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Pianeta acqua - Mani Tese

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20 <strong>Pianeta</strong> <strong>acqua</strong><br />

CAMPAGNE<br />

di Luca Faenzi, Ufficio stampa Comitato Promotore Referendum<br />

Un referendum<br />

per riprenderci l'<strong>acqua</strong><br />

Quasi un milione e mezzo di italiani e di<br />

italiane hanno fi rmato in sostegno dei<br />

tre referendum per la ripubblicizzazione<br />

dei servizi idrici. Per richiedere un referendum<br />

bastano cinquecentomila fi rme, i<br />

movimenti che appoggiano i referendum<br />

hanno moltiplicato per tre la cifra necessaria,<br />

per dire che l'<strong>acqua</strong> non si vende,<br />

che è un bene primario fondamentale per<br />

la vita e che come tale non può essere<br />

messo nelle mani di chi ne vuole ricavare<br />

profi tto. Mai una raccolta fi rme aveva<br />

ottenuto tanto, un dato che fa ben sperare<br />

per l'appuntamento con le urne della<br />

prossima primavera.<br />

Da fi ne aprile a luglio 2010 migliaia e migliaia<br />

di banchetti di raccolta fi rme sono<br />

comparsi nelle piazze italiane. In quelle<br />

delle grandi città, nelle provincie, nei<br />

paesini, nelle comunità più lontane dalle<br />

decisioni della politica. E ancora: lungo<br />

le strade del Giro d'Italia, nelle feste paesane,<br />

nelle feste di matrimonio, durante<br />

le manifestazioni, fuori dai concerti<br />

e dagli spettacoli teatrali. Un'iniziativa<br />

politica che parte dal Forum Italiano dei<br />

Movimenti per l'<strong>acqua</strong> e che si allarga<br />

ad un più ampio comitato promotore in<br />

rappresentanza della più grande coalizione<br />

sociale mai messa in piedi in questo<br />

Paese. Un referendum che nasce dai<br />

cittadini, dalle associazioni, dai comitati<br />

territoriali e che ha messo insieme decine<br />

di realtà dal mondo cattolico a quello<br />

movimentista, dalle organizzazioni sindacali<br />

a quelle ambientaliste. I cittadini<br />

si sono riappropriati della politica e ne<br />

hanno infl uenzato i tempi e le scadenze.<br />

Senza grandi media alle spalle e con un<br />

budget limitato, hanno imposto l'agenda<br />

politica, portando al centro del dibattito il<br />

tema dell'<strong>acqua</strong>. I pochi partiti che hanno<br />

appoggiato la campagna referendaria si<br />

sono raggruppati in un comitato di sostegno.<br />

Il referendum dei record, quello sull'<strong>acqua</strong><br />

è, a tutti gli effetti, un'iniziativa<br />

che parte dalla base, dai cittadini e non<br />

dai politici.<br />

Per informazioni e sostegni: www.<strong>acqua</strong>benecomune.org<br />

1,5 milioni di italiani hanno<br />

fi rmato per liberare i servizi<br />

idrici dalla privatizzazione.<br />

Come è stata possibile una mobilitazione<br />

così generalizzata? Il Forum Italiano dei<br />

Movimenti dell'<strong>acqua</strong> è una realtà con<br />

solide basi, è nato nel 2005 in risposta alle<br />

prime esperienze di privatizzazione dei<br />

servizi idrici. Sia a livello territoriale che<br />

a livello nazionale il Forum si è speso in<br />

difesa dell'<strong>acqua</strong> pubblica e contro la cessione<br />

agli interessi privati di questo bene<br />

comune. Ovunque si procedesse verso la<br />

privatizzazione dei servizi idrici e ovunque<br />

se ne corresse il rischio, sono nati spontaneamente<br />

comitati territoriali che sono<br />

diventati lo scheletro del Forum nel territorio.<br />

Negli anni si sono susseguite moltissime<br />

battaglie a tutti i livelli: comuni,<br />

province, regioni, fi no alla presentazione<br />

di una richiesta di legge di iniziativa popolare,<br />

nel 2008, a favore dell'<strong>acqua</strong> pubblica<br />

e con oltre quattrocentomila fi rme di<br />

sostegno (proposta di legge che giace, per<br />

responsabilità bipartisan, in qualche cassetto<br />

della Commissione Ambiente della<br />

Camera dei Deputati). Poi l'accelerazione<br />

più decisa verso la privatizzazione, con il<br />

cosiddetto decreto Ronchi. Una normativa<br />

che rende obbligatoria la privatizzazione<br />

dei servizi idrici, che precedentemente era<br />

solo una possibilità. Di qui la necessità di<br />

fermare, in modo defi nitivo, il processo di<br />

privatizzazione attraverso una campagna<br />

referendaria. Un gruppo di giuristi di alto<br />

livello, tra cui Stefano Rodotà, si mettono<br />

a lavorare ed elaborano i tre quesiti<br />

referendari che, oltre al Decreto Ronchi,<br />

vogliono abrogare anche due norme approvate<br />

dai governi di centrosinistra e che<br />

spalancavano le strade alla privatizzazione<br />

dell'<strong>acqua</strong>.<br />

Così è partita la sfi da referendaria. Dopo<br />

la straordinaria fase di raccolta fi rme che<br />

ha visto sotto la pioggia e sotto il sole<br />

migliaia di volontari ai banchetti di raccolta<br />

fi rme, siamo adesso nel pieno dell'iter<br />

giuridico referendario. Una volta che<br />

le fi rme saranno state conteggiate dalla<br />

Corte di Cassazione, la palla passerà alla<br />

Corte Costituzionale che ne giudicherà la<br />

correttezza dei quesiti. Dopo ancora verrà<br />

fi ssata la data del voto, compresa tra<br />

il 15 marzo e il 15 giugno 2011. Il tempo<br />

stringe. Il Decreto Ronchi predispone<br />

infatti delle scadenze ben precise per la<br />

privatizzazione dei servizi idrici. Alcuni<br />

obblighi di assegnazione scadono infatti<br />

alla fi ne del 2010. Per questo il comitato<br />

promotore dei referendum ha predisposto<br />

una richiesta urgente di moratoria: si<br />

chiede alle forze politiche e istituzionali<br />

di sospendere tutti gli atti che vanno nella<br />

direzione della privatizzazione, almeno<br />

fi no a quando il popolo italiano non si sia<br />

espresso in merito.<br />

La sfi da che ci aspetta è diffi cilissima e stimolante.<br />

Si tratta di raggiungere il quorum<br />

dei votanti, senza il quale il referendum<br />

non avrebbe valore. È un obiettivo che<br />

nessun comitato promotore ha raggiunto<br />

negli ultimi due decenni. Siamo convinti<br />

che, se c'è un tema che può farcela, che<br />

può convincere i cittadini ad andare alle<br />

urne e votare sì, è proprio quello dell'<strong>acqua</strong>:<br />

un bene di cui non possiamo fare a<br />

meno e che nessuno può tollerare possa rispondere<br />

solo alle logiche di mercato. L'<strong>acqua</strong><br />

è un bene di tutti e il Comitato Promotore<br />

dei referendum vuole che torni di<br />

tutti, cioè in mano al pubblico. Il pubblico<br />

che abbiamo in mente non è un costoso e<br />

ineffi ciente carrozzone, ma è un gestore di<br />

Il cosiddetto decreto Ronchi<br />

è la normativa italiana<br />

che ha reso obbligatoria la<br />

privatizzazione dei servizi<br />

idrici. Il principale obiettivo<br />

dei referendum è la sua<br />

abrogazione.

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