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56. Camera letto Livia. Aldeno. Interno notte.

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collana diretta da REmo RENZI<br />

4


LUCHINO VISCO TI<br />

SENSO<br />

a cura di<br />

G. B. Cavallaro<br />

CAPPELLI EDITORE<br />

L


L'idea, p. 9<br />

Senso di Camillo Boito, p. 11<br />

Dalla novella al film<br />

INDICE<br />

Dalla novella alla prima sceneggiatura, p. 41<br />

Riassunto della prima sceneggiatura. Titolo: «Senso », p. 43<br />

Dalla prima alla seconda sceneggiatura , p. 58<br />

Riassunto della seconda sceneggiatura. Titolo: « Uragano d'estate»,<br />

p. 61<br />

Dalla seconda sceneggiatura al « Continuity », p. 72<br />

Il « Continuity » ( sceneggiatura per il doppiaggio), p . 75<br />

Dopo il montaggio, p. 197<br />

La fotografia, p. 202


L'IDEA. LA NOVELLA DI CAMILLO BOITO


tamento di un centinaio di pagine. Quel trattamento rispecchiava<br />

esattamente la meccanica di quella che è stata poi la<br />

prima sccneggiatura. Consegnato questo soggetto-trattamento<br />

passammo alla fase di sceneggiatura. A questo punto, oltre<br />

Bassani, che Visconti ed io avevamo richiesto, entrarono a far<br />

parte delle riunioni di prima sceneggiatura Giorgio Prosperi e<br />

Carlo Alianello che ci furono proposti dalla Lux; Alianello, ben<br />

noto scrittore che ha trattato di argomenti vicini al Risorgimento,<br />

doveva avere soprattutto la funzione di consulente storico.<br />

Le riunioni con questi collaboratori si svolsero, come ho detto,<br />

dopo la stesura del trattamento e prima dell'inizio della sceneggiatura<br />

vera e propria. Alianello scrisse per noi una proposta<br />

per tutto il pezzo della battaglia (data con Ussoni che deve attraversare<br />

le linee). Il pezzo prevedeva uno sviluppo della parte di<br />

guerra molto superiore a quello che ha poi avuto nella sceneggiatura<br />

e nella realizzazione. Il giovanotto che accompagnava<br />

col calessino Ussoni era un personaggio che moriva durante il<br />

viaggio avventuroso ... ».<br />

L'elaborazione della prima sceneggiatura avvenne nell'aprile<br />

del 1953. Il titolo provvisorio era già « Senso», ma si era<br />

pensato anche di chiamarlo « I vinti » e « Custoza », oltre che<br />

«Uragano d'estate».<br />

Il lavoro fu compiuto a due, « tra Visconti e me » come dice<br />

la D'Amico. Era un testo ampio, diviso in 104 scene.<br />

lO


SENSO<br />

(Dallo scartafaccio segreto della Contessa <strong>Livia</strong>)<br />

di<br />

Camillo Boito<br />

Ieri nel mio salotto giallo, mentre l'avvocatino Gino, con la<br />

voce rauca della passione lungamente repressa, mi sussurrava nell'orecchio:<br />

- Contessa, abbia compassione di me: mi cacci via,<br />

ordini ai servi di non !asciarmi più entrare; ma, in nome di<br />

Dio, mi tolga da una incertezza mortale, mi dica se posso o se<br />

non posso sperare - ; mentre il povero giovane mi si gettava ai<br />

piedi, io, ritta, impassibile, mi guardavo nello specchio. Esaminavo<br />

il mio volto per trovarmi una ruga. La mia fronte,<br />

su cui scherzano i riccioletti, è liscia e tersa come quella di<br />

una bimba; a' lati delle mie ampie narici, al di sopra delle<br />

mie labbra un po' grosse e rosse, non si vede una grinza. Non<br />

ho mai scoperto un filo bianco ne' lunghi capelli, i quali, sciolti,<br />

cadono in belle onde lucide, neri più dell'inchiostro, sulle mie<br />

spalle candide.<br />

Trentanove anni!... tremo nello scrivere questa orribile cifra.<br />

Diedi un colpetto leggiero con le mie dita affusolate sulla<br />

mano calda dell'avvocatino la quale brancolava verso di me, e<br />

m'avviai per uscire; ma, spinta da non so quale sentimento (certo<br />

un sentimento lodevole di compassione o di amicizia), voltandomi<br />

sulla soglia, bisbigliai credo, questa parola: - Sperate. -<br />

Ho bisogno di mortificare la vanità. Alla inquietudine, che rode<br />

la mia anima e che lascia quasi intatto il mio corpo, s'alterna<br />

la presunzione della mia bellezza: né trovo altro conforto<br />

che questo solo, il mio specchio.<br />

Troverò, spero, un altro conforto nello scrivere i miei casi di<br />

sedici anni addietro, ai quali vado ripensando con acre voluttà.<br />

Lo scartafaccio, chiuso a tre chiavi nel mio scrigno segreto,<br />

non potrà essere visto da occhio umano, e, appena compiuto,<br />

lo getterò sul fuoco, disperdendone le ceneri; ma il confidare<br />

alla carta i vecchi ricordi deve servire a mitigarne l'acerbità e la<br />

tenacia. Mi resta scolpita in mente ogni azione, ogni parola c<br />

soprattutto ogni vergogna di quell'affannoso periodo del mio<br />

passato; e tento sempre e ricerco le lacerazioni della piaga non<br />

rimarginata: né so bene se ciò ch'io provo, sia in fondo, dolore<br />

o solletico.<br />

O che gioia, confidarsi unicamente a sé, liberi da scrupoli,<br />

da ipocrisie, da reticenze, rispettando nella memoria la \·erità<br />

anche in ciò che le stupide affettazioni sociali rendono più difficile<br />

a proclamare, le proprie bassezze! Ho <strong>letto</strong> di santi anaco-<br />

11


eti, i quali vi,·evano in mezzo ai vermi ed alle putrefazioni<br />

(quelle, certo, erano lordure) ma credevano di alzarsi tanto più<br />

in su quanto più si avvoltolavano nel fango. Così il mio Spirito<br />

nell'umiliarsi si esalta. Sono altera di sentirmi affatto diversa<br />

dalle altre donne; c'è nella mia debolezza una forza audace;<br />

somiglio alle Romane antiche, a quelle che gira\·:mo il pollice<br />

verso terra, a quelle di cui tocca il Parini in una ode ... Non<br />

mi rammento bene, ma so che quando la lessi mi sembrava proprio<br />

che il poeta alludesse a me.<br />

Se non fosse dall'una parte la febbre delle vive ricordanze,<br />

dall'altra lo spavento della vecchiaia, donei essere una donna<br />

felice. Mio marito, vecchio, acciaccoso, pieno di fiducia in me,<br />

mi lascia spendere quanto voglio e fare quel che mi piace; sono<br />

una delle prime dame di Trento; corteggiatori non mi mancano,<br />

e la cara invidia delle mie buone amiche, invece di scemare,<br />

si rinfocola sempre più.<br />

Di venti anni ero, naturalmente, più bella. Non che le fattezze<br />

del mio volto sieno mutate, o che il mio corpo sembri<br />

meno svelto e flessuoso; ma negli occhi miei c'era una fiamma,<br />

che ora purtroppo si va smorzando. Il nero stesso delle pupille<br />

mi pare, a guardarlo bene, un poco meno intenso. Dicono che<br />

il sommo della filosofia consista nel conoscere se stessi: io mi<br />

studio con tanta trepidazione da tanti anni, ora per ora, minuto<br />

per minuto, che credo di conoscermi a fondo e di potermi proclamare<br />

una filosofessa perfetta.<br />

Direi di avere toccato il colmo delle mia bellezza (c'è sempre<br />

nel fiorire della donna un periodo breve di suprema espan·<br />

sione) quando avevo di poco varcato i ventidue anni, a Venezia.<br />

Era il luglio dell'anno 1865. Maritata da pochi giorni, facevo<br />

il viaggio di nozze. Per mio marito, che avrebbe potuto<br />

essere mio nonno, sentivo una indifferenza mista di pietà e di<br />

sprezzo: porta\·a i suoi sessantadue anni e l'ampia pancia con<br />

apparente energia; si tingeva i radi capelli e i folti baffi con un<br />

unguento puzzolente, il quale lasciava sui guanciali delle larghe<br />

macchie giallastre. Del rimanente, buon uomo, pieno, alla<br />

sua maniera, di attenzioni per la giovane sposa, inclinato alla<br />

crapula, bestemmiatore all'occorrenza, fumatore instancabile,<br />

aristocratico burbanzoso, violento verso i timidi e pauroso in<br />

faccia ai violenti, raccontatore vivace di storielle lubriche, che<br />

ripeteva a ogni tratto, né avaro, né scialacquatore. Si pavoneggiava<br />

nel tenermi al suo braccio, ma guarda\·a le donnette facili,<br />

che passeggiavano accanto a noi nella piazza di San Marco, con<br />

un sorriso d'intelligenza lasciva; ed io da un lato n'ave\'O gu·<br />

sto, giacché l'avrei cacciato volentieri in braccio di chicchessia<br />

pure di liberarmene, dall'altro ne sentivo dispetto.<br />

Lo ave\'O pigliato spontaneamente, anzi lo avevo proprio voluto.<br />

I miei erano contrarii ad un matrimonio così male assor-<br />

12


tito; né, bisogna dire la verità, il pover'uomo ardiva di chiedere<br />

la. mia mano. Ma io mi sentivo stufa della mia qualità di<br />

zitella: volevo avere carrozze mie, brillanti, abiti di velluto,<br />

un titolo e, soprattutto, la mia libertà. Ce ne vollero delle<br />

occhiate per accendere il cuore nel gran ventre del conte ma,<br />

una volta acceso, non provò pace finché non m'ebbe, né badò<br />

alla piccola dote, né pensò all'avvenire. Io, innanzi al prete,<br />

risposi un Sì fermo e sonoro. Ero contenta di quello che avevo<br />

fatto, ed oggi, dopo tanti anni, non ne sono pentita. In fondo,<br />

non mi pareva di dovermene pentire neanche in quei giorni<br />

in cui, aperta l'anima quasi d'un tratto, mi sfogavo nel parossismo<br />

di una prima passione cieca.<br />

Sino ai ventidue anni passati il mio cuore era rimasto chiuso.<br />

Le mie amiche, deboli in faccia alle lusinghe dell'amore sentimentale,<br />

m'invidiavano e mi rispettavano: nella mia freddezza,<br />

nella mia sdegnosa noncuranza delle parole tenere e delle occhiate<br />

languide vedevano una preminenza di raziocinio e di forza.<br />

A sedici anni avevo già assodata la mia fama scherzando con<br />

l'affetto di un bel giovine del mio paese e disprezzandolo poi,<br />

sicché il misero tentò di uccidersi e, guarito, scappò da Trento<br />

in Piemonte, e si arruolò volontario, e in una delle battaglie del<br />

'59, non mi ricordo quale, morl. Ero troppo giovane allora<br />

per sentirne rimorso; e dall'altra parte i miei genitori e parenti<br />

e conoscenti, tutti affezionati al governo dell'Austria, che servivano<br />

fedelmente quali militari e impiegati, non avevano trovata<br />

altra orazione funebre in onore del povero esaltato se<br />

non questa: - Gli sta bene. -<br />

A Venezia rinascevo. La mia bellezza sbocciava intiera. Negli<br />

occhi degli uomini brillava, quando mi guardavano, un lampo<br />

di desiderio; sentivo le fiamme degli sguardi rivolti sulla mia<br />

persona anche senza vederli. Persino le donne mi fissavano in<br />

volto, poi mi ricercavano giù giù sino ai piedi, ammirando.<br />

Sorridevo come una regina, come una dea. Diventavo, nella<br />

contentezza della mia vanità, buona, indulgente, famigliare,<br />

spensierata, spiritosa: la grandezza del mio trionfo mi faceva<br />

quasi apparire modesta.<br />

Mio marito, ch'era stato uno dei rappresentanti della nobiltà<br />

tirolese nella dieta di Innsbruck, fu invitato con me ai pranzi<br />

ed alle conversazioni del Luogotenente imperiale. Quando entravo<br />

nella sala con le braccia nude, con il collo e un poco del<br />

seno scoperti, con un abito di velo e trine a lunghissima coda,<br />

c un grande fiore di rubini a foglie di smeraldi sul capo, sentivo<br />

un fremito correre tutt'intorno. Un rossore di compiacenza<br />

mi coloriva il viso; facevo qualche passo lento, solenne e<br />

semplice, senza guardare nessuno; c, mentre la padrona di casa<br />

mi veniva incontro e m'invitava a scderle accanto, agitavo il<br />

13


ventaglio innanzi alla mia faccia, come per nascondermi pudicamente<br />

agli occhi della gente stupita.<br />

Ai freschi, alle serenate non mancavo mai. In Piazza di San<br />

Marco al caffè Quadri avevo intorno un nuvolo di satelliti:<br />

ero il sole di un nuovo sistema planetario; ridevo, scherzavo,<br />

canzonavo chi voleva pigliarmi con i sospiri o con i versi, mi<br />

mostravo una fortezza inespugnata, ma non mi affaticavo poi<br />

troppo, per non iscoraggiare nessuno, a sembrare proprio inespugnabile.<br />

La mia corte si componeva in massima parte di<br />

ufficialetti e d'impiegati tirolesi piuttosto scipiti e assai tronfii,<br />

tanto che i più dilettevoli erano i più scapati, quelli che avevano<br />

nella scostumatezza acquistato non foss'altro l'audacia petu·<br />

!ante delle proprie sciocchezze. Tra questi ne conobbi uno, il<br />

quale usciva dal mazzo per due ragioni. Alla dissolutezza sbandata,<br />

univa, per quanto i suoi stessi amici affermavano, una<br />

cosl cinica immoralità di principii, che niente gli pareva rispettabile<br />

in questo mondo salvo il codice penale e il regolamento<br />

militare. Oltre a ciò era veramente bellissimo e straordinariamente<br />

vigoroso: un misto di Adone e di Alcide. Bianco e roseo,<br />

con i capelli biondi ricciuti, il mento privo di barba, le orecchie<br />

tanto minute che sembravano quelle di una fanciulla, gli<br />

occhi grandi e inquieti di colore celeste: in tutto il volto una<br />

espressione ora dolce, ora violenta, ma di una violenza o dolcezza<br />

mitigata dai segni di un'ironia continua, quasi crudele.<br />

La testa piantata superbamente sul collo robusto; le spalle non<br />

erano quadre o massiccie, ma scendevano giù con grazia; il<br />

corpo muscoloso, stretto nella divisa bianca dell'ufficiale austriaco,<br />

s'indovinava tutto, e rammentava le statue romane dei gladiatori.<br />

Questo tenente di linea, il quale aveva solo ventiquattro anni,<br />

due più di me, era riuscito a divorarsi la ricca sostanza paterna,<br />

e, continuando sempre a giuocare, a pagar donne, a scialarla da<br />

signore, nessuno ormai sapeva come vivesse; ma nessuno lo<br />

vinceva nel nuoto, nella ginnastica, nella forza del braccio. Non<br />

aveva mai avuto occasione di trovarsi in guerra; non amava i<br />

duelli, anzi due ufficialetti mi raccontarono una sera, che, piuttosto<br />

di battersi, aveva più volte ingoiato atrocissimi insulti.<br />

Forte, bello, perverso, vile, mi piacque. Non glielo lasciavo<br />

intendere, perché mi compiacevo nell'irritare e tormentare<br />

quell'Ercole.<br />

Venezia, che non avevo mai vista e che avevo tanto desiderato<br />

di vedere, mi parlava più ai sensi che all'anima: i suoi monumenti,<br />

dei quali non conoscevo la storia c non intendevo<br />

la bellezza, m'importavano meno dell'acqua verde, del cielo stellato,<br />

della luna d'argento, dei tramonti d'oro, e sopra tutto<br />

della gondola nera, in cui, sdraiata, mi lasciavo andare ai più<br />

voluttuosi capricci della immaginazione. Nei calori gravi del<br />

14


luglio, dopo una giornata di fuoco, il ventolino fresco mi accarezzava<br />

la fronte andando in barca tra la Piazzetta e l'isola di<br />

Sant'Elena o, più lontano, verso Santa Elisabetta e San Nicolò<br />

del Lido: quello zeffiro, impregnato dall'acre profumo<br />

salso, rianimandomi le membra e lo spirito, pareva che bisbigliasse<br />

nelle mie orecchie i misteri fervidi dell'amor vero. Cacciavo<br />

nell'acqua sino al gomito il braccio nudo, bagnando il mer<strong>letto</strong><br />

che ornava la corta manica; e guardavo poi cadere una<br />

ad una dalle mie unghie le gocciole somiglianti a brillantini<br />

purissimi. Una sera tolsi dal dito un anello, dono di mio<br />

marito, dove splendeva un grosso diamante, e lo gettai lontano<br />

dalla barca in laguna: mi parve di avere sposato il mare.<br />

La moglie del Luogotenente volle condurmi un giorno a vedere<br />

la galleria dell'Accademia di belle arti: non ci capii quasi nulla.<br />

Poi con i viaggi, con la conversazione dei pittori (uno, bello<br />

come Raffaello Sanzio, voleva ad ogni costo insegnarmi a dipingere)<br />

qualche cosa ho imparato; ma allora, benché non sapessi niente,<br />

quell'allegrezza di colori, quella sonorità di rossi, di gialli,<br />

di verdi, e di azzurri e di bianchi, quella musica dipinta con<br />

tanto ardore di amor sensuale non mi sembrò un'arte, mi sembrò<br />

una faccia della natura veneziana; e le canzoni, che avevo<br />

udito cantare dal popolo sboccato, mi tornarono nella memoria<br />

innanzi alla dorata Assunta di Tiziano, alla Cena pomposa<br />

di Paolo, alle figure carnose, carnali e lucenti del Bonifacio. Mio<br />

marito fumava, russava, diceva male del Piemonte, comperava<br />

cosmetici: io avevo bisogno di amare.<br />

Ora ecco in qual modo principiò la mia terribile passione per<br />

l'Alcide, per l'Adone in assisa bianca, il quale si chiamava con<br />

un nome che non m'andava a' versi - Remigio. Costumavo<br />

tutte le mattine di recarmi al bagno galleggiante di Rima, posto<br />

fra il giardinetto del Palazzo Reale e la punta della Dogana.<br />

Avevo preso per un'ora, dalle sette alle otto, una «sirena»<br />

cioè una delle due vasche per donne, grande quanto bastava<br />

per nuotarvi qualche poco, e la mia cameriera veniva a spogliarmi<br />

e vestirmi; ma, siccome nessun altro poteva entrare,<br />

cosl non mi davo la briga di mettermi l'abito da bagno. La<br />

vasca, chiusa intorno da pareti di legno e coperta da una tenda<br />

cenerognola a larghe wne rosse, aveva il fondo di assi accomodato<br />

a tali profondità sott'acqua che alle signore di piccola<br />

statura rimanesse fuori la testa. A me restavano fuori le<br />

spalle intiere.<br />

Oh la bella acqua smeraldina, ma limpida, sotto alla quale<br />

vedevo ondeggiare vagamente le mie forme sino ai piedi sottili!<br />

E qualche pesce picco<strong>letto</strong> c argentino mi guizzava intorno.<br />

Nuotavo quant'era lunga la «sirena»; battevo l'acqua con le<br />

mani aperte, finché la spuma candida coprisse il verde diafano;<br />

mi sdraiavo supina, lasciando che si bagnassero i miei lunghi


capelli e tentando di rimanere per un istante a galla, immobile;<br />

spruzzavo la cameriera, che fuggiva lontana; ridevo come<br />

una bimba. Molte larghe aperture, appena sotto il livello dell'acqua,<br />

lasciavano entrare e passare l'acqua liberamente, e le<br />

pareti, mal commesse, permettevano, attraverso le fessure, di<br />

vedere, applicandovi l'occhio, qualche cosa al di fuori - il campanile<br />

rosso di San Giorgio, una linea di laguna, dove fuggivano<br />

leste le barche, una fetta sottile del Bagno militare,<br />

che galleggiava a piccola distanza dalla mia «sirena».<br />

Sapevo che tutte le mattine, alle sette, il tenente Remigio vi<br />

andava a nuotare. In acqua era un eroe: saltava dall'alto a<br />

capo fitto, ripescava una bottiglia sul fondo, usciva dal recinto<br />

attraversando di sotto lo spazio dei camerini. Avrei dato non so<br />

che cosa per poterlo vedere, tanto m'attraevano l'agilità e la<br />

forza.<br />

Una mattina, mentre guardavo sulla mia coscia destra una<br />

macchietta livida, forse una contusione leggiera, che deturpava<br />

un poco la bianchezza rosea della pelle, udii fuori un romore<br />

come di persona, la quale nuotasse rapidamente. L'acqua si<br />

agitò, la ondulazione fresca mi fece correre un brivido per le<br />

membra, e da uno dei larghi fori tra il suolo e le pareti entrò<br />

improvviso nella « sirena» un uomo. Non gridai, non ebbi paura.<br />

Mi parve fatto di marmo, tanto era candido e bello; ma il<br />

suo ampio torace si agitava per il respiro profondo, e i suoi<br />

occhi celesti brillavano, e dai capelli biondi cadevano le gocciole<br />

come pioggia di lucenti perle. Ritto in piedi, mezzo<br />

velato dall'acqua ancora tremolante, alzò le braccia muscolose<br />

e morbide: pareva che ringraziasse i numi e dicesse: - Finalmente!<br />

-<br />

Cosl principiò la nostra relazione; e d'allora in poi lo vidi ogni<br />

giorno o al passeggio, o al caffè o al ristorante, dove mio marito<br />

che aveva preso a volergli bene, lo invitava sovente. Lo<br />

vedevo anche in segreto, anzi via via i nostri colloqui misteriosi<br />

diventarono addirittura quotidiani. Spesso si stava insieme<br />

una o due ore da solo a sola, mentre il conte dormiva tra la<br />

colazione ed il pranzo o andava a gironzolare per la città, poi si<br />

passavano due o tre ore in compagnia pubblicamente, dandoci<br />

di sfuggita qualche stretta di mano. Talvolta, egli premeva di<br />

soppiatto con il suo piede il mio, e non di rado mi faceva tanto<br />

male che diventavo tutta rossa in volto; ma quello stesso dolore<br />

mi piaceva. Non ero mai parsa tanto bella alla gente e a<br />

me stessa, mai tanto sana ed allegra e contenta di me, della vita,<br />

di tutto e di tutti. La seggiola di paglia su cui mi adagiavo in<br />

Piazza San Marco diventava un trono; credevo che la banda<br />

militare, la quale suonava i valzer degli Strauss e le melodie<br />

del Meyerbeer innanzi alle Procuratie vecchie, indirizzasse la<br />

16


sua musica soltanto a me, e mi sembrava che il cielo azzurro e<br />

i monumenti antichi godessero della mia contentezza.<br />

Il luogo dei nostri ritrovi non era sempre il medesimo. Alle<br />

volte Remigio in una gondola chiusa mi aspettava alla riva<br />

sudicia di una lunga calletta buia, che riesciva ad un canale<br />

stretto, fiancheggiato di casupole tanto gobbe e storpie da parere<br />

crollanti, e alle finestre delle quali pendevano cenci di<br />

ogni colore; alle volte, lasciata la prudenza, si entrava in barca<br />

da qualche luogo frequentato dalla città, persino dal Molo innanzi<br />

alla Piazzetta. Coperta il viso d'un denso velo nero,<br />

andavo da lui in una casa accanto alla caserma di San Sepolcro,<br />

incontrando nell'ombra fitta delle scale tortuose ufficiali e soldati,<br />

che non mi lasciavano passare senza porgermi un segno<br />

della loro galanteria. In quella casa, dove il sole non batteva<br />

mai, il tanfo della umidità si univa al puzzo nauseabondo del<br />

fumo di tabacco, stagnante nelle camere non ventilate.<br />

Questo avvocatino Gino mi secca. Guarda con certi occhi stralunati,<br />

che spesso mi fanno ridere, ma qualche volta mi fanno<br />

gelare; dice che non può più vivere senza la carità d'una mia<br />

parola d'affetto; implora, piange, singhiozza; mi va ripetendo:<br />

- Contessa, si ricorda quel giorno in cui Il sull'uscio, voltandosi,<br />

mi disse con la voce di un angelo: Sperate? - ed insiste,<br />

e torna a invocare pietà, a singhiozzare ed a piangere.<br />

Non ne posso più. Giorni sono gli lasciai la mano: la baciò<br />

più volte cosl forte che mi restarono per un poco delle macchie<br />

livide sulla pelle. Insomma, sono stufa. Ieri, persa la<br />

pazienza, gli gridai che mi lasciasse in pace, che non si attentasse<br />

mai più di rimettere il piede in casa mia, e che se avesse<br />

ardito ancora di comparirmi innanzi l'avrei fatto cacciare dai<br />

servi e avrei raccontato ogni cosa al conte. L'avvocatino impallidl<br />

per modo che i suoi occhi neri parvero due buchi in una<br />

faccia di gesso; s'alzò dal canapè barcollando ed uscl senza<br />

guardarmi. Tornerà, tornerà, scommetto. Ma è un gran dire<br />

che a commuovermi l'anima non ci sia altro verso che il ram·<br />

mentarmi d'un uomo, nel quale, ad onta della mia furibonda<br />

passione vedevo intiera la bassezza infame.<br />

Remigio ogni tanto mi domandava danaro. In principio la pi·<br />

gliava un poco larga: era un debito di giuoco; era un pranzo<br />

che doveva offrire ai compagni per non so quale occasione: avrebbe<br />

restituito la somma pochi giorni appresso. Finl col chic·<br />

dere senza prestiti ora cento fiorini, ora dugento; una volta mi<br />

chiese mille lire. Io davo, e mi faceva piacere di dare. Avevo<br />

dei risparmi miei, poi mio marito largheggiava con me, anzi<br />

era lieto quando gli domandavo qualcosa; ma venne un momento<br />

in cui gli parve che spendessi troppo. Mi offesi, mi<br />

17


adirai tempestosamente; egli, bonone per solito e pieghevole,<br />

tenne duro una giornata intera.<br />

Quella giornata appunto Remigio aveva bisogno urgente, im·<br />

mediato di dugentocinquanta fiorini: mi accarezzava, mi diceva<br />

tante cose belle e con una voce così ardente d'amore, che mi<br />

sentii beata di potergli donare uno spillone di brillanti, il quale<br />

costava, se mi rammento bene, quaranta napoleoni d'oro.<br />

Il dì seguente Remigio mancò all'appuntamento. Dopo aver<br />

passeggiato su e giù per certe callette al di là del Ponte di<br />

Rialto una ora buona, sicché la gente mi guardava con curiosità<br />

e con malizia, ed i motti scherzosi mi scoppiettavano intorno,<br />

alla fine, con le guance infiammate dalla vergogna e gli occhi<br />

pieni di lagrime d'ira, disperando oramai d'incontrare l'amante,<br />

fantasticando Dio sa che sventure, corsi a casa sua trafelata,<br />

quasi fuori di senno. La sua ordinanza, che stava lucidando la<br />

sciabola, mi disse come il tenente dal giorno innanzi non si<br />

fosse veduto.<br />

- Tutta la <strong>notte</strong> fuori? - domandai, non avendo capito bene.<br />

Il soldato, zufolando, fece di sì con la testa.<br />

- In nome di Dio; correte, informatevi di lui: gli sarà seguita<br />

qualche disgrazia: ferito forse, ucciso! -<br />

Il soldato alzò le spalle ghignando.<br />

- Ma, rispondete, dov'è il vostro padrone? - e avevo afferrato<br />

per le braccia il soldato mentre continuava a ridere, e lo<br />

scuotevo forte.<br />

Avvicinò il suo mustacchio al mio viso; mi gettai indietro, ma<br />

ripetevo: - per carità, rispondete! -<br />

Brontolò finalmente: - A cena con la Gigia, o la Cate, o la<br />

Nana, o con tutte e tre in compagnia. Altro che disgrazie! -<br />

Compresi allora che il tenente Remigio era la mia vita. Il sangue<br />

mi si gelò, caddi quasi priva di sensi sul <strong>letto</strong> nella camera<br />

buia, e s'egli non fosse apparso in quell'istante all'uscio,<br />

il cuore in un parossismo di sospetti e di rabbia mi si sarebbe<br />

spezzato. Ero gelosa fino alla pazzia; avrei potuto diventare<br />

all'occasione gelosa fino al delitto.<br />

Mi piaceva in quell'uomo la stessa viltà. Quando esclamava:<br />

- Ti giuro, <strong>Livia</strong>, non amerò e non abbraccerò mai altra donna<br />

che te - io gli credevo; e, mentre egli mi stava innanzi ginocchioni,<br />

lo guardavo adorando, come fosse un Dio. Se mi<br />

avessero chiesto: - Vuoi che Remigio diventi Leonida? - avrei<br />

risposto: - No. - Che cosa mi doveva importare dell'eroe?<br />

Anzi la perfetta virtù mi sarebbe parsa scipita e sprezzabile al<br />

paragone de' suoi vizii; la sua mancanza di fede, di onestà, di<br />

delicatezza, di ritegno mi sembrava il segno di una vigoria arcana,<br />

ma potente, sotto alla quale ero lieta, ero orgogliosa di<br />

pieg:nmi da schiava. Quanto più il suo cuore appariva basso,<br />

tanto più il suo corpo splendeva bello. Due sole volte e per un<br />

18


solo istante l'avrei bramato diverso. Passavamo un giorno lungo<br />

una fondamenta che guarda la cinta dell'Arsenale. La mattina<br />

era allegra d'un sole abbagliante; alla sinistra spiccavano sull'aria<br />

turchina gli alti fumaioli a campana capovolta e le cornici<br />

candide e i tetti rossi, mentre sulla destra correva il lungo<br />

muraglione dei Cantieri, severo e chiuso. Gli occhi abbacinati<br />

riposavano in certe ombre cupe, lì dove si affondava un sottoportico<br />

o si stringeva una calle; e l'acqua brillava di tutti i<br />

\'erdi, rifletteva di tutti i colori, si perdeva qua e là in buchi<br />

e striscie di un nero denso. Correvano e saltavano sulla fondamenta,<br />

la quale dalla parte del canale non aveva nessun riparo,<br />

dieci o dodici monelli, vociando a squarciagola. Ve n'erano<br />

di piccini e di grandetti. Uno dei piccoli, quasi nudo, grassotto,<br />

con i riccioletti biondi, che gli coronavano la faccia rosea<br />

e paffutella, faceva un chiasso da indemoniato, dando scappellotti,<br />

pizzicando i compagni e poi scappando via come un<br />

fulmine.<br />

l>li fermai a guardare, mentre Remigio mi raccontava le sue<br />

grandezze passate. Ad un tratto quel diavo<strong>letto</strong> di un bimbo,<br />

non potendo in una corsa precipitosa fermare il piede al ciglio<br />

della fondamenta, volò nel canale. S'udl uno strido ed un tonfo,<br />

poi subito intronarono l'aria le grida di tutti quanti i ragazzi<br />

e di tutte quante le donne, le quali prima se la discorrevano<br />

nella via o guardavano dalla finestra; ma in quel clamore dominava<br />

lo strillo acuto, disperato, straziante della giovine madre,<br />

che, slanciatasi ai piedi di Remigio, unico uomo presente a<br />

quella scena, urlava: - Me lo salvi, per carità, me lo salvi! -<br />

Remigio, freddo, ghiacciato, rispose alla donna: - Non so nuotare.<br />

- Intanto uno dei fanciulli più grandi s'era buttato in acqua,<br />

aveva pigliato per i ricci biondi il piccino e lo aveva tirato<br />

alla riva. Fu un attimo. Lo stridlo si mutò in applauso<br />

frenetico; donne e ragazzi piangevano di gioia; la gente correva<br />

da tutte le parti a vedere, e il putto biondo guardava intorno<br />

con i suoi occhioni celesti, maravigliato di tanto baccano.<br />

Remigio con uno strappo violento mi cavò dalla folla.<br />

L'altra volta che un poco il mio amante mi spiacque fu per<br />

questa cagione. S'era fatto udire nel caffè Quadri, ciarlando in<br />

tedesco a voce alta con alcuni impiegati tirolesi, a dir male dei<br />

Veneziani. Un signore, che sta\'a in un canto, s'alzò di sbalzo<br />

e, piantandosi di contro a lui, che era in uniforme, gridò:<br />

- Vigliacco d'un militare - e gli buttò in faccia tre o quattro<br />

de' suoi biglietti da visita. Ne nacque un parapiglia. Il dl seguente<br />

i padrini dovevano combinare il duello; ma Remigio,<br />

3\'endo notato che il suo avversario era piccolo, mingherlino e<br />

gracilissimo, rifiutò la pistola, rifiutò la spada, e, benché la<br />

scelta delle armi spettasse allo sfidato, \'Olle ad ogni costo la<br />

sciabola, sicuro com'egli era della forza del proprio braccio. Il<br />

19


Veneziano si piegò alla prepotenza; ma, prima del duello, era<br />

già in carcere, ed a Remigio veniva trasmesso l'ordine di andare<br />

immediatamente ad una nuova destinazione in Croazia.<br />

Quando seppi la cosa mi disperai: senza quell'uomo io non<br />

potevo vivere. Tanto feci presso la moglie del Luogotenente, e<br />

tanto si adoperò mio marito, sollecitato da me, presso il Governatore<br />

ed i Generali, che Remigio ottenne di venire mandato<br />

a Trento, dove io e il conte dovevamo tornare appunto in<br />

quei giorni. Tutto fino allora era andato a seconda della mia<br />

cieca passione.<br />

Da tre mesi non vedo questo mio scartafaccio. Non mi sono<br />

attentata di portarlo in viaggio, e mi doleva, confesso, di averlo<br />

lasciato a Trento. Riandando nella memoria i casi di tanti anni<br />

or sono, il cuore torna a palpitare e sento un'aura calda di gioventù,<br />

che mi spira d'intorno. Il manoscritto è rimasto serrato<br />

a tripla chiave nel mio scrigno segreto, dietro all'alcova della<br />

mia camera; e stava chiuso con cinque suggelli in una grande<br />

busta, su cui, prima di partire, avevo scritto a grossi caratteri:<br />

« Affido all'onore di mio marito il segreto di queste carte, che<br />

egli dopo la mia morte, brucerà senza dissuggellarle. » Me ne<br />

andai tranquillissima: ero certa che il conte, anche sospettando,<br />

avrebbe religiosamente adempiuto la volontà di sua moglie.<br />

Ho avuto adess'adesso dalla cameriera una notizia, che mi ha<br />

disgustata: l'avvocatino Gino prende moglie.<br />

Ecco la costanza degli uomini, ecco la saldezza delle passioni!<br />

- Contessa <strong>Livia</strong>, muoio, mi uccido; la sua immagine sparirà<br />

dal mio petto con l'ultima goccia del mio sangue; mi calpesti<br />

come uno schiavo, ma mi permetta di adorarla come una Dea. -<br />

Frasi da melodramma. Pochi mesi, e tutto svanisce. Amore, furore,<br />

giuramenti, lacrime, singhiozzi, non c'è più nulla! Schifosa<br />

natura umana. E a vedere quegli occhi neri in quella faccia<br />

smorta si sarebbe detto che vi lampeggiasse la sincerità profonda<br />

dell'anima appassionata. Come balbettavano le labbra<br />

e pulsavano le arterie e tremavano le mani e la persona tutta<br />

strisciava umile sotto ai miei piedi! L'avvocatino scrofoloso e<br />

miserabile meritò davvero il calcio che ricevette da me. Bifolco.<br />

E chi sposa? Una scioccherella di diciotto anni, che i suoi parenti<br />

non hanno voluto condurre in casa mia, perché la contessa<br />

<strong>Livia</strong>, si sa, è donna troppo galante; una scipita con due<br />

mele ingranate per guance, le mani corte, grasse e rosse, i piedi<br />

da stalliere, e un'aria impertinentina da santarella che consola.<br />

E l'uomo il quale piglia una tale bamboccia ha osato amarmi e<br />

dirmelo! Sento le brace sul viso ...<br />

20


Il mio ufficiale di sedici anni addietro, se non era un grand'uomo,<br />

era almeno un vero uomo. Mi stringeva alla vita in modo<br />

da stritolarmi, e mi mordeva le spalle facendomele sanguinare.<br />

Cominciavano a diffondersi delle vaghe voci di guerra, poi le<br />

solite notizie contradditorie e le consuete smentite: armano,<br />

non armano, si, no; intanto un certo movimento insieme febbrile<br />

e misterioso si propagava dai militari ai civili, i treni della<br />

ferrovia principiavano a ritardare, a portare giù nuovi soldati<br />

e cavalli e carriaggi e cannoni, mentre i giornali non ismettevano<br />

di negare pur l'ombra dell'armamento. Io, senza badare<br />

agli occhi miei, credevo ai giornali, tanto il pensiero di una<br />

guerra mi spaventava. Temevo per la vita dell'amante; ma temevo<br />

anche più il distacco lungo, inevitabile, che avrebbe dovuto<br />

seguire tra noi due. A Remigio, infatti, l'ultimo di del<br />

Marzo fu ordinato di recarsi a Verona. Ottenne, innanzi di<br />

partire, due giorni di permesso, che passammo insieme, senza<br />

!asciarci mai un minuto, nella misera camera di un'osteria sul<br />

laghetto di Cavedine; ed egli mi giurava di venire presto a<br />

vedermi, ed io gli giuravo di andare a Verona quando non<br />

avesse potuto muoversi di Il. Nel dargli l'ultimo abbraccio gli<br />

gettai nella tasca un borsellino con cinquanta marenghi.<br />

Il conte, ritornando dalla campagna, mi trovò, dieci o dodici<br />

giorni dopo la partenza di Remigio, smagrita e pallida. Soffrivo<br />

in realtà moltissimo. Di quando in quando sentivo delle accensioni<br />

alla testa e mi venivano dei capogiri, tanto che tre o quattro<br />

volte, barcollando, dovetti appoggiarmi alla parete o ad<br />

un mobile per non cadere. I medici, che mio marito, premuroso<br />

ed inquieto, volle consultare, ripetevano, stringendosi nelle<br />

spalle: - Affare di nervi -; mi raccomandarono di far moto,<br />

di mangiare, di dormire e di stare allegra.<br />

Eravamo alla metà di aprile ed oramai gli apprestamenti si facevano<br />

senza maschera: militari d'ogni sorta ingombravano le<br />

vie; marciavano i battaglioni al suono delle bande e dei tamburi;<br />

volavano sui loro cavalli gli aiutanti di campo; i vecchi<br />

generali, un po' curvi sulla sella, passavano al trotto seguiti<br />

dallo Stato maggiore, baldo, brillante, caracollante. Quei preparativi<br />

mi riempivano di paure fantastiche. L'Italia voleva<br />

passare a fil di spada tutti quanti gli Austriaci; Garibaldi, con<br />

le sue orde di demonii rossi, voleva scannare tutti quelli che<br />

gli sarebbero capitati in mano: si presagiva un'ecatombe.<br />

Avevo le furie in corpo: da Verona in sei settimane m'erano<br />

capitate quattro lettere sole. La posta si può dire che non esistesse<br />

più; bisognava consegnare, pregando e pagando, i fogli a<br />

qualcuno che, disposto ad affrontare gli ostacoli e gli interminabili<br />

ritardi del viaggio, avesse necessità e ardire di recarsi<br />

da un luogo all'altro. Io, non potendo più vivere nelle angosce,<br />

in cui mi teneva <strong>notte</strong> e giorno il silenzio o volontario o<br />

21


innocente di Remigio, m'ero risoluta di tentare il viaggio; ma<br />

come fare senza che mio marito ne sapesse nulla? come fare io<br />

donna e sola e giovane e bella in mezzo alla brutalità dei soldati,<br />

resi più audaci dalla disciplina allentata e dal pensiero degli<br />

stessi pericoli a cui andavano incontro?<br />

Una mattina, all'alba, dopo una eterna <strong>notte</strong> di smanie, m'ero<br />

addormentata, quando a un tratto un romore mi sveglia; apro<br />

gli occhi e mi vedo accanto Remigio. Mi parve un sogno.<br />

L'aurora illuminava già di luce lieve e rossastra la camera; scesi<br />

con uno sbalzo dal <strong>letto</strong> per chiudere le tende dell'alcova, e<br />

si cominciò sotto voce a discorrere. Ero inquieta: il conte, che<br />

dormiva a due stanze d'intervallo, poteva sentire, poteva venire;<br />

i domestici potevano avere visto il mio amante entrare furtivamente<br />

a quell'ora. Egli mi rassicurò con poche parole impazienti:<br />

aveva picchiato, come altre volte, ai vetri della finestra<br />

terrena, dove la cameriera dormiva; ella pian piano gli aveva<br />

aperto il portone, ed era entrato senza che nessuno sospettasse<br />

di nulla. Della cameriera m'importava poco, giacché sapeva ogni<br />

cosa; ma il peggio stava nell'uscire: bisognava spicciarsi. Tornai<br />

a sbalzare dal <strong>letto</strong>; andai ad origliare all'uscio della stanza<br />

di mio marito: russava.<br />

- Ti fermi a Trento, non è vero?<br />

- Sei matta.<br />

- Qualche giorno almeno?<br />

- È impossibile.<br />

-Uno?<br />

- Parto fra un'ora.<br />

Rimasi accasciata; il mio cuore, pieno un minuto prima di gaie<br />

speranze, si riempl d'affanni e di paure.<br />

- E non tentare di trattenermi. In tempo di guerra non si<br />

scherza.<br />

- Guerra maledetta!<br />

- Maledetta sl. Dovrà essere terribile a quanto pare.<br />

- Senti, non potresti fuggire, non potresti nasconderti? Ti aiuterò.<br />

Non voglio che la tua vita sia messa in pericolo.<br />

- Fanciullaggini. Mi scoprirebbero, mi piglierebbero, e sarei fucilato<br />

per disertore.<br />

- Fucilato!<br />

- Ho bisogno di te.<br />

- La mia vita, tutto.<br />

- No. Duemilacinquecento fiorini.<br />

- Dio, come faccio?<br />

- Vuoi salvarrni?<br />

- Ad ogni costo.<br />

- Senti dunque. Con duemilacinquecento fiorini i due medici<br />

dell'ospedale e i due della brigata mi fanno un certificato medico<br />

di malattia, e \'engono a visitarmi ogni tanto per confer-<br />

22


mare presso il Comando una mia infermità qualunque, la quale<br />

mi renda inabile affatto al servizio. Non perdo il mio grado,<br />

non perdo il mio soldo, scanso ogni pericolo e rimango a casa<br />

tranquillo, zoppicando un poco, è vero, per una sciatica maligna<br />

o per una lesione all'osso della gamba, ma quieto e beato. Troverò<br />

qualche impiegatuzzo con cui giuocare a briscola; berrò,<br />

mangerò, farò le lunghe dormite; avrò la noia di stare a casa<br />

nel giorno, ma la <strong>notte</strong>, sempre zoppicando un poco per prudenza,<br />

mi potrò sfogare. Ti piace?<br />

- Mi piacerebbe, se tu fossi a Trento. Verrei da te ogni giorno,<br />

due volte al giorno. Già, quando ti credono malato, stare a Verona<br />

o a Trento non è lo stesso?<br />

- No, i regolamenti vogliono che il militare malato stia nella<br />

sede del Comando, sotto la continua e coscienziosa vigilanza dei<br />

medici. Ma, finita appena la guerra, tornerò qua. La guerra sarà<br />

fiera, ma breve.<br />

- Mi amerai sempre, mi sarai sempre fedele, non guarderai nessun'altra<br />

donna? Lo giuri?<br />

- Si, si, te lo giuro; ma l'ora passa, e i duemilacinquecento fiorini<br />

mi occorrono.<br />

- Subito?<br />

- Sicuro, devo portarli con me.<br />

- Ma nello scrignetto credo di avere appena una cinquantina di<br />

napoleoni d'oro. Tengo sempre poco danaro.<br />

- Insomma, trovali.<br />

- Come vuoi ch'io li trovi? Posso chiederli a mio marito a<br />

quest'ora, cosi, con quale pretesto, per darli a chi?<br />

- L'amore si conosce dai sacrifizii. Non mi ami.<br />

- Non ti amo? Io che ti darei volentieri tutto il mio sangue.<br />

- Queste sono parole. Se non hai danaro, dammi i gioielli.<br />

Non risposi e mi sentii impallidire. Accortosi dell'impressione<br />

che mi avevano fatto le sue ultime parole, Remigio mi serrò<br />

tra le braccia di ferro e, mutato tono, ripeté più volte:<br />

- Sai che ti amo infinitamente, <strong>Livia</strong> mia, e ti amerò finché<br />

avrò un soffio di vita; ma questa vita salvamela, te ne scongiuro,<br />

salvala per te, se mi vuoi bene.<br />

Mi prendeva le mani, e le baciava.<br />

Ero già vinta. Andai alla scrivania a prendere le tre piccole<br />

chiavi dello scrignetto: temevo di far rumore; camminavo in<br />

punta di piedi, benché avessi i piedi nudi. Remigio mi accompagnò<br />

nel gabinetto dietro l'alcova: serrai l'uscio, perché il conte<br />

non potesse udire, ed aperto lo scrigno con qualche difficoltà,<br />

tanto ero agitata, ne trassi un fornimento intiero di brillanti,<br />

mormorando:<br />

- Ecco, prendi. Costò quasi dodicimila lire. Troverai da venderlo?<br />

-<br />

Remigio mi tolse di mano l'astuccio; guardò i gioielli e disse:<br />

23


- Usurai ce n'è dappertutto.<br />

- Sarebbe un peccato il darlo via per poco. Cerca modo di<br />

poterlo ricuperare. -<br />

Mi piangeva il cuore. Il diadema specialmente mi stava tanto<br />

bene.<br />

- E i denari me li dai? - chiese Remigio. - Mi farebbero comodo.<br />

Cercai nello scrigno i napoleoni d'oro, che avevo messo in un<br />

mucchietto, e, senza contarli, glieli diedi. Mi baciò e, frettolosamente,<br />

fece per uscire. Lo trattenni. Con un atto d'impazienza<br />

mi respinse, dicendo:<br />

- Se ti preme la mia vita, !asciami andare.<br />

- Fa piano, non senti che gli stivali scricchiolano? E poi, aspetta.<br />

Voglio vedere se c'è la cameriera; bisogna ch'ella venga ad<br />

accompagnarti. -<br />

La cameriera, infatti, attendeva in una stanza vicina.<br />

- Mi scrh·erai subito?<br />

- Sl.<br />

- Ogni due giorni? -<br />

Vo!e,•o dare un ultimo bacio all'amante mio, che amavo tanto:<br />

era già sparito.<br />

Aperte le invetriate, guardai nella via. Il sole indorava le alte<br />

cime dei monti. Innanzi al portone stavano discorrendo fra loro<br />

il mozzo di stalla ed il guattero. Alzarono gli occhi e mi videro;<br />

poi videro uscire dal palazzo Remigio, che camminava in fretta<br />

con le tasche dell'abito rigonfie.<br />

Tornai a <strong>letto</strong> e piansi rutto il giorno: l'energia della mia natura<br />

era fiaccata. Il medico la mattina appresso trovò che bruciavo<br />

e che avevo una gran febbre; ordinò il chinino che non<br />

presi: avrei voluto morire. Una settimana intiera dopo la visita<br />

di Remigio la cameriera mi portò con la sua solita placidezza una<br />

lettera, che, appena \'ista, le strappai di mano rabbiosamente:<br />

avevo indovinato, era di lui, la prima dopo la sua panenza, e<br />

mi posi a leggerla con sì furiosa avidità che, giunta alla fine,<br />

dovetti ricominciare: non ne avevo capito nulla. Me la ricordo<br />

ancora oggi parola per parola, tante volte la lessi e tante volte<br />

i casi terribili, che la seguirono, me ne fecero risovvenire:<br />

« Li via adora t a,<br />

«M'hai salvato la vita. Ho venduto l'astuccio a un Salomone<br />

qualunque, per poco, a dire il vero, ma in queste circostanze di<br />

trambusti e di spaventi non si poteva esigere di più, duemila<br />

fiorini, i quali sono bastati a riempire la vorace pancia dei medici.<br />

Prima di dovermi ammalare ho trovato una bella stanza<br />

verso l'Adige in Via Santo Stefano al numero 147 (scrivimi a<br />

questo indirizzo), grande, pulita, con una anticamera tutta per<br />

me, da cui si esce direttamente sulla scala; mi sono provvisto<br />

di tabacco, di rum, di carte da giuoco e di tutti i volumi di<br />

24


Paolo Koch e di Alessandro Dumas. Non manco di compagnia<br />

piacevole, tutti maschi (non ti agitare), tutti scrocconi, e se non<br />

fosse che devo parere zoppo e che di giorno non posso uscire di<br />

casa, mi direi l'uomo più felice del mondo. Certo, mi manca<br />

una cosa, la tua persona, cara <strong>Livia</strong>, che adoro e che vorrei avere<br />

il dì e la <strong>notte</strong> fra le mie braccia. Dunque non ti dar pensiero<br />

di nulla. Io leggerò le notizie della guerra fumando; e quanti<br />

più Italiani e Austriaci se ne andranno all'inferno tanto più ci<br />

avrò gusto. Amami sempre come io t'amo; appena la guerra<br />

sarà finita e questi cani di dottori, i quali mi costano un occhio<br />

della testa, m'avranno lasciato in pace, correrà ad abbracciarti,<br />

più ardente che mai, il tuo Remigio »<br />

La lettera mi lasciò sconcertata e disgustata, così mi parve volgare;<br />

ma poi, nel tornarvi su, a poco a poco mi persuasi che il<br />

tono in cui era scritta fosse affettatamente leggiero e gaio, e<br />

che l'amante avesse fatto un crudele, ma nobilissimo sforzo nel<br />

contenere l'impeto del suo cuore, tanto per non gettare nuova<br />

esca nella mia passione, che era già un incendio, e per quietar·<br />

mi un poco l'animo, ch'egli sapeva terribilmente ansioso. Ristudiai<br />

la lettera in ogni frase, in ogni sillaba. Avevo bruciate<br />

tutte le altre quasi appena ricevute; serbai questa in un taschino<br />

del portamonete, per cavarmela spesso quand'ero sola, dopo<br />

avere serrato a chiave gli uscii della stanza. Tutto mi confermava<br />

nella mia credenza benevola: quelle espressioni d'affetto mi apparivano<br />

tanto più potenti quanto più erano rapide, e quei pe·<br />

riodi grossolani e cinici mi si presentavano alla fantasia sublimi<br />

di generoso sacrifìzio. Avevo tanto bisogno di credere che la mia<br />

smania trovasse una scusa nella smania dell'altro; e la viltà di<br />

lui mi riempiva il seno d'entusiasmo, purché io credessi di essere<br />

la cagione. Ma il mio cervello galoppante non si fermava<br />

qui. Chi sa, pensavo tra me, chi sa che questa lettera sia tutta<br />

un magnanimo inganno! Forse egli è già partito per il campo,<br />

forse egli sta di contro il nemico; ma, più curante di me che di<br />

lui, non volendo farmi morire negli sbigottimenti e nei terrori,<br />

m'addormenta con la menzogna pietosa. Appena un tale pensiero<br />

si fece adito nel tnio spirito, me ne sentii tutta invasa. Le in·<br />

sonnie, l'avversione al mangiare, i disturbi fisici contribuivano<br />

ad una vera esaltazione mentale.<br />

Vivevo quasi nella solitudine. Già la mia società s'era andata<br />

via via restringendo, poiché le famiglie nobili trentine, avverse<br />

alle opinioni politiche del conte, avevano da un pezzo lasciato<br />

con bel garbo lui e me affatto in disparte; i giovani, frementi di<br />

italianismo, ci sfuggivano senza riguardi e ci odiavano; gl'impiegati<br />

del paese, non sapendo come la guerra sarebbe andata a<br />

finire, per non rischiare di compromettersi né in un modo né in<br />

un altro, oramai si astenevano dal mettere piede in casa nostra,<br />

vedevamo, insomma, qualche nobile austriacante, spiantato e<br />

25


parassita, qualche alto funzionario tirolcsc, duro, testardo, puzzolente<br />

di birra c di cattivo tabacco. I militari non trovavano<br />

più l'agio né la voglia di occuparsi di me. La mia relazione col<br />

tenente Remigio, conosciuta da tutti, eccetto che da mio marito,<br />

aveva accresciuto il mio isolamento, il quale, del resto, m'era<br />

gradito, anzi necessario nello stato d'animo in cui da un po' di<br />

tempo vivevo. Rcmigio, dopo la lettera famosa, non aveva più<br />

scritto. Sognavo per lui dei pericoli, che mi apparivano tanto<br />

più orrendi quanto più erano incerti. Avrei potuto sopportare<br />

forse la sicurezza dci rischi d'una battaglia; ma il non sapere se<br />

il mio amante andasse alla guerra o no, era un dubbio che mi<br />

faceva impazzire. Scrissi a Verona ad un generale che conoscevo,<br />

a due colonnelli, poi a qualcuno di quegli ufficialetti, i quali mi<br />

avevano tanto corteggiata a Venezia: nessuno rispose. Tempestavo<br />

Remigio di lettere: niente.<br />

Intanto le ostilità principiarono: la vita civile era soppressa; la<br />

ferrovia, le strade non servivano ad altro che ai carriaggi delle<br />

munizioni, delle ambulanze, delle proviande, agli squadroni di<br />

cavalleria, che passavano in mezzo a nu\·oli di polvere, alle batterie,<br />

che facevano tremare le case, ai reggimenti di fanteria,<br />

che si svolgevano l'uno dopo l'altro interminabili, sinuosi, striscianti<br />

come un verme, il quale volesse abbracciare nelle sue<br />

enormi spire tutta quanta la terra.<br />

Una mattina calda, affannosa, il 26 del giugno, capitarono le prime<br />

notizie di una battaglia orribile: l'Austria era disfatta, diecimila<br />

morti, ventimila feriti, le bandiere perdute, Verona ancora<br />

nostra, ma vicina a cedere, come le altre fortezze, all'impeto<br />

infernale degli Italiani.<br />

Mio marito era in villa, e doveva starei una settimana. Suonai<br />

con furia; la cameriera non veniva; tornai a suonare, si presentò<br />

all'uscio il domestico.<br />

- Dormite tutti? Maledetti poltroni. Fammi venire subito il<br />

cocchiere, ma subito, intendi? -<br />

Qualche minuto dopo entrò Giacomo sbigottito, abbottonandosi<br />

la livrea.<br />

- Da qui a Verona quante miglia ci sono? -<br />

Stette un poco a pensare.<br />

- Dunque? - Ripresi stizzita.<br />

- Giacomo faceva i suoi conti:<br />

- Da qui a Roveredo circa quattordici; da Roveredo a Verona<br />

dovrebbero essere ... non saprei ... ci si mette con due buoni ca­<br />

''alli dieci ore, poco più poco meno, senza contare le fermate.<br />

- Ci sei mai stato con i cavalli da Trento a Verona?<br />

- No, signora contessa; andai da Roveredo a Verona.<br />

- Fa lo stesso. Da qui a Roveredo so bene anch'io che occorrono<br />

due ore.<br />

- Due ore e mezzo, scusi, signora contessa.<br />

26


- Dunque due e dieci fanno dodici in tutto.<br />

- Mettiamo tredici, signora contessa, e di buon trotto.<br />

- Quanti cavalli ha preso con sé il padrone?<br />

- La sua solita cavallina morella.<br />

- Ne restano quattro in scuderia.<br />

- Sl, signora padrona: Fanny, Candida, Lampo e lo stallone.<br />

- Potresti attaccarli tutti quattro?<br />

- Insieme?<br />

- Sl, insieme. -<br />

Giacomo sorrise con una cert'aria di benevola compassione:<br />

- Scusi, signora contessa, non è possibile. Lo stallone ...<br />

- Ebbene, attacca gli altri tre.<br />

- Lampo ha una sciacatura, povero Lampo, non può neanche<br />

trascinarsi al passo.<br />

- Attacca dunque come al solito Fanny e Candida, in nome di<br />

Dio - gridai, pestando i piedi, e soggiunsi: - Domattina alle<br />

quattro.<br />

- Sarà servita, signora padrona; e, scusi, per regolarmi nella<br />

biada da portar via, dove si va?<br />

- A Verona.<br />

- A Verona, misericordia! In quanti giorni?<br />

- Dalla mattina alla sera.<br />

- Signora padrona, scusi, ma questo proprio non si può.<br />

- Ed io lo voglio, hai capito? - replicai con accento così imperioso<br />

che il pover'uomo trovò appena il coraggo di balbettare:<br />

- Abbia compassione di me. Accopperemo le due cavalle, e il<br />

padrone mi caccerà sulla strada.<br />

- La responsabilità è mia. Obbedisci e non pensare ad altro<br />

- e gli diedi quattro marenghi. -<br />

- Ti darò il doppio quando saremo tornati, ad un patto per<br />

altro, che tu non dica niente a nessuno.<br />

- Per questo non c'è pericolo; ma gl'ingombri della strada, i<br />

carri, i cannoni, le prepotenze dei soldati, le seccature dei gendarmi?<br />

- Ci penso io. -<br />

Giacomo piegò il capo, rassegnato, ma non persuaso.<br />

- A che ora giungeremo a Verona?<br />

- Quando vorrà il cielo, signora padrona; e sarà un miracolo<br />

se ci arriveremo vivi, lei, signora padrona, io e le due po\'ere<br />

bestie. Per me poco importa, ma per lei e per le bestie!<br />

- Bene, alle quattro dunque, e silenzio. Se taci avrai quello<br />

che ti ho promesso, se parli ti licenzio sui due piedi e senza salario.<br />

Hai inteso? Bada che tutti, anche la cameriera, devono credere<br />

che andiamo a San Michele, dalla marchesa Giulia.<br />

Giacomo, rannuvolato, s'inchinò ed usd dalla stanza.<br />

All'alba ero in carrozza, e via. Avevo chiuso le tendine degli<br />

sportelli, c guardavo da un angolo ai fantaccini trafelati e poh·e-<br />

27


osi, i quali, credendo che nel cocchio stesse un qualche gran<br />

personaggio, si schieravano lungo i fossati; alcuni facevano il<br />

saluto militare.<br />

Di quando in quando bisognava rallentare la corsa con mio fiero<br />

dispetto o a dirittura fermarsi alcuni minuti per aspettare che i<br />

pesanti c cigolanti carri avessero lasciato libero il passo: le cose<br />

per altro andavano meglio assai di quello che avesse predetto<br />

Giacomo. Una pattuglia di gendarmi a cavallo fermò la carrozza,<br />

ma il sergente, vedendo che c'era dentro una signora, si contentò<br />

di gridare cavallerescamente: - Buon viaggio. - Più giù di<br />

Roveredo, a Pieve, ci si trattenne a rinfrescare un poco; poi a<br />

Borghetto, staccate le giumente, che non ne potevano più, passammo<br />

tre ore buone, che mi parvero tre anni, rannicchiata come<br />

ero nella carrozza, udendo i lamenti e le bestemmie dei soldati,<br />

i quali si lasciavano cascare in terra a squadre per pochi istanti vicino<br />

all'osteria, sotto la scarsa ombra degli alberi magri, e mangiavano<br />

un tozzo di pagnotta e bevevano un sorso d'acqua. Avrò<br />

chiamato dieci volte Giacomo, il quale veniva allo sportello con<br />

tanto di grugno, sforzandosi di parere composto, e si toglieva il<br />

cappello, e ripeteva: - Signora contessa, ancora dieci minuti -.<br />

Si ripigliò, quando Dio volle, il cammino. L'Adige che costeg­<br />

giavamo, era quasi asciutto, i campi sembravano arsi, la strada<br />

brillava d'un candore abbagliante, non si vedeva una macchia<br />

nel cielo azzurro, le pareti della carrozza bruciavano e in quell'afa<br />

grave, in quella densa polvere, io mi sentivo soffocare. La<br />

fronte mi gocciolava e battevo i piedi per l'impazienza. Non badai<br />

alla Chiusa: ascoltavo lo scoppiettio della frusta di Giacomo.<br />

A Pescatina si tornò a rinfrescare: le buone bestie camminavano<br />

a stento, e a giungere a Verona ci volevano ancora dieci lunghe<br />

miglia. Il sole era scomparso in un nimbo di fuoco. Sempre carri<br />

e soldati, ronde di gendarmi, polvere, e a momenti un frastuono<br />

assordante e uno stridore acuto di ferramenta, a momenti un<br />

mormorio confuso e pauroso, nel quale si distinguevano gemiti<br />

e imprecazioni e le strofe di qualche canzonaccia oscena, cantata<br />

da voci strozzate. Fino ad ora eravamo scesi con la corrente<br />

degli uomini e dei veicoli, ora ci s'incontrava in qualche<br />

vettura d'ambulanza, in qualche compagnia pedestre di militari<br />

leggermente feriti, col braccio al collo, una fasciatura alla testa,<br />

verdi in volto, curvi, zoppicanti, laceri. E Rernigio, Rernigio!<br />

Gridavo a Giacomo di battere le bestie col manico della<br />

frusta. Cominciava a far <strong>notte</strong>. S'arrivò alle mura di Verona ver­<br />

so le nove; e tanto era il timor panico, tanto il trambusto, che<br />

nessuno badò alla carrozza, e si poté giungere all'albergo della<br />

Torre di Londra senz'altri intoppi. Non c'era più una camera,<br />

non c'era un buco dove poter dormire, né in quell'albergo, né,<br />

per quanto mi assicurarono, in nessuna altra locanda della città:<br />

tutto era stato requisito per gli ufficali. I cavalli, morti di<br />

28


stanchezza vennero legati nel cortile; Giacomo doveva attendere<br />

ad essi; io finalmente sbalzai a terra.<br />

Mi feci accompagnare a piedi da un ragazzaccio nella via Santo<br />

Stefano al numero 147.<br />

Si dovette camminare più volte su e giù nella strada, guardando<br />

all'alto delle porte, innanzi di distinguere nel barlume dei<br />

rari fanali il numero della casa. Se Remigio c'era, volevo fargli<br />

un'improvvisata: le mie membra tremavano tutte d'impazienza<br />

e di desiderio, ma poteva essere a <strong>letto</strong>, poteva stare in compa·<br />

gnia di qualcuno, e, sebbene volessi ad ogni costo vederlo subito,<br />

pure mi sembrò di dover mandare il ragazzo avanti in esplorazione.<br />

Era furbo e capì a volo: doveva suonare, chiedere del<br />

tenente per una faccenda urgentissima, insistere perché gli aprissero,<br />

salire, dirgli una fandonia qualunque, per esempio che un<br />

signore, del quale s'era scordato il nome e che alloggiava all'albergo<br />

della Torre ·di Londra, bramava, senza ritardo, avere<br />

notizie della sua salute. Il fanciullo nel venir fuori, aveva da lasciare<br />

aperti l'uscio del quartiere e la porta di strada. Io mi nascosi<br />

sul fianco della casa, in un chiassuolo tra la via ed il<br />

fiume.<br />

Il fanciullo suonò. S'udl una voce rabbiosa dall'ultimo piano:<br />

-Chi è?<br />

- Sta qui il tenente Remigio Ruz?<br />

- L'altro campanello, quello di mezzo: alla malora. -<br />

Il fanciullo suonò all'altro campanello. Passò un minuto, che<br />

mi sembrò interminabile, e nessuno comparve; il ragazzo tornò<br />

a suonare: allora dal secondo piano una voce di donna chiese:<br />

- Chi è?<br />

- Sta qui il tenente Remigio Ruz?<br />

- Sì, ma non riceve nessuno.<br />

- Ho bisogno di parlargli.<br />

- Domattina, dopo le nove.<br />

- No, questa sera. Hanno paura dei ladri? -<br />

Passò un altro minuto e finalmente la porti si aprì.<br />

Remigio c'era! la gioia mi spezzava il cuore: mi si offuscò la vista<br />

e, non potendo reggermi sulle gambe, m'appoggiai alla muraglia.<br />

Poco dopo il fanciullo tornò: s'era fatto mandare al diavolo,<br />

ma aveva potuto lasciare l'uscio e la porta socchiusi. Mi<br />

tornarono le forze, diedi qualche moneta all'astuto monello, e,<br />

strisciando, entrai nella casa. Avevo previsto che mi sarebbero<br />

occorsi i fiammiferi: al pianerottolo del secondo piano v'erano<br />

due usci, sopra uno dei quali stava appiccato il biglietto da visita<br />

di Remigio; spinsi l'imposta, che cedette, ed entrai senza<br />

rumore in una stanza quasi buia. Toccavo la cima delle mie<br />

speranze, sentivo già le braccia dell'amante mio, per il quale<br />

avrei dato senza esitare tutto quello ch'io avevo e la mia vita<br />

insieme, schiacciarmi impetuosamente sopra il suo largo torace,<br />

29


sentivo i suoi denti incidere la mia pelle c pregustavo un mondo<br />

inenarrabile di allegrezze furiose.<br />

La consolazione mi fiaccava: dovetti sedcrmi sopra una seggiola,<br />

che stava accanto all'ingresso. Udi\'O c vedevo come se fossi<br />

immctsil in un sogno: ave\'o perso il senso della realtà. Ma quaJcuno<br />

lì d'appresso rideva: era un riso di donna stridulo, sguaiato,<br />

sgangherato, che a poco a poco mi destò. Ascoltai, mi rizzai e,<br />

trattenendo il respiro, m'avvicinai ati un uscio spalancato, daJ<br />

quale si vedeva in una vasta camera illuminata. Io stavo nell'ombra,<br />

né mi si poteva scorgere. Oh perché in quel punto Dio<br />

non mi accecò! V'era una tavola co' resti d'una cena; v'era, dietro<br />

alla tavola, un largo canapé verde su cui Remigio, sdraiato,<br />

faceva per gioco il solletico sotto l'ascella ad una ragazza, la quale<br />

sghignazzava, si sbellicava, si dimenava, si contorceva tutta,<br />

sforzandosi invano di svincolarsi dalle mani dell'uomo, che le<br />

dava baci sulle braccia, sul collo, sulla nuca, dove capitava.<br />

Io non mi potevo più muovere: ero inchiodata aJ mio posto,<br />

con gli occhi fissi, le orecchie tese, la gola arsa.<br />

L'uomo, stufo della burla, afferrò alla vita la ragazza, mettendosela<br />

a sedere sulle ginocchia. Allora cominciarono i discorsi,<br />

interrotti spesso da scherzi e da carezze. Sentivo le parole, il<br />

senso mi sfuggiva. A un tratto la donna pronunciò il mio nome.<br />

- Mostrami i ritratti della contessa <strong>Livia</strong>.<br />

- Li hai visti tante volte.<br />

- Mostrameli, te ne prego. -<br />

L'uomo, rimanendo disteso sul canapé, alzò un lembo della tovaglia,<br />

aperse il cassetto della tavola e ne cavò delle carte. La<br />

ragazza, diventata seria, cercò fra quelle i ritratti e li guardò<br />

lungamente, poi:<br />

- E bella la contessa <strong>Livia</strong>?<br />

- Lo vedi.<br />

- Non mi capisci: voglio sapere se ti par più bella di me.<br />

- Nessuna donna mi può parer più bella di te.<br />

- Vedi, in questa fotografia il vestito da ballo lascia scoperte<br />

le braccia intiere e le spalle giù giù - e la fanciulla s'accomodava<br />

la camicia, confrontando con il ritratto:<br />

- Guarda, ti sembro più bella?<br />

L'uomo la baciò in mezzo aJ petto, esclamando:<br />

- Mille volte più bella. -<br />

La fanciulla, accanto alla lucerna, fissando negli occhi l'uomo,<br />

che sorrideva, pigliò ad uno ad uno i quattro ritratti, e lenta<br />

lenta li lacerò ciascuno in quattro pezzi; e lasciava cadere quei<br />

brani sulla tavola in mezzo ai tondi e ai bicchieri. L'uomo continuava<br />

a sorridere.<br />

- Ma tu, cattivo, le dici pure di volerle bene.<br />

- Sai che glielo dico il meno possibile; ma ho bisogno di lei,<br />

e non saremmo qui insieme, cara, se non m'avesse dato il denaro<br />

30


che sai. Quei maledetti medici me l'hanno fatta pagar salata la<br />

vita.<br />

Quanto t'è rimasto?<br />

- Cinquecento fiorini, che sono già in parte sfumati. Bisogna<br />

scrivere a Trento alla cassa: ogni parola dolce, un marengo.<br />

- Eppure - disse la donna con gli occhi pieni di lagrime - ep·<br />

pure mi pesa. -<br />

L'uomo se la tirò vicina sul canapé verde, mormorando:<br />

- Lacrime non ne voglio. -<br />

In quel punto il cuore mi si rivoltò dentro: l'amore era diventato<br />

esecrazione. Mi trovai nella strada. Andavo senza sapere<br />

dove; mi passavano accanto nella oscurità, urtandomi, gruppi<br />

di soldati, barelle, da cui venivano gemiti lunghi o strilli di<br />

dolore, qualche cittadino frettoloso, qualche contadino spaurito;<br />

nessuno badava a me, che scivolavo lungo i muri delle case ed<br />

ero vestita di nero con un fitto velo sul volto. Riescii ad un largo<br />

viale piantato di alberi cupi, dove il fiume, corrente alla mia destra,<br />

rinfrescava un poco l'aria affannosa. L'acqua si perdeva<br />

quasi nelle tenebre; ma non mi venne, neanche per un attimo,<br />

la tentazione del suicidio. Era già nato in me, senza ch'io neppure<br />

me ne fossi avveduta, un pensiero bieco, ancora indeterminato,<br />

ancora annebbiato, il quale m'invadeva adagio adagio l'anima<br />

intiera e la mente, il pensiero della vendetta. Avevo offerto<br />

tutto a quell'uomo, ero vissuta per lui, senza di lui m'ero<br />

sentita morire, con lui ero salita al cielo; ed il suo cuore, i suoi<br />

baci, egli li dava ad un'altra! La scena a cui avevo assistito, mi<br />

si ridipingeva tutta dinanzi; vedevo ancora sotto ai miei occhi<br />

quelle lascivie. Infame! Corro per lui, superando ogni ostacolo,<br />

sprezzando ogni pericolo, gettando nel fango il mio nome: corro<br />

ad aiutarlo, corro a confortarlo; e lo trovo sano, più bello che<br />

mai e nelle braccia di una donna! E lui, che mi deve tutto e la<br />

sua ganza, calpestano insieme la mia dignità ed il mio affetto e<br />

mi scherniscono e mi vituperano. E sono io che pago le loro<br />

orgie; e quella donna bionda si vanta, nuda, di essere più bella<br />

di me; e lui, lui (m'era serbato questo supremo obbrobrio) la<br />

proclama lui stesso più bella!<br />

Tante emozioni m'avevano affranto: l'ira, che bolliva dentro di<br />

me, aveva messo in tutto il mio corpo una febbre ardente, che<br />

mi faceva tremare le gambe. Non sapevo dove fossi; non volevo,<br />

né potevo farmi accompagnare da un passante fino all'albergo<br />

per chiudermi di nuovo nella carrozza; mi posi a sedere sulla<br />

sponda del fiume, fissando gli occhi nel cielo nero. Non trovavo<br />

requie; rientrai nelle vie della città; impazzivo; casca\·o di fatica;<br />

da diciotto ore non avevo mangiato. l\1i trovai per caso di<br />

contro ad una modesta bottega da cafiè, e, dopo avere più volte<br />

girato innanzi alla vetrina, parendomi che non ci fosse nessuno,<br />

andai a pormi nel canto più lontano c scuro, ordinando qu;1lco-<br />

31


- Ho inteso. Il tenente era l'amante suo e l'ha piantata. Ella si<br />

vendica facendolo fucilare, e insieme con lui facendo fucilare i<br />

medici. È vero?<br />

- Dei medici non m'importa.<br />

Il generale stette un poco meditando con le ciglia aggrottate, poi<br />

mi stese la lettera, che gli avevo data:<br />

- Signora, ci pensi: la delazione è un'infamia e l'opera sua è un<br />

assassinio.<br />

- Signor generale - esclamai, alzando il viso e guardandolo altera<br />

- compia il suo dovere. -<br />

La sera, verso le nove, un soldato portò all'albergo della Torre<br />

di Londra dove finalmente mi avevano trovato una camera, un<br />

biglietto, che diceva così:<br />

« Domattina alle quattro e mezza precise verranno fucilati nel<br />

secondo cortile di Castel San Pietro il tenente Remigio Ruz<br />

ed il medico del suo reggimento. Questo foglio servirà per assistere<br />

alla esecuzione. Il sottoscritto chiede scusa alla Signora contessa<br />

di non poterle offrire anche lo spettacolo della fucilazione<br />

degli altri medici, i quali, per ragioni che qui è inutile riferire,<br />

vennero rimandati ad un altro Consiglio di Guerra.<br />

Generale Hauptmann »<br />

Alle tre e mezza nella <strong>notte</strong> buia uscivo a piedi dall'albergo,<br />

accompagnata da Giacomo. Al basso del colle di Castel San Pietro<br />

gli ordinai che mi lasciasse, e cominciai sola a salire la strada<br />

erta; avevo caldo, soffocavo; non volevo togliermi il velo dalla<br />

faccia, bensì, sciolti i primi bottoni dell'abito, rivoltai i lembi<br />

dello scollo al di dentro: quel po' d'aria sul seno mi faceva respirare<br />

meglio.<br />

Le stelle impallidivano, si diffondeva intorno un albore giallastro<br />

Seguii de' soldati, che, girando il fianco del Castello, entrarono<br />

in un cortile chiuso dagli alti e cupi muri di cinta. Vi<br />

stavano già schierate due squadre di granatieri, immobili. Nessuno<br />

badava a me in quel brulichio silenzioso di militari e in quelle<br />

mezze tenebre. Si sentivano le campane suonare giù nella città,<br />

dalla quale salivano mille rumori confusi. Cigolò una porta bassa<br />

del castello, e ne uscirono due uomini con le mani legate dietro<br />

la schiena: l'uno magro, bruno, camminava innanzi ritto, sicuro<br />

con la fronte alta; l'altro, fiancheggiato da due soldati, che lo<br />

reggevano con molta fatica alle ascelle, si trascinava singhiozzando.<br />

Non so che cosa seguisse; leggevano, credo; poi udii un gran<br />

frastuono, e vidi il giovane bruno cadere, e nello stesso punto<br />

mi accorsi che Remigio era nudo fino alla cintola, e quelle braccia,<br />

quelle spalle, quel collo, tutte quelle membra che avevo tanto<br />

amato, m'abbagliarono. Mi volò nella fantasia l'immagine del<br />

mio amante, quando a Venezia, nella «sirena» pieno di ardore<br />

e di gioia, m'aveva stretta per la prima volta fra le sue braccia<br />

36


d'acciaio. Un secondo frastuono mi scosse: sul Lorace ancora palpitante<br />

e bianco più del marmo s'era slanciata una donna bionda,<br />

cui schizzavano addosso i zampilli di sangue.<br />

Alla vista di quella femmina turpe si ridestò in me tutto lo<br />

sdegno, e con lo sdegno la dignità e la forza. A\·evo la coscienza<br />

del mio diritto; m'avviai per uscire, tranquilla nell'orgoglio di<br />

un difficile dovere compiuto.<br />

Alla soglia del cancello mi sentii strappare il velo dal volto;<br />

mi girai e vidi innanzi a me il grugno sporco dell'ufficiale Boemo.<br />

Cavò dalla bocca enorme il cannello della sua pipa, e, avvicinando<br />

al mio viso il suo mustacchio, mi sputò sulla guancia ...<br />

L'avevo detto io che l'aVYocatino Gino sarebbe tornato. Bastò<br />

una riga: Venite, faremo la pace, perché capitasse a precipizio.<br />

Ha piantato quella bamboccia della sua sposa una settimana<br />

innanzi al giorno destinato pel matrimonio; e va ripetendo<br />

ogni tanto, stringendomi quasi con la vigoria del tenente Remigio:<br />

- <strong>Livia</strong> sei un angelo! -<br />

37


DALLA NOVELLA AL FILM


DALLA :\OVELLA ALLA PRI:\1A SCENEGGIA TURA<br />

Che cosa attrasse Visconti ,-erso questa nO\·ella, rutt'altro che<br />

felice, eli Boiro, lo disse in parte lo stesso regista nelle note dichiarazioni<br />

rese all'inizio della realizzazione eli quello che si chiamava<br />

allora «Uragano d'estate »: soprattutto un tono eli «eccezionalità»,<br />

deri\·ato alla storia d'amore dall'essere gli amanti<br />

stranieri e nemici, in un particolare periodo eli tempo.<br />

Attra,·erso quella egli scopri\·a un « riflesso » dei grossi movimenti<br />

politici e sociali che in quel determinato periodo \'eni\·ano<br />

a marurazione, e un'allusione al crepuscolo di un tempo tr.l\·agliatissimo<br />

della storia d'Italia; il contlitto eli interessi e di carat·<br />

teri, elemento tragicou, ma pri,•ato, eli Ossessione, sostituito da<br />

un massiccio scontro di mondi: « qui è la disfatta militare, la<br />

tragedia corale eli una bat;:aglia perduta, che prende il sopra\··<br />

,·ento sulla misera fine di un'an·enrura d'amore».<br />

Un rapporto, sia pure indiretto, allush·o, fra l'ambiente e i protagonisti,<br />

era presente anche in Boito, ma così rarefatto e impercettibile,<br />

da non riconoscersi attra\·erso una sia pur attenta let·<br />

rura. i\lentre nella no\·ella è e\·idente una ricerca eli misute non<br />

comuni, eli stoisurati gesti, e eli reazioni illitoitate (una aspirazione,<br />

letteraria, all'eccezionale) essa si chiude nel recinto eli una<br />

inconfessabile avyentura individuale, sulla quale la vicenda collettiva<br />

getta rare luci, senza riuscire a colorarla.<br />

Visconti sembra a\·ere l'impressione di tro,·arsi davanti ad una<br />

catth•a rappresentazione eli un dramma che in sé ha elementi<br />

non comuni, dei quali l'autore non si è accorto, proprio perché<br />

contemporaneo, pri,·o eli una definita prospettiva morale; fermo,<br />

come la protagonista, ad una memoria sensuale e venclicath·a che<br />

cerca solo di perperuare un sadico piacere, solcato da qualche<br />

fuggiti\·o turbamento.<br />

In una lunga, ripetuta lettura, ducante la quale preziosi aggettivi,<br />

colori, suoni, dialoghi, si staccano dal testo, e si preparano<br />

per un nuo\·o racconto a ,·estire forme diverse, o a morire,<br />

Visconti, oltre le intenzioni e i risultati dell'autore, va ad abitare<br />

nel paesaggio immoto dei personaggi ,•ivemi della novella, ne scopre<br />

nuove parentele, ragioni, coscienza. Comincia qui un'operazione<br />

complessa e molteplice che termined solo alla parola « fine»<br />

del film, ma che proceded ancora oltre, alle futute regìe teatrali<br />

eli Come le foglie e de La Traviata, così come si<br />

41


lega alle esperienze precedenti, e in modo particolare ed esplicito<br />

a Il Trovatore, a letture diverse e lontane.<br />

Ed ecco il primo, violento rovesciamento dell'umore della novella.<br />

Mentre con Boito l'andare con la storia era compito dci<br />

piccoli uomini e l'ignorarla privilegio dci felici semidei, Visconti<br />

scopre il massimo di carica del racconto nell'estrema consapevolezza<br />

storica dei personaggi. In un giuoco estremamente vario<br />

di dannazioni e sconfitte, ciascuno di essi ha un preciso atteggiamento<br />

di fronte alle vicende del tempo, e in rapporto a quello<br />

è giudicato.<br />

La solitaria, acre confessione della <strong>Livia</strong> di Boito, si sdoppia<br />

allora in una duplice comunicazione fra <strong>Livia</strong> e Ussoni, le due<br />

anime ribelli al vuoto cinismo dello scrittore veneziano.<br />

Visconti divide la materia in tre blocchi massicci; blocco <strong>Livia</strong>,<br />

blocco Ussoni, blocco Hans. Il blocco <strong>Livia</strong> è basato sul<br />

melodramma. Il blocco Ussoni è il mondo del poema epico, del<br />

romanzo e della pittura eroica; è un tempo d'azione individuale<br />

immersa in un vasto sfondo corale, nel quale cerca la propria<br />

ragione. La seconda parte della confessione di <strong>Livia</strong> è invece<br />

in diretta funzione di Hans, che conclude i fallimenti di <strong>Livia</strong> e<br />

Ussoni, trascendendoli con l'austerità del consapevole martirio.<br />

Immersi, tutti i tre protagonisti, nel chiuso della propria esperienza,<br />

non riescono a creare fra loro un rapporto convincente;<br />

tutti e tre sinceri e scoperti, non si influenzano né si modificano;<br />

Visconti ha trovato per essi una ragione di coscienza,<br />

ma non ancora il modo della loro parentela.<br />

In pari misura la parte storica (la battaglia di Custoza, qui<br />

sviluppata a riempire gran parte del film) e la vicenda privata<br />

si presentano ancora come antagonisti, alla ricerca di una reciproca<br />

sopraffazione. Ma già si intravvedono, confusi tra elementi<br />

eterogenei, i pilastri di una precisa disposizione narrativa. La materia<br />

comincia già a coagularsi intorno a grandi scene unitarie<br />

(la Fenice, la passeggiata notturna, la camera d'albergo, la casa<br />

di Hans, <strong>Aldeno</strong>, Verona) circondate da brevi, scenette dove parlano<br />

il tempo e i fatti.<br />

42


9. Piazza S. Marco. Esterno giorno.<br />

La piazza è semideserta. Manifestini per terra, mossi dal vento.<br />

Gli austriaci si allontanano. Si dice che un italiano abbia preso<br />

a schiaffi un austriaco. L'italiano è Ussoni, che si avvicina a<br />

<strong>Livia</strong> e la trascina via.<br />

10. Mercerie e calli adiacenti. Esterno giorno.<br />

Dialogo fra Lìvia e Ussoni in mezzo alla gente. Ussoni amaramente<br />

esprime sdegno per la paura dei propri connazionali, quando<br />

persino il generale Lamarmora, che ha redatto il manifesto,<br />

sembra deciso a svegliarsi ed a mobilitare. Ma i giornali non<br />

l'hanno pubblicato. Reagendo a questa paura Ussoni ha sfidato<br />

un tenente austriaco (forse dì nome Weil), il quale rideva e diceva<br />

insolenze sugli italiani. « E ora di uscire dalla tana ».<br />

11. <strong>Camera</strong> da <strong>letto</strong> in casa di <strong>Livia</strong>. <strong>Interno</strong> sera.<br />

Il conte Camillo Serpierì, marito dì <strong>Livia</strong>, rimprovera violentemente<br />

la moglie di essersi mostrata in pubblico con Ussoni, mescolandosi<br />

in una faccenda che potrebbe procurare gravi noie, a<br />

causa del duello che ci sarà e delle testimonianze da rendere. <strong>Livia</strong><br />

allora, consiglia al marito di interessarsi per evitare il duello.<br />

Quindi acconsente ad accompagnare il marito a teatro per non<br />

rivelare contrasti di famiglia, ma con l'intenzione di aiutare Ussonì.<br />

12. Complesso Teatro La Fenice. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

Musica del Trovatore, finale 3o atto. In un palco di proscenio,<br />

<strong>Livia</strong>, il marito ed un colonnello austriaco. In sala scarso pubblico<br />

e molti militari. Il conte Serpìeri è servile verso l'austriaco.<br />

<strong>Livia</strong> allude all'incidente della mattina. Vuole conoscere il tenente<br />

Weil, che ella guarda col binoccolo in un palco di fronte, scoprendone<br />

la bellezza e l'alterigia. Il tenente Weil, mandato a<br />

chiamare, entra nel palco mentre inizia il quarto atto de « il Trovatore<br />

». <strong>Livia</strong> cerca di indurre Hans \1V'eil a rinunciare al duello.<br />

Continuo rapporto tra la situazione nel palco e quella del melodramma<br />

che si sta svolgendo. <strong>Livia</strong> accenna alle smanie degli<br />

«eroi» dell'opera, ed è turbata dallo sguardo di Hans. Ma Weil<br />

è sicuro di sé perché ha già deciso di non scendere a duello e<br />

di fare arrestare Ussoni. <strong>Livia</strong>, turbatissima alla notizia, chiede<br />

al marito di abbandonare il teatro.<br />

13. Corridoio e imbarcadero Teatro La Fenice. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> incontra Massenza, un amico di Ussonì, ed apprende che<br />

il cugino è già stato arrestato. Si allontana verso la gondola.<br />

14. Salotto in casa di <strong>Livia</strong>. I11terno Giorno.<br />

<strong>Livia</strong> discute con Massenza ed un altro il modo di aiutare Ussoni,<br />

benché il conte Serpieri si opponga.<br />

44


22. Salotto di una casa signorile. <strong>Interno</strong> imbrunire.<br />

<strong>Livia</strong>, alla finestra, non ascolta i discorsi di politica che si fanno<br />

nel salotto. Ci si augura che non scoppi la guerra. A <strong>Livia</strong> queste<br />

cose non interessano ormai più.<br />

23. Palco alla Fenice. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong>, nell'intervallo, sta cercando Hans col binocolo. Sente aprire<br />

la porta del palco. Spera che sia lui. È invece Massenza. Saluta<br />

delusa.<br />

24. Piazza a Venezia. Esterno giorno.<br />

È ormai <strong>Livia</strong> che cerca Hans. Passano due plotoni di austriaci.<br />

Il secondo è comandato da Hans. Colloquio di sguardi tra i due.<br />

<strong>Livia</strong> sente di non essere più padrona di se stessa, ed ha paura.<br />

25. Campiello davanti la casa di <strong>Livia</strong>. Esterno imbrunire.<br />

Il conte Serpieri sta sorvegliando il carico di un barcone diretto<br />

alla Magliana. <strong>Livia</strong>, che vuole fuggire da Hans, propone al marito<br />

di andare insieme nella villa di campagna. Serpieri rifiuta.<br />

26. Scantinato e ingresso casa di <strong>Livia</strong>. Venezia. <strong>Interno</strong> imbrunire.<br />

Serpieri è preoccupato perché teme che nell'imminente guerra tra<br />

Prussia ed Austria gli italiani si schierino coi prussiani mettendosi<br />

nei pasticci. I patroti italiani gli hanno inviato una lettera invitandolo<br />

a sparire. Serpieri pensa a tutti i compromessi per cavarsela<br />

nel modo più vantaggioso. <strong>Livia</strong> invece pensa a fuggire da<br />

Venezia e insiste nel suo invito, inascoltata. Passano nella strada<br />

soldati allegri e un ufficiale, visti attraverso i vetri. Serpieri augura<br />

agli austriaci di godersela, finché c'è tempo.<br />

27. Mercatino e strade adiacenti. Venezia. Esterno giorno.<br />

<strong>Livia</strong>, seguita dalla donna di servizio per la spesa, attraversa il<br />

mercato mentre si sta spargendo la notizia che è scoppiata la<br />

guerra. Concitazione e reazioni contrastanti, gioia, timore, dei<br />

presenti. <strong>Livia</strong> corre via per liberarsi della folla, spaurita ed agitata.<br />

Massenza l'abbraccia esultante, all'improvviso, senza che<br />

essa capisca chi è, }asciandola smarrita. <strong>Livia</strong> pensa di non vedere<br />

mai più Hans, forse già partito. Che sia meglio così? Ma vorrebbe<br />

incontrarlo almeno una volta.<br />

28. Piazzetta della caserma. Esterno giorno.<br />

Tuttavia <strong>Livia</strong> ha bisogno di constatare che Hans è partito davvero,<br />

nell'illusione di liberarsi da un incubo. Perciò corre verso la<br />

casa di lui, rasentando i muri sporchi, nell'ambiente marcio delle<br />

calli.<br />

29. Scale e pianerottolo camera Hans. <strong>Interno</strong> giomo.<br />

Trattata come una sgualdrina da alcuni soldati austriaci che m-<br />

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contra, <strong>Livia</strong>, a testa bassa, entra nel portone e si trova dinnanzi<br />

Hans. Chiede della partenza; non sa resistere. I due si baciano<br />

più volte. «Non ci curiamo di paradiso e d'inferno».<br />

30. Ponte e stradina pressi Stazione Venezia. Esterno giorno.<br />

Cominciano gli incontri di <strong>Livia</strong> con Hans, segreti in calli solitarie,<br />

o in una locanda. <strong>Livia</strong> è travestita, con veli neri e abiti<br />

modesù.<br />

31. <strong>Camera</strong> da <strong>letto</strong> locanda terz'ordine. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

Ambiente sporco. <strong>Livia</strong> sempre più innamorata. Hans è invece<br />

irritato. Ha fatto debiti appositamente, perdendo con mezzo reggimento,<br />

per farsi arrestare ed evitare la guerra con gente che<br />

non conosce.<br />

<strong>Livia</strong> vuole evitare l'arresto e gli regala una spilla di brillanti;<br />

poi teme di averlo offeso.<br />

32. Complesso pianerottolo e casa Hans. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

<strong>Livia</strong> cerca Hans in un alloggiamento, in disordine, per ufficiali<br />

fuori servizio. Poiché Hans non c'è, gli altri la trattano come una<br />

delle solite donne di Hans, che alla fine arriva allegrissimo. Ha<br />

ottenuto una licenza di tre giorni. Tornerà a casa. Egli parla di<br />

un mondo di amici e familiari che <strong>Livia</strong> non conosce. I suoi<br />

vogliono farlo sposare. <strong>Livia</strong> cerca di trovare un suo posto anche<br />

in quel mondo. Poiché Hans mostra di concepirla soltanto come<br />

un'amante clandestina, <strong>Livia</strong> si dice disposta a mettere in piazza<br />

la loro relazione.<br />

33. Passeggiata al Liston. Esterno giorno.<br />

<strong>Livia</strong> e Hans cominciano a mostrarsi in pubblico assieme.<br />

34. Salotto casa di <strong>Livia</strong> a Venezia. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

Il conte Serpieri ha saputo vagamente della relazione di <strong>Livia</strong><br />

ed ha deciso di partire per la Magliana, anche per sottrarsi alle<br />

sue compromissioni con gli austriaci in caso di vittoria italiana.<br />

Ma <strong>Livia</strong> non vuole partire ed è decisa a confessare tutto. Serpieri,<br />

tuttavia, impone la partenza, con un violento ceffone.<br />

35. Strada adiacente piauetta caserma. Venezia. Estemo giorno.<br />

<strong>Livia</strong> vuole avvisare Hans e lo cerca dovunque. Lo attende invano<br />

sotto la pioggia fino a sera.<br />

36. Strada presso casa di <strong>Livia</strong>. Venezia. Esterno imbrunire.<br />

<strong>Livia</strong>, tornando, incontra la cameriera, Laura, che la cerca\·a per<br />

conto del marito. Ma un uomo le si avvicina, dandole un indirizzo<br />

e dicendole che è attesa. Allora <strong>Livia</strong> licenzia sgarbatamente<br />

la cameriera e si avvia.<br />

37. Androne Cà Larga. <strong>Interno</strong> sera.<br />

<strong>Livia</strong> bussa alla porta. Non sa che cosa Hans abbia da comuni-<br />

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carie di importante, dato il luogo insolito. Nel frattempo viene<br />

raggiunta dal marito. Ma quando si apre la porta, ad attenderla<br />

è Ussoni. <strong>Livia</strong> piange e ride istericamente. Imbarazzo dei tre per<br />

la presenza di Serpieri. Ussoni annuncia la dichiarazione di guerra<br />

dell'I talia. Serpieri desidera chiarire la sua posizione: partiva<br />

per la campagna come privato cittadino. Chiede scusa a <strong>Livia</strong><br />

dell'infondato sospetto e si allontana.<br />

38. Saletta dei Patrioti. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> è come assente. Ussoni, Massenza e altri parlano della situazione.<br />

Hanno fucilato Moretti, uno dei loro. Bisogna prendere<br />

contatto con Cialdini, anche se Lamarmora vuole lasciare fuori<br />

dalla guerra i gruppi di volontari. Almeno diano le informazioni.<br />

Poi si prenderanno contatti anche con Garibaldi. Intanto bisogna<br />

portare del denaro ad <strong>Aldeno</strong>, la villa dei Serpieri, per tenerlo a<br />

disposizione dei patrioti. Ussoni chiede a <strong>Livia</strong> il favore. <strong>Livia</strong><br />

mostra di risvegliarsi un poco. Prova vergogna e rimorso. Accetta<br />

l'incarico.<br />

39. Campagna di Rovereto. Villa di <strong>Livia</strong>. Esterno imbrunire.<br />

Viaggio di <strong>Livia</strong> col marito, felice del rapporto della moglie coi<br />

patrioti. Giungono alla villa.<br />

40. <strong>Camera</strong> da <strong>letto</strong> <strong>Livia</strong> nella villa. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> non riesce a prendere sonno. Verso l'alba, abbaiare di cani<br />

ed un grande trambusto nella villa. Hans appare a <strong>Livia</strong>, che lo<br />

nasconde nello spogliatoio. Il trambusto continua mettendo in<br />

grande agitazione <strong>Livia</strong>, che mostra di partecipare alle ricerche<br />

(si è parlato di un ladro).<br />

Quando si placa l'allarme, Hans e <strong>Livia</strong> si gettano uno nelle braccia<br />

dell'altro. Hans deve partire per il fronte, obbedire a gente<br />

che ordina automaticamente di odiare e di amare. Ma ora è qui,<br />

vicino a <strong>Livia</strong>. <strong>Livia</strong> vuole nasconderlo, Hans finge di voler andare<br />

via.<br />

41. Corridoio presso camere Serpieri. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

Hans resta nascosto in una delle camere degli ospiti. <strong>Livia</strong> lo va<br />

a trovare.<br />

42. Giardino villa Serpieri. Esterno giorno.<br />

<strong>Livia</strong>, fatta spavalda, passeggia col marito. Insinua che la <strong>notte</strong>,<br />

possano essere stati i patrioti, che la cercavano. Serpieri è perplesso.<br />

Incontrano il parroco che, dando il benvenuto, parla della<br />

guerra, spera che sia breve, dice di ammirare Garibaldi per il<br />

suo coraggio, ma come cattolico ...<br />

43. Scale e corridoio villa di campagna. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

<strong>Livia</strong> si è liberata del marito e raggiunge Hans.<br />

48


51. Piazzetta di paese presso Borghetto. Esterno alba.<br />

Davanti al comando, confusi preparativi di partenza. Un ufficiale<br />

fa cenno ad Ussoni di entrare.<br />

52. Ingresso sede Comando. Intemo alba.<br />

Sta uscendo un generale, col quale Ussoni tenta inutilmente di<br />

parlare. Lo indirizzano invece dal capitano Meucci che gli consegna<br />

un lasciapassare e gli mette a disposizione una guida dopo<br />

avergli spiegato dettagliatamente il percorso. Canto di soldati in<br />

lontananza.<br />

Ussoni trattiene a stento l'ira. Aveva presentato un rapporto per<br />

concordare l'azione delle formazioni volontarie e si vede rispondere<br />

con l'elemosina di un lasciapassare. Meucci non sa che cosa<br />

dirgli. L'attacco è cominciato con un giorno di anticipo e in base<br />

a un fonogramma diverso da quello preparato in precedenza. Non<br />

ha altri ordini. Ussoni, allora, decide di raggiungere le formazioni<br />

volontarie e di agire ugualmente.<br />

53. Centro cittadina Valeggio. Esterno alba.<br />

Enorme confusione di reparti di cavalleria, artiglieria, bersa·<br />

glieri. Ussoni e la guida, sopra una carretta, passano a stento, dirigendosi<br />

verso l'uscita del paese.<br />

54. Campagna all'uscita di V aleggio. Esterno giorno.<br />

La confusione continua anche nella strada di campagna. Ussoni<br />

e Pasini, la guida, cercano di superare una lunga colonna di carriaggi<br />

che non si sa di dove vengano.<br />

55. Campagna tra Valeggio e Custoza. Esterno giorno.<br />

Per prati e viottoli, Ussoni e Pasini raggiungono un grosso concen·<br />

tramento di truppe d'artiglieria. Vengono fermati e mostrano il<br />

lasciapassare. Durante il burocratico riconoscimento del lasciapassare,<br />

parlano con gli artiglieri, che chiedono pane. Sono senza<br />

rancio dal giorno prima. II lasciapassare non è ritenuto valido.<br />

Ussoni e Pasini sono messi sotto scorta.<br />

<strong>56.</strong> Medesima località. Estemo mezzogiorno.<br />

Gli artiglieri si riposano, al sole. Ad un tratto si odono degli spari<br />

sempre più intensi, poi colpi d'artiglieria. Concitazione di comandi.<br />

Tuona il cannone in direzione di Oliosi. Giunge un generale<br />

a cavallo, con la scorta. Ussoni cerca di fermarlo senza riuscirvi.<br />

La colonna si mette in movimento. Conviene farsi dimenticare.<br />

Quando sono partiti tutti, Pasini getta la carretta al galoppo verso<br />

un prato in salita.<br />

57. Campagna presso Custoza. Esterno giorno.<br />

Nell'altro versante della valle le fanterie italiane vanno all'attacco,<br />

puntando alla confluenza di due vallate. Pasini non vuole spin-<br />

50


gersi oltre in quella direzione e chiede notizie a contadini spauriti<br />

per tagliar fuori la zona della battaglia. Ma Ussoni teme di<br />

non giungere in tempo e spinge al galoppo il cavallo giù per il<br />

pendio, trascinando Pasini. Si vedono Villafranca e Custoza. La<br />

carretta corre pazzamente finché si rovescia. Ora alle spalle appare<br />

un reggimento di Kaiserjager e contro di loro formicolano<br />

all'improvviso i bersaglieri. Sono nel centro della battaglia. Il<br />

cavallo si getta al galoppo nella discesa. Pasini viene colpito e<br />

muore, mentre Ussoni si precipita di corsa giù per la collina.<br />

58. Campagna tra Marzago e Fontana. Tramonto.<br />

Ussoni è sperduto, senza orientamento, solo. La battaglia si è<br />

allontanata. Ad un tratto vede truppe in ritirata. Li riconosce per<br />

austriaci, si toglie la giacca, è pazzo di gioia. Cammina per chilometri,<br />

a piedi, senza accorgersene. Arriva a S. Ambrogio dove<br />

deve incontrarsi col capo della nostra catena di informatori.<br />

59. Cortile in casa modesta presso S. Ambrogio. I mbrunire.<br />

Ussoni discute animatamente con altri patrioti. L'esito favorevole<br />

della battaglia sta diventando sempre più certo. Ussoni, però,<br />

vuole intervenire coi patrioti per far pesare la loro partecipazione,<br />

a guerra finita, contro le riforme prevedibilmente lente ed<br />

insensibili dell'esercito governativo, alleato con i prussiani. Poiché<br />

Garibaldi continua l'avanzata nel Trentino, Ussoni e gli altri<br />

organizzano il piano ambizioso di presidiare con poche centinaia<br />

di patrioti la zona fra Trento e Rovereto. Un sogno.<br />

60. Campagna lungo Adige presso Rovereto. Esterno giorno.<br />

I patrioti male armati e male equipaggiati presidiano un piccolo<br />

paese, Isera. Hanno costituito un posto di blocco, tra la curiosità<br />

della popolazione. C'è, tra gli altri, Ussoni. Al posto di blocco<br />

s'è fermata anche la carrozza di Serpieri e del Marchese Giacomozzi,<br />

che incontrano Ussoni. Serpieri è a disagio. Notizie incerte<br />

sulla battaglia in corso. Ussoni dà istruzioni a due patrioti, indicando<br />

la carrozza di Serpieri e parlando di un piano per la <strong>notte</strong>.<br />

61. Piazzetta di <strong>Aldeno</strong>. Esterno imbrunire.<br />

Scrpieri, Ussoni e tre patrioti sono appena giunti in paese, senza<br />

incontrare austriaci. Ciò dà loro la sicurezza che le cose si stanno<br />

mettendo per il meglio. Parlano con la gente. Serpieri ha ormai<br />

cambiato bandiera. Riconosce la propria collaborazione con gli<br />

austriaci ma dice che era necessaria per frenarli. Qualcuno fa<br />

dell'ironia sulle sue parole. La gente, timidamente, di fronte al<br />

risultato vittorioso, comincia a scuotersi. Qualcuno espone una<br />

bandiera tricolore. Ma all'improvviso giunge un ragazzo annun·<br />

ciando l'arrivo degli austriaci. ì:: impossibile, eppure è cosl. Nella<br />

zona occupata dai patrioti gli austriaci h


Gli austriaci sono ormai vicini. La gente fugge. Serpieri si nasconde,<br />

Ussoni e gli altri tre tentano una piccola resistenza. Mentre<br />

Serpieri corre incontro agli austriaci gridando loro di avanzare,<br />

viene ucciso. Gli austriaci avanzano da più direzioni. Ussoni<br />

dà ordine ai patrioti di ritirarsi. Resiste ancora. Gli austriaci<br />

sparano all'impazzata. Ussoni, rimasto solo, fugge a cavallo.<br />

62. Stradina davanti la villa di <strong>Livia</strong>. Imbrunire.<br />

Ussoni cerca <strong>Livia</strong>, ma il giardiniere dice che è partita in mattinata,<br />

non sa per dove. Anche la cameriera se ne è andata. Ussoni<br />

giustifica <strong>Livia</strong>, dicendo che non avrebbe potuto far niente anche<br />

se fosse rimasta.<br />

63. <strong>Camera</strong> ospedale. <strong>Interno</strong> sera.<br />

Ussoni parla a <strong>Livia</strong>: «Sarebbe stato lo stesso! ». Ma <strong>Livia</strong> non<br />

è convinta. Riprende la sua storia, con voce spenta. Partl da<br />

<strong>Aldeno</strong> alle prime notizie dell'avanzata italiana, per raggiungere<br />

Hans, sapere che cosa gli era successo.<br />

64. Strada statale presso Rovereto. Esterno giorno.<br />

<strong>Livia</strong> impone al cocchiere di raggiungere Verona con la carrozza,<br />

nonostante la lunghezza del viaggio, il disordine e l'ingombro<br />

delle strade.<br />

65. Strada statale presso Ala. Esterno giorno.<br />

La carrozza passa in mezzo a cavalleggeri austriaci e contadini,<br />

fermi in torno a carri rovescia ti.<br />

66. Strada statale lungo l'Adige. Esterno giorno.<br />

La carrozza supera fanterie austriache. Ma una pattuglia di<br />

ulani la ferma.<br />

67. Vettura di <strong>Livia</strong>. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

<strong>Livia</strong> è contrariata. Fa valere la propria condizione di suddita<br />

austriaca, ma il comandante degli ulani parla del pericolo di<br />

bande armate italiane e la costringe a prendere una strada più<br />

lunga.<br />

68. Strada secondaria presso Ala. Esterno giorno.<br />

Il cocchiere ottiene da <strong>Livia</strong> una sosta per far riposare le cavalle.<br />

Soldati austriaci si riposano nell'erba.<br />

69. Vettura di <strong>Livia</strong>. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

<strong>Livia</strong> attende, guardando fissa davanti a sé. C'è un silenzio pesante,<br />

nell'aria. Ad un tratto sente da un soldato austriaco una<br />

canzone prediletta da Hans. <strong>Livia</strong> ne ripete le parole, non sa<br />

trattenere le lacrime; poi chiama in fretta il cocchiere.<br />

70. Strada presso Serravalle. Esterno giorno.<br />

Il viaggio continua, monotono e ossessivo, fra convogli e fan·<br />

52


terie in movimento, in un paesaggio arso e abbagliante, con<br />

diverse soste. Finché giungono presso un enorme assembramento<br />

di truppe austriache.<br />

71. Tra Serravalle e Rivalta. Esterno giorno.<br />

La carrozza avanza tra i soldati stanchi e indifferenti. II cocchiere<br />

scende e conduce i cavalli tenendo le redini.<br />

72. Periferia di S. Ambrogio. Esterno giorno.<br />

È il tramonto. La carrozza è costretta a fermarsi. <strong>Livia</strong> scende.<br />

Si ode il cannone, in lontananza. Una contadina, che stringe a<br />

sé un bimbo, dà notizie incerte della battaglia in corso.<br />

73. Strada statale oltre Pescatina. Esterno giorno.<br />

Grida rauche. È un centro ambulanze. Moltissimi feriti austriaci<br />

provenienti da Custoza. Spettacolo terribile. <strong>Livia</strong> riconosce i feriti<br />

del reggimento di Hans. Chiede notizie. I feriti sono inebetiti.<br />

Il cocchiere la invita a proseguire per Verona. <strong>Livia</strong> ha lo<br />

sguardo spento.<br />

74. Porta di Verona. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Disordini. Soldati austriaci ubriachi dovunque. Alcuni attorno ad<br />

una bancarella di cocomeri, illuminata violentemente. La carrozza<br />

di <strong>Livia</strong> riesce a passare a gran fatica. II viso febbrile di <strong>Livia</strong><br />

attraverso il vetro impolverato.<br />

75. Piazza delle Erbe. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Si fermano davanti ad un albergo. La confusione è grande. Allegria<br />

di donne, soldati austriaci, borghesi. <strong>Livia</strong> manda il cocchiere<br />

a fissare due camere, quindi si allontana, sola, attraverso la<br />

piazza.<br />

76. Via Porticato di Verona. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> chiede informazioni ad un gruppo di ragazzetti che giuocano<br />

a dadi. Si fa accompagnare in via Santo Stefano.<br />

77. Centro di Verona. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Soldati e ragazze per le vie, in un clima di orgia e di abbrutti·<br />

mento fisico. <strong>Livia</strong>, stanchissima, fatica a tener dietro al ragaz·<br />

zetto che l'accompagna.<br />

78. Via Santo Stefano. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Dopo qualche ricerca nel buio di un antico quartiere silenzioso e<br />

cupo, trovano il portone della casa di Hans. <strong>Livia</strong> trema di<br />

paura . .Manda il ragazzctto a chiedere informazioni. Hans Weil<br />

è in casa. <strong>Livia</strong>. improvvisamente felice, regala alcune monete<br />

alla sua guida, chiedendogli un ultimo favore: di farsi aprire la<br />

porta. Lei Io seguirà. Intanto si aggiusta allo specchio.<br />

53


79. Scale casa di Hans. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> sale nel buio. Il ragazzetto ha fatto aprire e fugge via. <strong>Livia</strong><br />

viene accolta con freddezza da Hans.<br />

80. Complesso casa di Hans a Verona. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

Hans continua a trattare <strong>Livia</strong> con crudele ironia. Ma <strong>Livia</strong> deve<br />

dirgli che finora ha esitato a raggiungerlo perché trattenuta dagli<br />

scrupoli della sua condizione, delle sue comodità, della sua patria.<br />

Ora ha gettato tutto alle spalle ed è venuta a vivere con lui.<br />

La reazione di Hans, ubriaco, è violentissima. La presenza di<br />

<strong>Livia</strong> che lo ha pagato perché disertasse, gli fa sentire la miseria<br />

della sua condizione. Perciò la respinge spietatamente. Quando<br />

dall'altra stanza si ode la voce di un'altra donna. <strong>Livia</strong> fa per<br />

fuggire, ma Hans la trattiene, vantando la propria sincerità e<br />

quella della sgualdrina che ha con sé nel riconoscere il proprio<br />

fango. <strong>Livia</strong> non è capace di ciò. Prima tollerava tutto perché lo<br />

conciliava coi propri v:izi. Ora è gelosa ed ha deciso di crearsi<br />

un amante ufficiale. La reazione di Hans, apparente disertore<br />

pentito, è parimenti disgustosa e vile. <strong>Livia</strong> fugge a precipizio<br />

per le scale buie, mentre Hans inizia a litigare violentemente con<br />

la sgualdrina, che non si vede.<br />

81. Strada presso Via Santo Stefano. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> cammina come una pazza, rasentando i muri, in strade sempre<br />

più larghe, in mezzo a soldati che bivaccano. Un soldato can·<br />

ta una canzone che, indirettamente, fa del sarcasmo sulla situazione<br />

della Contessa. Un altro afferra <strong>Livia</strong>, che si libera con<br />

violenza e va via correndo per strade buie e deserte.<br />

82. Strada e argine del fiume. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Giunta sull'argine del fiume, <strong>Livia</strong> scende verso l'acqua cupa, e<br />

si accascia. Non pensa nemmeno per un attimo di suicidarsi. Ma<br />

si accorge di avere nella borsetta l'unica lettera di Hans, che<br />

parla di corruzione di medici e della sua diserzione. L'amore di<br />

<strong>Livia</strong> ora si trasforma in esecrazione. Poi, sorge, sempre più<br />

lucido e confortante il pensiero della vendetta.<br />

83. Caffè dell'Arena. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong>, trascinandosi, entra nel caffè e si siede. Disordine e militari<br />

austriaci. Entrano un ufficiale e un boemo. C'è anche una ragazza,<br />

Costanza. Parlano dell'impero che, nonostante Custoza, si sfascierà.<br />

Quindi accennano ad un collega mantenuto da una ricca veneta.<br />

E Hans: e Costanza la sua nuova donna. Conoscono anche<br />

la faccenda, dei medici corrotti. <strong>Livia</strong> sente tutto. Quando essi<br />

si siedono al suo tavolo, naturalmente senza riconoscerla, tentando<br />

di scherzare anche con lei, <strong>Livia</strong> per sottrarsi chiede di<br />

essere accompagnata all'albergo dal boemo, l'unico rimasto al suo<br />

posto. E una forestiera, non conosce la città.<br />

54


84. Strada di Verona. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Il boemo chiede scusa per la villania dei colleghi; ma nonostante<br />

la recente vittoria c'è aria di sfacelo. Quello di <strong>Livia</strong> è l'albergo<br />

Torre di Londra.<br />

85. Cortile dell'albergo Torre di Londra. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Anche l'albergo è pieno di soldati. Il cocchiere riconosce <strong>Livia</strong> e<br />

la informa che non c'è posto. <strong>Livia</strong> decide di dormire nella propria<br />

carrozza. Chiede al boemo chi sia il comandante la piazza.<br />

Ormai ha deciso. Solo, dovrà aspettare il giorno.<br />

86. Piazza davanti al Castello di Verona. Esterno mattina.<br />

Molti soldati, e confusione, ma inizia l'assestamento. <strong>Livia</strong> si<br />

avvia verso l'ingresso del Castello. Ha un'espressione decisa, nel<br />

viso pallido.<br />

87. Loggiato del Castello di Verona. Esterno mattina.<br />

<strong>Livia</strong>, accompagnata da un ufficiale di ordinanza, viene introdotta.<br />

88. Cala appartamento privato Gen. Hauptmann.<br />

Mentre l'ufficiale va a cercare il generale, <strong>Livia</strong> si avvtcma ad<br />

un'ampia finestra, dalla quale si vede tutta Verona, un paesaggio<br />

incantevole. Ma <strong>Livia</strong> non vede. Ad un tratto entrano due<br />

bimbe quasi albine, figlie del Generale, scherzano con <strong>Livia</strong>. Il<br />

Generale, quando entra, prende in braccio affettuosamente le<br />

figlie, quindi si rivolge familiarmente a <strong>Livia</strong>; ma comprende che<br />

la cosa è seria, allora manda via le bimbe. <strong>Livia</strong> consegna la<br />

lettera. Il Generale resta disgustato dalla delazione. <strong>Livia</strong>, che<br />

si dichiara trentina, lo invita a fare il suo dovere.<br />

89. Anticamera uffici del Comando Castello. Verona. <strong>Interno</strong><br />

giorno.<br />

<strong>Livia</strong> siede ed assiste ad un andirivieni di ufficiali, chiamati<br />

dal Generale. Sono evidentemente gli ordini che riguardano Hans.<br />

Viene invitata ad uscire.<br />

90. Piazza davanti al Castello. Esterno giorno.<br />

<strong>Livia</strong> ha piena coscienza di avere ucciso Hans in modo sporco.<br />

Una vecchia contadina le si avvicina chiedendo dei prigionieri italiani<br />

che starebbero per arrivare. È felice perché sa che, in ogni<br />

modo, i suoi cari sono vivi. <strong>Livia</strong> piange, si è pentita del gesto.<br />

Immagina di tornare dal Generale e di ritrattare. Poi pensa che<br />

la cosa migliore sia di avvertire Hans e di aiutarlo a distruggere<br />

le eventuali prove.<br />

91. Strada di Verona. Esterno giorno.<br />

<strong>Livia</strong> cammina, parlando tra sé con aria felice. Prove non ce ne


sono. Prepara a mezza voce gli argomenti per farsi perdonare<br />

da Hans e fuggire con lui.<br />

92. Incrocio strada centro Verona. Esterno giorno.<br />

<strong>Livia</strong> ora corre, rischiando di farsi travolgere dai carriaggi. Perde<br />

il cappello.<br />

93. Via Santo Stefano. Esterno giorno.<br />

Davanti alla casa di Hans c'è affollamento. Una ragazza informa<br />

<strong>Livia</strong> che Hans è stato arrestato. <strong>Livia</strong> si sente svenire.<br />

94. Fornaio Via Santo Stefano. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

La moglie del fornaio cerca di far rinvenire <strong>Livia</strong>, seduta. Pensa<br />

che sia stato un dolore in riferimento alla sconfitta. Tra la piccola<br />

folla presente c'è un graduato austriaco. <strong>Livia</strong> gli si rivolge in<br />

tedesco, chiedendo di essere condotta subito dal generale Hauptmann.<br />

La moglie del fornaio, scambiandola per un'austriaca,<br />

si pente d'averla aiutata.<br />

95. Anticamera degli uffici del Castello. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

Il Generale non vuole ricevere <strong>Livia</strong>, che si rivolge ad un Colonnello.<br />

Viene indirizzata ad un ufficiale.<br />

96. Anticamera degli uffici del Castello. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

<strong>Livia</strong> sostiene di avere scritto lei la lettera. L'ufficiale risponde<br />

freddamente che se l'accusa è infondata il processo Io dimostrerà.<br />

<strong>Livia</strong> non è soddisfatta. Decide di aspettare il Generale.<br />

97. Corridoio presso l'uscita del Castello. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

<strong>Livia</strong> attende per ore. Incontra di nuovo l'ufficiale della scena<br />

precedente, che la respinge infastidito. La pratica è ormai in mano<br />

al Tribunale Militare Straordinario.<br />

98. Androne Sede Tribunale Militare. <strong>Interno</strong> imbrunire.<br />

<strong>Livia</strong> vuole sapere dal piantone, vuole essere ricevuta. Apprende<br />

che nella giornata uno è stato condannato a morte. Il tenente<br />

Hans Weil? Non sa; vada alle carceri, alla fortezza.<br />

99. Castello di Verona. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> si aggira nelle vicinanze. C'è aria di festa per la vittoria.<br />

Riconosce il boemo che l'accompagnò il giorno prima. Hans sarà<br />

giustiziato all'alba. Se vuole, può vederlo.<br />

100. Cella prigione fortezza. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> viene introdotta nella cella di Hans che spera di ricevere<br />

da lei una notizia di salvezza, e la scongiura di aiutarlo. Parla<br />

del suo destino, si dice vigliacco perché ha accettato fatalisticamente<br />

l'ordine delle cose cedendo all'istinto della conservazione.<br />

Ma <strong>Livia</strong> dice di aver ormai tentato tutto. Non resta ora che la<br />

56


domanda di grazia. È un giorno di vittoria, sapranno perdonare,<br />

anche se, vinta una battaglia, perderanno la guerra. Si abbracciano,<br />

contro uno sfondo di bagliori provenienti dalla finestra.<br />

È ormai scaduto il termine del colloquio. Il boemo viene a prendere<br />

<strong>Livia</strong>, che ripete automaticamente le frasi come una demente.<br />

Il boemo la lascia sperare nell'accettazione della domanda<br />

di grazia, d'intesa con Hans, ormai rassegnato a morire in ordine<br />

con le cose in cui non ha creduto.<br />

101. Cortile secondario della Fortezza.<br />

<strong>Livia</strong> rimane in delirio, presso un muro, come una mendicante.<br />

Non se ne va, nonostante l'invito dei soldati. Reclina la testa, gli<br />

occhi si chiudono.<br />

102. Cortile secondario della Fortezza. Esterno alba.<br />

Squilli di tromba, si fa giorno. <strong>Livia</strong> è ancora accasciata. Sente<br />

dei comandi militari, è il plotone di esecuzione che avanza. <strong>Livia</strong>,<br />

impietrita, si ritrae, per non essere cacciata.<br />

Hans ha le mani legate dietro la schiena ed uno sguardo di sfida.<br />

Viene fucilato. <strong>Livia</strong> grida paurosamente e si allontana correndo<br />

per il corridoio.<br />

103. <strong>Camera</strong> ospedale Verona. <strong>Interno</strong> imbrunire.<br />

<strong>Livia</strong> è ancora in preda all'incubo del ricordo. Ussoni le sta accanto<br />

in silenzio. Due suore entrano e, senza curarsi di loro,<br />

corrono alla finestra. Gli italiani, le truppe italiane stanno entrando<br />

in città. Canti di vittoria, spari di mortaretti.<br />

104. Strade di Verona. Esterno imbrunire.<br />

La gente nelle strade. Grida, bandiere e stendardi. È uno sparuto<br />

drappello a cavallo, composto da pochi uomini dall'aspetto stanco<br />

e dalle divise malandate: l'avanguardia del grosso delle truppe.<br />

Alla testa, un soldato ferito porta la bandiera del reggimento.<br />

Fine.<br />

57


DALLA PRIMA ALLA SECONDA SCENEGGIATURA<br />

La sceneggiatura fiume aveva subito l'influenza di cinque diversi<br />

apporti. « Uragano d'estate » è il risultato di una collaborazione<br />

a due fra Luchino Visconti e Suso Cecchl D'Amico.<br />

Questa è, almeno secondo Suso Cecchi D'Amico, l'ultima sceneggiatura<br />

ufficiale, definitiva.<br />

Era difficile ritrovare nella prima sceneggiatura i personaggi<br />

del bell'ufficiale austriaco cerca volti e ambienti in cui consumarsi;<br />

la sconfitta di Custoza individua il suo teatro di orizzonti,<br />

paesaggi, strade. E anche a noi offre un volto più preciso.<br />

Era difficile ritrovare nella prima sceneggiatura i personaggi<br />

e gli stati d'animo del film; anzi, essa si presentava quasi come<br />

il rovescio dei suoi umori, perché era il momento faticoso e teso<br />

della scoperta dei motivi conduttori e del loro difficile annodarsi<br />

ai fatti. Nel massimo impegno di definizione storica, filosofica,<br />

culturale, cercando un precario equilibrio ad eterogenei indirizzi,<br />

essa assomigliava soprattutto ad un tentativo di giustificazione<br />

dei personaggi attraverso le cose più grandi di loro.<br />

Era un discorso ufficiale che aveva chiamato in suo aiuto la cultura,<br />

la storia, la filosofia, il teatro, ma quanto più provveduto<br />

di argomenti, di immagini, scoperto, sincero, ragionevole, tanto<br />

meno convincente. Questa prima versione si presentava col<br />

vizio di una sospetta ambiguità. Non era mai chiaro se il racconto<br />

tirasse dalla parte dei fatti o da quella dei personaggi.<br />

Ora, l'atto più evidente è la riduzione dei ricordi ad una sola<br />

memoria, quella di <strong>Livia</strong>, con la scomparsa di Ussoni, e quindi<br />

dell'ospedale, e quel finale a due che era anche un dispotico<br />

malizioso rovesciamento del terzo atto del « Trovatore ».<br />

Questo mutamento ne porta con sé altri numerosi. Infatti,<br />

se la confessione a due era un rapporto di sincerità, restava tuttavia<br />

un momento di esteriorizzazione. Qui essa diviene un tragico<br />

rapporto a se stessa, in un'ora di disperata solitudine (la<br />

solitudine di un Giuda carnefice-vittima). Memoria tutta femminile,<br />

ancora febbrile e scossa per l'esecuzione di Franz. Un<br />

processo nella profondità della coscienza viene ad accompagnare<br />

quello che era soprattutto uno sviluppo di fatti, fino a sostituirlo.<br />

Il racconto ne risulta apparentemente semplificato, ma<br />

reso più difficile dall'obbligo di presentarsi negli umori di una<br />

sola prospettiva.<br />

Si comincia con la diversa distribuzione degli episodi. Calano<br />

58


di numero e di peso le scene in cui non è presente il tenente;<br />

mentre si aprono, indugiano, crescono quelle in cui egli appare;<br />

qui la memoria, non più assente o risvegliata all'improvviso, ricorda<br />

espressioni, toni, cadenze, gesti. Esse si allargano come<br />

macchie d'olio, sommergendo le altre. Scompaiono quasi i litigi<br />

fra Li\'ia e Serpieri (lo schiaffo); Hans, il nome a lungo accarezzato,<br />

diviene Franz, il mondo esterno non urta più contro<br />

i protagonisti, li accompagna come un'eco. Tutto è più carezzevole,<br />

composto, invitante. La stessa scenografia dell'incontro<br />

notturno alle Fondamenta Riello lusinga il macabro cinismo di<br />

Franz, le rime sepolcrali di Heine. Scomparse le prostitute, il<br />

mendicante, resta solo un'eco di alterchi; il distacco avviene,<br />

meno violento, nel pittoresco operaio del canale di Cannaregio,<br />

che si ridesta. Il caffè Quadri prende vita, la stanza d'affitto<br />

diviene, nel suo squallore, incantevole rifugio di sentimenti;<br />

appaiono ex-novo una libreria, il granaio di villa <strong>Aldeno</strong>, la<br />

piazzetta del paese in un clima di attesa. Molto di quello che<br />

era ragione d'urto qui diventa materia d'impasto. C'è, evidente,<br />

un lavoro di pulizia, di liberazione dalle scorie. Già si tende a<br />

semplificare, per lasciare l'essenziale: che è la solitudine di<br />

Li via.<br />

Le modifiche divengono sostanziali per quanto riguarda i<br />

rapporti fra <strong>Livia</strong> e Franz, Ussoni, il finale della vicenda. Un<br />

doppio movimento porta <strong>Livia</strong> c Franz a campeggiare nella vicenda<br />

e a trasformare essenzialmente la natura del loro vincolo,<br />

che comincia appunto a diventare un amore « maledetto ». Ora<br />

l'impossibilità è nel profondo della struttura dei due personaggi;<br />

la divisione dei due mondi, più che nell'estraneità di partenza,<br />

è nel carattere dei due amanti, dei quali uno reca in dote<br />

il sentimento, l'altro il senso, ultimo rifugio prima di un gesto<br />

antipatico ma eroico, l'autodistruzione. Nella ragione del loro<br />

abbraccio essi portano quella della loro incomunicabilità; e in<br />

essa l'eco di una crisi più generale. Per dirla con una frase,<br />

nella prima sceneggiatura essi erano in guerra perché era in<br />

guerra il loro mondo, qui il mondo è in crisi perché essi non<br />

riescono ad incontrarsi. Quello che era un dramma di situazione,<br />

ora assume dunque una dimensione più estesa e invincibile,<br />

poiché la situazione è divenuta modo dei personaggi, se<br />

non completamente carattere.<br />

Cosl, anche il fatto storico. In Boito le azioni belliche degli<br />

italiani erano solo notizie, riferite da <strong>Livia</strong> con odio esagerato;<br />

nella prima redazione di Visconti, le notizie si incarnavano in<br />

un « messo >> che veniva a riferirne, il marchese Ussoni. In<br />

« Uragano d'estate >> i riferimenti alla preparazione del mo\'imento<br />

patriottico, le vicende della guerra, e anche tutto il<br />

viaggio di Ussoni, diventano «notizie interne >>. t:. una riduzione<br />

59


a momento della coscienza di tutta la parte epica del film, il<br />

mondo cioè tradito da <strong>Livia</strong> e rifiutato da Franz.<br />

Come risulta anche dal sunto allegato, in «Uragano d'estate»<br />

gli sceneggiatori eliminano quasi completamente l'intenzione<br />

precedente di documentare le ragioni strategiche della sconfitta,<br />

lasciando nell'aria tracce di disordine e di sperdimento, e accentuando<br />

invece la polemica filopartigiana di Ussoni, che poi si<br />

confonde con i fatti, e viene travolto dalla sconfitta scomparendo<br />

in un paesaggio di spettri e di macerie fumanti. Ussoni non è<br />

il protagonista « che sa »: egli viene a confondersi nel coro di<br />

una generale situazione di disastro. Ma al tempo stesso ne acquista,<br />

proprio perché nascente dalla contemplazione di chi è venuto<br />

meno agli impegni della patria, un'esaltazione epica, avvolta in<br />

una dolce retorica risorgimentale, del tutto giustificata, come<br />

una lontana visione nostalgica.<br />

Anche qui si manifesta una tendenza tipica di Visconti. L'autore,<br />

sicuro della presenza ed unità del suo mondo, non si cura<br />

assolutamente di ciò che « muore » da una all'altra sceneggiatura,<br />

certo che esso sopravvive all'interno, anche se non dichiarato.<br />

Come in un movimento pendolare, diventa esplicito ciò che era<br />

più riservato nelle prime stesure, nuovi personaggi prendono un<br />

nuovo sviluppo. I più espliciti riferimenti manzoniani scom·<br />

paiono, altri ne spuntano (il viaggio in barca di <strong>Livia</strong>) sempre,<br />

o quasi, con una intenzione profanatrice. <strong>Livia</strong>, ad <strong>Aldeno</strong>, è<br />

la Traviata, e subito dopo finge di dormire per restar sola con<br />

Franz, richiamandosi al finale della « Bohème ». Nel film tutto<br />

questo sarà sostituito con seducenti inflessioni shakespeariane<br />

e capiremo che « Senso » è la « Giulietta e Romeo » che Visconti<br />

preparava contemporaneamente a Castellani.'<br />

Le soluzioni espressive, nuove rispetto alla prima sceneggiatura,<br />

non sono poche, e forse non è inutile poterne indicare la<br />

data di nascita, poiché essa influirà anche sul loro disporsi nel<br />

film, quasi con un peso di diversa età. Il granaio di <strong>Aldeno</strong>, ad<br />

esempio, scoperto durante le ricognizioni. Molte spariranno, obbedendo<br />

ad un rigoroso processo di assestamento, e pur belle<br />

(la piazza S. Marco, il notturno al caffè Quadri, la piazzetta<br />

di <strong>Aldeno</strong>). Una importante trasformazione, inoltre, è nel gruppo<br />

finale, fra la scenata nella camera di Verona e l'ultimo incontro<br />

nella fortezza.<br />

l. La fonte, di struttura e di umore, più ditetta delle scene nella camera<br />

d 'affitto, e di tutto il blocco <strong>Aldeno</strong>, dalla malatùa di <strong>Livia</strong> alla partenza<br />

di Franz, è naruralmente « Rosso e nero ,. di Stendhal. Secondo Mario Se·<br />

randrei, che ha curato il montaggio, appunto « Le Rouge et le noir » e<br />

«Guerra e pace» di Tolstoi sono le due matrici di «Senso» per la parte<br />

epica e quella corrotta romantica. Ma esse, in tutta la elabòrazione del<br />

film, si ritrovano contaminate dai ricordi e dalle eco di infinite e più ra·<br />

re, diverse suggestioni.<br />

60


RIASSUNTO DELLA SECONDA SCENEGGIATURA<br />

TITOLO: « URAGANO D'ESTATE »<br />

Sotto i titoli, un rullio di tamburi che cresce lentamente. Alla<br />

fine dei titoli una scarica di fucileria, poi un grido lunghissimo<br />

di donna.<br />

l. Scala corridoio Fortezza Verona. <strong>Interno</strong> alba.<br />

<strong>Livia</strong> scarmigliata e terrorizzata, corre verso la porta del cortile.<br />

Un soldato riesce a fermarla.<br />

2. Cortile Fortezza di Verona. Esterno alba.<br />

<strong>Livia</strong> cerca di svincolarsi. Il plotone di esecuzione si allontana.<br />

Il cortile resta deserto. Solo, come una macchia biancastra, il<br />

corpo di un uomo a terra. <strong>Livia</strong> comincia a raccontare. Aveva<br />

conosciuto quell'uomo, pochi mesi prima, a Venezia.<br />

3. Piazza S. Marco a Venezia. Esterno giorno.<br />

Attorno all'immagine di Franz Mahler splendido e sorridente si<br />

precisa sempre più l'ambiente presso il caffè Quadri. Parlavano<br />

di lui soprattutto le donne, mentre gli uomini « in quella primavera<br />

arroventata » parlavano della guerra imminente. Franz<br />

si aggira indolente e annoiato, quando scoppia, improvvisa come<br />

un vento, una manifestazione per l'Italia, con lancio di manifestini<br />

e rincorse di sbirri. Franz si diverte ed ha espressioni<br />

di scherno per gli italiani. Ussoni lo sente e lo sfida. <strong>Livia</strong> porta<br />

via Ussoni rimproverandolo perché si è esposto troppo. Offre<br />

l'aiuto del marito, che Ussoni rifiuta.<br />

4. Bacino Orseolo.<br />

Le guardie fermano la gente. <strong>Livia</strong> toglie a Ussoni la coccarda<br />

tricolore e la nasconde.<br />

5. Altra calle e rio.<br />

<strong>Livia</strong> e Ussoni in mezzo alla gente, mentre le guardie colpiscono<br />

con violenza un giovanotto che ha dei manifestini in<br />

tasca. Mazzolini tricolori buttati nel rio. Fischi acuti delle<br />

guardie.<br />

6. Complesso Teatro La Fenice. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

Il Trovatore. Manrico canta «Di quella pira ». Poi come 12<br />

sceneggiatura precedente.<br />

7. Corridoi e scalone Teatro La Fenice. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

Come 13 sceneggiatura precedente.<br />

61


8. Imbarcadero Teatro La Fenice. Notte.<br />

Come 14 sceneggiatura precedente.<br />

9. Campo S. Pietro e Ponte di ferro. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Come 15 sceneggiatura precedente. Però Ussoni dà incarichi<br />

clandestini a <strong>Livia</strong>, per il collegamento con le bande.<br />

10. Fondamento Riello. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Come 16 sceneggiatura precedente. Prima parte.<br />

11. Fondamenta S. Anna. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Come 16 sceneggiatura precedente. Seconda parte.<br />

12. Fondamenta Rio Tana. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Come 17 sceneggiatura precedente. Franz paragona l'attività<br />

politica di Ussoni ai suoi giochi di bambino, e <strong>Livia</strong> a una ragazzetta<br />

dodicenne, infatuata di società segrete. Franz dice di averla<br />

pedinata tutti i giorni.<br />

13. Campo dell'Arsenale. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Camminano a lungo per le calli deserte.<br />

14. Fondamenta davanti l'Arsenale. Estemo 110tte.<br />

Camminano. Franz accenna alla sua vita grigia, aggrovigliata,<br />

fredda, in una città « incantevole ».<br />

15. Piazzetta Caserma. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Franz mostra la s-1.1a caserma.<br />

16. Campo del Ghetto. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Come 18 sceneggiatura precedente prima parte, senza prostitute<br />

e mendicanti. Franz scopre solitudine di <strong>Livia</strong>. « Bisogna fare<br />

ciò che ci fa sentire vivi ».<br />

17. Murano Campiello Pescheria. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Come 18 sceneggiatura precedente. Venditori cominciano a<br />

piazzare le bancarelle. È quasi l'alba. Donne che altercano.<br />

18. Canale di Cannaregio. Esterno alba.<br />

Come 18 sceneggiatura precedente. Franz cita Heine. L'ambiente<br />

si anima. Operai al lavoro. Uno guarda <strong>Livia</strong>, che ne ha<br />

vergogna, poi si allontana bruscamente lasciando Franz, mentre<br />

la gente continua ad uscire dalle case per il lavoro. Una sposa<br />

già sfiorita e il marito guardano Franz con timore.<br />

19. Complesso Palazzo Serpieri. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

Nei giorni seguenti <strong>Livia</strong> non esce di casa per timore di incontrare<br />

Franz. Anzi, propone al marito di partire per <strong>Aldeno</strong>,<br />

ma ne ottiene un rifiuto. Anche Laura, la cameriera, dice che<br />

è meglio restare in città ora che ci sarà la guerra.<br />

62


20. Campo davanti Palazzo Serpieri. Esterno giorno.<br />

Passano soldati allegri e un ufficiale, guardati da <strong>Livia</strong>, come<br />

in 26 sceneggiatura precedente ultima parte.<br />

21. <strong>Interno</strong> Palazzo Serpieri. Giorno.<br />

Laura nota che <strong>Livia</strong> non esce da tre giorni, e dice le parole<br />

di Serpieri in 26 sceneggiatura precedente, ultima parte, « Godetevela,<br />

ragazzi ».<br />

22. Ponte Storto Rio del Pestrin. Esterno giorno.<br />

<strong>Livia</strong>, vestita di scuro e coperta da veletta, cammina rapida.<br />

23. <strong>Livia</strong> entra nella casa di Franz, dopo una esitazione.<br />

<strong>Livia</strong> entra nella casa di Franz, dopo una esitazione.<br />

24. Scale e pianerottolo alloggio Franz. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

Come 29 sceneggiatura precedente. Non si parla di partenza di<br />

Franz.<br />

25. Rio Noale. Esterno giorno.<br />

Come 30 sceneggiatura precedente.<br />

26. <strong>Camera</strong> d'affitto alle Fondamenta Nuove. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

Scena d'amore. <strong>Livia</strong> è trasfigurata in una specie di estasi fuori<br />

del tempo, ma Franz la riconduce al mondo che li circonda,<br />

la guerra, l'ambiente di lei, e le preannuncia che rinnegherà lui<br />

e se stessa. Il loro patto è contro la loro storia. Grido di un<br />

giornalaio, voci che si chiamano fuori dalla buia stanza. (Situazioni,<br />

luoghi, frasi troppo crude, sono fin qui eliminate rispetto<br />

alla sceneggiatura precedente).<br />

27. Fondamenta Nuove viste dalla finestra. Esterno giorno.<br />

Cauti commenti. Alcune persone comprano il giornale ad<br />

un'edicola. Presenza di sbirri. Tensione silenziosa.<br />

28. <strong>Camera</strong> d'affitto alle Fondamenta Nuove. <strong>Interno</strong> sera.<br />

<strong>Livia</strong>, parlando con Franz, pare decisa a non tradire la sua<br />

posizione. L'amore di Franz? Una pazzia momentanea, l'unica<br />

della sua vita. Dissolvenza.<br />

29. <strong>Camera</strong> d'affitto alle Fondamenta Nuove. <strong>Interno</strong> sera.<br />

<strong>Livia</strong> si pettina. Lascia a Franz una ciocca dei suoi capelli. È<br />

già soltanto un ricordo. Si allontana.<br />

30. <strong>Camera</strong> d'affitto alle Fondamenta Nuove. <strong>Interno</strong> giomo.<br />

II giorno dopo <strong>Livia</strong> attende invano Franz. La padrona di casa<br />

dice che potrebbe essere partito e chiede di essere pagata. Ciò<br />

che <strong>Livia</strong> fa, fuggendo vergognosa e preoccupata per Franz.<br />

63


31. Scala e pianerottolo abitazione Franz. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

Come 32 sceneggiatura precedente. Però Franz non arriva. <strong>Livia</strong><br />

scopre la ciocca, abbandonata, dei suoi capelli. Non è nemmeno<br />

un ricordo. II boemo fa un ritratto di Franz assai poco<br />

edificante. Perciò <strong>Livia</strong> fugge, inseguita da risate.<br />

32. Una calle. Esterno giorno.<br />

<strong>Livia</strong> cammina, in preda più a gelosia che ad indignazione. Incontra<br />

Massenza che ha notizie da darle. Entrano in una libreria.<br />

Situazione di disagio.<br />

33. Libreria. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

Massenza parla con effusione delle adesioni numerose alle formazioni<br />

volontarie. <strong>Livia</strong>, che dovrebbe essere già ad <strong>Aldeno</strong><br />

secondo gli accordi con Ussoni, accampa scuse. Sta perdendo<br />

i contatti con quegli impegni.<br />

34. Complesso Palazzo Serpieri. Venezia. <strong>Interno</strong> imbmnire.<br />

Come 34 sceneggiatura precedente. Però Serpieri non ha saputo<br />

ancora niente di <strong>Livia</strong> e Franz. Alla fine <strong>Livia</strong> e il marito<br />

decidono di restare ancora un giorno o due, per invito di <strong>Livia</strong><br />

che inventa ragioni patriottiche. Ussoni è a Reggio.<br />

35. Piazza S. Marco. Venezia. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> e Serpieri si fanno vedere in piazza, mentre suona la<br />

banda e gli altri italiani si sono astenuti dall'intervenire per<br />

protesta. <strong>Livia</strong>, pallida e inquieta, cerca con lo sguardo Franz.<br />

Quando stanno per andarsene perché sembra che Franz non<br />

ci sia, <strong>Livia</strong> Io vede e, con una certa sorpresa del marito, lo<br />

saluta, con innaturale meraviglia. Poi riesce ad allontanarsi con<br />

lui per un poco e gli fa una scenata. S'è innamorata di lui,<br />

glielo confessa. Nonostante appaia la completa indifferenza di<br />

Franz per lei: le chiede anche dei soldi. <strong>Livia</strong> riesce ad ottenere<br />

un appuntamento per il giorno dopo ed è felice.<br />

36. Campo S. Arzolo e calli adiacenti. Esterno giorno.<br />

Mentre la notizia della rottura dei rapporti diplomatici tra<br />

Prussia ed Austria è ormai diventata ufficiale e la gente la<br />

commenta molto favorevolmente, <strong>Livia</strong> attende invano Franz.<br />

Comincia a piovere.<br />

37. Calle adiacente alla caserma. Esterno giorno. Pioggia.<br />

<strong>Livia</strong> cerca Franz alla caserma. La sua compagnia ha cambiato<br />

sede.<br />

38. Fondamenta Rio dei Mendicanti. Esterno giorno. Pioggia.<br />

<strong>Livia</strong> cerca Franz nei nuovi alloggiamenti. Non c'è: rientrerà<br />

l'indomani. Arrivano reclute croate, vestite miseramente. <strong>Livia</strong><br />

attende invano, poi si allontana seguita da occhi curiosi.<br />

64


39. Campo S. Geremia e calle ingresso Palazzo Flangini. Esterno<br />

giorno. Pioggia.<br />

Come 36 sceneggiatura precedente. Però è Laura a dirle che<br />

l'aspettano ad un indirizzo.<br />

40. Androne cortile Palazzo Giovanelli. <strong>Interno</strong> giorno. Pioggia.<br />

Come 37 sceneggiatura precedente. Serpieri resta.<br />

41. <strong>Interno</strong> appartamento cospiratori. Giorno.<br />

Come 38 sceneggiatura precedente. Serpieri offre il suo aiuto per<br />

far fuggire Ussoni verso il quartiere generale italiano.<br />

42. Laguna pressi Forte S. Andrea. Esterno giorno.<br />

Un barcone verso la terra ferma. Sul forte le sentinelle austriache.<br />

43. <strong>Interno</strong> Barca. Esterno giorno.<br />

Sul barcone sono <strong>Livia</strong>, Ussoni, Serpieri, camerieri, bagagli.<br />

Ussoni ringrazia <strong>Livia</strong>, le dà le ultime istruzioni, si accinge a<br />

scendere.<br />

44. Terraferma presso Fusina. Esterno giorno.<br />

Il barcone si avvicina a terra. Ussoni saluta e scende, scomparendo<br />

tra la vegetazione della riva.<br />

45. <strong>Interno</strong> barca presso la costa. Esterno giorno.<br />

La barca costeggia verso la dogana. Serpieri pretende la gratitudine<br />

della moglie per l'aiuto dato ad Ussoni. <strong>Livia</strong> è assente.<br />

Alla dogana l'ufficiale austriaco saluta cortesemente i Serpieri,<br />

che scendono. Sono attesi dal loro cocchiere con carrozza.<br />

46. Fusina posto doganale. Esterno giomo.<br />

L'ufficiale sembra Franz. <strong>Livia</strong> guarda Venezia e nasconde le<br />

lacrime. Si avvia verso la carrozza.<br />

Fine del primo tempo.<br />

47. Villa Serpieri. <strong>Aldeno</strong>. <strong>Camera</strong> <strong>Livia</strong>. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

<strong>Livia</strong> è a <strong>letto</strong>. Un medico le sta accanto, con Serpieri. <strong>Livia</strong><br />

vuole essere lasciata sola.<br />

48. Villa Serpieri. <strong>Camera</strong> <strong>Livia</strong> e staflze vicine. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

<strong>Livia</strong> seduta in una poltrona, presso la finestra. Ha l'aria di<br />

una convalescente. Si alza a fatica c va verso la porta.<br />

49. Villa Serpieri. Salo11e centrale. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

Nel salone gran traffico di contadini con sacchi di frumento.<br />

65


Serpieri controlla. Il fattore si avv1cma a <strong>Livia</strong>: è legato ai<br />

patrioti. Parla della paura della gente, che non aiuta. <strong>Livia</strong><br />

accenna alla somma da consegnare. Non si spiega il trambusto<br />

in casa.<br />

50. Giardino e fattoria. <strong>Aldeno</strong>. Esterno giorno.<br />

Assembramento di contadini, che sembrano curiosare, e sorvegliare<br />

attorno alla casa del fattore.<br />

51. Villa Serpieri. Salone. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

In previsione di requisizioni, Serpieri nasconde molti sacchi di<br />

grano. Il concentramento austriaco è presso Verona. <strong>Livia</strong> impara<br />

che l'Italia ha già dichiarato la guerra e che il generale<br />

Cialdini intende arrivare a Venezia in due giorni. A Venezia?<br />

<strong>Livia</strong>, agitata, si preoccupa degli austriaci. Avranno abbandonato<br />

la città?<br />

52. Strada presso Villa Serpieri. Esterno giorno.<br />

Passano truppe austriache.<br />

53. Salone Villa Serpieri. Esterno giorno.<br />

<strong>Livia</strong> e Serpieri guardano questo passaggio.<br />

54. <strong>Camera</strong> da <strong>letto</strong> di <strong>Livia</strong>. <strong>Aldeno</strong>. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

Come 40 sceneggiatura precedente. Qui <strong>Livia</strong> evita, per ora, di<br />

farsi baciare.<br />

55. Spogliatoio <strong>Livia</strong>. <strong>Aldeno</strong>. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> nasconde Franz nello spogliatoio.<br />

-<strong>56.</strong> <strong>Camera</strong> <strong>letto</strong> <strong>Livia</strong>. <strong>Aldeno</strong>. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> esce dallo spogliatoio e va nel salone.<br />

57. Salone Villa Serpieri. <strong>Aldeno</strong>. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

Continuano le ricerche del presunto ladro. <strong>Livia</strong> mostra di<br />

interessarsi.<br />

58. <strong>Camera</strong> <strong>letto</strong> <strong>Livia</strong>. <strong>Aldeno</strong>. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> rientra in camera e finge di dormire. La porta lasciata<br />

aperta viene rinchiusa dal marito che non vuole disturbarla.<br />

Allora <strong>Livia</strong> si dirige verso lo spogliatoio.<br />

59. Spogliatoio <strong>Livia</strong>. <strong>Aldeno</strong>. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> resiste ancora a Franz che, dopo averla accusata, giustifica<br />

con violenza il suo comportamento a Venezia. <strong>Livia</strong> cede. Nella<br />

strada continuano a passare truppe austriache.<br />

60. <strong>Camera</strong> <strong>letto</strong> <strong>Livia</strong>. <strong>Aldeno</strong>. <strong>Interno</strong> alba.<br />

Ora Franz vuole andarsene. Ma <strong>Livia</strong> lo trattiene. Ha pensato<br />

di nasconderlo in casa. Lo conduce verso il salone. Canto di<br />

contadini nella campagna.<br />

66


61. Salone Villa Serpieri. <strong>Interno</strong> alba.<br />

Attraverso il salone. Uno scricchiolio li fa arrestare. Proseguono.<br />

62. Scale granaio e stanze servizio. <strong>Interno</strong> alba.<br />

<strong>Livia</strong> introduce Franz nel granaio. Lo bacia. Si allontana.<br />

63. Salone Villa Serpieri. <strong>Interno</strong> alba.<br />

Nel salone <strong>Livia</strong> incontra Laura, la cameriera, che si meraviglia<br />

di vederla già in piedi a quell'ora. Ma non si può certo dormire:<br />

tutta <strong>notte</strong> sono passate truppe austriache. Requisiscono ogni<br />

cosa. <strong>Livia</strong>, rientrando in camera, chiede del ladro. Hanno trovato<br />

le tracce.<br />

64. Giardino Villa Serpieri. Esterno giorno.<br />

Serpieri e il fattore parlano del passaggio delle truppe. Il ladro<br />

di sta<strong>notte</strong>? Forse hanno saputo del grano - dice Serpieri - e<br />

cercano di metterei nei guai. Poi vedono una colonna di fumo<br />

alle Ronghe. Per guardare meglio vanno in camera di <strong>Livia</strong>,<br />

quindi salgono verso il granaio. <strong>Livia</strong>, terrorizzata, cerca inutilmente<br />

di trattenerli.<br />

65. Salone Villa Serpieri. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

Serpieri, con gli altri, si dirige rapidamente verso il granaio.<br />

66. Scaletta e granaio Villa Serpieri. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

Il fattore si rivolge a <strong>Livia</strong>, che è in grande apprensione, equivocando<br />

sui suoi sentimenti. Il fattore crede che siano stati i<br />

volontari, in uno scontro con gli austriaci. Giungono in granaio.<br />

Franz non c'è. <strong>Livia</strong> esce.<br />

67. Scala Villa. <strong>Aldeno</strong>. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

<strong>Livia</strong> scende di corsa le scale.<br />

68. Salone Villa. <strong>Aldeno</strong>. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

<strong>Livia</strong> incontra Laura che le fa capire di avere nascosto Franz.<br />

<strong>Livia</strong> è sorpresa di Laura. Giunge Serpieri, che decide di andare<br />

alle Ronghe. <strong>Livia</strong> si precipita da Franz, sorvegliata da Laura.<br />

69. <strong>Camera</strong> ospiti Villa Serpieri. Intemo giorno.<br />

Franz è stato salvato da Laura. <strong>Livia</strong> non ha nemmeno fatto<br />

in tempo a sentire il racconto che il marito la chiama alla<br />

finestra.<br />

70. Giardino fattoria Serpieri. Estento giorno.<br />

Il marito, salendo sul carrozzino, avvisa <strong>Livia</strong> che non tornerà<br />

per il pranzo. Il fattore, a sua volta, vuoi sapere per quell'appuntamento<br />

(la consegna del denaro raccolto). Vengano quando<br />

vogliono, anche oggi.<br />

67


71. <strong>Camera</strong> ospiti V_illa Serpieri. <strong>Interno</strong> giorno.<br />

<strong>Livia</strong> saluta il marito, mentre Laura, ormai complice, raccoglie<br />

la giubba di Franz.<br />

72. Giardino Villa Serpieri. Esterno giorno.<br />

Il carrozzino di Scrpieri si allontana. <strong>Livia</strong> ora accoglie Fram:<br />

tra le sue braccia.<br />

73. <strong>Camera</strong> <strong>Livia</strong>. <strong>Aldeno</strong>. Intemo imbrunire.<br />

Come 48 sceneggiatura precedente. Oltre al denaro, <strong>Livia</strong> dà a<br />

Franz una catena d'oro. Alla fine Laura annuncia il prossimo<br />

arrivo di Serpieri e la presenza di Luca, mandato dal fattore.<br />

Franz fugge in fretta.<br />

74. Terrazza e giardino Villa. <strong>Aldeno</strong>. Esterno imbrunire.<br />

Ultimo abbraccio tra Franz e <strong>Livia</strong>. Franz promette notizie.<br />

75. <strong>Camera</strong> ospiti Villa. <strong>Aldeno</strong>. <strong>Interno</strong> imbrunire.<br />

<strong>Livia</strong> rientra in lacrime. Laura, piena di curiosità, le ricorda<br />

la presenza di Luca, venuto per il denaro dei patrioti. <strong>Livia</strong><br />

risponde che torni domani. Poiché Laura insiste, <strong>Livia</strong> in preda<br />

a crisi isterica, la schiaffeggia, scacciandola, poi piange.<br />

76. Piazzetta di <strong>Aldeno</strong>. Esterno giorno.<br />

La gente commenta ciò che sta accadendo, sperano nella cacciata<br />

definitiva degli austriaci. Serpieri e Giacomazzi vedono<br />

invece le cose con stato d'animo diverso. <strong>Livia</strong>, seduta in un<br />

calesse, ha ricevuto da Franz notizie del suo esonero dal servizio.<br />

La prega di non muoversi. <strong>Livia</strong>, in quell'atmosfera,<br />

pensa ai patrioti, agli uomini di cui ora non si interessa più.<br />

77. Cortile Quartier Generale. Borghetto. Alba.<br />

Come 52 sceneggiatura precedente. Meucci non dà una guida a<br />

Ussoni.<br />

78. Sagrato Chiesa Borghetto. Esterno alba.<br />

Ussoni parte in mezzo alla confusione dei carriaggi.<br />

79. Ponte e Piazza Borghetto. Esterno alba.<br />

Ussoni cerca un mezzo di trasporto. Vede il calesse del contadino<br />

Pasini e riesce a salire.<br />

80. Ponte di Valeggio. Esterno giorno.<br />

Il calesse passa in mezzo alle truppe. Si ode il clamore.<br />

81. Pressi Valeggio. Esterno giorno.<br />

Come 53 sceneggiatura precedente.<br />

82. Bivio Villa Seguarta. Esterno giorno.<br />

Il calesse, fermato, è costretto a deviare per i campi.<br />

68


83. Salita S. Lucia. Esterno giorno.<br />

Come 54 sceneggiatura precedente.<br />

84. Cascina Via Cava. Esterno giorno.<br />

Ussoni e Pasini passano alle spalle di un battaglione di bersaglieri<br />

che sta ormai combattendo. Si dirigono verso Oliosi, proprio<br />

dove si sta combattendo.<br />

85. Laghetto Rosolotti e discesa cascina Serraglio. Esterno<br />

giorno.<br />

Come 57 sceneggiatura precedente.<br />

86. Casolare in campagna. Esterno imbrunire.<br />

Ussoni passa presso una batteria di artiglieria che combatte<br />

ancora. I soldati sono come spettri. Parla col tenente, si strin·<br />

gono la mano.<br />

87. Monte Marmaor. Notte. Alba. Pioggia.<br />

Ussoni solo. Soldati italiani in ritirata. Monache caricano feriti.<br />

Una cascina brucia.<br />

88. Terrazza e aia Villa Serpieri. <strong>Aldeno</strong>. Esterno alba.<br />

La gente commenta gli avvenimenti. Sperano ancora nel successo<br />

italiano, nelle formazioni volontarie, in Garibaldi. <strong>Livia</strong>,<br />

tra loro, si preoccupa perché teme di essere tagliata fuori. Ser·<br />

pieri è assente.<br />

89. Salone Villa <strong>Aldeno</strong>. <strong>Interno</strong> alba.<br />

Come 64 sceneggiatura precedente.<br />

90. <strong>Camera</strong> <strong>Livia</strong>. <strong>Aldeno</strong>. <strong>Interno</strong> alba.<br />

<strong>Livia</strong> commossa, annuncia a Laura, che vorrebbe seguirla, la sua<br />

decisione. Abbandonerà per sempre il suo mondo, diventerà<br />

anche lei una donna povera, andrà a Verona. Laura non vuoi<br />

restare « con quei briganti ».<br />

91. Campagna presso Villa Serpieri. Esterno alba.<br />

Come 65 sceneggiatura precedente. Al posto degli austnac1, 1<br />

patrioti, visti anche prima, che guardano con rispetto <strong>Livia</strong>, poi<br />

voltano le spalle.<br />

92. Pressi Ponte sull'Adige. Esterno giorno.<br />

Come 65 sceneggiatura precedente. Ora incontrano Ulani.<br />

93. Strada lungo l'Adige. Estemo giorno.<br />

Come 66 e 67 scencggiatura precedente.<br />

94. Strada lungo l'Adige. Esterno giorno.<br />

Come 70 sccncggiatura precedente.<br />

69


95. Settimo. Esterno giorno.<br />

Come 72 e 73 sceneggiatura precedente.<br />

96. Porta di Verona. Esterno sera.<br />

Come 74 sceneggiatura precedente.<br />

97. Piazza davanti l'Albergo Torre di Londra. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Come 75 sceneggiatura precedente.<br />

98. Via porticata di Verona. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Come 76 sceneggiatura precedente.<br />

99. Via Santo Stefano. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Come 78 sceneggiatura precedente.<br />

100. Scale casa Franz. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

Come 79 sceneggiatura precedente.<br />

101. Complesso casa Franz. Verona. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

Come 80 sceneggiatura precedente. Dialogo mutato. La sgual·<br />

drina partecipa. (sviluppo diverso dei caratteri).<br />

102. Scala e uscita casa Franz. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Come 80 sceneggiatura precedente.<br />

103. Strada Quartiere S. Stefano. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Come 81 sceneggiatura precedente.<br />

104. Altra strada. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> come pazza, verso una stradina oscura.<br />

105. Strada lungo l'Adige. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

Come 82 sceneggiatura precedente. Passano prigionieri italiani,<br />

cantando.<br />

106. Complesso Palazzo Giusti. Comando Austriaco. <strong>Interno</strong><br />

<strong>notte</strong>.<br />

Come 88 sceneggiatura precedente seconda parte.<br />

107. Salone Palazzo Giusti. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

Come 89 sceneggiatura precedente. <strong>Livia</strong> viene invitata a seguire<br />

un ufficiale.<br />

108. Strada. Verona. Esterno <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> e l'ufficiale tra gli schiamazzi dei soldati. I civili italiani<br />

sono chiusi in casa.<br />

109. Complesso Fortezza. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> e l'ufficiale sono entrati nella fortezza. Atmosfera di festa.<br />

Debbono verificare la denuncia. Franz, che sarà fucilato tra<br />

un'ora, chiede di parlare a <strong>Livia</strong>.<br />

70


110. Cella nella Torre della Fortez.z.a. <strong>Interno</strong> <strong>notte</strong>.<br />

Come 100 sccneggiatura precedente. Però Franz nasconde la<br />

paura sotto una sferzante ironia. Rifiuta la domanda di grazia.<br />

Lo vengono a prendere. <strong>Livia</strong> viene fatta restare. « N"oi due non<br />

usciamo, restiam nella fossa ».<br />

111. Cortile Fortez.z.a (Come visto da <strong>Livia</strong>). Esterno alba.<br />

Fucilazione di Franz. Grido di <strong>Livia</strong>, che fugge.<br />

Fine<br />

71


DALLA SECONDA SCENEGGIATURA<br />

AL « CONTINUITY »<br />

«Qui, scrive la D'Amico, cominciò l'avventura delle traduzioni.<br />

Una traduzione in inglese era stata fatta d'ufficio per essere<br />

mandata all'attore americano (allora il designato era Marlon<br />

Brando). Ci accorgemmo - purtroppo dopo che la traduzione<br />

era andata in giro - che si trattava di una traduzione impossibile,<br />

addirittura risibile. Visconti chiese allora consiglio a Tennessee<br />

Williams che si trovava a Roma. \Villiams propose un<br />

suo amico, lo scrittore Paul Bowles. Trattandosi di uno scrittore<br />

notevole l'incarico della traduzione si mutò in un invito a tradurre<br />

con una certa libertà il copione, non lesinando cioè gli<br />

apporti che Bowles stesso sentiva di poter dare per perfezionare<br />

come meglio credeva i dialoghi. Poi in considerazione del poco<br />

tempo di cui disponevamo, questo invito alla libera riduzione<br />

si limitò ai dialoghi dei due protagonisti, alle parti cioè che<br />

sarebbero state recitate in inglese.<br />

Tennessee \Villiams era ancora a Roma; e siccome il lavoro<br />

di Paul Bowles per eccellente che fosse non aveva la concisione<br />

necessaria per il cinema, fu pregato \Villiams stesso di collaborare<br />

con il suo amico alla stesura definitiva.<br />

I dialoghi dunque rifatti da Williams e dal Bowles sono quelli<br />

dei due protagonisti. Alcune scene possono essere considerate<br />

la traduzione se non letterale, fedele di quelli originali. Due invece<br />

sono completamente diversi da quelli che Visconti ed io<br />

avevamo scritto: e cioè il dialogo della passeggiata la <strong>notte</strong> per<br />

le calli di Venezia di <strong>Livia</strong> e Franz, e il dialogo nella camera da<br />

<strong>letto</strong> nella casa degli appuntamenti. Anche nelle scene che tra<br />

i due protagonisti si svolgono nella villa ad <strong>Aldeno</strong> parecchie<br />

parti del dialogo sono originali di Williams e Bowles.<br />

Ecco tutto. Adattamenti alla sceneggiatura sono stati apportati<br />

durante la lavorazione del film. Quanto alla scena finale della<br />

fucilazione non è vero come è stato detto e scritto che sia stata<br />

aggiunta a film finito. La scena della fucilazione esisteva nella<br />

sceneggiatura e nella penultima edizione era addirittura ripetuta<br />

due volte (all'inizio del film e alla fine). Tra gli ultimi tagli<br />

apportati al copione durante la lavorazione del film ci fu anche<br />

quello della fucilazione. Ma alla proiezione del primo montaggio<br />

del film apparve chiaro come fosse necessario rimetterla e l'avv.<br />

Gualino fu il primo sostenitore di questa esigenza ».<br />

Queste modifiche furono importanti; a quanto dice con un'al-<br />

72


tra lettera la sceneggiatrice, costituiscono non solo dialoghi, ma<br />

a volte intere scene.<br />

« Durante tutto il film io sono andata regolarmente tutte le<br />

settimane a Vicenza, Verona, etc. e lavoravamo con Visconti a<br />

queste modifiche ».<br />

Il materiale passava subito in lavorazione e il risultato di<br />

quelle modifiche si trova nella sceneggiatura del « girato». Dai<br />

documenti in nostro possesso, risulta dunque che la sceneggiatura<br />

base di « Senso » è « Uragano d'estate » . Le pagine del<br />

diario di lavorazione curato da Rosi e Zagni, fanno frequente<br />

riferimento ai numeri delle scene di questo testo, oltre a quelli<br />

delle inquadrature, mentre su pagine di « Uragano d'estate »<br />

sono segnati a penna gli spostamenti degli attori, i movimenti<br />

di macchina, e così via.<br />

Su questo materiale potremo seguire alcune ultime fasi del<br />

lavoro di affinamento e trasformazione operato da Visconti e<br />

dai suoi collaboratori.<br />

Rigorosi, netti tagli (anche per ragioni di lunghezza, di prudenza<br />

e di costo) riducono la vicenda di Li via e Franz ad una<br />

lapidarietà scarna, aggressiva, priva di ogni compiacimento al<br />

limite (superato, secondo alcuni critici) del disumano. Non<br />

sono tutti volontari. Scomparsa la fucilazione all'inizio, il film<br />

partiva dallo scoppio della bomba in Piazza San Marco (che<br />

poi fu eliminato per ragioni tecniche). Questa soppressione doveva<br />

portare anche alla scomparsa della voce di <strong>Livia</strong> fuori<br />

campo, e in questo pensiero fu girato il film . Poi la voce riapparve,<br />

e qualche scena divenuta pleonastica, fu tolta. Il pezzo<br />

della Fenice, che ha dovuto accogliere ciò che doveva originariamente<br />

aver luogo in piazza (e cioè sfida Ussoni-Franz, colloquio<br />

<strong>Livia</strong>-Ussoni, lancio manifestini), e le grandi scene teatrali,<br />

ampliate dai dialoghi di \Xlilliams, portano via circa metà<br />

del film attuale; naturalmente si dovette tagliare da qualche<br />

altra parte.<br />

Così, saltano tutte le scene che noi dicemmo di origine lette·<br />

raria: il trasbordo in barca a Fusina, tutta la cronaca dell'avventuroso<br />

viaggio da <strong>Aldeno</strong> a Verona, che doveva servire a preparare<br />

lo stato d'animo di <strong>Livia</strong>, ma in realtà esorbitava dallo<br />

scopo, era un'occasione pittorica.<br />

Eliminata inoltre la visita di <strong>Livia</strong> a Franz, in fortezza e, la<br />

fucilazione di Franz (che infatti è stata girata dopo) a Roma in<br />

Castel S. Angelo.<br />

È evidente, da quanto abbiamo ora detto, che Visconti ta·<br />

gliava abbastanza facilmente scene d'azione, pur di poter salvare<br />

le parole, il teatro; anzi, questo si allarga. I-.1entre di ciò<br />

che muore restano accenni, gesti incompiuti, che l:lsciano appena<br />

una traccia nell'aria.<br />

Mentre l'epica impresa di Ussoni perdeva ancora qualche bat·<br />

73


tuta, il processo di corruzione bassoromantica dei due personaggi<br />

e dell'ambiente intorno a loro si perfeziona, fino al limite<br />

di saturazione. Nella seconda sceneggiatura il recitato era solo<br />

una :wna, sia pur vasta, del film; il colloquio notturno per le<br />

calli di Venezia apparteneva ancora alla schiettezza. Ora il marcio<br />

corrode tutto, non c'è più una scena salva, fino alla fuga di<br />

<strong>Livia</strong> dalla casa di Franz.<br />

I tagli operati nelle scene che riguardano soprattutto <strong>Livia</strong>,<br />

sono quasi tutti diretti a renderne più violenta la profanazione,<br />

e inesorabile il giudizio. Non c'è più pretesto alla sua corsa all'alloggio<br />

di Hans, le è stato tolto il beneficio di qualsiasi intermezzo.<br />

Una memoria nuda e implacata, si descrive senza attenuanti<br />

(tolta ad es. la meditazione sulla riva dell'Adige).<br />

La struttura viene ad essere di un largo e pigro melodramma,<br />

tutto sfalsato all'interno, in attesa di risonanze musicali, che precipita<br />

improvvisamente in un finale tragico e violento. In un<br />

breve spazio, rimane invece sospesa la storia epica di un altro<br />

mondo, confinato in platea a confrontarsi con i grandi protagonisti,<br />

sempre tenendo vive, anche se non perfezionate, le sue<br />

punte polemiche.<br />

Le scene superstiti cominciano ad acquistare una fisionomia<br />

nuova, divise, più o meno, in quattro categorie: scene-melodramma,<br />

epiche, di profanazione tragica, e di raccordo, risolte<br />

queste ultime in momenti d'ascolto e di contemplazione (uno<br />

squillo di tromba, una gondola nera, <strong>Livia</strong> che attraversa una<br />

piazza, etc.). Non tutto è perfetto, anzi; questa opera di continuo<br />

lambimento finisce qua e là per mostrare la corda, qualche<br />

battuta diviene misteriosa; ma il racconto ha assunto una<br />

rigorosa cadenza.<br />

74


Avvertenza<br />

Ciascuna pagina del presente « continuity » (la sceneggiatura per il<br />

doppiaggio) era divisa in due parti secondo una linea longitudinale.<br />

Nella metà di sinistra trovavano posto la descrizione di ogni scena<br />

e le battute di ciascun personaggio suddivise e numerate secondo<br />

i consueti criteri di ogni « continuity dialogues ».<br />

Nell'altra metà del foglio stavano, in corrispondenza con le battute<br />

della colonna dialogo di doppiaggio, le battute (in italiano, tedesco,<br />

inglese, francese a seconda della nazionalità dei vari attori, che<br />

recitavano nella lingtta originale) della colonna di presa diretta.<br />

Noi abbiamo mantenuto la suddivisione soltanto fino alla prima parte<br />

delle scene iniziali al teatro «La Fenice ». Quindi abbiamo eliminato<br />

la parte contenuta nella seconda metà del foglio. Abbiamo inoltre<br />

inserito, tra parentesi quadre, le principati inquadrature girate, poi<br />

tolte al montaggio per ragioni di racconto o per ragioni di censura.<br />

P.P.P.<br />

P.P.<br />

M.P.P.<br />

M.F.<br />

P .A.<br />

F.I.<br />

C. L.<br />

C.L.L.<br />

P.R.<br />

F.C.<br />

primissimo piano: quando del soggetto è inquadrato il solo<br />

viso o una parte di esso<br />

primo piano: quando del soggetto sono inquadrati viso e<br />

spalle<br />

mezzo primo piano: quando il soggetto è inquadrato a mezzo<br />

busto<br />

mezza figura: quando dell'interprete è visibile solo la parte<br />

superiore del corpo<br />

piano americano: quando il soggetto è inquadrato fino alle<br />

ginocchia<br />

figura intera<br />

campo lungo<br />

campo lunghissimo<br />

piano ravvicinato<br />

fuori campo<br />

75


Primo rullo<br />

Fondù d'apertura<br />

l. C.L.L. Il palcoscenico del<br />

Teatro La Fenice di Venezia.<br />

Si sta svolgendo il III atto de<br />

« Il Trovatore ».<br />

Appaiono sovrimpressi e si<br />

susseguono in dissolvenza incrociata<br />

i seguenti titoli:<br />

Alida Valli<br />

Farley Granger<br />

in<br />

SENSO<br />

Colore della Technicolor<br />

con<br />

Heinz Moog<br />

Rina Morelli<br />

Christian Marqttand<br />

Sergio Fantoui<br />

Tino Bianchi<br />

Emest Nadherny<br />

Tonio Selwart<br />

e<br />

Marcel/a Mariani<br />

e con la partecipazione di<br />

Massimo Girotti<br />

76<br />

I L « CONTINUITY »<br />

(sceneggiatura per il doppiaggio)<br />

Inizio musica.<br />

Duetto di Leonora e Manrico:<br />

L'onda dei suoni mistici<br />

pura discende al cor<br />

Vieni si chiude il tempio<br />

gioie di casto amor!<br />

Vieni ci schiude il tempio<br />

gioie di casto amor!<br />

Ah! Gioie di casto amor!<br />

Ah! Gioie di casto amor<br />

di casto amor,<br />

di casto amor,<br />

di casto amor!<br />

Afanrico Ruiz Leonora:<br />

Manrico?<br />

Che?<br />

La zingara, vieni,<br />

tra ceppi, mira<br />

Oh Dio!<br />

Per man dei barbari<br />

accesa è già la pira<br />

Oh ciel! Mie membra oscillano!<br />

Nube mi copre il ciglio!<br />

Tu fremi!<br />

E il deggio!<br />

Sappilo, io son ...


Venezia - Primavera 1866<br />

gli ultimi mesi<br />

dell'occupazione austriaca<br />

del Veneto.<br />

Il Governo italiano<br />

ha stretto un patto<br />

di alleanza con la Prussia<br />

e la guerra di liberazione<br />

è imminente.<br />

Manrico (carrello a destra)<br />

Manrico (carrello a destra)<br />

avanza decisamente fino alla<br />

ribalta e canta la romanza « Di<br />

quella pira ... ».<br />

La macchina panoramica a<br />

destra e scopre gli orchestrali<br />

e parte della platea e dei palchi<br />

affollati di ufficiali austriaci<br />

e di civili.<br />

2. C.L. La macchina panoramica<br />

lentamente a sinistra e in<br />

alto e descrive il pubblico in<br />

ascolto nelle quattro file dei<br />

palchi fino al loggione che una<br />

lenta panoramica a destra ripercorre<br />

e presenta gremito di<br />

popolani e popolane.<br />

3. C.L. (Dall'alto). Il palcoscenico<br />

con Manrico e Leonora<br />

durante la prima parte della<br />

romanza.<br />

Leonora esce di campo e Manrico<br />

è circondato dai suoi fidi<br />

ai quali si unisce alla fine della<br />

romanza.<br />

4. M.C.L. In platea Ussoni<br />

avanza (correzione in basso) seguito<br />

da un altro patriota.<br />

Si mescolano al pubblico in<br />

piedi. Ussoni guarda verso i<br />

palchi.<br />

Si ode ora il coro degli armati.<br />

5. M.C.L. Tre luci del loggione<br />

affollato.<br />

6. M.F. Un patriota tira fuori<br />

dal cappotto un pacchetto di<br />

volantini tricolori (correzione<br />

78<br />

M amico:<br />

Ah, vili! Il rio spettacolo<br />

quasi il respir m'invola!<br />

Raduna i nostri affrettati,<br />

Ruiz va ... va... torna ... vola!<br />

Romanza:<br />

Di quella pira, l'orrendo foco<br />

tutte le pire m'arse, avvampò<br />

Empi, spegnetela o ch'io<br />

fra poco<br />

con sangue vostro la spegnerò!<br />

Era già figlio prima d'amarti<br />

Non può frenarmi il tuo martir!<br />

Madre infelice corro a salvarti<br />

o teco almeno corro a morir<br />

o teco almeno corro a morir<br />

o teco almeno corro a morir.<br />

Coro armati:<br />

All'armi! All'armi!<br />

All'armi! All'armi!<br />

All'armi! All'armi!<br />

All'armi! All'armi!<br />

Eccone presti a pugnar<br />

o teco o teco a morir<br />

All'armi! All'armi!<br />

All'armi! All'armi!<br />

All'armi! All'armi!<br />

All'armi! All'armi!<br />

Eccone presti a pugnar


in basso) e li passa con circospezione<br />

ad una ragazza (di<br />

spalle).<br />

Una lenta e breve panoramica<br />

a destra inquadra parte del<br />

pubblico del loggione da dietro.<br />

I volantini passano di ma·<br />

no in mano.<br />

Da destra vediamo una mano<br />

allungare ad una giovane dei<br />

mazzetti tricolori.<br />

Un'altra giovane, estrae di sotto<br />

la veste altri mazzetti che<br />

aveva appuntati sulla crinolina.<br />

7. C.L. Sul palcoscenico si svol·<br />

ge la fine del terzo atto. Manrico<br />

dalla ribalta torna verso<br />

il fondo seguito dagli armati.<br />

8. C.L.L. Viste di scorcio tutte<br />

le file dei palchi del settore<br />

o teco o teco a morir.<br />

Musica e coro:<br />

All'armi! All'armi!<br />

All'armi!<br />

sinistro mentre il pubblico ap- Scrosciare di applausi.<br />

plaude freneticamente. Fine musica e canto.<br />

9. M.C.L. In platea l'atteggiamento impassibile degli ufficiali<br />

austriaci contrasta con l'entusiasmo dei civili.<br />

10. P.A. Una ragazza dal loggione lancia con impeto un mazzetto<br />

di fiori tricolori...<br />

Ragazza (3 ): Fuori lo straniero da Venezia!<br />

11. M.P.P .... che va a colpire in platea un ufficiale austriaco su<br />

una spalla.<br />

12. P.A. L'ufficiale prende il mazzolino, lo guarda con disprezzo<br />

e si alza voltandosi a guardare verso il loggione.<br />

13. C.L. Tre luci del loggione. Continua il getto dei manifestini.<br />

Uno: (4) Veneziani, La Marmora ha mobilitato!<br />

Voci: (5) Viva La Marmora!<br />

(6) Viva l'Italia!<br />

(7) Viva l'Italia!<br />

14. C.L. Più luci del loggione visto di scorcio. I popolani si<br />

scaldano nel manifestare i loro sentimenti di italianità. Il numero<br />

dei volantini aumenta.<br />

(In dettaglio seguiamo il lampadario centrale che scende come<br />

di consueto alla fine di ogni atto.<br />

Dal palcoscenico scopriamo ora la discesa del lampadario sulla<br />

platea gremita di ufficiali austriaci seduti e di borghesi in piedi<br />

sul fondo. Gettito di manifestini e di mazzolini tricolori sulla<br />

platea.<br />

In sala si ode gridare:<br />

Viva Verdi!<br />

79


e da altri punti si risponde:<br />

Viva La Marmora, Viva l'Italia!<br />

Molti civili partecipano alla manifestazione, mentre signore e<br />

signori si allontanano dai palchi e dalla platea protestando, alcuni<br />

patrioti vengono verso il palcoscenico e uno di questi minaccia<br />

un ufficiale austriaco. Viene trattenuto dagli amici, mentre<br />

l'ufficiale indignato commisera il comportamento degli italiani.<br />

È chiara l'ostentata indifferenza dei militari.<br />

15. C.L. La pioggia dei manifestini cade sulla platea gremita<br />

di ufficiali austriaci seduti, impassibili e di civili in piedi, entusiasti.<br />

16. C.L. La quinta sinistra del palcoscenico e due palchi di proscenio.<br />

È l'intervallo.<br />

Dalla quinta escono due macchinisti. Il primo prende un manifestino<br />

a volo e si china a raccoglierne un altro.<br />

17. M.C.L. Gli orchestrali, in piedi, stanno per uscire per l'intervallo.<br />

Guardano verso il loggione. Alcuni si chinano a raccogliere<br />

manifestini.<br />

Voci:<br />

Viva Verdi!<br />

Viva l'Italia!<br />

Viva Venezia Libera!<br />

Viva La Marmora!<br />

Viva Verdi!<br />

18. C.L.L. Viste di scorcio tutte le file dei palchi.<br />

Dettaglio su due palchi di prima fila. È in atto la manifestazione.<br />

Una giovane donna applaude entusiasta i dimostranti<br />

mentre la madre la trascina fuori dal palco. Contemporaneamente<br />

nell'altro palco un vecchio signore sporgendosi e guardando<br />

verso l'alto grida:<br />

Basta, basta, ragazzi! Con questa vostra esaltazione rischiate<br />

di compromettere rutta la città!<br />

Poi volgendosi agli ufficiali in platea li tranquillizza:<br />

Dass sie miissen keine Zweifel zu haben, Venedig, immer zu<br />

Oesterreich.<br />

La moglie preoccupata, afferratolo per un braccio, lo trascina<br />

verso l'uscita del palco.<br />

19. P.A. Dalla barcaccia di proscenio il Conte Serpieri panoramica<br />

a destra s'affaccia.<br />

Serpieri: (8) \YJo ist der Ordnungs-dienst?<br />

(9) Es its wirklich eine Schande!<br />

... e volgendosi al Generale (F.C.) verso sinistra indietro:<br />

( 10) Bitte, shauen, Herr Generai, sich das an!<br />

( 11) I eh glaube, wenn das so weitergeht, ...<br />

Dal fondo, a sinistra, entra in campo il Generale, che, invitato<br />

Serpieri, si affaccia con lui verso la platea.<br />

Serpieri: (12) ... da gibt's nur eine Moglichkeit:<br />

80


(13) ... das Theater riiumen!<br />

(14) Bitte, schauen, Herr Generai, sich das an!<br />

Il Generale austriaco si allontana col conte Serpieri (escono di<br />

campo) (correzione indietro). <strong>Livia</strong> di spalle (entra in campo)<br />

va verso la seconda luce della barcaccia e si ferma a guardare<br />

verso la platea.<br />

20. M.C.L. Nella platea un gruppo di patrioti avanza tra gli<br />

ufficiali austriaci ancora seduti.<br />

21. PA. <strong>Livia</strong> sembra cercare qualcuno con lo sguardo.<br />

22. M.C.L. Ussoni in mezzo al pubblico sta prendendo parte<br />

alla manifestazione. Scorge <strong>Livia</strong> e le lancia un mazzolino tricolore.<br />

23. M.F. <strong>Livia</strong> lo afferra e se lo porta alle labbra.<br />

24. M.F. In platea un gruppo di ufficiali austriaci osserva la manifestazione.<br />

Uno di loro, il tenente Franz Mahler, sta rigirando<br />

divertito un mazzolino tricolore con una mano.<br />

Franz: (15) Divertente!. ..<br />

(16) Ecco la guerra che gli italiani preferiscono ...<br />

( 17) ... pioggia di coriandoli con accompagnamento di mandolini.<br />

25. P.A. Ussoni si volta risentito alle parole dell'austriaco.<br />

Ussoni: (18) Vigliacco! Lei è un vigliacco!<br />

(19) E io sono pronto a dimostrarle che gli italiani vogliono<br />

battersi!<br />

Porta la mano al taschino.<br />

Ussoni: (20) E se lei è un ...<br />

26. M.C.L .... e (di spalle) colpisce il tenente sul volto con<br />

guanti.<br />

Ussoni: (21) ... gentiluomo! ...<br />

Mahler lo guarda fisso per un attimo e quindi con indifferenza<br />

si allontana.<br />

Un patriota (F.C.): (22) Lasciatemi...<br />

Incrocia due sbirri che trascinano un patriota italiano.<br />

Un patriota: (23) Non avete diritto di toccarmi!<br />

Il patriota urla in faccia a Mahler.<br />

Un patriota: (24) Viva l'Italia!<br />

(25) Viva Venezia italiana!<br />

(26) Viva La Marmora!<br />

Gli sbirri trascinano via il patriota ma, come per un segnale<br />

di intesa, Ussoni ed altri patrioti si buttano sugli sbirri nel<br />

tentativo di liberare il patriota. Mahler si ferma per un attimo<br />

a guardare e riprende il cammino con sprezzante disinvoltura.<br />

Una panoramica a destra e un carrello avanti passano ad inquadrare<br />

<strong>Livia</strong> Serpieri che dalla barcaccia segue preoccupata<br />

la zuffa.<br />

27. M.C.L. Li via si stacca dalla balaustra della barcaccia e con<br />

81


passi decisi avanza (M.F.) verso l'uscita ma il marito (entra in<br />

campo) le taglia la strada.<br />

Serpieri: (27) Dove vuoi andare?<br />

<strong>Livia</strong>: (28) Vado nel ridotto ...<br />

(29) Qui si muore di caldo!<br />

Serpieri: (30) Non mi sembra che questo sia il momento<br />

più adatto.<br />

<strong>Livia</strong>: (31) Lasciami stare ...<br />

(32) Tanto lo sai che faccio quello che voglio!<br />

Serpieri: (3 3) Comunque non ti permetterò di andare con<br />

questi fiori.<br />

Le toglie il mazzolino tricolore che <strong>Livia</strong> si era infilata nella<br />

scollatura.<br />

<strong>Livia</strong> lo guarda per un attimo ed esce di campo. Il conte Serpieri<br />

la segue con lo sguardo.<br />

28. C.L. Nel corridoio dei palchi <strong>Livia</strong> si allontana di spalle<br />

facendosi strada tra altre signore.<br />

(Le ovazioni, le grida, e gli applausi dissolvono. Rimane solo<br />

brusio).<br />

Voce <strong>Livia</strong>: (34) Tutto incominciò quella sera ...<br />

(35) Era il 27 Maggio.<br />

29. M.C.L. <strong>Livia</strong> sporgendosi dalla balaustra dello scalone che<br />

porta al ridotto sembra cercare qualcuno.<br />

Andirivieni di ufficiali, dame e civili.<br />

Voce <strong>Livia</strong>: (36) Mio cugino Roberto Ussoni ...<br />

(37) ... che era stato uno degli organizzatori della manifestazione<br />

...<br />

(38) ... era anche uno dei principali esponenti del movimento<br />

clandestino a Venezia.<br />

(39) Ero seriamente preoccupata ...<br />

(40) ... perché si era esposto inutilmente sfidando quell'ufficiale<br />

.. .<br />

Dopo essersi guardata intorno scende rapidamente (correzione a<br />

sinistra) le scale.<br />

Voce di Li via: ( 41) Pensavo già al modo in cui avrei potuto<br />

aiutarlo.<br />

30. M.F. Roberto Ussoni discute animatamente con un gruppo<br />

di civili. <strong>Livia</strong> (entra in campo) lo raggiunge.<br />

<strong>Livia</strong>: ( 42) Roberto!<br />

Ussoni: ( 43) <strong>Livia</strong>!<br />

Ussoni si stacca un po' dal gruppo (correzione a destra) e si porta<br />

una mano della donna alle labbra.<br />

<strong>Livia</strong>: (44) È stata una vera pazzia!<br />

( 45) Esporti cosl clamorosamente.<br />

Ussoni sorride per rassicurarla.<br />

<strong>Livia</strong>: ( 46) Hai fatto male! Non dovevi!<br />

82


Ussoni: (47) Non so se ho fatto bene o male, comunque io<br />

non ci ho visto più!<br />

( 48 )Quando quel mascalzone ha detto quelle parole ...<br />

<strong>Livia</strong>: ( 49) E ora che cosa vuoi fare?<br />

Ussoni (50) Ha accettato la sfida.<br />

Ussoni conduce la donna (panoramica a destra) lontano di<br />

qualche passo.<br />

Ussoni: (51) Almeno pare.<br />

(52) Ci batteremo!<br />

Li via: (53) No, non è possibile!<br />

(54) Un ufficiale e tu nella tua situazione .. .<br />

(55) La cosa avrebbe conseguenze tali che .. .<br />

(56) Bisogna fare qualche cosa ...<br />

(57) Vai via ... devi uscire dal teatro, subito!<br />

(58) Passa da casa ...<br />

(59) Vai ll o da Massenza, da Arrivabene, dove vuoi tu ...<br />

(60) Ma aspetta che ti faccia sapere qualche cosa.<br />

(61) Ti prego, ti prego, Roberto, devi essere prudente ...<br />

( 62) ... nell'interesse di tutti!<br />

31. M.F. (Controcampo) Ussoni (di faccia) e <strong>Livia</strong> (di spalle).<br />

Ussoni le bacia di nuovo una mano.<br />

Ussoni: (63) Lo so, stai tranquilla.<br />

(64) Però hai visto? Si sono smossi questa sera.<br />

(65) Bisogna lavorare molto ma si s\·egliano, si svegliano!<br />

Entra in campo di fretta un amico di Roberto .<br />

.Meneghini: (66) Vieni Roberto!<br />

(67) Andiamo, passiamo dall'imbarcadero.<br />

<strong>Livia</strong>: (68) Addio Roberto, vai, vai.<br />

Ussoni: (69) Arrivederci <strong>Livia</strong>.<br />

Si porta ancora la mano della donna alle labbra.<br />

<strong>Livia</strong>: (70) Vai, Vai!<br />

Ussoni: (71) Arrivederci!<br />

Ussoni si allontana di spalle seguito dagli amiCI.<br />

<strong>Livia</strong> ha visto Ussoni andarsene. Arriva ai primi scalini della<br />

scala, si ferma casualmente un attimo davanti al manifesto del<br />


(75) Und nur es wird dass die Venetianez nun noch mehr<br />

aufhetzen.<br />

(76) Nun gibt es ja in Venedig noch einige Leute ...<br />

(77) ... die von La Marmora und seinez «Provocazione»<br />

nichts zoichnen.<br />

Il Colonnello si rivolge al Conte Serpieri.<br />

Colonnello: (78) Per noi è un vero dispiacere dover rinunciare<br />

alla musica, caro conte ...<br />

(79) ... ma non si può assolutamente permettere che la « Fenice»<br />

diventi sede di manifestazioni rivoluzionarie!<br />

Serpieri: (80) Io sono il primo ad ammetterlo ...<br />

(81) ... ma prego Vostra Eccellenza di credermi...<br />

(82) ... questa è certo una manovra di qualche agente provocatore,<br />

non c'è dubbio.<br />

33. M.F. Il Generale austriaco.<br />

Generale: (83) Ja!. ..<br />

(84) Wirklich ein schoner Aben, heute!<br />

Fine del primo rullo.<br />

Secondo rullo<br />

l. C.L. La platea durante l'intervallo.<br />

(Brusio, si sentono gli orchestrali accordare i loro strumenti).<br />

2. M.F. Nella barcaccia di Serpieri la moglie del Generale austriaco<br />

e la figlia appena sentita.<br />

<strong>Livia</strong> rientra dal ridotto.<br />

La moglie del Generale va a sedersi su un divanetto (panoramica<br />

a sinistra).<br />

Generalessa: (85) Ah, contessa Serpieri ...<br />

(86) Ci sarà un duello ... dico sul serio!<br />

<strong>Livia</strong> le si siede accanto su uno sgabello (correzione a sinistra).<br />

Generalessa: (87) Hanno sfidato Franz Mahler ...<br />

L'austriaca ride divertita.<br />

Generalessa: (88) Forse vogliono fare la guerra degli Orazi<br />

e Curiazi!<br />

Ride ancora.<br />

Generalessa: (89) E lo sfidante lei lo conosce molto bene,<br />

contessa.<br />

Serpieri entra in campo e si avvicina alla moglie del Generale.<br />

Serpieri: (90) La prego eccellenza non parliamo più di questo<br />

spiacevole incidente.<br />

(91) Quel giovanotto è un nostro lontano parente ma non<br />

lo vediamo mai.


(92) Del resto le persone che si conoscono meno sono ...<br />

3. M.F. <strong>Livia</strong>.<br />

Serpieri (F.C.): (93) ... proprio i parenti.<br />

<strong>Livia</strong>: (94) Io lo conosco benissimo.<br />

(95) No, niente guerra degli Orazi e Curiazi, eccellenza.<br />

(96) Mio cugino non s'interessa di politica ...<br />

(97) È la persona più indifferente, più apatica ...<br />

(98) ... per questo genere di cose, voglio dire.<br />

(99) Le ragioni saranno altre.<br />

(100) Quel tenente ... Mahler ...<br />

Si alza in piedi e si dirige verso il Generale (correzione in al t o).<br />

<strong>Livia</strong>: ( 101) Ho sentito molto parlare di lui.<br />

Generale: (102) Non ne dubito affatto.<br />

(103) Tutte le signore di Venezia parlano di lui ...<br />

<strong>Livia</strong>: (104) Ecco, avranno parlato di signore ...<br />

(105) E cosi si falsa la storia.<br />

(106) Non ho ragione forse?<br />

Il Generale e il Colonnello ridono convinti.<br />

Generale: (107) Ja!<br />

<strong>Livia</strong>: (108) È un ufficiale che dipende dal suo comando,<br />

eccellenza?<br />

Colonnello: (109) Mahler? Gewiss!<br />

Generale: ( 110) Sl, sl, infatti.<br />

Li via: (111) Sa che mi piacerebbe molto conoscerlo?<br />

(112) Dato che tutte le signore di Venezia parlano di lui ...<br />

(113) ... mi piacerebbe molto parlarne anch'io!<br />

Generale: (114) Contessa, questo è un favore che lei non<br />

dovrebbe chiedere ad un suo ammiratore.<br />

( 115) Il tenente Mahler è un rivale troppo pericoloso!<br />

Il Generale fa un cenno. Un giovane ufficiale gli si avvicina. Il<br />

Generale gli dice qualche parola all'orecchio. L'Ufficiale si avvia.<br />

(Inizio musica opera).<br />

Generale: (116) La prego, vuole accomodarsi qui?<br />

<strong>Livia</strong>: ( 117) No, no, grazie, eccellenza ...<br />

<strong>Livia</strong> va verso una consolle per guardarsi nello specchio. Un<br />

carrello e una panoramica l'accompagnano ed infine la lasciano<br />

per inquadrare la sua immagine riflessa nello specchio.<br />

<strong>Livia</strong>: (118) Il « Trovatore » non è una novità per me.<br />

( 119) E poi voi austriaci amate la musica ...<br />

(120) ... mentre noi italiani veniamo a teatro per tutt'altre<br />

ragioni, eh?<br />

4. C.L. Sul palcoscenico ha inizio il IV atto del « Trovatore »:<br />

Lconora c Ruiz sono scesi dalle mura del castello.<br />

Ruiz:<br />

« Siam giunti: ecco la torre<br />

ove di Stato gemono i<br />

prigionieri!<br />

85


Ah, infelice ivi fu tratto ».<br />

Leo nora:<br />

« Vanne, !asciami,<br />

né timor di me ti prenda.<br />

Salvarlo io potrò, forse.<br />

Timor di me?<br />

Sicura, presta è la mia<br />

difesa! ».<br />

5. M.P.P. Sulla porta della barcaccia appare Franz Mahler che<br />

saluta militarmente con uno scatto della testa e entra.<br />

Un carrello a destra e avanti inquadra riflessa in una grande<br />

specchiera la scena: M.C.L. Mahler di spalle, il generale e <strong>Livia</strong><br />

seduta, sullo sfondo il palcoscenico con Leonora che canta:<br />

« In questa oscura <strong>notte</strong><br />

ravvolta presso a te son io<br />

e tu noi sai! »<br />

Il Generale presenta Mahler a <strong>Livia</strong>.<br />

Generale: (121) Contessa ... il tenente Mahler ...<br />

(122) .. .la contessa Serpieri.<br />

Mahler rimane impalato sull'attenti. <strong>Livia</strong> con un cenno lo<br />

invita a sedersi accanto a lei sul divano.<br />

<strong>Livia</strong>: ( 123) Vuole accomodarsi?<br />

6. P A. Mahler.<br />

Franz: (124) Grazie.<br />

Leo nora:<br />

« Gemente aura<br />

che intorno spiri ».<br />

Una panoramica a destra e una correzione in basso, accompagnano<br />

il giovane ufficiale mentre si siede accanto a <strong>Livia</strong>.<br />

<strong>Livia</strong>: (125) Vede bene?<br />

Franz: ( 126) Benissimo ... benissimo, grazie.<br />

Continua il canto di Leonora sottofondo.<br />

86<br />

Leonora:<br />

« Deh, pietosa, deh, pietosa<br />

gli arreca i miei sospiri ».<br />

<strong>Livia</strong>: (127) Le piace l'opera, tenente Mahler?<br />

Franz: (128) S1, a me piace molto l'opera, contessa Serpieri...<br />

(129) ... quando è un'opera che mi piace ...<br />

( 130) ... e a lei?<br />

<strong>Livia</strong>: (131) Ma s), a me piace molto.<br />

(132): Non mi piace quando si svolgono fuori scena ...<br />

( 133) ... né che ci si possa comportare come un eroe da melodramma<br />

...<br />

(134) ... senza riflettere alle conseguenze gravi ...<br />

(135) ... di un gesto impulsivo ...<br />

( 136) ... o dettato solo da qualche imperdonabile leggerezza.


Li via: ( 158) La prego non si muova.<br />

Si dirige verso il Generale che si alza per salutarla.<br />

Li via: ( 159) Buonasera, eccellenza.<br />

Generale: (160) Contessa, vuoi già privarci della sua com·<br />

pagnia?<br />

<strong>Livia</strong>: (161) Non mi sento troppo bene!<br />

Generale: ( 162) Mi dispiace tanto.<br />

<strong>Livia</strong> si avvia verso l'uscita del palco.<br />

<strong>Livia</strong>: (163) Buonasera.<br />

Panoramica a sinistra. Passa tra gli ufficiali austriaci. Il conte<br />

Serpieri le si fa incontro.<br />

<strong>Livia</strong>: ( 164) Andiamo.<br />

Serpieri: (165) Ma se ti senti poco bene è forse meglio aspettare<br />

un momentino.<br />

<strong>Livia</strong>: (166) Andiamo.<br />

Serpieri: (167) Come vuoi tu.<br />

Serpieri esce. La moglie del Generale (entra in campo), si avvicina<br />

a <strong>Livia</strong>.<br />

Generale: (168) Aufwiedersehen, Grafin! Sie fliegen so frlih<br />

weg!?<br />

(169) Kommen Sie wieder mit uns die « Freischutz » horen.<br />

<strong>Livia</strong>: (170) Guten Abend!<br />

Leonora:<br />

« Ma deh, non dirgli improvvido<br />

le pene, le pene, le pene ... ».<br />

Serpieri rientra. Ha tra le mani il mantello di <strong>Livia</strong>. Glielo<br />

mette sulle spalle. Un ufficiale bacia la mano alla contessa. Serpieri<br />

saluta il Generale ...<br />

Serpieri (F.C.): (171) Eccellenza!<br />

... e il colonnello.<br />

Serpieri: (172) Colonnello.<br />

La moglie del Generale, nel frattempo, parla in tedesco con un<br />

ufficiale.<br />

<strong>Livia</strong> e il marito escono.<br />

La moglie del Generale avanza fino alla balaustra della barcaccia<br />

rapita dalla melodia ed esplode in frasi di ammirazione.<br />

(Il canto e la musica dissolvono).<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

11. C.L. L'androne del palazzo Serpieri. <strong>Livia</strong> e il marito entrano.<br />

Un cameriere entra in campo con un candelabro li raggiunge.<br />

<strong>Livia</strong> avanza ...<br />

12. C.L .... verso due patrioti che l'attendevano.<br />

88<br />

Loredan: (173) Hanno arrestato Roberto poco fa, appena<br />

uscito dalla « Fenice ».<br />

<strong>Livia</strong>: (174) No, non è possibile!<br />

Arrivabene: (175) Era con Donà e Meneghini. Sono stati fermati<br />

tutti e tre.


<strong>Livia</strong>: (176) Bisogna fare qualche cosa ... subito!<br />

13. M.P.P. Loredan (di spalle) e <strong>Livia</strong> (di faccia ). Dietro di<br />

loro: Arrivabene.<br />

Loredan: (177) Perché non lo dici a tuo marito?<br />

(178) Se lui se ne interessa ...<br />

<strong>Livia</strong>: (179) Lasciate fare a me.<br />

(180) Voi andate, intanto.<br />

(181) Passate da Massenza.<br />

(182) Vi farò sapere.<br />

( 183) Ma andate, subito. Non fate imprudenze.<br />

( 184) Buona<strong>notte</strong>.<br />

Loredan: (185) Buona<strong>notte</strong>.<br />

Arrivabene: ( 186) Buona<strong>notte</strong>.<br />

14. L'entrata dell'androne. <strong>Livia</strong> si avvicina al marito mentre i<br />

due patrioti escono da un'altra uscita.<br />

<strong>Livia</strong>: (187) Hai sentito? Hanno arrestato Roberto.<br />

15. M.F. Dall'alto Serpieri e <strong>Livia</strong>.<br />

<strong>Livia</strong>: (188) Senti...<br />

(189) .. .io non ti ho mai chiesto niente ...<br />

(190) ... ma stavolta devi fare qualche cosa ...<br />

(191) ... per liberare Roberto!<br />

(192) Se tu vuoi ...<br />

(193) ... con le tue relazioni, le tue amicizie ...<br />

(194) t stato quel tenente a denunciarlo, ne sono sicura.<br />

16. P.A. Controcampo <strong>Livia</strong> quasi di spalle Serpieri di faccia.<br />

<strong>Livia</strong>: (195) ... non voleva battersi!<br />

Serpieri: (196) Ah, lo credo bene!<br />

(197) Come puoi immaginare che un ufficiale austriaco pos·<br />

sa battersi con un civile italiano?<br />

( 198) È assurdo, solamente pensarlo!<br />

Il conte fa un cenno con la testa al cameriere di cui si scor·<br />

geva solo la mano con il candelabro. Il cameriere si allontana su<br />

per le scale.<br />

Serpieri: ( 199) Se tuo cugino avesse solo cinque grammi di<br />

buonsenso nel cervello ...<br />

<strong>Livia</strong>: (200) Tu capisci cosa può significare in questo mo·<br />

mento.<br />

Serpieri: (201) Si, capisco capisco perfettamente e non voglio<br />

aver niente a che fare con questa faccenda!<br />

(202) Hanno fatto benissimo ad arrestarlo!<br />

(203) E tu vorresti farmi compromettere con queste sciocchezze<br />

che non m'interessano affatto?!<br />

(204) Ne ho fin sopra ai capelli!<br />

(205) Non parlarmene più, hai capito?<br />

( 206) Sono tutte ragazza te.<br />

Livin di scatto si allontana da lui c prende a salire le scale<br />

(panoramica ascendente a sinistra). Serpieri la segue.<br />

89


Serpieri: (207) Chissà poi cosa credete di fare!<br />

Fondù di chiusura. ·<br />

Fine del secondo rullo.<br />

Terzo rullo<br />

Fondù d'apertura.<br />

l. M.C.L. <strong>Livia</strong> saluta Ussoni P.A. condannato all'esilio.<br />

Voce <strong>Livia</strong>: (208) Roberto fu condannato a un anno di<br />

esilio .. .<br />

(209) ... assieme a molti altri.<br />

Una breve panoramica a sinistra accompagna i due che si scosta·<br />

no di qualche passo e scopre un lungo porticato dove molti<br />

patrioti aspettano di essere chiamati all'appello.<br />

Si ode la voce di un sottufliciale austriaco chiamare i condannati<br />

ad uno ad uno.<br />

Voce <strong>Livia</strong>: (210) Io avevo un oscuro presentimento .. .<br />

(211) ... di ciò che quella partenza poteva significare ... per<br />

me.<br />

Roberto si porta una mano di <strong>Livia</strong> alle labbra. Sente chiamare<br />

il suo nome.<br />

Ussoni: (212) Arrivederci ...<br />

Si china ancora a baciarle una mano.<br />

Ussoni: (213) ... speriamo presto, angelo custode.<br />

Si guarda attorno con circospezione.<br />

Ussoni: (214) Cerca di andare ad <strong>Aldeno</strong> prima possibile.<br />

<strong>Livia</strong>: (215) Sl, sì.<br />

Ussoni: (216) Fallo sapere a Caval<strong>letto</strong>, mi raccomando.<br />

<strong>Livia</strong>: (217) Stai tranquillo.<br />

Ussoni: (218) Abbiamo bisogno di un collegamento sicuro<br />

con le bande.<br />

(219) Io stesso spero Yenirci presto.<br />

(220) Garibaldi è a Desenzano ... pensa, <strong>Livia</strong>, il momento è<br />

vicino!<br />

(221) Arrivederci... italiani!<br />

La bacia sulle guancie. Di nuovo le stringe una mano e se la<br />

porta alle labbra.<br />

<strong>Livia</strong>: (222) Roberto ...<br />

(223) ... mi raccomando!<br />

Passi.<br />

Sottufficiale austriaco: (224) Achtung! Abteilung'arsch!<br />

Si allontanano lungo il porticato.<br />

90


<strong>Livia</strong>: (249) Per .essere quello che è ...<br />

(250) Buona<strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> si allontana ...<br />

3. M.C.L . ... di spalle Franz la raggiunge di corsa P.A.<br />

Franz: (251) Non crede che sarebbe stato molto meglio se<br />

m'avesse detto l'altra sera all'opera che quell'Ussoni era il<br />

suo a m an te? ...<br />

Passi e fruscio vesti.<br />

Franz: (252) E che desiderava facessi di tutto per farlo<br />

rimanere a Venezia?<br />

<strong>Livia</strong>: (253) Un uomo con un minimo di educazione non<br />

approfitterebbe del fatto che sono sola per insultarmi.<br />

Franz ride.<br />

<strong>Livia</strong> si allontana e Franz la segue a qualche passo di distanza.<br />

Inizio musica.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

4. C.L. (dall'alto) Ponte e fondamenta Riello. <strong>Livia</strong> sale il Ponte<br />

e giunta in cima si toglie il velo.<br />

Passi.<br />

Franz la segue come di nascosto lungo le fondamenta. Una<br />

panoramica a sinistra scopre un canale in tutta la sua lunghezza.<br />

5. C.L. Fondamenta Riello.<br />

Franz ha quasi raggiunto <strong>Livia</strong>. La donna si ferma e si volta.<br />

Fine musica.<br />

<strong>Livia</strong>: (254) Le ho già chiesto di non seguirmi.<br />

Franz: (255) Ma io non la sto seguendo.<br />

<strong>Livia</strong> riprende per la sua strada... breve panoramica a sinistra<br />

e correzione in avanti ... sempre seguita da Franz.<br />

Passi.<br />

Si ferma di nuovo.<br />

<strong>Livia</strong>: (256) Ah, lei non mi segue?<br />

Franz: (257) Mi consideri la sua ombra.<br />

<strong>Livia</strong>: (258) Grazie, mi basta la mia.<br />

<strong>Livia</strong> riprende il cammino ma si ferma ancora al suono della<br />

voce di Mahler.<br />

Franz: (259) La mia la proteggerà molto meglio.<br />

Correzione a sinistra e avanti.<br />

<strong>Livia</strong>: (260) Insomma, non mi segua!<br />

Sciacquio.<br />

Si avvia frettolosamente breve panoramica a sinistra ma improvvisamente<br />

si ferma spaventata per aver scorto il corpo di un<br />

soldato austriaco per terra.<br />

6. M.C.L. Il corpo del soldato austriaco disteso sul bordo delle<br />

fondamenta. Franz entra in campo, si china su di lui e gli solleva<br />

il capo.<br />

7. P.A. <strong>Livia</strong> all'angolo della calle.<br />

92


<strong>Livia</strong>: (261) Ma ... è morto?<br />

8. F.l. Franz ancora chinato tiene tra le braccia il corpo dell'austriaco.<br />

fram:: (262) Sì.<br />

Lo riadagia dolcemente a terra.<br />

<strong>Livia</strong> (F.C.): (263): Ma come ...<br />

Franz l'interrompe ...<br />

Franz: (264) Hssss!<br />

.. .facendole cenno di tacere.<br />

Si ode un rumore cadenzato di passi. Franz si le\·a in piedi ...<br />

9. P.A .... raggiunge <strong>Livia</strong> e, presab per un braccio, la trascina<br />

dietro ad un archetto panoramica a sinistra.<br />

Franz: (265) Venga, su! ...<br />

(266) Venga, presto!<br />

La copre col velo.<br />

10. C.L. Dal fondo della calle avanza una pattuglia austriaca di<br />

5 uomini. Uno dei soldati scorge il corpo del morto. Il capo<br />

pattuglia si china su di lui.<br />

r Soldato: (267) Herr Feldwebel!<br />

Sergente: (268) Ja! Was ist los?<br />

l" Soldato: (269) Schauen Sie mal her!<br />

Sergente: (270) Verdammte Mal! Ist er tod!<br />

(271 )Schnell! ... Wegbringen!<br />

(272) Zwei Mann hierher!<br />

(273) Dieverdammte Venetianer! Jede Nacht todten Sie einen<br />

so!<br />

(274) Los! Vegloringen!<br />

(275) Der erste vorwarts der andere riickwarst!<br />

I soldati sollevano il corpo a braccia, lo portano via allontanandosi<br />

sotto il portichetto delle fondamenta.<br />

Passi cadenzati.<br />

Panoramica e carrello a destra.<br />

Sergente: (276) Schnell, schnell, schnell!<br />

l" Soldato: (227) Armer Teufel!<br />

2" Soldato: (278) lch habe ihn geknnnt.<br />

(279) Er war in sehz kurzer zeit (segnono parole incomprensibili).<br />

(280) Destowenig tagen nach Venedig gckommen!<br />

11. P.A. <strong>Livia</strong> c Franz si sentono sollevati. Li\·ia si toglie il<br />

velo.<br />

Li via: (281) Grazie!<br />

Inizio musica.<br />

Si avvia avanzando verso la macchina . franz la segue.<br />

Franz: (282) Vede che ...<br />

<strong>Livia</strong> si ferma M.F.<br />

Franz: (283) ... non è molto piacevole far pane ...<br />

(284) ... di un esercito di occupazione.<br />

93


(285) Si è costretti a vJvere in mezzo a uomini che ti<br />

odiano ...<br />

(286) E noi giovani ...<br />

(287) .. .lontani da casa ...<br />

(288) ... soli ...<br />

(289) ... si finisce col corteggiare le loro mogli ...<br />

(290) .. .le loro fidanzate .. .<br />

<strong>Livia</strong>: (291) Sl capisco .. .<br />

(292) Buona<strong>notte</strong>, tenente, non ho più paura.<br />

(293) La prego non si disturbi ...<br />

(294) ... ad accompagnarmi ...<br />

(295) Buona<strong>notte</strong>!<br />

<strong>Livia</strong> esce di campo.<br />

12. P.A. <strong>Livia</strong> esce dall'archetto panoramica a destra. Ha un attimo<br />

di esitazione e si avvia panoramica a destra. Ma dopo qualche<br />

passo si ferma e si volta verso Franz F.C.<br />

<strong>Livia</strong>: (296) Ma c'è una cosa che ...<br />

(297) ... vorrei lei sapesse ...<br />

Franz entra in campo la raggiunge.<br />

<strong>Livia</strong>: (298) Roberto Ussoni non è il mio amante.<br />

Franz: (299): Ah!<br />

<strong>Livia</strong>: (300) È mio cugino.<br />

(301) Ed è la persona che io ammiro di più a questo mondo.<br />

Franz: (302) L'ammira più di ...<br />

(303) ... di suo marito?<br />

<strong>Livia</strong>: (304) Vede mio marito ed io abbiamo ...<br />

(305) ... opinioni molto diverse per quanto riguarda gli austriaci.<br />

(306) Lui è disposto ad accettarli e ne sollecita anche i<br />

favori.<br />

<strong>Livia</strong>: (307) Io sono come mio cugino ...<br />

(308) ... una vera italiana.<br />

(309) Buona<strong>notte</strong>.<br />

<strong>Livia</strong> si avvia panoramica a sinistra.<br />

Franz rimane immobile per un attimo poi le Ya dietro di<br />

spalle.<br />

Franz: (310) Contessa Serpieri.<br />

Scompaiono uno dietro l'altra all'angolo della calle.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

13. C.L.L. Notturno di Venezia.<br />

<strong>Livia</strong> cammina sempre seguita a breve distanza da Franz.<br />

Voce <strong>Livia</strong>: (311) Camminammo a lungo ...<br />

(312) .. .insieme ...<br />

(313) ... per le calli deserte.<br />

(314) Le mie prevenzioni si erano dileguate ...<br />

(315) ... il tempo non esisteva più ...<br />

94


(349) ... che mi guarda come lei mi sta guardando in questo<br />

momento.<br />

Lancia via il pezzetto di specchio. Rumore di vetro.<br />

Franz: (350) « :t:: il giorno del giudizio!<br />

(351) I morti risorgono all'eterna gioia ...<br />

(352) ... o all'eterno dolore.<br />

(353) Noi restiamo abbracciati...<br />

(354) ... e non ci curiamo di niente, né di paradiso né di<br />

inferno».<br />

Franz: (355) Le piacciono questi versi di Heine?<br />

<strong>Livia</strong>: (356) No.<br />

Fine musica.<br />

Fine del terzo rullo.<br />

Quarto rullo<br />

l. P.A. Franz seduto sull'orlo del pozzo. <strong>Livia</strong> inquadrata fino<br />

alle spalle (di spalle) a sinistra del quadro.<br />

Franz: (357) Perché no?<br />

<strong>Livia</strong>: (357 bis) È il loro significato che non mi piace.<br />

Franz sorride.<br />

Franz: (358) Peccato!<br />

(359) Ma l'imminenza di una guerra ...<br />

<strong>Livia</strong>: (360) Lei crede che ci sarà la guerra?<br />

Franz: (361) Ah sl...<br />

Franz si avvicina a <strong>Livia</strong>.<br />

Franz: (362) Per quanto sia inconcepibile che della gente<br />

possa uccidersi per dei fatti che non li riguardano.<br />

(363) Lei crede nella guerra ?<br />

<strong>Livia</strong>: (364) Io credo che la libertà di un popolo debba<br />

essere difesa a costo della propria libertà ...<br />

(365) ... e della vita.<br />

Franz: (366) E cosl saremmo nemici, vero?<br />

Franz pone una mano sulla mano di <strong>Livia</strong>.<br />

96<br />

Franz: (367) Non lo credo affatto.<br />

(368) lo ...<br />

(369) .. .io suppongo che sin una seria mancanza da parte<br />

mia ...<br />

(370) .. .il non essere mai riuscito ad intercssarmi ...<br />

(371) ... alla guerra, alla politica ...<br />

(372) ... alle cessioni ed occupazioni di territorio ...<br />

(373) ... a tutte quelle cose serissime ...


l<br />

' \'<br />

\<br />

,\<br />

·,·.\\ \<br />

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<strong>Livia</strong> nel suo salotto seduta sul divano sta ricamando. Su una<br />

poltrona Laura, la càmeriera, ha un libro in mano.<br />

Li via guarda in giro e poi si rivolge a Laura:<br />

<strong>Livia</strong>: Continua Laura.<br />

La macchina va su Laura che come se riprendesse la lettura<br />

(ultime lettere di Jacopo Ortis):<br />

Laura: « Perdonami, Teresa!!! ...<br />

!asciarti quieta davvero ».<br />

Laura sospende la lettura. Poi quando sta per riprenderla:<br />

<strong>Livia</strong> (F.C.): No, basta Laura.<br />

Laura: La signora contessa, farebbe bene a fare una bella<br />

passeggiata. Sono tre giorni che non mette il naso fuori di<br />

casa.<br />

Laura chiude il libro.<br />

4. C.L.L. Un lato del campo del Ghetto. In un angolo <strong>Livia</strong><br />

P.A. che si guarda attorno timorosa. Si capisce che è alla sommità<br />

del ponte che dà accesso al campo quando con rapidi passi<br />

discende verso la piazza correzione a destra e si allontana di<br />

spalle.<br />

Voce Li via: ( 40 l) Eppure dopo quattro giorni ...<br />

( 402) ... quattro giorni passati nella vana speranza d'incontrarlo<br />

...<br />

( 403) ... quattro giorni dopo, io correvo da lui.<br />

5. C.L.L. <strong>Livia</strong> attraversa il campo del Ghetto nuovo panoramica<br />

a destra e ...<br />

6. M.C.L. ... giunge presso l'abitazione di Franz. Due ufficiali austriaci<br />

si fermano a guardarla.<br />

Voce <strong>Livia</strong>: (404) Ero giunta a persuadermi ...<br />

( 405) ... che soltanto lui avrebbe potuto aiutarmi per Roberto.<br />

( 406) A v evo il dovere di chiederglielo!<br />

<strong>Livia</strong> infila con decisione il portoncino.<br />

Fine musica.<br />

7. M.C.L. La stretta scala che porta al quartiere di Franz dal<br />

basso <strong>Livia</strong> la percorre di spalle. Fischio. Passi.<br />

Macchina in fondo al pianerottolo. <strong>Livia</strong> appare, svoltando dalla<br />

rampa di scale, guarda dentro ad una porta cercando Franz. Un<br />

ufficiale viene sulla porta, infilandosi la giacca. <strong>Livia</strong> prosegue,<br />

oltrepassando un soldato che fischiettando sta lucidando degli<br />

stivali seduto su una panchina. Poi, alla seconda porta dove<br />

un ufficiale sta facendosi la barba, chiede:<br />

<strong>Livia</strong>: Scusi, il tenente Mahler.<br />

Ten. Hintermann: Il tenente Mahler abita al secondo piano.<br />

Favorisca salire al piano di sopra.<br />

Un ufficiale a torso nudo si avvicina alla porta:<br />

Ten. Hintermann: Ancora una delle accalappiatrici di Franz.<br />

106


<strong>Livia</strong> va verso l'altra rampa delle scale, mentre Hintermann continua:<br />

Ten. Hintermann: Domani Franz deve cambiare la sua bian·<br />

cheria da <strong>letto</strong>.<br />

Tutti ridono. <strong>Livia</strong> ha cominciato a salire l'altra rampa delle<br />

scale; incrocia con un ufficiale che scende.<br />

Il soldato che sta lucidando gli stivali si alza e guardando verso<br />

il piano superiore grida:<br />

Soldato: Tenente Mahler, una signora La desidera.<br />

<strong>Livia</strong> sale ancora i gradini, l'attendente si china come per guardarle<br />

sotto le sottane. Poi rivolto all'ufficiale che stava facendosi<br />

la barba esclama:<br />

Attendente: Ho visto due belle gambe.<br />

Tutti ridono, mentre <strong>Livia</strong> scompare nell'alto della scala.<br />

8. C.L. Controcampo <strong>Livia</strong> di faccia è arrivata al primo pianerottolo.<br />

Dall'altra rampa di scale scende fischiettando un ufficiale<br />

austriaco che si ferma a guardare la donna insieme con<br />

un altro ufficiale uscito da una porta che dà sul pianerottolo.<br />

Rumore porta.<br />

Da un'altra porta esce a passi affrettati, fischiettando, l'attendente<br />

di Franz.<br />

Incrocia <strong>Livia</strong>, si ferma, la guarda e va via verso il fondo. Dal<br />

fondo due ufficiali guardano con curiosità Yerso <strong>Livia</strong>.<br />

Un ufficiale: ( 407) Das ist eine Puppe, was?<br />

<strong>Livia</strong> si ferma davanti alla porta da dove è uscito l'attendente e<br />

guarda nell'interno della stanza.<br />

9. C.L. Totale di una grande stanza dove oggetti e mobili sono<br />

in grande disordine.<br />

Seduto alla tavola centrale un ufficiale austriaco sta disponendo<br />

le carte per un solitario. Rumore di carte.<br />

Franz in un angolo nel fondo della stanza termina di accendere<br />

un lume a petrolio e si accorge della presenza di <strong>Livia</strong>. Avanza<br />

verso di lei.<br />

Boemo: (408) Di, vuoi giocare?<br />

Franz con lo sguardo gli rivela la presenza di <strong>Livia</strong>. Passi.<br />

Il boemo getta il mazzo di carte sulla tavola, si alza in piedi,<br />

prende dalla spalliera della sedia la sua giocca e esce di campo.<br />

Franz continua ad avanzare con gli occhi fissi a <strong>Livia</strong> F.C. sorridendo.<br />

Rumore porta, F.C.<br />

10. M.C.L. <strong>Livia</strong> P.A. è sulla porta. Franz le si avvicina, si china<br />

a baciarle teneramente una mano e le introduce, panoramica a<br />

destra nella stanza mentre il boemo, dopo aver gettato la giacca<br />

sul <strong>letto</strong> della sua stanza, viene alla porta.<br />

<strong>Livia</strong> e Franz sono uno di fronte all'altro.<br />

Franz: ( 409) T'ho aspettato per giorni c giorni ...<br />

(410) ... c ora sei venuta!<br />

107


Franz lancia un'occhiata al Boemo che con dispetto sbatte la<br />

porta. ·<br />

Franz prende il velo che copre il volto di <strong>Livia</strong> ...<br />

11. M.P.P .... e lo alza lentamente. Si accosta a lei per un breve<br />

bacio. La guarda.<br />

Franz: (411) Non ci curiamo di paradiso e di inferno.<br />

Un lungo bacio li unisce di nuovo.<br />

Inizio musica.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

12. C.L.L. Rio Noale. Passa una gondola.<br />

Voce <strong>Livia</strong>: (412) Da quel giorno ci incontrammo spesso.<br />

(413) Ci vedemmo in una camera di affitto che Franz aveva<br />

trovato alle Fondamenta Nuove.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

Una gondola con felze sbuca dalla Sacca della Misericordia e<br />

attracca all'angolo delle Fondamenta Nuove.<br />

Scende <strong>Livia</strong>, il viso coperto da un fitto velo.<br />

Entra nella porticina piccola a sinistra della porta principale.<br />

13. M.F. Franz nell'interno di una camera di affitto va verso una<br />

finestra carrello e panoramica a sinistra.<br />

Franz: (414) Vedi...<br />

( 415) ... in queste camere c'è sempre qualche piccolo rumore<br />

come questo ...<br />

Con una mano agita una tendina.<br />

Franz: (416) .. .il frusciare di una tenda ...<br />

( 417) ... o un tarlo, o un moscone che sbatte contro i vetri.<br />

( 418) L'avevi mai notato?<br />

<strong>Livia</strong> (F.C.): (419) No, Franz.<br />

Franz volge lo sguardo verso di lei e sorride. S'avvicina lentamente<br />

carrello a sinistra.<br />

Franz: ( 420) Si nota soltanto dopo, nel ricordo ...<br />

( 421) Solo allora sai di averlo sentito durante tutto il tempo<br />

in cui si è stati stretti insieme .<br />

... al grande <strong>letto</strong> dove <strong>Livia</strong> con i capelli sciolti e le spalle nude,<br />

siede sotto le coperte.<br />

<strong>Livia</strong>: (422) Davvero, Franz!<br />

Franz: ( 423) Nel ricordo scopri di averlo sentito continuamente<br />

.. .<br />

( 424) ... senza avergli dato importanza.<br />

( 425) Ma è dopo ...<br />

Franz si siede accanto a lei e le cinge le spalle con un braccio.<br />

Franz ( 426) ... che questo dettaglio diventa importante.<br />

Carrello avanti: M.P.P.<br />

Li via: ( 427) Un dettaglio?<br />

108


Fmnz si è steso tenendosi su un gomito mentre <strong>Livia</strong> si intreccia<br />

i capelli.<br />

<strong>Livia</strong>: (465) Forse ... lo farai ...<br />

Scivola fuori dal <strong>letto</strong> coprendosi con il lenzuolo e \'a al di là<br />

della spalliera di fondo ad accarezzare i capelli di Franz che le<br />

bacia la mano. Correzione a sini!ttra c carrello avanti.<br />

Lh·ia: ( 466) ... ma tu hai a\'uto tante e tante awemure ...<br />

<strong>Livia</strong> esce di campo.<br />

Lrvia (F.C.): ( 467) ... durante le quali nelle stanze c'era il<br />

rumore di un tarlo ...<br />

(468) (F.C.) ... o il ronzio di un moscone che batte contro i<br />

vetri...<br />

(469) ... e di cui ti sei accorto soltanto dopo ...<br />

( 470) ... e allora ti sei alzato ...<br />

(471) ... e hai dato la libertà a quel povero insetto in trappola<br />

...<br />

Fine musica.<br />

Li via: ( 472) ... con la stessa eleganza con cui ti sei liberato<br />

del cuore della donna.<br />

Fine del quarto rullo.<br />

Quinto rullo<br />

l. P.A. <strong>Livia</strong> sta finendo di vestirsi. Ha già la sottana e il bu­<br />

stino. Si muove verso Franz che ''iene incluso da carrello a<br />

destra.<br />

Li via: ( 473) Ma non preoccuparti.<br />

Franz si alza in ginocchio sul <strong>letto</strong>, prende i capi dei lacci del<br />

bustino e aiuta <strong>Livia</strong> a stringerlo ...<br />

<strong>Livia</strong>: (474) In questa avventura ...<br />

(475) ... tu non dovrai fare neanche questo piccolo sforzo.<br />

( 476) Lo farò io per te, Franz .<br />

... poi scende dal <strong>letto</strong> e va accanto a <strong>Livia</strong>.<br />

<strong>Livia</strong>: (477) Mi alzerò, aprirò io i vetri ...<br />

(478) ... per lasciar volare via il tuo cuore libero come una<br />

farfalla.<br />

Franz gioca con le dita tra i capelli di lei.<br />

Li via: ( 479) Vuoi darmi quelle forcine, per piacere?<br />

Franz ride.<br />

Franz: ( 480) Signora, da ora non sono più al suo servizio<br />

come cameriera.<br />

(481) Dovrà prenderle da sola le forcine.<br />

<strong>Livia</strong> si stacca da lui esce di campo.<br />

Fruscio vesti.<br />

110


2. M.F. <strong>Livia</strong> quasi di spalle davanti al cassettone. Si sta rifacendo<br />

la treccia ma poi, come colta da un improvviso pensiero<br />

prende un paio di forbici e si taglia una ciocca di capelli che<br />

racchiude in un prezioso medaglione. Inizio musica.<br />

3. 1LP.P. Dall'esterno Franz alla finestra, guarda fuori. Si volta<br />

mentre <strong>Livia</strong> gli si avvicina entra in campo e gli porge il medaglione.<br />

Li via: ( 482) Franz, prendi questo per mio ricordo.<br />

Franz ammira il medaglione facendolo dondolare fra le dita.<br />

Franz: ( 483) Che splendido medaglione!<br />

Li via: ( 484) Qui, sul tuo cuore.<br />

( 485) Ora io me ne vado ...<br />

( 486) ... me ne vado!<br />

Franz si china sveltamente a baciarle una mano.<br />

Franz: (487) Addio.<br />

Con la stessa superficialità la bacia sulla bocca.<br />

Franz: (488) Addio.<br />

<strong>Livia</strong> si allontana di spalle lentamente di qualche passo mentre<br />

Franz è ancora in ammirazione del medaglione. Ma si volta e<br />

con intensità:<br />

Li via: ( 489) Oh. Franz ... mi lasceresti andar via così?<br />

Franz: ( 490) Ma no, amore ...<br />

Franz le va incontro.<br />

Franz: (491) ... sapevo che non te ne saresti andata.<br />

L'abbraccia e la bacia. La musica dissolve.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

Suono di campane.<br />

4. F.I. <strong>Livia</strong> sta camminando nella stanza. Si guarda intorno.<br />

Si avvicina al leno.<br />

Voce- Li via: ( 492) Un pomeriggio che l'aspettai invano in<br />

quella camera ...<br />

(493) ... per la prima volta mi accorsi con spavento ...<br />

( 494) ... che non ero più padrona dei miei sentimenti ...<br />

( 495) ... come mi ero illusa!<br />

Correzione avanti.<br />

Al rumore della porta che si apre <strong>Livia</strong> rasserenata si muove<br />

panoramica a sinistra verso la porta sulla quale è inclusa la<br />

padrona di casa.<br />

Padrona: (496) Io dovrei andar fuori un momento, ma in<br />

casa non c'è nessuno, come si fa?<br />

( 497) Lascio aperta la porta o va lei ad aprire?<br />

Li via: ( 498) Ma lei è sicura che il tenente non ha lasciato<br />

nessuna ambasciata ...<br />

( 499) .. una lettera?<br />

Padro1:a: (500) Eh! Ghe mancarla altro, signora, eh?<br />

111


Li via: (501) Ma lei forse era uscita e non c'era nessuno in<br />

casa.<br />

Padrona: (502) Oh, cosa posso dirle? Sarà partito.<br />

La padrona di casa chiude la porta.<br />

Padrona: (503) Anche un altro capitano ...<br />

(504) ... che veniva sempre qui ...<br />

(505) ... è stato trasferito su due piedi ...<br />

(506) Anzi, signora ...<br />

(507) .. .lei non conosce nessuno che potrebbe aiutarmi?<br />

(508) Sa che scherzo mi fanno?<br />

(509) Mi vogliono requisire la casa per alloggio militare!<br />

(510) Ma, diga mi, come se no ghe fosse le caserme per<br />

questo.<br />

(511) Signora, la veda se può aiutarmi.<br />

(512) Io lo dico anche per lei, sa?<br />

(513) So che lei può tutto, signora contessa ...<br />

Padrona: (514) Io la conosco bene, sa?<br />

(515) Ci ho una sorella che è stata per tanti anni al servizio ...<br />

<strong>Livia</strong> si avvia di fretta verso la porta e la apre.<br />

Padrona: (516) Come? Va via adesso?<br />

(517) E se il signor tenente torna?<br />

<strong>Livia</strong> rientra ...<br />

Padrona: (518) La senta, signora contessa ...<br />

... richiude la porta.<br />

(519) ... e se invece il signor tenente fosse partito davvero?<br />

(520) Chi è che regola qua?<br />

(521) Dico, io non ho mai chiesto niente perché lo conosco<br />

bene, ma ...<br />

<strong>Livia</strong> apre la borsetta ...<br />

Padrona: (522) .. .lei capisce, soltanto il disturbo della bian­<br />

cheria, signora mia ...<br />

... e le mette alcune monete tra le mani.<br />

Padro1za: (523) ... ecco ... grazie, signora!<br />

<strong>Livia</strong> apre la porta ed esce.<br />

Padrona: (524) Eh ciò!<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

Coro ufficiali.<br />

5. M.C.L. Nell'interno dell'alloggio di Franz è inquadrato un<br />

angolo di una grande stanza dove un giovanissimo ufficiale semisdraiato<br />

su un divano è assorto nei suoi pensieri. Si ode il<br />

coro dei compagni.<br />

Dall'uscio socchiuso si scorge entrare <strong>Livia</strong>.<br />

Coro: (525) « Ich traum in seinem Schatten<br />

(526) So manchen siissen Traum!<br />

(527) lch schrieb in seine Rinde<br />

(528) so manche Liebe' wort!<br />

112


Laura: ( 631) Non lo conosco.<br />

(632) La signora contessa era appena uscita. Gliel'ho detto...<br />

volevo venire a cercarla ...<br />

<strong>Livia</strong>: (633) Torno più tardi!<br />

(634) Dammi l'ombrello!<br />

Fine musica. Passi e fruscio vesti.<br />

Si allontana rapidamente verso il portone correzione a sinistra.<br />

Laura: ( 635) C'è il signor conte. Che cosa debbo dirgli?<br />

<strong>Livia</strong> apre il portone. Rumore porta.<br />

<strong>Livia</strong>: (636) Quello che ti pare!<br />

(637) Non me ne importa!<br />

(638) Non mc ne importa niente, capito?<br />

(639) Fai pure la spia!<br />

(640) Diglielo.<br />

Chiude violentemente il portone dietro di sé. Rumore porta. Inizio<br />

musica. Laura si volta come sentisse qualcuno scendere<br />

dietro di sé.<br />

10. C.L. La rampa della scala inquadrata dall'alto. Serpieri<br />

di spalle sta scendendo verso Laura che è in fondo. Si ferma un<br />

attimo come per chiederle qualche cosa e poi esce di campo.<br />

11. P.A. Dall'esterno Serpieri apre il portone e cerca con lo<br />

sguardo la moglie. Sembra averla avvistata. Si muove panoramica<br />

a sinistra e la segue guardingo per una calle.<br />

Dissoh·enza incrociata.<br />

12. M.C.L. Dal basso <strong>Livia</strong> percorre una rampa di scale che conduce<br />

ad un pianerottolo.<br />

Subito dopo Serpieri, non visto, la segue entra in campo.<br />

13. F.I. <strong>Livia</strong>, giunta sul pianerottolo, suona per tre volte ad<br />

una porta. Serpieri la raggiunge di corsa. Non appena <strong>Livia</strong> lo<br />

scorge si addossa con le spalle alla parete.<br />

Carrello avanti P.A.<br />

<strong>Livia</strong>: (641) Non c'era bisogno che tu mi seguissi ... per<br />

spiarmi.<br />

(642) Te l'avrei detto io stessa.<br />

( 64 3) Non voglio più continuare a mentire ...<br />

(644 ) È vero: ho un amante!<br />

(645) Lo amo!<br />

(646) Voglio vivere con lui, capisci?<br />

Serpieri afferra la moglie per un braccio.<br />

14. P.A. Serpieri e <strong>Livia</strong> quasi di spalle. Si apre la porta e<br />

appare una donna. In fondo alla stanza scorgiamo Ussoni e un<br />

altro patriota.<br />

Donna: (647) Ah, <strong>Livia</strong> ...<br />

(648) ... finalmente! Ti aspettavamo, entra, entra!<br />

Correzione a destra.<br />

Ussoni viene incontro a <strong>Livia</strong> tendendole le mani.<br />

118


Ussoni: (649) <strong>Livia</strong>!<br />

(650) <strong>Livia</strong>!. .. Che gioia, finalmente!<br />

Serpieri segue <strong>Livia</strong>.<br />

Serpieri: (651) Ah tu!. ..<br />

(652) Non sapevo che fossi ritornato!<br />

(653) Potevi anche avvertirmi!<br />

La donna chiude i battenti del portone.<br />

15. M.F. Serpieri, <strong>Livia</strong> e Ussoni. <strong>Livia</strong> è sfinita dall'emozione,<br />

si rifugia nelle braccia di Ussoni.<br />

Ussoni: (654) <strong>Livia</strong> ...<br />

( 655) ... siamo riusciti a passare la frontiera questa <strong>notte</strong>.<br />

Fine musica.<br />

(656) Ho bisogno di stabilire i contatti con gli amici qui a<br />

Venezia.<br />

(657) Non c'è un momento da perdere e data la situazione ...<br />

Serpieri: (658) Perché non hai avuto fiducia in me?<br />

(659) Lei ...<br />

(660) ... voleva farmi credere che ...<br />

<strong>Livia</strong>: (661) Non puoi capire!<br />

(662) Non puoi capire!. ..<br />

Ussoni accompagna la donna verso il centro della stanza escono<br />

di campo.<br />

Serpieri: (663) Ho già parlato a <strong>Livia</strong> ...<br />

F.C. Brusio.<br />

16. M.C.L. Ussoni e <strong>Livia</strong> di spalle. Serpieri li segue entra in<br />

campo.<br />

Serpieri (F.C.): (664) ... molto chiaramente.<br />

Un carrello avanti li segue mentre passano nella stanza attigua ...<br />

Serpieri: (655) Ora sarà bene che ripeta a te quello che ho<br />

detto a lei.<br />

... dove una decina di patrioti stanno trafficando con manifestini,<br />

rivoltelle, ecc.<br />

Serpieri: (666) Io non ho assolutamente intenzione di accettare<br />

le cariche che recentemente ...<br />

(667) ... e con molta insistenza mi sono state offerte dal Comando<br />

Austriaco.<br />

Uno dei patrioti viene incontro a <strong>Livia</strong>.<br />

Loredan: ( 668) Ciao Li via, come stai?<br />

Serpieri: (669) Io sono nato a Venezia, sono cresciuto qui ...<br />

(670) ... c sai bene che tutti i miei interessi e i miei affetti<br />

sono in questa città.<br />

17. P .A. Serpieri di fronte e Ussoni di spalle.<br />

Serpieri: (671) Ora è chiaro che, qualunque sarà l'esito di<br />

questa guerra, Venezia passerà certamente al governo italiano.<br />

(672) Se ne è fatto garante l'Imperatore di Francia.<br />

Mentre Serpieri parla qualcuno dci patrioti sta facendo l'inventario<br />

delle donazioni degli italiani per i partigiani. Rumore og-<br />

119


getti metallici. Le battute si odono appena:<br />

Una spilla d'oro con due pietre.<br />

Venticinque fiorini.<br />

Una tabacchiera d'argento.<br />

Due medagliette d'oro.<br />

Una spilla di diamanti.<br />

Un crocifisso d'oro.<br />

Una catenina d'oro con medaglia.<br />

Un anello.<br />

Serpieri: (673) Ed è in vista di questo che voglio aiutarvi.<br />

(674) Tu ... puoi fidarti di me.<br />

(675) Come vedi la mia è una proposta molto pratica e non<br />

è dettata da entusiasmi, ideali o fedi che non condivido.<br />

Ussoni: ( 676) Capisco ... e quale ricompensa ti aspetti?<br />

Serpieri: (677) Te l'ho già detto ...<br />

(677 bis) ... poter restare senza aver noie nel mio paese ...<br />

(678) ... qualunque cosa avvenga.<br />

Ussoni: (679) Non posso prometterti niente.<br />

Serpieri: (680) Già ...<br />

( 681 ) ... ma domani potresti testimoniare in mio favore.<br />

Ussoni si avvicina carrello a destra a <strong>Livia</strong> che è accanto al<br />

tavolo dove Loredan sta facendo l'inventario. Passi. Rumori<br />

metallici.<br />

Loredan: (682) Una catena d'oro con l'orologio.<br />

UssoJti: (683) <strong>Livia</strong> ...<br />

(684) ... saresti pronta a partire domani per <strong>Aldeno</strong>?<br />

Serpieri (F.C.): (685) Per me non domando di meglio.<br />

18. P.A. Serpieri.<br />

Serpieri: (686) Sono giorni che ripeto a <strong>Livia</strong> ...<br />

19. P.A. <strong>Livia</strong> di fronte e Ussoni di spalle.<br />

Li via: ( 687) Sl, sono stata io .. .<br />

(688) ... ti ho voluto aspettare .. .<br />

(689) Ero sicura ...<br />

(690) ... che tu saresti tornato.<br />

20. P.A. Controcampo Ussoni di fronte e <strong>Livia</strong> di spalle.<br />

120<br />

Ussoni: (691) Va bene, <strong>Livia</strong> ...<br />

(692) Ma ora non c'è più tempo da perdere ...<br />

(693) Anch'io ripartirò domani da Venezia<br />

( 694) Debbo tentare di raggiungere il Quartier Generale<br />

delle Forze italiane ...<br />

(695) Avrò da loro le istruzioni per le formazioni volontarie.<br />

(696) Il collegamento, come ti spiegherò, è organizzato ab­<br />

bastanza bene.<br />

(697) Luca è già ad <strong>Aldeno</strong>.<br />

(698) Presto ci sarò anch'io ... tra quattro o cinque giorni, se<br />

tutto va bene.


( 699) Bisogna che tu t'incarichi intanto di portare su il<br />

denaro delle sottoscrizioni.<br />

(700) Dammi, Andrea.<br />

Ussoni prende un sacchetto di monete e lo mostra a <strong>Livia</strong>.<br />

Ussoni: (701) Ne hanno urgente bisogno.<br />

(702) I nostri volontari vivono di elemosine come gli eremiti.<br />

Ussoni: (703) 1: una buona somma.<br />

(704) Certo avrai contribuito anche tu a raccoglierla.<br />

<strong>Livia</strong>: (705) No.<br />

Inizio musica.<br />

<strong>Livia</strong> muove qualche passo verso il fondo della stanza panora­<br />

mica a destra raggiunge la parete dove sono ammassate casse e<br />

bauli e si siede su uno di questi. Da sinistra entra in campo<br />

Ussoni, le si avvicina e le si siede a fianco.<br />

Ussoni: (706) t: tanto che aspettavamo questo momento ...<br />

(707) E adesso che è giunto ... è come se ci avesse colto di<br />

sorpresa, vero?<br />

(708) Mette sgomento.<br />

Da sinistra entra in campo un patriota e porge ad Ussoni un<br />

cofanetto... Rumore metallico.<br />

Ussoni: (709) Bisogna che ognuno di noi si impegni come<br />

se dal suo operato dipendesse la vita di tutti quelli che<br />

combattono .<br />

... che questi passa a <strong>Livia</strong>.<br />

Carrello avanti ad inquadrare <strong>Livia</strong> e Ussoni M.F.<br />

Ussoni: (710) Non abbiamo più diritto a nulla <strong>Livia</strong> ...<br />

(711) ... soltanto dei doveri.<br />

(712) Dobbiamo saper dimenticare noi stessi, <strong>Livia</strong> ...<br />

Ussoni: (713) Non ho paura di essere retorico ...<br />

(714) L'Italia è in guerra ...<br />

(715) La nostra guerra ...<br />

(716) La nostra rivoluzione.<br />

Fondù chiusura. Fine musica.<br />

Fine del sesto rullo.<br />

Settimo rullo<br />

Fondù d'apertura.<br />

l. Totale della campagna attorno alla Villa Scrpicri ad <strong>Aldeno</strong>.<br />

Un carrello a sinistra scopre lentamente la villa.<br />

Voce L11na· (717) Le parole di Roberto ...<br />

(718) .. .la sua fiducia ...<br />

121


(719) : .. mi avevano dato il coraggio di partire.<br />

(720) I primi giorni che passai nella tranquillità della nostra<br />

villa di <strong>Aldeno</strong> ...<br />

(721) ... mi fecero ricordare ...<br />

(722) .. .le convalescenze che seguono le violente malattie<br />

dell'infanzia.<br />

Fondù di chiusura.<br />

Fondù d'apertura.<br />

2. M.C.L. La camera da <strong>letto</strong> di <strong>Livia</strong>. Furioso abbaiare di cani<br />

che continua anche nelle inquadrature seguenti. La macchina inquadra<br />

l'angolo di lavoro di <strong>Livia</strong>. Una lenta panoramica a sinistra<br />

passa ad inquadrare <strong>Livia</strong> addormentata nel suo grande<br />

<strong>letto</strong>. Si ode bussare due volte alla porta. <strong>Livia</strong> si agita nel<br />

sonno.<br />

Guardiano (F.C.): (723) Laura! ... Laura! ...<br />

Laura (F.C.): (724) Sl, apro, un momento.<br />

(725) Fai piano.<br />

Guardiano (F.C.): (726) Dal balcon, quando i cani i ga sco­<br />

minçià ad abajar ...<br />

Guardiano (F.C.): (727) Lo go visto mi ...<br />

(728) (F.C.) Ghe xè la finestra aperta.<br />

Laura (F.C.): (729) Io non ho sentito niente ...<br />

(730) Zitto, ho detto ...<br />

(731) .. .la signora contessa dorme.<br />

Breve carrello avanti.<br />

<strong>Livia</strong> si desta.<br />

<strong>Livia</strong>: (732) Chi è?<br />

Laura (F.C.): (733) Sono io ... Laura.<br />

<strong>Livia</strong>: (734) Cosa c'è?<br />

Laura (F.C.): (735) La signora contessa m1 deve scusare ...<br />

(736) ... ma c'è il guardiano che ...<br />

<strong>Livia</strong> si leva a sedere sul <strong>letto</strong> ...<br />

<strong>Livia</strong>: (737) Sl!<br />

... guarda verso la finestra ...<br />

Laura (F.C.): (738) Dicono che hanno visto qualcuno sul<br />

balcone.<br />

3. M.F. <strong>Livia</strong> si guarda intorno intimorita. Si odono ripetuti<br />

colpi alla porta. Si alza e lentamente panoramica a destra si<br />

avvicina alla finestra.<br />

Laura (F.C.): (739) Signora contessa!. .. Signora contessa!<br />

<strong>Livia</strong> scorge Franz sul balcone al di la dei vetri.<br />

<strong>Livia</strong>: (740) Ah!<br />

Franz entra di colpo nella stanza F.I. Rumore porta-finestra.<br />

<strong>Livia</strong> avanza verso la macchina correzione a destra cercando di<br />

dominare la situazione.<br />

122<br />

Laura (F.C.): (741) Dicono che hanno visto qualcuno sul<br />

balcone!


<strong>Livia</strong>: (769) Vai, vai, vai!<br />

(770) Lì!<br />

Franz esegue. Panoramica a destra. <strong>Livia</strong> torna di corsa alla<br />

finestra ...<br />

5. P.A. di spalle ... e va al balcone. Chiude le imposte e i vetri<br />

e torna carrello e panoramica a sinistra sui suoi passi. Inizio<br />

musica.<br />

<strong>Livia</strong>: (771) Io ...<br />

(772) Io non credo che tu abbia rischiato la vita solo per<br />

rivedermi.<br />

( 773) Una volta avrei potuto crederti.<br />

(774) Una volta ...<br />

(775) ... prima di tutti quegli appuntamenti mancati ...<br />

(776) ... prima di quelle giornate angosciose ...<br />

(777) ... senza riuscire a trovarti.<br />

<strong>Livia</strong> si è seduta sul <strong>letto</strong>. Franz si intravede al di là dei veli,<br />

addossato alla parete.<br />

Franz: (778) Io sono più giovane di te, contessa Serpieri ...<br />

(779) ... e non cosl furbo come vorrei sembrare.<br />

(780) ... Quando cominciai a rendermi conto che mi ero innamorato<br />

...<br />

(781) ... di una donna che non avrebbe mai potuto amarmi.<br />

<strong>Livia</strong>: (782) Ah!<br />

6. P.A. Franz.<br />

Franz: (783) Non ho saputo far altro che sparire ...<br />

(784) Ecco ... perché non m'hai più visto.<br />

(785) Ma non è servito a niente ...<br />

(786) Quando ho scoperto che eri tu che mi sfuggivi ...<br />

Panoramica a sinistra. Si avvicina lentamente a <strong>Livia</strong> e s'inginocchia<br />

davanti a lei.<br />

(787) ... che avevi lasciato Venezia ...<br />

(788) ... non ho avuto che un unico pensiero: ritrovarti!<br />

<strong>Livia</strong>: (789) Devi avere qualche ragione ...<br />

(790) ... che non riesco a capire.<br />

Franz: (791) Ma per quale altra ragione un uomo rischierebbe<br />

la vita per venire fin qua?<br />

<strong>Livia</strong> (792) Non ti rendi conto?<br />

(793) Ormai siamo in guerra!<br />

Franz: (794) Guerra?<br />

Si rifugia col capo sulle ginocchia di lei.<br />

Franz: (795) Ah, sono cos} stanco ...<br />

(796) ... che non desidero che guardarti, stare con te ...<br />

(797) ... Sono venuto per questo ...<br />

(798) ... Sono venuto ...<br />

(799) ... e non penso ad altro.<br />

<strong>Livia</strong>: (800) Avrei potuto crederti...<br />

(801) ... una volta.<br />

124


<strong>Livia</strong> si alza, avanza verso la macchina e esce di campo. Rimane<br />

inquadrato Franz seduto in terra accanto al <strong>letto</strong>.<br />

Franz: (802) Allora se non mi credi è meglio che me ne<br />

vada subito.<br />

<strong>Livia</strong> (F. C.): (803) No! Aspetta ...<br />

( 804) ... aspetta.<br />

Fine musica.<br />

Franz ha un sorriso di trionfo e poi ride rumorosamente.<br />

7. P.A. <strong>Livia</strong> ...<br />

<strong>Livia</strong>: (805) Franz ...<br />

(806) ... vieni qui, Franz!<br />

Carrello e panoramica a sinistra ... va verso Franz che è incluso.<br />

<strong>Livia</strong>: (807) Franz, rimani qui!<br />

Franz: (808) Qui? ...<br />

(809) Va bene!<br />

<strong>Livia</strong>: (810) Ti prego ...<br />

(811) ... non far rumore.<br />

(812) Ti prego .. .<br />

(813) ... aspetta .. .<br />

Afferra una lampada a petrolio accesa e panoramica a destra<br />

esce facendo cenno a Franz di tacere. Chiude i battenti della<br />

porta.<br />

<strong>Livia</strong>, sempre con la lampada in mano, esce dallo spogliatoio,<br />

chiude la porta; la macchina la segue in panoramica e la vede<br />

uscire dall'altra porta sul vestibolo della scala principale della<br />

villa.<br />

8. C.L.L. Due cameriere salgono lo scalone esterno della villa<br />

Serpieri seguite da uno stalliere panoramica ascendente.<br />

Stalliere: (814) Ghe xè i ladri in giardln, ghe xè i ladri!<br />

In cima alle scale appare <strong>Livia</strong> con una lampada accesa in mano.<br />

Cameriera: (815) Signora contessa!<br />

2• Cameriera: (816) Signora contessa, cos'è successo?<br />

<strong>Livia</strong> rientra seguita da due cani.<br />

<strong>Livia</strong>: (817) Zitta stupida.<br />

Tocco campanello.<br />

9. M.C.L. Nel salone entra Laura seguita dal giardiniere.<br />

La macchina li accompagna carrello a sinistra e scopre <strong>Livia</strong><br />

che è entrata dal vestibolo e si dirige verso il grande tavolo<br />

centrale.<br />

Laura: (818) Ah, signora contessa, signora contessa che<br />

paura .. .<br />

(819) ... come se me lo sentissi ...<br />

(820) ... tutta la <strong>notte</strong> un'inquietudine ...<br />

(821) ... non riuscivo a dormire.<br />

(822) Ma, era proprio lei sul balcone?<br />

Serpieri (F.C.): (823) Simone!<br />

(824) Mi raccomando ...<br />

125


10. P.A. Serpieri, quasi di spalle, affacciato ad una finestra che<br />

dà sul giardino.<br />

Serpieri: (825) ... cercate bene dappertutto!<br />

(826) E guardate se scoprite qualche traccia!<br />

11. C.L.L. Il parco posteriore di Villa Serpieri. Sul fondo contadini<br />

con lanterne e cani al guinzaglio alla ricerca dell'intruso.<br />

2• Contadino: (827) Sl... A ghe xè la siesa tuta pestada!<br />

Serpieri (F.C.): (828) Fate attenzione che non ci sia qualcuno<br />

nascosto in giardino, eh?<br />

Contadino: (829) Sì, sior conte!<br />

Serpieri (F.C.): (830) Bene ...<br />

12. P.A. <strong>Livia</strong> di spalle accanto al tavolo del salone. Cigolio cardini.<br />

Rumore porta. Laura chiude la grande porta d'entrata.<br />

Serpieri (F.C.): (831) ... Simone, continua a cercare con i<br />

cani!<br />

<strong>Livia</strong> afferra la lampada che aveva posato sul tavolo e panoramica<br />

a destra fa per rientrare nel suo appartamento. Laura le<br />

va dietro. Rumore porta.<br />

Laura: (832) Ha bisogno di me, signora contessa?<br />

<strong>Livia</strong> si ferma.<br />

<strong>Livia</strong>: (833) No.<br />

(834) ... non ho bisogno di niente.<br />

(835) Vai, vai a dormire.<br />

<strong>Livia</strong> se ne va. Rumore porta.<br />

Serpieri (F.C.): (836) Continua a cercare.<br />

(837) Deve essere scappato quando ha sentito i cani abbaiare.<br />

Dopo che <strong>Livia</strong> ha chiuso, Laura va alla porta come per spiar\!.<br />

Serpieri (F.C.): (838) Io torno a <strong>letto</strong>.<br />

Cameriere (F.C.): (839) Buona<strong>notte</strong>, signor conte.<br />

Fine del settimo rullo.<br />

Ottavo rullo<br />

La macchina è in fondo alla scala di servizio della villa, inquadra<br />

Laura, la cameriera, che ha visto entrare poco tempo prima<br />

dalla porta in alto alla scala.<br />

Laura, guarda verso il salone per essere sicura di essere sola,<br />

poi si china e mette l'occhio nel buco della serratura. In quel<br />

momento giunge alle spalle di Laura il cameriere del conte con<br />

la lampada in mano. Laura si drizza, sentendosi scoperta, guarda<br />

con dispetto il cameriere:<br />

Laura: Fammi luce almeno.<br />

Il cameriere scende le scale seguito da Laura.<br />

<strong>Livia</strong> è entrata nel salottino giallo dalla porta che dà sulle scale.<br />

126


Ha la lampada in mano. Ascolta l'allontanarsi di Laura e del<br />

marito, poi traversa e si avvia verso la sua stanza.<br />

<strong>Livia</strong> rientra nello spogliatoio, e chiude la porta a chiave.<br />

Si dirige poi verso la toilette guardando Franz.<br />

Poggia la lampada e si siede alla toilette molto stanca.<br />

l. P.A. <strong>Livia</strong> seduta alla sua toilette si passa il volto tra le mani<br />

con aria stanca. Si odono in lontananza i richiami del conte e<br />

dei contadini in giardino.<br />

Franz (F.C.): (840) Mi dispiace ...<br />

(841) ma devi scusarmi...<br />

2. P.A. <strong>Livia</strong> vista di spalle. Nello specchio della toilette scorgiamo<br />

Franz che tiene tra le mani un velo di <strong>Livia</strong>.<br />

<strong>Livia</strong>: (842) Non siamo più a Venezia.<br />

(843) Ora io sono cambiata.<br />

(844) So di nuovo riflettere e ho ritrovato tutta la mia<br />

lucidità.<br />

Franz si avvicina a lei correzione: entra in campo.<br />

Franz: (845) <strong>Livia</strong>, ascolta ...<br />

<strong>Livia</strong>: (846) No, non siamo più a Venezia.<br />

Una lenta panoramica a destra accompagna Franz mentre circonscrive<br />

la toilette sempre fissando <strong>Livia</strong> che, volutamente, gli<br />

nega lo sguardo.<br />

<strong>Livia</strong>: (847) Eri riuscito a farmi perdere ogni pudore, ogni<br />

dignità!<br />

Fram:: (848) Ma perché?<br />

<strong>Livia</strong>: (849) Sì, è vero, ogni dignità ...<br />

(850) ... per un amore triste e colpevole ...<br />

( 851) ... solamente vergognoso.<br />

Franz si china su di lei. Le accarezza una spalla.<br />

Franz: (852) <strong>Livia</strong>, amore mio ...<br />

<strong>Livia</strong>: (853) Non siamo più a Venezia.<br />

Franz: (854) Va bene ...<br />

(855) ... non siamo più a Venezia.<br />

(856) Su questo siamo d'accordo.<br />

Si scosta esce di campo.<br />

3. P.A. Franz indietreggia leggermente.<br />

Franz: (857) Posso sedermi?<br />

<strong>Livia</strong>: (858) Sl.<br />

(859) Non puoi andartene ...<br />

(860) ... finché non avranno legato i cani.<br />

Franz: (861) Grazie.<br />

4. P.A. <strong>Livia</strong> ancora seduta accanto alla toilette. Franz le si avvicina<br />

entra in campo si toglie il mantello e si getta su una<br />

dormcusc.<br />

Franz: (862) Ho tanto sonno.<br />

( 863) Sono tre notti che non dormo.<br />

Si distende con aria stanca.<br />

127


Franz: (864) Mi piace l'odore della estate ...<br />

(865) Mi piace l'odore del grano maturo ed ammassato.<br />

(866) Qui è pieno di quel profumo.<br />

(867) Che stanchezza!<br />

(868) C'è una cosl dolce pigrizia nell'aria!<br />

Franz si è un poco alzato ed è proteso verso <strong>Livia</strong>.<br />

(869) Che dici? Dicevi qualcosa?<br />

<strong>Livia</strong>: (870) I cani si sono allontanati.<br />

Franz: (871) Tu ... parli talmente piano ...<br />

(872) ... che non riesco a capire quello che dici.<br />

(873) Ti ho capito male.<br />

(874) Credevo che tu dicessi ...<br />

(875) ... che tu dicessi ...<br />

(876) ... Franz ...<br />

(877) ... caro Franz ...<br />

(878) ... sono tanto sola ...<br />

(879) ti prego ...<br />

(880) ... resta con me ...<br />

(930) Non vorrai che mi vedano scendere dalla tua finestra,<br />

è vero?<br />

<strong>Livia</strong>: (931) No, no!<br />

(932) No, non ancora!<br />

(933) Ti nasconderò ...<br />

(934) Ti avrò ...<br />

(935) ... un giorno ancora con me ...<br />

(936) ... con me ...<br />

(937) Aspetta ...<br />

(938) Aspetta!<br />

<strong>Livia</strong> corre nello spogliatoio e ritorna col mantello bianco di<br />

Franz.<br />

<strong>Livia</strong>: Presto, presto!<br />

Dobbiamo andare su ... in granaio!<br />

Franz (sorpreso): Il granaio?<br />

<strong>Livia</strong>: Sl ...<br />

Vedrai. Seguirni. Presto. Vieni con me.<br />

Poi prendendolo per un braccio lo trascina fuori campo.<br />

La macchina nel salone inquadra la porta di un salotto di passaggio.<br />

<strong>Livia</strong> apre la porta ed ha ancora il mantello bianco in<br />

mano.<br />

Dietro di lei c'è Franz. Gli fa segno di rimanere sulla soglia e<br />

viene fino alla tavola centrale per guardare se non ci sia nessuno.<br />

Franz la raggiunge, la bacia e <strong>Livia</strong> si divincola e corre<br />

verso la porta delle scale seguita da lui. Sulla porta i due si<br />

baciano di nuovo.<br />

La macchina inquadra la porta che dà sulle scale che portano al<br />

granaio.<br />

<strong>Livia</strong> e Franz si baciano.<br />

128


<strong>Livia</strong>: Amore.<br />

<strong>Livia</strong> apre la porta del granaio e fa segno a Franz di entrare.<br />

Franz sale e <strong>Livia</strong> chiude la porta.<br />

La macchina inquadra lo sbocco delle scale dal primo piano al<br />

granaio. Il pavimento del granaio è coperto di grano.<br />

Franz: Debbo stare qui?<br />

<strong>Livia</strong>: Sl, tutto il giorno. Vieni.<br />

Franz: Verrai a trovarmi?<br />

<strong>Livia</strong>: Naturalmente io verrò a vederti tutte le volte che mi<br />

capiterà l'occasione ...<br />

Franz e <strong>Livia</strong> stanno facendo gli ultimi gradini della scala. <strong>Livia</strong><br />

va a chiudere una finestra, poi ritorna vicino a Franz e i due si<br />

fermano vicino ad un pilastro centrale .<br />

... e ti porterò un po' di cibo, altrimenti morirai di fame. Tu<br />

vedi, tutto è illegale qui... Questi erano gli alloggi della<br />

servitù.<br />

Dettaglio di <strong>Livia</strong> e Franz vicini al pilastro.<br />

<strong>Livia</strong>: Questo, di solito, è l'alloggio della servitù. Ma ora<br />

mio marito ci tiene il grano.<br />

<strong>Livia</strong> si avvicina ancor più a Franz e si appoggia affettuosamente<br />

alla sua spalla .<br />

.. . ed io ci tengo te.<br />

I due vanno verso la porta che dà su un corridoio, entrano, lo<br />

oltrepassano e scendono in una terza stanza.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

10. Il solaio di villa Serpieri trasformato in granaio. I due oltrepassano<br />

una porta di spalle. Entrano in una stanza. Oltrepassano<br />

un'altra porta ed entrano in una terza stanza.<br />

<strong>Livia</strong>: (940) Vieni, presto!<br />

Fine dell'ottavo rullo.<br />

Nono rullo<br />

l. 1\I.C.L. Dall'alto. Inquadrati attraverso i travi del soffitto<br />

<strong>Livia</strong> e Franz percorrono panoramica a sinistra lo stanzone del<br />

granaio camminando sul grano e tenendosi per mano. Rintocchi<br />

di campane. Passi sul grano.<br />

Franz vorrebbe affacciarsi ad una finestra ma <strong>Livia</strong> lo trattiene.<br />

Franz si distacca di qualche passo panoramica a sinistra stende<br />

il suo mantello sul grano e ci si inginocchia. <strong>Livia</strong> lo raggiunge<br />

dopo essersi assicurata con uno sguardo ad una finestra ...<br />

Franze le tende le braccia ...<br />

Franz: (941) <strong>Livia</strong>!. ..<br />

2. P.A .... prende le mani di lei tra le sue. <strong>Livia</strong> gli si siede<br />

accanto.<br />

129


Franz: (942) Vieni! Resta un poco qui.<br />

<strong>Livia</strong>: (943) No, no, bisogna che la cameriera mi trovi in<br />

carnera.<br />

Franz: (944) Ma è ancora presto, c'è tempo.<br />

<strong>Livia</strong>: (945) Ssss ... non parlare cosl forte!<br />

Franz: (946) Non parlo più.<br />

Franz si distende appoggiandosi su un gomito.<br />

Franz: (947) Sai che non si sta male qui.<br />

(948) Per me ci resterei tutta la vita.<br />

<strong>Livia</strong>: (949) E perché non rimani allora?<br />

Franz: (950) Ti sei dimenticata che debbo andare in guerra<br />

per diventare un eroe?<br />

<strong>Livia</strong>: (951) Oh no ... no!<br />

(952) Cerca di dimenticare!<br />

Franz: (953) Magari si potesse dimenticare, magari!<br />

(954) Un mio amico ha fatto una cosa incredibile ...<br />

<strong>Livia</strong>: (955) Chi?<br />

Franz: (956) Un collega ...<br />

3. P.P. Franz si volta steso, sdraiato sul mantello.<br />

Franz: (957) ... un ufficiale.<br />

<strong>Livia</strong> (F.C.): (958) Che cosa ha fatto?<br />

Franz: (959) È riuscito a corrompere un medico ...<br />

(960) ... e si è fatto dichiarare inabile al servizio militare.<br />

(961) Lui si è sottoposto ad una visita, capisci?<br />

Entra in campo una mano di <strong>Livia</strong> che accarezza Franz su una<br />

spalla.<br />

Franz: (962) E il dottore già d'accordo gli ha trovato un<br />

vizio cardiaco ...<br />

(963) ... da curare con una vita calma e riposante.<br />

Il volto di <strong>Livia</strong> entra in campo si avvicina a quello di Franz.<br />

Franz: (964) E cosl l'hanno spedito ...<br />

(965) ... a casa sua, libero.<br />

<strong>Livia</strong>: (966) Ma come è possibile?<br />

Franz: (967) Te l'ho già detto, no? Pagando un dottore!<br />

(968) Gli ha dato una forte somma.<br />

(969) Non credevo che certe cose accadessero.<br />

(970) Ma ... dopo tutto ...<br />

(971) ... noi della nostra generazione siamo stati viziati, come<br />

bambini.<br />

(972) Ci piacciono le uniformi eleganti perché ci stanno<br />

bene!. ..<br />

(973) I galloni d'oro ... le mostrine ... il suono della banda ...<br />

( 97 4) ... che accompagna il nostro incedere da eroi.<br />

(975) C'è anche il rovescio della medaglia, però ...<br />

(976) La lontananza dalle donne ...<br />

(977) .. .la farne .. .<br />

(978) ... il freddo ... le fatiche!<br />

lJO


(979) Sì, finché si tratta di brindare alle future vittorie<br />

siamo tutti pronti ...<br />

(980) ... ma non ci sentiamo di pagare quello che spesso costa<br />

la vittoria a cui brindiamo ...<br />

(981) La perdita di un braccio ...<br />

<strong>Livia</strong> si ritrae con orrore esce di campo.<br />

Franz (982): Una gamba tagliata alla coscia ...<br />

Li via (F. C.): (983) Basta!<br />

Franz (984) Un viso sfigurato ...<br />

4. M.P.P. <strong>Livia</strong> terrorizzata.<br />

Franz (F.C.): (985) .. .in un modo da fare orrore! ...<br />

(986) ... e anche peggio!. ..<br />

<strong>Livia</strong>: (987) No, Franz ... no, no!<br />

5. M.P.P. Franz ride.<br />

Franz: (988) E perché? ...<br />

(989) La guerra!<br />

(990) Diecine di migliaia di uomini pronti a uccidersi gli<br />

uni con gli altri ...<br />

(991) ... senza ragione ... né scopo ...<br />

(992) La ragione non ha niente in comune con la guerra.<br />

Ride ancora.<br />

Franz: (993) Cos'è la guerra in definitiva ...<br />

(994) ... se non un comodo metodo per obbligare gli uomini<br />

a pensare e ad agire ...<br />

(995) ... nel modo più conveniente a chi li comanda?<br />

6. P.A. <strong>Livia</strong> quasi di spalle addossata ad un pilastro del granaio.<br />

Franz (F.C.): (996) Perché non parli, cara?<br />

(997) A che cosa pensi, ora?<br />

<strong>Livia</strong> ( 998) È orribile... orribile la guerra!<br />

Si sposta di qualche passo.<br />

7. M.P.P. Franz la segue con lo sguardo.<br />

8. M.C.L. Franz (di spalle) seduto in terra segue con lo sguardo<br />

<strong>Livia</strong> ...<br />

<strong>Livia</strong>: (999) Ritornerò appena posso .<br />

... che si allontana ed esce. Cigolio, rumore di porta.<br />

La macchina nel salone inquadra <strong>Livia</strong> che entra dalla porta che<br />

conduce al granaio.<br />

Laura come se fosse stata in fondo al salone entra in campo:<br />

Laura: La signora contessa cercava di me?<br />

<strong>Livia</strong> si ferma di colpo ed immediatamente capisce di essere stata<br />

scoperta:<br />

<strong>Livia</strong>: Ma sl, ti cercavo, pensa che sciocca, dimenticavo che<br />

non dormite più su ...<br />

Laura: Signora contessa poteva suonare.<br />

<strong>Livia</strong> (nervosa): Ho suonato. Non hai sentito.<br />

<strong>Livia</strong> e Laura sono adesso davanti alla porta che dà nel salottino<br />

antistante la camera da <strong>letto</strong>.<br />

131


Serpieri: (1018) Quel fuoco laggiù!<br />

Fattore: (1019) È alle Ronghe!<br />

(1020) È un incendio, quello, e grande anche!<br />

Serpieri: (1021) Andiamo a vedere!<br />

Escono di campo.<br />

Giardiniere (F.C.): ( 1022) Guardi...<br />

(1023) ... guardi signor conte che fumo nero denso laggiù!<br />

(l 024) Si direbbe che ha preso fuoco un fienile!<br />

Laura dal fondo si avvicina a <strong>Livia</strong> e le porge uno scialle. Campane<br />

a martello.<br />

Serpieri (P.C.): (1025) Bisogna mandare subito qualcuno ...<br />

(1026) ... senza perder tempo!<br />

Giardiniere (F.C.): (1027) Alle Ronghe!<br />

(1028) Alle Ronghe!<br />

(1029) El varda sior conte!<br />

10. C.L.L. Serpieri, il giardiniere e il fattore corrono di spalle<br />

verso il muretto di cinta del giardino della villa in direzione di<br />

una nera e densa colonna di fumo che si vede lontana.<br />

Giardiniere: (1030) El scomincia dala casa dei Mangini.<br />

Serpieri: (1031) Ma no, non può essere dalla casa dei Man·<br />

gini che è dietro la collina ...<br />

(1032) È più distante.<br />

<strong>Livia</strong> entra in campo di corsa e raggiunge di spalle il gruppetto.<br />

Fattore: (1033) Vedrà, saranno le stalle del Piovene.<br />

11. P.l. Serpieri, sentendo sopraggiungere <strong>Livia</strong> entra in campo,<br />

si volta.<br />

Serpieri: (1034) Vieni, andiamo a vedere dal granaio.<br />

Li via: ( 1035) Staranno bruciando delle scorie.<br />

Giardiniere (P.C.): (1036) Ma non la vede ...<br />

12. M.P. Giardiniere.<br />

Giardiniere: (1037) ... signora contessa che colonna di fumo!<br />

(1038) Quella xe proprio la casa del Mangini, sala?<br />

13. P.I. Serpieri e <strong>Livia</strong>.<br />

<strong>Livia</strong>: (1039) Ma sl, si vede benissimo da qua.<br />

(l 040) Saranno forse dei militari accampati.<br />

Serpieri: (1041) È meglio rendersene conto.<br />

Serpieri si muove ...<br />

Serpieri: (1042) Su venite con me, voi due .<br />

... ed esce di campo seguito dal fattore e dal giardiniere. Rimane<br />

inquadrata <strong>Livia</strong> che dà preoccupata un'occhiata alle finestre<br />

del granaio poi corre loro dietro esce di campo.<br />

14. lv1.C.L. I tre uomini di spalle salgono le scale che portano<br />

al granaio.<br />

Serpieri: (1043) Questa non ci voleva proprio ...<br />

(1044) Andiamo alle finestre!<br />

Escono di campo.<br />

133


<strong>Livia</strong> li segue a breve distanza.<br />

Giardiniere (F.C.): ( 1045) Speriamo che non cambi il vento<br />

perché con tutto il fieno ammassato in cascina ...<br />

Serpieri (F.C.): (1046) Speriamo, speriamo!<br />

15 . .M.C.L. Nell'interno del granaio Serpieri, il fattore e il giardiniere.<br />

Quest'ultimo si precipita a una finestra.<br />

Giardiniere: (1047) El sente sior conte, la campana delle<br />

Ronghe?<br />

Serpieri: ( 1048) Già ... si decidono adesso .. .<br />

( 1049) Cosa aspettavano a dare l'allarme .. .<br />

(1050) ... che andasse prima a fuoco tutto il paese?<br />

16. M.C.L. La testa di <strong>Livia</strong> spunta dalla seconda rampa di<br />

scale del granaio.<br />

Giardiniere (F.C.): ( 1051) Si or conte ... di qua non si vede<br />

niente ...<br />

(1052) Sarà meglio provare dall'altra parte del granaio.<br />

<strong>Livia</strong>, dopo un attimo, sale completamente le scale.<br />

17. M.C.L. La porta che conduce nel terzo stanzone del granaio.<br />

Serpieri, il giardiniere e il fattore cercano di forzarla.<br />

Serpieri: ( 1053) Che cosa succede?<br />

(1054) È stato chiuso a chiave!<br />

<strong>Livia</strong> entra in campo di spalle mentre il fattore sparisce su una<br />

scala a sinistra che dà sugli abbaini.<br />

Fattore (F.C.): (1055) Sior conte, ghe xè il gran che impedisse.<br />

Finalmente la porta cede, e il gruppo, compreso il fattore<br />

che scende di corsa dall'abbaino, si precipita nella stanza. <strong>Livia</strong><br />

attraversa il campo e si appoggia a destra della porta carrello<br />

avanti, panoramica a destra: M.F. in preda a forte commozione.<br />

Guardiano (F.C.): (1056) Ecco di qua si vede benissimo!<br />

(1057) Signor conte, sa non vorrei che ci fosse stato uno<br />

scontro tra i patrioti che sono accampati a Romagnano e gli<br />

Austriaci!<br />

(1058) Sa, per vendetta, alle volte succede ...<br />

Serpieri (F.C.): ( 1059) Dove sono accampati? ... (Passi sul<br />

grano).<br />

<strong>Livia</strong> raggiunge di corsa la porta della terza stanza correzione<br />

a sinistra F.I.<br />

Serpieri (F.C.): ( 1060) Accanto ai centri abitati?<br />

(1061) Ma questa è una vera pazzia!<br />

(1062) Un pericolo per tutti.<br />

Guardiano (F.C.): ( 1063) Ma noi xè cussì vissini!<br />

(1064) Però qualche volta, sior paron ...<br />

Sotto la battuta del guardiano si sente parlare ma non si distin·<br />

guono bene le parole.<br />

18. P.A. <strong>Livia</strong> accanto alla porta ...<br />

Guardiano (F.C.): ( 1065) .. .i vien su per i rifornimenti.<br />

134


Serpieri (F.C.): ( 1066) Già, c per questo dovrebbero andare<br />

a fuoco le nostre fattorie!<br />

... avama di qualche passo M.F.<br />

Serpieri (F.C.): (1067) Antonio! ...<br />

Cameriere (F.C.): ( 1068) Sl signor conte!<br />

19 . .M.C.L. del granaio. Il cameriere raggiunge di corsa la finestra<br />

di do,·e il conte e gli altri guardano l'incendio ... Passi sul<br />

grano.<br />

Serpieri: ( 1069) Chiamami Giuseppe!<br />

Cameriere (F.C.): ( 1070) Sl signor conte!<br />

... e di corsa si allontana. Ha raggiunto il centro della stanza ma<br />

Io ferma la voce del conte ...<br />

Serpieri: (1071) Ah! Antonio!<br />

... che lo raggiunge.<br />

Serpieri: (1072) Anzi diglielo tu ...<br />

(1073) ... di attaccare subito il calesse ...<br />

(1074) Fa presto! Fa presto!<br />

Cameriere: ( 1075) Sl, signor conte.<br />

20. M.F. <strong>Livia</strong>.<br />

n cameriere passa davanti a <strong>Livia</strong> e la guarda incuriosito.<br />

Gli uomini nel granaio continuano a parlare alquanto concitati.<br />

Dissolvema incrociata.<br />

21. P.A. <strong>Livia</strong> entra nel salone della villa. Un carrello e una<br />

panoramica a sinistra l'accompagnano e seguono Laura.<br />

Laura: (1076) Signora contessa ...<br />

( 1077) Signora contessa ...<br />

Li via: ( 1078) Cosa c'è?<br />

Laura: ( 1079) Quella persona ...<br />

( 1080) ... è là ...<br />

Carrello avanti P.A.<br />

Laura: (1081) E poi è venuto Luca ... da Romagnano.<br />

Luca (F.C.): (1082) Buongiorno signora contessa.<br />

22. M.C.L. Luca avanza dal fondo del salone.<br />

Luca: (1083) Buone notizie ...<br />

(1084) II signor Marchese Ussoni ha raggiunto il Quartier<br />

generale Italiano sul Mincio.<br />

Li\-ia entra in campo quasi di spalle.<br />

Luca: (1085) Ormai è questione solo di ore ...<br />

(1086) Anche noi aspettiamo di momento in momento gli<br />

ordini...<br />

(1087) Garibaldi è a Salò.<br />

23. M.P.P. <strong>Livia</strong>.<br />

Luca (f.C.): ( 1088) Due nostri rappresentanti st sono in­<br />

contrati ieri a Trento con un inviato del generale. (F.C.)<br />

(1089) Il Generale Garibaldi ha avuto parole di elogio per<br />

i patrioti.<br />

135


24. M.P.P. Luca.<br />

Luca: (1090) Non credeva che le nostre formazioni fossero<br />

cosl numerose.<br />

25. M.P.P. <strong>Livia</strong>.<br />

Luca (F.C.): (1091) Vedrà, signora contessa ...<br />

(1092) ... quando arriveranno qui le truppe governative troveranno<br />

il lavoro già fatto ...<br />

(1093) Libereremo noi stessi le nostre terre senza bisogno<br />

di nessuno.<br />

<strong>Livia</strong>: (1094) Ma sl, sl, certo ...<br />

(1095) ... mi dirai poi...<br />

(1096) ... ritorna più tardi.<br />

<strong>Livia</strong> si volta e si allontana da Luca breve panoramica a sinistra.<br />

<strong>Livia</strong>: (1097) ... Stasera magari.<br />

Luca: (1098) Signora contessa ...<br />

26. M.P. Luca.<br />

Luca: (1099) Il marchese Ussoni ha fatto dire anche che la<br />

signora contessa deve consegnare a me il denaro delle sottoscrizioni...<br />

27. M.F. <strong>Livia</strong>.<br />

Luca (F. C.): ( 1100) ... di Venezia.<br />

(1101) Dovrebbero essere più di tremila fiorini.<br />

<strong>Livia</strong>: (1102) Ma, non so .. .<br />

(1103) Non ho controllato .. .<br />

(1104) Sarà come dici tu .. .<br />

(1105) Stasera ho detto .. .<br />

(1106) Torna stasera, va bene?<br />

Serpieri (F.C. ): ( 1107) Ma insomma io dico che per ...<br />

28. M.C.L. Serpieri entra nel salone seguito dal fattore e dal<br />

giardiniere.<br />

Procedono verso il centro della sala.<br />

Serpieri: (1108) ... assumere quelle proporzioni ce ne vuole<br />

del tempo, perbacco ...<br />

(1109) E naturalmente nessuno ti avverte ...<br />

(1110) ... ti fa sapere niente ...<br />

<strong>Livia</strong> e Laura entrano in campo da sinistra.<br />

Serpieri: (1111) neanche una parola ...<br />

(1112) Io sarò un imbecille, ma ...<br />

Un cameriere si avvicina entra in campo di corsa al conte.<br />

Cameriere: ( 1113) Signor conte, Giuseppe sta attaccando,<br />

tra un momento è pronto.<br />

Serpieri: (1114) Bene!<br />

Fattore: (1115) Vado io signor Conte!<br />

Serpieri: (1115 bis) Sl, e cerca di far presto.<br />

Il fattore si allontana di corsa, mentre il cameriere avanza sulla<br />

macchina. Esce di campo.<br />

Fattore (F.C.): 1116) Giuseppe! Giuseppe! Giuseppe!<br />

136


Una correzione a sinistra fa entrare in campo Luca.<br />

Luca: (1117) Buongiorno signor Conte.<br />

Serpieri: (1118) Buongiorno.<br />

( 1119) Antonio, il mio cappello!<br />

Serpieri esce di campo avanzando sulla macchina.<br />

Serpieri (F.C.): (1120) Presto! Antonlo! Ho fretta!<br />

Laura sta uscendo ma <strong>Livia</strong> la ferma.<br />

<strong>Livia</strong>: (1121) Accompagna Luca!<br />

Luca si avvia verso la porta.<br />

Luca: (1122) Buongiorno, signora contessa!<br />

Li via: {1123) A questa sera!<br />

Luca: (1124) Va bene signora contessa.<br />

Rumore porta.<br />

Usciti i due <strong>Livia</strong> avanza fino al centro della stanza poi con<br />

improvvisa decisione torna indietro.<br />

29. P.A. Laura raggiunge di corsa la porta della camera degli<br />

ospiti correzione a sinistra.<br />

<strong>Livia</strong>: (1125) Come sei venuto qui?<br />

Franz (F.C.): (1126) Laura!<br />

Panoramica a sinistra. Franz fa colazione.<br />

Franz: ( 1127) Non si chiama così?<br />

(1128) La cameriera!<br />

( 1129) Credevo l'avessi mandata tu!<br />

(1130) ! straordinaria.<br />

( 1131) ! venuta a prendermi, mi ha portato qui, mi ha dato<br />

la colazione.<br />

Da destra entra <strong>Livia</strong> in campo panoramica a sinistra e si<br />

affretta a chiudere le tende della finestra. Fruscio tenda.<br />

Li via: ( 1132) Dio mio!<br />

Franz che era rimasto escluso dal campo viene riportato in<br />

campo da una panoramica a destra che accompagna <strong>Livia</strong><br />

vicino a un'altra finestra. Fruscio tenda.<br />

<strong>Livia</strong>: (1133) Allora sa che sei qui.<br />

Franz: (1134) Che male c'è? ...<br />

( 1135) Le cameriere delle signore servono per questo.<br />

Panoramica a destra. <strong>Livia</strong> chiude l'ultima tenda, Franz è fuori<br />

campo. Fruscio tenda.<br />

30. M.C.L. Laura appare sulla porta della stanza F.I. Rumore<br />

porta.<br />

Franz è sentito di spalle.<br />

Laura: (1136) Signora contessa, il signor conte la sta cer·<br />

cando!<br />

<strong>Livia</strong> entra in campo da sinistra, guarda Franz un attimo e di<br />

corsa si allontana. Passi. Rumore porta. Fine suono campane.<br />

Laura prende la giacca bianca di Franz, si avvicina al tavolo<br />

guarda Franz e sorride.<br />

Franz (malizioso): Laura, hai un po' di caffè?<br />

169


Laura scuote la testa, e abbassa lo sguardo:<br />

Laura: No, no .. :<br />

Laura esce.<br />

Fine del nono rullo.<br />

Decimo rullo<br />

Primo piano di <strong>Livia</strong> sullo scalone principale della villa; si<br />

volta a Laura fuori campo:<br />

<strong>Livia</strong>: Va via stupida.<br />

l. C.L. <strong>Livia</strong> in cima alla scala della villa. Rintocchi di campane.<br />

Serpieri (F.C.): (1137) Noi andiamo. Non mi aspettare ...<br />

2. C.L. Dall'alto come visto da <strong>Livia</strong>. Serpieri si accinge a salire<br />

su un carrozzino guidato dal fattore.<br />

Serpieri: (1138) ... per il pranzo.<br />

Li via (F.C.): ( 1139) Va bene.<br />

Serpieri: ( 1140) Come?<br />

3. C.L. <strong>Livia</strong> come alla I. Passi sul ghiaino.<br />

<strong>Livia</strong>: (1141) Ho detto va bene.<br />

4. C.L. Serpieri sale sul carrozzino. Il fattore si scappella.<br />

Fattore: (1142) Riverisco, signora contessa.<br />

<strong>Livia</strong> (F.C.): (1143) Addio.<br />

Il calessino si avvia allontanandosi verso il cancello panoramica<br />

a destra. Cigolio ruote sulla ghiaia. Inizio musica.<br />

5. M.F. <strong>Livia</strong> segue con lo sguardo il calessino che si allontana<br />

e poi si avvia.<br />

6. M.C.L. Da dietro una tenda, dove era nascosto, viene fuori<br />

Franz e sorridente va verso panoramica a destra <strong>Livia</strong> che appare<br />

nel vano della porta.<br />

Si accostano l'uno all'altra e si baciano;<br />

poi, abbracciati, camminando e baciandosi, si avvicinano al <strong>letto</strong>.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

7. M.F. <strong>Livia</strong> è seduta ai piedi del <strong>letto</strong> con la testa appoggiata<br />

ad una mano.<br />

Franz entra in campo le si avvicina e le si siede accanto.<br />

Franz: (1144) Cosa stai pensando?<br />

Carrello avanti a ravvicinare i due in P.P.<br />

Li via: ( 1145) Pensavo ...<br />

(1146) ... pensavo una cosa.<br />

Franz: (1 147) Dimmi che cosa.<br />

<strong>Livia</strong>: ( 1148) Stamattina ...<br />

170


8. P.P. <strong>Livia</strong> di fronte. Franz quasi di spalle.<br />

LivÙJ : ( 1149) ... nel granaio ...<br />

( 1150) ... tu mi hai raccontato di quel tuo amico ...<br />

(1 151) ... che è stato mandato a casa ...<br />

(1152) ... perché un medico ha dichiarato che era malato· di<br />

cuore.<br />

Fram;: ( 1153) Beh?<br />

<strong>Livia</strong> prende una mano di Franz e la bacia.<br />

<strong>Livia</strong>: (1154) Non potresti fare lo stesso?<br />

9. M.P.P . Franz di fronte. <strong>Livia</strong> di spalle.<br />

Franz: (1155) Io?<br />

<strong>Livia</strong>: ( 1156) Sl, Franz, tu.<br />

Franz: ( 1157) Vuoi che mi finga storpio?<br />

( 1158) E corrompa qualche farabutto e che mi faccia passare<br />

per malato?<br />

<strong>Livia</strong>: (1159) Sì.<br />

Franz: (1160) Tu ...<br />

(1161) ... tu ... mi ritieni capace.<br />

(1162) ... di una cosa talmente spregevole?<br />

Carrello avanti ad inquadrare Franz in P.P.P. <strong>Livia</strong> è esclusa.<br />

Franz: (1163) E anche se fossi così spregevole ...<br />

( 1164) ... è una questione di prezzo.<br />

10. P .P. <strong>Livia</strong>.<br />

<strong>Livia</strong>: ( 1165) Quant'è?<br />

Fine musica.<br />

Il M.P.P. Franz si alza e passeggia per la stanza accompagnato<br />

da panoramica e carrello a destra. Poi si ferma P .A. tormen·<br />

tandosi una bretella. Rumore bretella.<br />

Franz: ( 1166) Duemila fiorini.<br />

12. M.P.P. <strong>Livia</strong>.<br />

Li via: (116 7) Duemila fiorini! ...<br />

( 1168) Impossibile !<br />

<strong>Livia</strong> si alza ed esce di campo.<br />

13. M.F. Franz panoramica e carrello a sinistra raggiunge <strong>Livia</strong><br />

che è inclusa in campo.<br />

Franz: ( 1169) :E: più di quello che valgo?<br />

Li via : (1170) Se potessi! ...<br />

(1171 ) Se trovassi un modo!<br />

Carrello avanti ad inquadrare i due in P .P.P .<br />

Li via: ( 1172) Tu potresti rimanere qui vicino a me ...<br />

(1173) .. .forse a Trento, non è vero?<br />

Franz: ( 1174) No ... no ...<br />

( 117 5) I regolamenti impongono che il militare riformato ...<br />

( 1176) ... debba restare lo stesso vicino al proprio reggimento.<br />

<strong>Livia</strong> si stacca da Franz e va panoramica a destra vicino al caminetto<br />

prendendosi disperatamente la testa fra le mani.<br />

<strong>Livia</strong>: (1177) Oh Franz, Franz! ...<br />

171


(1178) Oh Franz ...<br />

(1179) ... se solo potessi!<br />

Franz entra in campo, afferra dal tavolo la giacca e il berretto.<br />

Franz: (1180) Debbo andare, è tardi!<br />

<strong>Livia</strong>: (1181) Oh no!. ..<br />

(1182) No!<br />

Franz: (1183) Se non sarò a Verona entro domattina ...<br />

( 1184) ... sarò dichiarato disertore.<br />

<strong>Livia</strong>: (1185) Nooo!<br />

14. P.P. <strong>Livia</strong> afferra Franz per le spalle.<br />

Franz: (1186) Potrei essere fucilato ...<br />

(1187) ... e così avremmo risolto tutti i nostri problemi.<br />

Li via: ( 1188) No!<br />

Franz: (1189) Ormai non c'è più tempo!<br />

<strong>Livia</strong>: (1190) Aspetta ...<br />

15. P.P.P. <strong>Livia</strong>.<br />

<strong>Livia</strong>: (1191) ... aspetta, Franz ...<br />

( 1192) Aspetta!<br />

Inizio musica.<br />

16. M.P.P. <strong>Livia</strong> panoramica a destra si stacca da Franz e va<br />

alla porta. Si volta, poi attraversa l'anticamera, apre una porta,<br />

poi un'altra. Franz le va dietro.<br />

17. M.F. Franz segue con lo sguardo i movimenti di Li via.<br />

18. M.F. <strong>Livia</strong> rientra nel salottino panoramica a sinistra con<br />

uno scrigno in mano. Lo appoggia su uno scrittoio poi guarda<br />

Franz F.C.<br />

Li via: (1193) Chiudi quella porta!<br />

(1194) Vieni ...<br />

19. P.A. Franz chiude in fretta la porta ...<br />

<strong>Livia</strong> (F.C.): (1195) ... qui, presto!<br />

e di corsa panoramica a sinistra si avvicina a Li,·ia che è inclusa<br />

in campo.<br />

Correzione in basso.<br />

<strong>Livia</strong> ha estratto dallo scrigno una borsa piena di fiorini. Franz<br />

ne prende in mano alcuni.<br />

Franz: (1196) Sono tuoi?<br />

<strong>Livia</strong>: ( 1197) No, no!<br />

Franz: (1198) Di tuo marito?<br />

<strong>Livia</strong>: (1199) No no!<br />

Franz: (1200) Di chi allora?<br />

20. P.A. <strong>Livia</strong> si volta e, spargendo involontariamente i fiorini<br />

sullo scrittoio e per terra, va a sedersi su un puff. Rumore di<br />

fiorini che cadono sullo scrittoio ... e in terra.<br />

Li via: (120 l) Non posso dirtelo. Mi crederesti pazza!<br />

(1202) E lo sono!<br />

(1203) Sono pazza!<br />

Nasconde disperata la testa fra le mani e singhiozza. Franz en·<br />

172


<strong>Livia</strong> (F.C.}: (1231} Ma sì, sl.<br />

Laura: (1232} Ho detto a Tonio di fermarsi in cucina ...<br />

(1233} ... e ho fatto chiamare anche il giardiniere con una<br />

scusa.<br />

Laura induce Franz ad allontanarsi.<br />

Correzione a destra e poi torna verso <strong>Livia</strong> correzione a sinistra.<br />

Laura: ( 1234) Bisognerebbe evitare di passare dalla terrazza<br />

...<br />

(1235} ... perché c'è Ada che ritira la biancheria ...<br />

(1236} Io ho cercato di chiamarla in casa, ma ...<br />

(1237} E poi è venuto Luca ...<br />

(1238} L'ho fatto accomodare in salone ...<br />

<strong>Livia</strong>, che nel frattempo stava scrivendo un biglietto, si volta<br />

verso Laura.<br />

Laura: (1239} ... Sta aspettando.<br />

<strong>Livia</strong>: (1240} Ma sl.<br />

<strong>Livia</strong> piega il biglietto che ha scritto e si avvia esce di campo.<br />

Laura che ha addocchiato i fiorini sparsi per terra si guarda<br />

attorno con circospezione e poi si precipita carrello a sinistra<br />

a raccoglierli. Rumore fiorini. Passi.<br />

23 . C.L. <strong>Livia</strong> e Franz di spalle si allontanano lungo un corridoio.<br />

Laura tenendosi appoggiata al muro li segue spiandoli.<br />

Inizio musica.<br />

24. M.P.P. <strong>Livia</strong> e Franz uno di fronte all'altro.<br />

<strong>Livia</strong>: (1241) Scrivimi appena puoi, mi raccomando.<br />

Tira fuori dalla manica il biglietto che aveva scritto poco prima.<br />

<strong>Livia</strong>: ( 1242} Ti ho segnato su questo foglio l'indirizzo.<br />

(1243} Fa portare la lettera da un borghese e digli che la<br />

consegni a Luca.<br />

(1244} L'avrà immediatamente.<br />

(1245} Devo avere tue notizie.<br />

Fra11z: (1246} Sl, sì scriverò.<br />

<strong>Livia</strong>: (1247} Ricordati ... appena puoi.<br />

Si baciano.<br />

(1248} Vai, ora ...<br />

<strong>Livia</strong>: (1249} Dimmi quando tutto è a posto.<br />

( 1250} Io ti raggiungerò subito.<br />

(1251) Non posso vivere cosi.<br />

25. M.P.P. Franz.<br />

Fram:: (1252} Non dovresti amarmi.<br />

Si volta, fa per avviarsi ma si ferma un attimo rivolto a <strong>Livia</strong>.<br />

Fram:: (1253} Nessuno dovrebbe.<br />

Fugge via svolazzando nel suo bianco mantello.<br />

All'angolo si ferma un attimo, poi scompare.<br />

26. P.A. <strong>Livia</strong>.<br />

Voce <strong>Livia</strong>: (1254} Mi ero indissolubilmente legata a lui.<br />

(1255} Per lui avevo dimenticato ...<br />

174


(1256) ... tradito tutti coloro che in quel momento combattevano<br />

.. .<br />

Ritorna sui suoi passi, lungo il corridoio, appoggiandosi al muro.<br />

<strong>Livia</strong>: (1257) ... tentando di realizzare dei sogni lungamente<br />

sofferti.<br />

Fine musica.<br />

<strong>Livia</strong> è seduta alla scrivania, nel salotto giallo, e legge una lettera<br />

di Franz. Arrivata in fondo bacia la lettera poi ricomincia<br />

a rileggerla.<br />

Fine del decimo rullo.<br />

Undicesimo rullo<br />

Scena 77.<br />

Cortile principale sede del Comando del Quartiere Generale a<br />

Borghetto. Int. Alba.<br />

Inq. 770.<br />

Il Quartier Generale della 5• divisione ha adibito a suoi uffici i<br />

locali di una grande stalla di una casa colonica di Borghetto.<br />

All'entrata del fienile di fianco al corpo di guardia è appeso il<br />

cartello « Comando 5• Divisione » e sventola la bandiera italiana.<br />

Brande, casse, fasci di lancie ai quali son appesi bandoliere, tascapani<br />

e zaini, carte topografiche alle nude pareti costituiscono<br />

l'arredamento di emergenza di tali ambienti.<br />

Un continuo movimento di soldati e ufficiali, di portaordini,<br />

caratterizza l'atmosfera del comando.<br />

È l'alba e le lanterne sui tavoli sono ancora accese.<br />

Ad un tavolo, seduti, Ussoni e un ufficiale di Stato .Maggiore,<br />

il Capitano Meucci, stanno discutendo.<br />

Ussoni (battendo un pugno sul tavolo): Abbiamo fatto l'impossibile<br />

per costituire queste formazioni volontarie. Il loro<br />

compito è di operare alle spalle del nemico, ed ora lei mi<br />

dice... Ma giustamente si è gridato ai quattro venti che<br />

tutte le forze vive d'Italia dovevano prendere parte alla<br />

guerra. Abbiamo risposto all'appello. Abbiamo dato un contributo<br />

superiore ad ogni aspettativa ...<br />

Il capitano Meucci si alza e viene davanti al suo tavolo.<br />

Afeucci: Capisco la sua preoccupazione. D'altro canto lei sa<br />

meglio di me che le guerre si combattono con un esercito<br />

fedele, saldo, compatto.<br />

Ussoni, infilandosi nella cintola una carta topografica, si alza e<br />

si avvicina al Cap. Meucci.<br />

175


Meucci: L'esperienza ha sempre dimostrato che i volontari<br />

arruolati nell'esercito regolare sono di scarso sussidio se armati<br />

e dispersi in guerriglia.<br />

Un giovane ufficiale, il Ten. di Frassineto, entra di corsa con<br />

un plico per il Cap. Meucci, il quale, dopo averlo velocemente<br />

scorso, lo passa ad un ufficiale dei Bersaglieri.<br />

Meucci: Tenente, faccia eseguire quest'ordine. È importance.<br />

Poi si avvia verso l'uscita del Comando seguito da Ussoni.<br />

Comunque il lasciapassare lo ha avuto.<br />

Ussoni (irritato): Non sono venuto a chiedere l'elemosina di<br />

un lasciapassare! Ci si rende conto dei sacrifici, delle vite,<br />

che questa organizzazione è costata?<br />

Meucci: E lo riconosciamo ... il vostro servizio di informazioni<br />

è stato perfetto.<br />

Ussoni: Vede? Ma al momento di riconoscere questo nostro<br />

contributo, ecco qua ...<br />

Scena 77.<br />

Cortile principale, sede del Comando del Quartier Generale a<br />

Borghetto. Int. Alba.<br />

Inq. 771.<br />

Il Capitano Meucci e Ussoni continuano la loro concitata discussione.<br />

Ussoni: Parliamoci francamente, Capitano. L'ordine che lei<br />

mi ha trasmesso rispecchia la ripugnanza di tutto l'esercito,<br />

a cominciare dal Signor Generale Lamarmora, per le forze<br />

rivoluzionarie. È chiaro che si vogliono escludere queste<br />

forze dalla guerra, impedire loro ...<br />

Meucci: Mi ascolti, Marchese, da ieri mattina l'avanzata è<br />

cominciata su tutto il fronte.<br />

Scena 77.<br />

Cortile principale sede del Comando del Quartier Generale a<br />

Borghetto. Int. Alba.<br />

Inq. 772. Controcampo della precedente.<br />

Il Capitano Meucci continua.<br />

Meucci: E dall'alba di stamani notizie che pervengono dal<br />

Comando ci informano che le nostre forze sono impegnate<br />

in durissimi scontri. Non possiamo che rallegrarcene. L'esito<br />

della guerra è sicuro.<br />

Dal cortile la sentinella dà l'allarme. Fanno seguito subito dopo<br />

due squilli di attenti. Ogni rumore cessa, il capitano Meucci dà<br />

un'occhiata verso il cortile, poi continua:<br />

L'esercito regolare basterà alla patria.<br />

La macchina carrella indietro e panoramica a sinistra col Capitano<br />

Meucci, scoprendo il portone che dà nel cortile dove il<br />

176


zati di corsa. Rumore carri. Vocio. Ussoni attraversa il ponte.<br />

Panoramica a sinistra e carrello lo accompagnano. Il movimento<br />

di macchina include alcuni soldati della sussistenza intenti alla<br />

macellazione di un vitello. Inizio coro. Da sinistra entra in<br />

campo un carrozzino guidato da un giovane contadino. Rumore<br />

ruote sull'acciottolato. Ussoni alza la mano per arrestarlo.<br />

Ussoni: (1265) Alt! Ferma!<br />

(1266) Devo andare ad Oliosi vicino a Montevento ... mi<br />

puoi accompagnare ...<br />

Contadino: ( 1267) È pericoloso ...<br />

Ussoni: ( 1268) Ma non ti preoccupare ... Proveremo un'altra<br />

strada, magari.<br />

Entra in campo da destra di spalle il drappello dei granatieri<br />

che marcia sotto gli ordini di un ufficiale. Passi cadenzati.<br />

Ussoni tira fuori da una borsa qualche moneta e l'offre al contadino<br />

...<br />

Ussoni: (1269) Tieni ... ecco!<br />

... quindi salta sul calessino e si siede accanto al contadino che<br />

prende le redini e parte verso il fondo. Rumore carro.<br />

3. M.C.L. Nei pressi del ponte Visconteo passa una colonna di<br />

carrette militari carrello a destra. Rumore carri e salmerie. Sul<br />

movimento di macchina scorgiamo il calessino di Ussoni affiancato<br />

alla colonna. Fine coro. Ad un tratto un carro di fieno<br />

che avanza in senso contrario (entra in campo da destra) crea<br />

un ingorgo. Grida dei contadini. La carretta di Ussoni al centro<br />

della confusione riesce a stento a farsi strada. Breve ripresa di<br />

carrello a destra.<br />

4. M.C.L. Una pattuglia di guide a cavallo (di spalle) avanza al<br />

galoppo e incrocia una pattuglia di Lancieri Aosta. Galoppo<br />

cavalli. Squilli di tromba. Passi, brusii.<br />

Alcuni contadini salgono su due carri di fieno.<br />

Da destra entrano a gran carriera tre pezzi di artiglieria ippotrainata<br />

che vanno verso il fiume. Galoppo e fragore dei pezzi<br />

al traino.<br />

5. M.C.L. Nell'aia di un cascinale tra gruppi di soldati che si<br />

riposano i contadini sono intenti ai loro abituali lavori. Rumore<br />

contadini che battono il grano. Panoramica a destra. Entra in<br />

campo la carretta di Ussoni che si ferma davanti ad un ufficiale.<br />

Ussoni: (1270) Dica, signor tenente ...<br />

( 1271) ... da che parte mi conviene passare ...<br />

6. P.A. Ussoni di spalle sulla carretta, mostra una carta topo·<br />

grafica al tenente di fronte.<br />

Ussoni: ( 1272) ... per raggiungere Oliosi?<br />

178<br />

Tenente: (1273) Oliosi?<br />

(1274) Guardi le strade che portano a Montevento sono bloccate<br />

...<br />

( 1275) Ci sono dei combattimenti in corso.


Il tenente indica una strada.<br />

Tenente: (1276) Provi a raggiungere quella collina.<br />

(1277) Giri a sinistra ...<br />

(1278) ... troverà un cascinale grande ...<br />

7. P.A. Controcampo. Il tenente, di spalle, Ussoni e il contadino<br />

sulla carretta di fronte.<br />

Tenente: (1279) ... quadrato.<br />

( 1280) Si chiama Ca' Pasquàl.<br />

Ussoni consulta la carta topografica.<br />

Ussoni (1281) Ah, ecco, sì...<br />

Tenente: (1282) Benissimo ...<br />

(1283) Da B, proseguendo sempre giù a sinistra, forse ...<br />

Pasini: (1284) Ciapemo la strada par Maragnote e 'ndemo<br />

zò a Mensa.<br />

Ussoni: (1285) Ecco, bene ...<br />

( 1286) ... così, evitando Oliosi arriviamo lo stesso a Sant' Ambrogio<br />

.. .<br />

(1287) Grazie, signor tenente ...<br />

8. P.A. Controcampo come la 6. Rumore del grano che contadini<br />

fanno saltare su un telone.<br />

Ussoni: (1288) ... grazie tante.<br />

(1289) Meridionale, lei?<br />

Tenente: (1290) Napoletano.<br />

Ussoni: (1291) Buona fortuna, signor tenente.<br />

Tenente: (1292) Grazie!<br />

9. P.A. Controcampo. Come alla 7. Ussoni stringe cordialmente<br />

la mano al tenente.<br />

Ussoni: (1293) Dammi le redini, porto io la cavallina, adesso,<br />

Ussoni prende in mano le redini e scambia il posto con il contadino.<br />

Pasini: (1294) Si sior! Ma 'l vaga pian!<br />

10. C.L. La carretta di Ussoni si allontana dall'aia. Rumore carretta.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

11. C.L. La carretta di Ussoni raggiunge un grande cascinale che<br />

è stato requisito da un reparto di sanità. Rumore carretta. Brusii.<br />

Colpi di artiglieria. Un carro carico di feriti entra nel cascinale.<br />

Due infermieri partono di corsa con una barella. Rumore carri.<br />

Passi affretta ti.<br />

Il calessino di Ussoni prosegue giù per la strada panoramica<br />

a sinistra dove alcuni infermieri sorreggono i feriti e portano<br />

loro i primi soccorsi.<br />

12. i\l.C.L. Il calessino si allontana mentre una panoramica a sinistra<br />

descrive un accampamento con tende, cavalli, cucine da<br />

campo, carri ecc. Dovunque scoppiano granate.<br />

179


13. M.C.L. La carretta di Ussoni avanza dal fondo e si ferma.<br />

Scoppi granate. Passi. Vocii.<br />

Ussoni: (1295) Devo andare al di là della collina.<br />

Un soldato risponde qualcosa (non si sente).<br />

Ussoni: (1296) Ma devo passare, per forza!<br />

(1297) Ho un lasciapassare ...<br />

(1298) ... firmato dal Generale La Marmora in persona, ecco<br />

qua.<br />

Si ode una voce gridare: «Allarme! ».<br />

Avanza di corsa un trombettiere e un ufficiale. Si fermano P.A.<br />

Ufficiale: (1299) Allarme!<br />

II trombettiere suona l'allarme.<br />

Una panoramica a sinistra scopre un campo su cui sono allineati<br />

dei covoni di grano. Ogni covone nasconde un bersagliere.<br />

All'allarme tutti escono.<br />

Gli ufficiali vanno a mettersi davanti ai soldati.<br />

I soldati innestano la baionetta.<br />

Scende il portabandiera. Toglie la bandiera dal fodero e la spiega<br />

al vento.<br />

14. C.L. II campo di covoni visto di fianco. I bersaglieri avanzano<br />

lentamente. Una lenta panoramica a destra descrive il campo<br />

di battaglia. Scoppi di granate e nuvole di fumo da ogni parte.<br />

Colpi fucileria. Squilli tromba. Grida.<br />

Da destra sbuca di corsa con grida d'assalto un forte gruppo di<br />

bersaglieri con la bandiera in testa.<br />

A questo punto la carretta di Ussoni a galoppo sfrenato percorre<br />

una strada in fondo incrociando quasi un plotone di Dragoni<br />

Austriaci che scende dalla collina per attaccare i bersaglieri.<br />

Fine dell'undicesimo rullo.<br />

Dodicesimo rullo<br />

l. C.L. <strong>Livia</strong> avanza lentamente sotto il portichetto di Villa<br />

Serpieri. Una domestica la segue a breve distanza.<br />

Voce <strong>Livia</strong>: (1300) Avevo ricevuto una lettera da Franz.<br />

(1301) Aveva ottenuto l'esonero ...<br />

(1302) ... ed era a Verona.<br />

(1303) Mi esortava però a non muovermi.<br />

Inizio musica.<br />

<strong>Livia</strong> si ferma guardando un punto dell'orizzonte poi si volta e<br />

torna sui suoi passi.<br />

Voce <strong>Livia</strong>: ( 1304) Temeva per me i pericoli del viaggio.<br />

( 1305) La battaglia era iniziata su tutto il fronte ...<br />

180


(1306) ... e le notizie che giungevano ad <strong>Aldeno</strong> ...<br />

(1307) ... confermavano la previsioni di una vittoria italiana.<br />

Fine musica. Brusio contadini.<br />

In fondo al portico, un contadino.<br />

Contadino: (1308) Da Sant'Ambrogio se vede sparare i canoni.<br />

(1309) I xè qua visin.<br />

Guardiano: (1310) I ga dito che i tedeschi i va via da Verona!<br />

2• Cameriere: (1311) Ma no, i xè 'ndà via zà da ieri!<br />

Guardiano: (1312) 'Sta volta de' sti tedeschi perderem quasi<br />

la semenza.<br />

2. M.C.L. Dall'alto. Contadini e personale di servizio sono sull'aia.<br />

Passi, brusio.<br />

Un contadino entra in campo correndo.<br />

Contadino: (1313) Tasi ghe drio rivar Luca.<br />

Una panoramica ascendente scopre il cancello della villa per il<br />

quale sta entrando Luca che percorre un via<strong>letto</strong> della villa seguito<br />

da alcuni contadini e domestici panoramica a destra.<br />

Contadini: (1314) Xè qua Luca.<br />

(1315) Tasi, sentimmo cossa el ne dise ah!<br />

(1316) Eccolo el xè arrivà.<br />

(1317) Cosa ghe ga dito?<br />

(1318) I tedeschi xè scapà da Verona!<br />

(1319) Li 'coperemo tuti!<br />

(1320) Viva l'Italia!<br />

Un contadino sventola una bandiera tricolore.<br />

Contadino: (1321) Viva l'Italia!<br />

3. M.C.L. <strong>Livia</strong> viene incontro al gruppo ...<br />

Contadino (F.C.): (1322) Ei scapà de Verona!<br />

... che entra in campo di spalle. Passi, vocio.<br />

Luca: (1323) Buongiorno signora contessa.<br />

<strong>Livia</strong>: (1324) Chi ... chi dice che gli Austriaci sgombrano Verona?<br />

4. P.A. Luca si avvicina a <strong>Livia</strong> ...<br />

Luca: ( 1325) Sl, signora contessa, perché pare che gli ita·<br />

liani avanzino su tutto il fronte ...<br />

(1326) ... e gli Austriaci hanno già chiesto rinforzi perfino a<br />

Trento .<br />

... che si siede su una panca addossata al muro delle stalle.<br />

Un contadino entra in campo.<br />

Luca: (1327) E pare che sgombrino anche Verona.<br />

l" Contadino: (1328) I se fermerà gnanca a Verona stavolta<br />

... i spassa via tutti ... i butterà a maré.<br />

Entra in campo un altro contadino con una bandiera tricolore<br />

in mano.<br />

2" Contadino: ( 1329) Viva l'Italia signora contessa, viva<br />

l'Italia!<br />

181


5. P.A. <strong>Livia</strong>.<br />

<strong>Livia</strong>: ( 1330) Ma noi resteremo tagliati fuori?<br />

Luca (F.C.): (1331) È venuto il momento di agire ...<br />

6. P.A. Luca c il gruppo dei contadini alle sue spalle.<br />

Luca: (1332) Anche per noi ...<br />

(1333) Il signor marchese Ussoni. ..<br />

7. P.A. <strong>Livia</strong>.<br />

<strong>Livia</strong>: (1334) Del signor Marchese Ussoni non si sa nulla ...<br />

( 1335) ... non abbiamo notizie ... niente ...<br />

Inizio musica.<br />

(1336) Noi non possiamo agire ...<br />

( 1337) Dobbiamo aspettare gli ordini.<br />

Luca (F.C.): (1338) Ma ...<br />

8. M.F. Luca.<br />

Luca: (1339) ... signora contessa, non possiamo più aspettare<br />

...<br />

( 1340) Anche se non ci sono più i collegamenti ...<br />

9. M.P.P. <strong>Livia</strong>.<br />

Luca (F.C.): (1341) .. .le formazioni devono entrare in ballo<br />

e occupare la zona.<br />

(1342) Non c'è più tempo da perdere.<br />

<strong>Livia</strong>: (1343) Rimarremo tagliati fuori.<br />

Luca (F.C.): (1344) Avremo ...<br />

10. M.F. Luca e i contadini.<br />

Luca (1345) ... qui Garibaldi!<br />

2• Contadino: (1346) Signora contessa ... Garibaldi ... porca<br />

miseria!<br />

11. M.P.P. <strong>Livia</strong> si stringe nel suo scialle. Fine musica.<br />

12. C.L. Una strada di campagna dove è passata la guerra. Colpi<br />

di artiglieria e di fucileria.<br />

Passaggio di feriti e di uomini stremati. È evidente la disfatta<br />

dell'esercito italiano. Passi, rumore carri.<br />

Sul fondo, in un prato, due carri di sanità attorno ai quali<br />

suore e infermieri si dànno da fare per i soccorsi ai feriti.<br />

Breve panoramica a sinistra.<br />

Dal campo arriva sulla strada Ussoni che tenta di rivolgersi a<br />

qualcuno.<br />

Ussoni: (1347) Ma che succede? Che fate?<br />

Nessuno gli risponde e allora ferma un ufficiale dei bersaglieri.<br />

Ussoni: ( 1348) Tenente che succede? Dove andate?<br />

Tenente: (1349) C'è l'ordine di ritirarsi.<br />

Il tenente segue la colonna mentre Ussoni la risale andando<br />

verso il fondo. Cigolio di ruote.<br />

Panoramica a sinistra. Sul ciglio della strada giacciono i corpi<br />

inanimati dei caduti. Tromba.<br />

13. C.L. La colonna di carri, cannoni e soldati che si ritirano,<br />

vista di spalle. Colpi di artiglieria e di fucileria.<br />

182


Una panoramica a destra accompagna la carrozza in una curva<br />

dove gli sguardi curiosi di alcuni servi e patrioti la seguono finché<br />

non scompare al di là del cancello che subito dopo viene<br />

chiuso.<br />

Voce <strong>Livia</strong>: (1371) Eppure non provai né rimpianto né commozione.<br />

Rumore zoccoli sul ghiaino.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

17. P.A. <strong>Livia</strong> nell'interno della carrozza. Inizio rumore carrozza.<br />

Voce Li via: ( 13 72) Le pareti della carrozza bruciavano ...<br />

(1373) ... e in quell'afa grave io mi sentivo soffocare.<br />

Tira fuori dalla borsetta una lettera di Franz. (Inizio musica).<br />

Voce <strong>Livia</strong>: (1374) Avevo con me la lettera che Franz mi<br />

aveva scritto ...<br />

( 1375) ... e continuavo a rileggerla, sebbene la sapessi a me·<br />

moria.<br />

(1376) « <strong>Livia</strong> adorata ...<br />

( 1377) ... mi hai salvato la vita ...<br />

(1378) Il denaro è bastato, almeno per ora ...<br />

(1379) ... a riempire la vorace pancia dei dottori.<br />

(1380) Mi hanno esonerato e mi tengono a Verona.<br />

(1381) Ho una bella stanza che guarda sull'Adige, in Via<br />

Santo Stefano 149.<br />

( 1382) Ci vorresti tu, giorno e <strong>notte</strong>.<br />

( 1383) Ma non venire per ora.<br />

( 1384) Non muoverti.<br />

(1385) Il viaggio sarebbe troppo pericoloso.<br />

(1386) Amami sempre come io ti amo.<br />

Si sentono delle voci dall'esterno. Evidentemente dei soldati<br />

austriaci. <strong>Livia</strong> si passa un fazzo<strong>letto</strong> sul volto che comincia a<br />

segnarsi per la stanchezza.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

18. C.L. Passaggio della carrozza per un tratto della strada nei<br />

pressi di Verona seguito da una panoramica a destra.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

19. M.P.P. <strong>Livia</strong> si ripassa la faccia col fazzo<strong>letto</strong>. Entra molta<br />

polvere. Ma il pensiero del prossimo incontro le infonde coraggio<br />

e la fa sorridere di piacere.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

20. C.L. La carrozza si allontana lungo la strada.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

Fine musica. Brusio soldati.<br />

184


21. M.C.L. La porta di accesso a Verona. Davanti si affollano<br />

soldati austriaci, carri.<br />

La carrozza di <strong>Livia</strong> entra in campo e si avvia sotto il portico.<br />

Inizio musica. Rumore carri.<br />

22. M.C.L. Due soldati austriaci la fermano al posto eli blocco.<br />

Ufficiale: ( 1387) Ha un lascia passare per poter entrare a Verona<br />

a questa ora?<br />

<strong>Livia</strong>: (1388) No, ma ...<br />

(1389) ... sono la contessa Serpieri ...<br />

(1390) Mio marito è un funzionario austriaco.<br />

(1391) Sono venuta a raggiungere dei parenti in città.<br />

Ufficiale: ( 1392) Sehr got, grafin.<br />

(1393) Può passare.<br />

(1394) L'aV\·erto però che stasera le strade eli Verona non<br />

sono molto sicure per una signora.<br />

<strong>Livia</strong>: (1395) Grazie.<br />

(1396) Presto in Via Santo Stefano 149.<br />

(1397) Vai, cammina!. ..<br />

(1398) Cammina!<br />

Cocchiere: (1399) Va bene, signora contessa.<br />

La carrozza si muove facendosi largo tra la folla (panoramica a<br />

destra). Incitamenti del cocchiere. Rumori carri. Brusio. Fine<br />

musica.<br />

Fondù di chiusura.<br />

Fine del dodicesimo rullo.<br />

Tredicesimo rullo<br />

Inizio musica.<br />

l. M.C.L. II lungo corridoio di accesso all'appartamento di<br />

Franz. Lida avanza dal fondo rasentando i muri. Si sofferma<br />

ad un angolo emozionata, stanca, poi corre ad una porta panoramica<br />

a sinistra che apre con improvvisa decisione.<br />

2. PA. Dall'interno della stanza vediamo Li\·ia spalancare la<br />

porta e soffermarsi sulla soglia.<br />

Lida: (1400) Franz!<br />

Una panoramica accompagna <strong>Livia</strong> attra\·erso la stanza mentre<br />

corre verso Franz che la macchina scopre di spalle mentre sta<br />

chiudendo la porta della sua camera da <strong>letto</strong>. Fine musica.<br />

<strong>Livia</strong>: (1·l01)) Franz!<br />

Franz si volta, la guarda con indifferenza. Rumore porta.<br />

Fran;;: ( 1402) Guarda, che bella sorpres;t!<br />

Rumore porta.<br />

<strong>Livia</strong>: (1403) Oh Franz!<br />

185


Franz: (1404) Cosa?<br />

<strong>Livia</strong> fa ancora qualche passo verso Franz.<br />

<strong>Livia</strong>: (1405) Sono qui.<br />

Franz: (1406) È successo qualcosa?<br />

<strong>Livia</strong>: (1407) Sono qui, Franz.<br />

<strong>Livia</strong> si aggrappa per un attimo ad una spalla di Franz.<br />

Franz: (1408) Ti avevo scritto nella mia lettera di non venire.<br />

Franz si stacca da lei panoramica a destra che però lo segue.<br />

Franz: (1409) Non l'hai ricevuta!<br />

<strong>Livia</strong>: (1410) Sì, ma son partita lo stesso.<br />

Carrello avanti: P.A.<br />

<strong>Livia</strong>: (1411) Non potevo più vivere con quell'angoscia.<br />

F ranz: ( 1412) Quale angoscia?<br />

(1413) Angoscia di che?<br />

<strong>Livia</strong>: (1414) Per quello che poteva succederti.<br />

<strong>Livia</strong> accosta una mano al volto dell'uomo per una carezza, ma<br />

Franz gliela afferra senza pietà.<br />

Franz: (1415) Sapevi che ero al sicuro.<br />

(1416) Sapevi anche come.<br />

( 1417) Con i tuoi soldi.<br />

Franz si stacca di nuovo da lei. Panoramica a destra.<br />

Franz: (1418) Sapevi che mi ero comperata l'incolumità ...<br />

(1419) ... la tranquillità ...<br />

(1420) .. .il benessere ...<br />

(1421) .. .la pace .. .<br />

(1422) .. .i piaceri .. .<br />

<strong>Livia</strong> gli si avvicina .. .<br />

<strong>Livia</strong>: (1423) Oh, Franz ... volevo esserne sicura .<br />

... si siede su un divano. Fruscio vesti.<br />

<strong>Livia</strong>: (1424) Vedere con i miei occhi.<br />

Franz: (1425) Bene, ora l'hai visto.<br />

(1426) Non dovevi venire qui.<br />

(1427) Hai fatto male a farlo e ora te ne pentirai!<br />

(1428) Vedi ...<br />

3. P.I. <strong>Livia</strong> seduta sul divano.<br />

Franz (F.C.): (1429) ... non sono più un ufficiale adesso ...<br />

Si alza e gli viene incontro panoramica a sinistra.<br />

Franz: (1430) ... e neppure un gentiluomo.<br />

Franz è accanto ad una tavola apparecchiata con un bicchiere<br />

di vino in mano.<br />

Franz: (1431) Sono un disertore ubriaco.<br />

Beve e poi scaraventa in terra il bicchiere.<br />

Franz: ( 1432) Che puzza! Da far schifo!<br />

<strong>Livia</strong> tenta ancora di avvicinarsi a lui. Correzione a sinistra.<br />

Singhiozzi sommessi.<br />

Franz: (1433) Di vigliaccheria e di vizio!<br />

<strong>Livia</strong>: (1434) Ora son qui io Franz.<br />

186


( 1435) Resterò con te per sempre.<br />

(1436) Ho lasciato tutto per te.<br />

( 1437) Prendimi nelle tue braccia Franz!<br />

Franz: (1438) Non mi sono lavato né rasato da alcuni giorni.<br />

(1439) Non voglio disgustarti venendoti troppo vicino.<br />

Ride sommessamente.<br />

Franz: (1440) Ti sporcheresti.<br />

Ride più forte.<br />

4. M.F. Franz si appoggia con le mani al muro. Il suo riso si<br />

confonde con sommesso singhiozzare di rabbia.<br />

Si ode una voce di donna chiamare Franz.<br />

Clara (F.C.): (1441) Franz!<br />

(1442) Franz!<br />

(1443) Oh, Franz!<br />

5. M.F. <strong>Livia</strong> indietreggia. Correzione a destra e a sinistra. Urta<br />

in qualcosa che cade.<br />

Carrello avanti: P.P.<br />

<strong>Livia</strong>: (1444) Non sei solo?<br />

6. P.A. Franz.<br />

Franz: ( 1445) Non darle importanza.<br />

Percorre la stanza carrello a sinistra come parlando tra sé e sé.<br />

Franz: (1446) Viene tutte le sere per un paio d'ore a farmi<br />

compagnia.<br />

(1447) La vuoi conoscere?<br />

<strong>Livia</strong> cerca di muovere qualche passo ma Franz l'arresta con<br />

una mano.<br />

Franz: (1448) Non fare complimenti.<br />

(1449) Dopo tutto ...<br />

(1450) ... ti appartiene ...<br />

( 14 51) .. .la pago con i tuoi soldi...<br />

<strong>Livia</strong> attraversa di corsa tutta la stanza rapidissima panoramica<br />

mentre alle sue spalle Franz ride come un pazzo. Si ode il<br />

rumore di qualcosa che nella corsa <strong>Livia</strong> fa cadere.<br />

7. F .l. Sulla soglia della camera da <strong>letto</strong> è apparsa una ragazza<br />

che si sta allacciando il busto. Franz le va incontro.<br />

Franz: (1452) Clara!<br />

(1453) Vieni, Clara, vieni!<br />

(1454) Voglio presentarti a una gran signora ...<br />

(1455) .. .la contessa <strong>Livia</strong> Serpieri.<br />

(1456) Ha fatto un lungo viaggio.<br />

(1457) Come vedi è sfinita dalla stanchezza.<br />

( 1458) È passata in mezzo ai soldati che tornavano dalla<br />

battaglia ...<br />

(1459) Uomini che non hanno avuto la fortuna ...<br />

8. P.A. <strong>Livia</strong> accanto alla porta di entrata. Franz entra in campo<br />

di spalle ...<br />

Franz: (1460) ... di avere quello che ho avuto io!<br />

187


Carrello a\•anti fino ad inquadrare <strong>Livia</strong> in P.P.<br />

Il volto di <strong>Livia</strong> appare in tutto il suo disperato dolore. L'umi­<br />

liazione, la stanchezza, la cocente delusione l'hanno invecchiata<br />

di molti anni. t:: una donna non più bella, vinta.<br />

<strong>Livia</strong>: (1487) Perché dici queste cose?<br />

(1488) Per ferirmi?<br />

(1489) Per far soffrire te stesso?<br />

Fram:: (1490) Chiedo scusa ...<br />

Fine musica.<br />

12. P.P. Franz.<br />

Franz: (1491) ... ma non ho sentito.<br />

(1492) Parli talmente piano.<br />

(1493) Tu bai sentito quello ...<br />

13. P .A. Clara.<br />

Franz (F.C.): (1494) ... che ba detto, Clara?<br />

Clara: (1495) No, non ho sentito niente ...<br />

(1496) ... e non voglio sentire.<br />

(1497) Io me ne vado.<br />

Rumore bicchiere.<br />

14. P.A. Franz.<br />

Franz: (1498) Ma tu sei matta!<br />

(1499) <strong>Livia</strong>!<br />

Si avvicina a <strong>Livia</strong> panoramica a sinistra che viene inclusa.<br />

Franz: ( 1500) Non puoi assolutamente permettere che vada<br />

via a quest'ora.<br />

(1501) Invitala a sedersi a tavola con noi.<br />

( 1502) Diglielo!<br />

<strong>Livia</strong> guarda verso la ragazza.<br />

<strong>Livia</strong>: (1503) La prego di restare.<br />

Franz ha un sorriso trionfante. Va verso la tavola. La ragazza<br />

entra in campo di spalle panoramica a destra e si siede a tavola.<br />

Passi. Rumore sedia.<br />

Clara: (1504 )Non badargli ...<br />

( 1505) t:: ubriaco!<br />

Fine del tredicesirno rullo.<br />

Quattordicesimo rullo<br />

l. M.C.L. <strong>Livia</strong> si avvicina alla tavola. Franz le accosta la sedia<br />

mentre lei si siede e poi panoramica a destra prende posto<br />

anche lui tra le due donne.<br />

franz: (1506) Mi dici chi ti credi di essere?<br />

(1507) Hai una tale opinione di te stessa da non poter stare<br />

a tavola con una sgualdrina?<br />

189


Si serve del vino e beve.<br />

Franz: (1508) Che differenza c'è fra voi due?<br />

(1509) Te lo dico io.<br />

(1510) Lei è giovane ...<br />

(1511) ... ed è bella.<br />

(1512) Gli uomini per lei pagano.<br />

(1513) Mentre tu invece ...<br />

Ride.<br />

2. M.F. Franz di fronte a <strong>Livia</strong> di spalle.<br />

Franz: (1514) Cosa c'è da guardarmi in quel modo?<br />

(1515) Non mi piace essere guardato così, hai capito?<br />

(1516) Mi credi impazzito?<br />

(1517) No, non sono impazzito.<br />

( 1518) Non sono mai stato tanto lucido in vita mia.<br />

Beve ancora .<br />

Franz: (1519} Ascoltami. ..<br />

( 1520) ... e cerca di capirmi ...<br />

( 1521) Cerca di vedermi come realmente sono ...<br />

( 1522) ... non come mi ha creato la tua immaginazione.<br />

(1523) L'idea che ti sei fatta di me è pura fantasia ...<br />

( 1524) .. .inventata da te ...<br />

3. M.F. <strong>Livia</strong>.<br />

Franz (F.C.): (1525) E non ha niente a che vedere con<br />

quello che sono.<br />

(1526) Chi sono io?<br />

(1527) Come vivo?<br />

Inizio musica.<br />

4. M.F. Franz.<br />

Franz: ( 1528) Con quali mezzi?<br />

( 1529) Col denaro che mi procuro in due modi.<br />

( 1530) Quello che mi faccio dare dalle donne ...<br />

(1531) ... e quello che rubo barando al gioco.<br />

( 1532) Sono un maestro in tutte e due le cose.<br />

(1533) Ecco le mie sostanze.<br />

(1534) Ho anche qualche altra qualità.<br />

(1535) Sono un disertore perché sono un vigliacco.<br />

(1536) E non mi dispiace di essere né un disertore né un<br />

vigliacco.<br />

Franz: (1537) Cosa m'importa che i miei compatrioti abbiano<br />

vinto oggi una battaglia in un posto chiamato Custoza<br />

...<br />

Si volta appoggiandosi alla spalliera della sedia. Ha la voce<br />

rotta dalla emozione.<br />

5. M.F. Franz. In secondo piano <strong>Livia</strong>.<br />

190<br />

Franz: (1538) ... quando so che perderanno la guerra ...<br />

( 1539) ... e non solo la guerra.<br />

(1540) E l'Austria fra pochi anni ...


(1541) ... sarà finita.<br />

( 1542) E un intero mondo sparirà.<br />

(1543) Quello a cui apparteniamo tu ed io.<br />

( 1544) E il nuovo mondo di cui parla tuo cugino non ha<br />

nessun interesse per me.<br />

(1545) È molto meglio non essere coinvolti in queste storie ...<br />

(1546) ... e prendersi il proprio piacere dove lo si trova.<br />

Si volta a guardare <strong>Livia</strong>.<br />

6. M.C.L. I tre attorno alla tavola.<br />

Franz: ( 1547) E tu del resto la pensi come me ...<br />

( 1548) ... altrimenti non mi avresti dato del denaro per<br />

pagarti un'ora d'amore.<br />

Fine musica.<br />

<strong>Livia</strong> singhiozza disperatamente.<br />

Franz batte un pugno sulla tavola ...<br />

Franz: (1549) Basta!<br />

... si alza tenendosi la testa fra le mani...<br />

Franz: (1550) È troppo tardi, è finita!<br />

... e fa qualche passo panoramica a sinistra. Poi si volta di<br />

nuovo verso <strong>Livia</strong>.<br />

Franz: ( 1551) Io non sono ...<br />

7. M.F. Franz.<br />

Franz: (1552) ... il tuo romantico eroe!<br />

(1553) E non ti amo più.<br />

( 1554) Volevo dei soldi, li ho avuti, basta!<br />

8. P.A. <strong>Livia</strong> al tavolo da pranzo, come vista da Franz, continua<br />

a singhiozzare.<br />

9. M.F. Franz.<br />

Franz: (1555) Ah dimenticavo ...<br />

( 1556) Sono anche ...<br />

10. P.A. <strong>Livia</strong> come alla 8.<br />

Franz: (1557) ... un delatore.<br />

(1558) Sono stato io a denunciare tuo cugino alla polizia.<br />

11. M.F. Franz.<br />

Franz: ( 1559) E tu naturalmente l'hai sempre saputo ma hai<br />

fatto finta di niente per salvare la nostra storia d'amore.<br />

Ride.<br />

12. P.A. <strong>Livia</strong> come alla 8 e alla 10. Esasperata urla.<br />

<strong>Livia</strong>: (1560) No!<br />

Si alza di scatto.<br />

<strong>Livia</strong>: (1561) No!<br />

Franz continua a ridere.<br />

<strong>Livia</strong> corre alla poltrona panoramica a sinistra dove ha il cappello.<br />

Lo prende.<br />

13. M.C.L. Franz ride dietro a <strong>Livia</strong>. In fondo Clara assiste terrorizzata<br />

alla scena.<br />

191


<strong>Livia</strong> raccoglie dal divanetto la sua borsetta e viene verso la<br />

macchina per andarsène.<br />

Franz: (1562) Vai... vai... vai signora!<br />

Un carrello indietro e una panoramica a destra accompagnano<br />

<strong>Livia</strong> escludendo gli altri.<br />

Franz (F.C.): (1563) Vai!. .. Vai, sgualdrina!<br />

(1564) Vai!<br />

<strong>Livia</strong> spalanca la porta fuggendo.<br />

14. M.F. <strong>Livia</strong> di corsa esce dalla stanza ...<br />

Franz (F.C.): (1565) Va' via!<br />

(1566) Rompiti il collo!<br />

(1567) Non fermarti!<br />

... e percorre ai spalle il corridoio appoggiandosi ogni tanto alla<br />

parete seguita da correzioni di macchina. Risa di Franz.<br />

Fine del quattordicesimo rullo.<br />

Quindicesimo rullo<br />

l. C.L. <strong>Livia</strong> avanza in una strada di Verona, rasentando un<br />

alto muro. Brusio. Passi. Rumori metallici. Lenta panoramica<br />

a destra <strong>Livia</strong> incrocia un gruppo di cinque austriaci ubriachi,<br />

che viene avanti cantando. Coro. Risate. Uno di loro l'afferra<br />

per un braccio. <strong>Livia</strong> si divincola e scappa di corsa verso il<br />

fondo della strada.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

2. M.C.L. <strong>Livia</strong> continua a camminare di spalle. Austriaci<br />

ubriachi ridono, sghignazzano, canticchiano. Ogni tanto uno<br />

afferra una donna, la stringe e la bacia. A coppie entrano in una<br />

casa. Un soldato tenta per un attimo di fermare <strong>Livia</strong>, ma<br />

subito desiste.<br />

3. P.A. <strong>Livia</strong> si appoggia al muro che fa da parapetto alla scala<br />

per la quale si accede alla casa, là dove entrano ed escono i<br />

soldati con le donne.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

4. C.L. Una strada di Verona, vista nella sua lunghezza, dal lato<br />

cui si affaccia l'edificio del Comando Austriaco; poi, a passi<br />

spediti, si dirige verso l'entrata del Comando Militare.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

5. M.C.L. <strong>Livia</strong> entra nel salone centrale del Comando. Una<br />

panoramica a sinistra l'accompagna, mentre un soldato la fa ac-<br />

192


comodare su di una poltrona nel fondo della sala, e descrive<br />

l'ambiente. Mentre un ufficiale austriaco sta leggendo ad alta<br />

voce il bollettino della vittoria di Custoza, parecchi scrivani<br />

stanno lavorando attorno ad un grande tavolo centrale. Fruscio<br />

carte.<br />

6. P.A. <strong>Livia</strong>, dall'aspetto sempre più stanco, tenta con una<br />

mano di ravviarsi i capelli. Continua (F.C.) la lettura del bollettino.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

7. P.A. <strong>Livia</strong> s'avvicina, come un automa, alla srivania del<br />

Generale.<br />

Li via: ( 1568) Sono venuta a compiere il mio dovere di suddita<br />

fedele.<br />

Generale (F.C.): (1569) Ah! La signora contessa è austriaca!?<br />

<strong>Livia</strong> fa cenno di no con la testa.<br />

<strong>Livia</strong>: (1570) Veneta.<br />

8. M.C.L. Il Generale, al di là della scrivania, in piedi, e <strong>Livia</strong><br />

(quasi di spalle) di fronte a lui. Il Generale, quasi deluso, si siede<br />

e fissa <strong>Livia</strong>.<br />

9. P.A. La macchina, da dietro la scrivania, inquadra a sinistra<br />

le mani del Generale sul tavolo e <strong>Livia</strong> davanti alla scri\·ania,<br />

che estrae dalla borsetta una lettera sgualcita e la getta sul ta\·olo.<br />

Fruscio carta.<br />

<strong>Livia</strong>: ( 1571) Ecco!<br />

Le mani del Generale afferrano la lettera e la spiegano.<br />

10. M.F. Il Generale scorre la lettera rapidamente.<br />

Gmerale: (1572) Non capisco ...<br />

(157.3) .. .la lettera è indirizzata a lei?<br />

Si intuisce un cenno di assenso di <strong>Livia</strong> (F.C.) Il Generale si<br />

mette gli occhiali, legge di nuovo le prime righe e, dopo essersi<br />

tolti gli occhiali, guarda di nuO\'O con molta serietà all'indirizzo<br />

di <strong>Livia</strong>. Si alza di scatto e panoramica a sinistra va a chiudere<br />

la porta, attraverso la quale si scorgeva una ta\·ola apparecchiata<br />

con attorno i familiari. Poi si volta verso <strong>Livia</strong> con durezza.<br />

Generale: (1574) Dunque, ho fretta, si sbrighi!<br />

Si avvicina alla donna panoramica a destra che viene inclusa.<br />

Inizio musica.<br />

<strong>Livia</strong>: (1575) La lettera è di ...<br />

(1576) ... Franz Mahler ...<br />

( 1577) ... del Terzo Reggimento Artiglieria.<br />

Generale: (1578) E poi?<br />

<strong>Livia</strong>: ( 1579) La lettera parla chiaro.<br />

(1580) Si è fatto credere malato, pagando ...<br />

( 1581) ... dei medici.<br />

(1582) È disertore del campo di battaglia!<br />

Generale: (1583) Ah, ho capito!<br />

193


(1584) Il tenente è stato suo amante ...<br />

(1585) ... e lei ora si \'endica facendolo fucilare!<br />

(1586) Ci pensi, contessa!<br />

(1587) La delazione è un'infamia!<br />

(1588) E l'opera sua è un assassinio!<br />

<strong>Livia</strong> chiude gli occhi, toccata dalle parole del Generale, ma<br />

continua a tacere. Il Generale posa con violenza la lettera sul<br />

tavolo e, voltandosi verso la porta, chiama:<br />

Generale: ( 1589) Leutnant Schneider!<br />

11. l\LC.L. <strong>Livia</strong> si awia per uscire, mentre il Generale, alle<br />

sue spalle, la segue con lo sguardo. Giunta alla porta che dà sul<br />

salotto centrale, Li\"ia si appoggia ad un battente, come per<br />

riprendere le forze, poi si volta leggermente verso il generale.<br />

Li via: ( 1590) Signor Generale!<br />

(1591) Faccia il suo do\•ere!<br />

Entra in campo il Tenente Schneider e si ferma sull'attenti da­<br />

\"anti al Generale. Rumore porta. Fine musica, passi. Colpi di<br />

tacchi.<br />

Generale: (1592) Begleiten Sie die Dame hinaus!<br />

Il tenente si avvia per eseguire. Passi.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

12 . .ì\LC.L. Lo scalone dell'edificio inquadrato dall'alto. Brusio.<br />

Andirivieni di soldati ed ufficiali austriaci. <strong>Livia</strong> discende lentamente<br />

le scale. Si odono degli ordini impartiti ad alta voce:<br />

Ufficiale: (1593) Sorgen Sie rur die sofortige Durchruhrung<br />

dieses Befehls!<br />

Alla balaustra in alto si affaccia l'ufficiale che ha impartito l'ordine<br />

e che continua a gridare:<br />

Ufficiale: (1594) Ausserste Dringlichkeit geboten!<br />

(1595) Haben Sie verstanden?<br />

(1596) Ausserste Dringlichkeit!! !<br />

13. l-.I.C.L. Lo scalone, inquadrato dal basso: mentre <strong>Livia</strong> continua<br />

a scendere lentamente, è sorpassata da un ufficiale, che ha<br />

in mano l'ordine di esecuzione per Mahler.<br />

Continuano ad essere impartiti gli ordini per l'arresto di Franz<br />

Mahler.<br />

Ufficiale: (1597) Sofortige Durchftihrung!<br />

Sottufficiale (F.C.): (1598) Offiziersbefehl!<br />

(1599) Befehl!<br />

( 1600) Sofort verhaften Oberleutnant Franz Mahler ...<br />

(1601) ... wohnhaft Sant Stephanstrasse hundertsiebenundvierzig!<br />

Lenta panoramica discendente a sinistra. <strong>Livia</strong> arri\•a fino alla<br />

grande porta di entrata. Esce sul portico, dove si sta componendo,<br />

agli ordini di un sottufficiale, un plotone di uomini.<br />

Ufficiale di servizio (F.C.): (1602) Leutnant Pirk!<br />

194


S. Ten. Pirk (F.C.): (1603) Jawohl!<br />

Uff. di servizio (F.C.): (1604) Sofort Franz Mahler Stephanstrasse<br />

hundertsiebenundvierzig verhaften!!<br />

S. Ten. Pirk (F.C.): (1605) Zum Befehl!<br />

Il comandante del plotone dà diversi ordini, che i soldati eseguono,<br />

inquadrandosi per due. <strong>Livia</strong> esce di campo a destra. Il<br />

plotone si avvia verso destra. In un primo piano, nell'ingresso,<br />

un soldato.<br />

Soldato: (1606) Kaporal Kramer!<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

14. M.C.L. Inizio musica. Una strada di Verona : <strong>Livia</strong> continua<br />

a camminare senza meta, incrociando soldati ubriachi,<br />

che cantano festeggiando la vittoria. Brusio, passi.<br />

Dissolvenza incrociata.<br />

15. C.L. Un'altra via di Verona: alcuni soldati esultanti sparano<br />

in aria. <strong>Livia</strong> avanza dal fondo, barcollando esausta. Un<br />

carrello ed una panoramica a sinistra l'accompagnano mentre rasenta<br />

un muro, sopravvivendo a stento al suo dolore. Forse è<br />

impazzita.<br />

Fine musica.<br />

<strong>Livia</strong>: ( 1607) Franz!<br />

( 1608) Fraanz!<br />

(1609) Fraaanz!. ..<br />

Si perdono l'ombra di lei e l'eco delle sue invocazioni nella<br />

<strong>notte</strong>.<br />

16. M.C.L. Avanza il gruppo degli austriaci designati per l'arresto,<br />

trascinando Franz, che si copre il volto con le mani. Soldati<br />

con torce aiJa mano fanno strada. Passi, grida.<br />

17. M.C.L. Il plotone esce da un archetto; Franz si dimena disperatamente.<br />

Inizio rullio tamburi. Uno dei soldati lo spinge<br />

col calcio del fucile.<br />

18. M.C.L. Dall'alto. Franz tenuto a braccia da due soldati,<br />

che quasi lo sollevano, avanza barcollando verso il luogo dell'esecuzione,<br />

che una panoramica a destra descrive. A qualche metro<br />

da un muro il plotone di esecuzione, già schierato, con i fucili<br />

alla mano, esegue gli ordini del comandante. La scena è<br />

illuminata da due squadre di soldati con torce. Due tamburini<br />

fanno rullare sinistramente i loro strumenti. Un prete attende il<br />

condannato sul posto.<br />

19. M.C.L. La macchina inquadra a sinistra parte d'una delle<br />

squadre con le torce, a destra parte del plotone di esecuzione;<br />

in fondo Franz .Mahler, bruscamente trascinato contro il muro<br />

da due soldati. È messo con le spalle al plotone, liberato dal<br />

mantello c bendato. Il prete gli dà l'assoluzione. Dopo di che<br />

tutti si allontanano rapidamente, mentre la prima riga del pio-<br />

195


tone di esecuzione si .inginocchia per la mira. Coro F.C. Incollato<br />

contro il muro è rimasto solo Franz, cosl come l'hanno<br />

lasciato, quasi un fantoccio senza vita.<br />

20. C.L.L. Dall'alto. Il plotone di esecuzione, visto di spalle.<br />

Comandante plotone: (1610) Feuer!<br />

Una scarica raggiunge Franz, che gira rapidamente su se stesso<br />

e stramazza a terra. Fine rullio tamburi. Un ufficiale corre a<br />

constatare la sua morte, mentre il plotone, di nuovo in ordine<br />

di marcia, si allontana al comando di un ufficiale. I tamburi<br />

accompagnano i passi cadenzati dei soldati. Coro F.C. Inizio<br />

rullio tamburi. Attorno al corpo esamine di Franz un gruppo<br />

di soldati si dà da fare: lo prendono e lo trascinano via. Il<br />

campo rimane vuoto. Fine rullio tamburi. Inizio musica.<br />

Su di esso appaiono e si susseguono a rullo i titoli di coda:<br />

FINE<br />

Il film è stato diretto da Luchino Visconti<br />

assistenti alla regla Francesco Rosi e Franco Zeffirelli<br />

montaggio Mario Serandrei<br />

operatore alla macchina Giuseppe Rotunno<br />

costumi di Marcel Escoffier e Pietro Tosi<br />

scenografìa di Ottavio Scotti<br />

arredamento di Gino Brosio<br />

capo truccatore Alberto De' Rossi<br />

tecnici del suono Vittorio Trentina e Aldo Calpini<br />

tecnici della technicolor ]ohn Craig e Neil Binney<br />

aiuti-regista Aldo Trionfo e Giancarlo Zagni<br />

aiuto operatore Michele Cristiani<br />

segretaria di edizione Mary Alcaide<br />

Direttore di Produzione Claudio Forges Davanzali<br />

A .D.C.<br />

Ispettori di Produzione Marcello Giannini e Gabriele Silvestri<br />

Assistente alla Produzione Gina Guglielmotti<br />

Segretario di Produzione Roberto Palaggi<br />

I costumi sono stati realizzati dalle Ditte S.A.F.A.S. \\7 erther e<br />

Nofri<br />

Parrucche e acconciature della Ditta Maggi di Roma<br />

Biancheria e merletti della Ditta Olga Asta & C. di Venezia<br />

Teatri di posa Scalera di Venezia e Titanus di Roma<br />

Suono Lux Film<br />

Copyright by Lux Film MCMLIV (Fine musica)<br />

Western Electric Recording<br />

196


I tagli chiesti dalla produzione<br />

DOPO IL MONTAGGIO<br />

La lunghezza del materiale girato, altre ragioni trasparenti<br />

nelle note che seguono, spinsero la produzione a chiedere tagli<br />

non marginali, e l'aggiunta della fucilazione.<br />

Lo scambio di osservazioni avvenuto è singolarmente illuminante,<br />

per quanto rivela delle preoccupazioni della casa produttrice,<br />

e dei criteri da essa eseguiti nel chiedere i tagli.<br />

Visconti si difende dai ripetuti attacchi ali 'integrità della sua<br />

creatura soprattutto con argomenti tecnici e narrativi.<br />

Ne escono però numerose osservazioni preziose per chiarire<br />

come Visconti sentiva il film (numerosi gli accenni ai fatti ambientali),<br />

e quanto fosse consapevole del punto limite di credibilità<br />

cui era stata condotta l'azione dei personaggi dalla prolungata<br />

limatura.<br />

Pro memoria<br />

a seguito della vtstone effettuata martedl 13 aprile 1954.<br />

Elenco tagli da suggerire a Visconti prima che il film vada in<br />

doppiaggio<br />

l Teatro Fenice: Al rientro di <strong>Livia</strong> nel palco tagliare ancora<br />

parte dell'azione dei cantanti sul palcoscenico (mt. 15 circa).<br />

2 Palazzo da Mosto: Rientro in casa di <strong>Livia</strong> e del marito<br />

ridurre ancora la scena sulla scala abolendo possibilmente<br />

tutto il dialogo di Serpieri (mt. 20 circa).<br />

3 Dopo la scena d'amore <strong>Livia</strong>-Franz in camera da <strong>letto</strong>, tagliare<br />

la scena in cui Franz bacia <strong>Livia</strong> e l'accompagna alla<br />

porta (mt. 15 circa).<br />

4 Dopo la scena <strong>Livia</strong>-Cameriera abolire scena scala Serpieri<br />

vedendo Serpieri subito sul portone (mt. 20 circa).<br />

5 Piazza S. M. Formosa: Abolire prima parte vicino Chiesa<br />

attaccando immediatamente sul mercato (mt. 10 circa).<br />

6 <strong>Aldeno</strong> scena spogliatoio: Attacco su <strong>Livia</strong> che siede davanti<br />

al mobile toilette (mt. 20 circa).<br />

7 <strong>Aldeno</strong> scena risveglio mattino: Dopo che Li\·ia dice a Franz<br />

di restare ancora un giorno alla Villa passare direttamente al<br />

granaio all'inquadratura vista dall'alto dell'ultimo ambiente<br />

granaio (mt. 30 circa).<br />

197


8 Andata via Franz: . Tagliare scala e corridoio finale con sveni·<br />

mento (mt. 40 circa).<br />

9 <strong>Livia</strong> in carrozza che raggiunge Verona tagliare circa la metà<br />

(mt. 25 circa).<br />

10 Scena Generale Comando lettura proclama Custoza: Ridurre<br />

(mt. 10 circa).<br />

11 Scena Generale: Attaccare subito dopo che il soldato ha introdotto<br />

<strong>Livia</strong> e questa si è seduta, direttamente sul Generale<br />

visto di spalle a cui <strong>Livia</strong> dice di essere venuta a fare il suo<br />

dovere di suddita austriaca (mt. 25 circa).<br />

12 Con il nuovo finale sarà possibile tagliare totalmente o parte<br />

dell'uscito di <strong>Livia</strong> dal Comando tedesco e parte delle scene<br />

seguenti in tutto (mt. 40 circa).<br />

13 Rivedere il montaggio delle scene covoni.<br />

14 Rivedere montaggio scena partigiani intercalata con Custoza<br />

e partenza <strong>Livia</strong>.<br />

15 Il film attualmente è lungo (mt. 3.650) i predetti tagli ammontano<br />

a circa (mt. 270) quindi effettuandoli si potrebbe<br />

andare in doppiaggio con (mt. 3.380) e se si abolisce la scena<br />

<strong>Livia</strong>-Cameriera (lettere ]acopo Ortis) (mt. 40 circa) si arri·<br />

verebbe a (mt. 3.340).<br />

A doppiaggio ultimato si potranno esaminare nuovi tagli.<br />

Roma, 14 aprile 1954<br />

Risposta e precisazioni di Visconti al promemoria contenente<br />

elenco tagli da effettuare prima che il film vada al doppiaggio<br />

1 La proposta di ulteriori tagli dell'azione dei cantanti sul palcoscenico<br />

dopo il rientro di <strong>Livia</strong> nel palco non è effettuabile<br />

essendo già ridotta al minimo indispensabile. L'azione dei cantanti<br />

è infatti legata all'alzata di sipario vista nello specchio<br />

con <strong>Livia</strong> in campo, e dal piano Franz e <strong>Livia</strong> con Leonora<br />

di fondo durante il dialogo dei due protagonisti. L'azione dei<br />

cantanti compresa fra questi due piani è quella indispensabile<br />

ad ottenere (senza violentare la parti tura verdiana) l'uscita di<br />

Ruiz e l'inizio dell'aria a solo di Leonora. Inoltre «i tempi»,<br />

anche ridotti alla convenzione, della ricerca del Ten. Franz in<br />

teatro e del suo presentarsi nel palco ci sembrano i minimi<br />

indispensabili.<br />

2 La proposta di abolire la battuta di Serpieri alla fine della<br />

scena nel Palazzo da Mosto, ai piedi della scala, ci sembra<br />

non opportuna dato che la breve battuta del marito chiarisce<br />

i suoi sentimenti nei riguardi dell'attività patriottica della<br />

moglie e provoca di conseguenza l'andata clandestina di <strong>Livia</strong><br />

e salutare Ussoni che sta per partire, e crea intorno a <strong>Livia</strong><br />

quell'atmosfera di clandestinità che risulta dai dialoghi col<br />

cugino e che è un po' la preparazione e la giustificazione<br />

198


all'incontro e la passeggiata con Franz, che si svolgerà in condizioni<br />

eccezionali. Inoltre il taglio strozzerebbe la scena e<br />

sarebbe troppo sensibile senza portare alcun vantaggio concreto.<br />

3 Il taglio proposto dell'addio di Franz e <strong>Livia</strong> sulla soglia<br />

dell'appartamento dove i due amanti si dànno convegno è<br />

pericoloso dato che della vicenda d'amore dei due è rimasto<br />

molto poco e l'abolizione di questo breve passaggio toglierebbe<br />

l'impressione che i convegni d'amore si sono ripetuti anche<br />

se per breve tempo, giustificando l'attaccamento di <strong>Livia</strong>,<br />

prima che Franz cominci a « bruciare il paglione ».<br />

4 Le stesse ragioni del numero uno non consigliano questo<br />

« accorciamento >> vale a dire, ragioni di « tempo ». Tutt'al<br />

più potrà essere riesaminato il montaggio per essere perfezionato.<br />

5 Le esigenze della « voce <strong>Livia</strong> », consigliano di non toccare<br />

l'inizio di questa scena e di attenersi alle necessità di chiarire<br />

lo stato d'animo di <strong>Livia</strong>.<br />

6 La proposta di attacco su « <strong>Livia</strong> che siede davanti alla toilette<br />

» è esattamente quello che si trova essere attualmente.<br />

7 Sono contrario a questo taglio per quei motivi di chiarezza<br />

sull'ubicazione degli ambienti, chiarezza indispensabile e che<br />

giuoca nella scena seguente del granaio.<br />

8 Si può tagliare lo svenimento di <strong>Livia</strong>, ma sono contrario al<br />

taglio delle battute fra <strong>Livia</strong> e Franz che chiariscono e preparano<br />

l'arrivo della lettera, fatto che è indispensabile far ben<br />

entrare in testa al pubblico, per quelle ovvie ragioni che è<br />

inutile ripetere.<br />

9 Tutti quegli accorciamenti che si possono fare dipendono<br />

dall'applicazione della voce e si faranno in seguito.<br />

10 Si può anche togliere completamente.<br />

11 Non si può procedere al taglio proposto per ragioni di correttezza<br />

tecnica.<br />

12 Le inquadrature che seguono la scena del Comando, sono<br />

solamente due e non vedo quale si potrebbe togliere. Si può<br />

togliere la prima inquadratura dello scalone.<br />

13 Non è possibile rivedere il montaggio di questa situazione,<br />

perché questa è la sua unica forma possibile.<br />

14 Si può togliere di nuovo il porticato ed aggiungere la scena<br />

col cocchiere se l'attuale montaggio non convince.<br />

Sto esaminando di nuovo tutto il film e farò a mia volta delle<br />

proposte tenendo conto dei « desiderata ».<br />

1• giugno 1954<br />

Altri tagli proposti dalla produzione<br />

l Ridurre di 10-15 metri «Fenice» durante il Trovatore.<br />

199


2 Ridurre colloquio fra marito e <strong>Livia</strong> sulla scala.<br />

3 Eliminare uno degli scatti di <strong>Livia</strong> contro Franz dopo la<br />

partenza di Ussoni.<br />

4 Togliere una delle scene cogli ufficiali nella casa di Franz.<br />

5 Ridurre la prima scena d'amore eliminando da quando Franz<br />

guarda il medaglione al momento del congedo.<br />

6 Ridurre scene congiurati eliminando parte della conversazione<br />

fra marito e Ussoni.<br />

7 Tagliare seconda scena cani, guardiani, etc. ad <strong>Aldeno</strong>, ovvero<br />

anteporla, riducendola, perché ora viene troppo tardi.<br />

8 Ridurre scena d'amore <strong>Aldeno</strong> eliminando parte scene vestiti<br />

o altro.<br />

9 Ridurre scena granaio eliminando passaggio sale, ingresso<br />

granaio e parte del granaio. Eliminare contemporaneamente<br />

alcuni baci fra le porte.<br />

10 Ridurre scena partenza Franz da <strong>Aldeno</strong> (da cameriera che<br />

dà la giacca a Franz saltare a Franz e Li via quando si lasciano).<br />

11 Riunire in un solo episodio Custoza riducendo di almeno<br />

50 metri, eliminando:<br />

a) il primo degli incontri Ussoni con gli Ufficiali;<br />

b) alcune scene feriti;<br />

c) soldati che escono con passo calmo dai covoni, troppo contrastanti<br />

con l'eccezionalità del momento e col carattere dei<br />

bersaglieri.<br />

12 Tagliare da uscita <strong>Livia</strong> da Casa Franz fino a <strong>Livia</strong> seduta<br />

davanti al Generale.<br />

13 Ridurre scene scalone uscita <strong>Livia</strong> dal Generale.<br />

14 Ridurre di almeno tre quarti successive scene strada <strong>Livia</strong> ·<br />

con soldati.<br />

15 Aggiungere finale.<br />

Nuova risposta di Visconti<br />

l Trovatore - impossibile - già spiegato altre volte le ragioni<br />

(musicali). È stato ridotto al minimo.<br />

2 Riducendo ancora la risposta del marito a <strong>Livia</strong> non si avrà<br />

nemmeno minimamente la « situazione » che obbliga <strong>Livia</strong><br />

ad andare a salutare il cugino clandestinamente (contro la<br />

volontà del marito) e di conseguenza si verrebbe a diminuire<br />

ancora (con grave rischio) la credibilità della passeggiata notturna<br />

di <strong>Livia</strong> e Franz. Inoltre la scena verrebbe strozzata.<br />

3 Non capisco: quale scatto?<br />

4 Ho già espresso il mio parere in proposito riguardo all'ambientazione.<br />

Fu a suo tempo eliminato l'ambiente ufficiali al<br />

primo recarsi di <strong>Livia</strong> perché si disse che si sarebbero visti<br />

dopo. Ora si vorrebbe eliminare anche questo ambiente, pre-<br />

200


giudicando, a mio avviso, l'ambientazione del film nei riguardi<br />

della vita di Franz, ufficiale fra ufficiali.<br />

5 Fatto.<br />

6 Si può vedere di tagliarne un pezzetto (da verificarsi in moviola<br />

se tecnicamente è possibile).<br />

7 Non si può fare tecnicamente e narrativamentc.<br />

8 Si può tagliare i vestiti.<br />

9 Sono contrario per ragioni già dette. I baci fra le porte sono<br />

sta ti elimina ti.<br />

10 Sono contrario all'eliminazione del passaggio in corridoio.<br />

Per ragioni narrative e ambientali.<br />

11 Cosa significa riunire in un solo episodio Custoza? Senza<br />

il taglio villa e la ripresa sulla ritirata? Non capisco. Il passo<br />

dei bersaglieri non è calmo ma un passo di manovra usatO<br />

nell'epoca e suggerito e controllato da esperti militari.<br />

12 Fatto.<br />

13 Fatto.<br />

14 Si possono togliere completamente se si fa un finale di fucilazione.<br />

201


LA FOTOGRAFIA<br />

Ad integrare le molte dichiarazioni rese dall'autore e dai suoi<br />

collaboratori alla stampa, soprattutto quella specializzata, durante<br />

la lavorazione del film e in occasione della sua presentazione<br />

al Festival di Venezia 1954, riportiamo qui di seguito una<br />

nota riguardante la fotografia e l'apporto dei tre operatori, G.<br />

R. Aldo, Robert Krasker, Giuseppe Rotunno.<br />

Aldo ha girato:<br />

interni ed esterni della Villa di Valmarana (compreso granaio<br />

etc.);<br />

tutta la battaglia;<br />

tutta la ritirata.<br />

Krasker ha girato:<br />

il Teatro La Fenice;<br />

esterni Venezia;<br />

interni Venezia (le varie abitazioni di Franz);<br />

casa Valli a Venezia;<br />

casa del generale a Venezia (scena denunzia);<br />

interno carrozza (con la Valli);<br />

interno casa Girotti (partigiani che contano soldi etc.)<br />

Rotunno ha girato:<br />

fucilazione - viaggio della carrozza (esterno);<br />

alcuni esterni di Venezia.<br />

Aldo: illumina con la costante preoccupazione di creare con la<br />

luce l'ambiente a seconda degli stati d'animo dei personaggi<br />

e del « momento» del film (gioia, tristezza, etc.) (clima).<br />

Cerca sempre (dopo aver a lungo discusso con il regista) di<br />

realizzare il massimo di quello che il regista desidera. Usa<br />

tutti gli effetti che può. Ha molto coraggio: perciò a volte<br />

sbaglia ma ottiene, quando riesce, dei risultati straordinari.<br />

Krasker: è un grandissimo operatore. Ma è più preoccupato<br />

(forse anche perché abituato a lavorare con certi criteri) della<br />

esattezza, della resa tecnica del colore che dell'atmosfera.<br />

Quindi segue in genere un tipo di illuminazione più diffusa<br />

che fa vedere tutto. Un esempio: il Teatro La Fenice. Al·<br />

l'epoca in cui si svolge il film il Teatro La Fenice era illuminato<br />

con candele e restava in penombra. Durante lo spettacolo<br />

la luce maggiore veniva dal palcoscenico. Durante gli<br />

intervalli scendeva un candelabro dal soffitto che dava una<br />

leggera schiarita alla sala che era sempre però effettata). Con<br />

202


tutta probabilità se l'avesse girato Aldo avrebbe tenuto conto<br />

di tutto questo e il clima del teatro sarebbe stato tutto diverso.<br />

Invece Krasker ha girato tutto con luce diffusa: tutto è luminoso<br />

(anche se bello).<br />

Visconti: ha discusso a lungo con gli operatori, specie con Aldo,<br />

dando indicazioni, mostrando fotografie e riproduzioni di<br />

quadri etc. che potessero servire agli operatori stessi a rendersi<br />

meglio conto di quello che voleva. Il colore è stato<br />

sempre ragionato prima con Visconti.<br />

Un'ulteriore notizia sulla fotografia ci è stata fornita da Franco<br />

Zeffirelli<br />

La prima preoccupazione di Krasker era l'esposizione, poi<br />

la resa del colore. Krasker aveva un metodo preciso: metteYa<br />

un proiettore ad arco dietro la macchina da presa, luce piena<br />

sui primi piani, bandiere e velatini sui piani medi.<br />

Aldo inventava, creava; sottoesponendo, cercava luci diffuse,<br />

dando pastosità e morbidità. Sottoesposto è tutto il pezzo della<br />

<strong>notte</strong> di <strong>Aldeno</strong>, al limite dell'impossibile, correndo il pericolo<br />

che diventasse tutto rosso. Riusciva perciò ad effetti suggestivi,<br />

come il giallo uovo della « stanza del tradimento » dove tutto<br />

si tinge di giallo, o il rosso cardinale del divano.<br />

Con luci penombrate, senza « tagliare », come vorrebbe il<br />

technicolor, Aldo, prima che ai mezzi tecnici, era fedele alla<br />

ricerca di un colore che partisse dall'interno del personaggio,<br />

con una eccezionalità di valori e di accordi.<br />

Importante era l'uso delle incandescenze. Usava luci colorate.<br />

La luce cruda era intenerita da un rosato, un lieve azzurro, un<br />

bianco freddo o caldo. Scarsa incandescenza sulle facce: luce<br />

normale, riportata a luci ad arco con il valore delle luci fredde.<br />

203


FILMOGRAFIA DI VISCONTI<br />

Film: Ossessione (1942); Giomi di gloria (in coli., 19-15); La<br />

te"a trema (1948); Bellissima (1951); Appunti Stl un fatto dì<br />

cronaca (1951); Siamo donne (V ep., 1953); Senso (1954); Le<br />

notti bianche ( 1957); Rocco e z suoi fratellz (1960); Il lavoro<br />

(ep. di Boccaccio '70, 1962); Il Gattopardo (1963); Vaghe stelle<br />

dell'Orsa ... (1965); La strega bruciata viva (ep. di Le stre·<br />

ghe, 1967); Lo straniero (1967); La caduta degli dei (1969);<br />

Morte a Venezia (1971); Ludwig (1973); Gruppo di famiglia in<br />

un interno (1974); L'innowtte (1976).


L. Visconti, Ossessione<br />

2 M. Antonioni, L'avventura<br />

3 L. Visconti, La terra trema<br />

4 L. Visconti, Senso

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