Anno XIII Numero 10 - Renato Serafini
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Direzione e Redaz.: Piazza di Trevi, 86 - ROMA<br />
<strong>Anno</strong> <strong>XIII</strong> - N. <strong>10</strong> - ottobre 1965 I<br />
Spedizione in abbonamento postale - Gruppo III I<br />
ORGANO MENSILE DELL'ASSOC :IAZIONE ITALIANA PER IL CONSIGLIO DEI COMUNI D'EUROPA<br />
Dopo Bruxelles<br />
e dopo ancora<br />
Ci rendiamo ben conto di quanto fosse<br />
difficile condurre a buon fine la sessione<br />
del Consiglio dei Ministri comunitari - che<br />
si è svolta a Bruxelles il 25 e il 26 ottobre -<br />
dopo le contraddizioni con cui si era per-<br />
venuti al 30 giugno, gli errori che si erano<br />
compiuti nella famosa seduta e le zelanti e<br />
gratuite iniziative prese da alcuni conso-<br />
ciati durante l'estate. In tal senso (e vi si<br />
aggiunga la non ancora consolidata posi-<br />
zione del « nuovo >, Governo tedesco) non<br />
era largo il margine di manovra lascialo<br />
al presidente di turno: il quale, forte di una<br />
indubbia esperienza comunitaria e notoria-<br />
mente abile e stimato negoziatore, non po-<br />
teva far molto di più che incollare i pezzi<br />
rotti. Ne è uscita fuori una conclusione che,<br />
quanto meno, ha salvato la fa~ccia dei Cin-<br />
que, attirandosi gli elogi di Monnet. Una<br />
conclusione utile, se si guarda a uno dei<br />
due aspetti del problema, cioè all'esigenza<br />
di verificare fino a che punto si può con-<br />
tinuare a integrare - in punta di piedi -<br />
sei società nazionali, formalmente dialogan-<br />
do col governo politico di una di esse, che<br />
è quello che è (e, anche sotto tale aspetto,<br />
eventualmente utile soltanto se si darà la<br />
sensazione al regime gollista che, dietro la<br />
cortesia, c'è autentica decisione, unità di<br />
intenti dei Cinque, forza).<br />
Ma una conclusione che, nel contempo, ci<br />
lascia perplessi sotto l'altro aspetto, sotto<br />
l'aspetto delle nostre responsabilità di fron-<br />
te ali'opposizione democratica ed europeista<br />
in Francia. Questa ha ricevuto - a suo stes-<br />
so dire - un brutto colpo dall'ultimo Consi-<br />
glio dei Ministri di Bruxelles.<br />
Sostengono infatti gli amici francesi - di<br />
diversa scuola politica - da noi interroga-<br />
ti che, sul terreno agricolo, i Cinque sono<br />
rimasti in parte ancora nel generico, nella<br />
platonica dichiarazione di principi; che non<br />
hanno stretto alle corde de Gaulle; che non<br />
gli hanno saputo o voluto togliere ogni pos-<br />
sibilità di insinuare e di sostenere che non<br />
c'è da parte altrui provata buona volontà<br />
di realizzare il MEC agricolo; che non lo<br />
hanno - in fondo - obbligato a rispon-<br />
dere a proposte definitivamente vantaggiose<br />
per gli agricoltori francesi e non gli hanno<br />
posto serie scadenze p~eelettorali. Cioè i<br />
(con.Einua a pag. 2, la colonna)<br />
dal 1" al 3 ottobre<br />
Al Congresso di Cannes<br />
il Movimento Europeo prende tempo<br />
le risoluzioni approvate<br />
I. Lealtà ai trattati<br />
I fatti hanno dimostrato l'efficacia delle<br />
istituzioni comunitarie, che hanno consen-<br />
tito una evoluzione più rapida di quella pre-<br />
vista; hanno dimostrato che un mercato in<br />
via di unificazione arreca una espansione<br />
economica senza precedenti, hanno dimo-<br />
strato altresì che senza unita politica i Paesi<br />
d'Europa non sono in grado di esercitare<br />
una influenza decisiva sui destini del mondo<br />
e sul consolidamento della pa~ce.<br />
Tutto quanto è stato edificato è minac-<br />
ciato di distruzione e le speranze di co-<br />
struire l'Europa politica, di cui le Comunità<br />
sono la pietra angolare, rischiano di esserne<br />
gravemente compromesse.<br />
Un governo membro ricusa, contro il Trat-<br />
tato, di partecipare alle sedute del Consiglio<br />
e rischia di paralizzare il funzionamento<br />
delle istituzioni comunitarie. Questo peri-<br />
colo deve indurre i governi che si procla-<br />
mano fedeli al proprio impegno europeo e<br />
la cui azione dà adito tuttavia a qual'che<br />
critica, non soltanto a combattere nei ri-<br />
spettivi Paesi le rinascenti tendenze nazio-<br />
naliste, ma a realizzare un fronte comune<br />
di salvaguardia della Comunità, senza ri-<br />
cercare circa la sostanza dei problemi un<br />
compromesso pericolo'so quanto illusorio.<br />
I1 Movimento Europeo, riunito in Con-<br />
gresso Straordinario<br />
proclama che l'Europa non può trovare<br />
salvezza né garanzia circa il proprio avve-<br />
nire al di fuori del rispetto dello spirito<br />
e della lettera dei Trattati,<br />
e che in partico~lare la rinunzia al dia-<br />
logo tra il Consiglio e la Commissione, ga-<br />
rante dell'interesse generale della Comu-<br />
nità e di quello degli Stati membri, ovvero<br />
una proroga del diritto di veto oltre le sca-<br />
denze stabilite dal Trattato della CEE, sa-<br />
(con.tinlca n yng. 2)<br />
presenti a Cannes (da sinistra a destra, dall'alto in basso): Sonnino (segretaria generale italiana<br />
AEDE), Bersani (PE) , Rumor (presidente UEDC) , Martini e <strong>Serafini</strong>, Labor (presidente<br />
ACLI) , Dozio, Barcth, Rippon (Chairman della Sezione inglese CCE) . Woodburn (vicepresi-<br />
dente Sezione inglese CCE) , Barnabei (vicepresidente CIME), Zagari (Esecutivo AICCE) .
2 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />
(continuazione dalla 15 pag.)<br />
Cinque (e forse più particolarmente Bonn)<br />
tenderebbero a fare, in materia, una poli-<br />
tica né carne né pesce: non condizionano<br />
più l'approvazione delle misure agricole al-<br />
le altre due « proposte r della Commissione<br />
della CEE, condizionamento che scatenò il<br />
cnsus belli gollista del 30 giugno e che,<br />
d'altra parte, non aveva mai visto un fronte<br />
concordato, coerente e convinto degli stessi<br />
Cinque (con un freddo calcolo dei rischi e<br />
la relativa decisione di sopportarli); ma non<br />
sarebbero neanche capaci, offrendo il MEC<br />
agricolo e incondizionato B, di dimostrare<br />
perfino ai ciechi che de Gaulle in realtà<br />
cerca pezze d'appoggio per via dell'opinione<br />
pubblica francese e comodi alibi per sfa-<br />
sciare, pezzo a pezzo, la costruzione sovra-<br />
nazionale.<br />
Sostengono altresì questi amici che, in-<br />
vece di proporre a scatola chiusa una ses-<br />
sione del Consiglio dei Ministri senza la<br />
Commissione (il che, anche se previsto dal<br />
regolamento, sa tanto di capitolazione e<br />
offre a de Gaulle ulteriore respiro preelet-<br />
torale), occorreva ormai avere il coraggio<br />
di prospettare al Governo francese (e alla<br />
opinione pubblica, golliata antigollista e in-<br />
certa) le linee di una comune politica euro-<br />
pea sui principali problemi internazionali.<br />
Se si crede nella sovranazionalità, se si ha<br />
una volontà europea, se si mira a un potere<br />
politico federale, si deve avere la capacità<br />
di formulare - e di aggiornare via via -<br />
alcune linee di tale politica; si deve quanto<br />
meno essere capaci di distinguersi dalLe in-<br />
dicazioni dei gruppi di pressione americani,<br />
che non potrebbero mai coincidere coi pun-<br />
ti di vista di un Governo democratico euro-<br />
peo, conservatore o progressista che fosse.<br />
Ciì) non significherebbe tradire l'alleato<br />
americano, ma permettersi - finalmente -<br />
di avere almeno tanta autonomia quanta ne<br />
godono gli stessi liberi cittadini americani,<br />
di volta in volta all'opposizione o dissen-<br />
zienti; ciò significherebbe cominciare a pre-<br />
figurare seriamente l'equa1 partnership; ciò<br />
significherebbe mostrare all'opinione pub-<br />
blica francese come il federalismo europeo<br />
(nato affinché gli europei da oggetti tor-<br />
nino soggetti della politica internazionale e<br />
compartecipi del controllo democratico sul-<br />
le cose del mondo, cioè liberi) non voglia<br />
rinculare - al modo appunto del vecchio<br />
generale maurrassiano - a prima dell'al-<br />
leanza atlantica e al nazionalismo balca-<br />
nico, ma al contrario si proponga una arti-<br />
colazione democratica del nostro blocco,<br />
nella prospettiva di una coesistenza che<br />
guardi alle Nazioni Unite, al loro effettivo<br />
rafforzamento, alla loro sempre più effettiva<br />
universalità.<br />
Questo atteggiamento coerente dei Cinque<br />
(ci riferiamo sempre al pensiero degli ami-<br />
ci democratici francesi) varrebbe, in tutti i<br />
sensi, molto di più del tentativo di ingra-<br />
ziarsi ia Francia (quale Francia, del resto?)<br />
coi cediinenti a de Gaulle e con l'immobi-<br />
lismo, alternati ai colpi di spillo antigollisti.<br />
Noi ci permettiamo di aggiungere che una<br />
linea europea dei Cinque dovrebbe com-<br />
prendere, anticipando i tempi della diplo-<br />
mazia gollista, un aperto atteggiamento uni-<br />
tario verso l'Inghilterra, che non permetta,<br />
proprio a chi ha tenuto il Regno Unito fuo-<br />
ri del MEC, di fare il salto della quaglia e<br />
di proporre un indiscriminato accordo fra<br />
MEC ed EFTA - al livello N liberoscambi-<br />
sta, dell'EFTA -, esattamente quando in<br />
Inghilterra - da parte di consapevoli élites<br />
che cantano e probabilmente di rilevanti<br />
zone della pubblica opinione - si è fatto<br />
qualche ulteriore passo avanti verso l'idea<br />
della sovranazionalità e verso quella di un<br />
« mercato comune istituzionale >>.<br />
Dovrebbe comprendere anche l'inizio di<br />
uno storico discorso con l'Unione Sovietica<br />
(anche qui: perché lasciare l'iniziativa a<br />
de Gaulle?) che menasse la grande Potenza<br />
euroasiatica a rendersi conto di non aver<br />
nulla da guadagnare, a lungo termine, dalla<br />
rinnovata balcanizzazione europea. Infatti:<br />
1) de Gaulle è un alleato infido; il suo<br />
riconoscimento della Cina di Mao, per esem-<br />
pio, può avere - anzi ha - un ben diverso<br />
significato (come sempre comporta il cini-<br />
co strumentalismo nazionalista) da quello<br />
che, nel quadro di una politica ispirata dal<br />
federalismo, avrebbe lo stesso atto, compiu-<br />
to globalmente da tutti i Paesi dell'Europa<br />
comunitaria;<br />
2) il flirt sovietico con de Gaulle e il<br />
tentativo di staccare la Francia dalla co-<br />
struzione democratica europea, non deter-<br />
mina l'isolamento e la neutralizzazione del-<br />
la Germania occidentale, ma - al contra-<br />
rio - il suo incontrollato farsi avanti nel-<br />
l'ambito della NATO, come seconda poten-<br />
za industriale e, potenzialmente (scusate il<br />
bisticcio), militare.<br />
Ma torniamo agli immediati problemi del<br />
dopo Bruxelles », lasciando a una prossima<br />
occasione di approfondire il nostro<br />
punto di vista sulla necessità urgente di<br />
raccogliere la sfida di de Gaulle e formu-<br />
lare una politica dell'~ Europa europea n<br />
(che, naturalmente, dovrebbe essere « 1'Eu-<br />
ropa degli europei m, spettando ad essi, e<br />
non a loro autòcrati, di fungere da àrbitri<br />
del comune destino). Ebbene, non sarà forse<br />
il caso -- senza gingillarci ulteriormente a<br />
riflettere su a quel che è stato bene r e<br />
quel che è stato male n della sessione di<br />
Bruxelles del 25 e del 26 ottobre - di pen-<br />
sare a una iniziativa spettacolare dei Cin-<br />
que, che preceda le elezioni presidenziali<br />
francesi del 5 dicembre e susciti un'ondata<br />
di favorevole emozione in Francia? Per<br />
esempio - Dio lo voglia - la concorde<br />
proposta, estesa ovviamente alla Francia<br />
« degli immortali princìpi », di fare a breve<br />
scadenza le elezioni a suffragio universale<br />
e diretto del Parlamento Europeo, in base<br />
al progetto elaborato (da tempo!) dal Par-<br />
lamento stesso?<br />
Una cosa, in fondo, ha capito de Gaulle<br />
meglio di noi: che la costruzione dell'Euro-<br />
pa non può essere soltanto opera di con-<br />
tabili.<br />
La proposta non avrebbe corso? Ma essa<br />
gioverebbe a rinforzare in Francia il « fron-<br />
te democratico europeo B. Le forze di base<br />
di oggi sono, se lo si vuole, se lo si vuole<br />
ancora, se fortissimamente lo si vuole, gli<br />
interlocutori diplomatici di domani.<br />
I1 Movimento Europeo prende tempo<br />
rebbe un fatale cedimento, suscettibile di<br />
impedire l'indispensabile definizione di una<br />
politica economica e sociale comune.<br />
Chiede in modo pressante ai governi<br />
a) di riprendere immediatamente, an-<br />
che in assenza di uno Stato membro, le riu-<br />
nioni regolari del Consiglio, il quale deve<br />
prendere tutte le decisioni che il Trattato<br />
richiede e consente, segnatamente in mate-<br />
ria di bilancio;<br />
b) di procedere immediatamente nel-<br />
l'ambito del Consiglio all'esame delle ultime<br />
proposte della Commissione Economica Eu-<br />
ropea, al fine di giungere al più presto<br />
possibile ad una decisione circa il regola-<br />
mento finanziario e le questioni in sospeso<br />
in materia di politica agricola;<br />
C) di prevedere nella designaziane dei<br />
membri dell'Esecutivo l'osservanza delle ga-<br />
ranzie di indipendenza sancite dal Trattato.<br />
Afferma il proprio convincimento<br />
che questa crisi sarà superata grazie alla<br />
pressione irresistibile delle forze che lo com-<br />
pongono ed alla determinazione di accele-<br />
rare il processo di integrazione e 'di demo-<br />
cratizzazione delle istituzioni fino alla crea-<br />
zione degli Stati Uniti d'Europa.<br />
11. Comunità aperta<br />
Il Movimento Europeo:<br />
1) Riafferma la propria finalità di pro-<br />
muovere la creazione di una Europa unita<br />
economicamente e politicamente, che com-<br />
prenda tutte le nazioni libere del Conti-<br />
nente e sia in grado di porsi quale contro-<br />
parte degli Stati Uniti su piede di ugua-<br />
glianza e di interdipendenza, nonché di con-<br />
tribuire all'espansione economica e sociale<br />
dei Paesi in via di sviluppo.<br />
2) Sottolinea che, per essere in grado di<br />
sostenere con successo la concorrenza del<br />
resto del mondo, l'Europa dovrà concen-<br />
trare e razionalizzare la totalità delle ri-<br />
sorse di tutti i suoi popoli e che, per questc<br />
motivo, l'ampliamento della Comunità Eco-<br />
nomica Europea appare obiettivo essenziale<br />
3) Pertanto fa appello ai Governi degl<br />
Stati membri della CEE perché si sforzinc<br />
di raggiungere nel prossimo futuro un ac-<br />
cordo circa l'ammissione nella Comunità d<br />
quelli tra gli altri Paesi democratici d'Eu.<br />
ropa che folssero desiderosi e capaci di assu.<br />
mere gli impegni imposti dal Trattato d<br />
Roma.<br />
4) Invita al contempo i Governi degl<br />
Stati membri dell'EFTA a riconoscere chc<br />
la divisione economica dell'Europa occiden,
ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 3<br />
tale potrà essere superata soltanto mediante<br />
la loro adesione alla CEE e a fondare la<br />
loro politica sul fermo convincimento che<br />
in tempo utile ne diverranno membri o<br />
associati e a cominciare immediatamente,<br />
quale atto di fede, ad adattare i loro sistemi<br />
economici a quello della Comunità.<br />
5) Rzleucc che, per esercitare una effet-<br />
tiva influenza nel mondo, le nazioni d'Eu-<br />
ropa devono essere in grado di esprimersi<br />
con una sola voce sui problemi della di-<br />
fesa e delle relazioni esterne e che esse<br />
dovrebbero cominciare a compiere i primi<br />
passi verso l'integrazione politica.<br />
6) E' convinto che l'unione politica euro-<br />
pea dovrà fondarsi sull'ampliamento della<br />
Comunità Economica Europea, per quanto<br />
sia prematuro decidere la forma precisa cile<br />
tale unione finirà per assumere.<br />
7) Rivolge il proprio saluto ai popoli<br />
d'Europa che, a motivo del loro regime po-<br />
litico, si trovano attualmente separati dalla<br />
corrente del pensiero e dell'azione europea<br />
e attende con impazienza il giorno in cui<br />
potranno partecipare pienamente all'opera<br />
dell'unificazione europea.<br />
111. Campagna di opirziorze<br />
Ii Movimento Europeo, riunito in Congres-<br />
so Straordinario<br />
Decide di indirizzare le due risoluzioni<br />
approvate a tutti i parlamentari dei Paesi<br />
interessati;<br />
Da ma,ndato al proprio Presidente, assistito<br />
da una delegazione, di consegnare ufficialmente<br />
tali risolu~io~ni ai capi dei Governi<br />
degli Stati interessati;<br />
Decide di lanciare una campagna di opi-<br />
nione adeguata alla psicologia di massa per<br />
dimostrare il valore e la necessità delle<br />
istituzioni comuni europee ai fini della so-<br />
luzione dei problemi da cui dipende l'av-<br />
venire delle nuove generazioni europee;<br />
I)~.z;tta il > (VII Stati<br />
generali del CCE) sono state praticamente<br />
ignorate; e il discorso di Petrilli - che ri-<br />
portiamo integralmente - è caduto nel vuo-<br />
to proprio nella sua parte concreta, operu-<br />
tiva. Così <strong>Serafini</strong> - che vi rappresentava<br />
tutto il CCE - è stato sconfitto nella Com-<br />
missione delle risoluzioni: da questa jve-<br />
dasi 111 risoluzione) non è uscita la deci-<br />
sione di indire finalmente una conferenza<br />
politico-organizzativa del Movimento Euro-<br />
il discorso di Giusep.pe Petrilli<br />
peo, che pe~mettcc di superare la stasi del<br />
Comité ad hoc (il Comitato che coì~iprende<br />
i Paesi impegnati nelle Comunitù (L Sci) e<br />
di lavorare nel senso di un autentico s fronte<br />
democratico europeo ». Ci si è conteìztati<br />
di invitare il Bureau Exécutif International<br />
a prendere «fin dalla sua prossima rizcnione<br />
» tutti i provvedivienti utili .). Cninpu<br />
cavallo ...<br />
Eppure, malgrado Cannes, bisogna portare<br />
avanti la battaglia per la riformu del<br />
Movimento Etiropeo. Tale riforma e un consapevole<br />
rilancio del movimento federalista<br />
riunificato sono due cardini del fr~nto democratico<br />
europeo. Frattanto il CCE non<br />
cessa di cercare, a tutti i livelli, piì~ strette<br />
intese con gli uomini della scuola (AZDE),<br />
con le organizzazioni dei lavoratori, con le<br />
associazioni giovanili; mobilita nei comitati<br />
cittadini, nei convegni e nelle federazioni<br />
regionali e sot~racor~fiìiarie e nei gemellaggi<br />
tutte le forze zive e democratiche; prcsegue<br />
con tenacia la fitta tessitura sovranazionale.<br />
Signor Presidente, Signore, cari amici, Consiglio ha chiarito iri termini inequivoci,<br />
consentitemi di ricordarvi anzitutto che<br />
la convocazione di questo Congresso venne<br />
decisa nel corso della riunione straordinaria<br />
del Movimento Europeo tenutasi a Bruxel-<br />
les il 19 luglio scorso. I1 nostro compito è<br />
quindi quello di verificare, alla luce degli<br />
ultimi avvenimenti, la validità dell'orienta-<br />
mento politico che il nostro Movimento si è<br />
dato con la risoluzione approvata a Bruxel-<br />
les. In questa prospettiva, non è forse super-<br />
fluo ricordare che la Commissione della CEE<br />
non ha mancato di assumere - come da no:<br />
suggerito - le iniziative necessarie per fa-<br />
cilitare i lavori del Consiglio, pur m~tite-<br />
nendo coerente il complesso delle proprie<br />
proposte. Ritengo che<br />
a questo proposito<br />
l'Esecutivo della Co-<br />
munità, fatto segno ad<br />
una gratuita campagna<br />
denigratoria, meriti la<br />
nostra incondizionata<br />
solidarietà, a prescin-<br />
dere dal giudizio che<br />
ciascuno di noi ritenga<br />
di esprimere sul meri-<br />
to delle singole propo-<br />
ste. Dobbiamo ricono-<br />
scere del pari che, dal<br />
canto suo, il Consiglio<br />
noi1 ha mancato di pro-<br />
seguire i propri lavori secondo la nostra<br />
richiesta, anche in assenza di uno dei suoi<br />
membri, per quanto in tali condizioni esso<br />
sia stato fin qui incapace di spingersi oltre<br />
un atteggiamento di attesa e una dichiara-<br />
zione di buona volontà.<br />
Non possiamo ignorare tuttavia che tali<br />
sforzi lodevoli non hanno impedito l'aggra-<br />
varsi della crisi che minaccia nel momenlo<br />
attuale la vita delle istituzioni comunitarie<br />
e le cui conseguenze sono ormai percepibili<br />
in tutti gli ingranaggi dell'organizzariot~e<br />
comunitaria.<br />
Frattanto, il Paese membro che aveva ab-<br />
bandonato il proprio posto nell'ambito del<br />
attraverso le dichiarazioni del suo Capo di<br />
Stato, il significato della prcpria assenza e<br />
l'effettiva portata del suo atteggiamento nei<br />
confronti della Comunità Europea.<br />
Le dichiarazioni cui nii riferisco non hati-<br />
no infatti confermato soltanto il rifiuto delle<br />
pro,poste politiche della Commissione euru-<br />
pea, in cui talune rivendicazioni tradizionali<br />
del nostro Movimento avevano trovato I'av-<br />
vio ad una ossib bile realizzazione, in forma<br />
peraltro moderata; come era purtroppo pre-<br />
visibile, si è giunti fino a mettere in causa<br />
la cornice istituzionale del Trattato, che era<br />
stata l'oggetto di un impegno solenne e<br />
irrevocabile da parte di tutti Paesi membri.<br />
Cifarelli (vicepresi- Lotti (segr. gen. CIME) e Dalla Chiesa<br />
dente CIME) (vicepres. intern. ME).<br />
E' apparso quindi evidente che i pretest~<br />
invocati per giustificare la rottura delle<br />
trattative celavario il proposito di ridurre<br />
l'integrazione economica europea ad una<br />
semplice unione doganale, accompagnata da<br />
un complesso di provvedimenti di sostegno<br />
nei confronti di singoli settori economici e<br />
di ritornare alle formule tradizionali della<br />
collaborazione intergovernativa.<br />
Credo che il Movimento Europeo non pos-<br />
sa approvare in alcun caso una revisione<br />
dei Trattati concepita con questi criteri e<br />
ciò non soltanto per motivi di principio, che<br />
sarebbe superfluo ricordare in questa cede,<br />
ma, in primo luogo, proprio per ragioni
4 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />
Gerhard Paul Flaig, deputato al Bundestag,<br />
membro dirigente della Sezione tedesca del<br />
CCE, ha affermato a Cannes che, alla base,<br />
il lavoro pratico di mutila comprensione<br />
europea non ha soste. I1 migliore esempio è<br />
che, al momerito della crisi del 30 giugno,<br />
hanno avuto luogo 19 gemellaggi di città<br />
francesi e tedesche (e il giuramento del<br />
gemellaggio prevede la lotta sino in fondo<br />
per la federazione europea). In totale più<br />
di 2.000 Comuni francesi e tedeschi sono<br />
ormai uniti da solidi legami d'amicizia<br />
politica . E' questo lavoro che bisogna<br />
continuare, ha concluso Flamig.<br />
tecniche. Se infatti mi è consentito recare<br />
qui la mia testimonianza di ex-Commissario<br />
europeo e di dirigente industriale, non posso<br />
che avallare l'opinione secondo cui, allo<br />
stadio attuale di sviluppo raggiunto dai no-<br />
stri Paesi, una integrazione economica non<br />
può avere successo che nella misura in cui<br />
essa implichi la unità delle decisioni da cui<br />
dipende l'evoluzione ulteriore dell'economia<br />
e dell'intera società. E' superfluo aggiungere<br />
che, in tali condizioni, la stessa nozione di<br />
sovranità nazionale deve essere riconside-<br />
rata, dato che le istituzioni democratiche,<br />
attraverso cui tale sovranità concretamente<br />
si esprime, sono minacciate di asfissia ove<br />
non si accetti di pcrre in essere strumenti<br />
di controllo adeguati alle decisioni da pren-<br />
dere e ai poteri da controllare. Tutta la<br />
critica a quella che tanto leggermente viene<br />
definita la tecnocrazia comunitaria r si<br />
riduce in queste condizioni ad un pretesto<br />
polemico, ove non si tenga conto che le<br />
istituzioni della Comunità rappresentano il<br />
risultato di un compromesso tra le esi-<br />
genze dello sviluppo economico dei nostri<br />
Paesi, che esigono istituzioni federali, e la<br />
salvaguardia degli interessi acquisiti. Non<br />
è certo casuale che questa critica della Co-<br />
munità si accompagni al rifiuto della con-<br />
cezione kennediana dell'interdipendenza<br />
atlantica, che il Movimento Europeo aveva<br />
fatto propria al momento del Convegno ro-<br />
mano consacrato allo studio del problema.<br />
Anche in questo caso, la critica dell'ordine<br />
costituito non appare rivolta alla fondazione<br />
di strutture istituzionali che consentano a<br />
tutte le parti di partecipare in modo più<br />
responsabile alle decisioni comuni, bensì ad<br />
un semplice ritorno a quella anarchia degli<br />
Stati nazionali che ha causato tante rovine<br />
e che ha segnato, nel corso degli ultimi<br />
decenni, la progressiva decadenza dei nostro<br />
Continente.<br />
E' tuttavia doveroso aggiungere che tale<br />
atteggiamento di uno dei Paesi membri è<br />
stato per lo più un facile pretesto per giu-<br />
stificare le esitazioni, gli equivoci, la man-<br />
canza di coesione e di chiarezza che hanno<br />
generalmente caratterizzato la politica efi-<br />
ropea degli altri Stati membri. Sarebbe fa-<br />
cile moltiplicare gli esempi di tale condotta,<br />
ma credo di potermi limitare a dire in<br />
questa sede che basta seguire da vicino io<br />
svolgimento quotidiano della attività politica<br />
in ciascuno dei nostri Paesi per constatare<br />
la mancanza di interesse che si manifesta<br />
ogni giorno nei confronti dei problemi<br />
dell'Euro8pa.<br />
Tali problemi sono tuttora considerati co-<br />
me una questione di politica estera da affi-<br />
dare alle cure di pochi specialisti e si è<br />
lungi dal camprendere come non sussistano<br />
più, a tutto rigore, problemi nazionali su-<br />
scettibili di soluzione a lunga scadenza al<br />
di fuori della nuova prospettiva.<br />
L'Europa contemporanea e in particolare<br />
i Paesi membri della Comunità sembrano<br />
ripetere inconscientemente gli errori com-<br />
messi in altri tempi dai principi italiani<br />
che, sul cadere del XV secolo, erano ancora<br />
intenti a recitare la pietosa commedia del-<br />
l'equilibrio delle potenze, mentre oltralpe<br />
si aifermava ormai una nuova dimensione<br />
politica che avrebbe provato in modo vio-<br />
lento e definitivo il carattere illusorio di<br />
questo equilibrio anacronistico. La lezione<br />
che Machiavelli ci ha insegnato al riguardo<br />
potrebbe costituire un eccellente argomento<br />
di meditazione per le nostre cancellerie na-<br />
zionali che tanto si compiacciono di par-<br />
lare di « realtà politiche ».<br />
In una situazione tanto difficile non è<br />
certo agevole prospettare un'alternativa con-<br />
creta che, pur lasciando la porta aperta<br />
alla ripresa di costruttivi negoziati con una<br />
controparte che attualmente si sottrae al<br />
dialogo, sia suscettibile di consentire un 11-<br />
lancio delle istituzioni comunitarie e, per<br />
quanto possibile, un ampliamento delle at-<br />
tuali frontiere delle Comunità. I1 problema<br />
è tanto più delicato in quanto talune tappe<br />
recenti della costruzione europea - e in<br />
particolare il Trattato relativo alla fusione<br />
degli Esecutivi - rischiano di apparire, alla<br />
luce degli ultimi sviluppi, come il preludio<br />
di un disegno politico che suscita la nostra<br />
legittima preoccupazione.<br />
Non vi è dubbio che il nostro Movimento<br />
non potrebbe rinunziare in nessun caso al<br />
suo diritto di prendere posizione circa le<br />
diverse soluzioni possibili dell'attuale crisi.<br />
Non credo tuttavia che il nostro compito<br />
naturale sia quello di consulenti dei Go-<br />
verni nazionali e delle istituzioni comuni-<br />
tarie. Ritengo viceversa più necessario che<br />
mai differmziare la nostra azione da quella<br />
governativa, per meglio svolgere la funzione<br />
di critica e di mobilitazione dell'oipinione<br />
pubblica che ci spetta. Consentitemi di ag-<br />
giungere con assoluta franchezza che in<br />
questa luce la sfida derivante dalle presemi<br />
circostanze mi sembra esigere in primo luogo<br />
una sorta di esame di coscienza da parte<br />
del nostro Movimento. Dobbiamo chiederci<br />
senza ambagi quale sia la nostra parte di<br />
responsabilità nelle attuali difficoltà.<br />
E' venuto il momento di chiederci se, e<br />
in quale misura, le nostre strutture sono<br />
ancora rispondenti aiia realtà europea e di<br />
compiere un censimento realistico delle<br />
forze che rappresentiamo, sul piano nazio-<br />
nale come su quello internazionale.<br />
Sarebbe infatti impossibile scuotere l'opi-<br />
nione pubblica europea dalla sua indiffe-<br />
renza nei confronti dei problemi dell'inte-<br />
grazione se non fossimo capaci noi stessi di<br />
esprimere per primi una sintesi politica<br />
all'interno delle nostre strutture; per corn-<br />
battere la generale tendenza alla spoliti-<br />
cizzazione che minaccia le istituzioni de-<br />
mocratilche dei nostri Paesi, è indipensabile<br />
proporre concreti esempi di soluzioni euro-<br />
I Il Movimento Europeo (<br />
Il Molimcnto Europeo si è ufficialmente costi-<br />
luito in seguito al grande congresso dell'Aja del<br />
inaggio 1948 (proinosso da un « Comitato inter-<br />
nazionale di coordinamento dei movimenti per<br />
L'Europa unita n, presieduto da Duncan Sandys,<br />
genero di Churchill: lo stesso Churchill presie-<br />
dette il congresso). Esso mirava, appunto, a<br />
coordinare i diversi movimenti e gruppi fautori<br />
dell'unità europea.<br />
All'interno del ME si scontrarono a lungo<br />
federalisti e unionisti generici, funzionalisti e<br />
costituzionalisti, con prevalenza agli inizi della<br />
tendenza unionista (tesi inglese). Nel 1950 fu<br />
eletto presidente del ME Spaak: il quale, verso<br />
la fine del 1951. resosi coiito del fallimento<br />
del Consiglio d'Europa, diede le dimissioni da<br />
presideiite della sua Assemblea Consultiva, e<br />
aùeri alle tesi federal?ste. promuovendo la costi-<br />
tuzione di un Comitato d'Azione per la Comunità<br />
sovranazionale europea. Sotto la presidenza Spaak<br />
il ME: chiese che, senza attendere la ratifica<br />
del Trattata della CED o Comunità europea di<br />
difesa (il Trattato - grazie all'inizi'ativa di<br />
de Gasveri. che aveva accettato l'impostazione dei<br />
federalisti - prevedeva nel suo art. 38 un'As-<br />
semblea dotata di funzioni costituzionali), si<br />
attribuisse all'Asseinblea della CECA o Comu-<br />
nità per il carbone e l'acciaio, opportunamente<br />
integrata, il compito di rediiere un progetto di<br />
Costituzione europea (Assemblea « ad hoc »). La<br />
caduta della CED (estate 1954) mise fine a una<br />
fase della storia dell'integrazione europea e.<br />
nel contempo, del Movimento Europeo. Dal canto<br />
loro i federalisti (riuniti fino allora nell'unione<br />
europea dei federalisti) si scissero nel 1956 in<br />
due tronconi. uno cosiddetta massimalista e l'altro<br />
moderato.<br />
Dopo il 1956 il ME, sotto la presidenza di<br />
Robert Schuman, tentò vanamente di conciliare<br />
nel suo seno la lotta per due forme ben diverse<br />
d'organizzazione europea, l'integrazione e la coo-<br />
perazione, espresse in diversi quadri geografici.<br />
Comunque, soprattutto per impulso italiano. il<br />
ME tenne a Roma nel giugno 1957 un impor-<br />
tante congresso, ove si cercò - sulla forza<br />
d'inerzia delle due nuove Comunità, la CEE e<br />
I'Euratom - un nuovo rilancio del processo di<br />
iiitegrazione politica.<br />
La storia successiva del ME è probabilmente<br />
più familiare ai lettori affezionati di a Comuni<br />
d'Europa ». Molti di essi ricorderanno le nostre<br />
critiche al congresso di Monaco di Baviera<br />
(anno X, n. 6, giugno 1962) e il resoconto del<br />
Consiglio interiiazionale di Parigi del marzo 1964.<br />
che - in rista degli Stati generali di Roma -<br />
accettò faticosamente l'idea di un fronte demo-<br />
cratico europeo (anno XII. n. 4, aprile 1964).<br />
Dopo i VI1 Stati generali del CCE il Consiglio<br />
internazionale del ME. sempre a Parigi (16 gen-<br />
naio 1965). procedette alla costituzione di un<br />
Comitato « ad hoc » (cui furono desimgnati i<br />
presadenti dei Consigli nazionali dei Sei, un<br />
rap!)resentante per ciascuno dei tre gruppi de~mo-<br />
cratiu del Parlamento Europeo, il rappresentante<br />
dei sindacati democratici europei e quello dei<br />
sindacati cristiani. il CCE, I'AEDE e il pre-<br />
sidente dei parlamentari del ME. oltre il presi-<br />
dente Maurice Faure e il segretario generale<br />
Van Schendel), vòlto a seguire particolarmente<br />
il processo di integrazione comunitaria a Sei.<br />
I1 ME coiista di una somma di strutture, per<br />
così dire, orizzontali e verticali. Territorial-<br />
mente si divide in una seiie di Consigli nazio-<br />
nali, comprendenti praticamente tutte le Nazioni<br />
del Consinli0 d'Europa (a grande » Europa). e<br />
di Comitati rappresentanti esuli d'oltrecortina e<br />
della penisola iberica. Poi aderiscono ad esso<br />
direttamente una serie di organizzaz:oni interna-<br />
zionali: i diie troiiconi federalisti, MFE e AEF:<br />
il CCE; I'AEDE; il Movimento Socialista per gli<br />
Stati Uniti d'Europa (Sinistra europea), l'unione<br />
europea dei democratici cristiani (succeduta alle<br />
Nouvelles Enuipes Internationales) e il Movi-<br />
inento liberale per l'Europa unita: i sindacati<br />
della CISL (europea) e della ClSC; la Lega<br />
euro,pea di cooperazione economica (il cui scopo.<br />
come si leggeva in una vecchia pubblicazione<br />
della Campagna europea della gioventù, « è lo<br />
studio di tutti i problemi economici relaevi alla<br />
unificazione dell'Europa " nonché la salvaguardia<br />
di specifici interessi costituiti " ») ; l'unione dei<br />
Resistenti per una Europa Unita Sono anche<br />
associati al ME il Centro europeo della cultura,<br />
di Ginevra (de Rougemont), e il Collegio d'Eu-<br />
ropa. di Bruges (Brngmans). Fa parte del ME<br />
anche un Consiglio parlamentare. con &e a<br />
Bruxelles (presidente Bohy. segretario de la Vallée<br />
Poussin).
ottobre 1965<br />
pee ai problemi di diversa natura posti dal-<br />
l'attualità politica. In quest'ordine di idee<br />
io vorrei sostenere qui una vera politica<br />
dei fatti, consistente nel porre a tutti i li-<br />
velli i grandi problemi della società con-<br />
temporanea - quali le prospettive di svi-<br />
luppo economico e sociale, la ricerca scien-<br />
tifica, l'aiuto ai Paesi in via di sviluppo -<br />
al fine di provare che tanto l'ambito na-<br />
zionale quanto le formule perenti di colla-<br />
borazione intergovernativa non sono più<br />
adeguate a tali problemi e che soltanto strut-<br />
ture federali possono garantire l'avvenire<br />
delle nuove generazioni. Un terreno ini-<br />
menso e fecondo si apre in questa prospet-<br />
tiva alla nostra futura attività: basti peinsare<br />
ad iniziative di rilievo come riunioni perio-<br />
diche dei Segretari nazionali dei partiti<br />
democratici e delle organizzazioni degli im-<br />
prenditori e dei lavoratori, degli eletti locali<br />
e di tutte le forze vive europee, per dibat-<br />
tere non già le beghe meschine di una realtà<br />
politica nazionale divenuta in gran parte<br />
l'agone di competizioni personali, bensì i<br />
problemi veri, che interessano tutta la<br />
società.<br />
In ordine alla funzione che siamo chia-<br />
mati a svolgere si pone appunto il problema<br />
di una revisione delle nostre strutture, che<br />
potrebbe implicare segnatamente la possi-<br />
bilità di adesioni individuali e la creazione<br />
di Comitati regionali. Anziché indugiare<br />
nella proclamazione di principi che nessuno<br />
contesta tra i partigiani di un'Europa ve-<br />
ramente integrata, il Congresso potrebbe<br />
opportunamente convocare una conferenza<br />
interconsiliare incaricata di esaminare le<br />
modalità politiche di questa revisione delle<br />
strutture e i problemi che ne discendono<br />
sul piano organizzativo.<br />
Consentitemi di riassumere il mio inter-<br />
vento chiedendo al Congresso, a nome dei<br />
miei amici italiani, di assumere riguardo ai<br />
problemi essenziali il seguente atteggia-<br />
mento:<br />
1) invitare tutti i Governi della Comu-<br />
nità ad astenersi da qualsiasi iniziativa che<br />
possa provocare, direttamente o indiretta-<br />
mente, un processo di revisione dei Trattati;<br />
2) affermare ancora una volta la nostra<br />
solidarietà con gli Esecutivi europei, esi-<br />
gendo che siano associati a qualsiasi nego-<br />
ziato intergovemativo concernente problemi<br />
di loro competenza;<br />
3) dichiarare la nostra volontà di la-<br />
sciare impregiudicate le possibilità di av-<br />
vento di un'Europa più vasta, nell'ambito<br />
di strutture istituzionali suscettibili di con-<br />
sentire una vera evoluzione in senso fe-<br />
derale;<br />
4) impegnare tutte le forze aderenti al<br />
nostro Movimento in un'azione di grande<br />
rilievo, che tenda a provare la necessità di<br />
una integrazione federale per risolvere i<br />
problemi reali dei nostri Paesi e per sal-<br />
vaguardare le nostre istituzioni democra-<br />
tiche;<br />
5) prendere i prowedimenti necessari<br />
per avviare una riforma della nostra strut-<br />
tura, al fine di rafforzare gli strumenti di<br />
un'azione efficace del nostro Movimento nei<br />
confronti dell'opinione pubblica europea.<br />
-<br />
COMUNI D'EUROPA<br />
l'intervento di Gian Carlo Zoli<br />
Riussumiamo l'intervento faito dall'avv. Gian<br />
Carlo Zoli, in rappreselatanza del CCE (è membro<br />
del Comitato sovia~aazioiaale di Presidenza),<br />
iaella disc~~ssione generale.<br />
Zoli esordisce dicendo che una certa dif-<br />
ficoltà al suo intervento trova origine nel<br />
fatto che la maggior parte di quanto avreb-<br />
be voluto dire, parlando anche quale rap-<br />
presentante del Consiglio dei Comuni d'Eu-<br />
ropa, è stato già detto e bene. Sente co-<br />
munque l'opportunità di recare l'adesione<br />
alla richiesta unanime d'una precisa solida-<br />
rietà e d'un preciso impegno, e di portare<br />
due testimonianze significative.<br />
Tutti hanno chiesto che il Congresso espri-<br />
ma il suo apprezzamento per l'azione della<br />
Commissione della Comunità Economica<br />
Europea, e s'impegni a negare adesione od<br />
apiprovazione a compromessi che contrasti-<br />
no colla lettera e con lo spirito dei Trattati,<br />
e su tale richiesta si dichiara pienamente<br />
d'accordo.<br />
Se l'accusa d'essere Jean-fohtres e d'es-<br />
sere senza patria - continua l'oratore -<br />
riguarda non solo la Commissione, ma anche<br />
ciascuno di noi, questa è stata inoltre ingiu-<br />
stamente accusata d'usurpazione di poteri.<br />
La nostra solidarietà deve partire anche<br />
dalla constatazione che le proposte che la<br />
Commissione fece in marzo furono attua-<br />
zione di inviti da parte del Consiglio dei<br />
Ministri. Accertata e ribadita questa verità,<br />
dobbiamo constatare inoltre, nella succes-<br />
siva indicazione della Commissione, il me-<br />
morandum del 22 luglio, la volontà di trova-<br />
re una soluzione accettabile per tutti. An-<br />
che per dovere di giustizia, dobbiamo affer-<br />
mare che le accuse rivolte alla Commis-<br />
sione cono basate su una distorsione dei fatti.<br />
La nostra solidarietà alla Commissione si<br />
accompagna alla conferma della nostra fe-<br />
deltà ai Trattati. Le proposte della Com-<br />
missione del luglio sono il limite estremo<br />
d'un compromesso accettabile. Del Trattato,<br />
se non si vuole distruggere l'impegno ori-<br />
ginale e rinnovatore che ne è il signifi-<br />
cato, non può essere violato o mutato né<br />
la lettera né lo spirito. I1 nostro impegno<br />
di rispetto integrale dei Trattati fa sì che<br />
non riusciamo ad apprezzare, ma anzi ve-<br />
diamo con stupore, data la tradizione d'im-<br />
pegno europeo di chi ne è l'autore, la peri-<br />
colosa ed ingiusta proposta Spaak. Lungi<br />
da tentazioni donchisciottesche e manichee,<br />
che potrebbero suggerire di escludere qual-<br />
siasi ricerca di accordo, confermiamo però<br />
che la ricerca del compromesso non deve<br />
indurre a sacrificare qualcosa di essenziale.<br />
Essenziale è l'esigenza che non venga fatto<br />
nessun passo indietro nel tanto lungo cam-<br />
mino verso l'Europa sopranazionale della<br />
quale i Trattati di Roma sono un lento ma<br />
positivo awio.<br />
Zoli sottolinea poi che questo atteggia-<br />
mento di solidarietà alla Commissione e di<br />
difesa dei Trattati e delle prospettive che<br />
questi aprono, personale convergenza sulle<br />
posizione al Congresso indicate da tanti auto-<br />
revoli amici, si aocompagna a due testimo-<br />
nianze che danno alle sue parole un valore<br />
che supera largamente la sua modesta<br />
persona.<br />
Queste posizioni furono, già nel luglio<br />
scorso, la scelta convinta, vibrata ed una-<br />
nime del Consiglio dei Comuni d'Europa.<br />
Mi sia consentito, - continua l'oratore -<br />
non per spirito di corpo, ma per dare mag-<br />
giare valore a questo doveroso atteggiamen-<br />
to, di ricordare che il Consiglio dei Comuni<br />
d'Europa raggruppa circa 44.000 comun!,<br />
provincie ed altri poteri locali d'Eurcpa: è<br />
la più grande organizzazione di lotta per<br />
l'Europa oggi esistente. I rappresentanti dei<br />
piccoli Comuni come delle grandi città, delle<br />
zone rurali come delle città marittime, gli<br />
eletti locali di tutti, dico tutti, i Paesi della<br />
Comunità e di altri Paesi, attraverso la loro<br />
legittima dirigenza riunita a Marino, sui<br />
Riffiet, pres. Esecu- Cornut Gentille, sin-<br />
tivo MFE daco di Cannes<br />
colli romani. espressero due mesi fa e con-<br />
fermano oggi questo atteggiamento di fe-<br />
deltà al Trattato, di difesa della Commis-<br />
sione, di speranza nell'Europa sopranazio-<br />
nale.<br />
Accanto a questa testimonianza Zeli<br />
ne porta una seconda, non meno sin-<br />
tomatica né meno incoraggiante. Non tutti<br />
hanno presente la struttura del Comitato<br />
Economico e Sociale delle Comunità Europee.<br />
Coloro che ne fanno parte non sono scelti<br />
in rapporto ad un impegno per la costru-<br />
zione dell'Europa, ed anzi la scelta è del<br />
tutto autonoma dalle loro convinzioni a tal<br />
riguardo. Sono scelti in funzione della re-<br />
sponsabilità che essi rivestono in ciascuno<br />
dei sei Paesi nel campo imprenditoriale,<br />
sindacale, professionale ed agricolo. Ebbene,<br />
11 Comitato Economico e Sociale, così for-<br />
mato, espressione delle singole categorie<br />
delle singole nazioni, non certo assemblea<br />
di militanti per l'Europa, ha due volte scelto<br />
all'unanimità gli atteggiamenti e le posi-<br />
zioni che il Movimento Europeo in questo<br />
Congresso sta suggerendo. La seconda volta<br />
è stato il lo ottobre, in una dignitosa<br />
riunione in cui il Presidente Hallstein, dop<br />
una relazione pacata e precisa sul passato<br />
e sul presente, ha avuto la solidarietà del<br />
Comitato; come unanime era stata l'appro-<br />
vazione il 26 maggio alle proposte della<br />
Commissione del 31 marzo.<br />
Queste testimonianze - conclude Zoli -<br />
sono state da me recate come incorag-<br />
giamento e come conforto. Noi qui non sia-<br />
mo certo espressione di una minoranza, ma<br />
l'azione che ci prepariamo a compiere per<br />
spingere Parlamenti e Governi è la volontà<br />
di larga parte dei cittadini d'Europa. Ciò
6 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />
aumenta la mia fiducia. Ma non è da me<br />
considerato preannunzio ad una vittoria che<br />
ignoro se conquisteremo. Io non sono deter-<br />
minista. Né so; naturalmente, che cosa la<br />
Provvidenza ha stabilito. Quello di cui non<br />
ho la minima ombra di dubbio è che la<br />
nostra è una buona battaglia, e che valeva<br />
la pena di fare anche questo viaggio, per<br />
portare il nostro piccolo contrib'uto.<br />
Mi sia concesso di chiudere con una con-<br />
fidenza. Quando penso all'Europa mi torna<br />
spesso alla mente un episodio commovente.<br />
Confondo l'Europa con un vecchio mite e<br />
modesto, solo in una casetta di campagna.<br />
in un villaggio di Lorena, che in un pome-<br />
riggio di gennaio si incammina per una pas-<br />
seggiata serena. Cade nella neve, e passa<br />
una lunga notte nella neve. Viene ritro-<br />
vato, la mattina dopo e tutti gli uomini e<br />
le donne semplici del villaggio sono commos-<br />
si, perché gli vogliono bene. Mi colpisce il<br />
confronto fra quell'uomo e quell'affetto, e<br />
le preoccupazioni e i timori che un altro<br />
uomo, senz'altro in buona fede, suscita, alla<br />
vigilia d'ogni suo solenne discorso, presso<br />
tutti gli europei, ed ovunque. Io oso spe-<br />
rare, cari amici, malgrado tutto, che non<br />
sarà l'orgoglio a prevalere: che vincerà<br />
l'amore.<br />
il parere di un Sindaco<br />
francese<br />
Perdinand Arnoult, Sindaco di Joncreuil<br />
(Aube), comune di 120 abitanti, e membro<br />
del Comitato direttivo dell'AFCCE, ci ha in-<br />
viato subito dopo Cannes questa nota.<br />
espresso l'intenzione di vedere l'Europa con-<br />
tinuare a cinque; e questa presa di posi-<br />
zione è lodevole in sé, perché essa testi-<br />
monia una volontà incrollabile di costruire<br />
l'Europa e di farla finita con le guerre che<br />
hanno dilanialo il nostro continente.<br />
Tuttavia ci si può chiedere quali sareb-<br />
bero le possibilità di sopravvivenza di<br />
un'Europa amputata del 50% del suo poten-<br />
ziale agricolo; e se con l'aggiunta di nuovi<br />
membri, per esempio l'Inghilterra, essa riu-<br />
scisse ad uscire dall'impasse. quale sarebbe<br />
dunque la sorte di noi francesi ripiegati nel<br />
nostro piccolo esagono.<br />
Ecco perché la responsabilità del governo<br />
francese è pesante e la sua politica contra-<br />
ria, noil solo agli interessi dei nostri part-<br />
nel's, ma anche ai nostri.<br />
I1 Presidente René Mayer ha creduto di<br />
dover fare una dichiarazione che costituisse<br />
un avvertimento contro gli interventi per-<br />
vasi di preoccupazioni elettorali: tuttavia il<br />
raggiungimento delllUnità Europea, che co-<br />
stituisce la nostra ultima occasione, dipen-<br />
de incontestabilmente da una scelta poli-<br />
tica che bisognerà fare; è dovere di ogni<br />
cittadino francese pensarci.<br />
La risoluzione finale del nostro Congres-<br />
so riafferma la sua fedeltà al Trattato di<br />
Roma. E' necessario dire che un vero go-<br />
verno repubblicano non l'avrebbe mai ri-<br />
messo in causa?<br />
Colleghi olandesi in Piemonte<br />
Secondo appuntamento dell'Europa a Cannes.<br />
I1 <strong>10</strong>, 11 e 13 marzo 1960 si erano<br />
svolti al Palazzo dei Festival i V Stati generali<br />
del Consiglio dei Comuni d'Europa.<br />
In questo inizio d'ottobre 1965, il Movimento<br />
Europeo, presieduto da Maurice Faure<br />
e di cui è presidente nazionale René Mayer,<br />
inquieto per l'ostilità del Governo francese<br />
nei confronti del Mercato Comune ha tenuto<br />
in quello stesso Palazzo dei Festival<br />
un Congresso straordinario, al quale hanno<br />
partecipato i delegati delle varie organizzazioni<br />
europee, fra cui il Consiglio dei<br />
Comuni d'Europa.<br />
Questo Congresso è stato in qualche modo,<br />
un tribunale in cui era posto sotto accusa<br />
il Governo francese e, benché io in nulla<br />
mi senta solidale con la pericolosa politica<br />
dei nostri dirigenti attuali, ne ho tratto una<br />
penosa impressione.<br />
In effetti, la Francia che in passato teneva<br />
a considerarsi il Campione nel rispetto<br />
dei Trattati, è oggi accusata, purtroppo a<br />
ragione, di rinnegare la sua firma.<br />
Io vorrei che ogni francese si rendesse<br />
conto del pericolo di un simile atteggiamento.<br />
La costruzione europea, che ci avrebbe<br />
evitato la seconda guerra mondiale, se gli<br />
sforzi di Briand avessero avuto successo,<br />
aveva suscitato una immensa speranza' ed una delegazione di 30 amministratori locali olandesi ha compiuto, dal 20 al 26 settembre, un vlagecco<br />
che il nostro governo, rifiutando l'ap- gio di studio organizzato dalllAICCE, dalla CECC e dalla Sezione olandese del CCE, attraverso il<br />
plicazione del ~ ~ di R ~ ~ ha rimesso ~ ~ t , Piemonte<br />
~<br />
e la<br />
t<br />
Valle<br />
~<br />
d'Aosta, Gli amministratori olandesi hanno avuto incontri con i rappresentanti<br />
dei Comuni e delle Province di Torino, Alessandria, Cuneo, Vercelli, della Provincia di<br />
tutto in questione.<br />
Novara, del Comune di Ivrea e della Regione della Valle d'Aosta. I delegati hanno inoltre com-<br />
Certamente, la parte dei delepiuto<br />
una visita alla FIAT e agli stabilimenti della Olivetti di Ivrea. Nelle foto: il presidente della<br />
Amministrazione provinciale di Alessandria, Sisto, saluta gli ospiti; il cordiale incontro fra il<br />
gati saliti sulla tribuna del Congresso, ha presidente della Sezione olandese del CCE, Schmedding, e il presidente della FIAT, Valletta.
ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 7<br />
-- . .. - ~<br />
.-e-.- P<br />
.~ . ~ .<br />
STRASB'CTRGO - BRUXELLES - LUSSEMBURGO<br />
Cronaca delle Istituzioni europee<br />
I. La seduta del Parlamento Europeo<br />
I1 Parlamento Europeo si è riunito in<br />
un'unica seduta, la mattina del 24 settembre.<br />
Esso ha proceduto anzitutto all'elezione<br />
del suo Presidente: l'on. Duvieusart infatti,<br />
in carica fino allora, non si era ripresentato<br />
alle elezioni belghe della scorsa estate,<br />
ed aveva quindi, correttamente, presentato<br />
le proprie dimissioni anche a Strassburgo. Una<br />
bella lezione per il Parlamento italiano, che<br />
si avvia alla fine della legislatura senza aver<br />
rinnovato la propria Delegazio'ne, composta<br />
in buona parte di K trombati » (v. K Comuni<br />
d'Europa del marzo 1965, n. 3), in nessuna<br />
delle tre Assemblee europee, mostrando<br />
co'sì per l'integrazione eurospea, lo stesso<br />
disprezzo, nel suo piccolo, e al di là delle<br />
semplici prese di posizione verbali, di cui fa<br />
prova, con ben altri mezzi di azione e di<br />
press'ione, il generale De Gaulle.<br />
A succedere all'ex parlamentare democristiano<br />
belga è stato chiamato il suo concittadino<br />
e collega di partito on. Leemans<br />
(che resterà in carica fino a quando non<br />
sarebbe s~irato il mandato di Duvieusart,<br />
a procedimento di epurazione. La cosa è<br />
di per sé meno grave per un belga fiam-<br />
mingo, dato che i procedimenti sono stati<br />
in questa regione eccezionalmente numerosi,<br />
e Leemans fu prosciolto da ogni accusa, e<br />
che il collaborazionismo aveva un signifi-<br />
cato particolare nelle Fiandre, dove la po-<br />
polazione si sentiva, come si sente tuttora,<br />
oppressa dall'elen~ento vallone e vedeva un<br />
po' nei tedeschi, per quanto ciò ~aradossale<br />
possa sembrare, dei liberatori: non diver-<br />
samente, in fondo, a quanto avvenne, via via,<br />
per i tedeschi della Saar, o per quelli di Dan-<br />
zica, dei Sudeti o, oggi, del Sud Tirolo. Sa-<br />
rebbe stato meglio, ad ogni modo, che a pre-<br />
siedere, sia pure per un breve periodo, un'As-<br />
semblea che si autodefnisce Parlamento Eu-<br />
ropeo fosse chiamata una personalità su cui<br />
non gravassero ombre di questo genere, sep-<br />
pure le più vaghe.<br />
Nel corso della stessa seduta il Parla-<br />
di Andrea Chiti Batelli<br />
mento Europeo ha fulmineamente approva-<br />
to, senza discussione, la seguente risolu-<br />
zione sull'attuale situazione della Comuniti:<br />
I1 Parlamento Europeo,<br />
garante dei Trattati di Parigi e di Roma e<br />
interprete della volontà popolare, da cui deriva<br />
la propria autorità,<br />
sottclinea che nessun paese membro ha il<br />
diritto di sottrarsi agli impegni assunti in virtù<br />
di tali Trattati;<br />
ricorda ai sci Pacsi membri delle Comu-<br />
nità che i Trattati devono essere integralmente<br />
rispettati ed applicati nei termini previsti, in<br />
particolare per quanto riguarda la costituzione,<br />
le competenze e gli obblighi di ciascuna isti-<br />
tuzione comunitaria;<br />
rivolge un appello ai parlamenti nazionali<br />
affinché ottengano dai rispettivi governi l'appli-<br />
cazione di tale politica;<br />
approva l'azione della Commissione della<br />
CEE D.<br />
Veni, vidi, vici. Se le chiacchiere faces-<br />
sero farina, la crisi comunitaria sarebbe già<br />
superata.<br />
e cicè fino alla prossima primavera). I1 11. La riunione congiunta del P. E. e delllAssemblea<br />
Gruppo socialista si è astenuto dalla vota- Consultiva: i rapporti commerciali Est - Ovest.<br />
zione, in considerazione del fatto che, nel<br />
dopoguerra, l'on. Leemans è stato sottoposto<br />
La CEE e il CCE<br />
Relazioni con i rappresen-<br />
tanti degli enti locali<br />
e degli Stati membri.<br />
150. La Commissione ha contatti<br />
peri'odici con i rappresentanti delle<br />
organizzazioni nazionali ed interna-<br />
zionali delle amministrazioni locali,<br />
sia in occasione di riunioni a Bru-<br />
xelles, sia di colloqui organizzati da<br />
detti enti. Inoltre, la Commi~s:~one<br />
ha chiesto ai rappresentanti degli<br />
enti locali, attraverso il Consiglio dei<br />
Comuni d'Europa, di ricevere le<br />
osservazioni sulle conclusioni dei<br />
gruppi di lavoro, dando così inizio<br />
ad un fruttuoso scambio di vedute.<br />
La Commissione è disposta a ricer-<br />
care, con gli Stati membri, una pro-<br />
cedura che permetta di intensificare<br />
taii contatti.<br />
(dall'u Ottava Relazione aene-<br />
rale aull'attività della Comu-<br />
nità » pubblicata dalla Co'm-<br />
missione della CEF. - giu-<br />
gno 1965, cap. 111)<br />
Questa riunione, che ha carattere annuale<br />
e dura un paio di sedute, 6 destinata ad un<br />
giro di orizzonte sull'integrazione comunitanza<br />
per determinati settori. La relazione della<br />
Commissione per il commercio estero del<br />
Parlamento Europeo ricorda, ad esempio, chc<br />
nei prossimi anni presumibilmente un terzo, di<br />
taria. Quest'anno l'accento è Stato posto sui tutte le esportazioni dcll'industria francese di<br />
problemi degli scambi est-ovest.<br />
Ecco quanto ha affermato, nella relazione<br />
Per il Park-~mento Europeo (doc. 751, l'ori.<br />
beni strumentali sarà diretto verso l'Unione<br />
sovietica; se si inseriscono gli altri paesi socialisti,<br />
la percentuale oscillerà persino tra il 40<br />
e il 50%,. Come già menzionato, l'Italia copre<br />
Achenbach. liberale tedesco: circa il 20% del suo fabbisogno di petrolio nel-<br />
C La maggiore o minore importanza del com-<br />
mercio estero dipende direttamente dall'am-<br />
piezza del mercato rappresentato da uno Stato<br />
o da un'unione di Stati retti da una volontà<br />
politica unitaria. Esso non dipende in alcun<br />
modo dal regime esistente in tale Stato o<br />
unione di Stati, sia esso di tipo democratico<br />
o dirigistico.<br />
Nel 1963, le importazioni e le esportazioni<br />
dell'unione sovietica sono ammontate rispet-<br />
tivamente al 33% circa del suo prodotto sociale<br />
lordo. Nello stesso anno, le importazioni glo-<br />
bali degli USA ammontavano al 2,9% e le ecpor-<br />
tazioni al 3,9% del suo prodotto sociale lordo?<br />
Se si considera la CEE nel suo complesso~,<br />
il suo commercio con paesi terzi rappresenta<br />
circa il <strong>10</strong>% del prodotto sociale lordo, per<br />
quanto concerne le importazioni, e il 91, per<br />
quanto concerne le esportazioni.<br />
Se si giungesse ad una fusione dei mercati<br />
della CEE e del!'EFTA, l'aliauota del com-<br />
mercio estero effettivo (ci06 con paesi terzi)<br />
si ridurrebb,? ulteriormente e si avvicinerebbe<br />
ai valori degli Stati Uniti e dell'unione sovie-<br />
tica. Nel 1963, le importazioni in un siffatto<br />
mercato eiiropeo dai paesi terzi sono state<br />
dell'ordine del 7,5% circa e le esportazioni<br />
del 6% del prodotto sociale lordo.<br />
I1 motivo è evidente. I1 grado di autoappruv-<br />
vigionamento si eleva nella misura in cui è<br />
possibile una razionalizzazione dcll'economia.<br />
Gli scambi quindi sono ampiamente determi-<br />
nati dall'ampiezza delle singole economie.<br />
I1 commercio con il " campo socialista ", ben-<br />
ché po'co rilevante, assume una grande impor-<br />
l'Unione sovietica.<br />
In sé, questo fatto non dà luogo a preoccupa-<br />
zioni. Esso può essere ricondotto a due elementi:<br />
le economie nazionali dei paesi a ccmmercio di<br />
Stato non hanno possibilità di esportazione in<br />
altri settori della produzione e, d'altronde, le<br />
loro capacità industriali, che si trovano in una<br />
fase organizzativa, richiedono determinate im-<br />
portazicni prioritarie.<br />
Questa situazione diventa preoccupante solo<br />
in relazione a due fatti:<br />
1) nei coni-runti dei paesi a commercio di<br />
Stato non esistono basi concorrenziali equiva-<br />
lenti e qucsti paesi, in seguito a loro monopolio<br />
del commercio esterno, possono manipolare i<br />
loro prezzi;<br />
2) in questi paesi, più che in qualsiasi altro<br />
paese del mondo, i1 commercio estero è pra-<br />
ticato secondo criteri essenzialmente politici e<br />
gli scambi commerciali possono, in seguito al<br />
nesso diretto che esiste tra Stato e organizza-<br />
zioni di commercio estero, essere orientati in<br />
breve tempo in funzione dei predetti criteri.<br />
Per i1 primo probleina, le pratiche seguite<br />
dall'unione sovietica nella sua politica di espor-<br />
tazione del petrolio offrono un esempio signifi-<br />
cativo. Ne1 1963-64, i prezzi del petrolio sovie-<br />
tico ammontavano:<br />
- negli Stati dell'Europa orientale, a 19-20<br />
rubli,<br />
- negli Stati neutrali, al livello del rmer-<br />
cato mondiale,<br />
- nell'Europa occidentale, a circa 11 rubli.<br />
-
In q~iesta sitiiazione, la Comunità non dispone<br />
ancora di una politica uniforme.<br />
Tale politica dovrebbe essere instaurata in<br />
due tappe:<br />
1) ccordinamento delle politiche e pratiche<br />
commerciali degli Stati membri nei confronti<br />
dei ~aesi a c=mn:ercio di Stato, per sormontare<br />
l'impcssibile situazicne nella quale, come ha<br />
conrtatato la Commissione per il commercio<br />
estero d~l Parlamento Euro,-eo, "cgni Stato<br />
membro può ancora importare liberamente<br />
merci dai paesi del blccco orientale. senza il<br />
freno di un determinato limite di prezzo e<br />
invadere cm tale merce i mercati degli altri<br />
cinque paesi della CEE ";<br />
2) instaurazione di una politica commerciale<br />
cgmune nei confronti dei paesi a commercio<br />
di Stato, che dovrebbe essere applicata<br />
dall'organo comunitario, la futura Alta Commissicne.<br />
Negli scambi tra grandi mercati, dunque fra<br />
USA, CEE e blocco orientale, il commercio<br />
dcvrebbe ritrcvare il suo vero obiettivo, il<br />
proprio utile inteso nel giusto senso, l'interesse<br />
dell'acquirente e del venditore. Un commercio<br />
praticato secondo questi principi, un commercio<br />
senza riserve mentali, migliorerebbe il clima<br />
generale e non ostacolerebbe i tentativi volti ad<br />
una intesa politica nell'interesse della pace<br />
universale n.<br />
Anche l'Ambasciatore Guido Colonna di<br />
Paliano, membro italiano della Commissio-<br />
ne della CEE, ha ribadito l'esigenza di una<br />
politica c2mmerciale comune della CEE<br />
verso l'est, che la Commissione stessa ha<br />
proposto, nelle sue grandi linee, fin dal<br />
febbraio scorso. Tuttavia - egli ha ag-<br />
giunto prudentemente - condizione essen-<br />
ziale per poter addivenire a soluzioni sod-<br />
disfacenti è la volontà di tutti gli Stati<br />
occidentali di pervenire ad orientamenti<br />
omogenei D.<br />
Non sembra che questa condizione esista,<br />
o debba esistere prossimamente: Vi sono<br />
tante politiche in materia di scambi com-<br />
merciali tra est e ovest quanti sono i pmt-<br />
ners di tali politiche P, afferma la relazione<br />
pclitica sull'argomento presentata per 1'As-<br />
semblea Consultiva del Consiglio d'Europa<br />
dal gollista Nessler (Doc. 1961): il quale,<br />
prtendo da questa base, tesse le lodi del<br />
bilateralismo, che permette ai Paesi del-<br />
l'est di affermare la loro sovranità n. (Que-<br />
sto, il ritorno a un piccolo e gretto nazio-<br />
nalismo, è tutto quello che oggi l'Europa<br />
può proporre loro!).<br />
Del resto, i rilievi tecnici aggiunti molto<br />
opportunamente alle considerazioni generali<br />
fin qui accennate dalla relazione economica<br />
sullo stesso argomento, sempre per 1'Assem-<br />
blea Consultiva, dell'on. Hagnell, socialista<br />
svedese (Doc. 1964), aggiungono molto op-<br />
portunamente ulteriori argomenti, atti a ri-<br />
dimensionare il problema:<br />
ottobre 1965<br />
Quali sono, prosegue Weber, gli strumenti<br />
essenziali della politica congiunturale?<br />
La Banca centrale o banca d'emissione, incaricata<br />
di regolarizzare la circolazione monetaria<br />
di un paese e di assicurare l'equilibrio della<br />
bilancia dei pagamenti costituisce uno dei principali<br />
organi responsabili dell'orientamento e<br />
dello sviluppo economico. Fra i mezzi di cui<br />
essa dispone occorre ricordare la politica di<br />
credito sul mercato monetario per lo sconto<br />
degli effetti e la politica di open market (compra-vendita<br />
di oro e di carte-valori). In molti<br />
paesi la Banca centrale può fissare la misura<br />
di liquido (riserve minime) che deve essere<br />
posseduta dalle banche, influenzando cosi il<br />
volume del credito.<br />
La disciplina del mercato dei capitali costituisce<br />
egualmente una delle funzioni della<br />
Banca centrale. in collegamento cc1 Tesoro.<br />
L'obiettivo ~uò essere raggiunto attraverso il<br />
controllo delle emissioni interne e più particolarmente<br />
di quelle all'estero, e attraverso prestiti<br />
in altri paesi.<br />
Infine, se le banche sono sue creditrici, la<br />
Banca ccntrale ~;uò limitare la concessione di<br />
crediti, con conseguente restrizione dell'attività<br />
economica a carattere deflazionista n.<br />
Queste considerazioni richiamano il com-<br />
plesso problema della politica monetaria in-<br />
ternazionale, a cui giusto un anno fa lo stesso<br />
Weber dedicò un'importante relazione (Doc.<br />
1808), s3ttolineandone il dilemma fonda-<br />
mentale:<br />
Si afferma spesso che è impossibile alla<br />
lunga assicurare la stabilità permanente della<br />
moneta all'interno e all'esterno; e poiché la<br />
stabilità interna è più importante, si ritiene<br />
che si dovrebbe rinunziare all'idea della sta-<br />
bilità dei tassi di cambio, come ha di recen-<br />
temente sostenulo il prcf, Albert Hahn (Kyklus-<br />
Verlag, Basilea 1964) D.<br />
L'on. Weber ha buon gioco in detta rela-<br />
zione nel dimostrare la precarietà e gli in-<br />
convenienti, per il commercio internazionale<br />
di una tale soluzione più le economie na-<br />
zionali sono strettamente integrate, più gravi<br />
sono i perturbamenti causati dalle mcdifiche<br />
dei tassi di cambio B, anche se non e in<br />
grado di dire come, al di fuori di un sistema<br />
federale, si ,possa alla lunga esser certi di<br />
poter sfuggire a quel dilemma; e, in base ad<br />
argomentazioni di tipo funzionalistico assai<br />
abili, sostiene che una collaborazione inter-<br />
nazionale abbastanza ampia e bene studiata<br />
potrebbe, ove la buona volontà non facesse<br />
difetto, arrivare a risolvere, specie attraverso<br />
un sistema di crediti reciproci multilaterali,<br />
il problema della stabilità, senza pregiudicare<br />
la convertibilità e la stabilità dei tassi di<br />
cambio.<br />
Ma quando - tornando al primo dei due<br />
rapporti - Weber enumera gli altri stru-<br />
menti, oltre alla politica monetaria, propri<br />
della manovra anticiclica, risulta difficile<br />
continuare a pensare che essi possano essere<br />
manovrati a livello internazionale attraverso<br />
acccrdi, e non decisioni vincolanti e - il che<br />
apy;are altrettanto grave - senza alcun in-<br />
tervento dell'opinione pubblica, cioè senza<br />
alcuna organizzazione di canali democratici<br />
al livello effettivo a cui le scelte vengono<br />
prese: insomma, anche qui, senza un vero e<br />
proprio Governo responsabile al livello dalle<br />
decisioni.<br />
E Altro strumento, ed egualmente importante,<br />
della politica anticiclica - prosegue infatti<br />
Weber - è la politica finanziaria dello Stato:<br />
COMUNI D'EURQPA 9<br />
Lucca - Colmar - Sint Niklaas - Schongau<br />
dal 3 al 14 seitembre scorso Lucca ha ospitato 32 giovani provenienti dalle città gemelle di<br />
Colmar, Sint Niklaas e Schongau che a loro volta avevano ospitato durante l'estate 30 giovani<br />
lucchesi (<strong>10</strong> per ciascuna città). Durante il soggiorno a Lucca gli ospiti hanno preso parte a<br />
varie manifestazioni, fra le quali una visita all~ città e alle località vicine (Pescia, Collodi,<br />
RIontecatini, Bagni di Lucca, Barga, Castelveccchio Pascoli, Castelnuovo Garfagnana, Gramolazzo,<br />
Orto di Donna, Viareggio, Torre del Lago Q Firenze) e incontri con le famiglie lucchesi<br />
che hanno ospitato i giovani, ed hanno infine assistito ad un torneo internazionale di scherma<br />
al quale pertecipavam le squadre di Lucca, Colmar e Schongau.<br />
il bilancio esercita un'influenza profonda sul-<br />
l'attività economica, tanto per ciò che concerne<br />
le spese e le entrate tanto per quel che si<br />
riferisce alla politica del credito. Questa in-<br />
fluenza è proporzionale alla quantità di reddito<br />
nazionale controllata dallo Stato, e attualmente,<br />
se si contano anche le imprese pubbliche e le<br />
assicurazioni sociali controllate dallo Stato, que-<br />
st'ultimo ha sotto la propria influenza dal 25<br />
al 40% del reddito nazionale.<br />
Le spese pubbliche agiscono sul mercato come<br />
domanda; e se questa in parte è fissa (spese<br />
stabilite per legge) una parte invece è fles-<br />
sibile: può esser cioè aumentata o ridotta o<br />
orientata in detcrminate direzioni. Ciò avviene<br />
in particolare nelle prestazioni a terzi, e in<br />
specie nelle spese per costruzioni e negli<br />
investimenti di ogni genere. Un'influenza anti-<br />
congiunturale è esercitata altresì da spece come<br />
i sussidi di disoccupazione, che crescono auto-<br />
maticamente in periodi di depressione e dimi-<br />
nuiscono in pericdi di alta congiuntura.<br />
Nel settore delle entrate le imposte possono<br />
essere utilizzate in modo molto efficace al<br />
servizio della politica della congiuntura. I1<br />
migliore sti-umento è un'imposta progressiva<br />
sul reddito la quale esercita anche un'azione<br />
congiunturale, giacché via via che i redditi<br />
aumentano, essa. ne assorbe progressivamente<br />
una parte proporzionalmente maggiore, mentre<br />
quando essi diminuiscono, essa diminuisce più<br />
rapidamente di questi.<br />
In certi casi un'imposta sul consumo (in par-<br />
ticolare l'imposta sulla cifra d'affari) può ser-<br />
vire ad aumentare o a ridurre la domanda. In<br />
genere solo le imposte percepite all'origine per-<br />
mettono un intervento rapido ..<br />
Weber enuncia tutta una serie di altre<br />
misure capaci di influire sulla congiuntura,<br />
precisandone la natura e la pxtata: il regime<br />
fiscale degli ammortamenti, la creazione di<br />
riserve di lavoro, la politica del credito puh-<br />
blico, che insieme a quella della banca di<br />
emissione influenza il tasso dell'interesse, le<br />
misure tendenti a favorire la mobilità della<br />
mano d'opera, il controllo dei prezzi e dei<br />
salari e, più in generale la K politica dei<br />
redditi P, a pro~posito della quale egli afferma:<br />
s "Nella misura in cui aumenta la produtti-<br />
vità economica per unità di lavoro, il reddito<br />
reale può essere migliorato senza che ne co:l-<br />
segua un aumento dei prezzi: gli aumenti di<br />
salario il cui tasso non superi quello del miglio-<br />
ramento della produttività econcmica non eser-<br />
citano effetti inflazionistici ". Ma bisogna con-<br />
vincere i diversi gruppi economici, datori di<br />
lavoro e lavoratori, che essi " devono mantenere<br />
il miglioramento dei loro redditi entro questi<br />
limiti " .<br />
La relazione termina con due osservazioni<br />
fondamentali: anzitutto che l'elenco di cui<br />
sopra è tuttaltro che completo; in secondo<br />
luogo che le misure indicate, se prese sepa-<br />
ratamente, hanno tutte un effetto unilaterale,<br />
sicché . un loro coordinamento è indispensa-<br />
bile in tutti i settori, se si vogliono ottenere<br />
risultati positivi D.<br />
E' appunto quanto basta a dimostrare che<br />
le vaghe consultazioni previste dall'art. <strong>10</strong>3
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del Trattato CEE per una politica congiuri- gioventù, nell'ambito del Patto franco-ger-<br />
turale comune sono tutt'altro che sufficienti, manico; sia infine - Last but not least -<br />
e che in situazioni veramente difficili solo perché l'argomento è strettamente connesso<br />
un Governo europeo riuscirà a svolgere una con quello di un programma organico di<br />
politica continentale della congiuntura. scambi intercomunali, e interessa quindi<br />
direttamente gli Enti locali.<br />
Anche a questo problema perciò, per la<br />
stessa ragione, dedicheremo una trattazione<br />
Coordinamento dell' aviazione a ,arte Drossimo numero<br />
civile in Europa<br />
Questo tema, a cui sono state dedicate due<br />
relazioni dell'on. Duynstee, riveste una tale<br />
importanza, presenta una tale attualità ed è<br />
stato svolto, nei due documenti sopra ri-<br />
cordati, in modo così esauriente ed acuto,<br />
che preferiamo dedicare ad esso una trat-<br />
tazione a parte, insieme con quanto sull'argo-<br />
mento è stato detto e proposto in seno al<br />
Parlamento Europeo, a pag. 11 di questo<br />
numero.<br />
Creazione di un ente europeo<br />
della gioventu<br />
Difesa dall' inquinamento delle<br />
acque<br />
Se l'aviazione civile o la politica anticongiunturale<br />
sono argomenti tipici per la collaborazione<br />
a livello sovranazionale, quello<br />
della lotta contro l'inquinamento delle acque<br />
è invece tema che interessa, assai più che<br />
non organi internazionali o comunitari, i<br />
singoli governi, e soprattutto le regioni e<br />
gli altri poteri locali: come ricorderanno i<br />
lettori del numero di luglio-agosto di « Comuni<br />
d'Europa » dedicato alla pianificazione<br />
regionale in Germania, quest'argomento<br />
aveva largo spazio.<br />
I1 Consiglio d'Europa ha dedicato a questa<br />
assillante esigenza una delle sue migliori e<br />
più ampie relazioni (Doc. 1965) che è do-<br />
Anche questo argomento riveste un'importanza<br />
particolare: sia perché di esso si interessano<br />
tanto l'Assemblea Consultiva del<br />
consielio - d,EuroDa che il Parlamento Europeo<br />
(anche il ~ ~ ~ ha non d vuta dall'on. ~ Housiaux, ~ socialista t belga, ~ e che ~<br />
molti mesi fa approvato una risoluzione in verrà presto pubblicata, con aggiunte e ag-<br />
questo senso); sia perché il problema ha giornamenti, in un volume a parte. Va1 la<br />
acquistato una certa attualità, dopo il note- pena di segnalarlo, ora che anche in Italia<br />
vole successo dell'Ente franco-tedesco per la sembra che ci si sia resi conto della gravità<br />
ottobre 1965<br />
P- P-<br />
del problema, messo a fuoco da alcuni im-<br />
portanti pubblicazioni e atti di congressi cu-<br />
rati dall'Associazione Nazionale di Ingegne-<br />
ria Sanitaria (e, più brevemente, da una<br />
nota del prof. G. Evangelisti dell'università<br />
di Bololgna, apparsa nel Quaderno n. 70, del<br />
1964, dell'Accademia Nazionale dei Lincei),<br />
e ora all'attenzione dei politici attraverso la<br />
nomina, avvenuta nell'ottobre 1964, di una<br />
commissione di studio presso il Ministero<br />
dei Lavori Pubblici, presieduta dall'ing. Fe-<br />
derico Biraghi.<br />
La stessa ampiezza della relazione Hou-<br />
siaux rende impossibile un riassunto partico-<br />
lareggiato. Ci contenteremo di dare un'idea<br />
generale dell'importanza della questione ci-<br />
tando ciò che esso afferma in forma intro-<br />
duttiva, sotto il titolo paradossale L'acqua,<br />
risorsa rara e preziosa »:<br />
8 Fra le risorse naturali, l'acqua occupa un<br />
posto a parte, a ugual distanza fra il regno<br />
vivente e quello inanimato. Senz'acqua, ogni<br />
vita scompare. L'acqua non è infatti soltanto<br />
una soreente di ossieeno e di idrogeno; è<br />
anche l'elemento costitutivo più importante<br />
degli esseri viventi, giaccilé costituisce il 60%<br />
del peso dell'uomo e fino al 95% di quello di<br />
una pianta.<br />
Lo studio quantitativo dell'acqua mostra che<br />
il 98% delle acque terrestri sono salate. La quasi<br />
totalità di acqua dolce che rimane è costituita<br />
dalle calotte glaciali. L'uo'mo ha a sua dispomsi-<br />
zione 53<strong>10</strong> 35'0.000 km3 di acqua dolce di<br />
superficie. 150.000 km3 di acqua sotterranea e<br />
13.000 km3 di acqua atmosferica (di cui, pra-<br />
ticamente si può non tener conto).<br />
Nel complesso queste risorse sembrano impor-<br />
tanti e sono bastate, nel corso dei millenni,<br />
ai bisogni dell'uomo, il quale ha appunto sfrut-<br />
tato sia le acque di superficie - fiumi, torrenti,<br />
laghi e stagni - sia quelle sotterranee. me-<br />
diante fonti. trivellazioni, pozzi e gallerie.<br />
Di recente tuttavia, in seguito allo straordi-<br />
nario aumento nuinerico dell'umanità e alla<br />
sua evoluzione sociale, economica, tecnica e<br />
culturale, che l'ha condotta al dominio effettivo<br />
del pianeta, l'uomo è arrivato ad un punto<br />
in cui le risorse di acqua disponibili non gli<br />
bastano più o non gli basteranno entro ua<br />
breve spazio di tempo. Se si tiene conto del<br />
ritmo di consumo attualmente raggiunto dai<br />
Paesi industrializzati - e che aumenta pro'gres-<br />
sivamente - la popols.zione della terra, quale<br />
essa sarà tra l00 anni, si troverà a scarseggiare<br />
di acqua.<br />
Alla rarefazione, dovuta all'aumento dei biso-<br />
gni, corrisponde il deterioramento della qualità<br />
dell'acqua, che costituisce l'aspetto negativo, il<br />
prezzo del progresso sociale e tecnico che è<br />
alla. base dell'evoluzione umana. L'inquinamento<br />
delle acque ad opere dell'uomo, che le rende<br />
disadatte a diversi usi, deve essere considerato<br />
come uno dei fattori più importanti della dimi-<br />
nuzione delle risorse complessive.<br />
Non si tratta di drammatizzare la situazione,<br />
ma di riconoscerne l'effettiva gravità. L'acqua.<br />
che sembrava inesauribile, sta per divenire un<br />
bene raro! Senza c!ie vi sia penuria per l'imme-<br />
diato futuro, è necessario conservarla con cura<br />
fin d'ora, tanto quantitativamente come quali-<br />
tativamente.<br />
Con gli Stati Uniti, l'Europa Occidentale è<br />
oggi in testa allo sviluppo econcmico sociale.<br />
I1 suo aumento demografico è tale che le sue<br />
città e i suoi centri industriali si estendono e<br />
si n~oltiplicano a ritmo accelerato. In molte<br />
regioni europee molto popolate e molto indu-<br />
strializzate la situazione delle risorse d'acqua<br />
può già essere considerata, senza tema di esa-<br />
gerazione, critica. Si hanno difficoltà di alimen-<br />
tazione e peggioramento della qualità. Tanto in<br />
Francia, nei dipartimenti delllEst o del Nord,<br />
in Germania, nella Ruhr, nel Belgio o nei<br />
Paesi Bassi il problema ha acquistato una<br />
importanza notevole e minaccia lo sviluppo<br />
economico. (E il relatore avrebbe potuto citare<br />
anche la sit?tazione di alcune grandi città ita-<br />
liane).<br />
Orbene, la ripartizione delle risorse idriche<br />
sulla terra non è uniforme: l'acqua non è<br />
sempre disponibile, né la sua erogazione 6
ottobre 1965<br />
- P-<br />
---<br />
-- P --<br />
regolare e costante: la curva delle erogazioni<br />
e la curva dei consumi non ccncordano affatto,<br />
anzi presentano spesso un fenomeno di diver-<br />
genza spiegabile con il fatto che le punte di<br />
consumo corrispondono ai periodi di erogazione<br />
minima.<br />
D'altra parte non si possono sottoporre inde-<br />
finitivamente a sfruttainento eccessivo le falde<br />
sotterranee (si ritiene che vi sia sfruttamento<br />
eccessivo quando si pcjmpa più del 1.0% della<br />
loro capacità annua). Così, dei 150.000 km" di<br />
acque sotterranee di cui dispone la terra, s'e ne<br />
dovrebbero usare scltanto 15.000, riservandoli<br />
agli usi domestici quando si tratti di acque<br />
adatte al consumo 1).<br />
Ed ecco alcune considerazioni pratiche re-<br />
lative all'Europa, contenute nella risoluzione<br />
proposta dall'on. Housiaux e approvata dal-<br />
l'Assemblea:<br />
C C L'inquinamento delle acque dolci raggiunge<br />
in Europa una gravità tale che, senza un'azione<br />
rapida coordinata ed efficace, la situazione può<br />
divenire preoccupante e, in certi casi, irrever-<br />
sibile. L'approvvigionamento in acqua potabile<br />
delle popolazioni e il fabbisogno d'acqua del-<br />
l'agricoltura e dell'industria sono spesso com-<br />
promessi; la situazione dei laghi e dei grandi<br />
fiumi europei è allarmante, mentre il consumo<br />
d'acqua aumenta tanto rapidamente che se ne<br />
prevede il raddoppio entro 20 anni.<br />
Pertanto il problema generole dell'acqua deve<br />
essere oggetto di una politica d'insieme a<br />
lungo termine la cui responsabilità incombe ai<br />
governi. Ogni azione volta ad evitare una<br />
maggiore degradazione dell'acqua e a ridurre<br />
l'attuale inquinamento deve essere concepita<br />
nell'ambito di questa più vasta politica. Al<br />
tempo sttsso dovrà essere organizzata una col-<br />
laborazicne internazionale sistematica nel campo<br />
della ricerca, della formazione del personale<br />
scientifico e tecnico, così come della centraliz-<br />
zazione della documentazione in materia legi-<br />
slativa, amministrativa e scientifica, tenendo<br />
conto degli importsnti lavori già compiuti da<br />
vari enti, e in particolare dall'OMS e dalla<br />
FA0 ..<br />
Nel campo nazionale la risoluzione propone<br />
la creazione di:<br />
a) un ente centrale, responsabile davanti<br />
al Ministro competente o davanti al Capo del<br />
Governo, fornito di poteri amministrativi ade-<br />
guati per fare applicare la legislazione contro<br />
l'inquinamento;<br />
b) per ciascun bacino di drenaggio, un ente<br />
incaricato di fare applicare le norme relative<br />
e di prendere le disposizioni necessarie alla<br />
lotta contro l'inquinamento;<br />
C) commissioni consultive miste composte<br />
dai rappresentanti dei poteri pubblici (ivi com-<br />
presi, aggiungiamo noi, i ~appresentanti dei<br />
poteri locali), di rappresentanti dei consuma-<br />
tori e di esperti indipendenti, incaricate di<br />
aiutare e di consigliare tali enti n.<br />
Dall'esaurientissima relazione - troppo<br />
vasta, come si diceva, per poter esser rias-<br />
sunta compiutamente - trarremo solo due<br />
osservazioni particolari. La prima concerne<br />
il costo del depuramento delle acque:<br />
1, Per quanto indispensabili, queste misure di<br />
depuramento non sono applicate in modo abba-<br />
stanza generale, a causa delle notevoli spese<br />
che esse implicano. Inquinare l'acqua non costa<br />
nulla; prevenire l'inquinamento costa molto<br />
caro. Si pone qui un problema nuovo per le<br />
economie nazionali, che non è ancora stato<br />
risolto: le spese di depuramento non hanno<br />
ancora trovato il posto che meritano nei bilanci<br />
nazionali o comunali, né in quelli dell'indu-<br />
stria. E' normale comprendere, nelle previsioni<br />
sul costo di una costruzione urbana o di un<br />
impianto industriale, le spese per condutture<br />
d'acqua; è raro che si preveda una spesa per<br />
un impianto di depuramento deiie acque uti-<br />
lizzate.<br />
... La Repubblica Federale Tedesca valuta il<br />
costo degli impianti di depuramehto delle acque<br />
usate, per i prossimi dieci anni, a <strong>10</strong> miliardi<br />
di marchi, di cui 6 miliardi per le collettività<br />
urbane e rurali e 4 per l'industria B. -<br />
COMUNI D'EUROPA 11<br />
- - - . - - --- - -- - . p<br />
La seconda osservazione si riferisce al- La creazione di autorità di bacino, chiamate<br />
l'importanza decisiva che ha in questo set- alla funzione di perno e di strumento fondatore<br />
il decentramento, e quindi ai compiti<br />
capitali che spettano agli enti locali:<br />
mentale della lotta contro l'inquinamento, non<br />
ccstituisce una novità. Nuove sono però le<br />
vaste competenze e le concrete responsabilità<br />
seguendo gli insegnamenti dEll,esperienza,<br />
le legislazioni più progredite si sforzano di<br />
che ad esse sono conferite e che fanno di esse<br />
l'organo arnministrativo d'azione per eccellenza.<br />
organizzare la lotta contro l'inquinamento delle Un buon esempio è costituito dai rivers boards<br />
acque secondo i limiti geografici e naturali e di<br />
rcmpere gli schemi delle delimitazioni amministi-ative-tradizionali,<br />
che rispondono ad altre<br />
necessità. L'esperienza ha perentoriamente model<br />
Regno Unito p.<br />
E, auspicabile che una esauriente<br />
strato che la lotta niù efficace contro llinauinamento<br />
si ha al livello del bacino di drenaggio.<br />
zione sia di stimolo, anche in ~talia, per<br />
passare dalle parole ai fatti.<br />
L' aviazione civile, problema europeo<br />
Mentre la Comunità Economica Europea<br />
è in crisi, mentre tale crisi sembra riflet-<br />
tersi anche sugli sforzi - essi pure are-<br />
nati - volti a dar vita ad un organismo<br />
modesto come « Air-Union n, e mentre, d'al-<br />
tra parte, il progresso aeronautico si trova<br />
davanti a quella grandiosa, duplice rivo-<br />
luzione che ci annuncia per il prossimo de-<br />
cennio, tanto con l'avvento, anche nel set-<br />
tore dei trasporti, dell'era supersonica,<br />
quanto, e più, con le nuove pussibilità che<br />
le conquiste della scienza e della tecnica<br />
aprono, nel campo subs;.nico, a una gran-<br />
de aviazione di massa, con appareclchi di<br />
oltre 1.000 passeggeri e con tariffe ridotte<br />
anche a meno di un terzo di quelle attuali<br />
(una rivoluzione alla quale l'aviazione eu-<br />
ropea appare del tutto impreparata) sembra<br />
particolarmente oliportuno fare il punto sulla<br />
situazione, per cercar di definire chiara-<br />
mente i termini del problema, tanto nei suoi<br />
data tecnici quanto nelle sue implicazioni<br />
politiche; per rendersi quindi conto delle<br />
cause delle difficoltà e degli insuccessi che<br />
i tentativi di organizzare l'aviazione civile<br />
su basi europee hanno finora conosciuto; e<br />
per cercare così di suggerire ex informata<br />
conscientia rimedi validi per l'avvenire.<br />
L'indagine è senza dubbio necessaria, per-<br />
ché vi sono verità in campo europeo che,<br />
per quanto evidenti, si finge costantemente,<br />
al -livello ufficiale, di ignorare o di mini-<br />
mizzare; e perché l'« accelerazione della<br />
storia r fa sì che i dati tecnici cambino,<br />
anche in questo settore, con rapidità verti-<br />
ginosa. Ma in realtà quelle cause e quegli<br />
ostacoli hanno carattere permanente e si<br />
presentano così chiari e così poco opinabili,<br />
che chi possed-eva insieme competenza spe-<br />
cifica e sensibilità politica aveva già rico-<br />
nosciuto fin dall'immediato dopoguerra -<br />
quando i traffici aerei erano una assai pile-<br />
cola parte degli attuali - che l'Europa,<br />
come ebbe a dire André Siegfried, « costi-<br />
tuisce per sua natura una unità aerea n;<br />
cioè, conle già quindici anni fa spiegava il<br />
sen. Caron:<br />
(1 da un lato gli intralci derivanti dalle divi-<br />
sioni politiche e doganali che frazionano il già<br />
ristretto territorio del continente e dall'altro<br />
la coesistenza di =n gran numero di compagnie<br />
autonome e concorrenti nuoce allo sviluppo dei<br />
trasporti aerei e alla diffusio'ne di questi verso<br />
nuove e più larghe classi di utenti potenziali<br />
e fa si che di fronte alla organica saldezza del<br />
sistema aereo degli Stati Uniti i trasporti aerei<br />
del nostro continente rappresentino un coacervo<br />
di individuali anarchie; e ciò in conseguenza<br />
dell'importanza politica che ogni stato annette<br />
alla propria Compagnia di bandiera, il che<br />
rende estremamente difficile la creazione di<br />
un mercato comune. aereo in. Europa, e cioè<br />
la stipulazionc di un accordo multilaterale<br />
per la liberalizzazione dei diritti di traffico<br />
nello spazio aereo europ,co 1, (*).<br />
la situazione<br />
Per compiere la nostra analisi ricorre-<br />
remo soprattutto all'ausilio di tre relazioni<br />
(e di tre dibattiti), presentate e svoltisi,<br />
alle Assemblee Europee: l'una, discussa nel<br />
maggio scorso dal Parlamento Europeo (l);<br />
le altre due, presentate all'Assemblea Con-<br />
sultiva del Consiglio d'Europa dall'on.<br />
Duynstee, nell'ottobre dello scorso anno (2)<br />
e nella sessione di settembre di questo (3).<br />
Ecco appunto come la prima di queste due<br />
relazioni enuncia i dati fondamentali della<br />
situazio'ne (riassumiamo l'essenziale) :<br />
I1 traffico aereo passeggeri è aumentato dal<br />
1951 al 1962 del 400'3, ed offre pertanto grandi<br />
possibilità. Ciò nonostante, specie l'apparizione<br />
degli apparecchi a reazione, la loro adozione<br />
dal 1955 in poi, da parte di alcune compagnie<br />
americane e quindi, in una lotta di concor-<br />
renza sfrenata, da parte di tutte le altre, quar?-<br />
do i vecchi apparecchi non erano ancora am-<br />
mortizzati e continuavano ad essere in ottima<br />
efficienza, ha determinato delle gravi crisi<br />
finanziarie; ed altre e maggiori è facile pre-<br />
vederne per quando entreranno in funzione<br />
gli apparecchi supersonici, e cioè, presumibil-<br />
mente, a partire dal 1970.<br />
E' dunque indispensabile una maggiore col-<br />
laborazione tra compagnie e costruttori, con<br />
più deciso intervento pianificatore delle pub-<br />
bliche autorità al livello europeo.<br />
Ragioni di meschino nazionalismo e di pre-<br />
stigio ostacolano nel mondo, e non solo in<br />
Europa, sia la razionalizzazione, la colla-<br />
borazione e la fusione di varie compagnie, sia<br />
la realizzazione delle famose cinque libertà<br />
dell'aria stabilite alla Conferenza di Chicago<br />
del 1944:<br />
1) Diritto di sorvolare il territorio di uno<br />
Stato senza atterrare;<br />
2) diritto di atterrare per fini non com-<br />
merciali;<br />
3) diritto di sbarcare passeggeri, posta e<br />
merci in provenienza dallo Stato di cui l'aero-<br />
nave ha la nazionalità;<br />
4) analogo diritto d'imbarco verso detto<br />
Stato;<br />
5) stesso diritto di cui ai punti 3) e 4) nei<br />
confronti di qualsiasi Stato, col che si realiz-<br />
zerebbe l'assoluta libertà di volo da e verso<br />
qualunque punto del globo.<br />
Più di cinquanta Stati hanno K liberalizzato b)<br />
le due prime libertà. Nell'ambito europeo si<br />
è fatto qualche progresso verso la realizza-<br />
zione delle tre altre libertà ma, almeno per i<br />
voli regclari, solo sulla base di accordi bila-<br />
terali i quali in genere prevedono la conces-<br />
sione di diritti reciproci identici (per la stessa<br />
linea) o equivalenti (su diverse linee di impor-<br />
tanza analoga).<br />
(9 G. CARON,<br />
Scritti e discorsi si~ll'aviazioize<br />
civile, Roma, Litostampa, 1958, pp. 71-72; 226.
12 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />
Siamo - in un settore così progredito, dal rigi che risale al 1919 e che stabilisce il prin- temo di queste di orari e di frequenze di<br />
punto di vista scientifico e tecnico - ancora cipio 'Ovranità di ciascun Paese volo studiate con uguale razionalità - che<br />
al di sopra del prcpri:, territorio in materia<br />
allo stadio delle economie più primitive, di traffico aereo ,,, semplificherebbero considerevolmente i tra-<br />
quello del baratto: tu mi fai fare un volo sporti aerei intra-eurcpei, che diventerebbero<br />
a me, io ti fo fare un volo a te.<br />
LIO stesso autore ha dato la dimostrazione<br />
più ccrnvincente di questa affermazione in<br />
uno studio pubblicato lo scorso anno dall'università<br />
di Berlino (6). In esso egli dimostra<br />
che se lo spazio aereo europeo potesse<br />
venir considerato come un'unità sovranazionalmente<br />
organizzata, superando così i<br />
difetti insormontabili del bilateralismo (*),<br />
sarebbe passibile organizzare un sistema razionale<br />
di grandi linee europee - e, all'in-<br />
Si può ad ogni modo affermare che, anche<br />
se i piani ambiziosi che alcuni paesi avanza-<br />
vano nel dosoguerra non sono stati realizzati,<br />
n6 sembrano poterlc essere (creazione di una<br />
vera e propria autorità sovranazionale aerea<br />
mondiale, capace di gestire tutte le linee, sug-<br />
geriti dal ~artit:, lsburista inglese nel 1944<br />
ccn l'cpiiscslo Le ali della Pace; proposta in<br />
senso analogo, nello stesso anno, deli'Australia<br />
e della Nuova Zclanda alla Ccnferenza di<br />
Chicago); e certo tuttavia che gli organi con-<br />
sultivi di disciplina del traffico o di coope-<br />
.razione commerciale che si è riusciti a met-<br />
tere in funzione - Organizzazione dell'Avia-<br />
zi-ne Civile Internazicnale (OACI); Associa-<br />
zione di Trasporto Aereo Intornazionale (IATA)<br />
- hinnc realizzato a livello mondiale il non<br />
molto che era possibile ottenere, sia, come si<br />
è visto, per quanto riguarda le prime due<br />
delle cinquc libertà, sia, attravers3 YIATA,<br />
per ciò che concerne la realizzxzione di un<br />
sistema di acc-rdi sulle tariffe minime e rela-<br />
tivi a compensazioni atte a consentire al pos-<br />
sessore del biglietto di una società di viag-<br />
giare su aerei di tutte le altre compagnie ade-<br />
renti all'accordo.<br />
Ma, al livell:, europeo, e tenuto conto dei<br />
progressi che l'integrazione ec-nomica ha ràg-<br />
giunt3 nel ncstro continente in altri settori,<br />
si può affermare che nel campo dell'aviazione<br />
civile si è fitto proporzionalmente molto meno<br />
che non a livello mondiale.<br />
gli obiettivi : razionalizzazione<br />
del traffico . . .<br />
Due sono gli cbiettivi essenziali da rag-<br />
giungere: anzitutto rompere la sovranith<br />
aerea nazionale, creare una vera e propria<br />
autorità sovranazionale euroyea, realizzare<br />
~ienaniente a livello continentale le cinque<br />
libertà (questo ncn è detto esplicitamente<br />
nella relazione, ma si può considerare una<br />
conseguenza logica delle sue premesse). In<br />
secsnda luogs è parallelamente raggiungere<br />
una integrazione così profonda delle com-<br />
pagnie aeree europee quale quella delle<br />
ccmpagnie dei tre Paesi scandinavi hanno<br />
realizzato in seno alla SAS (Scandinavian<br />
Airlines System), il primo passo per giun-<br />
gere pci ad una vera e propria compagnia<br />
eurc;pea unica, dotata di una propria per-<br />
sonalità giuridica.<br />
Data l'importanza del problema, e poiché<br />
mai fino ad ora si era avuta l'occasione,<br />
in queste nostre cronache, di affrontarlo,<br />
allargheremo le nostre considerazioni un po'<br />
al di là delle due relazioai citate.<br />
Sul primo punto (creazione di un'auto-<br />
rità aerea europea) unanime è l'opinione<br />
degli esperti:<br />
Una libertà controllata, applicata al tra-<br />
sporto aereo nell'area comunitaria, permette-<br />
rebbe di aumentare l'estensione delle linee e<br />
contribuire a ridurre i costi di produzione che<br />
il trasporto incontra sui percorsi attuali, oggi<br />
ostacolati dal principio della scvranità sullo<br />
spazio aereo nazionale V,<br />
scrive ad esempio un recente numero di<br />
una rivista italiana specializzata. (4) E il<br />
prof. Rossger, in un articolo particolar-<br />
mente notevole apparso in una rivista tede-<br />
sca dello stesso tipo (5), ribadisce:<br />
cc Ur, esame retr~spettivo degli sforzi compiuti<br />
per cercar d'integrare il traffico aereo in<br />
Europa mostra che auesti hanno tutti urtato<br />
contro l'ostacolo costituito dali'Accordo di Pa-<br />
al tempo stesso più pratici per il consuma-<br />
tore e più redditizi per il trasportatore, giac-<br />
ché fondati sulle esigenze effettive del traf-<br />
fico e sulle possibilità tecniche, e non le-<br />
gate ad accordi bilaterali.<br />
Non è possibile qui addentrarsi più oltre<br />
in questa interessantissima indagine; ma sa-<br />
rà almeno opportuno indicare quali sono.<br />
secondo il Rossger, queste grandi direttrici<br />
europee del traffico aereo ( C europaische<br />
Hauptrouten D), e riportare il diagramma<br />
(*) Tali difetti - aggiunge Duynstee - di-<br />
~~ -<br />
venteranno addirittura un ostacolo capitale<br />
quando, con l'avvento dei Supersonici, e Per<br />
relativo:<br />
H~~~~~~~~~ 1: scandinavia - ~ ~ ~ ~ F~b<br />
b<br />
derale Tedesca - Svizzera - Italia - Grecia,<br />
evitare i rumori molesti relativi, si dovrà far<br />
in modo che quegli apparecchi volino il meno<br />
possibile su territori abitati, stabilendo pcchi<br />
Hauptroute 11: Gran Bretagna - Benelux -<br />
Francia - RFT - Iberica.<br />
cc p3ints de rentré? ), in connessione con grandi Hauptroute III: Scandinavia - RFT - ~ e -<br />
- Gran Bretagna - Francia - Peniso'la<br />
aeroporti e il traffico superjo- ~ E ~ U X<br />
nico: il che sconvolgerà l'attuale rete e renderà lberica.<br />
il bilateralismo al livello europ~eo e se possibile Haupt~.oute 1V: Penisola Iberica - Svizzera<br />
ancor più superato. - Germania Meridionale - Austria.<br />
Europaische Hauptrouten
ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA<br />
Hauptroute V: Italia - Svizzera - Benelux<br />
- Gran Bretagna - Irlanda.<br />
Hauptroute VI: Irlanda - Gran Bretagna -<br />
Francia.<br />
Hauptroute VII: Italia - Francia - Penisola<br />
Iberica.<br />
Ancora qualche cenno sulla più razionale<br />
organizzazione di orari e frequenze, che<br />
riassumiamo dal Rossger:<br />
Per stabilire le frequenze minime neces-<br />
sarie, si considerano quattro tipi di viaggi<br />
infraeuropei:<br />
I - Viaggi di zon oltre 500 km (un'ora di<br />
volc) - Sono viaggi in genere di mezza gior-<br />
nata o di un giorno: sono quindi necessarie<br />
almeno tre corse nei due sensi: al mattino<br />
presto, a metà della giornata e la sera.<br />
I1 - Viaggi di circa 800 km (1:-2 ore di volo)<br />
- Sono viaggi in genere di un giorno, e qui<br />
basta che vi siano un numero sufficiente di<br />
aerei la mattina e altrettanti la sera nei due<br />
sensi.<br />
111 - Viaggi da 800 a 1.200 km (2 ore-2.5 cir-<br />
ca). - Scno viaggi, in genere, di due giorni,<br />
e valgono le stesse osservazioni fatte qui sopra<br />
al punto 11.<br />
IV - Viaggz sui 1600 km. - Sono viaggi, in<br />
genere, di tre giorni: e qui basta una sola<br />
frequenza giornaliera nei due sensi. Tenendo<br />
conto di ciò, e volendo, al tempo stesso, orga-<br />
nizzare voli che abbiano in media il 65% dei<br />
pssti cccupati, si dovrebb-ro impiegare, sulle<br />
(1 Hauptrouten 11 da I a IV, cinque Boeing 727,<br />
quarantatre Caravelle, ventisei BAC 1-11 (che<br />
saranno presto disponibili) e 16 Viscount. E<br />
così via.<br />
. . . e fusione delle compagnie<br />
Veniamo ora al secondo punto - la fu-<br />
sione delle Compagnie europee - e ascoll-<br />
tiamo in proposito la seconda delle due<br />
relazioni Duynstee:<br />
ve delle previsioni serie e indipendenti a<br />
livello europeo sull'aumento potenziale del traffic~<br />
aereo nel prossimo decennio sono della<br />
più grande importanza se si vusle evitare il<br />
probabile ritorno dei pesanti passivi circa il<br />
traffico europeo che la maggior parte delle<br />
compagnie aeree europee hanno subito da 5<br />
anni a questa parte. Queste previsioni sono<br />
di estrema importanza anche quando si tratta<br />
di determinare quale tipo d'apparecchio dovrà<br />
essere cvstruito per i trasporti aerei nel prossimo<br />
decennio )).<br />
Ma tutto ciò evidentemente non basta:<br />
anche se si riuscirà a raggiungere questo<br />
obiettivo, ed anche se è vero che<br />
l'aumento del numero dei passeggeri ha<br />
finalmente cominciato a compensare l'eccedenza<br />
di capacità che ha accompagnato l'entrata in<br />
funzione degli apparecchi a reazione subsonici,<br />
sì ché le compagnie aeree europee sono giunte,<br />
nel complesso, ad equilibrare il loro bilancio<br />
e ad assicurare la loro redditività, ciò non<br />
significa che esse abbiano anche solo comin-<br />
ciato a risolvere i problemi che verranno posti<br />
nel futuro dall'avvento degli apparecchi da<br />
trasporto supersonici e dagli apparecchi da tra-<br />
spc'rto subsonici a grandi dimensioni. Allo<br />
stesso modo esse non sono riuscite ad offrine<br />
ai passeggeri la miglior rete di percorsi e la<br />
più grande varietà di frequenze possibile al-<br />
l'interno della Europa occidentale, m'2ttendo<br />
in comune tutti i mezzi di cui essi dispongono.<br />
I Governi e le compagnie aeree potrebbero<br />
fare molto per realizzare una diminuzione delle<br />
spese e quindi una riduzione, in misura note-<br />
vole, delle tariffe aeree, sovrapponendo alle<br />
attuali compagnie una struttura e una orga-<br />
nizzazione analoga a quelle della Genera1 Mo-<br />
tors. Si raggiungerebbe in tale modo l'unità<br />
nei settori del controllo, dei comandi, della<br />
direzione, delle finanze, della pianificazione e<br />
della ricerca, pur lasciando a ciascun elemento<br />
dell'insieme o a ciascuna compagnia aerea<br />
molta della sua indipendenza e originalità '1.<br />
Non basta dunque superare la sovranità<br />
spaziale nazio'nale (è l'aspetto del problema<br />
messo in luce, come si è visto, dal Rossger);<br />
occarre altresi mettere in comune le attività<br />
economiche del settore: e an'che qui si urta<br />
contro l'eterno identico ostacolo. Ecco come<br />
esss è prospettato nella citata relazione del-<br />
l'on. Drouot L'Hermine (1):<br />
cc Le reticenze dei Governi si spiegano co'n<br />
il fatto che ogni compagnia aerea battente la<br />
bandiera nazicnale simboleggia in certo qual<br />
modo la presenza del Paese su tutti i Conti-<br />
nenti. o per lo meno nel maggior numero<br />
possibile. La flotta aerea è un basticne di quel-<br />
la so'vranità che gli Stati sembrano voler di-<br />
fendere fino in fondo, e ciò indipendentemente<br />
dalle condizioni di redditività delle compagnie<br />
e dei sacrifici finanziari che il Paese deve so-<br />
stenere >,. Ed ecco perché ,, non esiste un vero<br />
coordinamento del complesso delle attività del-<br />
le compagnie aeree dei sei Paesi, mentre negli<br />
altri settcri della vita economica l'evoluzione<br />
tecnologica e delle condizioni di produzione<br />
si traduce in un raggruppamento delle f~rze<br />
e in una fusione dei mercati U.<br />
Insomma, per dirla con lo Zanghì (7),<br />
nella CEE, in questo settore, a esiste il vuoto<br />
giuridico; ed è questo vuoto - egli aggiun-<br />
ge - che deve essere colmato dall'azione<br />
del Consiglio n. (Ma quando?)<br />
un storia di fallimenti: dal (( piano<br />
Sforza . . .<br />
Per rendersi conto di quanto vaghe siano<br />
le possibilità che il Consiglio dei Ministri<br />
comunitario possa soddisfare le incaute spe-<br />
ranze dello Zanghì, sarà bene dare uno<br />
sguardo retrospettivo, sulla scorta della pri-<br />
ma delle due relazioni Duynstee, alla storia<br />
degli sforzi finora compiuti - e regolar-<br />
mente falliti - per realizzare un'organiz-<br />
zazione europea dei trasporti aerei.<br />
La prima prop3sta a livello europea, fil<br />
il cosiddetto Piano Sforza B presentato nel<br />
1951 e che Duynstee così riassume:<br />
cc Gli spazi aerei nazionali dei paesi contraenti<br />
verrebbero uniti e formerebbero uno spazio<br />
aereo unico; l'esercizio della ssvranità nazio-<br />
nale di ciascun Governo verrebbe affidato ad<br />
una comune autorità sovranazionale che rap-<br />
presenterebbe i Gcverni. Questa, eletta dagli<br />
Stati contraenti, voterebbe a maggioranza sem-<br />
plice, cm un sistema di ponderazione dei voti<br />
tale da tener canto della popolazione, della<br />
superficie totale e della posizione geografica<br />
di ciascun Stato membro. L'amministrazione<br />
dello spazio aereo comune sarebbe affidata<br />
all'autorità comune.<br />
Oltre alla creazione di quest'organo esecu-<br />
tivo il Piano Sforza propone che si crei un<br />
(< Pool Europeo dell'Aviazione ,,, comprendente<br />
le compagnie aeree dei paesi contraenti e re-<br />
sponsabile di frcnte all'Esecutivo comune, con<br />
il con~pito di realizzare una politica comrner-<br />
ciale comune, una comune direzione tecnica<br />
e una unificazione degli apparecchi, delle at-<br />
trezzature e delle ricerche tecniche e scientifi-<br />
che, evitando ogni doppio impiego ,n.<br />
Poco dopo un parlamentare francese, l'on.<br />
Bonnefous, riprendeva la proposta sugge-<br />
rendo di applicare non più alla sola avia-<br />
zione, ma a tutto il settore dei trasporti.<br />
lo stesso principio comunitario che proprio<br />
allora aveva portato alla creazione della<br />
CECA; e in senso analogo si pronunziò il<br />
relatore della Commissione economica del-<br />
l'Assemblea Consultiva, m. van de Kieft.<br />
I1 Piano Bonnefous aveva senza dubbio il<br />
merito di comprendere che il problema ave-<br />
va bisogno di una soluzione globale e che<br />
non si poteva limitare al settore aereonau-<br />
tico. Ma esso peccava a sua volta di funzio-<br />
nalismo, perché non si rendeva conto che<br />
solo nell'ambito di una generale integra-<br />
zione economica si poteva pensare a un<br />
programma così ambizioso. E anche questa,<br />
d'altra parte, non è concepibile alla lunga<br />
e in tutte le sue implicazioni - senza un'au-<br />
torità politica federale, com'è ulteriormente<br />
provato anche dal fatto che dopo quasi dieci<br />
anni di mercato comune i problemi di una<br />
aviazione civile europea non sono nemmeno<br />
stati sfiorati dagli organi comunitari, e ap-<br />
pena delibati dal Parlamento Euro~eo, co-<br />
me la stessa citata relazione Drouot L'Her-<br />
mine francamente riconosce<br />
Così, « tutto arrosto, tutto fumo D: i vari<br />
progetti, dopo aver conosciuta una certa effi-<br />
mera popolarità, sono tutti caduti nel di-<br />
menticatoio, e a tutt'oggi la sola, assai mo-<br />
desta fonna di cooperazione che ha potuto<br />
essere realizzata è stata quella dell'~ Eurocontro1<br />
B (Organizzazione Europea per la<br />
Sicurezza della Navigazione Aerea), di cui<br />
il direttore dell'Agenzia istituita nell'ambito<br />
di tale ente così enuncia le finalità (8):<br />
La sicurezza del traffico aereo dipenderà<br />
nei prossimi anni non solo dall'esistenza di<br />
un controllo rinnovato da una concezione unica,<br />
e dallo sviluppo e dalla mo'dernizzazione della<br />
infrastruttura, ma anche, al di là delle mo-<br />
derne tecniche operative, da una formazione<br />
professionale dei controllori sempre più per-<br />
fezionata e quanto più possibile uniforme negli<br />
Stati europei 1).<br />
. . . a (( Air Union D<br />
Per la verità vi è stato in Europa, negli<br />
ultimi anni, un progetto più ambizioso, che<br />
risale al 1959: quello che va sotto il nome<br />
di Air-Union s (Originariamente Euro-<br />
pair »), diretto, come altri ha precisato,<br />
t, a costituire un organismo di collaborazione<br />
e di stretto coordinamento fra le compagnie<br />
aeree dei paesi delle Comunità a Sei, allo<br />
scopo di cansentire loro di affrontare, in più<br />
favorevoli condizioni, attraverso una migliore<br />
ecsnomia di esercizio e grazie all'istituzione<br />
di servizi comuni, i crescenti cssti di gestione<br />
im~osti dall'inasprirsi della concorrenza internazionale,<br />
dalla sempre continua evsluzivne<br />
delle tecniche di volo e dalla già prevista introduzione<br />
degli aerei su?ersonici, che comporterà<br />
ingenti investimenti )I (9).<br />
In particolare, aggiunge la prima rela-<br />
zione Duynstee,<br />
i, si propone che nell'ambito dell'Air-Union<br />
le compagnie che ne faranno parte mettano<br />
in comune l'insieme dei loro servizi internazionali:<br />
... i s~rvizi internazionali di dette compagnie<br />
funzionerebbero sotto il nome di Air-<br />
Union, mentre i nomi nazionali sarebbero aggiunti<br />
fra parentesi H.<br />
Per dar un'idea relativamente a un de-<br />
terminato settore, dei vantaggi che p3treb-<br />
ber0 derivare da questo e da accordi ana-<br />
loghi, prendiamo, sempre dalla prima rela-<br />
zione Duynstee, questa osservazione.<br />
Alcuni esperti hanno richiainato l'atten-<br />
zione, a proposito di collegamenti extra-euro-<br />
pei, sul fatto che le spese di vendita e di<br />
pubblicità hanno raggiunto l'incidenza fanta-<br />
stica del 355, e hanno fatto csservare che è<br />
gran tempo che le compagnie esaminano la<br />
possibilità di un'aviazione concertata 1).
La vita dei negoziati per Air-Union è<br />
stata fin dall'inizio difficile - citiamo ancora<br />
dalla fonte ricordata po~c'anzi (9):<br />
'' Basterà accennare alla complessità che pre-<br />
sentava la ripartizione delle quote di traffico<br />
fra le compagnie, ciascuna delle quali riven-<br />
dicava, per motivi considerati validi, una parte<br />
maggiore di quella che le veniva offerta.<br />
L'estrema difficoltà di tale problema fece sì<br />
che KLM. scontenta per la quota attribuitale,<br />
preferisse ritirarsi dal negoziato >I.<br />
Nel settembre 1961, prosegue la medesima<br />
fonte, si giunse, ad ogni modo, ad un pro-<br />
getto di accordo; ma tutto veniva rimesso in<br />
discussione nel gennaio 1963, quando il Go-<br />
verno francese proponeva un progetto di ac-<br />
cordo del tutto nuovo (che rafforzava note-<br />
volmente i poteri dei governi rispetto alle<br />
compagnie, ma soprattutto introduceva un cri-<br />
terio preferenziale intercomunitario nella scelta<br />
del materiale di volo, con evidenti finalità pro-<br />
tettive ispirate ai noti principi di = neo-nazio-<br />
COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />
la rivoluzione aeronautica dei<br />
prossimi anni<br />
La seconda relazione Duynstee offre<br />
spunti interessanti per approfondire tale<br />
crescente divorzio fra tecnica e organizzazione,<br />
fra economia e politica. Essa fornisce<br />
indirettamente una ulteriore dimostrazione<br />
che difficilmente avranno successo sforzi settoriali<br />
intrapresi limitatamente all'aviazione<br />
e a un consumo di massa, che la razionalizzazione<br />
delle linee, degli orari e delle<br />
frequenze, di cui si è detto sopra, dovrebbe<br />
ancora incrementare. E si dovrebbero ristabilire,<br />
a un di presso di quello che avviene<br />
oggi per i treni di lusso e di superlusso,<br />
tariffe differenziate rispetto all'aviazione<br />
ultrasonica: e ciò tanto più che il lusso - e<br />
cioè il progresso tecnico, ma anche il costo<br />
di esercizio - sembra che in questo campo<br />
non conosca limiti. (Si pensi - è ancora<br />
civile (così come quelli che ogni tanto si<br />
progettano, regolarmente si dimenticano, e<br />
si torna regolarmente a proporre nel campo<br />
della ricerca scientifica, o della medicina,<br />
o di qualsiasi altro settore in cui la scienza<br />
e la tecnica, per poter continuare ad operare<br />
al servizio dell.'uomo, hanno bisogno di una<br />
dimensione sovranazionale e continentale),<br />
nalismo europeo ,) che scno alla base della senza salde istituzioni politiche europee caidea<br />
gollista dell'~, Europa delle Patrie ,). paci di vincere il nazionalismo che altrimenti<br />
rifiorisce e finisce alla lunga per pre-<br />
Le ultime notizie sono delusive: valere nei singoli settori, perché esso non<br />
viene mai affrontato, finché si rimane nel<br />
11 I lavori per Air-Union si sarebbero arenati,<br />
senza alcuna speranza di sollecita soluloro<br />
ambito, nella sua radice ultima, che è<br />
zione, anche nella recente conferenza di Bru- poi anche la sua vera ragion d'essere.<br />
xelles del 20 maggio. I1 Presidente della con- Conclusione questa che, beninteso, non<br />
ferenza, il oelga Jean den Bosch, ha dichiarato deve spingere alla pigrizia e indurre ad<br />
che i punti principali in discussione erano:<br />
1) l'entità dei controlli che i sei governi do- abbandonare i singoli tentativi settoriali,<br />
vrebbero avere su Air-Union; 2) quale pro- come appunto quello di Air-Union, ma inporzione<br />
di aerei e di attrezzature dovrebbero vece spronare a sostenerli con maggiore<br />
essere acquistati dalle aereolinee presso i paesi energia, inquadrandoli però, più di quanto<br />
membri di Air-Union. La Francia vorrebbe<br />
vendere agli altri soci i propri aerei, compreso non si sia saputo fare in passato, in una<br />
il superscnico franco-inglese Concorde, mentre visione d'insieme dell'integrazione europea<br />
la maggior parte degli altri partecipanti vor- su basi sovranazionali.<br />
rebbero acquistare aerei di produzione ameri-<br />
Ma veniamo alla seconda relazione<br />
cana; 3) la ripartizione delle quote di traffico<br />
tra le sei aereolinee j) (sei, perché anche l'Olan- Duynstee e a ciò che essa dice circa il<br />
da partecipa ai negoziati, e la KLM sembra progresso tecnico:<br />
disposta, come informa Duynstee, a rivedere<br />
la sua posizione).<br />
Nel campo subso'nico si avrà soprattutto<br />
un miglioramento del rapporto tra peso e<br />
spinta (peso unitario), si che i nuovi appa-<br />
Queste informazioni, fornite da K Trasporti recchi consentiranno di aumentare il carico<br />
Aerei r del giugno 1965, non sono ancora utile e il numero dei posti, che sarà da 500 a<br />
state smentite. Così il nazionalismo gollista 1.000 passeggeri.<br />
Mentre per i motori attuali il rapporto peso-<br />
- in felice simbiosi con l'indifferenza, per<br />
spinta varia da 0,25 a 0,20, nei futuri appanon<br />
dir connivenza, degli altri Cinque - recchi esso sarà inferiore a 0,<strong>10</strong>, e sarà infe-<br />
Duynstee che parla - che e una compagnia<br />
americana ha già preso in considerazione<br />
la realizzazione di veicoli balistici<br />
capaci di trasportare 170 passeggeri in un<br />
qualsiasi punlo della terra in 45 minuti n).<br />
Basta enunciare questi semplici dati,. o<br />
queste più che fondate previsioni, per comprender<br />
tutta la portata della rivoluzione<br />
che così si annuncia. Quando essa sarà realizzata<br />
- e dipende da noi, e da come sapremo<br />
organizzarci, che lo sia anche in<br />
Europa - il cielo sarà solcato da apparecchi<br />
dal costo di esercizio e dalla velocità degli<br />
attuali, e di dimensioni non di molto maggiori,<br />
ma capaci di contenere tante persone<br />
quanto un treno internazionale (con riduzione<br />
delle difficoltà che il moitiplicarsi<br />
degli apparecchi in volo e la conseguente<br />
K saturazione dello spazio» produce); le<br />
tariffe saranno uguali e forse inferiori a<br />
quelle attuali delle ferrovie o degli autotrasporti;<br />
e il numero dei viaggiatori<br />
aerei - specie se si saranno sviluppate le<br />
attrezzature aeroportuali, prevenendo anche<br />
qui il so~vraffollamento - subirà un incremento<br />
comparabile a quello dell'ultimo quindicennio,<br />
e forse maggiore: fino a trasformare<br />
l'aviazione, come si diceva, in un<br />
mezzo di trasporto popolare e di massa.<br />
con grande vantaggio non solo per l'economia<br />
e per i singoli, ma anche per la<br />
causa dell'integrazione europea e, in genere,<br />
per quella della comprensione internazionale<br />
e della reciproca conoscenza dei polpoli.<br />
ha esercitato, anche nei confronti di Air-<br />
Union , lo stesso effetto disgregatore che<br />
esso ha svolto relativamente ai progetti di<br />
Unione politica o di Università europea, e<br />
finalmente anche relativamente al Mercato<br />
Comune e alla creazione di entrate comunitarie<br />
,per il finanziamento della politica<br />
agricola: sì che è veramente un voler cercar<br />
farfalle sotto l'arco di Tito il lamentare,<br />
come fa Drouot L'Hermine, che i negoziati<br />
per Air-Union non abbiano corso in seno<br />
alla CEE, quasi che i Sei miilistri competenti<br />
dovessero assumere di colpo la buona<br />
volontà europea che non hanno, solo che<br />
sulla porta della sala delle riunioni ci fosse<br />
scritto . Consiglio dei Ministri Comunitario<br />
n. Nell'ormai lontano 1954 l'« Institut du<br />
Transport Aérien » scriveva, in una sua<br />
nota ("):<br />
C. Cinquant'anni sono passati dal primo volo<br />
contrcllato dei fratelli Wright. Durante questi<br />
cinquant'anni la tecnica è stata quasi tutto;<br />
il pensiero organizzatore, nel campo politico<br />
come in quello economico, ben poco 11.<br />
riore a 0,05 negli agparecchi della seconda<br />
generazione.<br />
Questi progressi, uniti a quelli relativi alla<br />
riduzione del consumo di combustibile delle<br />
turbomacchine, all'alleggerimento delle strutture<br />
e al perfezionamento delle caratteristiche<br />
aerodinamiche, con aumento della portata e<br />
riduzione del rullaggio, faranno sì che mentre<br />
oggi un apparecchio da trasporto a reazione<br />
porta con sé alla partenza una quantità di<br />
ccmbustibile equivalente al 50% del suo peso,<br />
mentre i motori ne costituiscono il <strong>10</strong>% e le<br />
strutture delle attrezzature il 25%, di modo<br />
che per il carico pagante non rimane che il<br />
15%; nella prossima generazione di apparecchi<br />
le proporzioni saranno: 45% per il combustibile;<br />
5% per i motori; 20% per le strutture e<br />
le attrezzature e quindi 30% per il carico pagante;<br />
mentre per la seconda generazione si<br />
avranno le seguenti percentuali: 401L per 11<br />
combustibile; 2% per i motori; 13% per le<br />
strutture e le attrezzature, e quindi 45% per<br />
il carico pagante. Si avrà così una capacità<br />
tre volte maggiore dell'attuale, senza sostanziale<br />
variazione del peso, della velocità e del<br />
raggio d'azione: il che significa che ormai<br />
è possibile costruire apparecchi da 600 a 1.000<br />
e anche a 1.400 passeggeri. Le tariffe aeree<br />
potrebbero essere ridotte alla metà entro dieci<br />
anni e a meno di un terzo entro venti, senza<br />
Ed ora vediamo, sempre sulla scorta della<br />
relazione Duynstee, il problema dei costi<br />
da affrontare, perché tale rivoluzione aeronautica<br />
si realizzi:<br />
1, E' evidentemente impossibile valutare con<br />
precisione le spese che occorreranno, nel campo<br />
supersonico come in quello ultrasonico. Negli<br />
Stati Uniti si valutano ad un minimo di circa<br />
<strong>10</strong> miliardi di dollari (senza contare i costi<br />
di produzione) le spese per i lavori di ricerche<br />
e di sviluppo necessari nei prossimi venti anni.<br />
Queste spese sono spaventose per gli Stati<br />
Uniti; esse lo sono infinitamente di più per<br />
i paesi europei presi isolatamente. Se l'Europa<br />
vuol partecipare alla rivoluzione che sta per<br />
prodursi nel campo aeronautico, essa dovrà<br />
unire le proprie forze, anche nel campo delle<br />
costruzioni, in modo che essa possa diventare<br />
nei due prossimi decenni il partner uguale e<br />
il concorrente degli Stati Uniti nel campo dell'indiistria<br />
aeronautica.<br />
I francesi, con la duecentesima " Caravelle ",<br />
e i britannici, con la vendita di più di <strong>10</strong>0<br />
apparecchi del tipo "Comet-Trident" hanno<br />
mostrato che i prodotti europei possono ven-<br />
Questa malinconica osservazione resta ancora,<br />
a più di dieci anni di distanza, una<br />
triste verità, e in modo particolare per<br />
l'aviazione europea (<strong>10</strong>).<br />
diminuzione dei benefici )).<br />
Sono evidenti le conseguenze: è opportuno<br />
dare la priorità a questo tipo di aviazione<br />
subsonica (**l; tendere a basse tariffe<br />
gio verticali, con motori speciali, in funzione<br />
solo per sostenere l'aereo durante il decollo<br />
e l'atterraggio, aventi un rapporto peso-spinta<br />
di 0,03). Questi apparecchi potrebbero trasportare<br />
lo stesso carico pagante, a raggio d'azione<br />
uguale, degli apparecchi a decollo classico,<br />
('9 Cornment agir sur le bilan humain de<br />
l'aviation, nota di lavoro n. 250, del febbraio<br />
1954, dell'Institut du Transport Aérien,<br />
cit. dal Dutoit (infra, n. 11).<br />
(*"l Duynstee sottolinea anche, nella seconda<br />
relazione, l'opportunità di sviluppare, parallelamente<br />
ai grandi giganti dell'aria, i, gli aeroplani<br />
UTOL (apparecchi a decollo e atterrage<br />
cioè da 150 a 200 persone 11. E' evidente<br />
infatti che anche apparecchi di queste dimensioni<br />
continueranno a esser utili per il trasporto<br />
di gruppi di passeggeri o di turisti<br />
meno numerosi.
ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 15<br />
dersi i11 Europa e nel mondo; ma la concor-<br />
renza degli Stati Uniti è fortemente accre-<br />
scriita con i numerosi apparecchi offerti da<br />
Bceing e da Douglas.<br />
E' evidente dunque che un'industria della<br />
costruzione aeronautica economicamente valida<br />
non ha buone possibilità di sopravvivere a<br />
lungo termine su basi strettamente nazionali N.<br />
E' la conclusione a cui già arrivava alcuni<br />
anni fa, corredandola di numerosi suggerimenti,<br />
in gran parte tuttora validi, una<br />
~regevole brochure del Dutoit (11).<br />
conclusione<br />
Così vasto così difficile è dunque il compito<br />
che attende l'aviazione civile europea<br />
nel prossimo ventennio. Cosa propone 1'Assemblea<br />
Consultiva, a conclusione della relazione<br />
Duynstee? Essa propone che si riunisca<br />
un symposium internazionale, nel<br />
senso in cui gli americani intendono questa<br />
parola, e cioè una conferenza di esperti e<br />
di economisti che studi ulteriormente i problemi<br />
indicati - sui quali ormai tutto è stato<br />
detto - e il cui compito dovrebbe esser<br />
«unicamente quello di permettere un largo<br />
scambio di opinioni, e niente affatto quello<br />
di rendere decisioni (la sola cosa, invece,<br />
che resterebbe da fare).<br />
Ora, cosa ci si può attendere da un simile<br />
symposium » all'americana, o da proposte,<br />
se possibile ancor più inconsistenti, di una<br />
ulteriore prosecuzione degli studi, fatte dal<br />
Parlamento Europeo? - Niente più che una<br />
serie di simposi all'europea: tutti, naturalmente,<br />
a spese del contribuente, compreso<br />
Io champagne e il « Courvoisier D finali.<br />
Tanto l;iù opportuno appare quindi che<br />
le organizzazioni federaliste prendano l'iniziativa<br />
per convocare, sull'argomento, un<br />
ccnvegno internazicnale assai più serio,<br />
11 quale si proponga per l'appunto - nei<br />
limiti, beninteso, delle proprie possibilità<br />
- di decidere, e non di continuare il<br />
ba~ardage: voglio dire di suggerire con<br />
estrema precisione quali dovrebbero essere<br />
i compiti, e soprattutto i poteri<br />
di un'organizzazione comune dei trasporti<br />
nales Archiv fur Verkehrswesen D, gennaio 1965.<br />
Una più ampia dimostrazione delle tesi del R.<br />
- e della tendenza del diritto aeronautico non<br />
verso una maggiore, ma verso una sempre<br />
minore libertà - da A. WEGERDT, Vom Wesen<br />
und Wandel der bilateralen Luftverkehrsabkommen,<br />
in =Studi in onore di A. Ambrosini n,<br />
Giuffrè, 1957. Milano.<br />
(6) E. ROSSGER, Et~ropaische Flugplangestaltuitg,<br />
Institut fur Flugfuhrung und Luftverkehr<br />
(dell'università di Berlino), s Berichte D, n. 31<br />
e n. 32 (gennaio C febbraio 1964).<br />
(7) C. ZANGHÌ, La disciplina dei trasporti<br />
aerei nel Trattato della CEE, = La Comunità<br />
Internazionale D, aprile 1965.<br />
(8) R. BUL~N, Eurocontrol: une organisation<br />
européenne, = Trasporti Aerei s, dicembre 1964.<br />
(9) B. C., I1 progetto a Air-Union B, e Rela-<br />
zioni Internazionali n. 'i novembre 1964. Per<br />
informazioni più particolareggiate sulle ragioni,<br />
sulla storia e sulla probabile ingloriosa fine di<br />
s Air-Union D si vedano S. Tomasino, Clae cosa<br />
si dice di Air-Union, Politica dei trasporti D,<br />
giugno 1981; dello stesso, La crisalide di Air-<br />
Union, ecc., = Trasporti aerei =, aprile 1962;<br />
Comrnunitarius, La CEE e l'Ai?.-Union, = Trasporti<br />
aerei ., gennaio 1965.<br />
(<strong>10</strong>) Chi si voglia render conto di quanto esigue,<br />
per non dir nulle, siano le realizzazioni<br />
avutesi fin qui in Europa, confronti lo stato attuale<br />
del problema, onestamente esposto nella<br />
relazione Duynstee, con le speranze mani-<br />
festate nel tronfio saggio di L. ACAMPORA, La<br />
nascita del trasporto aereo europeo 2 - 8 mag-<br />
gio 1954 negli s Studi in onore di A. Ambro-<br />
sini = cit. nella n. 5; ma soprattutto consideri.<br />
in detto volume, il lucido saggio di M. Bouc~É,<br />
Comment peut-on se proposer d'agir sur l'effi-<br />
cacité du transport aé:ien, importante anche per<br />
una analisi critica delle a cinque libertà n e<br />
delle loro conseguenze pratiche.<br />
(11) R. DUTOIT, L'aviation et l'Europe, Centre<br />
de Recherches Européennes de l'université de<br />
Lausanne, 1959.<br />
La morte di Guglielmo Canevascini<br />
aerei in seno alla CEE, e di un pool n<br />
'Ompagnie tipo Air-Union, 11 Canton Ticino ha perduto il decano dei a Volta a volta oppositore e ministeriale, aveva<br />
Frefigurazione e primo embrione dei più suoi Amministratcri. l'uomo che per quaran- esverienza di noverno come nessun altro. anche<br />
vasti compiti e dei più ampi poteri che<br />
dovranno esser pro~ri domani, per questo<br />
settore, del Ministero federale dei Trasporti<br />
e della istituenda Compagnia federale euro-<br />
pea di navigazione aerea.<br />
BIBLIOGRAFIA SOMMARIA<br />
(1) On. DROUOT L'HERMINE, Problemi relativi<br />
all'integruzione dell'aviazione civile nella Comunità,<br />
relazione al Parlamento Europeo. 1965,<br />
doc. 24.<br />
(2) On. DUYNSTEE, Di alcuni aspetti finanziari<br />
ed economici delle operazioni di trasporto<br />
aereo, relazione all'Ass. Consultiva del Consiglio<br />
d'Europa, 1964, dcc. 1751.<br />
(3) On. DUYNSTEE, Risposta al Rapporto della<br />
V sessione della Cummissione Europea dell'Aviazione<br />
Civile, relazione all'Ass. Consultiva, 1965,<br />
dcc. 1954.<br />
(4) COMMUNITABIUS, La navigazione aerea e<br />
il Trattato di Roma, E Trasporti aerei 2, maggio<br />
1965.<br />
(5) E. ROSSGER, Gedanken zu einer gesamteuropaischen<br />
Flugplangestaltung, a Internatio-<br />
t'anni è stato consigliere di Stato e sette volte<br />
Presidente Cantonale.<br />
L'Istituto Europeo di Studi e Relazioni Inter-<br />
comuitali ha perduto il suo Presidente Onorario<br />
che, con chi scrive e con Piero Pellegrini, ne<br />
preparò la costituzione, convinto della utilità<br />
della Istituzione in appoggio al vasto movi-<br />
mento per la Federazione Europea, della quale<br />
Canevascini fu sempre convinto assertore. Pre-<br />
sidente Onorario, fu sempre presente alle riu-<br />
nioni dell'Eseculivo e nelle Assemblee; fu anche<br />
presente alla costituzione della Sezione Svizzera<br />
del Consiglio dei Comuni d'Europa.<br />
La larga partecipazione di popolo alle ono-<br />
ranze funebri ha testimoniato di quanta stima<br />
Canevascini fosse circondato anche da uomini di<br />
fede politica diversa dalla sua. Ripeto, a que-<br />
sto proposito, un brano della commemorazione<br />
tenuta alla Radio Svizzera Italiana dal Consi-<br />
gliere Nazionale Brenno Galli:<br />
= Pericolosamente paterno, come collega, Gu-<br />
glielmo Canevascini, e metto tutto il mio<br />
affetto in questa definizione e rispetto per la<br />
person,a, con le regole del gioco politico che non<br />
perinettono di confondere o annullare il dovere<br />
in nome dell'amicizia; comprensivo del resto<br />
egli medesimo, per antica ormai esperienza della<br />
fluidità del potere politico e dei suoi elementi<br />
costitutivi. 11<br />
perché le vicende lo avevano messo alla testil<br />
ormai di quasi tutti i Dipartimenti S.<br />
a I quarant'aitiai di governo di Canevascini<br />
costituiranno sicurameitte franamento impor-<br />
tante del mosaico da cui uscirà la visione sto-<br />
rica del Ticiizo in questo secolo. 11<br />
Canevascini fu Presidente della Radio Sviz-<br />
zera Italiana fin dalla fondazione e può dirsi<br />
che Egli ne abbia voluta la ccstituzione nel<br />
1931, perché Monte Ceneri diffondesse in lingua<br />
italiana le libere parole che in Italia, allora,<br />
costituivano reato contro il fascismo; Egli fu,<br />
fino al termine dell'ultima guerra, amico nel<br />
più completo significato, di tutti gli antifa-<br />
scisti, da Nenni a Malvestiti, da Egidio Reale<br />
a Saragat, anche quando l'attività fascista si<br />
manifestò, purtroppo, anche nella libera Repub-<br />
blica Ticinese.<br />
La foto che riproduciamo è stata eseguita<br />
nel 1959 all'atto della sostituzione, nel Consiglio<br />
di Stato Ticinese, di Guglielmo Canevascini,<br />
allora già ultrasettantenne, col suo discepolo<br />
prediletto, Piero Pellegrini, allora Vice-Presi-<br />
dente dell'Istituto, che, purtroppo, abbiamo im-<br />
provvisamente perduto alcuni mesi più tardi.<br />
<strong>Renato</strong> Brugner
16 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />
Dalla XXIX Fiera del Levante<br />
verifica e prospettive di sviluppo del Mezzogiorno.<br />
La Puglia area europea: lo studio dell'Italconsult<br />
Spente le luci sulla XXIX edizione della<br />
Fiera del Levante, non è nostro intento<br />
redigere un consuntivo merceologico che,<br />
, pur essendo interessante, rappresenta solo<br />
l'aspetto o, almeno, uno degli aspetti este-<br />
riori della Campionaria. A noi interasa in-<br />
vece e soprattutto l'intima relazione che si<br />
è stabilita tra la dinamica fieristica e la<br />
dinamica di svilu~po del Mezzogiorno nel-<br />
l'ambito della politica nazionale e nell'am-<br />
bito degli orientamenti comunitari; a noi<br />
occorre csllegare detta dinamica con i pro-<br />
blemi territcriali e settoriali che, nell'am-<br />
bito fieristico vengono affrontati e dibattuti<br />
a livello internazionale nei convegni di<br />
studio, per inquadrare il tutto nel dialogo<br />
tra Mezzogiorno e Governo italiano. Detto<br />
dialogo, ormai è tradizione, si è instaurato<br />
annualmente a Bari e non può prescindere<br />
dalle prospettive che possono schiudersi al<br />
Mezzogiorno, qualora l'integrazione econo-<br />
mico-politica della Ccmunità proceda senza<br />
bizzose eli-isi, Farallelamente alla decisa vo-<br />
lontà sia delle pop3lazioni meridionali im-<br />
pegnate a realizzare il proprio autonomo svi-<br />
luppo, sia della classe politica nazionale ed<br />
europea che deve essere impegnata a con-<br />
cretizzare prospettive valide per la futura<br />
generazione più che per le prossime elezioni.<br />
I1 dialogo tra Governo e Mezzogiorno<br />
E' una sorta di dibattito triangolare che<br />
si svolge tra i fatti ed i problemi, le con-<br />
crete aspirazioni, e gli indirizzi della poli-<br />
tica governativa. I1 risultato che ne scatu-<br />
risce, soprattutto per la formulazione delle<br />
richieste che vengono presentate all'Esecu-<br />
tivo, del cahier des doléances meridionali-<br />
stiche, da alcune autorevcli riviste specia-<br />
lizzate come a Relazioni Internazionali >%,<br />
n Mondo Economico D, ecc., è stato denomi-<br />
nato « tesi di Bari D. Ovviamente queste tesi<br />
possono essere discutibili; tuttavia esse rap-<br />
presentano una componente notevole della<br />
verifica critica annuale della politica di svi-<br />
luppo delle regioni meridionali.<br />
Un altro fatto, forse meno conosciuto, è<br />
dato dalla coincidenza stagionale tra il ca-<br />
dere della manifestazione espositiva della<br />
Fiera e gli orientamenti di politica econo-<br />
mica che incombono sulla responsabilità del<br />
Governo. Col settembre si è concluso un<br />
ciclo dell'attività economica annuale e co-<br />
mincia a delinearsene uno nuovo con l'ar-<br />
rivo degli ordini per la stagione autunnale<br />
ed invernale, e per la elaborazione di nuovi<br />
programmi di investimento. In questo deli-<br />
cato periodo, gli operatori economici e gli<br />
uomini di Governo non hanno ancora una<br />
visione completamente chiara dei futuri svi-<br />
luppi congiunturali e, nonostante ciò, pro-<br />
prio in questo periodo gli uni e gli altri<br />
sono indotti dalla necessità a dover prendere<br />
impegnative decisioni per il futuro.<br />
Di conseguenza, se si ha la pazienza di<br />
scorrere gli atti ufficiali della Fiera del Le-<br />
vante, non sarà né infrequente, né raro,<br />
di Dornenico Sabella<br />
ma quasi consuetudinario il fatto che il<br />
Governo a Bari dia delle anticipazioni sulle<br />
linee orientatrici della prossima politica eco-<br />
nomica.<br />
Non deve sembrare esagerato il fatto che<br />
a Bari, anche per la naturale e legittima<br />
tendenza degli uomini politici appulo-lu-<br />
cani, il Governo esponga il rendiconto del-<br />
l'attività a favore dello svilupps del Mezzo-<br />
giorno e delinei gli orientamenti della<br />
prossima politica econcmica nazionale, che<br />
è condizionata da quanto nel Mezzogiorno<br />
si realizza al fine di renderlo autol;rcpulsivo<br />
nel proprio sviluppo per raggiungere la sal-<br />
datura civile ed economica del Paese.<br />
Alla stessa guisa, la Fiera di Bari è dive-<br />
nuta un termometro della politica economica<br />
nazionale, non solo in funzione meridicna-<br />
listica, anche se questo è l'aspetto precipuo.<br />
Infatti, se dietro la manifestazione esposi-<br />
tiva non ci sono idee chiare e concrete,<br />
azioni valide, indirizzi meditati e precisi<br />
nella politica economica del Paese e se essa<br />
politica non è vista in funzione del riequili-<br />
brio territo'riale e settoriale del Paese stesso,<br />
la Fiera del Levante dà qualche guizzo, che<br />
poi è la rendita dei capitali precedente-<br />
mente investiti, ma palesa subito la crepa<br />
e la frattura nella continuità, denuncia la<br />
carenza proprio perché in essa confluiscano<br />
i tests di verifica del 40% del Paese, parti-<br />
colarmente sensibilizzato alle variazioni,<br />
ccme una creatura che, gracile e ncn ancora<br />
adulta, è maggiormente soggetta alle in-<br />
fluenze delle ipcostanze atmosferiche.<br />
Una prova?<br />
Per quasi una settimana, nell'edizione di<br />
quest'anno, le operazioni della domanda e<br />
dell'offerta nazionali si sono trascinate in-<br />
torno a livelli molto bassi e solo la* domanda<br />
e l'offerta estere, in seno alla borsa affari,<br />
registravano il consueto ritmo sostenuto. Si<br />
era creata un'atmosfera preoccupante so-<br />
prattutto per quel che denotava l'orienta-<br />
mento politico economico del Paese fatto<br />
dall'alternarsi dell'immobilismo della palude<br />
con inafferrabili fuochi fatui che non gio-<br />
vano alla spinta propulsiva del Mezzo~giorno,<br />
specie quando si accompagnano a crisi come<br />
quella che attualmente paralizza la Comu-<br />
nità Europea.<br />
Quasi improvvisamente però c'è stato un<br />
risveglio, e la curva degli affari si è impen-<br />
nata verso indici molto alti e tale si è man-<br />
tenuta per tutto il resto della manifesta-<br />
zione, al punto che non poche contrattazioni<br />
sono continuate anche do~po la chiusura uf-<br />
ficiale.<br />
E' vero che spesso sono anche cause im-<br />
prevedibili di ordine indefinito, indefinibile<br />
e psicologico ad influire sull'andamento di<br />
un mercato fieristico. Probabilmente l'ope-<br />
ratore per alcuni giorni ha preferito orien-<br />
tarsi. Però non è estranea alla staffilata del<br />
risveglio la promulgazione del decreto sul-<br />
l'edilizia popolare, avvenuta proprio in quei<br />
giorni. Ed infatti il primo settore che ha<br />
risentito della benefica a puncicata m è stato<br />
proprio quello delle macchine edili e stra-<br />
dali, la cui scossa si è subito riverberata<br />
sugli altri settori, proprio perché l'edilizia<br />
è un'industria motrice.<br />
Non è nostra intenzione né è nostro com-<br />
pito analizzare o sottolineare i ®i ed i<br />
difetti del decreto su citato A noi interessa<br />
evidenziare il fatto.<br />
Illuminante, no?!<br />
L'evoluzione delle cose e degli uomini,<br />
insomma, ci ha portato ad un tale grad:,<br />
di repentina sensibilizzazione ed interazione<br />
che gli equivoci ed i funambolismi, anche se<br />
gabellati tra gli orpelli, non bastano piìi<br />
a co~prire i tentennamenti delle ambiguità<br />
Chi si nasconde con gli occhi dietro ad<br />
un dito, se non vede è visto D, dice un vec-<br />
chio proverbio lucano.<br />
Nuovo ciclo della politica meridionali-<br />
stica<br />
Con l'approvazione e la promulgazione<br />
della legge n. 717, che disciplina gli interventi<br />
per lo sviluppo del Mezzogiorno, siamo<br />
alla vigilia di un nuovo ciclo della politica<br />
meridionalistica, inquadrata negli orientamenti<br />
e nella prcblematica della politica<br />
eccnomica generale sia italiana che comunitaria.<br />
Si ha un bel dire che non si può<br />
rinunciare all'assoluta sovranità dei nostri<br />
stati nazionali. E' un delirio al di fuori del<br />
tempo e della realtà, ,~erché tutti i problemi<br />
vitali che urgono e premono all'interno dei<br />
nostri rispettivi Paesi sono condizionati, per<br />
essere risolti, dallo sviluppo federale del-<br />
l'Europa. Een lo sanno gli operatori eco-<br />
nomici francesi, siano essi dell'industria, del<br />
commercio o dell'agricoltura. Altrettanto<br />
bene lo sanno i lavoratori tutti. Perciò non<br />
è stato senza significato il congresso dei sin-<br />
dacati agricoli della CEE che si è riunito<br />
durante le manifestazioni della Fiera del<br />
Levante. Come è noto il pretesto formaie<br />
che ha originato la crisi del 30 giugno è<br />
sulla questione del finanziamento del Fondo<br />
Eurcipeo di garanzia e di orientamento in<br />
agricoltura. Però è contraddittorio l'atteg-<br />
giamento di chi chiede una rapida e com-<br />
pleta attuazione della politica agricola co-<br />
mune e mira, nello stesso tempo, ad inde-<br />
bolire le istituzioni ccmunitarie. Ben lo<br />
sanno i lavoratori sia a livello nazionale<br />
come a livello comunitario che essi sareb-<br />
bero i primi a pagare le gravi conseguenze<br />
della rinascita del nazionalismo. Ne è senza<br />
significato, quasi a ribadire l'unanime riso-<br />
luzione dei lavoratori agricoli nel Congresso<br />
di Bari, che il Comitato Esecutivo di tutti<br />
i sindacati liberi europei, or è qualche set-<br />
timana, ha proclamato quasi uno stato di<br />
agitazione per a apporsi ad ogni tentativo<br />
rivolto al ritorno del sistema delle relazioni<br />
bilaterali o multilaterali tra i Governi, in-<br />
debolendo le istituzioni comunitarie nella<br />
loro struttura e nei loro uomini e per<br />
n respingere con energia la procedura con-<br />
traria al Trattato ed alle regole della demo-<br />
crazia D.<br />
Ben lo sappiamo noi delle regioni peri-<br />
feriche della Comunità che qualsiasi ritorno<br />
di fiamma alla scaduta politica di potenza dei<br />
nostri Stati nazionali rappresenta il più<br />
grave attentato e la più pesante remora<br />
alla politica dello sviluppo regionale. Gih<br />
dicemmo altra volta che de Gaulle è il più<br />
temibile avversario del Mezzogiorno d'Italia.<br />
Periciò non senza timori e dubbi di carat-
ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 17<br />
-<br />
tere generale consideriamo le concrete pos-<br />
sibilità del nostro sviluppo.<br />
Tuttavia, per quel che ci concerne più<br />
da vicino, è da stimare che la nuova legge<br />
che proroga la Cassa per il Mezzogiorno<br />
abbia ritenuto di dover sancire esplicita-<br />
mente che il 40% della spesa ordinaria dello<br />
Stato nel primo quinquennio sia indirizzata<br />
al Mezzogiorno, sicché l'intervento straordi-<br />
nario della Cassa è un intervento aggiuntivo<br />
e non scslitutivo della spesa ordinaria.<br />
Facendo, però, un rapido bilancio tra i<br />
bisogni del Mezzogiorno, le richieste finora<br />
pervenute e quelle che per esperienza pos-<br />
sono già calcolarsi, e poi confrontare il<br />
tutto alla somma della spesa sia ordinaria<br />
che straordinaria da investire nel Sud du-<br />
rante l'applicazicne del prcgramma, la som-<br />
ma stessa risulterà sempre insufficiente ri-<br />
spetto ai bisogni ed alle richieste.<br />
Nell'interesse del Mezzcgiorno e di tutto<br />
il Paese, perciò, si impone l'imperativo di<br />
sottrarre al frammentarismo gli interventi<br />
sia ordinari che straordinari. A tale prin-<br />
cipio si ispira il concetto della colncentra-<br />
zione negli investimenti. Ne consegue il<br />
corollario che i programmi di sviluppo de-<br />
vono essere predispssti nel quadro di una<br />
visione coordinata in modo che gli inter-<br />
venti ordinari e straordinari dello Stato e<br />
gli interventi da richiedersi alla Comunità<br />
Europea (Fondo Sociale e FEOGA) risul-<br />
tino convergenti, sinergici su precise ed in-<br />
derogabili scelte di priorità.<br />
Date queste premesse, le tesi meridiona-<br />
listiche emerse quest'anno dalle giornate di<br />
studio e dai convegni s~ecializzati svoltisi<br />
durante la Campionaria barese, possono es-<br />
sere sintetizzate nei seguenti (punti:<br />
1) l'accelerato progresso ccientifico-tec-<br />
nologico generale e l'evoluzione delle re-<br />
gioni meridionali in particolare pongono di<br />
fronte a problemi nuovi tra i quali premi-<br />
nenti sono:<br />
- la necessità del potenziamento e<br />
dello sviluppo della ricerca scientifica;<br />
- la ricerca più opportuna ed adatta<br />
delle vie e dei mezzi idonei alla massima<br />
valorizzazione del fattore umano;<br />
- la qualificazione più approfondita<br />
della manodopera;<br />
2) ai fini dell'eliminazione non solo de-<br />
gli squilibri fra Nord e Sud, ma anche di<br />
quelli esistenti all'interno dello stesso Mez-<br />
zogiorno, occorre ipotizzare la creazione di<br />
una struttura socio-economica e territoriale<br />
pluriregionale, attrezzata in modo da con-<br />
trobilanciare gli effetti delle concentrazioni<br />
metrcwolitane non solo del Nord italiano,<br />
ma anche quelli della classica Lotaringia, i<br />
cui effetti saranno tanto più sensibili, quanto<br />
più si procederà sulla strada dell'integra-<br />
zione europea. Le trasformazioni in atto, per<br />
effetto dell'azione propulsiva delle aree e<br />
dei nuclei di industrializzazione e per ef-<br />
fetto delle trasformazioni che fin qui si sono<br />
avute in agricoltura, mostrano come il<br />
processo di sviluppo si vada orientando lungo<br />
fasce direttrici che si ramificano nel ter-<br />
ritorio.<br />
Orbene, il problema consiste nell'inserire<br />
quei centri di interessi economici che si<br />
vanno formando in sistemi più ampi, me-<br />
diante l'organizzazione di grandi unità ur-<br />
bane a scala territoriale, considerate veri e<br />
propri motori di sviluppo economico e di<br />
cultura, e collegarli tra loro in modo da<br />
Geme1 laggio La Spezia - Tolone<br />
nel quadro del gemellaggio La Spezia-Tolone sono state organizzate nel corso dell'estate, sia in<br />
Francia che in Italia, una serie di manifestaziorii. Fra queste particolare successo ha avuto<br />
l'incontro di ritorno fra le rappresentative di atletica leggera, ginnastica e judo delle due città<br />
avvenuto a La Spezia dal 16 al 20 settembre scorso ed al quale hanno partecipato circa 75<br />
atleti tolonesi ed altrettanti spezzini con le relative delegazioni ufficiali. Nelle foto: la squadra di<br />
ginnastica femminile di Tolone mentre si esibisce in un esercizio coreografico e un momento<br />
dell'incontro di jado fra due cinture nere.<br />
creare un'unica rete di sviluppo, le cui trame<br />
operino la rottura delle sacche di abban-<br />
dono che spesso permane tra un'area e<br />
l'altra, tra un nucleo e l'altro. Si tratta in-<br />
somma di saldare fra loro i fenomeni dello<br />
sviluppo integrando le localizzazioni indu-<br />
striali in modo polarizzato, e le localizza-<br />
zioni industriali con le trasformazioni agri-<br />
cole e con le opportune valorizzazioni turi-<br />
stiche;<br />
3) si pone quindi il problema delle<br />
grandi opere infrastrutturali di interesse<br />
comune a più regioni, opere capaci non solo<br />
a collegare il Mezzogiorno col Nord Italia<br />
e col Centro Europa, onde sottrarre deA-<br />
nitivamente le nostre regioni al secolare<br />
isolamento, ma capaci altresì di stabilire<br />
collegamenti validi e celeri tra le regioni<br />
meridionali medesime. Perciò si chiede:<br />
- sollecito completamento dell'Auto-<br />
strada del Sole fino a Reggio Calabria, acce-<br />
lerando i tempi di realizzazione;<br />
- realizzazione dell'Autostrada Adria-<br />
tica che dovrà collegare il versante Est<br />
della Basilicata, della Calabria, la Puglia,<br />
il Molise e l'Abruzzo al Nord Italia e quindi<br />
all'Europa;
18 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />
- acceleramento dei tempi di esecu-<br />
zione dell'autostrada Bari-Napoli e della<br />
Superstrada Basentana;<br />
- programmazione della Superstrada<br />
Molisana che dovrà collegare il Molise con<br />
il Lazio e la Puglia; questa arteria, partendo<br />
da Foggia e passando per Lucera, Campo-<br />
basso. Isernia e Venafro, dovrebbe inne-<br />
starsi all'htostrada del Sole al casello C San<br />
Vittore D.<br />
Inscmma: dati i due assi di sviluppo del-<br />
l'Autostrada del Sole e dell'Autostrada<br />
Adriatica, che verrebbero a collegare in<br />
longitudine i versanti tirrenico ed adriatico<br />
del lL1ezzogiorno al Nord Italia e alllEuropa,<br />
occorre programmare o sollecitare l'esecu-<br />
zione delle trasversali meridionali che do-<br />
vranno mettere in comunicazione non solo<br />
i due assi fra loro, ma dovranno costituire<br />
i vasi comunicanti per quattro regioni del<br />
Mezzogiorno;<br />
4) nel quadro della politica di riequi-<br />
librio del territorio e dei settori economici,<br />
l'agricoltura occupa un posto preminente<br />
proplrio perché nel Mezzogiorno i'agricol-<br />
tura resta ed è destinata a restare un pila-<br />
stro fondamentale dello sviluppo economico.<br />
Pertanto, il disegno di legge, noto come<br />
Piano Verde n. 2 X, è necessario che con-<br />
ferisca una ulteriore e più profonda incisi-<br />
vità alla politica di miglioramento delle<br />
strutture agricole aziendali, delle tecniche<br />
colturali, di adeguamento degli strumenti<br />
produttivi alle esigenze ed alle prospettive<br />
di mercato, con particolare riguardo allo<br />
sviluppo della zootecnica e dell'ortofrutticol-<br />
tura.<br />
Non è sufficiente, però, trasformare i tra-<br />
dizionali ordinamenti se non si affronta ra-<br />
dicalmente il problema dei prodotti agricoli.<br />
Occofrre perciò essere particolarmente vigili<br />
perché siano create nuove strutture di mer-<br />
cato, sia affrontata la ricomposizione fon-<br />
diaria, sviluppate ed incoraggiate le fornie<br />
di libera cooperazione ed asisociazione, e sia<br />
affrontata radicalmente la tradizionale e<br />
gravissima questio~ne dell'enorme divario<br />
fra i prezzi alla produzione e i prezzi al<br />
consumo.<br />
I Comitati regionali per la program-<br />
mazione<br />
Sono tesi di innegabile validità generale<br />
per tutto il Mezzogiorno; possono essere<br />
prese a base di discussione per essere mi-<br />
gliorate, approfondite, sviluppate a seconda<br />
delle caratteristiche e delle necessità regio-<br />
nali, ma non si può dire che esse non sor-<br />
gano dall'interpretazione di una realtà viva<br />
e vissuta giolrno per giorno da tutti. I1 punto<br />
sta negli indirizzi di politica generale del<br />
Governo e nella volontà di porsi all'opera<br />
alla base, soprattutto attraverso la saggezza<br />
dei Comitati regionali per la programma-<br />
zione economica, i quali, ci sia consentito<br />
un sommesso suggerimento, dovrebbero aver<br />
cura, la massima cura nell'evitare le disper-<br />
sioni centrifughe, clientelistiche e campa-<br />
nilistiche. Per opere e programmi di inte-<br />
resse interregionale sarebbe opportuno ed<br />
auspicabile il ricorso alle reciproche con-<br />
sultazioni allo scopo di far convergere gli<br />
sforzi in base a piani precisi ed impegnativi.<br />
Non ultima cosa: occorre tener presente<br />
che il periodo delle vacche grasse dell'in-<br />
tervento pubblico straordinario nel Sud sta<br />
per entrare nel secondo ed ultimo ciclo.<br />
Dopo del quale, se non saremo capaci di<br />
camminare da soli o, almeno, non ci sare-<br />
mo posti nelle migliori condizioni per farlo,<br />
sarà inutile attendere altre grazie dal cielo.<br />
Se l'asino non mette la coda a tre anni,<br />
non la mette più D, dice un vecchio pro-<br />
verbio lucano.<br />
La Comunità e il Mezzogiorno: la Puglia<br />
area europea<br />
Di'cevamo poc'anzi che i maggiori proble-<br />
mi che preniono nell'ambito dei nostri stati<br />
non possono essere affrontati e risolti se<br />
non nella prospettiva che superi i limiti dei<br />
nostri stessi stati nazionali. I1 problema del<br />
Mezzogiorno d'Italia fu posto, molto oppor-<br />
namente all'ordine del giorno del Trattato<br />
di Roma sia attraverso la Convenzione alle-<br />
gata al Trattato, come nell'ambito delle linee<br />
programmatiche del Trattato stesso ed in-<br />
tese al riequilibrio ed ailo sviluppo armo-<br />
nioso delle varie regioni della Comunità.<br />
Fino ad o~ggi l'azione cosmunitaria nei con-<br />
Fronti del Mezzogiorno si è avuta attraverso<br />
i prestiti della Banca Europea per gli Inve-<br />
stimenti e attraverso il contributo del Fondo<br />
Sociale. L'evoluzione delle cose, dell'espe-<br />
rienza hanno portato in sede comunitaria<br />
alla impostazione, dopo meditati studi e lar-<br />
ghe consultazioni, della prima comunica-<br />
zione sulla politica regionale della CEE, do-<br />
cumento reso pubblico l'undici maggio 1965<br />
e nel quale sono delineati gli orientamenti<br />
che la Commissione intenderebbe seguire<br />
per favorire, con i mezzi ed i poteri che<br />
le sono propri, il riequilibrio territoriale e<br />
settoriale delle regioni europee per poter<br />
avviare la Comunità verso un più armonico<br />
sviluppo, secondo i fini del Trattato. Nel-<br />
l'ambito di questo programma, ma con no-<br />
tevole anticipazione sul medesimo, è da con-<br />
siderare lo studio intrapreso dalla Commis-<br />
sione della Comunità Economica Eurolpeo<br />
per la creazione di un polo industriale iii<br />
Puglia.<br />
Da alcuni anni a questa parte si è ripe-<br />
tutamente parlato e scritto intorno a questo<br />
studio che la Commissione della Comunità<br />
Economica Europea, d'acco~rdo con le auto-<br />
rità italiane. aveva affidato all'Italconsult<br />
perché, nella zona che ha per vertici le<br />
città di Bari-Brindisi-Taranto, fossero rile-<br />
vate tutte le condizicni e le ptrospettive ef-<br />
fettuali e potenziali per una industsializza-<br />
zione intensiva dell'area, industrializzazione<br />
basata sulla produzione e trasformazione<br />
dell'acciaio. Noi stessi, su Comuni d'Euro-<br />
pa D, nel numero doppio 7/8 del 1963 consa-<br />
crato alla nostra monografia K I1 Fondo So-<br />
ciale Europeo nella Politica della Comunità<br />
e nello sviluppo del Mezzogiorno n, a pagi-<br />
na 34 e 35 dedicammo in nota qualche cennc<br />
allo studio in oggetto.<br />
Lo studio avrebbe dovuto essere conse-<br />
gnato all'Esecutivo comunitario entro giu-<br />
gno 1964. Diversi contrattempi però hanno<br />
contribuito a determinare il ritardo di un<br />
anno, sicché il documento è stato ufficial-<br />
mente consegnato a Bruxelles solo agli inizi<br />
di questa estate. I1 documento è ancora ri-<br />
servato ed è all'esame degli organismi co-<br />
munitari. Tuttavia, da indiscrezioni trape-<br />
late, da notizie raclcolte qua e là, cerche-<br />
remo di ricavare alcune ipotesi indicative<br />
le cui linee, probabilmente, potrebbero non<br />
essere molto discrrste da quelle contenute<br />
nel documento dell'Itnlconsult.<br />
Per una più esatta intelligenza del problema,<br />
occorre ricordare che, anni addietro,<br />
i8n previsione dell'incremento dei consumi di<br />
acciaio nel Mezzogiorno in primo luogo e<br />
snc~cessivamente in previsione di un aumento<br />
della richiesta di prodotti dell'acciaio da<br />
parte dei Paesi dell'area mediterranea, fu<br />
pro'gettato ed avviato a realizzazio'ne il quarto<br />
centro siderurgico dell'Italsider a Taranto,<br />
alla cui realizzazione ha contribuito l'intervento<br />
positivo con rilevanti prestiti dell'Alta<br />
Autorità della CECA. I1 complesso, a ciclo<br />
integrale, ha assorbito investimenti per circa<br />
200 miliardi di lire e, su un'area di 5 milioni<br />
di metri quadrati, è dotato di una<br />
cokeria, due altiforni, una acciaieria L.D.,<br />
un treno sbozzatore, due laminatoi per prodotti<br />
finiti a caldo (lamiere e lamierini),<br />
una fabbrica di tubi saldati ed una fonderia<br />
per lingottiere. I1 tubificio, pur facendo<br />
parte del complesso, è però un impianto<br />
autonomo ed è in funzione dal 15 ottobre<br />
1961 con una capacità produttiva annua<br />
di 300 mila tonnellate. Tutto il complesso<br />
a ciclo integrale invece è entrato in funzione<br />
nel primo quadrimestre di quest'anno<br />
e le produzioni iniziali annue dovrebbero<br />
raggiungere 1.800.000 tonnellate di<br />
ghisa, 2 milioni di tonnellate di acciaio,<br />
400 mila tonnellate di lamierini a caldo,<br />
785 mila tonnellate di larghi nastri a caldo,<br />
330 mila tonnellate di lamiere a caldo, 80<br />
mila tonnellate di lingottiere.<br />
Un'industria di base di tale mole risulterebb,e<br />
però in buona parte come un'isola nel<br />
deserto, qualora intorno ad essa non sorgessero<br />
altre industrie utilizzatrici dell'acciaio.<br />
La politica di sviluppo del Mezzogiorno<br />
aveva stimolato e va stimolando un<br />
pro~mettente inizio di industrializzazione<br />
nella regime pugliese. Tuttavia si è reso<br />
necessario folrnire indicazioni valide e concrete<br />
a lunga scadenza perché gli investimenti<br />
della libera iniziativa 8potessero trovare<br />
nella zona il massimo incoraggiamento<br />
col minimo rischio. Da tale premessa, insieme<br />
ad altre ragioni convergenti, nacque<br />
l'idea dello studio, il cui compito è il rilevamento<br />
e la elaborazione di tutti i dati<br />
effettuali e potenziali dell'area considerata<br />
perché la medesima possa trasformarsi in<br />
Per polo bisogna intendere il tentativo di<br />
riprodurre un ambiente industriale simile<br />
- qualitativamente anche se quantitativa-<br />
mente più ridotto - a quello delle zone<br />
europee ad alta concentrazione, come la<br />
Ruhr, ad esempio, e far sì che le nuove in-<br />
dustrie possano trovare l'ambiente adatto a<br />
stabilirvisi, in quanto vi possono trovare le<br />
infrastrutture necessarie, la manodopera e i<br />
tecnici ben qualificati, servizi generali e<br />
tecnici per riparazioini e manutenzioni, pic-<br />
cole imprese di sottocommittenti, ecc., fat-<br />
tori che, per una serie di imprese, rappre-<br />
sentano tanti elementi di favorevole inci-<br />
denza sui costi di produzione.<br />
Le linee generali dello studio<br />
Ordunque, lo studio nella prima parte ana-<br />
lizzerebbe la situazione economica e sociale<br />
della regione, le possibilità e le disponibi-<br />
lità materiali ed umane sia nel senso qua-<br />
litativo che qualificativo, la realtà attuale<br />
e i progetti delle ilndustrie esistenti. La se-
ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 19<br />
conda parte determinerebbe le attività mo-<br />
trici più adatte a sostenere lo sviluppo eco-<br />
nomico della regione; come anche le atti-<br />
vità collaterali delle quali si avrebbe bi-<br />
sogno per un normale funzionamento della<br />
produzione e del ritmo produttivo. La terza<br />
parte cercherebbe di prevedere le conse-<br />
guenze di tali attività sulle altre attività del-<br />
la regione per quanto concerne le industrie<br />
collaterali, le trasformazimi in agricoltura<br />
e lo sviluppo economi~co generale dell'area<br />
(localizzazione ed incidenze sulle aree turi-<br />
stiche, ecc.).<br />
In funzione di tali prospettive, verrebbero<br />
determinate le necessarie infrastrutture sia-<br />
no esse umane ed intellettuali (insegna-<br />
mento generale, preparazione e formazione<br />
tecnica a livello medio ed universitario, qua-<br />
lificazione e specializzazione per i quadri<br />
esecutivi), siano esse materiali (viabiliti<br />
stradale ed autostrade, comunicazioni fer-<br />
roviarie, marittime ed aeree, attrezzature<br />
portuali ed aeroportuali, strutture urbano-<br />
territoriali, acquedotti, ecc.).<br />
Industrie principali e collaterali<br />
L'Italconsult avrebbe svolto un'inchiesta<br />
molto particolareggiata ed approfondita sul-<br />
l'attuale struttura industriale della regione.<br />
La parte riservata aile attività già esistenti<br />
sarebbe completata dallo studio dei progetti<br />
già approvati ed in via di esecuzione O già<br />
- oggi - in funzione, in particolare il quar-<br />
to centro siderurgico di Taranto e le ini-<br />
ziative della Breda a Bari, insieme alle<br />
altre pur notevoli attività metalmeccaniche<br />
nel campo dei trasporti, dell'agricoltura, chimiche,<br />
ecc., in massima parte sorte per iniziativa<br />
privata<br />
Quali industrie richiamare nella regione.?<br />
Sembra che lo studio cerchi di determinare<br />
un certo numero di settori, i cui bisogni di<br />
mano d'opera, corrispondenti alla ripartizione<br />
dei qualificati, si possono trovare in<br />
Puglia e nel Sud. Pare inoltre che le ricerche<br />
siano orientate verso attività che potrebbero<br />
impiegare molta mano d'opera anche<br />
se poco qualificata.<br />
(In parentesi, sia consentita una sommessa<br />
osservazione: considerati i costi sociali<br />
della mano d'opera e l'elevato numero<br />
prevedibilmente da impiegare, non ne<br />
verrebbero a soffrire per negativa e pesante<br />
incidenza i costi di produzione? O<br />
forse si vorrebbe intendere che quando una<br />
fabbrica è in costruzione, l'effettivo di mano<br />
d'opera è press'a poco il doppio di quello<br />
o~~~rrente al funzionamento ottimo della<br />
stessa? Sarà da chiarire)<br />
Dopo i settori, verrebbero studiate le incidenze<br />
che il progressivo elevarsi del tenore<br />
di vita avrebbe sul mercato, favotrendosi<br />
così la creazione di attività industriali<br />
dedicate per lo più ai consumi della regione.<br />
Per sostenere, però, lo sviluppo e quindi<br />
il miglioramento delle condizioni di vita delle<br />
popolazioni interessate, è necessario un<br />
afflusso di ricchezza che solo le esportazicmi<br />
possono garantire. Ne consegue, per<br />
logica di ragionamento, ma ne è premessa<br />
indispensabile nella realtà, il fatto che le<br />
attività motrici e quelle di base devono essere<br />
concorrenziali nell'ambito della Comunità<br />
e del mercato internazionale. Solo a<br />
questa condizione, e facendo leva sull'area<br />
pugliesse, l'Italia meridionale potrà fare dell'area<br />
mediterranea il proprio naturale mercato<br />
non solo per ,preesistenti ragioni storico-<br />
geografiche, ma anche per ragioni economiche.<br />
Determinate le attività principali, per<br />
ognuna di esse lo studio prevederebbe un<br />
rapporto finanziario particolare, in modo da<br />
poter disporre di una serie di dossiers, molto<br />
fondati nei dati e nelle analisi, da ,proporre<br />
ai gruppi finanziari italiani, europei ed americani,<br />
desidercsi e capaci di realizzare investimenti<br />
verso quei progetti che lo studio<br />
indicherebbe come i più adatti allo sviluppo<br />
della regione.<br />
L'analisi del funzionamento delle industrie<br />
principali rende palese la necessità delle<br />
industrie collaterali, ciolè di quelle industrie<br />
minori che forniscono le maggiori, alle<br />
quali sono collegate, di quelle parti che<br />
servono al prodotto finito. In altri termini<br />
e nel tentativo di riu~~cire più chiari, ricorriamo<br />
ad una analogia. Industria principale<br />
e motrice è l'industria automobilistica. Però<br />
essa non fabbrica direttamente i cuscinetti<br />
a sfera, né il materiale elettrico, né la tappezzeria,<br />
né le maniglie, ecc., bensì, per<br />
questi pezzi, apparati ed accessori si serve<br />
di industrie collaterali che diventano le naturali<br />
fornitrici dell'industria motrice sicché
20 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />
tra l'una e le altre si stabilisce una sim-<br />
biosi diretta.<br />
Per queste attività collaterali, indispen-<br />
sabili al complesso, e le quali saranno le<br />
più numerose, lo studio prevede progetti<br />
sommari e si cercheranno nella regione, nel<br />
Mezzogiorno o nel resto d'Italia e della Co-<br />
munità gli imprenditori capaci di realiz-<br />
zarle.<br />
Industrie secondarie e agricoltura<br />
Come abbiamo detto, il flusso di ricchezza<br />
che per diffusione investirà la regione, ren-.<br />
derà l'ambiente favorevole alla creazione di<br />
altre industrie le quali, pur non essendo di<br />
base, motrici o collaterali, ma essendo piut-<br />
tosto legate al tenore di vita e quindi ai<br />
consumi, costituiscono in buona parte, in-<br />
sieme ai servizi, il tessuto connettivo di una<br />
economia equilibrata tra i pilastri di una<br />
sana e prugredita industria di base e mo-<br />
trice e di una moderna ed efficiente agri-<br />
coltura.<br />
Queste industrie, che impropriamente chia-<br />
miamo secondarie, lavorano sograttutto per<br />
il mercato regiolnale o interregionale e pro-<br />
fittano degli investimenti che si fanno nella<br />
regione. Lo studio cercherebbe di prevedere<br />
i tempi della loro possibile entrata in fun-<br />
zione, ma non entra nei particolari e, non<br />
prevedendo i possibili settori di sviluppo di<br />
queste industrie secondarie, tanto meno pre-<br />
vede la redazione di dossiers. E' perciò un<br />
settore di attività che sarà lasciato comple-<br />
tamente aperto all'inventiva, all'iniziativa.<br />
al fiuto ed alle capacità dell'imprenditore<br />
la cui unica guida sarà il libero gioco delle<br />
forze di mercato.<br />
A questo punto il dccumento introdurreb-<br />
be il discorso sull'agricoltura e pare che si<br />
diffonda sui riflessi importanti e benefici<br />
che si avranno nel settore agricolo. Non v'è<br />
alcun dubbio. E' noto che un ambiente in-<br />
dustrialmente progredito ha anche un'agri-<br />
coltura snella, redditizia e tesa più agli<br />
scambi che ai consumi locali.<br />
Se si tiene presente che l'agricoltura ri-<br />
mane sempre un settore fondamentale del-<br />
l'econoniia non solo della regione economica<br />
appulo-lucana, ma di tutto il Mezzogiorno,<br />
non potrà non essere esaminata con la mas-<br />
sima attenzione, e via via seguita con vi-<br />
gile cura in fase di concreta realizzazione,<br />
l'incidenza che l'industrializzaziane intensi-<br />
va avrà sull'agricoltura i cui benefici van-<br />
taggi ricevuti dallo sviluppo industriale, non<br />
rimarranno isolati o assorbiti cornpletameii-<br />
te dall'agricoltura, ma saranno dall'agricol-<br />
tura medesima riflessi con una maggior?<br />
incidenza sul tasso dell'industrializzazione.<br />
E' superfluo ricordare che lo scopo prin-<br />
cipale dello studio è la preventiva ricerca<br />
delle vie e dei mezzi idonei ad elevare li<br />
tenore di vita delle popolazioni dell'area<br />
considerata. Ciò comporta un aumento quan-<br />
titativo e qualitativo dei prodotti agricoli,<br />
ma soprattutto una trasformazione del!a na .<br />
tura di questi prodotti per l'aumento del<br />
consumo delle proteine animali: uova, pol-<br />
lame, latticini freschi e secchi. Questa evo-<br />
luzione del consumo, secondo lo studio, do-<br />
vrà essere seguita molto da vicino in modo
ottobre 1965<br />
che la produzione si adatti ai bisogni senza<br />
premere sui prezzi il cui aumento è deter-<br />
minato, tra l'altro, quando non è previsto<br />
l'aumento del consumo, quando cioè viene<br />
a crearsi squilibrio tra la domanda e<br />
l'offerta.<br />
La trasfcrmazione delle strutture agricule<br />
però, a nostro modesto avviso, può essere<br />
canseguita non solo nella regione appulo-<br />
lucana, ma in tutto il Mezzogiorno, a condi-<br />
zione di coordinare nella maniera più eco-<br />
nomica e redditizia gli interventi previsti<br />
dal Piano verde n. 2, le direttive ccmuni-<br />
tarie ccn le pcssibilità di intervento pre-<br />
viste dal Fondo Europeo di Orientamento<br />
e di Garanzia Agric3li (FEOGA), combinate<br />
con la evoluzione generale dell'ambiente<br />
medesimo: nel senso che, procedendo paral-<br />
lelamente lo svilupso industriale e le tra-<br />
sformazioni in agricoltura, l'eccedenza di<br />
mano d'cpera in questo settore (dove ac-<br />
cora c'è) potrà essere via via assorbita dal-<br />
l'industria e dai servizi sicché, a termine,<br />
si potrà stabilire l'optiinum della popola-<br />
zione attiva in agricoltura.<br />
A tale riguardo (è una nostra riflessione),<br />
i1 Comitato regionale per la programmazio-<br />
ne economica dovrebbe non solo essere pre-<br />
sente neli'attuazione pratica di quanto è<br />
previsto dallo studio dell'Italconsult, ma do-<br />
vrebbe essere l'elemento attivo per coordi-<br />
nare tutti i mezzi di intervento che devono<br />
essere previsti dal piano regionale per es-<br />
sere messi in opera al momento opportuno.<br />
Questo è i1 caso, tanto per fare un esempio,<br />
del Fondo Sociale Europeo, cioè quel con-<br />
tributo (50%) con il quale la Comunità in-<br />
terviene per la rieducazione professionale.<br />
Ne abbiamo ampiamente trattato a suo tem-<br />
po nella monografia precitata.<br />
Dicevamo testè che la ristsutturaziont?<br />
agricola e l'aumentato livello del tenore di<br />
vita delle popolazioni incideranno con ri-<br />
flessi benefici anche dall'agricoltura verso<br />
l'industria. Infatti i bisogni di alimentari<br />
ricchi saranno seml;re più vasti; ciò deter-<br />
ininerà un incrementc degli impianti di<br />
surgelazione (industrie meccaniche ed elet-<br />
triche), delle industrie conserviere e, per<br />
asseccndare i crescenti bisogni nell'ambito<br />
comunitario, delle industrie dei trasporti<br />
opportunamente attrezzati (catena del<br />
freddo)<br />
Come si può notare, è probabile che co-<br />
minci a spuntare all'orizzonte una concreta<br />
speranza per la quale il processo cumula-<br />
tivo che per secoli si è svolto a noi sfavo-<br />
revole, potrebbe cominciare ad invertire la<br />
tendenza in senso a noi positivo e senza<br />
danneggiare gli altri.<br />
Metodo delle analisi<br />
L'Econonrist, in un numero dell'inverno<br />
scorso, rese nota la metodologia che 1'Ital-<br />
consult avrebbe adottato per seguire le varie<br />
fasi di realizzazione previste nello studio.<br />
In breve e con una certa semplificazione<br />
approssimativa, il metodo consisterebbe nel<br />
rappresentare l'attività economica di una<br />
data regione, come se questa attività fosse<br />
conclusa in un vasto ma unitario impianto<br />
contabile. In tal modo verrebbero comprese<br />
COMUNI D'EUROPA<br />
non soltanto le transazioni nel dare e nel-<br />
l'avere di tutte le singole unità che operano<br />
nei settori dell'agricoltura, dell'industria e<br />
dei servizi, ma anche quelle cui danno ori-<br />
gine i singoli bilanci familiari. Un tale si-<br />
stema di contabilità descriverebbe da un<br />
lato il flussc dei beni e servizi che entrano<br />
in ogni impresa considerata e dall'altro quel-<br />
lo dei beni e servizi che ne escono. Contra-<br />
riamente però alla contabilità ordinaria e<br />
corrente, questo tipo non verrebbe riferito<br />
ad un momento particolare, ma piuttosto ad<br />
un periodo di tempo medio (intorno ai cin-<br />
que anni). In tale guisa, tutto quanto con-<br />
fluisce nell'attività economica potrebbe es-<br />
sere rappresentato da una tavola a doppia<br />
entrata proprio perché le spese di una unità<br />
aziendale o familiare diventano le entrate<br />
di una o più aziende e viceversa, con un<br />
totale generale in cui vengono consolidati<br />
i valori economici di tutte le singole tran-<br />
sazioni.<br />
Un quadro contabile di tal sorta, riferito<br />
alla situazione industriale di una zona con-<br />
siderata, offre la possibilità di avere a di-<br />
sposizione i dati sulle interrelazioni tra le<br />
diverse industrie. Attraverso questi dati si<br />
possono evidenziare i rapporti intercorrenti<br />
tra un'industria e l'altra e, più particolar-<br />
mente, tra industrie trasformatrici e indu-<br />
strie prestatrici di servizi ausiliari<br />
La mancanza di equilibrio tra queste due<br />
serie di aziende può I;rovocare defezioni e<br />
ritardare lo sviluppo della zona considerata.<br />
Infatti, buona parte del ritardo del processo<br />
industriale del Sud è da attribuire alla ca-<br />
renza di aziende co~mplementari e alla di-<br />
stonia tra aziende principali e complemen-<br />
tari. In termini più concreti; non basta l'esi-<br />
stenza del quarto centro siderurgico di Ta-<br />
ranto (per quanto utile in termini diretti<br />
di occupazione e produzioni primarie) per<br />
determinare da solo e per virtù propria di<br />
attrazione la creazione spontanea di indu-<br />
strie trasformatrici che utilizzino i prodotti<br />
siderurgici di Taranto. Si è notato che le<br />
industrie più dinamiche di trasformazione<br />
tendono a rinsaldare maggiormente le loro<br />
interrelazioni laddove si è vicini alle indu-<br />
strie fornitrici ed ai clienti da una parte, e<br />
dall'altra dove possono contare su un, am-<br />
biente tecnologico specializzato molto<br />
evoluto<br />
Qualche considerazione sulle aree e sui<br />
nuclei delle altre regioni<br />
Dunque le industrie meccaniche preferi-<br />
scono orientarsi verso zone dove esistono<br />
industrie intermedie ed ausiliarie indispen-<br />
sabili alla loro efficienza e competitività,<br />
piuttosto che verso i complessi siderurgici.<br />
Le industrie di trasformazione, a valle della<br />
petrolchimica, si orientano di preferenza<br />
verso i raggruppamenti di industrie utiliz-<br />
zatrici. Gli approvvigionamenti di prodotti<br />
primari possono anche venire da centri pa-<br />
recchio distanti poiché ciò che incide sui<br />
costi di produzione e determina il dinamismo<br />
di una impresa meccanica non è il trasporto<br />
del prodotto primario, bensì l'esigenza di<br />
contare sulla vicinanza di industrie forni-<br />
trici e di clienti, sul contatto tecnico, sui<br />
controlli di qualità, ecc., il cui tutto si riflette<br />
sui tempi e costi di trasformazione e<br />
di stockaggio.<br />
Nel Sud (qui si pone la nostra considerazione)<br />
sono state promosse e avviate a<br />
realizzazioni certe concentrazioni industriali<br />
in determinate aree e nuclei. Però, a bene<br />
csservare, buona parte di esse si limitano<br />
al solo aspetto geografico. Infatti queste<br />
unità industriali appaiono tra loro scarsamente<br />
integrate in quanto mancano quelle<br />
unità intermedie ed ausiliarie che, nelle<br />
regicni industrializzate per processo, diciamo<br />
così, naturale operano a loro servizio.<br />
A questa assenza si cerca di rimediare<br />
effettuando all'interno della stessa unità<br />
principale il tipo di prodotto che dovrebbe<br />
essere fatto dall'unità intermedia, oppure<br />
ricorrendo ad altre unità princi,pali che si<br />
prestano a fornire queste lavorazioni oppure,<br />
infine, per certi prodotti si ricorre<br />
addirittura ai centri industriali del Nord.<br />
CI traviamo dunque al cospetto di pesanti<br />
incidenze sui costi di produzione e non di<br />
rado incombe anche un notevole scadimento<br />
della qualita.<br />
Occorrerebbe trasformare - e lo si va<br />
autorevolmente proponendo da più parti -<br />
le attuali concentrazioni iniziali in poli fondati<br />
sui settori più dinamici delle industrie<br />
di trasformazione ed operanti con adeguate<br />
interrelazioni industriali. Infatti le industrie<br />
lccali o, per meglio dire, collegate al mercato<br />
lccale (alimentari, arredamento, abbigliamento,<br />
cemento, materiale da costruzione,<br />
ecc.), potranno espandersi solo parallelamente<br />
ad un processo di svilu~po che esse<br />
seguono; non è concepibile d'altra parte stimolare<br />
le tendenze di espansione delle industrie<br />
di base oltre i limiti di omortunità<br />
di investimento.<br />
Invece le industrie della media meccanica,<br />
dell'elettromeccanica, dell'elettronica, dei<br />
filati sintetici, ecc., possono operare nel<br />
Mezzogiorno, nel mercato nazionale, in quello<br />
comunitario ed internazionale alla condizione<br />
di trovare un ambiente che assicuri<br />
loro la vicinanza di industrie fornitrici e<br />
di clienti, il contatto tecnico, il controllo di<br />
qualità e tutte le altre condizioni inerenti,<br />
come si è già detto e ripetuto<br />
I cinque gruppi di industrie presenti<br />
nel Sud<br />
I ricercatori dell'Italconsult avrebbero<br />
raggruppato, a seconda del grado di inter-<br />
relazioni, in cinque categcrie le attività in-<br />
dustriali già presenti nel Mezzogiorno.<br />
1. Settori delle industrie meccaniche che<br />
necessitano della presenza di aziende in-<br />
tennedie e sono perciò orientate verso le<br />
grandi concentrazioni.<br />
2. Industrie conserviere, delle calzature,<br />
tessili, ecc., le quali esigono proiprie unità<br />
intermedie, ma anche particolari fattori pro-<br />
duttivi e mostrano la tendenza a localiz-<br />
zarsi in concentrazioni specializzate.<br />
3. Industrie metallurgiche, chimiche e pe-<br />
trolchimiche, le quali non hanno bisogni no-
22 COMUNI D'EUROPA<br />
tevoli di interrelazioni, ma in pi-evalenza<br />
sono condizionate dalla facilità degli approv-<br />
vigionamenti e perciò - avendo nel Sud<br />
dimensioni anche notevoli - sono localiz-<br />
zate in prossimità del mare o sul mare.<br />
4. Officine per riparazioni meccaniche, in-<br />
dustrie dei prodotti del legno, alimentari,<br />
vestiario, cemento e materiale da costm-<br />
zione. Esse, basate come sono sui mercati<br />
locali, mostrano scarse esigenze di interre-<br />
lazioni, ma possono prosperare solo in aree<br />
economicamente sviluppate.<br />
5. Industrie delle vernici, materie plasti-<br />
che e derivati dell'industria chimica e pe-<br />
trolchimica.<br />
Ad una osservazione appena un poco ap-<br />
profondita, appare evidente che il plrocesso<br />
evolutiva dell'industrializzazione nel Mezzo-<br />
giorno non può essere legato al quarto grup-<br />
po, alle industrie basate sui mercati locali.<br />
giacché l'esperienza insegna che esse se-<br />
guono ma non stimolano lo sviluppo. Altret-<br />
tanto dicasi per il terzo gruppo - siderur-<br />
gico e petrolchimico - che, già presente<br />
nella regione, è ormai consolidato in rap-<br />
porto alle esigenze nazionali ed internazio-<br />
nali. I1 secondo e il quinto gruppo potreb-<br />
bero dare buoni risultati. Ma è soprattutto<br />
il primo gruppo, la meccanica che potrebbe<br />
aprire nuovi orizzonti non solo alla regione<br />
ccnsiderata, ma a tutto il Mezzogiorno, lad-<br />
dove, si intende, i nuclei e le aree vengano<br />
polarizzate », cioè poste in condizione fa-<br />
vorevole alle interrelazioni necessarie. Ben<br />
si intende che tutto ciò non deve essere di-<br />
sgiunto dalla massima valorizzazione tecnica<br />
del fattore umano e dell'ambiente.<br />
w \mA \R<br />
p<br />
CASSA DI<br />
a<br />
6 RISPARMIO<br />
DI ROMA<br />
FONDATA NEL 1836<br />
I1 documento dell'Italco~isult avrebbe cal-<br />
colato che in tutto il Mezzogiorno sia loca-<br />
lizzato solo il <strong>10</strong>% delle aziende metalmec-<br />
caniche del Paese. Vi sarebbero quindi buone<br />
prospettive anche quantitative, se però si<br />
parte da sane impostazioni qualitative.<br />
La metalmeccanica perno della nuova<br />
struttura<br />
Individuato il settore, <strong>10</strong> studio ne deli-<br />
neerebbe la struttura. Sarebbe percih pre-<br />
vista la enucleazione di nove grandi unità<br />
industriali:<br />
l. ponti e carpenterie pesanti;<br />
2. cucine, vasche da bagno, radiatori in<br />
lamiera e vasellame metallico;<br />
3. bruciatori, pompe centrifughe, paran-<br />
chi, martinetti;<br />
4. macchine agricole;<br />
5. macchine utensili;<br />
6. macchine scavatrici e sterratrici, au-<br />
togru;<br />
--<br />
7. installazioni e mezzi di sollevamento;<br />
8. carrelli elevatori e trasportatori;<br />
9. bilance.<br />
Attorno a queste unità maggiori si for-<br />
merebbe una costellazione di una trentina<br />
di unità intermedie che sarebbero sostenute<br />
dalla domanda delle prime. Precisamente<br />
sarebbero previste:<br />
3 diverse attrezzerie per l'asportazione<br />
dei trucioli;<br />
1 attrezzeria per deformazione;<br />
CREDITO ORDINARIO<br />
CREDITO FONDIARIO<br />
CREDITO PIGNORATIZIO<br />
SERVIZIO ESTERO<br />
TUTTI I SERVIZI E LE OPERAZIONI DI BANCA<br />
2 unità di modelli;<br />
ottobre 1965<br />
- --p-<br />
2 unità di revisione e manutenzione di<br />
impianti;<br />
1 unità per macchinario ed apparecchia-<br />
ture elettriche;<br />
3 unità per la parte elettrica di macchi-<br />
nario vario;<br />
2 unità per macchinario di asportazione<br />
e deformazione;<br />
1 unità di fo~nderia di ghisa e acciaio<br />
per conto terzi;<br />
1 unità di fonderia metalli non ferrosi;<br />
1 unità di fonderia per sola ghisa;<br />
2 unità di fucine;<br />
5 diverse unità di lavorazione per conto<br />
terzi per asportazione di trucio!~;<br />
2 unità di ingranaggi;<br />
2 unità per la lavorazione per conto<br />
terzi di deformazione delle lamiere;<br />
2 unità per trattamenti termici;<br />
1 unità per trattamenti galvanici;<br />
1 unità per bullone~ria.<br />
Totale: 31 unità intermedie, più 9 grandi<br />
unità, uguale 40 unità. Costo previsto: 170<br />
miliardi di lire. Mano d'opera prevedibil-<br />
mente da assorbire: <strong>10</strong> mila addetti, soprat-<br />
tutto meridicnali. Solo nella fase di decollo,<br />
un gruppo di specializzati verrebbe fornito<br />
dal Nord.<br />
L'Italconsult prevederebbe che il I'dezzo-<br />
giorno verrebbe a disporre di una struttura<br />
organizzata superiore e più razionale a certe<br />
strutture esistenti nel Nord, per la qual<br />
cosa la convenienza ad investire nel Sud<br />
dovrebbe essere più che evidente.<br />
Qualche conclusione<br />
Come già abbiamo avuto cccasione di dire<br />
su queste stesse pagine, lo studio di cui<br />
sopra è un piano ad ampio respiro e del<br />
mas~simo impegno. Ma esso potrà avere valore<br />
non soltanto teorico qualora venga superata<br />
senza risentimenti ma anche senza<br />
dannose condiscendenze l'attuale crisi. Ipotizzando,<br />
com'è nei voti di tutti, tale superamento,<br />
rimane il fatto che per realizzare<br />
il piano proposto oggi all'esame della Commissione,<br />
occorre far convergere alla sua<br />
realizzazione quei provvedimenti e quelle<br />
iniziative, sia a livello del Comitato regionale<br />
pugliese, sia a livello governativo italiano<br />
come a livello esecutivo comunitario,<br />
capaci di concentrare al massimo il coordinamento<br />
degli sforzi nella zona individuata<br />
So~rattutto alla base, cioP a livello del Comitato<br />
regionale, S necessario essere consapevali<br />
ed informati di tutti i mezzi in quanto,<br />
conie suggerisce il documento della Commissione<br />
sulla politica regionale dell'undici<br />
maggio, è a livello regionale che devono<br />
essere coordinati i piani e i mezzi per realizzarli.<br />
I1 Comitato regionale pugliese ha<br />
una responsabilità che supera ampiamente<br />
l'ambito delle sue funzioni: come la realizzazione<br />
del polo di sviluppo in Puglia investe<br />
tutto il Mezzogiorno, così la responsabilità<br />
del Comitato viene estesa di fronte<br />
a tutto il Mezzogiorno.
o:tobre 1965 COMUNI D'EUROPA 23<br />
-- p .<br />
- .-p -<br />
PENSIERO E AZIONE DEI FEDERALISTI EUROPEI<br />
stes), da da qua1,che te,tnpo segni di una<br />
La risolgzione approvata al XV Congresso di Europa Union nuova ed appare provveduta di<br />
senso critico. Frattanto continua il riavvici-<br />
Dezltschlund, svoltosi a Bdd Godesberg il 9 scorso<br />
A che punto è oggi l'Europa?<br />
Venli anni or sono, negli ultimi sussulti<br />
della guerra, i combattenti della Resistenza<br />
europea si scoprirono uno spirito fraterno<br />
e libero da odii. Fu allora che essi richiesero<br />
che fosse smantellato il sistema ormai as-<br />
surdo degli Stati nazionali sovrani, e che<br />
quesli si riunissero in una federazione soli-<br />
damente strutturata, gli Stati Uniti d'Europa.<br />
Quindici anni or sono, partendo dal pro-<br />
getto elaborato da Jean Monnet, Robert<br />
Schuman ha messo l'Europa sul cammino<br />
della sua unità. La dichiarazione di Robert<br />
Schuman ha scatenato un processo il cui<br />
motore fosse una istituzione indipendente dai<br />
governi e dedita al solo servizio degli in-<br />
teressi della Comunità. Da allora è tra,cciata<br />
la via in cui osson no inserirsi a loro volta,<br />
in uno sviluppo comunitario, la politica este-<br />
ra e la difesa. Da allora è aperta la strada<br />
che porta dall'Europa a Sei a un'Europa più<br />
vasta e persino, il giorno in cui la cortina<br />
di ferro sarà stata abbattuta, alllEuropa tutta<br />
intera. Da allora una simile Europa è in<br />
grado di diventare un part~ier a parità di<br />
diritti degli Stati Uniti d'America. Senza<br />
alcun dubbio, tutto questo postula che esista<br />
la volontà politica attiva di percorrere la<br />
strada fino in fondo.<br />
Oggi Europa Union domanda dove si trova<br />
questa volontà politica. Certo, la si vede al-<br />
l'opera nelle Comunità europee, che conti-<br />
nuano a vivere con vigore e ad andare avanti,<br />
grazie al dinamismo dei trattati, alle isti-<br />
tuzioni create per dare loro esecuzione, e<br />
ai sentimenti europei degli uomini attivi che<br />
vi lavorano.<br />
Ma altrove? I popoli dicono sì all'Europa,<br />
su auesto non c'è alcun dubbio. In essi vive<br />
ancora qualche cosa dello spirito della Resi-<br />
stenza: la Resistenza di oggi deve opporsi alle<br />
forze del passato, alla ristrettezza dello Stato<br />
nazionale restaurato, alla politica degli inte-<br />
ressi a breve scadenza, alle promesse illusorie.<br />
Ma dove, nei parlamenti e nei governi<br />
riazionali, c'è una vera? vigorosa, spinta in<br />
favore dell'Europa, dove c'è un uomo di<br />
Stato cne, levandosi al di sopra della realtà<br />
quotidiana, abbia ancora a cuore l'idea? Pic-<br />
colo o grande che sia, un neonazionalismo,<br />
al servizio dei pretesi interessi nazionali, si<br />
stende su un campo sempre più vasto. L'Eu-<br />
ropa diviene sempre più l'alibi di obiettivi<br />
puramente nazionali. Nessuna etichetta può<br />
cambiare questa realtà: attualmente si è<br />
molto lontani dallo stato d'animo che defi-<br />
niva il fine vent'anni or sono e che, con un<br />
colpo d'audacia, ha dato vita, quindici anni<br />
fa, alla Comunità Europea.<br />
L'avvenire dell'Europa è in gio'co. E' dove-<br />
re e impegno di Europa Union dichiararlo,<br />
con tutta la serietà e la chiarezza necessarie<br />
in occasione del suo XV Congresso. Essa in-<br />
vita i cittadini della Repubblica Federale a<br />
opporre tutta la loro resistenza a questo neo-<br />
nazionalismo, e a esigere dai loro deputati<br />
attuali, come da quelli che eleggeranno fra<br />
poco, che essi lottino con tutte le loro forze<br />
per l'unità di un'Europa sopranazionale e<br />
deniocratica. Essa si rivolge ai membri del<br />
Bundestag e al gxerno federale per ricordar<br />
loro i termini della Costituzione; questa di-<br />
spone che la Repubblica Federale deve met-<br />
tersi al servizio della pace del mondo in<br />
un'Europa unita; essa prevede espressamente<br />
che si debba a tal fine trasferire certi diritti<br />
sovrani a delle istituzioni sovrannazionali.<br />
Europa Union è convinta che il miglior modo<br />
per servire gl'interessi del popolo tedesco<br />
- riunificazione compresa - consiste nel<br />
perseguire metodicamente la costruzione eu-<br />
rapea. Non si perverrà al fine fissato dalla<br />
Costituzione con la pditica del "troppo<br />
poco " e del " troppo tardi ", con proposizioni<br />
minimaliste o scappatoie, avanzate con il<br />
pretesto che altri non sarebbero pronti a<br />
fare quello che noi stessi non vogliamo.<br />
Prendete di nuovo l'Europa sul serio! Pren-<br />
detela sul serio nei fatti e nella realtà! Ap-<br />
provare Robert S'chuman a fior di labbra<br />
non vuol dire niente. Quello che occorre, è<br />
conipletare la sua opera. Quanto avevano<br />
intuito venti anni fa i migliori europei del-<br />
la Resistenza resta sempre vero: la libertà,<br />
la pace e il progresso sono dei doni di cui<br />
tutti i popoli d'Europa devono godere insie-<br />
me, se non vogliono tutti insieme perderli ».<br />
Europa Union Deutschland, cioè l'unione<br />
tedesca dei federalisti, che con la Sezione<br />
olandese forma la parte più consistente del-<br />
1'AEF (Action européenne fédéraliste, l'ala<br />
moderata della scissione avvenuta nel 1956<br />
in seno all'union européenne des fédérali-<br />
namento fra AEF e MFE (il Mouvement<br />
Fédéraliste Européen, nome che acquistò<br />
l'UEF, o meglio il suo troncone maggiorita-<br />
?io, non molto tempo dopo la scissione, quando<br />
si diede una struttura ~adicalmente sozranazionale).<br />
Occo~re ora rendersi sempre meglio conto<br />
del preciso margine politico che assegna a<br />
un movimento federalista l'attuale fase del<br />
processo di integrazione fra società nazionali<br />
in Europa. Intendiamo per movimento federalista<br />
un movimeiito di persone, il cui scopo<br />
primo ed unico è quello di battersi per l'affermazione<br />
delle soluzioni federaliste. Il problema<br />
è presente ai federalisti del MFE e dell'AEF,<br />
ai federalisti « senza tzsszra », a coloro<br />
che in seno al Movimento Europeo agiscono<br />
o vorrebbero agire da federalisti e propongono<br />
- pensiamo - in tal senso l'eventualità<br />
di adesioni individuali al Movimento<br />
Europeo (che per ora prevede solo l'adesione<br />
di enti collettivi).<br />
S'intende che il discorso sui compiti del<br />
federalismo europeo richianra quello del<br />
nesso fra strategia e tattica, richiamn l'alternativa<br />
- che poi forse non è tale - fra<br />
azicne di « quadri » e azione popola~e diretta,<br />
richiama la questione della unità di<br />
azione coi movimenti federalisti di settore<br />
o specializzati, richiama infine la struttura<br />
autenticamente federalista - cioè né confederalista<br />
né monolitican~ente centralizzata --<br />
da conferire, dopo insoddisfacenti soluzioni<br />
passate o presenti, al Mouvement Faéraliste<br />
Européen o alla ricostituenda Union Européenne<br />
des Fédéralistes.<br />
Diekirch, Comune d'Europa<br />
Diekirch, il Comune lussemburghese del presidente del CCE Cravatte, non poteva mancare<br />
- noblesse oblige - all'appello della campagna -Sindaci d'Europa, pavesate Europa>. I1<br />
5 maggio scorso, in occasione della Giornata d'Europa, esso ha inaugurato alle sue =entrate n<br />
le targhe n Comune d'Europa n. Tali targhe in molti Comuni portano anche l'indicazione<br />
degli altri Enti europei, con cui si è stretto un = gemellaggio . E' stata condotta già dal CCE<br />
una inchiesta presso giovani, presso automobilisti, presso amministratori locali, ecc., e tutti con-<br />
cordano sull'efficacia di queste targhe. Non si fa l'Europa coi francobolli, si diceva un tempo,<br />
giustamente, al movimento federalista: ma si fa anche coi francobolli, se essi sono la manife-<br />
stazione esterna di un reale atteggiamento politico e morale, e lo rappresentano - per così<br />
dire - visivamente. Le targhe Comune d'Europa a, diffuse ovunque, cominciano a dare la<br />
sensazione di questa enorme tessitura europea. di cui è prdagonista il CCE.
24 COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />
alla Regione Friuli - Venezia Giulia<br />
l1 popolo d'Europa deve poter decidere il suo destino<br />
Pubblichiamo il testo integrale dell'espo-<br />
sizione dell'ordine del giorno che il Consi-<br />
gliere Giambattista Metus - membro della<br />
Direzione dell'AICCE - ha presentato per<br />
l'adesione della Regione Friuli-Venezia Giu-<br />
Zia alla Sezione italiana del Consiglio dei<br />
Comu~li d'Europa, ordine del giorno che è<br />
stato accolto con favore dalla Giunta<br />
Regionale.<br />
L'iizserinzento dei pvoblemi della Regione<br />
Friuli-V-enezia Giulia nel più vasto quadro<br />
della Cornunità Europea 2 tenuto costaq~te-<br />
mente presente da Metus nei suoi inte?-<br />
venti: ecco quanto ha detto in sede di replica<br />
nella discussione generale del D.D.L. sulla<br />
« disciplina giuridica dell'artigiali-ato r di cui<br />
era relatore (dal resoconto stenografico del-<br />
la seduta):<br />
... Ma una considerazione d'ordine politico,<br />
mi consenta- senatore Pellegrini, in<br />
ordine alla libera circolazione dei lavoratori<br />
neil'area del MEC e che lei traduce<br />
nel trisle ~locabolo " emigrazione ". Quand'io<br />
ed altri sosteniamo la libertà di movimento<br />
delle forze del lavoro, dei capitali e delle<br />
merci, apriamo sicuramente ad un avvenire,<br />
che lascia dietro dz sé vecchi ed arruginzti<br />
strumenti nazionali, vecchie e moderne - se<br />
vziole - co~rcezioni politiche basate peraltro<br />
sulla difesa dell'assurdità del mito dello<br />
Stato nazionale (interruzione Sema: ... abbiamo<br />
visto per i CRDA ...) ... collega Sema, io<br />
sono stato ad ascoltare con attenzione tutti<br />
i vostri interventi (...Sema: ...q uando si dicono<br />
cose serie ...) ... Si apre, senatore Pellegrini,<br />
una grande prospettiva con questi<br />
propositi. Propositi che dovrebbero esse? i?<br />
accolti dalle forze vive e democratiche cile<br />
operano nella Comunità Economica Europeu.<br />
Ma vi è il dubbio, in chi parla, che oggi<br />
nella Comunità nazionale, queste forze vive<br />
siano una stretta minoranza, per cui si assiste<br />
al triste - questo si che è ancor più<br />
triste - spettacolo che le forze della conservazione<br />
parlano lo stesso linguaggio, sui<br />
problemi di fondo interni ed esteri, delle<br />
forze cosiddette progressiste.<br />
L'emigrazione che io voglio, senatore Pellegrini,<br />
è quella di un popolo europeo libero<br />
di muoversi e stabilirsi in qualsiasi parte<br />
dell'area comunitaria, cioè una nuova cittadinanza<br />
per i nostri lavoratori. Se la patente<br />
Ùi mestiere e la legge in esame potrà<br />
aiutarci i:~ questa direzione, i nostri figli<br />
ce ne saranno sicuramente grati D.<br />
Qualche giorno più tardi, intervenendo<br />
sul documento dell'Amministrazione regio-<br />
nale concernente rilievi, osservazioni e pro-<br />
poste di modifiche allo schema di piano<br />
quinqueiznale nazionale, per le sue correla-<br />
zioni alla situazione ed alle esigenze di<br />
sviluppo della Regione Friuli-Venezia Giu-<br />
lia, Metus, dopo aver chiarito che soste-<br />
nere unci linea di politica economica di<br />
difesa ad oltranza di prerogative di carat-<br />
tere nazionale è porsi in una situazione anti-<br />
storica, ha detto: n Si deve considerare in-<br />
vece che l'apertura del Mercato, l'ampiezza<br />
del Mercato, presuppongono concentrazioni<br />
economiclze e dimensioni dell'Azienda va-<br />
ste, poiché non è più sufficiente la piccola<br />
e la media dimensicne pey apertura e schieramenti<br />
ecorio.mici di questo genere.<br />
La dimensione dell'Azienda, quindi, è problema<br />
esrensiale per lo svil7cppo economico<br />
delia socielà moderna.<br />
Vuoi Aiende pubbliche, vuoi Aziende<br />
private, verché sia l'una che l'altra non possono<br />
ignorare questa realtà.<br />
E' stato detto inoltre che la Regione Friuli-<br />
Venezla Giulia paga la sua posizione a causa<br />
deile decisioni dcl Goierno nazionale in<br />
favore della Comunità Economica Europea<br />
e della poli.tica atlantica. Direi che (inter-<br />
ruzione del cons. Se~na) non è su quel ter-<br />
reno che il problema va posto.<br />
Vorrei dire a coloro che affermano che<br />
nell'ambi,lo della Conzunità Economica Eu-<br />
ropea le forze che dominano la situazione<br />
soil» quelle cielle concentrazioni economiche-<br />
finanziarie, e che è vero, vorrei dire a co-<br />
storo che cosa hanno fatto i movimenti dei<br />
lavoratori perché ciò non avvenga.<br />
(Interruzione da parte comunista) .<br />
Presidente: Collega Sema, collega Ber-<br />
gotizas ...<br />
Metus: e allora colleghi comunisti un mo-<br />
mento ... al prof. Sema che si dice inten-<br />
ditore di storia e anche agli altri colleghi<br />
del gruppo comunista voglio ricordare un<br />
fatto seiwplicissimo ...<br />
Senia: Io non sono intenditore di niente.<br />
Metus: Risulta agli atti della CGIL; per<br />
la prima volta la CGII, in preparazione del-<br />
l'ultinro congresso nazionale si è posta il<br />
problema della integrazione econonrica eu-<br />
ropea con una visione moderna. La CGIL<br />
prima di quella posizione ha considerato il<br />
proble~no. della integrazio~ie economica co-<br />
me groblema contrastante con gli interessi<br />
dei lavoratori.<br />
Ho voluto fare un accenno a questa si-<br />
tuuzione perché se noi oggi constatiamo<br />
che a iivello comunitario, i lavoratori non<br />
pesano come avrebbero diritto di pesare (in<br />
un dialogo anziclzevole con qualche collega<br />
comunista si riconosceva esatta questa po-<br />
sizione; si riconosceva purtroppo che i la-<br />
voratori non sono stati posti nella condi-<br />
zione o non si sono posti nella condizione<br />
di essere elemento determinante nella poli-<br />
tica comunitaria) la responsabilità, in questo<br />
caso, non è di quelli che si sono interessati<br />
attivamente per porsi in posizione di do-<br />
minio a quel livello, cioè i gruppi impren-<br />
ditoriali s.<br />
Ed lza concluso affermando:<br />
« Se la nostra Regione come tutte le Re-<br />
gioni di confine, come tutte le Regioni se<br />
volete sottosviluppate, si trova in una posi-<br />
zione di emarginazione nel quadro nazio-<br />
nale e nel quadro europeo, ebbene, colleghi<br />
consiglieri, noi dovremmo rispondere anche<br />
ad un'altra domanda molto importante<br />
(chiedo venia se tcilune cose le ripeto, ma<br />
dovremmo rispondere a questa domanda).<br />
Mentre a livello regionale noi abbiamo la<br />
possibilità di fare una politica economica,<br />
per quanto riguarda le nostre competenze,<br />
mentre a livello nazionale noi abbiamo pure<br />
la possibilztà di fare una politica economica<br />
programmata, a livello europeo questa ca-<br />
pacita non l'abbiamo. Nel momento in cui<br />
talune decisioni prese dalla Regione e dal<br />
Governo nazionale dovrebbero inserirsi in<br />
un quadro organico e nel momento in cui<br />
noi viviamo nella realtà deila Comunità Economica<br />
Europea, abbiamo il bisogno e il<br />
dovere di dire agli italiani, ai francesi, ai<br />
tedeschi e agli europei in genere, che devono<br />
darsi un potere che attualmente non<br />
hanno, collega Bacicchi; la Comunità Econoinica<br />
Europea è stilla carta sovranazionale,<br />
ma non di fatto.<br />
Noi abbiamo il dovere di creare questo<br />
strumento ael potere politico anche a livello<br />
europeo perché allora così ai tre stadi<br />
dello sviluppo, allo stadio dello sviluw~o regionale,<br />
allo stadio dello sviluppo nazionale,<br />
allo stadio dello sviluppo europeo, noi<br />
avremo le tre scale di potere che avranno<br />
delle precise competenze per indirizzare lo<br />
sviluppo economico in modo equilibrato. Poi<br />
non ci si lamenti se troviamo che la politica<br />
ciegli oleodotti proprio nel nostro Paese<br />
e in Europa segue linee che non sono certo<br />
quelle dello sviluppo equilibrato in modo<br />
particolare della periferia.<br />
Quando siano di mezzo Enti pubblici o<br />
no, noi ci troviamo di fronte a situazioni<br />
che tengono i Governi nazionali in una posizione<br />
di insufficienza rispetto ai fini dello<br />
sviluppo equilibrato dell'ecomomia. E questo<br />
esempio noi lo abbiamo proprio dalla politica<br />
degli oleodotti e nella politica delle<br />
grandi concentrazioni in genere e da questa<br />
politica, collega Bergomas, non si libera né<br />
l'azienda pubblica e tanto meno l'azienda<br />
privata.<br />
E allora per risolvere questo problenra<br />
noi abbiamo il dovere, a me pare, di formulare<br />
l'azispicio che si addivenga tanto<br />
più presto possibile alla creazione anche a<br />
quel livello, dove ormai molti interessi operano,<br />
alla costituzione di poteri effettivi e<br />
reali perché solo con la costituzione dei<br />
poteri effettivi e reali anche a livello comunitario<br />
noi avremo la possibilità di far dirottare<br />
lo sviluppo economico nel senso da<br />
noi auspicato B.<br />
* *<br />
I1 discorso di Metus<br />
Nelle dichiarazioni programmatiche il<br />
Presidente della Giunta Regionale ebbe ad<br />
affermare che la Regione del Friuli-Vene-<br />
zia Giulia deve assolvere ad una funzione<br />
internazionale, in quanto lo esigono obiet-<br />
tive esigenze e realtà regionali. Se pren-<br />
diamo in considerazione le vie di comuni-<br />
cazione: le strade, le linee navali e ferro-<br />
viarie, ci06 i mezzi di contatto di questa<br />
Regione con il mondo centro-orientale, se<br />
prendiamo in considerazione la funzione<br />
internazionale che deve svolgere il porto<br />
di Trieste, non dovremmo avere alcun dub-<br />
bio sulla funzione internazionale della no-<br />
stra Regione, che definirei funzione di pri-<br />
mo piano, specie per quanto riguarda lo svi-<br />
luppo della integrazione economica e poli-<br />
tica del continente eurapeo.<br />
Qluando il prof. Maternini, dell'università<br />
di Trieste, sosteneva che c'è da auspicare<br />
che la Jugoslavia e l'Austria entrino nel<br />
MEC, egli auspicava un fatto molto impor-<br />
tante che e quello di ridare alla Regione<br />
Friuli-Venezia Giulia e in modo particolare<br />
a Trieste, il suo retroterra - anche se mi<br />
rendo conto che l'attuale situazione del porto<br />
di Trieste attraversa un momento difficile,<br />
specie per quanto riguarda la concorrenza
ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 25<br />
che viene fatta dai vicini porti di Fiume,<br />
Pola e Capodistria.<br />
Sui problemi del porto di Trieste vorrei<br />
soffermarmi anch'io un istante. L'art. 70<br />
dello Statuto, è stato detto anche ieri, pre-<br />
vede l'istituzione dell'Ente Porto e tale Ente<br />
doveva essere costituito entro un anno dal-<br />
l'entrata in vigore dello Statuto stesso.<br />
C'è poi. l'art. 47 dello Statuto che, in<br />
sostanza, impegna la Giunta ad esprimere<br />
pareri ed opinioni in merito a problemi di<br />
carattere internazionale, specie per quanto<br />
riguarda l'aspetto commerciale.<br />
Comprendo l'esigenza che l'Ente Porto<br />
debba essere costituito quanto prima come<br />
Ente avente natura pubblicistica. Sono del-<br />
l'avviso, comunque, che a farne parte do-<br />
vrebbero essere chiamati la Regione, la Pro-<br />
vincia ed il Comune di Trieste.<br />
L'Ente Porto, come diceva l'on. Belci, in<br />
un suo interessante articolo pubblicato sulla<br />
rivista Trieste », dovrebbe essere un ente<br />
,< che piloti in modo coordinato, efficiente<br />
e snello, il complesso del Porto Industriale,<br />
che nelle sue due componenti sempre più<br />
intrinsecamente connesse, caratterizza la<br />
nuova realtà economica triestina ».<br />
Si vuole, diceva ancora l'on. Belci, in<br />
definitiva, un istituto che dia vita ad un<br />
vero e proprio ente di sviluppo D.<br />
Credo che il problema dell'Ente Porto<br />
non possa prescindere, a sua volta, dall'in-<br />
tervento dello Stato con contributi finan-<br />
ziari, in quanto l'Ente Porto deve assolvere<br />
ad una funzione di politica tariffaria per<br />
conseiltire al porto di Trieste di svolgere<br />
una politica commerciale efficiente che ab-<br />
bia le capacità finanziarie per assolvere a<br />
questa funzione.<br />
Problema importante, connesso a quanto<br />
detto, mi pare sia quello di tener sempre<br />
viva l'esigenza di premere sulle Autorità<br />
governative centrali, al fine di ottenere per<br />
il porto di Trieste le stesse agevolazioni<br />
concesse ai porti di Brema e di Amburgo,<br />
ai sensi dell'art. 70 del Trattato del Mer-<br />
cato Comune.<br />
Si sa che l'elemento principale dell'atti-<br />
vità economica triestina è il porto, intorno<br />
al quale vive la vita triestina, intorno al<br />
quale si sviluppa principalmente l'attività<br />
economica triestina. Ebbene, dall'esame del-<br />
le cifre concernenti la capacità del reddito<br />
della Provincia di Trieste, che ho dovuto<br />
citare e che qualche collega ha voluto con-<br />
testare, nii pare che i dati e le tesi svilup-<br />
pate nella conferenza economica di Trieste<br />
debbano essere tenute in debita conside-<br />
razione. Debbo chiarire al collega Sema,<br />
che contestava i dati da me riportati circa<br />
il reddito delle tre provincie, che i dati<br />
sono precisi, solamente bisogna dar loro<br />
un'interpretazione che sia veramente coe-<br />
rente.<br />
Quando parlo del reddito di oltre 500 mila<br />
lire pro capite per il cittadino della Pro-<br />
vincia di Trieste, indubbiamente mi rendo<br />
conto che questo reddito pro capite non è<br />
il risultato della capacità di produzione del<br />
cittadino, del lavoratore triestino, ma è an-<br />
che il risultato dell'apporto di finanziamenti<br />
pubblici che solo indirettamente possono<br />
avere un significato economico. Ciò significa<br />
però, che quando il lavoratore, il con-<br />
sumatore possiede una quantità di danaro<br />
Gemel laggio Verona- Nimes<br />
si trova nella condizione di spenderlo, per<br />
cui si può concludere che quella cifra di<br />
500 e passa mila lire pro capite rappre-<br />
senta un'effettiva capacità di acquisto e di<br />
spesa da parte dei relativi possessori.<br />
Mi auguro che i problemi di Trieste e<br />
del Porto abbiano ad essere sempre tenuti<br />
nella dovuta considerazione, se è vero che,<br />
come si diceva nella conferenza economica<br />
citata, per risolvere i problemi di questa<br />
Città occorrono circa 150 miliardi.<br />
Infine la funzione della Regione nell'unità<br />
dando seguito ai rap-<br />
porti iniziati nel mag-<br />
gio 1960 tra Verona e<br />
la sua città gemella,<br />
Nimes (Francia), nei<br />
marzo scorso si sono<br />
svolte delle competi-<br />
zioni sportive, e tra<br />
l'aprile e il luglio sono<br />
avvenuti scambi di stu-<br />
denti, mentre è previ-<br />
sta, per il prossimo anno<br />
la partecipazione di Ve-<br />
rona alla Foire-Exposi-<br />
tion della città di Ni-<br />
mes. Nelle foto, un mo-<br />
mento della cerimonia<br />
svoltasi a Verona, nella<br />
Sala della Loggia di<br />
Fra' Giocondo, e la<br />
pergamena ricordo del<br />
gemellaggio.<br />
dell'Europa ha importanza sia per lo svi-<br />
luppo economico e sociale, sia per gli inte-<br />
ressi della classe lavoratrice. Opporsi alla<br />
tesi dell'unificazione del Continente Euro-<br />
peo significa collocarsi in una posizione<br />
storicamente non valida dato che il pro-<br />
blema dell'unificazione ddl'Europa è un<br />
problema che discende da esigenze precise<br />
della realtà tecnologica, della realtà econo-<br />
mica del mondo moderno.<br />
I piccoli mercati, le piccole dimensioni<br />
sono incapaci ed insufficienti ad affrontare
uii altro grande vuoto nel CCE: Walter Kobel,<br />
Vice Presidente della Sezione teàesca del<br />
Consiglio dei Comuni d'Europa, Borgomastro<br />
di Russelsheim, è deceduto, dopo breve malat-<br />
tia, il 9 settembre scorso. Era Presidente del<br />
Kreistag Gross-Gerau, deputato del Land ed<br />
attivo collaboratore delle Giornate dei Co-<br />
muni, prima a Muhllieim e poi a Russelsheim.<br />
Propugnatore convinto delle autonomie locali<br />
in seno alla Federazione europea, era stato<br />
uno dei fondatori della Sezione tedesca del<br />
CCE, che con lui perde uno dei più capaci<br />
ed attivi esponenti.<br />
e risolvere i problemi che la vita economica<br />
moderna pone; tant'è vero che se noi guar-<br />
diamo quello che sta accadendo nel mondo,<br />
sia sul piano economico che su quello mi-<br />
litare, ci si accorge che i piccoli paesi non<br />
contano, in quanto devono ruotare intorno<br />
ai grandi. I piccoli paesi non hanno la ca-<br />
pacità di decidere delle loro stesse sorti.<br />
E richiamandomi ai grandi valori della Re-<br />
sistenza che, prima di essere nazionale, è<br />
stata un fenomeno europeo, poiché com-<br />
battenti che si trovavano a centinaia, forse<br />
a migliaia di chilometri l'uno dall'altro,<br />
avevano nel loro cuore, nelle loro ansie lo<br />
stesso problema: quello dell'Europa che ha<br />
visto i suoi figli scontrarsi in una guerra<br />
non tanto imperialista o nazionalista, ma<br />
fratricida.<br />
Vorremmo che il popolo dell'Europa fosse<br />
nella condizione di poter decidere del suo<br />
destino. Quando facciamo questa battaglia<br />
diciamo che attualmente i popoli dei sin-<br />
goli Stati non sono nelle condizioni di de-<br />
cidere in modo autonomo, sovrano, del loro<br />
destino, perché la dimensione dei problemi<br />
economici moderni non si esaurisce nel-<br />
l'ambito degli schemi di una politica na-<br />
zionale.<br />
Basterebbe prendere in considerazione lo<br />
sviluppo tecnologico, lo sviluppo scientifico,<br />
la situazione internazionale in genere, per<br />
avere la sensazione che noi non contiamo<br />
a livello internazionale, che tutti i popoli<br />
che non abbiano una dimensione di tipo<br />
continentale in questo momento non con-<br />
tano, se non come supporto a posizioni di<br />
potenze egemoniche che noi possiamo indi-<br />
viduare con assoluta precisione.<br />
COMUNI D'EUROPA ottobre 1965<br />
Ebbene, oggi non c'è la possibilità di<br />
fare una politica concreta, di fare una politica<br />
a livello internazio'nale; se non si hanno<br />
le dimensioni degli Stati Uniti, della<br />
Russia, della Cina, dell'India ci si trova<br />
neila condizione di non poter portare avanti<br />
un dis,corso veramente concreto.<br />
Per questa ragione noi vogliamo che effettivamente<br />
il popolo d'Europa sia sovrano<br />
nelle sue decisioni, sia egli stesso arbitro<br />
del suo destino, ed è per questo che noi,<br />
federalisti da parecchi anni, combattiamo<br />
per la integrazione del Vecchio Continente,<br />
con la consapevolezza di servire i valori<br />
della libertà, del benessere e della pace.<br />
Siamo convinti che solamente quando metteremo<br />
i nostri cittadini nelle condizioni di<br />
decidere responsabilmente, noi avremo posto<br />
in modo concreto il problema di questi<br />
valori.<br />
Ed è perciò, e concludo, che una grande<br />
forza popolare, come quella del Consiglio<br />
dei Comuni d'Europa, che ha posto a sua<br />
base la battaglia delle auto'nomie lo~cali e<br />
delle autonomie regionali ma, anzitutto, il<br />
problema di una federazio'ne democratica<br />
sopranazionale eurolpea, è uno degli strumenti<br />
primari: ai fini della realizzazione di<br />
tutti questi obiettivi. Ed è per questo che,<br />
pur sapendo che la Giunta Regionale ha<br />
preso contatto con questa associazione sopranazionale,<br />
stabilendo con essa dei rapporti<br />
co~ncret~i, ho voluto portare in questa<br />
Assemblea il problema, che non è solamente<br />
di carattere amministrativo, ma è anzitutto<br />
politico, per cui raccomando vivamente che<br />
ques8to ordine del giorno sia aclcolto e nella<br />
lettera e nello spirito.<br />
Nuovi pokri locali aderenli all'AICCE<br />
Conzuni : ab.<br />
ACQUI TERMF: (Alessandria) .<br />
AGOSTA (Roma) . . . . .<br />
AICURZIO (Milaiio) . . . .<br />
AZZANO MELLA (Erescia) . .<br />
BORDOLANG (Cremona) . . .<br />
BOTTICINO (Brescia) . . . .<br />
BRENO (Brescia) . . . . .<br />
BUSNAGO (Milano) . . . . .<br />
CASAL CERMELLI (Alessandria)<br />
CASTELSEPRIO (Varese) . . .<br />
CASTELSPINA (Alessandria) . .<br />
CERVETERI (Roma) . . . .<br />
CIIIESA IN VALMALENCO (Sondrio)<br />
. . . . . . . . .<br />
CORNA IMAGNA (Bergamo) . .<br />
GHEDI (Brescia) . . . . .<br />
LAGLIO (Como) . . . . . .<br />
LISCATE (Milano) . . . . .<br />
LOGRATO (Brescia) . . . . .<br />
PALAZZOLO SULL'OGLIO (Bre-<br />
scia) . . . . . . . . .<br />
SANTERAMO IN COLLE (Bari) .<br />
VENARIA<br />
(Torino) . . . . ~<br />
Province : POP.<br />
Gemellaggio Verbania - Bourg de Péage<br />
rappresentanti di Verbania e di Bourg de Péage celebrano in Francia la ricorrenza del patto<br />
di gemellaggio che unisce le due città da quattro aiuii.
ottobre 1965 COMUNI D'EUROPA 27<br />
Diffusione<br />
e indipendenza<br />
Abbonati ordinari sostenitori e bene-<br />
meriti, rinnovate tempestivamente il<br />
Vostro abbonamento per il 1966 a<br />
« Comuni d'Europa n.<br />
La nostra rivista vive e si diffonde<br />
sul Vostro appoggio, ,ormai costante, e<br />
anche nel 1966 godrà della sua piena<br />
indipendenza economica e quindi poli-<br />
tica grazie a Voi.<br />
Sarà ormai il 14O anno di libera e<br />
indipendente battaglia per gli Stati Uniti<br />
d'Europa.<br />
COMUNI D'EUROPA<br />
Organo deli'A.1.C.C.E.<br />
<strong>Anno</strong> <strong>XIII</strong> - n. <strong>10</strong> - ottobre 1965<br />
Direttore resp.: UMBERTO SERAFINI<br />
Redattore capo: EDMONDO PAOLINI<br />
I<br />
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wrioi-mu-ro65<br />
BANCO DI SICILIA<br />
ISTITUTO DI CREDITO DI DIRITTO PUBBLICO CON SEDE IN PALERMO<br />
Patrimonio L. 17.047.709.000<br />
AZIENDA BANCARIA E SEZIONI SPECIALI DI CREDITO AGRARIO<br />
E PESCIIERECCIO, MINERARIO, FONDIARIO, INDUSTRIALE, PER<br />
IL FINANZIAMENTO DI OPERE PUBBLICIIE E DI IMPIANTI<br />
DI PUBBLICA UTILITÀ<br />
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257 Stabilimenti in Italia 7 U'ci di Rappresentanza all'estero<br />
Corrispondenti in tutte le piazze d'Italia e nelle principali del mondo<br />
TUTTE LE OPERAZIONI DI BANCA E DI BORSA
classificatori verticali<br />
l'ordine delle cose<br />
fa l'ordine delle idee<br />
I classificatori verticali Synthesis<br />
sono negli uffici e nelle amministrazioni<br />
la certezza di un risparmio costante<br />
di tempo e lavoro<br />
e la sicurezza dalle manomissioni<br />
e dagli smarrimenti.<br />
Gli acciai delle strutture e delle guide,<br />
le vernici, i sistemi di chiusura<br />
e quelli delle cartelle sospese<br />
hanno le conosciute qualità dei prodotti Olivetti.<br />
Ad ogni diversa esigenza di classificazione,<br />
ad ogni particolare problema di ordinamento<br />
rispondono i nostri servizi di consulenza.<br />
Synthesis è custodia del lavoro di ieri,<br />
fondamento di quello di domani.