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Luis Sepúlveda STORIA DI UNA GABBIANELLA E DEL GATTO ...

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gratitudine, si strusciava contro le sue gambe, e l'amico se ne andava<br />

ripetendo che era un gatto molto simpatico. Ma quella mattina, dopo<br />

avergli visto passare l'aspirapolvere in salotto e in camera, gli sentì dire:<br />

«E ora il balcone. È tra i vasi che si accumula più sporco».<br />

Quando udì il fracasso di una fruttiera che andava in mille pezzi, l'amico<br />

corse sulla soglia della cucina e gridò:<br />

«Sei diventato matto, Zorba?! Guarda cosa hai combinato! Ora vattene<br />

via da qui, stupido gatto. Ci mancherebbe solo che ti infilassi una scheggia<br />

di vetro in una zampa».<br />

Che insulto immeritato. Zorba uscì immediatamente dalla cucina<br />

fingendo una gran vergogna con la coda tra le zampe, e trotterellò sul<br />

balcone.<br />

Non fu facile far rotolare l'uovo fin sotto un letto, ma ci riuscì, e là<br />

attese che l'amico finisse le pulizie e se ne andasse.<br />

La sera del ventesimo giorno Zorba stava dormicchiando, e perciò non<br />

si accorse che l'uovo si muoveva, lentamente, ma si muoveva, come se<br />

volesse mettersi a rotolare per l'appartamento.<br />

Lo svegliò un solletichio alla pancia. Aprì gli occhi e non poté evitare<br />

un sussulto quando si accorse che, da una crepa nel guscio, appariva e<br />

scompariva una puntina gialla.<br />

Zorba prese l'uovo fra le zampe anteriori e così vide che il pulcino<br />

beccava fino ad aprirsi un varco attraverso il quale fece capolino la sua<br />

minuscola testa umida e bianca.<br />

«Mamma!» stridette il piccolo gabbiano.<br />

Zorba non seppe cosa rispondere. Sapeva che la sua pelliccia era nera,<br />

ma pensò che l'emozione e il rossore dovevano averlo trasformato in un<br />

gatto viola.<br />

CAPITOLO SECONDO<br />

Non è facile essere mamma<br />

«Mamma! Mamma!» tornò a stridere il piccolo ormai fuori dall'uovo.<br />

Era bianco come il latte, e delle piume sottili, rade e corte gli coprivano<br />

alla meglio il corpo. Cercò di fare qualche passo, ma crollò accanto alla<br />

pancia di Zorba.<br />

«Mamma! Ho fame!» stridette beccandogli la pelliccia.<br />

Cosa poteva dargli da mangiare? Diderot non aveva miagolato nulla su

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