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Poche ma buone - Il Verde Editoriale

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69 • ACER 5/2006<br />

MECCANIZZAZIONE PANORAMICA TECNICA DEL MERCATO DELLE TRAPIANTATRICI FORESTALI<br />

<strong>Poche</strong> <strong>ma</strong> <strong>buone</strong><br />

Testo e foto di Sanzio Baldini e Rodolfo Picchio, Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, Facoltà di Agraria, Dipartimento<br />

di tecnologie, ingegneria e scienze dell’ambiente e delle foreste<br />

L’operazione di impianto,<br />

nelle piantagioni forestali<br />

ancora oggi risulta<br />

particolarmente dispendiosa<br />

dal punto di vista economico.<br />

La corretta esecuzione<br />

di questa fase di lavoro<br />

e la diminuzione<br />

dei tempi di realizzazione<br />

possono contribuire<br />

alla riduzione dei costi.<br />

Da qui l’importanza di disporre<br />

di <strong>ma</strong>cchine trapiantatrici<br />

forestali adeguate alle diverse<br />

condizioni operative<br />

La realizzazione di una piantagione è<br />

un’operazione molto importante che va<br />

condotta in modo corretto per garantirsi<br />

la riuscita e con essa un ritorno economico.<br />

Molti degli incentivi economici previsti ed elargiti<br />

da alcune amministrazioni regionali riguardano<br />

la realizzazione ex novo di impianti agroforestali.<br />

Sulla spinta di questa ulti<strong>ma</strong> tendenza<br />

è nata l’esigenza di mettere a punto <strong>ma</strong>cchine<br />

per tale tipo di intervento, allo scopo di ridurre<br />

l’impegno della <strong>ma</strong>no d’opera e, soprattutto, i<br />

tempi di realizzazione, condizione fondamentale<br />

per diminuire l’incidenza economica dell’operazione<br />

sul totale dei costi. In tutto questo, è<br />

importante non dimenticare <strong>ma</strong>i la “qualità<br />

dell’operazione” che si estrinseca nella sicurezza<br />

della <strong>ma</strong>cchina, nel corretto posizionamento<br />

delle talee o delle piantine, e, natural-<br />

Solamente alcune<br />

delle trapiantatrici<br />

forestali presenti<br />

sul mercato<br />

si adattano alle<br />

colture agro-forestali.<br />

mente, nella qualità del <strong>ma</strong>teriale vegetale<br />

messo a dimora in modo da ridurre la percentuale<br />

di fallanze nell’impianto stesso (7, 8) .<br />

In passato, anche in frutticoltura è stato<br />

affrontato il proble<strong>ma</strong> della meccanizzazione<br />

del trapianto; in ambito forestale si è fatto spesso<br />

ricorso a <strong>ma</strong>cchine impiegate nel settore<br />

degli ortaggi, che però non si sono dimostrate<br />

particolarmente adatte: problemi legati al<br />

trascinamento della pianta e alla sua messa a<br />

dimora in posizione inclinata richiedevano un<br />

ulteriore dispendio di <strong>ma</strong>no d’opera per perfezionare<br />

l’operazione (5) . Questo a indicare e<br />

rafforzare il principio che il trapianto è un intervento<br />

molto specifico e richiede grande attenzione<br />

su diversi fronti: condizioni in cui si<br />

opera, <strong>ma</strong>teriale utilizzato, specie impiegate.<br />

Le trapiantatrici sono utilizzate nel nostro ▼<br />

Valerio Bozzoli


Paese da circa un secolo, le prime furono<br />

messe a punto per l’impianto del tabacco. Le<br />

<strong>ma</strong>cchine che oggi troviamo sul mercato, a<br />

seguito di innovazioni tecnologiche del settore,<br />

sono in grado di mettere a dimora piante a<br />

radice nuda, in pane di terra, talee e astoni, su<br />

una moltitudine di tipologie di terreni, su una<br />

vasta gam<strong>ma</strong> di pendenze e con diverse<br />

esigenze di sesti di impianto. Le <strong>ma</strong>cchine,<br />

che possono essere portate, trainate o semoventi,<br />

si dividono principalmente in tre categorie:<br />

• auto<strong>ma</strong>tiche, con distributore alimentato<br />

meccanicamente;<br />

• semiauto<strong>ma</strong>tiche, con distributore alimentato<br />

da un operatore; sono le <strong>ma</strong>cchine più<br />

impiegate nel settore;<br />

• agevolatrici, in cui l’operatore colloca direttamente<br />

a dimora la piantina.<br />

Le trapiantatrici sono in genere costituite da<br />

un telaio metallico, uno o più seggiolini per<br />

gli operatori, ripiani o ceste metalliche su cui<br />

riporre il postime da mettere a dimora, dispositivi<br />

di distribuzione, organi assolcatori e<br />

interratori. I distributori, in particolare, possono<br />

essere a pinze, a tazze, a catena e a dischi.<br />

Sono <strong>ma</strong>cchine con vari accessori tra cui trac-<br />

MECCANIZZAZIONE<br />

ciatori di file, spandiconcime a distribuzione<br />

localizzata, serbatoi dell’acqua per innaffiare<br />

contemporaneamente alla messa a dimora (2) .<br />

Le trapiantatrici più diffuse<br />

Sotto questa voce vengono incluse anche le<br />

piantatrici di talee. La disponibilità di trapiantatrici<br />

forestali sul mercato oggi è molto<br />

ampia, <strong>ma</strong> solo alcune di queste si adattano<br />

alle colture agro-forestali e in particolare per<br />

la messa a dimora degli impianti a breve rotazione<br />

(Short Rotation Forestry, SRF).<br />

<strong>Il</strong> <strong>ma</strong>teriale forestale da impiantare in<br />

queste colture varia secondo la specie: nel<br />

caso di pioppi o salici il <strong>ma</strong>teriale utilizzato<br />

è for<strong>ma</strong>to da talee o astoni (di un anno senza<br />

rami), per gli eucalipti si impiegano semenzali<br />

allevati in contenitori alveolari e per la<br />

robinia semenzali di un anno a radice nuda,<br />

<strong>ma</strong> qualunque sia il postime occorre ridurre<br />

drasticamente la <strong>ma</strong>no d’opera e <strong>ma</strong>ssimizzare<br />

la produttività per contenere i costi di una<br />

coltura estre<strong>ma</strong>mente povera.<br />

Piantatalee a cingolo Rotor<br />

È una <strong>ma</strong>cchina nota da tempo: si tratta di<br />

una semiportata che viene agganciata all’at-<br />

A sinistra, impianto a breve rotazione<br />

di pioppo. A destra, trapiantatrice di<br />

talee semimeccanica in funzione.<br />

tacco a tre punti della trattrice e si muove su un<br />

cingolo metallico; all’interno di ogni pattino<br />

del cingolo è fissato un cilindro di 5 cm di<br />

diametro e 23 cm di lunghezza in cui scorre un<br />

pistone; quando il cilindro si trova nella parte<br />

alta del cingolo il pistone scorre verso il basso<br />

e l’operatore può inserire nel cilindro una talea;<br />

quando il cilindro si trova nella parte inferiore<br />

del cingolo il pistone scorre per mezzo di una<br />

guida inclinata e pianta la talea nel terreno. La<br />

distanza d’impianto sulla fila può essere regolata<br />

bloccando alcuni di questi pistoni. Al lato<br />

del cingolo vi è la postazione dell’operatore e<br />

un ripiano per le talee. La <strong>ma</strong>cchina permette<br />

di lavorare con talee di lunghezza variabile tra<br />

180 e 220 mm e un diametro tra 15 e 23 mm.<br />

Per migliorare la messa a dimora è bene impiegare<br />

talee tagliate, all’estremità che entra nel<br />

terreno, a becco di flauto (1, 4) .<br />

Trapiantatrice Quickwood<br />

Questa trapiantatrice è una <strong>ma</strong>cchina di<br />

semplice funzionamento; è semiportata da<br />

CARATTERISTICHE TECNICHE DEI MODELLI DI TRAPIANTATRICI FORESTALI TRATTATI<br />

MODELLO ROTOR (A) BERTO SPAPPERI (B) OLIVER (C) QUICKWOOD (D) STEP (E)<br />

Larghezza operativa (m) 1,9 1,9 3,8 7,6 1,8 1,8<br />

Distanza talee (m) 0,7 0,7 0,7 0,7 / 0,7<br />

Velocità di avanzamento (km h -1 ) 0,8 1 0,9 1 0,5 4<br />

Addetti (n.) 3 3 5 8 2 2-7<br />

Capacità di lavoro (m 2 h -1 ) 1376 1680 2852 6228 850 4600-9200<br />

Capacità di lavoro (talee h -1 ) 1034 1263 2144 4683 678 6372<br />

Lunghezza talee (mm) 180-220 550 / 300-600 / 100-200<br />

Diametro talee (mm) 15-23 30 30 5-20 / 8-20<br />

Note: (A)= Talee tagliate a becco di flauto. (B)= Possibilità di lavorare più file alla volta anche con sesti di file binate. (C)= Possibilità di lavorare più file alla<br />

volta. D)= Nessun siste<strong>ma</strong> di regolazione della distanza sulla fila. In grado di lavorare anche su terreno sodo. (E)= Possibilità di lavorare più file alla volta,<br />

lavora preferibilmente <strong>ma</strong>teriale privo di difetti e nodi.<br />

▼<br />

ACER 5/2006 • 70


<strong>Il</strong> Consorzio Forestale Padano di Casal<strong>ma</strong>ggiore (CR) può<br />

essere definito come “un’azienda privata a controllo pubblico<br />

operante nella gestione e nella tutela del verde pubblico”. È costituito,<br />

infatti, da aziende agricole, produttori di <strong>ma</strong>teriale vivaistico,<br />

cooperative sociali e amministrazioni pubbliche. Una struttura<br />

aziendale molto particolare che ha permesso al consorzio di<br />

esprimere le sue potenzialità in numerosi ambiti operativi: dai<br />

recuperi ambientali all’ingegneria naturalistica, dalla progettazione<br />

e realizzazione di parchi urbani e periurbani alla <strong>ma</strong>nutenzione<br />

del verde in città.<br />

Ma ciò che rende questa realtà operativa quasi unica nel panora<strong>ma</strong><br />

italiano è la sua grande esperienza nell’ambito della forestazione,<br />

tant’è che a oggi il Consorzio Forestale Padano, in<br />

amministrazione diretta, ha realizzato e gestisce impianti forestali<br />

per una superficie di circa 550 ha.<br />

Grazie a questa significativa esperienza, abbiamo rivolto a Francesco<br />

Sarzi Sartori, responsabile alla direzione lavori, alcune<br />

do<strong>ma</strong>nde sui limiti e sulle qualità delle trapiantatrici forestali, strumenti<br />

di lavoro fondamentali per l’attività del consorzio.<br />

Quali sono le condizioni operative più idonee<br />

per l’utilizzo di queste <strong>ma</strong>cchine?<br />

Francesco Sarzi Sartori (F.S.S.): Non si può parlare in senso<br />

stretto di condizioni otti<strong>ma</strong>li. L’uso delle trapiantatrici è correlato<br />

soprattutto alla condizione dei suoli in cui si opera. Nel nostro<br />

caso, e con particolare riferimento ai terreni golenali in fregio al<br />

fiume Po, nostro ambito specifico di intervento, è spesso possibile<br />

utilizzare questa <strong>ma</strong>cchina a condizione che i terreni oggetto<br />

di impianto siano stati preventivamente preparati in modo accurato.<br />

A questo si aggiunga che la necessità di piantu<strong>ma</strong>re in<br />

un trattore di almeno 40 kW. È for<strong>ma</strong>ta da un<br />

telaio a cui è fissato anteriormente un assolcatore,<br />

seguito da un elemento interratore, da<br />

una pinza di trattenuta delle talee, o piantine<br />

a radice nuda, da due ruote che regolano la<br />

profondità d’impianto e comprimono il terreno<br />

ai lati della talea. Al di sopra del telaio<br />

sono collocati il sedile dell’operatore e il<br />

contenitore per il <strong>ma</strong>teriale vegetale. La<br />

<strong>ma</strong>cchina ha un impianto idraulico azionato<br />

dalla presa di potenza del trattore che permette<br />

il funzionamento dell’elemento interratore.<br />

L’operatore, mentre inserisce la talea nella<br />

pinza, aziona un pedale che permette l’interramento<br />

della stessa: la <strong>ma</strong>cchina è priva di<br />

un siste<strong>ma</strong> per la regolazione della distanza<br />

sulla fila. La <strong>ma</strong>cchina può lavorare su terreno<br />

sodo e mettere a dimora piante con pane<br />

di terra o a radice nuda (2, 4) .<br />

Trapiantatrice Berto<br />

La trapiantatrice Berto è una <strong>ma</strong>cchina di<br />

tipo portato che va agganciata a un trattore di<br />

almeno 40 kW. L’organo trapiantatore è una<br />

ruota azionata dal contatto con il terreno e<br />

collegata in <strong>ma</strong>niera basculante al telaio della<br />

<strong>ma</strong>cchina; sulla sua circonferenza sono disposte<br />

le pinze che trattengono le talee. La ruota<br />

è preceduta da un assolcatore e seguita da una<br />

71 • ACER 5/2006<br />

MECCANIZZAZIONE<br />

La parola a chi pianta alberi<br />

serie di dischi rincalzatori, a lato è posto il<br />

sedile per l’operatore e un ripiano per le talee.<br />

La <strong>ma</strong>cchina opera anche con piantine fino a<br />

30 mm di diametro e 55 cm di lunghezza (2) .<br />

Trapiantatrice Spapperi<br />

Questa <strong>ma</strong>cchina è disponibile sul mercato<br />

in diverse versioni. Sono tutte <strong>ma</strong>cchine<br />

portate con un funzionamento idraulico e si<br />

basano su un’unità di lavoro for<strong>ma</strong>ta da una<br />

ruota piantatalee di 1,3 m di diametro e larga<br />

0,125 m, su cui sono montate radialmente<br />

delle pinze a molla e nelle quali l’operatore<br />

seduto lateralmente alla ruota posiziona le<br />

talee. La ruota è folle sul proprio asse ed è<br />

perciò trascinata in rotazione dal contatto con<br />

il terreno. Quando ogni pinza si trova ortogonale<br />

al terreno, grazie a un sensore di prossimità,<br />

viene azionato un <strong>ma</strong>rtinetto idraulico<br />

che infigge la talea, che viene quindi rilasciata<br />

grazie all’apertura della pinza a molla.<br />

La spinta del pistone idraulico permette<br />

l’interramento in profondità, anche in terreni<br />

lavorati solo grossolanamente; solitamente<br />

la ruota piantatalee è preceduta da alcuni<br />

rulli che livellano il terreno.<br />

Alla <strong>ma</strong>cchina sono abbinabili anche<br />

sistemi per la stesura di un telo paccia<strong>ma</strong>nte;<br />

inoltre oggi sono disponibili <strong>ma</strong>cchine<br />

tempi stretti grandi superfici e considerazioni di ordine economico<br />

costringono a utilizzare questa tecnica.<br />

Allora c’è un effettivo risparmio nei tempi operativi<br />

utilizzando queste <strong>ma</strong>cchine…<br />

F.S.S.: Se i lavori di preparazione dei suoli sono finalizzati all’uso delle<br />

trapiantatrici, i tempi realizzativi subiscono un decremento nell’ordine<br />

del 30% senza sacrificare eccessivamente la qualità del lavoro.<br />

Tra i lettori di ACER vi sono molti progettisti e tecnici<br />

che progettano con criteri paesaggistici.Quali sono i<br />

consigli che si sente di dare a questi professionisti per<br />

ottimizzare il loro lavoro in generale e in particolare per<br />

favorire il ricorso alla meccanizzazione dell’impianto?<br />

F.S.S.: La nostra esperienza, soprattutto per gli interventi di forestazione<br />

in chiave naturalistica, ci permette di affer<strong>ma</strong>re che è condivisibile<br />

l’idea che nella realizzazione di imboschimenti per<strong>ma</strong>nenti<br />

si debba simulare il più possibile la naturalità.<br />

Tuttavia non va dimenticato che, almeno nei primi anni, è necessario<br />

garantire una corretta cura e gestione degli interventi spesso<br />

strettamente correlati a necessità economiche. A tal proposito non<br />

dimentichiamo che, in questi ultimi anni, le operazioni di soccorso<br />

irriguo pesano molto tra le voci di costo. In ogni caso, il progettista<br />

deve sempre pensare alla sua opera nel lungo periodo.<br />

Aggiungo, inoltre, che l’uso della trapiantatrice, spesso osteggiata<br />

dai tecnici più ortodossi, permette notevoli economie nelle<br />

operazioni di messa a dimora a condizione che non sia richiesta<br />

un’eccessiva complessità negli schemi di impianto, come<br />

per esempio l’esagerata sinuosità delle linee di impianto ecc.,<br />

e si utilizzi postime prossimo per età e taglia. G.Z.<br />

In alto, trapiantatrice portata, applicata<br />

all’attacco a tre punti di un trattore agricolo.<br />

Sopra, piantatalee a cingolo portata.


con più unità di lavoro unite assieme, che<br />

permettono la messa a dimora di più file per<br />

volta oppure di realizzare impianti con file<br />

binate, infatti le unità possono variare la loro<br />

interdistanza da un minimo di 0,75 m a un<br />

<strong>ma</strong>ssimo di 3,1 m. Ovviamente in questo<br />

caso ogni ruota è alimentata da un operatore<br />

seduto al suo fianco, variando invece il numero<br />

di pistoni montati è possibile cambiare la<br />

distanza sulla fila (8) .<br />

▼<br />

Trapiantatrice Oliver<br />

Anche la trapiantatrice Oliver può impiegare<br />

assieme più unità di trapianto, infatti può<br />

piantare contemporaneamente da 1 a 6 file,<br />

riducendo così notevolmente i tempi morti<br />

dell’operazione; il trapianto avviene tramite<br />

pinze meccaniche con il compito di posizionare<br />

la piantina. Le pinze vengono azionate<br />

da un siste<strong>ma</strong> a catena sincronizzato con la<br />

velocità d’avanzamento della trattrice, il siste<strong>ma</strong><br />

è poi seguito da una serie di ruote rincalzatrici<br />

che permettono anche di regolare la<br />

profondità di trapianto. La trapiantatrice è<br />

dotata di un seggiolino per l’operatore e di<br />

cassoni per lo stoccaggio di circa 500 piantine.<br />

Con la trapiantatrice si possono mettere<br />

a dimora talee lunghe 30-60 cm e con diametro<br />

del fusto di 5-20 mm, la loro distanza sulla<br />

fila può variare da 8 a 70 cm.<br />

Trapiantatrice Step<br />

Alcune trapiantatrici eseguono la messa a<br />

dimora di astoni, consentendo in questo modo<br />

un netto aumento della produttività; infatti<br />

possono procedere a velocità superiori rispetto<br />

a quelle per talee e per piantine che generalmente<br />

operano alla velocità di 1 km/h.<br />

Riducono inoltre i tempi e i costi necessari per<br />

la preparazione delle talee.<br />

La trapiantatrice Step della ditta svedese<br />

MECCANIZZAZIONE<br />

Meccanismo di funzionamento e messa a dimora<br />

Distributore a pinze<br />

(Biondi, 1999).<br />

SCHEMA DI TRAPIANTATRICE CLASSICA A PINZE<br />

Operatore<br />

Salix Maskiner, per esempio, è una <strong>ma</strong>cchina<br />

semiportata che permette di utilizzare astoni<br />

interi. Va collegata alla presa di potenza di un<br />

trattore di almeno 60 kW, che alimenta due<br />

unità di trapianto collegate a un albero di<br />

trasmissione centrale. Ogni unità provvede alla<br />

suddivisione degli astoni in talee e alla loro<br />

messa a dimora. Un operatore per ogni unità<br />

esegue l’inserimento dell’astone tra due cinghie<br />

che lo guidano in uno stivaletto di trapianto,<br />

dove l’astone viene suddiviso in talee e queste<br />

ultime vengono messe a dimora. La lunghezza<br />

delle talee può essere regolata da 100 a 200<br />

mm, mentre gli astoni devono avere un diametro<br />

tra 8 e 20 mm; la distanza sulla fila può<br />

essere variata regolando la puleggia che<br />

co<strong>ma</strong>nda il meccanismo di taglio e la messa a<br />

dimora, la Salix Maskiner produce anche un<br />

Piantina<br />

Assolcatore<br />

altro modello per la messa a dimora contemporanea<br />

di sei file per volta (6) . Dalle prove<br />

fatte in Italia si è notato che la trapiantatrice<br />

funziona bene per gli astoni di salice, <strong>ma</strong> non<br />

altrettanto per quelli di pioppo, in quanto<br />

durante il trascinamento vengono spesso<br />

lesionati, richiede, infatti, <strong>ma</strong>teriale il più<br />

possibile diritto e privo di nodi (2, 4) .<br />

Novità interessanti<br />

<strong>Il</strong> Dipartimento di Economia e ingegneria<br />

agraria, forestale e ambientale di Torino ha<br />

messo a punto un prototipo interessante<br />

nell’ambito del progetto Ri.selv.italia, per la<br />

messa a dimora di astoni interi in posizione<br />

orizzontale. La <strong>ma</strong>cchina è di semplice costruzione,<br />

risulta for<strong>ma</strong>ta da due unità di trapianto,<br />

ognuna composta da un assolcatore, un<br />

A sinistra, trapiantatrice Quickwood, <strong>ma</strong>cchina portata. A destra, trapiantatrice Spapperi, <strong>ma</strong>cchina semiauto<strong>ma</strong>tica portata.<br />

ACER 5/2006 • 72


delle principali trapiantatrici forestali<br />

Sedile<br />

nastro inclinato per il trasporto a dimora degli<br />

astoni e un rullo preceduto da due ali per<br />

richiudere e compattare il terreno. <strong>Il</strong> tutto è<br />

sormontato da un telaio a ponte su cui si trovano<br />

in piedi i due operatori e i cassoni per gli<br />

astoni. Dovranno essere attentamente valutati<br />

i risultati di questa tecnica di lavoro, rispetto<br />

alla messa a dimora delle talee, in particolare<br />

per quanto riguarda l’attecchimento.<br />

La ditta Nardi ha immesso sul mercato delle<br />

<strong>ma</strong>cchine trapiantatrici innovative: la pri<strong>ma</strong> è<br />

la trapiantatrice forestale TFP, sviluppata con<br />

l’Università di Pisa, per la messa a dimora di<br />

piante forestali in fitocella. Operando su distanze<br />

sulla fila a partire da 2 m, è una <strong>ma</strong>cchina<br />

sicuramente utile per l’arboricoltura da legno o<br />

per i rimboschimenti su terreni poco lavorati,<br />

<strong>ma</strong> non può essere usata per l’impianto di SRF.<br />

73 • ACER 5/2006<br />

MECCANIZZAZIONE<br />

SCHEMA DI TRAPIANTATRICE A DISCHI CONVERGENTI<br />

Ruote rincalzatrici<br />

Vassoi alveolati<br />

Distributore<br />

a dischi<br />

Trapiantatrice Berto, <strong>ma</strong>cchina semiauto<strong>ma</strong>tica portata.<br />

Rullo<br />

Assolcatore<br />

(Biondi, 1999).<br />

Per questo si è dimostrata interessante la Nardi<br />

a pinze TUF, essenzialmente costituita da un<br />

telaio con un sedile per l’operatore, ripiani per<br />

l’appoggio del postime, un dispositivo trapiantatore<br />

e ruote rincalzatici. La distribuzione delle<br />

talee o delle piantine a radice nuda o con pane<br />

di terra avviene per mezzo di un dispositivo a<br />

catena che muove dieci pinze nelle quali può<br />

essere posto il <strong>ma</strong>teriale. Le distanze sulla fila<br />

possono variare da 14 a 75 cm, mentre l’interfila<br />

è variabile con una distanza mini<strong>ma</strong> di 50<br />

cm. Queste caratteristiche rendono sicuramente<br />

la <strong>ma</strong>cchina idonea alla sperimentazione<br />

nell’impianto di SRF o nei vivai.<br />

Sarebbe interessante sperimentare in colture<br />

forestali anche <strong>ma</strong>cchine utilizzate attualmente<br />

in viticoltura per il trapianto delle barbatelle,<br />

per esempio la trapiantatrice della ditta<br />

Wagner. Quest’ulti<strong>ma</strong> è portata sul sollevatore<br />

idraulico del trattore ed è caratterizzata da<br />

un apparato meccanico costituito da un vomere<br />

che apre un solco di profondità variabile in<br />

funzione del tipo di terreno, un meccanismo a<br />

pinze che depone la barbatella nel solco e un<br />

siste<strong>ma</strong> di ruote e dischi che provvede a deporre<br />

la terra intorno alla radice e alla chiusura del<br />

solco. L’operazione di trapianto richiede la<br />

presenza di un operatore alla guida del trattore,<br />

uno a bordo della <strong>ma</strong>cchina che inserisce<br />

le barbatelle e una persona a bordo campo<br />

che si occupa dello spostamento dell’apparecchio<br />

laser per eseguire l’allineamento. La<br />

<strong>ma</strong>cchina è dotata di un siste<strong>ma</strong> per la regolazione<br />

della profondità di trapianto da 20 a<br />

50 cm e lavora su una distanza mini<strong>ma</strong> d’impianto<br />

sulla fila di 50 cm (3) . ■<br />

Si ringraziano Fulvio Di Fulvio, collaboratore<br />

esterno e Serena Savelli, dottoranda dell’Università<br />

di Padova, per l’aiuto nelle ricerche bibliografiche.<br />

Bibliografia<br />

(1) BALSARI P., AIROLDI G., FACCIOTTO G.,<br />

2002. Messa a dimora di un impianto di<br />

pioppo da bio<strong>ma</strong>ssa. Sherwood, n. 81,<br />

p. 49-54.<br />

(2) BRAGIOTO M., 2001. Trapiantatrici senza<br />

rischi. Macchine e Motori agricoli, n.<br />

6/01 p. 18-21.<br />

(3) MELOTTI M., 2002. Meccanizzazione della<br />

messa a dimora di barbatelle di vite e pali.<br />

Agrimodena.<br />

(4) PARI L., FEDRIZZI M., 2004. Provata una<br />

nuova trapiantatrice per le colture forestali<br />

energetiche. L’infor<strong>ma</strong>tore agrario, n.<br />

43/04, p. 95-98.<br />

(5) RICCI A., 1994. Macchine per il vivaismo e<br />

l’orticoltura: cresce la do<strong>ma</strong>nda di qualità.<br />

Mondo Macchina, n. 3/94, p. 42-45.<br />

(6) SPINELLI R., NATI C., SPINELLI R., 2001.<br />

La pianta-talee Step della Salix Maskiner.<br />

Macchine e Motori agricoli, n.<br />

7/8/2001, p. 50-52.<br />

(7) TRENTINI L., 2002. Le trapiantatrici. Agricoltura,<br />

ottobre 2002.<br />

(8) VERANI S., SPERANDIO G., SAVELLI S.,<br />

2005. Produttività e costi per l’impianto<br />

meccanizzato. Alberi e Territorio, n.<br />

9/05, p. 25-30.<br />

Abstract<br />

A few good ones<br />

Planting, in agricultural and forestry plantations,<br />

is still a particularly expensive operation<br />

from the economic viewpoint. The appropriate<br />

execution of this work stage and the reduction<br />

in implementation times can actually contribute<br />

to cost reduction. Hence the significance of<br />

having forestry planting <strong>ma</strong>chines available that<br />

can plant trees with bare roots, in a planting sod,<br />

cuttings and branches in various types of soils,<br />

on a wide range of slopes and with different<br />

needs with respect to planting pits.

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