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Anno XIII Numero 10 - Renato Serafini

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Direzione e Redaz.: Piazza di Trevi, 86 - ROMA<br />

<strong>Anno</strong> <strong>XIII</strong> - N. <strong>10</strong> - ottobre 1965 I<br />

Spedizione in abbonamento postale - Gruppo III I<br />

ORGANO MENSILE DELL'ASSOC :IAZIONE ITALIANA PER IL CONSIGLIO DEI COMUNI D'EUROPA<br />

Dopo Bruxelles<br />

e dopo ancora<br />

Ci rendiamo ben conto di quanto fosse<br />

difficile condurre a buon fine la sessione<br />

del Consiglio dei Ministri comunitari - che<br />

si è svolta a Bruxelles il 25 e il 26 ottobre -<br />

dopo le contraddizioni con cui si era per-<br />

venuti al 30 giugno, gli errori che si erano<br />

compiuti nella famosa seduta e le zelanti e<br />

gratuite iniziative prese da alcuni conso-<br />

ciati durante l'estate. In tal senso (e vi si<br />

aggiunga la non ancora consolidata posi-<br />

zione del « nuovo >, Governo tedesco) non<br />

era largo il margine di manovra lascialo<br />

al presidente di turno: il quale, forte di una<br />

indubbia esperienza comunitaria e notoria-<br />

mente abile e stimato negoziatore, non po-<br />

teva far molto di più che incollare i pezzi<br />

rotti. Ne è uscita fuori una conclusione che,<br />

quanto meno, ha salvato la fa~ccia dei Cin-<br />

que, attirandosi gli elogi di Monnet. Una<br />

conclusione utile, se si guarda a uno dei<br />

due aspetti del problema, cioè all'esigenza<br />

di verificare fino a che punto si può con-<br />

tinuare a integrare - in punta di piedi -<br />

sei società nazionali, formalmente dialogan-<br />

do col governo politico di una di esse, che<br />

è quello che è (e, anche sotto tale aspetto,<br />

eventualmente utile soltanto se si darà la<br />

sensazione al regime gollista che, dietro la<br />

cortesia, c'è autentica decisione, unità di<br />

intenti dei Cinque, forza).<br />

Ma una conclusione che, nel contempo, ci<br />

lascia perplessi sotto l'altro aspetto, sotto<br />

l'aspetto delle nostre responsabilità di fron-<br />

te ali'opposizione democratica ed europeista<br />

in Francia. Questa ha ricevuto - a suo stes-<br />

so dire - un brutto colpo dall'ultimo Consi-<br />

glio dei Ministri di Bruxelles.<br />

Sostengono infatti gli amici francesi - di<br />

diversa scuola politica - da noi interroga-<br />

ti che, sul terreno agricolo, i Cinque sono<br />

rimasti in parte ancora nel generico, nella<br />

platonica dichiarazione di principi; che non<br />

hanno stretto alle corde de Gaulle; che non<br />

gli hanno saputo o voluto togliere ogni pos-<br />

sibilità di insinuare e di sostenere che non<br />

c'è da parte altrui provata buona volontà<br />

di realizzare il MEC agricolo; che non lo<br />

hanno - in fondo - obbligato a rispon-<br />

dere a proposte definitivamente vantaggiose<br />

per gli agricoltori francesi e non gli hanno<br />

posto serie scadenze p~eelettorali. Cioè i<br />

(con.Einua a pag. 2, la colonna)<br />

dal 1" al 3 ottobre<br />

Al Congresso di Cannes<br />

il Movimento Europeo prende tempo<br />

le risoluzioni approvate<br />

I. Lealtà ai trattati<br />

I fatti hanno dimostrato l'efficacia delle<br />

istituzioni comunitarie, che hanno consen-<br />

tito una evoluzione più rapida di quella pre-<br />

vista; hanno dimostrato che un mercato in<br />

via di unificazione arreca una espansione<br />

economica senza precedenti, hanno dimo-<br />

strato altresì che senza unita politica i Paesi<br />

d'Europa non sono in grado di esercitare<br />

una influenza decisiva sui destini del mondo<br />

e sul consolidamento della pa~ce.<br />

Tutto quanto è stato edificato è minac-<br />

ciato di distruzione e le speranze di co-<br />

struire l'Europa politica, di cui le Comunità<br />

sono la pietra angolare, rischiano di esserne<br />

gravemente compromesse.<br />

Un governo membro ricusa, contro il Trat-<br />

tato, di partecipare alle sedute del Consiglio<br />

e rischia di paralizzare il funzionamento<br />

delle istituzioni comunitarie. Questo peri-<br />

colo deve indurre i governi che si procla-<br />

mano fedeli al proprio impegno europeo e<br />

la cui azione dà adito tuttavia a qual'che<br />

critica, non soltanto a combattere nei ri-<br />

spettivi Paesi le rinascenti tendenze nazio-<br />

naliste, ma a realizzare un fronte comune<br />

di salvaguardia della Comunità, senza ri-<br />

cercare circa la sostanza dei problemi un<br />

compromesso pericolo'so quanto illusorio.<br />

I1 Movimento Europeo, riunito in Con-<br />

gresso Straordinario<br />

proclama che l'Europa non può trovare<br />

salvezza né garanzia circa il proprio avve-<br />

nire al di fuori del rispetto dello spirito<br />

e della lettera dei Trattati,<br />

e che in partico~lare la rinunzia al dia-<br />

logo tra il Consiglio e la Commissione, ga-<br />

rante dell'interesse generale della Comu-<br />

nità e di quello degli Stati membri, ovvero<br />

una proroga del diritto di veto oltre le sca-<br />

denze stabilite dal Trattato della CEE, sa-<br />

(con.tinlca n yng. 2)<br />

presenti a Cannes (da sinistra a destra, dall'alto in basso): Sonnino (segretaria generale italiana<br />

AEDE), Bersani (PE) , Rumor (presidente UEDC) , Martini e <strong>Serafini</strong>, Labor (presidente<br />

ACLI) , Dozio, Barcth, Rippon (Chairman della Sezione inglese CCE) . Woodburn (vicepresi-<br />

dente Sezione inglese CCE) , Barnabei (vicepresidente CIME), Zagari (Esecutivo AICCE) .


2 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />

(continuazione dalla 15 pag.)<br />

Cinque (e forse più particolarmente Bonn)<br />

tenderebbero a fare, in materia, una poli-<br />

tica né carne né pesce: non condizionano<br />

più l'approvazione delle misure agricole al-<br />

le altre due « proposte r della Commissione<br />

della CEE, condizionamento che scatenò il<br />

cnsus belli gollista del 30 giugno e che,<br />

d'altra parte, non aveva mai visto un fronte<br />

concordato, coerente e convinto degli stessi<br />

Cinque (con un freddo calcolo dei rischi e<br />

la relativa decisione di sopportarli); ma non<br />

sarebbero neanche capaci, offrendo il MEC<br />

agricolo e incondizionato B, di dimostrare<br />

perfino ai ciechi che de Gaulle in realtà<br />

cerca pezze d'appoggio per via dell'opinione<br />

pubblica francese e comodi alibi per sfa-<br />

sciare, pezzo a pezzo, la costruzione sovra-<br />

nazionale.<br />

Sostengono altresì questi amici che, in-<br />

vece di proporre a scatola chiusa una ses-<br />

sione del Consiglio dei Ministri senza la<br />

Commissione (il che, anche se previsto dal<br />

regolamento, sa tanto di capitolazione e<br />

offre a de Gaulle ulteriore respiro preelet-<br />

torale), occorreva ormai avere il coraggio<br />

di prospettare al Governo francese (e alla<br />

opinione pubblica, golliata antigollista e in-<br />

certa) le linee di una comune politica euro-<br />

pea sui principali problemi internazionali.<br />

Se si crede nella sovranazionalità, se si ha<br />

una volontà europea, se si mira a un potere<br />

politico federale, si deve avere la capacità<br />

di formulare - e di aggiornare via via -<br />

alcune linee di tale politica; si deve quanto<br />

meno essere capaci di distinguersi dalLe in-<br />

dicazioni dei gruppi di pressione americani,<br />

che non potrebbero mai coincidere coi pun-<br />

ti di vista di un Governo democratico euro-<br />

peo, conservatore o progressista che fosse.<br />

Ciì) non significherebbe tradire l'alleato<br />

americano, ma permettersi - finalmente -<br />

di avere almeno tanta autonomia quanta ne<br />

godono gli stessi liberi cittadini americani,<br />

di volta in volta all'opposizione o dissen-<br />

zienti; ciò significherebbe cominciare a pre-<br />

figurare seriamente l'equa1 partnership; ciò<br />

significherebbe mostrare all'opinione pub-<br />

blica francese come il federalismo europeo<br />

(nato affinché gli europei da oggetti tor-<br />

nino soggetti della politica internazionale e<br />

compartecipi del controllo democratico sul-<br />

le cose del mondo, cioè liberi) non voglia<br />

rinculare - al modo appunto del vecchio<br />

generale maurrassiano - a prima dell'al-<br />

leanza atlantica e al nazionalismo balca-<br />

nico, ma al contrario si proponga una arti-<br />

colazione democratica del nostro blocco,<br />

nella prospettiva di una coesistenza che<br />

guardi alle Nazioni Unite, al loro effettivo<br />

rafforzamento, alla loro sempre più effettiva<br />

universalità.<br />

Questo atteggiamento coerente dei Cinque<br />

(ci riferiamo sempre al pensiero degli ami-<br />

ci democratici francesi) varrebbe, in tutti i<br />

sensi, molto di più del tentativo di ingra-<br />

ziarsi ia Francia (quale Francia, del resto?)<br />

coi cediinenti a de Gaulle e con l'immobi-<br />

lismo, alternati ai colpi di spillo antigollisti.<br />

Noi ci permettiamo di aggiungere che una<br />

linea europea dei Cinque dovrebbe com-<br />

prendere, anticipando i tempi della diplo-<br />

mazia gollista, un aperto atteggiamento uni-<br />

tario verso l'Inghilterra, che non permetta,<br />

proprio a chi ha tenuto il Regno Unito fuo-<br />

ri del MEC, di fare il salto della quaglia e<br />

di proporre un indiscriminato accordo fra<br />

MEC ed EFTA - al livello N liberoscambi-<br />

sta, dell'EFTA -, esattamente quando in<br />

Inghilterra - da parte di consapevoli élites<br />

che cantano e probabilmente di rilevanti<br />

zone della pubblica opinione - si è fatto<br />

qualche ulteriore passo avanti verso l'idea<br />

della sovranazionalità e verso quella di un<br />

« mercato comune istituzionale >>.<br />

Dovrebbe comprendere anche l'inizio di<br />

uno storico discorso con l'Unione Sovietica<br />

(anche qui: perché lasciare l'iniziativa a<br />

de Gaulle?) che menasse la grande Potenza<br />

euroasiatica a rendersi conto di non aver<br />

nulla da guadagnare, a lungo termine, dalla<br />

rinnovata balcanizzazione europea. Infatti:<br />

1) de Gaulle è un alleato infido; il suo<br />

riconoscimento della Cina di Mao, per esem-<br />

pio, può avere - anzi ha - un ben diverso<br />

significato (come sempre comporta il cini-<br />

co strumentalismo nazionalista) da quello<br />

che, nel quadro di una politica ispirata dal<br />

federalismo, avrebbe lo stesso atto, compiu-<br />

to globalmente da tutti i Paesi dell'Europa<br />

comunitaria;<br />

2) il flirt sovietico con de Gaulle e il<br />

tentativo di staccare la Francia dalla co-<br />

struzione democratica europea, non deter-<br />

mina l'isolamento e la neutralizzazione del-<br />

la Germania occidentale, ma - al contra-<br />

rio - il suo incontrollato farsi avanti nel-<br />

l'ambito della NATO, come seconda poten-<br />

za industriale e, potenzialmente (scusate il<br />

bisticcio), militare.<br />

Ma torniamo agli immediati problemi del<br />

dopo Bruxelles », lasciando a una prossima<br />

occasione di approfondire il nostro<br />

punto di vista sulla necessità urgente di<br />

raccogliere la sfida di de Gaulle e formu-<br />

lare una politica dell'~ Europa europea n<br />

(che, naturalmente, dovrebbe essere « 1'Eu-<br />

ropa degli europei m, spettando ad essi, e<br />

non a loro autòcrati, di fungere da àrbitri<br />

del comune destino). Ebbene, non sarà forse<br />

il caso -- senza gingillarci ulteriormente a<br />

riflettere su a quel che è stato bene r e<br />

quel che è stato male n della sessione di<br />

Bruxelles del 25 e del 26 ottobre - di pen-<br />

sare a una iniziativa spettacolare dei Cin-<br />

que, che preceda le elezioni presidenziali<br />

francesi del 5 dicembre e susciti un'ondata<br />

di favorevole emozione in Francia? Per<br />

esempio - Dio lo voglia - la concorde<br />

proposta, estesa ovviamente alla Francia<br />

« degli immortali princìpi », di fare a breve<br />

scadenza le elezioni a suffragio universale<br />

e diretto del Parlamento Europeo, in base<br />

al progetto elaborato (da tempo!) dal Par-<br />

lamento stesso?<br />

Una cosa, in fondo, ha capito de Gaulle<br />

meglio di noi: che la costruzione dell'Euro-<br />

pa non può essere soltanto opera di con-<br />

tabili.<br />

La proposta non avrebbe corso? Ma essa<br />

gioverebbe a rinforzare in Francia il « fron-<br />

te democratico europeo B. Le forze di base<br />

di oggi sono, se lo si vuole, se lo si vuole<br />

ancora, se fortissimamente lo si vuole, gli<br />

interlocutori diplomatici di domani.<br />

I1 Movimento Europeo prende tempo<br />

rebbe un fatale cedimento, suscettibile di<br />

impedire l'indispensabile definizione di una<br />

politica economica e sociale comune.<br />

Chiede in modo pressante ai governi<br />

a) di riprendere immediatamente, an-<br />

che in assenza di uno Stato membro, le riu-<br />

nioni regolari del Consiglio, il quale deve<br />

prendere tutte le decisioni che il Trattato<br />

richiede e consente, segnatamente in mate-<br />

ria di bilancio;<br />

b) di procedere immediatamente nel-<br />

l'ambito del Consiglio all'esame delle ultime<br />

proposte della Commissione Economica Eu-<br />

ropea, al fine di giungere al più presto<br />

possibile ad una decisione circa il regola-<br />

mento finanziario e le questioni in sospeso<br />

in materia di politica agricola;<br />

C) di prevedere nella designaziane dei<br />

membri dell'Esecutivo l'osservanza delle ga-<br />

ranzie di indipendenza sancite dal Trattato.<br />

Afferma il proprio convincimento<br />

che questa crisi sarà superata grazie alla<br />

pressione irresistibile delle forze che lo com-<br />

pongono ed alla determinazione di accele-<br />

rare il processo di integrazione e 'di demo-<br />

cratizzazione delle istituzioni fino alla crea-<br />

zione degli Stati Uniti d'Europa.<br />

11. Comunità aperta<br />

Il Movimento Europeo:<br />

1) Riafferma la propria finalità di pro-<br />

muovere la creazione di una Europa unita<br />

economicamente e politicamente, che com-<br />

prenda tutte le nazioni libere del Conti-<br />

nente e sia in grado di porsi quale contro-<br />

parte degli Stati Uniti su piede di ugua-<br />

glianza e di interdipendenza, nonché di con-<br />

tribuire all'espansione economica e sociale<br />

dei Paesi in via di sviluppo.<br />

2) Sottolinea che, per essere in grado di<br />

sostenere con successo la concorrenza del<br />

resto del mondo, l'Europa dovrà concen-<br />

trare e razionalizzare la totalità delle ri-<br />

sorse di tutti i suoi popoli e che, per questc<br />

motivo, l'ampliamento della Comunità Eco-<br />

nomica Europea appare obiettivo essenziale<br />

3) Pertanto fa appello ai Governi degl<br />

Stati membri della CEE perché si sforzinc<br />

di raggiungere nel prossimo futuro un ac-<br />

cordo circa l'ammissione nella Comunità d<br />

quelli tra gli altri Paesi democratici d'Eu.<br />

ropa che folssero desiderosi e capaci di assu.<br />

mere gli impegni imposti dal Trattato d<br />

Roma.<br />

4) Invita al contempo i Governi degl<br />

Stati membri dell'EFTA a riconoscere chc<br />

la divisione economica dell'Europa occiden,


ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 3<br />

tale potrà essere superata soltanto mediante<br />

la loro adesione alla CEE e a fondare la<br />

loro politica sul fermo convincimento che<br />

in tempo utile ne diverranno membri o<br />

associati e a cominciare immediatamente,<br />

quale atto di fede, ad adattare i loro sistemi<br />

economici a quello della Comunità.<br />

5) Rzleucc che, per esercitare una effet-<br />

tiva influenza nel mondo, le nazioni d'Eu-<br />

ropa devono essere in grado di esprimersi<br />

con una sola voce sui problemi della di-<br />

fesa e delle relazioni esterne e che esse<br />

dovrebbero cominciare a compiere i primi<br />

passi verso l'integrazione politica.<br />

6) E' convinto che l'unione politica euro-<br />

pea dovrà fondarsi sull'ampliamento della<br />

Comunità Economica Europea, per quanto<br />

sia prematuro decidere la forma precisa cile<br />

tale unione finirà per assumere.<br />

7) Rivolge il proprio saluto ai popoli<br />

d'Europa che, a motivo del loro regime po-<br />

litico, si trovano attualmente separati dalla<br />

corrente del pensiero e dell'azione europea<br />

e attende con impazienza il giorno in cui<br />

potranno partecipare pienamente all'opera<br />

dell'unificazione europea.<br />

111. Campagna di opirziorze<br />

Ii Movimento Europeo, riunito in Congres-<br />

so Straordinario<br />

Decide di indirizzare le due risoluzioni<br />

approvate a tutti i parlamentari dei Paesi<br />

interessati;<br />

Da ma,ndato al proprio Presidente, assistito<br />

da una delegazione, di consegnare ufficialmente<br />

tali risolu~io~ni ai capi dei Governi<br />

degli Stati interessati;<br />

Decide di lanciare una campagna di opi-<br />

nione adeguata alla psicologia di massa per<br />

dimostrare il valore e la necessità delle<br />

istituzioni comuni europee ai fini della so-<br />

luzione dei problemi da cui dipende l'av-<br />

venire delle nuove generazioni europee;<br />

I)~.z;tta il > (VII Stati<br />

generali del CCE) sono state praticamente<br />

ignorate; e il discorso di Petrilli - che ri-<br />

portiamo integralmente - è caduto nel vuo-<br />

to proprio nella sua parte concreta, operu-<br />

tiva. Così <strong>Serafini</strong> - che vi rappresentava<br />

tutto il CCE - è stato sconfitto nella Com-<br />

missione delle risoluzioni: da questa jve-<br />

dasi 111 risoluzione) non è uscita la deci-<br />

sione di indire finalmente una conferenza<br />

politico-organizzativa del Movimento Euro-<br />

il discorso di Giusep.pe Petrilli<br />

peo, che pe~mettcc di superare la stasi del<br />

Comité ad hoc (il Comitato che coì~iprende<br />

i Paesi impegnati nelle Comunitù (L Sci) e<br />

di lavorare nel senso di un autentico s fronte<br />

democratico europeo ». Ci si è conteìztati<br />

di invitare il Bureau Exécutif International<br />

a prendere «fin dalla sua prossima rizcnione<br />

» tutti i provvedivienti utili .). Cninpu<br />

cavallo ...<br />

Eppure, malgrado Cannes, bisogna portare<br />

avanti la battaglia per la riformu del<br />

Movimento Etiropeo. Tale riforma e un consapevole<br />

rilancio del movimento federalista<br />

riunificato sono due cardini del fr~nto democratico<br />

europeo. Frattanto il CCE non<br />

cessa di cercare, a tutti i livelli, piì~ strette<br />

intese con gli uomini della scuola (AZDE),<br />

con le organizzazioni dei lavoratori, con le<br />

associazioni giovanili; mobilita nei comitati<br />

cittadini, nei convegni e nelle federazioni<br />

regionali e sot~racor~fiìiarie e nei gemellaggi<br />

tutte le forze zive e democratiche; prcsegue<br />

con tenacia la fitta tessitura sovranazionale.<br />

Signor Presidente, Signore, cari amici, Consiglio ha chiarito iri termini inequivoci,<br />

consentitemi di ricordarvi anzitutto che<br />

la convocazione di questo Congresso venne<br />

decisa nel corso della riunione straordinaria<br />

del Movimento Europeo tenutasi a Bruxel-<br />

les il 19 luglio scorso. I1 nostro compito è<br />

quindi quello di verificare, alla luce degli<br />

ultimi avvenimenti, la validità dell'orienta-<br />

mento politico che il nostro Movimento si è<br />

dato con la risoluzione approvata a Bruxel-<br />

les. In questa prospettiva, non è forse super-<br />

fluo ricordare che la Commissione della CEE<br />

non ha mancato di assumere - come da no:<br />

suggerito - le iniziative necessarie per fa-<br />

cilitare i lavori del Consiglio, pur m~tite-<br />

nendo coerente il complesso delle proprie<br />

proposte. Ritengo che<br />

a questo proposito<br />

l'Esecutivo della Co-<br />

munità, fatto segno ad<br />

una gratuita campagna<br />

denigratoria, meriti la<br />

nostra incondizionata<br />

solidarietà, a prescin-<br />

dere dal giudizio che<br />

ciascuno di noi ritenga<br />

di esprimere sul meri-<br />

to delle singole propo-<br />

ste. Dobbiamo ricono-<br />

scere del pari che, dal<br />

canto suo, il Consiglio<br />

noi1 ha mancato di pro-<br />

seguire i propri lavori secondo la nostra<br />

richiesta, anche in assenza di uno dei suoi<br />

membri, per quanto in tali condizioni esso<br />

sia stato fin qui incapace di spingersi oltre<br />

un atteggiamento di attesa e una dichiara-<br />

zione di buona volontà.<br />

Non possiamo ignorare tuttavia che tali<br />

sforzi lodevoli non hanno impedito l'aggra-<br />

varsi della crisi che minaccia nel momenlo<br />

attuale la vita delle istituzioni comunitarie<br />

e le cui conseguenze sono ormai percepibili<br />

in tutti gli ingranaggi dell'organizzariot~e<br />

comunitaria.<br />

Frattanto, il Paese membro che aveva ab-<br />

bandonato il proprio posto nell'ambito del<br />

attraverso le dichiarazioni del suo Capo di<br />

Stato, il significato della prcpria assenza e<br />

l'effettiva portata del suo atteggiamento nei<br />

confronti della Comunità Europea.<br />

Le dichiarazioni cui nii riferisco non hati-<br />

no infatti confermato soltanto il rifiuto delle<br />

pro,poste politiche della Commissione euru-<br />

pea, in cui talune rivendicazioni tradizionali<br />

del nostro Movimento avevano trovato I'av-<br />

vio ad una ossib bile realizzazione, in forma<br />

peraltro moderata; come era purtroppo pre-<br />

visibile, si è giunti fino a mettere in causa<br />

la cornice istituzionale del Trattato, che era<br />

stata l'oggetto di un impegno solenne e<br />

irrevocabile da parte di tutti Paesi membri.<br />

Cifarelli (vicepresi- Lotti (segr. gen. CIME) e Dalla Chiesa<br />

dente CIME) (vicepres. intern. ME).<br />

E' apparso quindi evidente che i pretest~<br />

invocati per giustificare la rottura delle<br />

trattative celavario il proposito di ridurre<br />

l'integrazione economica europea ad una<br />

semplice unione doganale, accompagnata da<br />

un complesso di provvedimenti di sostegno<br />

nei confronti di singoli settori economici e<br />

di ritornare alle formule tradizionali della<br />

collaborazione intergovernativa.<br />

Credo che il Movimento Europeo non pos-<br />

sa approvare in alcun caso una revisione<br />

dei Trattati concepita con questi criteri e<br />

ciò non soltanto per motivi di principio, che<br />

sarebbe superfluo ricordare in questa cede,<br />

ma, in primo luogo, proprio per ragioni


4 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />

Gerhard Paul Flaig, deputato al Bundestag,<br />

membro dirigente della Sezione tedesca del<br />

CCE, ha affermato a Cannes che, alla base,<br />

il lavoro pratico di mutila comprensione<br />

europea non ha soste. I1 migliore esempio è<br />

che, al momerito della crisi del 30 giugno,<br />

hanno avuto luogo 19 gemellaggi di città<br />

francesi e tedesche (e il giuramento del<br />

gemellaggio prevede la lotta sino in fondo<br />

per la federazione europea). In totale più<br />

di 2.000 Comuni francesi e tedeschi sono<br />

ormai uniti da solidi legami d'amicizia<br />

politica . E' questo lavoro che bisogna<br />

continuare, ha concluso Flamig.<br />

tecniche. Se infatti mi è consentito recare<br />

qui la mia testimonianza di ex-Commissario<br />

europeo e di dirigente industriale, non posso<br />

che avallare l'opinione secondo cui, allo<br />

stadio attuale di sviluppo raggiunto dai no-<br />

stri Paesi, una integrazione economica non<br />

può avere successo che nella misura in cui<br />

essa implichi la unità delle decisioni da cui<br />

dipende l'evoluzione ulteriore dell'economia<br />

e dell'intera società. E' superfluo aggiungere<br />

che, in tali condizioni, la stessa nozione di<br />

sovranità nazionale deve essere riconside-<br />

rata, dato che le istituzioni democratiche,<br />

attraverso cui tale sovranità concretamente<br />

si esprime, sono minacciate di asfissia ove<br />

non si accetti di pcrre in essere strumenti<br />

di controllo adeguati alle decisioni da pren-<br />

dere e ai poteri da controllare. Tutta la<br />

critica a quella che tanto leggermente viene<br />

definita la tecnocrazia comunitaria r si<br />

riduce in queste condizioni ad un pretesto<br />

polemico, ove non si tenga conto che le<br />

istituzioni della Comunità rappresentano il<br />

risultato di un compromesso tra le esi-<br />

genze dello sviluppo economico dei nostri<br />

Paesi, che esigono istituzioni federali, e la<br />

salvaguardia degli interessi acquisiti. Non<br />

è certo casuale che questa critica della Co-<br />

munità si accompagni al rifiuto della con-<br />

cezione kennediana dell'interdipendenza<br />

atlantica, che il Movimento Europeo aveva<br />

fatto propria al momento del Convegno ro-<br />

mano consacrato allo studio del problema.<br />

Anche in questo caso, la critica dell'ordine<br />

costituito non appare rivolta alla fondazione<br />

di strutture istituzionali che consentano a<br />

tutte le parti di partecipare in modo più<br />

responsabile alle decisioni comuni, bensì ad<br />

un semplice ritorno a quella anarchia degli<br />

Stati nazionali che ha causato tante rovine<br />

e che ha segnato, nel corso degli ultimi<br />

decenni, la progressiva decadenza dei nostro<br />

Continente.<br />

E' tuttavia doveroso aggiungere che tale<br />

atteggiamento di uno dei Paesi membri è<br />

stato per lo più un facile pretesto per giu-<br />

stificare le esitazioni, gli equivoci, la man-<br />

canza di coesione e di chiarezza che hanno<br />

generalmente caratterizzato la politica efi-<br />

ropea degli altri Stati membri. Sarebbe fa-<br />

cile moltiplicare gli esempi di tale condotta,<br />

ma credo di potermi limitare a dire in<br />

questa sede che basta seguire da vicino io<br />

svolgimento quotidiano della attività politica<br />

in ciascuno dei nostri Paesi per constatare<br />

la mancanza di interesse che si manifesta<br />

ogni giorno nei confronti dei problemi<br />

dell'Euro8pa.<br />

Tali problemi sono tuttora considerati co-<br />

me una questione di politica estera da affi-<br />

dare alle cure di pochi specialisti e si è<br />

lungi dal camprendere come non sussistano<br />

più, a tutto rigore, problemi nazionali su-<br />

scettibili di soluzione a lunga scadenza al<br />

di fuori della nuova prospettiva.<br />

L'Europa contemporanea e in particolare<br />

i Paesi membri della Comunità sembrano<br />

ripetere inconscientemente gli errori com-<br />

messi in altri tempi dai principi italiani<br />

che, sul cadere del XV secolo, erano ancora<br />

intenti a recitare la pietosa commedia del-<br />

l'equilibrio delle potenze, mentre oltralpe<br />

si aifermava ormai una nuova dimensione<br />

politica che avrebbe provato in modo vio-<br />

lento e definitivo il carattere illusorio di<br />

questo equilibrio anacronistico. La lezione<br />

che Machiavelli ci ha insegnato al riguardo<br />

potrebbe costituire un eccellente argomento<br />

di meditazione per le nostre cancellerie na-<br />

zionali che tanto si compiacciono di par-<br />

lare di « realtà politiche ».<br />

In una situazione tanto difficile non è<br />

certo agevole prospettare un'alternativa con-<br />

creta che, pur lasciando la porta aperta<br />

alla ripresa di costruttivi negoziati con una<br />

controparte che attualmente si sottrae al<br />

dialogo, sia suscettibile di consentire un 11-<br />

lancio delle istituzioni comunitarie e, per<br />

quanto possibile, un ampliamento delle at-<br />

tuali frontiere delle Comunità. I1 problema<br />

è tanto più delicato in quanto talune tappe<br />

recenti della costruzione europea - e in<br />

particolare il Trattato relativo alla fusione<br />

degli Esecutivi - rischiano di apparire, alla<br />

luce degli ultimi sviluppi, come il preludio<br />

di un disegno politico che suscita la nostra<br />

legittima preoccupazione.<br />

Non vi è dubbio che il nostro Movimento<br />

non potrebbe rinunziare in nessun caso al<br />

suo diritto di prendere posizione circa le<br />

diverse soluzioni possibili dell'attuale crisi.<br />

Non credo tuttavia che il nostro compito<br />

naturale sia quello di consulenti dei Go-<br />

verni nazionali e delle istituzioni comuni-<br />

tarie. Ritengo viceversa più necessario che<br />

mai differmziare la nostra azione da quella<br />

governativa, per meglio svolgere la funzione<br />

di critica e di mobilitazione dell'oipinione<br />

pubblica che ci spetta. Consentitemi di ag-<br />

giungere con assoluta franchezza che in<br />

questa luce la sfida derivante dalle presemi<br />

circostanze mi sembra esigere in primo luogo<br />

una sorta di esame di coscienza da parte<br />

del nostro Movimento. Dobbiamo chiederci<br />

senza ambagi quale sia la nostra parte di<br />

responsabilità nelle attuali difficoltà.<br />

E' venuto il momento di chiederci se, e<br />

in quale misura, le nostre strutture sono<br />

ancora rispondenti aiia realtà europea e di<br />

compiere un censimento realistico delle<br />

forze che rappresentiamo, sul piano nazio-<br />

nale come su quello internazionale.<br />

Sarebbe infatti impossibile scuotere l'opi-<br />

nione pubblica europea dalla sua indiffe-<br />

renza nei confronti dei problemi dell'inte-<br />

grazione se non fossimo capaci noi stessi di<br />

esprimere per primi una sintesi politica<br />

all'interno delle nostre strutture; per corn-<br />

battere la generale tendenza alla spoliti-<br />

cizzazione che minaccia le istituzioni de-<br />

mocratilche dei nostri Paesi, è indipensabile<br />

proporre concreti esempi di soluzioni euro-<br />

I Il Movimento Europeo (<br />

Il Molimcnto Europeo si è ufficialmente costi-<br />

luito in seguito al grande congresso dell'Aja del<br />

inaggio 1948 (proinosso da un « Comitato inter-<br />

nazionale di coordinamento dei movimenti per<br />

L'Europa unita n, presieduto da Duncan Sandys,<br />

genero di Churchill: lo stesso Churchill presie-<br />

dette il congresso). Esso mirava, appunto, a<br />

coordinare i diversi movimenti e gruppi fautori<br />

dell'unità europea.<br />

All'interno del ME si scontrarono a lungo<br />

federalisti e unionisti generici, funzionalisti e<br />

costituzionalisti, con prevalenza agli inizi della<br />

tendenza unionista (tesi inglese). Nel 1950 fu<br />

eletto presidente del ME Spaak: il quale, verso<br />

la fine del 1951. resosi coiito del fallimento<br />

del Consiglio d'Europa, diede le dimissioni da<br />

presideiite della sua Assemblea Consultiva, e<br />

aùeri alle tesi federal?ste. promuovendo la costi-<br />

tuzione di un Comitato d'Azione per la Comunità<br />

sovranazionale europea. Sotto la presidenza Spaak<br />

il ME: chiese che, senza attendere la ratifica<br />

del Trattata della CED o Comunità europea di<br />

difesa (il Trattato - grazie all'inizi'ativa di<br />

de Gasveri. che aveva accettato l'impostazione dei<br />

federalisti - prevedeva nel suo art. 38 un'As-<br />

semblea dotata di funzioni costituzionali), si<br />

attribuisse all'Asseinblea della CECA o Comu-<br />

nità per il carbone e l'acciaio, opportunamente<br />

integrata, il compito di rediiere un progetto di<br />

Costituzione europea (Assemblea « ad hoc »). La<br />

caduta della CED (estate 1954) mise fine a una<br />

fase della storia dell'integrazione europea e.<br />

nel contempo, del Movimento Europeo. Dal canto<br />

loro i federalisti (riuniti fino allora nell'unione<br />

europea dei federalisti) si scissero nel 1956 in<br />

due tronconi. uno cosiddetta massimalista e l'altro<br />

moderato.<br />

Dopo il 1956 il ME, sotto la presidenza di<br />

Robert Schuman, tentò vanamente di conciliare<br />

nel suo seno la lotta per due forme ben diverse<br />

d'organizzazione europea, l'integrazione e la coo-<br />

perazione, espresse in diversi quadri geografici.<br />

Comunque, soprattutto per impulso italiano. il<br />

ME tenne a Roma nel giugno 1957 un impor-<br />

tante congresso, ove si cercò - sulla forza<br />

d'inerzia delle due nuove Comunità, la CEE e<br />

I'Euratom - un nuovo rilancio del processo di<br />

iiitegrazione politica.<br />

La storia successiva del ME è probabilmente<br />

più familiare ai lettori affezionati di a Comuni<br />

d'Europa ». Molti di essi ricorderanno le nostre<br />

critiche al congresso di Monaco di Baviera<br />

(anno X, n. 6, giugno 1962) e il resoconto del<br />

Consiglio interiiazionale di Parigi del marzo 1964.<br />

che - in rista degli Stati generali di Roma -<br />

accettò faticosamente l'idea di un fronte demo-<br />

cratico europeo (anno XII. n. 4, aprile 1964).<br />

Dopo i VI1 Stati generali del CCE il Consiglio<br />

internazionale del ME. sempre a Parigi (16 gen-<br />

naio 1965). procedette alla costituzione di un<br />

Comitato « ad hoc » (cui furono desimgnati i<br />

presadenti dei Consigli nazionali dei Sei, un<br />

rap!)resentante per ciascuno dei tre gruppi de~mo-<br />

cratiu del Parlamento Europeo, il rappresentante<br />

dei sindacati democratici europei e quello dei<br />

sindacati cristiani. il CCE, I'AEDE e il pre-<br />

sidente dei parlamentari del ME. oltre il presi-<br />

dente Maurice Faure e il segretario generale<br />

Van Schendel), vòlto a seguire particolarmente<br />

il processo di integrazione comunitaria a Sei.<br />

I1 ME coiista di una somma di strutture, per<br />

così dire, orizzontali e verticali. Territorial-<br />

mente si divide in una seiie di Consigli nazio-<br />

nali, comprendenti praticamente tutte le Nazioni<br />

del Consinli0 d'Europa (a grande » Europa). e<br />

di Comitati rappresentanti esuli d'oltrecortina e<br />

della penisola iberica. Poi aderiscono ad esso<br />

direttamente una serie di organizzaz:oni interna-<br />

zionali: i diie troiiconi federalisti, MFE e AEF:<br />

il CCE; I'AEDE; il Movimento Socialista per gli<br />

Stati Uniti d'Europa (Sinistra europea), l'unione<br />

europea dei democratici cristiani (succeduta alle<br />

Nouvelles Enuipes Internationales) e il Movi-<br />

inento liberale per l'Europa unita: i sindacati<br />

della CISL (europea) e della ClSC; la Lega<br />

euro,pea di cooperazione economica (il cui scopo.<br />

come si leggeva in una vecchia pubblicazione<br />

della Campagna europea della gioventù, « è lo<br />

studio di tutti i problemi economici relaevi alla<br />

unificazione dell'Europa " nonché la salvaguardia<br />

di specifici interessi costituiti " ») ; l'unione dei<br />

Resistenti per una Europa Unita Sono anche<br />

associati al ME il Centro europeo della cultura,<br />

di Ginevra (de Rougemont), e il Collegio d'Eu-<br />

ropa. di Bruges (Brngmans). Fa parte del ME<br />

anche un Consiglio parlamentare. con &e a<br />

Bruxelles (presidente Bohy. segretario de la Vallée<br />

Poussin).


ottobre 1965<br />

pee ai problemi di diversa natura posti dal-<br />

l'attualità politica. In quest'ordine di idee<br />

io vorrei sostenere qui una vera politica<br />

dei fatti, consistente nel porre a tutti i li-<br />

velli i grandi problemi della società con-<br />

temporanea - quali le prospettive di svi-<br />

luppo economico e sociale, la ricerca scien-<br />

tifica, l'aiuto ai Paesi in via di sviluppo -<br />

al fine di provare che tanto l'ambito na-<br />

zionale quanto le formule perenti di colla-<br />

borazione intergovernativa non sono più<br />

adeguate a tali problemi e che soltanto strut-<br />

ture federali possono garantire l'avvenire<br />

delle nuove generazioni. Un terreno ini-<br />

menso e fecondo si apre in questa prospet-<br />

tiva alla nostra futura attività: basti peinsare<br />

ad iniziative di rilievo come riunioni perio-<br />

diche dei Segretari nazionali dei partiti<br />

democratici e delle organizzazioni degli im-<br />

prenditori e dei lavoratori, degli eletti locali<br />

e di tutte le forze vive europee, per dibat-<br />

tere non già le beghe meschine di una realtà<br />

politica nazionale divenuta in gran parte<br />

l'agone di competizioni personali, bensì i<br />

problemi veri, che interessano tutta la<br />

società.<br />

In ordine alla funzione che siamo chia-<br />

mati a svolgere si pone appunto il problema<br />

di una revisione delle nostre strutture, che<br />

potrebbe implicare segnatamente la possi-<br />

bilità di adesioni individuali e la creazione<br />

di Comitati regionali. Anziché indugiare<br />

nella proclamazione di principi che nessuno<br />

contesta tra i partigiani di un'Europa ve-<br />

ramente integrata, il Congresso potrebbe<br />

opportunamente convocare una conferenza<br />

interconsiliare incaricata di esaminare le<br />

modalità politiche di questa revisione delle<br />

strutture e i problemi che ne discendono<br />

sul piano organizzativo.<br />

Consentitemi di riassumere il mio inter-<br />

vento chiedendo al Congresso, a nome dei<br />

miei amici italiani, di assumere riguardo ai<br />

problemi essenziali il seguente atteggia-<br />

mento:<br />

1) invitare tutti i Governi della Comu-<br />

nità ad astenersi da qualsiasi iniziativa che<br />

possa provocare, direttamente o indiretta-<br />

mente, un processo di revisione dei Trattati;<br />

2) affermare ancora una volta la nostra<br />

solidarietà con gli Esecutivi europei, esi-<br />

gendo che siano associati a qualsiasi nego-<br />

ziato intergovemativo concernente problemi<br />

di loro competenza;<br />

3) dichiarare la nostra volontà di la-<br />

sciare impregiudicate le possibilità di av-<br />

vento di un'Europa più vasta, nell'ambito<br />

di strutture istituzionali suscettibili di con-<br />

sentire una vera evoluzione in senso fe-<br />

derale;<br />

4) impegnare tutte le forze aderenti al<br />

nostro Movimento in un'azione di grande<br />

rilievo, che tenda a provare la necessità di<br />

una integrazione federale per risolvere i<br />

problemi reali dei nostri Paesi e per sal-<br />

vaguardare le nostre istituzioni democra-<br />

tiche;<br />

5) prendere i prowedimenti necessari<br />

per avviare una riforma della nostra strut-<br />

tura, al fine di rafforzare gli strumenti di<br />

un'azione efficace del nostro Movimento nei<br />

confronti dell'opinione pubblica europea.<br />

-<br />

COMUNI D'EUROPA<br />

l'intervento di Gian Carlo Zoli<br />

Riussumiamo l'intervento faito dall'avv. Gian<br />

Carlo Zoli, in rappreselatanza del CCE (è membro<br />

del Comitato sovia~aazioiaale di Presidenza),<br />

iaella disc~~ssione generale.<br />

Zoli esordisce dicendo che una certa dif-<br />

ficoltà al suo intervento trova origine nel<br />

fatto che la maggior parte di quanto avreb-<br />

be voluto dire, parlando anche quale rap-<br />

presentante del Consiglio dei Comuni d'Eu-<br />

ropa, è stato già detto e bene. Sente co-<br />

munque l'opportunità di recare l'adesione<br />

alla richiesta unanime d'una precisa solida-<br />

rietà e d'un preciso impegno, e di portare<br />

due testimonianze significative.<br />

Tutti hanno chiesto che il Congresso espri-<br />

ma il suo apprezzamento per l'azione della<br />

Commissione della Comunità Economica<br />

Europea, e s'impegni a negare adesione od<br />

apiprovazione a compromessi che contrasti-<br />

no colla lettera e con lo spirito dei Trattati,<br />

e su tale richiesta si dichiara pienamente<br />

d'accordo.<br />

Se l'accusa d'essere Jean-fohtres e d'es-<br />

sere senza patria - continua l'oratore -<br />

riguarda non solo la Commissione, ma anche<br />

ciascuno di noi, questa è stata inoltre ingiu-<br />

stamente accusata d'usurpazione di poteri.<br />

La nostra solidarietà deve partire anche<br />

dalla constatazione che le proposte che la<br />

Commissione fece in marzo furono attua-<br />

zione di inviti da parte del Consiglio dei<br />

Ministri. Accertata e ribadita questa verità,<br />

dobbiamo constatare inoltre, nella succes-<br />

siva indicazione della Commissione, il me-<br />

morandum del 22 luglio, la volontà di trova-<br />

re una soluzione accettabile per tutti. An-<br />

che per dovere di giustizia, dobbiamo affer-<br />

mare che le accuse rivolte alla Commis-<br />

sione cono basate su una distorsione dei fatti.<br />

La nostra solidarietà alla Commissione si<br />

accompagna alla conferma della nostra fe-<br />

deltà ai Trattati. Le proposte della Com-<br />

missione del luglio sono il limite estremo<br />

d'un compromesso accettabile. Del Trattato,<br />

se non si vuole distruggere l'impegno ori-<br />

ginale e rinnovatore che ne è il signifi-<br />

cato, non può essere violato o mutato né<br />

la lettera né lo spirito. I1 nostro impegno<br />

di rispetto integrale dei Trattati fa sì che<br />

non riusciamo ad apprezzare, ma anzi ve-<br />

diamo con stupore, data la tradizione d'im-<br />

pegno europeo di chi ne è l'autore, la peri-<br />

colosa ed ingiusta proposta Spaak. Lungi<br />

da tentazioni donchisciottesche e manichee,<br />

che potrebbero suggerire di escludere qual-<br />

siasi ricerca di accordo, confermiamo però<br />

che la ricerca del compromesso non deve<br />

indurre a sacrificare qualcosa di essenziale.<br />

Essenziale è l'esigenza che non venga fatto<br />

nessun passo indietro nel tanto lungo cam-<br />

mino verso l'Europa sopranazionale della<br />

quale i Trattati di Roma sono un lento ma<br />

positivo awio.<br />

Zoli sottolinea poi che questo atteggia-<br />

mento di solidarietà alla Commissione e di<br />

difesa dei Trattati e delle prospettive che<br />

questi aprono, personale convergenza sulle<br />

posizione al Congresso indicate da tanti auto-<br />

revoli amici, si aocompagna a due testimo-<br />

nianze che danno alle sue parole un valore<br />

che supera largamente la sua modesta<br />

persona.<br />

Queste posizioni furono, già nel luglio<br />

scorso, la scelta convinta, vibrata ed una-<br />

nime del Consiglio dei Comuni d'Europa.<br />

Mi sia consentito, - continua l'oratore -<br />

non per spirito di corpo, ma per dare mag-<br />

giare valore a questo doveroso atteggiamen-<br />

to, di ricordare che il Consiglio dei Comuni<br />

d'Europa raggruppa circa 44.000 comun!,<br />

provincie ed altri poteri locali d'Eurcpa: è<br />

la più grande organizzazione di lotta per<br />

l'Europa oggi esistente. I rappresentanti dei<br />

piccoli Comuni come delle grandi città, delle<br />

zone rurali come delle città marittime, gli<br />

eletti locali di tutti, dico tutti, i Paesi della<br />

Comunità e di altri Paesi, attraverso la loro<br />

legittima dirigenza riunita a Marino, sui<br />

Riffiet, pres. Esecu- Cornut Gentille, sin-<br />

tivo MFE daco di Cannes<br />

colli romani. espressero due mesi fa e con-<br />

fermano oggi questo atteggiamento di fe-<br />

deltà al Trattato, di difesa della Commis-<br />

sione, di speranza nell'Europa sopranazio-<br />

nale.<br />

Accanto a questa testimonianza Zeli<br />

ne porta una seconda, non meno sin-<br />

tomatica né meno incoraggiante. Non tutti<br />

hanno presente la struttura del Comitato<br />

Economico e Sociale delle Comunità Europee.<br />

Coloro che ne fanno parte non sono scelti<br />

in rapporto ad un impegno per la costru-<br />

zione dell'Europa, ed anzi la scelta è del<br />

tutto autonoma dalle loro convinzioni a tal<br />

riguardo. Sono scelti in funzione della re-<br />

sponsabilità che essi rivestono in ciascuno<br />

dei sei Paesi nel campo imprenditoriale,<br />

sindacale, professionale ed agricolo. Ebbene,<br />

11 Comitato Economico e Sociale, così for-<br />

mato, espressione delle singole categorie<br />

delle singole nazioni, non certo assemblea<br />

di militanti per l'Europa, ha due volte scelto<br />

all'unanimità gli atteggiamenti e le posi-<br />

zioni che il Movimento Europeo in questo<br />

Congresso sta suggerendo. La seconda volta<br />

è stato il lo ottobre, in una dignitosa<br />

riunione in cui il Presidente Hallstein, dop<br />

una relazione pacata e precisa sul passato<br />

e sul presente, ha avuto la solidarietà del<br />

Comitato; come unanime era stata l'appro-<br />

vazione il 26 maggio alle proposte della<br />

Commissione del 31 marzo.<br />

Queste testimonianze - conclude Zoli -<br />

sono state da me recate come incorag-<br />

giamento e come conforto. Noi qui non sia-<br />

mo certo espressione di una minoranza, ma<br />

l'azione che ci prepariamo a compiere per<br />

spingere Parlamenti e Governi è la volontà<br />

di larga parte dei cittadini d'Europa. Ciò


6 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />

aumenta la mia fiducia. Ma non è da me<br />

considerato preannunzio ad una vittoria che<br />

ignoro se conquisteremo. Io non sono deter-<br />

minista. Né so; naturalmente, che cosa la<br />

Provvidenza ha stabilito. Quello di cui non<br />

ho la minima ombra di dubbio è che la<br />

nostra è una buona battaglia, e che valeva<br />

la pena di fare anche questo viaggio, per<br />

portare il nostro piccolo contrib'uto.<br />

Mi sia concesso di chiudere con una con-<br />

fidenza. Quando penso all'Europa mi torna<br />

spesso alla mente un episodio commovente.<br />

Confondo l'Europa con un vecchio mite e<br />

modesto, solo in una casetta di campagna.<br />

in un villaggio di Lorena, che in un pome-<br />

riggio di gennaio si incammina per una pas-<br />

seggiata serena. Cade nella neve, e passa<br />

una lunga notte nella neve. Viene ritro-<br />

vato, la mattina dopo e tutti gli uomini e<br />

le donne semplici del villaggio sono commos-<br />

si, perché gli vogliono bene. Mi colpisce il<br />

confronto fra quell'uomo e quell'affetto, e<br />

le preoccupazioni e i timori che un altro<br />

uomo, senz'altro in buona fede, suscita, alla<br />

vigilia d'ogni suo solenne discorso, presso<br />

tutti gli europei, ed ovunque. Io oso spe-<br />

rare, cari amici, malgrado tutto, che non<br />

sarà l'orgoglio a prevalere: che vincerà<br />

l'amore.<br />

il parere di un Sindaco<br />

francese<br />

Perdinand Arnoult, Sindaco di Joncreuil<br />

(Aube), comune di 120 abitanti, e membro<br />

del Comitato direttivo dell'AFCCE, ci ha in-<br />

viato subito dopo Cannes questa nota.<br />

espresso l'intenzione di vedere l'Europa con-<br />

tinuare a cinque; e questa presa di posi-<br />

zione è lodevole in sé, perché essa testi-<br />

monia una volontà incrollabile di costruire<br />

l'Europa e di farla finita con le guerre che<br />

hanno dilanialo il nostro continente.<br />

Tuttavia ci si può chiedere quali sareb-<br />

bero le possibilità di sopravvivenza di<br />

un'Europa amputata del 50% del suo poten-<br />

ziale agricolo; e se con l'aggiunta di nuovi<br />

membri, per esempio l'Inghilterra, essa riu-<br />

scisse ad uscire dall'impasse. quale sarebbe<br />

dunque la sorte di noi francesi ripiegati nel<br />

nostro piccolo esagono.<br />

Ecco perché la responsabilità del governo<br />

francese è pesante e la sua politica contra-<br />

ria, noil solo agli interessi dei nostri part-<br />

nel's, ma anche ai nostri.<br />

I1 Presidente René Mayer ha creduto di<br />

dover fare una dichiarazione che costituisse<br />

un avvertimento contro gli interventi per-<br />

vasi di preoccupazioni elettorali: tuttavia il<br />

raggiungimento delllUnità Europea, che co-<br />

stituisce la nostra ultima occasione, dipen-<br />

de incontestabilmente da una scelta poli-<br />

tica che bisognerà fare; è dovere di ogni<br />

cittadino francese pensarci.<br />

La risoluzione finale del nostro Congres-<br />

so riafferma la sua fedeltà al Trattato di<br />

Roma. E' necessario dire che un vero go-<br />

verno repubblicano non l'avrebbe mai ri-<br />

messo in causa?<br />

Colleghi olandesi in Piemonte<br />

Secondo appuntamento dell'Europa a Cannes.<br />

I1 <strong>10</strong>, 11 e 13 marzo 1960 si erano<br />

svolti al Palazzo dei Festival i V Stati generali<br />

del Consiglio dei Comuni d'Europa.<br />

In questo inizio d'ottobre 1965, il Movimento<br />

Europeo, presieduto da Maurice Faure<br />

e di cui è presidente nazionale René Mayer,<br />

inquieto per l'ostilità del Governo francese<br />

nei confronti del Mercato Comune ha tenuto<br />

in quello stesso Palazzo dei Festival<br />

un Congresso straordinario, al quale hanno<br />

partecipato i delegati delle varie organizzazioni<br />

europee, fra cui il Consiglio dei<br />

Comuni d'Europa.<br />

Questo Congresso è stato in qualche modo,<br />

un tribunale in cui era posto sotto accusa<br />

il Governo francese e, benché io in nulla<br />

mi senta solidale con la pericolosa politica<br />

dei nostri dirigenti attuali, ne ho tratto una<br />

penosa impressione.<br />

In effetti, la Francia che in passato teneva<br />

a considerarsi il Campione nel rispetto<br />

dei Trattati, è oggi accusata, purtroppo a<br />

ragione, di rinnegare la sua firma.<br />

Io vorrei che ogni francese si rendesse<br />

conto del pericolo di un simile atteggiamento.<br />

La costruzione europea, che ci avrebbe<br />

evitato la seconda guerra mondiale, se gli<br />

sforzi di Briand avessero avuto successo,<br />

aveva suscitato una immensa speranza' ed una delegazione di 30 amministratori locali olandesi ha compiuto, dal 20 al 26 settembre, un vlagecco<br />

che il nostro governo, rifiutando l'ap- gio di studio organizzato dalllAICCE, dalla CECC e dalla Sezione olandese del CCE, attraverso il<br />

plicazione del ~ ~ di R ~ ~ ha rimesso ~ ~ t , Piemonte<br />

~<br />

e la<br />

t<br />

Valle<br />

~<br />

d'Aosta, Gli amministratori olandesi hanno avuto incontri con i rappresentanti<br />

dei Comuni e delle Province di Torino, Alessandria, Cuneo, Vercelli, della Provincia di<br />

tutto in questione.<br />

Novara, del Comune di Ivrea e della Regione della Valle d'Aosta. I delegati hanno inoltre com-<br />

Certamente, la parte dei delepiuto<br />

una visita alla FIAT e agli stabilimenti della Olivetti di Ivrea. Nelle foto: il presidente della<br />

Amministrazione provinciale di Alessandria, Sisto, saluta gli ospiti; il cordiale incontro fra il<br />

gati saliti sulla tribuna del Congresso, ha presidente della Sezione olandese del CCE, Schmedding, e il presidente della FIAT, Valletta.


ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 7<br />

-- . .. - ~<br />

.-e-.- P<br />

.~ . ~ .<br />

STRASB'CTRGO - BRUXELLES - LUSSEMBURGO<br />

Cronaca delle Istituzioni europee<br />

I. La seduta del Parlamento Europeo<br />

I1 Parlamento Europeo si è riunito in<br />

un'unica seduta, la mattina del 24 settembre.<br />

Esso ha proceduto anzitutto all'elezione<br />

del suo Presidente: l'on. Duvieusart infatti,<br />

in carica fino allora, non si era ripresentato<br />

alle elezioni belghe della scorsa estate,<br />

ed aveva quindi, correttamente, presentato<br />

le proprie dimissioni anche a Strassburgo. Una<br />

bella lezione per il Parlamento italiano, che<br />

si avvia alla fine della legislatura senza aver<br />

rinnovato la propria Delegazio'ne, composta<br />

in buona parte di K trombati » (v. K Comuni<br />

d'Europa del marzo 1965, n. 3), in nessuna<br />

delle tre Assemblee europee, mostrando<br />

co'sì per l'integrazione eurospea, lo stesso<br />

disprezzo, nel suo piccolo, e al di là delle<br />

semplici prese di posizione verbali, di cui fa<br />

prova, con ben altri mezzi di azione e di<br />

press'ione, il generale De Gaulle.<br />

A succedere all'ex parlamentare democristiano<br />

belga è stato chiamato il suo concittadino<br />

e collega di partito on. Leemans<br />

(che resterà in carica fino a quando non<br />

sarebbe s~irato il mandato di Duvieusart,<br />

a procedimento di epurazione. La cosa è<br />

di per sé meno grave per un belga fiam-<br />

mingo, dato che i procedimenti sono stati<br />

in questa regione eccezionalmente numerosi,<br />

e Leemans fu prosciolto da ogni accusa, e<br />

che il collaborazionismo aveva un signifi-<br />

cato particolare nelle Fiandre, dove la po-<br />

polazione si sentiva, come si sente tuttora,<br />

oppressa dall'elen~ento vallone e vedeva un<br />

po' nei tedeschi, per quanto ciò ~aradossale<br />

possa sembrare, dei liberatori: non diver-<br />

samente, in fondo, a quanto avvenne, via via,<br />

per i tedeschi della Saar, o per quelli di Dan-<br />

zica, dei Sudeti o, oggi, del Sud Tirolo. Sa-<br />

rebbe stato meglio, ad ogni modo, che a pre-<br />

siedere, sia pure per un breve periodo, un'As-<br />

semblea che si autodefnisce Parlamento Eu-<br />

ropeo fosse chiamata una personalità su cui<br />

non gravassero ombre di questo genere, sep-<br />

pure le più vaghe.<br />

Nel corso della stessa seduta il Parla-<br />

di Andrea Chiti Batelli<br />

mento Europeo ha fulmineamente approva-<br />

to, senza discussione, la seguente risolu-<br />

zione sull'attuale situazione della Comuniti:<br />

I1 Parlamento Europeo,<br />

garante dei Trattati di Parigi e di Roma e<br />

interprete della volontà popolare, da cui deriva<br />

la propria autorità,<br />

sottclinea che nessun paese membro ha il<br />

diritto di sottrarsi agli impegni assunti in virtù<br />

di tali Trattati;<br />

ricorda ai sci Pacsi membri delle Comu-<br />

nità che i Trattati devono essere integralmente<br />

rispettati ed applicati nei termini previsti, in<br />

particolare per quanto riguarda la costituzione,<br />

le competenze e gli obblighi di ciascuna isti-<br />

tuzione comunitaria;<br />

rivolge un appello ai parlamenti nazionali<br />

affinché ottengano dai rispettivi governi l'appli-<br />

cazione di tale politica;<br />

approva l'azione della Commissione della<br />

CEE D.<br />

Veni, vidi, vici. Se le chiacchiere faces-<br />

sero farina, la crisi comunitaria sarebbe già<br />

superata.<br />

e cicè fino alla prossima primavera). I1 11. La riunione congiunta del P. E. e delllAssemblea<br />

Gruppo socialista si è astenuto dalla vota- Consultiva: i rapporti commerciali Est - Ovest.<br />

zione, in considerazione del fatto che, nel<br />

dopoguerra, l'on. Leemans è stato sottoposto<br />

La CEE e il CCE<br />

Relazioni con i rappresen-<br />

tanti degli enti locali<br />

e degli Stati membri.<br />

150. La Commissione ha contatti<br />

peri'odici con i rappresentanti delle<br />

organizzazioni nazionali ed interna-<br />

zionali delle amministrazioni locali,<br />

sia in occasione di riunioni a Bru-<br />

xelles, sia di colloqui organizzati da<br />

detti enti. Inoltre, la Commi~s:~one<br />

ha chiesto ai rappresentanti degli<br />

enti locali, attraverso il Consiglio dei<br />

Comuni d'Europa, di ricevere le<br />

osservazioni sulle conclusioni dei<br />

gruppi di lavoro, dando così inizio<br />

ad un fruttuoso scambio di vedute.<br />

La Commissione è disposta a ricer-<br />

care, con gli Stati membri, una pro-<br />

cedura che permetta di intensificare<br />

taii contatti.<br />

(dall'u Ottava Relazione aene-<br />

rale aull'attività della Comu-<br />

nità » pubblicata dalla Co'm-<br />

missione della CEF. - giu-<br />

gno 1965, cap. 111)<br />

Questa riunione, che ha carattere annuale<br />

e dura un paio di sedute, 6 destinata ad un<br />

giro di orizzonte sull'integrazione comunitanza<br />

per determinati settori. La relazione della<br />

Commissione per il commercio estero del<br />

Parlamento Europeo ricorda, ad esempio, chc<br />

nei prossimi anni presumibilmente un terzo, di<br />

taria. Quest'anno l'accento è Stato posto sui tutte le esportazioni dcll'industria francese di<br />

problemi degli scambi est-ovest.<br />

Ecco quanto ha affermato, nella relazione<br />

Per il Park-~mento Europeo (doc. 751, l'ori.<br />

beni strumentali sarà diretto verso l'Unione<br />

sovietica; se si inseriscono gli altri paesi socialisti,<br />

la percentuale oscillerà persino tra il 40<br />

e il 50%,. Come già menzionato, l'Italia copre<br />

Achenbach. liberale tedesco: circa il 20% del suo fabbisogno di petrolio nel-<br />

C La maggiore o minore importanza del com-<br />

mercio estero dipende direttamente dall'am-<br />

piezza del mercato rappresentato da uno Stato<br />

o da un'unione di Stati retti da una volontà<br />

politica unitaria. Esso non dipende in alcun<br />

modo dal regime esistente in tale Stato o<br />

unione di Stati, sia esso di tipo democratico<br />

o dirigistico.<br />

Nel 1963, le importazioni e le esportazioni<br />

dell'unione sovietica sono ammontate rispet-<br />

tivamente al 33% circa del suo prodotto sociale<br />

lordo. Nello stesso anno, le importazioni glo-<br />

bali degli USA ammontavano al 2,9% e le ecpor-<br />

tazioni al 3,9% del suo prodotto sociale lordo?<br />

Se si considera la CEE nel suo complesso~,<br />

il suo commercio con paesi terzi rappresenta<br />

circa il <strong>10</strong>% del prodotto sociale lordo, per<br />

quanto concerne le importazioni, e il 91, per<br />

quanto concerne le esportazioni.<br />

Se si giungesse ad una fusione dei mercati<br />

della CEE e del!'EFTA, l'aliauota del com-<br />

mercio estero effettivo (ci06 con paesi terzi)<br />

si ridurrebb,? ulteriormente e si avvicinerebbe<br />

ai valori degli Stati Uniti e dell'unione sovie-<br />

tica. Nel 1963, le importazioni in un siffatto<br />

mercato eiiropeo dai paesi terzi sono state<br />

dell'ordine del 7,5% circa e le esportazioni<br />

del 6% del prodotto sociale lordo.<br />

I1 motivo è evidente. I1 grado di autoappruv-<br />

vigionamento si eleva nella misura in cui è<br />

possibile una razionalizzazione dcll'economia.<br />

Gli scambi quindi sono ampiamente determi-<br />

nati dall'ampiezza delle singole economie.<br />

I1 commercio con il " campo socialista ", ben-<br />

ché po'co rilevante, assume una grande impor-<br />

l'Unione sovietica.<br />

In sé, questo fatto non dà luogo a preoccupa-<br />

zioni. Esso può essere ricondotto a due elementi:<br />

le economie nazionali dei paesi a ccmmercio di<br />

Stato non hanno possibilità di esportazione in<br />

altri settori della produzione e, d'altronde, le<br />

loro capacità industriali, che si trovano in una<br />

fase organizzativa, richiedono determinate im-<br />

portazicni prioritarie.<br />

Questa situazione diventa preoccupante solo<br />

in relazione a due fatti:<br />

1) nei coni-runti dei paesi a commercio di<br />

Stato non esistono basi concorrenziali equiva-<br />

lenti e qucsti paesi, in seguito a loro monopolio<br />

del commercio esterno, possono manipolare i<br />

loro prezzi;<br />

2) in questi paesi, più che in qualsiasi altro<br />

paese del mondo, i1 commercio estero è pra-<br />

ticato secondo criteri essenzialmente politici e<br />

gli scambi commerciali possono, in seguito al<br />

nesso diretto che esiste tra Stato e organizza-<br />

zioni di commercio estero, essere orientati in<br />

breve tempo in funzione dei predetti criteri.<br />

Per i1 primo probleina, le pratiche seguite<br />

dall'unione sovietica nella sua politica di espor-<br />

tazione del petrolio offrono un esempio signifi-<br />

cativo. Ne1 1963-64, i prezzi del petrolio sovie-<br />

tico ammontavano:<br />

- negli Stati dell'Europa orientale, a 19-20<br />

rubli,<br />

- negli Stati neutrali, al livello del rmer-<br />

cato mondiale,<br />

- nell'Europa occidentale, a circa 11 rubli.<br />

-


In q~iesta sitiiazione, la Comunità non dispone<br />

ancora di una politica uniforme.<br />

Tale politica dovrebbe essere instaurata in<br />

due tappe:<br />

1) ccordinamento delle politiche e pratiche<br />

commerciali degli Stati membri nei confronti<br />

dei ~aesi a c=mn:ercio di Stato, per sormontare<br />

l'impcssibile situazicne nella quale, come ha<br />

conrtatato la Commissione per il commercio<br />

estero d~l Parlamento Euro,-eo, "cgni Stato<br />

membro può ancora importare liberamente<br />

merci dai paesi del blccco orientale. senza il<br />

freno di un determinato limite di prezzo e<br />

invadere cm tale merce i mercati degli altri<br />

cinque paesi della CEE ";<br />

2) instaurazione di una politica commerciale<br />

cgmune nei confronti dei paesi a commercio<br />

di Stato, che dovrebbe essere applicata<br />

dall'organo comunitario, la futura Alta Commissicne.<br />

Negli scambi tra grandi mercati, dunque fra<br />

USA, CEE e blocco orientale, il commercio<br />

dcvrebbe ritrcvare il suo vero obiettivo, il<br />

proprio utile inteso nel giusto senso, l'interesse<br />

dell'acquirente e del venditore. Un commercio<br />

praticato secondo questi principi, un commercio<br />

senza riserve mentali, migliorerebbe il clima<br />

generale e non ostacolerebbe i tentativi volti ad<br />

una intesa politica nell'interesse della pace<br />

universale n.<br />

Anche l'Ambasciatore Guido Colonna di<br />

Paliano, membro italiano della Commissio-<br />

ne della CEE, ha ribadito l'esigenza di una<br />

politica c2mmerciale comune della CEE<br />

verso l'est, che la Commissione stessa ha<br />

proposto, nelle sue grandi linee, fin dal<br />

febbraio scorso. Tuttavia - egli ha ag-<br />

giunto prudentemente - condizione essen-<br />

ziale per poter addivenire a soluzioni sod-<br />

disfacenti è la volontà di tutti gli Stati<br />

occidentali di pervenire ad orientamenti<br />

omogenei D.<br />

Non sembra che questa condizione esista,<br />

o debba esistere prossimamente: Vi sono<br />

tante politiche in materia di scambi com-<br />

merciali tra est e ovest quanti sono i pmt-<br />

ners di tali politiche P, afferma la relazione<br />

pclitica sull'argomento presentata per 1'As-<br />

semblea Consultiva del Consiglio d'Europa<br />

dal gollista Nessler (Doc. 1961): il quale,<br />

prtendo da questa base, tesse le lodi del<br />

bilateralismo, che permette ai Paesi del-<br />

l'est di affermare la loro sovranità n. (Que-<br />

sto, il ritorno a un piccolo e gretto nazio-<br />

nalismo, è tutto quello che oggi l'Europa<br />

può proporre loro!).<br />

Del resto, i rilievi tecnici aggiunti molto<br />

opportunamente alle considerazioni generali<br />

fin qui accennate dalla relazione economica<br />

sullo stesso argomento, sempre per 1'Assem-<br />

blea Consultiva, dell'on. Hagnell, socialista<br />

svedese (Doc. 1964), aggiungono molto op-<br />

portunamente ulteriori argomenti, atti a ri-<br />

dimensionare il problema:<br />


ottobre 1965<br />

Quali sono, prosegue Weber, gli strumenti<br />

essenziali della politica congiunturale?<br />

La Banca centrale o banca d'emissione, incaricata<br />

di regolarizzare la circolazione monetaria<br />

di un paese e di assicurare l'equilibrio della<br />

bilancia dei pagamenti costituisce uno dei principali<br />

organi responsabili dell'orientamento e<br />

dello sviluppo economico. Fra i mezzi di cui<br />

essa dispone occorre ricordare la politica di<br />

credito sul mercato monetario per lo sconto<br />

degli effetti e la politica di open market (compra-vendita<br />

di oro e di carte-valori). In molti<br />

paesi la Banca centrale può fissare la misura<br />

di liquido (riserve minime) che deve essere<br />

posseduta dalle banche, influenzando cosi il<br />

volume del credito.<br />

La disciplina del mercato dei capitali costituisce<br />

egualmente una delle funzioni della<br />

Banca centrale. in collegamento cc1 Tesoro.<br />

L'obiettivo ~uò essere raggiunto attraverso il<br />

controllo delle emissioni interne e più particolarmente<br />

di quelle all'estero, e attraverso prestiti<br />

in altri paesi.<br />

Infine, se le banche sono sue creditrici, la<br />

Banca ccntrale ~;uò limitare la concessione di<br />

crediti, con conseguente restrizione dell'attività<br />

economica a carattere deflazionista n.<br />

Queste considerazioni richiamano il com-<br />

plesso problema della politica monetaria in-<br />

ternazionale, a cui giusto un anno fa lo stesso<br />

Weber dedicò un'importante relazione (Doc.<br />

1808), s3ttolineandone il dilemma fonda-<br />

mentale:<br />

Si afferma spesso che è impossibile alla<br />

lunga assicurare la stabilità permanente della<br />

moneta all'interno e all'esterno; e poiché la<br />

stabilità interna è più importante, si ritiene<br />

che si dovrebbe rinunziare all'idea della sta-<br />

bilità dei tassi di cambio, come ha di recen-<br />

temente sostenulo il prcf, Albert Hahn (Kyklus-<br />

Verlag, Basilea 1964) D.<br />

L'on. Weber ha buon gioco in detta rela-<br />

zione nel dimostrare la precarietà e gli in-<br />

convenienti, per il commercio internazionale<br />

di una tale soluzione più le economie na-<br />

zionali sono strettamente integrate, più gravi<br />

sono i perturbamenti causati dalle mcdifiche<br />

dei tassi di cambio B, anche se non e in<br />

grado di dire come, al di fuori di un sistema<br />

federale, si ,possa alla lunga esser certi di<br />

poter sfuggire a quel dilemma; e, in base ad<br />

argomentazioni di tipo funzionalistico assai<br />

abili, sostiene che una collaborazione inter-<br />

nazionale abbastanza ampia e bene studiata<br />

potrebbe, ove la buona volontà non facesse<br />

difetto, arrivare a risolvere, specie attraverso<br />

un sistema di crediti reciproci multilaterali,<br />

il problema della stabilità, senza pregiudicare<br />

la convertibilità e la stabilità dei tassi di<br />

cambio.<br />

Ma quando - tornando al primo dei due<br />

rapporti - Weber enumera gli altri stru-<br />

menti, oltre alla politica monetaria, propri<br />

della manovra anticiclica, risulta difficile<br />

continuare a pensare che essi possano essere<br />

manovrati a livello internazionale attraverso<br />

acccrdi, e non decisioni vincolanti e - il che<br />

apy;are altrettanto grave - senza alcun in-<br />

tervento dell'opinione pubblica, cioè senza<br />

alcuna organizzazione di canali democratici<br />

al livello effettivo a cui le scelte vengono<br />

prese: insomma, anche qui, senza un vero e<br />

proprio Governo responsabile al livello dalle<br />

decisioni.<br />

E Altro strumento, ed egualmente importante,<br />

della politica anticiclica - prosegue infatti<br />

Weber - è la politica finanziaria dello Stato:<br />

COMUNI D'EURQPA 9<br />

Lucca - Colmar - Sint Niklaas - Schongau<br />

dal 3 al 14 seitembre scorso Lucca ha ospitato 32 giovani provenienti dalle città gemelle di<br />

Colmar, Sint Niklaas e Schongau che a loro volta avevano ospitato durante l'estate 30 giovani<br />

lucchesi (<strong>10</strong> per ciascuna città). Durante il soggiorno a Lucca gli ospiti hanno preso parte a<br />

varie manifestazioni, fra le quali una visita all~ città e alle località vicine (Pescia, Collodi,<br />

RIontecatini, Bagni di Lucca, Barga, Castelveccchio Pascoli, Castelnuovo Garfagnana, Gramolazzo,<br />

Orto di Donna, Viareggio, Torre del Lago Q Firenze) e incontri con le famiglie lucchesi<br />

che hanno ospitato i giovani, ed hanno infine assistito ad un torneo internazionale di scherma<br />

al quale pertecipavam le squadre di Lucca, Colmar e Schongau.<br />

il bilancio esercita un'influenza profonda sul-<br />

l'attività economica, tanto per ciò che concerne<br />

le spese e le entrate tanto per quel che si<br />

riferisce alla politica del credito. Questa in-<br />

fluenza è proporzionale alla quantità di reddito<br />

nazionale controllata dallo Stato, e attualmente,<br />

se si contano anche le imprese pubbliche e le<br />

assicurazioni sociali controllate dallo Stato, que-<br />

st'ultimo ha sotto la propria influenza dal 25<br />

al 40% del reddito nazionale.<br />

Le spese pubbliche agiscono sul mercato come<br />

domanda; e se questa in parte è fissa (spese<br />

stabilite per legge) una parte invece è fles-<br />

sibile: può esser cioè aumentata o ridotta o<br />

orientata in detcrminate direzioni. Ciò avviene<br />

in particolare nelle prestazioni a terzi, e in<br />

specie nelle spese per costruzioni e negli<br />

investimenti di ogni genere. Un'influenza anti-<br />

congiunturale è esercitata altresì da spece come<br />

i sussidi di disoccupazione, che crescono auto-<br />

maticamente in periodi di depressione e dimi-<br />

nuiscono in pericdi di alta congiuntura.<br />

Nel settore delle entrate le imposte possono<br />

essere utilizzate in modo molto efficace al<br />

servizio della politica della congiuntura. I1<br />

migliore sti-umento è un'imposta progressiva<br />

sul reddito la quale esercita anche un'azione<br />

congiunturale, giacché via via che i redditi<br />

aumentano, essa. ne assorbe progressivamente<br />

una parte proporzionalmente maggiore, mentre<br />

quando essi diminuiscono, essa diminuisce più<br />

rapidamente di questi.<br />

In certi casi un'imposta sul consumo (in par-<br />

ticolare l'imposta sulla cifra d'affari) può ser-<br />

vire ad aumentare o a ridurre la domanda. In<br />

genere solo le imposte percepite all'origine per-<br />

mettono un intervento rapido ..<br />

Weber enuncia tutta una serie di altre<br />

misure capaci di influire sulla congiuntura,<br />

precisandone la natura e la pxtata: il regime<br />

fiscale degli ammortamenti, la creazione di<br />

riserve di lavoro, la politica del credito puh-<br />

blico, che insieme a quella della banca di<br />

emissione influenza il tasso dell'interesse, le<br />

misure tendenti a favorire la mobilità della<br />

mano d'opera, il controllo dei prezzi e dei<br />

salari e, più in generale la K politica dei<br />

redditi P, a pro~posito della quale egli afferma:<br />

s "Nella misura in cui aumenta la produtti-<br />

vità economica per unità di lavoro, il reddito<br />

reale può essere migliorato senza che ne co:l-<br />

segua un aumento dei prezzi: gli aumenti di<br />

salario il cui tasso non superi quello del miglio-<br />

ramento della produttività econcmica non eser-<br />

citano effetti inflazionistici ". Ma bisogna con-<br />

vincere i diversi gruppi economici, datori di<br />

lavoro e lavoratori, che essi " devono mantenere<br />

il miglioramento dei loro redditi entro questi<br />

limiti " .<br />

La relazione termina con due osservazioni<br />

fondamentali: anzitutto che l'elenco di cui<br />

sopra è tuttaltro che completo; in secondo<br />

luogo che le misure indicate, se prese sepa-<br />

ratamente, hanno tutte un effetto unilaterale,<br />

sicché . un loro coordinamento è indispensa-<br />

bile in tutti i settori, se si vogliono ottenere<br />

risultati positivi D.<br />

E' appunto quanto basta a dimostrare che<br />

le vaghe consultazioni previste dall'art. <strong>10</strong>3


1 O COMUNI D'EUROPA<br />

BANCO DI NAPOLI<br />

Istituto di credito di diritto pubblico fondato nel 1539<br />

Fondi patrimoniali e riserve: L. 22.842.51 7.1 71<br />

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Francoforte sul Meno - Buenos Aires<br />

Corrispondenti in tutto il mondo<br />

del Trattato CEE per una politica congiuri- gioventù, nell'ambito del Patto franco-ger-<br />

turale comune sono tutt'altro che sufficienti, manico; sia infine - Last but not least -<br />

e che in situazioni veramente difficili solo perché l'argomento è strettamente connesso<br />

un Governo europeo riuscirà a svolgere una con quello di un programma organico di<br />

politica continentale della congiuntura. scambi intercomunali, e interessa quindi<br />

direttamente gli Enti locali.<br />

Anche a questo problema perciò, per la<br />

stessa ragione, dedicheremo una trattazione<br />

Coordinamento dell' aviazione a ,arte Drossimo numero<br />

civile in Europa<br />

Questo tema, a cui sono state dedicate due<br />

relazioni dell'on. Duynstee, riveste una tale<br />

importanza, presenta una tale attualità ed è<br />

stato svolto, nei due documenti sopra ri-<br />

cordati, in modo così esauriente ed acuto,<br />

che preferiamo dedicare ad esso una trat-<br />

tazione a parte, insieme con quanto sull'argo-<br />

mento è stato detto e proposto in seno al<br />

Parlamento Europeo, a pag. 11 di questo<br />

numero.<br />

Creazione di un ente europeo<br />

della gioventu<br />

Difesa dall' inquinamento delle<br />

acque<br />

Se l'aviazione civile o la politica anticongiunturale<br />

sono argomenti tipici per la collaborazione<br />

a livello sovranazionale, quello<br />

della lotta contro l'inquinamento delle acque<br />

è invece tema che interessa, assai più che<br />

non organi internazionali o comunitari, i<br />

singoli governi, e soprattutto le regioni e<br />

gli altri poteri locali: come ricorderanno i<br />

lettori del numero di luglio-agosto di « Comuni<br />

d'Europa » dedicato alla pianificazione<br />

regionale in Germania, quest'argomento<br />

aveva largo spazio.<br />

I1 Consiglio d'Europa ha dedicato a questa<br />

assillante esigenza una delle sue migliori e<br />

più ampie relazioni (Doc. 1965) che è do-<br />

Anche questo argomento riveste un'importanza<br />

particolare: sia perché di esso si interessano<br />

tanto l'Assemblea Consultiva del<br />

consielio - d,EuroDa che il Parlamento Europeo<br />

(anche il ~ ~ ~ ha non d vuta dall'on. ~ Housiaux, ~ socialista t belga, ~ e che ~<br />

molti mesi fa approvato una risoluzione in verrà presto pubblicata, con aggiunte e ag-<br />

questo senso); sia perché il problema ha giornamenti, in un volume a parte. Va1 la<br />

acquistato una certa attualità, dopo il note- pena di segnalarlo, ora che anche in Italia<br />

vole successo dell'Ente franco-tedesco per la sembra che ci si sia resi conto della gravità<br />

ottobre 1965<br />

P- P-<br />

del problema, messo a fuoco da alcuni im-<br />

portanti pubblicazioni e atti di congressi cu-<br />

rati dall'Associazione Nazionale di Ingegne-<br />

ria Sanitaria (e, più brevemente, da una<br />

nota del prof. G. Evangelisti dell'università<br />

di Bololgna, apparsa nel Quaderno n. 70, del<br />

1964, dell'Accademia Nazionale dei Lincei),<br />

e ora all'attenzione dei politici attraverso la<br />

nomina, avvenuta nell'ottobre 1964, di una<br />

commissione di studio presso il Ministero<br />

dei Lavori Pubblici, presieduta dall'ing. Fe-<br />

derico Biraghi.<br />

La stessa ampiezza della relazione Hou-<br />

siaux rende impossibile un riassunto partico-<br />

lareggiato. Ci contenteremo di dare un'idea<br />

generale dell'importanza della questione ci-<br />

tando ciò che esso afferma in forma intro-<br />

duttiva, sotto il titolo paradossale L'acqua,<br />

risorsa rara e preziosa »:<br />

8 Fra le risorse naturali, l'acqua occupa un<br />

posto a parte, a ugual distanza fra il regno<br />

vivente e quello inanimato. Senz'acqua, ogni<br />

vita scompare. L'acqua non è infatti soltanto<br />

una soreente di ossieeno e di idrogeno; è<br />

anche l'elemento costitutivo più importante<br />

degli esseri viventi, giaccilé costituisce il 60%<br />

del peso dell'uomo e fino al 95% di quello di<br />

una pianta.<br />

Lo studio quantitativo dell'acqua mostra che<br />

il 98% delle acque terrestri sono salate. La quasi<br />

totalità di acqua dolce che rimane è costituita<br />

dalle calotte glaciali. L'uo'mo ha a sua dispomsi-<br />

zione 53<strong>10</strong> 35'0.000 km3 di acqua dolce di<br />

superficie. 150.000 km3 di acqua sotterranea e<br />

13.000 km3 di acqua atmosferica (di cui, pra-<br />

ticamente si può non tener conto).<br />

Nel complesso queste risorse sembrano impor-<br />

tanti e sono bastate, nel corso dei millenni,<br />

ai bisogni dell'uomo, il quale ha appunto sfrut-<br />

tato sia le acque di superficie - fiumi, torrenti,<br />

laghi e stagni - sia quelle sotterranee. me-<br />

diante fonti. trivellazioni, pozzi e gallerie.<br />

Di recente tuttavia, in seguito allo straordi-<br />

nario aumento nuinerico dell'umanità e alla<br />

sua evoluzione sociale, economica, tecnica e<br />

culturale, che l'ha condotta al dominio effettivo<br />

del pianeta, l'uomo è arrivato ad un punto<br />

in cui le risorse di acqua disponibili non gli<br />

bastano più o non gli basteranno entro ua<br />

breve spazio di tempo. Se si tiene conto del<br />

ritmo di consumo attualmente raggiunto dai<br />

Paesi industrializzati - e che aumenta pro'gres-<br />

sivamente - la popols.zione della terra, quale<br />

essa sarà tra l00 anni, si troverà a scarseggiare<br />

di acqua.<br />

Alla rarefazione, dovuta all'aumento dei biso-<br />

gni, corrisponde il deterioramento della qualità<br />

dell'acqua, che costituisce l'aspetto negativo, il<br />

prezzo del progresso sociale e tecnico che è<br />

alla. base dell'evoluzione umana. L'inquinamento<br />

delle acque ad opere dell'uomo, che le rende<br />

disadatte a diversi usi, deve essere considerato<br />

come uno dei fattori più importanti della dimi-<br />

nuzione delle risorse complessive.<br />

Non si tratta di drammatizzare la situazione,<br />

ma di riconoscerne l'effettiva gravità. L'acqua.<br />

che sembrava inesauribile, sta per divenire un<br />

bene raro! Senza c!ie vi sia penuria per l'imme-<br />

diato futuro, è necessario conservarla con cura<br />

fin d'ora, tanto quantitativamente come quali-<br />

tativamente.<br />

Con gli Stati Uniti, l'Europa Occidentale è<br />

oggi in testa allo sviluppo econcmico sociale.<br />

I1 suo aumento demografico è tale che le sue<br />

città e i suoi centri industriali si estendono e<br />

si n~oltiplicano a ritmo accelerato. In molte<br />

regioni europee molto popolate e molto indu-<br />

strializzate la situazione delle risorse d'acqua<br />

può già essere considerata, senza tema di esa-<br />

gerazione, critica. Si hanno difficoltà di alimen-<br />

tazione e peggioramento della qualità. Tanto in<br />

Francia, nei dipartimenti delllEst o del Nord,<br />

in Germania, nella Ruhr, nel Belgio o nei<br />

Paesi Bassi il problema ha acquistato una<br />

importanza notevole e minaccia lo sviluppo<br />

economico. (E il relatore avrebbe potuto citare<br />

anche la sit?tazione di alcune grandi città ita-<br />

liane).<br />

Orbene, la ripartizione delle risorse idriche<br />

sulla terra non è uniforme: l'acqua non è<br />

sempre disponibile, né la sua erogazione 6


ottobre 1965<br />

- P-<br />

---<br />

-- P --<br />

regolare e costante: la curva delle erogazioni<br />

e la curva dei consumi non ccncordano affatto,<br />

anzi presentano spesso un fenomeno di diver-<br />

genza spiegabile con il fatto che le punte di<br />

consumo corrispondono ai periodi di erogazione<br />

minima.<br />

D'altra parte non si possono sottoporre inde-<br />

finitivamente a sfruttainento eccessivo le falde<br />

sotterranee (si ritiene che vi sia sfruttamento<br />

eccessivo quando si pcjmpa più del 1.0% della<br />

loro capacità annua). Così, dei 150.000 km" di<br />

acque sotterranee di cui dispone la terra, s'e ne<br />

dovrebbero usare scltanto 15.000, riservandoli<br />

agli usi domestici quando si tratti di acque<br />

adatte al consumo 1).<br />

Ed ecco alcune considerazioni pratiche re-<br />

lative all'Europa, contenute nella risoluzione<br />

proposta dall'on. Housiaux e approvata dal-<br />

l'Assemblea:<br />

C C L'inquinamento delle acque dolci raggiunge<br />

in Europa una gravità tale che, senza un'azione<br />

rapida coordinata ed efficace, la situazione può<br />

divenire preoccupante e, in certi casi, irrever-<br />

sibile. L'approvvigionamento in acqua potabile<br />

delle popolazioni e il fabbisogno d'acqua del-<br />

l'agricoltura e dell'industria sono spesso com-<br />

promessi; la situazione dei laghi e dei grandi<br />

fiumi europei è allarmante, mentre il consumo<br />

d'acqua aumenta tanto rapidamente che se ne<br />

prevede il raddoppio entro 20 anni.<br />

Pertanto il problema generole dell'acqua deve<br />

essere oggetto di una politica d'insieme a<br />

lungo termine la cui responsabilità incombe ai<br />

governi. Ogni azione volta ad evitare una<br />

maggiore degradazione dell'acqua e a ridurre<br />

l'attuale inquinamento deve essere concepita<br />

nell'ambito di questa più vasta politica. Al<br />

tempo sttsso dovrà essere organizzata una col-<br />

laborazicne internazionale sistematica nel campo<br />

della ricerca, della formazione del personale<br />

scientifico e tecnico, così come della centraliz-<br />

zazione della documentazione in materia legi-<br />

slativa, amministrativa e scientifica, tenendo<br />

conto degli importsnti lavori già compiuti da<br />

vari enti, e in particolare dall'OMS e dalla<br />

FA0 ..<br />

Nel campo nazionale la risoluzione propone<br />

la creazione di:<br />

a) un ente centrale, responsabile davanti<br />

al Ministro competente o davanti al Capo del<br />

Governo, fornito di poteri amministrativi ade-<br />

guati per fare applicare la legislazione contro<br />

l'inquinamento;<br />

b) per ciascun bacino di drenaggio, un ente<br />

incaricato di fare applicare le norme relative<br />

e di prendere le disposizioni necessarie alla<br />

lotta contro l'inquinamento;<br />

C) commissioni consultive miste composte<br />

dai rappresentanti dei poteri pubblici (ivi com-<br />

presi, aggiungiamo noi, i ~appresentanti dei<br />

poteri locali), di rappresentanti dei consuma-<br />

tori e di esperti indipendenti, incaricate di<br />

aiutare e di consigliare tali enti n.<br />

Dall'esaurientissima relazione - troppo<br />

vasta, come si diceva, per poter esser rias-<br />

sunta compiutamente - trarremo solo due<br />

osservazioni particolari. La prima concerne<br />

il costo del depuramento delle acque:<br />

1, Per quanto indispensabili, queste misure di<br />

depuramento non sono applicate in modo abba-<br />

stanza generale, a causa delle notevoli spese<br />

che esse implicano. Inquinare l'acqua non costa<br />

nulla; prevenire l'inquinamento costa molto<br />

caro. Si pone qui un problema nuovo per le<br />

economie nazionali, che non è ancora stato<br />

risolto: le spese di depuramento non hanno<br />

ancora trovato il posto che meritano nei bilanci<br />

nazionali o comunali, né in quelli dell'indu-<br />

stria. E' normale comprendere, nelle previsioni<br />

sul costo di una costruzione urbana o di un<br />

impianto industriale, le spese per condutture<br />

d'acqua; è raro che si preveda una spesa per<br />

un impianto di depuramento deiie acque uti-<br />

lizzate.<br />

... La Repubblica Federale Tedesca valuta il<br />

costo degli impianti di depuramehto delle acque<br />

usate, per i prossimi dieci anni, a <strong>10</strong> miliardi<br />

di marchi, di cui 6 miliardi per le collettività<br />

urbane e rurali e 4 per l'industria B. -<br />

COMUNI D'EUROPA 11<br />

- - - . - - --- - -- - . p<br />

La seconda osservazione si riferisce al- La creazione di autorità di bacino, chiamate<br />

l'importanza decisiva che ha in questo set- alla funzione di perno e di strumento fondatore<br />

il decentramento, e quindi ai compiti<br />

capitali che spettano agli enti locali:<br />

mentale della lotta contro l'inquinamento, non<br />

ccstituisce una novità. Nuove sono però le<br />

vaste competenze e le concrete responsabilità<br />

seguendo gli insegnamenti dEll,esperienza,<br />

le legislazioni più progredite si sforzano di<br />

che ad esse sono conferite e che fanno di esse<br />

l'organo arnministrativo d'azione per eccellenza.<br />

organizzare la lotta contro l'inquinamento delle Un buon esempio è costituito dai rivers boards<br />

acque secondo i limiti geografici e naturali e di<br />

rcmpere gli schemi delle delimitazioni amministi-ative-tradizionali,<br />

che rispondono ad altre<br />

necessità. L'esperienza ha perentoriamente model<br />

Regno Unito p.<br />

E, auspicabile che una esauriente<br />

strato che la lotta niù efficace contro llinauinamento<br />

si ha al livello del bacino di drenaggio.<br />

zione sia di stimolo, anche in ~talia, per<br />

passare dalle parole ai fatti.<br />

L' aviazione civile, problema europeo<br />

Mentre la Comunità Economica Europea<br />

è in crisi, mentre tale crisi sembra riflet-<br />

tersi anche sugli sforzi - essi pure are-<br />

nati - volti a dar vita ad un organismo<br />

modesto come « Air-Union n, e mentre, d'al-<br />

tra parte, il progresso aeronautico si trova<br />

davanti a quella grandiosa, duplice rivo-<br />

luzione che ci annuncia per il prossimo de-<br />

cennio, tanto con l'avvento, anche nel set-<br />

tore dei trasporti, dell'era supersonica,<br />

quanto, e più, con le nuove pussibilità che<br />

le conquiste della scienza e della tecnica<br />

aprono, nel campo subs;.nico, a una gran-<br />

de aviazione di massa, con appareclchi di<br />

oltre 1.000 passeggeri e con tariffe ridotte<br />

anche a meno di un terzo di quelle attuali<br />

(una rivoluzione alla quale l'aviazione eu-<br />

ropea appare del tutto impreparata) sembra<br />

particolarmente oliportuno fare il punto sulla<br />

situazione, per cercar di definire chiara-<br />

mente i termini del problema, tanto nei suoi<br />

data tecnici quanto nelle sue implicazioni<br />

politiche; per rendersi quindi conto delle<br />

cause delle difficoltà e degli insuccessi che<br />

i tentativi di organizzare l'aviazione civile<br />

su basi europee hanno finora conosciuto; e<br />

per cercare così di suggerire ex informata<br />

conscientia rimedi validi per l'avvenire.<br />

L'indagine è senza dubbio necessaria, per-<br />

ché vi sono verità in campo europeo che,<br />

per quanto evidenti, si finge costantemente,<br />

al -livello ufficiale, di ignorare o di mini-<br />

mizzare; e perché l'« accelerazione della<br />

storia r fa sì che i dati tecnici cambino,<br />

anche in questo settore, con rapidità verti-<br />

ginosa. Ma in realtà quelle cause e quegli<br />

ostacoli hanno carattere permanente e si<br />

presentano così chiari e così poco opinabili,<br />

che chi possed-eva insieme competenza spe-<br />

cifica e sensibilità politica aveva già rico-<br />

nosciuto fin dall'immediato dopoguerra -<br />

quando i traffici aerei erano una assai pile-<br />

cola parte degli attuali - che l'Europa,<br />

come ebbe a dire André Siegfried, « costi-<br />

tuisce per sua natura una unità aerea n;<br />

cioè, conle già quindici anni fa spiegava il<br />

sen. Caron:<br />

(1 da un lato gli intralci derivanti dalle divi-<br />

sioni politiche e doganali che frazionano il già<br />

ristretto territorio del continente e dall'altro<br />

la coesistenza di =n gran numero di compagnie<br />

autonome e concorrenti nuoce allo sviluppo dei<br />

trasporti aerei e alla diffusio'ne di questi verso<br />

nuove e più larghe classi di utenti potenziali<br />

e fa si che di fronte alla organica saldezza del<br />

sistema aereo degli Stati Uniti i trasporti aerei<br />

del nostro continente rappresentino un coacervo<br />

di individuali anarchie; e ciò in conseguenza<br />

dell'importanza politica che ogni stato annette<br />

alla propria Compagnia di bandiera, il che<br />

rende estremamente difficile la creazione di<br />

un mercato comune. aereo in. Europa, e cioè<br />

la stipulazionc di un accordo multilaterale<br />

per la liberalizzazione dei diritti di traffico<br />

nello spazio aereo europ,co 1, (*).<br />

la situazione<br />

Per compiere la nostra analisi ricorre-<br />

remo soprattutto all'ausilio di tre relazioni<br />

(e di tre dibattiti), presentate e svoltisi,<br />

alle Assemblee Europee: l'una, discussa nel<br />

maggio scorso dal Parlamento Europeo (l);<br />

le altre due, presentate all'Assemblea Con-<br />

sultiva del Consiglio d'Europa dall'on.<br />

Duynstee, nell'ottobre dello scorso anno (2)<br />

e nella sessione di settembre di questo (3).<br />

Ecco appunto come la prima di queste due<br />

relazioni enuncia i dati fondamentali della<br />

situazio'ne (riassumiamo l'essenziale) :<br />

I1 traffico aereo passeggeri è aumentato dal<br />

1951 al 1962 del 400'3, ed offre pertanto grandi<br />

possibilità. Ciò nonostante, specie l'apparizione<br />

degli apparecchi a reazione, la loro adozione<br />

dal 1955 in poi, da parte di alcune compagnie<br />

americane e quindi, in una lotta di concor-<br />

renza sfrenata, da parte di tutte le altre, quar?-<br />

do i vecchi apparecchi non erano ancora am-<br />

mortizzati e continuavano ad essere in ottima<br />

efficienza, ha determinato delle gravi crisi<br />

finanziarie; ed altre e maggiori è facile pre-<br />

vederne per quando entreranno in funzione<br />

gli apparecchi supersonici, e cioè, presumibil-<br />

mente, a partire dal 1970.<br />

E' dunque indispensabile una maggiore col-<br />

laborazione tra compagnie e costruttori, con<br />

più deciso intervento pianificatore delle pub-<br />

bliche autorità al livello europeo.<br />

Ragioni di meschino nazionalismo e di pre-<br />

stigio ostacolano nel mondo, e non solo in<br />

Europa, sia la razionalizzazione, la colla-<br />

borazione e la fusione di varie compagnie, sia<br />

la realizzazione delle famose cinque libertà<br />

dell'aria stabilite alla Conferenza di Chicago<br />

del 1944:<br />

1) Diritto di sorvolare il territorio di uno<br />

Stato senza atterrare;<br />

2) diritto di atterrare per fini non com-<br />

merciali;<br />

3) diritto di sbarcare passeggeri, posta e<br />

merci in provenienza dallo Stato di cui l'aero-<br />

nave ha la nazionalità;<br />

4) analogo diritto d'imbarco verso detto<br />

Stato;<br />

5) stesso diritto di cui ai punti 3) e 4) nei<br />

confronti di qualsiasi Stato, col che si realiz-<br />

zerebbe l'assoluta libertà di volo da e verso<br />

qualunque punto del globo.<br />

Più di cinquanta Stati hanno K liberalizzato b)<br />

le due prime libertà. Nell'ambito europeo si<br />

è fatto qualche progresso verso la realizza-<br />

zione delle tre altre libertà ma, almeno per i<br />

voli regclari, solo sulla base di accordi bila-<br />

terali i quali in genere prevedono la conces-<br />

sione di diritti reciproci identici (per la stessa<br />

linea) o equivalenti (su diverse linee di impor-<br />

tanza analoga).<br />

(9 G. CARON,<br />

Scritti e discorsi si~ll'aviazioize<br />

civile, Roma, Litostampa, 1958, pp. 71-72; 226.


12 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />

Siamo - in un settore così progredito, dal rigi che risale al 1919 e che stabilisce il prin- temo di queste di orari e di frequenze di<br />

punto di vista scientifico e tecnico - ancora cipio 'Ovranità di ciascun Paese volo studiate con uguale razionalità - che<br />

al di sopra del prcpri:, territorio in materia<br />

allo stadio delle economie più primitive, di traffico aereo ,,, semplificherebbero considerevolmente i tra-<br />

quello del baratto: tu mi fai fare un volo sporti aerei intra-eurcpei, che diventerebbero<br />

a me, io ti fo fare un volo a te.<br />

LIO stesso autore ha dato la dimostrazione<br />

più ccrnvincente di questa affermazione in<br />

uno studio pubblicato lo scorso anno dall'università<br />

di Berlino (6). In esso egli dimostra<br />

che se lo spazio aereo europeo potesse<br />

venir considerato come un'unità sovranazionalmente<br />

organizzata, superando così i<br />

difetti insormontabili del bilateralismo (*),<br />

sarebbe passibile organizzare un sistema razionale<br />

di grandi linee europee - e, all'in-<br />

Si può ad ogni modo affermare che, anche<br />

se i piani ambiziosi che alcuni paesi avanza-<br />

vano nel dosoguerra non sono stati realizzati,<br />

n6 sembrano poterlc essere (creazione di una<br />

vera e propria autorità sovranazionale aerea<br />

mondiale, capace di gestire tutte le linee, sug-<br />

geriti dal ~artit:, lsburista inglese nel 1944<br />

ccn l'cpiiscslo Le ali della Pace; proposta in<br />

senso analogo, nello stesso anno, deli'Australia<br />

e della Nuova Zclanda alla Ccnferenza di<br />

Chicago); e certo tuttavia che gli organi con-<br />

sultivi di disciplina del traffico o di coope-<br />

.razione commerciale che si è riusciti a met-<br />

tere in funzione - Organizzazione dell'Avia-<br />

zi-ne Civile Internazicnale (OACI); Associa-<br />

zione di Trasporto Aereo Intornazionale (IATA)<br />

- hinnc realizzato a livello mondiale il non<br />

molto che era possibile ottenere, sia, come si<br />

è visto, per quanto riguarda le prime due<br />

delle cinquc libertà, sia, attravers3 YIATA,<br />

per ciò che concerne la realizzxzione di un<br />

sistema di acc-rdi sulle tariffe minime e rela-<br />

tivi a compensazioni atte a consentire al pos-<br />

sessore del biglietto di una società di viag-<br />

giare su aerei di tutte le altre compagnie ade-<br />

renti all'accordo.<br />

Ma, al livell:, europeo, e tenuto conto dei<br />

progressi che l'integrazione ec-nomica ha ràg-<br />

giunt3 nel ncstro continente in altri settori,<br />

si può affermare che nel campo dell'aviazione<br />

civile si è fitto proporzionalmente molto meno<br />

che non a livello mondiale.<br />

gli obiettivi : razionalizzazione<br />

del traffico . . .<br />

Due sono gli cbiettivi essenziali da rag-<br />

giungere: anzitutto rompere la sovranith<br />

aerea nazionale, creare una vera e propria<br />

autorità sovranazionale euroyea, realizzare<br />

~ienaniente a livello continentale le cinque<br />

libertà (questo ncn è detto esplicitamente<br />

nella relazione, ma si può considerare una<br />

conseguenza logica delle sue premesse). In<br />

secsnda luogs è parallelamente raggiungere<br />

una integrazione così profonda delle com-<br />

pagnie aeree europee quale quella delle<br />

ccmpagnie dei tre Paesi scandinavi hanno<br />

realizzato in seno alla SAS (Scandinavian<br />

Airlines System), il primo passo per giun-<br />

gere pci ad una vera e propria compagnia<br />

eurc;pea unica, dotata di una propria per-<br />

sonalità giuridica.<br />

Data l'importanza del problema, e poiché<br />

mai fino ad ora si era avuta l'occasione,<br />

in queste nostre cronache, di affrontarlo,<br />

allargheremo le nostre considerazioni un po'<br />

al di là delle due relazioai citate.<br />

Sul primo punto (creazione di un'auto-<br />

rità aerea europea) unanime è l'opinione<br />

degli esperti:<br />

Una libertà controllata, applicata al tra-<br />

sporto aereo nell'area comunitaria, permette-<br />

rebbe di aumentare l'estensione delle linee e<br />

contribuire a ridurre i costi di produzione che<br />

il trasporto incontra sui percorsi attuali, oggi<br />

ostacolati dal principio della scvranità sullo<br />

spazio aereo nazionale V,<br />

scrive ad esempio un recente numero di<br />

una rivista italiana specializzata. (4) E il<br />

prof. Rossger, in un articolo particolar-<br />

mente notevole apparso in una rivista tede-<br />

sca dello stesso tipo (5), ribadisce:<br />

cc Ur, esame retr~spettivo degli sforzi compiuti<br />

per cercar d'integrare il traffico aereo in<br />

Europa mostra che auesti hanno tutti urtato<br />

contro l'ostacolo costituito dali'Accordo di Pa-<br />

al tempo stesso più pratici per il consuma-<br />

tore e più redditizi per il trasportatore, giac-<br />

ché fondati sulle esigenze effettive del traf-<br />

fico e sulle possibilità tecniche, e non le-<br />

gate ad accordi bilaterali.<br />

Non è possibile qui addentrarsi più oltre<br />

in questa interessantissima indagine; ma sa-<br />

rà almeno opportuno indicare quali sono.<br />

secondo il Rossger, queste grandi direttrici<br />

europee del traffico aereo ( C europaische<br />

Hauptrouten D), e riportare il diagramma<br />

(*) Tali difetti - aggiunge Duynstee - di-<br />

~~ -<br />

venteranno addirittura un ostacolo capitale<br />

quando, con l'avvento dei Supersonici, e Per<br />

relativo:<br />

H~~~~~~~~~ 1: scandinavia - ~ ~ ~ ~ F~b<br />

b<br />

derale Tedesca - Svizzera - Italia - Grecia,<br />

evitare i rumori molesti relativi, si dovrà far<br />

in modo che quegli apparecchi volino il meno<br />

possibile su territori abitati, stabilendo pcchi<br />

Hauptroute 11: Gran Bretagna - Benelux -<br />

Francia - RFT - Iberica.<br />

cc p3ints de rentré? ), in connessione con grandi Hauptroute III: Scandinavia - RFT - ~ e -<br />

- Gran Bretagna - Francia - Peniso'la<br />

aeroporti e il traffico superjo- ~ E ~ U X<br />

nico: il che sconvolgerà l'attuale rete e renderà lberica.<br />

il bilateralismo al livello europ~eo e se possibile Haupt~.oute 1V: Penisola Iberica - Svizzera<br />

ancor più superato. - Germania Meridionale - Austria.<br />

Europaische Hauptrouten


ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA<br />

Hauptroute V: Italia - Svizzera - Benelux<br />

- Gran Bretagna - Irlanda.<br />

Hauptroute VI: Irlanda - Gran Bretagna -<br />

Francia.<br />

Hauptroute VII: Italia - Francia - Penisola<br />

Iberica.<br />

Ancora qualche cenno sulla più razionale<br />

organizzazione di orari e frequenze, che<br />

riassumiamo dal Rossger:<br />

Per stabilire le frequenze minime neces-<br />

sarie, si considerano quattro tipi di viaggi<br />

infraeuropei:<br />

I - Viaggi di zon oltre 500 km (un'ora di<br />

volc) - Sono viaggi in genere di mezza gior-<br />

nata o di un giorno: sono quindi necessarie<br />

almeno tre corse nei due sensi: al mattino<br />

presto, a metà della giornata e la sera.<br />

I1 - Viaggi di circa 800 km (1:-2 ore di volo)<br />

- Sono viaggi in genere di un giorno, e qui<br />

basta che vi siano un numero sufficiente di<br />

aerei la mattina e altrettanti la sera nei due<br />

sensi.<br />

111 - Viaggi da 800 a 1.200 km (2 ore-2.5 cir-<br />

ca). - Scno viaggi, in genere, di due giorni,<br />

e valgono le stesse osservazioni fatte qui sopra<br />

al punto 11.<br />

IV - Viaggz sui 1600 km. - Sono viaggi, in<br />

genere, di tre giorni: e qui basta una sola<br />

frequenza giornaliera nei due sensi. Tenendo<br />

conto di ciò, e volendo, al tempo stesso, orga-<br />

nizzare voli che abbiano in media il 65% dei<br />

pssti cccupati, si dovrebb-ro impiegare, sulle<br />

(1 Hauptrouten 11 da I a IV, cinque Boeing 727,<br />

quarantatre Caravelle, ventisei BAC 1-11 (che<br />

saranno presto disponibili) e 16 Viscount. E<br />

così via.<br />

. . . e fusione delle compagnie<br />

Veniamo ora al secondo punto - la fu-<br />

sione delle Compagnie europee - e ascoll-<br />

tiamo in proposito la seconda delle due<br />

relazioni Duynstee:<br />

ve delle previsioni serie e indipendenti a<br />

livello europeo sull'aumento potenziale del traffic~<br />

aereo nel prossimo decennio sono della<br />

più grande importanza se si vusle evitare il<br />

probabile ritorno dei pesanti passivi circa il<br />

traffico europeo che la maggior parte delle<br />

compagnie aeree europee hanno subito da 5<br />

anni a questa parte. Queste previsioni sono<br />

di estrema importanza anche quando si tratta<br />

di determinare quale tipo d'apparecchio dovrà<br />

essere cvstruito per i trasporti aerei nel prossimo<br />

decennio )).<br />

Ma tutto ciò evidentemente non basta:<br />

anche se si riuscirà a raggiungere questo<br />

obiettivo, ed anche se è vero che<br />

l'aumento del numero dei passeggeri ha<br />

finalmente cominciato a compensare l'eccedenza<br />

di capacità che ha accompagnato l'entrata in<br />

funzione degli apparecchi a reazione subsonici,<br />

sì ché le compagnie aeree europee sono giunte,<br />

nel complesso, ad equilibrare il loro bilancio<br />

e ad assicurare la loro redditività, ciò non<br />

significa che esse abbiano anche solo comin-<br />

ciato a risolvere i problemi che verranno posti<br />

nel futuro dall'avvento degli apparecchi da<br />

trasporto supersonici e dagli apparecchi da tra-<br />

spc'rto subsonici a grandi dimensioni. Allo<br />

stesso modo esse non sono riuscite ad offrine<br />

ai passeggeri la miglior rete di percorsi e la<br />

più grande varietà di frequenze possibile al-<br />

l'interno della Europa occidentale, m'2ttendo<br />

in comune tutti i mezzi di cui essi dispongono.<br />

I Governi e le compagnie aeree potrebbero<br />

fare molto per realizzare una diminuzione delle<br />

spese e quindi una riduzione, in misura note-<br />

vole, delle tariffe aeree, sovrapponendo alle<br />

attuali compagnie una struttura e una orga-<br />

nizzazione analoga a quelle della Genera1 Mo-<br />

tors. Si raggiungerebbe in tale modo l'unità<br />

nei settori del controllo, dei comandi, della<br />

direzione, delle finanze, della pianificazione e<br />

della ricerca, pur lasciando a ciascun elemento<br />

dell'insieme o a ciascuna compagnia aerea<br />

molta della sua indipendenza e originalità '1.<br />

Non basta dunque superare la sovranità<br />

spaziale nazio'nale (è l'aspetto del problema<br />

messo in luce, come si è visto, dal Rossger);<br />

occarre altresi mettere in comune le attività<br />

economiche del settore: e an'che qui si urta<br />

contro l'eterno identico ostacolo. Ecco come<br />

esss è prospettato nella citata relazione del-<br />

l'on. Drouot L'Hermine (1):<br />

cc Le reticenze dei Governi si spiegano co'n<br />

il fatto che ogni compagnia aerea battente la<br />

bandiera nazicnale simboleggia in certo qual<br />

modo la presenza del Paese su tutti i Conti-<br />

nenti. o per lo meno nel maggior numero<br />

possibile. La flotta aerea è un basticne di quel-<br />

la so'vranità che gli Stati sembrano voler di-<br />

fendere fino in fondo, e ciò indipendentemente<br />

dalle condizioni di redditività delle compagnie<br />

e dei sacrifici finanziari che il Paese deve so-<br />

stenere >,. Ed ecco perché ,, non esiste un vero<br />

coordinamento del complesso delle attività del-<br />

le compagnie aeree dei sei Paesi, mentre negli<br />

altri settcri della vita economica l'evoluzione<br />

tecnologica e delle condizioni di produzione<br />

si traduce in un raggruppamento delle f~rze<br />

e in una fusione dei mercati U.<br />

Insomma, per dirla con lo Zanghì (7),<br />

nella CEE, in questo settore, a esiste il vuoto<br />

giuridico; ed è questo vuoto - egli aggiun-<br />

ge - che deve essere colmato dall'azione<br />

del Consiglio n. (Ma quando?)<br />

un storia di fallimenti: dal (( piano<br />

Sforza . . .<br />

Per rendersi conto di quanto vaghe siano<br />

le possibilità che il Consiglio dei Ministri<br />

comunitario possa soddisfare le incaute spe-<br />

ranze dello Zanghì, sarà bene dare uno<br />

sguardo retrospettivo, sulla scorta della pri-<br />

ma delle due relazioni Duynstee, alla storia<br />

degli sforzi finora compiuti - e regolar-<br />

mente falliti - per realizzare un'organiz-<br />

zazione europea dei trasporti aerei.<br />

La prima prop3sta a livello europea, fil<br />

il cosiddetto Piano Sforza B presentato nel<br />

1951 e che Duynstee così riassume:<br />

cc Gli spazi aerei nazionali dei paesi contraenti<br />

verrebbero uniti e formerebbero uno spazio<br />

aereo unico; l'esercizio della ssvranità nazio-<br />

nale di ciascun Governo verrebbe affidato ad<br />

una comune autorità sovranazionale che rap-<br />

presenterebbe i Gcverni. Questa, eletta dagli<br />

Stati contraenti, voterebbe a maggioranza sem-<br />

plice, cm un sistema di ponderazione dei voti<br />

tale da tener canto della popolazione, della<br />

superficie totale e della posizione geografica<br />

di ciascun Stato membro. L'amministrazione<br />

dello spazio aereo comune sarebbe affidata<br />

all'autorità comune.<br />

Oltre alla creazione di quest'organo esecu-<br />

tivo il Piano Sforza propone che si crei un<br />

(< Pool Europeo dell'Aviazione ,,, comprendente<br />

le compagnie aeree dei paesi contraenti e re-<br />

sponsabile di frcnte all'Esecutivo comune, con<br />

il con~pito di realizzare una politica comrner-<br />

ciale comune, una comune direzione tecnica<br />

e una unificazione degli apparecchi, delle at-<br />

trezzature e delle ricerche tecniche e scientifi-<br />

che, evitando ogni doppio impiego ,n.<br />

Poco dopo un parlamentare francese, l'on.<br />

Bonnefous, riprendeva la proposta sugge-<br />

rendo di applicare non più alla sola avia-<br />

zione, ma a tutto il settore dei trasporti.<br />

lo stesso principio comunitario che proprio<br />

allora aveva portato alla creazione della<br />

CECA; e in senso analogo si pronunziò il<br />

relatore della Commissione economica del-<br />

l'Assemblea Consultiva, m. van de Kieft.<br />

I1 Piano Bonnefous aveva senza dubbio il<br />

merito di comprendere che il problema ave-<br />

va bisogno di una soluzione globale e che<br />

non si poteva limitare al settore aereonau-<br />

tico. Ma esso peccava a sua volta di funzio-<br />

nalismo, perché non si rendeva conto che<br />

solo nell'ambito di una generale integra-<br />

zione economica si poteva pensare a un<br />

programma così ambizioso. E anche questa,<br />

d'altra parte, non è concepibile alla lunga<br />

e in tutte le sue implicazioni - senza un'au-<br />

torità politica federale, com'è ulteriormente<br />

provato anche dal fatto che dopo quasi dieci<br />

anni di mercato comune i problemi di una<br />

aviazione civile europea non sono nemmeno<br />

stati sfiorati dagli organi comunitari, e ap-<br />

pena delibati dal Parlamento Euro~eo, co-<br />

me la stessa citata relazione Drouot L'Her-<br />

mine francamente riconosce<br />

Così, « tutto arrosto, tutto fumo D: i vari<br />

progetti, dopo aver conosciuta una certa effi-<br />

mera popolarità, sono tutti caduti nel di-<br />

menticatoio, e a tutt'oggi la sola, assai mo-<br />

desta fonna di cooperazione che ha potuto<br />

essere realizzata è stata quella dell'~ Eurocontro1<br />

B (Organizzazione Europea per la<br />

Sicurezza della Navigazione Aerea), di cui<br />

il direttore dell'Agenzia istituita nell'ambito<br />

di tale ente così enuncia le finalità (8):<br />

La sicurezza del traffico aereo dipenderà<br />

nei prossimi anni non solo dall'esistenza di<br />

un controllo rinnovato da una concezione unica,<br />

e dallo sviluppo e dalla mo'dernizzazione della<br />

infrastruttura, ma anche, al di là delle mo-<br />

derne tecniche operative, da una formazione<br />

professionale dei controllori sempre più per-<br />

fezionata e quanto più possibile uniforme negli<br />

Stati europei 1).<br />

. . . a (( Air Union D<br />

Per la verità vi è stato in Europa, negli<br />

ultimi anni, un progetto più ambizioso, che<br />

risale al 1959: quello che va sotto il nome<br />

di Air-Union s (Originariamente Euro-<br />

pair »), diretto, come altri ha precisato,<br />

t, a costituire un organismo di collaborazione<br />

e di stretto coordinamento fra le compagnie<br />

aeree dei paesi delle Comunità a Sei, allo<br />

scopo di cansentire loro di affrontare, in più<br />

favorevoli condizioni, attraverso una migliore<br />

ecsnomia di esercizio e grazie all'istituzione<br />

di servizi comuni, i crescenti cssti di gestione<br />

im~osti dall'inasprirsi della concorrenza internazionale,<br />

dalla sempre continua evsluzivne<br />

delle tecniche di volo e dalla già prevista introduzione<br />

degli aerei su?ersonici, che comporterà<br />

ingenti investimenti )I (9).<br />

In particolare, aggiunge la prima rela-<br />

zione Duynstee,<br />

i, si propone che nell'ambito dell'Air-Union<br />

le compagnie che ne faranno parte mettano<br />

in comune l'insieme dei loro servizi internazionali:<br />

... i s~rvizi internazionali di dette compagnie<br />

funzionerebbero sotto il nome di Air-<br />

Union, mentre i nomi nazionali sarebbero aggiunti<br />

fra parentesi H.<br />

Per dar un'idea relativamente a un de-<br />

terminato settore, dei vantaggi che p3treb-<br />

ber0 derivare da questo e da accordi ana-<br />

loghi, prendiamo, sempre dalla prima rela-<br />

zione Duynstee, questa osservazione.<br />

Alcuni esperti hanno richiainato l'atten-<br />

zione, a proposito di collegamenti extra-euro-<br />

pei, sul fatto che le spese di vendita e di<br />

pubblicità hanno raggiunto l'incidenza fanta-<br />

stica del 355, e hanno fatto csservare che è<br />

gran tempo che le compagnie esaminano la<br />

possibilità di un'aviazione concertata 1).


La vita dei negoziati per Air-Union è<br />

stata fin dall'inizio difficile - citiamo ancora<br />

dalla fonte ricordata po~c'anzi (9):<br />

'' Basterà accennare alla complessità che pre-<br />

sentava la ripartizione delle quote di traffico<br />

fra le compagnie, ciascuna delle quali riven-<br />

dicava, per motivi considerati validi, una parte<br />

maggiore di quella che le veniva offerta.<br />

L'estrema difficoltà di tale problema fece sì<br />

che KLM. scontenta per la quota attribuitale,<br />

preferisse ritirarsi dal negoziato >I.<br />

Nel settembre 1961, prosegue la medesima<br />

fonte, si giunse, ad ogni modo, ad un pro-<br />

getto di accordo; ma tutto veniva rimesso in<br />

discussione nel gennaio 1963, quando il Go-<br />

verno francese proponeva un progetto di ac-<br />

cordo del tutto nuovo (che rafforzava note-<br />

volmente i poteri dei governi rispetto alle<br />

compagnie, ma soprattutto introduceva un cri-<br />

terio preferenziale intercomunitario nella scelta<br />

del materiale di volo, con evidenti finalità pro-<br />

tettive ispirate ai noti principi di = neo-nazio-<br />

COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />

la rivoluzione aeronautica dei<br />

prossimi anni<br />

La seconda relazione Duynstee offre<br />

spunti interessanti per approfondire tale<br />

crescente divorzio fra tecnica e organizzazione,<br />

fra economia e politica. Essa fornisce<br />

indirettamente una ulteriore dimostrazione<br />

che difficilmente avranno successo sforzi settoriali<br />

intrapresi limitatamente all'aviazione<br />

e a un consumo di massa, che la razionalizzazione<br />

delle linee, degli orari e delle<br />

frequenze, di cui si è detto sopra, dovrebbe<br />

ancora incrementare. E si dovrebbero ristabilire,<br />

a un di presso di quello che avviene<br />

oggi per i treni di lusso e di superlusso,<br />

tariffe differenziate rispetto all'aviazione<br />

ultrasonica: e ciò tanto più che il lusso - e<br />

cioè il progresso tecnico, ma anche il costo<br />

di esercizio - sembra che in questo campo<br />

non conosca limiti. (Si pensi - è ancora<br />

civile (così come quelli che ogni tanto si<br />

progettano, regolarmente si dimenticano, e<br />

si torna regolarmente a proporre nel campo<br />

della ricerca scientifica, o della medicina,<br />

o di qualsiasi altro settore in cui la scienza<br />

e la tecnica, per poter continuare ad operare<br />

al servizio dell.'uomo, hanno bisogno di una<br />

dimensione sovranazionale e continentale),<br />

nalismo europeo ,) che scno alla base della senza salde istituzioni politiche europee caidea<br />

gollista dell'~, Europa delle Patrie ,). paci di vincere il nazionalismo che altrimenti<br />

rifiorisce e finisce alla lunga per pre-<br />

Le ultime notizie sono delusive: valere nei singoli settori, perché esso non<br />

viene mai affrontato, finché si rimane nel<br />

11 I lavori per Air-Union si sarebbero arenati,<br />

senza alcuna speranza di sollecita soluloro<br />

ambito, nella sua radice ultima, che è<br />

zione, anche nella recente conferenza di Bru- poi anche la sua vera ragion d'essere.<br />

xelles del 20 maggio. I1 Presidente della con- Conclusione questa che, beninteso, non<br />

ferenza, il oelga Jean den Bosch, ha dichiarato deve spingere alla pigrizia e indurre ad<br />

che i punti principali in discussione erano:<br />

1) l'entità dei controlli che i sei governi do- abbandonare i singoli tentativi settoriali,<br />

vrebbero avere su Air-Union; 2) quale pro- come appunto quello di Air-Union, ma inporzione<br />

di aerei e di attrezzature dovrebbero vece spronare a sostenerli con maggiore<br />

essere acquistati dalle aereolinee presso i paesi energia, inquadrandoli però, più di quanto<br />

membri di Air-Union. La Francia vorrebbe<br />

vendere agli altri soci i propri aerei, compreso non si sia saputo fare in passato, in una<br />

il superscnico franco-inglese Concorde, mentre visione d'insieme dell'integrazione europea<br />

la maggior parte degli altri partecipanti vor- su basi sovranazionali.<br />

rebbero acquistare aerei di produzione ameri-<br />

Ma veniamo alla seconda relazione<br />

cana; 3) la ripartizione delle quote di traffico<br />

tra le sei aereolinee j) (sei, perché anche l'Olan- Duynstee e a ciò che essa dice circa il<br />

da partecipa ai negoziati, e la KLM sembra progresso tecnico:<br />

disposta, come informa Duynstee, a rivedere<br />

la sua posizione).<br />

Nel campo subso'nico si avrà soprattutto<br />

un miglioramento del rapporto tra peso e<br />

spinta (peso unitario), si che i nuovi appa-<br />

Queste informazioni, fornite da K Trasporti recchi consentiranno di aumentare il carico<br />

Aerei r del giugno 1965, non sono ancora utile e il numero dei posti, che sarà da 500 a<br />

state smentite. Così il nazionalismo gollista 1.000 passeggeri.<br />

Mentre per i motori attuali il rapporto peso-<br />

- in felice simbiosi con l'indifferenza, per<br />

spinta varia da 0,25 a 0,20, nei futuri appanon<br />

dir connivenza, degli altri Cinque - recchi esso sarà inferiore a 0,<strong>10</strong>, e sarà infe-<br />

Duynstee che parla - che e una compagnia<br />

americana ha già preso in considerazione<br />

la realizzazione di veicoli balistici<br />

capaci di trasportare 170 passeggeri in un<br />

qualsiasi punlo della terra in 45 minuti n).<br />

Basta enunciare questi semplici dati,. o<br />

queste più che fondate previsioni, per comprender<br />

tutta la portata della rivoluzione<br />

che così si annuncia. Quando essa sarà realizzata<br />

- e dipende da noi, e da come sapremo<br />

organizzarci, che lo sia anche in<br />

Europa - il cielo sarà solcato da apparecchi<br />

dal costo di esercizio e dalla velocità degli<br />

attuali, e di dimensioni non di molto maggiori,<br />

ma capaci di contenere tante persone<br />

quanto un treno internazionale (con riduzione<br />

delle difficoltà che il moitiplicarsi<br />

degli apparecchi in volo e la conseguente<br />

K saturazione dello spazio» produce); le<br />

tariffe saranno uguali e forse inferiori a<br />

quelle attuali delle ferrovie o degli autotrasporti;<br />

e il numero dei viaggiatori<br />

aerei - specie se si saranno sviluppate le<br />

attrezzature aeroportuali, prevenendo anche<br />

qui il so~vraffollamento - subirà un incremento<br />

comparabile a quello dell'ultimo quindicennio,<br />

e forse maggiore: fino a trasformare<br />

l'aviazione, come si diceva, in un<br />

mezzo di trasporto popolare e di massa.<br />

con grande vantaggio non solo per l'economia<br />

e per i singoli, ma anche per la<br />

causa dell'integrazione europea e, in genere,<br />

per quella della comprensione internazionale<br />

e della reciproca conoscenza dei polpoli.<br />

ha esercitato, anche nei confronti di Air-<br />

Union , lo stesso effetto disgregatore che<br />

esso ha svolto relativamente ai progetti di<br />

Unione politica o di Università europea, e<br />

finalmente anche relativamente al Mercato<br />

Comune e alla creazione di entrate comunitarie<br />

,per il finanziamento della politica<br />

agricola: sì che è veramente un voler cercar<br />

farfalle sotto l'arco di Tito il lamentare,<br />

come fa Drouot L'Hermine, che i negoziati<br />

per Air-Union non abbiano corso in seno<br />

alla CEE, quasi che i Sei miilistri competenti<br />

dovessero assumere di colpo la buona<br />

volontà europea che non hanno, solo che<br />

sulla porta della sala delle riunioni ci fosse<br />

scritto . Consiglio dei Ministri Comunitario<br />

n. Nell'ormai lontano 1954 l'« Institut du<br />

Transport Aérien » scriveva, in una sua<br />

nota ("):<br />

C. Cinquant'anni sono passati dal primo volo<br />

contrcllato dei fratelli Wright. Durante questi<br />

cinquant'anni la tecnica è stata quasi tutto;<br />

il pensiero organizzatore, nel campo politico<br />

come in quello economico, ben poco 11.<br />

riore a 0,05 negli agparecchi della seconda<br />

generazione.<br />

Questi progressi, uniti a quelli relativi alla<br />

riduzione del consumo di combustibile delle<br />

turbomacchine, all'alleggerimento delle strutture<br />

e al perfezionamento delle caratteristiche<br />

aerodinamiche, con aumento della portata e<br />

riduzione del rullaggio, faranno sì che mentre<br />

oggi un apparecchio da trasporto a reazione<br />

porta con sé alla partenza una quantità di<br />

ccmbustibile equivalente al 50% del suo peso,<br />

mentre i motori ne costituiscono il <strong>10</strong>% e le<br />

strutture delle attrezzature il 25%, di modo<br />

che per il carico pagante non rimane che il<br />

15%; nella prossima generazione di apparecchi<br />

le proporzioni saranno: 45% per il combustibile;<br />

5% per i motori; 20% per le strutture e<br />

le attrezzature e quindi 30% per il carico pagante;<br />

mentre per la seconda generazione si<br />

avranno le seguenti percentuali: 401L per 11<br />

combustibile; 2% per i motori; 13% per le<br />

strutture e le attrezzature, e quindi 45% per<br />

il carico pagante. Si avrà così una capacità<br />

tre volte maggiore dell'attuale, senza sostanziale<br />

variazione del peso, della velocità e del<br />

raggio d'azione: il che significa che ormai<br />

è possibile costruire apparecchi da 600 a 1.000<br />

e anche a 1.400 passeggeri. Le tariffe aeree<br />

potrebbero essere ridotte alla metà entro dieci<br />

anni e a meno di un terzo entro venti, senza<br />

Ed ora vediamo, sempre sulla scorta della<br />

relazione Duynstee, il problema dei costi<br />

da affrontare, perché tale rivoluzione aeronautica<br />

si realizzi:<br />

1, E' evidentemente impossibile valutare con<br />

precisione le spese che occorreranno, nel campo<br />

supersonico come in quello ultrasonico. Negli<br />

Stati Uniti si valutano ad un minimo di circa<br />

<strong>10</strong> miliardi di dollari (senza contare i costi<br />

di produzione) le spese per i lavori di ricerche<br />

e di sviluppo necessari nei prossimi venti anni.<br />

Queste spese sono spaventose per gli Stati<br />

Uniti; esse lo sono infinitamente di più per<br />

i paesi europei presi isolatamente. Se l'Europa<br />

vuol partecipare alla rivoluzione che sta per<br />

prodursi nel campo aeronautico, essa dovrà<br />

unire le proprie forze, anche nel campo delle<br />

costruzioni, in modo che essa possa diventare<br />

nei due prossimi decenni il partner uguale e<br />

il concorrente degli Stati Uniti nel campo dell'indiistria<br />

aeronautica.<br />

I francesi, con la duecentesima " Caravelle ",<br />

e i britannici, con la vendita di più di <strong>10</strong>0<br />

apparecchi del tipo "Comet-Trident" hanno<br />

mostrato che i prodotti europei possono ven-<br />

Questa malinconica osservazione resta ancora,<br />

a più di dieci anni di distanza, una<br />

triste verità, e in modo particolare per<br />

l'aviazione europea (<strong>10</strong>).<br />

diminuzione dei benefici )).<br />

Sono evidenti le conseguenze: è opportuno<br />

dare la priorità a questo tipo di aviazione<br />

subsonica (**l; tendere a basse tariffe<br />

gio verticali, con motori speciali, in funzione<br />

solo per sostenere l'aereo durante il decollo<br />

e l'atterraggio, aventi un rapporto peso-spinta<br />

di 0,03). Questi apparecchi potrebbero trasportare<br />

lo stesso carico pagante, a raggio d'azione<br />

uguale, degli apparecchi a decollo classico,<br />

('9 Cornment agir sur le bilan humain de<br />

l'aviation, nota di lavoro n. 250, del febbraio<br />

1954, dell'Institut du Transport Aérien,<br />

cit. dal Dutoit (infra, n. 11).<br />

(*"l Duynstee sottolinea anche, nella seconda<br />

relazione, l'opportunità di sviluppare, parallelamente<br />

ai grandi giganti dell'aria, i, gli aeroplani<br />

UTOL (apparecchi a decollo e atterrage<br />

cioè da 150 a 200 persone 11. E' evidente<br />

infatti che anche apparecchi di queste dimensioni<br />

continueranno a esser utili per il trasporto<br />

di gruppi di passeggeri o di turisti<br />

meno numerosi.


ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 15<br />

dersi i11 Europa e nel mondo; ma la concor-<br />

renza degli Stati Uniti è fortemente accre-<br />

scriita con i numerosi apparecchi offerti da<br />

Bceing e da Douglas.<br />

E' evidente dunque che un'industria della<br />

costruzione aeronautica economicamente valida<br />

non ha buone possibilità di sopravvivere a<br />

lungo termine su basi strettamente nazionali N.<br />

E' la conclusione a cui già arrivava alcuni<br />

anni fa, corredandola di numerosi suggerimenti,<br />

in gran parte tuttora validi, una<br />

~regevole brochure del Dutoit (11).<br />

conclusione<br />

Così vasto così difficile è dunque il compito<br />

che attende l'aviazione civile europea<br />

nel prossimo ventennio. Cosa propone 1'Assemblea<br />

Consultiva, a conclusione della relazione<br />

Duynstee? Essa propone che si riunisca<br />

un symposium internazionale, nel<br />

senso in cui gli americani intendono questa<br />

parola, e cioè una conferenza di esperti e<br />

di economisti che studi ulteriormente i problemi<br />

indicati - sui quali ormai tutto è stato<br />

detto - e il cui compito dovrebbe esser<br />

«unicamente quello di permettere un largo<br />

scambio di opinioni, e niente affatto quello<br />

di rendere decisioni (la sola cosa, invece,<br />

che resterebbe da fare).<br />

Ora, cosa ci si può attendere da un simile<br />

symposium » all'americana, o da proposte,<br />

se possibile ancor più inconsistenti, di una<br />

ulteriore prosecuzione degli studi, fatte dal<br />

Parlamento Europeo? - Niente più che una<br />

serie di simposi all'europea: tutti, naturalmente,<br />

a spese del contribuente, compreso<br />

Io champagne e il « Courvoisier D finali.<br />

Tanto l;iù opportuno appare quindi che<br />

le organizzazioni federaliste prendano l'iniziativa<br />

per convocare, sull'argomento, un<br />

ccnvegno internazicnale assai più serio,<br />

11 quale si proponga per l'appunto - nei<br />

limiti, beninteso, delle proprie possibilità<br />

- di decidere, e non di continuare il<br />

ba~ardage: voglio dire di suggerire con<br />

estrema precisione quali dovrebbero essere<br />

i compiti, e soprattutto i poteri<br />

di un'organizzazione comune dei trasporti<br />

nales Archiv fur Verkehrswesen D, gennaio 1965.<br />

Una più ampia dimostrazione delle tesi del R.<br />

- e della tendenza del diritto aeronautico non<br />

verso una maggiore, ma verso una sempre<br />

minore libertà - da A. WEGERDT, Vom Wesen<br />

und Wandel der bilateralen Luftverkehrsabkommen,<br />

in =Studi in onore di A. Ambrosini n,<br />

Giuffrè, 1957. Milano.<br />

(6) E. ROSSGER, Et~ropaische Flugplangestaltuitg,<br />

Institut fur Flugfuhrung und Luftverkehr<br />

(dell'università di Berlino), s Berichte D, n. 31<br />

e n. 32 (gennaio C febbraio 1964).<br />

(7) C. ZANGHÌ, La disciplina dei trasporti<br />

aerei nel Trattato della CEE, = La Comunità<br />

Internazionale D, aprile 1965.<br />

(8) R. BUL~N, Eurocontrol: une organisation<br />

européenne, = Trasporti Aerei s, dicembre 1964.<br />

(9) B. C., I1 progetto a Air-Union B, e Rela-<br />

zioni Internazionali n. 'i novembre 1964. Per<br />

informazioni più particolareggiate sulle ragioni,<br />

sulla storia e sulla probabile ingloriosa fine di<br />

s Air-Union D si vedano S. Tomasino, Clae cosa<br />

si dice di Air-Union, Politica dei trasporti D,<br />

giugno 1981; dello stesso, La crisalide di Air-<br />

Union, ecc., = Trasporti aerei =, aprile 1962;<br />

Comrnunitarius, La CEE e l'Ai?.-Union, = Trasporti<br />

aerei ., gennaio 1965.<br />

(<strong>10</strong>) Chi si voglia render conto di quanto esigue,<br />

per non dir nulle, siano le realizzazioni<br />

avutesi fin qui in Europa, confronti lo stato attuale<br />

del problema, onestamente esposto nella<br />

relazione Duynstee, con le speranze mani-<br />

festate nel tronfio saggio di L. ACAMPORA, La<br />

nascita del trasporto aereo europeo 2 - 8 mag-<br />

gio 1954 negli s Studi in onore di A. Ambro-<br />

sini = cit. nella n. 5; ma soprattutto consideri.<br />

in detto volume, il lucido saggio di M. Bouc~É,<br />

Comment peut-on se proposer d'agir sur l'effi-<br />

cacité du transport aé:ien, importante anche per<br />

una analisi critica delle a cinque libertà n e<br />

delle loro conseguenze pratiche.<br />

(11) R. DUTOIT, L'aviation et l'Europe, Centre<br />

de Recherches Européennes de l'université de<br />

Lausanne, 1959.<br />

La morte di Guglielmo Canevascini<br />

aerei in seno alla CEE, e di un pool n<br />

'Ompagnie tipo Air-Union, 11 Canton Ticino ha perduto il decano dei a Volta a volta oppositore e ministeriale, aveva<br />

Frefigurazione e primo embrione dei più suoi Amministratcri. l'uomo che per quaran- esverienza di noverno come nessun altro. anche<br />

vasti compiti e dei più ampi poteri che<br />

dovranno esser pro~ri domani, per questo<br />

settore, del Ministero federale dei Trasporti<br />

e della istituenda Compagnia federale euro-<br />

pea di navigazione aerea.<br />

BIBLIOGRAFIA SOMMARIA<br />

(1) On. DROUOT L'HERMINE, Problemi relativi<br />

all'integruzione dell'aviazione civile nella Comunità,<br />

relazione al Parlamento Europeo. 1965,<br />

doc. 24.<br />

(2) On. DUYNSTEE, Di alcuni aspetti finanziari<br />

ed economici delle operazioni di trasporto<br />

aereo, relazione all'Ass. Consultiva del Consiglio<br />

d'Europa, 1964, dcc. 1751.<br />

(3) On. DUYNSTEE, Risposta al Rapporto della<br />

V sessione della Cummissione Europea dell'Aviazione<br />

Civile, relazione all'Ass. Consultiva, 1965,<br />

dcc. 1954.<br />

(4) COMMUNITABIUS, La navigazione aerea e<br />

il Trattato di Roma, E Trasporti aerei 2, maggio<br />

1965.<br />

(5) E. ROSSGER, Gedanken zu einer gesamteuropaischen<br />

Flugplangestaltung, a Internatio-<br />

t'anni è stato consigliere di Stato e sette volte<br />

Presidente Cantonale.<br />

L'Istituto Europeo di Studi e Relazioni Inter-<br />

comuitali ha perduto il suo Presidente Onorario<br />

che, con chi scrive e con Piero Pellegrini, ne<br />

preparò la costituzione, convinto della utilità<br />

della Istituzione in appoggio al vasto movi-<br />

mento per la Federazione Europea, della quale<br />

Canevascini fu sempre convinto assertore. Pre-<br />

sidente Onorario, fu sempre presente alle riu-<br />

nioni dell'Eseculivo e nelle Assemblee; fu anche<br />

presente alla costituzione della Sezione Svizzera<br />

del Consiglio dei Comuni d'Europa.<br />

La larga partecipazione di popolo alle ono-<br />

ranze funebri ha testimoniato di quanta stima<br />

Canevascini fosse circondato anche da uomini di<br />

fede politica diversa dalla sua. Ripeto, a que-<br />

sto proposito, un brano della commemorazione<br />

tenuta alla Radio Svizzera Italiana dal Consi-<br />

gliere Nazionale Brenno Galli:<br />

= Pericolosamente paterno, come collega, Gu-<br />

glielmo Canevascini, e metto tutto il mio<br />

affetto in questa definizione e rispetto per la<br />

person,a, con le regole del gioco politico che non<br />

perinettono di confondere o annullare il dovere<br />

in nome dell'amicizia; comprensivo del resto<br />

egli medesimo, per antica ormai esperienza della<br />

fluidità del potere politico e dei suoi elementi<br />

costitutivi. 11<br />

perché le vicende lo avevano messo alla testil<br />

ormai di quasi tutti i Dipartimenti S.<br />

a I quarant'aitiai di governo di Canevascini<br />

costituiranno sicurameitte franamento impor-<br />

tante del mosaico da cui uscirà la visione sto-<br />

rica del Ticiizo in questo secolo. 11<br />

Canevascini fu Presidente della Radio Sviz-<br />

zera Italiana fin dalla fondazione e può dirsi<br />

che Egli ne abbia voluta la ccstituzione nel<br />

1931, perché Monte Ceneri diffondesse in lingua<br />

italiana le libere parole che in Italia, allora,<br />

costituivano reato contro il fascismo; Egli fu,<br />

fino al termine dell'ultima guerra, amico nel<br />

più completo significato, di tutti gli antifa-<br />

scisti, da Nenni a Malvestiti, da Egidio Reale<br />

a Saragat, anche quando l'attività fascista si<br />

manifestò, purtroppo, anche nella libera Repub-<br />

blica Ticinese.<br />

La foto che riproduciamo è stata eseguita<br />

nel 1959 all'atto della sostituzione, nel Consiglio<br />

di Stato Ticinese, di Guglielmo Canevascini,<br />

allora già ultrasettantenne, col suo discepolo<br />

prediletto, Piero Pellegrini, allora Vice-Presi-<br />

dente dell'Istituto, che, purtroppo, abbiamo im-<br />

provvisamente perduto alcuni mesi più tardi.<br />

<strong>Renato</strong> Brugner


16 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />

Dalla XXIX Fiera del Levante<br />

verifica e prospettive di sviluppo del Mezzogiorno.<br />

La Puglia area europea: lo studio dell'Italconsult<br />

Spente le luci sulla XXIX edizione della<br />

Fiera del Levante, non è nostro intento<br />

redigere un consuntivo merceologico che,<br />

, pur essendo interessante, rappresenta solo<br />

l'aspetto o, almeno, uno degli aspetti este-<br />

riori della Campionaria. A noi interasa in-<br />

vece e soprattutto l'intima relazione che si<br />

è stabilita tra la dinamica fieristica e la<br />

dinamica di svilu~po del Mezzogiorno nel-<br />

l'ambito della politica nazionale e nell'am-<br />

bito degli orientamenti comunitari; a noi<br />

occorre csllegare detta dinamica con i pro-<br />

blemi territcriali e settoriali che, nell'am-<br />

bito fieristico vengono affrontati e dibattuti<br />

a livello internazionale nei convegni di<br />

studio, per inquadrare il tutto nel dialogo<br />

tra Mezzogiorno e Governo italiano. Detto<br />

dialogo, ormai è tradizione, si è instaurato<br />

annualmente a Bari e non può prescindere<br />

dalle prospettive che possono schiudersi al<br />

Mezzogiorno, qualora l'integrazione econo-<br />

mico-politica della Ccmunità proceda senza<br />

bizzose eli-isi, Farallelamente alla decisa vo-<br />

lontà sia delle pop3lazioni meridionali im-<br />

pegnate a realizzare il proprio autonomo svi-<br />

luppo, sia della classe politica nazionale ed<br />

europea che deve essere impegnata a con-<br />

cretizzare prospettive valide per la futura<br />

generazione più che per le prossime elezioni.<br />

I1 dialogo tra Governo e Mezzogiorno<br />

E' una sorta di dibattito triangolare che<br />

si svolge tra i fatti ed i problemi, le con-<br />

crete aspirazioni, e gli indirizzi della poli-<br />

tica governativa. I1 risultato che ne scatu-<br />

risce, soprattutto per la formulazione delle<br />

richieste che vengono presentate all'Esecu-<br />

tivo, del cahier des doléances meridionali-<br />

stiche, da alcune autorevcli riviste specia-<br />

lizzate come a Relazioni Internazionali >%,<br />

n Mondo Economico D, ecc., è stato denomi-<br />

nato « tesi di Bari D. Ovviamente queste tesi<br />

possono essere discutibili; tuttavia esse rap-<br />

presentano una componente notevole della<br />

verifica critica annuale della politica di svi-<br />

luppo delle regioni meridionali.<br />

Un altro fatto, forse meno conosciuto, è<br />

dato dalla coincidenza stagionale tra il ca-<br />

dere della manifestazione espositiva della<br />

Fiera e gli orientamenti di politica econo-<br />

mica che incombono sulla responsabilità del<br />

Governo. Col settembre si è concluso un<br />

ciclo dell'attività economica annuale e co-<br />

mincia a delinearsene uno nuovo con l'ar-<br />

rivo degli ordini per la stagione autunnale<br />

ed invernale, e per la elaborazione di nuovi<br />

programmi di investimento. In questo deli-<br />

cato periodo, gli operatori economici e gli<br />

uomini di Governo non hanno ancora una<br />

visione completamente chiara dei futuri svi-<br />

luppi congiunturali e, nonostante ciò, pro-<br />

prio in questo periodo gli uni e gli altri<br />

sono indotti dalla necessità a dover prendere<br />

impegnative decisioni per il futuro.<br />

Di conseguenza, se si ha la pazienza di<br />

scorrere gli atti ufficiali della Fiera del Le-<br />

vante, non sarà né infrequente, né raro,<br />

di Dornenico Sabella<br />

ma quasi consuetudinario il fatto che il<br />

Governo a Bari dia delle anticipazioni sulle<br />

linee orientatrici della prossima politica eco-<br />

nomica.<br />

Non deve sembrare esagerato il fatto che<br />

a Bari, anche per la naturale e legittima<br />

tendenza degli uomini politici appulo-lu-<br />

cani, il Governo esponga il rendiconto del-<br />

l'attività a favore dello svilupps del Mezzo-<br />

giorno e delinei gli orientamenti della<br />

prossima politica econcmica nazionale, che<br />

è condizionata da quanto nel Mezzogiorno<br />

si realizza al fine di renderlo autol;rcpulsivo<br />

nel proprio sviluppo per raggiungere la sal-<br />

datura civile ed economica del Paese.<br />

Alla stessa guisa, la Fiera di Bari è dive-<br />

nuta un termometro della politica economica<br />

nazionale, non solo in funzione meridicna-<br />

listica, anche se questo è l'aspetto precipuo.<br />

Infatti, se dietro la manifestazione esposi-<br />

tiva non ci sono idee chiare e concrete,<br />

azioni valide, indirizzi meditati e precisi<br />

nella politica economica del Paese e se essa<br />

politica non è vista in funzione del riequili-<br />

brio territo'riale e settoriale del Paese stesso,<br />

la Fiera del Levante dà qualche guizzo, che<br />

poi è la rendita dei capitali precedente-<br />

mente investiti, ma palesa subito la crepa<br />

e la frattura nella continuità, denuncia la<br />

carenza proprio perché in essa confluiscano<br />

i tests di verifica del 40% del Paese, parti-<br />

colarmente sensibilizzato alle variazioni,<br />

ccme una creatura che, gracile e ncn ancora<br />

adulta, è maggiormente soggetta alle in-<br />

fluenze delle ipcostanze atmosferiche.<br />

Una prova?<br />

Per quasi una settimana, nell'edizione di<br />

quest'anno, le operazioni della domanda e<br />

dell'offerta nazionali si sono trascinate in-<br />

torno a livelli molto bassi e solo la* domanda<br />

e l'offerta estere, in seno alla borsa affari,<br />

registravano il consueto ritmo sostenuto. Si<br />

era creata un'atmosfera preoccupante so-<br />

prattutto per quel che denotava l'orienta-<br />

mento politico economico del Paese fatto<br />

dall'alternarsi dell'immobilismo della palude<br />

con inafferrabili fuochi fatui che non gio-<br />

vano alla spinta propulsiva del Mezzo~giorno,<br />

specie quando si accompagnano a crisi come<br />

quella che attualmente paralizza la Comu-<br />

nità Europea.<br />

Quasi improvvisamente però c'è stato un<br />

risveglio, e la curva degli affari si è impen-<br />

nata verso indici molto alti e tale si è man-<br />

tenuta per tutto il resto della manifesta-<br />

zione, al punto che non poche contrattazioni<br />

sono continuate anche do~po la chiusura uf-<br />

ficiale.<br />

E' vero che spesso sono anche cause im-<br />

prevedibili di ordine indefinito, indefinibile<br />

e psicologico ad influire sull'andamento di<br />

un mercato fieristico. Probabilmente l'ope-<br />

ratore per alcuni giorni ha preferito orien-<br />

tarsi. Però non è estranea alla staffilata del<br />

risveglio la promulgazione del decreto sul-<br />

l'edilizia popolare, avvenuta proprio in quei<br />

giorni. Ed infatti il primo settore che ha<br />

risentito della benefica a puncicata m è stato<br />

proprio quello delle macchine edili e stra-<br />

dali, la cui scossa si è subito riverberata<br />

sugli altri settori, proprio perché l'edilizia<br />

è un'industria motrice.<br />

Non è nostra intenzione né è nostro com-<br />

pito analizzare o sottolineare i &regi ed i<br />

difetti del decreto su citato A noi interessa<br />

evidenziare il fatto.<br />

Illuminante, no?!<br />

L'evoluzione delle cose e degli uomini,<br />

insomma, ci ha portato ad un tale grad:,<br />

di repentina sensibilizzazione ed interazione<br />

che gli equivoci ed i funambolismi, anche se<br />

gabellati tra gli orpelli, non bastano piìi<br />

a co~prire i tentennamenti delle ambiguità<br />

Chi si nasconde con gli occhi dietro ad<br />

un dito, se non vede è visto D, dice un vec-<br />

chio proverbio lucano.<br />

Nuovo ciclo della politica meridionali-<br />

stica<br />

Con l'approvazione e la promulgazione<br />

della legge n. 717, che disciplina gli interventi<br />

per lo sviluppo del Mezzogiorno, siamo<br />

alla vigilia di un nuovo ciclo della politica<br />

meridionalistica, inquadrata negli orientamenti<br />

e nella prcblematica della politica<br />

eccnomica generale sia italiana che comunitaria.<br />

Si ha un bel dire che non si può<br />

rinunciare all'assoluta sovranità dei nostri<br />

stati nazionali. E' un delirio al di fuori del<br />

tempo e della realtà, ,~erché tutti i problemi<br />

vitali che urgono e premono all'interno dei<br />

nostri rispettivi Paesi sono condizionati, per<br />

essere risolti, dallo sviluppo federale del-<br />

l'Europa. Een lo sanno gli operatori eco-<br />

nomici francesi, siano essi dell'industria, del<br />

commercio o dell'agricoltura. Altrettanto<br />

bene lo sanno i lavoratori tutti. Perciò non<br />

è stato senza significato il congresso dei sin-<br />

dacati agricoli della CEE che si è riunito<br />

durante le manifestazioni della Fiera del<br />

Levante. Come è noto il pretesto formaie<br />

che ha originato la crisi del 30 giugno è<br />

sulla questione del finanziamento del Fondo<br />

Eurcipeo di garanzia e di orientamento in<br />

agricoltura. Però è contraddittorio l'atteg-<br />

giamento di chi chiede una rapida e com-<br />

pleta attuazione della politica agricola co-<br />

mune e mira, nello stesso tempo, ad inde-<br />

bolire le istituzioni ccmunitarie. Ben lo<br />

sanno i lavoratori sia a livello nazionale<br />

come a livello comunitario che essi sareb-<br />

bero i primi a pagare le gravi conseguenze<br />

della rinascita del nazionalismo. Ne è senza<br />

significato, quasi a ribadire l'unanime riso-<br />

luzione dei lavoratori agricoli nel Congresso<br />

di Bari, che il Comitato Esecutivo di tutti<br />

i sindacati liberi europei, or è qualche set-<br />

timana, ha proclamato quasi uno stato di<br />

agitazione per a apporsi ad ogni tentativo<br />

rivolto al ritorno del sistema delle relazioni<br />

bilaterali o multilaterali tra i Governi, in-<br />

debolendo le istituzioni comunitarie nella<br />

loro struttura e nei loro uomini e per<br />

n respingere con energia la procedura con-<br />

traria al Trattato ed alle regole della demo-<br />

crazia D.<br />

Ben lo sappiamo noi delle regioni peri-<br />

feriche della Comunità che qualsiasi ritorno<br />

di fiamma alla scaduta politica di potenza dei<br />

nostri Stati nazionali rappresenta il più<br />

grave attentato e la più pesante remora<br />

alla politica dello sviluppo regionale. Gih<br />

dicemmo altra volta che de Gaulle è il più<br />

temibile avversario del Mezzogiorno d'Italia.<br />

Periciò non senza timori e dubbi di carat-


ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 17<br />

-<br />

tere generale consideriamo le concrete pos-<br />

sibilità del nostro sviluppo.<br />

Tuttavia, per quel che ci concerne più<br />

da vicino, è da stimare che la nuova legge<br />

che proroga la Cassa per il Mezzogiorno<br />

abbia ritenuto di dover sancire esplicita-<br />

mente che il 40% della spesa ordinaria dello<br />

Stato nel primo quinquennio sia indirizzata<br />

al Mezzogiorno, sicché l'intervento straordi-<br />

nario della Cassa è un intervento aggiuntivo<br />

e non scslitutivo della spesa ordinaria.<br />

Facendo, però, un rapido bilancio tra i<br />

bisogni del Mezzogiorno, le richieste finora<br />

pervenute e quelle che per esperienza pos-<br />

sono già calcolarsi, e poi confrontare il<br />

tutto alla somma della spesa sia ordinaria<br />

che straordinaria da investire nel Sud du-<br />

rante l'applicazicne del prcgramma, la som-<br />

ma stessa risulterà sempre insufficiente ri-<br />

spetto ai bisogni ed alle richieste.<br />

Nell'interesse del Mezzcgiorno e di tutto<br />

il Paese, perciò, si impone l'imperativo di<br />

sottrarre al frammentarismo gli interventi<br />

sia ordinari che straordinari. A tale prin-<br />

cipio si ispira il concetto della colncentra-<br />

zione negli investimenti. Ne consegue il<br />

corollario che i programmi di sviluppo de-<br />

vono essere predispssti nel quadro di una<br />

visione coordinata in modo che gli inter-<br />

venti ordinari e straordinari dello Stato e<br />

gli interventi da richiedersi alla Comunità<br />

Europea (Fondo Sociale e FEOGA) risul-<br />

tino convergenti, sinergici su precise ed in-<br />

derogabili scelte di priorità.<br />

Date queste premesse, le tesi meridiona-<br />

listiche emerse quest'anno dalle giornate di<br />

studio e dai convegni s~ecializzati svoltisi<br />

durante la Campionaria barese, possono es-<br />

sere sintetizzate nei seguenti (punti:<br />

1) l'accelerato progresso ccientifico-tec-<br />

nologico generale e l'evoluzione delle re-<br />

gioni meridionali in particolare pongono di<br />

fronte a problemi nuovi tra i quali premi-<br />

nenti sono:<br />

- la necessità del potenziamento e<br />

dello sviluppo della ricerca scientifica;<br />

- la ricerca più opportuna ed adatta<br />

delle vie e dei mezzi idonei alla massima<br />

valorizzazione del fattore umano;<br />

- la qualificazione più approfondita<br />

della manodopera;<br />

2) ai fini dell'eliminazione non solo de-<br />

gli squilibri fra Nord e Sud, ma anche di<br />

quelli esistenti all'interno dello stesso Mez-<br />

zogiorno, occorre ipotizzare la creazione di<br />

una struttura socio-economica e territoriale<br />

pluriregionale, attrezzata in modo da con-<br />

trobilanciare gli effetti delle concentrazioni<br />

metrcwolitane non solo del Nord italiano,<br />

ma anche quelli della classica Lotaringia, i<br />

cui effetti saranno tanto più sensibili, quanto<br />

più si procederà sulla strada dell'integra-<br />

zione europea. Le trasformazioni in atto, per<br />

effetto dell'azione propulsiva delle aree e<br />

dei nuclei di industrializzazione e per ef-<br />

fetto delle trasformazioni che fin qui si sono<br />

avute in agricoltura, mostrano come il<br />

processo di sviluppo si vada orientando lungo<br />

fasce direttrici che si ramificano nel ter-<br />

ritorio.<br />

Orbene, il problema consiste nell'inserire<br />

quei centri di interessi economici che si<br />

vanno formando in sistemi più ampi, me-<br />

diante l'organizzazione di grandi unità ur-<br />

bane a scala territoriale, considerate veri e<br />

propri motori di sviluppo economico e di<br />

cultura, e collegarli tra loro in modo da<br />

Geme1 laggio La Spezia - Tolone<br />

nel quadro del gemellaggio La Spezia-Tolone sono state organizzate nel corso dell'estate, sia in<br />

Francia che in Italia, una serie di manifestaziorii. Fra queste particolare successo ha avuto<br />

l'incontro di ritorno fra le rappresentative di atletica leggera, ginnastica e judo delle due città<br />

avvenuto a La Spezia dal 16 al 20 settembre scorso ed al quale hanno partecipato circa 75<br />

atleti tolonesi ed altrettanti spezzini con le relative delegazioni ufficiali. Nelle foto: la squadra di<br />

ginnastica femminile di Tolone mentre si esibisce in un esercizio coreografico e un momento<br />

dell'incontro di jado fra due cinture nere.<br />

creare un'unica rete di sviluppo, le cui trame<br />

operino la rottura delle sacche di abban-<br />

dono che spesso permane tra un'area e<br />

l'altra, tra un nucleo e l'altro. Si tratta in-<br />

somma di saldare fra loro i fenomeni dello<br />

sviluppo integrando le localizzazioni indu-<br />

striali in modo polarizzato, e le localizza-<br />

zioni industriali con le trasformazioni agri-<br />

cole e con le opportune valorizzazioni turi-<br />

stiche;<br />

3) si pone quindi il problema delle<br />

grandi opere infrastrutturali di interesse<br />

comune a più regioni, opere capaci non solo<br />

a collegare il Mezzogiorno col Nord Italia<br />

e col Centro Europa, onde sottrarre deA-<br />

nitivamente le nostre regioni al secolare<br />

isolamento, ma capaci altresì di stabilire<br />

collegamenti validi e celeri tra le regioni<br />

meridionali medesime. Perciò si chiede:<br />

- sollecito completamento dell'Auto-<br />

strada del Sole fino a Reggio Calabria, acce-<br />

lerando i tempi di realizzazione;<br />

- realizzazione dell'Autostrada Adria-<br />

tica che dovrà collegare il versante Est<br />

della Basilicata, della Calabria, la Puglia,<br />

il Molise e l'Abruzzo al Nord Italia e quindi<br />

all'Europa;


18 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />

- acceleramento dei tempi di esecu-<br />

zione dell'autostrada Bari-Napoli e della<br />

Superstrada Basentana;<br />

- programmazione della Superstrada<br />

Molisana che dovrà collegare il Molise con<br />

il Lazio e la Puglia; questa arteria, partendo<br />

da Foggia e passando per Lucera, Campo-<br />

basso. Isernia e Venafro, dovrebbe inne-<br />

starsi all'htostrada del Sole al casello C San<br />

Vittore D.<br />

Inscmma: dati i due assi di sviluppo del-<br />

l'Autostrada del Sole e dell'Autostrada<br />

Adriatica, che verrebbero a collegare in<br />

longitudine i versanti tirrenico ed adriatico<br />

del lL1ezzogiorno al Nord Italia e alllEuropa,<br />

occorre programmare o sollecitare l'esecu-<br />

zione delle trasversali meridionali che do-<br />

vranno mettere in comunicazione non solo<br />

i due assi fra loro, ma dovranno costituire<br />

i vasi comunicanti per quattro regioni del<br />

Mezzogiorno;<br />

4) nel quadro della politica di riequi-<br />

librio del territorio e dei settori economici,<br />

l'agricoltura occupa un posto preminente<br />

proplrio perché nel Mezzogiorno i'agricol-<br />

tura resta ed è destinata a restare un pila-<br />

stro fondamentale dello sviluppo economico.<br />

Pertanto, il disegno di legge, noto come<br />

Piano Verde n. 2 X, è necessario che con-<br />

ferisca una ulteriore e più profonda incisi-<br />

vità alla politica di miglioramento delle<br />

strutture agricole aziendali, delle tecniche<br />

colturali, di adeguamento degli strumenti<br />

produttivi alle esigenze ed alle prospettive<br />

di mercato, con particolare riguardo allo<br />

sviluppo della zootecnica e dell'ortofrutticol-<br />

tura.<br />

Non è sufficiente, però, trasformare i tra-<br />

dizionali ordinamenti se non si affronta ra-<br />

dicalmente il problema dei prodotti agricoli.<br />

Occofrre perciò essere particolarmente vigili<br />

perché siano create nuove strutture di mer-<br />

cato, sia affrontata la ricomposizione fon-<br />

diaria, sviluppate ed incoraggiate le fornie<br />

di libera cooperazione ed asisociazione, e sia<br />

affrontata radicalmente la tradizionale e<br />

gravissima questio~ne dell'enorme divario<br />

fra i prezzi alla produzione e i prezzi al<br />

consumo.<br />

I Comitati regionali per la program-<br />

mazione<br />

Sono tesi di innegabile validità generale<br />

per tutto il Mezzogiorno; possono essere<br />

prese a base di discussione per essere mi-<br />

gliorate, approfondite, sviluppate a seconda<br />

delle caratteristiche e delle necessità regio-<br />

nali, ma non si può dire che esse non sor-<br />

gano dall'interpretazione di una realtà viva<br />

e vissuta giolrno per giorno da tutti. I1 punto<br />

sta negli indirizzi di politica generale del<br />

Governo e nella volontà di porsi all'opera<br />

alla base, soprattutto attraverso la saggezza<br />

dei Comitati regionali per la programma-<br />

zione economica, i quali, ci sia consentito<br />

un sommesso suggerimento, dovrebbero aver<br />

cura, la massima cura nell'evitare le disper-<br />

sioni centrifughe, clientelistiche e campa-<br />

nilistiche. Per opere e programmi di inte-<br />

resse interregionale sarebbe opportuno ed<br />

auspicabile il ricorso alle reciproche con-<br />

sultazioni allo scopo di far convergere gli<br />

sforzi in base a piani precisi ed impegnativi.<br />

Non ultima cosa: occorre tener presente<br />

che il periodo delle vacche grasse dell'in-<br />

tervento pubblico straordinario nel Sud sta<br />

per entrare nel secondo ed ultimo ciclo.<br />

Dopo del quale, se non saremo capaci di<br />

camminare da soli o, almeno, non ci sare-<br />

mo posti nelle migliori condizioni per farlo,<br />

sarà inutile attendere altre grazie dal cielo.<br />

Se l'asino non mette la coda a tre anni,<br />

non la mette più D, dice un vecchio pro-<br />

verbio lucano.<br />

La Comunità e il Mezzogiorno: la Puglia<br />

area europea<br />

Di'cevamo poc'anzi che i maggiori proble-<br />

mi che preniono nell'ambito dei nostri stati<br />

non possono essere affrontati e risolti se<br />

non nella prospettiva che superi i limiti dei<br />

nostri stessi stati nazionali. I1 problema del<br />

Mezzogiorno d'Italia fu posto, molto oppor-<br />

namente all'ordine del giorno del Trattato<br />

di Roma sia attraverso la Convenzione alle-<br />

gata al Trattato, come nell'ambito delle linee<br />

programmatiche del Trattato stesso ed in-<br />

tese al riequilibrio ed ailo sviluppo armo-<br />

nioso delle varie regioni della Comunità.<br />

Fino ad o~ggi l'azione cosmunitaria nei con-<br />

Fronti del Mezzogiorno si è avuta attraverso<br />

i prestiti della Banca Europea per gli Inve-<br />

stimenti e attraverso il contributo del Fondo<br />

Sociale. L'evoluzione delle cose, dell'espe-<br />

rienza hanno portato in sede comunitaria<br />

alla impostazione, dopo meditati studi e lar-<br />

ghe consultazioni, della prima comunica-<br />

zione sulla politica regionale della CEE, do-<br />

cumento reso pubblico l'undici maggio 1965<br />

e nel quale sono delineati gli orientamenti<br />

che la Commissione intenderebbe seguire<br />

per favorire, con i mezzi ed i poteri che<br />

le sono propri, il riequilibrio territoriale e<br />

settoriale delle regioni europee per poter<br />

avviare la Comunità verso un più armonico<br />

sviluppo, secondo i fini del Trattato. Nel-<br />

l'ambito di questo programma, ma con no-<br />

tevole anticipazione sul medesimo, è da con-<br />

siderare lo studio intrapreso dalla Commis-<br />

sione della Comunità Economica Eurolpeo<br />

per la creazione di un polo industriale iii<br />

Puglia.<br />

Da alcuni anni a questa parte si è ripe-<br />

tutamente parlato e scritto intorno a questo<br />

studio che la Commissione della Comunità<br />

Economica Europea, d'acco~rdo con le auto-<br />

rità italiane. aveva affidato all'Italconsult<br />

perché, nella zona che ha per vertici le<br />

città di Bari-Brindisi-Taranto, fossero rile-<br />

vate tutte le condizicni e le ptrospettive ef-<br />

fettuali e potenziali per una industsializza-<br />

zione intensiva dell'area, industrializzazione<br />

basata sulla produzione e trasformazione<br />

dell'acciaio. Noi stessi, su Comuni d'Euro-<br />

pa D, nel numero doppio 7/8 del 1963 consa-<br />

crato alla nostra monografia K I1 Fondo So-<br />

ciale Europeo nella Politica della Comunità<br />

e nello sviluppo del Mezzogiorno n, a pagi-<br />

na 34 e 35 dedicammo in nota qualche cennc<br />

allo studio in oggetto.<br />

Lo studio avrebbe dovuto essere conse-<br />

gnato all'Esecutivo comunitario entro giu-<br />

gno 1964. Diversi contrattempi però hanno<br />

contribuito a determinare il ritardo di un<br />

anno, sicché il documento è stato ufficial-<br />

mente consegnato a Bruxelles solo agli inizi<br />

di questa estate. I1 documento è ancora ri-<br />

servato ed è all'esame degli organismi co-<br />

munitari. Tuttavia, da indiscrezioni trape-<br />

late, da notizie raclcolte qua e là, cerche-<br />

remo di ricavare alcune ipotesi indicative<br />

le cui linee, probabilmente, potrebbero non<br />

essere molto discrrste da quelle contenute<br />

nel documento dell'Itnlconsult.<br />

Per una più esatta intelligenza del problema,<br />

occorre ricordare che, anni addietro,<br />

i8n previsione dell'incremento dei consumi di<br />

acciaio nel Mezzogiorno in primo luogo e<br />

snc~cessivamente in previsione di un aumento<br />

della richiesta di prodotti dell'acciaio da<br />

parte dei Paesi dell'area mediterranea, fu<br />

pro'gettato ed avviato a realizzazio'ne il quarto<br />

centro siderurgico dell'Italsider a Taranto,<br />

alla cui realizzazione ha contribuito l'intervento<br />

positivo con rilevanti prestiti dell'Alta<br />

Autorità della CECA. I1 complesso, a ciclo<br />

integrale, ha assorbito investimenti per circa<br />

200 miliardi di lire e, su un'area di 5 milioni<br />

di metri quadrati, è dotato di una<br />

cokeria, due altiforni, una acciaieria L.D.,<br />

un treno sbozzatore, due laminatoi per prodotti<br />

finiti a caldo (lamiere e lamierini),<br />

una fabbrica di tubi saldati ed una fonderia<br />

per lingottiere. I1 tubificio, pur facendo<br />

parte del complesso, è però un impianto<br />

autonomo ed è in funzione dal 15 ottobre<br />

1961 con una capacità produttiva annua<br />

di 300 mila tonnellate. Tutto il complesso<br />

a ciclo integrale invece è entrato in funzione<br />

nel primo quadrimestre di quest'anno<br />

e le produzioni iniziali annue dovrebbero<br />

raggiungere 1.800.000 tonnellate di<br />

ghisa, 2 milioni di tonnellate di acciaio,<br />

400 mila tonnellate di lamierini a caldo,<br />

785 mila tonnellate di larghi nastri a caldo,<br />

330 mila tonnellate di lamiere a caldo, 80<br />

mila tonnellate di lingottiere.<br />

Un'industria di base di tale mole risulterebb,e<br />

però in buona parte come un'isola nel<br />

deserto, qualora intorno ad essa non sorgessero<br />

altre industrie utilizzatrici dell'acciaio.<br />

La politica di sviluppo del Mezzogiorno<br />

aveva stimolato e va stimolando un<br />

pro~mettente inizio di industrializzazione<br />

nella regime pugliese. Tuttavia si è reso<br />

necessario folrnire indicazioni valide e concrete<br />

a lunga scadenza perché gli investimenti<br />

della libera iniziativa 8potessero trovare<br />

nella zona il massimo incoraggiamento<br />

col minimo rischio. Da tale premessa, insieme<br />

ad altre ragioni convergenti, nacque<br />

l'idea dello studio, il cui compito è il rilevamento<br />

e la elaborazione di tutti i dati<br />

effettuali e potenziali dell'area considerata<br />

perché la medesima possa trasformarsi in<br />

Per polo bisogna intendere il tentativo di<br />

riprodurre un ambiente industriale simile<br />

- qualitativamente anche se quantitativa-<br />

mente più ridotto - a quello delle zone<br />

europee ad alta concentrazione, come la<br />

Ruhr, ad esempio, e far sì che le nuove in-<br />

dustrie possano trovare l'ambiente adatto a<br />

stabilirvisi, in quanto vi possono trovare le<br />

infrastrutture necessarie, la manodopera e i<br />

tecnici ben qualificati, servizi generali e<br />

tecnici per riparazioini e manutenzioni, pic-<br />

cole imprese di sottocommittenti, ecc., fat-<br />

tori che, per una serie di imprese, rappre-<br />

sentano tanti elementi di favorevole inci-<br />

denza sui costi di produzione.<br />

Le linee generali dello studio<br />

Ordunque, lo studio nella prima parte ana-<br />

lizzerebbe la situazione economica e sociale<br />

della regione, le possibilità e le disponibi-<br />

lità materiali ed umane sia nel senso qua-<br />

litativo che qualificativo, la realtà attuale<br />

e i progetti delle ilndustrie esistenti. La se-


ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 19<br />

conda parte determinerebbe le attività mo-<br />

trici più adatte a sostenere lo sviluppo eco-<br />

nomico della regione; come anche le atti-<br />

vità collaterali delle quali si avrebbe bi-<br />

sogno per un normale funzionamento della<br />

produzione e del ritmo produttivo. La terza<br />

parte cercherebbe di prevedere le conse-<br />

guenze di tali attività sulle altre attività del-<br />

la regione per quanto concerne le industrie<br />

collaterali, le trasformazimi in agricoltura<br />

e lo sviluppo economi~co generale dell'area<br />

(localizzazione ed incidenze sulle aree turi-<br />

stiche, ecc.).<br />

In funzione di tali prospettive, verrebbero<br />

determinate le necessarie infrastrutture sia-<br />

no esse umane ed intellettuali (insegna-<br />

mento generale, preparazione e formazione<br />

tecnica a livello medio ed universitario, qua-<br />

lificazione e specializzazione per i quadri<br />

esecutivi), siano esse materiali (viabiliti<br />

stradale ed autostrade, comunicazioni fer-<br />

roviarie, marittime ed aeree, attrezzature<br />

portuali ed aeroportuali, strutture urbano-<br />

territoriali, acquedotti, ecc.).<br />

Industrie principali e collaterali<br />

L'Italconsult avrebbe svolto un'inchiesta<br />

molto particolareggiata ed approfondita sul-<br />

l'attuale struttura industriale della regione.<br />

La parte riservata aile attività già esistenti<br />

sarebbe completata dallo studio dei progetti<br />

già approvati ed in via di esecuzione O già<br />

- oggi - in funzione, in particolare il quar-<br />

to centro siderurgico di Taranto e le ini-<br />

ziative della Breda a Bari, insieme alle<br />

altre pur notevoli attività metalmeccaniche<br />

nel campo dei trasporti, dell'agricoltura, chimiche,<br />

ecc., in massima parte sorte per iniziativa<br />

privata<br />

Quali industrie richiamare nella regione.?<br />

Sembra che lo studio cerchi di determinare<br />

un certo numero di settori, i cui bisogni di<br />

mano d'opera, corrispondenti alla ripartizione<br />

dei qualificati, si possono trovare in<br />

Puglia e nel Sud. Pare inoltre che le ricerche<br />

siano orientate verso attività che potrebbero<br />

impiegare molta mano d'opera anche<br />

se poco qualificata.<br />

(In parentesi, sia consentita una sommessa<br />

osservazione: considerati i costi sociali<br />

della mano d'opera e l'elevato numero<br />

prevedibilmente da impiegare, non ne<br />

verrebbero a soffrire per negativa e pesante<br />

incidenza i costi di produzione? O<br />

forse si vorrebbe intendere che quando una<br />

fabbrica è in costruzione, l'effettivo di mano<br />

d'opera è press'a poco il doppio di quello<br />

o~~~rrente al funzionamento ottimo della<br />

stessa? Sarà da chiarire)<br />

Dopo i settori, verrebbero studiate le incidenze<br />

che il progressivo elevarsi del tenore<br />

di vita avrebbe sul mercato, favotrendosi<br />

così la creazione di attività industriali<br />

dedicate per lo più ai consumi della regione.<br />

Per sostenere, però, lo sviluppo e quindi<br />

il miglioramento delle condizioni di vita delle<br />

popolazioni interessate, è necessario un<br />

afflusso di ricchezza che solo le esportazicmi<br />

possono garantire. Ne consegue, per<br />

logica di ragionamento, ma ne è premessa<br />

indispensabile nella realtà, il fatto che le<br />

attività motrici e quelle di base devono essere<br />

concorrenziali nell'ambito della Comunità<br />

e del mercato internazionale. Solo a<br />

questa condizione, e facendo leva sull'area<br />

pugliesse, l'Italia meridionale potrà fare dell'area<br />

mediterranea il proprio naturale mercato<br />

non solo per ,preesistenti ragioni storico-<br />

geografiche, ma anche per ragioni economiche.<br />

Determinate le attività principali, per<br />

ognuna di esse lo studio prevederebbe un<br />

rapporto finanziario particolare, in modo da<br />

poter disporre di una serie di dossiers, molto<br />

fondati nei dati e nelle analisi, da ,proporre<br />

ai gruppi finanziari italiani, europei ed americani,<br />

desidercsi e capaci di realizzare investimenti<br />

verso quei progetti che lo studio<br />

indicherebbe come i più adatti allo sviluppo<br />

della regione.<br />

L'analisi del funzionamento delle industrie<br />

principali rende palese la necessità delle<br />

industrie collaterali, ciolè di quelle industrie<br />

minori che forniscono le maggiori, alle<br />

quali sono collegate, di quelle parti che<br />

servono al prodotto finito. In altri termini<br />

e nel tentativo di riu~~cire più chiari, ricorriamo<br />

ad una analogia. Industria principale<br />

e motrice è l'industria automobilistica. Però<br />

essa non fabbrica direttamente i cuscinetti<br />

a sfera, né il materiale elettrico, né la tappezzeria,<br />

né le maniglie, ecc., bensì, per<br />

questi pezzi, apparati ed accessori si serve<br />

di industrie collaterali che diventano le naturali<br />

fornitrici dell'industria motrice sicché


20 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />

tra l'una e le altre si stabilisce una sim-<br />

biosi diretta.<br />

Per queste attività collaterali, indispen-<br />

sabili al complesso, e le quali saranno le<br />

più numerose, lo studio prevede progetti<br />

sommari e si cercheranno nella regione, nel<br />

Mezzogiorno o nel resto d'Italia e della Co-<br />

munità gli imprenditori capaci di realiz-<br />

zarle.<br />

Industrie secondarie e agricoltura<br />

Come abbiamo detto, il flusso di ricchezza<br />

che per diffusione investirà la regione, ren-.<br />

derà l'ambiente favorevole alla creazione di<br />

altre industrie le quali, pur non essendo di<br />

base, motrici o collaterali, ma essendo piut-<br />

tosto legate al tenore di vita e quindi ai<br />

consumi, costituiscono in buona parte, in-<br />

sieme ai servizi, il tessuto connettivo di una<br />

economia equilibrata tra i pilastri di una<br />

sana e prugredita industria di base e mo-<br />

trice e di una moderna ed efficiente agri-<br />

coltura.<br />

Queste industrie, che impropriamente chia-<br />

miamo secondarie, lavorano sograttutto per<br />

il mercato regiolnale o interregionale e pro-<br />

fittano degli investimenti che si fanno nella<br />

regione. Lo studio cercherebbe di prevedere<br />

i tempi della loro possibile entrata in fun-<br />

zione, ma non entra nei particolari e, non<br />

prevedendo i possibili settori di sviluppo di<br />

queste industrie secondarie, tanto meno pre-<br />

vede la redazione di dossiers. E' perciò un<br />

settore di attività che sarà lasciato comple-<br />

tamente aperto all'inventiva, all'iniziativa.<br />

al fiuto ed alle capacità dell'imprenditore<br />

la cui unica guida sarà il libero gioco delle<br />

forze di mercato.<br />

A questo punto il dccumento introdurreb-<br />

be il discorso sull'agricoltura e pare che si<br />

diffonda sui riflessi importanti e benefici<br />

che si avranno nel settore agricolo. Non v'è<br />

alcun dubbio. E' noto che un ambiente in-<br />

dustrialmente progredito ha anche un'agri-<br />

coltura snella, redditizia e tesa più agli<br />

scambi che ai consumi locali.<br />

Se si tiene presente che l'agricoltura ri-<br />

mane sempre un settore fondamentale del-<br />

l'econoniia non solo della regione economica<br />

appulo-lucana, ma di tutto il Mezzogiorno,<br />

non potrà non essere esaminata con la mas-<br />

sima attenzione, e via via seguita con vi-<br />

gile cura in fase di concreta realizzazione,<br />

l'incidenza che l'industrializzaziane intensi-<br />

va avrà sull'agricoltura i cui benefici van-<br />

taggi ricevuti dallo sviluppo industriale, non<br />

rimarranno isolati o assorbiti cornpletameii-<br />

te dall'agricoltura, ma saranno dall'agricol-<br />

tura medesima riflessi con una maggior?<br />

incidenza sul tasso dell'industrializzazione.<br />

E' superfluo ricordare che lo scopo prin-<br />

cipale dello studio è la preventiva ricerca<br />

delle vie e dei mezzi idonei ad elevare li<br />

tenore di vita delle popolazioni dell'area<br />

considerata. Ciò comporta un aumento quan-<br />

titativo e qualitativo dei prodotti agricoli,<br />

ma soprattutto una trasformazione del!a na .<br />

tura di questi prodotti per l'aumento del<br />

consumo delle proteine animali: uova, pol-<br />

lame, latticini freschi e secchi. Questa evo-<br />

luzione del consumo, secondo lo studio, do-<br />

vrà essere seguita molto da vicino in modo


ottobre 1965<br />

che la produzione si adatti ai bisogni senza<br />

premere sui prezzi il cui aumento è deter-<br />

minato, tra l'altro, quando non è previsto<br />

l'aumento del consumo, quando cioè viene<br />

a crearsi squilibrio tra la domanda e<br />

l'offerta.<br />

La trasfcrmazione delle strutture agricule<br />

però, a nostro modesto avviso, può essere<br />

canseguita non solo nella regione appulo-<br />

lucana, ma in tutto il Mezzogiorno, a condi-<br />

zione di coordinare nella maniera più eco-<br />

nomica e redditizia gli interventi previsti<br />

dal Piano verde n. 2, le direttive ccmuni-<br />

tarie ccn le pcssibilità di intervento pre-<br />

viste dal Fondo Europeo di Orientamento<br />

e di Garanzia Agric3li (FEOGA), combinate<br />

con la evoluzione generale dell'ambiente<br />

medesimo: nel senso che, procedendo paral-<br />

lelamente lo svilupso industriale e le tra-<br />

sformazioni in agricoltura, l'eccedenza di<br />

mano d'cpera in questo settore (dove ac-<br />

cora c'è) potrà essere via via assorbita dal-<br />

l'industria e dai servizi sicché, a termine,<br />

si potrà stabilire l'optiinum della popola-<br />

zione attiva in agricoltura.<br />

A tale riguardo (è una nostra riflessione),<br />

i1 Comitato regionale per la programmazio-<br />

ne economica dovrebbe non solo essere pre-<br />

sente neli'attuazione pratica di quanto è<br />

previsto dallo studio dell'Italconsult, ma do-<br />

vrebbe essere l'elemento attivo per coordi-<br />

nare tutti i mezzi di intervento che devono<br />

essere previsti dal piano regionale per es-<br />

sere messi in opera al momento opportuno.<br />

Questo è i1 caso, tanto per fare un esempio,<br />

del Fondo Sociale Europeo, cioè quel con-<br />

tributo (50%) con il quale la Comunità in-<br />

terviene per la rieducazione professionale.<br />

Ne abbiamo ampiamente trattato a suo tem-<br />

po nella monografia precitata.<br />

Dicevamo testè che la ristsutturaziont?<br />

agricola e l'aumentato livello del tenore di<br />

vita delle popolazioni incideranno con ri-<br />

flessi benefici anche dall'agricoltura verso<br />

l'industria. Infatti i bisogni di alimentari<br />

ricchi saranno seml;re più vasti; ciò deter-<br />

ininerà un incrementc degli impianti di<br />

surgelazione (industrie meccaniche ed elet-<br />

triche), delle industrie conserviere e, per<br />

asseccndare i crescenti bisogni nell'ambito<br />

comunitario, delle industrie dei trasporti<br />

opportunamente attrezzati (catena del<br />

freddo)<br />

Come si può notare, è probabile che co-<br />

minci a spuntare all'orizzonte una concreta<br />

speranza per la quale il processo cumula-<br />

tivo che per secoli si è svolto a noi sfavo-<br />

revole, potrebbe cominciare ad invertire la<br />

tendenza in senso a noi positivo e senza<br />

danneggiare gli altri.<br />

Metodo delle analisi<br />

L'Econonrist, in un numero dell'inverno<br />

scorso, rese nota la metodologia che 1'Ital-<br />

consult avrebbe adottato per seguire le varie<br />

fasi di realizzazione previste nello studio.<br />

In breve e con una certa semplificazione<br />

approssimativa, il metodo consisterebbe nel<br />

rappresentare l'attività economica di una<br />

data regione, come se questa attività fosse<br />

conclusa in un vasto ma unitario impianto<br />

contabile. In tal modo verrebbero comprese<br />

COMUNI D'EUROPA<br />

non soltanto le transazioni nel dare e nel-<br />

l'avere di tutte le singole unità che operano<br />

nei settori dell'agricoltura, dell'industria e<br />

dei servizi, ma anche quelle cui danno ori-<br />

gine i singoli bilanci familiari. Un tale si-<br />

stema di contabilità descriverebbe da un<br />

lato il flussc dei beni e servizi che entrano<br />

in ogni impresa considerata e dall'altro quel-<br />

lo dei beni e servizi che ne escono. Contra-<br />

riamente però alla contabilità ordinaria e<br />

corrente, questo tipo non verrebbe riferito<br />

ad un momento particolare, ma piuttosto ad<br />

un periodo di tempo medio (intorno ai cin-<br />

que anni). In tale guisa, tutto quanto con-<br />

fluisce nell'attività economica potrebbe es-<br />

sere rappresentato da una tavola a doppia<br />

entrata proprio perché le spese di una unità<br />

aziendale o familiare diventano le entrate<br />

di una o più aziende e viceversa, con un<br />

totale generale in cui vengono consolidati<br />

i valori economici di tutte le singole tran-<br />

sazioni.<br />

Un quadro contabile di tal sorta, riferito<br />

alla situazione industriale di una zona con-<br />

siderata, offre la possibilità di avere a di-<br />

sposizione i dati sulle interrelazioni tra le<br />

diverse industrie. Attraverso questi dati si<br />

possono evidenziare i rapporti intercorrenti<br />

tra un'industria e l'altra e, più particolar-<br />

mente, tra industrie trasformatrici e indu-<br />

strie prestatrici di servizi ausiliari<br />

La mancanza di equilibrio tra queste due<br />

serie di aziende può I;rovocare defezioni e<br />

ritardare lo sviluppo della zona considerata.<br />

Infatti, buona parte del ritardo del processo<br />

industriale del Sud è da attribuire alla ca-<br />

renza di aziende co~mplementari e alla di-<br />

stonia tra aziende principali e complemen-<br />

tari. In termini più concreti; non basta l'esi-<br />

stenza del quarto centro siderurgico di Ta-<br />

ranto (per quanto utile in termini diretti<br />

di occupazione e produzioni primarie) per<br />

determinare da solo e per virtù propria di<br />

attrazione la creazione spontanea di indu-<br />

strie trasformatrici che utilizzino i prodotti<br />

siderurgici di Taranto. Si è notato che le<br />

industrie più dinamiche di trasformazione<br />

tendono a rinsaldare maggiormente le loro<br />

interrelazioni laddove si è vicini alle indu-<br />

strie fornitrici ed ai clienti da una parte, e<br />

dall'altra dove possono contare su un, am-<br />

biente tecnologico specializzato molto<br />

evoluto<br />

Qualche considerazione sulle aree e sui<br />

nuclei delle altre regioni<br />

Dunque le industrie meccaniche preferi-<br />

scono orientarsi verso zone dove esistono<br />

industrie intermedie ed ausiliarie indispen-<br />

sabili alla loro efficienza e competitività,<br />

piuttosto che verso i complessi siderurgici.<br />

Le industrie di trasformazione, a valle della<br />

petrolchimica, si orientano di preferenza<br />

verso i raggruppamenti di industrie utiliz-<br />

zatrici. Gli approvvigionamenti di prodotti<br />

primari possono anche venire da centri pa-<br />

recchio distanti poiché ciò che incide sui<br />

costi di produzione e determina il dinamismo<br />

di una impresa meccanica non è il trasporto<br />

del prodotto primario, bensì l'esigenza di<br />

contare sulla vicinanza di industrie forni-<br />

trici e di clienti, sul contatto tecnico, sui<br />

controlli di qualità, ecc., il cui tutto si riflette<br />

sui tempi e costi di trasformazione e<br />

di stockaggio.<br />

Nel Sud (qui si pone la nostra considerazione)<br />

sono state promosse e avviate a<br />

realizzazioni certe concentrazioni industriali<br />

in determinate aree e nuclei. Però, a bene<br />

csservare, buona parte di esse si limitano<br />

al solo aspetto geografico. Infatti queste<br />

unità industriali appaiono tra loro scarsamente<br />

integrate in quanto mancano quelle<br />

unità intermedie ed ausiliarie che, nelle<br />

regicni industrializzate per processo, diciamo<br />

così, naturale operano a loro servizio.<br />

A questa assenza si cerca di rimediare<br />

effettuando all'interno della stessa unità<br />

principale il tipo di prodotto che dovrebbe<br />

essere fatto dall'unità intermedia, oppure<br />

ricorrendo ad altre unità princi,pali che si<br />

prestano a fornire queste lavorazioni oppure,<br />

infine, per certi prodotti si ricorre<br />

addirittura ai centri industriali del Nord.<br />

CI traviamo dunque al cospetto di pesanti<br />

incidenze sui costi di produzione e non di<br />

rado incombe anche un notevole scadimento<br />

della qualita.<br />

Occorrerebbe trasformare - e lo si va<br />

autorevolmente proponendo da più parti -<br />

le attuali concentrazioni iniziali in poli fondati<br />

sui settori più dinamici delle industrie<br />

di trasformazione ed operanti con adeguate<br />

interrelazioni industriali. Infatti le industrie<br />

lccali o, per meglio dire, collegate al mercato<br />

lccale (alimentari, arredamento, abbigliamento,<br />

cemento, materiale da costruzione,<br />

ecc.), potranno espandersi solo parallelamente<br />

ad un processo di svilu~po che esse<br />

seguono; non è concepibile d'altra parte stimolare<br />

le tendenze di espansione delle industrie<br />

di base oltre i limiti di omortunità<br />

di investimento.<br />

Invece le industrie della media meccanica,<br />

dell'elettromeccanica, dell'elettronica, dei<br />

filati sintetici, ecc., possono operare nel<br />

Mezzogiorno, nel mercato nazionale, in quello<br />

comunitario ed internazionale alla condizione<br />

di trovare un ambiente che assicuri<br />

loro la vicinanza di industrie fornitrici e<br />

di clienti, il contatto tecnico, il controllo di<br />

qualità e tutte le altre condizioni inerenti,<br />

come si è già detto e ripetuto<br />

I cinque gruppi di industrie presenti<br />

nel Sud<br />

I ricercatori dell'Italconsult avrebbero<br />

raggruppato, a seconda del grado di inter-<br />

relazioni, in cinque categcrie le attività in-<br />

dustriali già presenti nel Mezzogiorno.<br />

1. Settori delle industrie meccaniche che<br />

necessitano della presenza di aziende in-<br />

tennedie e sono perciò orientate verso le<br />

grandi concentrazioni.<br />

2. Industrie conserviere, delle calzature,<br />

tessili, ecc., le quali esigono proiprie unità<br />

intermedie, ma anche particolari fattori pro-<br />

duttivi e mostrano la tendenza a localiz-<br />

zarsi in concentrazioni specializzate.<br />

3. Industrie metallurgiche, chimiche e pe-<br />

trolchimiche, le quali non hanno bisogni no-


22 COMUNI D'EUROPA<br />

tevoli di interrelazioni, ma in pi-evalenza<br />

sono condizionate dalla facilità degli approv-<br />

vigionamenti e perciò - avendo nel Sud<br />

dimensioni anche notevoli - sono localiz-<br />

zate in prossimità del mare o sul mare.<br />

4. Officine per riparazioni meccaniche, in-<br />

dustrie dei prodotti del legno, alimentari,<br />

vestiario, cemento e materiale da costm-<br />

zione. Esse, basate come sono sui mercati<br />

locali, mostrano scarse esigenze di interre-<br />

lazioni, ma possono prosperare solo in aree<br />

economicamente sviluppate.<br />

5. Industrie delle vernici, materie plasti-<br />

che e derivati dell'industria chimica e pe-<br />

trolchimica.<br />

Ad una osservazione appena un poco ap-<br />

profondita, appare evidente che il plrocesso<br />

evolutiva dell'industrializzazione nel Mezzo-<br />

giorno non può essere legato al quarto grup-<br />

po, alle industrie basate sui mercati locali.<br />

giacché l'esperienza insegna che esse se-<br />

guono ma non stimolano lo sviluppo. Altret-<br />

tanto dicasi per il terzo gruppo - siderur-<br />

gico e petrolchimico - che, già presente<br />

nella regione, è ormai consolidato in rap-<br />

porto alle esigenze nazionali ed internazio-<br />

nali. I1 secondo e il quinto gruppo potreb-<br />

bero dare buoni risultati. Ma è soprattutto<br />

il primo gruppo, la meccanica che potrebbe<br />

aprire nuovi orizzonti non solo alla regione<br />

ccnsiderata, ma a tutto il Mezzogiorno, lad-<br />

dove, si intende, i nuclei e le aree vengano<br />

polarizzate », cioè poste in condizione fa-<br />

vorevole alle interrelazioni necessarie. Ben<br />

si intende che tutto ciò non deve essere di-<br />

sgiunto dalla massima valorizzazione tecnica<br />

del fattore umano e dell'ambiente.<br />

w \mA \R<br />

p<br />

CASSA DI<br />

a<br />

6 RISPARMIO<br />

DI ROMA<br />

FONDATA NEL 1836<br />

I1 documento dell'Italco~isult avrebbe cal-<br />

colato che in tutto il Mezzogiorno sia loca-<br />

lizzato solo il <strong>10</strong>% delle aziende metalmec-<br />

caniche del Paese. Vi sarebbero quindi buone<br />

prospettive anche quantitative, se però si<br />

parte da sane impostazioni qualitative.<br />

La metalmeccanica perno della nuova<br />

struttura<br />

Individuato il settore, <strong>10</strong> studio ne deli-<br />

neerebbe la struttura. Sarebbe percih pre-<br />

vista la enucleazione di nove grandi unità<br />

industriali:<br />

l. ponti e carpenterie pesanti;<br />

2. cucine, vasche da bagno, radiatori in<br />

lamiera e vasellame metallico;<br />

3. bruciatori, pompe centrifughe, paran-<br />

chi, martinetti;<br />

4. macchine agricole;<br />

5. macchine utensili;<br />

6. macchine scavatrici e sterratrici, au-<br />

togru;<br />

--<br />

7. installazioni e mezzi di sollevamento;<br />

8. carrelli elevatori e trasportatori;<br />

9. bilance.<br />

Attorno a queste unità maggiori si for-<br />

merebbe una costellazione di una trentina<br />

di unità intermedie che sarebbero sostenute<br />

dalla domanda delle prime. Precisamente<br />

sarebbero previste:<br />

3 diverse attrezzerie per l'asportazione<br />

dei trucioli;<br />

1 attrezzeria per deformazione;<br />

CREDITO ORDINARIO<br />

CREDITO FONDIARIO<br />

CREDITO PIGNORATIZIO<br />

SERVIZIO ESTERO<br />

TUTTI I SERVIZI E LE OPERAZIONI DI BANCA<br />

2 unità di modelli;<br />

ottobre 1965<br />

- --p-<br />

2 unità di revisione e manutenzione di<br />

impianti;<br />

1 unità per macchinario ed apparecchia-<br />

ture elettriche;<br />

3 unità per la parte elettrica di macchi-<br />

nario vario;<br />

2 unità per macchinario di asportazione<br />

e deformazione;<br />

1 unità di fo~nderia di ghisa e acciaio<br />

per conto terzi;<br />

1 unità di fonderia metalli non ferrosi;<br />

1 unità di fonderia per sola ghisa;<br />

2 unità di fucine;<br />

5 diverse unità di lavorazione per conto<br />

terzi per asportazione di trucio!~;<br />

2 unità di ingranaggi;<br />

2 unità per la lavorazione per conto<br />

terzi di deformazione delle lamiere;<br />

2 unità per trattamenti termici;<br />

1 unità per trattamenti galvanici;<br />

1 unità per bullone~ria.<br />

Totale: 31 unità intermedie, più 9 grandi<br />

unità, uguale 40 unità. Costo previsto: 170<br />

miliardi di lire. Mano d'opera prevedibil-<br />

mente da assorbire: <strong>10</strong> mila addetti, soprat-<br />

tutto meridicnali. Solo nella fase di decollo,<br />

un gruppo di specializzati verrebbe fornito<br />

dal Nord.<br />

L'Italconsult prevederebbe che il I'dezzo-<br />

giorno verrebbe a disporre di una struttura<br />

organizzata superiore e più razionale a certe<br />

strutture esistenti nel Nord, per la qual<br />

cosa la convenienza ad investire nel Sud<br />

dovrebbe essere più che evidente.<br />

Qualche conclusione<br />

Come già abbiamo avuto cccasione di dire<br />

su queste stesse pagine, lo studio di cui<br />

sopra è un piano ad ampio respiro e del<br />

mas~simo impegno. Ma esso potrà avere valore<br />

non soltanto teorico qualora venga superata<br />

senza risentimenti ma anche senza<br />

dannose condiscendenze l'attuale crisi. Ipotizzando,<br />

com'è nei voti di tutti, tale superamento,<br />

rimane il fatto che per realizzare<br />

il piano proposto oggi all'esame della Commissione,<br />

occorre far convergere alla sua<br />

realizzazione quei provvedimenti e quelle<br />

iniziative, sia a livello del Comitato regionale<br />

pugliese, sia a livello governativo italiano<br />

come a livello esecutivo comunitario,<br />

capaci di concentrare al massimo il coordinamento<br />

degli sforzi nella zona individuata<br />

So~rattutto alla base, cioP a livello del Comitato<br />

regionale, S necessario essere consapevali<br />

ed informati di tutti i mezzi in quanto,<br />

conie suggerisce il documento della Commissione<br />

sulla politica regionale dell'undici<br />

maggio, è a livello regionale che devono<br />

essere coordinati i piani e i mezzi per realizzarli.<br />

I1 Comitato regionale pugliese ha<br />

una responsabilità che supera ampiamente<br />

l'ambito delle sue funzioni: come la realizzazione<br />

del polo di sviluppo in Puglia investe<br />

tutto il Mezzogiorno, così la responsabilità<br />

del Comitato viene estesa di fronte<br />

a tutto il Mezzogiorno.


o:tobre 1965 COMUNI D'EUROPA 23<br />

-- p .<br />

- .-p -<br />

PENSIERO E AZIONE DEI FEDERALISTI EUROPEI<br />

stes), da da qua1,che te,tnpo segni di una<br />

La risolgzione approvata al XV Congresso di Europa Union nuova ed appare provveduta di<br />

senso critico. Frattanto continua il riavvici-<br />

Dezltschlund, svoltosi a Bdd Godesberg il 9 scorso<br />

A che punto è oggi l'Europa?<br />

Venli anni or sono, negli ultimi sussulti<br />

della guerra, i combattenti della Resistenza<br />

europea si scoprirono uno spirito fraterno<br />

e libero da odii. Fu allora che essi richiesero<br />

che fosse smantellato il sistema ormai as-<br />

surdo degli Stati nazionali sovrani, e che<br />

quesli si riunissero in una federazione soli-<br />

damente strutturata, gli Stati Uniti d'Europa.<br />

Quindici anni or sono, partendo dal pro-<br />

getto elaborato da Jean Monnet, Robert<br />

Schuman ha messo l'Europa sul cammino<br />

della sua unità. La dichiarazione di Robert<br />

Schuman ha scatenato un processo il cui<br />

motore fosse una istituzione indipendente dai<br />

governi e dedita al solo servizio degli in-<br />

teressi della Comunità. Da allora è tra,cciata<br />

la via in cui osson no inserirsi a loro volta,<br />

in uno sviluppo comunitario, la politica este-<br />

ra e la difesa. Da allora è aperta la strada<br />

che porta dall'Europa a Sei a un'Europa più<br />

vasta e persino, il giorno in cui la cortina<br />

di ferro sarà stata abbattuta, alllEuropa tutta<br />

intera. Da allora una simile Europa è in<br />

grado di diventare un part~ier a parità di<br />

diritti degli Stati Uniti d'America. Senza<br />

alcun dubbio, tutto questo postula che esista<br />

la volontà politica attiva di percorrere la<br />

strada fino in fondo.<br />

Oggi Europa Union domanda dove si trova<br />

questa volontà politica. Certo, la si vede al-<br />

l'opera nelle Comunità europee, che conti-<br />

nuano a vivere con vigore e ad andare avanti,<br />

grazie al dinamismo dei trattati, alle isti-<br />

tuzioni create per dare loro esecuzione, e<br />

ai sentimenti europei degli uomini attivi che<br />

vi lavorano.<br />

Ma altrove? I popoli dicono sì all'Europa,<br />

su auesto non c'è alcun dubbio. In essi vive<br />

ancora qualche cosa dello spirito della Resi-<br />

stenza: la Resistenza di oggi deve opporsi alle<br />

forze del passato, alla ristrettezza dello Stato<br />

nazionale restaurato, alla politica degli inte-<br />

ressi a breve scadenza, alle promesse illusorie.<br />

Ma dove, nei parlamenti e nei governi<br />

riazionali, c'è una vera? vigorosa, spinta in<br />

favore dell'Europa, dove c'è un uomo di<br />

Stato cne, levandosi al di sopra della realtà<br />

quotidiana, abbia ancora a cuore l'idea? Pic-<br />

colo o grande che sia, un neonazionalismo,<br />

al servizio dei pretesi interessi nazionali, si<br />

stende su un campo sempre più vasto. L'Eu-<br />

ropa diviene sempre più l'alibi di obiettivi<br />

puramente nazionali. Nessuna etichetta può<br />

cambiare questa realtà: attualmente si è<br />

molto lontani dallo stato d'animo che defi-<br />

niva il fine vent'anni or sono e che, con un<br />

colpo d'audacia, ha dato vita, quindici anni<br />

fa, alla Comunità Europea.<br />

L'avvenire dell'Europa è in gio'co. E' dove-<br />

re e impegno di Europa Union dichiararlo,<br />

con tutta la serietà e la chiarezza necessarie<br />

in occasione del suo XV Congresso. Essa in-<br />

vita i cittadini della Repubblica Federale a<br />

opporre tutta la loro resistenza a questo neo-<br />

nazionalismo, e a esigere dai loro deputati<br />

attuali, come da quelli che eleggeranno fra<br />

poco, che essi lottino con tutte le loro forze<br />

per l'unità di un'Europa sopranazionale e<br />

deniocratica. Essa si rivolge ai membri del<br />

Bundestag e al gxerno federale per ricordar<br />

loro i termini della Costituzione; questa di-<br />

spone che la Repubblica Federale deve met-<br />

tersi al servizio della pace del mondo in<br />

un'Europa unita; essa prevede espressamente<br />

che si debba a tal fine trasferire certi diritti<br />

sovrani a delle istituzioni sovrannazionali.<br />

Europa Union è convinta che il miglior modo<br />

per servire gl'interessi del popolo tedesco<br />

- riunificazione compresa - consiste nel<br />

perseguire metodicamente la costruzione eu-<br />

rapea. Non si perverrà al fine fissato dalla<br />

Costituzione con la pditica del "troppo<br />

poco " e del " troppo tardi ", con proposizioni<br />

minimaliste o scappatoie, avanzate con il<br />

pretesto che altri non sarebbero pronti a<br />

fare quello che noi stessi non vogliamo.<br />

Prendete di nuovo l'Europa sul serio! Pren-<br />

detela sul serio nei fatti e nella realtà! Ap-<br />

provare Robert S'chuman a fior di labbra<br />

non vuol dire niente. Quello che occorre, è<br />

conipletare la sua opera. Quanto avevano<br />

intuito venti anni fa i migliori europei del-<br />

la Resistenza resta sempre vero: la libertà,<br />

la pace e il progresso sono dei doni di cui<br />

tutti i popoli d'Europa devono godere insie-<br />

me, se non vogliono tutti insieme perderli ».<br />

Europa Union Deutschland, cioè l'unione<br />

tedesca dei federalisti, che con la Sezione<br />

olandese forma la parte più consistente del-<br />

1'AEF (Action européenne fédéraliste, l'ala<br />

moderata della scissione avvenuta nel 1956<br />

in seno all'union européenne des fédérali-<br />

namento fra AEF e MFE (il Mouvement<br />

Fédéraliste Européen, nome che acquistò<br />

l'UEF, o meglio il suo troncone maggiorita-<br />

?io, non molto tempo dopo la scissione, quando<br />

si diede una struttura ~adicalmente sozranazionale).<br />

Occo~re ora rendersi sempre meglio conto<br />

del preciso margine politico che assegna a<br />

un movimento federalista l'attuale fase del<br />

processo di integrazione fra società nazionali<br />

in Europa. Intendiamo per movimento federalista<br />

un movimeiito di persone, il cui scopo<br />

primo ed unico è quello di battersi per l'affermazione<br />

delle soluzioni federaliste. Il problema<br />

è presente ai federalisti del MFE e dell'AEF,<br />

ai federalisti « senza tzsszra », a coloro<br />

che in seno al Movimento Europeo agiscono<br />

o vorrebbero agire da federalisti e propongono<br />

- pensiamo - in tal senso l'eventualità<br />

di adesioni individuali al Movimento<br />

Europeo (che per ora prevede solo l'adesione<br />

di enti collettivi).<br />

S'intende che il discorso sui compiti del<br />

federalismo europeo richianra quello del<br />

nesso fra strategia e tattica, richiamn l'alternativa<br />

- che poi forse non è tale - fra<br />

azicne di « quadri » e azione popola~e diretta,<br />

richiama la questione della unità di<br />

azione coi movimenti federalisti di settore<br />

o specializzati, richiama infine la struttura<br />

autenticamente federalista - cioè né confederalista<br />

né monolitican~ente centralizzata --<br />

da conferire, dopo insoddisfacenti soluzioni<br />

passate o presenti, al Mouvement Faéraliste<br />

Européen o alla ricostituenda Union Européenne<br />

des Fédéralistes.<br />

Diekirch, Comune d'Europa<br />

Diekirch, il Comune lussemburghese del presidente del CCE Cravatte, non poteva mancare<br />

- noblesse oblige - all'appello della campagna -Sindaci d'Europa, pavesate Europa>. I1<br />

5 maggio scorso, in occasione della Giornata d'Europa, esso ha inaugurato alle sue =entrate n<br />

le targhe n Comune d'Europa n. Tali targhe in molti Comuni portano anche l'indicazione<br />

degli altri Enti europei, con cui si è stretto un = gemellaggio . E' stata condotta già dal CCE<br />

una inchiesta presso giovani, presso automobilisti, presso amministratori locali, ecc., e tutti con-<br />

cordano sull'efficacia di queste targhe. Non si fa l'Europa coi francobolli, si diceva un tempo,<br />

giustamente, al movimento federalista: ma si fa anche coi francobolli, se essi sono la manife-<br />

stazione esterna di un reale atteggiamento politico e morale, e lo rappresentano - per così<br />

dire - visivamente. Le targhe Comune d'Europa a, diffuse ovunque, cominciano a dare la<br />

sensazione di questa enorme tessitura europea. di cui è prdagonista il CCE.


24 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />

alla Regione Friuli - Venezia Giulia<br />

l1 popolo d'Europa deve poter decidere il suo destino<br />

Pubblichiamo il testo integrale dell'espo-<br />

sizione dell'ordine del giorno che il Consi-<br />

gliere Giambattista Metus - membro della<br />

Direzione dell'AICCE - ha presentato per<br />

l'adesione della Regione Friuli-Venezia Giu-<br />

Zia alla Sezione italiana del Consiglio dei<br />

Comu~li d'Europa, ordine del giorno che è<br />

stato accolto con favore dalla Giunta<br />

Regionale.<br />

L'iizserinzento dei pvoblemi della Regione<br />

Friuli-V-enezia Giulia nel più vasto quadro<br />

della Cornunità Europea 2 tenuto costaq~te-<br />

mente presente da Metus nei suoi inte?-<br />

venti: ecco quanto ha detto in sede di replica<br />

nella discussione generale del D.D.L. sulla<br />

« disciplina giuridica dell'artigiali-ato r di cui<br />

era relatore (dal resoconto stenografico del-<br />

la seduta):<br />

... Ma una considerazione d'ordine politico,<br />

mi consenta- senatore Pellegrini, in<br />

ordine alla libera circolazione dei lavoratori<br />

neil'area del MEC e che lei traduce<br />

nel trisle ~locabolo " emigrazione ". Quand'io<br />

ed altri sosteniamo la libertà di movimento<br />

delle forze del lavoro, dei capitali e delle<br />

merci, apriamo sicuramente ad un avvenire,<br />

che lascia dietro dz sé vecchi ed arruginzti<br />

strumenti nazionali, vecchie e moderne - se<br />

vziole - co~rcezioni politiche basate peraltro<br />

sulla difesa dell'assurdità del mito dello<br />

Stato nazionale (interruzione Sema: ... abbiamo<br />

visto per i CRDA ...) ... collega Sema, io<br />

sono stato ad ascoltare con attenzione tutti<br />

i vostri interventi (...Sema: ...q uando si dicono<br />

cose serie ...) ... Si apre, senatore Pellegrini,<br />

una grande prospettiva con questi<br />

propositi. Propositi che dovrebbero esse? i?<br />

accolti dalle forze vive e democratiche cile<br />

operano nella Comunità Economica Europeu.<br />

Ma vi è il dubbio, in chi parla, che oggi<br />

nella Comunità nazionale, queste forze vive<br />

siano una stretta minoranza, per cui si assiste<br />

al triste - questo si che è ancor più<br />

triste - spettacolo che le forze della conservazione<br />

parlano lo stesso linguaggio, sui<br />

problemi di fondo interni ed esteri, delle<br />

forze cosiddette progressiste.<br />

L'emigrazione che io voglio, senatore Pellegrini,<br />

è quella di un popolo europeo libero<br />

di muoversi e stabilirsi in qualsiasi parte<br />

dell'area comunitaria, cioè una nuova cittadinanza<br />

per i nostri lavoratori. Se la patente<br />

Ùi mestiere e la legge in esame potrà<br />

aiutarci i:~ questa direzione, i nostri figli<br />

ce ne saranno sicuramente grati D.<br />

Qualche giorno più tardi, intervenendo<br />

sul documento dell'Amministrazione regio-<br />

nale concernente rilievi, osservazioni e pro-<br />

poste di modifiche allo schema di piano<br />

quinqueiznale nazionale, per le sue correla-<br />

zioni alla situazione ed alle esigenze di<br />

sviluppo della Regione Friuli-Venezia Giu-<br />

lia, Metus, dopo aver chiarito che soste-<br />

nere unci linea di politica economica di<br />

difesa ad oltranza di prerogative di carat-<br />

tere nazionale è porsi in una situazione anti-<br />

storica, ha detto: n Si deve considerare in-<br />

vece che l'apertura del Mercato, l'ampiezza<br />

del Mercato, presuppongono concentrazioni<br />

economiclze e dimensioni dell'Azienda va-<br />

ste, poiché non è più sufficiente la piccola<br />

e la media dimensicne pey apertura e schieramenti<br />

ecorio.mici di questo genere.<br />

La dimensione dell'Azienda, quindi, è problema<br />

esrensiale per lo svil7cppo economico<br />

delia socielà moderna.<br />

Vuoi Aiende pubbliche, vuoi Aziende<br />

private, verché sia l'una che l'altra non possono<br />

ignorare questa realtà.<br />

E' stato detto inoltre che la Regione Friuli-<br />

Venezla Giulia paga la sua posizione a causa<br />

deile decisioni dcl Goierno nazionale in<br />

favore della Comunità Economica Europea<br />

e della poli.tica atlantica. Direi che (inter-<br />

ruzione del cons. Se~na) non è su quel ter-<br />

reno che il problema va posto.<br />

Vorrei dire a coloro che affermano che<br />

nell'ambi,lo della Conzunità Economica Eu-<br />

ropea le forze che dominano la situazione<br />

soil» quelle cielle concentrazioni economiche-<br />

finanziarie, e che è vero, vorrei dire a co-<br />

storo che cosa hanno fatto i movimenti dei<br />

lavoratori perché ciò non avvenga.<br />

(Interruzione da parte comunista) .<br />

Presidente: Collega Sema, collega Ber-<br />

gotizas ...<br />

Metus: e allora colleghi comunisti un mo-<br />

mento ... al prof. Sema che si dice inten-<br />

ditore di storia e anche agli altri colleghi<br />

del gruppo comunista voglio ricordare un<br />

fatto seiwplicissimo ...<br />

Senia: Io non sono intenditore di niente.<br />

Metus: Risulta agli atti della CGIL; per<br />

la prima volta la CGII, in preparazione del-<br />

l'ultinro congresso nazionale si è posta il<br />

problema della integrazione econonrica eu-<br />

ropea con una visione moderna. La CGIL<br />

prima di quella posizione ha considerato il<br />

proble~no. della integrazio~ie economica co-<br />

me groblema contrastante con gli interessi<br />

dei lavoratori.<br />

Ho voluto fare un accenno a questa si-<br />

tuuzione perché se noi oggi constatiamo<br />

che a iivello comunitario, i lavoratori non<br />

pesano come avrebbero diritto di pesare (in<br />

un dialogo anziclzevole con qualche collega<br />

comunista si riconosceva esatta questa po-<br />

sizione; si riconosceva purtroppo che i la-<br />

voratori non sono stati posti nella condi-<br />

zione o non si sono posti nella condizione<br />

di essere elemento determinante nella poli-<br />

tica comunitaria) la responsabilità, in questo<br />

caso, non è di quelli che si sono interessati<br />

attivamente per porsi in posizione di do-<br />

minio a quel livello, cioè i gruppi impren-<br />

ditoriali s.<br />

Ed lza concluso affermando:<br />

« Se la nostra Regione come tutte le Re-<br />

gioni di confine, come tutte le Regioni se<br />

volete sottosviluppate, si trova in una posi-<br />

zione di emarginazione nel quadro nazio-<br />

nale e nel quadro europeo, ebbene, colleghi<br />

consiglieri, noi dovremmo rispondere anche<br />

ad un'altra domanda molto importante<br />

(chiedo venia se tcilune cose le ripeto, ma<br />

dovremmo rispondere a questa domanda).<br />

Mentre a livello regionale noi abbiamo la<br />

possibilità di fare una politica economica,<br />

per quanto riguarda le nostre competenze,<br />

mentre a livello nazionale noi abbiamo pure<br />

la possibilztà di fare una politica economica<br />

programmata, a livello europeo questa ca-<br />

pacita non l'abbiamo. Nel momento in cui<br />

talune decisioni prese dalla Regione e dal<br />

Governo nazionale dovrebbero inserirsi in<br />

un quadro organico e nel momento in cui<br />

noi viviamo nella realtà deila Comunità Economica<br />

Europea, abbiamo il bisogno e il<br />

dovere di dire agli italiani, ai francesi, ai<br />

tedeschi e agli europei in genere, che devono<br />

darsi un potere che attualmente non<br />

hanno, collega Bacicchi; la Comunità Econoinica<br />

Europea è stilla carta sovranazionale,<br />

ma non di fatto.<br />

Noi abbiamo il dovere di creare questo<br />

strumento ael potere politico anche a livello<br />

europeo perché allora così ai tre stadi<br />

dello sviluppo, allo stadio dello sviluw~o regionale,<br />

allo stadio dello sviluppo nazionale,<br />

allo stadio dello sviluppo europeo, noi<br />

avremo le tre scale di potere che avranno<br />

delle precise competenze per indirizzare lo<br />

sviluppo economico in modo equilibrato. Poi<br />

non ci si lamenti se troviamo che la politica<br />

ciegli oleodotti proprio nel nostro Paese<br />

e in Europa segue linee che non sono certo<br />

quelle dello sviluppo equilibrato in modo<br />

particolare della periferia.<br />

Quando siano di mezzo Enti pubblici o<br />

no, noi ci troviamo di fronte a situazioni<br />

che tengono i Governi nazionali in una posizione<br />

di insufficienza rispetto ai fini dello<br />

sviluppo equilibrato dell'ecomomia. E questo<br />

esempio noi lo abbiamo proprio dalla politica<br />

degli oleodotti e nella politica delle<br />

grandi concentrazioni in genere e da questa<br />

politica, collega Bergomas, non si libera né<br />

l'azienda pubblica e tanto meno l'azienda<br />

privata.<br />

E allora per risolvere questo problenra<br />

noi abbiamo il dovere, a me pare, di formulare<br />

l'azispicio che si addivenga tanto<br />

più presto possibile alla creazione anche a<br />

quel livello, dove ormai molti interessi operano,<br />

alla costituzione di poteri effettivi e<br />

reali perché solo con la costituzione dei<br />

poteri effettivi e reali anche a livello comunitario<br />

noi avremo la possibilità di far dirottare<br />

lo sviluppo economico nel senso da<br />

noi auspicato B.<br />

* *<br />

I1 discorso di Metus<br />

Nelle dichiarazioni programmatiche il<br />

Presidente della Giunta Regionale ebbe ad<br />

affermare che la Regione del Friuli-Vene-<br />

zia Giulia deve assolvere ad una funzione<br />

internazionale, in quanto lo esigono obiet-<br />

tive esigenze e realtà regionali. Se pren-<br />

diamo in considerazione le vie di comuni-<br />

cazione: le strade, le linee navali e ferro-<br />

viarie, ci06 i mezzi di contatto di questa<br />

Regione con il mondo centro-orientale, se<br />

prendiamo in considerazione la funzione<br />

internazionale che deve svolgere il porto<br />

di Trieste, non dovremmo avere alcun dub-<br />

bio sulla funzione internazionale della no-<br />

stra Regione, che definirei funzione di pri-<br />

mo piano, specie per quanto riguarda lo svi-<br />

luppo della integrazione economica e poli-<br />

tica del continente eurapeo.<br />

Qluando il prof. Maternini, dell'università<br />

di Trieste, sosteneva che c'è da auspicare<br />

che la Jugoslavia e l'Austria entrino nel<br />

MEC, egli auspicava un fatto molto impor-<br />

tante che e quello di ridare alla Regione<br />

Friuli-Venezia Giulia e in modo particolare<br />

a Trieste, il suo retroterra - anche se mi<br />

rendo conto che l'attuale situazione del porto<br />

di Trieste attraversa un momento difficile,<br />

specie per quanto riguarda la concorrenza


ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 25<br />

che viene fatta dai vicini porti di Fiume,<br />

Pola e Capodistria.<br />

Sui problemi del porto di Trieste vorrei<br />

soffermarmi anch'io un istante. L'art. 70<br />

dello Statuto, è stato detto anche ieri, pre-<br />

vede l'istituzione dell'Ente Porto e tale Ente<br />

doveva essere costituito entro un anno dal-<br />

l'entrata in vigore dello Statuto stesso.<br />

C'è poi. l'art. 47 dello Statuto che, in<br />

sostanza, impegna la Giunta ad esprimere<br />

pareri ed opinioni in merito a problemi di<br />

carattere internazionale, specie per quanto<br />

riguarda l'aspetto commerciale.<br />

Comprendo l'esigenza che l'Ente Porto<br />

debba essere costituito quanto prima come<br />

Ente avente natura pubblicistica. Sono del-<br />

l'avviso, comunque, che a farne parte do-<br />

vrebbero essere chiamati la Regione, la Pro-<br />

vincia ed il Comune di Trieste.<br />

L'Ente Porto, come diceva l'on. Belci, in<br />

un suo interessante articolo pubblicato sulla<br />

rivista Trieste », dovrebbe essere un ente<br />

,< che piloti in modo coordinato, efficiente<br />

e snello, il complesso del Porto Industriale,<br />

che nelle sue due componenti sempre più<br />

intrinsecamente connesse, caratterizza la<br />

nuova realtà economica triestina ».<br />

Si vuole, diceva ancora l'on. Belci, in<br />

definitiva, un istituto che dia vita ad un<br />

vero e proprio ente di sviluppo D.<br />

Credo che il problema dell'Ente Porto<br />

non possa prescindere, a sua volta, dall'in-<br />

tervento dello Stato con contributi finan-<br />

ziari, in quanto l'Ente Porto deve assolvere<br />

ad una funzione di politica tariffaria per<br />

conseiltire al porto di Trieste di svolgere<br />

una politica commerciale efficiente che ab-<br />

bia le capacità finanziarie per assolvere a<br />

questa funzione.<br />

Problema importante, connesso a quanto<br />

detto, mi pare sia quello di tener sempre<br />

viva l'esigenza di premere sulle Autorità<br />

governative centrali, al fine di ottenere per<br />

il porto di Trieste le stesse agevolazioni<br />

concesse ai porti di Brema e di Amburgo,<br />

ai sensi dell'art. 70 del Trattato del Mer-<br />

cato Comune.<br />

Si sa che l'elemento principale dell'atti-<br />

vità economica triestina è il porto, intorno<br />

al quale vive la vita triestina, intorno al<br />

quale si sviluppa principalmente l'attività<br />

economica triestina. Ebbene, dall'esame del-<br />

le cifre concernenti la capacità del reddito<br />

della Provincia di Trieste, che ho dovuto<br />

citare e che qualche collega ha voluto con-<br />

testare, nii pare che i dati e le tesi svilup-<br />

pate nella conferenza economica di Trieste<br />

debbano essere tenute in debita conside-<br />

razione. Debbo chiarire al collega Sema,<br />

che contestava i dati da me riportati circa<br />

il reddito delle tre provincie, che i dati<br />

sono precisi, solamente bisogna dar loro<br />

un'interpretazione che sia veramente coe-<br />

rente.<br />

Quando parlo del reddito di oltre 500 mila<br />

lire pro capite per il cittadino della Pro-<br />

vincia di Trieste, indubbiamente mi rendo<br />

conto che questo reddito pro capite non è<br />

il risultato della capacità di produzione del<br />

cittadino, del lavoratore triestino, ma è an-<br />

che il risultato dell'apporto di finanziamenti<br />

pubblici che solo indirettamente possono<br />

avere un significato economico. Ciò significa<br />

però, che quando il lavoratore, il con-<br />

sumatore possiede una quantità di danaro<br />

Gemel laggio Verona- Nimes<br />

si trova nella condizione di spenderlo, per<br />

cui si può concludere che quella cifra di<br />

500 e passa mila lire pro capite rappre-<br />

senta un'effettiva capacità di acquisto e di<br />

spesa da parte dei relativi possessori.<br />

Mi auguro che i problemi di Trieste e<br />

del Porto abbiano ad essere sempre tenuti<br />

nella dovuta considerazione, se è vero che,<br />

come si diceva nella conferenza economica<br />

citata, per risolvere i problemi di questa<br />

Città occorrono circa 150 miliardi.<br />

Infine la funzione della Regione nell'unità<br />

dando seguito ai rap-<br />

porti iniziati nel mag-<br />

gio 1960 tra Verona e<br />

la sua città gemella,<br />

Nimes (Francia), nei<br />

marzo scorso si sono<br />

svolte delle competi-<br />

zioni sportive, e tra<br />

l'aprile e il luglio sono<br />

avvenuti scambi di stu-<br />

denti, mentre è previ-<br />

sta, per il prossimo anno<br />

la partecipazione di Ve-<br />

rona alla Foire-Exposi-<br />

tion della città di Ni-<br />

mes. Nelle foto, un mo-<br />

mento della cerimonia<br />

svoltasi a Verona, nella<br />

Sala della Loggia di<br />

Fra' Giocondo, e la<br />

pergamena ricordo del<br />

gemellaggio.<br />

dell'Europa ha importanza sia per lo svi-<br />

luppo economico e sociale, sia per gli inte-<br />

ressi della classe lavoratrice. Opporsi alla<br />

tesi dell'unificazione del Continente Euro-<br />

peo significa collocarsi in una posizione<br />

storicamente non valida dato che il pro-<br />

blema dell'unificazione ddl'Europa è un<br />

problema che discende da esigenze precise<br />

della realtà tecnologica, della realtà econo-<br />

mica del mondo moderno.<br />

I piccoli mercati, le piccole dimensioni<br />

sono incapaci ed insufficienti ad affrontare


uii altro grande vuoto nel CCE: Walter Kobel,<br />

Vice Presidente della Sezione teàesca del<br />

Consiglio dei Comuni d'Europa, Borgomastro<br />

di Russelsheim, è deceduto, dopo breve malat-<br />

tia, il 9 settembre scorso. Era Presidente del<br />

Kreistag Gross-Gerau, deputato del Land ed<br />

attivo collaboratore delle Giornate dei Co-<br />

muni, prima a Muhllieim e poi a Russelsheim.<br />

Propugnatore convinto delle autonomie locali<br />

in seno alla Federazione europea, era stato<br />

uno dei fondatori della Sezione tedesca del<br />

CCE, che con lui perde uno dei più capaci<br />

ed attivi esponenti.<br />

e risolvere i problemi che la vita economica<br />

moderna pone; tant'è vero che se noi guar-<br />

diamo quello che sta accadendo nel mondo,<br />

sia sul piano economico che su quello mi-<br />

litare, ci si accorge che i piccoli paesi non<br />

contano, in quanto devono ruotare intorno<br />

ai grandi. I piccoli paesi non hanno la ca-<br />

pacità di decidere delle loro stesse sorti.<br />

E richiamandomi ai grandi valori della Re-<br />

sistenza che, prima di essere nazionale, è<br />

stata un fenomeno europeo, poiché com-<br />

battenti che si trovavano a centinaia, forse<br />

a migliaia di chilometri l'uno dall'altro,<br />

avevano nel loro cuore, nelle loro ansie lo<br />

stesso problema: quello dell'Europa che ha<br />

visto i suoi figli scontrarsi in una guerra<br />

non tanto imperialista o nazionalista, ma<br />

fratricida.<br />

Vorremmo che il popolo dell'Europa fosse<br />

nella condizione di poter decidere del suo<br />

destino. Quando facciamo questa battaglia<br />

diciamo che attualmente i popoli dei sin-<br />

goli Stati non sono nelle condizioni di de-<br />

cidere in modo autonomo, sovrano, del loro<br />

destino, perché la dimensione dei problemi<br />

economici moderni non si esaurisce nel-<br />

l'ambito degli schemi di una politica na-<br />

zionale.<br />

Basterebbe prendere in considerazione lo<br />

sviluppo tecnologico, lo sviluppo scientifico,<br />

la situazione internazionale in genere, per<br />

avere la sensazione che noi non contiamo<br />

a livello internazionale, che tutti i popoli<br />

che non abbiano una dimensione di tipo<br />

continentale in questo momento non con-<br />

tano, se non come supporto a posizioni di<br />

potenze egemoniche che noi possiamo indi-<br />

viduare con assoluta precisione.<br />

COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />

Ebbene, oggi non c'è la possibilità di<br />

fare una politica concreta, di fare una politica<br />

a livello internazio'nale; se non si hanno<br />

le dimensioni degli Stati Uniti, della<br />

Russia, della Cina, dell'India ci si trova<br />

neila condizione di non poter portare avanti<br />

un dis,corso veramente concreto.<br />

Per questa ragione noi vogliamo che effettivamente<br />

il popolo d'Europa sia sovrano<br />

nelle sue decisioni, sia egli stesso arbitro<br />

del suo destino, ed è per questo che noi,<br />

federalisti da parecchi anni, combattiamo<br />

per la integrazione del Vecchio Continente,<br />

con la consapevolezza di servire i valori<br />

della libertà, del benessere e della pace.<br />

Siamo convinti che solamente quando metteremo<br />

i nostri cittadini nelle condizioni di<br />

decidere responsabilmente, noi avremo posto<br />

in modo concreto il problema di questi<br />

valori.<br />

Ed è perciò, e concludo, che una grande<br />

forza popolare, come quella del Consiglio<br />

dei Comuni d'Europa, che ha posto a sua<br />

base la battaglia delle auto'nomie lo~cali e<br />

delle autonomie regionali ma, anzitutto, il<br />

problema di una federazio'ne democratica<br />

sopranazionale eurolpea, è uno degli strumenti<br />

primari: ai fini della realizzazione di<br />

tutti questi obiettivi. Ed è per questo che,<br />

pur sapendo che la Giunta Regionale ha<br />

preso contatto con questa associazione sopranazionale,<br />

stabilendo con essa dei rapporti<br />

co~ncret~i, ho voluto portare in questa<br />

Assemblea il problema, che non è solamente<br />

di carattere amministrativo, ma è anzitutto<br />

politico, per cui raccomando vivamente che<br />

ques8to ordine del giorno sia aclcolto e nella<br />

lettera e nello spirito.<br />

Nuovi pokri locali aderenli all'AICCE<br />

Conzuni : ab.<br />

ACQUI TERMF: (Alessandria) .<br />

AGOSTA (Roma) . . . . .<br />

AICURZIO (Milaiio) . . . .<br />

AZZANO MELLA (Erescia) . .<br />

BORDOLANG (Cremona) . . .<br />

BOTTICINO (Brescia) . . . .<br />

BRENO (Brescia) . . . . .<br />

BUSNAGO (Milano) . . . . .<br />

CASAL CERMELLI (Alessandria)<br />

CASTELSEPRIO (Varese) . . .<br />

CASTELSPINA (Alessandria) . .<br />

CERVETERI (Roma) . . . .<br />

CIIIESA IN VALMALENCO (Sondrio)<br />

. . . . . . . . .<br />

CORNA IMAGNA (Bergamo) . .<br />

GHEDI (Brescia) . . . . .<br />

LAGLIO (Como) . . . . . .<br />

LISCATE (Milano) . . . . .<br />

LOGRATO (Brescia) . . . . .<br />

PALAZZOLO SULL'OGLIO (Bre-<br />

scia) . . . . . . . . .<br />

SANTERAMO IN COLLE (Bari) .<br />

VENARIA<br />

(Torino) . . . . ~<br />

Province : POP.<br />

Gemellaggio Verbania - Bourg de Péage<br />

rappresentanti di Verbania e di Bourg de Péage celebrano in Francia la ricorrenza del patto<br />

di gemellaggio che unisce le due città da quattro aiuii.


ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 27<br />

Diffusione<br />

e indipendenza<br />

Abbonati ordinari sostenitori e bene-<br />

meriti, rinnovate tempestivamente il<br />

Vostro abbonamento per il 1966 a<br />

« Comuni d'Europa n.<br />

La nostra rivista vive e si diffonde<br />

sul Vostro appoggio, ,ormai costante, e<br />

anche nel 1966 godrà della sua piena<br />

indipendenza economica e quindi poli-<br />

tica grazie a Voi.<br />

Sarà ormai il 14O anno di libera e<br />

indipendente battaglia per gli Stati Uniti<br />

d'Europa.<br />

COMUNI D'EUROPA<br />

Organo deli'A.1.C.C.E.<br />

<strong>Anno</strong> <strong>XIII</strong> - n. <strong>10</strong> - ottobre 1965<br />

Direttore resp.: UMBERTO SERAFINI<br />

Redattore capo: EDMONDO PAOLINI<br />

I<br />

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intestato a E Comuni d'Europa m.<br />

-<br />

Autor. del Trib. di Roma n. 4696 deu'll-6-1955<br />

wrioi-mu-ro65<br />

BANCO DI SICILIA<br />

ISTITUTO DI CREDITO DI DIRITTO PUBBLICO CON SEDE IN PALERMO<br />

Patrimonio L. 17.047.709.000<br />

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