AMBIENTE DESERTICO E DESERTIFICAZIONE - CRIEA
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Corso di Geologia - Laurea in Economia Ambientale<br />
PARTE II - PROCESSI SUPERFICIALI<br />
<strong>AMBIENTE</strong> <strong>DESERTICO</strong><br />
E<br />
<strong>DESERTIFICAZIONE</strong>
Ambiente desertico<br />
I deserti sono aree caratterizzate da un bilancio idrico negativo, cioè da un deficit<br />
di precipitazioni e da un regime climatico variabile, con forti oscillazioni per<br />
quanto riguarda soprattutto l’intesità, frequenza e durata delle precipitazioni.<br />
Circa il 25% della superficie emersa del globo terrestre è caratterizzata da<br />
condizioni desertiche.<br />
Il deflusso superficiale delle acque è di natura effimera e i processi eolici hanno<br />
un ruolo dominante su quelli idrici. Le saltuarie precipitazioni hanno un carattere<br />
torrenziale e generano piene rovinose e improvvise.<br />
In una zona desertica le precipitazioni annuali sono inferiori a 250 mm.<br />
La mancanza o il carattere molto sparso della vegetazione favoriscono l’alta<br />
erosione.
Non sempre la formazione di condizioni desertiche è subordinata alle sistema<br />
globale di circolazioni atmosferica e possiamo quindi avere diversi tipi di deserti:<br />
Tipo di deserto Origine Esempi<br />
Sub tropicale al centro di aria secca discendente tra i 20-30N e S Sahara, Australia, Kalahari<br />
Continentale all’interno dei continenti e quindi lontano dalle zone umide Gobi<br />
“rainshadow” alle spalle di rilievi che fungono da barriere per le masse<br />
umide atmosferiche<br />
Costiero correnti marine di upwelling raffreddano le masse Atacama, Cascades, Sierra<br />
d’aria costiere Nevada, Peru, SW Africa<br />
Polare regioni dove aria fredda e secca origina poche piogge Groenlandia, Antartica<br />
Le zone semi-aride alla periferia dei deserti sono pericolose a causa del carattere<br />
erratico e instabile del loro clima: i periodi di siccità non hanno durata fissa e si<br />
protraggono a volte per anni, alternandosi ciclicamente con periodi più umidi con<br />
precipitazioni non prevedibili.
DISTRIBUZIONE MONDIALE DELLE ZONE ARIDE
AZIONE DEL VENTO<br />
Nelle zone aride l’azione meccanica del vento è significativa e può trasportare notevoli quantità di<br />
sedimento. Ciò produce una alta erosione del suolo con ricadute negative sull’agricoltura.<br />
Il vento rimuove particelle di dimensioni corrispondenti alle sabbie medio-fini. L’azione del vento è molto<br />
selettiva sulla granulometria e i depositi eolici sono caratterizzati dalla stessa classe granulomentrica.<br />
I granuli si muovono per saltellamento, spinti dagli urti granulo-granulo che aumentano la capacità di<br />
trasporto del vento anche ad una velocità inferiore a quella necessaria per iniziare la rimozione. In<br />
genere 3/4 dei granuli si muove per saltellamento, il resto o viene trasportato in sospensione o si muove<br />
per trazione sul terreno.
Durante il trasporto delle particelle, il vento diventa un fortissimo agente abrasivo che<br />
erode e modella anche le rocce più compatte.<br />
L’azione erosiva del vento si può distinguere in:<br />
• deflazione: si abbassa il livello del suolo asportando i materiali fini e facendo addensare<br />
materiale più grossolano, troppo pesante per essere mosso. Può provocare forme locali di<br />
erosione differenziale come buche, docce, conche.<br />
• logorio: il materiale messo in sospensione dal vento viene ulteriormente frammentato<br />
dagli impatti tra le varie particelle soggette a turbolenza.<br />
• abrasione: si esplica specialmente nei deserti pietrosi ed è proporzionale all’energia<br />
cinetica dei granuli che colpiscono superfici solide. Queste superfici vengono levigate,<br />
scanalate o incise (yardangs). L’abrasione è più efficace vicino al suolo e tende a formare<br />
pareti e colonne in bilico chiamati mesas o butte.<br />
La diversa litologia e compattezza delle rocce del substrato influenzano l’azione erosiva<br />
del vento e le relative forme di erosione.<br />
Azione erosiva del vento
Depositi eolici<br />
La sabbia eolica si raccoglie in grandi masse i cosidetti mari di sabbia o erg e possono dare<br />
origine a varie morfologi e tipi di depositi. Le zone di deflazione di chiamato reg.<br />
Coltri di sabbia (sand sheets): accumuli di sabbia fine e ben cernita con superficie liscia e<br />
perciò sono più resistenti all’erosione.<br />
Accumuli da ostacolo: depositi sabbiosi che si formano alle spalle di un ostacolo per perdita di<br />
competenza del vento in prossimità dell’ostacolo stesso.<br />
Dune: possono essere di tipo barcane (trasversali), seif (logitudinali) o stellate a seconda della<br />
direzione prevalente dei venti. Le dune hanno probabilmente origine quando un ostacolo<br />
impedisce il flusso libero della sabbia in aree >5m diametro e su una superficie ruvida.<br />
Le dune presentano un lato sottovento meno inclinato (stoss side) dove i granuli vengono<br />
messi in movimento e trasportati fino alla cresta dalla quale precipitano per gravità lungo il<br />
lato più inclinato (lee side). In questo modo la duna si accresce verticalmente e<br />
contemporaneamente avanza orizzontalmente. Una barcana può avanzare di 6-16 metri ogni<br />
anno.
Azione fluviale nelle regioni aride e semi-aride semi- aride<br />
Nelle zone aride la pioggia cade irregolarmente e sottoforma di violenti acquazzoni, riempiendo nel<br />
giro di poche ore i canali fluviali che sono secchi per la maggior parte dell’anno.<br />
Spesso la capacità dei canali non è sufficiente per contenere il volume d’acqua e si producono estese<br />
inondazioni.<br />
Le piene sono improvvise e si manifestano come torrenti d’acqua e fango che scavano solchi<br />
profondi (gullies) o lame di piena (sheetfloods). Alvei secchi (wadi o oued) vengono invasi da<br />
repentinamente da acqua vorticosa che li allarga e si hanno divagazioni del sistema fluviali.<br />
Le piene sono di breve durata perchè l’acqua si satura rapidamente di sedimento trasformandosi in<br />
colate, con aumento degli attriti e rallentamento della velocità.<br />
Questo regime idrico viene chiamato effimero, effimero perchè attivo solo per brevi periodi dell’anno. In<br />
climi umido-temperati si hanno principalmente regimi idrici permanenti.<br />
L’effetto di piena è più intenso in bacini endoreici (cioè in conche intermontane che spesso non<br />
hanno deflusso al mare. I rilievi sono caratterizzati da numerose conoidi alluvionali che si<br />
accrescono ad ogni evento di piena verso il centro del bacino. Oltre al detrito si formano anche<br />
crostoni salini per la rapida evaporazione delle acque, rendendo il detrito di conoide molto<br />
cementato.
Al posto delle conoidi, possiamo avere i pedimenti o glacis, una sorta di pianura erosiva<br />
coperta da un sottile strato di deposito fluviale. I glacis sono prodotti dall’erosione laterale<br />
di corsi d’acqua principalmente effimeri e adattati a smaltire le acque di piena. Nei glacis si<br />
accumulano i depositi di smantellamento della rilievo durante le pioggie.<br />
Se l’erosione del rilievo è molto spinta le gole si allargano e i due glacis si uniscono a<br />
formare un pedepiano cosparso di colline residuali chiamate inselberg o bornhardt.<br />
La parte centrale della depressione endoreica si chiama playa o sebkha e può essere sede di<br />
un lago effimero, soggetto ad inondazioni stagionali e rapidamente evaporato. La<br />
superificie è caratterizzata da depositi evaporitici e crostoni salini.
Conoidi alluvionali in ambiente arido
Caratteristiche di un ambiente di playa o sabkha
Problemi creati dal trasporto eolico
Suolo con alta salinità.
Atmospheric<br />
Circulation<br />
Patterns<br />
Fig. 14.1
Erosion and deserts<br />
Wind is often thought to be the most<br />
important agent of erosion in deserts.<br />
However, even in deserts, most of the<br />
work of erosion is done by water.<br />
Because there is so little water in<br />
deserts, erosion is very intermittent.
Erosion and deserts<br />
Typically, when storms take place in<br />
desert regions, dry stream courses fill<br />
quickly with water.<br />
With little vegetation to hold water,<br />
flash floods can be brief, but violent.
Erosion and deserts<br />
When rainfall is unusually heavy,<br />
desert soil may become saturated<br />
with water and begin to flow.<br />
This is known as a debris flow.
Fig. 14.2
Fig. 14.3
Wind<br />
Direction<br />
Fig. 14.4 Tom Bean
Rate of<br />
Sand<br />
Movement<br />
as a<br />
Function<br />
of Wind<br />
Velocity<br />
Fig. 14.5
VENTO<br />
• Trasporto di materiale: il vento e’ meno<br />
denso dell’acqua e quindi puo’<br />
trasportare solo piccole particelle,<br />
principalmente sabbia e silt (l’argilla e’ in<br />
genere molto coesiva e quindi piu’<br />
difficile da erodere in assenza di acqua).<br />
• Le particelle si muovono sia per<br />
saltazione (saltation) tipico moto della<br />
sabbia o per sospensione (suspension)<br />
come polvere.
Il vento<br />
La polvere dell’ambiente desertico<br />
puo’ essere trasportata per grandi<br />
distanze.<br />
Nelle nevi delle Alpi si trovano spesso<br />
strati piu’ scuri ricchi di polveri<br />
provenienti dal Sahara, lontano piu’<br />
di 1500 km.
Wind<br />
• Wind-borne material can become<br />
extremely concentrated in air:<br />
in 1 km 3 , there may be up to 1000<br />
tons of dust.<br />
• Sand grains carried by wind get a<br />
frosted exterior (diagnostic of eolian<br />
transport).
Library of Congress<br />
Dust Storm, 1937
Frosted and Rounded Wind-blown Sand<br />
Walter N. Mack<br />
Fig. 14.6
Deflation<br />
• The process of removing all of the<br />
small (easily moved) particles.<br />
• As this process proceeds, only<br />
larger rocks are left. This is known<br />
as “desert pavement”.
Breck P. Kent<br />
Deflation Hollow<br />
Fig. 14.7
Formation of Desert Pavement<br />
Fig. 14.9b
David Muench<br />
Desert Pavement<br />
Fig. 14.8a
E.R.Degginger<br />
Ventifact<br />
Fig. 14.9
Comstock<br />
Yardangs in Iran<br />
Fig. 14.10
Prevailing<br />
Winds<br />
Linear Dunes in Saudi Arabia<br />
ERIM<br />
Fig. 14.11
Loren McIntyre<br />
Coastal Dunes in Peru<br />
Fig. 14.12
Formation<br />
of a<br />
Wind- Wind-<br />
shadow<br />
Dune<br />
Fig. 14.13
Dune Migration<br />
Fig. 14.14
Dune<br />
Migration<br />
and the<br />
Formation<br />
of Cross<br />
Bedding<br />
Fig. 14.15
Types of Dunes<br />
Fig. 14.17
E.R.Degginger<br />
Pleistocene Loess<br />
(Loess: depositi eolici in ambiente arido glaciale)<br />
Fig. 14.18
Stephen C. Porter<br />
Loess in<br />
China<br />
Fig. 14.19
Where deserts are<br />
• Tropic of Capricorn, Tropic of Cancer<br />
• High pressure subsiding air heats loses<br />
moisture<br />
• Center of continent<br />
• Rain shadow<br />
• Interaction with ocean currents: e.g., Atacama<br />
Desert (Peru and Chile). Air moves from above<br />
cold ocean waters to warm land and expands,<br />
absorbing moisture.
Major Deserts of the World<br />
Fig. 14.20
Venirce del deserto (Desert varnish)<br />
• Strato di alterazione della<br />
roccia con arricchimento di<br />
ossidi di Fe and Mn<br />
• Puo’ essere utilizzato per<br />
misurare il tempo di<br />
esposizione della roccia alle<br />
condizioni aride.
Petroglyphs in Desert Varnish<br />
Peter Kresan<br />
Fig. 14.21
Streams and lakes in deserts<br />
• Often streams in the desert dry<br />
up before they reach the sea.<br />
• Those that don’t dry up are<br />
usually fed from a wetter area<br />
(e.g., Colorado River).<br />
• Interior drainages are common<br />
in deserts — the two are linked.<br />
Examples: Nevada, Tibetan<br />
plateau
Peter Kresan<br />
“Dry Dry wash” wash in Flood<br />
Fig. 14.22a
Peter Kresan<br />
The Day After<br />
Fig. 14.22b
David Muench<br />
Playa Lake<br />
Fig. 14.23
Peter Kresan<br />
Typical<br />
Landscape<br />
Formed by<br />
Desert<br />
Weathering<br />
Fig. 14.24
Playa lakes<br />
• Formed in a closed basin.<br />
• Water accumulates after rain; may<br />
last days to months before<br />
complete evaporation, leaving a<br />
playa, a flat lake bed of clay, silt,<br />
and evaporites.
Faulting<br />
Fig. 14.25a
Deposition of Alluvial Fans<br />
Fig. 14.25b
Erosional Retreat Forms Pediment<br />
Fig. 14.25c
Pediment Expands with Continued<br />
Erosion<br />
Fig. 14.25d
Evolution of a Mesa<br />
Rivers Breach Resistant Cap<br />
Fig. 14.26a
Evolution of a Mesa<br />
Continued Erosion<br />
Fig. 14.26b
Evolution of a Mesa<br />
Long-continued Erosion<br />
Fig. 14.26c