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(per chi legge, non per chi scrive).

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PIT.<br />

4<br />

Ok, facciamo <strong>chi</strong>arezza. Qualcuno, bello brutto o inguardabile o<br />

interessante, t'è venuto vicino, t'ha detto qualcosa, e poi t'ha dato<br />

quest'ammasso di fogli. Ecco, prima di scagarli e buttarli considera che ci si<br />

è lavorato, e tanto: consideralo soltanto, poi sei liberissimo di scagobuttarlo il<br />

giornale, tornare a casa e vagolare <strong>per</strong> i canali TV o su internet in cerca di<br />

qualche obeso <strong>chi</strong>agnazzaro checelastamettendotutta<strong>per</strong><strong>per</strong>derepeso o troia<br />

sbatticulo che ti risparmi la fatica di vivere l'ultimo pezzo di giornata. Oppure,<br />

se proprio <strong>non</strong> ti costa niente, continua a girar pagine e guarda e leggi. Se ti<br />

dà fastidio che siamo bravi, se è una minaccia <strong>per</strong> la tua autostima, sappi<br />

che sì, è vero: siamo più bravi di te. Specialmente se hai fatto la Comics, o<br />

hai già esposto, o hai già pubblicato.<br />

L'importante, anche se <strong>non</strong> ci si riesce, è provarci. No, <strong>non</strong> è quello che hai capito, <strong>non</strong> sto<br />

blabblando su noi e il nostro lavoro. Si vive <strong>per</strong> piacere a qualcuno, più che mai a noi stessi,<br />

ancor più agli altri. Siamo, i più, pessimi interpreti di noi stessi. Quel che vorremmo essere,<br />

qqqqq<br />

quello che abbiam paura di diventare, e al<br />

centro noi stessi – ego, ego, ego – pendolini<br />

frenetici tra la paura e l'egoismo. Passiamo<br />

una vita ad escogitare modi <strong>per</strong> creare<br />

un'immagine di noi stessi che piaccia a noi e<br />

agli altri, a tentare di <strong>non</strong> far s<strong>chi</strong>zzare fuori<br />

ciò che siamo davvero dentro.<br />

Ma, prima o poi, e <strong>non</strong> a tutti, la verità di<br />

quello che siamo vien fuori, prepotente e<br />

spiazzante, travolge quello che fingiamo di<br />

essere, e il cuscino diventa bollente, il petto<br />

s'apre. La maschera esplode.<br />

«Cosa canterò, piccolino, quando<br />

Le nuvole diventeranno grandi<br />

Grandissimi oc<strong>chi</strong> di pianto?»<br />

A questo slancio inutile e insaziabile, di-<br />

struttore infame dell'edificio razionale,<br />

controllato, quotidianizzante, bugiardo che<br />

<strong>chi</strong>amiamo vita, abbiamo dato nome<br />

AMORE<br />

palliiiiiina

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