenzioni, appena
saputo che il sindaco Divella non ha
accolto le sue ennesime richieste.
La settimana scorsa, infatti, poche
ore prima del consiglio comunale,
Dibattista aveva divulgato, sugli
organi di stampa, un documento
firmato da una parte della maggioranza
per chiedere al sindaco di
rimuovere dall’incarico di dirigente
dell’ufficio tecnico Felice Paolucci,
accusato di aver creato una situazione
di stallo nel settore edilizio
“per l’incapacità al rilascio dei
permessi a costruire, al rilascio delle
sanatorie per i condoni edilizi e
delle procedure per il rilascio delle
agibilità e abitabilità, con conseguenti
danni economici dovuti alla
mancata entrata degli oneri di urbanizzazione”.
Una volta esplosa la bomba del
documento anti-Paolucci, alcuni
esponenti della maggioranza si
sono affrettati a prendere le distanze
dall’iniziativa “aldina”, mentre altri
hanno giurato di aver sottoscritto
un documento dai toni molti più pacati.
Indipendentemente dalla conta
delle firme il bubbone “ufficio tecnico”
è scoppiato e l’Aldo, sebbene
furioso ma pur sempre lucido, ha
segnato un altro gol. Infatti non occorre
essere dei politologi per capire
che Felice Paolucci è un semplice
pretesto. Certo, in Italia sanatorie e
condoni sono sinonimo di “soldi facili”
ma la verità è che il buon paladino
della “politica al servizio degli
altri” vuole essere riabilitato politicamente.
Al sindaco la scelta: o un
nuovo assessorato o un incarico di
prestigio che rimetta il coordinatore
della Dc al centro della scena politica.
Pena: quattro consiglieri che
voltano le spalle alla maggioranza e
un tappeto rosso pronto per essere
srotolato davanti ai piedi di Divella
in direzione dell’uscita.
MAGGIORANZA SENZA NUMERI
A confermare che il tappetto sia stato
tirato fuori dal ripostiglio e che alcuni
assessori stiano già chiudendo
gli scatoloni, arrivano le parole
del vicesindaco Masiello in consiglio
comunale: “Quest’amministrazione
sta vivendo un’ulteriore momento
di verifica con alcune forze politiche
che la compongono. Per cui
con molta onestà stasera vi chiederemo
di rinviare il Consiglio comunale
perché non siamo in grado di
celebrarlo” e subito dopo, avvertimenti
(o suppliche?) agli assenti ingiustificati:
“L’impegno fra persone
d’onore è quello che a breve questa
situazione dovrà chiarirsi. O ci saranno
i numeri o prenderemo atto
che i numeri non ci sono e quindi
ci saranno le conseguenze che accadono
in una democrazia”. Dunque
anche la seconda convocazione si rivela
un flop, sfociata in un’amara figuraccia
dopo le proteste dell’opposizione.
Infatti, lunedì scorso, nonostante
la seconda convocazione del
consiglio fosse prevista per le ore 19
e l’inizio dei lavori, come consuetudine,
fissato per le ore 20 (cioè dopo
l’ora di tolleranza), il presidente del
consiglio ha preferito non aspettare
oltre le 19.20 procedendo all’appello
con 12 consiglieri di maggioranza
e 4 di opposizione presenti in aula.
Seduta valida il tempo di proporre
e votare il rinvio del consiglio comunale
a data da destinarsi. L’opposizione
protesta e denuncia l’irregolarità
della procedura, qualcuno urla
“vergogna” costringendo Masiello
a un disperato tentativo di giustifica.
Chiusa nelle proprie stanze,
la squadra Divella tenta di capire
quali siano le possibili soluzioni
ma, a giudicare dalle facce dei consiglieri
dopo l’ennesima riunione di
maggioranza post consiglio, sembra
proprio che si siano limitati a
prendere atto che ancora una volta
hanno dovuto, se non subire, almeno
adeguarsi a tempi, regole e volontà
del gruppo consiliare della Dc
che intanto se la ride dinanzi ad un
piatto di pesce fresco o forse, visto
il calo delle temperature, gustando
una buona fiorentina. Fatto sta che
durante il consiglio comunale o le riunioni
di maggioranza i fratelli democristiani
sono sempre “fuori Gravina
per rientrare in tarda serata”.
Difficile a questo punto immaginare
che dall’altra parte, ossia sul fronte
Pdl, Udc e Socialisti ci siano “amministratori
inesperti e incapaci di

capire le regole della politica” come
sosteneva qualcuno dell’opposizione
durante l’occupazione dell’aula
consiliare. La verità, però, è molto
più complessa di ciò che appare se
si considera che a cavalcare le strategie
delle Dc ci sono anche altri due
consiglieri rispettivamente di Gravina
nel Cuore, pare che Cornacchia
abbia chiesto qualche soldino
in più da spendere per l’assessorato
ai Servizi Sociali, e il consigliere
Digennaro dei Repubblicani Europei
che, in simbiosi totale con l’assessore
Artal, fa le bizze per posizionare
qualche altro tufo in un’altra
zona della città. Il vicesindaco
rimanda tutti alle conclusioni della
prossima riunione di maggioranza
dove è previsto un incontro a cuore
aperto con tutti i big del centrodestra
e dove Aldo, semmai deciderà
di presentarsi, esporrà la sue richieste.
Non resta che attendere, sapendo
che qualsiasi cosa Aldo deciderà
di dire, fare e proporre non sarà certamente
frutto della sua impulsività
e soprattutto, non sarà mai fine a
se stessa ma solo “per il bene della
città e il benessere di tutti”.
OPPOSIZIONI ALL’ATTACCO
Sul fronte minoranza, sembra di essere
davanti alla messa in scena di
un manuale da fantapolitica: “Come
mortificare le opposizioni”.
Infatti lunedì nell’aula consiliare,
occupata sino a tarda sera, tra
le fila della minoranza si respira-
Per rilanciare l’attività politica e
amministrativa del partito
Leo Vicino nominato
coordinatore del Pdl
[di A. T.]
Il consigliere comunale
Leo Vicino, classe
1975, è stato nominato
coordinatore del Pdl
locale. Eletto in consiglio
comunale nella scorsa
legislatura, ha rivestito
importanti incarichi anche
a livello provinciale nell’ex
Alleanza Nazionale.
Ritenuto da sempre
uno dei politici più
capaci nel panorama
gravinese. Adesso l’intero
partito lo ha designato
coordinatore “al fine
di rilanciare l’attività
politica e organizzativa del
va area di impotenza e di sconforto
mista alla consapevolezza che, oltre
a denunciare alla cittadinanza questo
modus operandi, si possa fare
ben poco. I consiglieri di opposizione
sostengono che sia stato violato
l’articolo 59 del regolamento del
consiglio comunale: “… nel consiglio
comunale si procede all’appello
decorsa un’ora di tolleranza dall’inizio
dei lavori” e, per l’ennesima volta,
scrivono al prefetto per denunciare
l’atteggiamento del presidente
Peragina e per invitarlo a valutare
se non sussiste “la possibilità di disporre
lo scioglimento del consiglio
comunale in quanto inadempiente
rispetto all’approvazione del bilancio
preventivo e rispetto a un normale
percorso di gestione consiliare”.
Sebbene vada ricordato che il
ministero dell’Interno, poche settimane
fa, ha prorogato al 31 agosto
il termine ultimo per l’approvazione
del bilancio di previsione 2011,
occorre sottolineare che nel nostro
Comune non si sono svolte elezioni
amministrative che avrebbero ritardato
l’iter per la presentazione del
documento e che l’ufficio stampa
comunale da ben tre settimane ha
annunciato la presentazione del bilancio
definitivo. A conti fatti non ci
resta che attendere la “convocazione
d’urgenza” del consiglio comunale
per fine agosto o per i primissimi
giorni di settembre. Poi, tutti a
casa. E non si sa se per restarci o
per amministrare. ■
partito”. Pare infatti che
l’elezione del consigliere
sia avvenuta in quasi
totale accordo tra tutti
gli esponenti del Pdl
convinti che Vicino sia
l’uomo giusto capace
di ricostruire un partito
che indipendentemente
dalla tenuta
dell’amministrazione
Divella, esce con le ossa
rotte da questa esperienza
amministrativa. Leo
Vicino, sebbene non
sia simpatico a molti, è
da sempre ritenuto un
politico purosangue e
soprattutto un punto di
riferimento per tutto il
centrodestra gravinese
e per l’amministrazione
Divella. «
Gravina
Lo scomunicato
Al supermercato
di Salvatore U. Digennaro
Parcheggio la mia cagnetta all’ingresso
e mi inoltro tra gli scaffali: dentifricio e
croccantini al manzo, offerta 5 kg al prezzo
di una confezione mini di gourmet; come
diceva Grillo, sicuramente sarà meglio
del mio bustone low cost, ma me lo deve
venire a dire il cane. Un’anziana in fila alla
cassa parla con la sua amica ottantenne,
entrambe coi carrelli pieni ed io dietro loro
ad attendere. E mi sorprendo ad origliare.
E’ in atto una piccola e curiosa rassegna
stampa casalinga. Le due cariatidi parlano
della cantante drogata che è morta a
colpi di “ben gli stava”, “meno male” e
compagnia bella. Intervengo dicendo che
in fondo la Winehouse non ha fatto male
a nessuno e che era decisamente brava, e
poi ognuno può scegliersi la fine che vuole.
Una delle due mi fa una panoramica con
zoom e ghigna all’amica un “giustamente”,
riferendosi credo al mio look: sandali,
calzoncini e shirt di superman. Bea
abbaia che ha fretta. Le vegliarde iniziano
ad inveire su di lei, dico che il cane è
mio, e mi sento dire “perchè hai preso
un maremmare, non era meglio un
uorkshaid?”. Trattengo le risa. Il discorso,
mentre la cassiera passa meccanicamente
i codici a barre sul lettore, passa alla strage
di Oslo. “Questi mussulmani, meglio
se stanno alle case loro”, odono le mie
orecchie. Mi imbestialisco e informo le
due arziille vegliarde che l’attentatore
era bianco, nazista e cristiano. Le due
mi guardano con disprezzo e mi danno
del comunista. La cagna da lontano
ringhia, io vorrei farlo. Mi accanisco
sulla loro ignoranza videodipendente. Si
accaniscono dicendomi che è la troppa
libertà che fa succedere ste cose. Spiego
i motivi del gesto folle di Breivik, ossia
fondamentalismo cristiano e nazista.
“Quando c’era Mussolini queste cose
non accadevano!” gracchia impettita la
vecchia bacucca. Osservo i due carrelli
zeppi e immagino il proseguir del discorso.
Maleducatamente salto la fila, porgo la
mia misera spesa alla cassiera, pago e
me ne vado col mio cagnolino che mi fa le
feste, lasciandomi alle spalle il brontolare
tanto per bene delle due signore, alle
quali da precario, pago la pensione.«
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
39

liegi
BELGIO
luxemburg
esch sur alzette
FRANCIA
lyon
metz
grenoble
basilea
koln
frankfurt
darmstat
mannheim
karlsruhe
stuttgart
olten
lucerna
SVIZZERA
torino
interscambi
linee internazionali
linee nazionali
singen
zurigo
ulm
augsburg
winterthur
milano
GERMANIA
munchen
lugano
varese malnate
villarboit
busto como
novara brescia
vicenza
cremona verona
salsomaggiore parma
mantova
sassuolo
reggio e. modena
la spezia
montecatini
rimini
genova
empoli
livorno
siena
chianciano
bologna
firenze
LOCALITÀ DI PARTENZA
DA PUGLIA E BASILICATA
pesaro
arezzo ancona
urbino
assisi
foligno
spoleto
perugia
alberobello
altamura
andria
ascoli satriano
avetrana
banzi
bari
barletta
bitonto
boncore (p.to cesareo)
brindisi
canosa
casamassima
casarano
castelluccio dei sauri
ceglie messapica
cerignola
corato
fasano
ferrandina
foggia
francavilla fontana
galatina
galatone
gallipoli
fiuggi
NON TUTTE LE STRADE
PORTANO A ROMA
napoli
genzano di lucania
gioia del colle
grassano
gravina in puglia
grottaglie
irsina
lavello
lecce
locorotondo
lucera
maglie
manduria
margherita di savoia
martina franca
massafra
matera
melfi
minervino murge
modugno
mola di bari
molfetta
monopoli
montemilone
nardò
noci
ordona
palazzo san gervasio
poggiorsini
polignano a mare
potenza
putignano
rionero in vulture
rosa marina (ostuni)
ruvo di puglia
santeramo in colle
san ferdinando
san paolo civitate
san severo
serracapriola
spinazzola
taranto
terlizzi
torrefantine (chieuti)
trani
trinitapoli
troia
turi
venosa
cerignola
bitonto
modugno
gravina gioia
altamura
santeramo
matera

COLLEGAMENTI QUOTIDIANI
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Gravina
42 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
Il bando del servizio antincendio è andato deserto
Gravina brucia: divampano le
polemiche
[di Francesco Mastromatteo]
► Tre roghi nel giro di pochi
giorni. La casualità deve c’entrare
ben poco con l’impressionante,
quasi scientifica
serie di incendi che hanno
reso ancora più incandescente
questo torrido luglio e
il dibattito politico gravinese.
Dopo il Bosco Difesa Grande
è toccato al Parco Robinson
e poi al costone della gravina
subire la furia delle fiamme,
certamente non dovute a improbabili
fenomeni di autocombustione
quanto alla volontà
di criminali mossi da
scopi ben precisi. L’opposizione
attacca, parlando di
un dimezzamento dei fondi e
della mancanza di un piano
antincendi. L’amministrazione
replica che la cifra intera
è nel bilancio previsionale
e ricorda l’approvazione
dei progetti riguardanti il bosco.
Il bando di affidamento
del servizio di avvistamento,
scaduto qualche giorno fa,
però, è andato deserto. Il
problema degli incendi non
è certo una novità per il nostro
territorio e non si riduce
alla mera opera di avvistamento
dei roghi. In dieci anni
circa, sono andati a fuoco
qualcosa come quasi 550 ettari
di superficie boschiva,
di questi ben 350 solo nella
nera estate del 2007 (anno
del tristemente famoso rogo
di Peschici). Evidentemente
allora il nocciolo della questione
è la mancanza di un
piano di respiro regionale,
dato che molto difficilmente
un solo Comune può gestire
ben 2000 ettari di bosco, uno
dei pochi naturali nella provincia,
in una regione tradizionalmente
povera di verde.
Servirebbero un presidio
fisso, un monitoraggio con
telecamere, un’opera di pulizia
sistematica, un piano
di lavori silvo-colturali. Ma
le uniche torrette di avvistamento,
di competenza
provinciale, sono nel Parco
dell’Alta Murgia. La forestale
di Gravina si occupa di sorvegliare
quest’ultimo, mentre
paradossalmente il bosco
rientra nelle competenze del
distaccamento di Spinazzola.
Qualcuno chiede anche una
caserma dei Vigili del Fuoco,
ennesimo scippo ai danni di
una città che negli anni è
stata capace di farsi togliere
tutto. Il tentativo di esternalizzare
il servizio, finora affidato
a lavoratori stagionali,
con cui il Comune sperava
di liberarsi della “patata bollente”
è rinviato anche per
quest’anno. Il dibattito nel
Palazzo insomma sembra essere
la causa, piuttosto che la
conseguenza dei roghi, probabilmente
appiccati come
“messaggi trasversali” da chi,
in questa come in altre situazioni,
ha solo da speculare
sull’”emergenza” in senso
assistenzialistico e parassitario.
Nel frattempo, il compito
di affrontare le fiamme

è lasciato ai quattro operai
regionali (privi dei mezzi necessari),
ogni volo degli aerei
antincendio costa qualche
migliaio di euro, mentre giovani
e competenti professionalità
che potrebbero dare il
loro contributo sono costrette
a fare altro o emigrare: il verde
gravinese è ancora visto come
un problema o un mezzo per
fare clientelismo di parte, non
ancora come una risorsa per
tutti. Un esempio concreto?
Molte delle notizie che leggete
in questo articolo, ce le ha fornite
un dottore in scienze forestali
costretto a fare tutt’altro
per campare…
FURTI DI RAME
Furti di cavi telefonici di rame
nelle campagne murgiane:
una piaga che non riguarda
solo l’ordine pubblico, ma
anche l’economia del territorio.
Ormai da mesi si succedono
notizie di trafugamenti,
denuncie e arresti, ma il
fenomeno sembra incessante.
A lanciare l’allarme per le
ripercussioni sul lavoro delle
aziende locali sono alcuni im-
Chi decide l’allocazione
dei cassonetti?
Ecco la città
d’arte
[di F. M.]
I primi due contenitori sono addossati
alle pareti della chiesa del Purgatorio.
L’altro, invece, si trova accostato sulla
parete esterna della nostra basilica
catted rale, nelle vicinanze dell’ingresso
prenditori, che lamentano i
danni arrecati alle comunicazioni
e quindi agli introiti. “ E’
una vera e propria emergenza
– dichiara A.C., un operaio
di una ditta sita a Dolcecanto
– che per alcuni operatori
rappresenta una calamità.
Già la nostra situazione lavorativa
è difficile, si fa di tutto
di tutto per essere competitivi
con le altre imprese,
ma quando viene a mancare
anche un diritto essenziale,
al soccorpo. Prescindendo se uno
è stracarico di rifiuti e gli altri due
sembrano vuoti, ma è quello il luogo più
adatto per esporre la nostra immondizia?
E’ questa la città turistica che diciamo
di essere, di voler essere? E’ questa
una forma di espressività artistica
da far conoscere a visitatori e turisti?
E’ proprio il caso di mettere in bella
mostra contenitori che non sono sempre
vuoti e che, nel corso della giornata,
vengono utilizzati e straripano di ogni
sorta di rifiuti? Chi deve predisporre la
rimozione di questi oggetti ingombranti
da un punto di vista igienico, visivo, di
stridente impatto con monumenti di
una certa rilevanza storica? A quando la
rimozione? Come mai nessuno ci ha mai
pensato, soprattutto coloro che dicono
di tenere a cuore le sorti turistiche di
questa città? Come mai a nessuno di
coloro che dovrebbero tutelare per la
migliore accoglienza i cittadini turisti
stranieri e italiani, non è mai balenata
l’idea di provvedere a togliere o far
togliere quegli oggetti che non sono
un buon biglietto da visita per il decoro
sociale, culturale e storico di una città? «
quale quello della comunicazione,
sicuramente questo si
traduce in perdita di lavoro”.
Senza contare anche i seri rischi
per chi, inavvertitamente,
tocca i fili scoperti sottoposti
ai furti. Il problema della
sicurezza nelle nostre campagne,
insomma, non si riduce
al mero valore intrinseco
del metallo rosso (di per sé
prezioso), ma rischia di danneggiare
il tessuto imprenditoriale
della zona. ■
Gravina
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
43

Santeramo
Fotovoltaico sulle scuole…
e alle Matine
[di Vito Silletti]
► Santeramo si è adeguata
facilmente all’idea
che pervade grandemente
la Regione Puglia nel produrre
energia elettrica riveniente
da impianti fotovoltaici.
Da noi ci sono già
15.493 impianti per un
totale di 1.292 Mw.
Santeramo già da qualche
anno approntato progetti
per l’efficienza energetica
in aderenza ai Po
Fesr 2007/2013 nella linea
di intervento 2.4. Detti
interventi sono previsti
“per lo sviluppo di fonti
energetiche rinnovabili
per il risparmio energetico
dei diversi settori di impiego”.
Pertanto le scuole
elementari e medie saranno
oggetto di realizzazioni
di impianti fotovoltaici.
Per la scuola media
“Francesco Netti” è previsto
un importo di 1 milione
e 35 mila euro dei
quali 900mila con somma
del piano operativo: il cofinanziamento
del Comune
pari al 15% sarà di euro
44 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
Via ai progetti
comunali, fa discutere
quello nella piana
135mila.
L’importo per l’altra scuola
media statale, la San
Giovanni Bosco, è di 782
mila euro. Il P.o. fornirà
680mila euro e il cofinanziamentocomunale
sarà di 102mila euro.
Per la scuola elementare
San Francesco d’Assisi
saranno necessari
770.500,00 euro. Il P.o.
fornirà 670mila euro, il
cofinanziamento sarà di
100.500,00 euro. L’altra
scuola sarà l’edificio “Umberto
I” con 805mila euro
di spesa avrà 700mila
euro. Il cofinanziamento
comunale sarà di 105mila
euro. Il Comune comunque
per cofinanziare le
opere avrà bisogno di
442.500,00 euro che spera
di ricavare dalla cessione
delle aree per la solarizzazione.
Ma l’ente è anche
in attesa della procedura
per la cessione del diritto
di superficie per poter
realizzare la copertura
del mercato coperto in
via Anna Frank con pannelli
fotovoltaici. Saranno
necessari 500mila euro.
Ma il fotovoltaico a Santeramo
per ora non finisce
qui, perché agli impianti
realizzati sugli edifici ci
sono anche gli impianti a
terra. E così anche le nostre
terre della piana delle
Matine e quelle dei Comuni
confinanti nella stessa
pianura sono interessate
dalle installazioni di pannelli
che captano la luce
del sole trasformandola in
energia. Più di un anno fa
l’amministrazione comunale
di Santeramo, unitamente
a quella di Laterza,
organizzò un incontro con
gli agricoltori, soprattutto
della piana delle Matine,
per ragguagliarli sulla
validità del solare. Fu
ventilato anche un introito
per il Comune. Era la
società Sunray Italy s.r.l.
che ora ha richiesto l’attivazione
della procedura
di Via (Valutazione di Impatto
Ambientale) per tre
impianti fotovoltaici per
generare “energia verde”
con strutture ancorate
al suolo di 19,9 MW ciascuna
in terreni seminativi
nella zona della Contrada
Matine di Matera,
lungo la strada provincialeVenusto-Torrespagnola
e in località contrada
Cipolla sempre nel Comune
di Matera. Le opere
connesse a questi impianti
interessano il Comune
di Santeramo e la Regione
Puglia “per la stazione
elettrica utente e per
la quota parte dei cavidotti
di connessione elettrica
ricadenti” nel Comune
di Santeramo. La Sunray
assicura che gli impianti
non provocheranno alcuna
emissione atmosferica
né scarti di lavorazione.
Una sola considerazione
intristisce i santermani:
i terreni fertili della piana
non produrranno più
piante dai raccolti abbondanti,
ma ingabbieranno
il sole. ■

Piano di gestione del Sic per una corretta conservazione
Bosco Mesola: idee per la
salvaguardia
[di Vito Silletti]
► Qualcosa di interessante è
incominciato a muoversi seriamente
in provincia di Bari
per la salvaguardia della biodiversità
e di conseguenza
dei boschi. Il servizio Ambiente
e Rifiuti ha predisposto
un “Piano di Gestione del
Sic (Sito di Interesse Comunitario)
Bosco di Mesola”. Il
piano è stato redatto dalla società
Agrotec S.p.a. in R.T.I.
(Raggruppamento Temporaneo
di Imprese) con la società
Nemo Nature Enviroment Management
Operators S.r.l. In
un incontro di alcuni giorni fa
è stata illustrata la bozza del
piano, ovvero le caratteristiche
del Sic, le sue potenzialità
e vulnerabilità e le principali
previsioni pianificatorie-regolamentari,
con una particolare
attenzione al ruolo svolto dagli
operatori locali (agricoli, agrituristici
e zootecnici) per una
corretta conservazione della
natura.
Questa vasta area boschiva è
una interessante oasi di piante
circondata dalle terre dei tre
comuni confinanti di Santeramo,
Cassano ed Acquaviva. Si
estende su circa 3000 ettari e
rappresenta per estensione
e biodiversità un territorio di
grande valore naturalistico. Il
bosco di Mesola è adiacente a
uno dei sistemi geografici Natura
2000 più grandi d’Italia,
ovvero l’Alta Murgia, la Murgia
sud-orientale e l’area delle
Gravine. Natura 2000 è il principale
strumento della politica
dell’Unione Europea per la
conservazione della biodiversità.
Rete Natura 2000 accoglie
i siti caratterizzati da specie
e habitat minacciate, per
migliorarne lo stato di conservazione.
Gli oggetti della tutela
sono rappresentati da ecosistemi
naturali, seminaturali
e dalle loro componenti che
devono interagire tra di loro
per mantenere la loro funzionalità.
Il bosco di Mesola ha un elevato
valore vegetazionale con
esemplari arborei come Quercus
pubescens e Quercus troiana
e in parte dalla sempreverde
Quercus ilex. Nelle aree
circostanti ci sono anche distese
di vegetazione arbustiva
a macchia. La presenza di
una estesa piattaforma calcarea
, di un paesaggio agricolo
tradizionale a formare un mosaico
di prati pascolo, pseudosteppe,
seminativi ed oliveti,
e di estesi nuclei forestali di
latifoglie, dai boschi di roverella
a nord ovest ai boschi di
fragno a sud-est, costituiscono
un elemento di riconoscimento
di questa vasta area.
Tra le varie vulnerabilità sono
state segnalate le zone a pascolo
incontrollato o ad eccessivo
sfruttamento, gli incendi,
l’alterazione del paesaggio con
la “macinatura” delle pietre,
l’utilizzazione non controllata
del bosco. Ad esempio per la
salvaguardia del falco grillaio
tra le possibili principali azioni
di conservazione previste
dal piano di gestione ci sono:
divieto di ampliamento delle
aree urbanizzate all’interno
del Sic, divieto di realizzazione
di impianti fotovoltaici nel Sic
ad eccezione di quelli destinati
all’autoconsumo, divieto di
realizzazione di impianti eolici
ad eccezione del minieolico
destinato all’autoconsumo.
Un ruolo importante nella salvaguardia
del bosco lo hanno
gli operatori agricoli: alle aree
agricole sono legate numerose
specie animali e vegetali rare
e minacciate. Per la loro sopravvivenza
è necessario che
si proseguino e si valorizzino
le attività tradizionali come il
pascolo o l’agricoltura non intensiva.
Lo stesso discorso,
ha affermato qualcuno, si potrebbe
farlo anche per il bosco
della Parata e per la Gravinella
a Santeramo. Numerosi gli
agricoltori ai quali è stato consegnato
un questionario da riempire.
Presenti fra gli altri, le
autorità locali, il sindaco Maria
Pia Di Medio per Cassano
Murge, la subcommissaria
Francesca Bernardi per Santeramo,
il naturalista biologo
Antonio Sigismondi, i rappresentanti
del Corpo Forestale,
i rappresentanti della Provincia
di Bari e della Regione Puglia
dottoressa Rizzo e dottor
Zaccaria, oltre ad Angelo Margherita,
Nuccia Silletti e Francesca
Disanto di Legambiente
Santeramo. ■
Santeramo
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
45

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Cassano
48 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
Il sindaco tira in ballo il suo predecessore
che risponde per le rime
Prg: botta e risposta
Gentile-Di Medio
Maria Pia Di Medio
Giuseppe Gentile
[di Vito Lapolla]
► Resta caldo in questo periodo il
tema dell’urbanistica dopo la dura
nota dell’Idv locale che ha accusato
la maggioranza di “infliggere
un ulteriore colpo mortale al piano
regolatore in palese spregio delle
regole procedimentali poste in materia
dal codice dell’ambiente”. Alla
nota ha risposto direttamente il
sindaco Di Medio rivolgendosi al
suo predecessore Gentile: “Ritengo
che sia fisiologico e nel pieno diritto
– si legge - che lei cerchi di difendere
a spada tratta il suo operato.
Ma l’evidenza dei fatti dimostra
che se qualcuno deve porsi in discussione,
questa è senz’altro la
sua amministrazione in particolar
modo per quanto riguarda l’edilizia.
Arrampicarsi sugli specchi di
giustificazioni che provengono dal
passato remoto mi sembra un’offesa
alla sua stessa e alla altrui intelligenza.
Il Prg in vigore è stato redatto
sotto la sua amministrazione
e sappiamo anche con quali sue direttive!
Il voler contenere quanto
era stato fatto in tempi in cui non
era presente una grande sensibilità
nei confronti dell’ambiente
era una intenzione di grande valenza
culturale ed estremo senso
di civiltà. Ma gli amministratori
degli anni ’70-’90 si erano abbandonati
a interventi impropri e aggressivi
nei confronti della Murgia
al solo scopo di dare lavoro e favorire
la presenza di un turismo
‘climatico’. Però quanto sancito
con le norme più restrittive delle
leggi vigenti e fatte proprie dal Prg,
guarda caso, ha avuto come obiettivo
il rendere impossibile lo sviluppo
e la crescita economica in
particolar modo solo di alcuni investimenti.
C’è stata un’agonia di
dieci anni ed ora il nostro Comune
è morto. Non c’è più una sola occasione
di lavoro (non diamo tutta la
colpa alla crisi). Stiamo lavorando
con estremo impegno per far sì che
si realizzino nuove opportunità di
crescita economica. Ma recuperare
il tempo perso è quasi impossibile”.
La Di Medio, poi, contrattacca:
“Si sarebbero potuti invece
modificare, sin dall’attuazione del
Prg, alcuni articoli rivelatisi coercitivi
per renderli più aderenti alla realtà
del nostro Comune che chiede
solo di avere delle regole precise e
non ad ‘interpretazione’ che hanno
potuto invece favorire gli ‘amici’ e
rendere il lavoro impossibile ai ‘nemici’.
Come mai ci ritroviamo edifici
costruiti oggi con indici B su un terreno
ex C, di cui uno addirittura sul
canalone dell’Aqp? Cosa si racconterà
alla Regione quando andrà ad
attuare il previsto (dal 2007) percorso
di ciclovie che prevede l’utilizzo
dei canali dell’Aqp? Per non
parlare dello sconcio estetico. Non
mi venga a raccontare, egregio consigliere,
che è tutta colpa degli antichi
popoli italici!”.
La risposta dell’Idv non si è fatta
attendere: “Si ha netta la sensazione
che la Di Medio viva agitata,
non sappiamo se pure notti insonni,
per colpa di quella che potremmo
definire ‘la sindrome del sindaco
Gentile’. La lettera aperta che la
Di Medio diffonde ‘grazie’ alle testate
giornalistiche locali, infatti,
è rivolta al consigliere Gentile, pur
autorevole esponente dell’Idv, ma
che, semplicemente, non ha firmato
la nota da cui scaturisce la replica
dell’attuale sindaco. Il comunicato
sugli inquietanti scenari per
l’urbanistica a Cassano, sui pericoli
che il nostro territorio sta corren-

do con attacchi sistematici al paesaggio,
è, infatti, a firma del circolo
cittadino dell’Idv (cioè di un partito
più che rappresentativo a livello
nazionale) e non del consigliere
Gentile! E’ un sindaco distratto,
la Di Medio che, oltre che sbagliare
destinatario e indirizzo, avendo
evidentemente della politica una
visione personalizzatrice, e non
dire nulla sul merito delle questioni
(se non implicitamente confessare
le nefandezze delle scelte operate)
sollevate in consiglio comunale
dall’unica opposizione ormai
degna di questo nome, ha un’ul-
Ora si cerca qualcuno che
gestisca la struttura
Angelo Cortese
inaugura la
Pinacoteca
comunale
[di V. S. ]
Con la mostra dell’artista romano
di origini cassanesi Angelo Cortese
dal titolo “La Repubblica delle arti”
sarà inaugurata domenica 31 luglio
alle 20,30 la Pinacoteca comunale in
un’ala del palazzo Miani-Perotti, già
sede della Biblioteca civica. La sindaco
teriore caduta di stile, affidando il
suo comunicato di ‘replica’ a quegli
stessi giornali locali che un suo assessore
ha pubblicamente definito
produttori di gossip? Certo! Soprattutto
quando devono diffondere
velocemente le note del potere.
A questi grossolani errori di forma,
ne seguono tanti altri nella sostanza.
La Di Medio, infatti, fa confusione
fra l’adozione di un Prg e la sua
approvazione. L’amministrazione
Gentile, in realtà, non ha redatto
il Prg in vigore, ma altro non poteva
fare che adeguare, senza quindi
poterlo modificare, quello strumento
urbanistico alle prescrizioni
della Regione Puglia. Il nostro strumento
urbanistico, infatti, è il frutto
delle scelte di quel Prg del’90, già
osteggiato proprio da Gentile, che
ne profetizzò la sostanziale bocciatura
in sede regionale, e fortemente
voluto, invece, dottoressa Di Medio,
dai suoi sodali di ieri e di oggi
che lo adottarono. Gli stessi che
fecero perdere tempo prezioso allo
sviluppo di Cassano poiché ingaggiarono
una battaglia contro la Regione
Puglia che, di quel loro Prg,
ne aveva osservato le più macroscopiche
distonie e aggressioni al
territorio soprattutto per quanto riguarda
gli aspetti naturalistici”. La
nota si conclude ristabilendo quella
che le opposizioni ritengono “una
verità storica”. C’è da scommetterci:
è solo il primo round di una lunga
battaglia.■
Maria Pia Di Medio in una nota ha
affermato che “l’inaugurazione della
Pinacoteca è un momento importante
per la nostra comunità e la mostra di
Angelo Cortese rappresenta un prestigio
per la nostra Cassano. La Pinacoteca
- ha concluso - deve essere scrigno di
conservazione della memoria e identità
locale”. Dunque anche Cassano avrà
la sua casa della cultura, che - come
specifica l’assessore al ramo Pierpaola
Sapienza - rappresenterà “un centro
nevralgico della cultura locale” aperto
“a chi avrà idee sane e proposte
concrete per far vivere sempre questo
luogo di cultura, storia e identità”.
La mostra di Cortese sarà visitabile
fino al 10 agosto. Nel frattempo la
Pinacoteca attende che qualcuno si
faccia avanti per gestire la struttura,
che evidentemente non alletta o,
perlomeno, non ha conquistato nessuno
prima della data d’inaugurazione. «
Cassano
Un’altra decisione che
scatenerà polemiche
Ritornano
le giostre in
piazza Sisto
[di Vito Stano]
Tra le tante polemiche che hanno
ornato l’inizio del cartellone estivo
(!) il sindaco Maria Pia Di Medio
fa sapere in una nota che “dopo
ripetute richieste e sollecitazioni
da parte del presidente del
comitato festa patronale, dottor
Saverio Viapiano” il luna park -
durante i festeggiamenti civili
della Madonna degli Angeli 1-2-
3-4 agosto - sarà collocato in
piazzale Sisto e piazza Merloni.
Questa scelta da parte
dell’amministrazione desterà
certamente ulteriori polemiche,
poiché già qualche settimana or
sono il consigliere d’opposizione
Teodoro Santorsola, ricordava in
un articolo le rimostranze in forma
scritta che la dottoressa Di Medio
fece pervenire all’allora sindaco
Gentile, lamentando il caos, la
sporcizia e il ritardo con la quale
venivano riportate le condizioni
igieniche nel piazzale antistante gli
studi medici associati in piazza Sisto,
dove la sindaco svolgeva e svolge
la sua professione con altri medici
di base. A questo si aggiungevano
le lamentele dei residenti, già
affaticati dall’ordinario mercato
settimanale, e snervati da quattrocinque
nottate a dir poco difficili.
Si sa che i tempi cambiano e con
loro anche le opinioni individuali e
le valutazioni politiche, certo è che
l’amministrazione con questa scelta
contravviene all’individuazione
fatta dalla Polizia Municipale,
rompendo col recente passato e
riportando le tanto amate e odiate
giostre in paese, per la gioia di
tanti e l’amarezza di tanti altri. «
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
49

Bitonto
linformazione sul territorio
per il socialE
Società Cooperativa Sociale a r.l.
Onlus
Servizi rivolti a diversamente
abili e persone con svantaggio
1) • Centro di educazione al lavoro
• Formazione al lavoro
• Educazione alle autonomie
sociali e personali e
supporto psicologico
• Laboratori artistici
• Laboratori informatici
e digitalizzazione dei testi
2) Pet-therapy terapia e
attività assistita dagli animali
3) Sil servizi di inserimento
lavorativo
•Servizi territoriali
diurni e residenziali per
persone con disabilità.
• Centro diurno socio-
riabilitativo “Crisalide”
• Centro dislessia
“Sos Dislessia”
N° VERDE 800125955
• Comunità socio riabilitativa
“ARGE”
PER INFORMAZIONI
Strada privata laterale
piazza Ferdinando II di Borbone 18
70032 Bitonto (BA)
tel. e fax 080 3756461
cell. 320 8395749
direzione@personabile.org
50 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
Lillino Labianca: “Se entro
sei mesi non sarà attuato il
programma smetteremo di
appoggiarlo”
Valla sotto
attacco
[di Vito Schiraldi]
► È un Raffaele Valla sempre più
solo quello consegnato alla città
negli ultimi giorni dopo il rimpasto
di giunta che voleva riportare
stabilità in consiglio comunale,
ma sembra aver acuito i problemi
gestionali del primo cittadino.
Ai ripetuti, violenti attacchi dei partiti
d’opposizione a mezzo stampa la
maggioranza non ha inteso opporre
alcuna risposta compatta, nessuna
reazione decisa, quasi come se il bersaglio
colpito più volte da quei documenti
politici non fosse il suo leader
naturale, sostenuto fin dal 2008.
Fredde, quando non addirittura in
aperta contrapposizione, le uniche
repliche offerte alle domande dei giornalisti
sul recente rimpasto di giunta.
Sulla sponda Pdl l’unico a scucire
la bocca è il vice coordinatore sezionale
Marcello Formisano, tutt’altro
che entusiasta delle scelte operate
dal primo cittadino. Da salvaguardare
c’è però l’interesse comune del
paese, come egli stesso ha tenuto a
precisare: “Giungere in un momento
come questo ad uno scontro frontale
sarebbe assolutamente deleterio per
la città, oltre che improduttivo. Non
si può far correre a Bitonto il rischio
che venga commissariata”. Pronto
alla schermaglia anche il duo della
Lista Valla Nicola Vacca e Domenico
Sannicandro, deluso dal rimpasto di
governo che avrebbe dovuto assicurare
un posto in giunta al gruppo consiliare.
Proprio poco prima del consiglio,
poi andato deserto, di lunedì
25 luglio il capogruppo Nicola Vacca
aveva fatto sapere che “eravamo presenti
già dalla prima convocazione,
per responsabilità verso il consesso
in cui siamo chiamati a svolgere il
nostro compito amministrativo. Nel
corso dei lavori però ci eravamo riservati
di comunicare all’intera assise
ed in particolare a tutte le forze di
centrodestra ed al Sindaco la nostra
posizione in merito all’attuale situazione
politica e le nostre considerazioni
sui risvolti del rimescolamento
di assessori e deleghe nella giunta”.
Anche un’altra forza di centrodestra
si è espressa in questi giorni in netto
contrasto con l’iniziativa politica di
Valla e questo nonostante la grande
stima del leader nazionale del partito
verso il primo cittadino, la senatrice
Adriana Poli Bortone. Si tratta
della neonata sezione bitontina di Io
Sud che in una nota ha fatto sapere
di come con il rimpasto “di fatto, finisce
una lunga, tanto attesa speranza
di rinnovamento di una intera
comunità, quella bitontina”. La politica
deve parlare il linguaggio della
chiarezza – si legge nel comunicato
diffuso alle principali testate giornalistiche
locali - ed allora, in ossequio
a questo principio, chiameremo
le cose col loro nome: ‘opportunismo
ed inadeguatezza’. La nostra, ancorchè
‘giovane’, formazione politica
non poteva sottrarsi ad una ponderata
analisi della situazione politica
che vive, anzi, subisce la nostra municipalità”.
Ma con ogni probabilità a
preoccupare il sindaco Valla, ancora
più del silenzio del Pdl e della fibrillazione
della Lista Valla, sono le parole
del leader regionale del Movimento
Schittulli, nonché assessore ai Trasporti
della Provincia di Bari e consigliere
comunale bitontino Michele
Labianca. Il braccio destro del presidente
Schittulli, confermando le
parole rassegnate agli iscritti della
sezione bitontina nel corso della tradizionale
assemblea, ha spiegato di
come “se entro sei mesi non sarà attuato
quel programma sottoscritto
nel 2008, smetteremo di appoggiare
questa amministrazione e questo
sindaco”. Una dichiarazione che fa
il paio con la “richiesta immediata di
una verifica di maggioranza” avanzata
al termine di un dei tanti consigli
comunali sospesi per mancanza
del numero legale. Dopo poco più di
tre anni dunque, l’era Valla si incammina
verso l’inesorabile e prematura
china? ■

Tre diversi documenti politici per gridare
un’unica richiesta
dimissioni immediate
Dal centrosinistra
coro unanime
«Dimettiti»
[di Vito Schiraldi]
► La situazione politica bitontina
somiglia sempre di
più ad una polveriera in procinto
di esplodere da un momento
all’altro. Negli ultimi
giorni infatti sono vertiginosamente
aumentate le attestazioni
di violenta insofferenza
alla gestione politico
amministrativa del sindaco
Raffaele Valla, apparentemente
lasciato solo anche
dalla sua stessa maggioranza
che non replica e nessuno
degli attacchi rivolti al
leader dello schieramento.
Il primo a rompere gli indugi
è stato qualche giorno fa il
Partito Democratico di Francesco
Fallacara che in un
manifesto ancora in affissione
appuntava: “Che tristezza
vedere la nostra città guidata
da un Sindaco disperatamente
attaccato alla poltrona,
ormai privo di autonomia
decisionale e pronto a farsi
‘prendere per mano’ da chi
lo ha pubblicamente definito
un ‘guscio vuoto’!”.
Colpevole della situazione
anche il centrodestra cittadino,
incapace, secondo il
manifesto, di opporre una
qualsivoglia reazione e ad indignare
è “il silenzio assordante
di quei consiglieri di
maggioranza che fino a poco
tempo fa intimavano al loro
Sindaco di non perdere più
tempo dietro ai ricatti e di cominciare
(dopo tre anni!!!) a
governare per risolvere i problemi
del paese! Basta con
questo scempio vergognoso:
Valla dimettiti”.
Non meno caustico l’attacco
di altri tre partiti del cen-
trosinistra cittadino. Partito
Socialista, Italia dei Valori
e Il Laboratorio hanno
infatti sottoscritto un altro
manifesto in cui stigmatizzando
la mancanza di risultati
a fronte delle promesse
elettorali del 2008, giungeva
alla conclusione che “Bitonto,
Palombaio e Mariotto non
vi vogliono più: dimettetevi!”.
Al di là dell’apporto contenutistico
del manifesto è interessante
però notare questa
ormai consolidata uniformità
d’intenti fra queste tre forze
politiche locali. Una sinergia
già evidenziata nel corso
della campagna referendaria
di giugno scorso, durante la
quale Psi, Idv e Laboratorio
avevano organizzato assieme
degli stand in cui, contrariamente
a quanto fatto
dalle forze riunite sotto l’egida
del Comitato per il ‘No’,
avevano potuto esibire i loro
simboli partitici. Indicazioni
interessanti dunque in vista
dell’ormai prossimo avvio
della campagna elettorale valevole
per le prossime amministrative.
Ultima in ordine di tempo a
chiedere l’abdicazione di Valla
è stata la Federazione della
Sinistra-Partito della Rifondazione
Comunista del circolo
Peppino Impastato di Bitonto,
che ha affidato ad una
lettera aperta le sue considerazioni,
a tratti intimistiche.
Le tensioni sociali di cui in
questi giorni Palazzo Gentile
è triste palcoscenico, con
decine di persone delle fasce
più disagiate in protesta, diventano
terreno fertile per
le aspre critiche del partito
d’opposizione: “A differenza
dei suoi assessori, dei consiglieri
della sua maggioranza
e persino di lei che ne è
il primo cittadino, noi di Bitonto
conosciamo ogni meandro,
ogni vicolo … e le file
allo sportello della Cerin le
facciamo anche noi e parliamo
con la gente a cui è stato
bloccato il conto corrente
(e non sono sempre ‘pieni’
i conti correnti !), l’assegno
di prima dote, il contributo
per il canone di locazione
perché non erano in regola
con i pagamenti di una
Tarsu aumentata del 40% in
due anni”.
“Noi le chiediamo di dimettersi
per il rispetto che lei
stesso dovrebbe provare per
sé – consiglia la segreteria
del movimento politico - perché
un uomo dal suo passato
non può rendersi ostaggio
di un manipolo di individui il
cui unico fine è stato e sarà
quello di ‘gestire il potere. Lei,
signor Sindaco, cosa c’entra
con le loro tattiche da quattro
soldi, con le loro liti di ballatoio,
con le loro ‘creste sulla
spesa’, con i loro ricattucci??
Lei, uomo che ha giurato lealtà
allo Stato, come può accettare
di convivere con i mercanti
del tempio?”.
Una “triste maschera da
avanspettacolo nazionalpopolare”
sarebbe per Fds-
Prc ora il sindaco la cui unica
uscita dignitosa sarebbe
rappresentata dalle dimissioni
immediate. ■
Bitonto
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
51

Bitonto
52 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
A Palazzo Gentile decine di persone in protesta per il blocco degli
assegni sociali e per la Tarsu
Il Comune sotto assedio
[di Vito Schiraldi]
► Due proteste, due motivazioni
differenti un unico
filo conduttore: il disagio sociale.
Sono ormai due giorni
che il Comune è letteralmente
assediato da decine
di persone appartenenti alle
fasce sociali meno abbienti
della città che protestano per
ricevere quanto ritengono
sia stato loro ingiustamente
sottratto.
Le prime a protestare erano
state, già nella giornata
di lunedì, le donne incluse
nel progetto ‘Incroci sociali’,
all’interno del quale garantiscono
un attraversamento
sicuro ai bambini delle scuole
elementari e medie bitontine,
liberando così la Polizia
Municipale di un compito
storicamente assegnato al
loro corpo. Donne i cui mariti
sono entrati nei circuiti
penali, ragazze madri, signore
inserite in contesti sociali
a rischio, ma anche semplici
persone i cui standard economici
le inseriscono fra le
fasce a rischio povertà. Sono
queste, anche se perplessità
in merito all’assegnazione di
alcuni di questi posti stentano
a trovare risposte, le protagoniste
del progetto comunale
che però da mesi non
si vedono corrisposto alcun
mensile per l’opera prestata.
I primi sentori di una situazione
che sarebbe poi degenerata
già a dicembre scorso,
con i primi ritardi sui
pagamenti, poi acuiti con il
mese di aprile e precipitati
nei mesi di maggio e giugno.
A pagare gli stipendi doveva
essere la cooperativa Tasha
scs, incaricata dal Comune
di versare il dovuto a chi ne
aveva diritto dopo aver ricevuto
il corrispettivo proprio
da Palazzo Gentile.
Sembra però che il Comune
abbia corrisposto alla cooperativa
il dovuto solo fino
a febbraio: da marzo in poi
Tasha avrebbe anticipato le
somme poi versate alle donne
di incroci sociali. Finchè
ha potuto. Ora la sua autonomia
finanziaria non le permetterebbe
più di fare questo
“favore” all’ente locale. E
le donne restano senza assegno.
“Duecentonovanta euro
possono sembrare una inezia
per chi è abituato a trovare
sempre un piatto sulla tavola
– racconta una delle agguerrite
signore – ma per noi
sono fondamentali per cercare
di non soccombere e dare
ai nostri figli almeno qualcosa
da mangiare”. La protesta
non si fermerà in ogni caso.
Oggi in consiglio comunale è
prevista una folta delegazione
delle protagoniste di questa
protesta. Intanto da Palazzo
Gentile fanno sapere
che gli uffici preposti hanno
avuto mandato di iniziare a
consegnare gli assegni a partire
dal 28 di questo mese.
Situazione diversa invece
pochi metri più in là. Se le
donne degli incroci sociali
hanno scelto l’ingresso monumentale
del palazzo di città
per far sentire la loro voce,
i pignorati della Tarsu hanno
preferito invece assediare
gli uffici dei Servizi Sociali,
nel tentativo di incrociare
l’assessore Somma. L’esponente
del Pdl non si è però
fatto vedere. “Quando vede o
gli fanno sapere che c’è movimento
qui, preferisce non venire
proprio”, racconta uno
degli uomini in protesta.
Tutti lamentano il blocco dei
fondi sociali loro assegnati
per il contributo sugli affitti
e la prima dote. Un blocco
dovuto al mancato pagamento
della Tarsu per la
quale la Cerin ha inviato i
conseguenti avvisi recupero
coatto delle somme dovute.
E visto che l’unica fonte
di ingresso per molte di queste
famiglie è rappresentato
proprio dagli assegni sociali,
sono proprio quelle le risorse
vincolate. “Sono 4 mesi che
non pago l’affitto – si lamenta
una donna – ho 3 bambini
e la padrona di casa ha detto
che mi sbatte fuori se entro
fine mese non le corrispondo
quanto le devo. Dovrò finire
per strada a causa della
tassa sulla spazzatura?”.
“Ci hanno bloccato i soldi riservati
ai nostri figli, è una
vergogna – rincara un altro
uomo visibilmente alterato
– spendono migliaia di
euro per lavori inutili e qui ci
sono bambini che muoiono
di fame. È ridicolo e crudele”.
Anche per loro la protesta
non si esaurirà alla giornata
di ieri. Le loro istanze verranno
con ogni probabilità
presentate nel consiglio comunale
di questa sera, per
un’assise cittadina che si
presenta carica di tensioni
di ogni tipo. ■

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Il sindaco Gatti scrive alla città e annuncia
l’aumento delle tasse
“Nel 2012 rischiamo
il collasso finanziario”
[di I.M.]
► “Cari concittadini,
vorrei condividere con voi
l’attività amministrativa
svolta nelle ultime due
settimane, incentrata
soprattutto nell’approfondimento
del bilancio
di previsione che dovrà
essere approvato entro
il 31.08.2011”. Comincia
così la lettera aperta
scritta dal sindaco di Modugno,
Mimmo Gatti, ai
suoi concittadini. “Si è
partiti dalla constatazione
di 3 elementi fondamentali
– scrive Gatti
- il minore trasferimento
di soldi dallo Stato di
circa un milione di euro,
la minore possibilità di
spesa rispetto all’anno
scorso per circa 1,5 mln
per rispettare il patto di
stabilità imposto dalla
finanziaria nazionale, la
presa d’atto di quanto il
Comune ha già speso nei
primi sei mesi dell’anno.
La giunta in una prima
fase, ha operato posizionando
in bilancio le
somme strettamente necessarie
a garantire il
minimo funzionamento
della macchina ammini-
strativa: stipendi al personale,
utenze di luce,
acqua, gas e telefono,
contratti da onorare,
rate di mutui già accesi
negli anni scorsi. Sono
stati praticamente azzerati
tutti i contributi alle
associazioni, le spese di
rappresentanza degli organi
comunali, le somme
per feste e sagre tradizionali.
E’ stato praticamente
tagliato tutto nei
diversi settori con l’eccezione
dei servizi sociali
(in un momento storico
in cui le famiglie sono in
grave difficoltà), del personale
(al fine di consentire
per l’anno prossimo
le assunzioni di vigili e
assistenti sociali), della
scuola (per continuare
a sostenere la crescita
delle nuove generazioni).
Al termine di questa
prima fase – continua il
sindaco - gli uffici finanziari
hanno rifatto i conti
e hanno fatto presente
che necessitava ancora
recuperare 700mila euro
circa per far quadrare il
bilancio, a seguito del
mancato introito degli
oneri di urbanizzazione
per via della lenta crescita
edilizia. Purtroppo,
non sarà possibile spendere
nemmeno un euro
in opere pubbliche fino
alla fine dell’anno. Sono
seguite diverse riunioni
di Giunta per cercare il
modo migliore per affrontare
tale situazione; si è
giunti all’individuazione
dell’unica via possibile:
quella di intervenire sulla
tassazione. Ciò si rende
necessario per il 2011 e
soprattutto per il 2012
che sarà, senza dubbio,
ancora più difficile: da un
lato, non si potrà contare
su alcune entrate straordinarie
previste solo
per quest’anno (alcune
su tutte: l’accordo concluso
con lo Iacp per totali
800mila euro in entrata
per Ici pregressa dal
1994 al 2007 oltre all’Ici
versata una tantum da
talune grosse aziende
della zona industriale
per circa 400mila euro),
dall’altro, entreranno in
vigore le rate di altri nuovi
contratti (uno per tutti gli
alloggi per i carabinieri
Modugno
per circa 200mila euro).
In totale per l’anno prossimo
si prevede in negativo
rispetto al 2011 una
differenza di oltre 1,5 milioni
di euro. Senza l’introduzione
di alcune misure
finanziarie è facile
prevedere il collasso del
Comune nell’anno 2012.
Il meglio che potremo fare
per quest’anno sarà non
toccare la Tarsu (tassa rifiuti
solidi urbani) e introdurre
una soglia di salvaguardia
per i redditi più
bassi rispetto all’addizionale
Irpef che bisognerà
necessariamente prevedere.
Pur nella consapevolezza
di creare mugugni
e strumentalizzazioni
politiche, è necessario
farlo oggi, per salvare il
bilancio e per iniziare ad
innescare una spirale di
crescita. Il 2012 sarà nerissimo,
perciò almeno
nel 2011 cominciamo ad
investire qualcosa nella
lotta all’evasione fiscale,
nell’adeguamento del
piano regolatore al Pug
per far aumentare le entrate
da oneri di urbanizzazione,
nell’affrontare
seriamente la questione
dei cani randagi con la
costruzione di un canile
municipale (assurdo
pensare di continuare a
spendere quasi 500mila
euro all’anno per il loro
ricovero in altri canili)”.■
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
55

Modugno
56 | iL RESTO sett imanale | 30 luglio 2011
[di Isabella Maselli]
Approvato dalla giunta
comunale il piano
triennale delle opere
pubbliche
Entro il 2013
Modugno
avrà un
canile e il
nuovo
palazzetto
dello Sport
► Approvato dalla giunta comunale
il piano triennale delle opere
pubbliche 2011-2013. Ben 64 milioni
322mila euro è il totale dei
fondi destinati agli interventi, in
buona parte derivanti da capitali
privati, da fondi comunitari e, naturalmente,
da fondi comunali che
solo per 850mila euro saranno presi
con un mutuo. “La prima fase del
lavoro – si legge nel documento approvato
- è stata dedicata alla ricerca
e alla conseguente quantifi -
cazione dei bisogni e delle esigenze
della collettività amministrata, individuando,
al contempo, tutti gli
interventi necessari per il loro soddisfacimento.
Conclusa l’analisi
diretta all’individuazione e quantifi
cazione delle richieste della collettività,
di concerto con i servizi fi -
nanziari è stato predeterminato il
limite di indebitamento realmente
sopportabile dall’ente. Un ulteriore
aspetto di approfondimento nel processo
di predisposizione del programma
triennale dei lavori pubblici
ha riguardato la defi nizione
delle priorità tra i vari interventi”.
Prima fra tutte la manutenzione,
poi il recupero del patrimonio esistente,
il completamento dei lavori
già iniziati, gli interventi per i
quali ricorra la possibilità di fi nanziamento
con capitale privato maggioritario
e, infi ne, i progetti esecutivi
già approvati. Gli interventi in
programma riguardano la riqualifi
cazione urbana del quartiere Cecilia,
Via Capo Scardicchio e Via
Ancona (200mila euro di fondi co-
munitari). Con 600mila euro di capitali
privati sarà realizzato il canile
comunale. Ancora la riqualifi cazione
urbana di Piazza Magna Grecia
Sant’Ottavio (300mila euro di
fondi comunitari). Altri 1,5 milioni
di euro (fondi comunitari) saranno
impiegati per le reti tecniche e la
ripavimentazione del centro storico.
Ancora fondi comunitari per
550mila euro e 187mila saranno
utilizzati per la riqualifi cazione urbana
di Piazza Pio XII e di piazza
De Curtis. Da capitali privati, invece,
saranno attinti i 2,5 milioni di
euro per il parcheggio direzionale, i
3 milioni per il nuovo palazzo dello
sport, i 4 milioni per gli uffi ci comunali,
i 9,8 milioni per il parcheggio
sotto la Villa Comunale, i 3 milioni
per la ristrutturazione dell’ex
Onmi, gli 8,2 milioni per l’ampliamento
del cimitero comunale e i
9 milioni 545mila euro per l’area
mercatale. Ancora fondi comunitari
per via Ravenna (250mila euro)
e piazza Magna Grecia (490mila
euro). Dalle casse comunali saranno
attinti gli 850mila euro per
la riqualifi cazione di Corso Umberto
I. Gli ultimi interventi saranno
fi nanziati ancora con fondi
comunitari: la riqualifi cazione urbana
di via Roma costerà 1 milione
850mila euro, le infrastrutture di
ampliamento delle reti tecnologiche
nelle zone di espansione costeranno
16 milioni di euro e, infi
ne, 1,5 milioni saranno utilizzati
per il prolungamento di viale della
Repubblica. ■
Confederazione Nazionale
dell’Artigianato e della Piccola
e Media Impresa

► Salta il corteo ma
continua la protesta.
Il diluvio che si
è abbattuto martedì
su Modugno e dintorni
ha costretto
sindacalisti, lavoratori
e rappresentanti
delle istituzioni a rinviare
(a data da destinare)
la marcia contro
la chiusura della
Om Carrelli Elevatori.
Slitta anche l’annunciato
incontro presso
il ministero dello Sviluppo
Economico,
previsto per giovedì
via Eritrea, 26
Altamura (Ba)
tel. 080.3146263
fax 080.8417535
comai-srl@libero.it
scorso. Nuovo appuntamento
il prossimo
primo agosto. La vicenda,
lo ricordiamo,
riguarda l’annunciata
chiusura dello
stabilimento modugnese
con conseguente
trasferimento
di parte dei 320 dipendenti
ad Amburgo,
in Germania,
e il licenziamento degli
altri. Ed è proprio
dei giorni scorsi, in
risposta al blocco dei
cancelli da parte dei
lavoratori in presidio
permanente, la decisione
dell’azienda
di fermare la produzione.
Non potendo
smaltire la merce prodotta
perché i lavoratori
ne impediscono
l’uscita dallo stabilimento,
nei magazzini
ci sono troppi carrelli
accumulati per poterne
depositare altri.
L’azienda, fanno
sapere da Milano,
per questioni di sicurezza,
ha quindi deciso
di interrompere
la produzione. ■
Modugno
Per l’annunciata chiusura
dello stabilimento
modugnese
Om: salta il
corteo ma
continua la
protesta
[di I. M.]
COSTRUZIONI E
IMPIANTISTICA
CIVILE E
INDUSTRIALE
| iL RESTO sett imanale | 30 luglio 2011
57

Bitetto
Dopo le polemiche fuori dal Palazzo
i chiarimenti
Stipendi e servizi
cimiteriali, il Pdl
spiega [di Lucia Carbonara]
58 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
► Per ora il confronto politico si infiamma
solo fuori Palazzo di Città, a suon di comunicati
esposti nella pubblica piazza (anche virtuale
di Fb) al solo chiacchiericcio. Non una
mozione, non un ordine del giorno di dissenso
da parte delle opposizioni hanno meritato che
la questione delle aumentate indennità degli
amministratori o i servizi cimiteriali dati in appalto,
finissero in consiglio comunale. L’ultimo
prima della pausa estiva è stato convocato per
lunedì primo agosto alle 9,30.
AUMENTO DEGLI STIPENDI
Una nota del coordinamento locale del Pdl ha
inteso chiarire che “la legge in base alla quale
sono state corrisposte le indennità di funzione
(e non compensi) agli amministratori è la stessa
che ha determinato gli importi per la giunta
Costa e Iacovelli. L’iniziativa del Pd, quindi,
è pura e inutile strumentalizzazione politica.
La verità è che l’importo base dell’indennità di
funzione è determinata dal D.M. 119/2000,
così come riportata nella delibera di giunta n.
52 del 23/06/2011. L’unica differenza deriva
dal fatto che la legge vigente ha obbligato
l’amministrazione Iacovelli a ridurre l’indennità
del 10% mentre ad oggi il D.L. 31/05/2010
n. 78 impone all’attuale amministrazione di
effettuare sull’importo base dell’indennità di
funzione una riduzione del 3%. Il Decreto legge
n.78 del 2010, infatti, dispone che ‘Con Decreto
del Ministero dell’interno, adottato entro
centoventi giorni dalla data di entrata in vigore
del presente decreto-legge, gli importi delle
indennità sono diminuiti , per un periodo non
inferiore a tre anni, di una percentuale pari al
3 per cento per i comuni con popolazione fino
a 15.000 abitanti’. Pertanto, non ci troviamo
di fronte ad un aumento dell’indennità di funzione
deciso dalla giunta (visto che la giunta
Occhiogrosso ha confermato lo stesso importo
base dell’indennità di funzione delle due precedenti
amministrazioni) ma ad una diminuzione
dal 10% al 3% dell’abbattimento previsto
dalla legge”.
Nel botta e risposta tra Pd (che aveva rivendicato
l’aumento del 7% degli stipendi) e Pdl si è
inserito anche Sel. “La nota del Pdl - scrive il
coordinatore Giulio De Benedittis - mi giunge
Giuseppe Cramarossa
come un pugno nello stomaco, in un tempo di
crisi in cui la politica per nulla da segnali di
solidarietà, non riducendo gli elevati costi che
ruotano intorno al proprio sistema, trovo ridicola
e semplicistica la risposta che il vicesindaco
Cramarossa prova a dare circa l’aumento
dei compensi di sindaco e assessori. Troppo
comodo uscirsene con un rinvio a un decreto
ministeriale, noi ribadiamo la proposta rimasta
inascoltata di destinare il 7% di differenza
al fondo sociale, a sostegno delle famiglie che
sono ormai in affanno. Sarebbe un atto di onestà
intellettuale al di là delle tante chiacchiere”.
GESTIONE DEL CIMITERO COMUNALE
Una sola azienda ha partecipato al bando per
il servizio di pulizia, manutenzione aree verdi,
operazioni di scavo fosse perinumazioni, operazioni
di esumazioni, custodia, smaltimento
rifiuti speciali derivanti dalle esumazioni/estumulazioni,
ecc., presso il cimitero comunale
aggiudicandosi l’appalto per quattro
anni: è la bitettese Cooperativa Sociale Managements
Services. Il vecchio appalto aveva una
base d’asta di 30mila euro e fu aggiudicato
per 25mila euro dopo il ribasso d’asta di circa
il 20% della ditta vincitrice del bando; il nuovo
appalto ha avuto, invece una base d’asta di
25mila euro e l’aggiudicazione è avvenuta con
il ribasso dello 0,1%. “Coloro che hanno polemizzato
sullo 0,1 per cento di ribasso d’asta
– scrive il Pdl - hanno volutamente omesso di
evidenziare questo importante particolare della
questione, vale a dire che il bando di gara è
stato pubblicato con l’importo base di 25mila
euro (pari a quello con il quale fu aggiudicata
la gara del vecchio appalto!) e non di 30mila
euro. Inoltre la gara d’appalto è stata curata, in
entrambi i casi, dallo stesso dirigente del Comune
secondo le stesse leggi vigenti e non già
dagli amministratori”. ■

Il progetto dell’associazione Zampe felici onlus
Un Parco per gli amici a 4
zampe
[di Rosaria Iodice]
► A Bitetto è nata da appena due
mesi “Zampe felici Onlus”, un’associazione
di volontariato di cui
presidente è Angela Giannini, 22
anni, che pur così giovane, è riuscita
ad aggregare intorno a lei
persone unite dall’amore per gli
animali e a credere in un progetto
nuovo nella sua sostanza, almeno
per Bitetto. Sappiamo che il randagismo
è un problema reale, un
problema che fin qui si è riuscito
a tamponare soltanto con le azioni
dei privati, che mossi da un senso
civile a volte ben più alto di quello
dei propri amministratori, pagano
di tasca propria cure mediche e sterilizzazioni
per i cani in strada. Se
il randagismo a Bitetto si è comunque
mantenuto a livelli accettabili
è proprio perché con le sterilizzazioni
pagate dai privati, si è ridotto
notevolmente il numero delle cucciolate.
Questa è la dimostrazione
concreta che quando l’impegno è
costante, si può fare molto. Angela
Giannini è una che vive del fuoco
della sua passione, che è quella di
curare e salvare gli animali abbandonati.
Ma non è tutto. Il suo scopo
è quello di toglierli dalla strada e
dare loro una dignitosa adozione.
L’associazione è nata proprio perché
non si può pensare che lo svolgimento
di un ruolo sociale di così
elevata importanza debba rimanere
un fatto privato di ordinaria
amministrazione, ma debba riconoscersi
in un progetto complessivo
che sappia, incarnando lo
spirito vero dell’associazionismo,
creare un cambiamento culturale.
Il nuovo concetto di canile, non deve
più essere quello della prigione dove
gli sventurati cani accalappiati diventano
soltanto un guaito da sfamare.
Un cane in gabbia è, di fatto,
un cane privato della sua natura
più profonda e della sua dignità.
Mantenere un cane per tutta la vita
in canile è un costo fisso che ricade
sulle casse comunali e quindi,
indirettamente, su quelle dei citta-
dini, svolgendo un servizio sociale
in fondo riduttivo. I canili così come
sono adesso, non possono essere
più ritenuti la soluzione al randagismo
per il futuro. L’idea nuova
di ” Zampe felici onlus” è quella di
costruire “il parco dei cani”, dove
i cani stazionano il tempo necessario
per essere sterilizzati, accuditi,
curati ed essere messi in condizione
di poter essere facilmente
adottati.
E tutto questo potrebbe finanziarsi
da solo, creare addirittura economie,
dopo uno start up di investimento.
Bitetto potrebbe diventare
una realtà nuova, con un progetto
innovativo nella sostanza, capofila
di un nuovo modo di risolvere
il randagismo, agendo su più livelli.
Sappiate però che “Zampe felici”
non è la banca mondiale del cane,
non è un posto per scaricare il proprio
cane prima delle vacanze estive
sognando una coscienza pulita a
interesse zero. Acudisce già attualmente
15 cani, e sono già troppi
dovendosi autofinanziare, cani in
attesa di un padrone, e non ha bisogno
di padroni screanzati che in
vista delle ferie vogliono liberarsi
dei “regali” natalizi. Zampe felici ha
bisogno di persone capaci di dare
aiuto, e di credere nel suo progetto.
Per chi volesse aiutare l’associazione,
con contributi, idee, offrendo
servizi o anche semplicemente diffondendo
la notizia per agevolare
le adozioni dei cani attualmente accuditi,
potete andare su facebook
nella pagina zampe felici o per un
contatto più diretto al 393.886046.
Nel frattempo quando si pensa al
parco Tre Ponti a Bitetto, qualcuno
sogna che forse una parte di esso,
potrebbe essere destinato ad accogliere
il “Parco Zampe Felici”. Nel
film “Cenerentola “ di Walt Disney,
la protagonista cantava “I sogni
son desideri, di felicità”, e il sogno
dell’associazione è quello di rendere
si tante zampe felici ma anche
tanti padroni felici di esserlo. ■
Bitetto
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
59

Palo del Colle
60 | iL RESTO sett imanale | 30 luglio 2011
“Abbiamo un organico amministrativo risicato, ho
dovuto perfi no chiudere la biblioteca”
I primi 100 giorni di
Conte sindaco
[di Donata Pellegrino]
Un bilancio sui suoi primi 100 giorni
da sindaco.
Mi sono serviti per valutare la situazione
del personale. Siamo con
un organico al di sotto del dovuto,
57 unità contro 130. Grave carenza
del personale che mi ha obbligato
addirittura a tenere la biblioteca
chiusa per due persone in malattia
e due in ferie. Avevo il servizio
della Pubblica Istruzione con il solo
responsabile e nessun dipendente,
quindi sono stato costretto a chiudere
la biblioteca. A livello economico
abbiamo con la precedente amministrazione
dei capitoli di bilancio
che sono quasi esauriti. Questo
signifi ca che fi no a dicembre ho poche
risorse da poter spendere per il
«Finanziaria: sono fortemente
preoccupato. Soprattutto
nell’ambito del sociale ci sono stati
grossi tagli che non mi consentono
di operare delle manovre a favore
della gente bisognosa»
minimo indispensabile: servizi sociali,
minori, affi di familiari, randagismo.
Purtroppo non abbiamo
economie, il capitolo è già esaurito.
Tra l’altro nel bilancio di previsione
approvato abbiamo preventivato
400mila euro di recupero di evasione
fi no a dicembre e 165mila euro
di oneri di urbanizzazione che devono
entrare necessariamente per il
riequilibrio di bilancio successivo.
Nei giorni scorsi il governatore pugliese
Nichi Vendola ha dichiarato che
“questa manovra entrerà nella carne
viva della povera gente”. Lei da sindaco
cosa ne pensa?
Sono fortemente preoccupato. Soprattutto
nell’ambito del sociale ci
sono stati grossi tagli che non mi
consentono di operare delle manovre
a favore della gente bisognosa.
Tra l’altro, a causa di mancanza
del lavoro, stanno chiudendo molte
aziende, di conseguenza gli impieghi
diminuiscono e la gente che ha
bisogno di aiuti economici aumenta
a dismisura giorno dopo giorno.
E’ evidente che con i tagli dei trasferimenti
erariali dallo Stato agli
enti locali abbiamo delle grosse ripercussioni
soprattutto nel sociale.

Crede si possa parlare di violazione
dell’art. 119 della costituzione sull’autonomia
finanziaria degli enti locali?
Assolutamente sì. Il Comune non
può aumentare le tasse oltre determinati
livelli imposti dalla legge,
non può pensare di aumentare
l’addizionale Irpef perché c’è un
tetto stabilito, è obbligato a recepire
i tagli del trasferimento dello
Stato. Ha degli obblighi di legge
che impongono in un certo senso la
formulazione di bilancio: il tetto di
spesa per quanto riguarda l’assunzione
del personale, quindi è obbligato
a condurre un’attività comunale
con quelle che sono le energie
al momento e in qualche modo
viene bloccata l’attività amministrativa
per questo il sindaco non
sa come andare avanti. Tra l’altro
le operazioni che possono portare
nuove entrate nelle casse comunali
o dei tagli di spesa, con tutta la normativa
in atto vigente, la burocratizzazione
dei percorsi amministrativi,
richiedono tempi lunghissimi.
La programmazione per un recupero
economico dell’anno seguente
non la si può pensare perché
incominci oggi una qualsiasi attività
che vedrà la luce minimo fra
4 anni. Diventa veramente difficile
amministrare.
Nonostante tutto, il rendiconto di
gestione 2010 è positivo e il Comune
di Palo rientra tra i ‘virtuosi’. Crede si
potrà fare di meglio?
Rientra nei Comuni virtuosi perché
non sono state messe in atto molte
opere pubbliche negli anni scorsi.
Gestire meglio la macchina amministrativa,
il paese a livello di manutenzione,
organizzazione sociale,
civile sì. Ma fare di meglio a livello
di nuovi investimenti è veramente
difficile perché ci sono delle effettive
impossibilità. Quindi bisogna
pensare, come abbiamo già fatto,
all’apertura di parchi a gestione in
parte privata, convenzioni con diritto
di superficie con aziende che
vengono ad investire nel nostro territorio,
realizzando palazzetti dello
sport, piscine e quant’altro e pensare
alla gestione privata del territorio
in modo tale che ci sia una garanzia
di servizio ed un ordine di spesa
pari a zero perché questa amministrazione
comunale oggi giorno non
può permettersi di pagare nulla.
Da dove inizierà nella lotta all’evasione
fiscale?
Inizierò nell’arco di una settimana
con l’attribuzione della gestione del
recupero sull’Ici 2006 non pagata.
Successivamente incontrerò delle
società di consulenza che mi indichino
i metodi migliori per il recupero
delle evasioni, partendo dalla
Tarsu e poi l’Ici, cercando di far
rientrare nelle casse comunali nel
minor tempo possibile e con minori
costi quanti più soldi possibili.
Uno dei problemi più radicato sul
territorio palese è quello della criminalità
organizzata. Come pensa di affrontarlo?
Ho tenuto già un vertice con il comando
dei Carabinieri di Molfetta e
Palo. Abbiamo affrontato il discorso
sicurezza ed sono emersi gli stessi
problemi: mancanza di organico. La
tenenza di Molfetta nel periodo estivo
deve provvedere al controllo della
costa, poi abbiamo Bitonto con
determinate caratteristiche e quindi
ci ritroviamo con poco personale
nel nostro abitato. I Cc comunque
svolgono bene il loro lavoro con
quelle che sono le risorse disponibili.
Inoltre le carceri sono affollate,
quindi per molti reati c’è subito
l’ordinanza di scarcerazione, la
mancanza di lavoro porta il ragazzo
a delinquere ed è tutto un sistema
ciclico, con diverse responsabilità.
In concreto allora cosa si devono
aspettare i cittadini di Palo, più tutela
o si devono accontentare di quello che
hanno?
Sicuramente più tutela. Ho già richiesto
la presenza di una pattuglia
quotidianamente sul nostro territorio,
incrociando i controlli con la polizia
locale. Posti di blocco per chi
non usa il casco e la cintura di sicurezza.
■
Palo del Colle
«Palo rientra nei Comuni virtuosi solo
perché non sono state messe in atto
molte opere pubbliche negli anni scorsi»
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
61

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Un successo la manifestazione
organizzata dalla Lab
La notte della
Maddalena fa
rivivere
il centro storico
[di Mauro Schiraldi]
Il 22 luglio è ormai per Binetto un appuntamento
atteso per la festa della Maddalena. Organizzata
dalla Lab, Libera Associazione Binetto,
la manifestazione cresce di anno in anno
e attira molti visitatori da tutta la provincia.
Da sei anni, la Maddalena propone ai visitatori
un centro storico decorato e illuminato con
discrezione, per non spezzare la magia propria
delle atmosfere dei viottoli e delle piazzette. Da
tre anni si sceglie un percorso in cui vengono
esposte opere di illustratori pugliesi. Nelle
prime due edizioni il leccese Enzo de Giorgi
e il barese Raffaello D’accolti; quest’anno i
disegni della molfettese Vittoria Facchini, illustratrice
di libri per l’infanzia e pubblicitaria,
hanno descritto a modo loro un antico racconto
popolare di Binetto recuperato negli archivi
dell’appassionato Andrea Mastrangelo. Per
quanto riguarda la musica, si sono esibiti in
Largo Chiesa la Scaramuzzino Ensemble, una
compagine di musicisti provenienti da Urbino
che ha proposto un repertorio di pezzi classici
popolari e musiche da film, e Kekko Fornarelli
Kube, un trio jazz di matrice nostrana ma di
eco internazionale che ha proposto il contenuto
del loro ultimo disco. In piazza del Popolo,
grandi e piccini hanno fatto capannello intorno
all’Equipe Querelle, quattro giocolieri acrobati
che hanno presentato uno spettacolo esilarante
e pieno di numeri inediti. Per quanto riguarda
la ristorazione, alle piscine e in piazza Rosa
Ora si attende l’attivazione
Stazione Fal: finalmente
biglietteria automatica e
maxischermo
[di V. L.]
Nelle scorse settimane
abbiamo dedicato più di un
articolo alla situazione della
stazione binettese delle
Ferrovie Appulo Lucane.
L’avevamo definita un
vero e proprio “deserto di
Gobi”: con la biglietteria
sono state allestite bancarelle di prodotti locali,
sapori dimenticati o che è possibile trovare
a casa delle nostre nonne, non certo nelle feste
paesane. Niente panini, niente birra, niente
hot dog, ma frise, friarielli, frittate, mandorle e
dolci fatti in casa. Da bere vino locale e acqua
dell’acquedotto pugliese. E’ importante il taglio
ecologico che da un paio d’anni la Lab ha voluto
dare alla manifestazione: le bevande sono
state servite in bicchieri di terracotta, le posate
di legno proveniente da foreste controllate,
i piatti in acido lattico polimerizzato, un derivato
del mais, biodegradabili al 100%. Inoltre i
fari alogeni delle precedenti edizioni sono stati
sostituiti con lampade a risparmio energetico
di classe A, risparmiando l’80% di energia rispetto
al passato. La Lab è molto attenta alle
tematiche ambientali, come dimostrano le iniziative
che realizza lungo l’arco dell’anno, e riuscire
a mettere in pratica quello che si predica
è motivo di orgoglio e soddisfazione. L’unica
pecca, come al solito è quella finanziaria. La
Maddalena non è sostenuta dal patrocinio di
alcun ente, non ha sponsor e si finanzia esclusivamente
coi proventi delle bancarelle. E’ per
questo che per il futuro si pensa a edizioni più
ridotte, senza rinunciare alla qualità delle proposte
artistiche. ■
aperta solo per alcune
ore nel pomeriggio e
senza un altoparlante che
annunciasse eventuali
ritardi (purtroppo ricorrenti)
di treni. Bene, nei giorni
scorsi è magicamente
apparso un maxischermo
(installato in verità in tutte
le stazioni Fal) dal quale si
possono avere informazioni
sui treni in partenza e in
arrivo e (addirittura) una
biglietteria automatica.
Binetto
Si tratta certamente
di un passo in avanti
importante per una fermata
storicamente considerata
di serie B. Solo due piccoli
appunti: il maxischermo
non segnala eventuali
ritardi (sarebbe quella la
prima utilità) dei convogli
e la biglietteria non è stata
ancora attivata. Speriamo
che si possa contare
al più presto su questi
indispensabili servizi. «
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
63

Grumo Appula
64 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
Querelle su facebook, il sindaco risponde
e contrattacca
D’Atri: «Con il taglio
degli stipendi
risparmiati
325mila euro»
[di Vito Lapolla]
► Allo stato di calma apparente di
Grumo città, non corrisponde quello di
Grumo Comune. L’astronave dei rifiuti
sulla statale 96 è stata solo la punta di
un iceberg che sta alimentando, come un
fiume in piena, la polemica politica. E se
il consiglio comunale è diventato quasi
un ring (come tra l’altro alcune strade
cittadine, come si mormora da qualche
giorno), le parole si sprecano sui social
network. L’ultima querelle riguarda il taglio
degli stipendi (52%) deciso dall’amministrazione
D’Atri. Il sindaco si è fatto
infatti promotore di un’iniziativa a favore
della riduzione dei costi della politica,
vantando il primato grumese. Qualche
oppositore politico non si è fatto
pregare per mostrare al primo cittadino
che quello fatto a Grumo sta accadendo,
forse anche in forma maggiore (con la totale
rinuncia all’indennità), in molti comuni
italiani. E di qui una serie di batti
e ribatti fino alla conclusione di D’Atri:
“Ci siamo dimezzati le indennità perche
riteniamo che tale scelta andava fatta in
termini anche di esempio in un momento
tragico per l’economia dell’Italia e anche
delle famiglie grumesi…quanto si riuscirà
a risparmiare (e cioè circa 325mila
euro in cinque anni) sarà utilizzato per
fare delle cose per la nostra città....e poi
in merito al ‘tanto spendi tanto mangi’...
ho delle perplessità perché, se l’esempio
dobbiamo calarlo sui nostri predecessori
che si sono raddoppiati gli stipendi e abbiamo
patito la fame, giusto per stare
di pari passo con la metafora, il paragone
non tiene. Sono giuste le critiche,
«I nostri predecessori si sono
raddoppiati le indennità senza
garantire alcuno sviluppo per Grumo»
per carità, ma che critica costruttiva è
dire ‘voi vi siete dimezzati le indennità
ma ci sono altri che hanno fatto di più?’
E’ come dire ‘avete fatto una strada ma
ci sono altre città che hanno costruito
un’autostrada’…pensiamo al nostro territorio.
Abbiamo rinunciato a delle cose
per fare delle cose in più per la nostra
città, una fra tutte non aumentare la
Tarsu come è già successo in altri paesi
a noi vicini”. La conclusione sulla tassa
dei rifiuti sembrerebbe aprire altri scenari
di polemica in un momento in cui
l’Ato Bari 4, di cui D’Atri è presidente,
accantonata l’astronave dei rifiuti (con
buona pace di don Michele e di tutte le
polemiche legate a quella famosa lettera),
deve comunque individuare un sito alternativo,
altrimenti l’innalzamento diventerà
quasi obbligato (dati gli alti costi
di trasporto fuori bacino non avendo
una discarica nelle vicinanze). Sempre
facebook, in ogni caso, diventa il mezzo
utilizzato anche dalle opposizioni per
chiarire alcuni punti sul taglio degli stipendi.
Il consigliere Francesco Palladino
spiega: “Per nove anni l’amministrazione
Rutigliano ha mantenuto le indennità al
minimo e gli assessori con lavoro autonomo
(vedi Ezio Mastrangelo, Franco Lo
Re, Franco Palladino, etc.) hanno rinunciato
al raddoppio dell’indennità. Gli assessori
con lavoro autonomo della giunta
D’Atri percepiscono invece il raddoppio
dell’indennità senza rinunciarvi. In ogni
caso, dopo la scelta scellerata dell’amministrazione
Panzarino, la riduzione operata
da D’Atri resta condivisa oltre che
doverosa”. ■

L’assessore dopo le accuse su web cam per i consigli e
bilancio
Cirillo risponde a
Bartolomeo: «Solo
demagogia»
[di Vito Rocchi]
► “Ben vengano le idee dell’opposizione
se utili, ma non si sfrutti
l’occasione per rivelare cose false
e capziose”. E’ la risposta piccata
dell’assessore al Bilancio del Comune
di Toritto, Giuseppe Cirillo,
alle dichiarazioni (rilasciate a “Il
Resto”) del consigliere Pdl, Mario
Bartolomeo. I motivi del “contendere”,
questa volta, riguardano la
trasparenza dei consigli comunali,
l’introduzione di nuove figure istituzionali
(presidente e vice) e il capitolo
sulle spese legali contenuto
nel bilancio.
Il consigliere Bartolomeo aveva
lanciato l’idea di installare una
webcam in aula per “rendere trasparente
la massima assise cittadina”,
offrendo il proprio compenso
per l’acquisto dell’attrezzatura
necessaria alle riprese.
Per Cirillo si tratta esclusivamente
di proposte tendenziose: “La richiesta
di rendere pubblicità alle assise
del consiglio comunale – spiega
- ha di certo una diversa paternità:
risale alla scorsa legislatura, sempre
targata Geronimo, prima che
Bartolomeo fosse ripescato in consiglio.
E poi, che grande segno di
altruismo l’aver offerto le proprie
spettanze di ben 15 euro per l’acquisto
delle attrezzature! Somiglia
tanto alla rinuncia fatta qualche
tempo fa da altro consigliere, per
evitare che un’indennità pari fosse
in contrasto con quella percepita
da altro ente (sic)”. Tra il serio
e il faceto Cirillo incalza: “Giusto
appare il concetto di rendere trasparenti
i consigli comunali, e non
già per evitare di mettere in sordina
chissà che, ma per permettere
a chiunque di poter conoscere
i temi in discussione e giudicare
come si affrontano gli stessi. In
questo modo si scoprirebbe che i
consiglieri di opposizione esprimo-
no voto contrario a quasi tutte, e
non per modo di dire, le deliberazioni;
al massimo, quando sono in
vena di magnanimità, si astengono
(all’ultimo consiglio comunale,
ad esempio, si sono astenuti all’approvazione
dei progetti relativi alla
fogna bianca: un’assoluta necessità
per gli agricoltori che beneficeranno
della raccolta di acqua in vasche
per l’irrigazione)”. L’assessore
non ci sta e risponde a Bartolomeo
anche sul compenso percepito dal
presidente del consiglio e dal suo
vice: “Le cariche, per volontà degli
stessi, sono a titolo assolutamente
gratuito”.
La questione che lo coinvolge maggiormente
è legata ai commenti sul
bilancio, in particolare sul capitolo
delle “spese legali”, definito dal
consigliere di opposizione “un gioco
al massacro”. “La ragione di prevedere
ingenti risorse su questo tema
– spiega Cirillo - va ricercata nella
voglia matta che ha qualcuno di
creare contese pretestuose. Pare
sin troppo facile fare riferimento,
ad esempio, al contenzioso avviato
per contrastare il progetto ‘Toritto
2’: i tre gradi di giudizio sono costati
al Comune circa 100mila euro;
per non parlare poi, delle quotidiane
richieste di risarcimento avanzate
da avvocati specializzati in buche
e sconnessioni stradali”.
L’ultima dichiarazione di Cirillo è
finalizzata a togliersi un sassolino
dalla scarpa: “Ben vengano le riflessioni
altrui, ma evitiamo di infarcirle
di falsità e di inutile demagogia.
Come quelle contenute in
un volantino, avente logo Pdl, che
replicava al manifesto del Comune,
finalizzato a ringraziare i cittadini
per gli ottimi risultati ottenuti
con la raccolta differenziata.
Si va dalla falsa affermazione che
l’amministrazione Geronimo non
Toritto
Gli assessori Gagliardi e Cirillo
ha dato merito ai torittesi per l’impegno,
al fatto che non si spiegava
come la bolletta di quest’anno
conteneva solo l’aumento dell’1,5%
legato all’inflazione, passando per
l’assenza di spiegazioni in merito
all’utilizzo dei risparmi ottenuti nel
2010 con tale sistema. Per tacere
di quando si afferma a cuor leggero
che a Bari nel rione Japigia è
stata avviata sperimentalmente la
raccolta ‘porta a porta’ e che questa
pur non raggiungendo i risultati
di Toritto ha consentito che si
riducesse la bolletta Tarsu, senza
dire, in vero, che tale riduzione è
stata concessa solo ai quartieri che
hanno superato una raccolta differenziata
di almeno il 50% e che lo
hanno fatto già dall’anno 2009. E
dell’affermazione che ‘una raccolta
differenziata pari al 42% significa
una riduzione secca del costo di
smaltimento in discarica dei rifiuti
residui pari ad almeno lo stesso
42%’ ne vogliamo parlare? Roba da
far rimpiangere i vecchi e originali
volantini di un tempo”. ■
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
65

Toritto
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66 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
Dodici tra appartamenti
locali commerciali e terreni
Il Comune
vende i propri
beni all’asta
[di Vito Lapolla]
► Si sa, il periodo è quello che è. Quindi
le amministrazioni devono trovare le risorse
necessarie attraverso la finanza “alternativa”.
Il Comune di Toritto, ad esempio,
mette in vendita i propri gioielli di
famiglia: dodici tra appartamenti, locali
commerciali e terreni. L’avviso è stato
pubblicato nei giorni scorsi richiamando
una deliberazione del consiglio comunale
(la n. 5 del 2011) con cui è stato approvato
il piano delle alienazioni e delle valorizzazioni
immobiliari. Si procederà alla individuazione
del contraente mediante “asta
pubblica” con procedura aperta, con il
metodo delle offerte segrete in aumento
rispetto al prezzo a base d’asta, anche
in presenza di una sola offerta valida. Le
offerte per essere considerate valide devono
essere di importo pari o superiore
al prezzo a base d’asta. L’aggiudicazione
avverrà a favore del soggetto, ammesso
alla gara, che avrà presentato la migliore
offerta in rialzo rispetto al prezzo a base
d’asta. In caso di offerte uguali si procederà
a sorteggio. Non saranno ammesse
offerte condizionate o in ribasso. L’aggiudicazione
sarà sospensivamente condizionata
al versamento alla Tesoreria
comunale, entro dieci giorni dalla comunicazione
di aggiudicazione, di una cau-
zione pari all’1% del prezzo offerto. Il pagamento
del residuo prezzo deve avvenire
in un’unica soluzione al momento del rogito,
mediante esibizione di quietanza originale
rilasciata dal tesoriere comunale.
Non è prevista la possibilità di dilazioni
di pagamento.
La stipula dell’atto di compravendita deve
avvenire nel termine assegnato dall’amministrazione
comunale. Tutte le spese
relative e consequenziali dell’atto stesso
faranno capo all’aggiudicatario. Gli immobili
sono alienati ed accettati dall’aggiudicatario
a corpo, nello stato di fatto
e di diritto in cui attualmente si trovano,
con tutte le servitù attive e passive, apparenti
e non apparenti, anche non dichiarate
con le relative accessioni e pertinenze,
diritti, oneri e canoni. Il rifiuto o
la mancanza presentazione dell’aggiudicatario
alla sottoscrizione del contratto
di compravendita entro il termine stabilito
dall’amministrazione comporteranno
la decadenza dell’aggiudicazione, e l’incameramento
della cauzione a titolo di caparra.
Ad eccezione degli immobili di Largo
della Chiesa, Largo Fontana Vecchia e
del terreno agricolo in contrada “Lamalanoce”,
tutti gli altri locali destinati ad uso
commerciale sono attualmente locati. C’è
la possibilità, dunque, per qualche torittese
di fare un affare. Bisogna però essere
rapidi: le offerte devono pervenire, a
pena esclusione, entro e non oltre le ore
12 del prossimo 5 agosto (a mano o per
posta). Altre informazioni utili sul sito del
Comune. ■

Il mister Italia Miky Falcicchio tra televisione e cinema
Un torittese alla ribalta
[di Giuseppe Paccione]
► Una storia molto bella che vede internet come
sfondo per un amore “virtuale” di una ragazza
dalla vita non molto facile, verso un ragazzo misterioso
conosciuto in rete. Le riprese del fi lm si
stanno realizzando a Lecce. Zack giungerà nel
capoluogo salentino per conoscere la ragazza e
sarà accompagnato da una donna misteriosa:
una bellissima cartomante che nasconde un segreto.
Protagonista è Miky Falcicchio di Toritto,
al quale abbiamo rivolto alcune domande su
questa sua ascesa nel mondo del cinema.
A che età ha iniziato a intraprendere la strada dello
spettacolo e del cinema?
Tra i 19 e i 21 anni su alcuni canali locali. Successivamente
ho iniziato a lavorare come modello,
vincendo, nel contempo, il titolo di mister
bellissimo Sud Italia. Quest’anno, invece,
partecipando al concorso “Il più bello d’Italia”,
sono riuscito ad ottenere il primo posto. Vi annuncio
la mia partecipazione ad alcune trasmissioni
televisive a livello come la ben nota “Uomini
e Donne” di Maria De Filippi, Tamarreide
su Italia 1, etc. A livello cinematografi co la mia
carriera ha avuto inizio nel 2009 con un corto,
“Nuvole soltanto nuvole”, in gara al Capri Hollywood.
Ho, inoltre, lavorato con due compagnie
teatrali di Napoli e di Roma. Altri corti e lungometraggi
quali “Lupin III” e ora “Zac il giostraio”,
in cui sono il protagonista.
Ecco, parliamo di questo fi lm…
Inizio col dire che uscirà agli inizi di ottobre di
quest’anno. Racconta dei tempi di oggi. Zac, il
giostraio, viene considerato un personaggio ambiguo,
chiuso e che crede nella magia dei sogni.
E’ un personaggio bello esteticamente, che piace
molto alle donne.
Da chi è composto il cast di questo fi lm?
Tanti giovani attori salentini. L’anziano zio di
Zack è interpretato da Sebastiano Greco, già
attore nei fi lm della regista Anna Maria Gentile
quali “Alex in una notte” e nel cortometraggio”Mi
compro tutto”.
Come mai il regista ha scelto te tra i tanti giovani
attori e modelli?
Perchè credo di essere stato l’unico in grado di
rappresentare il misterioso e carismatico Zack
oltre che per il fi sico anche per l’ottima interpretazione
del personaggio. ■
Sta girando da protagonista
«Zak il giostraio»
Toritto
Miky Falcicchio
| iL RESTO sett imanale | 30 luglio 2011
67

Turismo
Dal castello di Lagopesole al Parco della Grancia
La Basilicata mai vista
[di Antonella Terranova]
► Basilicata. L’hai vista
mai? È la frase che
risuona spesso nella colonna
sonora del film Basilicata
coast to coast. E
non è un caso. Questa
terra è un po’ come Dio:
non si sa se esiste. Eppure
c’è. Non si fa sentire.
Non crea problemi e
resta inalterata, creando
una strana aria di magia
che solo nelle sue campagne
aspre e silenziose si
può respirare.
La bellezza della Basilicata
non è urlata, tuttavia è
capace di competere con
le mete turistiche più famose
e rinomate. La Basilicata,
in tutte le stagioni
dell’anno, propone un
viaggio a tinte rosse, gialli
e verdi ed è con le sue suggestive
tavolozze cromatiche
che, ormai da anni,
ha deciso di scommettere
sul turismo. A maggior
ragione, per questa
estate 2011, si è data da
fare, così da offrire eventi
e suggestioni da vivere
all’aperto. Già nel ‘700 alcuni
giovani e aristocratici
del Grand Tour con coraggio
abbandonarono i
luoghi più battuti e conosciuti
della Basilicata per
avventurarsi nella Lucania
inesplorata. Chissà,
forse, lo stesso spirito
d’avventura potrebbe incoraggiare
altrettanti giovani
d’oggi, sino a cono-
68 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
scerne le sue vette più alte
e impervie che da secoli
resistono a vento, gelo e
pioggia. La rete museale
lucana, inoltre, contempla
le aree archeologiche
di Grumentum, Metaponto,
Venosa e il museo nazionale
archeologico ospitato
nel castello di Melfi,
imponente fortificazione
il cui più celebre abitante
fu l’imperatore Federico
II di Svevia. Da qui
potrebbe dunque partire
un affascinante percorso
alla scoperta dei manieri
lucani: Lagopesole, Venosa,
Muro lucano, Brindisi
di Montagna, Brienza,
Tricarico e Valsinni sono
quelli meglio conservati.
Questa settimana, segnaliamo
in agenda, alcune
tra le numerose rappresentazioni
e rievocazioni
storiche. Avete mai vissuto
alla corte di un imperatore?
Inseguite la storia
e il mito degli Svevi nel
Castello di Lagopesole. Il
prossimo 31 luglio, fino al
10 settembre, nella corte
del castello, tutti i mercoledì,
i venerdì e i sabato,
un grande spettacolo serale
(ingresso ore 21) immergerà
in una narrazione
dinamica e intensa, in
un viaggio ideale nel tempo
e nelle vicende del maniero
e dei suoi protagonisti.
Per info e biglietteria:
www.castellolagopesole.it
oppure tel. 0971.86251.
In particolare, il 12 agosto,
durante la rievocazione
storica “Alla corte
di Federico”, un corteo di
100 figuranti sfilerà lungo
il borgo fino a raggiungere
la piazza dove sarà allestito
un mercatino con i
prodotti tipici locali, molti
dei quali testimoniano le
varietà introdotte proprio
dall’imperatore. Il 13 agosto,
invece, il “palio dei tre
feudi”, nel campo sportivo
comunale, con la prova
dell’anello e il combattimento
con le armi. Fede-
rico II, trovandosi a Lagopesole,
avrebbe invitato
alla contesa gli antichi
tre feudi che costituivano
il territorio circostante il
castello. Volete conoscere
il brigante Crocco e la
sua storia? Imperdibile la
famosissima storia bandita
nell’altrettanto famoso
parco della Grancia
a Brindisi di Montagna.
Cinquecento figuranti in
costume che raccontano
l’epopea dei briganti nella
Basilicata del periodo
post unitario. Guidati da
Carmine Crocco, lottano
per la libertà e il riscatto
in un’atmosfera intrisa
di effetti speciali, ambientazioni
musicali e
suggestivi giochi di luce.
E le emozioni continuano
nelle animazioni e negli
spettacoli all’interno del
Parco. Dal 29 luglio all’11
settembre, cinespettacolo
e parco ogni venerdì
e sabato. Ogni domenica,
invece, solo l’offerta
del parco. Per info e biglietteria:www.parcodellagrancia.com.oppure
097.274704/410358.
Infine, ma non di minor
suggestività e spettacolarità,
il corteo storico
sulla vita di Giovanna
I d’Angiò per le vie di
Muro Lucano. Quest’anno
l’evento si svolgerà il
21 agosto e sarà affiancato,
come per tradizione
ormai, dalla “giostra degli
anelli”. Per info: www.
giovannaregina.com oppure
mob. 338.8200834.
Alla prossima settimana.
Con altre mete da proporvi.
■

NINO SANGERARDI
Dopo 14 anni l’ospedale della Murgia non vede la luce.
La catena di presidenti, commissari, direttori generali, progettisti,
liti giudiziarie, valzer di soldi, impegni politici non mantenuti.
IN EDICOLA
Nel prossimo numero
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V
7

► MATERA - Era il 1953 quando
Alberto Lattuada girava a Matera
“La Lupa”, tratto dall’omonima novella
di Verga. Da allora è passato
oltre mezzo secolo e la relazione tra
la città dei Sassi e il cinema, che in
tutto questo tempo si era caratterizzata
per intensi ma fugaci rapporti
occasionali, è pian piano diventata
una vera e propria storia
d’amore. Dalla Wertmuller a Pasolini,
da Francesco Rosi ai fratelli
Taviani a Tornatore, molti dei
grandi nomi del cinema italiano
sono stati ispirati dallo scenario
unico dei Sassi. La loro presenza è
rimasta impressa nella storia della
città senza però lasciare traccia nel
suo tessuto socio-economico. Poi è
arrivata Hollywood con un primo
approccio, importante ma isolato,
nel 1986: le donne materane erano
impazzite per la presenza in città
di Richard Gere, protagonista di
“King David”. Ma è stata la portentosa
produzione della “Passione
di Cristo” di Mel Gibson che ha creato
i presupposti perché l’attività
cinematografica diventi un punto
di forza dell’offerta turistico-culturale
della città ed anche del suo
sistema produttivo. Ormai è tutto
un fiorire di eventi legati in un
modo o nell’altro al mondo del cinema.
Come “Pionieri, alle origini
del cinema”, il libro appena pubblicato
dalle Edizioni Giannatelli,
casa editrice delle giovani e intraprendenti
sorelle Chiara e Marilina
Giannatelli, che hanno voluto
così celebrare così i 30 anni
dell’attività avviata dal padre. Lo
ha scritto Luciano Veglia, cardiologo
di professione e cinefilo per
passione, alla sua terza pubblicazione:
sempre con la stessa casa
editrice infatti, nel 2007 era uscito
“Matera, una città per il Cinema”
e nel 2009 “Il cinema nella città
dei Sassi”. Stavolta però ha voluto
esprimere in pieno la sua passione
per la “settima arte” dedicando
questo breve saggio alle origini del
“grande schermo” con brevi biografie
e schede di produttori, registi,
attori e critici che hanno creato
le premesse “perché il Cinema
diventasse uno dei più potenti veicoli
di comunicazione dell’età moderna,
perché in grado di parlare ad
un pubblico vasto e variegato cui
non erano mai arrivate nella storia
dell’umanità le altre arti”, come ricorda
Giovanni Caserta nella pre-
sentazione. Che poi sottolinea la
potenza di un mezzo che mette insieme
immagini, parole e musica,
sempre nuovo e moderno, perché
creato per l’informazione e lo svago
ad un tempo, purché, sostiene Veglia,
“si nutra e viva di umanità”.
Quella spiccata, ad esempio, del
produttore e regista astigiano Giovanni
Patrone che nel 1914, in risposta
al grande successo di “Quo
Vadis”, realizzò il kolossal capolavoro
Cabiria, con la collaborazione
di Gabriele D’Annunzio per le didascalie
e Ildebrando Pizzetti per
l’accompagnamento sinfonico alla
proiezione (allora le colonne sonore
erano suonate dal vivo), per quello
che si rivelò un vero e proprio prototipo
di cinema industriale. E poi
l’attore e regista statunitense Buster
Keaton (nome d’arte di Joseph
Francio), figlio di due attori teatrali
di una compagnia che collaborava
con Hudini: pare che proprio il celebre
illusionista l’avesse soprannominato
“Buster” (ruzzolone) dopo
averlo visto rotolare indenne dalle
scale ad appena sei mesi. Negli
anni ’20 realizzò diversi film da regista
ma la grande fama gli venne
tra i ’50 e i ’60 recitando in pellicole
importanti e di grande successo:
“Viale del tramonto” di Billy Wilder,
“Luci della ribalta” di Charlie Chaplin
e “Questo pazzo, pazzo, pazzo
mondo” di Stanley Kramer. Ma tra
i pionieri del cinema mondiale ce
n’è anche uno partito dalla nostra
terra: Rodolfo Valentino, nato a Castellaneta
nel 1895 come Rodolfo
Pietro Filiberto Gugliemi da padre
veterinario di nobili origini e madre
dama di compagnia francese; nel
1913 poi emigrò negli Stati Uniti,
dove qualche anno dopo sarebbe
arrivato lo straordinario successo
che lo consacrò divo, per poi diventare
mito tuttora vivo. Tutto raccontato
da Veglia con perizia da
storiografo e eloquenza da giornalista.
Ispirategli dalla visione occasionale
nel corso di una vacanza
all’estero di un film breve dello
stesso Keaton. Del resto la lezione
dei pionieri è sempre attuale, soprattutto
nel momento di transizione
attuale in cui si avverte “la
necessità – dice – di ripensare i vecchi
modelli”. “Pionieri” inaugura la
collana (Ri)tratti che si propone di
riscoprire storie, temi e personaggi,
nazionali e soprattutto locali, inopinatamente
dimenticati. ■
Cultura e spettacoli
Nel libro di Luciano Veglia
per le Edizioni Giannatelli
L’omaggio
di Matera ai
pionieri del
cinema
[di Luigi Mazzoccoli]
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
71

Cultura e spettacoli
MEDIAVISIONI
L'anima
tecnologica
[di Alessandro Sessa]
72 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
Nel libro di Lino Patruno
l’Italia prima e
dopo l’unificazione
Fuoco del Sud
la storia
racconta un
Meridione
diverso
[di Giuseppe Paccione]
► TORITTO - Lino Patruno, giornalista e
saggista, già direttore per 13 anni della
“Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari, i cambiamenti
storici li ha vissuti sulla sua pelle
e attraverso la sua penna di scrittore. Perciò
la sua voce può levarsi
lucida e chiara da-
vanti a una situazione
paradossale di un’ Italia
divisa in due da una Lega
che, dopo aver sfruttato
la manodopera del Sud a
basso prezzo, ha deciso di
liberarsene camuffando
il tutto sotto l’etichetta
di “federalismo solidale”.
Insomma, il paradosso di
uno Stato che ha creato in 150 anni una
disparità ai danni del Sud e che vorrebbe
porre rimedio velocemente ma con misure
che vanno esattamente nella direzione op-
Sbaglia chi sostiene l’antico
adagio secondo il quale
la tecnologia sia priva di
anima. Innumerevoli sono
gli esempi di cicli di vita
che si chiudono per tanti
dispositivi di uso comune nei
quali abbiamo introiettato
la nostra esperienza e quindi
anche la nostra cultura. E
negli ultimi anni, complice
il velocissimo progresso
tecnologico, abbiamo visto
nascere e morire tanti
servizi, apparecchiature,
applicazioni verso cui, spesso,
«La salvezza del
Paese è soprattutto
nel Mezzogiorno
in molti devono
ancora capirlo»
posta. Ospite presso la borgata torittese di
Quasano, dove il presidente uscente dei
Lions Club di Toritto Michele
Spadafino ha orga-
nizzato, per la presentazione
del suo ultimo libro
“Fuoco del Sud”, un incontro
tra il giornalista e il
pubblico, Lino Patruno ci
ha rilasciato l’intervista.
Un libro molto provocatorio
che affronta i problemi
del Sud e che parte da prima
dell’unificazione dell’Italia,
cosa l’ha spinta a mettere nero su bianco la
ribollente galassia dei movimenti meridionali?
Andando in giro anche per i festeggiamenti
dei 150 anni dell’unità d’Italia, mi sono ac-
ci eravamo anche affezionati
e che ora ricordiamo
addirittura con nostalgia.
Internet non è immune
da questa tendenza,
anzi, essendo il regno
dell’immateriale certi processi
sono ancora più rapidi, ed oggi
vogliamo celebrare la fine e
l’inizio di due realtà affini ma
con destini (forse) differenti.
La fine riguarda MySpace,
il pioniere dei social
network, uno dei primi siti di
aggregazione sociale il cui
interesse si incentrò per lo più
sulla possibilità per musicisti
e artisti in genere di crearsi
una vetrina online al fine
di permettere la diffusione
i propri lavori. Nasce con
MySpace il verbo “addare”,
ossia aggiungere un utente
alla propria lista contatti:
almeno in teoria più se ne
hanno più si è popolari, più si
è popolari più aumentano le
visite. E le visite sono schizzate
anche per il sito, divenendo
così appetibile per le grandi
imprese multimediali; sulla
scia di questo successo News

corto che la gente che
partecipava a questi
festeggiamenti esprimeva
una domanda:
come siamo passati da
una situazione in cui il
Regno delle due Sicilie
non era secondo a
nessuno, a quella attuale?
In un momento di crisi
economica, in cui le famiglie
soprattutto del
Sud non riescono ad arrivare
alla fine del mese,
ha senso festeggiare
questi 150 anni?
Se il Paese non fosse
diviso com’è probabilmente
staremmo
in una situazione economica meno critica.
Subiremmo una manovra di tagli meno
pesante. Questo perché? Per la ragione che
il Paese non cresce e non crescendo è costretto,
per ridurre il debito, a tagliare solamente.
Non cresce perché non si utilizza
la parte del Paese che può crescere,
cioè il Mezzogiorno. La salvezza del Paese
è soprattutto nel Sud, in molti
devono ancora capirlo. Nel
frattempo ribolle nel Meridione
questo fuoco – come io ho intitolato
il mio libro – che può portare
a conseguenze non piacevoli.
La Lega continua a provocare
con le sue spettacolari iniziative,
come quella di trasferire al Nord
alcuni ministeri. E di tanto in tanto
si parla di secessione…
La secessione non la fanno perché
c’è quella economica che
conta di più. Sanno che se si
dividono dall’Italia non vanno
da nessuna parte, per cui non può essere
considerato un pericolo. Il pericolo è fat-
Corp. nel 2005 acquisisce
MySpace per una cifra vicina ai
580 milioni di dollari.
Poi però arrivò Facebook
e MySpace perse
improvvisamente fascino.
Tante le motivazioni che
hanno portato al travaso
di gran parte degli utenti
da un network all’altro ma
una su tutte: l’impostazione
individualista e generalista
di Facebook rispetto a quella
più collettivista e impegnata
culturalmente di MySpace che
rendeva il primo più universale
e meno settario.
Oggi News Corp. vuole
liberarsi di questo fardello
che comporta solo perdite,
voci ancora non confermate
parlano di una cessione per
appena 35 milioni di dollari
a Specific Media, una società
americana specializzata
in pubblicità online.
La lezione sembra essere
stata recepita da Google,
protagonista della novità
che riguarda il mondo dei
social network. Google +
(leggasi plus) è il nome di
to da queste politiche ai
danni del Mezzogiorno,
come quella dei ministeri,
che mi sembrano
abbastanza folkloristiche
e anticostituzionali.
Credo che il presidente
della Repubblica
non farà mai passare
queste cose. La loro
è una società rancorosa,
come è stata definita,
che si vuol chiudere
a tutto, ha paura
di tutto e vuol difendere
in questa maniera la
sua recente ricchezza.
Purtroppo, il potere del
Nord si basa sul minore
potere del Sud. Se il
Sud acquista il 70% dei prodotti del Nord,
si comprende come il Nord non può fare
a meno del Sud; se il Sud si ribellasse a
questo stato di cose, ribalterebbe del tutto
la situazione. Questo non lo vogliamo. Vogliamo
l’unificazione, la pacificazione, ma
se il Nord non comprende queste cose…
Il suo libro può essere una chiave per far
aprire gli occhi alla gente…
Stanno uscendo vari testi,
compreso il mio libro, che
raccontano una storia diversa.
Siccome la verità unisce
e la menzogna divide, io credo
che questi libri abbiano
l’obiettivo di unificare l’Italia
e non di volerla dividere. Chi
vuole la divisione è proprio
la Lega Nord che è al governo
dello stesso Paese che vorrebbero
distruggere. Quindi,
Lino Patruno
il Sud ha la coscienza a posto
e tutto ciò che fa, lo fa nell’in-
teresse dell’intera nazione e non solo del
Mezzogiorno. ■
una neonata serie di servizi
integrati composti da uno
spazio di condivisione
tra utenti aperto (non è
necessaria la registrazione)
e molto più intimo, un
sistema di condivisione di
file e oggetti multimediali
che consente di lavorare in
interconnessione, un uploader
che lavora in simbiosi con il
nostro cellulare e un nuovo
sistema di messaggistica
istantanea e non che si
preannuncia rivoluzionaria.
Sulla data di rilascio vige la
Cultura e spettacoli
più totale riservatezza.
Eric Schmidt, ex CEO di
Google, dichiara che Google
+ non è in competizione
con Facebook, ma è difficile
credere i 500 milioni di utenti
di cui dispone l’azienda di
Mark Zuckerberg non facciano
gola a qualsiasi nuovo
competitor, specialmente
se si è già in possesso di una
capillare e ben funzionante
piattaforma pubblicitaria
capace di produrre utili,
almeno sulla carta, più
che ragguardevoli. «
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
73

Cultura e spettacoli
Serata culturale per ricordare il passato
Cassano nella
storia
[di Vito Stano]
CASSANO - Toponimi,
vecchie immagini sbiadite
e tanto vento sono stati
gli ingredienti di una serata
squisitamente culturale,
realizzata sabato
sera presso il Bar Garibaldi,
in piazza Garibaldi
appunto, in una location
alternativa rispetto
alle solite e, a volte troppo
ingessate, sedi istituzionali.
A riscaldare la
fresca serata estiva volti
noti. Il professor Tonino
Giordano, storico e saggista
cassanese, Giuseppe
Caporale, professore
di Storia della Pedagogia
presso l’Università di
Bari e Vito Lionetti, maestro
e già assessore ai
Servizi Sociali.
Tema dell’incontro - organizzato
dal coordinamento
giovanile dell’Italia
dei Valori - è stata la
storia locale, di cui Tonino
Giordano si è occupato
nelle sue ricerche, culminate
in diversi volumi.
In particolare si è discusso
del toponimo di Cassano
delle Murge e della
storia del bandito Servodio,
argomenti e protagonisti
di due distinti libri
“Cassano delle Mur-
74 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
ge. Paese Mariano” (ed.
Di Canosa) e “Il bandito
Servodio” (Messaggi Edizioni)
dati recentemente
alle stampe.
Dunque si è corsi indietro
con la memoria aiutati
dalle cartoline e dalle
foto, molte delle quali
scattate all’epoca dal
primo fotografo cassanese
il compianto Giuseppe
Giustino, al quale Tonino
Giordano ha rivolto
un pensiero di gratitudine
per i documenti storici
prodotti e attraverso
cui oggi si possono ve-
Con i professori Giordano e
Caporale e il maestro Lionetti
dere e trasmettere storie
altrimenti difficili da immaginare.
Il pensiero volge
agli immobili di pregio
maldestramente abbattuti,
come la Torre Aragonese
o il Convento di
Santa Chiara o, ancora, a
quello che resta dell’originario
nucleo storico
della cittadina mariana.
E proprio sull’origine del
toponimo che si è dibattuto
o meglio sull’equivoco
nato intorno a delle
presunte origini del toponimo
Cassano da Casa
Jani, cioè Casa di Giano.
Ma Giordano ha dimostrato
che la più probabile
delle origini del toponimo
Cassano è legata
invece alla storia romana
e dunque a Cassianum.
Purtroppo il borgo cassanese
ancora oggi è intitolato
al Dio bifronte Giano,
con quello che comporta
a livello d’identità
collettiva e individuale.
Su questo punto Vito Lionetti,
insegnante nella
scuola primaria, ha evidenziato
quanto la ricerca
storica sia importante
poiché attraverso questa
si trasmettono alle nuove
generazioni informazioni
legate al territorio
e quindi all’identità collettiva
errate o perlomeno
parziali. Del bandito
Servodio invece ne ha
parlato ampiamente il
professor Caporale, che
ha ravvisato nella storia
del noto bandito cassanese
una ricchezza di informazioni
legate agli usi
e ai costumi della Cassano
dell’epoca. Inoltre ha
tenuto a precisare che
“non basta la tradizione,
ma ci vuole la traduzione”
alla quale i primi deputati
a praticarla sono
i nonni e le nonne che
“che sono dei documenti
storici viventi” e soltanto
“quando insegneremo
ai nostri alunni ad apprezzare
i nonni, allora
apprezzeranno anche la
storia”. ■

L’area fiera trasformata in un
magnifico teatro sotto le stelle
Concato
incanta Gravina
[di Antonella Testini]
► Un migliaio di persone
hanno assistito venerdì
scorso al concerto di Fabio
Concato nell’area fiera di
Gravina. L’evento, organizzato
dall’associazione @turism
in collaborazione con
l’amministrazione comunale
ha richiamato tanta
Gli eredi del Buena Vista
Social Club
Compay
Segundo rivive
a Bari
[di Vito Stano]
BARI - La passione e il fascino cubano
hanno contagiato Bari per una notte. La
compagnia “Grupo Compay Segundo”
erede del “Buena Vista Social Club” ha
chiuso la 23esima edizione di Jazz Notte
di Stelle della Camerata musicale barese.
Il Buena Vista Social Club è salito alla
gente dalle città limitrofe
giunte a Gravina per assistera
ad un vero spettacolo
di musica italiana. Concato
sul palco è insuperabile,
simpatico disponibile,
a volte comico. La sua voce
incanta i presenti che, passata
la timidezza dei primi
momenti, accompagnano il
cantautore con le melodie
più famose. Dalla platea volano
i vari “Bravi” “Bravissimo”
e qualcuno azzarda
anche un “Sei bellissimo”,
riferendosi forse all’animo
nobile del cantautore. Concato
però non si lascia impressionare,
ringrazia tutti
ma non recita la parte della
star venuta a portare la sua
arte, piuttosto, sul palco
si muove come un grande
professionista, consapevole
della sua bravura e della
sua capacità di musicare
e rendere gradevoli anche
le più grandi tragedie che
colpiscono l’essere umano.
Quasi due ore di spettacolo
durante il quale il grande
cantautore offre, senza fermarsi
un attimo, pezzi storici
della sua carriera e momenti
di riflessione misti a
battute da vero cabaret. Ma
l’applauso più grande, almeno
per noi gravinesi che a
volte amiamo essere terribilmente
provinciali, va all’associazione
@turism che ha
promosso l’evento e soprattutto
a Francesco Massari,
anima dell’associazione e
tra le altre cose, responsabile
dell’ufficio Iat di Gravina
che sta coordinando
tutti gli eventi estivi. L’organizzazione
impeccabile
dell’evento, ha trasformato
l’area fiera, che a distanza
ribalta internazionale quando nel 1999
il chitarrista americano Ry Cooder
produsse un film documentario, girato da
Wim Wenders, che ottenne un successo
strepitoso facendo conoscere al mondo
intero la più genuina musica cubana, un
genere sino a quel momento retaggio
di pochi intenditori e, soprattutto,
mantenuto in vita da un manipolo di
arzilli vecchietti, vere e proprie leggende
della storia musicale della “Isla Grande”.
Fra questi c’era il cantante Màximo
Francisco Repilado Muñoz, noto anche
come Compay Segundo, nomignolo
attribuitogli negli anni della giovinezza
da un presentatore radiofonico. Segundo
aveva abbandonato la musica da lungo
tempo per andare a lavorare in una
fabbrica di sigari, ma l’interessamento
Cultura e spettacoli
di anni è ancora un cantiere
a cielo aperto, in un teatro
sotto le stelle dove gli spettatori
hanno trovato coupon
informativi dell’estate gravinese
e tutti i servizi necessari
per trascorrere due ore
di puro divertimento. Parola
d’ordine “professionalità”
e soprattutto “sobrietà”:
per l’associazione @turism
non ci sono comparsate sul
palco nè richieste a gran voce
di applausi solo tanto silenzioso
lavoro, incassando risultati
e soddisfazione. E,
anche se non lo ammettono,
siamo sicuri che a volte gongolano
del “rosicare” altrui.
Durante lo spettacolo c’è anche
una parentesi per l’amministrazione
comunale
rappresentata dal consigliere
Michele Lorusso che fa
gli onori di casa ringraziando
il cantautore. Peccato però
per quella gravinese inclinazione
a ricordare, anche dinanzi
a a gente proveniente
da altri paesi, che a Gravina
siamo ancora all’anno zero
della cultura e che “questo
è il primo anno che Gravina
può vantare un cartellone
di eventi estivi”. Tutto vero
e onore al merito dell’amministrazione
Divella che davvero
sta lavorando con progetti
concreti per rilanciare
Gravina fuori dai confini cittadini.
Però i nei guardiamoli
quando siamo soli. ■
di Cooder e il successo riscosso dal
film documentario lo riportarono con
prepotenza nel mondo della musica e
dei concerti. Rimase in attività sino a
95 anni, quando si spense nel 2003.
La sua eredità l’hanno raccolta i figli
Salvador e Basilico, che già avevano
preso parte al film di Cooder, e gli altri
musicisti giovani e meno giovani nel
Grupo Compay Segundo, che porta in
scena la più genuina tradizione della
musica cubana. Con questo concerto
Bari ha omaggiato la tradizione
musicale cubana e regalato un concerto
di grande impatto emotivo, che ha
coinvolto il pubblico facendolo cantare
e ballare, seppur la location era forse
un po’ ingessata e poco indicata per
canzoni dall’esuberanza contagiosa. ■
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
75

Sport
La fusione non è stata ancora formalizzata e
la piazza si divide tra favorevoli e contrari
Matera-Fortis Murgia
il progetto va avanti tra
dubbi e malumori
76 | iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
[di Luigi Mazzoccoli]
Alla fine il matrimonio si è
fatto. Non si sa ancora se per
amore o per interesse. E, in
quest’ultimo caso, di chi. Fc
Matera e Irsinese (ex Fortis
Murgia) sono diventate una
cosa sola e la loro “casa” sarà
il XXI Settembre-Franco Salerno,
che dopo un’aleatoria
stagione in Seconda Divisione
tornerà ad ospitare
il campionato di serie D,
come già per dieci lunghissimi
anni dal 2000 al 2010.
Con quali prospettive? Difficile
dirlo ora. Al momento
è certo solo che la dirigenza
sarà composta da persone
già impegnate nelle società
d’origine, così come l’organico
tecnico: presidente sarà
infatti Giacomo Silvano (che
aveva la stessa carica con la
Fortis), il suo vice invece Ivan
Perniola, figlio di Tommaso
(ormai ex presidente del Matera)
e fratello di Silvio, che
dopo aver lavorato nell’ultimo
anno a stretto contatto
con Gino Dimitri, sarà il nuovo
direttore sportivo. I tecnici
saranno i riconfermati allenatori-giocatori
della Fortis
Salvatore Maurelli e Miche-
le Delle Foglie, il primo già a
Matera in serie D nella sta-
gione 2003-2004, l’altro invece
in Eccellenza nel Materasassi
dell’avvocato Ripoli
nel ’99-2000. La squadra è
già in ritiro in città da giovedì
28 luglio con un manipolo
di ragazzini provenienti soprattutto
dalla ottima squadra
Berretti del Matera dello
scorso anno più altri giovani
e qualche “anziano” della
Fortis. Intanto la piazza
si è letteralmente spaccata
in due tra chi approva con
convinzione questa operazione
e chi invece vi si oppone
decisamente: “La fusione
Irsina-Matera è il logico
evolversi degli eventi - dice
l’utente War Zone sul portale
Sassiland - disertare perché
quest’anno si chiamerà Irsina-Matera
e accorrere tutti
allo stadio l’anno prossimo
quando sarà di nuovo Fc
Matera lo ritengo demenziale,
alla pari di quei tifosucoli
di montagna che un anno fecero
continue manifestazioni
contro l’Asc Potenza e l’anno
successivo lo seguirono
assiduamente, solo perché
ridenominato magicamente
con la sigla Fc dopo aver
conquistato la promozione in
serie c. A differenza di alcuni
amici io l’anno prossimo
sarò al XXI Settembre, le radici
urlano più della pseudocoerenza
tanto decantata…”.
“Per almeno un anno mi troverò
qualcosa di bello da fare
la domenica pomeriggio, anche
la terza categoria se ci
giocherà il Fc Matera – dice
invece Furia Biancoazzurra
- poi tra un anno vediamo
che succede, cosa diventerà
questo orrendo ibrido
e che fine farà l’Fc Matera,
e ne riparliamo. (…) E dire
che ci voleva solo un po’ di
buona volontà per mantenere
la squadra in Seconda Divisione,
ma nessuno l’ha voluta
mettere; evidentemente
faceva già gola a tutti quelli
che ci hanno preso in giro il
progetto dell’ibrido Fortisirsinesematera.
Grazie a tutti
per questo aborto, Perniola
in primis, buona serie D a
voi amanti della coerenza e
buona terza categoria oppure
buone braciole a noi innamorati
della maglia; è stato
bello finché è durato…”■

La Polisportiva Santeramo
reduce da una stagione esaltante
Beach badminton
ancora successi
[di Vito Silletti]
► SANTERAMO - Il badminton santermano
è sempre sotto le luci della ribalta. Non molto
tempo fa si è chiusa una stagione 2010-2011
brillante per la locale Polisportiva. Ai Campionati
Italiani Under 2011, che si sono svolti a
Milano, la società murgiana si è laureata campione
d’Italia nel doppio maschile under 13 e
nel doppio femminile under 13. A queste affermazioni
si aggiungono anche tanti piazzamenti:
l’argento di Martina Tritto nel doppio
femminile under 13 in coppia con Martina Taramelli
del Bc Milano; il bronzo di Fabio Caponio
nel singolare maschile under 13; il bronzo
di Antony Ferrulli nel doppio maschile under
17 in coppia con Matteo Bellucci della Polisportiva
Fano. “Ed ora guardiamo avanti – ha affermato
Giuseppe Lassandro dirigente santermano
nonché presidente della FIBa Puglia – c’è
tanta strada da percorrere tutti assieme uniti
per raggiungere altri successi”. Oltre a queste
affermazioni c’è da aggiungere che ci sono stati
ottimi risultati anche in campo regionale. A Carovigno
(Brindisi) nei Campionati Regionali Assoluti
di Badminton la Polisportiva Santeramo
si è laureata, per il terzo anno consecutivo,
squadra campione regionale. Con quest’ultimi
appuntamenti si è chiusa la stagione agonistica
però il badminton non si è fermato. Come
Campionato Italiano Velocità Stock 1000
Moto: per il materano Rubino
prestazione a metà al Mugello
[di G. G.]
Un doppio appuntamento
agonistico disputato a metà
quello del Mugello per Angelo
Raffaele Rubino impegnato,
nello scorso weekend,
nel Campionato
Italiano Velocità categoria
Stock 1000. Una caduta e
il conseguente ritiro hanno
caratterizzato la manche
di sabato, mentre domenica
il pilota lucano si è piazzato
diciassettesimo. In gara
1 Rubino è partito in quindicesima
posizione e dopo
nemmeno un giro era già bal-
zato al dodicesimo posto. Al
secondo giro, quando stava
sorpassando ancora per entrare
nel gruppetto dei primi
dieci, è arrivato l’errore: l’anteriore
è partito e il pilota è
caduto, per fortuna senza
riportare nessuna conseguenza
fisica. Per permettere
di riparare i danni della caduta
il pilota materano non
ha nemmeno girato durante
il warm up della gara due su
una pista bagnata dalle abbondanti
piogge della mattina.
“Non avendo provato
succede per tanti altri sport che durante la stagione
estiva si trasferiscono sulle spiagge così
è successo anche al badminton che dalle palestre
e dai palazzetti è passato ai campi in sabbia
ed è diventato beach badminton. Domenica 17
Luglio presso Marina di Leporano (Taranto), si
è svolto, da un’idea di Rosa Secondo Scarparo,
il primo Canneto Beach Badminton. L’iniziativa
è stata sostenuta dalla Federazione Italiana
Badminton (Comitato FIBa Puglia). Oltre
30 agonisti e amatori, giunti da varie parti
della Puglia, hanno vissuto un’intera giornata
di sole, mare, piscina e gare. In queste ultime
gli atleti santermani si sono ben comportati ottenendo
risultati di notevole prestigio. Nella categoria
Under 15 Vito Ferrulli ha conquistato
un buon terzo posto. Per la categoria over 15,
invece, ottimi risultati li hanno raggiunti Fabio
Caponio (classificatosi primo) e Giuseppe
Lassandro (secondo). “L’enorme successo della
manifestazione – ha affermato e concluso Lassandro
– ha spinto già gli organizzatori ad affermare
che l’evento sarà replicato ed amplificato
nell’estate 2012. Vi aspettiamo numerosi:
stessa spiaggia, stesso mare”. ■
abbastanza e con una pista
bagnata che si sarebbe
asciugata in gara - sostiene
il pilota – ho giocato la carta
della scelta delle gomme e
sono partito con un treno da
asciutto. Questo mi ha rallentato
un po’ durante i primissimi
giri con la moto che
teneva poco in curva e in frenata.
Ma via via che la pista
si asciugava le gomme da
asciutto mi hanno permesso
di essere più veloce e di risalire
diverse posizioni fino alla
diciassettesima”. Per Rubino
Sport
dunque un ritorno a casa
con un po’ di amarezza per
non aver sfruttato l’opportunità
di gareggiare sabato con
una pista perfetta. Il prossimo
impegno con il Civ è a
Vallelunga l’11 settembre.«
| iL RESTO settimanale | 30 luglio 2011
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