1.- breve storia del tirocinio in itali
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“FARE-PENSARE-SAPERE<br />
IPOTESI PER IL TIROCINIO NELLA FORMAZIONE DEI MAESTRI<br />
ITALIANI”<br />
<strong>1.</strong>- BREVE STORIA DEL TIROCINIO IN ITALIA<br />
DAVIDE PARMIGIANI<br />
Instituto Comprensivo di Vezzano- Ligure<br />
La Spezia<br />
Italia<br />
"L'accesso ai ruoli <strong>del</strong> personale <strong>in</strong>segnante ha luogo mediante<br />
concorsi per titoli ed esami 1 ".<br />
"…omissis… per l'ammissione ai concorsi è richiesta una formazione<br />
universitaria completa da conseguire presso le università od altri<br />
istituti di istruzione superiore 2 ".<br />
La presente citazione non è tratta da un documento legislativo<br />
recente, bensì dal quel corpus rivoluzionario per la scuola riunito<br />
sotto il nome di decreti <strong>del</strong>egati emanati nel 1974. In essi si<br />
preconizzava l'esigenza di un <strong>in</strong>segnante laureato, formato per<br />
affrontare la crescente complessità scolastica determ<strong>in</strong>ata dai rapidi<br />
cambiamenti sociali.<br />
Tale occorrenza veniva ribadita nel 1990, precisamente il 19<br />
novembre con la legge n° 341 nella quale al comma 2 <strong>del</strong>l'articolo 3<br />
si afferma che "uno specifico corso di laurea, articolato <strong>in</strong> due<br />
<strong>in</strong>dirizzi, è preord<strong>in</strong>ato alla formazione culturale e professionale<br />
degli <strong>in</strong>segnanti, rispettivamente, <strong>del</strong>la scuola materna e <strong>del</strong>la<br />
scuola elementare, <strong>in</strong> relazione alle norme <strong>del</strong> relativo stato giuridico.<br />
Il diploma di laurea costituisce titolo necessario, a seconda<br />
<strong>del</strong>l'<strong>in</strong>dirizzo seguito, ai f<strong>in</strong>i <strong>del</strong>l'ammissione ai concorsi a posti di<br />
<strong>in</strong>segnamento nella scuola materna e nella scuola elementare".
Già <strong>in</strong> queste prime righe, dove si ripetono, <strong>in</strong> maniera più<br />
articolata, le prospettive <strong>del</strong> decreto <strong>del</strong>egato sopracitato, si può<br />
sottol<strong>in</strong>eare un'espressione s<strong>in</strong>tomatica <strong>del</strong>lo sviluppo culturale nei<br />
confronti <strong>del</strong>la preparazione <strong>del</strong> personale operante nella scuola. Le<br />
parole <strong>in</strong> grassetto e, <strong>in</strong> particolare, i due aggettivi contengono <strong>in</strong><br />
nuce i term<strong>in</strong>i, mai disgiunti, <strong>del</strong>la crescita pre-servizio <strong>del</strong>l'aspirante<br />
docente: da un lato una formazione più generale, def<strong>in</strong>ita culturale;<br />
dall'altro una formazione specifica, def<strong>in</strong>ita professionale.<br />
Al comma successivo, il numero 3, viene precisato che "entro<br />
due anni dalla data di entrata <strong>in</strong> vigore <strong>del</strong>la presente legge, con<br />
decreto <strong>del</strong> presidente <strong>del</strong>la repubblica,…omissis…, viene def<strong>in</strong>ita la<br />
tabella <strong>del</strong> corso di laurea e ne sono precisati modalità e contenuti,<br />
comprese le attività di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> didattico".<br />
Nella stessa legge, all'articolo 4 comma 2, si nota che "con una<br />
specifica scuola di specializzazione articolata <strong>in</strong> <strong>in</strong>dirizzi,…omissis…, le<br />
università provvedono alla formazione, anche attraverso attività di<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> didattico, degli <strong>in</strong>segnanti <strong>del</strong>le scuole secondarie,…"<br />
Questa seconda citazione, seppur riferentesi, agli <strong>in</strong>segnanti di<br />
scuola secondaria, è a parer mio ancora più importante, perché<br />
segnale <strong>del</strong> cambiamento <strong>in</strong> atto. Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> non viene prefigurato<br />
solo per le scuole che accolgono bamb<strong>in</strong>i, le scuole primarie, ma<br />
anche per gli <strong>in</strong>segnanti che si troveranno di fronte preadolescenti e<br />
adolescenti, per i quali non c'era tradizione <strong>in</strong> tal senso. Prima, ma<br />
forse, per molti, ancora ora, nelle scuole secondarie era importante<br />
conoscere la discipl<strong>in</strong>a che veniva <strong>in</strong>segnata e tutto il resto era frutto<br />
di esperienze successive; credo che ormai si possa serenamente<br />
affermare che chiunque si ponga <strong>in</strong> un ruolo che prevede l'<br />
"esplicazione essenziale <strong>del</strong>l'attività di trasmissione <strong>del</strong>la cultura, al<br />
contributo <strong>del</strong>l'elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione<br />
dei giovani a tale processo e alla formazione umana e critica <strong>del</strong>la<br />
loro personalità 3 " non possa pensare di camm<strong>in</strong>are scolasticamente
con la sola gamba <strong>del</strong>la conoscenza discipl<strong>in</strong>are, assolutamente<br />
necessaria, bensì senta la necessità <strong>in</strong>tegrare quotidianamente la<br />
propria competenza specificatamente settoriale con la gamba <strong>del</strong>la<br />
formazione didattico-metodologica al f<strong>in</strong>e di permettere un camm<strong>in</strong>o<br />
più sicuro.<br />
Del resto al comma 3 sempre <strong>del</strong>l'articolo 4 si dice che "con<br />
decreto <strong>del</strong> presidente <strong>del</strong>la repubblica, …omissis…, sono def<strong>in</strong>iti la<br />
tabella <strong>del</strong>la scuola di specializzazione…omissis…la durata dei corsi da<br />
fissare <strong>in</strong> un periodo non <strong>in</strong>feriore ad un anno ed i relativi piani di<br />
studio. Questi devono comprendere discipl<strong>in</strong>e f<strong>in</strong>alizzate alla<br />
preparazione professionale con riferimento alle scienze<br />
<strong>del</strong>l'educazione e all'approfondimento metodologico e<br />
didattico <strong>del</strong>le aree discipl<strong>in</strong>ari <strong>in</strong>teressate nonché attività di<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> didattico obbligatorio".<br />
Mi permetto di far notare altri punti salienti <strong>del</strong>la legge.<br />
All'articolo 6 comma 2 punto a) si legge che le università possono<br />
attivare "corsi di preparazione agli esami di stato per l'abilitazione<br />
all'esercizio <strong>del</strong>le professioni ed ai concorsi pubblici" al punto b)<br />
<strong>in</strong>vece "corsi di perfezionamento e aggiornamento professionale".<br />
Inoltre, l'articolo 11 dal titolo "Autonomia didattica" al comma 2<br />
recita: "i consigli <strong>del</strong>le strutture didattiche determ<strong>in</strong>ano, con apposito<br />
regolamento, <strong>in</strong> conformità al regolamento didattico di ateneo e nel<br />
rispetto <strong>del</strong>la libertà di <strong>in</strong>segnamento, l'articolazione dei corsi di<br />
diploma universitario e di laurea, dei corsi di specializzazione e di<br />
dottorato di ricerca, i piani di studio con relativi <strong>in</strong>segnamenti<br />
fondamentali obbligatori, i moduli didattici, la tipologia di forme<br />
didattiche, ivi comprese quelle <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnamento a distanza, le forme<br />
di tutorato, le prove di valutazione <strong>del</strong>la preparazione degli<br />
studenti,…omissis…, le attività di laboratorio, pratiche e di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e<br />
l'<strong>in</strong>troduzione di un sistema di crediti f<strong>in</strong>alizzati al riconoscimento dei<br />
corsi seguiti con esito positivo,…omissis".
In queste righe si anticipano i contenuti <strong>del</strong>la legge 127 <strong>del</strong> 15<br />
maggio <strong>del</strong> 1997, precisamente all'articolo 17 commi 95 e 101, <strong>in</strong> cui<br />
si preciseranno le norme per lo snellimento <strong>del</strong>le attività<br />
amm<strong>in</strong>istrative e, <strong>in</strong> ultima analisi per il miglioramento <strong>del</strong>la didattica<br />
universitaria, sempre alla ricerca di nuove forme di collegamento con<br />
il mondo <strong>del</strong> lavoro, fra le quali il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> è sicuramente contemplato.<br />
Anche se esso all'<strong>in</strong>izio potrà essere visto e considerato come<br />
qualcosa <strong>in</strong> più, di importante, ma sempre <strong>in</strong> aggiunta alle attività<br />
accademiche, mi permetto di azzardare una previsione.<br />
Nella scuola elementare, durante gli anni settanta e ottanta, si<br />
<strong>in</strong>trodussero le attività <strong>in</strong>tegrative: teatro, pittura, psicomotricità,…<br />
All'<strong>in</strong>izio erano ritenute assolutamente fondamentali per l'armonico<br />
sviluppo <strong>del</strong> bamb<strong>in</strong>o, comunque <strong>in</strong> aggiunta alle attività curricolari<br />
che restavano la base <strong>del</strong>l'orario, le altre venivano svolte al<br />
pomeriggio, magari da un altro <strong>in</strong>segnante. Ci si è resi<br />
progressivamente conto che non si poteva separare il bamb<strong>in</strong>o: al<br />
matt<strong>in</strong>o si educava il bamb<strong>in</strong>o cognitivo, al pomeriggio quello<br />
espressivo; tutte le attività, <strong>in</strong>tegrate <strong>in</strong> uno o più obiettivi formativi,<br />
vengono ora attuate quale che sia l'ora.<br />
similare.<br />
Ecco, ritengo che il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> possa attraversare uno sviluppo<br />
La tabella annunciata dalla legge 341 trova riscontro nel d.p.r.<br />
471 <strong>del</strong> 31 luglio 1996, <strong>in</strong>fatti l'articolo 1 recita che "all'elenco <strong>del</strong>le<br />
lauree e dei diplomi,…omissis…, è aggiunto il diploma di laurea <strong>in</strong><br />
scienze <strong>del</strong>la formazione primaria".<br />
Un camm<strong>in</strong>o più che ventennale è term<strong>in</strong>ato.<br />
Al d.p.r. è allegata la tabella XXIII <strong>in</strong> cui si specifica l'ord<strong>in</strong>amento<br />
didattico, il nucleo da analizzare, <strong>del</strong> quale mi limito a esam<strong>in</strong>are gli<br />
aspetti concernenti il mio <strong>in</strong>tervento.<br />
L'articolo 1 ribadisce ciò che era già stato espresso dalla legge<br />
341, precisamente che "il corso di laurea <strong>in</strong> s.d..f.p. è preord<strong>in</strong>ato alla
formazione culturale e professionale degli <strong>in</strong>segnanti,…omissis…",<br />
term<strong>in</strong>i sui quali mi sono già soffermato.<br />
L'articolo 4 ricalca il già citato articolo 11 <strong>del</strong>la 341 <strong>in</strong> cui si<br />
preconizzano forme didattiche <strong>in</strong>novative.<br />
L'articolo 6 è quello che mi co<strong>in</strong>volge direttamente: "<strong>1.</strong><br />
L'impegno didattico complessivo è di almeno 2000 <strong>del</strong>le<br />
quali,…omissis…, almeno 400 di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> didattico. …omissis… .La<br />
didattica comprende attività teorico-formale, teorico-pratica a con<br />
annessi laboratori didattici e di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>. …omissis… .Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />
didattico, da svolgersi a partire di norma dal terzo anno di corso<br />
nell'ambito di una istituzione scolastica pert<strong>in</strong>ente, comprende<br />
almeno 400 ore d'<strong>in</strong>segnamento".<br />
"2. Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> è svolto sotto la guida di un <strong>in</strong>segnante di scuola<br />
materna o elementare ovvero di un direttore didattico designato, con<br />
modalità previste da una apposita convenzione sottoscritta dalle<br />
università e dalle competenti autorità scolastiche. Il regolamento<br />
didattico <strong>del</strong>la struttura prevede gli opportuni raccordi b tra il<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> didattico e gli <strong>in</strong>segnamenti ad esso collegabili. Al term<strong>in</strong>e<br />
<strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> l'<strong>in</strong>segnante supervisore c esprime una valutazione<br />
positiva o negativa, anche sulla base di una relazione analitica redatta<br />
dallo studente, che sarà comunque valutata anche <strong>in</strong> sede di esame<br />
di laurea. In caso di valutazione negativa lo studente dovrà ripetere il<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, sotto la guida di un altro <strong>in</strong>segnante".<br />
Le suggestioni sono molte, mi limito a sottol<strong>in</strong>earne tre.<br />
La prima, contrassegnata dalla lettera a) conferma, qualora ce ne<br />
fosse ancora bisogno, la ricchezza e la varietà <strong>del</strong>le attività legate al<br />
nuovo corso di laurea, cercando di evidenziare, ogniqualvolta nel<br />
capiti l'occasione la loro <strong>in</strong>dissolubilità. Inseparabilità sostenuta<br />
dall'espressione <strong>in</strong>dicata dalla lettera b) attraverso la quale il<br />
legislatore <strong>in</strong>tende <strong>in</strong>tessere legami fra discipl<strong>in</strong>e e attività<br />
apparentemente distaccate. Per quanto riguarda la lettera c) essa
<strong>in</strong>troduce una figura vecchia e nuova, il supervisore, che ha sostituito<br />
il professore di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>del</strong>l'istituto magistrale; io ritengo<br />
personalmente tale figura e il maestro che accoglie i tiroc<strong>in</strong>anti, due<br />
ruoli di raccordo di notevole <strong>in</strong>teresse, oserei dire, strategici, per il<br />
quale rimando al paragrafo <strong>in</strong>titolato "gli attori".<br />
Il decreto <strong>del</strong> 26 maggio 1998 rappresenta la summa <strong>del</strong><br />
camm<strong>in</strong>o legislativo f<strong>in</strong> qui analizzato e la sua def<strong>in</strong>itiva sistemazione.<br />
Articolo 1 comma 1: "Ai sensi <strong>del</strong> presente decreto si <strong>in</strong>tendono:<br />
…omissis<br />
c) per obiettivo formativo, l'<strong>in</strong>sieme di attitud<strong>in</strong>i e competenze<br />
caratterizzanti il profilo professionale <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnante, da sviluppare<br />
negli studenti <strong>del</strong> corso di laurea e <strong>del</strong>la scuola;<br />
…omissis<br />
e) per laboratorio, l'analisi, la progettazione e la simulazione di<br />
attività didattiche di cui alle aree 1 e 2 di cui agli allegati B e C, con<br />
<strong>in</strong>tervento coord<strong>in</strong>ato di docenti di entrambe le aree;<br />
f) per <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, le esperienze svolte presso istituzioni scolastiche al<br />
f<strong>in</strong>e <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>tegrazione tra competenze teoriche e competenze<br />
operative;<br />
g) per prove di valutazione conclusive, le modalità di accertamento<br />
<strong>del</strong>l'apprendimento al term<strong>in</strong>e di attività didattiche".<br />
Anche <strong>in</strong> questo caso vi sono allettanti prospettive di sviluppo.<br />
Innanzi tutto il concetto di obiettivo formativo: esso sancisce<br />
def<strong>in</strong>itivamente <strong>in</strong> un unico term<strong>in</strong>e meditato e, anche formale, la<br />
convergenza <strong>del</strong>le attività teoriche e pratiche più volte menzionate,<br />
<strong>in</strong>sieme al laboratorio, alle prove di valutazione, al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>. In<br />
s<strong>in</strong>tesi, f<strong>in</strong>o a tre anni fa, il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> era limitato alle scuole secondarie<br />
superiori il cui diploma consentiva l’accesso ai concorsi per<br />
l’<strong>in</strong>segnamento; esso, però, era compresso <strong>in</strong> poche ore <strong>in</strong>serite <strong>in</strong> un<br />
orario settimanale già molto <strong>in</strong>tenso e faticosamente collegato alle<br />
s<strong>in</strong>gole discipl<strong>in</strong>e.
Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> rimaneva, allora, un’esperienza isolata non<br />
sufficientemente aderente alla possibile esperienza lavorativa<br />
successiva e, qu<strong>in</strong>di, con una scarsa <strong>in</strong>cidenza sul proprio stile di<br />
<strong>in</strong>segnamento. La sfida attuale, allora, è quella di stabilire, tramite la<br />
laurea per i maestri, <strong>in</strong>tense s<strong>in</strong>ergie fra università e scuola al f<strong>in</strong>e di<br />
stabilire contatti e collegamenti quantitativamente e qualitativamente<br />
significativi, <strong>in</strong> maniera da permettere a ciascuna <strong>del</strong>le due istituzioni<br />
una crescita reciproca, proponendosi alternativamente come<br />
opportunità di approfondimento e ricerca.<br />
2.- PROSPETTIVE DI DIDATTICA UNIVERSITARIA E RICERCA<br />
SCOLASTICA MEDIATE DAL TIROCINIO<br />
La complessità <strong>del</strong>la formazione <strong>del</strong> futuro <strong>in</strong>segnante co<strong>in</strong>volge<br />
due soggetti istituzionali importanti, l'università e la scuola, i<br />
quali sono alla ricerca di nuove forme di collaborazione.<br />
Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> può rappresentare "l'occasione per sviluppare<br />
<strong>in</strong>iziative congiunte su tematiche di comune <strong>in</strong>teresse (si pensi alla<br />
formazione <strong>in</strong> servizio degli <strong>in</strong>segnanti e alla validazione di ipotesi<br />
metodologico-didattiche formulate <strong>in</strong> sede di ricerca)." 4<br />
In questo senso si può pensare all'"utilizzazione <strong>del</strong>le<br />
esperienze di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> come occasione di vera e propria ricerca<br />
didattica e lo svolgimento di attività di formazione <strong>in</strong> servizio come<br />
cornice culturale <strong>in</strong> cui <strong>in</strong>quadrare tali esperienze." 5<br />
La cooperazione che risulterebbe da tale impostazione si<br />
configurerebbe <strong>in</strong> maniera tale da arrecare vantaggi ad entrambe le<br />
istituzioni.<br />
La scuola troverebbe d<strong>in</strong>amicità, forme di aggiornamento<br />
all'avanguardia, una prospettiva di formazione cont<strong>in</strong>ua e varie
possibilità organizzative alternative che, nell'ambito <strong>del</strong>l'autonomia, si<br />
possono strutturare tramite il card<strong>in</strong>e <strong>del</strong>la progettualità.<br />
Il mondo accademico ha l'opportunità di <strong>in</strong>terrogarsi sulla<br />
pedagogia universitaria che si esplicita nel riferimento a<br />
problematiche quali: "i metodi di <strong>in</strong>segnamento e <strong>in</strong> particolare il<br />
confronto fra metodi diversi; l'apprendimento e <strong>in</strong> particolare il<br />
metodo di studio, la personalità <strong>del</strong>lo studente e il ruolo degli aiuti<br />
pedagogici; il materiale didattico impiegato dagli <strong>in</strong>segnanti o<br />
dest<strong>in</strong>ato agli studenti; la valutazione <strong>del</strong>l'apprendimento e<br />
<strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnamento e <strong>in</strong> particolare gli aspetti docimologici e<br />
metodologici; la gestione e l'organizzazione <strong>del</strong>l'istituzione." 6<br />
A fronte di quella che viene chiamata "la dittatura <strong>del</strong>la lezione<br />
quale mediatore culturale dom<strong>in</strong>ante," 7 la didattica universitaria ne<br />
trarrebbe beneficio, perché può concedere agli studenti la "possibilità<br />
di poter disporre di più canali comunicativi ed ermeneutici" 8<br />
attraverso l'utilizzo di quelli che gli autori citati chiamano "quattro<br />
leve di cambio didattico: il semestre, il credito, il laboratorio e il<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>."<br />
In def<strong>in</strong>itiva, il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> può rappresentare lo snodo attraverso il<br />
quale coord<strong>in</strong>are diverse attività universitarie e costruire il complesso<br />
profilo professionale <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>segnante formato dall’<strong>in</strong>tersezione di<br />
conoscenze, azioni e riflessioni (SAPERE, FARE e PENSARE) a cui sono<br />
associati tre importanti filoni di ricerca:<br />
• la pedagogia generale che cerca i pr<strong>in</strong>cipi filosofici ed<br />
epistemologici <strong>del</strong>l'agire educativo e si sforza di <strong>del</strong><strong>in</strong>eare l'ideale<br />
di uomo a cui tendere nello slancio formativo; essa è basata<br />
pr<strong>in</strong>cipalmente su un metodo teoretico;<br />
• la pedagogia sperimentale che cerca di <strong>in</strong>dagare sul campo le<br />
problematiche educative; essa è fondata su un metodo di ricerca<br />
empirica;
• la pedagogia <strong>in</strong> situazione; con questa locuzione <strong>in</strong>tendo riferirmi<br />
agli studi di tradizione etnografica, alle situazioni <strong>in</strong> cui il<br />
ricercatore non è separato dallo spazio-tempo sperimentale, anzi<br />
ne è pienamente compreso, riuscendo a rendere questa vic<strong>in</strong>anza<br />
fertile e foriera di risultati che non vanno a discapito di una<br />
presunta oggettività sperimentale, bensì che arricchiscono e<br />
completano la narrazione <strong>del</strong>l'esperienza.<br />
3.- ESPERIENCE DIVERSE NELL’ORGANIZZACIONE DEL<br />
TIROCINIO<br />
Su questa base teorica ho impostato due <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i conoscitive<br />
rivolte a conoscere la presente situazione <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> per avviare<br />
successivamente una ipotesi operativa personale.<br />
La prima ricerca è stata svolta <strong>in</strong> rete o contattando referenti<br />
istituzionali (professori o ricercatori) via e-mail, per conoscere i<br />
mo<strong>del</strong>li e le <strong>in</strong>terpretazioni differenti <strong>in</strong>erenti al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nelle<br />
università <strong>itali</strong>ane, francesi e spagnole.
Il materiale che ho raccolto è numeroso, denso e, sicuramente,<br />
non facile da analizzare; divido, perciò, la mia riflessione sugli atenei<br />
<strong>itali</strong>ani 9 <strong>in</strong> due sezioni:<br />
• i punti <strong>in</strong> comune<br />
• le peculiarità;<br />
successivamente, <strong>in</strong>serirò le notazioni sulle facoltà spagnole e<br />
francesi, sottol<strong>in</strong>eando i tratti <strong>in</strong> comune con quelle <strong>itali</strong>ane e le<br />
differenze.<br />
Ripeto, ancora una volta, per correttezza nei riguardi di coloro<br />
che hanno elaborato i testi e che stanno lavorando perché le loro<br />
elaborazioni teoriche si traducano <strong>in</strong> esperienze vissute, che le mie<br />
sottol<strong>in</strong>eature si basano esclusivamente sui documenti da me reperiti<br />
o ricevuti.<br />
Considerato il fatto che si tratta di un'attività <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua<br />
evoluzione e, di conseguenza, soggetta a verifiche, valutazioni e,<br />
necessariamente, rettifiche e regolazioni anche <strong>in</strong> it<strong>in</strong>ere, mentre io<br />
scrivo ci possono essere stati cambiamenti, precisazioni e<br />
miglioramenti di cui io non posso essere a conoscenza.<br />
Punti <strong>in</strong> comune<br />
Il primo punto <strong>in</strong> comune che immediatamente risalta anche ad<br />
un osservatore disattento, soprattutto, riflettendo sulle tabelle che<br />
esemplificano una possibile scansione di ore e di attività negli anni di<br />
corso è la progressione <strong>in</strong> complessità.<br />
Tale espressione è giustificata <strong>in</strong> due sensi:<br />
1) da poco a molto.<br />
I gruppi di supervisori danno la netta impressione di voler caricare a<br />
poco a poco il tiroc<strong>in</strong>ante di responsabilità via via più pressanti, sia <strong>in</strong><br />
term<strong>in</strong>i quantitativi che qualitativi.
Si nota, <strong>in</strong>fatti, <strong>in</strong> tutti i documenti che, all'<strong>in</strong>izio, il tiroc<strong>in</strong>ante deve<br />
<strong>in</strong>serirsi, prendere contatto con il mondo <strong>del</strong>la scuola, capire le<br />
d<strong>in</strong>amiche, i movimenti, le abitud<strong>in</strong>i, i ritmi di bamb<strong>in</strong>i, docenti,<br />
segretari e collaboratori scolastici.<br />
Nei primi tempi il tiroc<strong>in</strong>ante non deve fare nulla, se non usare<br />
<strong>in</strong> maniera attenta e acuta i propri sensi.<br />
Da ciò, progressivamente, egli dovrà com<strong>in</strong>ciare a gestire contatti,<br />
progettare, agire e valutare.<br />
Tutte queste voci verbali che, ovviamente, rimandano ad azioni<br />
più o meno precise, non sono <strong>in</strong>tese, a mio parere, <strong>in</strong> maniera<br />
puramente sequenziale, bensì cumulativa.<br />
Se all'<strong>in</strong>izio il tiroc<strong>in</strong>ante guarda e basta, <strong>in</strong> seguito egli deve<br />
prendere confidenza con il personale senza dimenticare di cont<strong>in</strong>uare<br />
a guardare anzi ad "osservare"; poi dovrà progettare o, meglio,<br />
cont<strong>in</strong>uando ad osservare e amm<strong>in</strong>istrare i suoi rapporti sempre più<br />
complessi, <strong>in</strong> una parola usata spesso nei documenti, dovrà imparare<br />
a co-progettare; l'azione che ne consegue non sarà ovviamente<br />
slegata dalle attività precedenti che cont<strong>in</strong>ueranno e si sublimeranno<br />
nella verifica/valutazione <strong>in</strong>tesa come "regolazione critica…per<br />
contribuire all'ottimizzazione <strong>del</strong>l'azione educativa fornendo<br />
l'<strong>in</strong>formazione di ritorno necessaria a quel decisore che è l'educatore<br />
per adeguare meglio l'azione." 10<br />
Se tali sottol<strong>in</strong>eature portano ad immag<strong>in</strong>arsi l'attività <strong>del</strong><br />
tiroc<strong>in</strong>ante via via più pesante <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i quantitativi, cioè con più<br />
cose da fare contemporaneamente, analogamente si nota che <strong>in</strong><br />
term<strong>in</strong>i qualitativi il "piccolo maestro" cresce passando<br />
2) dall'osservazione all'azione.<br />
Ciò si nota <strong>in</strong> particolare nei documenti redatti dalle università di<br />
Bologna, Trieste e Firenze che passano da osservazioni
semistrutturate a osservazioni strutturate a partecipazioni guidate a<br />
conduzione di attività nei quattro anni di corso.<br />
Negli altri tre atenei, <strong>in</strong>vece, la progressione è prevista anche<br />
all'<strong>in</strong>terno di uno stesso anno di corso, con la piccola particolarità di<br />
Genova che non prevede, però, azione didattica al primo anno, ma<br />
solo dal secondo.<br />
Si ev<strong>in</strong>ce chiaramente la dimensione di crescita non solo <strong>del</strong><br />
tiroc<strong>in</strong>ante s<strong>in</strong>golo, ma <strong>del</strong> gruppo di studenti e dei loro supervisori,<br />
che si assumono responsabilità coscienziose e scrupolose nei<br />
confronti di un ambiente di lavoro reale.<br />
Accanto alla dimensione di crescita nella complessità posso<br />
accoppiare il progressivo <strong>in</strong>serimento nella vita quotidiana nella<br />
scuola, rimarcato da precise notazioni sulla lettura <strong>del</strong> P.O.F (Piano<br />
<strong>del</strong>l'Offerta Formativa) e degli altri documenti che regolano le<br />
giornate scolastiche, come circolari e leggi; eventuali partecipazioni a<br />
organi collegiali; conoscenza <strong>del</strong>la struttura e l'organizzazione<br />
complessiva; primi approcci ai bamb<strong>in</strong>i e ai "futuri" colleghi.<br />
Un altro elemento <strong>in</strong> comune fra le sei facoltà è un allenamento<br />
triplice, un tentativo di formare i tiroc<strong>in</strong>anti a tre mentalità<br />
fondamentali alla professione docente:<br />
1) osservativa<br />
2) progettuale<br />
3) valutativa.<br />
Non mi dilungo sul merito di tali punti di vista, ma mi piace precisare<br />
e sottol<strong>in</strong>eare ancora una volta la s<strong>in</strong>tesi educativa che <strong>in</strong> essi è<br />
racchiusa, considerati sia separatamente sia s<strong>in</strong>ergicamente, come<br />
momenti dotati di autonomia epistemologica e didattica e momenti di<br />
fusione <strong>in</strong>terrelativa <strong>in</strong> cui uno ha senso solo <strong>in</strong> relazione con l'altro.<br />
Trovo, personalmente, coraggioso un programma universitario<br />
che punti ad allenare soggetti nell'<strong>in</strong>tento di una formazione teorico-<br />
critico-pratica che poi è il senso stesso <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>.
L'ultima mentalità, quella valutativa, mi porta ad un altro punto<br />
<strong>in</strong> comune, anche se i documenti lo riportano con nomi differenti: il<br />
diario, il diario di bordo, il dossier, il portfolio.<br />
Nomi diversi per <strong>in</strong>dicare un'attività di memoria-riflessione sul<br />
lavoro svolto nel quale il tiroc<strong>in</strong>ante e il supervisore possono ritrovare<br />
la strada percorsa, le sensazioni, le emozioni.<br />
A proposito <strong>del</strong>l'aggettivo "cumulativa" utilizzato alcune righe<br />
sopra, è necessario precisare che non sto pensando ad un<br />
"<strong>in</strong>segnante tuttologo: ricercatore, psicologo, sociologo, terapeuta,<br />
assistente, operatore sociale…poiché tutti i problemi che hanno<br />
att<strong>in</strong>enza con lo sviluppo <strong>del</strong>l'umanità hanno una radice educativa<br />
essi devono essere <strong>in</strong>troitati nella scuola e, qu<strong>in</strong>di, di competenza dei<br />
suoi operatori, dilatandone all'<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito i conf<strong>in</strong>i e le competenze, f<strong>in</strong>o<br />
all'esito sterilizzante <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>differenziazione." 11<br />
Sto pensando, <strong>in</strong>vece, a un giovane che, preparandosi e<br />
sperimentandosi <strong>in</strong> una professione, ha il bisogno di fare esperienza<br />
di buona parte <strong>del</strong>le possibili situazioni che accadono <strong>in</strong> una scuola,<br />
cercando, poi, di evidenziare e perfezionare le caratteristiche a lui più<br />
congeniali.<br />
Peculiarità<br />
Nel documento di Trieste si accenna al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong>terno<br />
contrapposto a quello esterno; il primo è svolto <strong>in</strong> facoltà attraverso<br />
<strong>in</strong>contri con operatori <strong>del</strong>la scuola, lavori sem<strong>in</strong>ariali, attività di<br />
gruppo.<br />
Anche a Macerata sono previsti diversi tipi di laboratori<br />
strettamente connessi al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>.<br />
Ciò mi conduce ad accennare ai laboratori e al problema <strong>del</strong>la<br />
connessione <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> alle altre attività universitarie svolte o meno<br />
<strong>in</strong> facoltà.
C'è sicuramente bisogno di legami fra le varie <strong>in</strong>iziative<br />
accademiche, Trieste e Macerata stanno probabilmente cercando uno<br />
o più collegamenti che <strong>in</strong>tegr<strong>in</strong>o la lezione, il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, il laboratorio.<br />
Ancora a Trieste e poi a Genova e Tor<strong>in</strong>o è citata la parola<br />
"simulazione"; non so precisamente come viene <strong>in</strong>tesa, a me fa<br />
pensare a situazioni maggiormente controllate, sperimentali, durante<br />
le quali gli attori possano evidenziare rapporti, strutture e vissuti<br />
difficilmente coglibili <strong>in</strong> una situazione reale.<br />
A Bologna viene valutata l'opportunità di predisporre il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />
diretto, <strong>in</strong> aula, a blocchi di una settimana ciascuno: un <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />
<strong>in</strong>tensivo.<br />
Negli altri documenti a mia disposizione non viene citata tale<br />
possibilità, per cui non so se è una peculiarità bolognese o meno;<br />
sicuramente fa sorgere il dibattito sulla scelta fra una presenza <strong>in</strong><br />
classe <strong>del</strong> tiroc<strong>in</strong>ante <strong>breve</strong> settimanalmente ma costante durante<br />
l'anno oppure una presenza completa <strong>in</strong> una settimana che si<br />
esaurisce.<br />
Un'ultima peculiarità è nei documenti fiorent<strong>in</strong>i: il suo titolo è<br />
piattaforma telematica di supporto alle attività di formazione<br />
maestri.<br />
E' sicuramente fondamentale l'utilizzo <strong>del</strong>la rete per<br />
l'organizzazione <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>; anche i meno esperti possono rendersi<br />
conto <strong>del</strong>la comodità e <strong>del</strong>le potenzialità di una chat sul <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>,<br />
<strong>del</strong>la possibilità di scaricare documenti, di scrivere e leggere emozioni<br />
e sensazioni o semplici <strong>in</strong>formazioni per e fra studenti e<br />
supervisori,…la didattica <strong>in</strong> rete è sicuramente una realtà da non<br />
sottovalutare <strong>in</strong> questo contesto.<br />
Di seguito riporto, a titolo di esempio, la scansione <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />
prevista dalle università di Firenze e di Genova.<br />
Articolazione <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nei quattro anni di corso<br />
università di Firenze
Ann<br />
o<br />
www.scform.unifi.it/<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />
O<br />
re<br />
I 1<br />
0<br />
0<br />
II 1<br />
0<br />
0<br />
Cre<br />
diti<br />
Obiettivi formativi Tipologia Articolazion<br />
12 Conoscere<br />
l'organizzazione<br />
complessiva <strong>del</strong>la<br />
scuola materna o<br />
<strong>del</strong>la scuola<br />
elementare<br />
12 Cogliere le<br />
situazioni<br />
problematiche (di<br />
natura pedagogica,<br />
didattica,<br />
psicologica, socio-<br />
antropologica)<br />
all'<strong>in</strong>terno di un<br />
ord<strong>in</strong>e scolastico<br />
Avvalersi degli<br />
strumenti di<br />
osservazione/<strong>in</strong>terp<br />
retazione acquisiti<br />
Osservazio<br />
ne semi-<br />
strutturata<br />
Osservazio<br />
ne<br />
strutturata<br />
e ore<br />
20 ore di<br />
preparazi<br />
one<br />
50 ore di<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />
diretto<br />
nella<br />
scuola<br />
materna<br />
ed<br />
elementa<br />
re<br />
30 ore di<br />
verifica.<br />
20 ore di<br />
preparazi<br />
one<br />
50 ore di<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />
diretto<br />
tra<br />
scuola<br />
materna<br />
elementa<br />
re, ed<br />
istituzion<br />
i<br />
Calendario<br />
Svolgimento <strong>in</strong> un periodo<br />
compatto da def<strong>in</strong>ire<br />
<strong>in</strong>dicativamente fra<br />
febbraio/marzo con<br />
sospensione <strong>del</strong>le lezioni.<br />
1 giorno la settimana, per<br />
tutti, con sospensione <strong>del</strong>le<br />
lezioni <strong>in</strong> periodi <strong>del</strong>l'a.s.<br />
sulla base <strong>del</strong>la loro<br />
rilevanza didattica e<br />
pedagogica.
III 1<br />
0<br />
0<br />
IV 1<br />
0<br />
0<br />
<strong>in</strong> corsi specifici. formativ<br />
12 • Individuare ed<br />
analizzare<br />
diversi percorsi<br />
didattici<br />
(diverse<br />
modalità<br />
didattiche e<br />
diverse<br />
afferenze<br />
discipl<strong>in</strong>ari)<br />
• Partecipare alla<br />
progettazione/p<br />
rogrammazione<br />
, conduzione e<br />
valutazione di<br />
percorsi<br />
didattici<br />
12 • riflettere sulla<br />
realtà formativa<br />
di una<br />
classe/sezione<br />
• progettare,<br />
attuare e<br />
verificare un<br />
Partecipazi<br />
one<br />
guidata<br />
alle<br />
attività<br />
Conduzion<br />
e diretta<br />
di attività<br />
<strong>in</strong><br />
collaborazi<br />
one con i<br />
docenti<br />
e<br />
territorial<br />
i<br />
30 ore di<br />
verifica<br />
• 20 ore<br />
di<br />
prepara<br />
zione<br />
• 50 ore<br />
di<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />
diretto<br />
<strong>in</strong> base<br />
all'<strong>in</strong>diri<br />
zzo<br />
prescelt<br />
o<br />
• 30 ore<br />
di<br />
verifica<br />
• 20 ore<br />
di<br />
prepara<br />
zione<br />
• 50 ore<br />
di<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />
1 giorno la settimana, per<br />
tutti, con sospensione <strong>del</strong>le<br />
lezioni <strong>in</strong> periodi <strong>del</strong>l'a.s.<br />
sulla base <strong>del</strong>la loro<br />
rilevanza didattica e<br />
pedagogica<br />
Come sopra o a blocchi<br />
sulla base di una<br />
programmazione<br />
<strong>in</strong>dividualizzata
it<strong>in</strong>erario<br />
didattico per la<br />
classe/sezione,<br />
<strong>in</strong> accordo con i<br />
docenti <strong>del</strong>la<br />
scuola<br />
• documentare e<br />
<strong>in</strong>terpretare<br />
l'esperienza<br />
didattica<br />
realizzata<br />
<strong>del</strong>la<br />
scuola<br />
diretto<br />
<strong>in</strong> base<br />
all'<strong>in</strong>diri<br />
zzo<br />
prescelt<br />
o<br />
• 30 ore<br />
di<br />
verifica<br />
ARTICOLAZIONE DEL TIROCINIO NEI QUATTRO ANNI DI CORSO<br />
UNIVERSITÀ DI GENOVA<br />
- www.sdf.unige.it/SFP/<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>/tir<strong>1.</strong>html<br />
Quantificazione <strong>del</strong>le ore di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>: dist<strong>in</strong>zione per tipologia<br />
di attività<br />
Primo anno: 60 ore di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, da effettuarsi nel II semestre, al<br />
lunedì e durante una settimana <strong>in</strong>tensiva dal 12 al 17 marzo 200<strong>1.</strong><br />
Secondo anno: 100 ore, da effettuarsi nel I semestre, al lunedì e<br />
durante una settimana <strong>in</strong>tensiva dal 13 al 18 novembre 2000.<br />
Terzo anno: 120 ore, da effettuarsi nel I semestre, al lunedì e<br />
durante una settimana <strong>in</strong>tensiva dal 13 al 18 novembre 2000.<br />
TIPOLOGIA DEL TIROCINIO DISTRIBUZIONE IN<br />
% E ORARIA<br />
I ANNO<br />
54 ORE<br />
II ANNO<br />
90 ORE<br />
III ANNO<br />
108 ORE
di preparazione<br />
e progettazione con il supervisore<br />
di esperienza diretta<br />
(acquisizione di <strong>in</strong>formazioni, approccio alla<br />
progettazione didattica, azione didattica)<br />
di riflessione<br />
rielaborazione, comunicazione (al gruppo,<br />
all'<strong>in</strong>tergruppo, al team di <strong>in</strong>segnanti <strong>del</strong>la<br />
20 % 15 %<br />
11h 18h 18h<br />
50 % 60%<br />
27h 45h 65h<br />
30 % 25%<br />
classe/sezione) 16h 27h 27h<br />
L'ESPERIENZA DIRETTA I BIENNIO II BIENNIO<br />
L'acquisizione di<br />
<strong>in</strong>formazioni<br />
L'approccio alla<br />
progettazione didattica<br />
I anno II anno il 60% di 240h<br />
70% (21h) 30% (15h) 15% (21h)<br />
30% (9h) 30% (15h) 15% (21h)<br />
L'azione didattica ------- 40% (20h) 70% (100h)<br />
La Spagna 12<br />
Per vagliare con una certa scioltezza le potenzialità di questa serie<br />
di testi <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua straniera, scelgo due l<strong>in</strong>ee di analisi:<br />
• I tratti comuni alle università <strong>itali</strong>ane<br />
• Le differenze.<br />
Per quanto riguarda i primi è abbastanza facile constatare diverse<br />
somiglianze: quella che, nel capitolo precedente, ho chiamato<br />
progressione <strong>in</strong> complessità viene ritrovata <strong>in</strong> tutti e quattro i<br />
documenti spagnoli.
Le etapa nello schema organizzativo di Barcelona, i plan de trabajo<br />
differenziati dal primo al terzo corso di Granada, il practicum I e II <strong>del</strong><br />
Pais Vasco denotano la medesima scansione progettata dalle<br />
università <strong>itali</strong>ane: da poco a molto, dalla conoscenza alla<br />
progettazione, dall'osservazione all'azione.<br />
Vengono, qu<strong>in</strong>di, riproposti con modalità analoghe il progressivo<br />
<strong>in</strong>serimento nella vita quotidiana nella scuola e l'allenamento<br />
triplice: l'abitud<strong>in</strong>e a quelle tre mentalità, osservativa, progettuale e<br />
valutativa.<br />
Per la valutazione f<strong>in</strong>ale Granada prevede la stesura <strong>del</strong>la<br />
Memoria di Practicas <strong>in</strong> cui lo studente ripercorre riflessivamente il<br />
suo <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>.<br />
E' maggiormente <strong>in</strong>teressante, allora, esam<strong>in</strong>are le differenze.<br />
Innanzitutto una divergenza sostanziale, già accennata, è data dalla<br />
presenza <strong>del</strong>le specializzazioni; un tiroc<strong>in</strong>ante (i colleghi spagnoli<br />
non usano questo term<strong>in</strong>e, lo chiamano semplicemente alumno)<br />
sceglie il proprio <strong>in</strong>dirizzo fra quelli proposti, di conseguenza il<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> si basa sulla specializzazione, anche se, di norma,<br />
<strong>in</strong>izialmente, il primo anno o, comunque, la prima parte <strong>del</strong> practicum<br />
viene <strong>in</strong>terpretata <strong>in</strong> maniera più generale, <strong>in</strong> una classe comune,<br />
diremmo noi.<br />
In seguito l'alumno verrà <strong>in</strong>dirizzato e seguirà il maestro che,<br />
prima di lui, ha scelto quella specializzazione.<br />
La seconda rimarcabile differenza è data dall'utilizzo dei cosiddetti<br />
tutor.<br />
Mentre <strong>in</strong> Italia è un <strong>in</strong>segnante distaccato all'università <strong>in</strong><br />
maniera parziale o totale, i documenti <strong>in</strong> mio possesso non <strong>in</strong>dicano<br />
questa scelta.<br />
Nei documenti si <strong>in</strong>tuisce abbastanza chiaramente che il ruolo e<br />
le funzioni assegnate <strong>in</strong> Italia ai supervisori, vengono demandate a
professori-tutor, specificando anche, nei diversi anni, di quali<br />
discipl<strong>in</strong>e debbano essere.<br />
Un rapporto che viene ad essere più ricco e <strong>in</strong>tenso è quello con<br />
i maestri-tutor, l'<strong>in</strong>segnante o gli <strong>in</strong>segnanti <strong>del</strong>la classe <strong>in</strong> cui<br />
l'alumno va ad operare.<br />
Diverse notazioni sono dedicate a loro e alle reciproche<br />
attenzioni educative che devono nascere e crescere fra tiroc<strong>in</strong>anti e<br />
maestri.<br />
Ciò, forse, spiega la scelta, presente nelle quattro escuelas, di<br />
concentrare il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong> periodi anche piuttosto lunghi <strong>del</strong>l'anno<br />
scolastico.<br />
In Italia, abbiamo visto che esplicitamente solo Bologna ha fatto<br />
una scelta similare, anche se limitata a solo una settimana; nelle altre<br />
università <strong>itali</strong>ane è <strong>in</strong> corso un dibattito per vagliare la scelta.<br />
Vorrei che fosse chiaro che non credo di aver fatto un quadro<br />
completo <strong>del</strong>l'organizzazione per la formazione <strong>in</strong>iziale dei maestri <strong>in</strong><br />
Spagna; probabilmente ne ho disegnato solamente i contorni.<br />
Penso solo di aver evidenziato alcune suggestioni che mi<br />
permetteranno di elaborare un'ipotesi, il più possibile esauriente e<br />
d<strong>in</strong>amica, per il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong> Italia.<br />
A questo concorrerà anche la seguente analisi, riguardante gli<br />
istituti francesi: gli IUFM.<br />
La Francia 13<br />
In questo caso non posso dist<strong>in</strong>guere nettamente i tratti comuni<br />
alle università <strong>itali</strong>ane rispetto alle differenze, perché, certi aspetti<br />
per alcuni versi sono <strong>del</strong> tutto simili, ma <strong>in</strong>terpretati <strong>in</strong> maniera<br />
orig<strong>in</strong>ale, per cui nella trattazione li mescolerò, facendo attenzione a<br />
chiarire bene le due prospettive.<br />
Anche <strong>in</strong> Francia si predilige uno schema di complessità<br />
crescente: il concetto di base è, sempre quello che accompagna lo
studente secondo i due assi ormai chiari: da poco a molto, da<br />
osservare ad agire attraverso la riflessione.<br />
Durante il primo anno vi sono due tipi di stage: il primo viene<br />
chiamato d'observation dalla Bretagne o di sensibilisation da Caen,<br />
<strong>in</strong> cui lo studente si avvic<strong>in</strong>erà alla scuola, mentre il secondo è la<br />
pratique accompagnée, cioè sempre <strong>in</strong> presenza <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnante di<br />
classe che conduce le lezioni mentre il tiroc<strong>in</strong>ante soprattutto<br />
osserva.<br />
F<strong>in</strong>o a questo punto la struttura è abbastanza simile alle prime<br />
fasi <strong>itali</strong>ane, la situazione cambia nel secondo anno <strong>in</strong> quanto lo<br />
studente, avendo v<strong>in</strong>to un concorso, è un <strong>in</strong>segnante, sebbene<br />
ancora <strong>in</strong> formazione; per ricom<strong>in</strong>ciare, allora, riparte dalla pratique<br />
accompagnée per passare successivamente allo stage en<br />
responsabilité, <strong>in</strong> cui sostituisce completamente il docente di classe,<br />
il quale può frequentare stage di formazione cont<strong>in</strong>ua (previsto<br />
esplicitamente dal documento di Toulouse).<br />
Lo snodo <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> è qu<strong>in</strong>di la pratique accompagnée,<br />
presente sia nel primo che nel secondo anno, simile all'Italia, ma con<br />
la f<strong>in</strong>alità di una totale responsabilità, a cui si giunge tramite un'altra<br />
peculiarità <strong>del</strong>l'organizzazione francese: lo stage o journées filées.<br />
E' posto, nel primo anno fra il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> osservativo e quello<br />
accompagnato, mentre nel secondo anno è <strong>in</strong>serito fra quest'ultimo e<br />
quello <strong>in</strong> totale responsabilità.<br />
Si tratta di mezze giornate (8 a Caen, 9 a Toulouse, una dec<strong>in</strong>a<br />
<strong>in</strong> Bretagna) con f<strong>in</strong>alità valutativo-progettuale.<br />
Nel primo anno sono utilizzate prevalentemente per<br />
l'approfondimento <strong>del</strong>le osservazioni o <strong>del</strong> lavoro svolto oppure per la<br />
preparazione <strong>del</strong> dossier (anche <strong>in</strong> Francia è prevista una mémoire<br />
professionel stesa <strong>in</strong> vista <strong>del</strong>la valutazione <strong>del</strong>lo stage); nel secondo<br />
anno, <strong>in</strong>vece, si tramutano <strong>in</strong> giornate-ponte verso lo stage <strong>in</strong><br />
responsabilità.
Vengono sfruttate, <strong>in</strong>fatti, riflessivamente, <strong>in</strong> maniera analoga<br />
all'anno precedente e progettualmente, per preparare le prime<br />
giornate <strong>in</strong> cui lo studente dovrà tenere lezioni da solo, all'<strong>in</strong>izio<br />
<strong>in</strong>sieme all'<strong>in</strong>segnante di classe, al term<strong>in</strong>e <strong>del</strong>la pratica<br />
accompagnata e, poi, veramente da solo, <strong>in</strong> responsabilità.<br />
E' vero, anche <strong>in</strong> Italia i progetti prevedono una scansione che<br />
porti prima o poi ad un utilizzo sempre più pieno <strong>del</strong> tiroc<strong>in</strong>ante,<br />
attraverso la partecipazione alle programmazioni, alla strutturazione<br />
di unità didattiche, però, è altrettanto vero che la motivazione e la<br />
responsabilità di un <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong> cui lo studente-<strong>in</strong>segnante si troverà<br />
totalmente corresponsabile <strong>del</strong>la classe, anche se per un <strong>breve</strong><br />
periodo, è una prospettiva foriera di possibilità e, purtroppo, pers<strong>in</strong>o<br />
di preoccupazioni, se non altro, legali.<br />
Un altro elemento comune all'Italia, presente <strong>in</strong> Bretagna e a<br />
Caen, sono gli atelier che assomigliano parecchio ai laboratori; <strong>in</strong><br />
essi però c'è la possibilità di <strong>in</strong>serire e far partecipare <strong>in</strong>segnanti già<br />
di ruolo.<br />
Potranno scaturire d<strong>in</strong>amiche <strong>in</strong>teressanti da questa <strong>in</strong>terazione<br />
fra giovani e meno giovani? Fra persone, gli studenti, fortemente<br />
<strong>in</strong>teressate, se non altro per motivi lavorativi, ad entrare nella scuola<br />
e persone, gli <strong>in</strong>segnanti, che magari <strong>del</strong>la scuola sono già stufi e<br />
aspettano con poca o tanta ansia la pensione?<br />
A Caen sono perf<strong>in</strong>o previsti durante il primo anno, qu<strong>in</strong>di con<br />
studenti che non sono ancora sicuri <strong>del</strong> posto di lavoro.<br />
Sempre a Caen, nell'ambito <strong>del</strong>la formazione comune, si trovano dei<br />
moduli opzionabili su argomenti come l'espressione e la<br />
comunicazione, lavorare <strong>in</strong> gruppo, conoscenza <strong>del</strong> sistema scuola.<br />
Dal testo non posso sapere come sono organizzati però<br />
ricordano dei laboratori che sono stati istituzionalizzati, cioè<br />
formalmente previsti <strong>in</strong> quella fase <strong>del</strong>l'iter formativo.
La disposizione oraria <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> è più simile alla Spagna che<br />
all'Italia: la scelta prevalente è <strong>in</strong>tensiva, blocchi, qu<strong>in</strong>di, concentrati<br />
<strong>in</strong> periodi <strong>del</strong>l'anno.<br />
Per quanto riguarda la supervisione le académie francesi<br />
prevedono una pluralità di figure, <strong>in</strong>terne o esterne all'istituzione: i<br />
formateurs, i maitres-formateurs, gli <strong>in</strong>segnanti-chercheur.<br />
Recentemente è stato reso pubblico un documento di riforma<br />
degli IUFM che prevede l'allungamento <strong>del</strong>la durata degli stages, il<br />
prolungamento di un anno degli studi, diverse procedure concorsuali<br />
e "l'istituzione di un tutorat <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnante neonom<strong>in</strong>ato da parte di<br />
un collega esperto che beneficia di una <strong>in</strong>dennità annuale e di un<br />
esonero parziale dal servizio, ciascun tuteur potrà seguire da quattro<br />
a sei giovani colleghi." 14<br />
E' ancora un progetto, ma vi si trovano <strong>in</strong>dicazioni <strong>in</strong>teressanti,<br />
soprattutto per quanto riguarda i concorsi di reclutamento,<br />
sensibilmente diversi da quelli <strong>itali</strong>ani, e per il tutorat che prevede la<br />
figura <strong>del</strong> nostro supervisore.<br />
Come per la Spagna, anche per la Francia penso di aver<br />
sollevato solo alcune <strong>del</strong>le questioni che ruotano attorno allo stage,<br />
per cui lascio a precisazioni ulteriori di persone che conoscono molto<br />
meglio di me l'ambiente formativo francese un eventuale dibattito<br />
sull'argomento.<br />
4.- UNA RICERCA PER INDIVIDUARE LE PAROLE-CHIAVE DEL<br />
TIROCINIO<br />
Le suggestioni fornitemi dalla notevole mole di documenti<br />
consultati mi hanno suggerito un cospicuo numero di term<strong>in</strong>i che<br />
paiono irr<strong>in</strong>unciabili nell'organizzazione <strong>del</strong>l'esperienza di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>.
Per def<strong>in</strong>irli <strong>in</strong> maniera chiara ed esaustiva, ho sentito la<br />
necessità di avviare una seconda ricerca, stavolta rivolta agli studenti<br />
<strong>del</strong>l'università di Genova e ai maestri liguri, per cercare di enucleare<br />
def<strong>in</strong>itivamente, anche <strong>in</strong> ambito locale, le parole-chiave <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>.<br />
Gli studenti e i maestri che idee hanno sul <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>? Sono<br />
confrontabili? Sono paragonabili oppure non si può giungere a<br />
impostazioni condivise? E le esigenze, poi? Quali esigenze ha un<br />
giovane che ha <strong>in</strong>tenzione di <strong>in</strong>serirsi <strong>in</strong> fretta nel lavoro <strong>del</strong>la scuola?<br />
Quali, <strong>in</strong>vece, sono di chi nella scuola c'è già da qualche anno e<br />
desidera colleghi maggiormente preparati che lo aiut<strong>in</strong>o nel suo<br />
lavoro e, magari, si sente di dare consigli per la loro formazione vista<br />
la sua <strong>in</strong>sostituibile esperienza?<br />
Queste domande mi portano a def<strong>in</strong>ire più precisamente il tema<br />
<strong>del</strong>l'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e:<br />
L'<strong>in</strong>segnante già <strong>in</strong> ruolo Lo studente di scienze <strong>del</strong>la<br />
Ora ha esperienza concreta <strong>del</strong> suo<br />
lavoro, ha una <strong>storia</strong>:<br />
• Come organizzerebbe il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>?<br />
• Quali priorità gli assegnerebbe?<br />
• Quali attività sentirebbe così<br />
pressanti perché il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> possa<br />
avere significato nel successivo<br />
<strong>in</strong>serimento lavorativo?<br />
formazione primaria.<br />
• Quali esigenze?<br />
• Quali aspettative?<br />
Per rilevare le <strong>in</strong>formazioni necessarie ho predisposto due metodi<br />
di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e:<br />
• un questionario presentato ad entrambi i soggetti <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e;<br />
• una serie di <strong>in</strong>terviste ai maestri.
I questionari sono, ovviamente, differenziati fra studenti e<br />
<strong>in</strong>segnanti, <strong>in</strong> particolare riguardano:<br />
Per l'<strong>in</strong>segnante già <strong>in</strong> ruolo Per lo studente<br />
1) dati<br />
2) il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />
3) il tutor (o supervisore)<br />
4) le situazioni<br />
5) i laboratori<br />
1) dati<br />
2) il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />
I) aspettative<br />
II) esigenze<br />
3) il tutor (o supervisore)<br />
4) le situazioni<br />
5) i laboratori<br />
6) la valutazione<br />
In essi, vi è una netta preponderanza di domande a risposta<br />
aperta o semi-aperta, mentre quelle a risposta chiusa sono limitate<br />
ad alcuni dati grezzi (età, anzianità, preferenze,…).<br />
La scelta non è né casuale né <strong>in</strong>consapevole dei vantaggi e dei<br />
limiti che tale impostazione può riservare; nelle domande di<br />
produzione aperte "la risposta <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>terlocutore non è condizionata da<br />
risposte possibili suggerite da ricercatore e si possono raccogliere una<br />
considerevole varietà di risposte diverse." 15<br />
A fronte di questa ricchezza "l'elaborazione e l'analisi di queste<br />
risposte è lunga e difficile e, nella loro qualità, possono essere<br />
eterogenee: vaghe e superficiali o precise e articolate." 16<br />
Pur cosciente di queste difficoltà ho preferito lasciare maggiore<br />
possibilità di espressione ai soggetti, rischiando ulteriormente una<br />
compilazione superficiale dopo aver risposto a troppe domande<br />
aperte; non riuscivo, a priori, a stabilire scalette, a proporre risposte<br />
preconfezionate, su cui apporre una semplice crocetta; ho privilegiato<br />
l'opportunità di trovare idee nuove, orig<strong>in</strong>ali, simpatiche, all'occasione<br />
di raccogliere una messe di dati maggiormente significativi a livello
quantitativo e al rischio di avere risposte piatte, poco stimolanti. Una<br />
particolarità dei due questionari è che, pur redatti e distribuiti<br />
separatamente, sono stati strutturati <strong>in</strong> maniera tale da porre<br />
domande <strong>in</strong> parallelo.<br />
A parte le prima sezione che è strettamente personale, dalla<br />
seconda <strong>in</strong> poi ho cercato di far si che una domanda agli <strong>in</strong>segnanti<br />
trovi il proprio "specchio" <strong>in</strong> quella <strong>in</strong>dirizzata agli studenti.<br />
Se agli <strong>in</strong>segnanti è stato chiesto quali compiti attribuiresti al<br />
tiroc<strong>in</strong>ante nella tua classe, allo studente è stata rivolta la domanda<br />
quali compiti ti piacerebbe che ti affidassero <strong>in</strong> classe.<br />
Questo meccanismo spero mi aiuti a comprendere meglio come<br />
le due tipologie di soggetti affront<strong>in</strong>o la medesima problematica,<br />
essendone co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> prima persona.<br />
Ho pensato, poi, di implementare le <strong>in</strong>formazioni provenienti dai<br />
questionari con quelle <strong>del</strong>le <strong>in</strong>terviste. Perché? Non erano forse<br />
sufficienti?<br />
Da un punto di vista meramente numerico, ero già <strong>in</strong> possesso<br />
di dati consistenti e significativi, ma sentivo la necessità di<br />
"personalizzare" la ricerca.<br />
Ecco perché ho cercato <strong>in</strong>segnanti con una <strong>storia</strong>,<br />
"quell'<strong>in</strong>sieme di ricordi <strong>del</strong>la propria vita trascorsa, di ciò che si è<br />
stati e si è fatto" 17 , e che avessero voglia di raccontarla per far si che<br />
"la mente non si limiti a rievocare immag<strong>in</strong>i <strong>in</strong> sé isolate, fra loro<br />
dist<strong>in</strong>te e vaganti; l'<strong>in</strong>telligenza retrospettiva costruisce, collega e,<br />
qu<strong>in</strong>di, colloca nello spazio e nel tempo, riesce a dar senso a<br />
quell'evento soltanto se lo socializza: trapassando così dal momento<br />
evocativo al momento <strong>in</strong>terpretativo…" 18<br />
E, <strong>in</strong> questo presentarsi, ho visto le potenzialità di un'<strong>in</strong>tervista-<br />
racconto, una m<strong>in</strong>i-autobiografia lavorativa rivolta alla ricostruzione<br />
<strong>del</strong> ricordo degli anni <strong>del</strong>le magistrali, dei primi <strong>in</strong>carichi, il primo<br />
anno di ruolo e via via l'esperienza che aumenta, che si solidifica,
che, a volte, rende troppo quotidiano un lavoro che, <strong>in</strong>vece, richiede<br />
sempre il movimento, la modificazione, la flessibilità.<br />
Come dice Demetrio, però, non mi sono voluto limitare ai<br />
ricordi, bensì alla loro <strong>in</strong>terpretazione e, perché no, condivisione con<br />
altri atti cognitivi che appaiono come il contrario <strong>del</strong> ricordo,<br />
l'immag<strong>in</strong>azione e la progettazione <strong>del</strong> futuro, un futuro che è per se<br />
stessi, ma anche per altri, i tiroc<strong>in</strong>anti che si apprestano a vivere una<br />
sequenza di esperienze simile e diversa da un <strong>in</strong>segnante con,<br />
magari, trent'anni di anzianità.<br />
Allora, il mio <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> diventa il suo <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> oppure diverso se il<br />
mio non è stata un'esperienza positiva; <strong>in</strong> ogni caso ho cercato di<br />
facilitare la creazione di un ponte temporale che non dicesse "ai miei<br />
tempi…" bensì si attualizzasse per consigliare, migliorare, criticare e,<br />
<strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva progettare.<br />
La mia scelta è stata per una <strong>in</strong>tervista semi-strutturata <strong>in</strong> cui<br />
"vi sono alcune domande che l'<strong>in</strong>tervistatore deve obbligatoriamente<br />
porre nel corso <strong>del</strong> colloquio, anche se il momento <strong>in</strong> cui vengono<br />
poste può essere diverso da soggetto a soggetto e spesso anche la<br />
stessa domanda può essere formulata adattandola all'<strong>in</strong>tervistato." 19<br />
L'opzione verso questo tipo di <strong>in</strong>tervista è motivata<br />
adeguatamente dalle scelte "autobiografiche" esposte<br />
precedentemente, f<strong>in</strong>alizzate, qu<strong>in</strong>di, a un'<strong>in</strong>tervista non direttiva, più<br />
aperta al dialogo, maggiormente sensibile ai substrati emotivo-<br />
affettivi, con superiori possibilità di approfondimento.<br />
Come si ev<strong>in</strong>ce dalla trattazione, ho optato per una ricerca<br />
tipicamente qualitativa, basata, però, su dati quantitativi. Mi sono<br />
reso conto che sarebbero stati co<strong>in</strong>volti molti attori di diversa<br />
estrazione e profilo professionale e istituzioni con storie e f<strong>in</strong>alità<br />
particolari; di conseguenza, essendo altrettanto complessi i rapporti<br />
<strong>in</strong>tercorrenti fra tutti questi soggetti, ho preferito sviluppare una<br />
ricerca con l'obiettivo di ottenere maggiore profondità nell'analisi
degli stessi e idee orig<strong>in</strong>ali per arricchire le risorse sull'organizzazione<br />
<strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>.<br />
Senza entrare nel dibattito fra quantità e qualità <strong>in</strong>tendo,<br />
comunque, sostenere che non posso presc<strong>in</strong>dere dai dati quantitativi<br />
rilevati <strong>in</strong> quanto assolutamente necessari per cementare qualsiasi<br />
ipotesi fondata scientificamente. (Per raggiungere, <strong>in</strong>fatti la migliore<br />
fe<strong>del</strong>tà possibile, ho strutturato il questionario con domande di tipo<br />
quantitativo a cui facevano da riscontro domande di tipo qualitativo,<br />
attraverso le quali si aveva la possibilità <strong>in</strong>consapevole di confermare<br />
o meno l’opzione precedente.)<br />
Nell'ambito di una ipotetica ricerca educativa, magari a sfondo<br />
nazionale, <strong>in</strong>centrata su aspetti quali la distribuzione <strong>del</strong>le aule o la<br />
situazione <strong>del</strong>l'edilizia scolastica, è probabile che sia più utile avere<br />
molti dati di tipo quantitativo su cui operare confronti e correlazioni.<br />
In una ricerca, <strong>in</strong>vece, focalizzata sul rapporto con i bamb<strong>in</strong>i o fra<br />
colleghi, forse è più opportuno basarsi su dati di tipo qualitativo.<br />
All'<strong>in</strong>terno di essa, però, sarebbe sconveniente fondare le proprie<br />
conclusioni esclusivamente sulle rilevazioni raccolte secondo<br />
l'impostazione maggiormente gradita, bensì ritengo auspicabile<br />
esam<strong>in</strong>are le eventuali implicazioni fornite da elementi quantitativi<br />
perché potrebbero confermare, disconfermare oppure arricchire il<br />
quadro def<strong>in</strong>itivo.<br />
Analogamente, <strong>in</strong> una ricerca quantitativa, credo sia illusorio<br />
ritenere i dati reperiti, oggettivi <strong>in</strong> senso assoluto, piuttosto ritengo<br />
accorto l'accertamento di presumibili particolarità soprattutto se la<br />
ricerca viene condotta <strong>in</strong> contesti medio-piccoli dove l'<strong>in</strong>cidenza dei<br />
fattori s<strong>in</strong>goli è maggiormente percepita.<br />
In questo quadro specifico di impostazione metodologica, posso<br />
concludere che non pretendo di giungere a risultati generalizzabili a<br />
tutti i contesti analoghi, bensì di <strong>del</strong><strong>in</strong>eare prospettive di ricerca e<br />
approfondimento ulteriori per poter disegnare una ipotesi di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>
possibile, conciliando i due ambiti di ricerca, <strong>in</strong> quanto "perde di<br />
significato l'opposizione tra quantità e qualità, tra ricerca quantitativa<br />
e ricerca qualitativa: è un'opposizione che appare sempre più<br />
obsoleta." 20<br />
La s<strong>in</strong>tesi dei risultati è tutt’altro che semplice, anche perché<br />
non è opportuno, <strong>in</strong> questa sede, elencare una lunga serie di numeri<br />
e percentuali; limiterò il mio <strong>in</strong>tervento, allora, alle parole-chiave<br />
emerse e a qualche considerazione conseguente la tabulazione,<br />
lasciando, per eventuali ulteriori approfondimenti, riflessioni più<br />
specifiche.<br />
Se si guardano i risultati contenuti nelle tabelle di tipo quantitativo<br />
<strong>del</strong> questionario, si riscontra la ripetizione di alcuni term<strong>in</strong>i, mi<br />
permetto di elencarli.<br />
• Per quanto riguarda il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>:<br />
• Formazione generale, conoscere le teorie di base,<br />
comunicare;<br />
• Per quanto riguarda il tutor:<br />
• Deve avvic<strong>in</strong>armi al mondo concreto <strong>del</strong>la scuola, deve avere<br />
esperienza, crescere nell'autonomia;<br />
• Per quanto riguarda le situazioni:<br />
• Discutere per progettare, preparare <strong>in</strong>sieme le lezioni,<br />
guidare piccoli gruppi, considerarsi come un<br />
collaboratore/collega;<br />
• Per quanto riguarda i laboratori:<br />
• Le d<strong>in</strong>amiche di gruppo, la simulazione di lezioni;<br />
Analogamente, se si guardano i risultati contenuti nelle tabelle di tipo<br />
qualitativo, si riscontra la ripetizione di altri term<strong>in</strong>i, mi permetto<br />
ancora di elencarli.<br />
• Per quanto riguarda il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>:<br />
• In negativo: poco tempo, saltuario, sporadico; <strong>in</strong> positivo:<br />
partecipazione, attività, progettualità, molte esperienze
pratiche, avere molti contatti con i bamb<strong>in</strong>i e con gli<br />
<strong>in</strong>segnanti,;<br />
• Per quanto riguarda il tutor:<br />
• deve avere esperienza, deve avere passione per il suo<br />
lavoro;<br />
• Per quanto riguarda le situazioni:<br />
• Organi collegiali per conoscere la vita <strong>del</strong>la scuola;<br />
• Per quanto riguarda i laboratori:<br />
• Opportunità per l'autovalutazione, la correzione dei propri<br />
errori, il confronto, per mettersi <strong>in</strong> discussione.<br />
Nelle <strong>in</strong>terviste i term<strong>in</strong>i maggiormente ripetuti sono:<br />
• Per quanto riguarda il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>:<br />
• Piccoli gruppi di tiroc<strong>in</strong>anti o anche da solo; cont<strong>in</strong>uità con la<br />
possibilità di periodi <strong>in</strong>tensivi;<br />
• Per quanto riguarda le situazioni:<br />
• Esperienze di animazione, anche <strong>in</strong> periodi particolari come<br />
Natale o carnevale;<br />
• Il rapporto con i genitori e, <strong>in</strong> generale, l'extrascuola;<br />
• Per quanto riguarda i laboratori:<br />
• La flessibilità organizzativa, gestione <strong>del</strong>le risorse personali e<br />
di gruppo; raccordo fra discipl<strong>in</strong>e teoriche e <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>;<br />
Le parole <strong>in</strong> grassetto diventano le parole d'ord<strong>in</strong>e di quest'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e e<br />
formano la base per la progettazione <strong>del</strong>l'ipotesi di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nel<br />
prossimo paragrafo.
Objetivos<br />
Entrenamiento<br />
Triplice:<br />
observar<br />
plantear<br />
evaluar<br />
Progression en la<br />
complexidad<br />
Progresiva <strong>in</strong>sercion<br />
en la escuela<br />
Autonomia<br />
Esperiencia<br />
<strong>in</strong>vestigacion<br />
Motivacion<br />
Comunicacion<br />
experimentacion<br />
Conocimiento<br />
Metacognitivo<br />
Afectivo<br />
Cognitivo<br />
Observacion<br />
Planteamiento<br />
Evaluacion<br />
Periodo <strong>in</strong>tensivo<br />
Esperiencias de animacion<br />
didactica Comienzo semanal<br />
Intervenciones<br />
en la clase<br />
1 o 2 practicantes<br />
Lecciones teoricas de practicum<br />
Praticante<br />
Maestro de clase<br />
Supervisor<br />
Profesor<br />
Reuniones en<br />
la escuela<br />
Evaluacion <strong>del</strong><br />
practicum<br />
Metacognicion<br />
<strong>in</strong>dividual<br />
y de grupo ;<br />
Evaluacion formativa<br />
y sumativa<br />
Colaboracion,<br />
Sustitucion en<br />
responsabilidad<br />
Extra-escuela<br />
Coloquios<br />
con los padres<br />
Colegio docentes<br />
Planteamiento<br />
Autoevaluacion<br />
Perspectivas<br />
Laboratorios<br />
Perspectivas<br />
Laboratorios<br />
Concursos<br />
publicos<br />
Perspectivas<br />
Coligacion<br />
con los cursos<br />
academicos
praxis<br />
teoria<br />
teoria<br />
praxis<br />
<strong>in</strong>vestigacion-Accion<br />
<strong>in</strong>vestigacion-Formacion<br />
Mo<strong>del</strong>os de<br />
formacion<br />
Actores
Coligacion con los<br />
cursos academicos<br />
Practicum<br />
<strong>in</strong>terno<br />
Laboratorios<br />
Gestion recursos<br />
D<strong>in</strong>amica de grupo<br />
Comunicacion<br />
Simulaciones<br />
Microteach<strong>in</strong>g<br />
Nuevas tecnologias<br />
Observacion sistematica<br />
Extra-escuela<br />
Investigacion educativa<br />
Estilo didactico<br />
Discipl<strong>in</strong>as teoricas<br />
Discipl<strong>in</strong>as teorico-praticas<br />
microespecializaciones<br />
Sem<strong>in</strong>ari<br />
Encuentros con expertos<br />
Auto-evaluacion<br />
Optimacion<br />
Varias, a segunda de las exigencias<br />
Concursos<br />
publicos<br />
Plataforma<br />
telematica a<br />
soporte<br />
Intervenciones<br />
en el territorio<br />
Actividades<br />
praticas<br />
guiadas<br />
preparacion<br />
Formacion a distancia<br />
Forum/chat<br />
Mail<br />
virtual classroom<br />
Investigaciones<br />
Animacion<br />
Intervenciones en el<br />
barrio de la escuela<br />
Zonas degradadas<br />
Problematicas<br />
sociales<br />
……..<br />
Atelier con<br />
maestros titulares<br />
tambien<br />
Actualizacion<br />
perfeccionamento<br />
Formacion permaneciente<br />
Recursos para la<br />
escuela<br />
Periodos sabbaticos<br />
Ano de formacion/practicum<br />
para los titulares<br />
Substitucion en responsabilidad<br />
Practicum valuable<br />
Gestion grandes grupos<br />
Zonas sociales degradadas<br />
…………………………<br />
Practicante/rebuscador<br />
Entrevistas periodicas<br />
Estudio de casos<br />
Metacognicion de grupo<br />
Rebuscador de practicum<br />
ERASMUS para el pract icum<br />
Red entre los supervisores<br />
Investigaciones<br />
<strong>in</strong> it<strong>in</strong>ere<br />
Perspectivas
5.- UN IPOTESI PERCORRIBILE PER L’ORGANIZZAZIONE DEL<br />
TIROCINIO<br />
5.<strong>1.</strong>- LE BASI<br />
Nel <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> si <strong>in</strong>trecciano e si <strong>in</strong>crociano dialetticamente la<br />
teoria e la pratica, senza che l'una prevalga sull'altra.<br />
Alcuni autori segnalano l'opportunità di un it<strong>in</strong>erario che dalla<br />
prassi torni ad essa attraverso la teoria; le ipotesi sono tratte dalle<br />
osservazioni empiriche e permettono una formulazione teorica che<br />
consente un ritorno maggiormente consapevole alla operatività.<br />
Altri autori, <strong>in</strong>vece, prediligono il percorso teoria-prassi-teoria; la<br />
partenza si avrebbe "attraverso più approcci teorici, quali riferimenti<br />
strutturali e analitici che l'operatore sociale utilizza come mediazione,<br />
filtro, passaggio verso l'operatività. Una prassi che è progetto, che è<br />
azione operativa, che è base per formulare ipotesi di <strong>in</strong>terventi sociali<br />
coord<strong>in</strong>ati all'<strong>in</strong>terno di un processo circolare che consente la<br />
sperimentazione, la verifica e il ritorno al piano teorico." 21<br />
Nella situazione specifica <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> "le strade che si possono<br />
percorrere sono sostanzialmente due. La prima consiste nel<br />
prevedere, di volta <strong>in</strong> volta, una <strong>in</strong>iziale messa a punto degli aspetti<br />
teorici dei s<strong>in</strong>goli argomenti ed una successiva apertura al mondo<br />
concreto <strong>del</strong>la scuola, con lo scopo di vedere applicate alla realtà le<br />
<strong>in</strong>dicazioni teoriche messe a fuoco. La seconda consiste nel<br />
procedimento <strong>in</strong>verso, che prevede una <strong>in</strong>iziale osservazione sul<br />
campo di alcuni fenomeni o di alcuni momenti particolari <strong>del</strong>la vita<br />
scolastica ed una successiva discussione dei dati raccolti con una<br />
conseguente messa a fuoco <strong>del</strong>le corrispondenti <strong>in</strong>formazioni e<br />
conoscenze teoriche." 22<br />
Io, personalmente, ritengo che possa sussistere una soluzione<br />
alternativa, una terza via.
Da un lato, non è altro che la percorrenza, alternativamente, <strong>in</strong><br />
momenti diversi, dei due sensi di marcia <strong>del</strong>la strada <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, a<br />
seconda <strong>del</strong>le situazioni e <strong>del</strong>le opzioni per verificare le ricchezze di<br />
entrambe le modalità.<br />
Dall'altro lato, però, <strong>in</strong>travedo la possibilità di una vera e<br />
propria <strong>in</strong>tegrazione <strong>in</strong> un mo<strong>del</strong>lo circolare che "imponga un cont<strong>in</strong>uo<br />
e reciproco feed-back tra l'esperienza con alunni e alunne nelle classi<br />
e la riflessione critica fondata tanto sulla base empirica quanto sui<br />
fondamenti teorici." 23<br />
Per fronteggiare un impegno di questo tipo, per operare <strong>in</strong><br />
situazioni complesse come le scuole e affrontare problematiche che<br />
affliggono gli <strong>in</strong>segnanti nella quotidianità scolastica, credo che la<br />
prospettiva migliore sia la Ricerca-Azione (R-A).<br />
Gli <strong>in</strong>segnanti, <strong>in</strong>fatti, si trovano di fronte a difficoltà educative<br />
sulle quali "chiedono <strong>in</strong>dicazioni precise a formatori e ricercatori,<br />
relativamente agli approcci socio-comunicativi, alle metodologie o agli<br />
strumenti didattici da adottare: risposte comprensibili e applicabili a<br />
<strong>breve</strong>-medio-lungo term<strong>in</strong>e." 24<br />
Il personale universitario, <strong>in</strong> questo modo, può <strong>in</strong>tessere<br />
rapporti con il mondo <strong>del</strong>la scuola per avviare ed attuare ricerche<br />
"utili", nel senso di percepibili come utlizzabili, anche dal personale<br />
scolastico, senza dimenticare la possibilità di estrapolare o di<br />
postulare, da e <strong>in</strong> tali ricerche, <strong>in</strong>dicazioni puramente teoretiche che<br />
fond<strong>in</strong>o ulteriormente il sapere educativo.<br />
La R-A non nega, qu<strong>in</strong>di, la ricerca pura, anzi, <strong>in</strong>tende<br />
rafforzarla, attraverso, però, un camm<strong>in</strong>o che dia l'opportunità agli<br />
attori <strong>del</strong> sistema, operatori e ricercatori, di fare, pensare e sapere.<br />
In questo senso la R-A può essere la modalità di gestione<br />
pr<strong>in</strong>cipale per il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e, viceversa, il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> può essere occasione<br />
per gli <strong>in</strong>segnanti di ricerca <strong>del</strong>le risposte a molti <strong>in</strong>terrogativi di tipo<br />
epistemologico e didattico.
In tal modo la scuola verrebbe <strong>in</strong>contro al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong> maniera<br />
molto più entusiastica <strong>in</strong> quanto portatore di soluzioni it<strong>in</strong>eranti, cioè<br />
non confezionate dall'esterno, ma costruite <strong>in</strong>sieme, fornendo agli<br />
<strong>in</strong>segnanti occasioni per ricercare e riflettere sul proprio lavoro.<br />
La def<strong>in</strong>izione di Rapoport esplica precisamente quello che da<br />
me è stato prospettato: la R-A "è una ricerca sociale applicata,<br />
caratterizzata dal co<strong>in</strong>volgimento immediato <strong>del</strong> ricercatore nel<br />
processo d'azione. Il suo obiettivo è di fornire un contributo, nello<br />
stesso tempo, alle preoccupazioni pratiche <strong>del</strong>le persone che si<br />
trovano <strong>in</strong> situazione problematica e allo sviluppo <strong>del</strong>le scienze<br />
sociali, per una collaborazione che le collega secondo uno schema<br />
etico reciprocamente accettabile." 25<br />
Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, allora, dovrebbe connotarsi come una ricerca-azione <strong>in</strong><br />
it<strong>in</strong>ere dilazionata e diversificata nel tempo i cui punti 26 fondamentali<br />
sarebbero:<br />
• il co<strong>in</strong>volgimento di tutti gli attori direttamente e <strong>in</strong>direttamente<br />
<strong>in</strong>teressati;<br />
• assunzione di una direttiva orientata al cambiamento dei<br />
comportamenti degli attori co<strong>in</strong>volti e <strong>del</strong>le situazioni sociali;<br />
• esame <strong>del</strong>le d<strong>in</strong>amiche comunicative e di gruppo che favoriscono o<br />
<strong>in</strong>tralciano il progressivo distendersi <strong>del</strong>la ricerca.<br />
A questo proposito è <strong>in</strong>teressante segnalare un'attività formativa<br />
centrata sulla metodologia <strong>del</strong>la R-A sperimentata nelle scuole di<br />
specializzazione all'<strong>in</strong>segnamento, qu<strong>in</strong>di, tagliata ad hoc per il<br />
contesto scolastico, quello che ci riguarda direttamente: la ricerca-<br />
formazione.<br />
Tale modalità "è caratterizzata<br />
• da una varietà di metodi e di strumenti di lavoro; favorisce ed<br />
agevola la strutturazione di competenze professionali fondamentali<br />
per gli <strong>in</strong>segnanti;
• è accompagnata sempre da metodi di verifica, valutazione e di<br />
controllo dei risultati conseguiti;<br />
• implica la collaborazione per la trasformazione e il miglioramento<br />
<strong>del</strong>la realtà professionale e sociale;<br />
• consente di far operare, <strong>in</strong> modo cooperativo e s<strong>in</strong>ergico, gruppi di<br />
persone dotate di capacità valutative e di risoluzione dei problemi;<br />
• è ricerca partecipata e qu<strong>in</strong>di può essere <strong>in</strong>tesa come ricerca<br />
<strong>in</strong>tervento sui problemi;<br />
• è f<strong>in</strong>alizzata al miglioramento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l'istruzione e<br />
<strong>del</strong>l'apprendimento degli studenti qu<strong>in</strong>di alla riqualificazione <strong>del</strong><br />
servizio; ha i caratteri <strong>del</strong>la flessibilità e <strong>del</strong>l'adattabilità al<br />
contesto." 27<br />
Una formazione di questo genere si fonda sui modi di come la<br />
relazione formatore-persona <strong>in</strong> formazione viene vissuta; "tali modi<br />
possono essere letti secondo tre mo<strong>del</strong>li:<br />
a) mo<strong>del</strong>lo pedagogico di formazione di tipo trasmissivo, a<br />
orientamento normativo, connotato dal fatto che, coscientemente<br />
o meno, la persona <strong>in</strong> formazione viene considerata come oggetto<br />
di formazione, partendo dall'assunto che depositario <strong>del</strong> potere e<br />
<strong>del</strong> sapere è il formatore;<br />
b) mo<strong>del</strong>lo pedagogico di formazione di tipo <strong>in</strong>citativo, capace di<br />
sollecitare l'orientamento personale, centrato sulla constatazione<br />
che tutte le attività messe <strong>in</strong> atto guardano alla persona come<br />
soggetto <strong>del</strong>la propria formazione;<br />
c) mo<strong>del</strong>lo pedagogico di formazione teso a favorire<br />
un'appropriazione cognitiva <strong>del</strong> reale, tagliato sull'<strong>in</strong>serimento<br />
sociale, che guarda alle persone <strong>in</strong> formazione soprattutto come<br />
agenti sociali, suscettibili di <strong>in</strong>tervenire nella società." 28<br />
Se, da un lato, può apparire solo il terzo mo<strong>del</strong>lo come adatto al<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong> quanto rivolto, all'attività e al cambiamento, dall'altro pur<br />
nelle differenziazioni epistemologiche evidenti, i tre mo<strong>del</strong>li, proprio
perché astratti, non si configurano come alternativi, bensì come<br />
espressioni dialettiche che rimandano analogicamente:<br />
• alla pedagogia generale tramite uno studio di tipo teorico, di cui ne<br />
è stata evidenziata l'esigenza da parte degli studenti;<br />
• alla pedagogia sperimentale tramite situazioni controllate <strong>in</strong> cui lo<br />
studente è il protagonista <strong>del</strong>la costruzione <strong>del</strong> sapere;<br />
• alla pedagogia <strong>in</strong> situazione f<strong>in</strong>alizzata all'azione e al cambiamento<br />
sociale.<br />
Su queste basi, sono <strong>in</strong> grado di proporre due prototipi 29 di<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, da cui scaturiranno le diverse tipologie.<br />
In un primo caso, ci si riferisce ad attività promosse per gli studenti<br />
durante lo svolgimento <strong>del</strong> loro iter formativo; nel secondo caso, ad<br />
attività svolte dopo il completamento <strong>del</strong>l'iter formativo e il<br />
conseguimento <strong>del</strong> titolo di studio.<br />
Il prototipo a cui mi riferisco è essenzialmente il primo, ma, da<br />
alcuni punti messi <strong>in</strong> risalto dalla ricerca-<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e e lasciati <strong>in</strong><br />
sospeso, si possono pensare a forme di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> post-lauream, di<br />
collegamento con il concorso e/o con l'anno di prova, di forme di<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>/laboratorio per la formazione permanente dei docenti precari<br />
e per quelli <strong>in</strong> ruolo.<br />
Le tipologie di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> che derivano da tutte le osservazioni<br />
precedenti sono sostanzialmente tre: 30<br />
• <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> di natura osservativa, lo studente raccoglie<br />
sistematicamente dati oggettivi (materiali, documenti, elementi<br />
che caratterizzano la situazione) e soggettivi (protocolli osservativi<br />
raccolti con uso di tecniche differenziate); nella sua forma più<br />
avanzata lo studente può condurre una ricerca che può essere<br />
descrittiva, di monitoraggio o di elaborazione di proposte per lo<br />
sviluppo stesso <strong>del</strong> progetto;
• <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> che prevede l'<strong>in</strong>serimento <strong>del</strong>lo studente nel team degli<br />
<strong>in</strong>segnanti con compiti di supporto <strong>in</strong> ogni momento nei quali viene<br />
accompagnato;<br />
• <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> che consente allo studente di condurre direttamente <strong>in</strong><br />
alcuni casi alcune attività.<br />
E' evidente che non c'è una tipologia migliore, ma è necessario<br />
trovare di volta <strong>in</strong> volta, di circostanza <strong>in</strong> circostanza, studente per<br />
studente, la situazione più adatta per permettere ai vari attori <strong>del</strong><br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> di esprimere le proprie potenzialità.<br />
In ogni caso l'<strong>in</strong>tento è il raggiungimento di alcune f<strong>in</strong>alità che si<br />
possono tradurre <strong>in</strong> 31<br />
• obiettivi pedagogici: riconoscibili come adatti a aiutare a<br />
socializzare e a relazionare con le persone che si muovono<br />
nell'ambito lavorativo <strong>del</strong>la scuola; (esempio: aff<strong>in</strong>are le capacità<br />
di cogliere i rapporti relazionali esistenti fra gli attori <strong>del</strong>la scuola:<br />
responsabilità, gerarchie, collaborazione,…)<br />
• obiettivi cognitivie metacognitivi: da un lato, r<strong>in</strong>forzano, attraverso<br />
l'osservazione diretta dei fenomeni, le conoscenze teoriche,<br />
dall'altro, approfondiscono o sviluppano le competenze <strong>in</strong>iziate a<br />
lezione completando la cultura professionalizzante di base;<br />
• obiettivi operativo-professionalizzanti: raggiungono le abilità<br />
operative legate alle cognizioni elaborate nel percorso formativo.<br />
(es.: dimostrare abilità e competenza nell'eseguire mansioni<br />
specifiche; dimostrare flessibilità e <strong>in</strong>ventiva nel progettare<br />
percorsi nuovi)<br />
Specificando <strong>in</strong> maniera più precisa: 32<br />
• obiettivi sostanziali:<br />
ridurre l'ansia correlata al nuovo;<br />
sostenere ed accrescere la motivazione all'apprendimento;
creare le condizioni per un percorso f<strong>in</strong>alizzato ad acquisire<br />
autonomia rispetto a imparare ad apprendere e ad agire<br />
professionalmente;<br />
• obiettivi strumentali:<br />
prefigurare l'esperienza di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> al f<strong>in</strong>e di favorire la nascita<br />
di rapporti di reciprocità all'<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>le relazioni <strong>in</strong>tercorrenti<br />
fra i diversi attori <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>;<br />
sviluppare atteggiamenti improntati alla collaborazione, alla<br />
consapevolezza dei propri limiti, alla ricerca e alla riflessione;<br />
sensibilizzare il tiroc<strong>in</strong>ante a considerare la formazione di base<br />
come prima tappa verso la formazione permanente;<br />
sperimentarsi nell'utilizzo <strong>del</strong>la risorsa rappresentata dal gruppo<br />
di <strong>in</strong>segnanti, come sviluppo professionale e auto-formazione <strong>in</strong><br />
servizio.<br />
Cerco di s<strong>in</strong>tetizzare <strong>in</strong> ulteriori parole chiave gli obiettivi formulati:<br />
• autonomia;<br />
• esperienza;<br />
• ricerca;<br />
• motivazione all'apprendimento e alla formazione permanente;<br />
• educarsi alla comunicazione;<br />
• sperimentazione di sé e <strong>del</strong> gruppo, <strong>in</strong>dividualmente e <strong>in</strong> gruppo.<br />
L'autonomia è <strong>in</strong>tesa non solo nel senso di una progressiva<br />
capacità di gestione <strong>del</strong>le attività affidate al tiroc<strong>in</strong>ante, ma anche di<br />
gestione <strong>del</strong>le proprie energie emotivo-affettive, <strong>del</strong>le relazioni<br />
<strong>in</strong>tessute a scuola e degli apprendimenti utili a fornire un quadro<br />
sempre più particolareggiato <strong>del</strong>la professione <strong>in</strong>segnante.<br />
Per esperienza, <strong>in</strong>tendo, la possibilità di ricavare dal <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> una<br />
sorta di diario m<strong>in</strong>imo, un repertorio di strategie e di accorgimenti<br />
che permettano al tiroc<strong>in</strong>ante un futuro <strong>in</strong>serimento non traumatico,<br />
ma <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uità con l'esperienza precedente.
La ricerca è un obiettivo-atteggiamento che deve<br />
contraddist<strong>in</strong>guere la vita professionale <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnante, non solo nel<br />
senso formale di una ricerca educativa, ma anche di una disposizione<br />
alla speculazione, alla riflessione e, qu<strong>in</strong>di, all'azione attraverso i<br />
momenti <strong>del</strong>la vita scolastica quotidiana.<br />
L'azione, nel <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, ovviamente, non è f<strong>in</strong>e a se stessa, ma<br />
foriera di nuove necessità di approfondimenti; tale b<strong>in</strong>omio sarà parte<br />
<strong>in</strong>tegrante <strong>del</strong>la professionalità docente.<br />
La comunicazione nelle sue diverse forme, verbale e non, <strong>in</strong> una<br />
diade, <strong>in</strong> un piccolo o grande gruppo fa parte <strong>del</strong>la rout<strong>in</strong>e lavorativa<br />
<strong>del</strong> maestro; il desiderio di educarsi <strong>in</strong> e tramite essa è una sfida che<br />
il tiroc<strong>in</strong>ante deve accettare per sperimentarsi <strong>in</strong>dividualmente e <strong>in</strong><br />
gruppo per scoprire e potenziare gradualmente le ricchezze personali<br />
e collettive.<br />
Posso non aver esaurito lo spettro educativo riguardante gli<br />
obiettivi <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, sicuramente essi dovranno essere<br />
situazionalizzati, resi raggiungibili attraverso i percorsi che ciascuna<br />
équipe riterrà maggiormente idonei.<br />
I mo<strong>del</strong>li di apprendimento che derivano da queste considerazioni<br />
sono sostanzialmente tre: 33<br />
• <strong>in</strong>tellettuale: l'approccio <strong>in</strong>iziale è basato sull'<strong>in</strong>telligenza;<br />
• <strong>in</strong>tuitivo: l'approccio <strong>in</strong>iziale è basato su capacità ist<strong>in</strong>tive;<br />
• esperienziale: l'approccio <strong>in</strong>iziale è basato sull'esperienza pratica.<br />
Analogamente ai mo<strong>del</strong>li di formazione precedentemente esposti<br />
e, ispirandosi al rapporto teoria/pratica, non è possibile sc<strong>in</strong>dere <strong>in</strong><br />
tre momenti diversi i tre mo<strong>del</strong>li di apprendimento.<br />
Durante il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> o, per meglio dire, durante tutta l'esperienza<br />
universitaria, essi vengono co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong>sieme, accentuati <strong>in</strong> diversa<br />
misura a seconda <strong>del</strong>la specifica attività.
Sicuramente nel <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> verrà privilegiato il momento esperienziale e<br />
quello <strong>in</strong>tuitivo senza, però, dimenticare di raccordarlo con<br />
l'<strong>in</strong>tellettuale sottol<strong>in</strong>eato nelle discipl<strong>in</strong>e teoriche.<br />
Dai mo<strong>del</strong>li che sono ovviamente astratti per def<strong>in</strong>izione, orig<strong>in</strong>ano<br />
degli stili di apprendimento che devono sorgere negli studenti perché<br />
il proprio curriculum formativo sia progressivamente più completo:<br />
• uno stile cognitivo, capace di organizzare le diverse conoscenze;<br />
• uno stile affettivo, capace di gestire le proprie risorse emotive e<br />
caratteriali;<br />
• uno stile metacognitivo, capace di sorvegliare la propria capacità di<br />
apprendimento per poterla cambiare o modificare a seconda <strong>del</strong><br />
tipo di esperienza o necessità affrontata.<br />
Per il primo, quello sicuramente più studiato e conosciuto, non<br />
faccio ulteriori commenti; per il secondo, mi tornano alla mente<br />
alcune parole risaltate nella ricerca-<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, dove alcuni studenti<br />
richiedevano dall'esperienza di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> maggiore sicurezza nei propri<br />
mezzi, la capacità di gestire situazioni affettive, frequenti con i<br />
bamb<strong>in</strong>i e con i colleghi, anche se di tipo diverso; dal supervisore si<br />
aspettavano tenacia per superare le situazioni difficili, simpatia ed<br />
empatia per essere compresi; dagli <strong>in</strong>segnanti di classe<br />
comprensione.<br />
Il terzo stile cognitivo è quello che monitora le esperienze<br />
apprenditive come una sorta di supervisore <strong>del</strong>le modalità<br />
conoscitive, di garante attraverso il quale il soggetto <strong>in</strong> formazione si<br />
appropria e costruisce le d<strong>in</strong>amiche mentali.<br />
Il progetto di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> si dovrà basare su una "riappropriazione<br />
metacognitiva <strong>del</strong>le conoscenze acquisite (concetti, pr<strong>in</strong>cipi, abilità,<br />
atteggiamenti, ecc.), dei significati posseduti o ancora da possedere,<br />
dei punti di vista personali riguardo alla scuola, alla progettualità<br />
educativa, all'<strong>in</strong>segnamento, alla professionalità." 34
5.2.- LA STRUTTURA<br />
L'<strong>in</strong>telaiatura <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> viene organizzata sulla base di due<br />
opzioni organizzative:<br />
la prima è def<strong>in</strong>ita dallo schema:<br />
1) Osservazione;<br />
2) Partecipazione guidata;<br />
3) Conduzione di attività;<br />
<strong>in</strong>terpretato <strong>in</strong> maniera sequenziale; un primo periodo di<br />
osservazione semistrutturata che diventa via via più sistematica,<br />
seguito da un <strong>in</strong>iziale approccio all'attività didattica per poi assumere<br />
sempre maggiori responsabilità, f<strong>in</strong>o alla conduzione di unità<br />
didattiche progettate, svolte e valutate.<br />
In alcuni progetti di alcune università la tripartizione viene<br />
sviluppata nell'arco <strong>del</strong> quadriennio:<br />
• 1° e 2° anno, osservazione;<br />
• 3° anno, partecipazione guidata;<br />
• 4° anno, conduzione di attività.<br />
In altri, viene sviluppata anche nel corso <strong>del</strong>lo stesso anno di corso<br />
secondo fasi e momenti diversi. I tempi reali di questa opzione si<br />
traducono <strong>in</strong> un monte ore più leggero per il primo biennio e più<br />
pesante per il secondo, necessitando di un m<strong>in</strong>or numero di ore per<br />
realizzare le osservazioni e maggiore per le attività più propriamente<br />
didattiche.<br />
La seconda si basa ugualmente sugli stessi parametri, <strong>in</strong>terpretati<br />
però, <strong>in</strong> maniera più flessibile, non sequenziale.<br />
Le tre fasi sono maggiormente ravvic<strong>in</strong>ate nel tempo, nello stesso<br />
anno di corso; <strong>in</strong>oltre, non sono rigidamente dist<strong>in</strong>te, <strong>in</strong> periodi e<br />
attività differenti, bensì raccordate <strong>in</strong> momenti che necessitano di<br />
tutte e tre, fermo restando il fatto che, soprattutto nel primo e nel<br />
secondo anno, non ci sarà una reale conduzione autonoma di attività
didattiche da parte degli studenti, che si presenterà, <strong>in</strong>vece, nel<br />
secondo biennio. I tempi reali di questa opzione si traducono <strong>in</strong> un<br />
monte ore più regolare nella suddivisione quadriennale, anche se,<br />
nella sua variabilità, è possibile prevedere più ore nel secondo biennio<br />
per la maggiore responsabilità assunta nella conduzione di attività.<br />
Inoltre sono da considerare due variabili essenziali riguardanti la<br />
distribuzione <strong>del</strong> tempo <strong>del</strong>le attività lungo l'arco <strong>del</strong>l'anno<br />
accademico: l'approccio settimanale e quello <strong>in</strong>tensivo; il primo<br />
ripartisce uniformemente le ore degli <strong>in</strong>terventi nel semestre,<br />
solitamente scegliendo uno o due giorni alla settimana <strong>in</strong> cui gli<br />
studenti vanno a scuola mentre le lezioni universitarie sono sospese;<br />
il secondo concentra le attività <strong>in</strong> periodi def<strong>in</strong>iti <strong>del</strong>l'anno.<br />
Ritengo che la prima opzione si sposi più facilmente con<br />
un'organizzazione settimanale, mentre la seconda con quella<br />
<strong>in</strong>tensiva.<br />
1° anno<br />
Gli schemi seguenti esplicitano le possibilità segnalate.<br />
1° blocco 2° blocco<br />
20 ore 4 ore 13 ore 20 ore 4 ore 13 ore<br />
Durante il primo semestre, preferibilmente<br />
prima di Natale, due settimane di<br />
animazione/osservazione<br />
partecipante con sospensione <strong>del</strong>le<br />
lezioni<br />
10 <strong>in</strong>terventi<br />
<strong>in</strong> classe di 2<br />
ore ciascuno<br />
Programmazi<br />
one e<br />
<strong>in</strong>terclasse<br />
con gli<br />
<strong>in</strong>segnanti<br />
Con il<br />
supervisore:<br />
6 prima<br />
3 durante<br />
4 dopo<br />
Durante il secondo semestre,<br />
preferibilmente prima di Pasqua, due<br />
settimane di animazione/osservazione<br />
partecipante con sospensione <strong>del</strong>le<br />
lezioni<br />
10 <strong>in</strong>terventi<br />
<strong>in</strong> classe di 2<br />
ore ciascuno<br />
Programmazi<br />
one e<br />
<strong>in</strong>terclasse<br />
con gli<br />
<strong>in</strong>segnanti<br />
Con il<br />
supervisore:<br />
6 prima<br />
3 durante<br />
4 dopo
Durante le due settimane di sospensione<br />
si sviluppa <strong>in</strong> parallelo un laboratorio sulla<br />
comunicazione<br />
Durante le due settimane di sospensione<br />
si sviluppa <strong>in</strong> parallelo un laboratorio sulle<br />
d<strong>in</strong>amiche di gruppo<br />
blocco alternativo <strong>in</strong>iziale blocco alternativo per il 2° semestre<br />
20 ore 4 ore 13 ore 20 ore 4 ore 13 ore<br />
Durante il primo semestre 10 <strong>in</strong>terventi di<br />
animazione didattica / osservazione<br />
partecipante<br />
10 <strong>in</strong>terventi<br />
<strong>in</strong> classe di 2<br />
ore ciascuno<br />
Programmazi<br />
one e<br />
<strong>in</strong>terclasse<br />
con gli<br />
<strong>in</strong>segnanti<br />
Con il<br />
supervisore<br />
lungo l'arco<br />
degli<br />
<strong>in</strong>terventi<br />
Durante il primo semestre si sviluppa un<br />
laboratorio sulla comunicazione<br />
2° anno<br />
Durante il primo semestre 10 <strong>in</strong>terventi di<br />
animazione didattica / osservazione<br />
partecipante<br />
10 <strong>in</strong>terventi<br />
<strong>in</strong> classe di 2<br />
ore ciascuno<br />
1° blocco 2° blocco<br />
Programmazi<br />
one e<br />
<strong>in</strong>terclasse<br />
con gli<br />
<strong>in</strong>segnanti<br />
Con il<br />
supervisore<br />
lungo l'arco<br />
degli<br />
<strong>in</strong>terventi<br />
Durante il secondo semestre si sviluppa<br />
un laboratorio sulle d<strong>in</strong>amiche di gruppo<br />
20 ore 4 ore 13 ore 20 ore 4 ore 13 ore<br />
Durante il primo semestre, preferibilmente<br />
prima di Natale, due settimane di<br />
animazione didattica con sospensione<br />
<strong>del</strong>le lezioni<br />
10 <strong>in</strong>terventi<br />
<strong>in</strong> classe di 2<br />
ore ciascuno<br />
Programmazi<br />
one e<br />
<strong>in</strong>terclasse<br />
con gli<br />
<strong>in</strong>segnanti<br />
Con il<br />
supervisore:<br />
6 prima<br />
3 durante<br />
4 dopo<br />
Durante il secondo semestre,<br />
preferibilmente prima di Pasqua, due<br />
settimane di animazione didattica con<br />
sospensione <strong>del</strong>le lezioni<br />
10 <strong>in</strong>terventi<br />
<strong>in</strong> classe di 2<br />
ore ciascuno<br />
Programmazi<br />
one e<br />
<strong>in</strong>terclasse<br />
con gli<br />
<strong>in</strong>segnanti<br />
Con il<br />
supervisore:<br />
6 prima<br />
3 durante<br />
4 dopo
Durante le due settimane di sospensione<br />
si sviluppa <strong>in</strong> parallelo un laboratorio sulla<br />
nuove tecnologie<br />
3° anno<br />
Durante le due settimane di sospensione<br />
si sviluppa <strong>in</strong> parallelo un laboratorio sulle<br />
simulazione di lezioni<br />
2° blocco alternativo<br />
20 ore 4 ore 13 ore<br />
Durante il secondo semestre,<br />
preferibilmente prima di Pasqua, 10<br />
<strong>in</strong>terventi di osservazione sistematica<br />
partecipante e non<br />
10 <strong>in</strong>terventi<br />
settimanali<br />
<strong>in</strong> classe di 2<br />
ore ciascuno<br />
1° blocco 2° blocco<br />
Accordi con<br />
gli<br />
<strong>in</strong>segnanti<br />
Con il<br />
supervisore<br />
lungo l'arco<br />
degli<br />
<strong>in</strong>terventi<br />
Durante lo sviluppo <strong>del</strong>le osservazioni gli<br />
studenti <strong>in</strong>teressati seguiranno <strong>in</strong><br />
parallelo un laboratorio<br />
sull'osservazione sistematica<br />
partecipante e non<br />
24+24 ore 4 ore 12ore 4 ore 24+24 ore 4 ore 12ore 4 ore
Durante il primo semestre, preferibilmente<br />
prima di Natale, due settimane di attività<br />
didattica accompagnata e non con<br />
sospensione <strong>del</strong>le lezioni<br />
Orario di<br />
servizio<br />
come gli<br />
<strong>in</strong>segnanti di<br />
ruolo<br />
Organi<br />
collegiali<br />
Con il<br />
supervisore:<br />
6 prima<br />
6 dopo<br />
4 durante<br />
(nei due<br />
giorni liberi 2<br />
<strong>in</strong>contri di 2<br />
ore ciascuno)<br />
Durante il primo semestre si sviluppa un<br />
laboratorio sul microteach<strong>in</strong>g<br />
Durante il secondo semestre,<br />
preferibilmente prima di Pasqua, due<br />
settimane di ricerca educativa <strong>in</strong><br />
parallelo all'attività didattica<br />
accompagnata e non con sospensione<br />
<strong>del</strong>le lezioni<br />
Orario di<br />
servizio<br />
come gli<br />
<strong>in</strong>segnanti di<br />
ruolo<br />
Organi<br />
collegiali<br />
Con il<br />
supervisore:<br />
6 prima<br />
6 dopo<br />
4 durante<br />
(nei due<br />
giorni liberi 2<br />
<strong>in</strong>contri di 2<br />
ore ciascuno)<br />
Durante il secondo semestre si sviluppa<br />
un laboratorio sulla gestione <strong>del</strong>le<br />
risorse<br />
2° blocco alternativo<br />
48 ore 4 ore 16 ore<br />
Durante il secondo semestre 16 <strong>in</strong>terventi di<br />
ricerca educativa <strong>in</strong> parallelo all'attività<br />
didattica accompagnata e non
4° anno<br />
16 <strong>in</strong>terventi<br />
settimanali <strong>in</strong><br />
classe di 2 ore<br />
e mezza<br />
ciascuno<br />
Organi<br />
collegiali<br />
Con il<br />
supervisore<br />
lungo l'arco<br />
degli<br />
<strong>in</strong>terventi<br />
Durante il secondo semestre gli studenti<br />
<strong>in</strong>teressati seguiranno un laboratorio sulla<br />
ricerca educativa<br />
1° blocco 2° blocco<br />
24+24 ore 4 ore 12<br />
ore<br />
Durante il primo semestre,<br />
preferibilmente prima di Natale, due<br />
settimane di conduzione didattica con<br />
sospensione <strong>del</strong>le lezioni<br />
Orario di<br />
servizio<br />
come gli<br />
<strong>in</strong>segnanti di<br />
ruolo<br />
Organi<br />
collegiali<br />
Con il<br />
supervisore:<br />
6 prima<br />
6 dopo<br />
4 durante<br />
(nei due<br />
giorni liberi<br />
2 <strong>in</strong>contri di<br />
2 ore<br />
ciascuno)<br />
4 ore 24 ore 24 ore 12<br />
ore<br />
5 ore<br />
Durante il secondo semestre,<br />
preferibilmente prima di Pasqua, due<br />
settimane di conduzione didattica con<br />
sospensione <strong>del</strong>le lezioni<br />
Orario di<br />
servizio<br />
come gli<br />
<strong>in</strong>segnanti di<br />
ruolo<br />
Organi<br />
collegiali<br />
Con il<br />
supervisore:<br />
6 prima<br />
6 dopo<br />
5 durante<br />
(nei due<br />
giorni liberi<br />
2 <strong>in</strong>contri di<br />
2 ore<br />
ciascuno)
Durante il primo semestre si sviluppa un<br />
laboratorio sull'extrascuola<br />
Durante il secondo semestre si sviluppa<br />
un orientamento sul concorso<br />
Non si tratta di ipotesi forzatamente alternative; nei due<br />
semestri è realizzabile un avvicendamento <strong>del</strong>le due tipologie di<br />
esperienze oppure è possibile, sebbene ponga notevoli difficoltà<br />
organizzative, proporre la facoltà di scelta agli studenti secondo criteri<br />
e motivazioni didattiche ben specificati.<br />
Ma quali attività sono maggiormente adatte all'ipotesi<br />
settimanale e quali all'ipotesi <strong>in</strong>tensiva?<br />
Ritengo più pregnante la seconda scelta organizzativa e, qu<strong>in</strong>di,<br />
reputo utile strutturare l'<strong>in</strong>izio <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> con un'attività denom<strong>in</strong>ata<br />
animazione/osservazione.<br />
Tale opzione è generata da quattro motivazioni:<br />
• il rapporto d<strong>in</strong>amico <strong>in</strong>tercorrente fra teoria e prassi;<br />
• i rischi connessi all'osservazione non partecipante che <strong>in</strong>serisce <strong>in</strong><br />
classe degli osservatori che si presume distaccati dalla situazione,<br />
ma <strong>in</strong> effetti <strong>in</strong>fluenti sulle d<strong>in</strong>amiche comunicativo-organizzative;<br />
• la scelta organizzativa <strong>del</strong> secondo tipo, proposta all'<strong>in</strong>izio <strong>del</strong><br />
paragrafo, che non prevede la sequenzialità rigida di osservazione,<br />
progettazione e valutazione, bensì un loro <strong>in</strong>tersecarsi più<br />
flessibile;<br />
• la proposta alla scuola di utilizzare risorse umane provenienti<br />
dall'università funzionali agli <strong>in</strong>segnanti per attività percepite come<br />
utili al funzionamento <strong>del</strong>la scuola stessa.<br />
Per animazione non <strong>in</strong>tendo riferirmi ad attività ludiche di tipo<br />
turistico, bensì a momenti culturali <strong>in</strong> cui l'<strong>in</strong>segnante e il tiroc<strong>in</strong>ante<br />
utilizzano l<strong>in</strong>guaggi diversificati per far esprimere il bamb<strong>in</strong>o nella sua<br />
<strong>in</strong>terezza e complessità.
In un'espressione l'animazione culturale si profila come situazioni<br />
organizzate multimediali per favorire la multiespressività <strong>del</strong>l'utente,<br />
bamb<strong>in</strong>o, giovane, adulto o anziano che sia.<br />
Per questi motivi <strong>in</strong>travedo <strong>in</strong> esperienze di animazione un<br />
possibile buon approccio <strong>del</strong> tiroc<strong>in</strong>ante alla scuola e viceversa, <strong>del</strong>la<br />
scuola nei confronti di una presenza che rischia di essere <strong>in</strong>terpretata<br />
come fastidiosa o, addirittura, <strong>in</strong>gombrante.<br />
Nell'animazione scorgo notevoli potenzialità educative, legate<br />
anche a quella che veniva def<strong>in</strong>ita cont<strong>in</strong>uità orizzontale, quel<br />
contatto sempre più ravvic<strong>in</strong>ato, cioè, che la scuola deve avere con<br />
l'extrascuola per comprendere meglio se stessa e i suoi utenti. Inoltre<br />
può essere veicolo di attività che si sviluppano dentro e fuori dalla<br />
classe, prettamente curricolari o non curricolari, necessarie per<br />
completare efficacemente la formazione <strong>del</strong>l'alunno. Le esperienze di<br />
animazione permettono, per di più, di ovviare ai rischi connessi ad<br />
un'osservazione ritenuta distaccata, avviando, <strong>in</strong>vece, procedimenti di<br />
osservazione partecipante, situazione nella quale i tiroc<strong>in</strong>anti, <strong>in</strong>seriti<br />
nell'attività, non vengono percepiti come "sconosciuti" che, <strong>in</strong> un<br />
angolo <strong>del</strong>l'aula, osservano qualcosa, bensì come collaboratori dagli<br />
<strong>in</strong>segnanti, come piacevoli presenze dai bamb<strong>in</strong>i.<br />
Da entrambi il tiroc<strong>in</strong>ante può ricavare notizie e dati di tipo<br />
qualitativo attraverso, ad esempio, <strong>in</strong>terviste camuffate: liste di<br />
domande e/o questioni da porre ai soggetti <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>formale e<br />
irregolare nel tempo. Importante è, ovviamente, la preparazione col<br />
supervisore per la proposizione <strong>del</strong>le domande e la registrazione dei<br />
dati tramite taccu<strong>in</strong>o. Le notizie di tipo qualitativo sono poi da<br />
associare a quelle quantitative raccolte mediante griglie, registrazioni<br />
audio o video. Così facendo credo che il rapporto fra teoria e prassi<br />
sia veramente d<strong>in</strong>amico, trovandosi <strong>in</strong> situazioni nelle quali l'una<br />
richiede l'approfondimento <strong>del</strong>l'altra. Nel prosieguo <strong>del</strong>l'anno<br />
accademico le attività di animazione possono essere maggiormente
elazionate alle discipl<strong>in</strong>e curricolari nella scuola elementare, l'attività<br />
di osservazione può venire accentuata, tenendo fermo , però, il<br />
pr<strong>in</strong>cipio <strong>del</strong>l'osservazione partecipante.<br />
E' possibile non reperire per tutti i tiroc<strong>in</strong>anti moduli e scuole<br />
disposti ad attività di animazione; <strong>in</strong>oltre, il gruppo di supervisori e<br />
dei referenti universitari può optare per una ripartizione settimanale<br />
<strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> che permetta di diluire <strong>in</strong> un più ampio arco temporale le<br />
riflessioni sul <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> stesso; <strong>in</strong> questo caso è preferibile concentrarsi<br />
sul mo<strong>del</strong>lo def<strong>in</strong>ito come 1 a ipotesi e strutturare il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> secondo<br />
<strong>in</strong>terventi settimanali per attività di osservazione e partecipazione <strong>in</strong><br />
classe <strong>in</strong>terpretati <strong>in</strong> maniera più sequenziale.<br />
Nell'anno seguente l'animazione/osservazione si evolve <strong>in</strong><br />
animazione didattica e si pone <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uità e sviluppo rispetto alle<br />
attività precedenti. Attraverso di essa vi è un progressivo e totale<br />
avvic<strong>in</strong>amento alle discipl<strong>in</strong>e curricolari, <strong>in</strong>terpretate, però, sempre<br />
nell'ambito di una didattica che rende la lezione frontale<br />
complementare ad altri stili didattici propri <strong>del</strong>l'animazione potenziati<br />
e rafforzati dal tiroc<strong>in</strong>ante <strong>in</strong> compagnia <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnante di classe.<br />
Anche nell'ambito di questo sviluppo ho previsto la possibilità di<br />
optare per un semestre alternativo centrato sull'osservazione<br />
sistematica partecipante e non consolidata attraverso <strong>in</strong>terventi di<br />
tipo settimanale. Apparentemente sembra un ritorno sui propri passi<br />
verso un altro tipo di organizzazione, ma questa opzione è motivata<br />
dal fatto che i tiroc<strong>in</strong>anti sono ormai <strong>in</strong>seriti nella realtà scolastica,<br />
<strong>in</strong>oltre, se hanno operato sempre <strong>in</strong> una classe corrono meno i rischi<br />
connessi all'osservazione di cui già ho parlato. Le f<strong>in</strong>alità pr<strong>in</strong>cipali di<br />
questa scelta sono offerte da due possibilità:<br />
• monitorare l'andamento <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> attraverso l'osservazione dei<br />
propri colleghi;<br />
• produrre osservazioni dettagliate su esigenze sorte dalla lista di<br />
metacognizione (di cui parlerò successivamente).
Nel terzo anno l’attività didattica da sviluppare può essere def<strong>in</strong>ita<br />
come accompagnata e non; con essa <strong>in</strong>tendo pormi <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uità con<br />
quella <strong>del</strong> secondo anno che si è avvic<strong>in</strong>ata progressivamente alla<br />
didattica curricolare. Inizialmente il tiroc<strong>in</strong>ante si porrà <strong>in</strong><br />
atteggiamento di collaborazione con gli <strong>in</strong>segnanti di classe, con i<br />
quali sceglierà le modalità più adatte per <strong>in</strong>serirsi <strong>in</strong> maniera sempre<br />
più consistente nell’azione didattica: attraverso una semplice<br />
compresenza, la divisione <strong>in</strong> piccoli gruppi, il sostegno a bamb<strong>in</strong>i <strong>in</strong><br />
difficoltà di apprendimento, assunzione di segmenti didattici che si<br />
allungano e diventano più complessi.<br />
Egli assumerà via via più responsabilità f<strong>in</strong>o ad organizzare,<br />
sempre <strong>in</strong>sieme all’<strong>in</strong>segnante, semplici it<strong>in</strong>erari didattici.<br />
Nel secondo semestre possono essere avviate, <strong>in</strong>oltre, attività di<br />
ricerca-azione sulla base <strong>del</strong>le esigenze scaturite dalle liste compilate<br />
negli anni precedenti e durante il primo semestre. A tali ricerche<br />
dovranno partecipare, <strong>in</strong> veste di ricercatori, anche i professori<br />
universitari titolari di <strong>in</strong>segnamenti afferenti alle problematiche<br />
selezionate da studenti ed <strong>in</strong>segnanti. Mo<strong>del</strong>li di didattica, di<br />
programmazione, stili di conduzione, modi di valutazione sono alcune<br />
fra le possibili tematiche che possono evidenziarsi nelle liste di<br />
metacognizione. Se due settimane sono ritenute un tempo troppo<br />
ristretto per sviluppare <strong>in</strong> maniera completa e significativa un<br />
percorso di ricerca, è possibile optare per un semestre alternativo<br />
durante il quale si possano distribuire gli <strong>in</strong>terventi settimanalmente<br />
per svolgere compiutamente l'<strong>in</strong>vestigazione didattica.<br />
Nelle due settimane di sospensione <strong>del</strong>le lezioni il tiroc<strong>in</strong>ante,<br />
diversamente dal primo biennio, sperimenterà l'orario completo<br />
<strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnante di scuola elementare o materna, mediante<br />
un'immersione nella scuola, proprio come se ci lavorasse, per<br />
arrivare, così, probabilmente al quarto anno alla concreta possibilità<br />
di sostituzione mediante la conduzione di attività.
Le attività fuori dalla classe co<strong>in</strong>volgeranno lo studente<br />
progressivamente com<strong>in</strong>ciando dalla programmazione per poi passare<br />
all'<strong>in</strong>terclasse tecnica, quella giuridica, <strong>in</strong> seguito i collegi docenti e i<br />
colloqui con i genitori.<br />
5.3.- GLI ATTORI<br />
La complessità degli impegni didattici co<strong>in</strong>volge <strong>in</strong> misura<br />
diversa gli attori pr<strong>in</strong>cipali <strong>del</strong> sistema <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>: tiroc<strong>in</strong>anti, maestri<br />
accoglienti, supervisori e professori/ricercatori.<br />
"Gli <strong>in</strong>segnanti supervisori e gli <strong>in</strong>segnanti di classe hanno <strong>in</strong> comune<br />
l'attributo di una professionalità docente esperta, ma si connotano ed<br />
agiscono su differenti piani di responsabilità e funzionalità." 35 Essi,<br />
pur connotandosi come aggiuntivi rispetto alle figure professionali<br />
presenti <strong>in</strong> università, hanno <strong>del</strong>icati compiti di raccordo e di<br />
apprendimento che possono essere s<strong>in</strong>tetizzati nel concetto di doppio<br />
accompagnamento. 36 Da una parte, il supervisore si preoccupa<br />
pr<strong>in</strong>cipalmente <strong>del</strong>la progettazione <strong>del</strong> piano di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, <strong>del</strong>la sua<br />
verifica e <strong>del</strong>l'aiuto agli studenti nella riflessione/rielaborazione<br />
<strong>del</strong>l'esperienza; dall'altra l'<strong>in</strong>segnante di classe accompagna lo<br />
studente nella realtà scolastica, qu<strong>in</strong>di, <strong>in</strong>dividualizza il piano di<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi formativi<br />
previsti dal corso di laurea.<br />
La funzione di tutorship, condivisa da questi due attori si può<br />
def<strong>in</strong>ire, dunque, come "lo spazio fisico e mentale che consente ad un<br />
formatore e ad un formando di <strong>in</strong>contrarsi perché si produca un<br />
episodio di <strong>in</strong>segnamento-apprendimento." 37<br />
Naturalmente, tale funzione si caratterizza di aspetti significativi<br />
che, pur essendo <strong>in</strong> comune, sono accentuati <strong>in</strong> maniera diversa a<br />
seconda <strong>del</strong> ruolo 38 :<br />
• orientamento verso il mondo professionale;
• tutela nei confronti <strong>del</strong> diritto dei tiroc<strong>in</strong>anti di trovare nella<br />
struttura le condizioni favorevoli alla loro formazione;<br />
• sostegno all'apprendimento dall'esperienza <strong>in</strong> un contesto di<br />
problem solv<strong>in</strong>g e problem f<strong>in</strong>d<strong>in</strong>g.<br />
I due tutor affrontano tali aspetti <strong>in</strong> maniera differente: il<br />
supervisore si preoccuperà maggiormente <strong>del</strong>l'organizzazione e <strong>del</strong>lo<br />
sviluppo <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>tero sistema <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, cogliendo e sviluppando le<br />
<strong>in</strong>terazioni con gli studenti <strong>in</strong> momenti periodici di <strong>in</strong>contro,<br />
soprattutto <strong>in</strong> gruppo e <strong>in</strong> università; l'<strong>in</strong>segnante di classe si<br />
concentrerà, <strong>in</strong>vece, sull'<strong>in</strong>terazione con lo studente che accoglie e<br />
sulla preoccupazione di far risaltare la significatività <strong>del</strong> contesto di<br />
cui fa parte.<br />
Per ottemperare a tali funzioni i tutor devono possedere o,<br />
comunque, sviluppare <strong>del</strong>le competenze 39 :<br />
• competenze professionali specifiche, determ<strong>in</strong>ate dal loro essere<br />
<strong>in</strong>segnanti;<br />
• competenze trasversali che, a loro volta si possono specificare <strong>in</strong>:<br />
cognitive, relazionali/comunicative, organizzative,<br />
psicopedagogiche.<br />
A rendere particolarmente complesso il quadro dei rapporti fra<br />
tutor e studenti è una sorta di ambivalenza 40 che li caratterizza.<br />
Da un lato, <strong>in</strong>fatti, le <strong>in</strong>terazioni fra i tiroc<strong>in</strong>anti e i tutor <strong>in</strong>nescano<br />
processi di identificazione, dall'altro, essi devono accettare un<br />
rapporto asimmetrico che richiede ai tutor di collocarsi <strong>in</strong> una<br />
posizione di autorità, concretizzata sia nella differenziazione dei ruoli<br />
sia nei momenti valutativi. Queste situazioni si rivelano cariche di<br />
valenze emotive, facendo risaltare l'importanza <strong>del</strong> processo affettivo<br />
<strong>del</strong>l'apprendimento di cui studenti, <strong>in</strong>segnanti e supervisori devono<br />
farsi <strong>in</strong>terpreti, <strong>in</strong> maniera tale da apprendere "dall'esperienza (<strong>in</strong><br />
senso bioniano), cioè accompagnando l'<strong>in</strong>troiezione di un significato a<br />
quella di un'esperienza <strong>in</strong>terna di risonanza emotiva, di elaborazione
e di autentica ristrutturazione <strong>del</strong> campo di conoscenza <strong>in</strong> senso<br />
creativo" 41<br />
Per apprendere dall'esperienza occorre "un contenitore<br />
<strong>del</strong>l'esperienza formativa, <strong>in</strong>terno, sotto forma <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>troiezione stabile<br />
di figure mature e buone (normalmente i genitori) che aiut<strong>in</strong>o a<br />
modulare il dolore di percepire la realtà, ma anche esterno, sotto<br />
forma di un sett<strong>in</strong>g chiaro e rassicurante. La formazione e<br />
l'apprendimento ad essa collegato <strong>in</strong> quanto <strong>in</strong>sidiano la coerenza fra<br />
le parti <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>dividuo, m<strong>in</strong>acciano il senso di cont<strong>in</strong>uità <strong>del</strong>l'io e<br />
suscitano l'ansia che possano essere liberati i nuclei primari e rimossi<br />
<strong>del</strong>la personalità, impongono la creazione di un contenitore<br />
supplementare, di una rete di protezione, che def<strong>in</strong>iremo area<br />
potenziale, <strong>in</strong> cui possa avvenire il processo. Tale area deve garantire<br />
a chi si sottopone al processo di formando che entro a quello spazio e<br />
a quel tempo egli possa abbandonare per un poco la sua corazza di<br />
personalità e rimettere <strong>in</strong> gioco l'equilibrio fra le parti di sé <strong>in</strong> uno<br />
stato di sicurezza, che possa sbagliare senza conseguenze def<strong>in</strong>itive,<br />
che possa sperimentare e creare." 42<br />
Quest'area potenziale è creata nel <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> tramite i tempi e i<br />
luoghi gestiti dai supervisori e dagli <strong>in</strong>segnanti di classe <strong>in</strong> un<br />
processo che, nel suo svolgimento regolare, consta di quattro fasi:<br />
• istituzione;<br />
• illusione;<br />
• modulazione;<br />
• scioglimento.<br />
La prima si riferisce all'<strong>in</strong>augurazione, la nidificazione e lo<br />
svolgimento <strong>del</strong> processo formativo all'<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>l'aria potenziale<br />
attraverso la trama di orari, scansioni, contratti <strong>in</strong> cui si riconosce il<br />
ruolo <strong>del</strong> supervisore quale <strong>in</strong>auguratore <strong>del</strong> processo e garanzia<br />
istituzionale. "Simmetricamente, pertiene alla tutorship lo<br />
scioglimento, la responsabilità <strong>del</strong>lo smantellamento e <strong>del</strong>la
dismissione <strong>del</strong>la dimora fisico-affettiva. Si tratta di elaborare il<br />
momento <strong>del</strong>la separazione <strong>del</strong> formando dall'area potenziale, il taglio<br />
che restituisce il soggetto alla trama <strong>del</strong>la propria attualità,<br />
evidenziando la differenziazione fra il tempo <strong>del</strong>la formazione e il<br />
tempo <strong>del</strong>la vita, fra uno spazio <strong>in</strong> sicurezza e uno spazio <strong>in</strong> cui il<br />
contenimento non può essere <strong>del</strong>egato ma deve essere garantito<br />
essenzialmente dalle proprie figure <strong>in</strong>terne." 43 Nelle fasi <strong>in</strong>termedie la<br />
funzione di tutorship è essenzialmente "muta"; <strong>in</strong> queste fasi il suo<br />
compito è quello di "contenimento <strong>del</strong> docente" facilitando "la fatica<br />
relazionale di chi si occupa <strong>del</strong>la pratica <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnamento diretto<br />
attraverso l'ascolto e la revisione <strong>in</strong> un'area di decompressione" 44 , il<br />
tutor fa da "pattumiera simbolica" <strong>del</strong> negativo, <strong>del</strong>la "spazzatura<br />
affettiva", può rammendare e turare carenze, fornire consulenze. Il<br />
ruolo specifico <strong>del</strong> supervisore nella prima e nella quarta fase è<br />
evidente; nella seconda e nella terza egli condivide il compito<br />
descritto con gli <strong>in</strong>segnanti di classe, perché essi, adeguatamente<br />
sensibilizzati, possono fungere da contenimento <strong>del</strong> docente<br />
trasponendo e realizzando <strong>in</strong>sieme ai formandi quei dettami che,<br />
descritti nell'aula universitaria dal docente, generano ansie e paure<br />
negli studenti di fronte alla possibile <strong>in</strong>capacità nei confronti <strong>del</strong>la loro<br />
concretizzazione. Parallelamente, però, l'ambiente <strong>del</strong>la classe può, a<br />
sua volta, rappresentare un sett<strong>in</strong>g poco rassicurante, problematico,<br />
aggressivo; il supervisore, anche <strong>in</strong> questo caso, dovrà attivarsi per<br />
scaricare le tensioni alimentate dalle situazioni didattiche nelle ore di<br />
rielaborazione <strong>del</strong> vissuto.<br />
L'<strong>in</strong>carico <strong>del</strong> supervisore, arduo e complesso, è qui esemplificato<br />
per far notare ancora una volta il compito cruciale posto <strong>in</strong> relazione<br />
fra l'università e la scuola come anello di congiunzione.<br />
Il rischio che si può correre è, <strong>in</strong>fatti, quello di "spaccatura tra<br />
università e scuola nel caso <strong>in</strong> cui i supervisori venissero <strong>del</strong>egati ad<br />
occuparsi <strong>in</strong> toto <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>." 45
Per evitare questo rischio concordo con l'op<strong>in</strong>ione che, da una parte, i<br />
supervisori "siano fisicamente presenti all'università per la<br />
progettazione, per la verifica, per la partecipazione agli organismi<br />
accademici che governano la didattica; dall'altra, occorre che queste<br />
persone non si distacch<strong>in</strong>o dall'<strong>in</strong>segnamento attivo, che vivano<br />
quotidianamente la concreta esperienza scolastica" 46 perché il<br />
distacco totale li porterebbe a non essere più <strong>in</strong>segnanti.<br />
L'esonero parziale sembra la soluzione più adeguata,<br />
permettendo, però, <strong>in</strong> alcuni periodi <strong>del</strong>l'anno particolarmente<br />
impegnativi, l'esonero totale.<br />
Le problematiche pr<strong>in</strong>cipali che il supervisore deve affrontare sono<br />
essenzialmente quattro:<br />
• stabilire e mantenere i contatti fra le scuole e l'università, fra gli<br />
<strong>in</strong>segnanti, i docenti universitari e gli studenti;<br />
• <strong>in</strong>serire armonicamente il progetto <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> all'<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>la<br />
programmazione educativa e didattica;<br />
• farsi agente di ricerca con i professori universitari, con gli studenti,<br />
con gli <strong>in</strong>segnanti di classe;<br />
• gestire il gruppo con i propri colleghi e quello dei tiroc<strong>in</strong>anti.<br />
In particolare, nei confronti di quest'ultimo punto, rivestono<br />
notevole importanza le attività svolte <strong>in</strong> università dal supervisore<br />
<strong>in</strong>sieme al gruppo di studenti; momenti di formazione, apprendimento<br />
di tecniche, ascolto di esperienze e riflessione sui lavori avviati o<br />
conclusi. Vorrei sottol<strong>in</strong>eare soprattutto la riflessione <strong>in</strong>tesa come<br />
esperienza autoorientativa sulla propria capacità apprenditiva e su<br />
quella altrui: una metacognizione <strong>in</strong>dividuale e di gruppo che<br />
permetta allo studente di monitorare i propri bisogni, il proprio<br />
comportamento, il proprio stile conoscitivo. E' un sistema di controllo<br />
che dovrebbe acconsentire all'<strong>in</strong>dividuo e al gruppo di correggere<br />
eventuali errori nella progettazione e nella realizzazione, anche se<br />
essa è <strong>in</strong> corso.
Inoltre, durante l'attività, lo studente/tiroc<strong>in</strong>ante, proprio come un<br />
<strong>in</strong>segnante, si rende conto di non riuscire ad evidenziare o ad<br />
applicare gli studi affrontati oppure nota mancanze teoriche che gli<br />
dovrebbero permettere una migliore azione didattica; tale pratica, da<br />
sviluppare, sia attraverso riflessioni <strong>in</strong>dividuali sia di gruppo,<br />
dovrebbe essere funzionale a stendere una lista di esigenze da<br />
sottoporre ai professori titolari <strong>del</strong>le discipl<strong>in</strong>e.<br />
Inizialmente, il primo anno, la metacognizione può essere<br />
f<strong>in</strong>alizzata alla rielaborazione e alla copertura di esigenze cognitive;<br />
progressivamente, però, la lista di richieste si arricchisce di bisogni e<br />
domande a cui la riflessione teorica non è sufficiente, ma necessita di<br />
procedimenti di ricerca configurati come ricerca-azione e ricerca-<br />
formazione. Se la metacognizione è <strong>in</strong>dirizzata pr<strong>in</strong>cipalmente al<br />
monitoraggio dei processi cognitivi, l'autoanalisi è rivolta alla<br />
disam<strong>in</strong>a <strong>del</strong>l'esperienza nella sua <strong>in</strong>terezza cogliendo e portando a<br />
consapevolezza, soprattutto, le d<strong>in</strong>amiche emotivo-affettive che si<br />
sono sviluppate. Nel corso <strong>del</strong>la propria vita lavorativa un <strong>in</strong>segnante<br />
deve far fronte a diverse situazioni che mettono <strong>in</strong> gioco e, a volte,<br />
m<strong>in</strong>ano le proprie energie affettive: contrasti, impegni, cambiamenti,<br />
classi particolarmente difficili. Credo sia utile per un tiroc<strong>in</strong>ante<br />
imparare a "osservarsi", anche aiutato dal gruppo di colleghi, perché<br />
possa sviluppare una professionalità equilibrata da tutti i punti di<br />
vista pronta ad affrontare una scuola che, con l'autonomia, richiede<br />
all'<strong>in</strong>segnante capacità di gestione di sé sempre più raff<strong>in</strong>ate.<br />
In queste d<strong>in</strong>amiche il ruolo <strong>del</strong> professore è tutt'altro che<br />
secondario; il suo compito precipuo, sottol<strong>in</strong>eato dai questionari degli<br />
studenti, è quello di implementare le conoscenze teoriche<br />
solidificando criticamente l'apparato cognitivo <strong>del</strong>lo studente<br />
modulando il proprio <strong>in</strong>segnamento tramite l'apporto <strong>del</strong>la lista di<br />
metacognizione e le microspecializzazioni.
La prima è già stata trattata diffusamente; da un lato, essa può<br />
fornire <strong>in</strong>dicazioni su bisogni e <strong>in</strong>tegrazioni teoriche di alunni e<br />
<strong>in</strong>segnanti di classe che il docente può affrontare aggiungendo<br />
tematiche particolari o approfondendo quelle già trattate durante le<br />
ore di lezione, dall'altro lato, può suggerire moduli di ricerca da<br />
attivare sia all'<strong>in</strong>terno che all'esterno <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, con la<br />
collaborazione di supervisori, <strong>in</strong>segnanti di classe e studenti.<br />
Le microspecializzazioni riguardano <strong>in</strong> particolare le discipl<strong>in</strong>e che<br />
hanno un corrispettiva materia scolastica: l<strong>in</strong>gua <strong>itali</strong>ana e straniera,<br />
matematica e scienze, l'ambito antropologico e le tre educazioni. Lo<br />
studente è già tenuto a seguire nel suo iter di studi le discipl<strong>in</strong>e<br />
corrispondenti; durante il terzo e il quarto anno, però, è possibile<br />
pensare a dei moduli didattici, all'<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>la discipl<strong>in</strong>a stessa,<br />
maggiormente specifici che qualifich<strong>in</strong>o <strong>in</strong> maniera particolare<br />
parallelamente al loro svolgimento nel corso <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>. Per le<br />
discipl<strong>in</strong>e più generaliste, psicologie, sociologie, filosofie e pedagogie,<br />
forse non sono adatte focalizzazioni troppo settoriali, perché rischiano<br />
di impoverire la discipl<strong>in</strong>a stessa, sono, però, attuabili moduli di<br />
ricerca e di formazione su tematiche mirate al mondo <strong>del</strong>la scuola,<br />
ancora una volta f<strong>in</strong>alizzate allo sviluppo di competenze spendibili <strong>in</strong><br />
situazioni anche diverse dalla classe. Nel caso <strong>del</strong>le<br />
microspecializzazioni la scansione settimanale appare più adatta<br />
perché, probabilmente, permette di enucleare, <strong>in</strong> un tempo più lungo,<br />
le caratteristiche più peculiari <strong>del</strong>la discipl<strong>in</strong>a affrontata; la scelta<br />
<strong>in</strong>tensiva, <strong>in</strong>vece, acconsente un approccio più denso alla materia<br />
portandola avanti coerentemente per almeno due settimane, però<br />
solo su alcuni aspetti che andranno generalizzati.<br />
5.4.- LA VALUTAZIONE E IL MOITORAGGIO<br />
L'ultimo aspetto, non per importanza, <strong>del</strong>la struttura è quello<br />
<strong>del</strong>la valutazione e <strong>del</strong> monitoraggio; per questo riprendo due term<strong>in</strong>i
familiari alla scuola di base: valutazione formativa e sommativa. La<br />
prima si riferisce a tutti quei procedimenti attivati <strong>in</strong> it<strong>in</strong>ere, durante<br />
l'esperienza; essi hanno precisamente le f<strong>in</strong>alità che si traducono e si<br />
concretizzano pr<strong>in</strong>cipalmente nella metacognizione <strong>in</strong>dividuale e di<br />
gruppo e nell'autoanalisi. Esse sono rivolte, soprattutto, all'auto-<br />
osservazione e, di conseguenza, alla modifica <strong>del</strong>lo stile di approccio<br />
al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> da parte <strong>del</strong>lo studente, però, hanno <strong>del</strong>le ripercussioni<br />
anche nei confronti <strong>del</strong> monitoraggio <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> stesso.<br />
Tramite la lista di metacognizione, <strong>in</strong>fatti, è possibile avviare<br />
osservazioni mirate e ricerche-azione attraverso le quali, da un lato,<br />
si offre l'opportunità di approfondire tematiche e problematiche<br />
educative, dall'altro, le rilevazioni permettono di verificare<br />
l'impostazione metodologica e organizzativa <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>. La<br />
valutazione sommativa, <strong>in</strong>vece, come suggerisce il nome stesso,<br />
avviene al term<strong>in</strong>e di un camm<strong>in</strong>o; di essa, <strong>in</strong>fatti, fa sicuramente<br />
parte la valutazione f<strong>in</strong>ale rappresentata dalla relazione di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> da<br />
presentare nell'ambito <strong>del</strong>l'esame di laurea.<br />
La valutazione formativa e quella sommativa si <strong>in</strong>tersecano<br />
concretizzandosi al term<strong>in</strong>e di ogni anno nel diario <strong>del</strong>l'esperienza<br />
che, a dispetto dei diversi nomi che può assumere (dossier, memoria<br />
o portfolio) contiene alcuni elementi fondamentali:<br />
• la descrizione <strong>del</strong>le attività svolte;<br />
• le riflessioni ad esse connesse;<br />
• i collegamenti con le discipl<strong>in</strong>e teoriche;<br />
• gli approfondimenti.<br />
La forma più adatta <strong>del</strong> diario è sicuramente quella multimediale<br />
perché permette di <strong>in</strong>serire non solo documenti cartacei, ma anche<br />
video e audio, collegati fra loro <strong>in</strong> maniera ipermediale<br />
consentendone una fruizione più agevole.<br />
Al term<strong>in</strong>e di questo paragrafo è opportuno precisare che non ho<br />
volutamente enucleare e specificare tutte le problematiche <strong>in</strong>erenti al
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong> quanto avrebbe appesantito oltremodo la trattazione;<br />
<strong>in</strong>tendo sottol<strong>in</strong>eare per ultimo una variabile che ritengo cruciale<br />
nell'organizzazione <strong>del</strong> practicum: la scelta fra scansione settimanale<br />
e quella <strong>in</strong>tensiva. Probabilmente, il periodo <strong>in</strong>tensivo permette di<br />
osservare lo sviluppo <strong>del</strong> bamb<strong>in</strong>o e di seguire le attività didattiche<br />
nel loro svolgimento reale, giorno dopo giorno, però, per un periodo<br />
relativamente limitato; l'opzione settimanale, <strong>in</strong>vece, offre la<br />
possibilità di rilevare i cambiamenti <strong>in</strong> un periodo di media/lunga<br />
durata, però, <strong>in</strong> maniera più frammentata, <strong>in</strong> quanto, di settimana <strong>in</strong><br />
settimana, si modificano diversi atteggiamenti che possono risultare<br />
difficilmente ricostruibili da chi ha l'occasione di osservarli solo<br />
periodicamente.<br />
La mia personale op<strong>in</strong>ione mi guida verso la scelta <strong>in</strong>tensiva, senza<br />
tralasciare, però, di valutare gli eventuali vantaggi di quella<br />
settimanale, monitorati adeguatamente attraverso le modalità sopra<br />
descritte e ulteriori prospettive.<br />
6.- OTTIMIZZAZIONE<br />
Dopo essermi concentrato sulla struttura portante <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>,<br />
è necessario pensare ad altre attività che, pur nella loro autonomia,<br />
contribuiscano a renderlo maggiormente efficace, <strong>in</strong> maniera tale da<br />
non considerarlo un'esperienza valida ma isolata dal resto <strong>del</strong><br />
contesto universitario, bensì <strong>in</strong>terrelata, <strong>in</strong>teragente e<br />
rispettivamente arricchente con le lezioni e i laboratori.<br />
Guardando lo schema <strong>del</strong>le tre "pedagogie", mi riferisco ad<br />
attività che si trovano prevalentemente sul versante <strong>del</strong>la pedagogia<br />
sperimentale <strong>in</strong> quanto sviluppate <strong>in</strong> un contesto meno naturale<br />
rispetto al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> (la classe scolastica) bensì più controllato (l'aula<br />
universitaria).<br />
In esso, nonostante si abbia la consapevolezza che non si<br />
possono elim<strong>in</strong>are o ritenere <strong>in</strong><strong>in</strong>fluenti alcune variabili, si sceglie
<strong>in</strong>tenzionalmente di focalizzare l'<strong>in</strong>teresse su poche di esse<br />
considerate importanti per analizzarne la specifica significatività <strong>in</strong><br />
funzione <strong>del</strong>l'obiettivo che ci si è proposti.<br />
E' evidente che si tratta di un momentaneo distacco dalla realtà<br />
o, meglio, di una sua temporanea semplificazione; essa è utile nella<br />
misura <strong>in</strong> cui gli eventuali risultati, le osservazioni e le riflessioni non<br />
vengono assolutizzati, ma collegati alle esperienze <strong>in</strong> ambiente<br />
naturale per scovarne la portanza reale.<br />
E' necessario, qu<strong>in</strong>di, essere coscienti <strong>del</strong>le differenze fra i due<br />
tipi di esperienze, consapevoli che, da un lato, un'applicazione rigida<br />
<strong>in</strong> classe <strong>del</strong>le osservazioni svolte <strong>in</strong> ambiente di laboratorio sarebbe<br />
artificioso, dall'altro, le attività di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> non supportate da momenti<br />
di studio, progettazione, riflessione e rielaborazione, anche specifica,<br />
rimarrebbero una pratica isolata con poche possibilità di sviluppo e<br />
approfondimento.<br />
Tutto ciò è possibile perché nel laboratorio non si presenta il<br />
rischio di manipolare attività <strong>in</strong> cui sono presenti m<strong>in</strong>ori, mentre, fra<br />
adulti, liberamente, si decide di far risaltare alcune caratteristiche,<br />
alcune d<strong>in</strong>amiche, anche co<strong>in</strong>volgenti ed ansiogene dal punto di vista<br />
affettivo ed emotivo.<br />
Per laboratorio <strong>in</strong>tendo tre tipologie di attività:<br />
• Il laboratorio;<br />
• Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong>terno;<br />
• Le attività pratiche guidate (APG);<br />
esse sono tre modalità leggermente diverse nella forma, ma<br />
accomunate dall'essere un "luogo dove si lavora e ci si misura<br />
<strong>in</strong>sieme e <strong>in</strong> prima persona con i problemi (processi e prodotti)<br />
<strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnamento-apprendimento e con tutte le sue molteplici<br />
articolazioni. E' lo spazio <strong>del</strong>l'offerta critica, f<strong>in</strong>alizzata e mediata dei<br />
saperi alla scuola e ai suoi fruitori privilegiati: gli alunni, ad opera<br />
degli stessi responsabili dei laboratori (i docenti universitari, gli
<strong>in</strong>segnanti e i capi d'istituto) e degli studenti <strong>in</strong> <strong>in</strong>terconnessione con<br />
il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>. Per questo il laboratorio è sempre pluripersonale ed, <strong>in</strong><br />
qualche modo, costantemente anche <strong>in</strong>terdiscipl<strong>in</strong>are. Il laboratorio<br />
didattico non è il dom<strong>in</strong>io di alcun sapere <strong>in</strong> particolare, ma è una<br />
scelta di campo." 47<br />
Soprattutto le ultime parole <strong>in</strong>dicano come il laboratorio sia uno<br />
degli strumenti per attivare e sviluppare nuove tipologie di didattica<br />
universitaria per "accumulare una doppia risorsa didattica: quella<br />
offerta da uno spazio paradigmatico sia per <strong>in</strong>segnare a scoprire le<br />
conoscenze, per imparare ad imparare (obiettivo metacognitivo), sia<br />
per <strong>in</strong>segnare a trasfigurare le conoscenze, a trasgredire, con la<br />
fantasia, i canoni <strong>del</strong>l'istruzione ufficiale (obiettivo fantacognitivo)." 48<br />
Attraverso il laboratorio, qu<strong>in</strong>di, si crea "una struttura polifunzionale<br />
che favorisce, promuove e consente attività dest<strong>in</strong>ate all'<strong>in</strong>cremento<br />
<strong>del</strong> sapere e <strong>del</strong>le competenze <strong>in</strong> ambito didattico" 49 con gli obiettivi<br />
di:<br />
• "consentire la circolarità <strong>del</strong> rapporto fra teoria e pratica;<br />
• progettare materiali, procedimenti e percorsi didattici;<br />
• riflettere sulle esperienze compiute ed <strong>in</strong>trodurre nuove<br />
modificazioni;<br />
• favorire l'impegno collaborativo fra docenti, ricercatori, supervisori<br />
e <strong>in</strong>segnanti." 50<br />
Come si può notare laboratorio, <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e lezioni universitarie si<br />
trovano <strong>in</strong> stretto raccordo.<br />
Da un lato, possono essere strutturati secondo rapporti di<br />
alternanza 51 <strong>in</strong> cui i tre momenti, appunto, si alternano cercando di<br />
volta <strong>in</strong> volta i contatti e le relazioni più adeguate; dall'altro <strong>in</strong><br />
parallelo <strong>in</strong> cui i tre momenti possono svolgersi contemporaneamente<br />
oppure <strong>in</strong> momenti diversi ma cont<strong>in</strong>uamente collegati.<br />
Il parallelismo fra i momenti può essere temporale oppure no,<br />
sicuramente si costruiranno cont<strong>in</strong>ue <strong>in</strong>terrelazioni, attraverso
contatti fra gli attori co<strong>in</strong>volti rispetto al coord<strong>in</strong>amento <strong>del</strong>le<br />
tematiche e <strong>del</strong>le attività.<br />
Il ruolo <strong>del</strong> supervisore è, ancora una volta, fondamentale, <strong>in</strong><br />
quanto rappresenta la possibilità di una cont<strong>in</strong>ua dialettica fra il<br />
laboratorio, il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e i corsi accademici.<br />
Le ore precedenti, concomitanti e seguenti l'esperienza nelle<br />
scuole sono <strong>in</strong> gran parte dedicate, nel gruppo dei tiroc<strong>in</strong>anti, alla<br />
progettazione e alla riflessione, tramite la metacognizione e<br />
l'autoanalisi <strong>in</strong>dividuale e di gruppo.<br />
Da queste ore possono scaturire suggestioni che, da un lato,<br />
forniscono materiale di lavoro ai laboratori e alle lezioni, dall'altro,<br />
approfondimenti e sfaccettature personali che, altrimenti, <strong>in</strong> una<br />
situazione protetta non sarebbero sorte.<br />
Il lavoro <strong>del</strong> supervisore con il suo gruppo e i rapporti <strong>in</strong>tergruppo<br />
fra supervisori e gruppi di tiroc<strong>in</strong>anti rappresentano una sorta di<br />
laboratorio permanente, quotidiano, da cui possono sgorgare<br />
considerazioni e meditazioni significative.<br />
I mo<strong>del</strong>li di laboratorio possibili sono essenzialmente tre: 52<br />
• Micro-Teach<strong>in</strong>g, che prevede esecuzioni <strong>in</strong> simulazione e<br />
susseguenti analisi fra protagonisti e osservatori;<br />
• Cl<strong>in</strong>ica <strong>del</strong>la formazione, che si caratterizza per un forte<br />
co<strong>in</strong>volgimento affettivo;<br />
• Formazione attraverso la ricerca, con uno spiccato orientamento<br />
euristico a contenuto socio-professionale.<br />
Per svilupparli adeguatamente esiste un repertorio di dispositivi<br />
centrati ed adatti ai diversi mo<strong>del</strong>li: 53<br />
• La pratica riflessiva;<br />
• Lo scambio sulle rappresentazioni e sulle pratiche;<br />
• L'osservazione reciproca;<br />
• La metacomunicazione con gli alunni;<br />
• La scrittura cl<strong>in</strong>ica;
• La video-formazione;<br />
• L'<strong>in</strong>tervista di esplicitazione;<br />
• La <strong>storia</strong> di vita;<br />
• La simulazione e i giochi di ruolo;<br />
• La sperimentazione.<br />
Tali dispositivi sono messi <strong>in</strong> atto tramite il concorso di<br />
professionalità diverse, il laboratorio, <strong>in</strong>fatti, può rappresentare il<br />
"luogo nel quale, con una compresenza di psico-pedagogisti,<br />
discipl<strong>in</strong>aristi e <strong>in</strong>segnanti di scuola, si fa cultura imparando a<br />
costruire percorsi e strumenti utili alla realizzazione degli<br />
<strong>in</strong>segnamenti e degli apprendimenti." 54<br />
Il laboratorio, qu<strong>in</strong>di, "non è una cattedra, ma un luogo di<br />
aggregazione" 55 dove possono <strong>in</strong>contrarsi esperienze arricchendosi<br />
reciprocamente, non solo dal punto di vista dei conduttori, ma anche<br />
dal punto di vista dei partecipanti, studenti, <strong>in</strong>nanzitutto, <strong>in</strong>sieme agli<br />
<strong>in</strong>segnanti già <strong>in</strong> ruolo che potrebbero partecipare per aggiornamento<br />
e formazione cont<strong>in</strong>ua.<br />
Per quanto riguarda quali laboratori attivare, nello schema-<br />
struttura <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> segnalo la possibilità di avviarne sia l'ungo<br />
l'arco <strong>del</strong> semestre sia <strong>in</strong> parallelo all'esperienza <strong>in</strong>tensiva. L'utilità di<br />
uno sviluppo longitud<strong>in</strong>ale è rappresentata dalla possibilità di un<br />
approfondimento più marcato <strong>del</strong>le tematiche affrontate, mentre<br />
l'accostamento <strong>in</strong> parallelo può significare l'opportunità di<br />
suggerimenti operativi <strong>in</strong> tempo reale oppure un immediato riscontro<br />
<strong>del</strong> lavoro <strong>in</strong> it<strong>in</strong>ere.<br />
Le tipologie di laboratorio attivabili segnalate nello schema a<br />
mappa sono quelli che ritengo particolarmente cogenti ma,<br />
ovviamente, non sono gli unici possibili; le liste di metacognizione e<br />
le analisi <strong>in</strong> corso d'anno <strong>in</strong>dicheranno le varianti e le tematiche da<br />
affrontare <strong>in</strong> corrispondenza ad esigenze e momenti storici<br />
riguardanti la didattica.
Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong>terno è previsto essenzialmente <strong>in</strong> due tipologie:<br />
una serie di <strong>in</strong>contri con il personale <strong>del</strong>la scuola, dirigenti,<br />
ispettori, s<strong>in</strong>dacalisti, <strong>in</strong>segnanti, genitori, alunni, o, anche, docenti<br />
di altre università, con i quali trattare e discutere le più svariate<br />
tematiche <strong>del</strong>l'universo scolastico: scuole <strong>in</strong> situazioni disagiate o,<br />
per contro, plessi con progetti didattici particolari per le situazioni<br />
sociali con cui vengono a contatto, narrazioni di esperienze<br />
metodologiche, ricerche <strong>in</strong> atto o, più formalmente, discussioni su<br />
modifiche e riforme legislative che <strong>in</strong>cidono fortemente sul modo di<br />
fare scuola.<br />
uno stile didattico che co<strong>in</strong>volge <strong>in</strong> varia misura i titolari <strong>del</strong>le<br />
diverse discipl<strong>in</strong>e; tale stile suggerirebbe alcune modalità<br />
attraverso le quali utilizzare le ore di lezione <strong>in</strong> aula. Accanto alla<br />
tradizionale trattazione teorica, il docente dovrebbe collegare e far<br />
<strong>in</strong>teragire gli oggetti teorici con le esperienze di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e di<br />
laboratorio, cortocircuitando le conoscenze non per bloccarle, bensì<br />
per contestualizzarle.<br />
Le attività pratiche guidate (A.P.G.) sono una sorta di laboratorio<br />
limitato nelle ore, più specifico, più mirato e maggiormente flessibile<br />
nella scelta ed organizzazione, rappresentano la possibilità per<br />
affrontare una tematica precisa <strong>in</strong> tempi relativamente brevi con<br />
riscontri diretti di approfondimento sia sul piano teorico che su quello<br />
pratico.<br />
Di esse, come per gli <strong>in</strong>contri <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong>terno, non è possibile<br />
prevederne la scansione precisa e puntuale, proprio perché possono<br />
nascere sulla scorta di esigenze particolari.<br />
Valgano solo come esempi le seguenti idee:<br />
• Attività sull'extrascuola, che co<strong>in</strong>volge spazi e tempi diversificati,<br />
collegati, <strong>in</strong>oltre con il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> a scienze <strong>del</strong>l'educazione;<br />
• Attività didattiche particolari: teatro, danze, musiche,…;<br />
• Attività <strong>in</strong>terculturali, multietniche;
• Attività su tecnologie <strong>in</strong>novative, a distanza.<br />
A proposito di quest'ultima, di cui è già stato <strong>in</strong>dicato un laboratorio<br />
apposito, è opportuno pensare, come suggerito dall'ateneo fiorent<strong>in</strong>o,<br />
ad una piattaforma telematica di supporto alle attività di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> che<br />
segua e sviluppi occasioni di contatto e approfondimento fra gli attori<br />
<strong>del</strong> sistema <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, offrendo anche la possibilità di vere e proprie<br />
virtual classroom, <strong>in</strong> particolare <strong>in</strong> alcuni momenti <strong>del</strong>l'anno<br />
accademico come quello dedicato alla stesura <strong>del</strong> diario, dossier di<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, <strong>del</strong> quale, come ho già detto, la forma più adatta per<br />
l'analisi e la fruizione sarebbe quella multimediale.<br />
7.- PROSPETTIVE<br />
Nel futuro è possibile pensare a studi, osservazioni,<br />
accorgimenti f<strong>in</strong>alizzati, da un lato, a stabilizzare e, dall'altro, a<br />
migliorare la struttura universitaria che si va <strong>del</strong><strong>in</strong>eando.<br />
Nel caso particolare <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> si possono condurre ricerche che<br />
si differenziano e si specificano <strong>in</strong> due settori:<br />
• <strong>in</strong>iziative per monitorare e migliorare il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> stesso;<br />
• <strong>in</strong>iziative per migliorare la scuola e gli attori che vi operano.<br />
Alcune di queste sono comuni ad entrambe le f<strong>in</strong>alità:<br />
1) i laboratori, le A.P.G. e il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong>terno;<br />
a. per il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> contribuiscono, per un verso, a creare una<br />
mentalità e un atteggiamento valutativo, per l'altro, a<br />
seconda <strong>del</strong>le <strong>in</strong>iziative specifiche attivate, forniscono<br />
concretamente dati e rilevazioni utili a verificare la<br />
cogenza e l'attualità <strong>del</strong>la struttura <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>;<br />
b. per la scuola rappresentano occasioni di perfezionamento<br />
e aggiornamento per gli <strong>in</strong>segnanti <strong>in</strong> ambiente<br />
universitario, qu<strong>in</strong>di a stretto contatto con persone<br />
addette alla ricerca. Possono essere a partecipazione
2) la ricerca;<br />
esclusiva per i docenti, ma anche a partecipazione mista<br />
<strong>in</strong>segnanti/studenti;<br />
a. lo studente/ricercatore; è opportuno sottol<strong>in</strong>eare<br />
l'importanza <strong>del</strong>la crescita di tale atteggiamento sia<br />
nell'ambito <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, che <strong>in</strong> altre occasioni <strong>in</strong> cui i<br />
docenti universitari possono sollecitare negli studenti<br />
piccole attività di ricerca riferenti alla propria o a più<br />
discipl<strong>in</strong>e;<br />
b. l'<strong>in</strong>segnante/ricercatore; le ricerche-azione e formazione<br />
pensate all'<strong>in</strong>terno dei blocchi sono orientate a far<br />
crescere il medesimo atteggiamento nell'<strong>in</strong>segnante non<br />
solo sporadicamente per risolvere problematiche sorte a<br />
scuola o per colmare eventuali bisogni teorico/pratici,<br />
bensì anche per stimolare una propensione quotidiana alla<br />
ricerca <strong>in</strong>dirizzata al miglioramento <strong>del</strong>la didattica di tutti i<br />
giorni;<br />
3) la metacognizione;<br />
a. all'<strong>in</strong>terno <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> è sfruttata, da un lato, per<br />
compilare la lista nella quale far convergere osservazioni,<br />
bisogni, esigenze di studenti, <strong>in</strong>segnanti di classe,<br />
supervisori e professori da riutilizzare e re<strong>in</strong>dirizzare per<br />
operare scelte organizzative e strutturali maggiormente<br />
consapevoli, dall'altro per attivare ricerche e <strong>in</strong>iziative<br />
didattiche condivise e percepite come utili;<br />
b. per gli <strong>in</strong>segnanti, <strong>in</strong> particolare per quelli co<strong>in</strong>volti nel<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> ai quali viene chiesto di partecipare almeno<br />
periodicamente alla stesura <strong>del</strong>la lista, può essere<br />
l'occasione per approcciare ed approfondire le metodiche<br />
di autoanalisi richieste <strong>in</strong> sede scolastica dall'autonomia;<br />
Altre <strong>in</strong>iziative, <strong>in</strong>vece, sono specifiche per i due settori.
Per il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>:<br />
1) <strong>in</strong>terviste periodiche a studenti, supervisori, <strong>in</strong>segnanti di classe;<br />
2) studio di casi; seguire longitud<strong>in</strong>almente il camm<strong>in</strong>o di alcuni<br />
studenti per osservarne i cambiamenti, la crescita, le difficoltà;<br />
3) scambi di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, fra università <strong>itali</strong>ane <strong>in</strong>nanzitutto, ma anche<br />
con università straniere una sorta di ERASMUS per il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>;<br />
4) rete fra i supervisori, per scambiare idee e confrontare le rispettive<br />
opzioni strutturali;<br />
5) valutazioni periodiche <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> da parte di ricercatori non<br />
direttamente collegati al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> o da parte di personale <strong>del</strong>la<br />
scuola o <strong>del</strong> lavoro, per sentire voci di persone non co<strong>in</strong>volte o<br />
addirittura esterne all'università e alla scuola;<br />
6) ricercatore di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>; pur non trattandosi di una cattedra, le<br />
attività <strong>in</strong>erenti al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> o collegate ad esso tendono ad essere<br />
volum<strong>in</strong>ose sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo,<br />
credo sia plausibile pensare a una rotazione temporale, <strong>del</strong>la<br />
durata da def<strong>in</strong>ire, fra i docenti implicati che permetta al<br />
responsabile di dedicarsene a tempo pieno, non per portare avanti<br />
autonomamente il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> quale fosse una discipl<strong>in</strong>a, bensì per<br />
coord<strong>in</strong>are <strong>in</strong>terventi e apporti <strong>del</strong> personale maggiormente<br />
qualificato per affrontare i diversi momenti e <strong>in</strong>iziative.<br />
Per la scuola:<br />
1) formazione permanente; aggiornamento e perfezionamento<br />
<strong>in</strong>nanzitutto come si diceva precedentemente, ma anche<br />
meccanismi per consentire di conseguire la laurea agli <strong>in</strong>segnanti<br />
già <strong>in</strong> ruolo o precari, <strong>in</strong> particolare mo<strong>del</strong>li di <strong>in</strong>segnamento a<br />
distanza, permettendo di sostenere alcuni esami all'anno;<br />
2) sostituzione <strong>in</strong> corresponsabilità; ho segnalato la possibilità di<br />
sostituzioni <strong>in</strong> situazione dove la corresponsabilità degli <strong>in</strong>segnanti<br />
permetta la copertura oraria e legale dei m<strong>in</strong>ori affidati al<br />
tiroc<strong>in</strong>ante; ciò assicurerebbe, da un lato, risorse umane per la
scuola, dall'altro, permetterebbe ad alcuni <strong>in</strong>segnanti brevi<br />
distacchi e periodi sabbatici, per la formazione permanente;<br />
3) tutor nell'anno di formazione, utilizzato per seguire i neonom<strong>in</strong>ati.<br />
Note<br />
1<br />
d.p.r. n°417 <strong>del</strong> 31/5/74 art. 5 comma 1<br />
2<br />
d.p.r. n°417 <strong>del</strong> 31/5/74 art. 7 comma 1<br />
3<br />
d.p.r. n°417 <strong>del</strong> 31/5/74 art. 2 comma 1<br />
4<br />
M. Bandiera, S. Torrazza, Il rapporto università-scuola, <strong>in</strong> Università e scuola, 1-2/N, 1999, pag. 14<br />
5<br />
G. Luzzatto, Insegnare a <strong>in</strong>segnare, Roma, Carocci, 1999, pag. 78<br />
6<br />
R. Viganò, Educazione e professione. Prospettive di pedagogia universitaria, <strong>in</strong> Pedagogia e vita,<br />
2/1996, pag. 110<br />
7<br />
F. Frabboni, L. Guerra, E. Lod<strong>in</strong>i, Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nella formazione <strong>del</strong>l'operatore socioeducativo, Firenze,<br />
La Nuova Italia Scientifica, 1995, pag. 27<br />
8 F. Frabboni, L. Guerra, E. Lod<strong>in</strong>i, ibidem, pag. 27<br />
9 provenienza dei documenti <strong>itali</strong>ani<br />
univ. di Genova: bozza di progetto esecutivo generale <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>del</strong> 15/11/99 elaborato dal gruppo dei<br />
supervisori<br />
univ. di Macerata: organizzazione <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, documento scaricato dal sito <strong>del</strong>la facoltà<br />
www.unimc.it/web_9900/didattica/sdf/unisf/clsdf/<strong>in</strong>dex.htm<br />
univ. di Tor<strong>in</strong>o: progetto <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, <strong>in</strong>viato dal gruppo dei supervisori<br />
univ. di Trieste: documento scaricato dal sito <strong>del</strong>la facoltà<br />
www.univ.trieste.it/~nirfsf/formprim/Web/<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>primaria/pag<strong>in</strong>auno.htm<br />
univ. di Firenze: documento scaricato dal sito <strong>del</strong>la facoltà www.scform.unifi.it/<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>/<br />
univ. di Bologna: documento <strong>in</strong>viato dalla professoressa Lod<strong>in</strong>i<br />
10 C. Hadji, La valutazione <strong>del</strong>le azioni educative, Brescia, La scuola, 1995, pag. 55<br />
11 G. Dalle Fratte, La scuola e l'università nella formazione primaria degli <strong>in</strong>segnanti. Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e il<br />
laboratorio, Milano, FrancoAngeli, 1998, pag. 34<br />
12 provenienza dei documenti spagnoli<br />
univ. <strong>del</strong> Pais Vasco: documento <strong>in</strong>viato dal professor Pello Urkidi Elorrieta<br />
univ. di Granada: documento <strong>in</strong>viato dalla professoressa Maria Gomez Narvaez<br />
univ. di Valencia: documento <strong>in</strong>viato dalla professoressa Paul<strong>in</strong>a Ribera Araguete<br />
univ. di Barcellona: documento <strong>in</strong>viato dalla professoressa Ramona Gonzalez Soler<br />
13 provenienza dei documenti francesi<br />
IUFM Bretagne: documento scaricato dal sito www.bretagne.iufm.fr/fformations.htm<br />
IUFM La Réunion: documento scaricato dal sito www.reunion.iufm.fr/<br />
IUFM Caen: documento <strong>in</strong>viato dal professor Thierry Arnoux<br />
IUFM Toulouse: documento <strong>in</strong>viato dal professor Franck Raymond<br />
14 L. Cé<strong>del</strong>le, La réforme des IUFM: des stages et des tuteurs, <strong>in</strong> Le monde de l'education, n°279, marzo<br />
2000, pag. 56-57<br />
15 R. Viganò, Pedagogia e sperimentazione. Metodi e strumenti per la ricerca educativa, Milano, Vita e<br />
pensiero, 1995, pag. 247<br />
16 R. Viganò, ibidem, pag. 247<br />
17 D. Demetrio, Raccontarsi. L'autobiografia come cura di sé, Milano, Raffaello Cort<strong>in</strong>a Editore, 1996,<br />
pag.10<br />
18 D. Demetrio, ibidem, pag.60<br />
19 S. Kanizsa, L'<strong>in</strong>tervista nella ricerca educativa, <strong>in</strong> S. Mantovani, La ricerca sul campo <strong>in</strong> educazione. I<br />
metodi qualitativi, Milano, Bruno Mondadori, 1995, pag. 54<br />
20 A. Melucci, Verso una sociologia riflessiva. Ricerca qualitativa e cultura, Bologna, Il mul<strong>in</strong>o, 1998,<br />
pag. 17<br />
21 A. Margarone, Apprendere sperimentando. Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> professionale <strong>del</strong>l'assistente sociale, Firenze, La<br />
Nuova Italia Scientifica, 1994, pag. 37<br />
22 P. Bertol<strong>in</strong>i, G. Balduzzi, Manuale <strong>del</strong> docente, Bologna, Zanichelli, 1990, pag. 6<br />
23 A. Borsese, Tiroc<strong>in</strong>io e figure di raccordo università-scuola, <strong>in</strong> Insegnare 11-12/95, pag. 19
24 E. Nigris, Un nuovo rapporto fra ricerca e <strong>in</strong>novazione: la ricerca-azione, <strong>in</strong> S. Mantovani, La ricerca<br />
sul campo <strong>in</strong> educazione. I metodi qualitativi, Milano, Bruno Mondadori, 1995, pag. 164<br />
25 E. Nigris, ibidem, pag. 167<br />
26<br />
cfr. E. Nigris, ibidem, pag. 172-178<br />
27<br />
R. Sant<strong>in</strong>i, La ricerca-azione e la formazione universitaria dei maestri, <strong>in</strong> A. Visalberghi, Atti <strong>del</strong><br />
convegno <strong>del</strong> 23 e 24 ottobre 1996 su "i problemi <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>", pag. 53<br />
28<br />
C. Scaglioso, Importanza e ruolo <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, <strong>in</strong> L. Santelli Beccegato, Formazione docente e<br />
curricoli universitari, Lecce, Ed<strong>in</strong>ova, 1992, pag. 49<br />
29<br />
cfr. G. Sarchielli, Evoluzioni <strong>del</strong>le professioni e significati <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, <strong>in</strong> A. Castellucci, Viaggi<br />
guidati. Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e il processo tutoriale nelle professioni sociali e sanitarie, Milano, FrancoAngeli,<br />
1997, pag. 43-44<br />
30<br />
cfr. F. Frabboni, L. Guerra, E. Lod<strong>in</strong>i, Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nella formazione <strong>del</strong>l'operatore socioeducativo,<br />
Firenze, La Nuova Italia Scientifica, 1995, pag. 71-73<br />
31<br />
cfr. G.M. Cabigiosu, A. Cecch<strong>in</strong>, Progettare il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> formativo, Vicenza, PPS editore, 1996, pag.<br />
30-31<br />
32<br />
cfr. E. B. Refolo, M.P.S. Giancristoforo, La formazione nell'età adulta. Alcune riflessioni<br />
sull'apprendimento nel <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> di servizio sociale, Trieste, edizioni LINT, 1995, pag. 94<br />
33<br />
cfr. M. Urbanowsky, M. Dwyer, L'apprendimento nel <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>: una guida per supervisori e studenti,<br />
Milano, Vita e pensiero, 1995, pag. 74-75<br />
34<br />
A. Chionna, La questione <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>: l'esperienza elaborata nel I <strong>in</strong>dirizzo <strong>del</strong> corso di laurea <strong>in</strong> scienze<br />
<strong>del</strong>l'educazione - Università di Bari, <strong>in</strong> L. Santelli Beccegato, La scuola di specializzazione per<br />
l'<strong>in</strong>segnamento, atti sem<strong>in</strong>ario C.I.R.D., Bari 25-26 gennaio 1996, pag. 164<br />
35<br />
M. Tixi, Insegnanti di classe e progetto di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>: contributo alla def<strong>in</strong>izione di un ruolo complesso,<br />
atti <strong>del</strong> sem<strong>in</strong>ario su "Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nella formazione <strong>in</strong>iziale degli <strong>in</strong>segnanti", Roma, 22-23/10/1999<br />
36<br />
cfr. C. Bisleri, La supervisione. Orientamenti ed esperienze di guida dei tiroc<strong>in</strong>i professionali, Milano,<br />
FrancoAngeli, 1995,<br />
pag. 101-102<br />
37<br />
P. Mottana, La funzione <strong>del</strong>la tutorship nel processo affettivo di apprendimento, 1990, dattiloscritto<br />
38<br />
cfr. L. Saiani, Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nelle professioni socio-sanitarie ed educative, <strong>in</strong> A. Castellucci, op. cit., pag.<br />
69<br />
39<br />
cfr. L. Saiani, ibidem, pag. 78-79<br />
40<br />
cfr. C. Bisleri, La supervisione. Orientamenti ed esperienze di guida dei tiroc<strong>in</strong>i professionali, Milano,<br />
FrancoAngeli, 1995, pag. 39-41<br />
41 P. Mottana, La funzione <strong>del</strong>la tutorship nel processo affettivo di apprendimento, 1990, dattiloscritto<br />
42<br />
P. Mottana, ibidem<br />
43<br />
P. Mottana, ibidem<br />
44<br />
P. Mottana, ibidem<br />
45<br />
Anzellotti, <strong>in</strong>tervento, atti <strong>del</strong> sem<strong>in</strong>ario su "Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nella formazione <strong>in</strong>iziale degli <strong>in</strong>segnanti",<br />
Roma, 22-23/10/1999<br />
46<br />
G. Luzzato, Insegnare a <strong>in</strong>segnare, Roma, Carocci, 1999, pag. 78<br />
47<br />
M. Corsi, Il laboratorio didattico ovvero l'unitarietà <strong>del</strong> suo mo<strong>del</strong>lo formale, <strong>in</strong> Università e scuola,<br />
1/R, 1998, pag. 11<br />
48<br />
F. Frabboni, L. Guerra, E. Lod<strong>in</strong>i, Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nella formazione <strong>del</strong>l'operatore socioeducativo, Firenze,<br />
La Nuova Italia Scientifica, 1995, pag. 43-44<br />
49<br />
N. Paparella, Il laboratorio di ricerca didattica, <strong>in</strong> L. Santelli Beccegato, Formazione docente e<br />
curricoli universitari, Lecce, Ed<strong>in</strong>ova, 1992, pag. 62<br />
50<br />
Università degli studi di Firenze, Facoltà di scienze <strong>del</strong>la formazione, I laboratori didattici <strong>del</strong><br />
dipartimento di scienze <strong>del</strong>l'educazione, Marco <strong>del</strong> Bucchia editore, 1998, pag. 11<br />
51<br />
cfr E. Damiano, Tra il fare e il dire. Mo<strong>del</strong>li di laboratorio nell'esperienza e nella ricerca<br />
<strong>in</strong>ternazionale, <strong>in</strong> G. Dalle Fratte, La scuola e l'università nella formazione primaria degli <strong>in</strong>segnanti. Il<br />
<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e il laboratorio, Milano, FrancoAngeli, 1998, pag. 176<br />
52<br />
cfr E. Damiano, ibidem, pag. 177<br />
53<br />
cfr E. Damiano, ibidem, pag. 180-182<br />
54<br />
Università degli studi di Trento, Rapporto sulle <strong>in</strong>iziative universitarie per la formazione <strong>in</strong>iziale degli<br />
<strong>in</strong>segnanti, Trento, 1997<br />
55 N. Paparella, Il laboratorio di ricerca didattica, <strong>in</strong> L. Santelli Beccegato, Formazione docente e<br />
curricoli universitari, Lecce, Ed<strong>in</strong>ova, 1992, pag. 73