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TECHNICAL TECHNICAL - PTA

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www.pure - tech - agency.net<br />

<strong>TECHNICAL</strong><br />

AIR<br />

TRIMIX<br />

MANUAL


Pure Tech Agency<br />

Pure Tech Agency<br />

<strong>TECHNICAL</strong><br />

AIR/TRIMIX<br />

Manuale per immersioni con<br />

decompressione, Aria e miscele<br />

" Imparare senza pensare è fatica perduta<br />

Pensare senza imparare è pericoloso"<br />

— Confucio —<br />

Technical<br />

3<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

4<br />

Pure Tech Agency<br />

<strong>TECHNICAL</strong><br />

Autore: Marco Braga - Roberto Menzaghi - Lorenzo Pestelli<br />

Ideazione Marco Braga<br />

Testi: Marco Braga - Roberto Menzaghi - Lorenzo Pestelli<br />

Progetto grafico: Barbara Albrigo<br />

Collaboratori: Dr. Luca Torcello - Lorenzo Pestelli - Sebastiano Polgrossi<br />

Nicola Bacchetta - Pietro Baggiolini<br />

Fotografie: Extreme Blue Team (Maurizio Fongaro)<br />

Nepturium Team (Luciano Fiorentini)<br />

Extreme Diving Academy (Armando Testa)<br />

Progetto editoriale: Pure-Tech-Agency<br />

A cura del: PUBLISHING OFFICE CMAS-<strong>PTA</strong><br />

www.pure-tech-agency.net/IT/<strong>PTA</strong>/Publishing_Office/index.html<br />

Prima edizione aprile 2012<br />

Copyright © 2012 Pure Tech Agency<br />

Via Torino, 28 - 21013 Gallarate (VA) - www.pure-tech-agency.net<br />

Nessuna parte del presente manuale può essere copiata, riprodotta, elaborata e neppure<br />

trasmessa in alcuna forma tramite mezzo elettronico o meccanico senza previo consenso<br />

scritto dell’editore, tranne nel caso di brevi citazioni contenute in articoli di critica o<br />

recensioni.<br />

La presente pubblicazione contiene le opinioni dell’autore e ha lo scopo di fornire<br />

informazioni precise e accurate.<br />

L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare<br />

specifiche responsabilità in capo all’autore e/o all’editore per eventuali errori o<br />

inesattezze.<br />

Nomi e marchi citati nel testo sono depositati o registrati dalle rispettive aziende.<br />

Pure Tech Agency detiene i diritti per tutte le fotografie, i testi e le illustrazioni che<br />

compongono questo libro.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Introduzione<br />

Questo è il manuale che devi usare per il tuo Corso Technical CMAS-<strong>PTA</strong>; corso che, se<br />

svolto con successo, ti consentirà di utilizzare Aria oppure Trimix Normossico nelle tue<br />

immersioni Tecniche con decompressione entro i 60/66 m.<br />

Il corso su cui CMAS-<strong>PTA</strong> incentra la massima attenzione<br />

Il Corso di Immersioni Profonde Tecniche in Aria e/o Trimix è il il training su cui Pure<br />

Tech Agency mette un’attenzione speciale; perché?<br />

In questi anni, la fascia che va dai 40 ai 60/65 m rappresenta lo standard per le immersioni<br />

fuori curva, grazie all’incremento delle verie agenzie didattiche, alla maggior sicurezza<br />

delle attrezzature, l’avvento di computer multimiscela, occorre formare il subacqueo Tech<br />

già da queste quote, con un sistema che poi ritroveremo anche nei corsi successivi.<br />

Tutte le altre Agenzie Didattiche Tecniche, pur naturalmente presentandolo all’interno<br />

della loro offerta corsistica e richiedendolo come prerequisito per un iter didattico esteso e<br />

serio, considerano di importanza secondaria il Training in Aria.<br />

Ciò è dovuto a una scelta precisa di maggior orientamento verso l’insegnamento delle<br />

miscele Trimix, con le quali si risolvono i problemi di Tossicità di Ossigeno e Narcosi<br />

d’Azoto. In base a ciò un insegnamento fortemente orientato alle tecniche di gestione<br />

narcotica viene considerato superato.<br />

CMAS-<strong>PTA</strong>, che va detto e sottolineato pure insegna Trimix già da questo corso,<br />

si differenzia enormemente in questa opinione che considera, nella massima stima e<br />

rispetto delle altre Agenzie Didattiche Tecniche, profondamente sbagliata per motivi di:<br />

A) realismo<br />

B) necessità di un corso di profondismo puro di base<br />

C) problemi di apprendimento e sicurezza dei corsi estremi.<br />

Realismo<br />

CMAS-<strong>PTA</strong> ritiene assolutamente non realistico pensare che miscele con Elio saranno<br />

così diffuse da rendere l’Aria "secondaria": per motivi di costo, reperibilità, semplicità<br />

logistica d’uso e tradizione, l’Aria rimarrà quindi sempre, entro certi range operativi, la<br />

miscela più utilizzata. Lo si voglia o no.<br />

Escluse le immersioni oltre i 60 m circa dove c’è un grande utilizzo delle miscele con Elio; a<br />

quote inferiori realisticamente no. Se quindi nella fascia fra i 40 e i 60 m circa restiamo con<br />

l’Aria, significa che ci rimangono addosso tutte quelle problematiche che l’Aria manifesta<br />

a determinate pressioni, che necessitano di un training davvero serio poiché sono davvero<br />

serie, molto di più di quanto si sia abituati a pensare.<br />

Necessità di un corso di profondismo puro di base<br />

CMAS-<strong>PTA</strong> pensa che l’essere profondisti debba venire prima della situazione di<br />

profondità o di richieste accessorie a cui si può essere (diversamente) sottoposti (a<br />

seconda delle situazioni e degli scenari).<br />

CMAS-<strong>PTA</strong> pensa che il profondismo sia una condizione di fondo, un tappeto su cui<br />

camminare successivamente nelle varie direzioni.<br />

Non una situazione che possa essere costruita a pezzi per "servire" determinate specialità<br />

o compiti.<br />

Il profondismo è una condizione prioritaria, dominante, che viene prima del resto, a<br />

sè stante, autonoma. Come l’alfabeto.<br />

Technical<br />

5<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

6<br />

Pure Tech Agency<br />

Prima di parlare o di scrivere si studia tutto l’alfabeto, non solo quello delle parole che<br />

interessano. Tutto l’alfabeto, e poi si scrive ciò che si vuole.<br />

E solo così si può scrivere anche quanto viene dettato controvoglia, da eventi imprevisti<br />

o imprevedibili.<br />

Una volta conosciuto l’alfabeto e tutte le principali regole di grammatica e sintassi, si può<br />

decidere di imparare l’inglese, di parlare in francese o di scrivere in russo. Ma solo dopo.<br />

Essere profondisti significa aver conseguito (non è intuitivo nè istintivo, anzi!) tecniche<br />

d’attenzione elevata a più soggetti contemporaneamente anche sotto forte stress (e<br />

non solo narcosi d’Azoto), conoscenza aggiornata e approfondita di tutte le innumerevoli<br />

problematiche e sofisticate tecniche del profondismo in generale, ecc. ecc..<br />

Significa anche esserci portati, avere o acquisire la giusta attitudine del tutto indipendente<br />

dalla quota in cui ci si trova e da come ci si trova (con quale attrezzatura, con quale<br />

miscela, ecc.).<br />

Ma in altre parole significa conoscere l'intero alfabeto.<br />

In questo approccio l’Aria o il trimix diventono un mezzo: si usa Aria perché si ritiene<br />

che per ottenere lo scopo anzicitato sia meglio addestrarsi in Aria: questa è la chiave di<br />

lettura finale corretta per il corso Technical Air CMAS-<strong>PTA</strong>, assai più estesa di quanto<br />

sembra di primo acchito.<br />

E perché Aria ? I motivi sono innumerevoli.<br />

Il principale risiede nella sua difficoltà di gestione, che aumenta la difficoltà su tutti i<br />

param di controllo dell’immersione profonda, evidenziando ogni più piccolo problema<br />

e permettendo quindi all’Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong> di impostare le correzioni sull’Allievo,<br />

rispetto al Trimix che alimina la narcosi e rende il training più "semplice".<br />

L’Aria è una carta tornasole per tutte le problematiche, spesso molto nascoste o<br />

mentali o psicologiche o attitudinali, che il subacqueo profondista deve poter al meglio<br />

evidenziare per poi analizzarle, giudicarle e poterle gestire con i sistemi più adeguati.<br />

Alla ragione dei fatti non si può mentire: tramite esercizi e richieste mirate, durante il corso di<br />

Immersioni profonde tecniche in Aria CMAS-<strong>PTA</strong> esce allo scoperto una realtà enormemente<br />

diversa da come si era assolutamente sicuri che fosse. Anche i più esperti vedono<br />

letteralmente trasfigurare la loro concezione dell’immersione e sono i primi a riconsiderare<br />

subitaneamente i limiti dell’aria (uno dei non trascurabili vantaggi di un Training così fatto è<br />

anche questo, che insegna quando usare l’Aria in sicurezza e quando no).<br />

La sorpresa è veramente notevole, anche perché normalmente chi approccia questo<br />

Corso con già esperienza sulle spalle pensa che gli serva poco o nulla.<br />

Invece è il più importante, il più formativo di tutti: non sempre chi va fondo è un<br />

profondista, o lo fa usando le tecniche più adeguate.<br />

Questo Training rende chi effettua immersioni profonde un vero profondista.<br />

Serve a chi vuole esplorare nuove profondità con la tecnica più adatta, ma anche agli<br />

esperti per approfondire, affinare e spesso stravolgere alcuni modelli comportamentali<br />

migliorabili o decisamente non adeguati.<br />

Nell’ottica sovraesposta si può quindi ben dedurre come a CMAS-<strong>PTA</strong> la necessaria<br />

codifica di "corso di Immersioni profonde tecniche in Aria" vada molto, molto, molto<br />

stretta.<br />

In realtà si tratta di un Training di profondismo puro "generico", analizzato maniacalmente<br />

in ogni suo più recondito e nascosto aspetto di Base: sarebbe forse meglio definirlo il<br />

corso tecnico di immersioni profonde - e basta.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Problemi di apprendimento e sicurezza dei corsi estremi<br />

Un altro motivo della grande attenzione che CMAS-<strong>PTA</strong> dedica al corso Technical è dato<br />

dalla scelta didattica di incentrare proprio quì la formazione del profondista puro.<br />

Anche in questo caso ci sono diverse scuole di pensiero, la maggior parte delle quali sono<br />

orientate alla formazione profondistica pura nei corsi più estremi (Nitrox Tecnico, Trimix<br />

ipossico) e "a pezzi" ovvero: "quello che serve per quel corso e per quello specifico utilizzo".<br />

CMAS-<strong>PTA</strong> differisce enormemente da questa impostazione.<br />

L’insegnamento di sofisticate tecniche di autosufficienza, ridondanza, esecuzione<br />

pianificazioni tabellari complesse, affrontate con diversi cambi di miscela da fare in tempi<br />

e a quote precise, con un’enormità di equipaggiamento tecnico indosso su cui oltretutto<br />

durante il corso lo studente ha inizialmente poca o nessuna familiarità. ecc, ecc., secondo<br />

CMAS-<strong>PTA</strong> deve assolutamente venire dopo la certezza che lo studente sia già un<br />

profondista e come testa e come cultura e come operatività di base.<br />

CMAS-<strong>PTA</strong> pensa che se nei Training di solo ed Extended Tecnical, oltre all’insegnamento<br />

delle tecniche multimiscela e equipaggiamento, si introducono lì le sofisticate tecnichebase<br />

di profondismo puro, si corrono 2 grossi rischi:<br />

a) che l’Allievo venga investito da un’eccessiva marea di informazioni<br />

(rischio di problemi didattici di apprendimento),<br />

b) che l’allievo possa manifestare purtroppo proprio lì una sua eventuale scarsa<br />

attitudine, e manifesti sicuramente lì la sua scarsa formazione profondistica<br />

pura, con conseguenze sicuramente molto meno semplici da gestire rispetto a<br />

un’immersione in Aria/Trimix entro i 60 m e con poca attrezzatura indosso (rischio<br />

sulla sicurezza Intrinseca dei corsi).<br />

Per questo il presente Corso CMAS-<strong>PTA</strong> prepara al meglio chi desidera progredire<br />

nelle immersioni profonde a miscela: costruendo un fortissimo scheletro portante su<br />

cui modellare qualsiasi altra cosa, risolvendo le problematiche sopra esposte al punto<br />

a) e b). Alfabeto scheletro portante fondamentale …<br />

Possiamo trovare altri sinonimi. Ma siamo convinti di esserci fatti capire. Prima questi,<br />

poi tutto il resto che si vuole.<br />

Profondismo di base e profondismo avanzato<br />

Secondo l’ottica CMAS-<strong>PTA</strong> quindi vi sono 2 fasi nel profondismo, ben distinte.<br />

La prima è quella dedicata al profondismo puro.<br />

La seconda è quella dedicata alle varie sofisticate tecniche integrative (penetrazioni<br />

profonde, grotte profonde, tecniche Solo, Extended Technical, ecc.) che scelgono un’area<br />

di "avanzamento" spostando oltre - in alcuni ambienti specifici anche di molto - il limite di<br />

base precedente.<br />

Nella prima si pone il subacqueo di fronte a tutte quelle richieste che il profondista<br />

deve soddisfare in quanto tale, ovvero indipendentemente da quale sarà il suo tipo di<br />

immersione, da che attrezzatura userà, da quali miscele, ecc..<br />

Nella seconda si implementano nel subacqueo singole tecniche specifiche, didatticamente<br />

proposte come specialità.<br />

L’approccio CMAS-<strong>PTA</strong> consiste quindi in una prima fase in cui si costruisce un vero<br />

profondista finito e una seconda in cui gli si rendono disponibili tecniche migliorative,<br />

accessori di vAria portata (anche estrema) ma sempre "solo" accessori, il profondista è<br />

già stato costruito di sicuro.<br />

Technical<br />

7<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

8<br />

Pure Tech Agency<br />

Secondo CMAS-<strong>PTA</strong> ci deve quindi essere un solo "Super Corso" di profondismo<br />

generale e tutti gli altri debbono essere di specializzazione; la scuola di pensiero orientata<br />

a costruire il profondista poco a poco (Corso dopo Corso) può dare luogo agli inconvenienti<br />

poc’anzi accennati.<br />

Il corso su cui CMAS-<strong>PTA</strong> incentra la massima<br />

attenzione<br />

Il corso di immersioni profonde tecniche in Aria o Trimix è il il training su cui Pure Tech<br />

Agency mette un’attenzione speciale; infatti dopo il training fin qui svolto di avvicinamento,<br />

avremo la vera formazione di un subacqueo tecnico, che potrà scegliere se utilizzare Aria<br />

oppure Trimix per le proprie immersioni. I due gas, che vedremo in seguito, sono molto<br />

diversi tra loro, e sicuramente la formazione in Aria rappresenta un training più completo<br />

e formativo.<br />

Da che profondità inizia<br />

Normalmente il corso Inizia dal 1° Livello, ma se sei in possesso di un brevetto tecnico<br />

Deep Air rilasciato da didattiche dalla CMAS-<strong>PTA</strong> riconosciute, ti verrà chiesto di effettuare<br />

il livello CMAS-<strong>PTA</strong> di profondità corrispondente a quel brevetto, o quella che più si avvicina<br />

per difetto, come crossover di abilitazione.<br />

Ottenutolo (superato quel livello secondo gli standard CMAS-<strong>PTA</strong>) potrai proseguire con<br />

CMAS-<strong>PTA</strong>.<br />

LIVELLI DI PROFONDITÀ CONTEMPLATI NEL CORSO<br />

<strong>TECHNICAL</strong> AIR<br />

Livello I: - 47 m<br />

Livello II: - 54 m<br />

Livello III: - 60 m<br />

Technical<br />

<strong>TECHNICAL</strong> TRIMIX<br />

Livello I: - 47 m<br />

Livello II: - 54 m<br />

Livello III: - 60 m<br />

Livello IV: -66 m<br />

Struttura del corso<br />

Il corso si struttura in una parte teorica molto specifica, approfondita, aggiornata, e una<br />

pratica durante la quale allo studente, posto sotto narcosi e stress, si chiede di tenere<br />

sotto un controllo veramente costante, sistematico ed efficiente tutti i param-base<br />

dell’immersione, sempre e simultaneamente.<br />

Terminata la parte teorica nel modo accordato con l’Istruttore che terrà conto delle singole<br />

esigenze, si procederà nella parte pratica (immersioni); trattasi di veri e propri "Test in<br />

acqua", i cui esercizi verranno spiegati più avanti.<br />

Anche se è assolutamente ovvio, ti ricordiamo che il raggiungimento di un dato livello non<br />

è scontato con l’iscrizione al corso e il pagamento dello stesso.<br />

Se non effettuerai errori considerati gravi e compromissori per la sicurezza (anche questi ti<br />

verranno elencati più avanti), potrai passare al Livello successivo; in caso contrario dovrai<br />

ripetere il livello corrente sino a quando non verrà superato senza alcun compromesso<br />

con la sicurezza (che sarà poi la tua e del tuo compagno, non dimenticarlo!).<br />

Peraltro il tuo Istruttore farà tutto il possibile per aiutarti, non lo devi vedere come un nemico<br />

da superare, anzi! Se poi avrai difficoltà in alcune fasi del corso pensa che troveresti<br />

la stessa (o assai maggiore) difficoltà in situazioni di emergenza nelle tue personali<br />

immersioni.


Pure Tech Agency<br />

In quest’ottica anche se non riuscirai a conseguire tutte le tue mete prefissate, accontentati<br />

di aver comunque progredito fortemente nella cultura in materia e di conoscere ora al<br />

meglio i tuoi comportamenti in determinate condizioni e a certe profondità, e fanne tesoro<br />

nelle programmazioni di future immersioni!<br />

Goditi il tuo corso per immersioni profonde tecniche nel modo migliore: sii molto attento<br />

a tutto quanto ti viene spiegato ed estremamente aperto a correzioni e/o stravolgimenti<br />

sia nei tuoi pensieri che nel tuo andare in acqua.<br />

Sii molto concentrato in immersione, eccezionalmente preciso nei debriefing.<br />

Credi a quanto ti viene detto, non dare nulla per scontato, non essere presuntuoso, non<br />

metterti in conflitto o in competizione con il tuo Istruttore o con lo staff.<br />

Benvenuto al migliore corso di Immersioni profonde tecniche del mondo.<br />

Attitudine<br />

La qualità più importante per un subacqueo profondista è l’attitudine, ovverosia l’approccio<br />

che il subacqueo utilizza nei confronti di questo tipo di immersioni e, più in generale, verso<br />

questo tipo di subacquea.<br />

Chi non si sa limitare, è cocciuto, vuole strafare, non ammette i propri errori, ecc. denunzia<br />

gravi problemi di ego e mette a repentaglio la sicurezza sua, del compagno e dell’intero<br />

Team!!!<br />

Come in ogni attività, questa quindi non può che essere accompagnata dalla giusta<br />

filosofia d’approccio, che rappresenta la strada maestra camminando sulla quale poi si<br />

costruiscono e direzionano le preparazioni teorica e pratica.<br />

A nulla vale un’ottima cultura e un’eccellente comportamento in acqua se il subacqueo lo<br />

sta facendo per superare il corso ben sapendo che poi farà comunque di testa sua (guarda<br />

che si capisce!).<br />

Ebbene sappi che il tuo Istruttore valuterà la tua attitudine verso le immersioni profonde<br />

e, se questa non è adatta allo scopo del corso, potrà (anzi dovrà) negarti il brevetto anche<br />

se non hai mai commesso nemmeno un errore negli esami teorico/pratici.<br />

Il subacqueo, specialmente quello che si spinge molto più in là del "normale", deve<br />

conoscere e rispettare i propri e altrui limiti e le regole di questa delicata attività.<br />

Deve avere un approccio rispettosissimo delle varie problematiche che si possono<br />

presentare, non può essere superficiale nè sottovalutare particolari propri o altrui che<br />

in acqua potrebbero innescare meccanismi perversi e a spirale crescente. Deve essere<br />

ordinato, attento, dare il giusto valore all’attrezzatura e all’assistenza di superficie,<br />

alle dotazioni di sicurezza, ai piani di emergenza. Non deve annoiarsi nel pianificare<br />

ogni cosa e deve credere davvero a tutto quello poc’anzi elencato.<br />

Tieni presente poi che questo corso vuole essere fortemente preparatorio per istruzione<br />

successiva che vede entrare in gioco varie miscele (Trimix da viaggio, Trimix Ipossico) e<br />

profondità anche veramente molto elevate (100 m).<br />

Le tecniche per le immersioni di questo tipo vedono ridotti tempi di fondo e quindi ridotti<br />

spazi per porre rimedio a possibili problematiche.<br />

Inoltre prevedono un equipaggiamento notevole, vari cambi di miscele a quote prefissate<br />

anche durante la discesa e risalita, tabelle personalizzate a seconda delle miscele usate<br />

per il viaggio, fondo e decompressione, ecc..<br />

Ciò significa pianificazione totale e assoluto rispetto dei piani con grandi dotazioni standard<br />

e rigidissime norme di sicurezza.<br />

Technical<br />

9<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

10<br />

Pure Tech Agency<br />

Il Corso che stai facendo deve costruire una solida base per affrontare successivamente<br />

(ovviamente se lo vorrai) queste immersioni, quindi prima di tutto deve sviluppare in te<br />

un’attitudine ben adatta a questi scopi.<br />

Del resto non è poi così difficile.<br />

Cerca di essere te stesso, non Superman.<br />

Ascoltati con modestia e onestà, non ignorare problematiche di qualsiasi natura che<br />

potresti avvertire e riferiscile al tuo Istruttore, nei suoi compiti vi è anche quello di aiutarti<br />

a risolvere le eventuali e tu stai seguendo un training proprio per questo; con la sua<br />

esperienza e l’esperienza CMAS-<strong>PTA</strong> ti può dare una grande mano e vedrai che se fatte<br />

girare con la chiave giusta anche le serrature più resistenti si aprono, fidati.<br />

Obiettivi primari di questo corso<br />

1) Capire e valutare i limiti oggettivi dell’aria;<br />

2) Capire e valutare i limiti oggettivi del Trimix;<br />

3) Capire e valutare i limiti soggettivi propri ed altrui;<br />

4) Inserire/sviluppare comportamenti profondistici specifici che estendano i limiti propri<br />

sempre all’interno di un’ottica di realistica efficace gestione dell’immersione.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

LEGENDA<br />

Leggendo il manuale noterai delle caselle contrassegnate da simboli, esse ti<br />

forniranno preziosi consigli ed informazioni per meglio comprendere la materia di<br />

studio e quindi immergerti in sicurezza.<br />

ATTENZIONE<br />

FERMATI<br />

E RIFLETTI<br />

RICORDA<br />

IDEA<br />

ESEMPIO<br />

NOTA<br />

identifica un’informazione basilare per la tua<br />

sicurezza<br />

sottolinea e rimarca un concetto chiave<br />

focalizza la tua attenzione su un concetto<br />

esprime un consiglio dettato dall’esperienza<br />

contraddistingue un esercizio, un esempio<br />

pratico<br />

fornisce un’informazione generale o di<br />

approfondimento<br />

Technical<br />

11<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

12<br />

Pure Tech Agency<br />

AVVERTENZE<br />

Tu e il tuo Istruttore avete delle responsabilità precise durante questo corso.<br />

Durante tutte le fasi del corso l’Istruttore valuterà le tue conoscenze e la progressione<br />

del livello d’addestramento sempre e comunque in funzione della sicurezza.<br />

L’Istruttore dovrà:<br />

• Organizzare le lezioni di teoria<br />

• Sovrintendere alla pianificazione dell’immersione, anche con l’uso del software<br />

• Svolgere il briefing pre-immersione<br />

• Assicurarsi del tuo equipaggiamento<br />

• Assistere all’analisi e al controllo della pressione dei gas che userai in immersione<br />

• Supervisionare direttamente tutte le attività in acqua<br />

• Svolgere il de-briefing post immersione<br />

• Compilare i moduli richiesti per il corso<br />

L’Allievo dovrà:<br />

• Presentare e compilare la documentazione richiesta per la partecipazione allo specifico<br />

Corso CMAS-<strong>PTA</strong> ed attenersi a quanto viene dichiarato<br />

• Studiare e comprendere i sussudi didattici CMAS-<strong>PTA</strong> e le lezioni integrative svolte<br />

dall'Istruttore<br />

• Analizzare personalmente i gas da utilizzare in immersione<br />

• Pianificare l'immersione con i sistemi proposti dal corso<br />

• Attenersi a ciò che viene pianificato, salvo diverse, esplicite ed inconfutabili decisioni<br />

dell'Istruttore<br />

• Essere responsabile delle proprie azioni e della personale sicurezza<br />

• Mantenere un adeguato stato di salute fisica e mentale<br />

• Informare l’Istruttore tempestivamente di eventuali cambi di condizioni personali o<br />

sofferenze psicofisiche<br />

• Immergersi secondo il principio del sistema di coppia, non separarsi mai dall’Istruttore<br />

ne dall’eventuale gruppo d’immersione<br />

Benvenuto in Pure Tech Agency:<br />

Un altro modo di fare subacquea!<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Manuale<br />

Technical<br />

Air/Trimix<br />

Pure Tech Agency<br />

www.pure-tech-agency.net<br />

MODULI<br />

1 PROGRAMMA GENERALE <strong>TECHNICAL</strong><br />

2 IMMERSIONE TECNICA<br />

3 PROGRAMMA AIR<br />

4 PROGRAMMA TRIMIX<br />

5 IMMERSIONE DI APPRENDIMENTO<br />

6 APPENDICE<br />

Technical<br />

13<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

14<br />

Pure Tech Agency<br />

INDICE<br />

Modulo 1 - La decompressione: teoria e tecnica<br />

MODULO 1 - Programma Generale Technical 17<br />

1.1 Stress e incidenti 18<br />

1.2 Avvelenamento da Ossigeno 29<br />

1.3 Eccesso di Anidride carbonica 31<br />

1.4 Affanno 37<br />

1.5 Avvelenamento da nomossido di carbonio 38<br />

1.6 Ipotermia 39<br />

1.7 Malattia Da Decompressione 40<br />

1.8 Riflessioni 46<br />

1.9 In caso di incidenti 51<br />

MODULO 2 - L'immersione Tecnica 55<br />

2.1 Discesa rapida controllata 56<br />

2.2 Visualizzazione 58<br />

2.3 Comunicazione doppio Filo 61<br />

2.4 Sistema di coppia 64<br />

2.5 Aborto immersione 66<br />

MODULO 3 - Programma Air 69<br />

3.1 Conoscenza 70<br />

3.2 La concentrazione, come? … fine non mezzo 80<br />

MODULO 4 - Programma Trimix 83<br />

4.1 Il Trimix Normossico 84<br />

4.2 La Programmazione 91<br />

La decompressione 95<br />

Deco on fly 98<br />

MODULO 5 - L'immersione di Apprendimento 101<br />

5.1 Immersione di Technical 102<br />

5.2 Pianificazione generale 104<br />

5.3 Breafing pianificativo 105<br />

5.4 Controllo e procedure 107<br />

5.5 Controlli di superficie 108<br />

5.6 Breafing direzionale 111<br />

5.7 Discesa 117<br />

5.8 Esercizi di apprendimento 117<br />

5.9 Mantenimento della profondità massima 123<br />

5.10 Segnale dei 4 minuti 126<br />

5.11 Segnale dei 6 min e controllo pressioni 131<br />

5.12 Identificazione oggetti 135<br />

5.13 Ricavare la direzione nord di un oggetto 143<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

5.14 Segnale di 1 minuto alla risalita 145<br />

5.15 Segnale di risalita 148<br />

5.16 Fuori dall'acqua 152<br />

5.17 Il breafing valutativo 153<br />

5.18 Note generali sull'immersione 156<br />

5.19 Note generali sugli esercizi 158<br />

Appendice 163<br />

Scheda errori immersione 164<br />

Schema pianificazione 166<br />

Glossario 167<br />

Corsi <strong>PTA</strong> 169<br />

Iter didattici 170<br />

Technical<br />

15<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

16<br />

Pure Tech Agency<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

MODULO 1<br />

Programma Generale Technical<br />

Panoramica<br />

• Stress e incidenti<br />

• Avvelenamento da Ossigeno<br />

• Eccesso di Anidride carbonica<br />

• Affanno<br />

• Avvelenamento da nomossido di carbonio<br />

• Ipotermia<br />

• Malattia Da Decompressione<br />

• Riflessioni<br />

• In caso di incidenti<br />

Al termine del capitolo sarai in grado di:<br />

Obiettivi<br />

• Riconoscere lo stress latente e di punta<br />

• Pianificare e limitare lo stress<br />

• Riconoscere ed evitare l'avvelenamento da Ossigeno<br />

• Conoscere la problematica dell'Anidride Carbonica<br />

• Conoscere e applicare tecniche di respirazione<br />

• Limitare la produzione di Anidride Carbonica<br />

• Riconoscere e prevenire l'affanno nelle immersioni tech<br />

• Conoscere le problematiche della MDD nelle immersioni tech<br />

• Analizzare spunti e riflessioni su eventuali MDD<br />

Technical<br />

17<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

1.1 Stress e incidenti<br />

18<br />

Pure Tech Agency<br />

Quando succede un incidente in acqua, questo non è mai dovuto a una sola motivazione,<br />

come potrebbe essere un colpo di pistola alla tempia.<br />

In quest’ultimo caso (molto crudo ma serve bene come esempio) dal momento in cui il<br />

colpo esplode non vi è tempo per ragionare nè per sbattere le ciglia, non vi è via di fuga,<br />

non si può curare, non vi sono alternative e il decesso avviene per l’unica esplosione del<br />

colpo e nient’altro: non ci possono essere concause perchè la vittima non partecipa in<br />

nessun modo alla vicenda, fa solo da tragico spettatore.<br />

Esclusa la tossicità da O 2 , non esiste nessun quadro simile a questo fra tutti gli incidenti<br />

che possono succedere in acqua<br />

Evoluzione: il tempo<br />

Qual’è quell’incidente subacqueo che ci vede unicamente come spettatori completamente<br />

e assolutamente passivi? Forse l’unico sarebbe l’urto notturno contro una mina invisibile.<br />

Tutti gli altri, anche i più gravi, vedono reattivi il tuo compagno, l’attrezzatura tua e del<br />

Team e te stesso.<br />

Non c’è nessun problema che al suo insorgere, decreti immediatamente la fine del<br />

subacqueo<br />

Come minimo nel caso peggiore (senz’Aria dopo aver espirato) ci sono almeno 10 secondi<br />

di tempo per fare qualcosa. Nel malfunzionamento di un erogatore c’è quello di back-up,<br />

nello scoppio di un manometro c’è la chiusura della rubinetteria o il compagno, in un<br />

impigliamento c’è il coltello, nell’MDD c’è l’assistenza, persi in una grotta o in un relitto ci<br />

sono le tecniche di ritrovamento e così via.<br />

Tutti i problemi subacquei ci danno tempo (e in alcuni casi veramente molto tempo) per<br />

fare qualcosa e ci offrono una o più scappatoie (l’elenco delle possibili casistiche sarebbe<br />

interminabile).<br />

Dinamica: il modo<br />

Visto che sul problema si reagisce sempre, c’è la possibilità di reagire bene o male,<br />

abbiamo dunque 2 possibili scenari:<br />

PROBLEMA Time Azioni Modo RISOLUZIONE<br />

PROBLEMA Time Azioni Modo COMPLICAZIONE<br />

RISOLUZIONE Modo Azioni Time NUOVO PROBLEMA<br />

In parole povere per risolvere ogni problema ci vuole tempo e modo.<br />

Abbiamo visto che il tempo c’è sempre; e il modo?<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Se nella peggiore situazione, quella con minore autonomia (senza gas in dispnea), non<br />

troviamo o non abbiamo il 2° erogatore, non abbiamo modo per poter risolvere il problema.<br />

Tempo ce ne sarebbe stato se avessimo seguito le indicazioni di tenerlo attaccato in una<br />

zona precisa e di controllare spesso se era sempre lì.<br />

Se il compagno è distante e non può rendersi conto che sei senza gas, oppure si<br />

accorge in ritardo, oppure si accorge subito ma è troppo distante e non riesce ad<br />

arrivare in tempo utile, o lui pure non trova il 2° erogatore, o non ha il 2° erogatore, o si<br />

spaventa e non te lo porge, o … ecc., ecc. non c’è modo di porvi rimedio<br />

Questo esempio per farti capire che in realtà rimanere senza gas (probabilmente il<br />

problema più brutto che possa capitare) non è assolutamente di per sè un problema vitale,<br />

lo diventa solo se non si sa porvi rimedio: il tempo per un’azione risolutiva ci sarebbe, a<br />

volte non c’è il modo.<br />

Non esiste nessun problema subacqueo irrisolvibile, esistono solo problemi subacquei<br />

non risolti<br />

Dinamica: la reazione<br />

Lo scenario è sempre lo stesso: causa scatenante, reazione, ???<br />

I punti di domanda sono sempre posti dopo la reazione, il che significa che è la reazione<br />

a determinare ciò che succederà dopo.<br />

Non esiste mai lo schema diretto causa scatenante = incidente.<br />

Supponiamo che un sub resti senza gas e decida di risalire in superficie a velocità<br />

incontrollata<br />

Anche qui il sub ha operato dopo il problema; ha avuto un’azione che, dopo di essa,<br />

potrebbe avere diverse conseguenze.<br />

• Se avesse avuto il compagno vicino non sarebbe stato necessario risalire<br />

• Se sarà risalito a bocca chiusa, avrà avuto una sovradistensione polmonare<br />

• Se sarà risalito troppo velocemente, avrà un problema di MDD<br />

• Se avrà utilizzato gas decompressivi a quote sbagliate, avrà un problema di tossicità<br />

d’Ossigeno<br />

La causa iniziale o scatenante non è molto importante in un incidente, a volte è addirittura<br />

decisamente secondAria: l’attenzione va posta sulla reazione alla causa iniziale.<br />

I problemi iniziali più eccezionalmente banali si possono tramutare in statistiche mortali,<br />

così come gli scenari più complessi possono essere felicemente risolti in pochi secondi,<br />

poco sforzo e poca paura; gli esempi a riguardo si possono vendere all’ingrosso e non<br />

serve perderci altre righe sopra.<br />

Dove si inserisce lo stress<br />

Nella reazione: nel momento in cui scatta l’incidente e abbiamo la macchina per l’emergenza<br />

pulita ed efficiente, spetta sempre a noi inserire la chiave e girare l’avviamento.<br />

Difatti la subacquea è un’attività sostanzialmente primitiva, molto umana, nulla di davvero<br />

importante è automatizzato ed ai nostri tempi automatizzabile: l’uomo è un operaio<br />

dell’acqua, fa tutto con le sue mani.<br />

Technical<br />

19<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

20<br />

Pure Tech Agency<br />

Come si inserisce lo stress<br />

Distorcendo e deviando la reazione: se guardiamo le statistiche, il maggior numero di<br />

scenari fatali è stato a causa dell’uomo, che non ha inserito la chiave o ha fatto girare male<br />

il meccanismo. Perché?<br />

Cosa è lo stress?<br />

É quella reazione mentale che si instaura quando c’è uno sbilanciamento fra la richiesta<br />

(fisica o psicologica) e la possibilità di risposta dell’individuo.<br />

Quanto maggiormente ritieni sovradimensionato il compito rispetto alle tue capacità,<br />

tanto più ti sentirai angosciato: l’angoscia è lo stress<br />

Questo tipo di stress è chiamato anche Stress illogico.<br />

Differisce dallo stress logico poiché teoricamente questo è uno stress che non dovrebbe<br />

esserci.<br />

Infatti lo scenario contingente presuppone che la richiesta d’azione sia totalmente<br />

soddisfabile: qui il sub sa che ha tutti gli strumenti, l’allenamento, ecc. insomma non è<br />

sottodimensionato al compito a cui viene chiamato.<br />

Eppure muore di paura. Perché comunque, anche se ritiene semplicissimo e fattibilissimo<br />

quanto deve, percepisce l’importanza dell’azione<br />

È dunque uno stress causato dall’importanza del gesto, non dalla sua difficoltà<br />

nell’effettuarlo<br />

in macchina esce un camion da uno stop e sei sufficientemente lontano, i freni<br />

perfettamente funzionanti con ABS ti arresterenno sicuramente prima; ciononostante<br />

sei sotto forte stress e ti calmi solo quando esci salvo dall’auto<br />

Questo è lo stress più sibillino, strisciante, improvviso e sorprendente. Dunque più<br />

pericoloso.<br />

Molti infatti fanno il grave sbaglio di considerare lo stress solo come ovvio risultato<br />

matematico di situazioni difficili date dallo scompenso fra richiesta e possibilità di risposta<br />

(1° tipo, stress logico), e pensano che quando la risoluzione del problema sia facile o<br />

(potenzialmente) immediata, non debbano sopportare carichi di stress.<br />

Questi sub si dimenticano di essere umani, e non capiscono che esiste anche lo stress<br />

illogico, che non c’entra per niente con la difficoltà di risoluzione problemi, ma che si<br />

identifica con il problema stesso.<br />

Ebbene questi sono facile preda di crisi di panico in quanto lo stress li stupisce più degli<br />

altri: li assale quando loro pensano che non ci dovrebbe essere, giocando un devastante<br />

effetto sorpresa.<br />

Facciamo un esempio.<br />

Penetrazione all’interno di un relitto. Bibombola con separatore con comando remoto<br />

posizionato davanti agli occhi e comunque in modo accessibilissimo a entrambe le mani.<br />

Autonomia perfetta e tutto quant’altro in termini ideali. Esplosione di un manometro.<br />

Domanda: il subacqueo che farà ?<br />

Dato che tutto è in condizioni assolutamente ideali, si potrebbe affermare che chiuderà<br />

facilmente il separatore e con la restante autonomia dell’aria (nel caso avrà senza problemi<br />

cambiato erogatore, legato con l’elastico proprio sotto il mento) seguirà il filo d’arianna e<br />

uscirà dal buco.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Naturalmente è quello che ci auguriamo, ma nonostante le premesse "meccaniche"<br />

potrebbe non andare così.<br />

Infatti anche se il sub al momento del problema avrà la macchina della risposta<br />

perfettamente operativa e collaudata, ripetuta più volte nel suo stesso training, potrebbe<br />

essere che si dimentichi per esempio: di avere l’isolatore.<br />

"Di avere l’isolatore, impossibile!". Ci sembra di sentirtelo dire.<br />

Impossibile? Attenzione, stai sbagliando su un punto fondamentale e sei pericolosissimo<br />

per te stesso. Cambia.<br />

Ciò e altro è sempre possibile e anzi è invece assolutamente probabile quando si pensa<br />

che in una situazione similare non ci debba essere stress perché tutto è a posto per<br />

risolvere il problema, ma invece lo stress è presente!<br />

E se non siamo preparati a questo, lo stress ci prenderà talmente di sorpresa che ci<br />

impedirà la corretta esecuzione dei compiti che sono lì per essere eseguiti facilmente.<br />

Dobbiamo aspettarci forti stress anche su situazioni importanti facilissimamente<br />

risolvibili<br />

Fattori predisponenti e/o scatenanti dello stress<br />

Tempo<br />

L’attività subacquea è tempodipendente; il tempo di fondo, le decompressioni. Avere<br />

dei tempi precisi da seguire è causa di stress. Le deviazioni a questi tempi pianificati<br />

aumentano fortemente lo stress.<br />

Mantenere il piano d’immersione significa dunque anche mantenere lo stress ai<br />

livelli fisiologici.<br />

Technical<br />

Esercizi.<br />

Il sub ha già una moltitudine<br />

di cose da fare: tenere sotto<br />

controllo il compagno o il<br />

gruppo, le pressioni del gas,<br />

il tempo, la navigazione,<br />

l’assetto, la prevenzione di<br />

incidenti, la profondità, ecc..<br />

Anche se te ne dimentichi<br />

perchè sono diventati param<br />

base, questi sono veri e propri<br />

esercizi e causano stress.<br />

Se ne aggiungi altri (ricerca di un punto, lavoro, ecc.) innalzi sempre più la dose di<br />

stress.<br />

Durante le immersioni profonde, è bene avere pochissimi compiti oltre a quelli base; anche<br />

perchè in condizioni narcotiche verrebbero comunque dimenticati o mal eseguiti, a tutto<br />

vantaggio dell’innalzamento dello stress.<br />

21<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

22<br />

Pure Tech Agency<br />

AMBIENTALI EQUIPAGGIAMENTO FISICI<br />

Compagni<br />

d’immersione/<br />

Team<br />

Profondità<br />

Narcosi d’Azoto<br />

Visibilità<br />

Freddo<br />

Correnti<br />

Presenza di<br />

animali pericolosi<br />

Fobie personali<br />

Assenza di<br />

riferimenti<br />

Discese nel Blu<br />

Relitti d’impatto<br />

psicologico<br />

a) personale:<br />

• Insufficienza<br />

• Scarsa familiarità<br />

• Cattiva manutenzione ed<br />

efficienza<br />

• Cattiva posizione di esso sul<br />

corpo<br />

• Ingombrante non familiare.<br />

b) generico:<br />

• Piano d’emergenza<br />

• Mancanza o scarsità di<br />

allenamento e conoscenza<br />

delle procedure e tecniche di<br />

emergenza fuori dall’acqua e in<br />

acqua.<br />

• Assistenti di superficie<br />

• Materiale per le emergenze<br />

• Bombole di riserva.<br />

• Insufficienza<br />

• Scarsa familiarità con la<br />

stazione<br />

• Cattiva manutenzione ed<br />

efficienza<br />

• Cattivo posizionamento<br />

Technical<br />

Sforzo<br />

Stanchezza<br />

Debolezza<br />

Assunzione di farmaci<br />

Assunzione di eccitanti<br />

Assunzione di alcool/droghe<br />

Tutti questi fattori contribuiscono ad aumentare lo stress latente e quando intervengono<br />

oltre una certa misura o in più di uno possono scatenare anche crisi da stress di punta.<br />

Naturalmente non sono i soli; i fattori stressanti sono moltissimi e di importanza<br />

estremamente personalizzata: ogni sub dovrebbe conoscere a fondo i suoi.<br />

Quantificazione dello stress<br />

Lo stress è sempre presente nell’uomo anche nelle prove di vita di tutti i giorni come è<br />

anche presente nelle immersioni più facili; naturalmente è un compagno di viaggio con<br />

grado/importanza assai variabile.<br />

Esso, dato il carico di compiti e azioni nonché della difficoltà in cui ti trovi nell’affrontarli (per<br />

esempio: Narcosi d’Azoto), è certamente molto più presente nelle immersioni tecniche che<br />

in quelle standard; di qui la nostra grande attenzione verso questo fattore.<br />

Per chiarire al meglio i concetti più avanti esposti, supponiamo di ragionare freddamente<br />

con i numeri e di poter calcolare la quantità di stress prendendo come unità di misura dei<br />

valori percentuali compresi fra zero e 100.<br />

Se il valore zero è utopistico (rappresentando l’assoluta assenza di emozione saremmo<br />

dei computers), il valore 100 non lo è affatto e rappresenta il panico.<br />

Il panico è quella condizione nella quale l’uomo è totalmente in preda alle proprie<br />

emozioni, non è più nemmeno minimamente razionale e non ha più il minimo controllo<br />

di nulla (nè di se stesso nè di tutto ciò che lo circonda).<br />

A diversi gradi di stress avremo un diverso grado di potenziale di raziocinio e conseguente<br />

controllo delle situazioni.<br />

Detto questo, dobbiamo fare subito una precisazione meno "matematica".


Pure Tech Agency<br />

A livelli elevati di stress (supponiamo 50/60%) lo spazio/tempo che separa la perdita<br />

completa delle facoltà cerebrali (il passaggio al 100%) è molto più ridotto di quello che<br />

appare sulla carta.<br />

Ciò significa che (proseguendo in quest’empirica visualizzazione), pur essendoci un<br />

uguale differenza quantitativa del 30%, dal 20% al 50% c’è un bello spazio per lavorarci<br />

sopra, dal 70% all’arrivo del 100% c’è un filo tesissimo, un’onda, un colore, una sensazione<br />

percettiva sottilissima, un pensiero, una goccia d’acqua nella maschera, il freddo alle dita,<br />

ecc. ecc. ecc.: ovverosia niente; non siamo ancora in panico ma di fatto se succede<br />

qualsiasi cosa che peggiori anche impercettibilmente o subcoscientemente la nostra<br />

situazione saltiamo nel buio e succede ciò che in quel momento pianifica il fato.<br />

Saputo e compreso benissimo tutto quanto sopra, torniamo dunque a come lo stress entra<br />

a far parte del discorso incidenti; questa volta entriamo in dettaglio.<br />

Ricordi? Eravamo rimasti all’uomo che non inserisce la chiave o fa girare male il<br />

meccanismo, alla distorsione e deviazione della reazione.<br />

Lo stress rende difficile o impossibile la buona focalizzazione del problema e dell’azione<br />

da svolgere.<br />

Il sub sotto stress vede diminuita, in forma direttamente proporzionale alla quantità di<br />

stress a cui è sottoposto:<br />

a) la capacità percettiva fisica e mentale (non avverte impulsi fisici nè recepisce<br />

input mentali - vede e sente solo le parti più superficiali e impattanti di questi).<br />

Un sub vuole risalire pinneggiando e schiacciando il pulsante di immissione di Aria nel<br />

jacket; continua a restare fermo e lui capisce solo questo e continua a pinneggiare e<br />

schiacciare il pulsante sempre più forte (quanto più forte è lo stress).<br />

Non sente per esempio: la resistenza delle bombole impigliate in una cima (capacità<br />

percettiva fisica) nè per esempio: recepisce i gesti del compagno che davanti a lui gli<br />

spiega lo scenario e gli suggerisce cosa fare.<br />

Idea fissa unica. Capacità percettiva zero<br />

b) la capacità analitica e gestionale (non riesce a focalizzare il vero problema nè a<br />

trovare il corretto rimedio - vede e sente solo le parti più superficiali e immediate di<br />

questi).<br />

Il sub che pensa di essere rimasto senz’aria e fugge verso l’alto, ed invece non aveva<br />

aperto completamente il rubinetto (capacità analitica) e bastava aprirlo del tutto oppure<br />

cambiare erogatore (capacità gestionale).<br />

Idea fissa unica. Capacità analitica zero<br />

In alcuni casi vi può essere anche una capacità gestionale nulla nel senso proprio definitivo<br />

della parola, ovvero nemmeno quella più immediata e istintiva: la totale incapacità di<br />

agire.<br />

In questo caso il sub resta "gelato" in panico passivo, completamente spento.<br />

Lo stress chiude la mente dell’uomo e lo regredisce a livello animale.<br />

Il sub non riconosce più un manometro dalla lampada o un erogatore da una macchina<br />

fotografica; ha occhi che non vedono, corpo che non sente e mente che non lavora.<br />

Fino a quando la chiusura mentale arriva al 100 % e l’uomo in panico è totalmente in preda<br />

al proprio istinto e al fato.<br />

Technical<br />

23<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

24<br />

Pure Tech Agency<br />

Definizioni di stress globale / latente / di punta<br />

Nel momento in cui l’emergenza viene a verificarsi, lo stress che si sopporta viene definito<br />

globale.<br />

Globale poiché è una somma di diversi fattori, in cui si identificano 2 famiglie ben<br />

distinte.<br />

Lo stress nel momento del problema (che è quello che ci interessa di più prendere in<br />

considerazione) ha 2 anime sovrapposte, ma differenti fra loro, che debbono essere<br />

riconosciute e analizzate al fine di meglio gestirle singolarmente e nel loro prodotto finale<br />

totale.<br />

STRESS LATENTE<br />

+<br />

STRESS DI PUNTA<br />

=<br />

STRESS GLOBALE<br />

Technical<br />

Lo stress globale è dato dalla sommatoria<br />

dello stress Latente con lo stress di punta.<br />

Lo stress latente (o di base) è quello<br />

causato dall’immersione in se stessa, senza<br />

che nessuna complicazione di nessun tipo<br />

avvenga.<br />

Un’immersione estremamente facile avrà un<br />

carico di stress di base molto basso mentre<br />

un’immersione tecnica ad alta profondità con lunga decompressione e penetrazione<br />

all’interno di un relitto in poca visibilità avrà innegabilmente un carico di stress latente<br />

moltissimo maggiore.<br />

È quindi quello causato dalla percezione o consapevolezza dell’importanza delle<br />

complicazioni che potrebbero eventualmente venire. Lo stress di punta è quello causato<br />

dalla problematica che in quel preciso momento affronti.<br />

Quantificazioni dello stress globale / latente / di punta<br />

Ogni problema ha un suo quoziente di difficoltà.<br />

un appannamento alla maschera è oggettivamente meno importante di un’impigliamento<br />

in una rete e quest’ultimo non è tanto grave quanto una pallonata da grande profondità<br />

(stiamo considerandoli singolarmente, senza entrare in varie e composite situazioni<br />

che potrebbero anche variare l’ordine qui proposto).<br />

Continuiamo ora con una visualizzazione matematica del concetto.<br />

Se noi volessimo dare un valore diverso di pericolosità a ogni possibile emergenza,<br />

potremmo dire che l’appannamento alla maschera vale un 5%, l’impigliamento in una rete<br />

il 15% e la pallonata il 25% (sono valori casuali).<br />

15% + 5 % = 20%<br />

In realtà sarà:<br />

15% + 5 % = 40%<br />

Dato che, come abbiamo visto poco fa, lo stress<br />

dipende dalla sensazione di quanto sia importante<br />

lo sbaglio in un’azione volta a rimediare la<br />

problematica che si possa presentare o che si sta<br />

presentando, noi avremo che lo stress dipende<br />

direttamente dalla serietà del problema stesso;<br />

quindi sarà valutabile nello stesso modo:<br />

l’appannamento alla maschera ti creerà il 5% di stress, l’impigliamento in una rete il 15%<br />

e così via. Domanda. Quanto potresti valutare un impigliamento in una rete con la<br />

maschera appannata? Il 20% (15% + 5%)? Ti sfidiamo a rispondere di sì.


Pure Tech Agency<br />

L’azione molteplice di più fattori stressanti ingigantisce di molto l’azione stressante dei<br />

singoli.<br />

Quindi importante considerazione: l’azione molteplice di più fattori stressanti ingigantisce<br />

di molto l’azione stressante dei singoli.<br />

Pianificazione dello stress<br />

Abbiamo già detto che quando usiamo dei valori matematici lo facciamo per facilitare<br />

l’evidenziazione del concetto, in realtà non si può pianificare nello stesso modo il valore<br />

dello stress come il consumo dell’aria; i numeri sopracitati sono aleatori, è evidente.<br />

Però il principio è lo stesso. Non puoi fare calcoli matematici, peccato; vorrà dire che<br />

i param saranno affidati alla tua esperienza, però pur in questo modo empirico devi<br />

pensarci.<br />

La 1° considerazione da fare è che tutti noi abbiamo dei limiti.<br />

Abbiamo un margine di sicurezza entro il quale siamo in grado di fare determinate<br />

azioni e oltre il quale no o forse no, è umano; gestire lo stress significa rimanere entro<br />

i nostri param di sopportazione di esso.<br />

Ma cosa succede se varchiamo i nostri limiti ?<br />

Chiariamo il concetto sempre con freddi numeri.<br />

Supponiamo che tu sia in grado di risolvere la gran parte delle situazioni di emergenza<br />

con un grado di stress del 60% (che è già molto elevato); oltre questo livello forse sì e<br />

forse no.<br />

Ebbene tu puoi gestire le tue immersioni sino a questo livello.<br />

L’approccio è questo: come nella pianificazione dell’aria, devi supporre che ti succeda<br />

il peggior incidente, quello che ti piace meno, quello che ti fa più paura (quello che ti<br />

mette più stress), nella condizione più sfavorevole d’immersione e con complicanze<br />

anche piccole, che però assumono tutt’altra importanza se appiccicate ad un altro<br />

problema<br />

Saresti in grado di reagire nel modo corretto? Immaginatelo, visualizzalo; riusciresti a fare<br />

quello che devi? Supposto che tu abbia il limite del 60%, ci sei sopra o sotto?<br />

È come per l’Aria, se non ci stai con i consumi devi innalzare la scorta o diminuire il tempo<br />

d’immersione/decompressione o tutti e due.<br />

Nella pianificazione dello stress, se non stai dentro il tuo parametro di sicurezza devi<br />

diminuire il carico di stress latente o quello di punta o tutti e due.<br />

Diminuire lo stress Latente significa dotarti di un’attrezzatura migliore, di un Team più<br />

affiatato, moltiplicare i controlli, le dotazioni di sicurezza, avere un assistente in barca<br />

di maggiore fiducia, insomma metterti oggettivamente nelle migliori condizioni di base<br />

per l’immersione.<br />

Diminuire lo stress di punta significa modificare il tuo piano d’immersione nei punti<br />

considerati a rischio, con eccessiva richiesta di reazione<br />

Technical<br />

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26<br />

Pure Tech Agency<br />

Programmazione di un’immersione profonda su un relitto sconosciuto con penetrazione.<br />

Attrezzatura standard ricreativa e compagno casuale.<br />

Ti fai il check stress. Senti che è già molto elevato e scopri che esci dal tuo limite<br />

proprio durante la penetrazione; se succede una perdita d’Aria in quel momento non<br />

sei sicuro di essere reattivo in misura sufficiente: lo stress potrebbe arrivare a punti<br />

incontrollati.<br />

Ok, meglio saperlo prima che sperimentarlo sul campo; conoscere i tuoi limiti e rispettarli<br />

è ciò che ti fa un vero subacqueo tecnico.<br />

Soluzioni:<br />

A) Decidi di dover ricondurre i param di stress entro il tuo range operando prima sullo stress<br />

Latente.<br />

• Usi il bibombola con attacchi DIN e un isolatore intermedio, metti una valvola antiscoppio sul<br />

manometro.<br />

• Cambi la frusta del 2° stadio con una di lunghezza di 2 m per uscire dalla penetrazione<br />

respirando a 2 anche in caso di restringimenti e di forzata posizione in fila indiana.<br />

• Cambi compagno e decidi di immergerti con un sub che conosci e di cui ti fidi.<br />

Ti fai un nuovo check per vedere se stai ancora superando i tuoi limiti, o se sei in grado<br />

di dominare la situazione. Sicuramente sarai molto più tranquillo, ma se avessi ancora<br />

dubbi…<br />

B) Decidi di abbassare lo stress di punta<br />

• Modifichi il piano d’immersione cambiando la penetrazione o rimuovendola del tutto.<br />

Un nuovo check rileva che ora ti senti pronto ad affrontare tutta l’immersione: qualsiasi cosa<br />

succedesse, in nessun punto la situazione avrebbe un grado di stress tale da farti perdere il<br />

controllo della stessa<br />

Riassumendo questo brevissimo e semplice esempio, tu hai scoperto che l’immersione<br />

che stavi affrontando avrebbe potuto causarti panico (o comunque un’inaccettabile<br />

diminuzione di capacità reattiva) se si fosse verificato un problema in un punto.<br />

Volendo ricondurre l’immersione entro i canoni di sicurezza, ma anche non modificandola<br />

perchè ti piaceva così, hai giustamente operato per ridurre lo stress latente, che ti ha posto<br />

in una situazione di maggior vantaggio (maggior tranquillità mentale data dalla minore<br />

angoscia) anche nel momento pericoloso.<br />

Nonostante ciò hai visualizzato che quella era una particolare situazione che ti avrebbe<br />

ugualmente portato a uno stress di punta la cui grande apprensione ti avrebbe possibilmente<br />

fatto varcare il tuo limite.<br />

Non ti restava che abbassare lo stress di punta modificando o eliminando la sua sorgente<br />

diretta.<br />

Questo è il giusto approccio, che è anche il più logico.<br />

Errore di approccio<br />

Prima si diminuisce lo stress latente e poi, se ancora necessario, si modifica o rimuove<br />

l’operazione legata allo stress di punta.<br />

Non è logico il contrario poiché ovviamente se l’immersione ha degli obiettivi per cui la<br />

si fa, questi debbono restare tali finché possibile.<br />

Se si agisce subito sullo stress di punta si agisce subito sugli obiettivi dell’immersione,<br />

rendendola diversa da quanto voluto, e forse inutilmente<br />

Attenzione, non puoi prenderti in giro.<br />

Se fai finta di sentirti operativo in ogni momento d’immersione e sai che non è vero, ciò<br />

ti innalzerà lo stress latente, quello che dipende dallo sbilanciamento fra la richiesta di<br />

un certo tipo d’immersione e la tua possibilità di risposta<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Ricorda che se cerchi di ignorare il segnale che sonda lo stress di punta, quest’ultimo esce<br />

dalla porta ed entra dalla finestra, mettendoti in una condizione di stress di base ancor<br />

peggiore nel malaugurato caso che quell’inconveniente venisse a verificarsi: non puoi<br />

riuscire a far sparire quello che c’è, e se ci tenti è peggio.<br />

Immersione a 55 m, te ed il tuo compagno avete un mono da 15 attrezzato con octopus.<br />

Ti sono rimaste 60 atmosfere, non sai quante al tuo compagno e insisti ad andartene in<br />

giro ("ancora 1 minuto" pensi). Non hai il pallone segnasub e presumi di essere a una<br />

certa distanza dalla barca che ha le bombole di decompressione sotto di essa ("quando<br />

risalgo vedranno le bolle" pensi).<br />

Ebbene prega che non ti succeda nulla: non solo sei nelle condizioni tecniche peggiori per<br />

porvi rimedio, ma anche mentali.<br />

Infatti o sei totalmente incosciente o, se sei consapevole dei rischi a cui ti stai sottoponendo<br />

in quella situazione, avrai inevitabilmente un carico di stress spinto a livelli che se appena<br />

succede qualcosa vai in una tale "pappa" da non ricordarti più neanche come ti chiami,<br />

figurarsi il resto.<br />

Pianificazione dello stress di Team<br />

Tieni presente che il management dello stress deve essere rivolto all’intero team.<br />

Devi cercare di intuire se il tuo compagno o tutti i componenti del gruppo sono in grado<br />

di effettuare l’immersione senza carichi di stress che in alcuni punti possono creare<br />

pericolosissime zone d’ombra.<br />

Il panico non va evitato "solo" perchè spesso fatale per la vittima, ma anche perchè<br />

usualmente assai contagioso e mette a durissima prova mentale e quindi grande<br />

rischio l’intero Team<br />

Se il tuo compagno non sarà in grado di sopportare un’emergenza per esempio in<br />

penetrazione, nel caso questa dovesse verificarsi non solo non ti potrà essere d’aiuto ma<br />

anzi armerà un tale disastro che metterà in guai serissimi l’intero gruppo.<br />

Certo è molto difficile sapere questo; già non si hanno a disposizione numeri chiari ed<br />

è complicato fare l’esame a se stessi, ancora di più poi ad altri (ti potrà aiutare sapere,<br />

ricordare e ben considerare quali sono i fattori predisponenti e/o scatenanti dello stress,<br />

elencati nel capitolo apposito qualche pagina addietro).<br />

Ma lo devi comunque fare, equilibrando dunque la minore precisione con un maggiore<br />

conservativismo.<br />

Del resto la gestione dello stress è il compito più complicato per un profondista.<br />

Per questo è il fattore che provoca la maggior parte di incidenti! ovvio.<br />

Lo stress è la causa primAria nella genesi di un incidente in immersione. Molto di più di<br />

qualsiasi altro elemento di disturbo (quali narcosi, ecc.).<br />

Accertamento corretta pianificazione stress del team<br />

Dopo la pianificazione, devi fare moltissima attenzione al constatare che si sia rivelata<br />

corretta.<br />

Pianificazione corretta dello stress del Team significa che ogni sub "sopporta" bene<br />

l’immersione.<br />

Il sub non è particolarmente teso o impaurito, non è preoccupato oltre una soglia fisiologica<br />

normale.<br />

Technical<br />

27<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

28<br />

Pure Tech Agency<br />

Questo lo si può vedere in ogni fase dell’immersione, dalla preparazione a secco sino<br />

all’ultimo momento in acqua prima della risalita, mantenendo sotto strettissimo monitoraggio<br />

i segni dello stress.<br />

Segni di stress fuori e dentro l’acqua<br />

1) Esagerata lentezza nel prepararsi.<br />

2) Problemi immaginari all’attrezzatura o alle orecchie.<br />

3) Irritabilità, irragionevolezza.<br />

4) Fissazioni, pensiero/i ripetitivi.<br />

5) Rapidità di andatura, movimenti a scatti a volte scoordinati.<br />

6) Inquietudine.<br />

7) Presa forte, tensione o irrigidimento muscolare, immobilità.<br />

8) Mantenimento del contatto (con la scala di risalita, con la cima ..)<br />

9) Risate o tono di voce esagerato.<br />

10) Respiro rapido, iperventilazione.<br />

11) Occhi selvaggi o "girati all’indietro".<br />

12) Tendenza a scappare verso la superficie.<br />

13) Pensane qualcun altro tuo<br />

14) Pensane qualcun altro tuo<br />

Scrivi vicino un esempio, chiarisci il concetto.<br />

Technical<br />

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.........................<br />

.........................<br />

.........................<br />

Riconoscibilità dei segni di stress<br />

Nota che se i segni sopra esposti sono abbastanza chiari da identificare in un subacqueo<br />

Ricreativo, possono essere abilmente camuffati o tenuti forzatamente sotto superficiale<br />

controllo da un sub con provata esperienza.<br />

In questo caso non saranno così evidenti ma solo sfumature.<br />

E tu le sfumature devi cercare.<br />

Nota poi bene che conoscere questi segni serve anche a te per farti sempre un check<br />

personale<br />

Stress positivo<br />

Lo stress non è sempre negativo; se in misura giusta è il meccanismo che mette in<br />

moto una maggiore attenzione e concentrazione in generale e/o sui punti focali.<br />

Sotto quest’aspetto preoccupati se ti stai immergendo senza ravvisare proprio nessun<br />

segno di stress; sei sicuro di non sottovalutare l’immersione? Hai pensato bene a<br />

tutto?<br />

Training per automatismo inconscio durante forte stress o panico<br />

Vai a rivedere i fattori predisponenti/scatenanti dello stress.<br />

Questo è l’unico punto che ti può salvare quando hai superato il tuo grado di resistenza<br />

allo stress e sei incapace di gestire consciamente la situazione.<br />

L’istinto che nasce da questo scenario può portarti involontariamente automaticamente a<br />

operare nel modo imparato e ripetuto tante volte: reagisci nel modo corretto senza volerlo<br />

nè saperlo, ma questo ti permette di risolvere la situazione.<br />

Sempre ragionando con numeri supposti, se tu sei in grado di affrontare una massima<br />

situazione di stress del 60%, nello spazio che fuori dal tuo diretto controllo va dal 61% a<br />

forse il 100% puoi inserire alcuni comportamenti standard che si potrebbero rivelare utili.<br />

In altre parole ti stai programmando come se in quel momento tu dovessi agire in trance<br />

come un robot (ed è proprio così che succede).


Pure Tech Agency<br />

Questa è la tua estrema riserva; se ti sei programmato bene per l’eventualità che poi<br />

ti accade, funziona egregiamente: davvero numerosissimi sono gli esempi di subacquei<br />

tecnici o professionisti che sono usciti da bruttissime situazioni limite senza nemmeno<br />

sapere come.<br />

Sub con grande esperienza e livelli tecnici elevati hanno dovuto cercare di capire sulla<br />

barca o a posteriori le reazioni avute in momenti di forte stress.<br />

Ed ecco che si scopre, risalendo per varie deduzioni (non c’è ricordo di nulla), che tutte<br />

le procedure standard sull’attrezzatura e il compagno sono state rispettate, quando<br />

l’interessato e possibilmente anche il compagno erano assolutamente incapaci di intendere<br />

e volere.<br />

L’importanza di imparare gli esercizi base per le problematiche più importanti, insieme al<br />

rinfresco di essi a intervalli regolari di tempo, non può mai essere troppo enfatizzata.<br />

1.2 Avvelenamento da Ossigeno<br />

Poiché la maggior parte dei casi è stata registrata a profondità di oltre 70 m (in Aria), questo<br />

non rappresenta un problema per le immersioni profonde tecniche in Aria se rispettiamo<br />

il limite dei 60 m Tuttavia va detto che in particolari condizioni predisponenti/scatenanti è<br />

possibile soffrire di questa problematica anche a quote minori: il problema va dunque qui<br />

presentato. Inoltre considerando le immersioni in trimix normossico, c’è da tener presente<br />

anche le miscele decompressive (Ean 50 e Ossigeno), che concorrono all’esposizione<br />

all’O 2 complessiva dell’immersione, quindi questa problematica si potrebbe riscontrare in<br />

fase decompressiva se non pianifichiamo in modo corretto la nostra immersione.<br />

Se la respirazione dell’Azoto ad alte pressioni (oltre i 3,16 Bar, quindi oltre i 30 m in<br />

Aria) provoca narcosi, la respirazione di Ossigeno ad alte pressioni (oltre gli 1,6 bar,<br />

quindi oltre i 66 m in Aria o in fase decompressiva O 2 a 6 m) può provocare fenomeni di<br />

tossicità.<br />

1) può portare irritabilità, ansietà, depressione, confusione.<br />

6) può portare ad abbagliamenti.<br />

7) può portare a fischi e/o ronzii.<br />

8) può incorporare senso claustrofobico.<br />

12) può portare fame d’Aria, predominanza della fase inspiratoria, spasmi diaframmatici,<br />

singhiozzi.<br />

13) può localizzarsi anche in altri muscoli per esempio: mano, braccio, ecc..<br />

15) è visto sia come segno/sintomo nell’assai frequente caso che sia l'unica<br />

manifestazione dell’avvelenamento da Ossigeno, sia come risultato finale di<br />

altri segni/sintomi ignorati. La fase convulsiva è dunque il punto d’arrivo<br />

dell’avvelenamento e assai spesso anche unico punto di partenza.<br />

Technical<br />

29<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

Segni / sintomi<br />

1) Mutamenti di Umore.<br />

2) Palpitazioni.<br />

3) Brachicardia.<br />

4) Sudori.<br />

5) Pallore.<br />

6) Allucinazioni e/o Disturbi Visivi.<br />

7) Allucinazioni e/o Disturbi Acustici.<br />

8) Visione a Tunnel.<br />

9) Vertigini.<br />

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Pure Tech Agency<br />

Technical<br />

10) Nausea.<br />

11) Vomito Spasmodico.<br />

12) Cambi nella Respirazione.<br />

13) Fibrillazione e/o Contrazione<br />

delle Guance, Labbra, Palpebre,<br />

Sopracciglia.<br />

14) Sincope.<br />

15) Convulsioni.<br />

Note: I segni/sintomi che sopravvengono<br />

con maggiore frequenza sono 9, 13, 15<br />

Se di per se stessa non è assolutamente grave, in acqua porta alla morte per annegamento.<br />

La vittima è infatti incapace di reagire agli spasmi muscolari che causano la perdita<br />

dell’erogatore e l’ingestione di acqua nelle vie respiratorie.<br />

La vittima, cosciente, è incapace di avere il dominio di alcun muscolo e quindi non<br />

può pinnegggiare, premere il pulsante di immissione Aria nel jacket, ecc., ovverosia è<br />

totalmente passiva e incapace di autosoccorrersi in alcun modo.<br />

Segni / sintomi: valenza operativa zero<br />

Non devi pensare che si abbiano sempre segni o sintomi prima della crisi convulsiva,<br />

la gran maggior parte delle volte (circa l’80% dei casi) le convulsioni sopraggiungono<br />

improvvisamente senza alcuno di questi.<br />

Inoltre in un elevato numero percentuale di volte sia i segni che i sintomi, quando ci sono,<br />

precedono solo di pochissimi secondi o frazioni di secondo la crisi convulsiva e quindi non<br />

sono di fatto utili per prendere le contromisure in tempo, anche perchè alle profondità in<br />

cui questi segni/sintomi si potrebbero manifestare il sub è sotto forte narcosi che rallenta<br />

sia la presa di coscienza che la reazione.<br />

Perdipiù moltissimi di questi segni/sintomi sono identici o assai simili a quelli della narcosi<br />

d’Azoto; va da sè che, per lo stesso motivo sopracitato, il sub è già in presenza di essi<br />

per narcosi e non può sentirne/distinguerne l’insorgenza: risulta assolutamente più<br />

che evidente che praticamente l’unico modo per mettersi al sicuro dall’avvelenamento<br />

d’Ossigeno è la totale prevenzione: evitare cioè pressioni parziali del suddetto gas troppo<br />

elevate e stare ben distanti dai fattori scatenanti/predisponenti.<br />

Definiamoli meglio in ordine numerico come sopra:<br />

1) L’Aumento della Pp dell’Anidride<br />

Fattori predisponenti e scatenanti<br />

Carbonica è predisponente e<br />

1) Eccesso di Anidride Carbonica.<br />

scatenante allo stesso modo.<br />

2) Freddo.<br />

Una cattiva respirazione, pinneggiata<br />

3) Predisposizione individuale<br />

faticosa, assetto sbagliato, lavoro o<br />

4) Ripetute esposizioni nei range estremi.<br />

sforzi, ecc. (vedi apposito capitolo),<br />

creano una base di predisposizione<br />

molto forte; uno sforzo in più o il sopraggiungere di altri fattori quali quelli più sopra<br />

elencati creano la crisi.<br />

2) Il Freddo è anch’esso predisponente se medio e continuo e scatenante se rapido<br />

e intenso (violenti tagli d’acqua).<br />

3) La Predisposizione Individuale può essere causata da ipertiroidismo, deficienza di<br />

vitamina E, uso di insulina.<br />

Sono inoltre più sensibili all’avvelenamento da Ossigeno i fumatori e gli asmatici.


Pure Tech Agency<br />

4) La ripetuta esposizione a range estremi è sensibilizzante.<br />

In quest’ottica non ci può essere, come per la narcosi d’Azoto, un "allenamento":<br />

infatti non solo non avremo nessun miglioramento con ripetute esposizioni, ma<br />

al contrario otterremo una sensibilizzazione e conseguente peggioramento dello<br />

scenario possibile.<br />

Crisi convulsive (e conseguenti annegamenti) possono avvenire anche in pochi m<br />

a causa della mal gestita respirazione di miscele fortemente iperossigenate (oltre il<br />

40%) e/o Ossigeno puro durante la decompressione. Tale pratica, assai consigliabile<br />

soprattutto dopo immersioni profonde, richiede però calcoli minuziosi di profondità e<br />

tempi, da cumularsi alle pressioni parziali di Ossigeno sopportate in profondità con<br />

l’Aria, e relative scelte oculate. Non è un argomento da sottovalutare in nessun senso,<br />

nè come positività/importanza nè come rischio.<br />

Il corso Technical Air non prepara minimamente a tale opportunità.<br />

La gestione delle miscele iperossigenate è un argomento assai grande e sofisticato<br />

e richiede tempo e pratica per essere ben insegnato; a tale scopo ti consigliamo di<br />

frequentare il corso decompression.<br />

La procedura da adottare in caso di avvelenamento da Ossigeno per immersioni in<br />

Aria, prevede di salire a una profondità (pressione parziale del gas) inferiore.<br />

La procedura da adottare in caso di avvelenamento da Ossigeno per immersioni in<br />

Trimix con decompressione in Ean50 e O 2 , prevede effettuare un cambio mix, passando<br />

alla mix di fondo per diminuire il CNS.<br />

Abbiamo già detto che il sub in fase convulsiva è da considerarsi perduto a meno che<br />

non intervenga aiuto esterno, in questo caso il compagno lo farà risalire, se possibile,<br />

mantenergli il boccaglio in bocca.<br />

Si noti che il compagno si espone anch’egli in questa manovra, vista la profondità<br />

identica e lo sforzo psico-fisico, alla tossicità di Ossigeno.<br />

Se invece per somma fortuna avverti qualche sintomo (lo scriviamo per scrupolo ma è<br />

purtroppo praticamente impossibile), dato che la crisi convulsiva può tardare pochissimo,<br />

devi agire con estrema rapidità.<br />

Però non devi aggravare l’equilibrio già molto precario a cui sei sottoposto.<br />

Se, preso dalla foga di risalire, cominci a pinneggiare fortemente verso l’alto, è<br />

assai probabile che ciò scateni la crisi convulsiva.<br />

In quel momento dunque modera al massimo i tuoi movimenti mettendoti quasi a riposo<br />

e gonfia il jacket.<br />

Tieni presente che le crisi convulsive possono essere intermittenti e sopraggiungere<br />

anche in ritardo (per esempio: dopo l’immersione o dopo qualche minuto a profondità<br />

anche molto inferiori) quindi l’immersione deve essere sospesa.<br />

1.3 Eccesso di Anidride Carbonica<br />

Durante un’immersione profonda, un eccesso di Anidride Carbonica può portare<br />

anche alla perdita di coscienza se il problema è isolato e all’ingigantimento di molte<br />

altre serissime problematiche (narcosi d’Azoto, tossicità d’Ossigeno, MDD) per le quali<br />

l’eccesso di Anidride Carbonica è causa primaria predisponente/scatenante.<br />

Technical<br />

31<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

32<br />

Pure Tech Agency<br />

Segni / Sintomi<br />

1) Respiro affannoso con ventilazione rapida e profonda<br />

2) Mal di testa<br />

3) Vertigini<br />

4) Nausea<br />

5) Disorientamento.<br />

6) Stato confusionale<br />

7) Convulsioni<br />

8) Perdita di coscienza<br />

Cause principali<br />

a) Anormale Ristagno di essa nei polmoni<br />

b) Anormale Generazione (superproduzione) di essa<br />

Fattori predisponenti / Scatenanti<br />

1) Predisposizione Individuale<br />

2) Scarsa o Inefficiente Ventilazione<br />

3) Lavoro Muscolare<br />

Il fattore 1 comprende i soggetti fumatori, asmatici e con ogni altra patologia che limiti la<br />

normale ventilazione polmonare. Rispondiamo al fattore 2 con una respirazione molto<br />

lenta e ampia. Stai attento a non favorire, come potrebbe essere d’abitudine o d’istinto,<br />

il movimento inspiratorio rispetto all’espiratorio: l’Anidride Carbonica viene espulsa<br />

naturalmente nella fase espiratoria e questa deve essere il più profonda possibile. Se<br />

non fai così non hai il ricambio (quasi) totale dell’aria che nei polmoni prende direttamente<br />

parte al processo ventilatorio.Il fattore 3 verrà preso in considerazione poco più avanti<br />

La ventilazione polmonare<br />

Supponiamo che nei polmoni ci stiano 5 litri d’Aria di cui 3 che prendono parte al processo<br />

respiratorio (massima capacità ventilatoria).<br />

Il gas che respiriamo dalle bombole supponiamo (per comodità di calcolo) abbia un tasso<br />

di Anidride Carbonica dell’1%.<br />

Nei polmoni viene arricchita dell’Anidride Carbonica in uscita dal corpo, sino a presentare<br />

una concentrazione supponiamo del 10% (sono valori assolutamente irreali ma più comodi<br />

per i calcoli), cioè abbiamo un arricchimento del 9% di scorie fisiologiche.<br />

Quando tu espelli tutti i 3 litri d’Aria con questa concentrazione del 10% di Anidride<br />

Carbonica, i nuovi 3 litri che ti darà l’erogatore ricostituiranno nei polmoni un tasso iniziale<br />

sempre dell’1% e il processo si ripeterà stabile così all’infinito.<br />

Se tu espelli solo metà del massimo che puoi espellere (1,5 litri), alla successiva<br />

respirazione (che ovviamente sarà di 1,5 litri) avrai come risultato nei polmoni una<br />

miscela di 50% di gas nuovo con l’1% di Anidride Carbonica e di 50% gas vecchio con<br />

il 10% di Anidride Carbonica, in altre parole avrai 3 litri di gas nei polmoni con un tasso<br />

medio iniziale di Anidride Carbonica del 5,5%.<br />

Quando espellerai nuovamente questo gas, non avrà più un tasso del 10%, ma del<br />

14,5% (5,5% di base + 9% di scorie fisiologiche).<br />

Se come prima ne espelli solo 1,5 litri, quando i polmoni saranno riempiti dalla parte<br />

di nuovo gas all’1% la miscela che tu avrai, sarà composta dal 7,25% di Anidride<br />

Carbonica (metà gas nuovo con un tasso dell’1% e metà gas residuo che ha un tasso<br />

del 14,5%).<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Di questo passo è solo questione di tempo: il tasso di Anidride Carbonica con una cattiva<br />

respirazione aumenta sempre esponenzialmente e anche se chiaramente i valori reali<br />

sono assai inferiori a quelli più sopra considerati, il principio è lo stesso.<br />

Quindi nelle immersioni profonde una ventilazione efficiente non è un "optional" ma è<br />

obbligatoria, vitale<br />

Tecnica delle contrazioni diaframmatiche volontarie<br />

Nell’esposizione al paragrafo precedente abbiamo trascurato quei 2 litri che non prendono<br />

parte al processo ventilatorio e stanno accumulando Anidride Carbonica a tutta velocità<br />

poiché sono considerabili "statici", stagnanti, quasi fermi.<br />

Si rende dunque necessario muovere questa grossa parte di gas al fine di poterla espellere<br />

e ricambiare.<br />

A tal fine in massima dispnea (ovvero alla fine di un completo ed esaustivo atto espiratorio)<br />

si effettuano contrazioni diaframmatiche volontarie che spingono e mescolano il gas<br />

stagnante residua (delle cavità che non prendono parte al normale flusso respiratorio)<br />

nel circuito polmonare vitale; in questo modo nelle respirazioni successive avviene un<br />

lavaggio dell’intero volume.<br />

Noi consigliamo molto questa pratica, da effettuare sistematicamente ciclicamente<br />

(bastano 1 o 2 rapide contrazioni ogni circa 5/10 espirazioni) oppure più volte dopo uno<br />

sforzo (pinneggiata, lavoro, ecc.).<br />

Pratica che previene accumuli di CO 2 e "rimette a posto" situazioni sotto questo aspetto<br />

compromesse.<br />

Introducila nel tuo andare in acqua, abituati e usala sempre; non costa nulla e quando<br />

sarai abituato non ti accorgerai nemmeno di effettuarla (automatismo totale: la farai<br />

quando "sentirai" di averne bisogno).<br />

Enormi vantaggi, nessuna controindicazione!<br />

Pausa inspiratoria<br />

Gli scambi alveolari sono più ampi quando esiste più gas nei polmoni<br />

Prolungare questo momento fa sì che aumenti il tempo durante il quale gli scambi<br />

gassosi sono al massimo della loro efficienza; questo porterebbe automaticamente a una<br />

decarbonificazione più completa nell’organismo.<br />

In questo modo il gas trattenuto per qualche secondo sarebbe molto più carico di Anidride<br />

Carbonica che verrebbe poi ben espulsa con l’efficiente respirazione.<br />

Nonostante questo sia il parere autorevole di molti specialisti, moltissimi altri sono contrari;<br />

va detto che il tema è assai dibattuto e controverso.<br />

Di fatto spesso chi non è abituato a effettuare la pausa inspiratoria denuncia forti mal di<br />

testa quando la inserisce nelle proprie immersioni, e ciò confermerebbe l’ipotesi di coloro i<br />

quali sono contrari a tale pratica: essi sostengono che invece aumenta il tasso di Anidride<br />

Carbonica.<br />

Oppure il mal di testa - chiaro sintomo di eccesso di CO 2 - arriva perché il sub non sa<br />

ancora dosare bene la pausa: accumula AnidrideCarbonica non perchè il principio della<br />

pausa inspiratoria sia sbagliato, ma perchè viene eseguito scorrettamente; se la pausa<br />

è troppo lunga, oppure non viene seguita da un’espirazione efficace come più sopra<br />

descritta, evidentemente esiste un accumulo.<br />

Technical<br />

33<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

34<br />

Pure Tech Agency<br />

Viene il dubbio quindi che in questi casi il sub non abbia ancora trovato il suo personalissimo<br />

ritmo. Di fatto quando questi sub persistono e si appropriano bene della tecnica, i sintomi<br />

scompaiono completamente.<br />

Ma scompaiono perchè:<br />

1) la pausa si è fatta efficace, costruita bene sul proprio organismo, o<br />

2) il sub si è assuefatto a un tasso maggiore di Anidride Carbonica? (questa eventualità<br />

non sarebbe affatto positiva e anzi potenzialmente assai pericolosa, in quanto<br />

l’assuefazione potrebbe portare a una minore denunzia dei sintomi ma a un uguale<br />

influenza negativa nei processi fisiologici già spiegati)<br />

Non siamo in grado di dare una risposta che non sia il motto americano "whath works,<br />

works!" (ciò che funziona, va bene!); ognuno faccia come più si sente; chi scrive ritiene<br />

che la 1° ipotesi sia la più veritiera.<br />

Ma se scegli la pausa devi sapere che la dovrai provare, testare e adattare assai bene al<br />

tuo corpo prima di renderla operativa.<br />

Dovrai quindi impadronirti della sofisticata pratica in molte, molte immersioni in poca<br />

acqua. Per poi andare fondo con essa solo quando l’avrai fatta tua<br />

Lavoro muscolare: sostanziale riduzione<br />

Ci mancava di prendere in considerazione il fattore 3) delle cause predisponenti/scatenanti:<br />

l’eccesso di CO 2 .<br />

Rispondiamo al fattore 3 con un’assenza totale e assoluta di lavoro (come normalmente<br />

inteso) nelle immersioni profonde.<br />

Ti ricordiamo però che pur non impegnandoti in nessuna attività esplicitamente affaticante,<br />

potresti operare già troppi sforzi di base è questo il migliore momento per capire quale sia<br />

il tuo sforzo per muoverti o anche semplicemente per stare in acqua.<br />

Se sei negativo, dovrai sempre pinneggiare per mantenere la quota, inoltre il tuo movimento<br />

sarà molto meno efficace dato che una parte di lavoro sarà impiegato per sostenerti<br />

(classica posizione inclinata del corpo) e ciò porterà a un maggiore pinneggiamento<br />

per andare alla stessa velocità degli altri, aggravato anche dall’altro fatto che avrai una<br />

posizione meno idrodinamica.<br />

Se ti muovi a scatti, nervosamente, farai molta più fatica per le stesse azioni che invece<br />

potrebbero essere effettuate con una velocità media costante, con fluidità.<br />

Se hai una muta stretta, dovrai fare più lavoro per estendere la gabbia toracica nella<br />

respirazione e così sarà anche se hai un erogatore duro.<br />

Se non compi una respirazione efficace, dovrai fare molti più atti respiratori di quanti<br />

sarebbero necessari: ogni atto respiratorio è fatica e incremento di Anidride Carbonica.<br />

Ovviamente anche il tipo di gas respirato influenza molto lo sforzo inspiratorio, inquanto<br />

l’Aria è molto più densa rispetto al trimix e quindi più difficoltosa da respirare<br />

Se hai pinne o una tecnica di pinneggiata inefficienti, dovrai fare molti più cicli di gambe<br />

per arrivare a muoverti nello stesso modo che con pinne e tecnica giuste; se saranno<br />

troppo dure l’incremento di sforzo non sarà compensato dall’incremento del movimento.<br />

Nota che la differenza è minima, ma siccome è moltiplicata per centinaia di volte, diventa<br />

importante.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Potremmo scrivere pagine e pagine su tutte le, piccole o grandi, fonti di fatica che ci sono<br />

in acqua pur senza fare alcun lavoro "ufficiale".<br />

Una prova per capire se siamo sottoposti a un lavoro superiore al normale aspettato c’è:<br />

il consumo.<br />

La richiesta di Ossigeno è direttamente proporzionale al lavoro a cui tu sei sottoposto.<br />

E se consumi più Ossigeno, c’è maggiore produzione di Anidride Carbonica, non si<br />

scappa.<br />

É esattamente come andare in macchina. La macchina per muoversi ha bisogno di<br />

benzina. Per quanta benzina consuma, tanto gas di scarico ci sarà, è assolutamente<br />

certo.<br />

Avrai notato però che a seconda di chi guida i consumi cambiano anche di molto.<br />

A parità di macchina e di percorso, tu puoi consumare 10 e il tuo amico 7.<br />

Questo cosa significa?<br />

Che il tuo amico non ha tirato le marce viaggiando sempre in coppia, non ha frenato per<br />

poi accelerare, ecc., ecc., insomma per farla breve conosce, usa e sfrutta la macchina<br />

meglio di te.<br />

Il corpo in acqua è la macchina sulla strada<br />

Il sub che consuma molto, a meno che non sia spaventato o teso, lo fa perchè sta<br />

lavorando molto.<br />

Se lavora molto avrà anche un tasso di Anidride Carbonica elevato.<br />

Quando sali sulla barca vedi che i consumi sono assai diversi fra subacquei che hanno<br />

fatto la stessa immersione. Il motivo (oltre naturalmente alla corporatura e a eventuali altri<br />

fattori fisici di distinzione) è che alcuni sono parecchio più efficienti e acquatici di altri, non<br />

si può scappare.<br />

Se sbagli la pesata, l’assetto, l’attrezzatura, i movimenti, la stessa respirazione, la<br />

pinneggiata, l’isolamento termico, l’idrodinamicità tua e dell’equipaggiamento, ecc., viene<br />

registrato sul manometro.<br />

Tutto viene registrato sul manometro<br />

In acqua maggiore efficienza vuole dire minori consumi e di qui minore produzione<br />

di Anidride Carbonica.<br />

Ormai per il livello al quale ti stai preparando non è certo più questione di sola eleganza!<br />

Devi essere acquatico, efficiente, devi avere un ottimo assetto, eccellente attrezzatura<br />

e buona distribuzione di essa sul corpo, buona respirazione, controllo assoluto e buona<br />

tecnica nei movimenti, grande tranquillità e lentezza di esecuzione dei compiti, ecc.,<br />

ecc..<br />

Se terminata l’immersione denunci consumi elevati, per quanto tu possa pensare di stare<br />

benissimo in acqua e di non avere nessun problema, non è affatto così!!<br />

In questo caso devi rivedere ogni aspetto delle tue immersioni, dal più importante al più<br />

banale.<br />

Il tuo Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong> ti aiuterà molto in questo sul campo, se necessario.<br />

Solo quando denuncerai consumi sensibilmente inferiori alla media dei subacquei ricreativi<br />

potrai dire di essere un subacqueo efficiente e quindi profondista (non possono esserci<br />

subacquei profondisti inefficienti).<br />

Technical<br />

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Modulo 1


Modulo 1<br />

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Pure Tech Agency<br />

Devi operare per ridurre i tuoi consumi. questo è uno degli obiettivi del profondista.<br />

Non tanto per questioni logistiche (scorte gas), ma per questioni di metodo: la riduzione<br />

dei consumi è il chiaro e indiscutibile parametro di un miglioramento di tutto lo stare in<br />

acqua, di un’evoluzione.<br />

Il manometro è il voto dell’immersione. Un profondista deve avere ottimi voti, non può<br />

accontentarsi della sufficienza. Un profondista deve avere consumi inferiori alla norma.<br />

Non tentare di ridurre i consumi, effettuando delle micro apnee;<br />

non ti prendere in giro, non serve affatto!<br />

Non confondere la causa con l’effetto!<br />

Non è solo sbagliato e pericoloso (accumulo di CO 2 e affanno), comunque non ce la faresti<br />

mai. Forse riusciresti a "stare in apnea" (ovvero a ridurre forzatamente e falsamente il<br />

consumo) per qualche minuto, ma non per tutta l’immersione. E poi saresti costretto a<br />

un recupero che durerebbe molto più a lungo (anche 10 o 15 minuti) durante il quale<br />

consumeresti assai di più di quanto hai risparmiato e di quanto avresti consumato<br />

normalmente. è inutile, non puoi fare il furbo con te stesso.<br />

Il flusso ventilatorio non è la causa del consumo, ma il risultato della tua impostazione<br />

all’immersione.<br />

L’abbassamento dei consumi deve avvenire automaticamente, da solo e senza nessuno<br />

sforzo, dopo che avrai trovato e imparato gli accorgimenti giusti, le modifiche d’attrezzatura<br />

e comportamentali adatte: l’abbassamento dei consumi verrà naturalmente, e solo così.<br />

La riduzione dei consumi avviene attraverso la riduzione del lavoro in acqua:<br />

solo così. Il controllo del tasso di Anidride Carbonica è di importanza assolutamente<br />

primAria nei profondisti.<br />

Trattamento per eccesso di Anidride Carbonica<br />

1) Blocco immediato di ogni attività e assetto neutro; respirazione lenta ed efficace.<br />

2) Risalita lenta pinneggiando il meno possibile.<br />

Una volta raggiunta la superficie il sub va tenuto all’Aria fresca e gli va amministrato, se<br />

possibile, Ossigeno puro. Sii sempre pronto ad attivare la BLS-D in caso di necessità.<br />

CMAS-<strong>PTA</strong> consiglia molto vivamente a tutti i sub, specialmente coloro che praticano<br />

Immersioni profonde avanzate, di intraprendere un addestramento per la BLS-D,<br />

meglio se all’interno di un training più globale per lo scopo (corso rescue o similari).<br />

Technical


1.4 Affanno<br />

Pure Tech Agency<br />

L’affanno è una respirazione veloce e corta, inefficiente, affiancata da una grande<br />

"fame d’Aria".<br />

Questo problema può causare la perdita di coscienza in profondità, anche quando la<br />

vittima ha ancora gas nelle bombole.<br />

Cause<br />

1) Affaticamento<br />

2) Stress<br />

Trattamento<br />

1) Affanno forte: blocco immediato di ogni attività e assetto neutro o moderatamente<br />

pesante sul fondo; respirazione forzata lenta ed estremamente efficace.<br />

2) Affanno leggero o momento d’uscita dall’Affanno forte: risalita lenta pinneggiando<br />

il meno possibile; respirazione lenta ed efficace.<br />

Nota che nel caso 1) è molto più facile a dirsi che a farsi.<br />

La componente mentale che accompagna la grande "fame d’Aria" spinge in direzione<br />

totalmente opposta.<br />

Innanzi tutto viene privilegiata la fase inspiratoria rispetto a quella espiratoria, perchè si<br />

tende a rispondere al problema cercando i "polmoni pieni".<br />

La ricerca dei polmoni pieni fa poi sì che la fase espiratoria, oltre a essere più rapida che<br />

si può, è anche incompleta, corta o cortissima.<br />

Questo porta all’accumulo di Anidride Carbonica già ben spiegato.<br />

Siccome la fame d’Aria è causata proprio dal tasso di CO 2 presente, si innesta una<br />

spirale negativa che con già una brutta partenza peggiora rapidamente sempre di più<br />

Se il modo per interrompere questo circolo vizioso è quello descritto al punto 1, questo<br />

richiede non pochi sforzi per essere intrapreso.<br />

Bisogna pensare intensamente a una espirazione completa che sarà davvero<br />

"dolorosissima" nei primi momenti quando, cercando di interrompere il giro vizioso<br />

negativo, non avrai ancora instaurato un circuito positivo.<br />

Se non riesci a raggiungere subito l’espirazione totale perchè la fame d’Aria è tale che non<br />

puoi restare che pochi decimi di secondo senza inspirare, cerca di arrivare all’obiettivo<br />

poco a poco, guadagnando espirazione "centimetro dopo centimetro".<br />

Concentrati al massimo: a gravi livelli di affanno è davvero una bella lotta con se stessi;<br />

guadagna espirazione!<br />

Lo sforzo inspiratorio/espiratorio più elevato in profondità nonchè i consumi enormi che<br />

si hanno prima di normalizzare la respirazione (anch’essi drasticamente aumentati con la<br />

profondità) fanno di questo problema un fatto gravissimo nelle Immersioni profonde.<br />

Technical<br />

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Modulo 1


Modulo 1<br />

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Pure Tech Agency<br />

Se in un’immersione di questo tipo tu o il tuo compagno entrate in affanno e vi rimanete<br />

anche solo 1 o 2 minuti per risolvere la situazione, ciò è sufficiente per portare a zero<br />

la scorta di gas riservata per le emergenze e spesso anche molto di più, quindi questo<br />

problema deve essere prevenuto al massimo<br />

Come abbiamo detto situazioni di affanno grave sono in profondità davvero difficili da<br />

risolvere e probabilmente svuotano la bombola, però è anche vero che non esplodono<br />

mai in pochi secondi.<br />

Se il sub si trova "improvvisamente" in forte affanno che lo fa rendere conto di questa<br />

situazione solo quando "non respira più", ha denunciato una totale mancanza di attenzione<br />

alla respirazione in precedenza.<br />

Non perdere davvero mai il controllo della respirazione, non lasciarla andare mai<br />

da sola: la devi sentire parte di te, ascoltare anche con l’udito, monitorare senza<br />

interruzione.<br />

Prevenzione<br />

La tecnica più efficace per prevenire l’affanno è la pausa inspiratoria.<br />

Di essa abbiamo già scritto ma per altri motivi.<br />

Inerentemente all’argomento di cui ora, le apnee inspiratorie costringono il sub a prendere<br />

coscienza della propria respirazione e lo avvertono con anticipo di assetto mutato nella<br />

quantità di Anidride Carbonica (che, ricordiamo, è il gas stimolante all’atto respiratorio).<br />

Quando la pausa diminuisce o tende ad annullarsi il sub ravvisa un efficacissimo<br />

campanello d’allarme pre-affanno.<br />

Si noti che la pausa inspiratoria fu introdotta molti anni addietro appositamente per questo<br />

obiettivo.<br />

1.5 Avvelenamento da monossido di carbonio<br />

L’avvelenamento da Monossido di Carbonio è un problema che si presenta raramente<br />

con i sistemi di ricarica utilizzati oggi, che si avvalgono generalmente di motori elettrici,<br />

filtri aggiuntivi e centraline per gas puri.<br />

I vecchi sistemi funzionavano con dispositivi a benzina (attenzione quindi però ai<br />

compressori portatili a scoppio) e si correva quindi il rischio che del Monossido di Carbonio<br />

entrasse nelle bombole.<br />

Può essere prodotto però dalla combustione di olio di lubrificazione degli stessi<br />

compressori e-lettrici e passare attraverso filtri sporchi o malfunzionanti.<br />

Una concentrazione di CO pari a 0,002 atmosfere può essere fatale.<br />

Il CO è altamente tossico perchè si combina con l’emoglobina 200 volte più rapidamente<br />

dell’Ossigeno.<br />

Ciò porta all’ipossia perchè i globuli rossi non riescono più a fissare e trasportare<br />

Ossigeno.<br />

Segni / Sintomi<br />

1) Cerchio alla testa<br />

2) Mal di testa<br />

3) Pulsazioni alle tempie<br />

4) Nausea<br />

5) Vomito<br />

6) Pallore alle unghie e alle labbra<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

L’avvelenamento da CO può colpire il sub in profondità in un modo alquanto subdolo, in<br />

quanto si palesa solo in un secondo momento, all’inizio della risalita (quando la Pp dell’O 2<br />

si abbassa).<br />

Trattamento<br />

Portare la vittima all’Aria fresca e, ancor meglio, somministrargli Ossigeno.<br />

A volte è necessario il trattamento di Ossigenoterapia iperbarica; se la vittima non si<br />

riprende in pochi minuti e continua a essere cianotica, chiedi immediato soccorso.<br />

1.6 Ipotermia<br />

Segni / Sintomi<br />

1) Brividi Incontrollati<br />

2) Alterazioni della Parola<br />

3) Perdita di Mobilità nelle Mani<br />

4) Tatto e/o Percezioni Ambientali Attutite<br />

5) Difficoltà nell’Eseguire Procedure<br />

6) Mancanza di Coordinazione Generale<br />

7) Incapacità di Pensare Chiaramente<br />

8) Confusione Mentale<br />

Trattamento<br />

Portare il sub fuori dall’acqua e riscaldarlo tramite:<br />

1) Esercizio<br />

2) Bevande calde<br />

3) Doccia o bagno caldo<br />

Il metodo 3 è il migliore.<br />

Technical<br />

L’ipotermia è l’eccessivo raffreddamento degli<br />

organi vitali, una riduzione notevole della<br />

temperatura corporea interna. Occorre<br />

ricordare che durante le immersioni in Trimix la<br />

perdita di calore è molto più importante rispetto<br />

all’Aria, quindi occorre utilizzare un bombolino<br />

aggiuntivo caricato ad Aria o Argon per gestire<br />

la stagna.<br />

Cause<br />

1) le notevoli differenze termiche o<br />

2) le lunghe soste di decompressione che<br />

sussistono in un’Immersione Profonda;<br />

3) l’allagamento della muta stagna.<br />

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Modulo 1


Modulo 1<br />

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Pure Tech Agency<br />

Occorre ricordarsi di tenere gli arti fuori dall’acqua in modo che la zona interna<br />

venga riscaldata per prima; riscaldare prima gli arti è pericoloso perchè crea un<br />

deflusso sanguigno verso di essi a danno della circolazione nella zona centrale e può<br />

sopraggiungere il collasso cardiaco. Ipotermie molto spinte devono essere trattate in<br />

ospedale perchè necessitano di cure speciali.<br />

1.7 Malattia Da Decompressione<br />

La Malattia Da Decompressione risulta dalla formazione di bolle nel sangue e/o nei<br />

tessuti ed è causata da un’inadeguata decompressione dopo un’immersione<br />

Una decompressione inadeguata può aver luogo anche quando si sono rispettate tutte<br />

le precauzioni del caso<br />

Condizioni particolari del sub o condizioni alterate nell’ambiente circostante possono<br />

causare un assorbimento eccessivo di gas inerti o inibire la naturale eliminazione dei gas<br />

durante un normale procedimento di decompressione.<br />

Tempo di insorgenza<br />

Si presenta, generalmente, in un breve periodo di tempo dopo la risalita. Alcune sensazioni<br />

possono essere avvertite prima di raggiungere la superficie. La seguente statistica mostra<br />

i tempi di insorgenza dei sintomi dopo il raggiungimento della superficie:<br />

- 50% dei casi entro 30 minuti.<br />

- 85% dei casi entro 1 ora (35% fra 1/2 e 1 ora).<br />

- 95% dei casi entro 3 ore (10% fra 1 e 3 ore).<br />

- 1% dei casi dopo le 6 ore.<br />

I sintomi che insorgono dopo 24 ore o più probabilmente non sono imputabili a una Malattia<br />

Da Decompressione, a meno che non sia coinvolta l’altitudine.<br />

Segni / Sintomi e relativa frequenza<br />

1) Dolori Localizzati: 89%. ( Gamba: 30% - Braccio: 70% )<br />

2) Vertigini (Capogiri): 5.3%.<br />

3) Paralisi: 2.3%.<br />

4) Respiro Affannoso: 1.6%.<br />

5) Affaticamento Eccessivo e Dolore: 1.3%.<br />

6) Collasso con Perdita di Coscienza: 0.5%.<br />

Diagnosi<br />

Deve essere eseguita dalla persona meglio qualificata che si trova sul posto; la Valutazione<br />

primaria non deve quindi essere posticipata in attesa di una persona più qualificata.<br />

In caso di dubbio, devi considerare che il sub è affetto da una MDD e devi organizzare<br />

un trasporto immediato verso un centro medico/iperbarico mentre somministri Ossigeno<br />

puro e liquidi.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Tutti i sub devono avere, nella loro borsa per l’attrezzatura, sul libretto delle immersioni<br />

o ovunque sia facilmente identificabile e raggiungibile, le informazioni riguardanti sia<br />

le attrezzature mediche che la più vicina camera iperbarica, sia il modo come ottenere<br />

un’assistenza professionale. A tal proposito consigliamo la struttura DAN Europe.<br />

Come puoi vedere dall’ultima statistica proposta, il sintomo principale è il dolore al braccio<br />

o alla gamba.<br />

Il dolore è generalmente leggero all’inizio, ma poi peggiora progressivamente fino<br />

a diventare anche insopportabile. Può sembrare che arrivi direttamente dall’interno di un<br />

osso. Talvolta si pensa che sia dovuto a una distorsione muscolare o a un ematoma.<br />

Il dolore addominale (che può essere facilmente confuso con dolore da flatulenza) è un<br />

sintomo molto grave, poiché può essere il segnale di un’embolia alla colonna vertebrale.<br />

Incidenza di forme "silenti" e sintomatologia di esse<br />

A prescindere dalle manifestazioni evidenti come gli ultimi esempi poco sopra, CMAS-<strong>PTA</strong><br />

è dell’opinione che molti sub abbiano sofferto di embolie e che non ne siano coscienti,<br />

forse perchè non sanno cosa controllare o quali sensazioni dovrebbero provare.<br />

Questo, oltre a provocare danni nel tempo dovuti a necrosi del tessuto interessato<br />

(osseo, muscolare), rende la parte sofferente più a rischio embolico nelle immersioni a<br />

seguire, sino a quando si può manifestare (questa volta grave e ben sensibile) un’embolo<br />

in quella zona. Poiché stai partecipando a un corso d’immersione profonda tecnica e ti<br />

troverai a dover effettuare delle immersioni a rischio maggiore dell’ambiente ricreativo, ti<br />

spiegheremo in dettaglio cosa devi controllare.<br />

Pizzicori, brivido, prurito, bruciatura della pelle, localizzati in una piccola area, che si<br />

espandono e poi tornano a essere localizzati. Dolori lievi. Questo tipo di sensazioni è<br />

spesso un primo sintomo.<br />

Si deve anche controllare l’insorgenza di eruzioni cutanee o macchie.<br />

Cerca sempre e comunque un’assistenza professionale, non farti condizionare dalla<br />

piccolezza di questi segni/sintomi: l’evoluzione potrebbe essere rapida e grave<br />

Un’involuzione potrebbe comunque lasciare gli strascichi sopra descritti da qualificare e quantificare.<br />

Segni / Sintomi per incidenza al sistema nervoso (MDD tipo II):<br />

1) Capogiri, barcollii, vertigini<br />

2) Mal di testa<br />

3) Perdita progressiva di tatto in parti di pelle, indolenzimento, insensibilità,<br />

intorpidimento, irrigidimento, paralisi muscolare<br />

4) Senso inusuale di fatica<br />

5) Debolezza muscolare, presa scarsa, leggera resistenza a inibire il movimento<br />

6) Perdita di controllo degli intestini<br />

7) Incapacità di urinare<br />

8) Cerchio doloroso all’addome<br />

9) Disturbi visivi<br />

10) Ronzio nelle orecchie<br />

11) Tosse *<br />

12) Respiro corto e affannoso *<br />

13) Dolore durante un’inspirazione profonda.*<br />

14) Sincope<br />

15) Convulsioni.<br />

16) Collasso<br />

17) Perdita di coscienza<br />

Technical<br />

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Pure Tech Agency<br />

Il n° 7 deve far seguire una sospensione nell’ingestione di liquidi.<br />

Il n° 9 può portare a temporanea cecità.<br />

Il n° 11 può essere persistente e secca, inefficace.<br />

* I n° 11 - 12 - 13 sono segni/sintomi di un interessamento della zona cardio-polmonare;<br />

questi segni/sintomi devono essere considerati gravissimi.<br />

Se viene interessato il Sistema Nervoso Centrale il problema è molto serio e richiede<br />

un intervento immediato.<br />

Se si riscontrano segni che potrebbero far pensare a un coinvolgimento del sistema nervoso,<br />

il sub deve essere ricoverato in una camera iperbarica il più velocemente possibile.<br />

Segni / Sintomi meno gravi (MDD tipo I):<br />

1) Debolezza, Fatica<br />

2) Prurito<br />

3) Pizzichio.<br />

4) Macchie blu sulla pelle<br />

5) Dolori Localizzati<br />

6) Cambi di Umore e/o di Attenzione<br />

Il n° 5 si presenta normalmente nelle giunture: gomito, ginocchio, spalla, ecc.. Può<br />

essere intermittente.<br />

Qualsiasi sintomo avvertito in acqua (per esempio: in decompressione) deve essere<br />

considerato grave. Qualsiasi sintomo di tipo I che perdura oltre l’ora o non sparisce<br />

rapidamente dopo respirazione di Ossigeno puro e ingestione di liquidi, deve essere<br />

considerato grave nota che spesso MDD spinali del tipo II iniziano con segni/sintomi<br />

striscianti e il sub viene distratto da altre manifestazioni di dolore<br />

Comportamenti umani distorsivi<br />

Considera che purtroppo sono talmente normali e diffusi da imporci di dedicare un capitolo<br />

apposito.<br />

Esiste sempre una fortissima tendenza a non accettare, minimizzare o nascondere il<br />

sospetto e perfino la consapevolezza di essere soggetto a MDD.<br />

Il Subacqueo ha grande testardaggine nello spostare il problema ad altre cause quali sforzi,<br />

strappi muscolari, dolori da urto, ematomi, mal di mare, ecc., ecc.. Questo comporta un<br />

ritardo nell’attivare la procedura d’emergenza o addirittura un rifiuto di usare la procedura<br />

immediatamente sul posto.<br />

Le cause di questo comportamento sono psicologiche e vanno dal rifiuto mentale di essere<br />

in difficoltà al ritenere che si risolverà tutto da solo, al pensiero frustrante di sentirsi stupido<br />

nei confronti degli altri, al timore di dare fastidio, di rovinare la giornata, ecc...<br />

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Ebbene a che cosa serve conoscere tutti i segni/sintomi dell’MDD se poi non ci fai<br />

caso o li nascondi?<br />

Vale la pena di fare alcune considerazioni.<br />

Sul fatto che tutto si risolva da sè ci sono serissimi dubbi.<br />

Può succedere che un MDD di scarsa importanza regredisca, ma se non sottoposti al<br />

trattamento per questa che è una vera e propria malattia, i tessuti interessati saranno<br />

stati inevitabilmente rovinati per il resto della vita (anche se non te ne rendi conto) e ti<br />

metteranno a rischio per le immersioni future: il problema cacciato dalla porta rientra poi<br />

dalla finestra.<br />

Inoltre queste sono rare coincidenze "fortuite", nella stragrande maggioranza dei casi i<br />

segni/sintomi sono solo le prime avvisaglie di problematiche più serie che stanno per<br />

arrivare.<br />

In quest’ottica la giornata più aspetti e peggio sarà rovinata e il semplice "fastidio" che<br />

in quel momento senti di dover dare agli altri sarà poi decuplicato, sottoponendo i tuoi<br />

compagni a serie paure e forse anche a impegnativi interventi di soccorso con te non<br />

collaborante.<br />

Abbiamo inoltre ampiamente visto che naturalmente l’MDD è un rischio sempre<br />

presente, statisticamente non eliminabile in tutte le immersioni e di più nelle Immersioni<br />

Profonde e con lunghe decompressioni, anche se tutte le regole sono state seguite.<br />

Non è quindi automaticamente segno di inesperienza o di errori: se non ne hai commessi<br />

non c’è nessuna perdita di immagine.<br />

Se sai di aver commesso errori volontari e sei conscio di doverli denunciare con<br />

l’ufficializzazione dei sintomi la situazione è invece comprensibilmente imbarazzante.<br />

Ma comunque non vi è scampo, non è questo il momento per rimediare a quegli errori<br />

che ormai sono stati fatti, questo è solo il momento di non aggiungerne altri. Ragiona: stai<br />

pagando la tua avventatezza, è giusto, te lo meriti e a questo punto devi accettarlo.<br />

Abbi il coraggio di prenderti le tue responsabilità e la saggezza di evitare di pagare<br />

uno scotto ancor più caro: se sei conscio di aver commesso errori, hai validi motivi per<br />

stare certo che la situazione si aggraverà.<br />

In ogni caso l’allertamento della struttura di emergenza scelta deve essere fatto<br />

subito, anche se in dubbio: ciò sta a significare che non dovrai necessAriamente andare<br />

in camera iperbarica (seguirai procedure che la struttura ti richiederà a seconda dei casi e<br />

se si trattava di solo sospetto lo si saprà facilmente) ma la struttura di soccorso sarà stata<br />

allertata e in caso di eventuale peggioramento sarà immediatamente operativa a grande<br />

vantaggio di tutti e soprattutto tuo.<br />

Operatività<br />

Molti dei sintomi delle diverse malattie correlate all’attività subacquea sono gli stessi<br />

e potrebbero confondere persino i più esperti del campo: in caso di dubbio, attiva il<br />

trattamento relativo alla Malattia Da Decompressione; non è nemmeno necessario<br />

distinguere fra tipo I e II, visto che la divisione è puramente didattica e non inficia<br />

minimamente le procedure a intraprendersi<br />

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Pure Tech Agency<br />

Molti dei sintomi di una Malattia Da Decompressione sono uguali a quelli di Embolia<br />

Traumatica e poiché il trattamento previsto per quest’ultima è in grandissima parte<br />

identico a quello per la Malattia Da Decompressione, anche in questo caso una<br />

distinzione di diagnosi non risulta essere importante.<br />

Non tutti i pazienti hanno bisogno di una ricompressione immediata; un certo ritardo può<br />

essere accettabile mentre la vittima viene trasportata in una camera iperbarica o in un<br />

centro medico.<br />

L’Ossigeno deve continuare a essere somministrato anche durante il trasporto.<br />

Quando si muove la vittima verso un centro attrezzato, occorre che venga mantenuta<br />

sdraiata.<br />

Questa posizione aiuta a mantenere lontane le bolle da zone critiche.<br />

Inoltre, la vittima deve essere mantenuta al caldo.<br />

Se il paziente viene trasportato con elicottero, la quota di volo deve essere la più bassa<br />

possibile; raggiungere altitudini elevate causa un’ulteriore diminuzione della pressione<br />

esterna e un possibile aggravarsi dei sintomi con conseguenti complicazioni.<br />

Ripetiamo che l’ingestione di liquidi in abbondanza (1/2 litri) e la respirazione di Ossigeno<br />

sono vitali.<br />

Noi qui non ci soffermeremo più specificatamente sui motivi e sulle varie forme con le quali<br />

il soccorso deve venire effettuato: non è questo il corso adatto.<br />

Consigliamo vivissimamente di frequentare un corso appropriato che ti spieghi tutto ciò<br />

che devi sapere sull’MDD e sull’uso corretto delle attrezzature consigliate e indispensabili<br />

per la migliore cura.<br />

Ricompressione in acqua<br />

Tale procedura richiede troppo tempo, una quantità extra di Aria (o miscela o Ossigeno<br />

puro) veramente ingente (e doppia: ricorda che deve essere presente almeno 1<br />

Assistente per tutta la durata), un’attenzione professionale basata sul giusto rapporto<br />

fra profondità e tempi (riportare un subacqueo sott’acqua può causare ulteriori problemi<br />

con l’assorbimento di Azoto), oltre a quelli legati a condizioni fisiche ambientali che nel<br />

mar Mediterraneo significano freddo intenso.<br />

CMAS-<strong>PTA</strong> non è contro la I.W.R. (In Water Recompression) in senso assoluto,<br />

semplicemente prende atto che è molto complicata. Quindi ritiene sia da usare - per<br />

chi sa e può - solo in casi disperati o in scenari che non offrano altro tipo di assistenza<br />

(luoghi remoti, ecc.).<br />

Non è scopo di questo corso addentrarci in tecniche IWR<br />

Fattori Predisponenti / Scatenanti<br />

1) Disidratazione<br />

2) Obesità<br />

3) Esercizio fisico<br />

4) Cattiva condizione fisica<br />

5) Problemi circolatori generali<br />

6) Problemi circolatori locali<br />

7) Freddo<br />

8) Tassi elevati di Anidride Carbonica<br />

Il punto 1 è causato dalla normale "condizione del sub".<br />

Infatti il sub spesso suda nel vestirsi; respira sempre miscela secca deumidificata e cede<br />

grosse quantità di acqua a essa attraverso i polmoni; urina molto di più in acqua a causa<br />

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della pressione idrostatica che riduce la circolazione periferica a favore della centrale,<br />

causando un’alterata interpretazione dei ricettori (sfortunatamente posti tutti nel tronco)<br />

che interpretano ciò come un’incremento di liquidi che va normalizzato urinando (che poi<br />

si urini o no questo non c’entra, l’acqua è stata però tolta dal sangue e immagazzinata<br />

nei reni).<br />

A ciò si può aggiungere la mancata ingestione di liquidi per non peggiorare eventuali<br />

condizioni di mal di mare.<br />

Va assolutamente evitata, per non peggiorare il già triste quadro, l’ingestione di diuretici<br />

come caffè e alcoolici.<br />

La disidratazione è importante perchè diminuisce il volume del sangue e lo rende meno<br />

fluido.<br />

Questo causa un trasporto di bolle più complicato e noi sappiamo che le bolle ci danno<br />

fastidio solo e proprio quando si fermano.<br />

Inoltre occorre considerare anche eventuali diete che alterano il metabolismo, riducendo<br />

molto i liquidi che vengono eliminati già nei primi giorni di dieta.<br />

Il punto 2 è dovuto al fatto che l’Azoto si lega meglio con i lipidi.<br />

Si avrà in questo caso una desaturazione più lenta di quella normalmente calcolata nei<br />

computer o nelle tabelle: dovrai usare profili più conservativi.<br />

Si considera obeso chi è oltre il 20% sopra il proprio oggettivo peso forma.<br />

Il punto 3 comprende gli esercizi prima, durante e dopo l’immersione.<br />

L’esercizio velocizza il metabolismo causando un maggior accumulo di Azoto in saturazione<br />

e un maggior rilascio dello stesso in decompressione. Ricorda che anche in superficie ti<br />

stai decomprimendo ancora.<br />

Questi casi portano evidentemente a un maggior rischio di MDD globale e specificatamente<br />

rivolto ai tessuti interessati allo sforzo.<br />

Oltre a un senso stretto della parola esercizio, vi è anche un senso lato, cioè tutte le azioni<br />

che compiamo normalmente; esercizio dunque è un pasto, una camminata, ecc..<br />

Ogni azione che muti il nostro metabolismo oltre il normale causa rischio di MDD.<br />

Una corsa, una doccia o bagno caldo, ecc. sono fattori di rischio immediato.<br />

Un sonno può essere fattore di rischio per l’immersione ripetitiva.<br />

Infatti in questo caso il metabolismo rallenta e così anche il rilascio d’Azoto, avendo una<br />

quantità residua maggiore di quanto previsto dalla tabella o dal computer, in caso di<br />

immersione ripetitiva.<br />

Il punto 4 comprende malessere, stanchezza, sonno, malattia, ecc..<br />

Assimilabile a cattive condizioni fisiche c’è la condizione polmonare dei fumatori.<br />

Nota che il fumo da sigaretta altera sensibilmente gli scambi gassosi ed è fortemente<br />

deleterio se inalato prima o dopo l’immersione.<br />

I punti 5 e 6 causano una differente esposizione e scambio dei gas sia a livello<br />

generale che locale.<br />

Minore efficacia circolatoria e vascolare generale si riscontra con l’età o con malattie che<br />

presentano questa patologia.<br />

Localmente è riscontrabile dopo traumi muscolari, articolari o ossei (o altri).<br />

Nota che i traumi articolari e soprattutto ossei sono assai lunghi a guarire (si intende<br />

a recuperare la quasi totalità delle funzionalità circolatorie interne) e devono essere<br />

considerati fattore predisponente/scatenante anche per alcuni anni.<br />

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Pure Tech Agency<br />

Il punto 7 è un fattore predisponente/scatenante della MDD in quanto gli scambi gassosi<br />

in soluzione sono regolati anche dal calore dei tessuti (legge di Henry). In situazioni di<br />

anormale temperatura degli stessi viene alterata la velocità saturativa/desaturativa<br />

dell’Azoto.<br />

Il punto 8 è un fattore Predisponente in quanto sintomo di cattiva respirazione e/o di<br />

lavoro fisico.<br />

1.8 Spunti di riflessione sulla MDD<br />

Normalmente tutte le procedure di soccorso prendono in considerazione il da farsi<br />

fuori dall’acqua, ma se ci si rende conto o si sospetta di essere affetti da MDD in<br />

acqua?<br />

In questo caso, come in molti altri, non può esistere un sistema preciso e assoluto,<br />

le variabili a cui si è sottoposti sono parecchie: immersione da solo o con compagno,<br />

compagno in difficoltà anch’egli o sano, tempo restante di decompressione, quota attuale<br />

di decompressione, disponibilità di mezzi in acqua e/o in superficie, disponibilità di<br />

assistenza qualificata e/o di aiuti in superficie, distanza dalla terraferma, ecc..<br />

Siamo in una situazione estremamente intricata e nelle prossime righe più che varie<br />

procedure standard trarremo numerosi spunti di riflessione che serviranno a meglio<br />

programmare le immersioni constatando l’importanza dei mezzi e dell’assistenza nonché<br />

a darti informazioni che ti possano mettere in grado di prendere autonome e personali<br />

decisioni.<br />

Ripetiamo che ciò che segue quindi non sono standard <strong>PTA</strong>, ma solo riflessioni<br />

Supponiamo che in decompressione a - 6 m tu avverta sintomi leggeri di MDD o ne<br />

abbia il dubbio<br />

Ti sarà purtroppo chiaro che avvertiti già in acqua i sintomi, anche se modesti, sono presagio<br />

di gravi disturbi, quindi sono probabili veloci peggioramenti con possibili precipitazioni di<br />

manifestazioni emboliche del tipo II ovverosia neurologiche. Che fare ?<br />

La procedura è ovviamente sempre la stessa di una sintomatologia riscontrata fuori<br />

dall’acqua: immediato trasporto in camera iperbarica e quindi altrettanto istantanea<br />

uscita dall’acqua<br />

Non vi sono dubbi che il comportamento da seguire sia questo e approfittiamo di questo<br />

specifico paragrafo per confermarlo ulteriormente e sottolinearlo.<br />

Il fatto è che il trasporto immediato, se la sintomatologia si dichiara in acqua, in realtà non<br />

si può quasi mai avere e in questi casi di attesa forzata (e solo in questi casi) bisogna<br />

cercare di impiegare al meglio il ritardo, a volte anche notevole, che si sarà accumulato<br />

prima dell’inizio del trasporto della vittima.<br />

Infatti se i sintomi si dichiarano alla fine dell’immersione non dovremo fare altro che mettere<br />

in moto e partire (se già non siamo nel viaggio di ritorno); se invece accadono in acqua ci<br />

saranno 1 o più compagni che dovranno terminare la decompressione, o vogliamo che il<br />

tuo incidente si ripercuota sull’intero Team?<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

A meno che non ci siano più barche o che una barca di passaggio si renda disponibile a<br />

portarti a terra (eventualità fortuite), dovrai quindi aspettare che tutti gli altri sub abbiano<br />

finito la decompressione<br />

Tra l’altro anche le fortuite soluzioni poc’anzi citate non sono poi certo il massimo.<br />

Potresti trovarti con uno sconosciuto che ti accompagna più velocemente in ospedale ma<br />

non sa allertare i soccorsi giusti o intervenire su di te se durante il trasporto la situazione<br />

si aggrava, nè saper intervenire con le attrezzature medicali sia per l’Ossigeno che per<br />

tutte le altre casistiche (che oltretutto probabilmente non possiede in barca): saresti in<br />

balia del fato.<br />

Oppure potrebbe succedere che il gruppo di sub venga abbandonato a se stesso senza<br />

nessuno pratico a calare o far risalire le bombole decompressive e tutti ne abbiamo viste<br />

di tutti i colori: bombole che vengono mollate, tirate sulla barca con i sub ancora attaccati<br />

al boccaglio, ecc., ecc..<br />

Inoltre nessuno di questi avrebbe più la disponibilità della borsa di soccorso e dell’Ossigeno<br />

normobarico che è chiaramente con te: sei proprio sicuro di essere il solo che starà<br />

male?<br />

Anche se ci sono più barche e l’assistente di superficie scappa con te (per darti l’eventuale<br />

soccorso necessario) prendendo quella non d’appoggio ai subacquei, l’intero Team verrà<br />

lasciato solo: stai creando i migliori presupposti per ingrandire il numero di incidentati<br />

senza che questi poi abbiano telefono, assistenza umana e attrezzatura di soccorso: non<br />

si può fare.<br />

A meno che i subacquei non abbiano ancora pochi minuti alla risalita (in questo caso<br />

puoi saltare sulla barca per primo approfittando dello spazio per sistemarti al meglio), o<br />

che lo sbarco sia a una manciata di secondi (se ti accompagna una barca passata lì per<br />

caso i minuti potrebbero essere fatali in caso di blocco respiratorio o cardiorespiratorio;<br />

naturalmente poi sul posto ci dovrà di sicuro essere già un’ambulanza, sennò se ne avessi<br />

bisogno chi te la può fare la BLS-D quando sbarchi - ricorda che sei un caso grave), dovrai<br />

dunque restare inchiodato alla barca sino a quando l’ultimo sarà uscito dall’acqua.<br />

E visto che si può trattare di Immersioni profonde tecniche, potresti aspettare anche per<br />

uno spazio di tempo intorno a 1 ora, anche se ti viene a prendere una motovedetta o<br />

un’elicottero, ci vogliono sempre almeno minimo mezz’ora/45 minuti dalla chiamata e<br />

forse di più.<br />

Tanto vale quindi in questi casi cercare di ottimizzare i tempi d’attesa stando nell’"assetto"<br />

più curativo possibile; cosa fare?<br />

Innanzi tutto avvisa immediatamente il compagno e chiedi quali sono le sue<br />

condizioni; se anch’egli accusa sintomi ed è l’unico presente in acqua non c’è dubbio,<br />

soluzione standard: saltate in barca tutti e 2 e via con le solite procedure.<br />

Se sei l’unico ad accusare sintomi di MDD, a meno che non siano possibili i 2 casi<br />

sopraelencati, dovrai quindi molto probabilmente rassegnarti ad aspettare l’uscita di tutti.<br />

Prendi decisioni rapidissime. Il quadro potrebbe peggiorare molto velocemente e peggio<br />

stai meno hai capacità e voglia di ragionare e di seguire poi ciò che hai deciso di fare.<br />

E ricorda che tutto ciò è valido se incominci la procedura all’avvertire leggeri sintomi,<br />

è chiaro che se improvvisamente ti vengono crisi di vomito, giramenti di vista, ecc. che non<br />

ti rendono più padrone della situazione, non devi nemmeno tentare di fare nulla in acqua<br />

e uscirvi quanto prima.<br />

Technical<br />

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Modulo 1


Modulo 1<br />

48<br />

Pure Tech Agency<br />

Dovresti già sapere quali sono le disponibilità di mezzi e uomini per un’emergenza di<br />

questo tipo.<br />

Supponiamo di avere proprio tutto il necessario: una bombola di Ossigeno puro a - 6<br />

m con liquidi succhiabili nella propria tasca o in un apposito cestino ove c’è anche la<br />

lavagnetta per comunicazioni in superficie, un’assistente qualificato sulla barca o fuori<br />

dall’acqua con liquidi, Ossigeno puro disponibile a richiesta e a flusso continuo e telefono<br />

portatile per allertare il soccorso.<br />

A questo punto non ti resta che dare un’occhiata alla quota di decompressione attuale,<br />

hai 3 possibilità:<br />

1) a - 6 m,<br />

2) a profondità inferiore a - 6 m,<br />

3) a profondità superiore a - 6 m.<br />

Caso 1) Ti trovi a - 6 m.<br />

In questo caso la decisione è certamente quella di passare a Ossigeno puro e bere liquidi<br />

stando dove sei.<br />

Il sollievo, nella stragrande maggioranza dei casi, è pressochè immediato.<br />

L’Assistente di superficie deve essere avvisato che è in corso un’emergenza: lo farà<br />

il compagno o puoi farlo tu solo dopo aver preso contatto con l’Ossigeno e ingerito liquidi:<br />

per queste procedure non puoi aspettare.<br />

Dimentica i tempi che dovresti fare, non servono più.<br />

Stando a - 6 m, respira Ossigeno per 25 minuti, fai una pausa di 5 minuti con gas di fondo,<br />

riprendi la respirazione a Ossigeno per altri 10 minuti.<br />

Passa poi ai - 3 m ed esaurisci la bombola sempre facendo una pausa di 5 minuti con gas<br />

di fondo ogni 25 minuti di respirazione di Ossigeno.<br />

Esci dall’acqua e affidati alle cure dell’assistente che avrà allertato il soccorso e ti farà<br />

respirare Ossigeno puro per tutto il trasporto, stando attento a un peggioramento delle tue<br />

condizioni e intervenendo con perizia se necessario.<br />

Quando avrai finito la bombola a Ossigeno, avrai gas di fondo rimanente nelle bombole<br />

e potresti essere tentato di rimanere ai - 3 m continuando a respirare gas di fondo. Non<br />

farlo! è enormemente più efficace respirare Ossigeno puro in superficie che non Aria<br />

o Trimix a - 3 m.<br />

Non devi inoltre nemmeno pensare di scendere a profondità maggiori con l’Aria o trimix<br />

disponibile, questo aggraverebbe fortemente le tue condizioni:<br />

Finito l’Ossigeno in acqua, respira Ossigeno fuori dall’acqua!!!<br />

Tutto ciò è valido se le tue condizioni in acqua migliorano o quantomeno rimangono<br />

invariate.<br />

Se le tue condizioni in acqua malauguratamente peggiorassero, non resta che uscirvi<br />

senza alcun indugio<br />

Caso 2) Ti trovi a - 3 m, ritorna ai 6 e fai esattamente come sopra scritto.<br />

La parziale compressione delle bolle ti darà maggior sollievo e farà in modo che la<br />

procedura curativa sia maggiormente efficace.<br />

Caso 3) Sei oltre i - 6 m.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

L’Ossigeno non si può assolutamente respirare oltre i - 6 m.<br />

Le possibilità quindi sono:<br />

A) eguire la decompressione richiesta sino al momento in cui arrivi a - 6 m e lì poi<br />

respirare Ossigeno;<br />

B) saltare subito a Ossigeno puro a 6 m senza fare la decompressione richiesta;<br />

C) uscire subito dall’acqua senza alcuna sosta.<br />

Il dubbio non c’è se sei a - 9 m e ti rimangono per esempio: 2 minuti a questo livello (in<br />

questo caso passi subito a Ossigeno sui - 6 m).<br />

Se invece sei a - 15 e hai per esempio: 35 minuti prima di toccare i - 6 il dilemma esiste.<br />

Ragionando per logica devi pensare che ora sei sotto MDD.<br />

Le tabelle (e quindi gli stop e i tempi richiesti) servono per la prevenzione dell’MDD,<br />

non per la cura; nemmeno la procedura di decompressione omessa o interrotta (che si<br />

richiama a un ingigantimento del piano tabellare di base) è efficace nella cura dell’MDD,<br />

quindi non ha senso continuare con esse e il punto a) deve venire escluso: i sintomi<br />

probabilmente si aggraverebbero molto e ben prima di poter arrivare ai - 6 m.<br />

Dato che sei embolizzato, devi procedere nella migliore cura di tale problema.<br />

La migliore cura è Ossigeno puro iperbarico e liquidi, quindi puoi decidere di fare<br />

subito il salto a - 6 m e attivare le stesse procedure viste prima., sappi però che è piuttosto<br />

rischioso.<br />

Mentre nei 2 casi precedenti eri rimasto a profondità costante o addirittura avevi<br />

incrementato la stessa, ora la stai fortemente diminuendo e ciò potrebbe aggravare le<br />

tue condizioni in modo difficilmente stimabile e possibilmente superiore alle potenzialità<br />

curative dell’Ossigeno puro/ingestione di liquidi.<br />

Vi è da dire del resto che se invece di fermarti ai - 6 salti in barca, le tue condizioni<br />

sarebbero ovviamente ancora peggiori e inoltre l’Ossigeno respirato a 1 Bar (invece di 1,6<br />

Bar a - 6 m) sarebbe una cura meno efficace.<br />

Sotto quest’ottica (uscire per uscire) e sempre se sai che dovrai aspettare in barca i<br />

Tuoi compagni senza muoverti- è meglio tentare una (attenta e pronta alla fuga) sosta<br />

in Ossigeno puro ai - 6 m, sempreché nel frattempo le condizioni non siano peggiorate o<br />

peggiorino durante la sosta stessa, che verrà programmata come negli altri casi.<br />

Considerazioni iniziali<br />

Dopo quanto esposto, desideriamo soffermarci su alcuni semplici punti-base.<br />

1) Se non c’è nessuno in superficie che fa da assistente, sarai da solo in barca mentre<br />

i tuoi compagni decomprimono (immagina per 1 ora o più), o obbligherai un tuo<br />

compagno a risalire con te per prestarti inizialmente (sul poi sarà il fato a decidere)<br />

aiuto, con possibili gravissime conseguenze in entrambi i casi.<br />

Nota che un assistente che non conosca le pratiche necessarie e/o non sappia<br />

usare l’attrezzatura nel modo corretto è come non ci fosse.<br />

2) Visto che si parla di embolia grave e già sopraggiunta da tempo quando si esce<br />

dall’acqua, è necessario avere non solo una bombola di Ossigeno che dia il gas a<br />

domanda, ma anche a flusso continuo per eventuali pratiche rianimative; non serve<br />

dunque in superficie una bombola a uso subacqueo (con erogatori).<br />

3) In tutti gli scenari considerati è di grande peso la bombola di Ossigeno puro a - 6 m,<br />

che aiuta moltissimo o può risolvere la situazione.<br />

Technical<br />

49<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

50<br />

Pure Tech Agency<br />

In quest’ottica va prevista una bombola aggiuntiva rispetto a quelle indossate, da<br />

lasciarla utilizzare solo per le emergenze, nessuno deve utilizzarla per la normale<br />

decompressione, altrimenti quando necessario sarà vuota o insufficiente.<br />

Questa potrebbe essere utile anche in barca se il subacqueo è cosciente; a questo<br />

proposito il sub respirerà Ossigeno puro se isolerà il naso con degli stringinaso<br />

(che devono esserci nella valigia di soccorso), con la maschera (sconsigliato perchè<br />

fastidiosa, stressante) o con le dita.<br />

l’Ossigeno deve essere puro al 100%!<br />

4) Anche in acqua deve esserci la possibilità di bere.<br />

Se non c’è un cestino apposito, ognuno deve portarsi indosso almeno 1/2 litro di<br />

bevanda; in caso di emergenza i compagni daranno la propria parte alla vittima (che<br />

deve bere circa 1,5 litri).<br />

Considerazioni finali<br />

Quanto sopra accadrebbe veramente se ti capitasse l’emergenza supposta.<br />

Se quanto sopra esposto lo consideri elucubrazioni teoriche maniacali o "pessimistiche",<br />

ti dà fastidio o tendi mentalmente ad allontanarlo sentendolo come inutile, è gravissimo:<br />

non hai ancora capito proprio nulla dell’attitudine che deve avere un subacqueo tecnico,<br />

ovvero un subacqueo che:<br />

a) Come indica la stessa parola "tecnico" è molto più riflessivo di un subacqueo<br />

Ricreativo e deve operare mentalmente in tal modo non solamente per superiore<br />

tecnicismo ma per la sua stessa sicurezza, poiché estendendo il range operativo si<br />

può mettere in situazioni di rischio sconosciute a un subacqueo ricreativo.<br />

Se sei sorpreso dalla minuzia con la quale vengono considerati i vari scenari, è normale,<br />

non sei abituato a pensare in questo modo così completo.<br />

Ma attenzione: completo, non esagerato.<br />

Ti ci devi abituare e devi usare questo sistema d’indagine in ogni sezione d’immersione al<br />

fine di poter mettere alla luce ogni possibile problematica, dargli peso e soluzione/i.<br />

Tale sistema risponde al nome di visualizzazione, porta all’ analisi del rischio e ha<br />

come obiettivo quindi la prevenzione / risoluzione dei problemi e dunque per finire la<br />

sicurezza intrinseca dell’immersione in ogni sua fase<br />

Questi importantissimi principi verranno spiegati nel capitolo seguente, intanto vediamo<br />

cosa abbiamo ottenuto con i precedenti "spunti di riflessione".<br />

1) Un test sul tuo approccio iniziale al sistema d’indagine usato.<br />

Come poc’anzi scritto, se sei fuori ottica rientra subito nei ranghi proposti o non farai<br />

mai tuo questo corso nè saranno mai sicure le tue immersioni. Rifletti parecchio su<br />

questo punto.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

2) La considerazione che tale sistema d’indagine non è applicabile solo alla problematica<br />

presentata (era solo un esempio) ma a tutte quelle che in ogni singola immersione<br />

si possono presentare.<br />

3) La codifica di tale sistema come il sistema della visualizzazione.<br />

4) Nello specifico esempio portato, la difficoltà con la quale (nelle condizioni supposte,<br />

che sono le migliori di uomini e mezzi) viene affrontato il problema di una MDD<br />

sintomatica in acqua, ti deve richiamare all’importanza della struttura globale di<br />

emergenza.<br />

Non vogliamo elencare la quantità infinita di scenari drammatici che si possono<br />

verificare a seconda della mancanza di questo o quell’elemento di sicurezza;<br />

domandati "cosa succede se …?".<br />

Domandatelo sempre. Non è pessimismo, è realismo.<br />

1.9 In caso di incidenti<br />

Registrazione / Importanza<br />

Un’accurata registrazione dei fatti in caso di incidenti ha un ruolo determinante in caso<br />

di procedure legali e inoltre è preziosissima per rivedere e migliorare le tecniche di<br />

prevenzione degli incidenti subacquei e rendere più adeguata la sicurezza durante le<br />

immersioni.<br />

è ugualmente importante registrare anche gli incidenti più piccoli che potrebbero però<br />

avere avuto conseguenze serie: studiare gli insuccessi, gli errori, le condizioni ambientali<br />

pericolose e le difficoltà legate all’attrezzatura, ecc., aiuta a migliorare la sicurezza<br />

subacquea proprio dove non è ancora al massimo.<br />

Quando hai qualche problema o ti succede un incidente, parlane con il tuo Istruttore<br />

CMAS-<strong>PTA</strong>, egli saprà identificare le cause e concause di esso e ti dirà cosa devi fare per<br />

immergerti nuovamente in maggiore sicurezza. Egli, se lo ritiene opportuno, lo comunicherà<br />

al fine di prendere le opportune contromisure a scopo didattico.<br />

Se non fai questo, rischi di incorrere nello stesso incidente o similari in futuro. Non affidarti<br />

solo alla tua personale capacità di giudizio, ricorda che un incidente o problema dipende<br />

sempre da una discreta serie di fattori alcuni insospettabili che richiedono una grande<br />

esperienza per essere identificati; chiedi aiuto e consiglio all’Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong>.!<br />

Technical<br />

51<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

52<br />

Attrezzatura<br />

1) Kit di Pronto Soccorso completo e<br />

Manuale del Pronto Soccorso<br />

2) Dispositivo per la rianimazione<br />

a Ossigeno con n° 2 erogatori<br />

preferibilmente a domanda + 2<br />

sacche polmone a flusso continu.<br />

3) Acqua o liquidi<br />

4) Coperte<br />

5) Galleggianti in superficie con<br />

cimette<br />

6) Equipaggiamento subacqueo di<br />

scorta, in particolare un ulteriore<br />

dispositivo a Aria.<br />

7) Attrezzatura per comunicazioni<br />

8) Frequentazione a un corso di<br />

salvataggio (Rescue), di primo<br />

soccorso<br />

(Medic First Aid) e di soccorso<br />

con Ossigeno (Oxigen Provider)<br />

Pure Tech Agency<br />

Informazioni<br />

1) Numero di telefono e/o frequenza radio della Polizia, dei Carabinieri, dei pompieri,<br />

dell’Ospedale, della Capitaneria di Porto, del servizio assistenza bagnanti, della<br />

camera iperbarica, di un medico specializzato in incidenti subacquei, del DAN o<br />

altra assistenza specializzata<br />

2) Ubicazione, numero di telefono e metodo di trasporto alla camera iperbarica<br />

aperta e funzionante<br />

3) Per ogni partecipante all’immersione: nome, numero di telefono, persona/e da<br />

contattare in caso di emergenza<br />

Technical<br />

Metodi di<br />

Comunicazione<br />

1) Parola d’ordine per mandare a<br />

chiamare aiuto<br />

2) Segnali manuali da usare<br />

sott’acqua e in superficie<br />

3) Bandiere: di immersione e<br />

Internazionali<br />

4) Fischietti<br />

5) Segnali luminosi<br />

6) Richiamo subacqueo o sistema di<br />

comunicazione<br />

7) Radio<br />

8) Telefono<br />

9) Lavagna


Dopo un Incidente<br />

1) Tutti gli sforzi devono innanzitutto<br />

essere rivolti alla vittima<br />

2) Porta in salvo la vittima e proteggila<br />

da altri pericoli<br />

3) Non lasciare da sola la vittima<br />

4) Attiva le procedure del Pronto<br />

Soccorso previste per lo stato di<br />

shock, mancanza di respirazione,<br />

sanguinamento e per altre situazioni<br />

gravi legate all’attività subacquea,<br />

come a esempio l’embolia o la<br />

malattia da decompressione.<br />

Si raccomanda sempre l’uso di<br />

Ossigeno<br />

5) Manda a chiamare aiuto e controlla<br />

che sia stato fatto, controlla la folla,<br />

ottieni l’attrezzatura necessAria,<br />

prepara il trasporto<br />

6) Usa l’attrezzatura disponibile<br />

secondo le necessità<br />

7) Aiuta a trasportare la vittima nei<br />

modi corretti<br />

8) Ottieni un aiuto medico<br />

professionale<br />

9) Procedi velocemente e in modo<br />

semplice cercando di evitare la<br />

confusione<br />

10) Mantieniti calmo, sii utile e gentile<br />

11) Non restare in silenzio, ma non<br />

rilasciare dichiarazioni a giornalisti<br />

e non fare commenti di alcun tipo<br />

sul tuo comportamento<br />

12) Non esprimere valutazioni mediche<br />

13) Raccogli e conserva tutta<br />

l’attrezzatura della vittima. Registra<br />

i BAR restanti in presenza di<br />

un testimone. Non esaminare<br />

l’attrezzatura da solo. Consegnala<br />

all’autorità quando ti viene richiesto<br />

e fatti rilasciare una ricevuta per il<br />

materiale consegnato<br />

14) Richiedi un’autopsia e una copia<br />

del rapporto finale<br />

Pure Tech Agency<br />

Technical<br />

15) Informa le autorità locali, la<br />

famiglia della vittima, il tuo legale,<br />

l’organizzazione subacquea e la<br />

compagnia di assicurazione<br />

16) Compila un modulo per incidenti<br />

17) Non ammettere alcuna tua colpa<br />

18) Non accettare nessuna<br />

responsabilità<br />

19) Non offrire soldi in cambio di una<br />

regolazione<br />

20) Non cercare di negoziare<br />

rivendicazioni<br />

21) Non arrivare a conclusioni e non<br />

esprimere opinioni<br />

22) Non trattare con nessun altro<br />

che non sia la tua compagnia di<br />

assicurazione<br />

23) Esegui tutte queste procedure<br />

senza indugio<br />

53<br />

Modulo 1


Modulo 1<br />

54<br />

Dati da registrare<br />

1) Il nome della vittima<br />

2) L’ora, la data e il luogo<br />

dell’incidente<br />

3) Dettagli riguardanti l’incidente,<br />

compreso ciò che tu hai fatto prima,<br />

durante e dopo l’incidente<br />

4) Profilo immersione della vittima<br />

5) Compila una lista di testimoni (nomi,<br />

indirizzi e numeri di telefono)<br />

6) Compila una lista indicando<br />

il nome e il tipo di ogni pezzo<br />

dell’attrezzatura usata dalla vittima<br />

7) Somministrazione di Ossigeno<br />

8) Annota le condizioni ambientali:<br />

tempo atmosferico, comprese<br />

le condizioni delle nuvole, del<br />

vento e delle precipitazioni; le<br />

condizioni dell’acqua e del fondale,<br />

comprese la profondità, le onde,<br />

la temperatura, le correnti, ecc.;<br />

l’entrata in grotte, in relitti o sotto il<br />

ghiaccio<br />

9) Condizioni mediche della vittima<br />

prima dell’incidente, uso di medicine<br />

e di alcool, eventuali malattie,<br />

ultimo pasto, condizioni di sonno<br />

della notte precedente<br />

10) Se l’incidente si è verificato durante<br />

la risalita, indica dettagliatamente il<br />

metodo di risalita utilizzato<br />

11) Azioni svolte dal compagno<br />

12) Addestramento della vittima e<br />

brevetto: indica l’organizzazione,<br />

le date, il livello, ecc.. L’incidente<br />

è capitato durante il periodo di<br />

preparazione? In caso affermativo,<br />

indica tutti i dettagli<br />

13) Metodi di comunicazione usati<br />

14) Indica in dettaglio tutta la procedura<br />

di emergenza, chi ha risposto, cosa<br />

ha fatto<br />

Pure Tech Agency<br />

Technical<br />

15) Indica qualsiasi persona o<br />

organizzazione che abbia raccolto<br />

un rapporto, verbale o scritto<br />

16) Qualsiasi informazione sulla<br />

situazione di decompressione della<br />

vittima<br />

17) Assicurati che qualsiasi tua<br />

affermazione, scritta o verbale,<br />

sia il più possibile obiettiva e non<br />

esprima opinioni


Pure Tech Agency<br />

MODULO 2<br />

L'immersione Tecnica<br />

Panoramica<br />

• Discesa rapida controllata<br />

• Visualizzazione<br />

• Comunicazione doppio Filo<br />

• Sistema di coppia<br />

• Aborto immersione<br />

Al termine del capitolo sarai in grado di:<br />

Obiettivi<br />

• Conoscere le tecniche per una corretta discesa rapida ma controllata<br />

• Definire e pianificare la velocità di risalita<br />

• Conoscere le tecniche di risalita in assetto<br />

• Apprendere l'importanza della visualizzazione dell'immersione<br />

• Approfondire la tecnica della comunicazione a doppio filo<br />

• Approfondire l'importanza di un corretto sistema di coppia<br />

• Apprendere le procedure per un aborto di immersione<br />

Technical<br />

55<br />

Modulo 2


Modulo 2<br />

56<br />

Pure Tech Agency<br />

2.1 Discesa rapida controllata<br />

La discesa rapida non deve essere adottata nelle immersioni di preparazione nè a<br />

profondità "nuove".<br />

Usala solo quando sei preparato e ti senti perfettamente a tuo agio per le profondità verso<br />

cui ti stai immergendo; al raggiungimento di quella profondità rallenterai per scendere<br />

lentamente al livello successivo.<br />

Qui ti richiamiamo a quanto scritto in precedenza sullo shock narcotico.<br />

a) la posizione stabile,<br />

b) la possibilità di arresto rapido,<br />

c) la visuale con il compagno e con i punti di riferimento principali.<br />

Technical<br />

Discesa rapida<br />

chiaramente non significa<br />

immergersi senza<br />

controllo.<br />

In questo senso è abbastanza<br />

difficile avere discese<br />

superiori ai 30 m/minuto che<br />

non siano, più che discese,<br />

cadute disordinate.<br />

Infatti per discesa, anche<br />

rapida, si intende quel<br />

movimento verso il basso<br />

che mantenga sempre:<br />

La rapidità non deve inficiare nemmeno uno di questi fattori in nessun momento.<br />

Posizione<br />

La posizione sarà sempre in assetto.<br />

Le gambe potrebbero essere leggermente aperte a stabilizzare, e così anche le mani/<br />

braccia.<br />

Potrebbe essere anche a paracadutista se si deve traslare mentre si scende, pinneggiando<br />

nella direzione desiderata, o ci si deve tenere a una cima, per contrastare una eventuale<br />

corrente, viceversa occorre evitarne il contatto.<br />

Mano pronta sul corrugato col dito già sul pulsante di immissione gas.<br />

Operatività immediata su questo punto!<br />

Tecnica<br />

è preferibile arrivare il più rapidamente possibile, dopo lo stacco dalla superficie, alla<br />

velocità che si ricerca per poi mantenerla, piuttosto che ricercarla con una lenta e continua<br />

progressione.


Pure Tech Agency<br />

Devi arrivare al punto più delicato, ovvero al punto del rallentamento o dell’eventuale<br />

più problematico stop di emergenza, a velocità stabile e non in aumento<br />

La velocità di discesa, indipendentemente dal numero di m/minuto che si vogliono usare,<br />

deve quindi essere (dopo l’accelerazione iniziale) uniforme, quindi non a scatti.<br />

L’uniformità stabilizza la posizione, diminuisce lo stress, abitua la posizione e permette<br />

una migliore analisi di quando rallentare (accelerazioni distraggono e confondono la mente<br />

sull’individuazione del momento in cui rallentare).<br />

Una discesa gestita è una discesa uniforme.<br />

Una discesa non uniforme è una discesa gestita male, disordinata, inefficiente e<br />

pericolosa<br />

Velocità di risalita<br />

In diversi paesi sono state recentemente condotte numerose ricerche sulla velocità di<br />

risalita.<br />

La velocità di 18 m al minuto, previsti dalle vecchie tabelle U.S. Navy, sono in media, una<br />

velocità troppo elevata per le immersioni non militari (e quindi senza particolari esigenze<br />

di velocità di uscita).<br />

10 M/min<br />

La velocità suggerita è di 10 m al minuto.<br />

Alcuni computer hanno sino a 3 velocità di risalita, ovviamente maggiori<br />

dalle quote più fonde sino a essere ancora più lente negli ultimi 10 m e<br />

la spiegazione di questo principio è facilmente intuibile.<br />

Teniamo ben presente però che ogni metodo va bene nello scenario in<br />

cui è stato ampiamente sperimentato e per il quale è stato studiato.<br />

Ciò significa che diverse velocità di risalita non potranno essere<br />

usate per le tabelle, nè per computer che hanno algoritmi diversi e/o<br />

sistemi di calcolo che prevedono differenti valori e che probabilmente<br />

permettono velocità superiori dalle quote più profonde per poi<br />

fermare di più il sub a quote più alte e/o in decompressione.<br />

Va quindi mantenuta la velocità prevista dall’algoritmo utilizzato<br />

per la nostra immersione.<br />

Risalita in galleggiamento<br />

Per risalire, schiaccia l’insufflatore<br />

automatico e inizia l’ascesa in<br />

galleggiamento controllato.<br />

Fare una risalita in galleggiamento significa<br />

lasciarsi riportare in superficie dal Gas che si<br />

espande nel Jacket.<br />

Non pinneggiare, se non per aggiustare<br />

leggermente il tuo assetto, in quanto<br />

sprecheresti energie e Gas.<br />

Durante la risalita in galleggiamento controllato,<br />

assicurati di avere in mano il corrugato di sgonfiaggio e lascia prontamente e sapientemente<br />

uscire il Gas dal tuo jacket per controllare la velocità.<br />

Technical<br />

57<br />

Modulo 2


Modulo 2<br />

58<br />

Pure Tech Agency<br />

Avvicinandoti alla superficie, il tuo Jacket tenderà a gonfiarsi rapidamente, anticipa<br />

questo problema per prevenire risalite incontrollate e pericolose.<br />

2.2 La visualizzazione<br />

La Visualizzazione è quel<br />

processo mentale di analisi atto<br />

a individuare ogni possibile<br />

problematica che possa<br />

sopravvenire in una specifica<br />

immersione.<br />

L’immersione deve essere<br />

mentalmente "vista e riconosciuta"<br />

in ogni sua parte avendo come<br />

obiettivo la precisa individuazione<br />

di tutte le problematiche che si<br />

potrebbero presentare.<br />

In tale approccio vi deve essere dal<br />

parte del sub una vera e aggressiva<br />

voglia di ispezione, da non confondere con la solita calma e annoiata rassegna dei compiti<br />

a cui siamo abituati.<br />

Questo è il momento dal quale dipende la tua sicurezza in immersione. In questo<br />

momento puoi prevedere problemi che in acqua si potrebbero tramutare in incidenti<br />

Oltre ad avere una voglia di ispezione nuova, reale e determinata, essa va diretta<br />

soprattutto ai piccoli o piccolissimi particolari: molto spesso un problema nasce da<br />

fattori quasi insignificanti.<br />

Infatti difficilmente non si sarà fatta attenzione ai fattori di sicurezza "classici", che saranno<br />

probabilmente sempre tutti a posto (gas, erogatori, ecc.) vuoi per abitudine nel controllarli<br />

vuoi per l’importanza che assumono in immersioni profonde (nessuno si permette di<br />

controllarli superficialmente, nemmeno nei check più annoiati).<br />

Spesso invece sarà quel fattore particolare, nascosto, che in un’immersione diversa dalle<br />

altre assume diversa importanza e può agire come causa scatenante di un problema o<br />

una serie di problemi che potrebbero a loro volta scaturire in incidente; obiettivo finale è<br />

modificare l’assetto di quei "pezzi" di immersione considerati a rischio.<br />

Processo<br />

Percorrendo minutamente l’immersione come stando in acqua, "vedere" ogni<br />

inadeguatezza nell’equipaggiamento, nelle risorse umane, nei sistemi usati, sforzandosi<br />

di capire come entrano in giuoco multiplo soprattutto le piccole cose, i particolari<br />

secondari, quelli abitualmente trascurati o sottovalutati o addirittura mai considerati<br />

prima d’ora<br />

Il processo viene incominciato prima dell’immersione e si esaurisce solo dopo di essa.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

La visualizzazione è dunque "anticipatoria" o "a posteriori" (debriefing).<br />

Ed è più difficile da usare di quanto si pensi.<br />

è un cocktail fra la più raziocinante logica e l’arte dell’intuizione.<br />

Anticipatoria<br />

Risponde alla domanda "Cosa Succede Se … ???"<br />

Per riuscire a utilizzarla al meglio ci vuole<br />

1) una grande predisposizione all’indagine, praticamente maniacale<br />

2) una notevole esperienza, che faccia capire nitidamente, o anche solo intuire, quali<br />

potrebbero essere i comportamenti umani, dell’attrezzatura, ecc., in determinate<br />

condizioni.<br />

Questo ultimo punto è assai sofisticato e dipende da una maturazione personale<br />

conseguibile dopo numerose interessanti immersioni che abbiano avuto come conclusione<br />

altrettanti importantissimi commenti post-immersione (debriefings).<br />

Tali commenti, comunemente chiamati debriefing, incorporano nel loro svolgersi quella<br />

che viene definita visualizzazione "A posteriori":<br />

A posteriori (debriefing)<br />

Risponde alla domanda "Cosa è successo e sosa poteva succedere se…???"<br />

L’immersione è andata come voluto?<br />

Dove sì e dove no? Perché?<br />

Si sono verificati problemi o emergenze? Contemplati nella Visualizzazione? Hanno avuto<br />

l’iter aspettato e voluto?<br />

Ti sei avveduto di situazioni o scenari (accaduti o possibili) non considerati nella<br />

Visualizzazione anticipatoria? … ecc..<br />

La visualizzazione a posteriori è perfino più importante della visualizzazione<br />

anticipatoria.<br />

Se nella visualizzazione anticipatoria si ragiona su un’immersione futura quindi<br />

supposta, nella visualizzazione a posteriori si discute su un’immersione effettuata quindi<br />

certa e reale; in quest’ottica i risultati analitici che conseguono alla visualizzazione a<br />

posteriori hanno un’assai maggiore validità oggettiva<br />

Inoltre mentre la visualizzazione anticipatoria "lavora" solo sulla prossima imminente<br />

immersione, la visualizzazione a posteriori "lavora" su tutte le future immersioni del<br />

subacqueo.<br />

Trasferisce un’esperienza avuta sull’intera carriera subacquea.<br />

Quindi risulta essere più importante anche sotto l’aspetto non solo della validità dei dati<br />

ma anche del numero di immersioni a cui si riferisce.<br />

Ottimizzazione visualizzazione anticipatoria<br />

L’assimilazione dei risultati a posteriori porta il subacqueo ad aumentare l’efficienza della<br />

successiva visualizzazione anticipatoria: la visualizzazione a posteriori quindi chiude e<br />

completa il processo analitico-informativo sull’immersione che, se non ci fosse, sarebbe<br />

rimasto fermo alla visualizzazione anticipatoria, ovvero al "cosa si pensava che succedesse",<br />

senza sapere se poi quanto si pensava è avvenuto o no, come e perché, e apre le porte<br />

a un processo di continuo affinamento di conoscenza (processo dell’esperienza) che a<br />

sua volta rende sempre più direzionale ed efficiente (e quindi più sicura) la visualizzazione<br />

anticipatoria.<br />

Technical<br />

59<br />

Modulo 2


Modulo 2<br />

60<br />

Pure Tech Agency<br />

La chiave per ottenere una buona visualizzazione anticipatoria è effettuare sempre una<br />

buona visualizzazione a posteriori delle proprie immersioni; col tempo la visualizzazione<br />

anticipatoria "cresce" e diventa adulta, matura, efficiente, ottimale.<br />

Certezza dei dati / distorsioni<br />

A tal proposito fai attenzione.<br />

Se sopra abbiamo scritto che la visualizzazione a posteriori, visto che si basa su<br />

un’immersione effettuata quindi certa, ha validità oggettiva superiore alla visualizzazione<br />

anticipatoria (basata su immersione supposta), vogliamo però sottolineare la parola<br />

"certa", dunque chiave d’accesso primAria a una superiore efficienza.<br />

Non solo perché l’immersione è stata realmente effettuata questa è certa, il ricordo di essa<br />

passa attraverso di noi: la "certezza" degli avvenimenti avviene dopo che il subacqueo ha<br />

"decodificato" quanto rinchiuso nella sua "scatola nera", ovverosia nella sua mente.<br />

E questo processo può subire serie distorsioni date da innumerevoli fattori quali narcosi<br />

d’Azoto, stress, ecc..<br />

Quando ciò accade, il subacqueo si trova di fronte a un’immersione con accadimenti "certi"<br />

che in realtà non lo sono affatto.<br />

L’interpretazione di dati incompleti o sbagliati dà risultati erronei, accettati però come giusti<br />

dal subacqueo, che li usa come tali nella prossima visualizzazione anticipatoria.<br />

Distorsioni comportamentali<br />

Si viene a creare dunque una pericolosa "esperienza distorta" che implementa nel sub dei<br />

comportamenti sbagliati e quindi pericolosi per sè e per gli altri.<br />

Ecco perché è assolutamente fondamentale una buona visualizzazione a posteriori,<br />

con dati davvero certi: perché viceversa non solo il sub non viene aiutato a crescere<br />

rendendo anche ogni sua nuova immersione più sicura attraverso una maggiore capacità<br />

Visualizzativa Anticipatoria, ma soprattutto perché se il sub ragiona su una realtà<br />

"virtuale" assume poi comportamenti non necessari o addirittura sbagliati a tal<br />

punto che potrebbero aggravare in futuro lo scenario, se si dovesse ripresentare.<br />

Ciò è più frequente di quanto si immagini, e soprattutto esiste nei momenti in cui servirebbe<br />

avere le idee più chiare, come per esempio dopo un serio problema o un incidente. Lo<br />

potrai riscontrare proprio in questo corso.<br />

è noto che uno dei compiti più difficili per tutti è risalire alla causa/e di un incidente, ma<br />

perché?<br />

Proprio perché la visualizzazione a posteriori, in presenza di forte stress/ecc. rende lo<br />

scenario "certo" ben poco affidabile.<br />

Assai spesso il sub "sogna", è convintissimo che gli siano capitate delle cose invece<br />

totalmente estranee allo scenario accaduto. Quindi quando sarebbe più opportuno<br />

effettuare una ottima Analisi A Posteriori (per mettersi nelle condizioni di non ripetere più<br />

la brutta esperienza), si può essere in possesso di dati scarsi, devianti, ecc., ovverosia<br />

di non essere nelle condizioni di poter chiarire veramente quanto di sbagliato c’è stato<br />

(e potrà dunque ripetersi) nell’immersione<br />

Non potremo mai spingere abbastanza sull’importanza di essere sempre concentrati in<br />

immersione, di ricordare tutti i particolari di essa (che al momento sembrano insignificanti<br />

ma che poi possano eventualmente permettere di risalire alla verità di un dato momento<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

anche per logica, come incastrando un puzzle) al fine di avere una buona Visualizzazione<br />

A Posteriori. Riparleremo di questo "Sistema Investigativo" più avanti.<br />

Non potremo mai spingere abbastanza sulla necessità di un ottimo e vero (non virtuale,<br />

falso, artefatto) Debriefing come la chiave di volta per l’incremento di conoscenza e di<br />

esperienza del sub. Un capitolo a parte su questo, intanto però apprendine il significato<br />

e il valore.<br />

Modifica il tuo comportamento! Quando esci dall’acqua, anche quando ti sembra che<br />

non ci sia niente da dire, commenta con minuzia ogni fase dell’immersione. Vedrai che<br />

invece scoprirai un mare di particolari che ti erano sfuggiti e di cui potrai fare tesoro in<br />

futuro.<br />

Poche cose nelle immersioni profonde sono importanti come un’accurata visulizzazione<br />

a posteriori! Effettuala alla fine di ogni immersione!<br />

Nessun Corso come questo te ne farà capire l’importanza e ti darà tutte le direttive per<br />

metterti in grado di effettuarla da solo in modo estremamente efficiente. Fallo! Sempre!<br />

Solo così potrai aumentare l’affidabilità delle successive visualizzazioni<br />

anticipatorie.<br />

2.3 Comunicazione a doppio filo<br />

CMAS-<strong>PTA</strong> adotta un sistema di comunicazioni a "Doppio filo", che prevede una domanda<br />

e una risposta adeguata.<br />

Dovrai impararlo bene perchè è la chiave di volta di ogni comunicazione gestuale efficace<br />

in profondità.<br />

Partiamo da un importante presupposto: escluso casi veramente speciali, in acqua non<br />

si parla.<br />

Si possono usare strani suoni vocali di diversa entità per attirare l’attenzione, ma la vera e<br />

propria comunicazione si fa a gesti.<br />

Tecnica di domanda<br />

Visto quindi che quasi il 100% delle nostre comunicazioni dipendono da gesti, dobbiamo<br />

essere sicuri che:<br />

a) i gesti siano pochi: esiste sì una gamma molto vasta di segnali manuali che possono<br />

essere utilizzati, ma rimangono sempre solo sulle pagine dei manuali, si dimenticano<br />

e in acqua si finisce col non usarli mai.<br />

I segnali sottoelencati sono pochi e di base, ma possono coprire la maggior parte<br />

delle situazioni sia durante un’attività normale che in condizioni problematiche.<br />

b) I segnali siano chiari e inconfondibili.<br />

stop lo si fa con le dita completamente chiuse, n° 5 con le dita completamente aperte, 1<br />

lo si fa con l’indice e non con il pollice che invece segnala la risalita, ecc., ecc..<br />

Pochi e inconfondibili, basta?<br />

No. è un buon inizio ma, per essere veramente efficace, il sistema di comunicazione deve<br />

prevedere altre particolarità.<br />

Technical<br />

61<br />

Modulo 2


Modulo 2<br />

62<br />

Pure Tech Agency<br />

Alle profondità in cui ti muoverai è sempre presente lo Stress e in caso di Aria come mix<br />

di fondo anche una media/forte narcosi d’Azoto, quindi un sistema di comunicazione non<br />

può non tenere conto degli effetti psichicamente deleteri che essi comportano.<br />

Ciò significa che non possiamo assolutamente dare per scontato che il nostro compagno<br />

abbia capito, nè che tu abbia capito quello che il tuo compagno ti sta comunicando.<br />

Tecnica di risposta<br />

Sotto forte narcosi e/o stress possiamo vedere ma non capire i segnali.<br />

L’occhio vede ma il cervello confuso non lavora.<br />

I segnali devono dunque essere esposti correttamente e con un’enfasi molto<br />

maggiore<br />

Non accetteremo il classico generico segnale di OK come unica risposta.<br />

La risposta dovrà essere relativa alla domanda richiesta e non generica, quindi non ci<br />

limiteremo a rispondere, ma dovremmo far capire al nostro compagno che abbiamo capito<br />

la domanda.<br />

Quindi nella risposta bisogna:<br />

1) ripetere la comunicazione posta;<br />

2) fare seguire la risposta.<br />

Domanda<br />

Tu<br />

pinneggia<br />

fino là<br />

fermati<br />

OK<br />

Totale 5 segnali<br />

Technical<br />

Risposta:<br />

Io<br />

Pinneggio<br />

fino a là<br />

mi fermo<br />

OK<br />

Totale 5 segnali


Pure Tech Agency<br />

Questo fa capire a tutti e due che la comunicazione è stata recepita integralmente,<br />

viceversa un semplice ok potrebbe lasciare dei dubbi in merito.<br />

Nelle immersioni tecniche in Aria o Trimix non c’è tempo per i malintesi.<br />

Meglio spendere qualche secondo in più per i messaggi, piuttosto che agire dissennatamente<br />

nella confusione per poi riparlarsi e nuovamente non capirsi, soprattutto in presenza di<br />

forte stress.<br />

Inoltre questa forma di comunicazione risveglia l’attenzione di ambedue, funge da "check"<br />

personale per i riflessi mentali e da "appunto scritto" su quello che si sta facendo, a volte<br />

la narcosi e/o lo stress portano a dimenticare cosa si è stabilito pochi secondi prima; in<br />

questo modo ciò risulta meno facile perchè più "meccanizzato" e tenuto sotto controllo da<br />

tutti e due i subacquei.<br />

Segnali Manuali<br />

questo sistema di comunicazioni è l’unico veramente efficace. Se usi altri sistemi<br />

probabilmente non avrai comunicazione nelle Immersioni profonde oppure sarà<br />

confusa e deviante, quindi pericolosa.<br />

ok da solo è completamente senza significato e bandito dalle immersioni tecniche<br />

SEGNALI DI RICHIESTA<br />

1) Fermati<br />

2) Guarda<br />

3) Ricorda<br />

4) Vieni<br />

5) Rilassati.<br />

6) Stai molto vicino al tuo<br />

buddy<br />

7) Mettersi in fila indiana<br />

8) Mostrare il manometro<br />

9) Cambiare compagno,<br />

erogatore, miscela,<br />

direzione, ecc.,<br />

10) Aria o Miscela esaurita,<br />

immediata assistenza.*<br />

11) Pinneggia<br />

12) Lancia pallone di risalita<br />

13) Risalita di fine immersione<br />

14) Risalita di emergenza<br />

SEGNALI GENERICI<br />

1) OK (equivalente al sì).<br />

2) No<br />

3) Non ho capito quale?<br />

quanto?<br />

4) Giù (scendere)<br />

5) Su (salire)<br />

6) Livello<br />

7) Assetto neutro<br />

8) Questo, quello, me,<br />

te, noi, lui,<br />

9) Bolle<br />

10) Poco<br />

11) Molto<br />

12) Pericolo<br />

13) Un’altra volta<br />

14) Cima di risalita<br />

15) Barca<br />

16) Tempo<br />

Technical<br />

SEGNALI DI SENSAZIONE<br />

1) Problema specifico<br />

2) Qualcosa non va<br />

generico<br />

3) Stress<br />

4) Stanchezza<br />

5) Non capisco<br />

6) Narcosi<br />

7) Affanno<br />

8) ..........................<br />

Fai un rapidissimo check di questi segnali con il Team prima di un’immersione, si deve<br />

prevedere anche una non obbligatorietà di segnalazione, avendo subito la reazione<br />

giusta<br />

Non li abbiamo visualizzati in quanto è meglio che siano personalizzati.<br />

Del resto non ha alcuna importanza la standardizzazione omogenea quanto il<br />

riconoscimento di essi nel Team.<br />

Ti accorgerai che da alcuni possono essere meglio ricordati in forma anche<br />

sensibilmente diversa dall’usuale o dall’aspettato. Adotta la gestualità che ti pare, basta<br />

che sia ricordata e identificabile da tutti<br />

63<br />

Modulo 2


Modulo 2<br />

2.4 Sistema di coppia<br />

64<br />

Pure Tech Agency<br />

Technical<br />

Importanza<br />

In queste configurazioni di<br />

attrezzatura e di training, come sai,<br />

non sei autosufficiente.<br />

Quindi per le problematiche più<br />

serie hai assolutamente bisogno<br />

del compagno (ed egli di te).<br />

Il compagno è parte<br />

dell’attrezzatura. Parte fra le più<br />

importanti.<br />

Tecnica<br />

è noto che il "sistema di coppia" viene insegnato anche agli Open Water, ma è altrettanto<br />

noto che esso non viene assolutamente seguito nel modo dovuto o addirittura per nulla.<br />

Per tutto il tempo di un’immersione profonda tecnica devi stare a un braccio di distanza<br />

dal tuo compagno e guardarlo bene ogni 2/3 respirazioni, mentre lo tieni sempre sotto<br />

controllo con la coda dell’occhio<br />

Efficienza<br />

Immergersi in coppia non significa immergersi in compagnia.<br />

Le 2 cose sono assai diverse.<br />

Coppia è molto di più che "compagnia".<br />

Coppia significa efficienza e reattività istantanea, diversameente non è coppia.<br />

Anche supponendo una visibilità maldiviana, come potrai capire ciò che ti dice il compagno<br />

se sei a 10 m di distanza?<br />

Quanto tempo impiegherai per arrivare a prestargli aiuto?<br />

Anche "soli" 3 m in acqua sono tanti, e ancora di più quando si dà giusto una fugace e<br />

distratta occhiata al compagno ogni tanto e senza metodo, casualmente.<br />

Tieni presente poi che in una immersione in Aria, la narcosi d’Azoto ti rende di per se<br />

stessa molto meno veloce nel capire che qualcosa non va, nel decidere di intervenire,<br />

nell’intervenire nei modi appropriati, nonché nel muoverti con velocità e coordinazione.<br />

Devi assolutamente recuperare queste inefficienze stando a contatto strettissimo con il<br />

tuo compagno.<br />

Non è assolutamente difficile ed è questione di abitudine.<br />

Realismo<br />

Ricordati che egoisticamente questo va a tuo favore: un problema al compagno è sempre<br />

anche tuo e se lo risolvi sul nascere va molto meglio anche per te: ti immagini come sarà il<br />

tuo compagno quando da 10 secondi è senz’Aria e solo allora te ne rendi conto?<br />

E se ti trovassi tu in queste condizioni? O pensi di essere sempre tu quello che presta<br />

aiuto?


Pure Tech Agency<br />

Compagno<br />

Operare con un ottimo sistema di coppia, significa avere dal tuo compagno lo stesso<br />

ottimo trattamento che tu hai con lui. Significa la consapevolezza di essere tu stesso<br />

sempre sott’occhio e il compagno a 1 o 2 m.<br />

Se ti accorgi che il tuo compagno non fa così, imponiglielo!<br />

In caso contrario cambia compagno, lui non ti potrà essere d’aiuto nel momento<br />

necessario.<br />

Se il compagno è parte dell’attrezzatura deve essere, come tutta l’attrezzatura, a<br />

portata di mano!<br />

Pochi secondi o frazioni di essi sono spesso la differenza fra una situazione sotto controllo<br />

e il panico per la coppia. Quindi anche per te.<br />

Technical<br />

65<br />

Modulo 2


Modulo 2<br />

2.5 Aborto immersione<br />

66<br />

Pure Tech Agency<br />

Ogni Subacqueo può decidere in ogni momento di abbandonare l’immersione in<br />

qualsiasi momento e per qualsiasi ragione!!<br />

Sistema<br />

Il subacqueo in difficoltà deve sempre segnalare la risalita di emergenza, perché:<br />

A) il compagno può prepararsi a risolvere l’eventuale problema verificatosi, una volta<br />

raggiunta una profondità più confortevole;<br />

B) il compagno può pensare che egli si stia spostando a profondità minori in modo<br />

naturale, e poi rapidamente lo perde;<br />

C) il compagno potrebbe anche seguirlo nella risalita, senza però rendersi conto (o<br />

rendendosene conto in ritardo) che è in atto un’emergenza.<br />

Il compagno deve restituire il<br />

segnale, per fargli vedere che ha<br />

capito e che è operativo, e seguire<br />

immediatamente la risalita del<br />

subacqueo in difficoltà standogli<br />

molto vicino, cercando di capire il<br />

problema e aiutando/favorendo lo<br />

svolgersi delle operazioni (eventuali<br />

cambi miscela, stop decompressivi,<br />

ecc: il sub in difficoltà potrebbe<br />

essere molto confuso e/o<br />

impossibilitato, anche da problemi<br />

tecnici, alle operazioni necessarie.<br />

Evidentemente questo rappresenta anche il termine dell’immersione per l’eventuale resto<br />

del Team, che risalirà assistendo la coppia dall’esterno, pronto ma senza interferire, sino<br />

a quando uno dei due subacquei eventualmente lo richieda.<br />

SU<br />

É molto importante rimanere abbastanza vicini da trovarsi a portata, farsi vedere,<br />

senza infastidire. Il "soccorritore" deve, in risalita, non intervenire per nulla o il meno<br />

possibile, solo ove sia assolutamente indispensabile. Qualsiasi intervento che può<br />

aspettare viene rimandato alla 1° o 2° quota decompressiva, in situazione statica e<br />

anche più mentalmente tranquilla, quindi il soccorritore in risalita deve essere "di buona<br />

compagnia" più che operativo, anche perché qualsiasi azione in risalita ne spezza il<br />

moto, la rende più confusa, meno efficace, meno sicura, e anche meno rapida.<br />

Una risalita di emergenza deve avere come obiettivo primario il raggiungimento<br />

della 1° quota decompressiva; lì lo scenario permetterà una migliore risoluzione dei<br />

problemi presenti, quindi ove sia possibile, non dobbiamo mai cercare di risolvere<br />

un'emergenza sul fondo!<br />

Ricordiamo infatti che sul fondo siamo sottoposti sempre a forte stress, e in caso di utilizzo<br />

di Aria come miscela di fondo, anche a forte Narcosi d’Azoto e questo rallenta l’azione,<br />

disturba la capacità di giudizio e operativa; dobbiamo muoverci da lì subito e trasferire il<br />

problema in una situazione più facile e confortevole.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Possibili errori sul fondo<br />

Se il subacqueo in difficoltà ha dato il segnale di aborto immersione è perchè è in difficoltà<br />

molto seria e pensa che il problema non possa essere risolto sul posto: diversamente<br />

avrebbe invece segnalato il problema e specificato l’aiuto necessario.<br />

Quindi il subacqueo sotto emergenza è in equilibrio probabilmente assai difficile, equilibrio<br />

che può ulteriormente incrinarsi sino a rompersi anche solo dopo pochi secondi; in ogni<br />

caso una sosta forzata quando la vittima chiede di risalire non può che ingigantire la<br />

problematica esistente.<br />

Quindi dobbiamo evitare assolutamente di prolungare in qualsiasi modo la permanenza in<br />

profondità, evitando di chiedere "perchè?".<br />

É ovvio che il soccorritore abbia non solo curiosità, ma anche interesse pratico di sapere<br />

che sta accadendo, ma il prezzo da pagare per tale conoscenza è troppo alto.<br />

Se il soccorritore invece di rispondere al segnale di aborto immersione e iniziare la risalita,<br />

dovesse chiedere al compagno il perchè di tale segnale, farebbe un grave errore, vediamo<br />

perché:<br />

A) Risposta Confusa:<br />

il soccorritore perde tempo e non arriva a nulla;<br />

B) Risposta Precisa che identifica il problema:<br />

il soccorritore capisce che effettivamente si deve risalire, quindi ha solo perso tempo per<br />

domandarlo e farselo ben spiegare;<br />

il soccorritore pensa che si possa anche non risalire e risolvere la cosa lì. Ma in questo<br />

caso ha sicuramente ragione?<br />

Probabilmente no, poiché è più probabile che la vittima abbia il quadro più completo del<br />

problema;<br />

Probabilmente sì (probabilmente!) ma anche in questo scenario rimanere dove si sta<br />

sarebbe un errore; se il problema non è molto preoccupante, lo è comunque l’effetto (lo<br />

stress): la vittima vuole assolutamente risalire, al punto da aver chiesto una risalita di<br />

emergenza, da voler abortire l’immersione. Questo basta e avanza, chiude la partita.<br />

Anche se la causa potesse effettivamente essere risolta sul posto, resterebbe la<br />

volontà/necessità impellente di risalire della vittima, resterebbe lo stress che viene<br />

risolto assai meglio - o solamente - risalendo rapidamente<br />

Accontentiamo dunque subito la vittima in questo desiderio, facendo in modo che lo stress<br />

diminuisca o non aumenti, e scrolliamoci di dosso prima possibile questa brutta situazione<br />

senza perdere tempo pericolosamente e inutilmente.<br />

Ricorda che, come hai visto nell’apposito capitolo, è lo stress la maggiore causa di incidenti;<br />

diminuire lo stress significa operare sul problema più grosso, o in alcuni casi l’unico.<br />

Per questo stesso motivo bisogna capire che è totalmente sbagliato tentare di calmare la<br />

vittima dicendogli di stare ferma, di non muoversi. La vittima è già abbastanza calma, non<br />

è in panico se ha avuto la volontà e forza d’animo di segnalare l’emergenza e risalire in<br />

modo più o meno controllato.<br />

Technical<br />

67<br />

Modulo 2


Modulo 2<br />

68<br />

Pure Tech Agency<br />

Andrà invece probabilmente in panico se gli si chiede di calmarsi e di stare dove si trova,<br />

ovvero se il soccorritore fa intendere alla vittima di non avere capito il suo stato d’animo o<br />

di volere imporre la sua volontà costrittiva.<br />

Il tempo per spiegare tutto ci sarà poi: ora è tempo di risalire senza alcun indugio!<br />

Errori in risalita<br />

L’errore più grande che il soccorritore più fare è intervenire quando non strettamente<br />

necessario. Nel caso di un Team bisogna intervenire solo quando richiesto dalla<br />

vittima o dal soccorritore e senza intervenire tutti insieme creando enorme confusione e<br />

peggiorando lo scenario di stress sia della vittima sia di tutti i componenti soccorritori in un<br />

delirio generale in cui di lì a poco nessuno capisce più niente.<br />

Il soccorritore se è solo e a maggiore ragione un Team numeroso, deve evitare girandole<br />

di posizione, gesti rapidi, contatti fisici, urti involontari, estrema vicinanza, mostrarsi calmi<br />

e determinati aiuta molto il subacqueo in difficoltà, che deve sentirsi protetto e seguito ma<br />

non distratto, pressato, soffocato, in altre parole disturbato.<br />

Tenere a freno la foga interventista è una delle maggiori difficoltà del compagno e del<br />

Team, ma è essenziale per portare a termine un’operazione di "trasferimento" a quote<br />

più facili pulita e indolore<br />

Tieni ben presente che la vittima, oltre a sopportare le problematiche di più sopra, osserva<br />

molto l’approccio mimico e facciale del compagno/Team e ci si "specchia", lo "sente"<br />

intimamente.<br />

Vede se stesso nel compagno che gli sta davanti, tende a trasferire la sua situazione su<br />

quella di un altro, a fuggire mentalmente dalla propria per illudersi di essere nell’immersione<br />

di chi gli sta vicino e non ha problemi.<br />

In questo senso il soccorritore ha una discreta forza "persuasiva" sul fatto che "le cose<br />

vanno bene", se lo manifesta al compagno in difficoltà.<br />

Quindi una risalita tranquilla, composta, senza sbracciamenti o altro, darà conforto alla<br />

vittima come una brezza di Aria fresca a chi è colto da colpo di calore.<br />

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Panoramica<br />

Pure Tech Agency<br />

MODULO 3<br />

Programma Air<br />

• Conoscenza<br />

• Segni e sintomi<br />

• Gestione<br />

• Narcosi di medio livello<br />

• Segni e sintomi generici<br />

• Superamento del medio livello<br />

• Sistema di rientro al medio livello<br />

• Fattori predisponenti e scatenanti<br />

Al termine del capitolo sarai in grado di:<br />

Obiettivi<br />

• Comprendere la fisiologia della Narcosi d'Azoto<br />

• Riconoscere i segni e sintomi della Narcosi<br />

• Approfondire, riconoscere e risolvere una Narcosi di medio livello<br />

• Riconoscere i fattori predisponenti la Narcosi d'Azoto<br />

• Utilizzare la concentrazione per gestire la Narcosi d'Azoto<br />

Technical<br />

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Modulo 3


Modulo 3<br />

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Pure Tech Agency<br />

3.1 Air-Narcosi d’Azoto: conoscenza<br />

L’Azoto è uno dei gas che sotto pressione manifesta maggiore potenziale narcotico (per<br />

questo lo si sostituisce in tutto o in parte con altri gas inerti - per esempio: Elio - nelle<br />

immersioni più profonde o con narcosi limitate).<br />

La narcosi d’Azoto, proprio per la sua caratteristica fondamentale generale che è quella<br />

di chiudere e confondere la mente perdipiù facendo poi perdere la memoria di ciò che è<br />

successo, nasconde una serie, forse molto più nutrita di quanto potevi immaginare, di<br />

sintomi oscuri e secondari che ti può far bene sapere e riconoscere.<br />

L’elenco sotto posto è fra i più completi disponibili e mette alla luce ben 37 segni/sintomi<br />

evidenti e definiti; leggi con attenzione ogni segno/sintomo e pensa alle tue immersioni; ti<br />

accorgerai di averli provati diverse volte e di essertene reso conto solo ora.<br />

Technical


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GENERICI :<br />

1) Senso di Leggerezza Mentale.<br />

2) Senso di Leggerezza Fisica.<br />

3) Ubriacatura.<br />

4) Senso di Maggior Confidenza/Sicurezza.<br />

5) Euforia, Tendenza a Ridere.<br />

6) Stato Depressivo, Tendenza a Piangere.<br />

7) Confusione Mentale. *<br />

SEGNI / SINTOMI<br />

SPECIFICI PRIMARI :<br />

8) Sensazione di Apprensione o Ansia.<br />

9) Minore Tolleranza allo Stress.<br />

10) Vomito.<br />

11) Difficoltà o Incapacità di Leggere gli Strumenti. *<br />

12) Vertigini.<br />

13) Distorsione della Parola.<br />

14) Compromissione della Destrezza.<br />

15) Nausea.<br />

16) Deterioramento della Capacità di Esecuzione di Compiti di Precisione.<br />

17) Ritardo nell’Esecuzione di Tutti i Compiti.<br />

18) Ritardo nei Riflessi.<br />

19) Rallentamento dell’Attività Mentale Generale.<br />

20) Fobie.<br />

21) Alterazione della Coordinazione Muscolare, Perdita Parziale o Totale delle Capacità<br />

Motorie.<br />

22) Deterioramento o Annullamento della Capacità Percettiva Generale.*<br />

23) Deterioramento o Annullamento della Capacità di Giudizio*<br />

24) Diminuzione o Annullamento delle Capacità di Risolvere Problemi.*<br />

SPECIFICI SECONDARI :<br />

25) Percezione Distorta della Temperatura dell’Acqua.<br />

26) Sapore Metallico o Dolce dell’aria.<br />

27) Insensibilità e/o Formicolii sul Viso, sulle Labbra e nei Piedi.<br />

28) Esagerazione dei Movimenti Generali, Scrittura Grande, Movimenti a Scatti.<br />

29) Allucinazioni e/o Disturbi Acustici.<br />

30) Amnesia.<br />

31) Percezione Distorta del Tempo.<br />

32) Perdita o Distorsioni della Memoria a Breve Termine.<br />

33) Allucinazioni e/o Disturbi Visivi.<br />

34) Stupore.*<br />

35) Visione a Tunnel.*<br />

36) Senso di Incombente Blackout.*<br />

37) Perdita di Coscienza.*<br />

LEGENDA: Normale Grave Gravissimo<br />

Technical<br />

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Modulo 3


Modulo 3<br />

72<br />

Pure Tech Agency<br />

Note generici<br />

7) La mente è viva ma confusa globalmente, non su una specifica richiesta.<br />

Specifici primari:<br />

21) La mente lavora, ma è in difficoltà o impossibilità nel leggere gli strumenti.<br />

22) La mente lavora, ma è in difficoltà o impossibilità nel focalizzare le percezioni<br />

provate.<br />

23) La mente lavora, ma è in difficoltà o impossibilità nel giudicare le situazioni<br />

affrontate.<br />

24) La mente lavora, ma è in difficoltà o impossibilità nel risolvere i problemi posti.<br />

Specifici secondari:<br />

34) Senso di immobilità psichica (quasi "assenza" o vero e proprio blocco mentale,<br />

instupidimento) con ricezione degli stimoli esterni passiva ed esagerata. può essere<br />

accompagnata da immobilità fisica (il sub si "lascia andare", interrompe quanto stava<br />

facendo, compiti o anche semplice pinneggiamento in uno stato di "animazione<br />

sospesa"). stato quasi "allucinogeno, drogato": il sub era prima ricettivo ed attivo,<br />

poi si è stancato ed è "caduto".<br />

35) Senso di restringimento laterale del campo visivo, di una "Forzatura" verso il centro,<br />

con una leggera sfocatura in quella zona.<br />

36) In una situazione di narcosi estrema, è un momento di improvvisa e inaspettata lucidità<br />

che offre l’immediata chiara sicurezza di essere arrivati al limite massimo sopportabile<br />

e che tutto sta per crollare addosso senza successivo rimedio. stranamente viene<br />

vissuto senza pathos, senza paura nonostante la suddetta terribile conclusione a<br />

cui fa arrivare. Difficile da spiegare, è uno fra i processi più strani che possono<br />

accadere: anche se sembra assurdo e incredibile (siamo abituati a considerare<br />

l’istinto antagonista alla fredda razionalità), questo è un comportamento istintivo (non<br />

è voluto dal subacqueo che ormai ha perso quasi tutta la gestione dell’immersione<br />

e si trova alla soglia del baratro) che attiva la mente per fuoriuscire dallo stato di<br />

estrema confusione generale in cui si trova. Assomiglia ad un cambio miscela con<br />

ead 20 m, ma è anche più rapido. e di una rapidità piacevole, non scioccante.<br />

accade solo se si è buoni "animali acquatici", solo se prima di questo fenomeno si<br />

era a stress molto basso: infatti se oltre alla narcosi elevatissima esiste anche un<br />

forte stress questo processo non può avvenire. qualcosa di automatico (non voluto)<br />

forza e concentra tutti gli ultimi rimasugli di lucidità un un unico efficace momento.<br />

Dura pochi secondi e si ha subito la totale consapevolezza che non durerà di più<br />

nè che ci sarà un’altra volta; si può definire una vera e propria "illuminazione" sulla<br />

situazione in cui ci si trova; si viene repentinamente portati per un attimo a "narcosi<br />

e stress zero (o molto vicino)". Può bastare per togliersi dalla pessima situazione<br />

(tramite un’immediata fuga verso l’alto), ma si deve essere rapidissimi (nota: visto<br />

l’improvviso e totale agio in cui ci si trova si può essere portati a rimanere dove si<br />

è oppure a cincischiare per "godersela un pò" guardandosi in giro: assolutamente<br />

no! ): quando si chiude questa finestra la mente crolla per lo sforzo effettuato e<br />

se non ti trovi in una situazione di narcosi assai inferiore e decrescente (ovvero a<br />

una profondità sensibilmente inferiore e in diminuzione) sono guai serissimi (quasi<br />

certo lo chock narcotico). purtroppo accade assai raramente: non è una scappatoia<br />

che tutti abbiamo sempre quando siamo in fortissima difficoltà; qui infatti viene<br />

considerato come possibile sintomo della narcosi d’Azoto, non come una via di fuga<br />

sulla quale fare affidamento, tutt’altro!<br />

37) Simile allo svenimento. può essere anche intermittente. Può durare alcuni secondi/<br />

minuti con ripresa di coscienza autonoma o interrompersi solo sopraggiungendo<br />

uno stimolo esterno come sollecitazioni fisiche o esaurimento d’Aria.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Segni / sintomi gravi o gravissimi: (chiusi o) aperti<br />

Ora che li hai visti e conosciuti bene uno a uno, puoi aver capito o intuire il motivo per<br />

il quale alcuni segni/sintomi sono stati selezionati come gravi o gravissimi e altri no<br />

(ovviamente nella loro manifestazione "tranquilla", ovvero entro range fisiologicamente<br />

accettabili di "Medio Livello"!).<br />

I segni/sintomi Gravi/Gravissimi sono quelli che al manifestarsi possono dare luogo a<br />

complicanze assai rischiose ("aperti"); ovvero che al manifestarsi aprono direttamente e<br />

immediatamente la porta a:<br />

1) comportamenti fortemente sbagliati o al<br />

2) sopraggiungere di implicazioni fisiologiche gravi/gravissime/fatali.<br />

Esempio: un senso di "Leggerezza Fisica" (n° 2) non solo non è grave di per se stesso<br />

come implicazioni fisiologiche (svenimento, chock narcotico, ecc.), ma non porta nemmeno<br />

a comportamenti presenti o futuri sconnessi, devianti, irresponsabili e rischiosi; il sub<br />

a 50 m avverte un senso di leggerezza fisica, non gli succede niente e non è per questo<br />

portato a maggiori errori: il sintomo è "chiuso" (dove comincia finisce), non "aperto".<br />

Se invece a 50 m avverte un senso di "Maggiore Confidenza/Sicurezza" (n° 3) ciò può<br />

portarlo a scendere oltre, a risalire con meno Aria nelle bombole o qualche minuto dopo,<br />

a sottovalutare problemi, ecc.: questo dunque è un segno/sintomo "aperto" a ulteriori<br />

movimenti negativi di scenario.<br />

Rileggi nuovamente l’elenco con questo spirito critico e pensaci.<br />

Fermati il tempo necessario, non deve essere un’operazione frettolosa e puramente<br />

formale.<br />

Fallo, non andare subito oltre queste righe, è questo un momento importante nel tua<br />

comprensione e assimilazione di nozioni fondamentali assai utili nella pratica vera delle<br />

tue immersioni profonde tecniche in aria. Rileggi i segni/sintomi alla luce di quanto sopra<br />

spiegato: distingui bene fra chiusi e aperti!<br />

Narcosi d’Azoto: gestione<br />

Technical<br />

Dato tutto quanto espresso nel capitolo<br />

precedente come bene assimilato,<br />

quello che tu dovrai fare nelle immersioni<br />

profonde tecniche è:<br />

Gestire narcosi d’Azoto di medio livello - prevenire l’insorgenza di narcosi d’Azoto di<br />

livello elevato/molto elevato.<br />

73<br />

Modulo 3


Modulo 3<br />

74<br />

Pure Tech Agency<br />

È chiara l’intonazione realistica (non è possibile fare immersioni profonde con aria<br />

in assenza di narcosi) ma sempre prudenziale (non ti devi però spingere ai livelli<br />

estremi di essa) di questa filosofia d’approccio.<br />

Ma quest’approccio che termini pratici offre?<br />

In altre parole cosa significa " di medio livello" e come si quantifica una narcosi "molto<br />

elevata"?<br />

Narcosi di medio livello: qualificazione oggettiva<br />

Se vogliamo offrire termini di riscontro generali, qualificheremo come Narcosi d’Azoto di<br />

medio livello quella che un subacqueo preparato e in buone condizioni generali (proprie<br />

e di quello che lo circonda - equipaggiamento, visibilità, ecc., vedi fattori predisponenti/<br />

scatenanti) raggiunge a profondità comprese fra i 50 e i 60 m.<br />

Quando si parla di militari bisogna capire che si tratta soprattutto di uomini<br />

(caratteristiche fisiche di maggiore resistenza rispetto alle donne), di uomini scelti<br />

(i subacquei non sono i fanti), con buona propensione per il rischio e molto motivati<br />

sia perché appunto militari sia perchè in corpi di soli volontari (tutti i sub sono così),<br />

giovani e in costantemente controllato ottimo stato di salute psico-fisica.<br />

Probabilmente nemmeno il 5% di noi è nello stesso stato, ciò significa che oltre il<br />

95% di noi è aldisotto o veramente molto aldisotto il loro standard.<br />

Inoltre nelle loro operazioni hanno consapevolmente un’assistenza in superficie che<br />

migliore proprio non si può, nemmeno minimamente paragonabile con il massimo<br />

che noi sportivi possiamo permetterci.<br />

Vorremmo giustificare questa nostra affermazione con param oggettivamente pratici e<br />

diremmo indiscutibili.<br />

Aldilà dell’evidenza nota a noi tutti che un sub impreparato a queste profondità può andare<br />

totalmente fuori controllo, la Marina Militare degli Stati Uniti sconsiglia e cerca di evitare<br />

operazioni oltre i 50 m e vieta espressamente quelle superiori ai 60 (in Aria).<br />

Così fanno tutti i corpi militari e di protezione civile di tutto il mondo, anzi alcuni vietano le<br />

immersioni già oltre i 50 m.<br />

Quindi la risposta a quanto oggettivamente si possa ritenere un limite medio di narcosi<br />

d’Azoto è contenuta nelle considerazioni sopraesposte; anzi mantenendo il livello massimo<br />

di quei professionisti militari e dando la nostra qualificazione di "media", mostriamo già di<br />

fare una scelta assai coraggiosa (poi vedremo il perchè).<br />

A quanti storcono il naso pensando che livelli di 50/60 m in Aria siano una bazzecola<br />

anche se sanno che queste sono le massime quote operative mondiali di corpi militari<br />

specializzatissimi come gli incursori, diciamo che anche noi della CMAS-<strong>PTA</strong>, come visto<br />

assolutamente indipendenti e leader mondiali nelle Immersioni Tecniche in Aria, pensiamo<br />

che livelli di profondità di 50/60 m siano il massimo ragionevolmente possibile.<br />

Approfittiamo di questo momento per operare una quanto mai necessaria<br />

puntualizzazione.<br />

- CMAS-<strong>PTA</strong> non ha limiti imposti da nessuno, se non dal buon senso e dalla propria<br />

esperienza.<br />

- CMAS-<strong>PTA</strong> ha sviluppato in oltre un trentennio un addestramento specifico;<br />

- CMAS-<strong>PTA</strong> offre correntemente il suo training ad alcuni sommozzatori della Marina<br />

Militare, Protezione Civile, Vigli del Fuoco, Polizia, che vengono inviati, CMAS-<strong>PTA</strong><br />

per incrementare la loro tecnica in acqua alle alte profondità.<br />

- CMAS-<strong>PTA</strong> ha conseguito 6 record del mondo di Immersioni Profonde Tecniche in<br />

Aria di cui 2 tuttora imbattuti.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Se senti di avere un rapporto troppo confidenziale con questa profondità, modificalo, sei<br />

fuori strada: stai sottovalutando i problemi.<br />

Narcosi di medio livello: qualificazione soggettiva<br />

La quantificazione soggettiva è la più precisa, la più sicura (45 m potrebbero un giorno<br />

rivelarsi anche troppi, quindi param-standard possono non vestire sempre bene le<br />

necessità) e quella che tu quindi devi costantemente ricercare.<br />

Ognuno ha la propria sensibilità che cambia di giorno in giorno anche di molto; a questa<br />

dobbiamo dare retta per stabilire il nostro "medio livello".<br />

In quest’ottica "medio livello" significherà:<br />

Un grado di narcosi non preoccupante, in presenza del quale sei confortevole.<br />

Il sentirti confortevole non significa lo "stare bene," perchè questo è uno degli effetti<br />

della narcosi.<br />

Il sentirti confortevole va inteso come quello scenario in cui:<br />

sai perfettamente il grado narcotico a cui sei sottoposto, ne fai spessissimo e senza<br />

difficoltà il check, non sei sotto particolare stress e, pur avendo tutte le normali funzioni<br />

ritardate o distorte, queste non lo sono in modo grave da compromettere la tua<br />

operatività nel caso della peggiore emergenza ti possa capitare nel più importante<br />

momento d’immersione.<br />

Questa è certamente la definizione di narcosi di "medio livello" preferibile e più precisa e<br />

personalizzata, ma per risalire a questa definizione personale, vAriabile, devi essere in<br />

grado di riconoscerla. Ecco che l’elenco dei segni/sintomi poc’anzi studiato fra le sue utilità<br />

pratiche ha anche quella di test.<br />

Nelle Immersioni profonde avanzate dovrai fare sempre i conti con la narcosi d’Azoto e il<br />

1° calcolo da fare è quello della valutazione della grandezza di essa, per essere certo di<br />

essere costantemente entro i tuoi limiti operativi personali di "medio livello".<br />

Qualificazione soggettiva medio livello:<br />

segni/sintomi generici e specifici<br />

Per tale scopo, i segni/sintomi generici sono troppo pervasivi dell’io, troppo "grandi" e<br />

quindi troppo imprecisi per avere delle risposte definite da essi: se si assumono i segni/<br />

sintomi generici come parametro di riferimento le differenze di condizione psichica del<br />

Subacqueo non sono ben identificabili e subitaneamente avvertibili.<br />

Facciamo un esempio. Un Sub è a 50 m.<br />

Avverte leggerezza mentale e maggiore confidenza (sintomi generici).<br />

Scende ancora e a 55 m la situazione non gli risulta cambiata sotto quegli aspetti.<br />

(scendendo i sintomi non diminuiranno)<br />

Invece, particolarmente attento e introspettivo, avverte un diverso sapore dell’aria e si<br />

accorge che l’acqua gli sembra divenuta leggermente meno fredda.<br />

Questi sono segnali ben definiti, che identificano come invece la situazione narcotica sia<br />

nitidamente cambiata: la grande attenzione a particolari specifici, a cui dovrai fare estrema<br />

Technical<br />

75<br />

Modulo 3


Modulo 3<br />

Pure Tech Agency<br />

attenzione mantenendo sempre la concentrazione al massimo, ti è di grande aiuto per<br />

darti ulteriori informazioni o conferme sul tuo stato narcotico e quindi per poterlo gestire<br />

rimanendo certamente sempre addentro i param medi.<br />

I segni/sintomi più utili a tale scopo sono dunque quelli definiti come specifici, primari o<br />

secondari: l’insorgenza, l’evoluzione o la sparizione degli stessi darà informazioni precise<br />

su cambi di stadio narcotico.<br />

Quando ti rendi conto che il livello della narcosi sta superando (o ha superato) il livello<br />

medio (più sopra definito), devi prendere le dovute contromisure.<br />

Superamento del medio livello narcotico;<br />

riconoscimento e operatività<br />

Qualsiasi segno/sintomo in lista contrassegnato con grave è da considerarsi manifestazione<br />

evidente di superamento di tale soglia; in tale scenario devi immediatamente metterti in<br />

condizione di annullare tale manifestazione, di rientrare nei ranghi di "medio livello".<br />

Non perdere tempo in questo, la situazione potrebbe velocemente peggiorare in una spirale<br />

perversa e comunque, anche se rimanesse costante, non sei in grado di affrontare tutte<br />

le situazioni: si sono aperte delle "finestre di rischio" che devi chiudere, la tua immersione<br />

non è più sicura ma presenta delle zone oscure.<br />

Infatti a un livello elevato/molto elevato di narcosi d’Azoto non è detto che tu non riesca<br />

a continuare l’immersione, ma non è assolutamente questo il punto!<br />

Il fatto che come un sonnambulo tu possa continuare a farti più o meno piacevolmente il<br />

giretto che ti sei preposto non ti deve far dimenticare che, come ormai avrai abbondantemente<br />

capito, il punto più importante che deve sempre essere rispettato in ogni immersione è la<br />

sicurezza e il tuo mantenimento dei param di sicurezza si calcola sempre così:<br />

Se nel momento peggiore dell’immersione mi capita il guaio più serio, sono certamente<br />

in grado di porvi rimedio?<br />

Vogliamo dire che a livelli elevati/molto elevati di narcosi d’Azoto potresti essere anche<br />

in grado di compiere l’immersione come voluto (pur incrementando molto il rischio: vedi<br />

l’attenzione al tempo, al compagno, sfondamento della profondità, ecc.), ma se dovesse<br />

malauguratamente capitarti qualche guaio serio l’impegno mentale richiesto per risolverlo<br />

sarebbe sproporzionato alla disponibilità di lucidità e ne subiresti le (solitamente serie o<br />

serissime) conseguenze.<br />

Ripetiamo: un frequente check della situazione che dovesse riscontrare un grado<br />

narcotico oltre il medio livello deve farti immediatamente rientrare nei ranghi<br />

Naturalmente questa situazione non avviene solamente in presenza dei segni/sintomi<br />

in apertura contrassegnati con grave; anche gli altri, se presenti in forma elevata o se<br />

troppo attinenti all’obiettivo dell’immersione, devono essere seguiti dal comportamento<br />

anzidescritto.<br />

76<br />

Technical


Insomma il principio è questo:<br />

Pure Tech Agency<br />

Facciamo 2 semplici esempi, validi per tutti gli altri segni/sintomi non contrassegnati<br />

con grave<br />

Il n° 18 (ritardo nei riflessi) è accettabile sino a quando non diventa esagerato.<br />

Il n° 16 (deterioramento della capacità di esecuzione di compiti di precisione) è<br />

accettabile in dosi molto basse se in quell’immersione l’obiettivo è di compiere manovre<br />

di precisione.<br />

Escluso le manifestazioni particolarmente gravi (quelle contrassegnate con grave ), le<br />

altre sono comunemente e regolarmente aspettabili nelle immersioni profonde tecniche<br />

in Aria (impossibile eliminarle) e non sono nemmeno preoccupanti se gestite con le<br />

corrette tecniche (materia di questo corso), sino a quando anch’esse non assumono<br />

una grandezza esagerata o compromettono direttamente lo specifico obiettivo<br />

dell’immersione; in tal caso anche le manifestazioni inferiori (non contrassegnate)<br />

debbono seguire lo stesso comportamento gestionale di quelle più gravi.<br />

Sistema di rientro al medio livello narcotico<br />

In genere - non sempre, a volte rimane una certa confusione mentale - gli effetti della narcosi<br />

d’Azoto spariscono quando ti riporti a una profondità minore. sistema "geografico".<br />

A volte però questo non è possibile subito (per esempio: in un’emergenza da risolvere sul<br />

fondo) oppure non è voluto (quando si desidera restare dove si è e tentare di rientrare nei<br />

ranghi sul posto). sistema "mentale".<br />

In questo ultimo caso va detto che lo sforzo per "rientrare nei ranghi" deve essere<br />

aggressivo, massimo. A prescindere dal fatto che lo impone l’urgenza della situazione,<br />

ma è la stessa struttura della narcosi che lo richiede/permette.<br />

Ci spieghiamo meglio: la corsa per la fuoriuscita da una forte situazione narcotica è più<br />

uno scatto di un centomsta che una maratona o un mezzofondo. E la fase più importante<br />

è quella della partenza: se è decisa la mente dipana rapidamente la confusione, la corsa<br />

diventa rapida e relativamente fluida e il traguardo assai vicino; a volte bastano pochi<br />

secondi. Ma questa è la tecnica: non serve a nulla un approccio soft al "risparmio",<br />

pensando a una battaglia duratura ed estenuante.<br />

Bisogna fare appello a tutte le energie, senza temere di non poterle tenere a lungo: sarà<br />

questione di poco.<br />

Questo naturalmente se la situazione non è troppo compromessa, come per esempio: nel<br />

caso di shock narcotico.<br />

Lo shock narcotico o più generalmente, denominato "botta narcotica" è la condizione<br />

più pericolosa in assoluto in cui la velocità di caduta delle facoltà mentali (in altre parole<br />

il passaggio dal livello narcotico medio al livello elevato/molto elevato) è estremamente<br />

repentina o quasi immediata.<br />

Ciò ovviamente porta a una difficilissima gestione del problema a causa del fortissimo<br />

stordimento e disorientamento generale causato non solo dalla narcosi così aggressiva<br />

ma anche dal violento stress da ciò provocato.<br />

Un cocktail micidiale da evitare nel più assoluto dei modi!!!<br />

Qui non si scherza davvero e la prevenzione deve essere imperante anche e soprattutto<br />

conoscendo e rispettando i limiti imposti dai seguenti fattori predisponenti/scatenanti.<br />

Technical<br />

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Modulo 3


Modulo 3<br />

78<br />

Pure Tech Agency<br />

Fattori predisponenti / scatenanti della narcosi<br />

Oltre ai segni/sintomi già studiati, ai fini della gestione della Narcosi d’Azoto è strettamente<br />

necessario considerare l’impatto che sull’organismo/psiche hanno alcuni fattori aggiuntivi<br />

interni ed esterni.<br />

1) Predisposizione individuale<br />

2) Aumento della Pp dell’Anidride Carbonica.<br />

3) Freddo.<br />

4) Alcool o farmaci.<br />

5) Condizioni di malessere o stanchezza.<br />

6) Velocità di discesa.<br />

7) Scarsa visibilità.<br />

8) Assenza di punti di riferimento<br />

9) Qualsiasi tipo di stress.<br />

Vista l’importanza basilare che la narcosi assume nelle immersioni profonde tecniche,<br />

è il caso di fare opportuni ampliamenti di spiegazione sui fattori che ne predispongono<br />

l’insorgenza o che la scatenano.<br />

Innanzi tutto dobbiamo dire che, pur essendo tutti un pò l’uno e un pò l’altro, alcuni di<br />

questi fattori sono più predisponenti e altri decisamente più scatenanti; in effetti la<br />

narcosi non è vero che aumenti piano piano, in determinate condizioni esplode in pochi<br />

secondi nello shock narcotico.<br />

Questo detto, approfondiamo i punti in ordine numerico come sopra:<br />

1) La predisposizione individuale, verrà testata sul campo con le varie immersioni,<br />

vAriando di volta in volta solo la profondità, per controllare meglio l’efetto narcotico.<br />

2) L’Aumento della Pp dell’Anidride Carbonica è predisponente e scatenante allo<br />

stesso modo.<br />

Una cattiva respirazione, pinneggiata faticosa, assetto sbagliato, lavoro o sforzi,<br />

ecc. (vedi apposito capitolo), creano una base di predisposizione molto forte; uno<br />

sforzo in più o il sopraggiungere di altri fattori quali quelli più sopra elencati creano<br />

una forte e rapida crisi.<br />

Anche qui devi pensare alle varie eventualità che ti possono capitare.<br />

Immagina di dover soccorrere il compagno in preda a forte narcosi. Ti avvicini a lui e<br />

lo strattoni verso l’alto. Se sei in condizioni compromesse, ai primi accenni di fatica<br />

il mondo ti girerà intorno e non capirai più niente.<br />

Il Subacqueo Profondista cura moltissimo la propria respirazione, lenta e profonda<br />

soprattutto nell’esalazione, mentre si muove in perfetto assetto e con grande lentezza<br />

e acquaticità.<br />

In questo modo avrai un tasso di Anidride Carbonica basso.<br />

La fretta e la forza non vanno bene a grandi profondità!!! Ricorda! NO F.F. (fretta -<br />

forza)!<br />

3) Il Freddo è anch’esso predisponente se medio e continuo e scatenante se rapido<br />

e intenso (violenti tagli d’acqua).<br />

4) L’Alcool e i farmaci sono predisponenti.<br />

L’alcool ha un effetto depressivo sui centri nervosi che si assomma all’effetto<br />

narcotico dell’Azoto ad alte pressioni.<br />

I farmaci hanno effetti non ben noti che possono predisporre alla narcosi (farmaci<br />

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contro il mal di mare e altri che agiscono sul cervello, come naturalmente ipnotici,<br />

sedativi, ecc.).<br />

5) Scarse condizioni fisiche o assenza di riposo predispongono bene a una maggiore<br />

sensibilità.<br />

6) La Velocità di Discesa è un fattore scatenante importantissimo.<br />

La rapida velocità di discesa deve rallentare fortemente se abbiamo sintomi di veloce<br />

innalzamento narcotico. Se non rallentiamo vistosamente o stoppiamo la discesa,<br />

proprio perchè continueremo a scendere una rapida insorgenza della narcosi potrebbe<br />

trasformarsi in crisi violenta.<br />

NOTA BENE: qui bisogna ragionare d’anticipo.<br />

Una discesa rapida richiede tempo per essere stoppata.<br />

Tempo per le reazioni mentali e meccaniche.<br />

Le operazioni sono:<br />

1) rendersi conto che la narcosi sta per varcare la soglia.<br />

2) capire di rallentare o fermarsi.<br />

3) decidere come (con la stagna, con il jacket, ecc.)<br />

4) raggiungere i comandi corretti.<br />

5) operare sui comandi.<br />

6) aspettare la reazione meccanica dell’ultima operazione effettuata.<br />

Tutto ciò viene eseguito in narcosi ed è dunque assai più lento del normale.<br />

E già non ci vuole poco, anche per il solo ritardo tecnico nel gonfiaggio.<br />

Potremmo per esempio: dire che nel momento in cui si sia al punto 1 a - 50 m, si arrivi allo<br />

stop a - 60 almeno.<br />

Ecco perché bisogna lavorare d’anticipo: se sei già al limite quando decidi di fermarti, visto<br />

che la situazione peggiorerà notevolmente nei secondi successivi, corri il serio e reale<br />

rischio di fuoriuscire subito dopo dalla zona-gestione dell’immersione oltretutto nel più<br />

rapido, peggiore e traumatico dei modi: con lo shock narcotico, e quindi di non essere più<br />

in grado di operare correttamente.<br />

Normalmente una discesa con sopraggiungimento dello shock narcotico si ferma<br />

violentemente sul fondo, a volte in modo drammatico. Ottima norma prudenziale è<br />

dunque quella di effettuare discese controllate su fondali definiti e assai poco più profondi<br />

dell’obiettivo della discesa.<br />

Considera la velocità di discesa con grande attenzione, specialmente se sei nel blu o<br />

su una parete, e rallenta sempre subitissimo ai primi sintomi narcotici, non aspettare<br />

di averli molto evidenti.<br />

Quando scendi rapidamente pensa sempre a 10/15 m più avanti, non pensare a come<br />

ti stai sentendo ora, ma a come ti sentirai!!!<br />

In discesa rapida anticipa le sensazioni e la gestione narcotica!!!<br />

Nota che il momento di maggiore sensibilità alla narcosi è sempre arrivato sul fondo.<br />

In quel momento non incominciare subito l’esplorazione, concediti una pausa di 10/15<br />

secondi che ti permetterà di adattarti alla profondità; potrai approfittarne per controllare gli<br />

strumenti, l’attrezzatura, la posizione del compagno, ecc..<br />

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Modulo 3


Modulo 3<br />

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Pure Tech Agency<br />

7/8) La scarsa visibilità è predisponente se costante e scatenante se improvvisa, così<br />

come l’assenza di punti di riferimento.<br />

Il fatto che a volte i 2 fattori siano concomitanti aggrava il quadro.<br />

Oltre all’impatto psicologico negativo, l’occhio cerca il nuovo fuoco e non trovandolo<br />

ciò contribuisce a far girare la vista con un veloce innalzamento narcotico perchè c’è<br />

confusione mentale e mancanza di punti d’attenzione su cui concentrarti.<br />

Quando succede questo, guarda subito il compagno, la tua mano e poi il computer<br />

(concentrazione e fuoco progressivo); in questo modo l’occhio ritornerà a fuoco,<br />

il cervello si concentrerà di nuovo su un punto d’attenzione e tu avrai tenuto sotto<br />

controllo il compagno, la profondità e il tempo.<br />

9) Già alcuni di quelli precedentemente elencati sono stress fisici e psicologici (freddo,<br />

scarsa visibilità).<br />

Altri più evidenti sono l’apprensione, l’ansia, la paura.<br />

Lo stress da piano d’immersione, da esercizi.<br />

Vai al capitolo, importantissimo, sullo stress; lì apprezzerai bene cos’è e sappi che la<br />

narcosi aumenta in forma direttamente proporzionale alla presenza di esso.<br />

Sappi che la narcosi d’Azoto può variare di giorno in giorno per cause note e non note,<br />

nonché di periodo in periodo per una progressiva assuefazione (naturalmente entro certi<br />

limiti, non è un processo infinito) alla respirazione di questo gas ad alte pressioni.<br />

Ricorda però che come c’è assuefazione, c’è anche la perdita di abitudine e devi tener<br />

conto di questo quando da tempo non fai immersioni di un certo tipo.<br />

3.2 La concentrazione, come?… fine non mezzo<br />

Il modo migliore per gestire e combattere la narcosi d’Azoto è la concentrazione.<br />

Concentrazione su tutto per capire ciò che succede e anche solo per rimanere con la<br />

mente impegnata, sveglia, è importantissimo che tu comprenda questo punto.<br />

La concentrazione non è finalizzata solamente ad avere risposte precise e check precisi<br />

come prima è stato scritto; la concentrazione è anche finalizzata a se stessa.<br />

Vedi la concentrazione come un fine (a cui quindi si deve arrivare costantemente), non un<br />

mezzo (che quindi si userebbe solo nei momenti di bisogno, "su richiesta").<br />

Ciò significa che se hai compiuto il check globale 3 secondi prima e tutto è OK, non<br />

devi comunque rilassarti su questa consapevolezza.<br />

Nel momento in cui abbassi la guardia pensando di riprenderla dopo un certo intervallo<br />

(e sotto un certo aspetto sarebbe anche un’ipotesi accettabile visto lo stato perfetto<br />

delle cose), la narcosi d’Azoto si insinua molto rapidamente e subdolamente in te, basta<br />

pochissimo.<br />

Se pensi che stiamo esagerando, sei in errore.<br />

Un esempio molto chiaro si ha quando lo studente effettua le prove in acqua di questo<br />

Corso, ti parliamo proprio di questo così approfittiamo per metterti sull’avviso.<br />

Nelle immersioni d’esame la sua concentrazione è massima e raramente la narcosi<br />

d’Azoto ha effetti grandi.<br />

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Certo può esserci qualche difficoltà, ma rimane normalmente limitata a errori anche gravi<br />

ma all’interno di un quadro di scarso o non totale controllo narcotico: rarissimamente<br />

(anche perchè lo studente va più profondo solo quando ha dimostrato di avere un buon<br />

controllo al livello inferiore) lo studente esce totalmente dai binari.<br />

Quando, normalmente all’ultimo livello chiaramente superato, l’Istruttore decide che<br />

essendo l’ultima immersione si possa continuare a "fare un giretto" di qualche minuto<br />

prima della risalita, nel momento in cui (o pochi secondi dopo) si segnala allo studente la<br />

chiusura degli esercizi, più di una volta si ha il crack down.<br />

L’effetto narcotico diventa spesso dirompente: la voglia di prendersi una pausa dall’intenso<br />

sforzo di concentrazione è tale che quegli attimi di rilassatezza sono tanto repentini ed<br />

efficaci che lo Studente piomba nel buio totale senza più riprendersi a meno che non sia<br />

fortemente sollecitato.<br />

In alcuni casi Studenti che hanno brillantemente superato la prova in acqua sono stati<br />

presi dal panico nel minuto successivo alla stessa o minore profondità, o hanno perso<br />

totalmente il controllo dei param fondamentali (tempo, profondità, consumi, direzione,<br />

ecc.) e l’Istruttore ha dovuto "accompagnarli" come degli open water alla loro prima<br />

immersione.<br />

Naturalmente poi non hanno ricordato assolutamente nulla di ciò che è successo, quando<br />

avevano invece precisa memoria dei minuti dell’immersione ancora di Corso precedenti.<br />

Se tu potessi avere la nostra esperienza capiresti quanto devastante sia una narcosi<br />

"lasciata entrare". Vedi proprio la persona trasfigurare in pochissimi secondi. Si nota<br />

l’annullamento totale delle capacità psichiche nel giro di 1 atto respiratorio.<br />

Ricordati, non devi mai abbassare la guardia, lasciarti cullare dalle certezze, farti<br />

ingannare dalle apparenze. Devi sempre rimanere sveglio!<br />

Abbi grande timore degli spazi di tempo - anche brevissimi - in cui non hai niente a cui<br />

pensare, occupa la mente sempre e comunque!!!<br />

Solo in questo modo potrai tenere sotto controllo la narcosi d’Azoto.<br />

La concentrazione, dove? … unicamente sui<br />

param dell’immersione<br />

Ancora oggi, per ottenere lo scopo di cui sopra,<br />

qualche subacqueo profondista usa il sistema dei<br />

vecchi corallari ovvero si inventa e segue esercizi vari<br />

(tabelle, alfabeto, ecc.) per testare costantemente la<br />

sua operatività mentale.<br />

Fatto salvo che l’obiettivo di fondo coincide con<br />

quanto sopra proposto e che il sistema (per esempio:<br />

di costantemente ripetere l’alfabeto) ottiene lo scopo<br />

di mantenere costantemente impegnata la mente,<br />

questa resta però impegnata nel modo più sbagliato:<br />

su qualcosa di totalmente estraneo all’immersione.<br />

Ciò significa che non solo non si sta in quel momento effettuando un check su un<br />

parametro base (si è molto attenti a qualcosa che con l’immersione non c’entra nulla), ma<br />

che addirittura un sistema di questo tipo distrae dai param base, sposta l'attenzione:<br />

Technical<br />

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Modulo 3


Modulo 3<br />

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Pure Tech Agency<br />

invece di focalizzarla su param utili, la devia su un parametro di per se stesso inutile.<br />

Si finisce con essere lucidi ma non serve, visto che non si sta più controllando<br />

l’immersione.<br />

Per sintetizzare il concetto, si resta lucidi ma molto distratti, quasi non più "in acqua",<br />

come quando guidi e pensi ad altro: sei ben sveglio, attivo, concentrato, ma su altro … e<br />

non ti rendi conto dello stop. Sei sveglio ma non attento alla guida, al tuo compito mentre<br />

conduci un veicolo.<br />

Ripetiamo quindi che la costante concentrazione deve avvenire sui param base<br />

(manometro, profondimetro, posizione, compagno, ecc.) si riempiano i momenti vuoti<br />

con esercizi sempre su di essi<br />

Qualsiasi altro parametro non attinente si scelga, avrà come effetto l’estraneazione del<br />

Subacqueo dall’immersione in corso.<br />

Inutile sottolineare quanto ciò sia grave.<br />

Come nota di fondo vorremmo cogliere l’occasione per trasmettere il messaggio generale<br />

che è il caso di cercare sistemi nuovi, di non affidarsi ancora a pratiche antichissime. Anzi<br />

spesso a diffidare da esse. E comunque a metterle sempre in discussione.<br />

I tempi sono infatti assai cambiati e ora esiste la disponibilità di sistemi e mezzi nuovi o<br />

comunque corretti e adattati al meglio.<br />

Questo è il contenuto di questo corso ma deve corrispondere anche alla tua attitudine<br />

generale.<br />

Technical


Panoramica<br />

Pure Tech Agency<br />

MODULO 4<br />

Programma Trimix<br />

• Il Trimix Normossico<br />

• La Programmazione<br />

Al termine del capitolo sarai in grado di:<br />

Obiettivi<br />

• Conoscere le proprietà generali dell'Elio<br />

• Conoscere le varie tipologie di miscele ternarie<br />

• Programmare un'immersione tecnica con Trimix Normossico<br />

• Determinare la Best mix per un'immersione tecnica con Trimix normossico<br />

• Pianificare il profilo decompressivo utilizzando il software decompressivo<br />

Technical<br />

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Modulo 4


Modulo 4<br />

4.1 Trimix normossico<br />

84<br />

Pure Tech Agency<br />

Il corso Technical Trimix rappresenta il primo corso che abilita ad immersioni in<br />

miscela ternaria (Ossigeno - Elio - Azoto) normossico (dal 21 al 18% d’Ossigeno) con<br />

decompressione fino 66 m. Come detto nell’introduzione, la miscela respirata (aria o<br />

Trimix) non alterano lo schema del corso di profondismo puro.<br />

Air EANx Trimix normossico<br />

O 2 21% - N 79% O 2 › 21% - N ‹ 79%<br />

Technical<br />

O 2 ‹ - › 21% -<br />

N ... - He...<br />

I gas respiratori<br />

Conosciamo ormai i gas che ormai siamo abituati a respirare fin da quando siamo nati:<br />

l’Ossigeno e l’Azoto. Non facciamo più caso al fatto di respirare Aria, e solo con i primi corsi<br />

subacquei abbiamo preso consapevolezza della composizione di tale miscuglio gassoso<br />

e della fisiologia di tale gas. Inoltre fino ad oggi abbiamo utilizzato esclusivamente Aria e<br />

Eanx per le nostre immersioni, limitandoci sulle profondità. Ma è possibile respirare altri<br />

gas? Quali? Come si comportano? Ci sono controindicazioni?..... Molto probabilmente<br />

se non avessimo fatto dei corsi sub non sapremmo neanche dell’esistenza di quest’altra<br />

reale possibilità.<br />

Il gas per eccellenza nell’immersione tecnica profonda è l’Elio di cui ora ne approfondiremo<br />

la conoscenza.<br />

La storia<br />

La scoperta dell’Elio risale alla seconda metà del 1800, quando Pierre Janssen, in<br />

Francia e, indipendentemente Norman Lockyer in Inghilterra, analizzando lo spettro della<br />

luce solare durante un’eclissi, nel 1868, trovarono la linea di emissione di un elemento<br />

sconosciuto. A questo elemento fu dato il nome HElios dal greco che significa proprio sole.<br />

L’Elio fu poi isolato, molto più tardi nel 1895 da William Ramsey.<br />

L’Elio è l’elemento dell’universo, più diffuso dopo l’Idrogeno, ma (purtroppo…) si trova<br />

nell’atmosfera terrestre solo in rapporto di 5 ppm.<br />

La sua principale fonte di approvvigionamento commerciale sono alcuni giacimenti di gas<br />

naturali negli Stati Uniti.<br />

Per le sue singolari proprietà, di cui dopo accenneremo, l’Elio ha molteplici usi tra cui:<br />

• Gas di riempimento palloni sonda;<br />

• Come liquido criogenico nei sistemi a superconduttività;<br />

• In ambito ospedaliero per pazienti con difficoltà respiratorie;<br />

• Saldatura in ambiente inerte di materiali leggeri come alluminio e manganese;<br />

• Per pressurizzare i serbatoi di idrogeno liquido;<br />

• Come mezzo per il trasferimento del calore nei reattori nucleari;<br />

• Come miscela respiratoria per immersioni altofondalistiche e quindi anche per noi…..


Pure Tech Agency<br />

Le proprietà fisiche dell’Elio e il loro confronto con<br />

quelle degli altri gas<br />

Lungi da voler essere un esaustivo trattato di chimica-fisica ma al fine di comprendere a<br />

fondo la fisica e la fisiologia dell’Elio è utile conoscere e rivedere alcune proprietà dei gas,<br />

comunemente usati dai sub, e confrontarle tra loro. La comprensione di alcuni concetti,<br />

al di la di calcoli e numeri, ci aiuterà a capire molte cose su questo gas per molti aspetti<br />

sconosciuto e spesso perciò "temuto".<br />

Massa Densità Calore Conducibilità Solubilità Solubilità<br />

atomica<br />

gr/dm specifico termica nel plasma in olio<br />

3<br />

uma a 293 °k<br />

J/g °k W/cm °k m/l (37° C) m/l (37° C)<br />

Elio 4.002602 0.1787 5.193 0.00152 8.686 15.693<br />

Azoto 14.00674 1.2506 1.04 0.0002558 12.831 66.129<br />

Ossigeno 15.9994 1.429 0.92 0.0002674 23.252 110.535<br />

Argon 39.948 1.7824 0.52 0.0001772 26.66 146.065<br />

Anidride<br />

Carbonica<br />

1.98 483.565 870<br />

La massa é la quantità di materia che costituisce un corpo; da non confondersi con il<br />

peso che è, invece è la forza con cui un corpo è attratto verso il centro della terra.<br />

Le due grandezze sono direttamente proporzionali tra loro e la costante di proporzionalità<br />

è l’accelerazione di gravità, g, che, a livello del mare misura 9,8 m/s 2 perciò si può<br />

sintetizzare matematicamente con P = m x g dove P è il peso, m la massa e g l’attrazione<br />

gravitazionale. Attenzione entrambe le grandezze si misurano in kg! La massa viene<br />

anche espressa in uma: unità di massa atomica poiché esprimere grandezze infinitesimali<br />

in kg comporterebbe scrivere numeri molto lunghi. Già guardando i dati relativi alla massa<br />

dell’Elio rispetto all’Ossigeno e all’Azoto, comprendiamo facilmente perché l’Elio sia<br />

facilmente volatile e non si "ferma" nella nostra atmosfera, ma vola via…<br />

Vi ricordate il principio di Archimede? " Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta<br />

dal basso verso l’alto pari al peso del volume del fluido spostato". Applichiamolo per<br />

una volta ad un gas: i palloncini dei bimbi nelle sagre o più in grande, tanto più in<br />

grande, i vecchi dirigibili si basano su questo principio e la differenza di peso tra il gas<br />

all’interno (Elio) e quello esterno (Aria). Avete voglia di fare due conti. I vecchi zeppelin<br />

avevano una lunghezza di 240 m e un diametro di 40. Il loro volume era perciò di<br />

301440 m cubi. Quel volume d’Aria pesa circa 301440 kg ma se di Elio circa 56.370 kg:<br />

una spinta perciò di 301440 – 56370 = 245070 kg cioè 245 tonnellate!<br />

Un’altra grandezza importante è la densità. Essa è il rapporto fra massa e volume cioè<br />

la quantità di materia nell’unità di volume: r = m x v dove r è la densità, m la massa e v<br />

il volume. Confrontando i dati riguardanti la densità notiamo subito la grande differenza<br />

tra l’Elio e l’Ossigeno o l’Azoto. Dalla definizione di densità ci rendiamo conto del perché<br />

respirare Elio e molto più facile anche in profondità dove l’Aria diventa "densa": c’è, molto<br />

semplicisticamente, meno materia da spostare a parità di volume.<br />

Technical<br />

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Modulo 4


Modulo 4<br />

86<br />

Pure Tech Agency<br />

É questo uno dei vantaggi del respirare Elio in profondità che, di conseguenza determina<br />

un minor sforzo respiratorio e consumo metabolico, una miglior capacità di penetrare in<br />

tutti gli alveoli annullando in parte l’accumulo di CO 2 . Determina però anche una maggior<br />

velocità del gas respirato che può causare una respirazione a sua veloce e superficiale<br />

annullando i benefici.<br />

Un aspetto importante della dinamica dell’Elio, legato proprio alla sua piccola molecola,<br />

è la velocità di diffusione cioè la velocità con cui riesce a mescolarsi in un solvente.<br />

La velocità di diffusione è inversamente proporzionale alla radice quadrata del peso<br />

molecolare, analiticamente:<br />

Non spaventiamoci questa formula non servirà<br />

mai per i nostri scopi subacquei, ma proviamo<br />

fare un piccolo calcolo almeno una volta: se<br />

consideriamo che la molecola dell’Azoto è formata<br />

da due atomi del peso di 14 uma, il peso<br />

molecolare dell’Azoto è 28, quello dell’Elio sarà 4,<br />

avendo una molecola monoatomica, il rapporto tra i due è 7 la cui radice quadrata è 2,65.<br />

Deduciamo perciò che la velocità di diffusione dell’Elio è 2,65 volte maggiore di quella<br />

dell’Azoto. La conseguenza sembra essere catastrofica per quanto riguarda la velocità di<br />

saturazione: l’Elio entra nei nostri tessuti 2,65 volte più velocemente dell’Azoto, questo è<br />

vero ma….<br />

Analizziamo ora la solubilità dei due gas in questione. Innanzitutto per solubilità si intende<br />

la quantità di soluto che porta a saturazione una soluzione. Detto in parole povere quanta<br />

materia riesce a sciogliersi in un’altra. Fin dai primi corsi ne abbiamo sentito parlare ed<br />

ora è d’obbligo un confronto. Infatti sempre guardando la tabellina leggiamo due valori di<br />

solubilità per ogni gas: la solubilità nel plasma e la solubilità in olio, paragonabile ai nostri<br />

tessuti grassi.<br />

Se approfondiamo il discorso vediamo che il rapporto tra la solubilità dell’Azoto e quella<br />

dell’Elio vAria da 12,831/ 8,686 = 1,47 del plasma e 66,129/15,693 = 4,21 dell’olio millilitri<br />

per litro. Sebbene il discorso sia un pò più complesso si può già intuire che tutto sommato<br />

l’Elio non è quel gas che tanto ci complica la decompressione anzi! Infatti la quantità di<br />

gas che entra in soluzione é il prodotto tra la velocità di diffusione e la solubilità:<br />

l’Elio è più veloce ma meno solubile dell’Azoto.<br />

Solubilità<br />

Solubilità<br />

nel plasma<br />

in olio<br />

m/l (37 °C) m/l (37 °C)<br />

Technical<br />

Rapporto<br />

solubilità<br />

plasma-olio<br />

Potere<br />

narcotico<br />

equivalente<br />

Elio 8.686 15.693 1.81 0.24<br />

Azoto 12.831 66.129 5.15 1<br />

Argon 26.66 146.065 5.69 2.33<br />

Sempre a proposito di solubilità è da notare una correlazione con il potere narcotico: dalla<br />

tabellina, infatti, notiamo come il potere narcotico posto per l’Azoto uguale ad 1 è per l’Elio<br />

0,24 cioè ben oltre 4 (1/0,24) volte meno narcotico dell’Azoto. Di qui la conseguenza ovvia<br />

di usare l’Elio per le immersioni profonde!


Pure Tech Agency<br />

Una piccola digressione sulla forma geomca dei nostri polmoni. Ci sembra, infatti,<br />

impossibile che in così poco volume ci sia una superficie così grande. Seguiamo<br />

questo semplice esempio bidimensionale. Consideriamo un triangolo equilatero e<br />

tagliamolo lungo le linee tratteggiate, ruotiamo ora lungo l’asse "a" il trapezio ottenuto<br />

e rincolliamolo. Otteniamo così la figura 2 che ha la stessa superficie ma il perimetro<br />

più lungo di metà del lato, in questo caso. Ora applichiamo il processo al triangolino<br />

rimasto ed otterremo la figura 3. Immaginate ora di ripeter moltissime volte lo stesso<br />

procedimento e magari su tutte le punte del triangolo. Alla fine avremmo una forma<br />

geomca simile ad un fiocco di neve con la stessa superficie iniziale ma con un perimetro<br />

lunghissimo<br />

Conosciamo la famosa legge di Henry che dice: "A temperatura costante un gas che<br />

esercita una pressione sulla superficie di un liquido, vi entra in soluzione finché<br />

avrà raggiunto in quel liquido la stessa pressione che esercita sopra di esso. " , ma<br />

è da sottolineare che questa soluzione dipende non solo dalla differenza di pressione,<br />

gradiente…, dalla temperatura e dal tempo come già sappiamo dai primi corsi subacquei,<br />

ma anche dal tipo di soluto, nel nostro caso l’Elio piuttosto che l’Azoto; dal solvente, tessuti<br />

veloci paragonabili al plasma o lenti come i grassi; dalla superficie dell’interfaccia gassolvente:<br />

vi ricordate come sono fatti i polmoni? Il volume polmonare, in media sui 5 litri,<br />

ha a disposizione una superficie di circa 70 m quadri di interfaccia sangue-Aria, infatti, lo<br />

scambio gassoso alveolare è pressoché istantaneo!<br />

Technical<br />

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Modulo 4


Modulo 4<br />

88<br />

Pure Tech Agency<br />

Respirando miscele contenenti Elio ci si raffredda più velocemente. Proviamo a fare<br />

due conti. Prendiamo in considerazione i valori della capacità termica dell’Elio pAria<br />

5,193 J/g°K e dell’aria, sapendo che sarà il 21% di quella dell’Ossigeno più il 79% di<br />

quella dell’Azoto, pari a 1,015 J/g°K.<br />

Come sub, non mi interessa quante molecole o quanti grammi di gas ci sono nei miei<br />

polmoni o nella mia muta; quelle sono unità di massa o di peso. I polmoni e la muta<br />

sono comunque riempiti da certo volume di gas. Quindi la perdita di calore dev’essere<br />

calcolata in relazione alla quantità di calore necessAria a scaldare il volume del gas;<br />

100 g di Elio hanno un volume 7,16 volte maggiore di 100 g di Aria alla stessa pressione<br />

dovuta alla grande differenza di densità (Elio 0.1787 g/l, Azoto 1.251, Ossigeno 1.429,<br />

Aria 1.288). Ora vediamo quanta energia ci vuole per riscaldare un certo volume.<br />

Prendiamo 2 litri per fare i calcoli, così cerchiamo l’energia necessAria per riscaldare il<br />

gas respiratorio di 20°C, dalla temperatura dell’acqua a 17°C a quella del corpo a 37°C.<br />

Due litri di Aria hanno una massa di 2 x 1.293 g = 2.586 g, due litri di Elio hanno una<br />

massa di 2 x 0.17 g = 0.34 g. L’energia necessaria perciò per riscaldare l’Aria é 2.586 x<br />

1,015 J/g°K x 20 °K = 52,5 J, per riscaldare lo stesso volume di Elio 0.34 g x 5,193 J/g°K<br />

x 20°C = 35,5 J. Noi vediamo che la perdita di calore respirando Elio puro (meglio non<br />

farlo!!) sarebbe minore di circa il 32% che se respirassimo Aria. Questo sembrerebbe<br />

vero anche per la muta stagna, e invece no perchè entra in gioco un’altra proprietà: la<br />

conducibilità termica. La conducibilità termica dell’Elio è circa sei volte più alta di quella<br />

dell’aria a questa è la ragione per cui la perdita di calore é maggiore se insuffliamo<br />

nella muta miscele contenenti Elio. Il trasporto di calore dal corpo all’acqua circostante<br />

é alto, non il processo di riscaldamento. La conducibilità termica nei polmoni non è un<br />

problema perché il calore é trasportato da una parte all’altra dei polmoni, ed all’interno<br />

del corpo. Essa é solo responsabile per la sensazione di freddo nel respirare miscele<br />

di Elio poiché il processo di riscaldamento é più veloce all’inizio della respirazione.<br />

Per avere una miglior isolamento, l’Argon è un ottimo gas poiché la sua conducibilità<br />

termica è circa il 33% inferiore a quella dell’aria.<br />

Insufflare la muta con l’Argon e respirare miscele di Elio é, perciò, la scelta più calda.<br />

Facciamo al proposito una considerazione: prendiamo una bolla considerandola sferica,<br />

o meglio cubica solo per comodità di calcolo. Prendiamo dapprima in considerazione un<br />

cubetto-bolla di lato unitario il suo volume sarà 1 (1x1x1) e la sua superficie 6 (1x1x6<br />

facce); un secondo cubetto con lato doppio avrà un volume pari ad 8 (2x2x2) ed una<br />

superficie di 24 (2x2x6); un terzo cubetto di lato triplo, avrà volume 27 e superficie 54. Se<br />

ora analizziamo il rapporto superficie/volume notiamo che il cubetto piccolo ha il rapporto<br />

più grande: 6 a 1 contro 3 a 1 del cubetto medio e 2 a 1 del cubetto più grande. Ora se<br />

applichiamo lo stesso ragionamento ad una bolla che deve desaturarsi, capiamo perché<br />

più piccola è la bolla, prima questa desatura.<br />

Inoltre il fatto è aiutato dalla legge di Laplace che recita: "La differenza tra la pressione<br />

all’interno di una bolla e quella presente al suo esterno è inversamente proporzionale<br />

al raggio della bolla stessa". Analiticamente Pi – Pe = 2g/r. Ciò significa che tanto più<br />

piccolo è il raggio della bolla (e perciò la bolla stessa) tanto maggiore sarà la pressione<br />

del gas interna alla bolla rispetto alla pressione esterna. Da notare, che essendo il<br />

raggio al denominatore se questo è zero, 2γ/r è infinito. Ne segue che la differenza tra<br />

tensione interna e pressione esterna sarà infinita per questo necessiterebbero pressioni<br />

grandissime, infinite, per creare dal nulla una bolla…. Per questo le bolle preesistono e la<br />

decompressione le alimenta!<br />

Analizziamo ora altre due caratteristiche dell’Elio non meno interessanti nel loro confronto<br />

con gli altri gas.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

La prima sicuramente è la conducibilità termica espressa in watt per centimetro per<br />

grado: essa è "la quantità di calore trasferito in una direzione perpendicolare alla superficie<br />

di un’area unitAria, a causa di un gradiente di temperatura, nell’unità di tempo e in<br />

condizioni stabili". In parole semplici esprime la capacità di una sostanza di trasmettere<br />

il calore. Subito osserviamo la grande differenza tra l’Elio e gli altri gas: circa sei volte la<br />

conducibilità termica di Azoto e Ossigeno ed addirittura quasi nove volte quella dell’Argon!<br />

Ecco qui uno degli svantaggi dell’uso di miscele contenenti Elio: non possiamo usarle<br />

come coibente e quindi come gas per compensare la muta stagna, ne consegue che per<br />

caricare la stagna dobbiamo usare un altro gas come l’Aria o ancora meglio l’Argon.<br />

La seconda caratteristica, decisamente meno importante per i nostri fini, ma utile<br />

a carattere di cultura è il calore specifico ossia la quantità di calore necessaria per<br />

aumentare di 1 grado la temperatura di un’unità di massa di una sostanza. Qui notiamo<br />

che il calore specifico dell’Elio è circa cinque volte quello dell’Azoto e dell’Ossigeno quindi<br />

quello dell’aria. Questo ci porterebbe in un primo momento a concludere che respirare<br />

Elio comporti un fabbisogno calorico superiore a quello che se respirassimo Aria e di<br />

conseguenza un più veloce raffreddamento dell’organismo. Ma dobbiamo ricordare che<br />

l’Elio è meno denso e quindi dobbiamo riscaldarne "meno"!<br />

Il Trimix e l’Heliair<br />

La Parola Trimix identifica una miscela composta da 3 gas diversi (Ossigeno + Azoto<br />

+ Elio) in percentuali variabili senza nessun rapporto fisso tra loro, quindi è possibile<br />

realizzare una Best Mix in base al tipo di immersione che vogliamo effettuare, scegliendo<br />

il Grado Narcotico e la pO 2<br />

Le miscele Trimix si suddividono in 3 tipologie<br />

Ipossica<br />

FO 2 < 17% (per immersioni oltre i 66 m)<br />

Normossica<br />

FO 2 = da 21 a 18% (per immersioni entro i 66 m)<br />

Iperossica<br />

FO 2 > 21% (come miscela di viaggio\decompressiva)<br />

In questo corso prenderemo in esame il Trimix Normossico, che utilizzeremo per le<br />

immersioni fino a 66m<br />

Il Trimix Ipossico e Iperossico, verra’ studiato nel corso Extended Technical per<br />

immersioni oltre i 66 m<br />

Technical<br />

89<br />

Modulo 4


Modulo 4<br />

90<br />

Pure Tech Agency<br />

Prima di utilizzare una miscela TRIMIX<br />

é obbligatorio analizzare<br />

la bombola con un Analizzatore Ossigeno/Elio.<br />

Un’altra tipologia di miscela ternaria utilizzabile è rappresentata dall’Heliair, che è di facile<br />

produzione inquanto è un mix di Elio ed Aria, ma non consente la realizzazione della Best<br />

Mix, perché è possibile scegliere o il Grado Narcotico oppure la PO 2 .<br />

Nelle miscele Heliair : pO 2 alta > Narcosi Alta - Narcosi Bassa > pO 2 Bassa<br />

L’Aria è composta da Ossigeno e Azoto con un rapporto costante, quindi unendo una certa<br />

quantità di Elio, abbasseremo sia l’Ossigeno che l’Azoto. Per realizzare la miscela Heliair,<br />

occorre decidere il Grado Narcotico da utilizzare in immersione e determinare quanto Elio<br />

aggiungere all’Aria per ottenere la miscela desiderata.<br />

Prima di utilizzare una miscela Heliair<br />

é obbligatorio analizzare<br />

la bombola con un Analizzatore Ossigeno<br />

Il perché di una scelta<br />

Le tecniche e metodologie usate nell’immersione sportiva a miscele sono derivate da<br />

un’ampia sperimentazione in ambito militare e lavorativo. La loro pratica quindi richiederà<br />

un addestramento rigoroso e preciso.<br />

I vantaggi principali nell’utilizzo di miscele TMX contenenti Elio sono notevoli:<br />

1. Ridurre la narcosi d’Azoto - intervenendo sulle frazioni dei gas inerti della miscela<br />

si può tenere sotto controllo il livello narcotico, che in base alla quantità di Azoto che<br />

si toglie si può abbassare notevolmente fino a quasi eliminarlo completamente con<br />

l’HEliox (O 2 +He).<br />

2. Ridurre il rischio d’intossicazione da Ossigeno - respirando sempre una miscela<br />

contenente una appropriata frazione d’Ossigeno (Best Mix), è possibile estendere il<br />

range operativo che con l’Aria è limitato a 66 m (pO 2 = 1,6). Inoltre allungando i tempi<br />

di fondo è possibile tenere sotto controllo l’esposizione complessiva al CNS.<br />

3. Ridurre l’accumulo d’Anidride Carbonica - in base alla profondità e alla<br />

percentuale di Elio presente nella miscela respirata, la minor densità della miscela<br />

riduce notevolmente lo sforzo inspiratorio, facendoci risparmiare molta energia.<br />

VANTAGGI:<br />

1) Ridurre la Narcosi d’Azoto<br />

2) Ridurre il Rischio d’intossicazione<br />

da O 2<br />

3) Ridurre l’accumulo di CO 2<br />

Technical<br />

SVANTAGGI:<br />

1) Costo<br />

2) Tempi Decompressivi Lunghi<br />

3) Errori meno "perdonabili"<br />

4) Contro Diffusione Isobarica<br />

5) Freddo<br />

6) Attrezzatura Dedicata


Pure Tech Agency<br />

Ovviamente oltre ai suddetti vantaggi, occorre anche verificare qualisono gli svantaggi<br />

relativi alle miscele Trimix:<br />

1. Costo - il difetto dell’Elio è il suo costo elevato che a seconda della zona si aggira<br />

intorno ai 20,00 Euro al metro cubo.<br />

2. Tempi decompressivi più lunghi - se programmiamo una immersione in Trimix<br />

senza considerare le miscele decompressive, il Run Time si allunga in modo molto<br />

importante, rispetto alla stessa immersione in Aria. Diversamente se utiliziamo gas<br />

decompressivi tipo Ossigeno puro e/o Ean50, si possono abbassare notevolmente i<br />

tempi decompressivi.<br />

3. Errori meno perdonabili – la rapidità di diffusione dell’Elio fà si che in risalita è<br />

necessario stare molto attenti alla velocità per evitare la formazione di bolle, eventuali<br />

"pallonate" sono molto più pericolose rispetto ad immersioni in Aria. L’addestramento<br />

diventa molto importante.<br />

4. Contro Diffusione Isobarica – nelle immersioni Trimix è un problema più teorico<br />

che reale, infatti il problema si verificherebbe quando si passa da un gas con lenta<br />

diffisione ad uno che si diffonde velocemente soprattutto in fase decompressiva. Per<br />

evitare questo fenomeno occorre non fare cambi gas che portino ad un immediato<br />

parziale innalzamento della pressione parziale dell'Azoto.<br />

5. Freddo – la capacità dell’Elio di condurre il rapidamente il calore, rende il Trimix<br />

una miscela inadatta da utilizzare con la muta stagna, quindi occorre una bombola<br />

aggiuntiva di dimensioni adeguate per gestire la muta stagna caricata ad Aria o<br />

Argon. Inoltre avremo una maggiore dispersione termica derivante dalla respirazione,<br />

quindi occorre prevedere una maggior protezione termica.<br />

6. Attrezzatura dedicata – Per ottimizzare al meglio i tempi decompressivi occorre<br />

utilizzare una o due bombole di fase caricate con O 2 o/e Ean50, inoltre occorre<br />

utilizzare una piccola bombola di Argon o Aria per la gestione della muta stagna.<br />

HPNS:<br />

Anche se l’Elio ha un effetto narcotico quasi nullo, occorre tenere presente il suo effetto<br />

sul Sistema Nervoso. L’Elio può causare la sindrome nervosa da alta pressione (HPNS),<br />

caratterizzata da tremori, nausea, stanchezza, vertigini e contrazioni muscolari. Questa<br />

problematica si può presentare per immersioni oltre i 150 m, quindi trascurabile per<br />

il nostro livello di addestramento. Sindrome più probabile nelle immersioni in Eliox<br />

(argomento trattato nel corso Extended Technical)<br />

4.2 La programmazione<br />

La programmazione minuziosa delle immersioni Trimix è fondamentale per la buona<br />

riuscita delle nostre immersioni. Occorre scegliere la miscela di fondo più adatta, il piano<br />

decompressivo migliore, le scorte di gas adeguato al Team ed al sito d’immersione.<br />

Una pianificazione sbagliata può essere molto pericolosa e portare a problemi di PDD<br />

La Best Mix<br />

Nei corsi precedenti, quando dovevamo determinare la Best Mix per una immersione con<br />

Eanx abbiamo sempre utilizzato il Calcolo a T di "Dalton", determinando la pO respirabile<br />

2<br />

e la MOD della mix utilizzata. Utilizzando le miscele Trimix occorrerà determinare la<br />

percentuale dei 3 gas interessati. (O \N\He) Inoltre occorre pianificare anche le miscele<br />

2<br />

decompressive, come già imparato dal corso Decompression.<br />

Technical<br />

91<br />

Modulo 4


Modulo 4<br />

92<br />

Pure Tech Agency<br />

Pianifichiamo una immersione a 60 m x 25 minuti di fondo.<br />

Ossigeno - O 2<br />

La scelta della pO 2 è la parte più importante per la determinazione della Best Mix, in<br />

quanto la vAriazione di 1% modifica la nostra futura tabella decompressiva.<br />

Come già visto nel corso Decompression occorre determinare l’esposizione massima per<br />

non avere problemi di Avvelenamento da Ossigeno, sia nella fase di fondo, sia nella fase<br />

decompressiva.<br />

Partendo dalla pO 2 massima utilizzabile di 1,6 occorre stabilire la pO 2 relariva alla miscela<br />

di fondo, considerando i fattori decrementanti relativi all’esposizione all’Ossigeno.<br />

Fattori decrementanti<br />

1) Aumento della PPCO 2 .<br />

2) Freddo o scarsa visibiltà.<br />

3) Farmaci, Droghe, Alcool<br />

4) Stress o scarsa condizione Fisica.<br />

5) Immersione Speleo sub<br />

6) Penetrazioni in Relitti<br />

7) Predisposizione Individuale<br />

8) Uso O 2 in Decompressione<br />

La pO 2 utilizzabile è 1,3<br />

pg 1,3<br />

fg P fg 7<br />

fO 2 = 1,3 : 7 = 0,185 ➔ O 2 18%<br />

Technical<br />

Le immersioni con decompressione<br />

in Trimix fino a 66 m spesso sono<br />

immersioni impegnative, con molto<br />

stress, in acqua fredda<br />

- 60m › P = 7 ATA<br />

pO 2 1,6<br />

- 0,1 (Freddo)<br />

- 0,1 (Stress)<br />

- 0,1 (Uso O 2 in Deco)<br />

pO 2 1,3<br />

Azoto - N<br />

Trattandosi di miscela ternaria, oltre alla pO 2 occorre stabilire un altro parametro, cioè quale<br />

Grado Narcotico utilizzare durante la nostra immersione. Nella scelta del GN dobbiamo<br />

tenere presente alcuni fattori tipo: il nostro allenamento a forti narcosi, forma fisica, il tipo di<br />

immersione da svolgere, il tempo di fondo, ed è consigliato non superare i 40 m di END.<br />

Come sappiamo, nelle immersioni tecniche profonde occorre limitare al massimo lo stress e i<br />

compiti da svolgere perché i tempi di reazione sono molto rallentati. Come già visto anche nei<br />

corsi precedenti, per tenere sotto controllo l’effetto narcotico dell’Azoto, il nostro organismo<br />

richiede la massima concentrazione e allenamento, quindi un grande sforzo mentale, che<br />

insieme allo stress può portare a delle problematiche. Un semplice strumento da utilizzare<br />

per determinare il Grado Narcotico considerando il tempo di fondo della nostra immersione, è<br />

rappresentato da una qualsiasi tabella in Aria per immersioni ricreative. In questo modo potrò<br />

determinare a quale profondità equivalente sarà il nostro gradi di "comodità narcotica",<br />

paragonando la nostra immersione tecnica ad una immersione ricreativa.<br />

Una immersione di 10/15 minuti di fondo è molto meno impegnativa di una con<br />

25/30 minuti


Pure Tech Agency<br />

Esempio: Prendiamo la Tabella US NAVY in Aria, e andiamo a cercare a quale profondità<br />

equivale un tempo massimo di 25 minuti di fondo, entrando dai tempi massimi di esposizione,<br />

scorro fino a trovare 25 minuti, dopo di che controllo la profondità corrispondente e in<br />

questo caso è 30m Quindi la mia immersione in Trimix Normossico a 60m per 25 min.<br />

equivale (narcoticamente parlando) ad una immersione di 25 minuti a 30 m in Aria. (una<br />

semplice immersione in Aria a 30 m in curva di sicurezza fatta molte volte).<br />

NOTA:<br />

Per tempi e profondità intermedi a quelli in tabella<br />

1, 2 scegliere i valori immediatamente superiori<br />

1 - TABELLA DI IMMERSIONE (Singola)<br />

Velocità di discesa: 23 m/min (max) Velocità di risalita: 9 m/min<br />

6 9 12 15 18 21 24<br />

26<br />

43<br />

61<br />

82<br />

106<br />

133<br />

165<br />

205<br />

256<br />

330<br />

461<br />

illim.<br />

17<br />

27<br />

38<br />

50<br />

62<br />

76<br />

91<br />

107<br />

125<br />

145<br />

167<br />

193<br />

223<br />

260<br />

307<br />

371<br />

12<br />

20<br />

27<br />

36<br />

44<br />

53<br />

63<br />

73<br />

84<br />

95<br />

108<br />

121<br />

135<br />

151<br />

163<br />

180 14<br />

9<br />

15<br />

21<br />

28<br />

34<br />

41<br />

48<br />

56<br />

63<br />

71<br />

80<br />

89<br />

92<br />

7<br />

12<br />

17<br />

22<br />

28<br />

33<br />

39<br />

45<br />

51<br />

57<br />

6<br />

10<br />

14<br />

19<br />

23<br />

28<br />

32<br />

37<br />

42<br />

47<br />

ATTENZIONE! IL RISPETTO DELLE TABELLE NON ESCLUDE COMPLETAMENTE I RISCHI DELL’IMMERSIONE<br />

• Immergersi in buone condizioni psico fisiche, e nei limiti del proprio brevetto<br />

• Pianificare l’immersione in curva di NON decompressione (si consiglia di raggiungere quota 6 m entro la fine del tempo pianificato)<br />

• Raggiungere la massima profondità a inizio immersione. NON YO-YO<br />

• In presenza di fattori di rischio, (freddo, fatica, corrente, stress etc...) usare il tempo successivo nella tabella<br />

• Sosta di sicurezza (3 min a 5 m - Emersione: 3m/min da 6 m alla superficie<br />

• Sosta profonda (immersione in curva): 2,5 min a metà della max prof. (stacco dal fondo 2,5 min. prima del tempo di tabella)<br />

Technical<br />

5<br />

9<br />

12<br />

16<br />

20<br />

24<br />

28<br />

32<br />

36<br />

39<br />

45 10<br />

27<br />

4<br />

7<br />

11<br />

14<br />

17<br />

21<br />

24<br />

28<br />

30<br />

35 4<br />

30<br />

4<br />

6<br />

9<br />

12<br />

15<br />

18<br />

21<br />

33<br />

3<br />

6<br />

8<br />

11<br />

14<br />

16<br />

19<br />

ARIA<br />

6 6 6 6 6 6 6 6 6 6<br />

36<br />

3<br />

5<br />

7<br />

10<br />

12<br />

15<br />

25 20 20 2<br />

25 3<br />

30 3 25 8<br />

60 48<br />

30 14<br />

70 7 55 9 40 14 35 15<br />

60 14<br />

100 4 80 14<br />

110 8<br />

Consumi elevati<br />

tempo entro la curva di sicurezza<br />

tempo limite in curva di sicurezza<br />

tempo fuori curva di sicurezza<br />

tempo di decompressione a 6 m<br />

39<br />

2<br />

4<br />

6<br />

9<br />

10<br />

15<br />

20<br />

1<br />

4<br />

Profondità<br />

Tappe<br />

A<br />

B<br />

C<br />

D<br />

E<br />

F<br />

G<br />

H<br />

I<br />

J<br />

K<br />

L<br />

M<br />

N<br />

P<br />

Z<br />

G.A.<br />

19<br />

20<br />

25 3<br />

Questo non significa che non devo decomprimere l’Azoto, ma è soltanto un metodo<br />

per determinare il Grado Narcotico della nostra immersione. Se diversamente<br />

scegliessi a priori, di fare questa immersione con un GN di 40 m, la nostra immersione<br />

non equivarrebbe più una semplice immersione in curva, ma avrebbe lo stessa difficoltà<br />

narcotica di una immersione in Aria con decompressione a 40 m per 25 minuti, e quindi<br />

molto più impegnativa.<br />

A 30 m la pN dell’aria a 30 m è 3,16 (0,79x4,0)<br />

La pN utilizzabile è 3,16<br />

Pg 3,6<br />

fg P fg 7<br />

fO 2 = 3,16 : 7 = 0,4514 ➔ N 45%<br />

Elio - He<br />

La percentuale di Elio da inserire nella nostra<br />

miscela di fondo si determinerà per differenza,<br />

avendo già calcolato quanto O 2 e Azoto sono<br />

necessari<br />

He = 100% – 18% – 45% = 37% - TMX 18/37 -<br />

pO 2 1,3 - GN 30 m<br />

Quindi la nostra best Mix per una immersione a 60 m x 25 min. sarà: TMX 18/37<br />

Pianifichiamo la miscela Heliar per la stessa immersione, per vedere che tipologia di mix<br />

potremmo utilizzare. Visto che l’Aria presenta il rapporto Ossigeno\Azoto costante (3,76),<br />

possiamo decidere se imporre la pO 2 oppure il Grado Narcotico della mix.<br />

93<br />

Modulo 4


Modulo 4<br />

94<br />

Pure Tech Agency<br />

Seguendo quanto impostato nel calcolo della Best Mix, faremo la pianificazione della mix<br />

Heliair con Grado Narcotico dei 30 m, e con pO 2 = 1,3 per vedere le differenze.<br />

Composizione Aria Rapporto N/O2 79% N + 21% O2 0,79 / 0,21 = 3,76<br />

Come si può vedere le 3 mix sono completamente diverse<br />

Mix1 TMX 18/37 Mix Normossica pO 2 = 1,3 GN 30 m<br />

Mix2 Heliair 18/15 Mix Normossica pO 2 = 1,3 GN 49 m<br />

Mix3 Heliair 12/43 Mix Ipossica pO 2 = 0,84 GN 30 m<br />

RANGE pO 2<br />

1,2 < pO 2 > 1,4<br />

Bassa pO 2 ➔ + Deco<br />

Alta pO 2 ➔ - Deco<br />

Ovviamente:<br />

la Mix1 rappresenta la Best Mix per l’immersione prevista<br />

a 60 m per 25 min.<br />

La Mix2 non è utilizzabile perché ha un Grado Narcotico<br />

troppo alto (superiore anche a 47 m END del Tek-In)<br />

La Mix3 è Ipossica, quindi non utilizzabile direttamente dalla<br />

superficie e non è contemplata in questo corso.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

La decompressione<br />

Una volta scelta la miscela di fondo, occorre decidere che tipo di decompressione effettuare,<br />

per poi determinare le tabelle da usare durante la nostra immersione. Possiamo utilizzare<br />

1 bombola Decompressiva (Ean50), oppure due bombole Decompressive (Ean50+O 2 ). La<br />

scelta dipende dalla profondità programmata, dal tempo di fondo e dalla scorta gas.<br />

CONFIGURAZIONE<br />

Fino a 47 m<br />

Mix di Fondo + Ean50<br />

da 50 m a 66 m<br />

Mix di Fondo + Ean50+O 2<br />

Technical<br />

Immersione: 25 min. a 60 m<br />

TMX 18/37 + Ean50+O 2<br />

Per determinare le nostre tabelle utilizzeremo il<br />

programma HL Planner, gia visto e studiato durante il<br />

corso Decompression.<br />

La prima cosa da fare, dopo aver personalizzato il software inserendo alcuni dati personali,<br />

è inserire la profondità, la Mix di fondo e il Run Time sul fondo.<br />

Visto che dobbiamo programmare una immersione<br />

a 60m per 25 min. la scelta prevede due<br />

decompressive (Ean50+O 2 ), per diminuire il Run<br />

Time e per ottimizzare al meglio la scorta gas.<br />

Pianificando con VPM avremo le prime tappe molto<br />

profonde, quindi i consumi del gas di fondo saranno<br />

elevati. Inoltre prevediamo sempre una sosta di 5<br />

min a 21 m per struttare al massimo l’Oxygen<br />

Windows con l’Ean50.<br />

95<br />

Modulo 4


Modulo 4<br />

96<br />

Pure Tech Agency<br />

L’ultima tappa sara’ effettuata a 6 m per sfruttare al massimo l’Ossigeno a 1,6 e per evitare<br />

eventuali "marosi" in mare aperto. Controllando il tempo previsto per la tappa dei 6 m,<br />

occorre prevedere un Break con la mix di fondo per evitare problemi di sensibilizzazione<br />

all’O 2 .<br />

6 m ------- 20 min<br />

Quindi inseriamo 5 minuti di break tra 2 cicli di Ossigeno, quindi avremo:<br />

1 ciclo di O 2 10 min.<br />

ULTIMA TAPPA 6 m<br />

1 break con mix<br />

di fondo per 5 min<br />

Technical<br />

1 ciclo di O 2 10 min.<br />

I 5 minuti in più relativi al Break saranno aggiunti al Run Time complessivo, quindi la nostra<br />

immersione avrà un R.T complessivo di 78 min. (73+5)<br />

Una volta completata la decompressione, è molto importante risalire in superficie molto<br />

lentamente (1 m/min), inquanto la pressione diminuisce molto rapidamente negli ultimi m<br />

(da 1,6 a 1,0 in 6 m).<br />

Non utilizzare questa programmazione per le tue immersioni.<br />

Occorre sempre verificare il TCS, le dimensioni delle bombole utilizzate, le scorte<br />

minime dei gas, come hai imparato nel corso decompression.<br />

Questa programmazione è puramente dimostrativa impara a programmare ogni volta<br />

la tua immersione


Pure Tech Agency<br />

Fino a qui abbiamo programmato soltanto l’immersione che dobbiamo effettuare,<br />

ma dobbiamo tenere presente anche eventuali emergenze, dovute allo sforamento<br />

della quota, al prolungamento del tempo massimo previsto, oppure ci potrebbe essere<br />

l’eventualità di uscire prima del tempo stabilito causa scarsa visibilità, oppure per un<br />

problema improvviso. Faremo una tabella di emergenza che prevede 3m in piu e 3 min.<br />

in più rispetto all’immersione normale, quindi 63m x 28min. verificando che le scorte dei<br />

gas siano sufficienti anche e soprattutto in caso di emergenza. Inoltre stampando la tabella<br />

Estesa, abbiamo la possibilità di effettuare la decompressione corretta anche in caso di<br />

risalita anticipata. Ricorda che dovrai rispettare la tua tabella principale, e non usare mai<br />

la tabella di emergenza per cambiare in corsa la tua immersione (senza emergenza)<br />

Technical<br />

97<br />

Modulo 4


Modulo 4<br />

98<br />

Pure Tech Agency<br />

LA TABELLA DI EMERGENZA VA UTILIZZATA SOLO<br />

IN CASO DI EMERGENZA<br />

Esistono anche altri sistemi per pianificare le immersioni Trimix (Computer Multimiscela,<br />

Ratio Deco) che andremo a vedere successivamente, ma CMAS-<strong>PTA</strong> ritiene che la<br />

programmazione migliore sia quella tabellare, come sopra indicato.<br />

VR3 - VRX<br />

LIQUIVISION X1<br />

SHAREWATER PREDATOR<br />

FURIO<br />

DR5 - OSTC2<br />

Computer Multimiscela<br />

La tecnologia ha portato ad oggi ad un’ampia gamma<br />

di Computer Subacquei Multimiscela, da utilizzare per<br />

le immersioni tecniche. Gli algoritmi utilizzati variano<br />

tra VPM, Buhlmann ZH-L16 con Gradient Factor, sia<br />

per C.A. sia per CCR, integrati e non …<br />

Ogni computer ha il proprio software per la pianificazione dell’immersione all’asciutto,<br />

in modo da verificare le tabelle generate, le scorte gas e quanto altro necessario per<br />

una corretta pianificazione. Seguendo il principio della ridondanza, occorre avere<br />

uno strumento alternativo al Computer MM per eventuale guasto dello stesso, quindi<br />

profondimetro, orologio e tabelle, oppure avere due Computer MM uguali.<br />

Deco on fly<br />

Premesso che una corretta pianificazione prevede lo sviluppo del piano decompressivo<br />

tramite un software collaudato, bisogna anche dire che esistono nel panorama subacqueo<br />

tecnico, alcuni sistemi che permettono di ricordarsi quelli che sono i tempi decompressivi<br />

totali e che in determinati frangenti possono essere utili se non altro, come riprova che i<br />

numeri che abbiamo pianificato o che il nostro computer ci sta dicendo, sono più o meno<br />

corretti.<br />

Questi sistemi, chiamati mnemonici, non devono essere confusi con gli algoritmi di<br />

calcolo della decompressione ma rappresentano solo uno strumento per ricordarsi,<br />

appunto , i tempi di deco da fare<br />

Tra questi sistemi ricordiamo la Ratio Deco che storicamente è stata introdotta da Andrew<br />

Georgitsis nell’ambito delle attività didattiche del gruppo americano impegnato nel sistema<br />

carsico di Wakulla agli inizi dell’anno 2000.<br />

Georgitsis, ha elaborato questo metodo che partendo da alcuni punti fissi, quali gas di<br />

fondo e gas decompressivi Standard, quote di immersione e range di tempo ben definiti,<br />

e pianificando le immersioni con un software decompressivo si è accorto che poteva<br />

estrapolare delle semplici regolette, utilizzabili anche in acqua, per ottenere i tempi totali<br />

di deco da fare; ha inoltre poi definito alcune regole per la distribuzione di questi tempi alle<br />

varie quote, secondo l’approccio decompressivo che contraddistingue il metodo GUE.<br />

La RD identifica alcuni Set Point, caratteristici anche per il numero di miscele decompressive<br />

da utilizzare.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Per ogni "Set Point" è indicata una miscela standard che mantiene le caratteristiche<br />

indicate e cioè: pO 2 minore di 1.4 e narcosi equivalente inferiore a 30m; questi due dati ci<br />

permettono di definire un set di miscele standard perfettamente valide per un certo range<br />

di immersioni. Inoltre per ogni Set Point è definito anche il numero di mix deco minime da<br />

usare ed il rapporto tempo di fondo/tempo di deco<br />

Set Point 1, avremo per un certo range temporale un rapporto 1 a 1 tra tempo di fondo e<br />

tempo di deco con una unica miscela decompressiva.<br />

Set Point 2, avremo per un certo range temporale un rapporto 1 a 2 tra tempo di fondo e<br />

tempo di deco con 2 miscele decompressive.<br />

Nel caso del SP1 il tempo decompressivo determinato verrà distribuito lungo tutta la<br />

colonna d’acqua a partire dalla prima tappa deco.<br />

Nel caso del SP2 il tempo decompressivo determinato verrà distribuito metà e metà tra i<br />

due gas decompressivi.<br />

Se le Deco sono 1: 25 min. di Fondo ➔ 25 min. di Deco in EAN50<br />

Se le Deco sono 2: 25 min. di Fondo ➔ 50 min. di Deco 50% del tempo in EAN50<br />

50% del tempo in O2<br />

La RD prende in considerazione anche altri fattori legati all’immersione, da tener presente<br />

nella pianificazione della decompressione e cioè:<br />

1) Come sono messo fisicamente<br />

2) Come sono andate le cose sul fondo<br />

3) Come ho staccato dal fondo<br />

4) Come sono risalito dal fondo alla prima tappa<br />

Queste considerazioni sono le più importanti da fare, come scelgo poi di "spalmare le<br />

tappe" nei vari segmenti (usando uno dei tre metodi suggeriti) è secondario.<br />

CAMBI GAS:<br />

EAN50 ➔ 21 m<br />

O2 ➔ 6 m<br />

Tappe ogni 3 m<br />

Vel. di Risalita 10 m/min.<br />

Le "Forme Decompressive" per il segmento dell’EAN50<br />

che possiamo utilizzare sono 3:<br />

Fibonacci (1,2,3,5,8,13,21......)<br />

Tappe a durata costante (velocità costante di risalita)<br />

La S-Curve<br />

Fibonacci:<br />

Occorre suddividere il tempo decompressivo per le 5 tappe, facendo una fibonacci finchè<br />

si può, esempio 1 – 2 – 3 – 5 – 8<br />

In questo caso non si sfrutta la finestra dell’Ossigeno a 21 m, privilegiando le tappe più<br />

superficiali.<br />

Tappe costanti:<br />

Questo sistema è il più semplice, inquanto il tempo relativo all’Ean50 verrà suddiviso per<br />

le 5 tappe da eseguire:<br />

Technical<br />

99<br />

Modulo 4


Modulo 4<br />

100<br />

Pure Tech Agency<br />

S-Curve:<br />

Questo sistema è un pò più complicato ed è una specie di fibonacci modificata che fa<br />

lavorare di più verso le pO 2 di 1.6.<br />

Praticamente si suddivide il tempo con una fibonacci dove la prima tappa dura almeno 5<br />

minuti e l’eccedenze viene spalmata dal basso dalla seconda tappa in poi.<br />

La tappa con l’O 2 è prevista tutta a 6 m con cicli di 12 minuti, alternati da un breck di 5 min<br />

di gas di fondo, la risalita è fatta risalendo ad 1m al minuto negli ultimi 5 m<br />

Nel tempo anche altre didattiche hanno elaborato metodi mnemonici alternativi<br />

che, a nostro avviso, rappresentano un metodo per comprendere come funziona la<br />

decompressione, ma che non sostituiscono una buona pianificazione dell’immersione,<br />

in quanto non supportato da dati scientifici<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

MODULO 5<br />

L'immersione di Apprendimento<br />

Panoramica<br />

• Immersione di apprendimento<br />

• Pianificazione generale<br />

• Breafing pianificativo<br />

• Controllo e procedure<br />

• Controlli di superficie<br />

• Breafing direzionale<br />

• Discesa<br />

• Esercizi di apprendimento<br />

• Mantenimento della max deep<br />

• Segnale dei 4 minuti<br />

Al termine del capitolo sarai in grado di:<br />

Obiettivi<br />

Technical<br />

• Segnale dei 6 min e controllo<br />

pressioni<br />

• Identificazione oggetti<br />

• Ricavare la direzione nord di<br />

un oggetto<br />

• Segnale di 1 minuto alla<br />

risalita<br />

• Segnale di risalita<br />

• Fuori dall'acqua<br />

• Il breafing valutativo<br />

• Note generali sull'immersione<br />

• Note generali sugli esercizi<br />

• Conoscere ed applicare il sistema Technical da applicare nelle tue immersioni<br />

tecniche<br />

• Pianificare in modo sistematico la tua immersione tecnica<br />

• Conoscere ed applicare il breafing direzionale<br />

• Conoscere ed approfondire tutta l'immersione di corso, per assimilare al massimo il<br />

sistema technical<br />

• Riconoscere l'importanza del breafing valutativo per le immersioni future<br />

101<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

102<br />

Pure Tech Agency<br />

5.1 Immersione Technical<br />

A) Immersione di apprendimento<br />

A1) Obiettivi primari di questo corso<br />

1) Capire e valutare i limiti oggettivi dell’aria;<br />

2) Capire e valutare i limiti oggettivi del Trimix;<br />

3) Capire e valutare i limiti soggettivi propri ed altrui;<br />

4) Inserire/sviluppare comportamenti profondistici specifici che estendano i limiti propri<br />

sempre all’interno di un’ottica di realistica efficace gestione dell’immersione.<br />

La parte che in questo corso vede maggiormente soddisfare quanto sopra, è<br />

l’immersione d’apprendimento, che non è solamente un momento di valutazione,<br />

ma anche e soprattutto il momento di enorme e maggiore apprendimento.<br />

A2) Approccio<br />

Tu ora stai leggendo queste pagine come unica finalità, quella di capire come superare<br />

l’immersione di apprendimento.<br />

Ciò naturalmente non è sbagliato, ma in questo caso estremamente riduttivo.<br />

L’errore più comune e più grave che puoi commettere è di considerare questa "immersione<br />

di apprendimento" scollegata, in tutto o anche solo in parte, dalla realtà di quelle che<br />

saranno le tue immersioni extra-corso.<br />

Conoscendo questo rischio, vale per noi davvero la pena di effettuare una prefazione<br />

su tutto quanto segue, una prefazione importantissima che riguarda il tuo approccio al<br />

sistema d’immersione che ti viene richiesto di usare in questo momento assolutamente<br />

basilare.<br />

È opinione comune che la teoria non segua la pratica, o che la pratica richiesta in un certo<br />

training, di qualsiasi tipo, sia fine a se stessa. Opinioni assai diffuse perché tristemente<br />

confermate dai fatti: purtroppo si sa ed è vero che le lauree non soddisfano la preparazione<br />

richiesta nel mondo del lavoro, la patente d’auto non insegna a guidare, e così via..... Tutti<br />

noi abbiamo provato così tante volte questo distacco fra corsi e realtà quotidiana che<br />

ormai lo diamo per usuale e assunto.<br />

Ebbene abbiamo il piacere di dirti che in questo training non è così.<br />

A3) Corso comportamentale<br />

Come avrai già avuto modo di capire, questo è un corso decisamente comportamentale.<br />

Cosa significa ?<br />

Significa che è estremamente orientato al pratico, e ha come filosofia primaria quindi<br />

quella di impostare e/o consolidare comportamenti.<br />

Comportamenti che sono stati scelti come i migliori per rispondere alle reali richieste di<br />

normali e vere immersioni profonde tecniche.<br />

L’"immersione d’apprendimento" è un condensato di tutto ciò che può accadere e di quello<br />

che deve essere soddisfatto in tali condizioni, incluso le risposte a problemi.<br />

Inutile fare esempi o dare dettagli, li avrai fra poche righe.<br />

L’importante è che tu debba sempre pensare a un esercizio e alle più piccole sfumature<br />

di esso non come fine a se stesso, ma come rappresentazione reale di una precisa<br />

situazione/comportamento che si verificherà nelle tue prossime immersioni, e come tale<br />

devi impararlo e metabolizzarlo.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

A4) Teoria applicata<br />

In altre parole la parte che segue sugli esercizi è un’altra parte di teoria applicata, una<br />

seconda zona di cultura profondistica.<br />

Ogni esercizio ed errore collegato, diverrà quindi lo spunto per parlare di comportamenti<br />

comuni, di tecniche profondistiche specifiche, viste in una zona di immersione non teorica,<br />

ma viste dal lato pratico, di esercizi, di cose da fare in acqua davvero, che verranno<br />

successivamente testate.<br />

Gli esercizi diventano non il fine per superare il livello, ma il mezzo per svolgere in<br />

modo sicuro tutte le tue immersioni tecniche profonde!<br />

A5) Apprendimento più efficace<br />

Non useremo la teoria per introdurre l’esercizio ma il contrario: useremo l’esercizio per<br />

introdurre la teoria applicata.<br />

In questo modo si raggiunge il massimo possibile dell’efficacia didattica.<br />

Naturalmente questa completezza allungherà un pò la lezione, ma non si può ottenere<br />

tutto.<br />

Diversamente avremmo una zona totalmente teorica e un’altra "meccanica" dove si<br />

elencano ed effettuano gli esercizi senza capire bene perché questi vengono richiesti. La<br />

solita divisione Didattica che noi vogliamo superare.<br />

Noi desideriamo che tu senta l’Immersione d’Apprendimento come vera, densa<br />

di richieste, risposte e comportamenti Veri, ancorché certamente sintetizzati e<br />

schematizzati.<br />

In tale ottica sforzati di pensare a cosa corrisponde nella reltà quel comportamento che ti<br />

viene richiesto. Quando non lo capisci, chiedilo!<br />

Ogni più piccola sfumatura non sta lì a caso ma è pensata e ponderata e risponde a<br />

richieste che devi conoscere.<br />

Questa "Immersione d’apprendimento" ha, alle spalle, oltre 30 anni di modifiche e<br />

perfezionamenti e racchiude in se stessa moltissimo di più di quanto tu possa ora<br />

immaginare.<br />

Noi desideriamo che alla fine di queste pagine ti sia chiaro tutto ciò. Aiutaci, facci<br />

domande.<br />

Trasferisci queste righe nelle tue immersioni.<br />

Non separare l’Immersione d’apprendimento dalle tue immersioni reali che effettuerai<br />

succesivamente! In questo corso imparerai il "sistema Technical" da applicare a tutte<br />

le tue immersioni reali!<br />

Technical<br />

103<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

Aree principali<br />

1) Pianificazione generale;<br />

2) Briefing pianificativo;<br />

3) Sistemazione attrezzature;<br />

4) Controlli procedure;<br />

5) Controlli in superficie;<br />

6) Briefing direzionale;<br />

7) Immersione;<br />

8) Debriefing con valutazione.<br />

104<br />

Pure Tech Agency<br />

Questi sono gli otto settori-base di ogni immersione reale, di quelle che farai alla fine di<br />

questo corso.<br />

Sappiamo che nella norma alcuni sono eseguiti male e altri non eseguiti del tutto.<br />

Ebbene qui ti si chiede di eseguirli tutti e benissimo.<br />

Stai attento e recettivo, poiché a seguire imparerai nuovi comportamenti che ti saranno<br />

enormemente utili nelle tue Immersioni profonde tecniche.<br />

5.2 Pianificazione generale<br />

In questo caso saltiamo la parte di utilità generale, valore e obiettivi della pianificazione<br />

Generale in quanto ampiamente e minutamente già discussa nei singoli macrocapitoli<br />

precedenti sul management dello stress e dell’incidentistica, sul management della Narcosi<br />

d’Azoto, sulla visualizzazione, ecc.; passiamo quindi direttamente a diverse considerazioni<br />

strutturali della pianificazione generale di per se stessa e ad alcune specifiche richieste<br />

del corso.<br />

Obiettivi<br />

Ottenere il sistema operativo logicamente ottimale: il più "esatto" conseguibile.<br />

Una struttura di immersione come fosse dettata dal computer, asettica, esclusivamente<br />

tecnica, che funga da "modello" da utilizzare in tutte le nostre immersioni tecniche,<br />

aggiornandolo di volta in volta con le relative necessità oggettive, relative alle specifiche<br />

immersioni.<br />

Technical<br />

Svolgimento:<br />

Per ottenere quanto sopra ci si deve<br />

"allontanare il più possibile dall’acqua".<br />

Cosa significa?<br />

Significa che il Team si deve riunire<br />

in condizioni di stress zero, non deve<br />

"sentire" l’immersione, non deve<br />

ancora "viverla".<br />

Deve osservarla distaccato, come<br />

un’evento remoto, tanto distante<br />

da non preoccuparlo ora, in quel momento. Deve occuparsene come fosse esercizio<br />

accademico.<br />

Solo a emotività zero il Team potrà conseguire un risultato teoricamente perfetto, una<br />

pianificazione generale davvero efficiente.<br />

Allontanare l’acqua significa esserci distante nel luogo (per esempio: a Milano per


Pure Tech Agency<br />

un’immersione in Liguria) e nel tempo: anticipata quanto serva a tale scopo; per<br />

un’immersione poco impegnativa è possibile vada bene il giorno prima, per altre non basta<br />

una settimana. Per immersioni da record servono mesi.<br />

Non vi è un dato assoluto, il problema in questione è soggettivo: non si deve mentalmente<br />

sentire l’imminenza dell’immersione.<br />

In questo caso, per l’obiettivo che desideriamo conseguire qui, le emozioni sono un fattore<br />

indesiderato e deviante.<br />

Durante questo corso, ti viene richiesto di programmare da solo l’immersione e<br />

successivamente l’Istruttore controllerà il piano soffermandosi sulle diverse parti in<br />

modo dettagliato. In questo corso (per naturali esigenze di tempi e altre eventualità) la<br />

pianificazione generale può essere fatta la sera prima o anche poco prima dell’entrata<br />

in acqua. Assicurati di utilizzare il piano di programmazione della CMAS-<strong>PTA</strong> per le<br />

immersioni profonde tecniche<br />

Indipendentemente dalla situazione logistica circostante (immersione dalla barca, da<br />

riva) tu devi controllare che nessuna delle molteplici procedure che hai imparato per le<br />

immersioni profonde tecniche sia omessa o mal intrapresa.<br />

5.3 Breafing pianificativo<br />

Controllo-conferma finale su quanto deciso nella pianificazione generale, controlloconferma<br />

anche non dipendente da fattori puramente tecnici (per esempio: condizioni<br />

meteo, meno Aria, ecc.).<br />

Un controllo/conferma quindi a 360°, a tutte le latitudini possibili: quindi anche emozionali,<br />

psicologiche.<br />

Eventuali aggiornamenti rispetto alla pianificazione generale, tra i quali personalizzazioni<br />

dello schema precedente generate da esigenze emozionali e psicologiche.<br />

Svolgimento<br />

Viene collocato temporalmente<br />

poco prima dell’immersione;<br />

poco ma non pochissimo.<br />

Poco poiché naturalmente<br />

tanto più ci avviciniamo<br />

all’entrata in acqua e quanto<br />

più ci ricorderemo tutte le<br />

istruzioni, uno degli ovvi<br />

obiettivi di tutti i Briefings. Non<br />

pochissimo poiché questo<br />

Briefing, dati gli obiettivi<br />

sopra elencati, deve essere<br />

effettuato con una buona<br />

calma: Questo è il momento<br />

in cui, dopo aver già pianificato l’immersione, vengono riproposte tutte le scelte operative<br />

già effettuate.<br />

Technical<br />

105<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

106<br />

Pure Tech Agency<br />

Arrivati sul posto intervengono nuovi fattori, condizioni meteomarine, mancanza di un<br />

membro del Team, correnti eccessive non pianificate, che vanno valutati per eventuali<br />

cambio di alcuni param. In caso negativo, i param già decisi vanno effettivamente<br />

bene, ne siamo decisamente convinti?<br />

Vengono dunque rapidamente ma esaurientemente ripresi tutti gli aspetti pianificati<br />

dell’immersione dall’entrata in acqua all’uscita, dai piani standard alle emergenze; vengono<br />

"fissati" nella mente ma anche ragionati, messi in ultima attentissima discussione.<br />

Ogni membro del team deve operare in questo modo.<br />

Non è una semplice rielencazione mnemonica, ma un processo di re-analisi<br />

è quindi attivo, non passivo. si attua, non si subisce. Non è lo scenario del tipo uno<br />

parla e gli altri sbadigliano. Nel caso sopraggiungano nuove opinioni o richieste, il piano<br />

pregresso si può eventualmente modificare. è l’ultima possibilità che si ha di farlo!<br />

Svolgimento:<br />

In esatto contrario di quanto si era fatto in sede di pianificazione generale, ora invece<br />

si cerca il contatto mentale con l’acqua. Ci si avvicina ad essa il più possibile, anche<br />

fisicamente.<br />

L’ideale è fare tale Briefing sulla riva, in mezzo all’attrezzatura, insomma nella situazione<br />

più mentalmente coinvolgente, non al bar o al Diving, non in locali chiusi, che offrono con<br />

le loro mura separazione dall’acqua. Si ricercano le emozioni più nascoste, si verificano le<br />

richieste che l’acqua impone e le si accettano.<br />

Si cambia la pianificazione anche solo per disagio, paura, improvvisa irrequietezza,<br />

maggiore comodità mentale,volontà di maggiore rilassamento, ecc., ovvero anche<br />

"solo" per richieste non tecniche ma umame. Addirittura umane sbagliate, ovvero<br />

anche non tecnicamente necessarie o spiegabili.<br />

Strategia per pianificazione onnicomprensiva<br />

Quindi la strategia è: dotarsi della struttura d’immersione tecnicamente indubbiamente<br />

migliore, allontanando ogni distorsione emozionale nella pianificazione generale. Stendere<br />

poi questo "tappeto" sulla riva dell’acqua, "bagnarlo", al fine di vedere se si altera, dove non<br />

appoggia bene, e modificarlo senza mai perdere di vista i param fondamentali, standoci<br />

sempre seduti sopra, quindi comunque mai "navigando a vista" e sempre avendo uno<br />

schema pregresso e portante che possa fungere da riferimento oggettivo e che dunque<br />

ci possa far capire - a seconda della distanza da esso - se le scelte di modifica possono<br />

essere giuste e se siamo sotto stress.<br />

Uilizzo delle sensazioni<br />

Si viene dunque a inserire le proprie emozioni nelle parti che precedono l’immersione,<br />

spostandole dove servono e togliendole dove non servono, le si allocano dove debbono<br />

dare precise risposte, usandole come carta tornasole, come reagenti in un esperimento.<br />

Viceversa, se si pensa di ignorarle, saranno loro a gestire te stesso, e male. Gestendole<br />

e usandole come uno strumento conoscitivo esse ti offriranno gli spunti pianificativo/<br />

operativi più veri, importanti, utili ed efficaci.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Impara a considerare le tue emozioni come un dato basilare, come un attrezzo, come un aiuto.<br />

Sarebbe un grande errore escludere l’essere umano dall’immersione, come se non<br />

contasse nulla o come se l’animo umano si potesse dominare facilmente. Siamo<br />

abituati a considerare sin nei minimi particolari un erogatore, una muta, un jacket. A<br />

spaccare il capello in quattro quando scegliamo una maschera, ed al tempo stesso non<br />

solo a non prestare la minima attenzione alle nostre emozioni, al nostro cervello, ma<br />

addirittura a seppellirle, a scacciarle quando si presentano e non ci piacciono (quindi<br />

quando dovremmo prestarvi più attenzione poiché preoccupanti o pericolose).<br />

A tal proposito si consiglia di svolgere un corso di Human Factor CMAS-<strong>PTA</strong> per migliorare<br />

e considerare anche il fattore umano nelle immersioni tecniche.<br />

Nell’ambito di questo corso, l’Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong> discuterà con te ogni aspetto<br />

dell’immersione d’esame, con chiarezza, logica e consequenzialità. Cerca di fare<br />

tuo questo sistema, di impadronirti della sua pratica, questo Briefing non ha solo le<br />

classiche finalità sopraesposte ma anche finalità didattiche: devi imparare a fare un<br />

buon Briefing.<br />

In quest’ottica al 1° livello ti verrà richiesto di parteciparvi attivamente e non di subirlo<br />

passivamente, successivamente (dal 2° livello in poi) dovrai impostarlo tu al fine di<br />

saperlo sicuramente gestire da solo, eventualmente anche come Team Leader, nelle<br />

immersioni extra-Corso.<br />

Quindi dovrai essere attento, sveglio, concentrato, analitico e propositivo<br />

5.4 Controllo procedure<br />

Quando tutti avranno terminato la sistemazione delle proprie attrezzature personali, non<br />

che delle attrezzature secondarie di emergenza si procede al controllo delle procedure<br />

pianificate.<br />

Il processo si effettua a secco.<br />

Ottica di Team<br />

Dovremo iniziare a pensare come una squadra, lavora e funziona la squadra e non il<br />

singolo.<br />

Si noti che ciò è ancor più vero e importante con assetti e attrezzature dove il singolo non<br />

è autosufficiente, come in questo caso.<br />

A tal riguardo accertarsi se il Team nella sua interezza (dare al Team personalità<br />

propria, come se fosse un’unica persona) ha confidenza con le procedure dei singoli<br />

sub e se esistono punti di frizione, punti dove l’azione o non-azione del singolo potrebbe<br />

compromettere la risposta del gruppo.<br />

Non prendere questo controllo come noioso: non sei autosufficiente, nessuno a questi<br />

livelli di Training e attrezzatura lo è: la sicurezza nelle peggiori emergenze dunque<br />

dipende dal Team. Non puoi fare a meno di esso, non ancora.<br />

Se dovese presentarsi una seria problematica in acqua e il Team non funzionasse,<br />

questa si trasformerebbe in incidente. Per evitarlo è vitale un efficiente, vero e serio<br />

Controllo Procedure.<br />

Technical<br />

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Modulo 5


Modulo 5<br />

108<br />

Pure Tech Agency<br />

Occorre rivedere tutti i segnali a doppio filo utilizzati nell’immersione, le varie procedure di<br />

emergenza, perdita del compagno, perdita del gas di fondo e/o del gas decompressivo,<br />

procedure di sicurezza in caso di scarsa visibilità, in modo che ogni componente del Team<br />

sia parte integrante della squadra.<br />

5.5 Controlli di superficie<br />

Entrati in acqua, posizionata e controllata l’attrezzatura aggiuntiva di emergenza (stazione<br />

deco) e riuniti in gruppo nel posto e nel modo più comodo, va controllata l’attrezzatura<br />

personale<br />

Particolare attenzione va posta a:<br />

a) Controllare corretta calzata delle pinne<br />

b) Vestizione della zavorra<br />

c) Controllo frusta stagna e gav, tirare per vedere se è attaccata correttamente<br />

d) posizione e funzionamento dei 2 erogatori controllando il manometro<br />

e) chiusura varie clip e sottocavallo<br />

f) posizione (aperta o chiusa) di eventuale isolatore<br />

g) apertura completa delle rubinetterie (non "mezzo giro indietro", sentire il fondo corsa!)<br />

h) Controllare corretta vestizione delle bombole decompressive, verificare che il circuito<br />

sia in pressione ma chiuso (solo per corso Trimix)<br />

i) eventuali perdite d’Aria (controllo bolle con immersione della rubinetteria)<br />

i) posizione maschera (controllo anche maschera di scorta)<br />

Abbiamo più volte spiegato che ti immergi non autosufficiente e che quindi in questo tipo di<br />

immersione l’autosufficienza è di Team, non singola. è dunque il gruppo che si autotutela e<br />

difende dai pericoli, non il singolo che da solo non avrebbe la struttura di equipaggiamento<br />

né la capacità tecnica di utilizzarlo (autosufficienza è una parola molto grossa, richiede<br />

sistemi di equipaggiamento complessi e metodi di utilizzo raffinati, la si studia e mette in<br />

atto nel corso Solo).<br />

Il tuo compagno è "parte dell’attrezzatura", non puoi permetterti il lusso di fidarti di non<br />

controllare, di non andare "a vedere" personalmente.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Chiedi al tuo compagno se è ok con i gas. Egli guarda il manometro e scopre di avere<br />

non 200 ma 160 bar in bombola e con un rapido (quanto sbagliato) calcolo pensa di<br />

poterci stare in quanto 80 bar avrebbero dovuto essere di riserva (200 - 80 = 120).<br />

Non vuole rimandare o cambiare l’immersione, nè sembrare stupido, quindi ti risponde<br />

"gas ok!".<br />

Tu lo prendi per buono e ti immergi.<br />

Ora: a prescindere dal fatto che non era comunque corretto di per se, considerare gli 80<br />

bar come riducibili all’inizio dell’immersione in quanto si riduce la scorta d’emergenza,<br />

ma in effetti per lui forse poteva anche andare bene, infatti quegli 80 bar non erano<br />

suoi, ma tuo.<br />

I gas del compagno sono i tuoi. E così con tutto.<br />

Problema del compagno = problema tuo<br />

Che succede se il tuo compagno scopre in discesa che non aveva clippato bene l’attacco<br />

della stagna alla valvola d’ingresso? Che scende a piombo respirando sempre meno a<br />

causa dell’effetto schiacciamento della muta, e quindi si aggrappa a te o comunque tu lo<br />

devi soccorrere. Lo stesso per il jacket.<br />

E se a 60 m soffre di affanno perché non aveva aperto bene il rubinetto? ti chiede<br />

l’erogatore di emergenza.<br />

E se improvvisamente la cintura di zavorra si apre perché non ben chiusa e in risalita<br />

sfugge verso la superficie?<br />

Si attacca a te probabilmente facendoti pallonare.<br />

Potremmo continuare all’infinito.<br />

Un problema del compagno è un problema tuo, inevitabilmente.<br />

Attitudine versus compagno: efficienza e sistemizzazione<br />

Quando due compagni provano l’un l’altro l’attrezzatura, non stanno pensando all’altro,<br />

ma ognuno sta preoccupandosi nel miglior modo possibile di se stesso.<br />

E non stanno pensando solo al caso di un’emergenza conclamata durante la quale<br />

l’attrezzatura del compagno diventa la propria, ma anche per evitare che in generale si<br />

verifichino problemi, ovvero a scopo preventivo: per essere certi che il compagno abbia preso<br />

tutte le cautele necessarie, non abbia dimenticato nulla in mala o anche in buona fede.<br />

Technical<br />

109<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

110<br />

Pure Tech Agency<br />

É assolutamente vietato, in un’Immersione Tecnica non fare tutti i controlli necessari<br />

di persona, perchè farli sul compagno è farli a se stesso, alla propria attrezzatura<br />

di emergenza e alla propria tranquillità in acqua che si ottiene anche attraverso la<br />

tranquillità del compagno.<br />

Dobbiamo ritornare sulle righe poco più sopra e chiarire bene il concetto: non si effettuano<br />

controlli sul compagno mettendoci mani e occhi solo perché si è preoccupati della sua<br />

salute. Non si controlla minuziosamente l’equipaggiamento del fratello o del grande amico<br />

per poi non curarsi di chi non conosci, stai sbagliando con te stesso.<br />

Devi capire che il controllo dell’attrezzatura del compagno è egoistico, non serve all’altro,<br />

ma soprattutto a te.<br />

Solo quando avrai accettato quanto sopra, ovvero che il controllo dell’attrezzatura del<br />

compagno lo fai per te stesso, effettuerai un ottimo controllo sempre, sistemizzato, anche<br />

quando il compagno è casuale o ei sta antipatico.<br />

E così i tuoi compagni a Te.<br />

Controlli funzionali<br />

Vorremmo sottolineare ulteriormente quanto già chiaro quando si scrive: "premere i<br />

pulsanti", "respirarvi", "non basta l’OK". Abbiamo visto troppi problemi per stupidaggini,<br />

facilissimamente risolvibili in superficie e invece assai serie in acqua profonda.<br />

Si dice che "va bene" un equipaggiamento quando lo si è provato poco prima di scendere<br />

in acqua, ovvero in superficie. Diversamente si può solo affermare "dovrebbe andare<br />

bene".<br />

Quando la frusta del jacket è attaccata sembra bene al comando immissione Aria si può<br />

dire "dovrebbe essere OK".<br />

Quando di preme il pulsante inflow e si vede il sacco gonfiare senza fuoriuscite strane da<br />

buchi o da valvole difettose, si può dire "sono OK frusta e sacco".<br />

La differenza è sostanziale, e non vogliamo spendere altre righe su considerazioni così<br />

banali. Banali ma assai poco seguite.<br />

Ogni attrezzatura non può essere solo osservata, ma deve essere provata!!!<br />

Controlli non visivi ma operativi! controlli funzionali !!!<br />

IMPORTANTE:<br />

In presenza di correnti di superficie o onde che possono disturbare e/o impedire<br />

in corretto controllo in superficie, tutte quelle operazioni che posso essere fatte<br />

all’asciutto, si devono effettuare a bordo, guardando il nostro compagno mentre<br />

tocca la propria attrezzatura e viceversa. L’unica cosa che occorre effettuare in<br />

acqua è il controllo delle perdite gas e il controllo delle bombole decompressive.<br />

É vietato immergersi senza un accurato controllo di superficie.<br />

Technical


5.6 Breafing direzionale<br />

Pure Tech Agency<br />

Technical<br />

Quando i controlli procedure e i controlli di<br />

superficie sono stati completati e tutto è<br />

perfettamente a posto, quando non manca<br />

più nulla di nessun genere alla preparazione<br />

dell’immersione, si effettua un ultimo<br />

briefing detto direzionale, enormemente<br />

diverso dagli altri nella forma e negli<br />

obiettivi.<br />

Obiettivi<br />

Detto anche briefing riassuntivo,<br />

focalizza i punti-chiave dell’immersione<br />

nel momento più vicino possibile alla discesa, e per questo anche nel momento di maggiore<br />

stress: ovvero quando è più utile e ce n’è più bisogno.<br />

Svolgimento<br />

Ognuno dei componenti del Team espone autonomamente (fra parentesi quanto verrà<br />

eseguito nel corso, esempio livello 47 m):<br />

a) Profondità massima (47 m)<br />

b) Profondità operativa (45 m)<br />

c) Tempo massimo (10 min)<br />

d) Velocità di discesa (20 m/min)<br />

e) Level Off o fermata intermedia (40 m)<br />

f) Segnale tempo intermedio (4 min)<br />

g) Segnale controllo gas (6 min)<br />

h) Segnale ultimo minuto (9 min)<br />

i) Segnale fine immersione (10 min)<br />

j) Velocità di risalita (10 m/min)<br />

k) Prima tappa Decompressiva o Deep Stop (21 m – 5 min)<br />

l) Segnale allerta gas Bar Minimi (90 Bar)<br />

m) Segnale risalita gas Bar Minimi (70 Bar)<br />

n) Gestione del compagno (distanza dal compagno 1 M)<br />

p) Affermazione di aborto immersione (in qualsiasi momento si può abortire<br />

l’immersione)<br />

q) Ok per l’Immersione (io sono ok per scendere)<br />

Quindi bisogna stare fermi sul posto in semicerchio in modo da vedersi tutti negli occhi,<br />

rispondere con i segnali corretti quando ogni membro del Team effettua il proprio breafing<br />

drezionale, visualizzando l’immersione programmata.<br />

Al termine il Team Leader, constatato l’ok di tutti, darà il segnale di ok-immersione, quindi<br />

non dovrai partire subito da solo, nè aspettare che si immergano prima gli altri.<br />

Questo è esattamente lo schema-briefing direzionale che userai in tutte le immersioni<br />

profonde tecniche; nessuna differenza con le immersioni extra-corso.<br />

Il sistema, lo schema, i punti di interesse sono identici: nè uno più nè uno meno;<br />

cambierà solo quanto è contenuto nella parentesi, che dovrà essere quanto richiesto<br />

nella specifica immersione<br />

111<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

112<br />

Pure Tech Agency<br />

Possibili errori<br />

a) Lento<br />

Non hai immediatezza nell’individuare i punti primari dell’immersione: li devi ragionare,<br />

non li "senti" tuoi, non li hai assunti nel profondo: se così, in un momento di minor capacità<br />

di ragionamento potresti "scegliere" altri punti.<br />

Deve durare un Max. di 30 secondi, viceversa diventa inefficace per lo scopo proposto.<br />

Devi visualizzare l’immersione.<br />

b) Lungo, denso di particolari, discorsivo e non sintetico.<br />

Confondi questo briefing con il briefing primario. Non sai distinguere i punti primari da<br />

quelli secondari dell’immersione, non dai più valore a ciò che più valore ha.<br />

Ti immergerai senza un chiaro filo logico portante, senza un’indicazione di via maestra da<br />

seguire.<br />

Quini in questo caso: sintesi = operatività acquea.<br />

c) Mette in discussione quanto deciso nel Briefing Pianificativo.<br />

Non serve a questo!<br />

La tua posizione mentale non sarà quella di ripensare a quanto deciso, ma di stampare<br />

con marchio di fuoco le risposte nella tua mente: usa questo momento per incidere i punti<br />

chiave dell’immersione nel tuo cervello.<br />

Se metti improvvisamente in discussione quanto già pensato 1000 volte e confermato<br />

con calma e tempo a secco, è assai improbabile che ciò sia frutto di ripensamento logico<br />

(oltretutto in un momento come questo in cui si ha pochissimo tempo a disposizione). Sarà<br />

invece sicuramente dovuto a incertezza, timore, paura, angoscia: ovvero a stress.<br />

Di come comportarti quindi abbiamo già scritto nel capitolo dello Stress, qui vogliamo solo<br />

farti capire questo di te stesso e dirti non incattivirti su problemi pretestuosi, falsi.<br />

d) Atteggiamento passivo, "molle"<br />

Sei sulla difensiva, al pensiero dei compiti che ti attendono arretri mentalmente, li conosci<br />

razionalmente, non li metti in discussione poiché sai che sono a posto, ma non sei convinto<br />

di effettuarli.<br />

Non hai l’attitudine giusta, che in questo caso è quella di moderata aggressività: queste<br />

immersioni vanno un pò assalite, non certo subite.<br />

Non intendiamo entrare qui in tale argomento che è dei corsi più avanzati, ma si sappia<br />

che progredendo nel training si richiederà un’immersione d’"attacco": si richiederà<br />

un’impostazione mentale anticipatoria, dinamica, decisamente aggressiva. Si richiederà<br />

di mettere la "5° marcia", di elevare il numero dei giri-motore.<br />

Nel corso technical Air/Trimix tale approccio deve essere introdotto e almeno abbozzato<br />

dall’Allievo.<br />

Quindi deve notarsi in te un sensibile cambio d’atteggiamento. In quest’ottica sii deciso,<br />

sicuro, grintoso nelle risposte: manifesta anche a te stesso padronanza nel controllare<br />

lo stress e una certa decisione/aggressività nell’enunciare i compiti. Ricorda che sei tu il<br />

primo che sente come effettui il briefing direzionale; fallo anche per te stesso.<br />

e) Errori o dimenticanze.<br />

Non sono ammissibili, in questo Briefing ben poco c’è da ricordare ed è tutto di primaria<br />

importanza, viceversa lo hai eseguito troppo dettagliato.<br />

L’esperienza poi dice che al 95% un’errore o dimenticanza qui viene puntualmente a<br />

ripercuotersi in acqua.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Infatti qui la compenetrazione, l’"avvicinamento all’acqua" è massimo, pressoché totale.<br />

Il sub sta vivendo l’immersione come stando in acqua, la situazione permettere di esprimere<br />

esattamente quello che farà.<br />

Il briefing direzionale dà l’immagine precisa di come il sub affronterà l’immersione in<br />

acqua, sia a livello tecnico/pratico che a livello psicologico.<br />

Ogni errore in questo momento è grave, anche perché verrà quasi sicuramente ripetuto<br />

in acqua. è tutt’altro che un banale esercizio riassuntivo: è la vera "prova d’immersione",<br />

ed è quindi anche la prova di ammissione all’immersione.<br />

Ascoltarlo ed eseguirlo perfettamente non solo identifica una situazione "tecnica" a<br />

posto, ma serve anche per rinsaldare la fiducia nel compagno e in se stessi e affrontare<br />

l’immersione nel migliore approccio psicologico possibile. Imperfezioni o errori non solo<br />

si ripercuoteranno in acqua ma causeranno anche un senso generale d’insicurezza e<br />

aumenteranno lo stress latente del singolo e del Team. Non si scende in acqua se non<br />

è perfetto<br />

Gestione di Team<br />

É consigliabile che ci sia un leader, che sarà chi ha la qualifica e l’esperienza più alta in<br />

questo settore e in questa pratica. Il Team Leader dovrà anche scegliere l’ordine di parola<br />

dei sub.<br />

Il Briefing viene eseguito prima dallo stesso Team Leader, poi dai più bravi sino a scendere<br />

a chi potrebbe avere maggiori difficoltà: in questo modo chi ha maggiori difficoltà avrà<br />

precedentemente ascoltato buoni Briefing che avranno contribuito a costruirgli lo schema<br />

mentale certamente meglio di quanto sarebbe stato se fosse stato il primo a parlare.<br />

Peraltro i più bravi, quelli con lo schema più saldo in mente, potranno meglio sopportare<br />

il tempo di latenza fra la loro enunciazione e l’immersione. Infatti se vi sono più sub i<br />

primi dovranno ovviamente aspettare l’ultimo Briefing prima di immergersi, con inevitabile<br />

caduta di concentrazione.<br />

Nell’ambito di questo Corso, l’Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong> in superficie fa le veci del Team<br />

Leader, non solo ovviamente per controllare e dirigere il tutto, ma anche per insegnarti<br />

a fare il Team Leader, compito che un domani potresti essere chiamato a fare te.<br />

Quindi non pensare solo al tuo ruolo, ma osserva e impara anche il ruolo dell’Istruttore,<br />

ovvero il ruolo del Team Leader!!!<br />

La gestione del briefing da parte del Team Leader è complessa, in quanto dovrà ascoltare<br />

il breafing direzionale di ogni membro, nel caso noti mancanze o errori, egli dovrà porre<br />

domande, non correggere già con la risposta, ma provocare l’autocorrezione.<br />

Una semplice correzione non viene metabolizzata e quindi è del tutto inutile, diversamente<br />

con domante mirate si porta il subacqueo alla giusta correzione con una partecipazione<br />

attiva, che servirà al nostro scopo.<br />

Gli eventuali interventi del Team Leader saranno dunque chirurgici, precisi nella formulazione<br />

delle domande, che debbono porre l’attenzione solo sull’elemento interessato e non dare<br />

al partecipante la possibilità di confonderlo con qualcun altro.<br />

Debbono mantenere alta la velocità e il dinamismo. Debbono allungare il meno possibile<br />

il briefing, debbono mantenere costantemente alto il livello di stress: il momento della<br />

correzione non deve essere un momento in cui ci si siede e si prende una pausa, in cui ci<br />

si fa coccolare dall’amico esperto.<br />

Technical<br />

113<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

114<br />

Pure Tech Agency<br />

Ripetizione<br />

Nel caso che eventuali correzioni dovessero allungarsi troppo, confondere, spezzare e<br />

fare uscire il Briefing dai binari, il Team Leader dovrà farlo ripetere da capo integralmente<br />

sino a quando non sarà come voluto e necessario.<br />

L’obiettivo è avere uno schema mentale unico, integrato e filante, non la comprensione<br />

di singoli pezzi scollegati dall’insieme. L’obiettivo è l’ordinata riprogrammazione mentale,<br />

non la correzione dei dettagli sparsi.<br />

Tieni sempre presente che il partecipante in difficoltà può non essere l’unico che partecipa<br />

all’immersione. Ciò significa che un allungamento dei tempi a lui dedicati si ripercuote<br />

sugli altri partecipanti che hanno già terminato il briefing<br />

Se un componente ha dei problemi con il breafing direzionale, rallenterà e ritarderà<br />

lo stacco dalla superficie di tutto il Team, con conseguente calo di concentrazione di<br />

coloro che hanno effettuato il briefing prima, sia perché aumenta lo stress nell’assistere<br />

a un briefing tormentato e difficile di un loro compagno<br />

Prima che la corda che unisce i partecipanti del Team si spezzi insieme al filo logico<br />

dell’immersione e alla concentrazione, il Team Leader deve decidere di sospendere<br />

momentaneamente, ovvero rilassare il Team e ritornare 1 passo indietro.<br />

Ci si porta dunque in stand by per un pò e poi appena si sono ricaricate le batterie mentali<br />

si riprende dai controlli di superficie.<br />

É molto importante riprendere dai controlli di superficie, perchè ciò dà ancora un pò di fiato<br />

a chi sente nuovamente sopraggiungere la parte sulla quale ha avuto difficoltà, mentre<br />

contemporaneamente viene rinfrancato da un nuovo accurato controllo che lo mette<br />

doppiamente al sicuro, lo conforta prima di iniziare l’immersione.<br />

In questo modo lo stress latente dovrebbe essersi sensibilmente abbassato prima di<br />

effettuare il 2° tentativo: l’esperienza dice che al 90% questo briefing andrà bene.<br />

Se il subacqueo presenta ancora difficoltà nel breafing significa che non è pronto<br />

mentalmente per l’immersione pianificata, e quindi eviteremo di farlo immergere, oppure<br />

sospenderemo l’immersione per tutto il Team.<br />

Non si scende in acqua se il briefing direzionale non è veramente a posto!<br />

Stacco dalla superficie: possibili errori<br />

Parti prima o dopo il Team Leader.<br />

Un approccio sbagliato oppure la gestione sbagliata dell’attrezzatura, può portare il<br />

subacqueo ad avere una posizione sbagliata e non pianificata, sia in discesa, che sul<br />

fondo, rimanendo sempre 2 m indietro o avanti anche durante rallentamenti o accelerazioni,<br />

anzichè al fianco (distanza dal compagno 1 braccio).<br />

La posizione anticipatoria o ritardata, specie se costante e dunque non spiegata da<br />

cause oggettive momentanee, indica una dose di stress non controllata, un rifiuto parziale<br />

all’immersione. In questo caso anche se fosse anticipatoria, non indicherebbe una maggiore<br />

aggressività o convinzione, ma un atteggiamento di "tolto il dente tolto il dolore".<br />

Una corretta pesata, accompagnata ad un controllo del gav in discesa, ci evita discese<br />

incontrollate e troppo rapide.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Diversamente lo stacco dalla superficie potrebbe risultare piuttosto "violento", con la<br />

sensazione di essere "risucchiati" dal fondo. Inoltre uno stacco differenziato ci porta anche<br />

ad una differenza sui timer o computers<br />

Quindi preparati mentalmente a questo, impostando già sin d’ora lo stacco in modo che<br />

risponda al criterio di simultaneità.<br />

Impara già da ora uno stacco dalla superficie in perfetta sintonia di tempi e di velocità<br />

di caduta, ti impedirà di commettere errori in futuro.<br />

Se senti di voler fuggire (indietro o in avanti) dallo schema dell’immersione devi<br />

riconoscere in questo un mancato dominio di stress. Riporta l’immersione entro il tuo<br />

range di stress fisiologicamente sopportabile.<br />

Analizza ogni tuo comportamento in modo apertamente critico. Non averne paura:<br />

questo ti permetterà di risolvere i problemi e di superarli, migliorandoti.<br />

Fingere a te stesso non farà invece che peggiorarli e metterti in condizione di<br />

pericolo.<br />

Il briefing direzionale va effettuato direttamente sul punto di immersione solo quando tutto<br />

è a posto.<br />

Non è possibile avere compiti da effettuare terminato il briefing direzionale. Non è ammessa<br />

confusione, perdita di tempo e concentrazione, movimenti dalle posizioni, ecc..<br />

All’ok per l’Immersione del Team Leader, o subito dopo la fine del briefing direzionale,<br />

la tua posizione non è corretta o l’attrezzatura deve essere ancora posta in stato<br />

operativo.<br />

Non è possibile farlo a riva per poi pinneggiare prima di riposizionarsi e scendere.<br />

Non è concesso fare nulla dopo il briefing direzionale se non l’immersione.<br />

mettiti nelle condizioni di poterti staccare dalla superficie entro max. 5 secondi dal<br />

termine del briefing: questo è l’obiettivo che devi avere prima di dare inizio al briefing<br />

direzionale.<br />

Technical<br />

115<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

116<br />

Pure Tech Agency<br />

Nota corso:<br />

Assistente Istruttore<br />

Gli standard CMAS-<strong>PTA</strong> obbligano l’Istruttore a non avere più di 2 allievi per ogni<br />

sessione di acque libere. Questo sempre: non vi sono casi in cui è possibile derogare.<br />

Nel farti capire quanto sia sicuro e curato questo corso, ti invitiamo a segnalarci<br />

direttamente ogni diverso comportamento dell’Istruttore. Grazie.<br />

Quando ci sarà l’aiuto Istruttore, a meno di diverse istruzioni dell’Istruttore, egli si sarà<br />

alla fine del briefing direzionale scomparso dalla tua vista: egli si posiziona appena<br />

dietro le tue spalle e lì rimarrà per tutta la durata dell’immersione discesa e risalita<br />

comprese.<br />

È questa una procedura di grande sicurezza.<br />

Sarai così sempre sotto controllo anche quando il 1° Istruttore sarà davanti a te e,<br />

indicandoti il cammino, potrà ovviamente perdere il tuo contatto visivo per qualche<br />

secondo o frazione di secondo in vari momenti d’immersione (quando gira la testa).<br />

Peraltro così sono assicurate al meglio le comunicazioni fra istruttori in quanto si<br />

avrà una linea visiva retta fra di essi, nella quale tu starai perfettamente nel mezzo;<br />

CMAS-<strong>PTA</strong> ci tiene a sottolineare questo perchè vuole che tu capisca che sarai<br />

costantemente sotto diretto controllo in qualsiasi momento dell’immersione e lo staff<br />

sarà in comunicazione nei momenti necessari.<br />

Tu non dovrai più preoccuparti del 2° Istruttore o aiuto, sarà lui a preoccuparsi di te: a<br />

partire da questo momento lo devi ignorare totalmente e seguire solamente il tuo 1°<br />

Istruttore (escluso in caso di emergenza quando devi ricordare che hai un’Istruttore<br />

dietro la schiena anche se non lo vedi).<br />

Ricorda!<br />

Puoi abbandonare l’immersione in un qualsiasi momento e per qualsiasi ragione !!!<br />

Nota corso:<br />

Compagno di immersione<br />

L’Istruttore è il tuo unico compagno d’immersione.<br />

Nel caso ci sia un altro studente in acqua, questi non è da considerarsi compagno<br />

d’immersione e va ignorato in tutto e per tutto.<br />

Nessun segnale o richiesta di assistenza va diretto a lui. Non fare riferimento a lui<br />

nemmeno per gli esercizi, non dovrai imitarlo, nè aspettare "l’imbeccata" per svolgere i<br />

compiti assegnati nel test di apprendimento.<br />

Questo perché a prescindere che se "copi" si vede chiaramente, ma così facendo<br />

potresti sbagliare! ti ricordiamo infatti che anch’egli è un allievo come te e può<br />

commettere errori.<br />

Fai la tua immersione estraniandoti completamente dalle mosse dell’altro studente<br />

Nota corso:<br />

Senso di posizione<br />

Solo una cosa ti chiediamo verso un eventuale altro studente: il senso di posizione.<br />

Devi sapere sempre dov’è l’altro studente e starci affiancato a 1 braccio di distanza.<br />

Questo per 2 motivi:<br />

1) di sicurezza: se non siete vicini e affiancati l’aiuto Istruttore posteriore si troverà in<br />

posizione intermedia e distante, o dovrà fare la scelta di stare dietro a 1 solo studente.<br />

In entrambi i casi la sua velocità operativa diminuisce.<br />

2) didattici: visto che il vero e unico compagno d’immersione (l’Istruttore) sarà assai<br />

disordinato e a volte lontano (è suo compito al fine di provocare errori), è chiaro che il<br />

sistema di coppia non ci potrà essere con lui e quindi non sarà testabile con lui.<br />

In tale ottica, per vedere se hai sviluppato questo importantissimo senso, trasferiamo<br />

questo compito sull’altro allievo.<br />

Se non vi sarà un altro allievo, dovrai sforzarti di avere un sistema di coppia il più<br />

possibile efficace, senza compromettere i dati-base dell’immersione, con il tuo Istruttore<br />

(ovvero il tuo compagno), richiamandolo quando esce dalla programmazione<br />

Technical


5.7 Discesa<br />

Pure Tech Agency<br />

La miglior discesa che dovremmo riuscire a fare, sarà quella che ci permetterà di<br />

guadagnare il fondo velocemente, ma nella posizione più confortevole e fisiologicamente<br />

migliore, senza perdere il controllo del compagno, del Team, dell’ambiente, senza essere<br />

mai costretto a interagire fisicamente con essi, sempre in ottimo controllo proprio, e<br />

pronto a fermarsi appena necessario usando la propria attrezzatura o, in caso di effettiva<br />

necessità, sfruttando la cima/parete.<br />

Dopo lo stacco dalla superficie, scendi controllando l'assetto. É consigliata la posizione<br />

orizzontale detta anche a paracadutista, che ci permette una migliore traslazione<br />

pinneggiando.<br />

Inoltre occorre avere sempre un contatto visivo con il compagno, il Team e con la cima/<br />

parete, posizionati ad un braccio di distanza, mentre è da evitare il contatto fisico con essi.<br />

Impara già da ora uno stacco dalla superficie in perfetta sintonia di tempi e di velocità<br />

di caduta, ti impedirà di commettere errori in futuro.<br />

Nota corso:<br />

Non effettueremo tecniche di discesa veloce, perchè è da farsi quando si ha già una<br />

grande familiarità con la profondità di arrivo, inquanto aumenta la narcosi d’Azoto e tu<br />

questa familiarità te la stai costruendo.<br />

Deciderai la tua velocità di discesa, nel massimo comfort.<br />

Il tuo Istruttore si adatterà al tuo ritmo precedendoti di poco (sarà in fronte a te e sotto<br />

di te di circa 1 m) e se proprio è esageratamente rapido o lento te lo segnalerà e ti<br />

conformerai tranquillamente alle sue disposizioni caricando o scaricando il jacket.<br />

Non avere fretta. Controlla te stesso e l’ambiente<br />

5.8 Esercizi di apprendimento<br />

Le immersioni di corso sono strutturate seguendo uno schema sempre uguale, per ogni<br />

livello. Questo perché l’unica variabile che avremo per ogni immersione di livello diverso,<br />

sarà solo ed esclusivamente la profondità. Così potremmo verificare meglio gli effetti della<br />

narcosi d’Azoto e dello stress con il cambiare della profondità<br />

Gli Esercizi o meglio i compiti da svolgere durante l’immersione saranno i seguenti:<br />

a) Segnalazione e Fermata Intermedia (Level Off)<br />

b) Non Superare la Profondità Massima Pianificata.<br />

c) Segnalare i 4 minuti d’Immersione.<br />

d) Segnalare i 6 minuti d’Immersione, Controllare le Pressioni Propria e del<br />

Compagno.<br />

e) Con la Bussola Ricavare la Direzione Nord di un Oggetto Segnalato dall’Istruttore.<br />

f) Identificare e Relazionare all’Ambiente e all’Immersione gli Oggetti Segnalati<br />

dall’Istruttore.<br />

g) Segnalare 1 minuto alla Risalita ai 9 minuti di Immersione.<br />

h) Segnalare la Risalita ai 10 minuti d’immersione.<br />

Technical<br />

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Modulo 5


Modulo 5<br />

118<br />

Pure Tech Agency<br />

i) Risalire senza lasciare nessuno sul fondo alla velocità di 10 m/minuto.<br />

j) Effettuare una corretta decompressione.<br />

Come vedi, nulla di trascendentale; ma non è nemmeno semplicissimo come potresti<br />

pensare.<br />

Ora entriamo in dettaglio.<br />

a) Segnalazione e fermata intermedia<br />

Nel briefing ti verrà detto a che profondità ti dovrai fermare in assetto idrostatico<br />

effettuare un rapido ma efficace check delle condizioni dello studente per vedere se<br />

l’immersione può proseguire toccando nuovi livelli non esplorati prima.<br />

Si vuole stabilire se in quel momento sei nelle condizioni mentali e fisiche di andare oltre.<br />

Ovvero se alla stessa profondità del livello precedentemente superato hai ancora la stessa<br />

capacità di gestione, se confermi nuovamente l’efficienza già dimostrata nella tua ultima<br />

immersione.<br />

Una necessaria "prova del nove" prima di proseguire verso la maggiore profondità:<br />

potresti infatti essere più stanco dell’immersione precedente, essere in un giorno diverso,<br />

essere mentalmente meno predisposto ad andare oltre o meno concentrato; è un’altra<br />

immersione, diversa dalla precedente, ciò va saputo e ai fini della sicurezza considerato<br />

mettendo un arresto di rispetto/controllo. Non diamo nulla per scontato.<br />

La fermata intermedia verrà dunque effettuata a 40 m per il livello dei 47, a 47 m per il<br />

livello dei 54, a 54 m per il livello dei 60 e a 60 m per il livello dei 66 (Program Trimix)<br />

Qualche metro prima della profondità stabilita, segnalerai al compagno di rallentare e<br />

rallenterai tu stesso insufflando la giusta quantità di Gas nel jacket.<br />

Se il compagno dovesse essere più in basso di te e vicino alla quota di stop, segnalagli<br />

di rallentare! ricorda, i segnali non servono solo a te, ma anche al compagno.<br />

Ti fermerai alla profondità stabilita, senza andare oltre, rimanendo in assetto idrostatico<br />

neutro sino a quando l’Istruttore ti darà il segnale di possibile ulteriore discesa.<br />

Possibili errori<br />

a) segnalazione troppo anticipata o troppo ritardata, rispetto alla velocità di<br />

discesa.<br />

A prescindere dalla scarsa efficienza della segnalazione, questo evidenzia un forte stress<br />

e/o una sensazione dell’immersione falsata. Ovvero una imprecisa immagine di come<br />

si sta svolgendo l’immersione, di come ti stai muovendo in acqua in un ottica spaziotemporale.<br />

Non è un errore grave, ma devi affinare le tue capacità di analisi e giudizio della tua<br />

persona mentre si muove nell’ambiente.<br />

E soprattutto nel caso di segnalazione troppo anticipata, devi tenere sotto maggiore<br />

controllo lo stress, che ti ha preso un pò la mano (stress da esercizio).<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Level Off pianificato 54 m - >>> Effettuato a 51 m (errore)<br />

Evidentemente l’errore è frutto di un forte stress, causato dall’esercizio di sorso, ma ogni<br />

immersione è un esercizio ci sono sempre compiti da svolgere in ogni immersione.<br />

In quest’ottica non pensare che l’errore o imperfezione da "stress da esercizio" ti mettano<br />

al riparo dal commettere lo stesso passo in un’immersione fuori sorso: se effettui un errore<br />

in un corso, lo compirai anche in immersioni fuori sorso ma che contemplino la stessa<br />

condizione di stress.<br />

le immersioni "vere" hanno un maggiore contenuto di stress proprio perché sono vere<br />

e non "di corso". Se non riuscirai a gestire lo stress di corso, sarà difficile gestire uno<br />

stress in una immersione vera, soprattutto in caso di emergenza. Essere eccellenti qui<br />

per essere discreti da soli, qualcosa che può perdersi fra le righe di questo manuale<br />

ma che invece è l’affermazione principe, la linea didattica primaria, dell’intero corso che<br />

stai frequentando. Non pensare al corso, ma vivi l’immersione reale.<br />

B) mancata segnalazione.<br />

Esegui la fermata, ma senza averlo precedentemente segnalato al compagno.<br />

La segnalazione è un aiuto al compagno, e quindi anche dal compagno verso di te.<br />

Il compagno si può dimenticare del compito (qualsiasi esso sia) e ciò in alcuni casi può<br />

causare problemi gravi. In questo tipo di immersione la segnalazione precede sempre<br />

qualcosa di importante. Qualcosa che deve essere fatto. Dimenticare la segnalazione può<br />

significare dimenticare anche il compito.<br />

Qualsiasi compito importante in acqua va segnalato: non considerare la segnalazione<br />

come inutile o banale.<br />

C) mancata segnalazione e mancato stop.<br />

Ti sei totalmente dimenticato l’esercizio.<br />

Nota corso:<br />

L’Istruttore cercherà di farti andare oltre la quota di fermata, anche se di poco, dopo<br />

averti fatto notare l’errore, e solo dopo, ti segnalerà lo stop e ti farà cenno di eseguire<br />

l’esercizio. Eseguilo dove stabilito, risalendo alla quota e in assetto neutro<br />

Vediamo come la pratica della fermata intermedia ci interessa nelle immersioni extracorso.<br />

Qualche volta tale procedura viene (solo) pianificata o "addirittura" messa in atto da alcuni,<br />

ma come?<br />

"Scendiamo a 50 m, ci diamo un ok e proseguiamo".<br />

Già così la frase è impostata nel modo sbagliato.<br />

L’ok risulta essere una virgola sull’immersione, quando dovrebbe essere la nota<br />

portante.<br />

Technical<br />

119<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

120<br />

Pure Tech Agency<br />

Messo come sopra, l’ok è un segnale di importanza relativa, qualcosa che si dà per<br />

scontato ci sia.<br />

Si dovrebbe invece dire: "ci diamo un ok se siamo in grado di proseguire".<br />

La maggior parte delle volte poi i sub si dimenticano e arrivano direttamente sul fondo.<br />

Altre volte si ricorda 1 solo del team ma, non segnalandolo o non segnalandolo in tempo,<br />

gli altri proseguono e così anche quello che se ne ricordava viene malamente "risucchiato"<br />

verso il basso.<br />

Quasi sempre succede che la fermata alla pre-quota sia frettolosa, puramente formale, vista<br />

come un fastidio (fatta e via, non interessa come si sia messi, l’importante è ridiscendere<br />

velocemente): ma così a che cosa serve?<br />

Oppure viene dato un semplice ok al compagno che risponde con un ok impersonale<br />

e inconsapevole, senza la procedura di comunicazione a doppio filo che assicura una<br />

coscienza mentale sufficiente per certificare che il sub è senz’altro "sì, io sono ok per<br />

scendere" (vedi alla fine di questo esercizio). In quest’ultimo caso l’ok non vale nulla, forse<br />

il sub è già mentalmente sulla luna mentre ricomincia a scendere ancora più fondo. Tutto<br />

quindi per niente.<br />

Eppure lo stop corretto sarebbe normalmente di 5/10 secondi; se viene prolungato è solo<br />

perché sta intervenendo qualche difficoltà (narcosi, assetto pesante, stress, altro) e allora<br />

è un bene che sia prolungato per potervi rimediare, risalire un attimo o eventualmente<br />

anche (perché no) abortire l’immersione (molto meglio che mettersi, discendendo ancora,<br />

in condizioni di poter subire un’emergenza).<br />

La segnalazione in giusto anticipo, la giusta frenata, la fermata stabile al livello desiderato,<br />

il livello di attenzione e coscienza elevato, la segnalazione corretta (che potrà in quel caso<br />

essere di "cambio miscela") e il controllo dell’eseguito con richiesta di "ok per scendere",<br />

sono procedure che, già qui assimilate, renderanno semplice e sicuro il 1° cambio miscela<br />

nei futuri eventuali tuffi in Trimix ipossico.<br />

Quindi: la fermata a un certo livello è un uso assai normale nelle immersioni profonde (in<br />

Aria e non).<br />

Serve per constatare le condizioni del team prima di fare l’ultimo salto. Viene sistemizzato<br />

un comportamento che ha grande utilità nel prevenire situazioni di rischio, fermandole<br />

prima della loro apparizione.<br />

Nelle immersioni profonde tecniche è necessario dotarsi di un sistema d’immersione che<br />

preveda dei controlli standard nelle zone e nei momenti più delicati e prima di possibili<br />

problemi specifici.<br />

Uno dei controlli standard è questo: il Team decide la pre-quota (fermata intermedia)<br />

dove è possibile giudicare con un buon grado di affidabilità e sicurezza quale sarà il<br />

suo comportamento alla quota-fondo. Il principio in base al quale viene impostata la<br />

fermata intermedia è: la più vicina possibile alla profondità massima mantenendo una<br />

sicura operatività di tutti i sub.<br />

La fermata intermedia è uno dei check che deve essere inserito in un sistema di<br />

management globale delle immersioni profonde.<br />

L’importanza di tale check è assai rilevante nelle Immersioni in Aria ma anche come<br />

preparatorio alle immersioni multimiscela.<br />

L’efficacia e la validità di esso sono estremamente collegate alla precisione e completezza<br />

della sua esecuzione.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Approccio ai numeri nella subacquea tecnica.<br />

Rileggi il principio in base al quale viene impostata la fermata.<br />

Anche in questo caso, come moltissimi altri, la subacquea tecnica dà precisi standard<br />

di comportamento senza tradurli o proporli come numeri fissi preconfezionati.<br />

In altre parole le profondità (e in generale quant’altro, come i bar di scorta, ecc.)<br />

rispondono e certamente soddisfano sempre precisi standard di comportamento<br />

imposto, ma danno risultati numerici vAriabili a seconda dello scenario.<br />

Ci spieghiamo meglio: non si dice che la fermata deve essere a sempre "10 m prima"<br />

della quota massima.<br />

Non si dà questo standard numerico, sarebbe profondamente sbagliato: oggi può essere<br />

10, domani 12 e dopodomani 8. Dipende dai compagni, dalla velocità di discesa, dal<br />

luogo d’immersione, ecc., ovvero da tutti quegli elementi che in questo Corso imparerai<br />

a considerare e valutare<br />

Questo è un cambio di approccio sostanziale, rispetto alla subacquea ricreativa. Devi<br />

capirlo e farlo tuo.<br />

La didattica ricreativa tende a implementare nel sub soprattutto dei numeri<br />

La didattica tecnica invece implementa i principi e dà le informazioni e il training<br />

necessari affinché il sub possa autonomamente capire quale sia l’applicazione pratica<br />

corretta ed adeguata degli stessi (ovvero per poter dedurre i numeri).<br />

In questo modo il numero arriva dopo, non appare subito.<br />

D) Pinneggiamento forte per mantenerti in neutro<br />

Non hai il controllo dell’attrezzatura, non sei capace di stabilire quanta gas devi insufflare<br />

nel jacket.<br />

O non ti "senti" a tuo agio e stai agendo istintivamente con pinnate di cui molto probabilmente<br />

non ti rendi conto di muovere.<br />

Intendiamoci: se sono leggeri colpi di pinna per mantenere la posizione nulla da dire, ma<br />

se sono movimenti per mantenere la quota il problema è grave.<br />

Se non sai mantenere una posizione a quella profondità, peggio sarà più in basso.<br />

è una situazione di potenziale rischio grave che deve venire corretta istantaneamente.<br />

Solo quando dimostrerai di avere un assetto soddisfacente potrai proseguire.<br />

E) Yo-yo<br />

Cattiva sensibilià all’assetto e ai suoi spostamenti causa esagerate insufflazioni e<br />

altrettanto esagerati deflussi di gas dal jacket con conseguenti movimenti estesi all’insù e<br />

all’ingiù. Questo errore identifica una capacità percettiva distorta ed invece una capacità<br />

analitica-gestionale ancora relativamente buona.<br />

Avere un assetto non altalenante serve anche a non perdere punti di riferimento, a evitare<br />

eventuali contatti o urti con compagno/parete/fondo e relative conseguenze.<br />

Serve anche a non perdere tempo su una quota che non è l’obiettivo finale.<br />

F) Pulsanti sbagliati<br />

Sotto narcosi è possibile premere il pulsante di spurgo invece di quello di flusso di gas nel<br />

Jacket.<br />

Incominci a scendere rapidamente. Puoi avvertire dolore alle orecchie che aumenta lo<br />

stato di stress-confusionale.<br />

Technical<br />

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Modulo 5


Modulo 5<br />

122<br />

Pure Tech Agency<br />

Il tuo Istruttore ti segnala con una mano il pulsante di spurgo mentre l’altra mano si<br />

muove chiaramente e ampiamente in segno di no. Se non vi è da parte tua un’immediata<br />

azione, l’Istruttore ti indica di prendere contatto con la cima/parete.<br />

Se in qualsiasi momento la velocità di discesa comincia a essere preoccupante,<br />

l’Istruttore o l’aiuto Istruttore entrano in contatto fisico con te e bloccano energicamente<br />

la discesa. In questo caso non ti agitare. Non ti muovere. Non opporre resistenza.<br />

Rilassati. "spegniti". L’immersione viene naturalmente abortita.<br />

Premere un pulsante sbagliato è una cosa che può naturalmente succedere sotto stato<br />

narcotico o sotto stress.<br />

Un errore così banale può portare a conseguenze assolutamente drastiche:<br />

Immagina un sub che in profondità già pinneggia fortemente per sostenersi, quindi già<br />

estremamente negativo, in forte narcosi/stress, che per questo vuole aiutarsi col jacket<br />

e schiaccia il pulsante di spurgo.<br />

Il gas del jacket esce quasi tutto subito e il subacqueo cade a piombo in una discesa<br />

improvvisa e rapidissima durante la quale la narcosi e lo stress aumentano ancora di<br />

più e di colpo.<br />

In questa nuova e ancor peggiore condizione come pensi che operi il sub? Se ha<br />

sbagliato pulsante poco prima in condizioni psicofisiche migliori, pensi che capisca ora<br />

che deve premere l’altro? Certamente no: continuerà insulsamente a tenere premuto<br />

quello che aveva usato e a pinneggiare disperatamente ancora più forte.<br />

Lo sballottamento della posizione in caduta scoordinata permetterà lo svuotamento delle<br />

poche sacche di gas forse rimaste nel jacket, velocizzando sempre più la discesa.<br />

Conseguenza pressoché immediata sarà lo shock narcotico, l’affanno (aggravato<br />

eventualmente dall’effetto compressione toracica della muta stagna) e il panico. Il tutto<br />

mentre il sub è in caduta libera.<br />

Risultato finale: se "non c’è fondo" ci sono serissime possibilità che il sub sparisca per<br />

sempre.<br />

Non ti mettere mai in condizione di non avere possibilità di recupero. Non sottovalutare i<br />

dettagli.<br />

Non buttarti in situazioni che non permettono errori, specialmente sotto forte narcosi ed<br />

ancora peggio sotto forte stress. Stai scherzando col fuoco.<br />

Nella sopracitata situazione, come potrebbe essere anche per altre, l’errore innesta una<br />

spirale negativa da cui non riesci più a uscire. Qui sarebbe il tuo Istruttore e l’aiuto che<br />

risolverebbero la situazione, ma da solo?<br />

Resta sempre con un margine di operatività mentale che prevenga l’errore o che, nel caso<br />

si verifichi, ti dia ancora tempo e possibilità di riflettere su come rimediare. Resta sempre<br />

all’interno di narcosi di medio livello, non elevate!<br />

La narcosi/stress elevati provocano l’errore e poi non ne permettono la risoluzione.<br />

Nota corso:<br />

quando avrai raggiunto la posizione neutra stabile e l’Istruttore considererà che tutto va<br />

bene e si può procedere, ti chiederà se vuoi scendere più fondo (tu- scendere - ok).<br />

Alla tua risposta positiva (Io - scendere - ok -stai sempre fermo sul posto non partire<br />

subito ), ti segnalerà il permesso di scendere (ok - giù).<br />

Non basta essere a posto fisicamente, bisogna avere la certezza che il compagno sia<br />

ok anche psicologicamente, che si senta di farlo e lo voglia fare! non dare mai nulla per<br />

scontato: chiedere sempre conferma delle prossime azioni.<br />

Pochi secondi sono un prezzo più che ragionevole per il tutto.<br />

Anche in questo caso, come sempre, ciò è trasferibile nelle tue future immersioni extracorso;<br />

fanne tesoro<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

5.9 Mantenimento della profondità massima<br />

Nel briefing ti sarà stata detta quale sarà la profondità massima che non dovrai superare<br />

e quale sarà la profondità operativa<br />

Le immersioni che andremo a svolgere saranno tutte pianificate come immersioni quadre,<br />

con profilo decompressivo pianificato del breafing pianificativo tenendo presente la<br />

profondità massima stabilita. Ovviamente questo significa che la nostra profondità operativa<br />

dovra’ essere 2 m inferiore, in modo da non sforare la tabella programmata. Inoltre dovrai<br />

anche notare se il tuo "compagno" sta andando oltre e avvisarlo del pericolo.<br />

La massima profondità pianificata è da intendersi come limite massimo raggiungibile,<br />

non come limite da raggiungere per forza, non ti viene assolutamente chiesto di far<br />

segnare la Max. Prof. pianificata sul tuo computer!<br />

Durante le immersioni di corso, il tuo compagno (quindi l’Istruttore), guiderà l’immersione<br />

il quale supererà volutamente più volte la profondità max. pianificata (se l’Istruttore<br />

rimanesse sempre alla giusta profondità non si potrebbe mai sapere con certezza se tu<br />

hai avuto il controllo della stessa oppure no). Inoltre cercherà di farla superare anche a te<br />

(ovviamente senza alcun contatto fisico), tenterà di rompere i tuoi schemi, li metterà alla<br />

prova.<br />

Tu non dovrai seguirlo e quando l’Istruttore supererà la profondità dovrai accorgertene e<br />

richiamare la sua attenzione (con la voce, la torcia, con i gesti o altro) comunicandogli di<br />

risalire.<br />

Possibili errori<br />

a) Superi la profondità pianificata<br />

Sei un pessimo subacqueo che non controlla costantemente la profondità massima<br />

pianificata.<br />

Nota corso:<br />

vale ciò che hai sul tuo computer, non su quello dell’Istruttore che può avere delle<br />

fisiologiche diversità e che sarà comunque certamente andato oltre; se tu avessi 2<br />

computer varrà quello da te dichiarato in partenza all’Istruttore come primario (quello<br />

che segui in immersione).<br />

il tuo Istruttore non ti mette certo in pericolo facendoti superare la profondità di parecchio<br />

quando nel momento che la superi proprio per questo stai manifestando un probabile<br />

non controllo narcotico/stress o comunque non una gestione totale dell’immersione:<br />

l’errore sarà sempre assai limitato e micromco (qualche decina di centimetri, forse<br />

1 metro), perché lo contiene l’Istruttore (che non vuole aggravare il quadro già<br />

probabilmente compromesso).<br />

Ma il significato di base sarà assolutamente identico: in quel momento eri sicuramente<br />

distratto o in difficoltà e forse avresti potuto scendere ancora molto oltre. Comunque non<br />

hai rispettato la max. profondità.<br />

Va inoltre detto che seppur di pochi centimetri, sarà di 2 o 3 m in più quanto ti eri<br />

prefisso!<br />

Technical<br />

123<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

124<br />

Pure Tech Agency<br />

Infatti, per quanto scritto poc’anzi negli obiettivi, dovrai avere un limite tuo ufficioso di 2 o<br />

3 m meno della max. prof. prianificata.<br />

Quindi se vai oltre "ufficialmente" di "soli" 10 centrimetri, di fatto l’errore sarà di 2 o 3 m +<br />

10 centimetri: non sono pochi.<br />

Nessuna "italica" discussione quindi in merito! L’errore si è compiuto.<br />

Se non assumi un limite di 2 o 3 m prima della max. prof. pianificata, e naturalmente ti<br />

adoperi nel rispettarlo come fosse quello "ufficiale", ti accorgerai quanto è facile andare<br />

oltre.<br />

Basta un attimo, il braccio del computer posizionato in basso, un’espirazione più<br />

pronunciata o fatta quando si è sulla "linea di demarcazione", o altro.<br />

Come tutto il resto, questo è vero sempre, non solo nelle prove di questo corso!<br />

Ci deve essere una forte autocoercizione che tu devi volere e sentire nel farti insorgere<br />

un riflesso condizionato: stare sempre 2 o in alcuni casi anche 3 m sopra la massima<br />

profondità pianificata.<br />

Anche e soprattutto nelle immersioni fuori corso è meglio effettuare un calcolo tabellare<br />

qualche metro oltre la massima profondità pianificata reale, ai fini di non restare "scoperti"<br />

su un possibile errore di profondità.<br />

Va da sè che ciò ovviamente non significa assumere mentalmente tale maggiore profondità<br />

"di errore" come la nuova prof. max. ufficiale, sennò si ritornerebbe al punto di partenza.<br />

Nelle immersioni profonde esiste quello che si può chiamare "effetto gregge" o "effetto<br />

cagnolino": il sub si perde nel seguire una persona, qualsiasi cosa faccia.<br />

E non necessariamente è il team leader ufficiale: la maggior parte delle volte non è una<br />

scelta mirata ma casuale.<br />

In acqua alcuni soggetti "deboli" vengono "rapiti" da altri soggetti più "forti" che se li portano<br />

a spasso ovunque.<br />

La debolezza di questi soggetti passivi proviene anche (ma non solo) dalla "comodità" che<br />

essi "decidono" di avere nel momento che l’essere lucidi e razionali richiede sforzo.<br />

In altre parole arrivano sino a una profondità autonomi, poi la narcosi e lo stress richiedono<br />

loro energie che non hanno voglia (o che non sono in grado) di spendere. Quindi si<br />

rilassano mettendosi in "stand by" e spostano la responsabilità dell’immersione a un altro.<br />

Effettuano un "Transfert" cerebrale.<br />

Si vedono dunque situazioni deliranti in cui tutti hanno reattività mentale zero, nessuno sa<br />

chi veramente traina il gruppo al completo sbando, compagni che poi fuori dall’acqua si<br />

dicono vicendevolmente "seguivo te !", ... ecc..<br />

Ogni commento è inutile se non sottolineare che sono situazioni in immersioni profonde<br />

riscontrabili molte più volte di quanto si immagini. Non si pensi che siano rare, tutt’altro!<br />

In effetti durante le immersioni profonde i partecipanti sono tutti alterati (a livelli<br />

enormemente diversi a seconda dell’esperienza e soprattutto del training specifico) dalla<br />

narcosi e in forma ancora molto maggiore (anche se così non si pensa) dallo stress.<br />

E questo fa sì che si vengano a creare nuovi e strani equilibri, diversi da quelli riscontrabili<br />

e lucidamente accettabili in superficie: il Leader di superficie può non esserlo più in<br />

profondità, sino a sparire anche completamente come immagine e come forza reale.<br />

Mentre altri appaiono sfoderare inconsapevoli forze nascoste che come nere sirene<br />

condizionano fortemente il comportamento del/dei sub.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Di fatto si può aprire una nuova dimensione. Nuovi assetti di team si possono creare, che<br />

non hanno nulla a che vedere con quanto emozionalmente provato e operativamente<br />

testato fuori dall’acqua.<br />

In ogni momento dell’immersione devi poter capire/giudicare quello che fanno gli altri ed<br />

essere cosciente e padrone di quello che fai tu.<br />

Devi avere una "forza" mentale interna che riesca a mantenere la tua persona divisa dalle<br />

altre, che costruisca un "muro", una solida barriera che ti separi dalle intrusioni mentali di<br />

altri e che eviti tue fuoriuscite dai tuoi confini, contenendoti forzatamente sempre all’interno<br />

di essi, qualsiasi sollecitazione fisica o psicologica ti sia proposta.<br />

A volte inviti, richieste, ordini, da parte di subacquei "forti" riescono ad aprire brecce nel<br />

Tuo muro e imporsi in una mente resa debole dalla narcosi e dallo stress. Se succede e<br />

molli per un attimo vieni "succhiato" dagli altri di cui diventi "schiavo": esattamente come<br />

in un incantesimo.<br />

Non devi permettere questo, devi essere sempre tu che decidi quando e come abbassare<br />

il ponte levatoio delle tue mura.<br />

Non devi entrare nella immersione degli altri.<br />

Devi sempre rimanere nella tua immersione.<br />

Questa è la regola n° 1 per gestire le immersioni.<br />

b) Non ti accorgi che il compagno sta superando la profondità massima<br />

pianificata.<br />

Sei un cattivo compagno e non lo stai aiutando cercando di metterlo sull’avviso.<br />

Oltre alle possibili conseguenze di quanto sopra nei confronti del compagno, va analizzato<br />

anche cosa significa essere "un cattivo compagno" verso se stessi.<br />

Non si è cattivi compagni se si è in buona gestione dell’immersione.<br />

Una cattiva attenzione verso il compagno non è solo indice di distrazione o di leggerezza,<br />

ma può anche voler evidenziare una chiusura esterna forzata che il sub deve mettere in<br />

atto per non perdere il controllo base della sua immersione.<br />

Il sub quindi chiude l’attenzione verso il mondo esterno per rivolgerla solo verso di sè,<br />

verso il suo interno: chiama a raccolta le forze mentali distribuite in zone "periferiche" per<br />

concentrarle solo sulla sua introspezione personale. Solo su di sè: si sente, si ascolta, si<br />

isola, si "chiude".<br />

Non può concedersi altre "distrazioni": si separa dal mondo circostante per consapevole<br />

scelta forzata.<br />

In questo senso il sub che risulta essere un "cattivo compagno" denuncia una condizionelimite<br />

dell’immersione: lo stress e/o la narcosi sono ben aldifuori del medio livello, non<br />

sono più gestibili su tutte le zone dell’immersione ma unicamente su alcuni settori-base<br />

scelti, a svantaggio di altri considerati "sacrificabili".<br />

Attenzione a quando si sposta l’attenzione su se stessi: in alcuni momenti è<br />

normalissimo poiché coinvolti in compiti pratici o check personali, in altri è indice di<br />

problemi abbastanza grossi. Quando "senti" che stai facendo confluire risorse mentali<br />

sulla tua persona in modo generico, forzato e continuativo, renditi conto che ciò è<br />

indice di problemi personali e possibile causa di altri generali.<br />

Usa quindi l’attenzione che hai verso il tuo compagno, o comunque verso ogni riferimento/<br />

compito esterno, anche come check di una tua stabilità gestionale dell’immersione, e<br />

comportati di conseguenza come sai.<br />

Technical<br />

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Modulo 5


Modulo 5<br />

126<br />

Pure Tech Agency<br />

c) Ti accorgi che il compagno sta superando la profondità massima pianificata e non fai<br />

nulla.<br />

Sei un cattivo compagno e non lo stai aiutando cercando di metterlo sull’avviso.<br />

In questo specifico caso viene esclusa la possibilità di una distrazione, che poteva<br />

sussistere più sopra.<br />

Qui tu vedi perfettamente il problema e non reagisci.<br />

Lo scenario è quello di una modestissima apertura verso l’esterno, un’apertura solo<br />

formale, da spettatore, fotografica e non operativa.<br />

Un pò lo stesso di quando sei spaventosamente pesante sul letto, suona la sveglia<br />

presto la mattina e ti rendi conto che devi alzarti ma non riesci a farlo e resti come sei.<br />

In quel caso può però anche succedere che riesci ad alzarti, facendo non poco sforzo.<br />

La "sveglia" della visione di un problema deve essere usata come la sveglia della<br />

mattina.<br />

Una volta che suona, anche e soprattutto se siamo addormentati, non possiamo non<br />

usarla anche per noi stessi.<br />

è un’occasione, un’opportunità non solo per darci una mossa nell’aiutare il compagno che<br />

in quel momento sta manifestando chiaramente un problema, ma anche per uscire dal<br />

nostro stato dormiente pericoloso anche per noi stessi.<br />

Facciamo tutti gli sforzi del mondo ma non giriamoci dall’altra parte e riprendiamo il sonno,<br />

non siamo nel letto e il problema non è un sogno. Prendiamo il problema come uno schiaffo<br />

sulla faccia, come un secchio d’acqua fredda.<br />

Siamo in questo decisi, forti, aggressivi.<br />

L’ultimo livello, quello dei 60 m, nei nuovi standard di corso vede questa profondità<br />

come assolutamente invalicabile.<br />

Lo studente quindi non può essere portato oltre per nessun motivo e, dovendo<br />

comunque testare come in tutti gli altri livelli il suo granitico mantenimento della<br />

profondità attraverso la costante pressione al superamento, l’obiettivo ufficiale (quindi<br />

ovviamente dichiarato in tutte le fasi pianificative) di profondità del livello 60 viene<br />

fissato in - 58 m. Così facendo, l’Istruttore mantiene i classici 2 m di possibilità di<br />

sforamento indotto.<br />

Tale standard lo comunichiamo anche a te, studente di questo corso, per farti capire<br />

quanto é importante il controllo della profondità e per chiederti di segnalarci (attraverso<br />

il modulo di controllo sicurezza e qualità che ti arriverà successivamente, insieme al<br />

brevetto) eventuali deviazioni da tali direttive.<br />

5.10 Segnale dei 4 minuti<br />

Technical<br />

Quando il timer segnerà 4 minuti<br />

lo segnalerai al compagno.<br />

Obiettivo<br />

Costruire uno scheletro portante<br />

temporale assai solido, che non<br />

crolli con gravosi o inaspettati<br />

pesi.


Pure Tech Agency<br />

In questo e in tutti i successivi esercizi di tempo dovrai concentrare l’attenzione su questo<br />

parametro assolutamente di base, al fine di sviluppare un ottima e approfondita coscienza<br />

e sensibilità interna, di come trascorre il tempo all’interno di un’immersione anche con<br />

ampi contenuti di esercizi, stress, narcosi.<br />

Svolgimento<br />

Abbiamo già parlato su come definire efficaci le comunicazioni, quindi quando avrai<br />

qualcosa da segnalare dovrà essere chiaro ed univoco.<br />

In questo caso dunque non potrai semplicemente segnalare un 4, cosa significherebbe?<br />

4 cosa?<br />

Prima di segnalare il 4, batterai le dita sul computer o timer. In questo modo il significato<br />

è chiaro (tempo, 4).<br />

L’Istruttore risponderà al segnale ricevuto.<br />

Nota corso:<br />

Durante i 60 secondi in cui tu puoi segnalare questo tempo, l’Istruttore tenterà di<br />

distrarti. Nel caso che l’Istruttore non ti faccia caso, puoi effettuare la segnalazione<br />

all’Aiuto Istruttore che hai dietro le spalle: basterà alzare le braccia sopra la testa,<br />

battere sul computer e aprire la mano sul 4.<br />

Con molta "classe" cercherà di portare la tua attenzione su oggetti che ti chiederà di<br />

ricordare, sfilerà in basso magari oltre la profondità massima pianificata, farà finta di<br />

non prestarti attenzione o non ti guarderà davvero, ecc., tutto al fine di farti aumentare<br />

lo "stress da esercizio" (sentirai di avere sempre meno tempo per eseguirlo, per far<br />

vedere la segnalazione) e di farti dimenticare la corretta esecuzione del compito o un<br />

altro compito attiguo o contemporaneo.<br />

"dichiariamo" questo comportamento dell’Istruttore qui perché forse in questo momento<br />

sarà più evidente, ma in realtà ciò sarà la norma: l’Istruttore potrà mettere in opera<br />

strategie di distrazione in qualsiasi momento. Ti devi abituare a gestire multiple task<br />

(compiti multipli contemporanei).<br />

Semplice esercizio, basta ricordarsi di segnalare all’Istruttore il 4° minuto dell’immersione.<br />

Se non te ne ricorderai sarà perché sei sotto stress, e quindi potresti non ricordare che<br />

dietro a te c’è un aiuto anche in caso di reale emergenza!<br />

Possibili errori<br />

a) segnale dei 4 minuti non eseguito<br />

Ti sei dimenticato di effettuare l’esercizio.<br />

L’attività subaquea è legata fortemente al tempo, e questo è ancorpiù vero nella Subacquea<br />

Tecnica dove il tempo assume significati davvero vitali per le forti differenze di carichi<br />

decompressivi, di autonomia e di molti altri veri e propri sconvolgimenti di scenario causati<br />

anche solamente di pochissimi minuti di differenza sul pianificato.<br />

Già molto evidente nel settore delle immersioni profonde tecniche in Aria o con miscele<br />

Trimix Normossico, questo problema è gigantesco nelle immersioni in Trimix Ipossico.<br />

Aumentando fortemente le quote d’immersione, anche una variazione di 1 - 2 minuti su<br />

quanto pianificato, modifica fortemente il piano decompressivo, i consumi del gas di fondo<br />

e l’autonomia dei gas decompressivi.<br />

Technical<br />

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Modulo 5


Modulo 5<br />

128<br />

Pure Tech Agency<br />

Anche in tale ottica è basilare una perfetta assimilazione del cosiddetto "Run Time", della<br />

"corsa del tempo".<br />

Scriviamo "Assimilazione" e non semplice "Visione".<br />

La "Visione" è cosa esterna, non interna, è un’operazione che viene eseguita su<br />

comando, in modo quasi impersonale, estraneo al resto, che esce dal contesto. Un<br />

singolo punto di contatto uomo-macchina: in un determinato momento l’occhio va sul<br />

timer in modo asettico e riceve l’informazione: un click fotografico.<br />

L’"Assimilazione" è quel processo che "sente" (non "vede") il trascorrersi del tempo<br />

come qualcosa di fisiologico, come la fatica o altro, e attraverso il quale il sub è in grado<br />

di stabilire con sufficiente approssimazione a che punto si trova dell’immersione senza<br />

osservare il timer o comunque senza osservarlo continuamente<br />

Il discorso merita grandissimo approfondimento sotto diverse ottiche.<br />

Ti preghiamo di stare molto, molto attento a quanto segue e ai principi che ne<br />

scaturiscono.<br />

Data la velocità e semplicità dell’operazione di controllo del tempo (un’occhiata al polso)<br />

e quindi la possibilità di ripeterla senza fastidio anche 100 volte in immersione, il sub<br />

considera l’attenzione al tempo come cosa assunta, secondAria, questo non perché<br />

trascurabile, ma perché semplicissima.<br />

Ciò ha portato a comportamenti devianti assai comuni e ben identificabili soprattutto in<br />

questo Corso: il sub guarda il timer 50 volte su 10 minuti o guarda il timer a tratti molto e<br />

a tratti niente, senza filo logico.<br />

Il principio che regola l’operazione di controllo tempo è infatti questo: ogni volta che il sub<br />

ha spazio guarda il timer.<br />

Sembrerebbe un subacqueo molto diligente, attentissimo e scrupoloso, ma non è così.<br />

Come può essere definito davvero "attento" un sub che guarda il timer ad esempio ai 2,36<br />

minuti e poi ai 2,46 e poi ai 2,53? o non si ricorda che ha osservato il tempo 10 secondi<br />

prima o non ha il "senso" del tempo che passa. E sono tristemente vere ambedue le<br />

realtà.<br />

Ti stupiresti nel sapere quante volte guardi il timer in immersione. Una quantità<br />

inimmaginabile, credici, solo che poi rimuovi dal cervello l’azione fatta. Ammesso che sia<br />

arrivata al cervello.<br />

E quando ripensi al tempo riguardi il timer, senza ricordare se l’hai già guardato prima e<br />

quando.<br />

Ciò non solo perché è un’operazione rapidissima e non fastidiosa, ma soprattutto perché<br />

l’osservazione del timer è sempre eseguita col sistema dell’"esclusione", del "sì e del no".<br />

Segnale del 4 minuto, il sub dirige l’occhio verso il timer già alla ricerca di quella lettura<br />

o di una molto prossima d’allerta.<br />

Se il subacqueo leggesse "2" non ricorderà l’informazione perché considerata non<br />

"d’allerta", ovvero non "importante" (all’erta = importante, diversamente no).<br />

Quindi dopo pochissimo tempo si ricorda solo che probabilmente non è 5, nè 4 e<br />

nemmeno 3 , non avendo "letto" un dato di Allerta, perchè dal suo sguardo fugace e<br />

rapido al timer ha ricavato una "sensazione", non un dato.<br />

Inoltre questo sistema "a esclusione" che non offre informazioni definite, provoca<br />

un’innalzamento dello Stress Latente, in quanto fa entrare il subacqueo in uno stato di<br />

"perenne Ansia" causata dalla non totale coscienza di come si sta muovendo nello spazio/<br />

tempo dell’immersione.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Uno stadio che non è confusionale ma quasi pre-confusionale, una situazione abbastanza<br />

inconsciamente scomoda da sopportare.<br />

Il sistema del "sì o no" o del "vicino / lontano" è usato molto ampiamente anche in altri<br />

settori, per esempio la profondità, non importa a che profondità siamo, si capisce solo<br />

che non si è vicini o non si è superato la max. prof., la riserva d’Aria, non si leggono i<br />

bar, si guarda solo se il manometro è in zona rossa o no, e così via.<br />

Un sistema d’interpretazione dell’informazione, che possiamo definire "semaforico", non è<br />

certo un approccio da ritenere veramente attento.<br />

Definiamolo per quello che è: un approccio non intelligente, ove per intelligente si intende<br />

non solo rendersi conto di ciò che non è ma soprattutto di ciò che è.<br />

Il subacqueo va in acqua con dei divieti, e sta attento solo a essi.<br />

Il subacqueo va in acqua con attenzione a ciò che non deve fare, non a ciò che sta<br />

facendo.<br />

Il principio (sbagliato) è questo: è più importante ciò che non devo fare rispetto a quello<br />

che sto facendo.<br />

Questa banalizzazione dello scenario non tiene però conto che ciò che sto facendo inficia<br />

pesantemente l’immersione e quindi anche quello che non devo fare.<br />

Se io so cosa sto facendo in un determinato momento dell’immersione, come ad esempio<br />

a che profondità sono e a che velocità sto scendendo, oppure a che minuto sono e quanto<br />

veloce il tempo sta passando, ho molte minori probabilità di effettuare un successivo<br />

controllo trovandomi un dato sbagliato, ovvero ho molte meno probabilità di effettuare un<br />

controllo che improvvisamente e sorprendentemente mi dica di essere sul "no".<br />

Mentre l’approccio del "sì e no" è meccanico, automatico, in fin dei conti anche un pò<br />

casuale, chi "sente", chi "vive" i param dell’immersione gestisce intelligentemente le<br />

richieste di informazioni e quindi:<br />

A) perde meno tempo quando non è importante e b) investe più tempo quando è<br />

importante (dunque risulta meno fallace).<br />

Questa è la vera attenzione, quella che risulta da ragionamento il quale a sua volta<br />

deriva da un senso dell’immersione in tutti i suoi param<br />

Quindi controllare il tempo per 5 volte durante il 1° minuto per stare attento alla segnalazione<br />

dei 4 non è logico e normale, anzi per noi non è un segno di grande attenzione, ma è un<br />

errore, significa che non stai "vivendo" attivamente l’immersione, che non hai coscienza<br />

del punto in cui stai, che non hai sviluppato un’"orologio interno".<br />

E che quindi potresti poi anche guardare nel momento sbagliato, se distratto da altre<br />

occupazioni, proprio l’attimo dei 4 minuti in quanto anche in quella zona temporale il<br />

controllo sarà automatico, semicasuale, volto a riempire un vuoto, ma se il vuoto non<br />

c’è (occupazione in esercizi o emergenze) non avrai sentito internamente l’esigenza di<br />

intensificare l’attenzione e quindi ti scapperà.<br />

Il cambio di approccio generale che ti richiediamo è enorme, assolutamente<br />

sostanziale.<br />

Uno dei noti effetti della narcosi e/o dello stress è l’alterazione della memoria a breve<br />

termine e del senso del tempo.<br />

Technical<br />

129<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

130<br />

Pure Tech Agency<br />

Se non stai attento ai controlli ricordantoteli e non sviluppi un solido e affidabile orologio<br />

interno corri il rischio di pensare che siano passati 10 secondi e invece sono passati 4 o 5<br />

minuti. Problema assai grave come è intuibile.<br />

Per questo motivo nel corso Technical CMAS-<strong>PTA</strong> c’è un’enorme attenzione al tempo, il<br />

pressante incedere dei minuti ti obbliga a capirli, a "sentirli" anche durante altre attività a<br />

cui sarai sottoposto.<br />

Come si sviluppa un orologio interno?<br />

Ricordando ogni rilevazione precedente come dato preciso e non come sensazione,<br />

mettendola in rapporto con l’attuale, pensando dunque allo spazio intercorso sforzandosi<br />

di capirlo, di valutarlo solo ora come sensazione e di farlo tuo.<br />

Avere dunque ricordo di più rilevazioni durante l’immersione per poterne disegnare un<br />

grafico mentale che segni l’andamento del fattore.<br />

Se ogni volta che segni un punto sul foglio poi lo cancelli, avrai sempre solo 1 punto<br />

sul foglio e che durerà assai poco. Con 1 solo punto non si disegna un grafico. La tua<br />

mente è come il foglio, se ogni input che hai non lo memorizzi e immagazzini e lo metti<br />

in relazione con gli altri, non riuscirai mai a disegnare grafici, e così a crearti una tua<br />

prima direzione interna del movimento del tempo.<br />

In una seconda fase, per completare poi lo sviluppo dell’orologio interno, dovrai chiedere<br />

l’informazione allo strumento solo quando lo ritieni logicamente necessario e non a caso,<br />

al fine di avere una conferma di quanto ritieni debba segnare il timer.<br />

Quando l’errore sarà ripetutamente e in ogni situazione fisiologico, avrai raggiunto il<br />

senso del tempo.<br />

E così per il consumo, per la profondità, per la velocità di risalita, ecc.: per tutti i param<br />

base dell’immersione.<br />

Devi sviluppare un senso interno dei param base dell’immersione, che ti permetta di<br />

essere cosciente di come ti stai muovendo in acqua. Sempre, non solo sui limiti di allerta<br />

o di guardia.<br />

Devi avere un’orologio, un profondimetro, un manometro, interno, attivo durante tutta<br />

l’immersione.<br />

A tale scopo non devi usare gli strumenti con un’approccio del "sì e no" o del "vicino o<br />

lontano", ma vedere e capire da loro quale è lo stato attuale e ricordarlo.<br />

Ovvero fare dei controlli un’attività intelligente, mirata alla consapevolezza di quanto è e di<br />

come vAria, non di quanto non è e basta.<br />

Segnale dei 4 minuti in anticipo.<br />

Al 3° minuto effettui il segnale dei 4 minuti, pensando di leggere sul timer 4.<br />

Può succedere perché:<br />

1) lo stress da esercizio ti porta a voler intenzionalmente anticipare l’evento al punto da<br />

creare un’illusione ottica da autoconvincimento. Evento raro, ma non impossibile;<br />

2) la narcosi crea un’illusione ottica da aspettativa. Evento anch’esso raro ma non<br />

impossibile.<br />

Fortissimi livelli di stress e/o narcosi portano alla fuga dalla realtà vera, per rifugiare il<br />

sub in una realtà virtuale. In questo caso e in altri, ricordati bene che quanto scriviamo<br />

dopo uno specifico esercizio è sempre da riportarsi generalmente.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Essere "zombies" può significare anche questo: travisare i param di immersione, vivere<br />

una realtà virtuale scollegata dall’immersione che si vive.<br />

Quante volte può succedere? Non lo si può sapere, ma probabilmente più di quante si<br />

pensi. Del resto, quante volte hai potuto testare il tuo comportamento? Quante volte hai<br />

potuto confrontarti seriamente con qualcuno credibile e che conosce approfonditamente<br />

tutte le problematiche di cui sopra? Possiamo forse dire nessuna?<br />

Quindi attenzione a non considerare questo errore solo teorico o esagerato, forse raro,<br />

ma non poi così tanto<br />

Segnale dei 4 minuti in ritardo.<br />

Al 5° minuto effettui il segnale dei 4 minuti, pensando di leggere sul timer 4.<br />

Ti accorgi di essere al 5 minuto, ma segnali ugualmente il 4° coscientemente<br />

Può succedere perché:<br />

Sia il punto 1 che il punto 2 sono assimilabili a quanto scritto sopra.<br />

Nota corso:<br />

Se ti accorgi di avere passato il minuto, (ipotesi 2) o lasci perdere perchè comunque<br />

l’esercizio è di fatto saltato, oppure segnali quanto effettivamente vedi e quindi 5 min.<br />

Diversamente come potrà l’Istruttore sapere con certezza che tu sapevi che era 5 e<br />

non 4?<br />

L’Istruttore dovrà propendere per l’ipotesi 1) anche quando magari non è così.<br />

Per evitare equivoci o malintesi, segnala sempre ciò che vedi o non segnalare nulla.<br />

Segnale dei 4 minuti con la procedura di comunicazione sbagliata.<br />

Non batti precedentemente il dito sul timer, o ti poni con la mano nascosta, non aperta<br />

bene, ecc.. sono contenuti nell’apposito capitolo sulle comunicazioni.<br />

5.11 Segnale dei 6 minuti e controllo pressioni<br />

Technical<br />

Quando il timer segnerà 6<br />

minuti lo segnalerai al<br />

compagno e controllerai la<br />

pressione tua e del<br />

compagno.<br />

Obiettivi<br />

Segnalazione dei minuti:<br />

come per i 4 minuti; la ripetitività degli esercizi di tempo è didattica, serve a dare le<br />

distanze, a costruire il senso temporale di esse.<br />

Controllo pressioni: check sul consumo e sull’autonomia effettuato direttamente e in<br />

maniera attiva a tutti i partecipanti .<br />

Svolgimento<br />

Segnalazione dei minuti: dopo aver battuto le dita sul timer segnerai 5 con la mano aperta<br />

e dall’altra 1 con l’indice.<br />

Controllo pressioni: prima controlli la tua e memorizzala. Ricordatene!<br />

131<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

132<br />

Pure Tech Agency<br />

Poi chiedila al tuo compagno (l’Istruttore): indica la persona a cui è rivolta la domanda e<br />

poi prendi con una mano il manometro e con l’altra battici sopra mostrando bene il tutto<br />

(manometro e gesto).<br />

Quando il compagno te lo mostra, osservane dunque il valore, controlla se eventualmente<br />

è fuori dal pianificato (in tal caso segnala la risalita) e comunque ricordatene, fissalo bene<br />

in mente.<br />

Se il compagno non capisce ripeti la richiesta!<br />

Se il compagno non dà segni di intendere segnala la risalita!<br />

Nota corso:<br />

La stessa operazione sarà eseguita dal tuo/tuoi compagno/i d'immersione.<br />

Durante le immersioni di corso il tuo compagno sarà il tuo Istruttore.<br />

Possibili errori<br />

Dimenticanza del segnale dei 6 minuti.<br />

Segnalazione dei 6 minuti in anticipo<br />

Segnalazione dei 6 minuti in ritardo.<br />

Segnalazione dei 6 minuti con procedura di comunicazione sbagliata.<br />

la valutazione di questi errori è stata già fatta in precedenza (capitolo dei 4 minuti).<br />

Nota Corso:<br />

Nota corso:<br />

in base a esigenze particolari (per esempio: torcia impugnata da una mano) si può<br />

decidere di usare una procedura di segnalazione diversa dal 5+1 contemporaneo su 2<br />

mani. Mettiti d’accordo con l’Istruttore.<br />

In ogni caso l’errore sarà il non avere usato la procedura precedentemente pianificata<br />

Mancato controllo delle pressioni<br />

Non effettui nessun controllo dei manom, ne il tuo ne quello del compagno.<br />

Certamente è peggio se ti sei dimenticato di guardare anche il tuo manometro, ma resta<br />

un errore comunque gravissimo in un sistema di immersione non autosufficiente: può<br />

compromettere l’intera gestione dell’immersione sia in un caso che nell’altro, quando<br />

manca Gas manca alla coppia indipendentemente da chi ne abbia meno in bombola.<br />

Il consumo aumenta molto con la profondità e aumentando il consumo diminuisce<br />

contemporaneamente la scorta per le emergenze e per la decompressione in una spirale<br />

perversa che può farti uscire rapidamente dai param pianificati.<br />

Quasi nulla è peggio di avere scarsa autonomia.<br />

Riduce ogni tipo di operatività anche aumentando lo stress e aprendo a rischi<br />

decompressivi.<br />

Non sei più in curva e in poca acqua.<br />

Non puoi più avere comportamenti superficiali con questo parametro, che va ben seguito<br />

durante tutta l’immersione. Specialmente se dopo questo corso vorrai continuare verso<br />

maggiori profondità (Extended Technical, dove la lancetta del manometro scende<br />

assai velocemente) qui dovrai avere già assunto un perfetto controllo dei consumi e<br />

dell’autonomia.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Mancato ricordo delle pressioni.<br />

Hai effettuato il controllo dei manom in maniera corretta, ma non ti ricordi la pressione<br />

propria e/o del compagno.<br />

Quanto scritto per il tempo vale nello stesso modo per la pressione. E per sviluppare un<br />

"manometro interno" devi avere input, vari punti di riferimento che ti facciano capire a che<br />

velocità si sta esaurendo la scorta gas.<br />

Se non ricordi le pressioni, significa che non ci sei stato attento in acqua. O meglio che<br />

hai guardato il manometro solo per vedere se è sul livello di guardia.<br />

Ovvero hai usato il sistema del "sì e del no", dell’"esclusione", già ben visto e considerato<br />

nel capitolo precedente<br />

Sbagliata procedura di segnalazione del tempo<br />

Fra i diversi possibili casi segnaliamo il seguente esempio: se la mano del 5 sarà chiusa<br />

indicherà stop, se nell’altra segnerai 1 col pollice, indicherai la risalita.<br />

A questa comunicazione il team dovrà fermare ogni attività e risalire!<br />

Imparare i corretti segnali è fondamentale per la gestione di una corretta immersione. Il<br />

segnale di Emergenza (pollice che indica la risalita) è considerato da tutto il Team come<br />

segnale di risalita immediata, e non Discutibile.<br />

Contatti fisici<br />

A mancate risposte del compagno, prendi tu in mano il suo manometro e lo guardi.<br />

Oppure operi in modo da "svegliare" il compagno, toccandolo in vari modi.<br />

Il contatto fisico è sempre un’intrusione nella nostra sfera personale. Se nella vita di tutti<br />

i giorni può essere semplicemente fastidioso, in acqua può essere assai più deleterio e<br />

in condizioni psichiche alterate (stress, narcosi) viene avvertito come una vera e propria<br />

aggressione che può scatenare reazioni inconsulte che vedrebbero anche te coinvolto.<br />

Non si può mai sapere per certo e nemmeno intuire cosa succederà, specialmente se il<br />

sub in difficoltà è apparentemente totalmente passivo, ovvero sembra subire tutto quanto<br />

gli venga proposto senza reagire; in questo caso il "risveglio" è sempre possibile e lo<br />

sarebbe in modo probabilmente traumatico.<br />

Questo perché il sub che appare in quel modo si trova in una situazione personalmente<br />

relativamente confortevole (diversamente ne fuggirebbe); riportarlo bruscamente alla<br />

realtà potrebbe provocare risposte aggressive, da "sveglia al can che dorme".<br />

Oltretutto i contatti fisici non sono necessari: tutto ciò che dobbiamo comunicare lo<br />

possiamo fare anche senza contatto.<br />

supponiamo che con il manometro in mano e battendo su di esso tu non riesca a farti<br />

capire dal compagno nemmeno ripetendo la sequenza più volte. Se decidi di andare<br />

a guardarlo tu, cosa può succedere? Cosa penserà il compagno vedendo una mano<br />

arrivare decisa verso di lui? Che gli strappi l’erogatore? Che lo tiri più sotto?<br />

Technical<br />

133<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

134<br />

Pure Tech Agency<br />

Tieni ben presente che quando operi in questo modo (dopo che sei scocciato e senti<br />

di perdere tempo e di "odiare" un pò il tuo compagno perché non capisce) hai anche<br />

una mimica aggressiva: se ti potessi guardare in faccia allo specchio in quel momento ti<br />

potresti stupire e spaventare tu per primo. Dunque ulteriore aggravante a cui forse non<br />

pensavi.<br />

Quindi non possiamo sapere cosa pensa il compagno. Ma certamente una cosa possiamo<br />

conoscerla per certo: quello che non pensa.<br />

Sappiamo per certo che il compagno, nel vedere allungarsi il braccio, non pensa che stai<br />

prendendogli il manometro. Se così fosse te l’avrebbe porto prima.<br />

Più in generale: non pensa mai a quello che gli hai chiesto di fare un attimo prima!<br />

Il problema è che quando un subacqueo mette le mani addosso a un altro pensa che la<br />

pericolosità del gesto sia molto diminuita dalla (presunta) ovvietà dello stesso.<br />

In questo caso per esempio: quando vai a prendergli il manometro ritieni che il gesto sia<br />

evidente, perché è in basso a sinistra, perché è il tempo di farlo, perché glie lo hai fatto<br />

vedere 3 volte prima.<br />

Ma, come abbiamo già scritto, è una sensazione sbagliata.<br />

Sensazione che si deve tramutare in logicizzazione, che deve diventare ragionamento.<br />

Ragionamento che dice che non c’è nulla di ovvio, per il ricevente, in un gesto che non<br />

capisce affatto: egli, per rimanere sempre all’interno dello stesso esempio, non si ricorda<br />

più dove ha il manometro e nemmeno se ce l’ha, non sa che è quello il momento di<br />

guardarlo perché ha perso la concezione del tempo, ecc..<br />

E così via per tutti gli altri contatti, che di ovvio non possono avere nulla.<br />

Ma c’è un altro evidente motivo per cui il contatto è comunque inutile.<br />

Supponiamo che tu riuscissi a leggere il manometro senza reazioni problematiche e<br />

vedessi che ha 195 bar. Ebbene? Vista la grande scorta continueresti l’immersione? Con<br />

un compagno zombie?<br />

A quel punto il problema imminente non è la scorta d’Aria, ma la gestione dell’immersione<br />

che il compagno ha perso: si risale; il manometro si controllerà dopo, quando il compagno<br />

sarà confortevole.<br />

Tanto l’Aria che c’è non cambia e anzi risalendo rapidamente ne avrà consumata meno.<br />

I contatti fisici sono assolutamente banditi dalle immersioni profonde, sempre.<br />

Oltretutto non sono necessari: se dobbiamo dare aiuto, lo possiamo fare senza toccare.<br />

Se dobbiamo "svegliare" un dormiente anche.<br />

Si potrà comunicare, spiegare ciò che deve essere fatto o dare ordini autoritari con occhi<br />

duri e comandi chiari che il più delle volte vengono seguiti dal dormiente senza nemmeno<br />

saperlo.<br />

Nel caso di compagno passivo è consigliabile indicarlo con il braccio teso e il dito puntato<br />

"Tu!", ciò lo sveglia nella maggioranza dei casi.<br />

Oppure, sfruttando il conosciuto "effetto cagnolino", farsi seguire verso l’alto.<br />

A tale proposito è bene mettersi sulla sua linea di visuale, che spesso è persa nel vuoto.<br />

Si cercherà di avvicinarsi per "agganciarlo" mentalmente, mantenendo però una distanza<br />

di rispetto e una postura che impedisca un’aggressione con contatto, sempre prevedendo<br />

la possibilità di una fuga veloce.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Per questo motivo sottolineiamo che nemmeno la classica "mano di conforto" è ammessa:<br />

ti ravvicina troppo a un subacqueo che sta perdendo o ha già perso il controllo. Inoltre il<br />

contatto umano non sempre fa piacere e comunque non si sa se verrebbe inteso come<br />

tale nel momento in cui viene porto.<br />

Invece di confortarlo nel momento di difficoltà (stress, narcosi, affanno, ecc.) è molto<br />

meglio farlo salire di quota; lasciamo i romanticismi e le vecchie tecniche paleozoiche e<br />

operiamo con logica.<br />

L’unico momento in cui sono possibili i contatti fisici è il soccorso.<br />

In tal caso si agirà dalle spalle tirando verso l’alto la vittima dalla rubinetteria.<br />

RAGIONA. Esci dai luoghi comuni, dalle sensazioni, dalle tradizioni, cerca di capire<br />

quali sono i tuoi difetti comportamentali e modificali.<br />

PENSA. Fai dell’attività subacquea profonda qualcosa di meno romantico e più logico.<br />

Sempre, in tutte le eventualità. Non seguire istinti o comportamenti tradizionali o antichi.<br />

Questo è il momento.<br />

Nota corso:<br />

l’Istruttore stimolerà il tuo contatto fisico; userà il manometro come esca.<br />

Te lo farà vedere e no, mai a sufficienza per potere distinguerne bene i bar.<br />

Oppure prenderà in mano altri oggetti, perderà tempo. Cercherà di portarti<br />

all’esasperazione, quando vedrai solo questo compito come importante (forse<br />

dimenticandone altri quali profondità, tempo, ecc.) e sarai enormemente tentato di<br />

prendere il suo manometro in mano per chiudere "facilmente e rapidamente" l’esercizio<br />

e non pensarci più.<br />

Vogliamo che tu resista a questo forte istinto.<br />

Ricorda che l’Istruttore tenta di rompere i tuoi schemi, di vedere quanto sono forti, di<br />

vedere se resti nella tua immersione o vai nella sua. Ricorda che sei in addestramento<br />

da Multiple Tasks.<br />

Alla 3° richiesta eventualmente non evasa devi segnalare la risalita di aborto<br />

immersione; l’Istruttore ti segnalerà che si può proseguire.<br />

5.12 Identificazione oggetti<br />

Specialmente nella fase più profonda, ma in realtà in qualsiasi momento dell’immersione,<br />

il tuo Istruttore potrà indicarti vari oggetti che dovrai identificare e ricordare, collocandoli<br />

anche negli specifici contesti dell’Immersione.<br />

Obiettivi<br />

1) Sviluppare un processo di estrema attenzione sul soggetto interessato, approfondendo<br />

al massimo la rapida analisi di esso, mentre per questo non si perde di vista tutto il<br />

resto: focalizzazione del punto senza estraniazione dall’ambiente.<br />

Anzi sviluppare un sistema che proprio dall’attenzione su quel punto ottenga un<br />

richiamo generale verso l’attenzione all’immersione tutta: l’oggetto diventa un mezzo<br />

per alzare la tensione dell’attenzione e sfruttarla su tutto quanto.<br />

2) Preparare il terreno ideale per un commento all’immersione realmente efficace, utile<br />

e istruttivo.<br />

Technical<br />

135<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

136<br />

Pure Tech Agency<br />

Svolgimento<br />

L’Istruttore indicherà (con il dito, con la lampada, ecc.) un oggetto di chiara familiarità.<br />

Identificalo e osservane ogni dettaglio sostanziale (colore, grandezza, ecc) ed eventuali<br />

segni particolari.<br />

Inserisci poi l’oggetto nello svolgimento dell’immersione: prendi nota mentale di quando<br />

questo è avvenuto (a che minuto, prima o dopo un esercizio, prima o dopo un altro oggetto,<br />

ecc.), a che profondità, e in che contesto (durante un esercizio, mentre risalivi, vicino a<br />

una parete, sopra una tana di una murena, ecc.).<br />

Ovvero congiungi l’oggetto con l’immersione nella sua globalità.<br />

Tieni bene in mente tutte queste informazioni.<br />

Possibili errori<br />

Non ricordare alcuni o tutti gli oggetti.<br />

Non relazionare gli oggetti con i param base e<br />

con i param accessori dell’immersione.<br />

Premessa sull’argomento<br />

Non basterebbero 50 pagine per scrivere tutto quello che vorremmo comunicare: siamo alla<br />

presenza del punto che globalmente dà più il senso dell’immersione. Siamo all’immersione<br />

nel suo insieme, tutta.<br />

Nel commento post-immersione ti verrà chiesto di dire cos’è successo all’interno di essa.<br />

Dove hai visto la foglia (prima o dopo i 4 minuti?), la cernia (prima o dopo la fermata<br />

intermedia?), o la lenza (prima della foglia ?).<br />

Ti verranno richiesti i minuti, le profondità, ecc., degli accadimenti.<br />

E di legarli insieme, ovvero di raccontare l’immersione, non parti di essa, spezzoni,<br />

schegge senza senso.<br />

Nel commento a secco (debriefing) si vedrà se hai sviluppato un’orologio interno, un<br />

profondimetro interno, che a una richiesta di informazione sapranno rispondere con<br />

indicazioni precise.<br />

Precise, non "assolutamente esatte" o "perfette".<br />

Non ci serve sapere se lo spuntone di roccia è stato visto a - 41,3 m: ci basta che tu<br />

riferisca 40 e non per esempio: 30.<br />

Se è passato il 4°minuto puoi rispondere "intorno al 5° minuto", ma non puoi dire 8°<br />

minuto. Certo in ogni momento puoi guardare il computer dove c’è esattamente tempo<br />

e profondità, ma non è estremamente consigliabile in futuro, va bene solo le prime volte.<br />

Arricchiresti la già nutrita serie di "note scritte "che hai preso in altri momenti al punto di non<br />

poter oggettivamente più ricordare tutto e comunque non riusciresti a fare tuo l’obiettivo<br />

di questo esercizio che è: contribuire a costruire e verificare il "senso" dell’immersione del<br />

Subacqueo.<br />

Ecco perché se l’approssimazione rientra in limiti fisiologici e accettabili, preferiamo<br />

che tu ci dica "intorno al 5° minuto" piuttosto che "al 4° minuto e 32 secondi", perché<br />

in quest’ultimo caso abbiamo una memoria di ferro, ma nel caso precedente abbiamo<br />

- accanto comunque sempre alla memoria - anche il senso interno del tempo, che è<br />

sicuramente meno preciso ma che è conquista personale vera, è salto evolutivo, non<br />

semplice lettura strumentale.<br />

Inoltre nel secondo caso non potremmo mai sapere se il sub distratto pensava per<br />

esempio: di essere all’8° minuto quando ha guardato il timer che gli ha detto 4.32, e se<br />

così fosse sarebbe grave. Perché ?<br />

Perché dobbiamo combattere contro un’immersione che troppo spesso non viene vissuta, il<br />

Subacqueo in immersione vede il proprio essere dall’alto, come stando a tavolino in superficie.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Appoggia tutte le sue richieste agli strumenti con la tecnica del "sì e del no", estraniandosi<br />

dall’ambiente circostante.<br />

Vive la sua immersione all’interno dei parametri base (e solo quelli) ma in modo automatico,<br />

meccanico, artificioso.<br />

In realtà non è quasi in acqua fonda. Potrebbe essere in piscina o sulla luna.<br />

É anche un sistema per allontanare un ambiente che sente un pò ostile, pericoloso, e<br />

rifugiarsi nei numeri che diano l’assoluta sicurezza (diamine, sono numeri !) di essere<br />

a posto, creandosi una specie di sfera impenetrabile che tenga psicologicamente<br />

separato quanto c’è aldi fuori di essi. Acqua = Rischio.<br />

Il Subacqueo in questo caso è assai poco subacqueo e molto macchina, molto<br />

"sommergibile".<br />

E non è certamente quello che desideriamo in un profondista, che in questo modo si rende<br />

poco conto di quanto lo circonda e quindi non riesce a prevenire possibili situazioni di<br />

rischio e quando queste arrivano gli piombano addosso come un macigno, svegliandolo di<br />

colpo e gettandolo improvvisamente in una condizione quasi aliena, non familiare, perfino<br />

ostile.<br />

Chi non vive realmente l’immersione, una volta fuori dall’acqua non la sa ricostruire,<br />

o la ricostruisce solo a pezzi, solo a flash anche estremamente precisi perché aveva<br />

guardato il computer e se n’è semplicemente meccanicamente ricordato accanto a<br />

vuoti totali, assoluti, nessun dato, nessuna immersione, perché lui, la sua persona, lì<br />

non c’era. C’era solo il suo computer, l’erogatore, ecc..<br />

Chi vive l’immersione così non riesce a dargli un senso logico, un iter credibile, uscirà<br />

dall’acqua senza aver forato la profondità, senza aver bucato il tempo, nei corretti range<br />

di consumo, ecc., ma non saprà dire se la ruota di camion che ha visto era a - 55 o a - 22<br />

m. Nè se si trovava al 12° o al 25° minuto d’immersione. Ammesso che si ricordi di averla<br />

vista, visto che non era un parametro fondamentale, visto che era aldifuori della sfera,<br />

visto che faceva parte dell’ambiente esterno "inutile".<br />

Abbiamo analizzato migliaia di immersioni profonde. Conosciuto centinaia di Subacquei<br />

profondisti. E pochissimi fra questi erano in grado di raccontare l’immersione, peraltro<br />

con notevoli difficoltà e in modo didatticamente definibile "stentatamente sufficiente".<br />

Tu pensi che stiamo esagerando, ma qui c’è una realtà che non ti immagini nemmeno<br />

se ti sforzi al massimo, ma non ti preoccupare, lo capirai dopo le immersioni, lo vedrai<br />

con i tuoi occhi.<br />

In queste righe non vogliamo convincerti, ma solo scrivere quanto necessario per<br />

prepararti a quel momento, al fine di comprenderlo appieno.<br />

Se chiediamo a un Subacqueo "esperto" di raccontarci la sua immersione per<br />

esempio di 30 minuti, a stento se ne ricorderà sì e no circa 4. Forse 5 minuti. E non<br />

necessariamente in questi 4 minuti la descrizione sarà puntuale e certa, anzi!<br />

Sarà piena di madornali errori e pure fantasie, veri e propri sogni, o ricordi di immersioni<br />

precedenti rimasti latenti nel subconscio e improvvisamente riapparsi con la totale,<br />

assoluta convinzione che siano di quella immersione.<br />

Se poi separatamente chiediamo al suo compagno di raccontarci l’immersione, il più<br />

delle volte sembrerà incredibile che siano andati in acqua insieme.<br />

Su alcuni rari punti di apparente accordo, un sub dirà che il canale con il corallo era a<br />

43 m e l’altro a 57. Che la spigola era stata vista all’andata e non al ritorno, al 6° minuto<br />

e non al 13°, e così via.<br />

Technical<br />

137<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

138<br />

Pure Tech Agency<br />

Ad un’investigazione attenta, sotto domande logiche (che poi imparerai), si scopre che<br />

quei 4 minuti di ricordi non combaciano affatto non solo con quanto riferisce il compagno<br />

ma nemmeno se presi in considerazione per ogni singolo subacqueo.<br />

Non funzionano, sono pieni di contraddizioni, un fatto non può essere conseguente all’altro<br />

o ne smentisce altri, non si riescono a mettere insieme, non "girano".<br />

Quindi nel 99% dei casi si ha un ricordo di circa 10 forse il 20% (nel migliore dei casi)<br />

dell’immersione.<br />

Ricordo totalmente inservibile poiché, oltre a essere troppo scarso, è anche interrotto,<br />

frammentato, a pezzi, e quei pezzi sono densi di false certezze, di errori o nel migliore dei<br />

casi, di innumerevoli inesattezze.<br />

Abbiamo detto inservibile, ma a che cosa ? A tantissimo.<br />

I tre possibili errori che si possono verificare, pur essendo differenti hanno lo stesso<br />

Valore.<br />

Pratico, di sicurezza ed evolutivo.<br />

Valore Pratico<br />

Ricordarsi bene tutta l’immersione ottiene 2 obiettivi pratici:<br />

Godere di quanto visto e provato, è forse il più ovvio ma anche il primario, forse quello<br />

che sta al disopra di tutti. Un uomo, ancor prima di un subacqueo, investe tempo e denaro<br />

in un hobby per poi fare suo quello che ne deriva. Chi si occupa del fai da te alla fine del<br />

lavoro avrà l’armadio che voleva, che non butterà via. Chi passa una giornata a sciare<br />

torna a casa con i ricordi, le sensazioni, ecc., non le annulla quasi tutte quando scende<br />

dalla funivia e sale in macchina.<br />

Il subacqueo invece cancella il 90% di quanto visto, vissuto e provato appena mette la<br />

testa fuori dall’acqua. Ma allora che ci è andato a fare? Non serve scrivere oltre, è fin<br />

troppo ovvio.<br />

Specialmente quando i ricordi, ora che la caccia è vietata e così la raccolta di qualsiasi<br />

oggetto, sono l’unica cosa che possiamo accantonare. Nota poi bene che un’immersione,<br />

fra tutto, non è economica.<br />

Impostare le immersioni con efficienza, cogliendo gli obiettivi voluti, è meno ovvio<br />

ma non difficile. Consideriamo aneddoti reali.<br />

Spesso i subacquei profondisti si immergono su relitti, alcuni di essi sono mete classiche<br />

e i gommoni fanno quasi la fila. Preparandosi si ascoltano i commenti di chi esce, si<br />

chiedono informazioni.<br />

Chi dice scarsa visibilità, chi ottima. Chi dice di aver visto la prua e chi la poppa. A volte si<br />

seguono indicazioni di chi ha posto una cima fissa di discesa e quando si arriva sul fondo<br />

si scopre uno scenario completamente diverso da quanto descritto.<br />

I subacquei confondono e non ricordano quasi nulla e raccontano sciocchezze incredibili<br />

senza rendersi conto e credendoci pienamente.<br />

Ebbene ci sono parecchi subacquei che fanno l’immersione sempre sullo stesso punto e<br />

ogni volta è come fosse la prima, perchè non riconoscono gli scenari già visti molte volte.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Vedono la nassa abbandonata, per la 24° volta, e poi in superficie non se ne<br />

ricordano.<br />

Alla 25° immersione sullo stesso punto rivedranno la stessa nassa con stupore e<br />

meraviglia. Grandi ed evanescenti.<br />

Non sarebbe nemmeno tanto grave se per fare quell’immersioni si è fatto un viaggio di<br />

200 km. in macchina, 45 minuti di barca, perso molto altro tempo per altre operazioni e<br />

speso in totale molti Euro e in quest’ottica è invece drammaticamente stupido.<br />

Valore di Sicurezza<br />

Allo stesso modo succede con reti, lenze e quanto di altro potenzialmente pericoloso<br />

hanno incontrato sul cammino: cancellate dalla mente.<br />

O ricordate ma da un’altra parte, situate in un punto sbagliato.<br />

A 47 m invece che a 62. Dopo la nassa invece che prima.<br />

Peggio ancora, poichè questo offre la falsa sicurezza che in quel punto non c’è alcun<br />

rischio (la rete si pensa sia da un’altra parte) quando invece non è così.<br />

Dobbiamo renderci conto che ricordare minutamente l’immersione, i suoi punti base, farsi<br />

dei punti di riferimento precisi e prenderne nota, è una pratica che non solo rende molto<br />

più efficienti e logiche le immersioni (rivedo la nassa, so che fino a lì ho esplorato, passo<br />

all’altra fiancata che non ho mai visto), ma che anche le rende molto più sicure (so sempre<br />

dove sono, ritorno con velocità sulla cima dell’ancora, so con precisione la collocazione<br />

dei rischi quali lenze, reti, ecc.).<br />

Valore Evolutivo<br />

Un discorso meno semplice: per "evoluzione" di un Subacqueo intendiamo il miglioramento<br />

globale e particolare della sua funzionalità come tale.<br />

L’evoluzione si ha, dopo degli ovvi training specifici che lo inizino all’attività e/o gli forniscano<br />

i sistemi operativi specifici d’approccio, fondamentalmente attraverso l'esperienza.<br />

Ed è quindi proprio qui, per capire come il sub possa diventare evoluto e continuamente<br />

evolversi, che dobbiamo fermare la nostra attenzione: sull’esperienza.<br />

La parola "subacqueo esperto" è troppo spesso equivocata e usata con una leggerezza<br />

e facilità inaudita: viene a essere solamente accoppiata agli anni di attività e al numero<br />

di immersioni: alla forma e non alla sostanza.<br />

Esperienza non vuole significare abitudine. Un sub esperto non è un sub abitudinario.<br />

L’abitudine non implica l’evoluzione, anzi a volte la esclude -.<br />

Un Subacqueo ricreativo con 5 anni di attività e 500 immersioni entro i 40 m è un<br />

subacqueo ricreativo esperto, un Subacqueo profondista con 5 anni di attività e 200<br />

immersioni oltre i 40 m (per esempio: dai 40 ai 60) è un profondista esperto e diventa<br />

addirittura un profondista espertissimo se le profondità diventano 70, 80, 90 ... e oltre!<br />

Quindi il significato vero della parola esperto è quello di un Subacqueo che si è arricchito in<br />

tecniche varie, che dal suo primo momento di immersione ha operato diverse modifiche ai<br />

suoi sistemi, comportamentali e non. Un subacqueo che cresce non in età o in immersioni,<br />

ma in cultura, in prove, in giudizio, ecc.. Questo è un esperto.<br />

Per contro, il sub che con 1000 immersioni non ha cambiato nulla rispetto alla sua<br />

immersione n° 1 non può definirsi esperto: la millesima immersione è infatti uguale alla<br />

prima! Allora anche alla prima era già esperto?<br />

Technical<br />

139<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

140<br />

Pure Tech Agency<br />

Esperienza è dunque modifica comportamentale<br />

Che può scaturire anche da una conferma di un fatto o comportamento: non si impara, non<br />

si diventa "esperti" solo sugli errori. Luogo comune questo assolutamente sbagliato.<br />

Si impara molto anche sulle positività e quindi ciò che so mi è andato molto bene in<br />

immersione. lo mantengo, e questo mi evita di cambiarlo impropriamente nella prossima<br />

immersione magari andando incontro a problemi, inoltre mi offre determinate certezze che<br />

possono modificare il mio assetto in positivo su altri param .<br />

Quindi anche fatti positivi e non solo errori, portano a modifiche sul sistema<br />

d’immersione.<br />

Basta che siano accaduti, ricordati, e riconosciuti come tali.<br />

In realtà tutto sia buono che cattivo, può far guadagnare mutamenti comportamentali.<br />

Tutto è input. Tutto è analizzabile. Tutto è giudicabile. Tutto fa esperienza.<br />

Non si butta niente (un’espressione che ritroverai spesso nel commento postimmersione).<br />

Alla luce di quanto più sopra spiegato, vediamo quindi come si costruisce la vera<br />

esperienza, e quale è l’iter per ottenerla:<br />

Fatto Accaduto - Ricordo - Analisi - Giudizio - Modifica Comportamentale<br />

Esperienza<br />

Solo questo è il sistema per evolvere, e quindi solo chi segue questo sistema diventa<br />

veramente esperto.<br />

Gli altri hanno solo un logbook lungo. Torniamo ora a rivederli.<br />

Forse è vero che un sub ricreativo con 500 immersioni entro i 40 m è esperto. Egli<br />

avrà passato un tempo di fondo assai rilevante (supponiamo 30 minuti per immersione<br />

= 250 ore) e in condizioni di stress e narcosi assolutamente basse, quindi con una<br />

ragionevole buona possibilità di ricordare lucidamente la maggior parte dell’accaduto<br />

e dunque con la possibilità di analizzarlo, giudicarlo e modificarsi, migliorarsi (ovvero<br />

diventare esperto).<br />

Il sub profondista con 200 immersioni fra i 40 e i 60 m intanto ha meno immersioni, se<br />

non altro perché non ne può fare 2 o 3 al giorno, ma poi in ognuna di esse il Tempo di<br />

Fondo sarà stato enormemente più limitato sia per i consumi sul fondo sia per i tempi<br />

decompressivi lunghi (supponiamo 200 immersioni per 20 minuti di fondo = 67 ore).<br />

Siamo dunque 250 ore contro 70.<br />

Ma non solo: il profondista si sarà trovato in condizioni di stress e narcosi che, se non è<br />

predisposto e conosce tecniche specifiche, non gli permettono di ricordare lucidamente la<br />

maggior parte dell’accaduto, ovvero si ricorderà sì e no 10 di queste ore profonde.<br />

Se poi addirittura si sarà spinto più in basso (per esempio: 70, 80, 90 m e oltre) il tempo di<br />

fondo sarà stato o di alcuni minuti o di qualche manciata di secondi, naturalmente con una<br />

capacità percettiva e mnemonica praticamente azzerata.<br />

Profondista dunque "espertissimo"? Assolutamente no.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

L’esperienza si basa su quanto viene, per ogni immersione, scritto sulla mente e non sul<br />

logbook.<br />

In base a queste varie considerazioni possiamo quindi affermare che:<br />

a) la pratica di un subacqueo profondista viene a essere senza ombra di dubbio molto<br />

minore nel suo settore di quanta abbia un ricreativo nel proprio.<br />

b) questa minore base pratica viene a essere drasticamente diminuita (o in alcuni casi<br />

totalmente azzerata) in efficienza dalla scarsissima o pressoché nulla conoscenza e<br />

ricordo di quanto è successo e si è fatto durante.<br />

Senza il ricordo, di quanto è successo non ci può essere analisi, non può dunque scaturire<br />

alcun giudizio che porti a una modifica comportamentale. = Esperienza zero.<br />

Addirittura se la memoria di quanto successo è imprecisa o sbagliata, questa peggiora<br />

il quadro poiché porta ad analisi imprecise o sbagliate con giudizi imprecisi o sbagliati<br />

che portano a modifiche comportamentali o d’attrezzature imprecise o sbagliate che<br />

peggiorano la sicurezza, invece di migliorarla. = Esperienza pessima.<br />

Ricostruire l’intera immersione ricordando bene e con certezza tutti i punti fondamentali,<br />

le sensazioni provate, ecc., non è solo utile dal punto di vista pratico (fai tua l’immersione,<br />

la ricordi, la usi per le successive ottimizzandole e conseguendo sempre nuovi obiettivi),<br />

ma anche dal punto di vista sicurezza (identifichi punti di rischio).<br />

Inoltre è l’unica maniera per progredire, conoscendo quanto c’è di migliorabile.<br />

Attenzione ai subacquei profondisti "esperti": quelli che non ricordano minutamente<br />

l’immersione non lo saranno mai. Saranno solo degli ascensori, che scendono e salgono<br />

come programmato ma che restano uguali dalla 1° corsa sino alla fine della loro vita<br />

meccanica.<br />

Non confondere un Subacqueo esperto con un Subacqueo ascensore con molte corse.<br />

Tu devi diventare un Subacqueo esperto vero. Questo Corso ti sta spiegando come e ti<br />

implementerà il sistema.<br />

Lo imparerai e lo farai funzionare sempre.<br />

Il sistema è quello di fare attenzione a tutto e ricordare, collegando i ricordi in un’iter logico<br />

e ordinato.<br />

Ciò ti sarà d’immenso aiuto per un debriefing che è il momento di crescita più importante<br />

del Subacqueo, quello che ogni volta effettua l’upgrade sul software/hardware e quindi<br />

reimposta al meglio le successive immersioni.<br />

DATI CERTI: la moneta con cui si compra l’esperienza.<br />

PRINCIPIO: non si butta niente.<br />

FUNZIONALITÁ: un’immersione è funzionale alle altre.<br />

Quindi fissa nella tua mente l’immagine come fosse una fotogramma, ma un fotogramma<br />

che ha uno sfondo, dove il soggetto non è ritagliato ma immerso in un contesto, metti a<br />

fuoco anche il contesto.<br />

Pensa che non stai scattando fotografie, ma riprendendo con una telecamera.<br />

Mentre vedi ragiona con la testa, non solo con gli occhi. Capisci quello che vedi.<br />

L’immagine deve essere ricordata come processo logico, non come semplice impressione<br />

sulla retina.<br />

Mancata identificazione dell’oggetto.<br />

Descrivere in grandi linee l’oggetto, senza arrivare al riconoscimento completo<br />

dell’oggetto.<br />

Technical<br />

141<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

142<br />

Pure Tech Agency<br />

L’occhio ha visto, ma il processo di giudizio, di riconoscimento, di "decodifica input" non<br />

c’è stato.<br />

Il cervello non ha "messo insieme" non ha elaborato i dati forniti. Non è stato capace<br />

di dare un nome, ovvero un senso compiuto a quella serie di dettagli, non ne ha colto<br />

l’essenza.<br />

In questo caso l’attenzione è buona ma la capacità di ragionamento no. Ovvero si vive<br />

uno status di attenzione superficiale, non globale. Attenzione fotografica, non intelligente.<br />

L’immagine si "ferma sulla retina" e non ci si sforza di farla arriva al cervello. La capacità<br />

analitica è compromessa: vedi ma non capisci.<br />

Durante un’immersione non di corso avviene il seguente fatto: appena arrivato sul<br />

fondo, a circa 50 m, un sub A passa all’erogatore di emergenza e segnala l’aborto<br />

immersione.<br />

Il compagno Z assai stranito però risponde prontamente al segnale, segue lo sfortunato<br />

ed entrambi escono dall’acqua.<br />

A secco si effettua l’opportuno debriefing.<br />

Alle domande poste in tutti i modi "cosa hai visto succedere in acqua" il compagno Z<br />

risponde con estrema completezza di dettaglio di aver notato benissimo nel sub A il cambio<br />

di erogatore con quello di emergenza, che aveva la frusta lunga che correva sul petto, ecc.<br />

ecc.. Ovvero con quello di emergenza.<br />

Il compagno Z ricorda anche tutti i dettagli sulla posizione, ecc.. Ricostruzione perfetta, ma<br />

fotografica, non dell’evento nella sua sostanza.<br />

Fu incredibile come nemmeno fuori dall’acqua da solo Z non riusciva a mettere insieme<br />

che lì era accaduta l’emergenza (aveva accettato il segnale di aborto immersione, ma non<br />

aveva capito a cosa era seguito), che quel gesto stava a significare problema.<br />

Anche fuori dall’acqua Z non aveva riportato alcuna "sensazione" che lo potesse instradare<br />

in tal senso.<br />

Quindi Z vide perfettamente il gesto, nei minimi particolari, ma - pur chiarissimo e molto<br />

importante - non ne capì il senso. Non gli diede il significato, il nome.<br />

Z non arrivò alla seguente conclusione: cambio con erogatore di emergenza = problema<br />

serio.<br />

Nota bene che questa "falsa attenzione" è più comune di quanto credi in situazioni<br />

narcotiche e soprattutto stressanti.<br />

L’occhio ti guarda instupidito, riceve i dati ma il cervello è assente; non li elabora.<br />

La vera attenzione è infatti nelle immersioni profonde un processo mentale a volte<br />

impegnativo, e che per questo si mette da parte rilassandosi, perdendo parte di<br />

concentrazione. Riposandosi.<br />

L’attenzione ai dati deve servire per arrivare a qualcosa: è un mezzo, non un fine.<br />

I dati servono solo se li ordiniamo in strutture logiche, viceversa sono inutili figurine<br />

sparse.<br />

Capire ciò che succede non è solo stare attenti ai particolari, ma elaborarli, se non<br />

recepisci la sostanza delle cose, non sei operativo, nei confronti degli altri e anche di<br />

te stesso<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Non ricordarne i particolari sostanziali.<br />

Identificare subito l’oggetto indicato, senza però inserirlo nel contesto specifico<br />

dell’immersione.<br />

L’occhio ha certamente visto tutti i particolari sostanziali (viceversa il cervello non avrebbe<br />

potuto elaborarli per fornire l’identificazione), e la capacità analitica in buono stato ha<br />

subito codificato l’oggetto ( ha capito cosa significavano i particolari messi insieme).<br />

Una volta datogli un nome, è poi caduto l’interesse sui particolari i quali non sono stati<br />

considerati o rianalizzati a fondo con anche l’obiettivo di ricordarli e riportarli.<br />

Sicuramente minore dell’errore precedente.<br />

Nell’esempio precedente non avremmo saputo di che colore fosse la frusta dell’erogatore,<br />

nè la marca dell’erogatore, ecc., ma avremmo capito che era in atto un problema. Ne<br />

avremmo identificato il significato.<br />

Che è certamente l’obiettivo primario al fine della gestione dell’immersione e dell’operatività<br />

di risposta.<br />

Quindi un errore sotto alcuni aspetti anche comprensibile, i particolari sono un mezzo per<br />

riconoscere l’oggetto, non il fine, e riconosciuto l’oggetto cade l’importanza di essi, cessa<br />

la loro funzione, non interessano più, sempre che il nostro compagno non sia passato ad<br />

utilizzare l’erogatore di una bombola decomrpessiva!<br />

Ma quando non interessano più cade l’attenzione.<br />

Cerca comunque di fare attenzione anche a tutti i particolari, forzati su questo, sono<br />

"esercizio" per mantenere sempre costante e alta la concentrazione.<br />

Inoltre i particolari sostanziali servono o possono servire a 100 cose in sede di<br />

debriefing.<br />

1) Quando un comportamento non è gravemente errato, è comunque molto<br />

migliorabile.<br />

2) Non si butta niente, è un’educazione visiva e mentale che, conquistata, ti farà<br />

estremamente comodo in mille occasioni.<br />

3) Non deve cadere l’attenzione. Una volta "capito" l’oggetto non ci si deve rilassare.<br />

Non devono esserci oscillazioni di tensione di attenzione.<br />

5.13 Ricavare la direzione nord di un oggetto<br />

Specialmente nella fase più profonda, ma in realtà in qualsiasi momento dell’immersione,<br />

il tuo Istruttore ti segnalerà un oggetto di cui dovrai ricavare la direzione con la bussola e<br />

ricordarla.<br />

Obiettivi<br />

Definire con che grado di abilità e sicurezza si affronta un’operazione complessa,<br />

consequenziale e fine all’interno di un’immersione già in "multiple tasks" esterni.<br />

Definire con che velocità si effettua. Definire gli eventuali punti di frizione o stop nel<br />

processo generale.<br />

Svolgimento<br />

Osservi l’oggetto e la direzione che l’Istruttore ti indica in maniera chiarissima con il<br />

movimento del suo braccio o della lampada.<br />

Technical<br />

143<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

144<br />

Pure Tech Agency<br />

Potrebbe essere un oggetto allungato con direzione propria (per esempio: un ramo diritto),<br />

oppure anche come quell’oggetto sia posto nei confronti di un altro oggetto o punto di<br />

riferimento (parete, masso, cima di risalita, ecc.); potrebbe essere anche una linea sulla<br />

sabbia o similare.<br />

Effettui la corretta rilevazione di direzione con la bussola senza appoggiarti a nulla. Dopo<br />

di che giri la ghiera casualmente.<br />

La tua bussola non deve essere ferma sulla rilevazione quando esci dall’acqua o in<br />

decompressione!<br />

Possibili errori<br />

Direzione non ricordata.<br />

Non ti ricordi i gradi Nord.<br />

In un’immersione reale, questa potrebbe essere la direzione del punto di ritorno, o di<br />

qualsiasi altro punto importante.<br />

Imparare a tenere a mente i punti-base dell’immersione è una pratica mai troppo messa<br />

a punto e seguita<br />

Vari gradi di incapacità o difficoltà nell’esecuzione esercizio.<br />

Sbagli la direzione, ci metti tempo eccessivo, non riesci a girare la ghiera, ecc.<br />

Questo compito richiede una buona abilità e grande agio in acqua, nonché il controllo delle<br />

funzioni mentali fini. Devi capire la direzione dell’oggetto, ricordare il funzionamento della<br />

bussola, utilizzarla in modo corretto.<br />

Su quest’ultimo punto devi stare attento che l’ago sia sempre libero e che un’inclinazione<br />

della bussola non lo fermi. è indiscutibilmente un’operazione che richiede alta<br />

concentrazione, specialmenete se eseguita senza appoggio sul fondo.<br />

Come abbiamo già scritto, in un’immersione reale questa potrebbe essere la direzione del<br />

punto di ritorno, o di qualsiasi altro punto importante. Quindi come in tutti gli altri esercizi<br />

del Corso Technical il valore è insito in se stesso. Difficoltà o impossibilità di esecuzione si<br />

traducono in problemi diretti: non riusciresti a stabilire quella direzione. Ma non finisce qui.<br />

In questo esercizio si vede bene se un processo complesso inserito in un’immersione non<br />

semplice riesce a essere evaso, come e in quanto tempo.<br />

Oppure, in caso contrario, dove è il problema: se di narcosi, di stress, "meccanico",<br />

quant’altro valutabile, per poi relazionarlo alla genericità dei casi, che seguono lo stesso<br />

schema simil-operativo.<br />

Ogni difficoltà riscontrata in questo esercizio è una difficoltà riscontrabile in ogni<br />

compito fine di qualsiasi tipo sganciare una bombola da un moschettone, sciogliere un<br />

nodo, districarti da una rete, chiudere il rubinetto di una bombola (individuando quale<br />

e operando senza appoggio), ecc.. Questo è il senso ampio dell’esercizio, che ti deve<br />

fare riflettere.<br />

Infatti le operazioni complesse e sequenziali, specie se sono "fini", hanno un’elevata<br />

possibilità di errore, di rallentamento di azione o anche di stop operativi: il sub incespica,<br />

si "incanta", e a volte si ferma.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Ed il meccanismo intero si arresta, anche completamente.<br />

Sino ad arrivare a momenti in cui si fa strada la confusione mentale, lo "stupore".<br />

Infatti quando l’azione rallenta o si arresta, al sub si eleva lo stress dato dall’ansia di<br />

arrivare alla fine e dalla rabbia e/o paura scaturite dall’impotenza/difficoltà di riuscita.<br />

E ciò non fa altro che diminuire ulteriormente le possibilità operative e di concentrazione/<br />

gestione del compito.<br />

Un processo negativo, un’involuzione delle facoltà, in cui il controllo narcotico ma - anche<br />

in questo caso - soprattutto dello stress ha un ruolo assolutamente primario. Un processo<br />

che qui stiamo testando.<br />

Devi essere pronto a questo tipo di scenario che devi poter affrontare!<br />

Dobbiamo essere certi di poter svolgere processi sequenziali e fini sotto narcosi e stress.<br />

Il tuo essere subacqueo tecnico deve avere questo come scoglio, come base di confronto<br />

e come obiettivo irrinunciabile.<br />

Questi scenari sono proprio quelli che possono creare problemi se non evasi o che<br />

sopraggiungono quando è accaduto qualcosa di serio, in altre parole proprio questi sono<br />

i processi operativi che debbono essere messi in atto quando accade un’emergenza<br />

di qualsiasi tipo!<br />

Contatto con fondo/parete/altro.<br />

Abbiamo detto che tale operazione deve essere svolta in assetto neutro, quindi se una<br />

pinna tocca il fondo ci darebbe un bell’aiuto che non è concesso.<br />

L’Istruttore interrompe la tua rilevazione e ti segnala di staccarti dal punto/i di contatto.<br />

Domandati anche se eri cosciente di essere in contatto e se sentivi la tua posizione con il<br />

mondo circostante.<br />

Nota corso:<br />

esercizio richiesto anche su relitti anche se la bussola risulta inservibile in presenza<br />

di ingenti masse ferrose. Ma anche se i dati saranno sbagliati la pratica dell’esercizio<br />

sarà la stessa.<br />

5.14 Segnale di 1 minuto alla risalita<br />

Technical<br />

Quando il timer segnerà 9 minuti<br />

segnalerai al compagno che<br />

manca 1 minuto alla risalita.<br />

Obiettivi<br />

Capire l’efficienza e la sicurezza<br />

delle comunicazioni dirette.<br />

Implementare il sistema dei<br />

pre-segnali, che serve in molti altri momenti ma specialmente in quello della risalita. Il<br />

Subacqueo si prepara alla risalita che avverrà dopo 1 minuto<br />

Svolgimento<br />

Batterai sul timer e poi indicherai 1 minuto con l’indice: sarà evidente che non è un segnale<br />

di tempo di fondo ma di tempo alla risalita.<br />

145<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

146<br />

Pure Tech Agency<br />

Possibili errori<br />

Non segnali il minuto alla risalita.<br />

Ti dimentichi l’esercizio quindi non segnali l’ultimo minuto.<br />

Il "senso del tempo" non ti sta avvisando che è estremamente prossimo il termine<br />

dell’immersione e la risalita.<br />

Oltre all’incremento del rischio di sforamento tempo, che abbiamo già definito gravissimo<br />

per i noti motivi, ciò significa che non ti stai preparando fisicamente (attrezzature, ecc.) e<br />

psicologicamente alla risalita, che ti coglierà di sorpresa.<br />

La risalita è forse il punto più importante dell’immersione; non puoi non essere conscio<br />

che sta arrivando, e ufficializzarlo al compagno. Non puoi non prepararti, affinché la<br />

risalita ti trovi nelle migliori condizioni.<br />

Segnali i 9 minuti in anticipo o segnali i 9 minuti in ritardo.<br />

Abbiamo già considerato questo errore negli altri esercizi di tempo.<br />

Segnali i 9 minuti con la procedura di comunicazione sbagliata.<br />

Esempi:<br />

a) segnali "1" con il pollice senza precedentemente aver battuto sul timer (segnale di<br />

aborto immersione).<br />

b) dopo aver battuto sul timer segnali "1" con il pollice (segnale di risalita).<br />

c) segnali i 9 minuti (5 in una mano e 4 nell’altra) invece che "1 alla risalita".<br />

Nota corso:<br />

Nell’esempio a) se non batti sul timer, l’Istruttore deve pensare a una richiesta di aborto<br />

immersione, e questo è certamente possibile anche in prossimità o - perché no - proprio<br />

alla fine immersione.<br />

Anzi, è giusto in questo momento che il fatto va considerato più seriamente a causa<br />

della estrema scarsità di tempi operativi.<br />

Quindi se l’Istruttore non ha la certezza assoluta che si tratta di un’evidente dimenticanza<br />

formale, farà immediatamente seguire una risalita controllata, senza esitazioni o ulteriori<br />

richieste. Dobbiamo limitare al massimo tutti i rischi.<br />

Va da sè che l’immersione dovrà essere ripetuta, e potrebbe essere un peccato se tutto<br />

era andato bene. Stai quindi molto, molto attento a non segnalare l’Aborto Immersione<br />

per errore!<br />

Oltretutto, allarmeresti tutto il Team per nulla<br />

Comunicazione Diretta<br />

Se in un’immersione hai 25 minuti di fondo ed è stato deciso di comunicare la pre-risalita<br />

2 minuti prima, comunicando il tempo di fondo ti troverai a dover comunicare 23.<br />

A parte l’evidente difficoltà pratica, ciò non ti offrirà la sicurezza che il compagno abbia<br />

capito quanto deve: egli potrebbe mal calcolare "25 - 23 = 4" e quindi pensare che mancano<br />

4 minuti alla risalita.<br />

Oppure potrebbe non ricordarsi del corretto tempo di fondo. Potrebbe essere che pensi<br />

che sia di 30 minuti (magari perché nell’immersione precedente era così) e quindi dedurne<br />

che mancano 7 minuti alla risalita.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

In tutti i casi tu avrai avuto una risposta positiva (i minuti sono anche per lui 23) e penserai<br />

che lui avrà capito che mancano 2 minuti e non è vero. L’equivoco si manifesterà nel<br />

momento peggiore.<br />

Questo problema si supera direzionando la comunicazione su quanto serve: l’importanza di<br />

questa comunicazione non sta nel tempo di fondo, ma nel tempo che manca alla risalita.<br />

Pre-Segnali<br />

Questo è un pre-segnale. Un pre-segnale si definisce tale perché non ha importanza<br />

propria, ma ha importanza rivolta a qualcos’altro.<br />

Ovvero non segnala nulla di primario, potrebbe non esserci, è stato "messo lì" non perché<br />

in quel punto ci sia qualcosa che vada segnalato ma perchè quel punto è vicino a un altro<br />

estremamente importante, basilare per l’immersione.<br />

Potremmo definirlo un pre-allarme, se il segnale successivo fosse di allarme. è insomma<br />

un semaforo giallo, di "allerta".<br />

Appunto allerta il subacqueo quando sta per entrare in una situazione delicata, importante,<br />

basilare, critica.<br />

Evita che gli arrivi addosso "inaspettata" o di sorpresa.<br />

Elevando l’attenzione del subacqueo, previene un ritardo o una dimenticanza dell’azione<br />

successiva.<br />

Strategia dei Pre-Segnali<br />

a) Affinché sia veramente efficace, il pre-segnale deve essere dato ragionevolmente<br />

distante per permettere l’operatività necessaria ma il più possibile vicino all’azione<br />

sulla quale deve allertare per non essere scollegato all’evento. L’incontro di queste<br />

2 esigenze genera il perfetto pre-segnale.<br />

su questo esercizio è illogico dare il pre-segnale ai 9 minuti e 50 secondi (è praticamente<br />

inutile, 10 secondi non servono a niente) come è sbagliato darlo ai 7 minuti (l’attenzione<br />

ha tempo di cadere nei 3 minuti successivi, allocazione temporale troppo distante<br />

dall’evento). Ovviamente altre esigenze di allerta seguono altri param<br />

b) Il pre-segnale va inserito sempre sulle azioni-controlli primari che vengono<br />

effettuate durante l’immersione.<br />

Esempi classici sono la profondità (check delle condizioni psico-fisiche-attrezzatura),<br />

pressione (check della riserva), risalita (check del pronti a ..), ma anche a tutte quelle<br />

situazioni accessorie e anche personali o di Team che si dovessero considerare<br />

primarie.<br />

Il pre-segnale non va inserito su altre situazioni: confonderebbe l’immersione e<br />

distrarrebbe dalle funzioni-base.<br />

1) In questo e altri segnali, evita i passaggi indiretti, le elucubrazioni, i calcoli. Comunica<br />

sempre il risultato finale, l’obiettivo della comunicazione. Usa sempre la comunicazione<br />

diretta.<br />

2) Inserisci Pre-Segnali in ogni situazione importante. Gestiscili intelligentemente,<br />

allocali in modo che non siano formali ma il più efficienti possibile.<br />

Technical<br />

147<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

5.15 Segnale di risalita<br />

148<br />

Pure Tech Agency<br />

Technical<br />

Allo scoccare dei 10 minuti<br />

termina l’immersione e devi dare<br />

segnale di risalita all’intero<br />

Team.<br />

Obiettivi<br />

Assicurarsi che al termine del<br />

tempo pianificato faccia seguito<br />

l’immediato termine dell’immersione.<br />

Assicurarsi che tu gestisca questo delicatissimo momento nel modo corretto: controllando<br />

lo stress da risalita, ricordandoti di tutti i sub in acqua, dirigendo loro una comunicazione<br />

selettiva ed efficiente e assicurandoti della loro risalita.<br />

Non dovrai abbandonare nessuno sul fondo.<br />

Svolgimento<br />

Batterai il dito sul timer e darai il segnale di risalita.<br />

Qui ti devi ricordare di darlo anche all’Aiuto Istruttore che sta dietro a te.<br />

Non dovrai considerare nemmeno ora un eventuale altro Allievo.<br />

Ti assicurerai che il segnale sia stato ricevuto e compreso, nonché naturalmente condiviso,<br />

attraverso la corretta "chiusura" di comunicazione del compagno con il sistema a "Doppio<br />

Filo".<br />

Viceversa solleciterai la risalita d’emergenza dando aiuto ed eventualmente anche<br />

soccorso.<br />

Possibili errori<br />

Segnale non dato o dato in anticipo o in ritardo.<br />

Già abbiamo scritto su questi possibili errori.<br />

Nota corso:<br />

Il tempo di fondo non potrà essere superato, per ovvi motivi di sicurezza; l’Istruttore<br />

aspetterà 1 minuto per possibile differenza fisiologica di tempo sui computers.<br />

Allo scoccare del suo 12° minuto l’Istruttore darà il segnale di risalita a cui tu darai<br />

immediatamente seguito<br />

Abbiamo già scritto molto sula gravità gli errore di tempo, ma in questa particolare<br />

rilevazione di tempo, è assolutamente grave.<br />

Focalizza l’attenzione sui punti assolutamente base dell’immersione, non puoi davvero<br />

mai perderli di vista e utilizza il pre-segnale di risalita rimanendo ancorpiù fortemente<br />

allertato dopo di esso<br />

Segnale dato con le procedure di comunicazione sbagliate.


Pure Tech Agency<br />

Sono stati già considerati nelle pagine precedenti.<br />

Qui vogliamo soffermarci sull’errore che genera il segnale di "Aborto Immersione".<br />

Notevole, come intuitivo: intanto perché sei proprio al termine dell’immersione quindi lo<br />

spazio operativo in caso di reale emergenza è il più ridotto (quindi l’Istruttore tenderà a<br />

non crearsi il dubbio e a seguire immediatamente la richiesta di aborto immersione).<br />

Inoltre per questo segnale è più facile la confusione: qui i 2 segnali sono più simili<br />

rispetto al precedente esercizio dove questo errore è assai meno probabile<br />

In questo momento dell’immersione molto delicato, occorre stare ancora più attenti di<br />

quanto raccomandato nel precedente esercizio (1 minuto alla risalita) sulla maldestra<br />

produzione del segnale di "Aborto Immersione", a non confondere il segnale di<br />

"Tempo (batti sul timer) di risalire (pollice all’insù)" con "Aborto Immersione (solo<br />

subito il pollice all’insù, senza alcuna spiegazione precedente)".<br />

Segnale di ritorno non ricevuto o ricevuto sbagliato.<br />

Non aspetti che i componenti del Team rispondano al segnale oppure accetti un segnale<br />

non corretto.<br />

Non reagisci quando il compagno manifesta inefficienza operativa.<br />

Come già ben visto nel capitolo sulle comunicazioni a doppio filo, sai che tale sistema<br />

richiede una risposta appropriata, atta a certificare che chi risponde ha bene inteso la<br />

comunicazione, ne è d’accordo ed è operativo immediatamente.<br />

Ciò serve a evitare malintesi, equivoci, e/o a far capire a chi domanda il grado di<br />

percezione/attività mentale dell’interlocutore.<br />

In quest’ottica se il compagno risponde solamente "OK", o fa un cenno di capo, o quanto<br />

altro non corretto, devi intendere che non è in gestione della propria immersione. Che è<br />

sotto narcosi, stress, o entrambi o comunque che è in difficoltà<br />

Se ignori questo stato e risali, oppure prendi per buono il segnale sbagliato e ti giri per<br />

cercare l’altro sub, ecc. si deve considerare che hai o avresti potuto abbandonare il<br />

subacqueo sul fondo<br />

Invece devi incalzarlo nel modo già visto in precedenza (indicare bene "tu!", mimica imperativa,<br />

farsi seguire verso l’alto, - oppure al limite trasportare da posizione posteriore -).<br />

Se, perché sei stato impreciso, frettoloso, superficiale, stressato, ecc., abbandoni qualcuno<br />

sul fondo, in quelle condizioni la probabilità che un suo problema (che peraltro sta già<br />

presentando con il suo status compromesso) si tramuti in incidente è la più elevata di tutta<br />

l’immersione poiché il subacqueo in difficoltà avrebbe scarsa autonomia per accorgersi/<br />

risolvere e poiché quando te ne vai, non ci sarà nessuno che potrà allertarlo o aiutarlo.<br />

Se non lo è già, senza ulteriori sollecitazioni visive e/o di movimento si potrebbe<br />

addormentare dove si trova e "svegliare" quando esaurisce l’Aria, senza ricordare<br />

dov’è, da solo, con molta strada da percorrere e decompressione da effettuare<br />

Technical<br />

149<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

150<br />

Nota corso:<br />

Pure Tech Agency<br />

al 3° segnale corretto da parte dell’allievo senza relativa risposta o risposta inefficiente,<br />

o dopo che l’allievo hai operato come più sopra (escluso ovviamente il trasporto),<br />

l’Istruttore darà il segnale di "fine esercizio" e si continua la risaluta interrotta<br />

dall’Istruttore<br />

Il sistema di comunicazioni CMAS-<strong>PTA</strong> a "doppio filo" anche qui - e soprattutto qui -<br />

deve essere rispettato.<br />

L’unico modo per essere certo della risposta è quello di averla precisa e compiuta,<br />

qualità di risposta che non è in grado di dare un sub se non è nel controllo della sua<br />

immersione.<br />

Ti rammentiamo che impersonali ok, segni di sì col viso, ecc.., non significano niente.<br />

E quindi non valgono nulla.<br />

Una comunicazione inefficace viene considerata abbandono di subacqueo.<br />

Imponiti di aspettare la corretta risposta. Quando la testa vuole rapidamente girarsi<br />

dall’altra parte per guadagnare tempo ripeti mentalmente dentro di te: "aspetto...".<br />

Schema operativo: segnalo - aspetto<br />

Segnale non dato a tutto il team e/o segnale dato al sub sbagliato.<br />

Nel dare il segnale di fine immersione, ti dimentichi di un subacqueo oppure lo confondi<br />

con un altro.<br />

Consideriamo errore dare il segnale a chi non devi.<br />

Sei mentalmente presente e sai quello che stai facendo, o distribuisci segnali di risalita a<br />

tutto ciò che si muove, magari anche al pesce Napoleone che passa di lì per caso?<br />

Desideriamo constatare che durante tutta l’immersione, pur non vedendolo, non ti sei<br />

dimenticato che avevi un Istruttore dietro la testa (oggi a cui chiedere aiuto se necessario<br />

per quanto riguarda il corso, ma domani potrebbe essere chiunque: un’altra coppia del<br />

Team, ecc.).<br />

Questo perché il momento della risalita è estremamente delicato: in un attimo si può<br />

assistere al delirio del Team.<br />

Coppie che si rompono, segnali non dati, segnali dati ognuno alla sua maniera e in modo<br />

sbadato o puramente formale-meccanico (senza vera attenzione), segnali dati ma non<br />

ricevuti (non capiti), subacquei che partono verso la superficie per conto loro, ecc..<br />

L’affiatamento e i nervi saldi del Team si vedono nel momento della risalita, dove in un<br />

momento può prodursi lo sbando generale alla "ognuno per sè e Dio per tutti". Perché ?<br />

É il momento di ufficializzare qualcosa che sempre abbiamo saputo ma forse mai<br />

abbiamo capito e in nessuna sede se ne è parlato: lo stress da risalita.<br />

Infatti il momento della risalita è quello dove si ha la maggiore sensazione di rischio<br />

accompagnata dall’improvvisa assenza del motivo per cui vale la pena correrlo:<br />

l’immersione.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Supponiamo di mettere l’immersione su una vecchia stadera: a sinistra le cose brutte<br />

(la fatica, il rischio, ecc.) e a destra le cose belle (la gioia, il divertimento, la libertà, il<br />

godimento, ecc.).<br />

Ebbene il momento della risalita vede il peso delle cose brutte (è il momento di<br />

maggior fatica: decompressione, e il momento di maggior rischio: minore riserva di gas,<br />

minore tempo di reazione in caso di eventuale emergenza, ecc.) aumentare mentre<br />

il contrappeso delle cose belle sparisce completamente: di fatto da quel momento<br />

quella non è più immersione, è solo il lavoro, lo scotto che dobbiamo sopportare per<br />

averla fatta. La bilancia dunque cade a piombo verso sinistra. E così il nostro equilibrio<br />

psicologico<br />

Il momento della risalita è quello in cui ci si chiede (anche se in immersione non abbiamo<br />

avuto nemmeno il minimo problema) se le tabelle andranno bene, se avremo fatto bene i<br />

calcoli di autonomia, ecc..<br />

Inoltre è sempre possibile una MDD, il "mostro nero" del sub, che si incontra in risalita e<br />

non certo in discesa o sul fondo. Si dà quindi inizio al momento della verità, si sa che se<br />

qualcosa non è andato bene in risalita verrà fuori (hai sentito freddo, hai faticato molto, hai<br />

assorbito più inerte del normale, com’era il tuo assetto? Sta per arrivare l’esame).<br />

Tutto questo in pochi secondi: il cambio di scenario mentale fra tranquilla, piacevole<br />

situazione di fondo e situazione lavorativa-preoccupata risalita è velocissimo e, per<br />

alcuni versi, scioccante.<br />

Escluso le emergenze, nessun altro cambio di scenario in un’immersione è così<br />

violento (per esempio: la discesa permette la mente di abituarsi gradualmente al<br />

raggiungimento della massima profondità).<br />

Ecco dunque che, visto che comunque non si può più stare sul fondo perché il tempo è<br />

finito, vale la pena di levarsi da lì il più presto possibile e la risalita viene vissuta quasi<br />

come una vera e propria emergenza: non si risale, si fugge, chiudendosi in se stessi<br />

per poi aprirsi durante le prime tappe decompressive e magari solo lì accorgersi che<br />

manca qualcuno perso per strada o sul fondo. Questo è lo "stress da risalita<br />

Nota corso:<br />

L’Istruttore tenderà a tenerti sul fondo, prendendosela comoda.<br />

Risponderà male ai segnali, mentre tu sentirai la spinta a salire sempre più forte.<br />

Vogliamo vedere se gestirai la situazione, se ti ricorderai di tutti, se capirai a chi stai<br />

dando il segnale, se vedrai e analizzerai le risposte e le situazioni o se la tua mente<br />

starà pensando ad altro, se sarà già fuggita verso l’alto cercando la superficie.<br />

Del resto l’occasione è troppo ghiotta.<br />

Siamo in presenza del momento che in tutta una normale immersione assomiglia di<br />

più a un’emergenza.<br />

Dato che per motivi eccezionalmente ovvi non possiamo nè certo vogliamo provocare<br />

emergenze vere durante il corso, e che però il corso deve preparare alle emergenze<br />

vere, siamo nella necessità didattica di trovare qualcosa che all’emergenza assomigli<br />

pur non essendolo, ed educare/testare il sub su di essa<br />

Se non gestisci un’azione sì stressante ma sempre assolutamente normale, come potrai<br />

pensare di cavartela un un’emergenza seria?<br />

Se in un’immersione vera nel momento della risalita scoppiasse un "O" ring? Sapresti<br />

distinguere che rubinetto chiudere? Sapresti importi di restare a gestire la situazione o non<br />

capiresti più niente, non saresti di nessun aiuto anzi di disturbo?<br />

Technical<br />

151<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

Pure Tech Agency<br />

Forse scapperesti verso la superficie? Se non sai distinguere ora un altro allievo<br />

dall’assistente, come potrai ricordarti i particolari dell’attrezzatura che hai studiato a<br />

secco prima di entrare in acqua? Come potrai mettere in atto le procedure di emergenza<br />

pianificate?<br />

In una reale emergenza scoppierà il delirio o - pur naturalmente sotto forte stress - riuscirai<br />

a capire cosa succede e quello che ti circonda e agire assennatamente?<br />

Se succedesse a te un problema serio nel momento della risalita e il tuo compagno o<br />

l’intero Team si comportasse come sopra?<br />

Inutile scrivere che un segnale non dato viene considerato "Subacqueo abbandonato sul<br />

fondo".<br />

1) Preparati mentalmente alla situazione, sai che succederà: è umano e, come abbiamo<br />

visto, spiegabilissimo e logico, ma proprio per questo non ti spaventare, vivilo come un<br />

momento di particolare stress, ma gestiscilo. Resta calmo e operativo. Non farti prendere,<br />

non agire istintivamente. Non è un’emergenza, non viverla come tale.<br />

2) Adotta un periodo-cuscinetto.<br />

Il segnale di pre-risalita funziona bene anche a questo, dopo il segnale di pre-risalita<br />

pensa a ciò che dovrai fare, guarda dov’è il compagno, l’Aiuto Istruttore, sistemati<br />

l’attrezzatura, ecc..: quando arriverà il momento di risalire sarai preparato, non lo<br />

sentirai così imperante e aggressivo e, se ti sarai preoccupato di comunicarlo, sarà<br />

così per il tuo compagno e per l’intero Team.<br />

3) Ricordati di chi non vedi.<br />

Fai "girare" la mente a 360°, non chiuderla: è il segreto per la migliore gestione delle<br />

immersioni, specie nei momenti di stress. Quindi scegli fra un sub e un altro, chiediti chi<br />

è, riconoscilo, non dare il segnale 2 volte alla stessa persona, o alla persona sbagliata.<br />

Controlla sempre se ti manca qualcuno.<br />

Terminata la corretta segnalazione inizieremo la nostra risalita, mantenendo la giusta<br />

velocità, e rispettando il profilo decompressivo precedentemente pianificato.<br />

5.16 Fuori dall’acqua<br />

Fai tutto con estrema calma, ricorda che hai fatto un’immersione profonda e stressante, e<br />

mantieni la concentrazione, non sono ancora terminati i tuoi compiti.<br />

Fai il punto della situazione: aspetta ancora un attimo per rilassarti completamente.<br />

Mentre sei ancora freschissimo, ti stai spogliando e sentendo se le tue condizioni fisiche<br />

sono normali, non fare scomoda conversazione e invece ripensa ancora all’immersione<br />

nelle varie fasi questa volta con tutti i particolari che poi l’Istruttore ti chiederà nel<br />

debriefing.<br />

Anche se malauguratamente dovessi essere certo di non avere superato l’esame, non devi<br />

assolutamente fare l’errore di non ripensare a tutto, ti servirà moltissimo per la prossima<br />

immersione.<br />

Rivisualizza freddamente ogni tuo comportamento, la posizione del compagno e<br />

dell’Istruttore, del team rispetto a tutto il contorno, le profondità e i tempi in cui si sono<br />

succeduti gli eventi, ogni cosa.<br />

Mentre stai facendo questo non ti distrarre, non farti prendere da un’eventuale sconforto o<br />

disappunto nè da eccitazione; cerca di isolarti dal mondo circostante.<br />

Solo quando avrai rivissuto come al cinema tutta la tua immersione e avrai memorizzato<br />

anche i particolari, potrai rilassarti completamente, mentre procedi alle procedure di<br />

svestizione e sistemazioni varie, che possono comprendere il rifocillamento o quanto<br />

considerato necessario o utile.<br />

152<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

5.17 Il debreafing valutativo<br />

Quando sarai a posto con tutto e il Team si potrà riunire senza distrazioni o compiti che<br />

interrompano il colloquio, dovrai raccontare e commentare la tua immersione.<br />

Obiettivo<br />

Costruire l’Eesperienza. Come visto precedentemente la nostra esperienza si forma sia<br />

con le cose positive che con quelle negative che verranno esposte ed analizzate con la<br />

Visualizzazione a Posteriori<br />

Svolgimento<br />

Deve toccare tutte le fasi dell’immersione, anche quelle che l’hanno preceduta/pianificata,<br />

al fine di constatare dove stavano gli errori e migliorare non solo l’acqua ma tutto il<br />

processo.<br />

Però sarebbe sbagliato cominciare dall’inizio (la pianificazione).<br />

Risulta preferibile partire dalla fine (l’immersione), dalla coda e non dalla testa.<br />

Analizzando quello che è successo in immersione e identificati quindi al meglio gli errori<br />

accaduti in acqua, poi possiamo andare a testare meglio dove l’errore è stato "preparato"<br />

nelle fasi che hanno preceduto l’immersione.<br />

Al fine di andare poi a modificare più specificamente anche quelle fasi.<br />

Se iniziassimo dalla pianificazione, lavoreremmo su un’immagine dell’immersione non<br />

completa, su degli errori o imperfezioni non analizzati o nemmeno ricordati, e quindi non<br />

potremmo valutare al meglio quali cambi pianificatori (o di controlli, ecc.) impostare per le<br />

prossime volte.<br />

L’efficienza del debriefing sulle fasi precedenti l’immersione sarebbe dunque notevolmente<br />

diminuita.<br />

Quindi prima analisi dell’immersione e poi di tutte le fasi che l’hanno preceduta.<br />

Sistema investigativo a doppia copertura<br />

Analizzare l’immersione secondo per secondo con un sistema logico ed efficiente: il<br />

sistema è quello investigativo, occorre Visualizzare l’immersione appena effettuata.<br />

Hai dei punti che sono gli esercizi, le direttive eseguite, gli oggetti visti, ecc.: questi sono i<br />

punti di riferimento dell’immersione; senza dei punti di riferimento a cui appigliarsi quando<br />

nascono i dubbi sarai nella confusione più totale.<br />

Poi i tuoi ricordi si affievoliscono.<br />

Innanzi tutto cerca di distinguere fra ricordo vero e ricordo falso.<br />

Il ricordo falso non è quello del Subacqueo che sa di mentire, naturalmente.<br />

è quello del Subacqueo che mente a se stesso senza saperlo, creandosi una realtà<br />

virtuale.<br />

Che riempie momenti vuoti con veri e propri sogni, ricordi di immersioni passate,<br />

certezze create da domande o da opinioni espresse dal compagno<br />

Il tuo Istruttore, nell’insegnarti il sistema investigativo e i motivi per cui usarlo, ti farà<br />

volutamente cadere più volte in questi tranelli per farti capire l’errore e quanto è facile<br />

commetterlo.<br />

Technical<br />

153<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

154<br />

Pure Tech Agency<br />

Ti chiederà "ti ricordi quando hai visto XYZ?" e Tu gli risponderai di sì,ti sembrerà di<br />

vederlo, ne sarai certo, e invece è pura invenzione.<br />

Costruirà delle falsissime realtà anche comportamentali (manovre fatte in acqua o<br />

altro) alle quali tu non risponderai "no" oppure "non ricordo" come dovresti, ma alle<br />

quali crederai ciecamente non perché hai fiducia in quanto ti dice l’Istruttore, ma perché<br />

le starai vivendo, ci crederai davvero! ed invece sono realtà virtuali<br />

Dopo che l’Istruttore ti avrà fatto cadere nel tranello e che tu avrai l’assoluta convinzione<br />

di quanto visto e vissuto, come farai a renderti conto e credere nuovamente certamente<br />

che era falso?<br />

Perché l’Istruttore te lo dirà subito, dimostrandoti logicamente che è impossibile che<br />

quanto a cui tu credevi sia successo: questo è il sistema investigativo.<br />

L’Istruttore avrà scelto di inventarsi una realtà virtuale in un momento dell’immersione<br />

"coperto" più volte da punti di riferimento precisi: questi attesteranno l’impossibilità di tale<br />

realtà.<br />

"Coperto" significa "giustificato" da "prove".<br />

Le "prove" sono i "Paletti" che metti in immersione.<br />

Questi sono gli stessi punti-base dell’immersione, che qui sono visti come le fondamenta<br />

di un edificio solido e certo.<br />

Ma poi sono tutti quelli che, indipendentemente dalla loro importanza in immersione,<br />

possono servire dopo allo scopo.<br />

Per esempio: una semplicissima foglia sul fondo può servire enormemente nel commento<br />

post-immersione come punto di riferimento per attestare la veridicità di un fatto accaduto<br />

dopo, prima, più in alto, più in basso, ecc..<br />

Ecco che tutti i parametri fondamentali (tempo, profondità, ecc.) vengono a essere punti<br />

di un tracciato, di un grafico, che è l’immersione. I minuti, i m, la sequenza precedente e<br />

successiva degli esercizi, la posizione del Team e quant’altro attesteranno chiaramente<br />

che può o non può esistere quanto raccontato. Incanaleranno quanto pensato in un<br />

iter logico.<br />

Importantissimo dunque "mettere i paletti ", non lasciare zone temporali vuote, crearsi<br />

autonomamente dei punti di riferimento precisi e ben ricordati che servono solo a<br />

quello, che verranno buoni dopo: appigli a cui ti attaccherai quando dovrai raccontare<br />

la tua immersione.<br />

Ricorda! I "paletti" sono le fondamenta del debriefing<br />

A nulla è servito fare degli sforzi immensi in acqua per focalizzare tutto quanto è successo,<br />

per ricordare ogni cosa, la successione degli eventi, gli esercizi, l’assetto, i problemi, ecc.<br />

se poi non li si richiama e li si studia con estrema attenzione: è come avere un file pieno di<br />

input e lasciarlo nel computer senza far girare il programma di analisi.<br />

Il fatto di ricordare tutto, di avere le immagini esatte, ecc. non è fine a se stesso, non<br />

ha solo finalità di attenzione e concentrazione in acqua, ma ha come obiettivo anche la<br />

valutazione degli eventi.<br />

Valutazione degli eventi solo durante la quale il subacqueo cresce, fa esperienza, diviene<br />

esperto.<br />

In questa ottica si può quindi certamente affermare che l’immersione è un mezzo per<br />

arrivare alla valutazione di essa, che il fine dell’immersione è il commento ad essa. Come<br />

fosse un esercizio, anche dopo questo corso.<br />

Qui cresci. Qui metti a frutto tutto ciò che hai fatto in acqua, giusto o sbagliato, basta che<br />

te lo ricordi bene.<br />

Se non ricordi di avere avuto un problema, lo riporterai nelle prossime immersioni.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Una buona pianificazione fa la sicurezza dell’immersione a seguire, un buon debriefing<br />

fa la sicurezza di tutte le immersioni a seguire.<br />

La pianificazione lavora su 1 immersione sola e con il bagaglio di esperienza<br />

acquisito.<br />

Il debriefing lavora su tutto il futuro del sub e incrementando il suo bagaglio di<br />

esperienza, migliorandolo.<br />

La pianificazione è "chiusa", il debriefing è "aperto".<br />

Inoltre la pianificazione lavora su un’immersione supposta, il debriefing lavora su<br />

un’immersione certa.<br />

Non potremo mai spingere sufficientemente a un eccellente debriefing<br />

a) Facile crearsi - anche da solo - scenari fallaci e crederci religiosamente;<br />

b) Non fidarti delle tue impressioni, a non fidarti delle tue stesse certezze, a<br />

testare la loro autenticità.<br />

c) Per testare l’autenticità delle cose, il sistema è quello del collegamento degli<br />

scenari e delle "doppie coperture".<br />

Ogni scenario deve essere logicamente spiegato dall’iter degli eventi vissuti e deve essere<br />

"autenticato", "coperto", almeno da almeno due zone certe d’immersione. Il sistema<br />

non deve quindi essere "narrativo" ma "investigativo": mettere in dubbio, chiedersi se è<br />

possibile, cercare più conferme in più direzioni.<br />

E, quando te ne sarai appropriato per bene, addirittura "anticipatorio": ancor prima di<br />

esprimere un’azione supposta, deve essere stato fatto un ragionamento che ne stabilisce<br />

la possibilità d’esistenza, la collocazione corretta.<br />

A tale scopo sono imprescindibili punti fermi, certi punti di riferimento: "paletti" di<br />

segnalazione posizionati nei luoghi critici.<br />

In quest’ottica dunque riempi gli spazi vuoti con dei riferimenti.<br />

Non lasciare ampie aree senza "paletti", poi saranno vuote, piene di interrogativi, e non<br />

serviranno a niente.<br />

Vivi la tua immersione pensando al dopo. Costruisci la tua immersione con il commento<br />

alla stessa come obiettivo finale: starai costruendo la tua esperienza.<br />

svolgimento: valutazione - reimpostazione fasi precedenti l’immersione<br />

Alla luce di quanto effettivamente successo in immersione e discusso del debreafing, è<br />

possibile verificare quali sono stati gli errori nelle fasi precedenti e essa:<br />

1) Com’era la pianificazione?<br />

2) Com’è stato il briefing pianificativo?<br />

3) Le attrezzature erano sistemate in modo appropriato?<br />

4) Le procedure avevano qualche lacuna?<br />

5) Sono stati fatti tutti i controlli?<br />

6) E il briefing direzionale ha funzionato per lo scopo preposto?<br />

Ogni fase precedente l’immersione va qui analizzata e valutata non solo sotto l’aspetto<br />

funzionale (è stato fatto come doveva essere fatto, ci sono state dimenticanze, ecc.), ma<br />

deve anche rispondere a:<br />

Technical<br />

155<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

156<br />

Pure Tech Agency<br />

a) Ha tenuto effettivamente conto di tutto quello accaduto?<br />

b) Ha tenuto effettivamente conto di tutto quello che sarebbe potuto accadere<br />

(ovvero: qualcosa di imprevisto che non è fortunatamente successo, ma che<br />

durante l’immersione ci si è resi conto sarebbe potuto succedere)?<br />

Potrai così constatare se la pianificazione ha effettivamente tenuto conto di tutto quanto<br />

accaduto in immersione, se nei controlli è sfuggito qualcosa di cui ci si è fortunatamente<br />

resi conto dopo, se il briefing direzionale ha dimenticato delle direttive che poi in acqua<br />

non sono state seguite, ecc., ecc..<br />

Per quindi arrivare a concludere per ognuna delle 6 fasi precedenti l’immersione:<br />

Dove è migliorabile e cosa è opportuno includa la prossima volta.<br />

Gli errori in acqua dipendono anche da errori commessi fuori dall’acqua.<br />

Migliorare l’immersione significa migliorare, reimpostare, anche tutto quanto la precede.<br />

L’immersione non si chiude con l’uscita dall’acqua: si chiude qui.<br />

5.18 Note generali sull’immersione di apprendimento<br />

Istruzioni dell’Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong><br />

L’Istruttore, oltre agli esercizi sopracitati, potrà rivolgersi a te per varie motivazioni e<br />

correzioni; segui ciò che ti dice con attenzione senza però focalizzare troppo l’attenzione<br />

solamente su di quello dimenticandoti tutto l’ambiente circostante e gli esercizi di base che<br />

rimangono; sii sempre attento a tutto ciò che comunque di base devi fare!<br />

Segnalazioni classiche riguarderanno l’assetto, importantissimo nelle immersioni profonde<br />

Tecniche.<br />

I movimenti in acqua (a volte nervosi e a scatti), la respirazione (a volte affannosa e corta)<br />

e la rilassatezza generale: se vedrà che sei nervoso ti darà un segno rassicurante di "<br />

relax, è tutto sotto controllo !"; in quest’ultimo caso l’Istruttore ravvisa una carica di stress<br />

eccessiva mentre tutto sta invece andando bene: tranquillizzati.<br />

Narcosi da Azoto<br />

Alle profondità a cui andrai, dovrai fare i conti con la narcosi d’Azoto.<br />

Questo non ti deve preoccupare, stai facendo giusto un Corso che serve a riconoscerla in<br />

tutti i suoi aspetti anche oscuri e a metterla sotto forte controllo.<br />

Ti viene però richiesto di segnalarla quando e come la provi.<br />

Il tuo Istruttore ti spiegherà il segnale.<br />

Quando durante l’immersione la proverai nonché ai cambi positivi (maggiore) di intensità<br />

della stessa, dovrai segnalarla al tuo Istruttore.<br />

Questo non necessariamente segnerà la fine dell’immersione, tutt’altro.<br />

Non pensare che se segnali una buona narcosi d’Azoto per forza si debba risalire, sarebbe<br />

andare contro i principi del corso!<br />

Non pensare peraltro nemmeno un secondo che se non la segnali nessuno lo capisca,<br />

lo staff. CMAS-<strong>PTA</strong> è in grado di definire con grande precisione il grado di narcosi che tu<br />

stai provando.<br />

Ma allora perchè ti si chiede di segnalarla?<br />

Affinché tu lo capisca.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Devi essere in grado di capire senza "addormentarti" i cambi di effetto narcotico e reagire<br />

a essi come primo passo facendo vedere che lo sai, che lo senti. Così facendo lo dichiari<br />

anche ufficialmente a te stesso, e ti dai la sveglia.<br />

Se lo sai ti comporterai diversamente adattandoti alla situazione e non sarà la situazione<br />

a piegarti silenziosamente alla sua volontà.<br />

Lo staff CMAS-<strong>PTA</strong>, data la conoscenza della problematica e l’esperienza accumulata<br />

nel training di immersioni profonde tecniche nelle più varie situazioni, capirà benissimo<br />

ogni cambio di situazione psicologica solo vedendo come ti muovi, come respiri o anche<br />

guardandoti negli occhi, ma vuole sapere se anche te sei consapevole e te ne stai subito<br />

rendendo conto.<br />

Questo ti fa capire che il tuo Istruttore non interromperà l’immersione se ci sono dei<br />

manifesti segni di narcosi, a meno che non ritenga che sia in pericolo la sicurezza dello<br />

Studente.<br />

L’Istruttore CMAS-<strong>PTA</strong> ritiene che sia più pericolosa una situazione in cui sussista una<br />

narcosi relativamente modesta però non avvertita, che non una relativamente forte ma<br />

avvertita come tale dallo Studente dunque non incontrollata.<br />

Ricorda! Nelle immersioni profonde il problema non è di sentire narcosi o meno, ma di<br />

valutarla bene per quello che è capendo come e se puoi controllarla!<br />

Il tuo Istruttore può sapere quanto sei in narcosi, ma non quanto tu pensi di esserlo e<br />

questa valutazione è estremamente importante per la tua sicurezza e quella del team.<br />

Se quindi non gli verrà segnalato un grado di narcosi equivalente a quello che egli sa che<br />

tu provi, te lo farà poi notare nel debriefing o, in caso che la diversità sia compromissoria<br />

per la sicurezza, fermerà l’immersione.<br />

In quest’ottica cercare di tenere nascosta una situazione di narcosi per non vedere<br />

sospesa l’immersione può avere l’effetto contrario; segnalandola all’Istruttore egli<br />

invece saprà che tu sai e si sentirà più tranquillo.<br />

Ricorda: stai facendo questo corso giusto per gestire la narcosi d’Azoto, non per andare<br />

profondo immunizzandoti a essa<br />

Stress<br />

Il fatto che tu sia teso prima dell’immersione è assolutamente normale.<br />

Anzi l’immersione di apprendimento è costruita in modo che crei appositamente una certa<br />

dose di stress: se tu non fossi stressato ci sarebbe qualche problema nel training.<br />

CMAS-<strong>PTA</strong> però vuole dirti alcune cose a riguardo: abbiamo già visto che lo stress è in<br />

parte utile perchè serve, se "usato" nel modo giusto, ad aumentare la concentrazione sui<br />

compiti spronandoti a una maggiore concentrazione.<br />

Se invece usato nel modo sbagliato o se presente in quantità esagerata può sortire l’effetto<br />

contrario: favorire la deconcentrazione e la confusione mentale.<br />

A questo proposito ti suggeriamo di tenere lo stress "buono" e di non considerare lo stress<br />

"cattivo".<br />

Il carico di stress di queste immersioni è dovuto anche dal timore che nascano incidenti,<br />

dalla preparazione di Istruttori che forse non conosci personalmente, ecc., ecc., ecc..<br />

Tutto normale e giusto, ma togliti dalla testa queste distorsioni.<br />

Quando ti prepari a un’immersione di corso, devi pensare solo a fare gli esercizi<br />

assegnati.<br />

Technical<br />

157<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

158<br />

Pure Tech Agency<br />

Lascia a prima o dopo tutte le possibili considerazioni generali.<br />

Oltretutto questi non sono tuoi problemi, ma dello staff CMAS-<strong>PTA</strong><br />

Il metodo è sperimentato, la struttura di assistenza in superficie/in acqua è eccellente e<br />

che hai un Istruttore solo per te, con grande esperienza.<br />

Un’altra occasione di stress "cattivo", è di vedere l’Istruttore come nemico da battere. Non<br />

è così.<br />

Non permettere che nasca conflittualità, agonismo, rivalità, astio.<br />

Libera la mente da queste problematiche, non addurre stress "sporco" allo stress "pulito"<br />

che ti deve spronare a fare tutto alla perfezione; concentrati al massimo solo su ciò che<br />

devi fare e non pensare ad altro.<br />

Questa, nel corso, è la giusta attitudine.<br />

5.19 Note sugli esercizi<br />

Per l’immersione di apprendimento<br />

Le facciamo ora che li conosci bene a fondo.<br />

Questi sono gli esercizi che ci vogliono per un training di immersioni sportive e ora<br />

spieghiamo perché.<br />

Training ricreativo: informativo, non pratico - applicativo<br />

Dato per scontato che non si debbano imparare tecniche di lavoro, rimane la domanda su<br />

come deve essere questo tipo di training.<br />

Le associazioni ricreative tradizionali hanno anch’esse, nella specialità Deep Diver (fino a<br />

40 m), un metodo di riconoscimento della narcosi d’Azoto.<br />

Normalmente all’allievo vengono fatte eseguire alcune elementari operazioni matematiche<br />

a quella quota.<br />

Ripetute dopo qualche ora a secco, lo studente può notare quale sia stata la differenza di<br />

tempo impiegata per fare lo stesso lavoro e anche se gli stessi risultati sono diversi.<br />

Nel caso di risultati identici (anche matematicamente sbagliati ma con lo stesso sbaglio)<br />

con tempi superiori l’allievo ha una narcosi sotto controllo (non causa confusione mentale)<br />

e tocca con mano quanto però è il ritardo mentale.<br />

Nel caso anche di difformità di risultato si rileva nell’allievo anche confusione: la narcosi ha<br />

il sopravvento sull’intero processo mentale e non solo sui tempi di elaborazione di esso.<br />

In questo caso si fa notare all’allievo che in caso di emergenza non solo avrebbe capito<br />

e reagito alla situazione in ritardo, ma che avrebbe anche avuto un’alta incidenza<br />

probabilistica di errore nella valutazione e/o nella risoluzione del problema.<br />

Lo Studente ha un’informazione che prima non aveva e questo è bene, anche perchè<br />

comincia a capire quali possano essere i prima insospettabili effetti della narcosi, ma<br />

terminata questa constatazione di massima molto generale e, come vedremo poi, creatasi<br />

su un esercizio sbagliato, non sperimenta o ottiene alcuna applicazione pratica.<br />

In parole povere viene didatticamente usata come prova che esiste una problematica,<br />

punto e basta.<br />

Il subacqueo sa che deve starci attento, ma non come.<br />

Questo risultato forse non è nemmeno il 10% di tutto ciò che il subacqueo deve sapere.<br />

Un test di questo tipo non risponde a una marea di altre domande assolutamente<br />

necessarie a un sub che voglia essere preparato alle Immersioni Profonde Tecniche.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Dove sta il vero problema: multiple tasks<br />

Numerosi studi sono stati fatti da tempo in USA dalle associazioni tecniche per vedere<br />

quale è il limite umano di resistenza alla narcosi d’Azoto.<br />

Parecchi fra i più noti Deep Diver si sono prestati per vari anni a test sul campo (e poi<br />

vedremo che differenza hanno con quelli in camere iperbariche, fattore anche questo a<br />

considerarsi di enorme importanza).<br />

Personaggi estremamente allenati hanno eseguito ogni tipo di test a profondità variabili<br />

sino a un massimo di 91 m.<br />

La prima considerazione da farsi è che ogni tipo di test, se eseguito singolarmente, dà dei<br />

risultati di concentrazione mentale accettabilissimi e addirittura per certi versi sorprendenti,<br />

avvicinando molto, dopo un pò di pratica, i risultati ottenuti in profondità con quelli ottenuti<br />

a secco.<br />

Esercizi solo mentali quali conti o operazioni logiche varie, oppure solo pratici, lavori<br />

che richiedessero solo coordinazione motoria, non avevano quindi differenze evidenti<br />

nemmeno tra di loro.<br />

Se c’è stata sorpresa nell’apprezzare in questi lavori singoli una performance migliore<br />

dell’aspettato, altrettanta si è avuta, ma in negativo, quando gli uomini sono stati costretti<br />

a fare più esercizi contemporaneamente.<br />

Questo ha causato, anche solo quando si trattò di fare due compiti, una caduta di<br />

performance notevolissima e in alcuni casi tre esercizi alle profondità limite hanno causato<br />

situazioni di emergenza, naturalmente risolte perfettamente grazie alle condizioni di<br />

estrema sicurezza a cui gli eccellenti subacquei venivano sottoposti.<br />

Questo ha confermato ciò che già si sapeva, ma ingigantito l’importanza del fenomeno:<br />

gli esercizi multipli aumentano moltissimo lo stress a cui è sottoposto il sub sotto<br />

narcosi, sino a farlo arrivare al punto di rottura (in cui diventa incapace di gestire la<br />

situazione globale) con rapidità drammatica.<br />

Il subacqueo in un’immersione anche normalissima è sempre sotto esercizi multipli,<br />

nell’assoluta normalità il sub deve controllare il Gas, il tempo, la profondità, il compagno,<br />

l’assetto e tutta la propria attrezzatura, ecc., ecc., ecc..<br />

Valore del test ricreativo o medico<br />

La situazione di un sub che se ne va a spasso in acqua è molto diversa da quella del sub<br />

in ginocchio sul fondo con un’esercizio matematico sulla lavagna e addirittura il controllore<br />

che gli dice quando risalire perchè si è esaurito il tempo, è alla scorta pianificata dell’aria,<br />

ecc., ecc.: in quest’ultima condizione il sub si dimentica quasi anche di essere in acqua e<br />

si concentra talmente sull’unico compito da svolgere alienando quasi tutto il resto; non è<br />

assolutamente così per il subacqueo "normale".<br />

Se poi questo test viene eseguito in camera iperbarica arriviamo ad alienare anche<br />

il freddo, il buio, un certo senso di pericolo sempre inconsciamente avvertito quando<br />

si è in acqua molto profondi, ecc., ecc.: lì proviamo quanto l’uomo resista alla narcosi<br />

d’Azoto e stress, ma non il subacqueo<br />

Dunque non è proponibile nè un test in camera iperbarica, nè un test con singolo compito;<br />

non è che siano del tutto inutili, ma sono enormemente riduttivi (tra l’altro non considerano<br />

Technical<br />

159<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

160<br />

Pure Tech Agency<br />

nemmeno la personale acquaticità dell’individuo) e danno informazioni di contorno molto<br />

teoriche e ben secondarie (se non in alcuni casi addirittura devianti) rispetto a quelle che<br />

noi necessitiamo come subacquei.<br />

Test in multiple tasks su esercizi di base<br />

La scelta oculata può quindi unicamente essere quella di effettuare test multipli e in<br />

acqua.<br />

Resta solo da definire quali.<br />

A questo punto si impone la considerazione di un principio: dato ciò che sappiamo,<br />

complicare troppo le cose ha come ovvio risultato l’impossibilità umana di eseguire gli<br />

esercizi.<br />

D’altro canto semplificarle troppo ci farebbe tornare all’inutilità pratica del test; che fare?<br />

Semplice, che il test richieda tutti gli esercizi-base già esistenti nell’attività subacquea, nè<br />

uno di più nè uno di meno.<br />

E che queste "note caratteristiche di base" siano eseguite assai bene.<br />

Un test/training di questo tipo ti dà esattamente ciò che ci vuole per un subacqueo sportivo,<br />

non scarta nulla e non è sovradimensionato.<br />

A questo punto puoi ben capire gli esercizi che CMAS-<strong>PTA</strong> ha scelto per il training: sono<br />

le fondamenta su cui costruire tutte le nostre immersioni, nulla di più e nulla di meno: se<br />

poi alcune di queste immersioni avranno altre particolarità aggiuntive (penetrazioni, cambi<br />

di miscela, ecc.) potrai seguire altri corsi specifici, ma l’impostazione correttissima della<br />

struttura portante di ogni immersione sarà rispettata appieno.<br />

La grandissima attenzione ai particolari in questi esercizi-base, ti permette di addentrarti<br />

poi fin nelle pieghe più nascoste della narcosi d’Azoto e dello Stress e di poterli ben<br />

gestire, ti permette di riconoscerli istantaneamente per ciò che sono.<br />

Esercizi identici per ogni livello<br />

Se per ogni livello ci fossero esercizi diversi, oltre a confondere e variare la "programmazione<br />

di base" che vogliamo, non si riuscirebbe mai a capire a fondo se il livello è stato superato<br />

perchè gli esercizi erano per te più facili o al contrario è stato sbagliato perchè gli esercizi<br />

erano per te più difficili di quelli del livello precedente.<br />

Gli esercizi sono quindi sempre assolutamente identici, questo sistema identifica negli<br />

eventuali nuovi errori commessi a maggiore profondità la sola responsabilità di una cattiva<br />

gestione della narcosi d’Azoto/Stress.<br />

Peraltro pur così ogni nuova immersione è diversa da quella precedente.<br />

Non è mai possibile farsi a priori uno schema mentale consequenziale fisso (per esempio:<br />

sapere che la Fermata Intermedia arriva prima dei 4 minuti, ecc.): allungandosi le<br />

profondità e diversificando notevolmente l’Istruttore, non ti sarà possibile fare leva su<br />

schemi preconfezionati.<br />

Inoltre potrà succedere che tale minuto scatti mentre stai eseguendo un altro ’esercizio<br />

(per esempio: la fermata prefissata) in modo che tu debba forzatamente operare in Multiple<br />

Tasks.<br />

L’Istruttore concentrerà apposta compiti, in modo da rompere ancor meglio e definitivamente<br />

possibili schemi fissi.<br />

Che quindi non potrai monitorare tutti i parametri insieme, ma dovrai stare sempre attento<br />

a tutto.<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Particolari pratici<br />

Per quanto riguarda i particolari pratici sulle prove in acqua, l’Istruttore ti informerà a<br />

seconda dei casi.<br />

Qui vogliamo sottolinearne uno, ricorda che il tempo è importante e a questo non sei<br />

abituato inoltre occorre considerare molto di più anche la profondità.<br />

Un altro bruttissimo vizio che i subacquei generalmente hanno è di guardare il computer<br />

solo per una informazione.<br />

C’è una soluzione a tutto questo:<br />

CMAS-<strong>PTA</strong> fa notare che c’è meno di 1 cm. di distanza fra le varie informazioni, perchè<br />

non approfittare della soddisfazione di un’informazione per fare un check a tutte le altre?<br />

Ogni volta che guardi la profondità devi guardare anche il tempo d’immersione e<br />

viceversa; stanno sullo stesso braccio a meno di 1 cm di distanza!<br />

Ricorda: profondità - tempo, tempo - profondità , sempre così: schema mentale!<br />

Per avere una chiara idea della valutazione di base che verrà fatta dopo la tua immersione,<br />

studia con attenzione la scheda errori posta fra qualche pagina.<br />

Quando è necessario ripetere l’immersione<br />

Arrivato a questo punto della lettura immaginiamo che sarai un pò preoccupato.<br />

Ti sei certamente reso conto che svolgere il compito alla perfezione è quasi impossibile,<br />

soprattutto nelle prime immersioni durante la mancanza di abitudine a questi controlli<br />

giuoca un ruolo non indifferente.<br />

Anche lo staff CMAS-<strong>PTA</strong> sa che è così e non ti devi preoccupare.<br />

Sebbene ogni esercizio richiesto abbia la sua importanza, vi sono degli errori che non<br />

pregiudicano direttamente l’accesso al livello superiore.<br />

Una mancata segnalazione della fermata programmata non è un errore grave,<br />

così come una discesa troppo lenta o lo stesso ritardo di segnalazione dei 6 minuti<br />

congiuntamente al non aver annotato la pressione a un componente del team.<br />

Non ti preoccupare di qualche mancanza che volta per volta sarà discussa e corretta (ci<br />

ricordiamo che stai imparando).<br />

Indipendentemente quindi dal numero e (se si escludono i 3 esercizi che sono elencati<br />

poco più sotto) dalla gravità delle stesse, il tuo Istruttore dovrà avere il seguente giudizio:<br />

Immersione con errori ma sufficientemente gestita.<br />

Non dovrà invece avere il senso di confusa e sconnessa gestione dell’immersione,<br />

ovverosia:<br />

Immersione non sufficientemente gestita. Senza iter, filo portante, casuale.<br />

In questo caso non potrà fare altro, anzi dovrà assolutamente, invalidare la prova.<br />

Tutto sommato dunque devi dare la sensazione globale di buon manager della tua<br />

immersione, non ti si chiede certo l’impossibile, tranquillizzati.<br />

Con la forza poi con la quale le direttive base ti saranno impartite dal tuo istruttore, avrai<br />

modo di accorgerti con quale efficacia saranno da te assimilate.<br />

Technical<br />

161<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

162<br />

Pure Tech Agency<br />

Sono però fisse 3 direttive che dovrai assolutamente rispettare:<br />

1) La profondità massima,<br />

2) Il tempo massimo,<br />

3) Il non aver dimenticato nessuno sul fondo<br />

Se anche solo una di queste 3 sarà minimamente disattesa, il livello non potrà essere<br />

superato qualsiasi sia stato il comportamento in acqua (anche perfetto).<br />

Se hai ancora qualche dubbio non esitare a rivolgerti all’Istruttore. Buon Corso!!!.<br />

Buon Corso!!!<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

Appendice<br />

Scheda errori immersione<br />

Schema pianificazione<br />

Glossario<br />

Corsi <strong>PTA</strong><br />

Iter didattici<br />

Technical<br />

163<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

164<br />

Pure Tech Agency<br />

SCHEDA ERRORI IMMERSIONE APPRENDIMENTO<br />

CORSO ..................................................<br />

Nome………………………………………................……... Cognome ……………………...........……………..…………………<br />

Livello Metri .....................; Tentativo n° .....................; Data ...........................................<br />

ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE:<br />

ERRORE COMMESSO: Scrivi “SI” all’errore commesso, riporta poi nelle “Note” i motivi dell’errore.<br />

ERRORE NON COMMESSO: non indicare nulla.<br />

NOTA: NON consultare eventuali altri Studenti, devi scrivere da solo se non indicato diversamente dall’Istruttore.<br />

STACCO DALLA SUPERFICIE<br />

a) partito prima ❏; b) partito dopo ❏; c) stacco ritardato da cause logistiche ❏<br />

NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />

DISCESA<br />

a) testa in giù ❏; b) contatto visivo non costante con compagno ❏, con il team ❏, con la cima/parete ❏;<br />

c) contatto fisico con compagno ❏, con il team ❏, con la cima/parete ❏;<br />

d) lontananza dal compagno ❏, dal team ❏, dalla cima/parete ❏; e) dispositivo di gonfiaggio jacket non in mano ❏<br />

NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />

SEGNALAZIONE E FERMATA INTERMEDIA (TEMPO? .............)<br />

a) segnale in anticipo ❏; b) segnale in ritardo ❏; c) fermata troppo sopra quota pianificata ❏; d) mancata segnalazione ❏;<br />

e) mancata fermata ❏; f) difficoltà di assetto ❏; g) pulsanti sbagliati ❏<br />

NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />

MANTENIMENTO PROFONDITÀ MASSIMA<br />

a) * profondità superata ❏; b) non ti sei accorto che il compagno ha superato la profondità ❏; c) ti sei accorto e non hai operato ❏<br />

NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />

SEGNALE DEI 4 ( ...) MINUTI (PROFONDITÀ? ..............)<br />

a) non segnalato i 4 (...) minuti ❏; b) segnalati in anticipo ❏; c) in ritardo ❏; d) procedura di comunicazione sbagliata ❏<br />

NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />

SEGNALE DEI 6 (...) MINUTI E CONTROLLO PRESSIONI (PROFONDITÀ? ...........)<br />

a) non segnalato i 6 (...) minuti ❏; b) segnalati in anticipo ❏; c) in ritardo ❏; d) procedura di comunicazione sbagliata ❏;<br />

e) non controllato le pressioni ❏; f) pressioni: Tua .........., Compagno.........., bar, non le ricordi ❏;<br />

g) richiesto pressioni con procedura scorretta ❏; h) contatti fisici ❏.<br />

NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />

SEGNALE DI 1 MINUTO ALLA RISALITA (PROFONDITÀ? ...............)<br />

a) non segnalato il minuto alla risalita ❏; b) segnalati in anticipo ❏; c) in ritardo ❏; d) procedura di comunicazione sbagliata ❏<br />

NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />

SEGNALE DI RISALITA (PROFONDITÀ? .........)<br />

a) * non segnalato la risalita ❏; b) segnalati in anticipo ❏; c) * in ritardo (al tuo tempo) ❏; d) procedura di comunicazione sbagliata ❏;<br />

e) * segnale di ritorno non ricevuto ❏; f) * ricevuto con le procedure di comunicazione sbagliate ❏;<br />

g) * non dato il segnale di risalita a tutto il team ❏; h) e/o al sub sbagliato ❏<br />

NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />

Pure Tech Agency<br />

Technical


Pure Tech Agency<br />

RISALITA (PROFONDITÀ? ...............; TEMPO ALLA 1° TAPPA DECO? ...............)<br />

a) troppo lenta ❏; difficoltà di assetto ❏; b) perdita contatto con compagno e/o team ❏<br />

NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />

IDENTIFICAZIONE OGGETTI (N° .................)<br />

a) non ricordi alcuni o tutti gli oggetti ❏; b) numerali in ordine di apparizione (1°,2°, ecc.) e scrivi la quota e il minuto di<br />

immersione quando furono indicati, e se è avvenuto durante a qualche evento significativo o qualche esercizio programmato<br />

c) accanto ai numeri riportane i particolari sostanziali……………………………………..…………………..........................…...<br />

.................................................................................................................................................................................................<br />

non relazioni gli oggetti con i parametri base ❏; d) accessori dell’immersione ❏; e) con i numeri di riferimento che hai dato:<br />

non ricordi i particolari sostanziali ❏.<br />

NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />

DIREZIONE NORD DI UN OGGETTO (PROFONDITÀ? ................)<br />

a) direzione: .............. nord, non ricordata ❏; b) esercizio bussola: difficoltà ❏ (quali: ............................);<br />

c) Incapacità ❏ (quali: ............................); d) contatto con fondo ❏; parete ❏; altro ❏.<br />

NOTE: ……………………………………………..……………………………………......................................................………...<br />

DOMANDE<br />

qualcuno è sceso aldisotto delle pressioni pianificate? se sì, chi? ......................................................................................<br />

quali e come sono state le comunicazioni? ............................................................................................................................<br />

le direttive? ................................................................................ la decompressione? ...........................................................<br />

quando e come il tuo picco di stress? ....................................................................................................................................<br />

di Narcosi? ..............................................................................................................................................................................<br />

chiusura rubinetti? .......................................................................lancio pallone? ..................................................................<br />

Come è stata la Tua ATTITUDINE? ........................................................................................................................................<br />

INDIVIDUA ED ESPONI GLI ERRORI COMMESSI SU:<br />

1) PIANIFICAZIONE GENERALE 2) BRIEFING PIANIFICATIVO 3) SISTEMAZIONE ATTREZZATURE<br />

4) CONTROLLO PROCEDURE 5) CONTROLLI IN SUPERFICIE 6) BRIEFING DIREZIONALE<br />

Dopo ESTESA INTEGRAZIONE ORALE atta a:<br />

1 verificare tutti i punti singolarmente sopradescritti;<br />

2 chiedere una più dettagliata ricostruzione dell’immersione;<br />

3 insegnare il corretto sistema di debriefing;<br />

4 ripercorrere In dettaglio anche le 6 parti pre-immersione (secondo lo schema del manuale diver),<br />

l’Istruttore dichiara che lo studente (ha o non ha, scrivere nello spazio) ............................... SUPERATO questo livello.<br />

nome e firma (leggibile) dell’Istruttore: ....................................................................................................................................<br />

nome e firma (leggibile) dell’Assistente (ove richiesto): ..........................................................................................................<br />

ho capito i miei errori: nome e firma (leggibile) dello studente: ..............................................................................................<br />

* (questo errore invalida l’immersione)<br />

SCHEDA ERRORI IMMERSIONE APPRENDIMENTO<br />

CORSO ..................................................<br />

ps: copia di questa scheda deve essere conservata, a cura dell’Istruttore.<br />

Pure Tech Agency<br />

Technical<br />

165<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

166<br />

Pure Tech Agency<br />

Data ................................................. Luogo dell’immersione .................................................................................................<br />

Leader dell’immersione ......................................................................................<br />

Qualificato a livello di profondità m .............. Compagno personale ................................. a livello di profondità m ..............<br />

Compagno nel Team a più bassa qualifica di profondità .................................................... Qualifica profondità m ..............<br />

Obiettivo dell’Immersione: ......................................................................................................................................................<br />

Profondità massima prevista m ................ Tempo di fondo previsto minuti ................ Tempo totale deco minuti ................<br />

Gas di fondo ............................................. Gas deco 1 ........................................... Gas deco 2 ...........................................<br />

❑ Atto di rinuncia firmato da tutti i partecipanti, sub e non<br />

❑ Atto di rinuncia relativo alle immersioni profonde firmato dai partecipanti all’attività<br />

❑ Regole di sicurezza richieste<br />

❑ Lista relativa all’attrezzatura richiesta controllata<br />

❑ Attrezzatura di supporto in superficie<br />

❑ Kit di Pronto Soccorso e sua posizione<br />

❑ Ossigeno<br />

❑ Liquidi<br />

* ❑ Aria o miscela di scorta<br />

* ❑ Bombola/e per emergenze e disposizione dalla/e stesse<br />

* ❑ Fune di discesa/risalita<br />

* ❑ Valutazione personale circa le condizioni fisiche e psicologiche di ogni sub ed eventuali provvedimenti<br />

* ❑ Assegna i compagni di immersione<br />

* ❑ Revisiona i segnali manuali:<br />

1) OK<br />

2) Guardami<br />

3) Bolle<br />

4) Giù<br />

5) Guarda<br />

6) Pericolo<br />

7) Assetto neutro<br />

8) Fallo tu<br />

9) Stai con il tuo compagno<br />

10) Portati a questo livello<br />

11) Mostrami il tuo manometro<br />

12) Cambia compagno<br />

SCHEMA PIANIFICAZIONI<br />

IMMERSIONI PROFONDE<br />

Pure Tech Agency<br />

Technical<br />

13) Problema<br />

14) Stanco<br />

15) Non capisco<br />

16) Stop<br />

17) Narcosi (capogiro)<br />

18) Tantissimo, tanto, medio, poco, pochissimo<br />

19) Nuotare<br />

20) Guarda<br />

21) Ricorda<br />

22) Su<br />

23) Termine d’immersione e risalita


Breve Glossario Tecnico<br />

Pure Tech Agency<br />

Air break – Pausa respirando Aria durante la fase decompressiva con Ossigeno.<br />

Algoritmo – Versione matematica di un modello decompressivo. L'algoritmo è quella<br />

serie di equazioni che calcolano l'assorbimento ed il rilascio del gas inerte nei tessuti per<br />

determinare la necessaria decompressione.<br />

Anossia – Mancanza di Ossigeno nei tessuti.<br />

Azoto Residuo – eccesso di Azoto, è la quantità di gas inerte presente nel corpo dopo<br />

un’immersione.<br />

Bailout – Termine si con cui si indicano i sistemi utili a gestire eventuali casi di emergenze.<br />

Possono riferirsi ad equipaggiamenti specifici o ridondanti.<br />

Bottom time – Tempo di immersione che considera come momento iniziale quando ci si<br />

stacca dalla superficie dell’acqua e come momento finale quello dello stacco dal fondo<br />

iniziando la risalita..Tempo di fondo<br />

CCR Close Circuit Rebreather – rebreather a circuito chiuso. (sistema che prevede il<br />

riclo del gas respirato)<br />

Ceiling – (traduzione letterale: "soffitto") Indica la profondità alla quale si può risalire<br />

senza dover effettuare una decompressione obbligata.<br />

CNS % Central Nervous System – Sistema Nervoso Centrale, si riferisce al fenomeno<br />

di tossicità acuta dovuta alla respirazione di Ossigeno ad elevate pressioni parziali.<br />

CNS Clock – orologio del Sistema Nervoso Centrale.<br />

Compartimento – Generalizzazione del concetto di tessuto, più idonea nel caso di due<br />

o più gas inerti<br />

Conservatismo – Termine con cui si intende il margine di sicurezza che il programma o<br />

l'algoritmo usato utilizza.<br />

Curva di sicurezza o di non decompressione – limiti di tempo, in funzione della profondità,<br />

che consentono una risalita diretta in superficie senza effettuare soste obbligatorie; nel<br />

rispetto della velocità di risalita stabilita.<br />

Decompressione – in ambito subacqueo si intendono un insieme di procedure che<br />

governano la risalita dopo un’immersione, regolando tre variabili (profondità – tempo –<br />

miscela respiratoria) e mantenendone fisse altre (velocità, ecc).<br />

Deep-stop – (traduzione letterale: "tappa profonda"), si tratta di tappe decompressive<br />

addizionali, più profonde di quanto non richiederebbe normalmente la decompressione;<br />

hanno lo scopo di limitare la formazione di bolle nei tessuti.<br />

Doppler – rilevazione doppler. Dispositivo elettronico in grado di rilevare (es in ambito<br />

subacqueo) le bolle formate dal gas inerte.<br />

E.A.D. – (Equivalent Air Depth) Profondità Equivalente In Aria, è la profondità in cui si<br />

avrebbe la medesima pressione parziale di Azoto respirando Aria in un immersione con<br />

miscela diversa.<br />

E.A.N. – (Enriched Air Nitrox) Aria Arricchita con Ossigeno, la sigla è accompagnata dalla<br />

lettera x, la quale indica la percentuale di Ossigeno presente nella miscela.<br />

E.N.D. Equivalent Narcosis Depth – profondità di narcosi equivalente, indica la profondità<br />

alla quale avremo la stessa narcosi se respirassimo Aria anziché miscela.<br />

Frazione di un gas – parte di un gas di una miscela , misurata rispetto all’unita, che si<br />

differenzia dalla percentuale in considerazione al fatto che questa viene calcolata ponendo<br />

il totale uguale a 100 e non a 1.<br />

(es. percentuale 32% = frazione 0,32.<br />

Gradiente – in ambito subacqueo si intende la differenza tra la quantità di gas inerte<br />

disciolta in un tessuto e quella presente nella miscela respirata nei polmoni<br />

Technical<br />

167<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

168<br />

Pure Tech Agency<br />

Gas switch – cambio della miscela usata in immersione.<br />

Gradiente – in ambito subacqueo il gradiente indica la differenza tra due pressioni o tra<br />

tensione e pressione.<br />

Iperossia – eccesso di Ossigeno<br />

Iperossico (Gas) – miscela gassosa con una percentuale di O2 superiore al 21%<br />

Ipossia – carenza di Ossigeno<br />

Ipossico – miscela gassosa con una percentuale diO2 inferiore al 16%.<br />

Leggi dei gas – insieme di relazioni matematiche che permettono di prevedere il<br />

comportamento chimico-fisico dei gas<br />

M.O.D. (Maximum Operative Depth) – Massima Profondità Operativa, ovverosia la<br />

massima profondità a cui si può respirare una determinata miscela di uno o più gas.<br />

Normossico – indica una miscela la cui percentuale di O2 pesente è uguale a quella<br />

dell’aria (21%). Si indica come Trimix Normossico una miscela Trimix respirabile partendo<br />

dalla superficie dell’acqua.<br />

OTU Oxigen Tolerance Unit – Unità di tolleranza all'Ossigeno, valore riferito al fenomeno<br />

di tossicità cronica dell'Ossigeno.<br />

Percentuale gassosa – parte di un gas in una miscela misurata rispetto ad un totale<br />

di 100. Si differenzia dalla frazione in considerazione del fatto che questa è calcolata<br />

ponendo il totale uguale a 1 e non a 100<br />

(percentuale 32% = frazione 0,32).<br />

Periodo di emisaturazione – intervallo di tempo, con una durata costante,necessario<br />

ad un gas inerte in un determinato compartimento per dimezzare la differenza fra la sua<br />

quantità disciolta nel compartimento e quella presente nel gas inspirato dai polmoni.<br />

pg – la pressione parziale di un gas.<br />

pO 2 – la pressione parziale dell’Ossigeno in una miscela di gas.<br />

pN 2 – la pressione parziale dell’Azoto in una miscela di gas.<br />

RGBM Reduced Gradient Bubble Model – Modello con bolle a gradiente ridotto,<br />

algoritmo per il calcolo di immersioni ripetitive<br />

RMV Respiratory Minute Volume – Volume respiratorio al minuto, alcuni sw consentono<br />

di specificare anche questo valore per la decompressione indicandolo come deco RMV<br />

Runtime – termine con cui si indica il tempo di immersione, prevede l'indicazione<br />

progressiva dei minuti di immersione anziché il tempo da trascorrere ad ogni singola<br />

tappa.<br />

Saturazione – si considera un tessuto in condizione di saturazione quando, a determinate<br />

condizione di pressione e temperatura quando ha assorbito tutto il gas che può sciogliersi<br />

in esso.<br />

Solubilità – capacità di un elemento di disciogliersi in un altro in ambito subacqueo ci si<br />

riferisce alla legge di Henry e alla solubilità dei gas in un liquido.<br />

Template – Insieme dei param personalizzabili dei software decompressivi che possono<br />

essere salvati in un file indipendente dal profilo di immersione.<br />

Tempo di fondo – intervallo di tempo tra l’inizio della discesa e l’inizio della risalita,<br />

Trimix – miscela ternaria (cioè in cui sono presenti tre gas) generalmente si considerano<br />

Ossigeno – Elio –Azoto.<br />

Waypoint – Termine con cui si indica nei software decompressivi, un istante "notevole"<br />

dell'immersione, nel quale cambia solamente un parametro (miscela respirata, inizio<br />

risalita ecc..)<br />

Technical


Corsi <strong>PTA</strong><br />

Pure Tech Agency<br />

• NITROX DIVER: Abilita all’utilizzo di miscele iperossigenate con concentrazioni di<br />

Ossigeno dal 22% al 40%<br />

• DECOMPRESSION DIVER: Corso di approfondimento delle miscele iperossigenate,<br />

abilita all’utilizzo di miscele con concentrazioni di Ossigeno dal 22% a 100%, utilizzate<br />

entro i 45 m, in forma variabile (Best Mix) e con sosta di decompressione<br />

• TEK-IN: Corso di introduzione alla Subacquea Tecnica, abilita all’utilizzo di<br />

Aria in immersioni condotte sino a profondità di 47 m che richiedono soste di<br />

decompressione<br />

• <strong>TECHNICAL</strong> DIVER: Corso in cui si diventa Subacquei Tecnici, abilita all’utilizzo di:<br />

- Aria in immersioni condotte sino a profondità di 60 m<br />

- Trimix normossico in immersioni condotte sino a profondità di 66 m<br />

(entrambe con soste di decompressione)<br />

• SOLO DIVER: Corso in cui il Subacqueo Tecnico diventa autosufficiente, abilita<br />

alle immersioni multimiscela che richiedono soste di decompressione in completa<br />

autonomia<br />

• EXTENDED <strong>TECHNICAL</strong> DIVER: Corso che conduce il subacqueo Tecnico ai<br />

massimi livelli, abilita alle immersioni in autosufficienza con miscele Trimix e HEliox<br />

che richiedono soste di decompressione condotte fino alla profondità di 100 m<br />

• WRECK EXPLORER: Corso che abilita il subacqueo alle immersioni sui relitti<br />

• SPELEO: Corso che abilita il subacqueo alle immersioni in grotte marine, risorgenze e<br />

sifoni, ad esclusione di progressione all’asciutto e/o in grotta che richiede superamento<br />

di pozzi con corda<br />

• SURFACE TECH ASSISTANT: Corso che abilita a prestare assistenza e soccorso<br />

dalla/sulla superficie per immersioni con un massimo di 6 subacquei durante sessioni<br />

didattiche, esplorative, di ricerca, spedizioni, record, ecc<br />

• BLENDING & MIXING: Corso che abilita alla produzione di miscele binarie e ternarie<br />

ad uso subacqueo<br />

• SOFTWARE-PLANNED DECO: Corso che abilita all’uso di software per la produzione<br />

di tabelle decompressive personalizzate<br />

• SCIENTIFIC DEEP: Corso che abilita a eseguire rilievi, riprese foto-video e<br />

campionamenti in ambiente subacqueo finalizzati allo studio biologico, geologico,<br />

archeologico, oceanografico e delle scienze naturali<br />

• HUMAN FACTOR: Corso che abilita a prevenire, valutare e gestire i comportamenti<br />

propri e di chi coinvolto nell’immersione attraverso lo studio del “fattore umano”<br />

• REBREATHER: Corso che addestra il subacqueo all’immersione tecnica sia in Aria<br />

che in miscela utilizzando macchine a circuito chiuso e semichiuso<br />

Technical<br />

169<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

IIter didattici<br />

170<br />

Pure Tech Agency<br />

ITER 1 ITER 2 ITER 3 ITER 4 ITER 5 ITER 6<br />

Tek-in Tek-in Nitrox<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Technical (Air) Nitrox<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Nitrox<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Decompression<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Solo<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Extended Technical<br />

(Open Circuit<br />

- Rebreather)<br />

Tek-in<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Technical<br />

Nitrox<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Decompression<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Technical (Air) Technical (Air) Tek-in<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreater)<br />

Decompression<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Solo<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Extended Technical<br />

(Open<br />

Circuit - Rebreather)<br />

Decompression<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Solo<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Extended Technical<br />

(Open Circuit<br />

- Rebreather)<br />

Technical (Air –<br />

Trimix Open Circuit/Rebreather)<br />

Solo<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Extended Technical<br />

(Open Circuit<br />

- Rebreather)<br />

Nitrox<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Tek-in<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Decompression<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Technical (Air –<br />

Trimix Open Circuit/Rebreather)<br />

Solo<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Extended Technical<br />

(Open Circuit<br />

- Rebreather)<br />

Tek-in<br />

Nitrox<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Decompression<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Technical (Air<br />

– Trimix Open<br />

Circuit/Rebreather)<br />

Solo<br />

(Open Circuit -<br />

Rebreather)<br />

Extended Technical<br />

(Open<br />

Circuit - Rebreather)


DATA<br />

DATA<br />

Pure Tech Agency<br />

MODULO ADDESTRAMENTO DIVER<br />

COMPILARE E FIRMARE<br />

DOPO OGNI LEZIONE/ESERCITAZIONE<br />

FREQUENZA LEZIONI<br />

TEORIA<br />

ARGOMENTO<br />

IMMERSIONI<br />

LIVELLO<br />

Pure Tech Agency<br />

Technical<br />

Istruttore<br />

FIRMA<br />

Allievo<br />

Istruttore Assistente Allievo<br />

171<br />

Modulo 5


Modulo 5<br />

172<br />

Pure Tech Agency<br />

Technical

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