Relazione tecnico descrittiva - Regione Calabria
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PARCO EOLICO “SANTO STEFANO”<br />
ISOLA CAPO RIZZUTO<br />
<strong>Relazione</strong> <strong>tecnico</strong> <strong>descrittiva</strong>
Indice<br />
1. GENERALITA’ ........................................................................................... 4<br />
1.1. Le fonti di energie rinnovabili (FER) ..................................................... 4<br />
1.2. Normativa di riferimento per le fonti di energia rinnovabile in Italia ...... 6<br />
1.3. Normativa di riferimento nella <strong>Regione</strong> <strong>Calabria</strong> .................................. 8<br />
1.4. L’energia eolica .................................................................................... 9<br />
1.5. Le classi di rugosità ............................................................................ 10<br />
1.6. Occupazione del territorio .................................................................. 10<br />
1.7. Impatto visivo ..................................................................................... 10<br />
1.8. Rumore .............................................................................................. 11<br />
1.9. Effetti su flora e fauna ........................................................................ 11<br />
1.10. Interferenze sulle telecomunicazioni ed effetti elettromagnetici ......... 11<br />
2. IL PARCO EOLICO “Isola di Capo Rizzuto - Santo Stefano ” ................. 12<br />
2.1. Descrizione dell’intervento ................................................................. 12<br />
2.2. Inquadramento geografico e territoriale ............................................. 12<br />
2.3. Iter autorizzativo ................................................................................. 13<br />
2.4. Studio anemologico ............................................................................ 14<br />
2.5. Potenza installata ............................................................................... 14<br />
2.6. Producibilità ....................................................................................... 14<br />
2.7. Accessibilità al sito ............................................................................. 15<br />
2.8. Viabilità interna .................................................................................. 15<br />
2.9. Vincoli e disposizioni legislative ......................................................... 15<br />
2.10. Interferenze e compatibilità antropiche e ambientali .......................... 17<br />
2.11. Criteri progettuali ................................................................................ 17<br />
3. DESCRIZIONE TECNICA E SPECIFICHE DEGLI AEROGENERATORI E<br />
- 82 19<br />
3.1. POTENZA DEGLI AEROGENERATORI ............................................ 20<br />
3.2. FUNZIONE STORM CONTROL ........................................................ 23<br />
3.3. Curva di potenza senza lo storm control ............................................ 23<br />
3.4. Curva di potenza con lo storm control ................................................ 24<br />
3.5. DIMENSIONE DEGLI AEROGENERATORI E MATERIALI DA<br />
COSTRUZIONE ................................................................................ 25<br />
3.6. FONDAZIONI ..................................................................................... 29<br />
3.7. Geometria della fondazione ............................................................... 30<br />
3.8. Carichi alla base della fondazione ..................................................... 31<br />
3.9. Geometria del palo di fondazione ...................................................... 32<br />
3.10. Carichi del palo di fondazione per i calcoli geotecnici ........................ 33<br />
3.11. Carichi per il dimensionamento dello sforzo interno ai pali ................ 33<br />
4. VIA DI ACCESSO E PIAZZOLA PER LE TORRI IN CEMENTO DA 97 M<br />
(E - 82) 34<br />
4. OPERE ELETTRICHE ............................................................................ 48<br />
4.1. Opere elettriche.................................................................................. 48<br />
4.2.1. Cavidotti in MT interni al parco .................................................... 48<br />
2
4.2.2. Sottostazione AT/MT ................................................................... 49<br />
5. GESTIONE DELL’IMPIANTO .................................................................. 50<br />
5.1. Descrizione ................................................................................. 50<br />
6. DISMISSIONE DELL’IMPIANTO ............................................................. 51<br />
6.1. Ripristino dei luoghi a fine costruzione ........................................ 51<br />
6.2. Modalità di dismissione e ripristino dei luoghi ............................. 51<br />
3
1. GENERALITA’<br />
1.1. Le fonti di energie rinnovabili (FER)<br />
Le fonti “rinnovabili” di energia sono quelle fonti che, a differenza dei combustibili<br />
fossili e nucleari destinati ad esaurirsi in un tempo definito, possono essere considerate<br />
inesauribili.<br />
Sono fonti rinnovabili l’energia solare e quelle che da essa derivano, l’energia<br />
idraulica, del vento, delle biomasse, delle onde e delle correnti, ma anche l’energia<br />
geotermica, l’energia dissipata sulle coste dalle maree e l’energia prodotta dalla<br />
combustione dei rifiuti solidi urbani.<br />
Con opportune tecnologie è possibile convertire queste fonti in energia termica,<br />
elettrica, meccanica e chimica. Le FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) possiedono due<br />
caratteristiche fondamentali che rendono auspicabile un loro maggior impiego.<br />
La prima consiste nel fatto che esse rinnovano la loro disponibilità in tempi<br />
estremamente brevi: si va dalla disponibilità continua nel caso dell’uso dell’energia solare,<br />
ad alcuni anni nel caso delle biomasse.<br />
L’altra è che, a differenza dei combustibili fossili, il loro utilizzo produce un<br />
inquinamento ambientale del tutto trascurabile.<br />
Esistono comunque alcuni limiti che devono essere considerati: le fonti rinnovabili, e<br />
tra esse soprattutto l’eolico e il solare, forniscono energia in modo intermittente.<br />
Questo significa che il loro utilizzo può contribuire a ridurre i consumi di combustibile<br />
nelle centrali convenzionali, ma non può sostituirle completamente.<br />
Inoltre, per produrre quantità significative di energia, spesso è necessario impegnare<br />
rilevanti estensioni di territorio. Tuttavia va ricordato che ciò non provoca effetti irreversibili<br />
sull’ambiente e che il ripristino delle aree utilizzate non ha costi eccessivi.<br />
Il bisogno di trovare rapidamente fonti di energia alternative ai combustibili fossili<br />
nacque in seguito alla crisi economica del 1973, quando i Paesi arabi produttori di petrolio<br />
incrementarono improvvisamente il suo prezzo comportando a catena rincari dei prezzi<br />
della benzina, del riscaldamento e dell’energia elettrica.<br />
Contemporaneamente nel mondo della ricerca crebbe la consapevolezza della<br />
esauribilità dei combustibili fossili.<br />
4
Fu allora che per la prima volta si diffusero i termini di risorse “alternative” e<br />
“rinnovabili”; alternative all’idea che l’energia potesse prodursi solo facendo bruciare<br />
qualcosa, e rinnovabili nel senso che, almeno virtualmente, non si potessero mai esaurire.<br />
Oggi, l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia è ormai una realtà consolidata e il loro<br />
impiego per la produzione di energia è in continuo aumento.<br />
Questo è reso possibile non solo dal continuo sviluppo tecnologico, ma soprattutto<br />
perché gli Stati hanno attribuito a tali fonti un ruolo sempre più strategico nelle scelte di<br />
politica energetica, sia nel tentativo di ridurre la dipendenza economica e politica dai paesi<br />
fornitori di combustibili fossili, sia per far fronte alla loro esauribilità e alle diverse<br />
emergenze ambientali.<br />
Un ulteriore incentivo all’impiego delle fonti rinnovabili viene dalle ricadute<br />
occupazionali, soprattutto a livello locale, legate alla produzione di energia con fonti<br />
disponibili sul territorio nazionale.<br />
Esistono numerosi studi e programmi della Comunità Europea tendenti a favorire lo<br />
sviluppo delle energie rinnovabili. Così per esempio gli obiettivi del programma<br />
ALTERNER della Commissione per l'anno 2005 sono:<br />
• portare il contributo delle energie rinnovabili all'8% del totale delle domande;<br />
• triplicare la produzione di energia elettrica generata con energie rinnovabili<br />
(escludendo la produzione delle grandi centrali idroelettriche);<br />
• utilizzare biocombustibili per un 5% del consumo dei veicoli.<br />
L'importante aumento di produzione pianificata si basa sullo sviluppo dell'energia<br />
eolica, fotovoltaica e idroelettrica con particolare attenzione per la prima i cui costi sono<br />
competitivi con le altre fonti di energia.<br />
Di fatto, la potenza elettrica di origine eolica nella Comunità Europea è passata da<br />
pochi MW nel 1983, a 1.000 MW installati nel 1993 ed a 48.042 MW nel 2006.<br />
La Comunità Europea favorisce lo sviluppo di queste energie in varie forme, così per<br />
esempio attraverso il programma THERMIE sono stati finanziati aerogeneratori da 1 MW<br />
di potenza e ciò ha permesso importanti miglioramenti tecnologici.<br />
Attualmente la Commissione europea propone (Bruxelles, 10 gennaio 2007) un<br />
pacchetto completo di misure per istituire una nuova politica energetica per l'Europa<br />
finalizzata a combattere i cambiamenti climatici e a rafforzare la sicurezza energetica e la<br />
competitività dell'UE. Il pacchetto di proposte definisce una serie di obiettivi ambiziosi con<br />
5
iferimento alle emissioni di gas serra e all'energia rinnovabile e punta a creare un vero<br />
mercato interno dell'energia e a rendere sempre più efficace la normativa.<br />
La Commissione ritiene che, con il raggiungimento di un accordo a livello<br />
internazionale sul regime applicabile dopo il 2012, entro il 2020 i paesi industrializzati<br />
dovrebbero riuscire ad abbattere le proprie emissioni del 30%. Per sottolineare<br />
ulteriormente il proprio impegno, la Commissione propone che l'Unione europea si impegni<br />
ora ad abbattere le emissioni di gas serra di almeno il 20% entro il 2020, in particolare<br />
attraverso misure energetiche. Entro questo termine, l'utilizzo delle energie rinnovabili<br />
dovrà aumentare dall'attuale media del 6 al 20 per cento del consumo energetico globale<br />
dell'Unione europea.<br />
In particolar modo, l’Unione Europea (UE) mira ad aumentare l’uso delle risorse<br />
rinnovabili per limitare la dipendenza dalle fonti fossili convenzionali ed allo stesso tempo<br />
far fronte ai pressanti problemi di carattere ambientale che sono generati dal loro utilizzo.<br />
A conferma di ciò nella Direttiva 2001/77/CE “Promozione dell’energia elettrica prodotta da<br />
fonti rinnovabili”, viene posto come traguardo il soddisfacimento, entro il 2010, di una<br />
quota pari al 12% del consumo interno lordo di energia ed al 22% di quello dell’energia<br />
elettrica, attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili. Per ottenere questi risultati nella direttiva<br />
sono indicati degli obiettivi differenziati per ogni singolo Stato membro e l’Italia si è prefissa<br />
di raggiungere, entro il 2010, una quota pari al 22% della produzione elettrica nazionale.<br />
E’ appurato che la penetrazione delle fonti rinnovabili dovrebbe innanzi tutto<br />
cambiare la distribuzione geografica dell’occupazione in quanto, per lo meno per alcuni<br />
fonti primarie, la loro disponibilità è maggiore nelle aree meridionali del paese. Questo è<br />
certamente vero per l’energia solare e quindi per le sue applicazioni sia elettriche sia<br />
termiche, ma anche le condizioni anemologiche favoriscono alcune zone del Sud.<br />
1.2. Normativa di riferimento per le fonti di energia rinnovabile in Italia<br />
Deliberazione CIP 14 novembre 1990, n° 34/1990<br />
(GU 19 novembre 1990, n° 270) Modificazioni al provvedimento CIP n° 15 del 12<br />
luglio 1989 concernente l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, da cogenerazione e<br />
da altre fonti assimilate, i prezzi di cessione all’ENEL ed i contributi di incentivazione alla<br />
nuova produzione.<br />
6
Legge 9 gennaio 1991 n° 9<br />
(s.o. alla G.U. 16 giugno 1991, n° 13) Norme per l’attuazione del nuovo Piano<br />
energetico nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e<br />
geotermia, autoproduzione e disposizioni fiscali.<br />
Legge 9 gennaio 1991, n° 10<br />
(s.o. alla GU 16 gennaio 1991, n° 13) Norme per l’attuazione del Piano energetico<br />
nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo<br />
delle fonti rinnovabili di energia.<br />
Provvedimento n° 6/1992 CIP (Comitato Interministeriale dei Prezzi)<br />
Prezzi dell’energia elettrica relativi a cessione, vettoriamento e produzione per conto<br />
dell’ENEL, parametri relativi allo scambio e condizioni tecniche generali per l’assimilabilità<br />
a fonte rinnovabile (G.U. n° 109 del 12 maggio 1992).<br />
Decreto 4 agosto 1994<br />
Modificazioni ed integrazioni al provvedimento CIP n° 6/1992 in materia di prezzi di<br />
cessione dell’energia elettrica (G.U. n° 186 del 10 agosto 1994).<br />
Decreto Legislativo 16 marzo 1999, n° 79<br />
Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno<br />
dell’energia elettrica (c.d. Decreto Bersani).<br />
Decreto 11 novembre 1999<br />
Direttive per l’attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili<br />
di cui ai commi 1, 2 e 3 dell’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n° 79 (c.d.<br />
decreto Certificati Verdi).<br />
Direttiva 2001/77/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio<br />
Direttiva Europea del 27 settembre 2001 sulla promozione dell’energia elettrica<br />
prodotta da fonti energetiche rinnovabili.<br />
7
1.3. Normativa di riferimento nella <strong>Regione</strong> <strong>Calabria</strong><br />
Delibera della Giunta regionale n. 736 del 12 ottobre 2004<br />
In attuazione della direttiva 85/337/CEE la <strong>Regione</strong> <strong>Calabria</strong> disciplina le procedure<br />
di valutazione ambientale (VIA) con le norme con le quali vengono definite le procedure di<br />
verifica (screening) e di valutazione di impatto ambientale.<br />
Sono disciplinati il funzionamento dell’organo <strong>tecnico</strong> competente a svolgere nella<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Calabria</strong> le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale, nonche’ la modalita’<br />
di copertura dei costi relativi all’iter amministrativo di valutazione. Infine disciplina l’iter<br />
amministrativo per l’applicazione delle procedure di verifica e valutazione, i contenuti degli<br />
elaborati tecnici necessari all’espletamento delle procedure.<br />
Delibera della Giunta regionale n. 832 del 15 novembre 2004<br />
Il processo di autorizzazione per la localizzazione e l’esercizio di nuovi impianti eolici,<br />
interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parzile e riattivazione e’<br />
disciplinato da tale delibera in attuazione del Decreto Legislativo n. 387 del 29 dicembre<br />
2003; indica nel dettaglio, inoltre, gli elementi da approfondire nell’ambito del quadro<br />
ambientale del SIA (Studio di Impatto Ambientale).<br />
Delibera del Consiglio regionale n. 315 del 14 febbraio 2005<br />
In questa delibera viene approvato il Piano Energetico Ambientale delle regione<br />
<strong>Calabria</strong>.<br />
Delibera della Giunta regionale n. 55 del 30 gennaio 2006<br />
In ragione della necessita’ di disciplinare la localizzazione dei parchi eolici da<br />
realizzarsi secondo i criteri di massima minimizzazione dell’impatto e con condizione di<br />
ripristino dei luoghi a fine ciclo vitale viene approvato il documento contenuto nell’atto<br />
allegato sotto la lettera A “L’eolico in <strong>Calabria</strong>: Indirizzi per l’inserimento degli impianti<br />
eolici sul territorio regionale”.<br />
8
1.4. L’energia eolica<br />
L’energia eolica è l’energia posseduta dal vento e trasformata in energia elettrica<br />
tramite macchine generatrici chiamate aerogeneratori.<br />
Esistono aerogeneratori diversi per forma e dimensione. Possono, infatti, avere<br />
rotore composto da due a tre pale con diametri che variano da pochi metri ad oltre 80 m:<br />
gli aerogeneratore con rotore di diametro superiore ad 80 m sono in grado di erogare una<br />
potenza di 2÷3 MW, riuscendo a soddisfare il fabbisogno elettrico giornaliero di circa 1.000<br />
famiglie.<br />
Più aerogeneratori collegati insieme formano le wind-farm, “fattorie del vento”, che<br />
sono delle vere e proprie centrali elettriche.<br />
Nelle wind-farm la disposizione planimetrica degli aerogeneratore non e’ casuale:<br />
infatti e’ fondamentale evitare indesiderati effetti scia dovuti alla presenza di piu’ macchine<br />
lungo la direzione del vento. Per tale motivo esiste una complessa e rigida disciplina che<br />
permette di disporre al meglio le macchine in un determinato sito per evitare che le<br />
interferenze reciproche possano causare riduzioni di produzione.<br />
Di regola gli aerogeneratori vengono disposti ad una distanza di almeno cinque<br />
diametri del rotore tra le file parallele e tre diametri del rotore tra aerogeneratori della<br />
stessa fila.<br />
Nel caso di un aerogeneratore da 2÷3 MW, con diametro del rotore di 90÷100 m, si<br />
preferisce tenere le macchina ad una distanza di 450÷500 m l’una dall’altra.<br />
Per produrre energia elettrica in quantità sufficiente è necessario che il luogo dove si<br />
installa l’aerogeneratore sia molto ventoso.<br />
Per determinare l’energia eolica potenzialmente sfruttabile in una data zona bisogna<br />
conoscere la conformazione del terreno e l’andamento nel tempo della direzione e della<br />
velocità del vento.<br />
La conformazione di un terreno influenza la velocità del vento. Infatti, il suo valore<br />
dipende, oltre che dai parametri atmosferici, anche dalla regolarità del terreno e/o dalla<br />
presenza di irregolarità morfologiche come rilievi, versanti, creste ecc.<br />
Più un terreno è rugoso, cioè presenta variazioni brusche della pendenza, più il<br />
flusso del vento sarà irregolare e non facilmente prevedibile.<br />
9
1.5. Le classi di rugosità<br />
Per definire la conformazione di un terreno sono state individuate quattro classi di<br />
rugosità:<br />
Classe di rugosità 0: suolo piatto come il mare, la spiaggia e le distese nevose.<br />
Classe di rugosità 1: suolo aperto come terreni non coltivati o a seminativo con<br />
vegetazione bassa.<br />
Classe di rugosità 2: aree agricole con rari edifici e pochi alberi.<br />
Classe di rugosità 3: suolo rugoso in cui vi sono molte variazioni di pendenza del<br />
terreno, boschi e edifici.<br />
In generale la posizione ideale di un aerogeneratore è in un terreno appartenente ad<br />
una classe di rugosità bassa e che presenta pendenze comprese tra i 5 e i 15 gradi.<br />
1.6. Occupazione del territorio<br />
Gli aerogeneratori e le opere a supporto (opere civili, elettriche e di viabilita’)<br />
occupano solamente il 2-3% del territorio necessario per la costruzione di un impianto. È<br />
importante notare che nelle wind-farm, a differenza delle centrali elettriche convenzionali,<br />
la parte del territorio non occupata dalle macchine può essere impiegata per l’agricoltura,<br />
la pastorizia e all’uso del suolo antecedente l’installazione del parco eolico.<br />
1.7. Impatto visivo<br />
Gli aerogeneratori per la loro configurazione sono visibili in ogni contesto ove<br />
vengono inseriti.<br />
Ma una attenta disposizione planimetrica che eviti il cosiddetto effetto “selva” ed una<br />
scelta accurata dei colori dei componenti dell’aerogeneratore, per evitare che le parti<br />
metalliche riflettano i raggi solari, consente di armonizzare la presenza degli impianti eolici<br />
nel paesaggio ed in alcuni casi , come nelle ex aree industriali, apportare un miglioramento<br />
all’impatto paesaggistico delle stesse.<br />
10
1.8. Rumore<br />
Il rumore che emette un aerogeneratore viene causato dall’attrito delle pale con<br />
l’aria. Questo rumore può essere smorzato migliorando sia l’inclinazione delle pale e la<br />
loro conformazione.<br />
1.9. Effetti su flora e fauna<br />
I soli effetti riscontrati riguardano il possibile impatto dell’avifauna con il rotore delle<br />
macchine. Il numero di esemplari interessati è limitato a poche unità e comunque inferiore<br />
a quello dovuto al traffico automobilistico, ai tralicci della rete elettrica..<br />
1.10. Interferenze sulle telecomunicazioni ed effetti elettromagnetici<br />
Per evitare possibili interferenze sulle telecomunicazioni e la formazione di campi<br />
elettromagnetici è sufficiente mantenere la distanza minima fra l’aerogeneratore e, ad<br />
esempio, stazioni terminali di ponti radio, apparati di assistenza alla navigazione aerea e<br />
televisori.<br />
Per quanto riguarda gli effetti causati dalla presenza di campi elettrici ed<br />
elettromagnetici, questi sono fortemente trascurabili e comunque contenuti ben al di sotto<br />
di quanto fissato dalle normative vigenti.<br />
11
2. IL PARCO EOLICO “Isola di Capo Rizzuto - Santo Stefano ”<br />
2.1. Descrizione dell’intervento<br />
L’intervento di realizzazione del parco eolico prevede l’installazione di 16<br />
aerogeneratori tipo Enercon E82 da 2MW per una potenza complessiva installata pari a 32<br />
MW. L’allacciamento alla rete elettrica di Alta Tensione (AT) gia’ esistente avviene in<br />
corrispondenza di una nuova stazione di smistamento ( nel seguito della relazione definita<br />
come sottostazione) ubicata in loc. S.Anna nel Comune di Isola C.R..<br />
Il progetto prevede l’installazione di 16 aerogeneratori, della sottostazione e di tutte<br />
le opere accessorie e di servizio per la costruzione e gestione dell’impianto quali:<br />
• Piazzole di montaggio e manutenzione per ogni singolo aerogeneratore,<br />
• Viabilita’ interna di accesso alle singole piazzole sia per le fasi di cantiere che<br />
per le fasi di manutenzione;<br />
• Cavidotti MT interrati interni all’impianto per il convogliamento dell’energia<br />
prodotta da ogni singolo aerogeneratore;<br />
• Cavidotto di vettoriamento dell’energia prodotta dall’intero parco eolico alla<br />
sottostazione.<br />
2.2. Inquadramento geografico e territoriale<br />
L’area interessata dall’intervento è cartograficamente inuadrata nel Foglio 577<br />
sezione IV Isola di Capo Rizzuto serie 25 dei tipi IGM della Carta Topografica d’Italia alla<br />
scala 1:25000. Tale aerea è situata all’interno del Comune di Isola di Capo Rizzuto (KR) e<br />
comprende località S. Stefano. In riferimento agli assi ortogonali coincidenti con le<br />
principali direzioni geografiche, i confini sono individuati dai seguenti toponomi:<br />
• A nord “Rositello”;<br />
• Ad est “Timpone Rosso”;<br />
• A sud “Manche del Pirano e Manche Longhe;<br />
• Ad ovest “Fronte di Corvino”.<br />
Nelle vicinanze della delimitazione descritta, precisamente in direzione sud-ovest è<br />
posizionato l’abitato della frazione S.Leonardo di Cutro del Comune di Cutro (KR); in<br />
12
direzione sud l’abitato della frazione Le Castella del comune di Isola di Capo Rizzuto (KR);<br />
ad est l’abitato del comune di Isola di Capo Rizzuto.<br />
L’area interessata si estende per circa 216 Ha ad un’altitudine media di 165 m s.l.m.<br />
presenta una struttura orografica pianeggiante<br />
All’interno del sito ricadono pochi insediamenti abitativi prevalentemente di tipo<br />
agricolo e l’area è facilmente raggiungibile attraverso viabilità esistente a medio traffico.<br />
Gli aerogeneratori sono stati posizionati nelle aree prescelte tenendo conto,<br />
principalmente, delle condizioni di ventosità dell’area (direzione, intensità) e della natura<br />
geologica del terreno oltre che del suo andamento plani altimetrico.<br />
Il territorio è classificato, nel Piano di Fabbricazione del Comune di Isola di Capo<br />
Rizzuto, come terreno agricolo prevalentemente ad uso seminativo.<br />
2.3. Iter autorizzativo<br />
L’iter autorizzativo del parco eolico Marcedusa sara’ quello previsto dalla normativa<br />
nazionale e regionale vigente in materia del progetto.<br />
La procedura di Valutazione di Impatto Ambientale seguira’ quanto indicato dal<br />
D.P.R. 12 aprile 1996, dalla Delibera della Giunta regionale n. 736 del 12 ottobre 2004 e<br />
successive modifiche ed integrazioni. In particolare essendo il progetto assoggettato alla<br />
procedura di verifica ai sensi dell’art.10 del citato D.P.R. 12 aprile 1996, la societa’<br />
proponente presentera’ all’Autorita’ competente domanda di “screening” allegando il<br />
progetto preliminare e la relazione relativa all’individuazione e valutazione degli impatti<br />
ambientali del progetto.<br />
La procedura di Autorizzazione Unica seguira’ quanto indicato nel D.Lgs. 29<br />
dicemnbre 2003 n. 387 e dalla Delibera della Giunta regionale n. 832 del 15 novembre<br />
2004. In particolare la Tess energia S.r.l. presenterà all’Autorità’ competente la domanda<br />
di autorizzazione unica trasmettendo il progetto definitivo del parco eolico, tutta la<br />
documentazione tecnica del gestore delle rete (TERNA S.p.a) con indicazione del punto di<br />
connessione e delle modalita’ di allaccio e procedera’ con la richiesta di pareri e nulla osta<br />
agli Enti qualora sull’area oggetto dell’intervento gravino i vincoli di competenza.<br />
13
L’iter autorizzativo si concludera’ con la Conferenza dei Servizi, conferenza per<br />
l’acquisizione di tutte le intese, le concessioni, le autorizzazioni, le licenze, i pareri, i nulla<br />
osta e gli assensi comunque necessari per la realizzazione del progetto in base alla<br />
normativa vigente. Durante tale conferenza tutte le amministrazioni ed enti convocati<br />
esprimeranno in modo vincolante la volonta’ su tutte le decisioni di competenza della<br />
stessa.<br />
2.4. Studio anemologico<br />
Lo studio anemologico e’ stato eseguito utilizzando i dati raccolti da stazione<br />
anemometrica posizionata in prossimita’ del sito e correlando tali dati con le informazioni in<br />
possesso della societa’ proponente. Dalla mappa della producibilità energetica specifica,<br />
elaborata dal CESI congiuntamente all’Università di Genova per l’area d’interesse, ed<br />
attraverso uno studio anemologico svolto correlando dati desunti da rilevamenti puntuali in<br />
prossimità delle aree di interesse si ricava un valore di 1.797 MWh per ogni MW installato.<br />
2.5. Potenza installata<br />
La potenza totale del parco eolico prevista dal progetto è di 32 MW e sarà prodotta<br />
con la installazione di n° 16 aerogeneratori della potenza unitaria di 2 MW, per una<br />
produzione stimata (secondo le tabelle di potenza delle macchine prescelte e dei dati del<br />
vento) di almeno 57.504 MWh/anno.<br />
2.6. Producibilità<br />
Dalla mappa della producibilità energetica specifica elaborata dal CESI<br />
congiuntamente all’Università di Genova per l’area d’interesse ed attraverso uno studio<br />
anemometrico svolto correlando dati desunti da rilevamenti puntuali in prossimità delle<br />
aree di interesse si ricava un valore di 1.797 MWh per ogni MW installato per cui,<br />
moltiplicando questo valore per la potenza installata, si ottiene un valore dell’energia<br />
annua prodotta pari a:<br />
EAP = P x Na = 1.797 x 50= 57.504 MWh<br />
14
Dove:<br />
EAP = Energia Annuale Prodotta;<br />
P = Producibilità specifica in MWh/MW;<br />
Na = Totale MW istallati;<br />
2.7. Accessibilità al sito<br />
L’accessibilita’ al sito non presenta difficolta’ significative’. E’ possibile raggiungere il<br />
parco eolico e le sue aree di cantiere con il seguente percorso:<br />
• L’accessibilita’ al sito si sviluppa in direzione della SS106 “Jonica” e lungo la<br />
SP 43 in direzione di Cutro.<br />
Non sono previsti adeguamenti o grossi interventi sulle strade in quanto, le stesse,<br />
sono adeguate al trasporto dei componenti degli aerogeneratori.<br />
2.8. Viabilità interna<br />
La viabilità interna al sito, tranne per piccoli tratti, corrisponderà con quella esistente<br />
(strade provinciali, comunali e rurali) idonea per il trasporto dei componenti degli<br />
aerogeneratori. Verranno realizzati brevi tratti per il raggiungimento delle piazzole di<br />
montaggio degli aerogeneratori in modo poco invasivo e con l’utilizzo di materiale inerte.<br />
2.9. Vincoli e disposizioni legislative<br />
Lo strumento Urbanistico vigente nel Comune di Isola di Capo Rizzuto è il Piano di<br />
Fabbricazione nel quale l’area interessata dal progetto è classificata come zona per attività<br />
agricola.<br />
La scelta delle aree idonee all’installazione del parco eolico e’ avvenuta attraverso<br />
l’individuazione dei seguenti criteri territoriali e dall’esclusione delle aree interessate dai<br />
seguenti vincoli ai sensi dell “Allegato A-Indirizzi per l’inserimento degli impianti eolici sul<br />
territorio regionale” contenuto nella DGR n. 55 del 30 gennaio 2006:<br />
1. Piano di Assetto Idrogeologico della <strong>Regione</strong> <strong>Calabria</strong> DGR n.115 del 28 dicembre<br />
2001 con indicazione delle aree non idonee e le aree di attenzione;<br />
15
2. Aree comprese tra quelle di cui alla Legge 365/2000 (decreto Soverato);<br />
3. Zone A, B, C, D di Parchi Nazionali e Regionali individuate dagli strumenti di<br />
pianificazione vigenti, ovvero nelle more di definizione di tali strumenti, Zona 1 e<br />
Zona 2 cosi’ come indicato nelle leggi istitutive delle stesse aree protette;<br />
4. Aree afferenti alla Rete Natura 2000 come di seguito elencate:<br />
• Proposte di Siti di Interesse Comunitario (pSIC), comprensive di una fascia<br />
di rispetto di almeno 0.5 km;<br />
• Siti di Importanza Nazionale (SIN), comprensive di una fascia di rispetto di<br />
almeno 0.5 km;<br />
• Siti di Importanza Regionale (SIR), comprensive di una fascia di rispetto di<br />
almeno 0.5 km;<br />
5. Zone Umide individuate ai sensi della Convenzione Internazionale di Ramsar;<br />
6. Riserve statali o regionali e oasi naturalistiche comprensive di una fascia di rispetto<br />
di almeno 0.5 km;<br />
7. Aree Archeologiche e Complessi Monumentali individuate ai sensi dell’art. 101 del<br />
D.Lgs 22 gennaio 2004, n. 42 comprensive di una fascia di rispetto di almeno 0.5<br />
km;<br />
8. Zone di Protezione Speciale (ZPS);<br />
9. Aree prossime alla Rete Natura 2000;<br />
10. Ambiti territoriali non compresi in ZPS (Zone Protezione Speciale), come valichi,<br />
gole montane, estuari e zone umide interessati dalla migrazione primaverile e<br />
autunnale di specie veleggiatrici nonche’ dalla presenza, nidificazione,<br />
svernamento e alimentazione di specie di fauna e delle specie inserite nell’art.2<br />
della L. 157/92 comma b) le cui popolazioni potrebbero essere comprese dalla<br />
localizzazione degli impianti;<br />
11. Aree con presenza di alberi ad alto fusto e siti con presenza di specie di flora<br />
considerate minacciate secondo i criteri IUCN (Unione Mondiale per la<br />
Conservazione della Natura) inserite nella Lista Rossa nazionale e regionale che<br />
potrebbero essere compromesse dalla localizzazione degli impianti;<br />
16
12. Aree interessate dalla presenza di Monumenti naturali regionali ai sensi della L.R.<br />
10/2003 per un raggio di 2 km;<br />
13. Corsi d’acqua afferenti al reticolo idrografico regionale, ivi comprese le sponde per<br />
una fascia di rispetto di 150 ml;<br />
14. Corridoi di connessione ecologica della Rete Ecologica Regionale;<br />
15. Aree riconducibili a istituende aree protette ai sensi della L.R. n. 10/2003<br />
individuabili sulla base di atti formalmente espressi dalle amministrazioni<br />
interessate;<br />
Per definizioni più dettagliate relative agli strumenti pianificatori territoriali e di settore<br />
si rimanda alla <strong>Relazione</strong> di Prefattibilità ambientale.<br />
2.10. Interferenze e compatibilità antropiche e ambientali<br />
Per la realizzazione dell’impianto in progetto non si prevedono particolari interferenze<br />
con l’utilizzo antropico del luogo né tanto meno rilevanti interferenze di tipo ambientale.<br />
Ad ogni buon conto si rimanda alla <strong>Relazione</strong> di Prefattibilità ambientale che descrive<br />
gli impatti ambientale dell’opera.<br />
2.11. Criteri progettuali<br />
I criteri che hanno guidato l’analisi progettuale sono stati relativi al minimo disturbo<br />
ambientale dell’opera e si distinguono in:<br />
• Criteri di localizzazione;<br />
• Criteri strutturali.<br />
I Criteri di localizzazione del sito hanno guidato la scelta tra varie aree disponibili in<br />
località diverse del comune e le componenti che hanno influito maggiormente sulla scelta<br />
effettuata sono stati:<br />
17
• disponibilità di territorio a basso valore relativo alla destinazione d’uso<br />
rispetto agli strumenti pianificatori vigenti;<br />
• basso impatto visivo;<br />
• esclusione di aree di elevato pregio naturalistico, ad esempio aree protette<br />
nazionali e regionali, SIC ecc. o aree importanti per l’avifauna (ZPS, IBA<br />
ecc.);<br />
• viabilità opportunamente sviluppata in modo da ridurre al minimo gli<br />
interventi su di essa;<br />
• vicinanza di linee elettriche per ridurre al minimo le esigenze di<br />
realizzazione di elettrodotti;<br />
• esclusione di aree vincolate da strumenti pianificatori territoriali o di settore<br />
ad esempio Piano stralcio di Assetto Idrogeologico;<br />
I Criteri strutturali che hanno condotto all’ottimizzazione della disposizione delle<br />
macchine, delle opere e degli impianti al fine di ottenere la migliore resa energetica<br />
compatibilmente con il minimo disturbo ambientale sono stati:<br />
• Disposizione degli aerogeneratori in prossimità di tracciati stradali già<br />
esistenti che richiedono interventi minimi o nulli, al fine di evitare in parte o<br />
del tutto l’apertura di nuove strade;<br />
• Scelta dei punti di collocazione per le macchine, gli impianti e le opere civili<br />
in aree non coperte da vegetazione o dove essa è più rada o meno<br />
pregiata;<br />
• Distanza dai fabbricati maggiore di 500 m per quelli abitati stabilmente;<br />
• Condizioni morfologiche favorevoli per minimizzare gli interventi sul suolo,<br />
escludendo le pendenze elevate; tenendo un franco da scarpate ed impluvi,<br />
tutte situazioni peraltro dove potrebbero verificarsi fenomeni di dissesto;<br />
• Soluzioni progettuali a basso impatto quali sezioni stradali realizzate in<br />
massicciata tipo con finitura in ghiaietto stabilizzato;<br />
• Percorso per le vie cavo interrato adiacente al tracciato della viabilità interna<br />
18
per esigenze di minor disturbo ambientale.<br />
3. DESCRIZIONE TECNICA E SPECIFICHE DEGLI AEROGENERATORI E - 82<br />
La presente documentazione comprende la descrizione tecnica e le specifiche<br />
dell’impianto eolico E-82.<br />
Particolarmente adatto a velocità medie del vento, questo tipo di impianto è<br />
caratterizzato da un rotore di grande diametro (82 m) e un’altezza del mozzo di 138 m e<br />
ciò gli consente di avere, nella classe dei 2 MW, un rendimento ottimale anche nelle zone<br />
interne.<br />
Nella tabella qui di seguito riportata, sono riassunti i principali dati tecnici degli<br />
aerogeneratori che saranno installati nell’area di intervento.<br />
Tabella 3.1 – Dati tecnici degli aerogeneratori E – 82<br />
Potenza nominale 2000 kW<br />
Diametro del rotore 82 m<br />
Altezza del mozzo 70-138 m<br />
Classe di vento IEC/NVN II<br />
Concetto della turbina<br />
Rotore<br />
Senza moltiplicatore di giri, numero di giri variabile, angolo delle<br />
pale a regolazione individuale<br />
Tipo Rotore sopravento con regolazione attiva delle pale<br />
Direzione di rotazione Senso orario<br />
Numero delle pale 3<br />
Area descritta 5.281 m 2<br />
Materiale delle pale Fibra di vetro (resina epossidica); sistema parafulmini integrato<br />
Velocità di rotazione Variabile, 6 –19,5 giri al minuto (rpm)<br />
Sistema di regolazione delle pale ENERCON, un sistema di<br />
Sistema di regolazione delle<br />
Azionamento con generatore<br />
regolazione indipendente per ogni pala con alimentazione di<br />
emergenza<br />
Mozzo Rigido<br />
Cuscinetto principale<br />
Cuscinetto a rulli conici in doppia fila/<br />
cuscinetto a rulli cilindrici ad una fila<br />
Generatore Generatore ad anello ENERCON a trasmissione diretta<br />
Immissione in rete Invertitore ENERCON<br />
– 3 sistemi di regolazione delle pale indipendenti con<br />
alimentazione di emergenza<br />
Sistemi frenanti<br />
– Freno di tenuta rotore<br />
– Blocco rotore<br />
Yaw control Attivo con azionatore, ammortizzazione dipendente dal carico<br />
Velocità del vento di fermo 28 – 34 m/s (con storm control ENERCON)<br />
Controllo a distanza ENERCON SCADA<br />
19
3.1. POTENZA DEGLI AEROGENERATORI<br />
Per la misurazione delle curve di potenza secondo le norme vigenti, non vengono<br />
considerati alcuni parametri dipendenti dal sito, come per esempio le intensità delle<br />
turbolenze. Questo porta a diversi risultati di misurazione per lo stesso tipo di<br />
aerogeneratore in diversi siti. Anche paragoni tra diversi tipi di aerogeneratori con curve di<br />
potenza misurate, senza considerazione di tutti i parametri di misurazione, non sono chiari.<br />
Per questo motivo, per determinare il rendimento energetico previsto degli<br />
aerogeneratori, non si utilizzano curve di potenza misurate, ma calcolate.<br />
Tali curve sono basate su:<br />
• diverse misurazioni di curve di potenza per il relativo tipo di aerogeneratore da istituti<br />
accreditati con certificazione di queste misurazioni nei rispettivi certificati delle curve<br />
di potenza; oppure su risultati di altri tipi di aerogeneratori, in caso che le misurazioni<br />
ancora non siano iniziate o ancora non siano terminate;<br />
• un’intensità media delle turbolenze del 12%;<br />
• una densità standard dell’aria di 1,225 kg/m 3 ;<br />
• supposizioni realistiche per il comportamento dell’anemometro;<br />
• funzionamento degli aerogeneratori con lo storm control, che consente un<br />
funzionamento dell’aerogeneratore senza spegnimento in caso di elevata velocità del<br />
vento.<br />
La curva di potenza dell’aerogeneratore deriva quindi da un calcolo altamente<br />
attendibile e realistico dei rendimenti energetici prevedibili secondo le condizioni del vento<br />
sul relativo sito.<br />
20
Figura 3.1 - Curva di potenza dell’aerogeneratore E – 82<br />
21
Tabella 3.2– Curva di potenza dell’aerogeneratore E - 82<br />
Vento [m/s] Potenza P [kW] Coefficiente di potenza Cp<br />
1 0,0 0,00<br />
2 3,0 0,12<br />
3 25,0 0,29<br />
4 82,0 0,40<br />
5 174,0 0,43<br />
6 321,0 0,46<br />
7 532,0 0,48<br />
8 815,0 0,49<br />
9 1.180,0 0,50<br />
10 1.612,0 0,50<br />
11 1.890,0 0,44<br />
12 2.000,0 0,36<br />
13 2.050,0 0,29<br />
14 2.050,0 0,23<br />
15 2.050,0 0,19<br />
16 2.050,0 0,15<br />
17 2.050,0 0,13<br />
18 2.050,0 0,11<br />
19 2.050,0 0,09<br />
20 2.050,0 0,08<br />
21 2.050,0 0,07<br />
22 2.050,0 0,06<br />
23 2.050,0 0,05<br />
24 2.050,0 0,05<br />
25 2.050,0 0,04<br />
22
3.2. FUNZIONE STORM CONTROL<br />
Gli aerogeneratori scelti per la realizzazione del campo eolico nel comune di Isola Capo<br />
Rizzuto funzionano con una speciale opzione di storm control. Questa permette un<br />
funzionamento regolato dell’aerogeneratore con elevate velocità del vento senza le solite<br />
procedure di arresto, che causano perdite di rendimento consistenti.<br />
3.3. Curva di potenza senza lo storm control<br />
Dalla figura seguente si evince che l’aerogeneratore si ferma a una velocità del vento di<br />
spegnimento V3 definita. La causa è il superamento di una velocità massima del vento<br />
impostata. Negli aerogeneratori senza storm control questo succede per esempio ad una<br />
velocità di 25 m/s nella media di 20 sec. La turbina riparte solo quando la velocità media<br />
del vento scende al di sotto della velocità del vento di spegnimento o eventualmente ad<br />
una velocità di riavvio ancora più bassa (nel grafico V4, isteresi di vento forte). Con vento a<br />
raffiche ciò può durare più a lungo, per cui possono verificarsi notevoli perdite di redditività.<br />
Figura 3.2 - Curva di potenza di un impianto di energia eolica senza funzione storm control<br />
23
3.4. Curva di potenza con lo storm control<br />
Il grafico con le curve di potenza con lo storm control (Figura 3.3) mostra che<br />
l’aerogeneratore non si spegne automaticamente quando si supera una determinata<br />
velocità del vento VTempesta, ma semplicemente limita la potenza, riducendo il numero di giri.<br />
Ciò avviene mettendo leggermente le pale fuori dal vento. Al ridursi della velocità del<br />
vento, le pale variano la loro inclinazione di nuovo verso il vento e l’impianto comincia<br />
subito a funzionare con la massima redditività. Così non si ha diminuzione di redditività<br />
dovuta alle procedure di spegnimento e di riattivazione.<br />
Figura 3.3- Curva di potenza di un impianto di energia eolica con funzione storm control<br />
24
3.5. DIMENSIONE DEGLI AEROGENERATORI E MATERIALI DA COSTRUZIONE<br />
Nella figura seguente sono illustrate le principali altezze dal suolo degli aerogeneratori in<br />
esame, ossia:<br />
‐ altezza della torre = 97,10 m<br />
‐ altezza del mozzo = 98,38 m<br />
‐ altezza complessiva dell’impianto = 139,38 m.<br />
Inoltre, il diametro della torre in corrispondenza della base è pari a 7,50 m e va via via<br />
riducendosi all’aumentare dell’altezza della torre, fino a raggiungere il valore di 2 m in<br />
corrispondenza del mozzo.<br />
Nella medesima figura, con FOK è indicata la sommità della fondazione e con GOK il<br />
piano campagna: la distanza tra essi è pari a 0,20 m.<br />
Sono infine segnate le strisce opzionali, per tale tipo di aerogeneratore, da<br />
evidenziare sia sulle pale che sulla struttura della torre. Nel nostro caso, l’impianto è<br />
interamente bianco, ad eccezione del tratto di torre più prossimo al suolo, che risulta<br />
invece di colore verde per meglio inserirlo nel contesto paesaggistico del sito (cfr. Errore.<br />
L'origine riferimento non è stata trovata.).<br />
25
Nelle tabelle che seguono, sono riportate le caratteristiche dimensionali dell’impianto<br />
eolico scelto, insieme ai materiali da costruzione impiegati. Per altezze al mozzo elevate<br />
(come nel caso in esame), la soluzione economicamente più vantaggiosa è rappresentata<br />
dalle torri ibride, con una costruzione in cemento armato e un segmento in tubo di acciaio.<br />
27
Tabella 3.3– Caratteristiche dimensionali dell’impianto eolico proposto<br />
Altezza totale dal suolo 139,38 m<br />
Altezza del mozzo dal piano campagna 98,38 m<br />
Altezza della torre dal limite superiore della<br />
fondazione<br />
28<br />
97,10 m<br />
Progetto Torre in acciaio e cemento prefabbricato<br />
Classe di vento (DIBt) DIBt III<br />
Classe di potenza (IEC 61400 – 1/NVN 11400 – 0) IEC II A<br />
Numero di sezioni<br />
2 in acciaio<br />
18 in cemento armato<br />
Tabella 3.4– Caratteristiche geometriche dell’impianto eolico proposto per sezioni di riferimento<br />
Lunghezza<br />
Diametro<br />
superiore<br />
Diametro inferiore Peso<br />
m m m to<br />
Sezione 1 25,232 2,00/2,213 2,91 Ca 38<br />
Sezione 2 3 2,91 3,019 Ca 16<br />
Sezioni in<br />
cemento armato<br />
Peso totale della<br />
torre<br />
18x3,826 3,019 7,50 Ca 727<br />
Ca 781
3.6. FONDAZIONI<br />
La forma e le dimensioni delle fondamenta degli impianti di energia eolica dipendono<br />
principalmente dalle caratteristiche del terreno del sito, per questo è necessario che le<br />
condizioni del terreno siano controllate in più punti da periti qualificati e tramite perforazioni<br />
di controllo.<br />
Le fondamenta devono essere dimensionate in modo da non superare i limiti<br />
massimi di pressione consentiti sul terreno e in modo tale che i carichi derivanti dal<br />
funzionamento dell’impianto e da sollecitazioni estreme possano essere dispersi nel<br />
terreno.<br />
In caso di condizioni del terreno sfavorevoli, potrebbe essere necessario un cambio<br />
del terreno presente nel luogo, rimovendo gli strati più deboli e sostituendoli con materiale<br />
pressato, allo scopo di consentire trasmissioni al terreno di pressioni maggiori.<br />
Oltre al rispetto del carico, è necessario che le fondamenta assicurino un<br />
posizionamento sicuro dell’impianto e che il sistema di fondamenta e terreno raggiunga<br />
una speciale resistenza di serraggio.<br />
Nel caso in esame, si è resa necessaria l’esecuzione di fondamenta basate su pali<br />
che penetrano in profondità per una lunghezza dipendente dalla qualità del terreno. Con la<br />
realizzazione di questa struttura, si ottiene che alle teste dei pali siano trasmessi i carichi<br />
che scaturiscono dal funzionamento dell’impianto.<br />
29
3.7. Geometria della fondazione<br />
Nella Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. è riportata la geometria della<br />
fondazione dell’impianto eolico, le cui caratteristiche dimensionali e i materiali da<br />
costruzione sono riassunti nella Tabella 3.5.<br />
30
Tabella 3.5 – Caratteristiche dimensionali e materiali da costruzione<br />
Diametro esterno da 16,40 m<br />
Diametro interno di 7,70 m<br />
Diametro esterno della base dsoa 9,50 m<br />
Diametro interno della base dsoi 5,60 m<br />
Diametro dell’anello dei pali di<br />
fondazione<br />
31<br />
dp 15,60 m<br />
Altezza della fondazione hges 3,20 m<br />
Distanza tra la sommità della<br />
fondazione – piano campagna<br />
hGOK<br />
0,20 m<br />
Tipo di cemento e quantità C 30/37 466 m 3<br />
Tipo di acciaio del cemento armato e<br />
peso<br />
3.8. Carichi alla base della fondazione<br />
BSt 500 S (A) 42,3 t<br />
Si considerano compresi il peso della fondazione γ = 25 kN/m 3 e il peso del suolo γ = 18<br />
kN/m 3 . Tutti i carichi sono con coefficiente di sicurezza parziale gF = 1,0<br />
Tabella 3.6– Caratteristiche dei carichi alla base della fondazione del palo<br />
γaero/γmasse Fxy [kN] Fz [kN] Mxy [kNm] Mz [kNm]<br />
1.00/1.00<br />
senza spinta<br />
idrostatica<br />
1.00/1.00<br />
con spinta<br />
idrostatica<br />
1.10/1.35<br />
senza spinta<br />
idrostatica<br />
1.10/1.00<br />
con spinta<br />
idrostatica<br />
910 22231 78788 2140<br />
910 15999 78788 2140<br />
1000 29917 86700 2350<br />
1000 15999 86700 2350
3.9. Geometria del palo di fondazione<br />
Le caratteristiche del palo di fondazione utilizzato sono riportate nella Tabella 3.7.<br />
Tabella 3.7 – Caratteristiche geometriche del palo di fondazione<br />
Totale<br />
Lunghezza dei pali 16,00 m<br />
Numero di pali Inclinazione dei pali<br />
24 4:1 verso l’esterno<br />
12 10:1 verso l’interno<br />
Sezione trasversale del palo quadrata 45 cm/45 cm<br />
I pali di fondazione devono incastrarsi in terreno migliore per un tratto di 5 m. Per il sistema<br />
complessivo costituito dalla torre eolica e dalla fondazione (inclusi i pali), il valore minimo<br />
della rigidezza elastica di oscillazione per il serraggio tra fondazione e suolo, deve essere<br />
pari a kf,dyn = 100000 MNm/rad (parametro dinamico del suolo), mentre kf,stat= 25000<br />
MNm/rad (parametro statico del suolo).<br />
L’inclinazione massima ammissibile dovuta a cedimenti di assestamento del suolo di<br />
fondazione in 20 anni e in relazione al diametro dell’anello dei pali di fondazione è:<br />
Δs ≤ 40 mm<br />
32
3.10. Carichi del palo di fondazione per i calcoli geotecnici<br />
I carichi del palo di fondazione da utilizzare per i calcoli geotecnici sono riportati nella<br />
Tabella 3.8.<br />
Tabella 3.8– Carichi del palo di fondazione da utilizzare per i calcoli geotecnici<br />
Massimo sforzo di compressione -1451 kN<br />
Massimo sforzo di trazione 357 kN<br />
Tutti i carichi sono con un coefficiente di sicurezza parziale γF = 1,0<br />
3.11. Carichi per il dimensionamento dello sforzo interno ai pali<br />
I carichi per il dimensionamento dello sforzo interno ai pali sono riportati nella Tabella 3.9.<br />
Tabella 3.9– Carichi per il dimensionamento dello sforzo interno ai pali<br />
Massimo sforzo di<br />
compressione<br />
(alla sommità del palo)<br />
Massimo sforzo di<br />
trazione<br />
(alla sommità del palo)<br />
-1780 kN<br />
465 kN<br />
Tutti i carichi sono con coefficienti di sicurezza parziali<br />
33<br />
Momento di serraggio in<br />
corrispondenza del piano di posa<br />
Massimo momento al centro del<br />
palo<br />
50,0 kNm<br />
35,0 kNm<br />
A seconda della profondità, per il palo di fondazione devono considerarsi i moduli riportati<br />
nella .Tabella 3.10.<br />
Tabella 3.10– Moduli di elasticità considerati<br />
Profondità (m) Es,stat (MN/m 2 ) Es,din (MN/m 2 )<br />
0,00 – 4,50 0,0 0,0<br />
4,50 – 7,50 1,0 4,0<br />
7,50 – 10,50 2,0 8,0<br />
10,50 – 16,00 4,0 16,0
4. VIA DI ACCESSO E PIAZZOLA PER LE TORRI IN CEMENTO DA 97 M (E -<br />
82)<br />
4.1. Montaggio della torre e dell’aerogeneratore<br />
L’installazione della torre e dell’aerogeneratore prevede tre fasi di lavoro:<br />
1. Fase 1. Premontaggio, sulla superficie indicata nella Figura 4.11, delle primi parti<br />
della torre prefabbricata consegnate a semi-guscio con seguente montaggio sulle<br />
fondazioni. La torre prefabbricata in cemento di 97,00 m consiste in 8 segmenti a<br />
semi-guscio.<br />
2. Fase 2. Montaggio dei rimanenti elementi di un solo pezzo della torre prefabbricata<br />
in cemento.<br />
3. Fase 3.Completamento della torre con il montaggio della sezione superiore in<br />
acciaio, parziale premontaggio dei componenti consegnati dell’aerogeneratore e<br />
successivo montaggio dell’aerogeneratore.<br />
4.2. Aspetti tecnici della gru<br />
−<br />
− Specifiche tecniche della gru<br />
Per le suddette fasi di lavoro, è necessaria una gru con le caratteristiche di cui alla Tabella<br />
4.1.<br />
Tabella 4.1– Caratteristiche della gru<br />
− Base di appoggio e sbraccio forzato<br />
La base di appoggio definisce la distanza dei quattro cilindri d’appoggio singoli al<br />
quadrato (espressa in metri).<br />
34
Lo sbraccio forzato definisce la distanza minima del gancio della gru rispetto alla<br />
piattaforma girevole della gru.<br />
Esempio: in caso di sbraccio forzato di 34,00 m, la distanza della ralla dal centro della<br />
fondazione è di almeno 34,00 m (v. 2.7.8).<br />
− Montaggio della gru a traliccio<br />
Prevede le seguenti fasi di lavoro:<br />
− arrivo della gru<br />
− orientamento della gru verso il punto centrale dell’impianto (tenendo conto dello<br />
sbraccio forzato)<br />
− arrivo di circa 30 camion per la consegna degli accessori della gru<br />
− stabilizzazione della gru nell’area destinata alla gru, utilizzando piastre di ripartizione<br />
del carico<br />
− montaggio dei bracci.<br />
− Montaggio dei bracci<br />
Il braccio (traliccio) viene montato partendo dai singoli componenti su una lunghezza di<br />
130,00 m con l'aiuto di una gru ausiliaria e poi innalzato. Per tale operazione la gru<br />
ausiliaria andrà posizionata lateralmente rispetto al braccio della gru principale.<br />
Per poter montare le singole parti del braccio, per la gru ausiliaria è necessaria una<br />
strada asfaltata. Pertanto si utilizzerà la strada di accesso all’aerogeneratore esistente. Le<br />
strade di accesso esistenti risultano idonee a tale scopo.<br />
4.3. Vie di accesso<br />
Strade, ponti e vie di accesso devono essere realizzati in modo da risultare transitabili da<br />
parte di mezzi adibiti al trasporto di merci pesanti con un carico massimo per asse di 12 t<br />
ed un peso totale massimo di 120 t.<br />
35
Figura 4.1– Esempio per la costruzione di vie di accesso<br />
Tabella 4.2 – Requisiti minimi per le vie di accesso<br />
36
La struttura sopra riportata è solo un esempio di fondo con una portata media. In presenza<br />
di un sottofondo molle (terreno paludoso, ecc.) possono essere necessari uno sterro<br />
maggiore nonché il ricorso a geogriglie e ghiaia.<br />
Figura 4.2– Sagoma limite dei trasporti<br />
37
4.4. Portata delle vie di accesso<br />
Nei terreni coerenti è raccomandabile l’uso di un geotessile o di una geogriglia per ottenere una<br />
migliore distribuzione del carico sul sottofondo delle vie di accesso. Si incrementa così anche la<br />
durata e la resistenza delle vie di accesso. Durante la fase di montaggio devono essere effettuate<br />
prove di pressione delle piastre di carico per poter certificare la portata richiesta.<br />
Tabella 4.3– Parametri geotecnici<br />
4.5. Principi fondamentali nella costruzione delle vie di accesso<br />
− Larghezza utile del piano stradale di 4,00 m<br />
− Assorbimento di un carico assiale fino a 12 t<br />
− Assorbimento di un peso totale fino a 120 t<br />
− Larghezza del piano stradale in curva di 5,50 m<br />
− Nessun ostacolo all’interno / esterno della curva<br />
− Larghezza libera di 5,50 m<br />
− Altezza libera di 4,60 m<br />
− Verifica della portata dei ponti<br />
− Verifica della portata di passaggi e intubamenti<br />
− Verifica delle distanze rispetto a fossi, avvallamenti e corsi d’acqua<br />
− Verifica delle distanze rispetto ai cavi ad alta tensione, cavi elettrici e telefonici<br />
nonché<br />
− Controllo di pendenze in salita e discesa.<br />
38
4.6. Raggi di curvature<br />
− Requisiti minimi per incroci e curve<br />
Rispetto all’incrocio, nella curva è necessario un grado di rinforzo minore, in quanto<br />
viene meno il riempimento nell’angolo.<br />
Incrocio. Negli incroci esistenti si deve scegliere la soluzione costruttiva raffigurata per gli<br />
incroci. L’area punteggiata deve essere stabile; in caso contrario, occorre rinforzarla. Le<br />
superfici ombreggiate devono essere libere da ostacoli, in quanto queste aree vengono<br />
ricoperte dal carico dei trasporti (le pale del rotore vengono per esempio trasportate con<br />
uno sbalzo di 7,00 m sulla parte posteriore del mezzo).<br />
Curva. Nelle vie di accesso da costruire, all’interno delle curve occorre scegliere la<br />
soluzione costruttiva raffigurata per le curve. Le aree ombreggiate devono essere libere da<br />
ostacoli, poiché queste aree vengono ricoperte dal carico dei trasporti.<br />
− Raggi di curvatura < 90 gradi<br />
Per le curve con angolo < 90 gradi, occorre assicurarsi che il gomito si sposti verso<br />
l’esterno e che l’area della larghezza necessaria di 5,50 m del piano (v. marcatura). Anche<br />
39
qui nell’area interna ed esterna della curve le superfici vengono ricoperte (vedi “Requisiti<br />
minimi per incroci e curve”).<br />
Figura 4.3– Fascia di ingombro dei mezzi in manovra in curve al variare dell’angolo<br />
40
− Tenuta di strada dei veicoli in curva<br />
Di seguito viene rappresentata, a titolo di esempio, la percorrenza in curva di un trasporto di pale.<br />
Figura 4.4– Ingombro dinamico di un mezzo in curva con carico di pale<br />
41
4.7. Trasporto e logistica<br />
− Principi fondamentali per i trasporti<br />
Essenzialmente i mezzi di trasporto non devono superare un carico massimo per<br />
asse pari a 10 t. Un trasporto con un peso effettivo totale di 100 t ha quindi almeno 10<br />
assi.<br />
Nei cantieri vengono utilizzati i seguenti veicoli:<br />
− autocarri a caricamento verticale<br />
− automezzi a rimorchio ribassato<br />
− rimorchi<br />
− semirimorchi e<br />
− veicoli di adattamento.<br />
I veicoli sono parzialmente variabili in lunghezza e in larghezza e possono essere<br />
fatti rientrare di alcuni metri, una volta scaricati.<br />
42
Figura 4.5- Camion a ponte - sezione di torre prefabbricata in cemento<br />
Figura 4.6- Rimorchio / semirimorchio - sezione in acciaio<br />
Figura 4.7 - Semirimorchio estraibile – componenti della gondola<br />
Figura 4.8 - Rimorchio ribassato – mozzo<br />
43
Figura 4.9- Semirimorchio a 8 assi – generatore<br />
Figura 4.10- Rimorchio - pala rotore<br />
44
4.8. Piazzola per la gru<br />
− Requisiti minimi per la piazzola<br />
La piazzola è la garanzia per uno svolgimento impeccabile e sicuro della fase di installazione.<br />
Occorre realizzare una superficie piana a grana grossa con uno strato di copertura composto<br />
da una miscela di materiale riciclato o di minerali, con uno spessore della grana di 0 - 32 mm.<br />
L’altezza della piazzola dovrebbe superare il bordo superiore del terreno per garantire lo<br />
scorrimento dell’acqua di superficie.<br />
Durante la fase di montaggio devono essere effettuate prove di pressione delle piastre di<br />
carico per poter certificare la portata richiesta.<br />
Le gru da impiegare devono avere una pressione di appoggio di max. 200 t e vengono<br />
scaricate sulla piazzola attraverso le piastre di ripartizione del carico. Le pressioni possono qui agire<br />
sulla piazzola fino ad un max. di 18,50 t/m 2 , la pressione sulla superficie ammonta quindi ad un<br />
max. di 185 kN/m 2 .<br />
La piazzola deve essere, quindi, dimensionata in modo da poter eseguire in modo ottimale<br />
tutti i lavori necessari per l’installazione dell’aerogeneratore, inclusa la torre.<br />
L’esecuzione illustrata nel paragrafo successivo rappresenta uno standard. Potrà essere<br />
adattata alle caratteristiche locali.<br />
Come limite superiore della piazzola gru a seconda della fondazione è determinante il relativo<br />
bordo esterno delle fondazioni. La superficie di premontaggio può essere disposta a sinistra o a<br />
destra della piazzola gru, ma la strada di accesso si deve trovare sempre al lato della piazzola al<br />
quale confina la superficie di premontaggio.<br />
Per garantire un’eventuale sostituzione dei componenti che si trovano nella torre e per evitare<br />
la penetrazione di sporco nell’impianto, dopo il riempimento della fondazione, occorre realizzare<br />
una superficie fissa, larga 6,00 m, fra la piazzola e la torre.<br />
Durante i lavori di costruzione della fondazione, la piazzola serve soprattutto come area di<br />
deposito per materiali (es. acciaio per armature) e macchine.<br />
Il materiale di sterro prodotto in eccesso nella fase di costruzione dovrà essere sempre<br />
stoccato dietro la fondazione (v. paragrafo successivo).<br />
La superficie di premontaggio può essere rimossa alla fine di tutti i lavori.<br />
45
− Individuazione dell’area destinata alla gru<br />
Figura 4.11– Individuazione dell’area destinata alla gru<br />
46
4.9. Protezione antifulmine<br />
Gli aerogeneratori attraggono fortemente i fulmini. Per questo motivo sono dotate di<br />
sistemi antifulmine tali da scaricare a terra l’energia trasmessa dalla scarica atmosferica,<br />
senza danneggiare le opere elettriche e le turbine stesse. La protezione antifulmine e dalla<br />
sovratensione atmosferica della turbina eolica sarà progettata conformemente alla IEC<br />
61024 e alla DIN VDE 0185.<br />
47
4. OPERE ELETTRICHE<br />
4.1. Opere elettriche<br />
Le opere elettriche comprendono:<br />
• Cavidotti in MT interni al parco;<br />
• Cavidotto di vettoriamento MT dal parco eolico alla sottostazione AT/MT;<br />
4.2.1. Cavidotti in MT interni al parco<br />
Il collegamento dei singoli generatori alla cabina di interfacciamento con l’ente<br />
distributore, avverrà con cavi interrati al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale. Sono<br />
stati preferiti, laddove possibile, percorsi su strada comunale o provinciale per limitare gli<br />
espropri. La tipologia di posa, differente da caso a caso in quanto dipenderà dal numero di<br />
cavi da interrare, comunque garantirà dei requisiti minimi, pertanto, la profondità di<br />
interramento dei cavidotti non dovrà essere inferiore a mt. 1.<br />
I cavidotti dovranno essere distanziati in tutte le direzioni di almeno cm 25. Sul fondo<br />
scavo sarà posato un letto di sabbia di spessore medio pari a mt. 1 e su questo i cavidotti.<br />
Eventuali altri cavidotti potranno essere posati al disopra ad una distanza non inferiore a<br />
cm 25 realizzata sempre con sabbia. Il tutto sarà ricoperto con della sabbia e del materiale<br />
inerte. La presenza dei cavidotti sarà indicata con una bandella di segnalazione. Primo del<br />
ripristino dello scavo con tappetino e binder sarà realizzato un massetto in cls dello<br />
spessore non inferiore a m. 0,3.<br />
Il dimensionamento preliminare è stato effettuato ai sensi delle normative di settore<br />
in vigore ai ‘Criteri di allacciamento di impianti di produzione alla rete AT di Enel<br />
distribuzione’ ed in particolare ai sensi delle norme: CEI 11-17 impianti di produzione,<br />
trasmissione e distribuzione di energia elettrica – linee in cavo. Nel dimensionamento si è<br />
fatto riferimento a cavi del tipo NA2XS2Y V – 18/30 kV.<br />
Analogamente sarà previsto cavidotti in tubi di protezione in PEAD dedicati per la<br />
posa dei cavi di segnali in fibra ottica. La tipologia di posa sarà la stessa di quella<br />
precedentemente descritta con l’eventuale giunta di pozzetti di ispezione in cls. Con<br />
chiusino carrabile dove è definitivamente necessario.<br />
48
4.2.2. Sottostazione AT/MT<br />
La sottostazione ed è ubicata in c/da S. Anna nel territorio del comune di Isola C.R. .<br />
L’allacciamento alla rete elettrica in alta tensione, avverrà’ così come stabilito nella Guida<br />
Tecnica del GRTN in corrispondenza della nuova sottostazione.<br />
L’area sulla quale posizionare l’impianto di connessione alla rete AT ed il<br />
conseguente collegamento alla linea e’ stata individuata prendendo come riferimento<br />
l’ubicazione del futuro parco eolico. La sottostazione e’ composta da:<br />
• Stallo trasformazione AT/MT; tale stallo concentra l’energia prodotta dagli<br />
aerogeneratori i cui collegamenti verso la stazione di trasformazione sono<br />
realizzati con cavi interrati a 20 kV, la trasforma alla tensione di 150 kV e la<br />
consegna in rete; esso e’ costituito da due/tre stalli “arrivo macchina” di tipo<br />
attivo, dal modulo trasformatore 150/20 kV e dal modulo misure 150 kV. Lo<br />
stallo trasformazione comprende anche la Sezione 20 kV per l’uscita<br />
trasformatore, le sbarre a 20 kV ed infine l’uscita linee per il campo eolico;<br />
• Stazione di consegna alla RTN a 150 kV: la stazione comprende l’insieme<br />
delle apparecchiature e degli organi necessari al collegamento del parco<br />
eolico alla RTN; con i raccordi AT svolge la funzione di smistamento e<br />
interfacciamento tra la RTN ed il Punto di consegna dell’energia prodotta<br />
dal parco eolico;<br />
• Raccordi a 150 kV alla linea RTN<br />
• Edificio RTN: L’edificio e’ formato da un corpo di opportune dimensioni ed e’<br />
destinato a contenere batterie, il gruppo elettrogeno, i quadri BT per le<br />
alimentazioni dei servizi ausiliari, i quadri di comando e controllo della<br />
sottostazione, gli apparati di teleoperazione ed i vettori, i locali per le<br />
alimentazioni MT, i servizi per il personale di manutenzione. La costruzione<br />
e’ di tipo tradizionale con struttura in c.a. Poiché il fabbricato è ubicato in<br />
una zona non servita da rete idrica e fognaria, si farà fronte, alle necessità<br />
49
idrico-sanitarie, utilizzando una cisterna interrata in acciaio inox, che sarà<br />
rifornita periodicamente, secondo le necessità, da autobotte debitamente<br />
autorizzata con acqua potabile; mentre per i reflui fognari si è optato per la<br />
realizzazione di una vasca Imhoff, svuotata periodicamente da ditta<br />
autorizzata.<br />
5. GESTIONE DELL’IMPIANTO<br />
5.1. Descrizione<br />
La durata media di un impianto di produzione di energia eolica è prevista in un<br />
arco temporale di circa 25-30 anni.<br />
Durante questo periodo, la centrale verrà tenuta sotto controllo sia direttamente in<br />
loco che da posizione remota mediante un sistema continuo di controllo.<br />
Del personale di controllo programmerà degli interventi periodici di manutenzione<br />
ordinaria e, all’occorrenza, a seguito di segnalazione da parte del sistema di controllo,<br />
potrà attivarsi per ogni ulteriore intervento. In particolare, le principali funzioni potranno<br />
essere:<br />
• manutenzione preventiva ed ordinaria;<br />
• segnalazione di anomalie e malfunzionamenti;<br />
• manutenzione straordinaria e richieste di riparazioni a ditte specializzate e<br />
autorizzate dal produttore delle macchine;<br />
• servizio di guardiania<br />
50
6. DISMISSIONE DELL’IMPIANTO<br />
6.1. Ripristino dei luoghi a fine costruzione<br />
Il ripristino dei luoghi a fine costruzione interesserà unicamente le piazzole di<br />
montaggio degli aerogeneratori sulle quali si procederà allo scorticamento del piano in<br />
materiale inerte compattato e successivo spandimento di terreno vegetale per ripristinare<br />
lo stato dei luoghi originario.<br />
6.2. Modalità di dismissione e ripristino dei luoghi<br />
La Delibera della Giunta regionale n. 832 del 15 novembre 2004 fornisce le<br />
indicazioni per la dismissione e ripristino dei luoghi interessati dall’intervento. Al fine di<br />
fornire le adeguate garanzie della reale fase di dismissione del parco eolico gli interventi di<br />
ripristino del suolo nelle condizioni naturali precedenti all’insediamento prevedono il<br />
seguente elenco di lavorazioni:<br />
• annegamento della struttura di fondazione in calcestruzzo sotto il piano di<br />
campagna di almeno un metro;<br />
• rimozione degli aerogeneratori e delle strutture aeree di sostegno;<br />
• rimozione di tutte le altre strutture rimovibili;<br />
• demolizione della virola (base di appoggio della torre) fino alle corrispondenti<br />
fondazioni;<br />
• livellamento del terreno secondo l’originario andamento;<br />
• la completa rimozione delle line elettriche e conferimento agli impianti di recupero e<br />
trattamento secondo quanto previsto dalla normativa vigente;<br />
• eventuali opere di contenimento e di sostegno dei terreni;<br />
• eventuale ripristino delle pavimentazioni stradali (se danneggiate);<br />
• ripristino del regolare deflusso superficiale delle acque;<br />
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• sistemazione a verde dell’area secondo le caratteristiche autoctone.<br />
Per ogni categoria di intervento verranno adoperati la tipologia dei mezzi adeguata<br />
ed il loro numero, il numero degli addetti secondo le fasi cui si svolgeranno i lavori come<br />
sopra indicati.<br />
Particolare attenzione viene messa nell’indicare la necessità di smaltire i materiali<br />
di risulta secondo la normativa esistente, utilizzando appositi formulari sia per i rifiuti solidi<br />
che per gli eventuali liquidi.<br />
Saranno prese tutte le precauzioni per evitare eventuali sversamenti. La durata<br />
dell’intervento è prevista per 6 mesi circa. Tutti i lavori verranno eseguiti a regola d’arte,<br />
rispettando tutti parametri tecnici di sicurezza dei lavoratori ai sensi della normativa<br />
vigente.<br />
52<br />
Il Tecnico<br />
Ing. Claudio Felicetti