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Pannelli Boccioni.pdf - Provincia di Piacenza - Homepage

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pannelli 70x100 8-03-2004 16:30 Pagina 1<br />

la figura femminile<br />

LA DONNA NELL’OPERA INCISA<br />

DI UMBERTO BOCCIONI<br />

Nell’ambito della produzione incisoria <strong>di</strong><br />

<strong>Boccioni</strong>, che ammonta complessivamente<br />

a trentatre lavori, la figura femminile<br />

occupa una posizione <strong>di</strong> un certo rilievo<br />

risultando protagonista <strong>di</strong> ben<br />

quin<strong>di</strong>ci intagli (oltre a quelli presenti in<br />

mostra si devono menzionare Donna e<br />

albero, Ritratto <strong>di</strong> Maria Sacchi, Donna<br />

fra gli alberi, Donna che scrive mentre<br />

fuma, Ines).<br />

Le donne che l’artista ritrae, cogliendole<br />

quasi sempre nell’intimità degli interni,<br />

appartengono in genere alla sfera dei<br />

suoi affetti più profon<strong>di</strong> e sono la madre,<br />

la sorella e la confidente-amante Ines,<br />

ma si incontrano talvolta anche amicizie<br />

occasionali, come Gisella e la signora<br />

Sacchi; ad oggi inoltre alcune protagoniste<br />

delle sue composizioni rimangono da<br />

identificare.<br />

La rassegna intende riunire 10 opere grafiche<br />

<strong>di</strong> <strong>Boccioni</strong> (1882-1916), tutte provenienti<br />

dalla Civica Raccolta delle Stampe<br />

“A. Bertarelli” <strong>di</strong> Milano.<br />

La selezione offre una interessante anticipazione<br />

<strong>di</strong> quello che sarà l’argomento<br />

<strong>di</strong> un’ampia esposizione dell’intera opera<br />

incisa dall’artista e delle sue illustrazioni,<br />

che si terrà in novembre a Milano, presso<br />

il Castello Sforzesco (catalogo a cura<br />

<strong>di</strong> P. Bellini).<br />

Sopra: U. <strong>Boccioni</strong>, particolare da Quattro ritratti e un bambino,<br />

puntasecca, 1907-1909 (Milano, Civica Raccolta delle stampe<br />

“A. Bertarelli”).<br />

Sotto: U. <strong>Boccioni</strong>, Ritratto della madre, olio su tela, 1910-11<br />

(<strong>Piacenza</strong>, Galleria d’Arte Moderna Ricci Od<strong>di</strong>).


pannelli 70x100 8-03-2004 16:31 Pagina 2<br />

BOCCIONI E LE TECNICHE INCISORIE<br />

<strong>Boccioni</strong> si accosta per la prima volta alla<br />

tecnica dell’incisione, e più precisamente<br />

all’acquaforte, a Venezia, nella primavera<br />

del 1907. Nei Diari dell’artista alla data del<br />

28 aprile 1907 si trova annotata una “ricetta<br />

per acqueforti” che gli era stata fornita<br />

da un certo Zezzos, la cui precisa identità<br />

rimane a tutt’oggi sconosciuta.<br />

Le sue prime prove all’acquaforte risalgono<br />

al 2 e 3 maggio dello stesso anno: lo si può<br />

ricavare dalle note manoscritte apposte<br />

proprio da <strong>Boccioni</strong> su alcuni fogli poi donati<br />

all’amico Mario Nicotra. L’artista sperimenta<br />

da subito anche la tecnica della<br />

puntasecca, della quale inizialmente si serve<br />

per ritoccare matrici incise all’acquaforte<br />

(Porto), realizzandovi poi interamente,<br />

già a partire dai mesi <strong>di</strong> giugno e luglio, alcune<br />

composizioni (Gisella, L’atleta, Scaricatori<br />

<strong>di</strong> carbone). Per i primi tempi si avvale<br />

<strong>di</strong> stampatori occasionali finché, nell’agosto<br />

del 1908, anche grazie alle migliorate<br />

con<strong>di</strong>zioni economiche, può permettersi<br />

<strong>di</strong> acquistare un proprio torchio. L’avventura<br />

grafica <strong>di</strong> <strong>Boccioni</strong>, intrapresa nel<br />

1907, si conclude nel 1910 con la piena<br />

adesione al Futurismo.<br />

L’ACQUAFORTE<br />

L’acquaforte è la più antica delle tecniche<br />

<strong>di</strong> incisione in<strong>di</strong>retta in cavo. Nel me<strong>di</strong>oevo<br />

l’acquaforte (dal nome latino dell’acido<br />

nitrico, aqua-fortis) veniva utilizzata per<br />

realizzare fregi e decorazioni su armi e armature;<br />

successivamente, tra la fine del XV<br />

e l’inizio del XVI secolo, è stata adottata<br />

dagli artisti per realizzare matrici per le<br />

stampe. Questa tecnica è definita in<strong>di</strong>retta<br />

in quanto l’incisore non scava <strong>di</strong>rettamente<br />

sulla lastra metallica quei solchi che una<br />

volta stampati daranno luogo alla figura-<br />

la tecnica<br />

zione, bensì per ottenerli si serve dell’azione<br />

corrosiva dell’acido. L’artista opera in<br />

questa successione: presa una lastra metallica<br />

dello spessore <strong>di</strong> pochi millimetri, la<br />

leviga perfettamente, quin<strong>di</strong> la ricopre <strong>di</strong><br />

uno strato sottile e uniforme <strong>di</strong> vernice o<br />

cera per acquaforte. Successivamente me<strong>di</strong>ante<br />

una punta <strong>di</strong> acciaio leggermente<br />

arrotondata vi traccia un <strong>di</strong>segno, esercitando<br />

una pressione sufficiente a scoprire<br />

il metallo soltanto nei punti desiderati. La<br />

lastra viene quin<strong>di</strong> immersa in una bacinella<br />

contenente un acido <strong>di</strong>luito (in genere<br />

acido nitrico o percloruro <strong>di</strong> ferro): in<br />

base alla durata <strong>di</strong> questa fase, che viene<br />

detta morsura, si possono ottenere segni <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>versa intensità. La matrice così ottenuta<br />

viene ripulita - me<strong>di</strong>ante un solvente - dalla<br />

vernice protettiva; viene poi inchiostrata<br />

con un tampone <strong>di</strong> cuoio. Per assicurarsi<br />

che l’inchiostro si depositi in maniera<br />

uniforme all’interno dei solchi e che non<br />

ne rimanga invece traccia nelle superfici lisce,<br />

l’artista o lo stampatore (che talvolta<br />

possono essere la stessa persona) si servono<br />

<strong>di</strong> una garza sottile chiamata tarlantana.<br />

Si depone quin<strong>di</strong> la lastra sul piano del torchio<br />

con la parte inchiostrata rivolta verso<br />

l’alto; vi si pone sopra un foglio <strong>di</strong> carta<br />

precedentemente inumi<strong>di</strong>to, e da ultimo<br />

un feltro. Il tutto viene poi sottoposto alla<br />

pressione lenta ma continua <strong>di</strong> due rulli<br />

che si trovano uno sopra, l’altro sotto il torchio.<br />

Si solleva infine il foglio stampato e<br />

lo si lascia asciugare. Il torchio <strong>di</strong> cui ci si<br />

serve per stampare le incisioni in cavo -<br />

cioè quelle in cui l’inchiostro viene depositato<br />

nei segni (es. bulino, puntasecca, acquaforte)<br />

- viene denominato torchio calcografico<br />

e produce sul foglio un’impronta<br />

delle <strong>di</strong>mensioni della matrice, dovuta alla<br />

pressione esercitata in fase <strong>di</strong> stampa.<br />

U. <strong>Boccioni</strong>, Scaricatori <strong>di</strong> carbone, puntasecca, 1907 (Milano, Civica Raccolta delle stampe “A. Bertarelli”).<br />

U. <strong>Boccioni</strong>, Piazza del Duomo a Milano, acquaforte, 1908<br />

(Milano, Civica Raccolta delle stampe “A. Bertarelli”).<br />

LA PUNTASECCA<br />

Gli inizi della storia della puntasecca si<br />

fanno generalmente risalire al XV secolo,<br />

e alla produzione <strong>di</strong> un anonimo incisore,<br />

probabilmente tedesco, noto come Maestro<br />

del Libro <strong>di</strong> Casa.<br />

A <strong>di</strong>fferenza dell’acquaforte la puntasecca<br />

è una tecnica <strong>di</strong> incisione <strong>di</strong>retta: per tracciare<br />

la composizione sulla lastra l’artista<br />

deve cioè scavare <strong>di</strong>rettamente il metallo<br />

servendosi <strong>di</strong> una punta. Tale strumento<br />

può essere in acciaio o, più raramente, <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>amante.<br />

In base alla <strong>di</strong>versa pressione esercitata si<br />

possono ottenere solchi più o meno<br />

profon<strong>di</strong>, che una volta stampati daranno<br />

luogo a segni più o meno intensi. Peculiare<br />

della puntasecca è la formazione, ai<br />

lati dei segni scavati, <strong>di</strong> sottili riccioli <strong>di</strong> lamina<br />

- denominati “barbe” -, che nella fase<br />

<strong>di</strong> stampa tendono a trattenere l’inchiostro<br />

producendo un caratteristico effetto<br />

vellutato.<br />

Tuttavia queste barbe, che della puntasecca<br />

costituiscono un pregio, tendono a<br />

scomparire dopo la tiratura <strong>di</strong> pochi<br />

esemplari per effetto della pressione esercitata<br />

in fase <strong>di</strong> stampa.<br />

Per la stampa delle matrici così ottenute ci<br />

si avvale <strong>di</strong> un torchio calcografico: si veda<br />

pertanto quanto detto a proposito dell’acquaforte.


pannelli 70x100 8-03-2004 16:32 Pagina 3<br />

UMBERTO BOCCIONI<br />

(Reggio Calabria 1882 - Sorte/VR 1916)<br />

Umberto <strong>Boccioni</strong> nasce a Reggio Calabria il<br />

19 ottobre 1882 da Raffaele, commesso della<br />

Prefettura, e Cecilia Forlani. Al seguito<br />

della famiglia, costretta per il lavoro del padre<br />

a spostamenti frequenti, da ragazzo cambia<br />

spesso residenza. Completati gli stu<strong>di</strong><br />

presso un Istituto tecnico <strong>di</strong> Catania, nell’autunno<br />

del 1899 viene mandato a Roma presso<br />

una zia. A Roma prende lezioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno<br />

presso un cartellonista la cui identità<br />

non è stata sin qui accertata. In seguito si<br />

iscrive al Corso <strong>di</strong> Disegno Pittorico presso<br />

la Scuola Comunale delle Arti Ornamentali<br />

(1901); poi alla Scuola Libera del Nudo<br />

(1902). Nella capitale stringe amicizia con<br />

Gino Severini insieme al quale frequenta lo<br />

stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Giacomo Balla. In compagnia <strong>di</strong><br />

Severini si reca spesso in campagna per lavorare<br />

en plein air. Ne restano a testimonianza<br />

<strong>di</strong>pinti come Campagna romana,<br />

1903, prima opera datata.<br />

Tra il 1904 e il 1905 lavora ad alcune tempere<br />

con figure <strong>di</strong> popolani in costume, che<br />

vengono messe in ven<strong>di</strong>ta presso la libreria<br />

<strong>di</strong> Cesare Racah; al 1905 risalgono anche le<br />

prime esperienze come illustratore: due vignette<br />

per La vendetta <strong>di</strong> Marco il Bovaro <strong>di</strong><br />

Alberto Colini e una copertina per l’Avanti<br />

della Domenica (12 novembre). Esasperato<br />

dalla necessità <strong>di</strong> creare prodotti commerciabili<br />

e ansioso <strong>di</strong> ampliare i propri orizzonti,<br />

<strong>Boccioni</strong> fugge da Roma nell’aprile<br />

1906 alla volta <strong>di</strong> Parigi, dove si trattiene per<br />

cinque mesi. Nell’estate effettua un viaggio a<br />

Tzaritzin, in Russia. Nel frattempo la madre<br />

e la sorella si sono stabilite a Padova. Qui<br />

<strong>Boccioni</strong> le raggiunge verso la fine dell’anno.<br />

Tra l’aprile e l’agosto del 1907 è a Venezia,<br />

dove figura tra gli iscritti alla Scuola del<br />

Nudo dell’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti. Il soggiorno<br />

nella città lagunare determina un<br />

progressivo volgersi verso lo scorcio urbano<br />

e più in generale verso il paesaggio, indagato<br />

con un’attenzione che tende a combinare<br />

la lezione <strong>di</strong>visionista con quella impressionista.<br />

Da questo momento i generi preferiti<br />

da <strong>Boccioni</strong>, quello del ritratto e quello del<br />

paesaggio urbano, si fonderanno con sempre<br />

maggiore frequenza nelle sue tele, sino<br />

a <strong>di</strong>venire un tutt’uno nelle composizioni futuriste.<br />

A Venezia conosce Alessandro Zezzos,<br />

dal quale apprende le prime nozioni<br />

sulla tecnica dell’acquaforte, <strong>di</strong> cui annota la<br />

ricetta sulle pagine del proprio Diario. Al<br />

momento veneziano sono riconducibili le<br />

prime prove all’acquaforte e alla puntasecca.<br />

la vita<br />

In alcune occasioni si tratta <strong>di</strong> veri e propri<br />

esperimenti, con ogni probabilità tracciati allo<br />

scopo <strong>di</strong> testare le potenzialità del me<strong>di</strong>um:<br />

è il caso <strong>di</strong> Porto, o Il ponte, o ancora<br />

Case in laguna; ma non mancano neppure<br />

composizioni dotate <strong>di</strong> una propria autonomia,<br />

riuscite anche sotto il profilo tecnico<br />

(Gisella, Figura <strong>di</strong>stesa, L’atleta). Verso la fine<br />

dell’anno passa a Milano, dove si stabilisce<br />

definitivamente. Al periodo milanese<br />

precedente l’adesione al futurismo si fa risalire<br />

ampia parte della produzione incisoria<br />

(che ammonta in tutto a trentatre pezzi). Attraverso<br />

la grafica incisa degli anni 1907-<br />

1909 <strong>Boccioni</strong> indaga principalmente l’universo<br />

femminile nei ritratti della madre, della<br />

sorella Amelia, e <strong>di</strong> Ines, l’amica-amante.<br />

Spinto da esigenze <strong>di</strong> natura economica<br />

e incoraggiato dalla presenza in città<br />

<strong>di</strong> numerosi stabilimenti<br />

tipografici, all’arrivo a Milano<br />

si propone a riviste e case<br />

e<strong>di</strong>trici per lavori <strong>di</strong><br />

grafica pubblicitaria.<br />

Ottiene così <strong>di</strong> poter<br />

collaborare per qualche<br />

tempo con la Rivista<br />

del Touring Club<br />

Italiano, e con<br />

l’Illustrazione<br />

Italiana,<br />

dando vita<br />

a copertine,<br />

vignette,<br />

illustrazioni e<br />

testatine che<br />

rivelano un<br />

faticoso<br />

adeguamento agli<br />

stilemi del Liberty<br />

e della Secessione,<br />

che in questo<br />

momento vanno<br />

per la maggiore.<br />

Nei gran<strong>di</strong> formati la<br />

lezione <strong>di</strong> Balla si<br />

arricchisce dell’incontro<br />

con l’opera <strong>di</strong>visionista<br />

<strong>di</strong> Giuseppe Pellizza da<br />

Volpedo e <strong>di</strong> Gaetano<br />

Previati.<br />

In pittura si contano numerose<br />

rappresentazioni della campagna,<br />

specialmente nel corso<br />

del 1908. Tra questi sono Sera<br />

d’aprile (Lugano, Museo<br />

Civico, legato Chiattone), e<br />

Campagna con un conta<strong>di</strong>no<br />

al lavoro (Roma,<br />

GNAM), che lasciano intravedere sullo sfondo<br />

ciminiere fumanti, segno dell’avvenuto<br />

incontro dell’artista con la realtà industriale.<br />

Più nello specifico, al motivo delle periferie<br />

con fabbriche sono de<strong>di</strong>cate alcune composizioni<br />

del biennio 1908-1909, sia <strong>di</strong>pinte<br />

(Officine a Porta Romana, Milano, coll. Banca<br />

Commerciale Italiana, ritenuta del 1909),<br />

sia incise (Periferia; Periferia con ragazzi,<br />

entrambe databili al 1908), che rivelano l’incipiente<br />

sensibilità dell’autore nei confronti<br />

dei temi sociali.<br />

Nello stesso anno realizza per le Officine<br />

Grafiche Chiattone un manifesto ed una cartolina<br />

per la Mostra <strong>di</strong> pittura organizzata a<br />

Brunate, dalla Famiglia Artistica Milanese.


pannelli 70x100 8-03-2004 16:32 Pagina 4<br />

Nel 1910 conosce Filippo Tommaso Marinetti,<br />

che nel febbraio del 1909 aveva pubblicato<br />

sulle pagine del Figaro, Il Manifesto del<br />

Futurismo. Nel febbraio del 1910 firma insieme<br />

a Luigi Russolo, Carlo Carrà, Aroldo<br />

Bonzaghi e Romolo Romani Il Manifesto dei<br />

Pittori Futuristi, cui fa seguito, l’11 aprile il<br />

Manifesto tecnico della Pittura Futurista<br />

(sottoscritto da <strong>Boccioni</strong>, Carrà, Russolo,<br />

Balla e Severini). Gli esempi <strong>di</strong> grafica incisa<br />

nel biennio 1909-1910 <strong>di</strong>vengono sempre<br />

più ra<strong>di</strong>, fino a scomparire del tutto dopo il<br />

’10, in concomitanza con l’adesione al Futurismo.<br />

Le scene all’acquaforte <strong>di</strong> questo ultimo<br />

periodo sono in<strong>di</strong>viduabili per il tipo <strong>di</strong><br />

segno, che <strong>di</strong>viene rapido e molto fitto, e<br />

che non <strong>di</strong> rado dà luogo a ricercati effetti <strong>di</strong><br />

luminosità. Esempi in tal senso possono essere<br />

ravvisati nella Madre che cuce, nella<br />

Madre davanti al tavolo con le forbici, o nella<br />

Testa <strong>di</strong> fanciullo che sorride.<br />

A partire dal 1911 si de<strong>di</strong>ca anche alla scultura,<br />

pubblicandone un manifesto tecnico<br />

l’11 aprile 1912.<br />

Nel 1914 viene dato alle stampe il libro Pit-<br />

A destra: U. <strong>Boccioni</strong>, Figura <strong>di</strong>stesa (Mario Sironi), puntasecca,<br />

1907 (Milano, Civica Raccolta delle stampe “A. Bertarelli”).<br />

Sotto: U. <strong>Boccioni</strong>, Periferia, acquaforte, c. 1909 (Milano, Civica<br />

Raccolta delle stampe “A. Bertarelli”).<br />

tura Scultura futuriste (Dinamismo Plastico),<br />

che riassume il pensiero estetico <strong>di</strong><br />

<strong>Boccioni</strong>.<br />

Nel 1915 si arruola volontario nel battaglione<br />

ciclisti, ma nell’autunno il battaglione si<br />

scioglie e <strong>Boccioni</strong> può rientrare a Milano<br />

dove riprende l’attività artistica. Nelle ricerche<br />

pittoriche compie una virata in senso cezanniano:<br />

l’interesse sembra essersi spostato<br />

dal movimento alla volumetria. Chiamato al-<br />

le armi nel luglio 1916 e assegnato al reggimento<br />

<strong>di</strong> artiglieri a Verona (<strong>di</strong>staccamento<br />

<strong>di</strong> Sorte), muore il 17 agosto in seguito ad<br />

una caduta da cavallo.<br />

Opere grafiche <strong>di</strong> <strong>Boccioni</strong>, per lo più in tiratura<br />

postuma, sono conservate a Milano<br />

nella Civica Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli”,<br />

a Firenze presso il Gabinetto dei Disegni<br />

e delle Stampe degli Uffizi, e a Roma<br />

Galleria Nazionale d’Arte Moderna.


pannelli 70x100 8-03-2004 16:33 Pagina 5<br />

BOCCIONI ILLUSTRATORE E<br />

CARTELLONISTA<br />

Le prime prove <strong>di</strong> <strong>Boccioni</strong> illustratore risalgono<br />

al periodo romano e sono due pastelli<br />

in stile <strong>di</strong>visionista realizzati per il romanzo<br />

dell’amico Alberto Colini La vendetta <strong>di</strong> Marco<br />

il Bovaro, pubblicato nell’aprile del 1905.<br />

Qualche mese più tar<strong>di</strong> firma la copertina <strong>di</strong><br />

un numero del settimanale socialista “Avanti<br />

della Domenica”, nella quale tratta il motivo<br />

dell’auto in corsa, per certi versi in<strong>di</strong>ziario <strong>di</strong><br />

quell’interesse per il movimento che <strong>di</strong> lì a<br />

qualche anno condurrà l’artista ad approfon<strong>di</strong>re<br />

le ricerche sul <strong>di</strong>namismo, favorendo la<br />

sua adesione al Futurismo. Una ripresa dell’attività<br />

<strong>di</strong> illustratore si registra soltanto nell’autunno<br />

del 1907, quando l’artista, appena<br />

giunto a Milano, esprime sulle pagine del<br />

proprio Diario la necessità <strong>di</strong> guadagnarsi da<br />

vivere collaborando con qualche stabilimento<br />

tipografico. Già in ottobre ottiene una commissione<br />

da Ricor<strong>di</strong> per eseguire alcune copertine,<br />

che tuttavia poi gli vengono rifiutate.<br />

Intraprende inoltre in questi mesi una colla-<br />

U. <strong>Boccioni</strong>, Allegoria natalizia, riproduzione fotomeccanica da<br />

un <strong>di</strong>segno a penna. Pubblicata sul numero del 27 <strong>di</strong>cembre<br />

1908 de “L’Illustrazione Italiana”.<br />

le illustrazioni<br />

borazione con la “Rivista mensile del Touring<br />

Club Italiano”, che nel corso del 1908 gli pubblicherà<br />

<strong>di</strong>verse copertine pubblicitarie ed alcune<br />

simpatiche vignette: lo stile <strong>di</strong> questi lavori,<br />

peraltro sin qui poco conosciuti, lascia<br />

trasparire, per l’uso <strong>di</strong> ampie campiture <strong>di</strong> colore<br />

e <strong>di</strong> spesse linee <strong>di</strong> contorno, il richiamo<br />

ad alcune tempere giovanili ispirate al cartellonismo<br />

d’oltralpe, e in particolare a modelli<br />

del belga H. Cassiers e dei <strong>di</strong>segnatori per<br />

l’infanzia Anning Bell, Caldecott e Steinlein.<br />

Sempre nell’autunno del 1907 avviene l’incontro<br />

con Gabriele Chiattone, titolare in città<br />

<strong>di</strong> uno dei più importanti stabilimenti tipo-litografici,<br />

e futuro committente - oltre che <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>verse opere pittoriche -, <strong>di</strong> tre manifesti e <strong>di</strong><br />

una cartolina: il primo <strong>di</strong> questi manifesti,<br />

eseguito nella primavera del 1908 per la Casa<br />

<strong>di</strong> moda Bertoni, non verrà accettato, mentre<br />

nel 1909 saranno pubblicati il cartellone per<br />

le Assicurazioni Helvetia e quello per la mostra<br />

organizzata a Brunate dalla Famiglia Artistica<br />

Milanese, con relativa cartolina. Tra la fine<br />

del 1908 e i primi mesi del 1909 collabora<br />

con la rivista “L’Illustrazione Italiana” realizzando<br />

alcuni lavori che denotano una sensibile<br />

eterogeneità <strong>di</strong> linguaggio, oscillando tra<br />

composizioni <strong>di</strong> gusto naturalistico (come Se-<br />

U. <strong>Boccioni</strong>, Disastro minerario a Radbod, riproduzione fotomeccanica<br />

da un <strong>di</strong>segno perduto. Pubblicata sul numero del<br />

22 novembre 1908 de “L’Illustrazione Italiana”.<br />

In alto: U. <strong>Boccioni</strong>, Il terremoto in Sicilia e Calabria, riproduzione<br />

fotomeccanica da un <strong>di</strong>segno a penna. Pubblicata sul numero<br />

del 10 gennaio 1909 de “L’Illustrazione Italiana”.<br />

ra <strong>di</strong> nebbia e Fine <strong>di</strong> carnevale), e altre dotate<br />

invece <strong>di</strong> valenze simboliche, intrise <strong>di</strong> riferimenti<br />

culturali a G. Previati, a A. De Carolis,<br />

e all’inglese A. Beardsley (Allegoria natalizia<br />

e Il richiamo d’Italia). Con la piena adesione<br />

al Futurismo - all’inizio del 1910 -,<br />

<strong>Boccioni</strong> sembra deliberatamente eludere,<br />

salvo rare eccezioni (copertina per il manifesto<br />

della Musica Futurista <strong>di</strong> F. Balilla Pratella),<br />

la riproduzione seriale dei suoi lavori.


pannelli 70x100 8-03-2004 16:34 Pagina 6<br />

LA DONNA NELLA GRAFICA<br />

DI BOCCIONI<br />

Dieci incisioni dalla Civica Raccolta<br />

delle Stampe “A Bertarelli” <strong>di</strong> Milano<br />

BOCCIONI DALLA BERTARELLI<br />

ALLA RICCI ODDI<br />

La Civica Raccolta delle Stampe<br />

Achille Bertarelli <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un<br />

patrimonio cartaceo quantificabile<br />

approssimativamente in un milione<br />

<strong>di</strong> stampe.<br />

Fondata da Achille Bertarelli nel<br />

1927 ancora oggi mantiene le<br />

caratteristiche che lo stu<strong>di</strong>oso ha<br />

voluto fornire alla collezione.<br />

Peculiarità legata soprattutto al<br />

principio ispiratore della raccolta<br />

che è quella <strong>di</strong> adunare fogli in<br />

virtù del loro valore <strong>di</strong><br />

testimonianza <strong>di</strong> cultura, <strong>di</strong> storia<br />

e <strong>di</strong> costume.<br />

Non era comunque estranea a<br />

Bertarelli la passione per la grafica<br />

d’arte, per i maestri dell’incisione<br />

antica e moderna.<br />

Ne fanno fede le numerose tavole<br />

incise conservate presso la Raccolta:<br />

Mantegna, Tiepolo, Goya e così per<br />

eccellenze fino ad arrivare a<br />

Umberto <strong>Boccioni</strong> <strong>di</strong> cui l’Istituto<br />

possiede <strong>di</strong>ciannove opere, tutte<br />

acquistate negli anni Trenta.<br />

Una politica <strong>di</strong> acquisizione<br />

lungimirante finalizzata ad<br />

arricchire un fondo, quello delle<br />

stampe artistiche moderne che<br />

conta attualmente circa seimila<br />

fogli e che risulta fra i settori più<br />

apprezzati e prestigiosi.<br />

MARZO / MARZO <br />

Galleria d’Arte Moderna Ricci Od<strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

PROVINCIA<br />

DI PIACENZA<br />

Assessorato Pari Opportunità<br />

Assessora<br />

Adriana Bertoni<br />

Assessore<br />

Salvatore Carrubba<br />

Direttore Centrale<br />

Alessandra Mottola Molfino<br />

Direttore <strong>di</strong> Settore<br />

Rossana Ferro<br />

Direttore<br />

Clau<strong>di</strong>o Salsi<br />

Conservatore<br />

Giovanna Mori<br />

Direttore<br />

Stefano Fugazza<br />

Agenzia Generale <strong>Piacenza</strong><br />

Curatore Scientifico<br />

Alessia Alberti<br />

Segreteria organizzativa<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

Assessorato Pari Opportunità<br />

Valeria Sogni<br />

Progetto allestimento<br />

grafica e coor<strong>di</strong>namento<br />

Stu<strong>di</strong>o&tre <strong>Piacenza</strong><br />

Gianluigi Tambresoni<br />

Leopolda Arduini<br />

Paolo Motta<br />

Sergio Beffa<br />

Massimiliano Carbonetti<br />

Allestimento<br />

Gabriele Gregori<br />

Luigi Cassinari<br />

Roberto Colombi<br />

Impianto luci<br />

Daniele Trabacchi<br />

Luci<br />

Davide Groppi<br />

Assicurazione<br />

InaAssitalia<br />

Servizi <strong>di</strong> mostra<br />

Galleria Ricci Od<strong>di</strong>

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