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UNA FONTE NON SCRITTA DEL I CANTO DEL PARADISO 1. La ...

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con minuzie di particolari per lo più macabri e disgustosi» (Alighieri<br />

1988:11). Ora osserviamo che il sarcofago di Pierleoni, e la scritta da<br />

questi voluta quasi a commento della scelta di una tanto singolare<br />

sepoltura, suggeriscono collegamenti e interpretazioni del mito assai<br />

più vicini alla sensibilità di Dante. In essa si allude, come abbiamo<br />

visto, alla gloria di Dio, all’anima che, separatasi dal corpo, si affida<br />

alle cure dei santi, cose di cui Dante tenne certamente conto nel<br />

prepararsi a quel “trasumanar” che non può spiegarsi a parole. Si<br />

consideri anche come, nel contesto del canto proemiale del Paradiso,<br />

proprio all’inizio dell’invocazione ad Apollo, la metafora “fammi del<br />

tuo valor sì fatto vaso” «è suggerita dagli Atti degli Apostoli, 9,15, dove<br />

San Paolo, protagonista a sua volta di un viaggio soprannaturale, è<br />

detto vas electionis, “contenitore di ogni perfezione”: e con questo<br />

appellativo è citato in Inferno II, 28» (Alighieri, Paradiso 1993:4) dove il<br />

duplice riferimento a San Paolo e a Marsia sembra rimandare al<br />

sarcofago Pierleoni, sia per la collocazione di questo nella basilica<br />

dedicata alla memoria dell’Apostolo, sia per l’iscrizione pierleoniana<br />

che a San Paolo fa riferimento, sia infine per il “vaso”, che è la tomba<br />

nel quale lo spirito del “perfetto” (cristianamente del “beato”)<br />

comunica la spiritualità che in vita aveva animato chi alla perfezione<br />

morale aveva coraggiosamente guardato 3 . Inoltre è Dante che,<br />

nell’epistola a Can Grande della Scala, ricorda, proprio riferendosi al<br />

passo della Commedia di cui ragioniamo, un famoso passaggio della<br />

lettera ai Corinzi di San Paolo: «Scio hominem, sive in corpore sive<br />

extra corpus nescio, Deus scit, raptum usque ad tertium celum, et vidi<br />

arcana Dei, que non licet homini loqui» 4 .(Epistola XIII, 79).<br />

Tralasciamo la questione ben più dura e impegnativa sia per Dante<br />

che per noi, circa l’ineffabile, per cui all’uomo non è lecito trattare<br />

3 Nel commento all’ Inferno di Bianca Garavelli, leggiamo che «l’appellativo di vas<br />

electionis si incontra negli Atti degli Apostoli, 9, 15 e significa “recipiente o strumento<br />

della scelta”, naturalmente divina» (Alighieri Inferno 1993:22). Che dunque “Vas” si<br />

proponga come termine neutro equidistante dal vaso propriamente detto e dalla<br />

nave mandata in missione ci pare confermato.<br />

4 Io so che, uomo, o col corpo o senza corpo lo sa Dio, fui rapito fino al terzo cielo e<br />

vidi arcani divini di cui all’uomo non è consentito parlare.<br />

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