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1.- breve storia del tirocinio in itali

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“FARE-PENSARE-SAPERE<br />

IPOTESI PER IL TIROCINIO NELLA FORMAZIONE DEI MAESTRI<br />

ITALIANI”<br />

<strong>1.</strong>- BREVE STORIA DEL TIROCINIO IN ITALIA<br />

DAVIDE PARMIGIANI<br />

Instituto Comprensivo di Vezzano- Ligure<br />

La Spezia<br />

Italia<br />

"L'accesso ai ruoli <strong>del</strong> personale <strong>in</strong>segnante ha luogo mediante<br />

concorsi per titoli ed esami 1 ".<br />

"…omissis… per l'ammissione ai concorsi è richiesta una formazione<br />

universitaria completa da conseguire presso le università od altri<br />

istituti di istruzione superiore 2 ".<br />

La presente citazione non è tratta da un documento legislativo<br />

recente, bensì dal quel corpus rivoluzionario per la scuola riunito<br />

sotto il nome di decreti <strong>del</strong>egati emanati nel 1974. In essi si<br />

preconizzava l'esigenza di un <strong>in</strong>segnante laureato, formato per<br />

affrontare la crescente complessità scolastica determ<strong>in</strong>ata dai rapidi<br />

cambiamenti sociali.<br />

Tale occorrenza veniva ribadita nel 1990, precisamente il 19<br />

novembre con la legge n° 341 nella quale al comma 2 <strong>del</strong>l'articolo 3<br />

si afferma che "uno specifico corso di laurea, articolato <strong>in</strong> due<br />

<strong>in</strong>dirizzi, è preord<strong>in</strong>ato alla formazione culturale e professionale<br />

degli <strong>in</strong>segnanti, rispettivamente, <strong>del</strong>la scuola materna e <strong>del</strong>la<br />

scuola elementare, <strong>in</strong> relazione alle norme <strong>del</strong> relativo stato giuridico.<br />

Il diploma di laurea costituisce titolo necessario, a seconda<br />

<strong>del</strong>l'<strong>in</strong>dirizzo seguito, ai f<strong>in</strong>i <strong>del</strong>l'ammissione ai concorsi a posti di<br />

<strong>in</strong>segnamento nella scuola materna e nella scuola elementare".


Già <strong>in</strong> queste prime righe, dove si ripetono, <strong>in</strong> maniera più<br />

articolata, le prospettive <strong>del</strong> decreto <strong>del</strong>egato sopracitato, si può<br />

sottol<strong>in</strong>eare un'espressione s<strong>in</strong>tomatica <strong>del</strong>lo sviluppo culturale nei<br />

confronti <strong>del</strong>la preparazione <strong>del</strong> personale operante nella scuola. Le<br />

parole <strong>in</strong> grassetto e, <strong>in</strong> particolare, i due aggettivi contengono <strong>in</strong><br />

nuce i term<strong>in</strong>i, mai disgiunti, <strong>del</strong>la crescita pre-servizio <strong>del</strong>l'aspirante<br />

docente: da un lato una formazione più generale, def<strong>in</strong>ita culturale;<br />

dall'altro una formazione specifica, def<strong>in</strong>ita professionale.<br />

Al comma successivo, il numero 3, viene precisato che "entro<br />

due anni dalla data di entrata <strong>in</strong> vigore <strong>del</strong>la presente legge, con<br />

decreto <strong>del</strong> presidente <strong>del</strong>la repubblica,…omissis…, viene def<strong>in</strong>ita la<br />

tabella <strong>del</strong> corso di laurea e ne sono precisati modalità e contenuti,<br />

comprese le attività di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> didattico".<br />

Nella stessa legge, all'articolo 4 comma 2, si nota che "con una<br />

specifica scuola di specializzazione articolata <strong>in</strong> <strong>in</strong>dirizzi,…omissis…, le<br />

università provvedono alla formazione, anche attraverso attività di<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> didattico, degli <strong>in</strong>segnanti <strong>del</strong>le scuole secondarie,…"<br />

Questa seconda citazione, seppur riferentesi, agli <strong>in</strong>segnanti di<br />

scuola secondaria, è a parer mio ancora più importante, perché<br />

segnale <strong>del</strong> cambiamento <strong>in</strong> atto. Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> non viene prefigurato<br />

solo per le scuole che accolgono bamb<strong>in</strong>i, le scuole primarie, ma<br />

anche per gli <strong>in</strong>segnanti che si troveranno di fronte preadolescenti e<br />

adolescenti, per i quali non c'era tradizione <strong>in</strong> tal senso. Prima, ma<br />

forse, per molti, ancora ora, nelle scuole secondarie era importante<br />

conoscere la discipl<strong>in</strong>a che veniva <strong>in</strong>segnata e tutto il resto era frutto<br />

di esperienze successive; credo che ormai si possa serenamente<br />

affermare che chiunque si ponga <strong>in</strong> un ruolo che prevede l'<br />

"esplicazione essenziale <strong>del</strong>l'attività di trasmissione <strong>del</strong>la cultura, al<br />

contributo <strong>del</strong>l'elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione<br />

dei giovani a tale processo e alla formazione umana e critica <strong>del</strong>la<br />

loro personalità 3 " non possa pensare di camm<strong>in</strong>are scolasticamente


con la sola gamba <strong>del</strong>la conoscenza discipl<strong>in</strong>are, assolutamente<br />

necessaria, bensì senta la necessità <strong>in</strong>tegrare quotidianamente la<br />

propria competenza specificatamente settoriale con la gamba <strong>del</strong>la<br />

formazione didattico-metodologica al f<strong>in</strong>e di permettere un camm<strong>in</strong>o<br />

più sicuro.<br />

Del resto al comma 3 sempre <strong>del</strong>l'articolo 4 si dice che "con<br />

decreto <strong>del</strong> presidente <strong>del</strong>la repubblica, …omissis…, sono def<strong>in</strong>iti la<br />

tabella <strong>del</strong>la scuola di specializzazione…omissis…la durata dei corsi da<br />

fissare <strong>in</strong> un periodo non <strong>in</strong>feriore ad un anno ed i relativi piani di<br />

studio. Questi devono comprendere discipl<strong>in</strong>e f<strong>in</strong>alizzate alla<br />

preparazione professionale con riferimento alle scienze<br />

<strong>del</strong>l'educazione e all'approfondimento metodologico e<br />

didattico <strong>del</strong>le aree discipl<strong>in</strong>ari <strong>in</strong>teressate nonché attività di<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> didattico obbligatorio".<br />

Mi permetto di far notare altri punti salienti <strong>del</strong>la legge.<br />

All'articolo 6 comma 2 punto a) si legge che le università possono<br />

attivare "corsi di preparazione agli esami di stato per l'abilitazione<br />

all'esercizio <strong>del</strong>le professioni ed ai concorsi pubblici" al punto b)<br />

<strong>in</strong>vece "corsi di perfezionamento e aggiornamento professionale".<br />

Inoltre, l'articolo 11 dal titolo "Autonomia didattica" al comma 2<br />

recita: "i consigli <strong>del</strong>le strutture didattiche determ<strong>in</strong>ano, con apposito<br />

regolamento, <strong>in</strong> conformità al regolamento didattico di ateneo e nel<br />

rispetto <strong>del</strong>la libertà di <strong>in</strong>segnamento, l'articolazione dei corsi di<br />

diploma universitario e di laurea, dei corsi di specializzazione e di<br />

dottorato di ricerca, i piani di studio con relativi <strong>in</strong>segnamenti<br />

fondamentali obbligatori, i moduli didattici, la tipologia di forme<br />

didattiche, ivi comprese quelle <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnamento a distanza, le forme<br />

di tutorato, le prove di valutazione <strong>del</strong>la preparazione degli<br />

studenti,…omissis…, le attività di laboratorio, pratiche e di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e<br />

l'<strong>in</strong>troduzione di un sistema di crediti f<strong>in</strong>alizzati al riconoscimento dei<br />

corsi seguiti con esito positivo,…omissis".


In queste righe si anticipano i contenuti <strong>del</strong>la legge 127 <strong>del</strong> 15<br />

maggio <strong>del</strong> 1997, precisamente all'articolo 17 commi 95 e 101, <strong>in</strong> cui<br />

si preciseranno le norme per lo snellimento <strong>del</strong>le attività<br />

amm<strong>in</strong>istrative e, <strong>in</strong> ultima analisi per il miglioramento <strong>del</strong>la didattica<br />

universitaria, sempre alla ricerca di nuove forme di collegamento con<br />

il mondo <strong>del</strong> lavoro, fra le quali il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> è sicuramente contemplato.<br />

Anche se esso all'<strong>in</strong>izio potrà essere visto e considerato come<br />

qualcosa <strong>in</strong> più, di importante, ma sempre <strong>in</strong> aggiunta alle attività<br />

accademiche, mi permetto di azzardare una previsione.<br />

Nella scuola elementare, durante gli anni settanta e ottanta, si<br />

<strong>in</strong>trodussero le attività <strong>in</strong>tegrative: teatro, pittura, psicomotricità,…<br />

All'<strong>in</strong>izio erano ritenute assolutamente fondamentali per l'armonico<br />

sviluppo <strong>del</strong> bamb<strong>in</strong>o, comunque <strong>in</strong> aggiunta alle attività curricolari<br />

che restavano la base <strong>del</strong>l'orario, le altre venivano svolte al<br />

pomeriggio, magari da un altro <strong>in</strong>segnante. Ci si è resi<br />

progressivamente conto che non si poteva separare il bamb<strong>in</strong>o: al<br />

matt<strong>in</strong>o si educava il bamb<strong>in</strong>o cognitivo, al pomeriggio quello<br />

espressivo; tutte le attività, <strong>in</strong>tegrate <strong>in</strong> uno o più obiettivi formativi,<br />

vengono ora attuate quale che sia l'ora.<br />

similare.<br />

Ecco, ritengo che il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> possa attraversare uno sviluppo<br />

La tabella annunciata dalla legge 341 trova riscontro nel d.p.r.<br />

471 <strong>del</strong> 31 luglio 1996, <strong>in</strong>fatti l'articolo 1 recita che "all'elenco <strong>del</strong>le<br />

lauree e dei diplomi,…omissis…, è aggiunto il diploma di laurea <strong>in</strong><br />

scienze <strong>del</strong>la formazione primaria".<br />

Un camm<strong>in</strong>o più che ventennale è term<strong>in</strong>ato.<br />

Al d.p.r. è allegata la tabella XXIII <strong>in</strong> cui si specifica l'ord<strong>in</strong>amento<br />

didattico, il nucleo da analizzare, <strong>del</strong> quale mi limito a esam<strong>in</strong>are gli<br />

aspetti concernenti il mio <strong>in</strong>tervento.<br />

L'articolo 1 ribadisce ciò che era già stato espresso dalla legge<br />

341, precisamente che "il corso di laurea <strong>in</strong> s.d..f.p. è preord<strong>in</strong>ato alla


formazione culturale e professionale degli <strong>in</strong>segnanti,…omissis…",<br />

term<strong>in</strong>i sui quali mi sono già soffermato.<br />

L'articolo 4 ricalca il già citato articolo 11 <strong>del</strong>la 341 <strong>in</strong> cui si<br />

preconizzano forme didattiche <strong>in</strong>novative.<br />

L'articolo 6 è quello che mi co<strong>in</strong>volge direttamente: "<strong>1.</strong><br />

L'impegno didattico complessivo è di almeno 2000 <strong>del</strong>le<br />

quali,…omissis…, almeno 400 di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> didattico. …omissis… .La<br />

didattica comprende attività teorico-formale, teorico-pratica a con<br />

annessi laboratori didattici e di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>. …omissis… .Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />

didattico, da svolgersi a partire di norma dal terzo anno di corso<br />

nell'ambito di una istituzione scolastica pert<strong>in</strong>ente, comprende<br />

almeno 400 ore d'<strong>in</strong>segnamento".<br />

"2. Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> è svolto sotto la guida di un <strong>in</strong>segnante di scuola<br />

materna o elementare ovvero di un direttore didattico designato, con<br />

modalità previste da una apposita convenzione sottoscritta dalle<br />

università e dalle competenti autorità scolastiche. Il regolamento<br />

didattico <strong>del</strong>la struttura prevede gli opportuni raccordi b tra il<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> didattico e gli <strong>in</strong>segnamenti ad esso collegabili. Al term<strong>in</strong>e<br />

<strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> l'<strong>in</strong>segnante supervisore c esprime una valutazione<br />

positiva o negativa, anche sulla base di una relazione analitica redatta<br />

dallo studente, che sarà comunque valutata anche <strong>in</strong> sede di esame<br />

di laurea. In caso di valutazione negativa lo studente dovrà ripetere il<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, sotto la guida di un altro <strong>in</strong>segnante".<br />

Le suggestioni sono molte, mi limito a sottol<strong>in</strong>earne tre.<br />

La prima, contrassegnata dalla lettera a) conferma, qualora ce ne<br />

fosse ancora bisogno, la ricchezza e la varietà <strong>del</strong>le attività legate al<br />

nuovo corso di laurea, cercando di evidenziare, ogniqualvolta nel<br />

capiti l'occasione la loro <strong>in</strong>dissolubilità. Inseparabilità sostenuta<br />

dall'espressione <strong>in</strong>dicata dalla lettera b) attraverso la quale il<br />

legislatore <strong>in</strong>tende <strong>in</strong>tessere legami fra discipl<strong>in</strong>e e attività<br />

apparentemente distaccate. Per quanto riguarda la lettera c) essa


<strong>in</strong>troduce una figura vecchia e nuova, il supervisore, che ha sostituito<br />

il professore di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>del</strong>l'istituto magistrale; io ritengo<br />

personalmente tale figura e il maestro che accoglie i tiroc<strong>in</strong>anti, due<br />

ruoli di raccordo di notevole <strong>in</strong>teresse, oserei dire, strategici, per il<br />

quale rimando al paragrafo <strong>in</strong>titolato "gli attori".<br />

Il decreto <strong>del</strong> 26 maggio 1998 rappresenta la summa <strong>del</strong><br />

camm<strong>in</strong>o legislativo f<strong>in</strong> qui analizzato e la sua def<strong>in</strong>itiva sistemazione.<br />

Articolo 1 comma 1: "Ai sensi <strong>del</strong> presente decreto si <strong>in</strong>tendono:<br />

…omissis<br />

c) per obiettivo formativo, l'<strong>in</strong>sieme di attitud<strong>in</strong>i e competenze<br />

caratterizzanti il profilo professionale <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnante, da sviluppare<br />

negli studenti <strong>del</strong> corso di laurea e <strong>del</strong>la scuola;<br />

…omissis<br />

e) per laboratorio, l'analisi, la progettazione e la simulazione di<br />

attività didattiche di cui alle aree 1 e 2 di cui agli allegati B e C, con<br />

<strong>in</strong>tervento coord<strong>in</strong>ato di docenti di entrambe le aree;<br />

f) per <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, le esperienze svolte presso istituzioni scolastiche al<br />

f<strong>in</strong>e <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>tegrazione tra competenze teoriche e competenze<br />

operative;<br />

g) per prove di valutazione conclusive, le modalità di accertamento<br />

<strong>del</strong>l'apprendimento al term<strong>in</strong>e di attività didattiche".<br />

Anche <strong>in</strong> questo caso vi sono allettanti prospettive di sviluppo.<br />

Innanzi tutto il concetto di obiettivo formativo: esso sancisce<br />

def<strong>in</strong>itivamente <strong>in</strong> un unico term<strong>in</strong>e meditato e, anche formale, la<br />

convergenza <strong>del</strong>le attività teoriche e pratiche più volte menzionate,<br />

<strong>in</strong>sieme al laboratorio, alle prove di valutazione, al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>. In<br />

s<strong>in</strong>tesi, f<strong>in</strong>o a tre anni fa, il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> era limitato alle scuole secondarie<br />

superiori il cui diploma consentiva l’accesso ai concorsi per<br />

l’<strong>in</strong>segnamento; esso, però, era compresso <strong>in</strong> poche ore <strong>in</strong>serite <strong>in</strong> un<br />

orario settimanale già molto <strong>in</strong>tenso e faticosamente collegato alle<br />

s<strong>in</strong>gole discipl<strong>in</strong>e.


Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> rimaneva, allora, un’esperienza isolata non<br />

sufficientemente aderente alla possibile esperienza lavorativa<br />

successiva e, qu<strong>in</strong>di, con una scarsa <strong>in</strong>cidenza sul proprio stile di<br />

<strong>in</strong>segnamento. La sfida attuale, allora, è quella di stabilire, tramite la<br />

laurea per i maestri, <strong>in</strong>tense s<strong>in</strong>ergie fra università e scuola al f<strong>in</strong>e di<br />

stabilire contatti e collegamenti quantitativamente e qualitativamente<br />

significativi, <strong>in</strong> maniera da permettere a ciascuna <strong>del</strong>le due istituzioni<br />

una crescita reciproca, proponendosi alternativamente come<br />

opportunità di approfondimento e ricerca.<br />

2.- PROSPETTIVE DI DIDATTICA UNIVERSITARIA E RICERCA<br />

SCOLASTICA MEDIATE DAL TIROCINIO<br />

La complessità <strong>del</strong>la formazione <strong>del</strong> futuro <strong>in</strong>segnante co<strong>in</strong>volge<br />

due soggetti istituzionali importanti, l'università e la scuola, i<br />

quali sono alla ricerca di nuove forme di collaborazione.<br />

Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> può rappresentare "l'occasione per sviluppare<br />

<strong>in</strong>iziative congiunte su tematiche di comune <strong>in</strong>teresse (si pensi alla<br />

formazione <strong>in</strong> servizio degli <strong>in</strong>segnanti e alla validazione di ipotesi<br />

metodologico-didattiche formulate <strong>in</strong> sede di ricerca)." 4<br />

In questo senso si può pensare all'"utilizzazione <strong>del</strong>le<br />

esperienze di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> come occasione di vera e propria ricerca<br />

didattica e lo svolgimento di attività di formazione <strong>in</strong> servizio come<br />

cornice culturale <strong>in</strong> cui <strong>in</strong>quadrare tali esperienze." 5<br />

La cooperazione che risulterebbe da tale impostazione si<br />

configurerebbe <strong>in</strong> maniera tale da arrecare vantaggi ad entrambe le<br />

istituzioni.<br />

La scuola troverebbe d<strong>in</strong>amicità, forme di aggiornamento<br />

all'avanguardia, una prospettiva di formazione cont<strong>in</strong>ua e varie


possibilità organizzative alternative che, nell'ambito <strong>del</strong>l'autonomia, si<br />

possono strutturare tramite il card<strong>in</strong>e <strong>del</strong>la progettualità.<br />

Il mondo accademico ha l'opportunità di <strong>in</strong>terrogarsi sulla<br />

pedagogia universitaria che si esplicita nel riferimento a<br />

problematiche quali: "i metodi di <strong>in</strong>segnamento e <strong>in</strong> particolare il<br />

confronto fra metodi diversi; l'apprendimento e <strong>in</strong> particolare il<br />

metodo di studio, la personalità <strong>del</strong>lo studente e il ruolo degli aiuti<br />

pedagogici; il materiale didattico impiegato dagli <strong>in</strong>segnanti o<br />

dest<strong>in</strong>ato agli studenti; la valutazione <strong>del</strong>l'apprendimento e<br />

<strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnamento e <strong>in</strong> particolare gli aspetti docimologici e<br />

metodologici; la gestione e l'organizzazione <strong>del</strong>l'istituzione." 6<br />

A fronte di quella che viene chiamata "la dittatura <strong>del</strong>la lezione<br />

quale mediatore culturale dom<strong>in</strong>ante," 7 la didattica universitaria ne<br />

trarrebbe beneficio, perché può concedere agli studenti la "possibilità<br />

di poter disporre di più canali comunicativi ed ermeneutici" 8<br />

attraverso l'utilizzo di quelli che gli autori citati chiamano "quattro<br />

leve di cambio didattico: il semestre, il credito, il laboratorio e il<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>."<br />

In def<strong>in</strong>itiva, il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> può rappresentare lo snodo attraverso il<br />

quale coord<strong>in</strong>are diverse attività universitarie e costruire il complesso<br />

profilo professionale <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>segnante formato dall’<strong>in</strong>tersezione di<br />

conoscenze, azioni e riflessioni (SAPERE, FARE e PENSARE) a cui sono<br />

associati tre importanti filoni di ricerca:<br />

• la pedagogia generale che cerca i pr<strong>in</strong>cipi filosofici ed<br />

epistemologici <strong>del</strong>l'agire educativo e si sforza di <strong>del</strong><strong>in</strong>eare l'ideale<br />

di uomo a cui tendere nello slancio formativo; essa è basata<br />

pr<strong>in</strong>cipalmente su un metodo teoretico;<br />

• la pedagogia sperimentale che cerca di <strong>in</strong>dagare sul campo le<br />

problematiche educative; essa è fondata su un metodo di ricerca<br />

empirica;


• la pedagogia <strong>in</strong> situazione; con questa locuzione <strong>in</strong>tendo riferirmi<br />

agli studi di tradizione etnografica, alle situazioni <strong>in</strong> cui il<br />

ricercatore non è separato dallo spazio-tempo sperimentale, anzi<br />

ne è pienamente compreso, riuscendo a rendere questa vic<strong>in</strong>anza<br />

fertile e foriera di risultati che non vanno a discapito di una<br />

presunta oggettività sperimentale, bensì che arricchiscono e<br />

completano la narrazione <strong>del</strong>l'esperienza.<br />

3.- ESPERIENCE DIVERSE NELL’ORGANIZZACIONE DEL<br />

TIROCINIO<br />

Su questa base teorica ho impostato due <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i conoscitive<br />

rivolte a conoscere la presente situazione <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> per avviare<br />

successivamente una ipotesi operativa personale.<br />

La prima ricerca è stata svolta <strong>in</strong> rete o contattando referenti<br />

istituzionali (professori o ricercatori) via e-mail, per conoscere i<br />

mo<strong>del</strong>li e le <strong>in</strong>terpretazioni differenti <strong>in</strong>erenti al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nelle<br />

università <strong>itali</strong>ane, francesi e spagnole.


Il materiale che ho raccolto è numeroso, denso e, sicuramente,<br />

non facile da analizzare; divido, perciò, la mia riflessione sugli atenei<br />

<strong>itali</strong>ani 9 <strong>in</strong> due sezioni:<br />

• i punti <strong>in</strong> comune<br />

• le peculiarità;<br />

successivamente, <strong>in</strong>serirò le notazioni sulle facoltà spagnole e<br />

francesi, sottol<strong>in</strong>eando i tratti <strong>in</strong> comune con quelle <strong>itali</strong>ane e le<br />

differenze.<br />

Ripeto, ancora una volta, per correttezza nei riguardi di coloro<br />

che hanno elaborato i testi e che stanno lavorando perché le loro<br />

elaborazioni teoriche si traducano <strong>in</strong> esperienze vissute, che le mie<br />

sottol<strong>in</strong>eature si basano esclusivamente sui documenti da me reperiti<br />

o ricevuti.<br />

Considerato il fatto che si tratta di un'attività <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua<br />

evoluzione e, di conseguenza, soggetta a verifiche, valutazioni e,<br />

necessariamente, rettifiche e regolazioni anche <strong>in</strong> it<strong>in</strong>ere, mentre io<br />

scrivo ci possono essere stati cambiamenti, precisazioni e<br />

miglioramenti di cui io non posso essere a conoscenza.<br />

Punti <strong>in</strong> comune<br />

Il primo punto <strong>in</strong> comune che immediatamente risalta anche ad<br />

un osservatore disattento, soprattutto, riflettendo sulle tabelle che<br />

esemplificano una possibile scansione di ore e di attività negli anni di<br />

corso è la progressione <strong>in</strong> complessità.<br />

Tale espressione è giustificata <strong>in</strong> due sensi:<br />

1) da poco a molto.<br />

I gruppi di supervisori danno la netta impressione di voler caricare a<br />

poco a poco il tiroc<strong>in</strong>ante di responsabilità via via più pressanti, sia <strong>in</strong><br />

term<strong>in</strong>i quantitativi che qualitativi.


Si nota, <strong>in</strong>fatti, <strong>in</strong> tutti i documenti che, all'<strong>in</strong>izio, il tiroc<strong>in</strong>ante deve<br />

<strong>in</strong>serirsi, prendere contatto con il mondo <strong>del</strong>la scuola, capire le<br />

d<strong>in</strong>amiche, i movimenti, le abitud<strong>in</strong>i, i ritmi di bamb<strong>in</strong>i, docenti,<br />

segretari e collaboratori scolastici.<br />

Nei primi tempi il tiroc<strong>in</strong>ante non deve fare nulla, se non usare<br />

<strong>in</strong> maniera attenta e acuta i propri sensi.<br />

Da ciò, progressivamente, egli dovrà com<strong>in</strong>ciare a gestire contatti,<br />

progettare, agire e valutare.<br />

Tutte queste voci verbali che, ovviamente, rimandano ad azioni<br />

più o meno precise, non sono <strong>in</strong>tese, a mio parere, <strong>in</strong> maniera<br />

puramente sequenziale, bensì cumulativa.<br />

Se all'<strong>in</strong>izio il tiroc<strong>in</strong>ante guarda e basta, <strong>in</strong> seguito egli deve<br />

prendere confidenza con il personale senza dimenticare di cont<strong>in</strong>uare<br />

a guardare anzi ad "osservare"; poi dovrà progettare o, meglio,<br />

cont<strong>in</strong>uando ad osservare e amm<strong>in</strong>istrare i suoi rapporti sempre più<br />

complessi, <strong>in</strong> una parola usata spesso nei documenti, dovrà imparare<br />

a co-progettare; l'azione che ne consegue non sarà ovviamente<br />

slegata dalle attività precedenti che cont<strong>in</strong>ueranno e si sublimeranno<br />

nella verifica/valutazione <strong>in</strong>tesa come "regolazione critica…per<br />

contribuire all'ottimizzazione <strong>del</strong>l'azione educativa fornendo<br />

l'<strong>in</strong>formazione di ritorno necessaria a quel decisore che è l'educatore<br />

per adeguare meglio l'azione." 10<br />

Se tali sottol<strong>in</strong>eature portano ad immag<strong>in</strong>arsi l'attività <strong>del</strong><br />

tiroc<strong>in</strong>ante via via più pesante <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i quantitativi, cioè con più<br />

cose da fare contemporaneamente, analogamente si nota che <strong>in</strong><br />

term<strong>in</strong>i qualitativi il "piccolo maestro" cresce passando<br />

2) dall'osservazione all'azione.<br />

Ciò si nota <strong>in</strong> particolare nei documenti redatti dalle università di<br />

Bologna, Trieste e Firenze che passano da osservazioni


semistrutturate a osservazioni strutturate a partecipazioni guidate a<br />

conduzione di attività nei quattro anni di corso.<br />

Negli altri tre atenei, <strong>in</strong>vece, la progressione è prevista anche<br />

all'<strong>in</strong>terno di uno stesso anno di corso, con la piccola particolarità di<br />

Genova che non prevede, però, azione didattica al primo anno, ma<br />

solo dal secondo.<br />

Si ev<strong>in</strong>ce chiaramente la dimensione di crescita non solo <strong>del</strong><br />

tiroc<strong>in</strong>ante s<strong>in</strong>golo, ma <strong>del</strong> gruppo di studenti e dei loro supervisori,<br />

che si assumono responsabilità coscienziose e scrupolose nei<br />

confronti di un ambiente di lavoro reale.<br />

Accanto alla dimensione di crescita nella complessità posso<br />

accoppiare il progressivo <strong>in</strong>serimento nella vita quotidiana nella<br />

scuola, rimarcato da precise notazioni sulla lettura <strong>del</strong> P.O.F (Piano<br />

<strong>del</strong>l'Offerta Formativa) e degli altri documenti che regolano le<br />

giornate scolastiche, come circolari e leggi; eventuali partecipazioni a<br />

organi collegiali; conoscenza <strong>del</strong>la struttura e l'organizzazione<br />

complessiva; primi approcci ai bamb<strong>in</strong>i e ai "futuri" colleghi.<br />

Un altro elemento <strong>in</strong> comune fra le sei facoltà è un allenamento<br />

triplice, un tentativo di formare i tiroc<strong>in</strong>anti a tre mentalità<br />

fondamentali alla professione docente:<br />

1) osservativa<br />

2) progettuale<br />

3) valutativa.<br />

Non mi dilungo sul merito di tali punti di vista, ma mi piace precisare<br />

e sottol<strong>in</strong>eare ancora una volta la s<strong>in</strong>tesi educativa che <strong>in</strong> essi è<br />

racchiusa, considerati sia separatamente sia s<strong>in</strong>ergicamente, come<br />

momenti dotati di autonomia epistemologica e didattica e momenti di<br />

fusione <strong>in</strong>terrelativa <strong>in</strong> cui uno ha senso solo <strong>in</strong> relazione con l'altro.<br />

Trovo, personalmente, coraggioso un programma universitario<br />

che punti ad allenare soggetti nell'<strong>in</strong>tento di una formazione teorico-<br />

critico-pratica che poi è il senso stesso <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>.


L'ultima mentalità, quella valutativa, mi porta ad un altro punto<br />

<strong>in</strong> comune, anche se i documenti lo riportano con nomi differenti: il<br />

diario, il diario di bordo, il dossier, il portfolio.<br />

Nomi diversi per <strong>in</strong>dicare un'attività di memoria-riflessione sul<br />

lavoro svolto nel quale il tiroc<strong>in</strong>ante e il supervisore possono ritrovare<br />

la strada percorsa, le sensazioni, le emozioni.<br />

A proposito <strong>del</strong>l'aggettivo "cumulativa" utilizzato alcune righe<br />

sopra, è necessario precisare che non sto pensando ad un<br />

"<strong>in</strong>segnante tuttologo: ricercatore, psicologo, sociologo, terapeuta,<br />

assistente, operatore sociale…poiché tutti i problemi che hanno<br />

att<strong>in</strong>enza con lo sviluppo <strong>del</strong>l'umanità hanno una radice educativa<br />

essi devono essere <strong>in</strong>troitati nella scuola e, qu<strong>in</strong>di, di competenza dei<br />

suoi operatori, dilatandone all'<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito i conf<strong>in</strong>i e le competenze, f<strong>in</strong>o<br />

all'esito sterilizzante <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>differenziazione." 11<br />

Sto pensando, <strong>in</strong>vece, a un giovane che, preparandosi e<br />

sperimentandosi <strong>in</strong> una professione, ha il bisogno di fare esperienza<br />

di buona parte <strong>del</strong>le possibili situazioni che accadono <strong>in</strong> una scuola,<br />

cercando, poi, di evidenziare e perfezionare le caratteristiche a lui più<br />

congeniali.<br />

Peculiarità<br />

Nel documento di Trieste si accenna al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong>terno<br />

contrapposto a quello esterno; il primo è svolto <strong>in</strong> facoltà attraverso<br />

<strong>in</strong>contri con operatori <strong>del</strong>la scuola, lavori sem<strong>in</strong>ariali, attività di<br />

gruppo.<br />

Anche a Macerata sono previsti diversi tipi di laboratori<br />

strettamente connessi al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>.<br />

Ciò mi conduce ad accennare ai laboratori e al problema <strong>del</strong>la<br />

connessione <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> alle altre attività universitarie svolte o meno<br />

<strong>in</strong> facoltà.


C'è sicuramente bisogno di legami fra le varie <strong>in</strong>iziative<br />

accademiche, Trieste e Macerata stanno probabilmente cercando uno<br />

o più collegamenti che <strong>in</strong>tegr<strong>in</strong>o la lezione, il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, il laboratorio.<br />

Ancora a Trieste e poi a Genova e Tor<strong>in</strong>o è citata la parola<br />

"simulazione"; non so precisamente come viene <strong>in</strong>tesa, a me fa<br />

pensare a situazioni maggiormente controllate, sperimentali, durante<br />

le quali gli attori possano evidenziare rapporti, strutture e vissuti<br />

difficilmente coglibili <strong>in</strong> una situazione reale.<br />

A Bologna viene valutata l'opportunità di predisporre il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />

diretto, <strong>in</strong> aula, a blocchi di una settimana ciascuno: un <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />

<strong>in</strong>tensivo.<br />

Negli altri documenti a mia disposizione non viene citata tale<br />

possibilità, per cui non so se è una peculiarità bolognese o meno;<br />

sicuramente fa sorgere il dibattito sulla scelta fra una presenza <strong>in</strong><br />

classe <strong>del</strong> tiroc<strong>in</strong>ante <strong>breve</strong> settimanalmente ma costante durante<br />

l'anno oppure una presenza completa <strong>in</strong> una settimana che si<br />

esaurisce.<br />

Un'ultima peculiarità è nei documenti fiorent<strong>in</strong>i: il suo titolo è<br />

piattaforma telematica di supporto alle attività di formazione<br />

maestri.<br />

E' sicuramente fondamentale l'utilizzo <strong>del</strong>la rete per<br />

l'organizzazione <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>; anche i meno esperti possono rendersi<br />

conto <strong>del</strong>la comodità e <strong>del</strong>le potenzialità di una chat sul <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>,<br />

<strong>del</strong>la possibilità di scaricare documenti, di scrivere e leggere emozioni<br />

e sensazioni o semplici <strong>in</strong>formazioni per e fra studenti e<br />

supervisori,…la didattica <strong>in</strong> rete è sicuramente una realtà da non<br />

sottovalutare <strong>in</strong> questo contesto.<br />

Di seguito riporto, a titolo di esempio, la scansione <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />

prevista dalle università di Firenze e di Genova.<br />

Articolazione <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nei quattro anni di corso<br />

università di Firenze


Ann<br />

o<br />

www.scform.unifi.it/<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />

O<br />

re<br />

I 1<br />

0<br />

0<br />

II 1<br />

0<br />

0<br />

Cre<br />

diti<br />

Obiettivi formativi Tipologia Articolazion<br />

12 Conoscere<br />

l'organizzazione<br />

complessiva <strong>del</strong>la<br />

scuola materna o<br />

<strong>del</strong>la scuola<br />

elementare<br />

12 Cogliere le<br />

situazioni<br />

problematiche (di<br />

natura pedagogica,<br />

didattica,<br />

psicologica, socio-<br />

antropologica)<br />

all'<strong>in</strong>terno di un<br />

ord<strong>in</strong>e scolastico<br />

Avvalersi degli<br />

strumenti di<br />

osservazione/<strong>in</strong>terp<br />

retazione acquisiti<br />

Osservazio<br />

ne semi-<br />

strutturata<br />

Osservazio<br />

ne<br />

strutturata<br />

e ore<br />

20 ore di<br />

preparazi<br />

one<br />

50 ore di<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />

diretto<br />

nella<br />

scuola<br />

materna<br />

ed<br />

elementa<br />

re<br />

30 ore di<br />

verifica.<br />

20 ore di<br />

preparazi<br />

one<br />

50 ore di<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />

diretto<br />

tra<br />

scuola<br />

materna<br />

elementa<br />

re, ed<br />

istituzion<br />

i<br />

Calendario<br />

Svolgimento <strong>in</strong> un periodo<br />

compatto da def<strong>in</strong>ire<br />

<strong>in</strong>dicativamente fra<br />

febbraio/marzo con<br />

sospensione <strong>del</strong>le lezioni.<br />

1 giorno la settimana, per<br />

tutti, con sospensione <strong>del</strong>le<br />

lezioni <strong>in</strong> periodi <strong>del</strong>l'a.s.<br />

sulla base <strong>del</strong>la loro<br />

rilevanza didattica e<br />

pedagogica.


III 1<br />

0<br />

0<br />

IV 1<br />

0<br />

0<br />

<strong>in</strong> corsi specifici. formativ<br />

12 • Individuare ed<br />

analizzare<br />

diversi percorsi<br />

didattici<br />

(diverse<br />

modalità<br />

didattiche e<br />

diverse<br />

afferenze<br />

discipl<strong>in</strong>ari)<br />

• Partecipare alla<br />

progettazione/p<br />

rogrammazione<br />

, conduzione e<br />

valutazione di<br />

percorsi<br />

didattici<br />

12 • riflettere sulla<br />

realtà formativa<br />

di una<br />

classe/sezione<br />

• progettare,<br />

attuare e<br />

verificare un<br />

Partecipazi<br />

one<br />

guidata<br />

alle<br />

attività<br />

Conduzion<br />

e diretta<br />

di attività<br />

<strong>in</strong><br />

collaborazi<br />

one con i<br />

docenti<br />

e<br />

territorial<br />

i<br />

30 ore di<br />

verifica<br />

• 20 ore<br />

di<br />

prepara<br />

zione<br />

• 50 ore<br />

di<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />

diretto<br />

<strong>in</strong> base<br />

all'<strong>in</strong>diri<br />

zzo<br />

prescelt<br />

o<br />

• 30 ore<br />

di<br />

verifica<br />

• 20 ore<br />

di<br />

prepara<br />

zione<br />

• 50 ore<br />

di<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />

1 giorno la settimana, per<br />

tutti, con sospensione <strong>del</strong>le<br />

lezioni <strong>in</strong> periodi <strong>del</strong>l'a.s.<br />

sulla base <strong>del</strong>la loro<br />

rilevanza didattica e<br />

pedagogica<br />

Come sopra o a blocchi<br />

sulla base di una<br />

programmazione<br />

<strong>in</strong>dividualizzata


it<strong>in</strong>erario<br />

didattico per la<br />

classe/sezione,<br />

<strong>in</strong> accordo con i<br />

docenti <strong>del</strong>la<br />

scuola<br />

• documentare e<br />

<strong>in</strong>terpretare<br />

l'esperienza<br />

didattica<br />

realizzata<br />

<strong>del</strong>la<br />

scuola<br />

diretto<br />

<strong>in</strong> base<br />

all'<strong>in</strong>diri<br />

zzo<br />

prescelt<br />

o<br />

• 30 ore<br />

di<br />

verifica<br />

ARTICOLAZIONE DEL TIROCINIO NEI QUATTRO ANNI DI CORSO<br />

UNIVERSITÀ DI GENOVA<br />

- www.sdf.unige.it/SFP/<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>/tir<strong>1.</strong>html<br />

Quantificazione <strong>del</strong>le ore di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>: dist<strong>in</strong>zione per tipologia<br />

di attività<br />

Primo anno: 60 ore di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, da effettuarsi nel II semestre, al<br />

lunedì e durante una settimana <strong>in</strong>tensiva dal 12 al 17 marzo 200<strong>1.</strong><br />

Secondo anno: 100 ore, da effettuarsi nel I semestre, al lunedì e<br />

durante una settimana <strong>in</strong>tensiva dal 13 al 18 novembre 2000.<br />

Terzo anno: 120 ore, da effettuarsi nel I semestre, al lunedì e<br />

durante una settimana <strong>in</strong>tensiva dal 13 al 18 novembre 2000.<br />

TIPOLOGIA DEL TIROCINIO DISTRIBUZIONE IN<br />

% E ORARIA<br />

I ANNO<br />

54 ORE<br />

II ANNO<br />

90 ORE<br />

III ANNO<br />

108 ORE


di preparazione<br />

e progettazione con il supervisore<br />

di esperienza diretta<br />

(acquisizione di <strong>in</strong>formazioni, approccio alla<br />

progettazione didattica, azione didattica)<br />

di riflessione<br />

rielaborazione, comunicazione (al gruppo,<br />

all'<strong>in</strong>tergruppo, al team di <strong>in</strong>segnanti <strong>del</strong>la<br />

20 % 15 %<br />

11h 18h 18h<br />

50 % 60%<br />

27h 45h 65h<br />

30 % 25%<br />

classe/sezione) 16h 27h 27h<br />

L'ESPERIENZA DIRETTA I BIENNIO II BIENNIO<br />

L'acquisizione di<br />

<strong>in</strong>formazioni<br />

L'approccio alla<br />

progettazione didattica<br />

I anno II anno il 60% di 240h<br />

70% (21h) 30% (15h) 15% (21h)<br />

30% (9h) 30% (15h) 15% (21h)<br />

L'azione didattica ------- 40% (20h) 70% (100h)<br />

La Spagna 12<br />

Per vagliare con una certa scioltezza le potenzialità di questa serie<br />

di testi <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua straniera, scelgo due l<strong>in</strong>ee di analisi:<br />

• I tratti comuni alle università <strong>itali</strong>ane<br />

• Le differenze.<br />

Per quanto riguarda i primi è abbastanza facile constatare diverse<br />

somiglianze: quella che, nel capitolo precedente, ho chiamato<br />

progressione <strong>in</strong> complessità viene ritrovata <strong>in</strong> tutti e quattro i<br />

documenti spagnoli.


Le etapa nello schema organizzativo di Barcelona, i plan de trabajo<br />

differenziati dal primo al terzo corso di Granada, il practicum I e II <strong>del</strong><br />

Pais Vasco denotano la medesima scansione progettata dalle<br />

università <strong>itali</strong>ane: da poco a molto, dalla conoscenza alla<br />

progettazione, dall'osservazione all'azione.<br />

Vengono, qu<strong>in</strong>di, riproposti con modalità analoghe il progressivo<br />

<strong>in</strong>serimento nella vita quotidiana nella scuola e l'allenamento<br />

triplice: l'abitud<strong>in</strong>e a quelle tre mentalità, osservativa, progettuale e<br />

valutativa.<br />

Per la valutazione f<strong>in</strong>ale Granada prevede la stesura <strong>del</strong>la<br />

Memoria di Practicas <strong>in</strong> cui lo studente ripercorre riflessivamente il<br />

suo <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>.<br />

E' maggiormente <strong>in</strong>teressante, allora, esam<strong>in</strong>are le differenze.<br />

Innanzitutto una divergenza sostanziale, già accennata, è data dalla<br />

presenza <strong>del</strong>le specializzazioni; un tiroc<strong>in</strong>ante (i colleghi spagnoli<br />

non usano questo term<strong>in</strong>e, lo chiamano semplicemente alumno)<br />

sceglie il proprio <strong>in</strong>dirizzo fra quelli proposti, di conseguenza il<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> si basa sulla specializzazione, anche se, di norma,<br />

<strong>in</strong>izialmente, il primo anno o, comunque, la prima parte <strong>del</strong> practicum<br />

viene <strong>in</strong>terpretata <strong>in</strong> maniera più generale, <strong>in</strong> una classe comune,<br />

diremmo noi.<br />

In seguito l'alumno verrà <strong>in</strong>dirizzato e seguirà il maestro che,<br />

prima di lui, ha scelto quella specializzazione.<br />

La seconda rimarcabile differenza è data dall'utilizzo dei cosiddetti<br />

tutor.<br />

Mentre <strong>in</strong> Italia è un <strong>in</strong>segnante distaccato all'università <strong>in</strong><br />

maniera parziale o totale, i documenti <strong>in</strong> mio possesso non <strong>in</strong>dicano<br />

questa scelta.<br />

Nei documenti si <strong>in</strong>tuisce abbastanza chiaramente che il ruolo e<br />

le funzioni assegnate <strong>in</strong> Italia ai supervisori, vengono demandate a


professori-tutor, specificando anche, nei diversi anni, di quali<br />

discipl<strong>in</strong>e debbano essere.<br />

Un rapporto che viene ad essere più ricco e <strong>in</strong>tenso è quello con<br />

i maestri-tutor, l'<strong>in</strong>segnante o gli <strong>in</strong>segnanti <strong>del</strong>la classe <strong>in</strong> cui<br />

l'alumno va ad operare.<br />

Diverse notazioni sono dedicate a loro e alle reciproche<br />

attenzioni educative che devono nascere e crescere fra tiroc<strong>in</strong>anti e<br />

maestri.<br />

Ciò, forse, spiega la scelta, presente nelle quattro escuelas, di<br />

concentrare il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong> periodi anche piuttosto lunghi <strong>del</strong>l'anno<br />

scolastico.<br />

In Italia, abbiamo visto che esplicitamente solo Bologna ha fatto<br />

una scelta similare, anche se limitata a solo una settimana; nelle altre<br />

università <strong>itali</strong>ane è <strong>in</strong> corso un dibattito per vagliare la scelta.<br />

Vorrei che fosse chiaro che non credo di aver fatto un quadro<br />

completo <strong>del</strong>l'organizzazione per la formazione <strong>in</strong>iziale dei maestri <strong>in</strong><br />

Spagna; probabilmente ne ho disegnato solamente i contorni.<br />

Penso solo di aver evidenziato alcune suggestioni che mi<br />

permetteranno di elaborare un'ipotesi, il più possibile esauriente e<br />

d<strong>in</strong>amica, per il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong> Italia.<br />

A questo concorrerà anche la seguente analisi, riguardante gli<br />

istituti francesi: gli IUFM.<br />

La Francia 13<br />

In questo caso non posso dist<strong>in</strong>guere nettamente i tratti comuni<br />

alle università <strong>itali</strong>ane rispetto alle differenze, perché, certi aspetti<br />

per alcuni versi sono <strong>del</strong> tutto simili, ma <strong>in</strong>terpretati <strong>in</strong> maniera<br />

orig<strong>in</strong>ale, per cui nella trattazione li mescolerò, facendo attenzione a<br />

chiarire bene le due prospettive.<br />

Anche <strong>in</strong> Francia si predilige uno schema di complessità<br />

crescente: il concetto di base è, sempre quello che accompagna lo


studente secondo i due assi ormai chiari: da poco a molto, da<br />

osservare ad agire attraverso la riflessione.<br />

Durante il primo anno vi sono due tipi di stage: il primo viene<br />

chiamato d'observation dalla Bretagne o di sensibilisation da Caen,<br />

<strong>in</strong> cui lo studente si avvic<strong>in</strong>erà alla scuola, mentre il secondo è la<br />

pratique accompagnée, cioè sempre <strong>in</strong> presenza <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnante di<br />

classe che conduce le lezioni mentre il tiroc<strong>in</strong>ante soprattutto<br />

osserva.<br />

F<strong>in</strong>o a questo punto la struttura è abbastanza simile alle prime<br />

fasi <strong>itali</strong>ane, la situazione cambia nel secondo anno <strong>in</strong> quanto lo<br />

studente, avendo v<strong>in</strong>to un concorso, è un <strong>in</strong>segnante, sebbene<br />

ancora <strong>in</strong> formazione; per ricom<strong>in</strong>ciare, allora, riparte dalla pratique<br />

accompagnée per passare successivamente allo stage en<br />

responsabilité, <strong>in</strong> cui sostituisce completamente il docente di classe,<br />

il quale può frequentare stage di formazione cont<strong>in</strong>ua (previsto<br />

esplicitamente dal documento di Toulouse).<br />

Lo snodo <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> è qu<strong>in</strong>di la pratique accompagnée,<br />

presente sia nel primo che nel secondo anno, simile all'Italia, ma con<br />

la f<strong>in</strong>alità di una totale responsabilità, a cui si giunge tramite un'altra<br />

peculiarità <strong>del</strong>l'organizzazione francese: lo stage o journées filées.<br />

E' posto, nel primo anno fra il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> osservativo e quello<br />

accompagnato, mentre nel secondo anno è <strong>in</strong>serito fra quest'ultimo e<br />

quello <strong>in</strong> totale responsabilità.<br />

Si tratta di mezze giornate (8 a Caen, 9 a Toulouse, una dec<strong>in</strong>a<br />

<strong>in</strong> Bretagna) con f<strong>in</strong>alità valutativo-progettuale.<br />

Nel primo anno sono utilizzate prevalentemente per<br />

l'approfondimento <strong>del</strong>le osservazioni o <strong>del</strong> lavoro svolto oppure per la<br />

preparazione <strong>del</strong> dossier (anche <strong>in</strong> Francia è prevista una mémoire<br />

professionel stesa <strong>in</strong> vista <strong>del</strong>la valutazione <strong>del</strong>lo stage); nel secondo<br />

anno, <strong>in</strong>vece, si tramutano <strong>in</strong> giornate-ponte verso lo stage <strong>in</strong><br />

responsabilità.


Vengono sfruttate, <strong>in</strong>fatti, riflessivamente, <strong>in</strong> maniera analoga<br />

all'anno precedente e progettualmente, per preparare le prime<br />

giornate <strong>in</strong> cui lo studente dovrà tenere lezioni da solo, all'<strong>in</strong>izio<br />

<strong>in</strong>sieme all'<strong>in</strong>segnante di classe, al term<strong>in</strong>e <strong>del</strong>la pratica<br />

accompagnata e, poi, veramente da solo, <strong>in</strong> responsabilità.<br />

E' vero, anche <strong>in</strong> Italia i progetti prevedono una scansione che<br />

porti prima o poi ad un utilizzo sempre più pieno <strong>del</strong> tiroc<strong>in</strong>ante,<br />

attraverso la partecipazione alle programmazioni, alla strutturazione<br />

di unità didattiche, però, è altrettanto vero che la motivazione e la<br />

responsabilità di un <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong> cui lo studente-<strong>in</strong>segnante si troverà<br />

totalmente corresponsabile <strong>del</strong>la classe, anche se per un <strong>breve</strong><br />

periodo, è una prospettiva foriera di possibilità e, purtroppo, pers<strong>in</strong>o<br />

di preoccupazioni, se non altro, legali.<br />

Un altro elemento comune all'Italia, presente <strong>in</strong> Bretagna e a<br />

Caen, sono gli atelier che assomigliano parecchio ai laboratori; <strong>in</strong><br />

essi però c'è la possibilità di <strong>in</strong>serire e far partecipare <strong>in</strong>segnanti già<br />

di ruolo.<br />

Potranno scaturire d<strong>in</strong>amiche <strong>in</strong>teressanti da questa <strong>in</strong>terazione<br />

fra giovani e meno giovani? Fra persone, gli studenti, fortemente<br />

<strong>in</strong>teressate, se non altro per motivi lavorativi, ad entrare nella scuola<br />

e persone, gli <strong>in</strong>segnanti, che magari <strong>del</strong>la scuola sono già stufi e<br />

aspettano con poca o tanta ansia la pensione?<br />

A Caen sono perf<strong>in</strong>o previsti durante il primo anno, qu<strong>in</strong>di con<br />

studenti che non sono ancora sicuri <strong>del</strong> posto di lavoro.<br />

Sempre a Caen, nell'ambito <strong>del</strong>la formazione comune, si trovano dei<br />

moduli opzionabili su argomenti come l'espressione e la<br />

comunicazione, lavorare <strong>in</strong> gruppo, conoscenza <strong>del</strong> sistema scuola.<br />

Dal testo non posso sapere come sono organizzati però<br />

ricordano dei laboratori che sono stati istituzionalizzati, cioè<br />

formalmente previsti <strong>in</strong> quella fase <strong>del</strong>l'iter formativo.


La disposizione oraria <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> è più simile alla Spagna che<br />

all'Italia: la scelta prevalente è <strong>in</strong>tensiva, blocchi, qu<strong>in</strong>di, concentrati<br />

<strong>in</strong> periodi <strong>del</strong>l'anno.<br />

Per quanto riguarda la supervisione le académie francesi<br />

prevedono una pluralità di figure, <strong>in</strong>terne o esterne all'istituzione: i<br />

formateurs, i maitres-formateurs, gli <strong>in</strong>segnanti-chercheur.<br />

Recentemente è stato reso pubblico un documento di riforma<br />

degli IUFM che prevede l'allungamento <strong>del</strong>la durata degli stages, il<br />

prolungamento di un anno degli studi, diverse procedure concorsuali<br />

e "l'istituzione di un tutorat <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnante neonom<strong>in</strong>ato da parte di<br />

un collega esperto che beneficia di una <strong>in</strong>dennità annuale e di un<br />

esonero parziale dal servizio, ciascun tuteur potrà seguire da quattro<br />

a sei giovani colleghi." 14<br />

E' ancora un progetto, ma vi si trovano <strong>in</strong>dicazioni <strong>in</strong>teressanti,<br />

soprattutto per quanto riguarda i concorsi di reclutamento,<br />

sensibilmente diversi da quelli <strong>itali</strong>ani, e per il tutorat che prevede la<br />

figura <strong>del</strong> nostro supervisore.<br />

Come per la Spagna, anche per la Francia penso di aver<br />

sollevato solo alcune <strong>del</strong>le questioni che ruotano attorno allo stage,<br />

per cui lascio a precisazioni ulteriori di persone che conoscono molto<br />

meglio di me l'ambiente formativo francese un eventuale dibattito<br />

sull'argomento.<br />

4.- UNA RICERCA PER INDIVIDUARE LE PAROLE-CHIAVE DEL<br />

TIROCINIO<br />

Le suggestioni fornitemi dalla notevole mole di documenti<br />

consultati mi hanno suggerito un cospicuo numero di term<strong>in</strong>i che<br />

paiono irr<strong>in</strong>unciabili nell'organizzazione <strong>del</strong>l'esperienza di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>.


Per def<strong>in</strong>irli <strong>in</strong> maniera chiara ed esaustiva, ho sentito la<br />

necessità di avviare una seconda ricerca, stavolta rivolta agli studenti<br />

<strong>del</strong>l'università di Genova e ai maestri liguri, per cercare di enucleare<br />

def<strong>in</strong>itivamente, anche <strong>in</strong> ambito locale, le parole-chiave <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>.<br />

Gli studenti e i maestri che idee hanno sul <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>? Sono<br />

confrontabili? Sono paragonabili oppure non si può giungere a<br />

impostazioni condivise? E le esigenze, poi? Quali esigenze ha un<br />

giovane che ha <strong>in</strong>tenzione di <strong>in</strong>serirsi <strong>in</strong> fretta nel lavoro <strong>del</strong>la scuola?<br />

Quali, <strong>in</strong>vece, sono di chi nella scuola c'è già da qualche anno e<br />

desidera colleghi maggiormente preparati che lo aiut<strong>in</strong>o nel suo<br />

lavoro e, magari, si sente di dare consigli per la loro formazione vista<br />

la sua <strong>in</strong>sostituibile esperienza?<br />

Queste domande mi portano a def<strong>in</strong>ire più precisamente il tema<br />

<strong>del</strong>l'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e:<br />

L'<strong>in</strong>segnante già <strong>in</strong> ruolo Lo studente di scienze <strong>del</strong>la<br />

Ora ha esperienza concreta <strong>del</strong> suo<br />

lavoro, ha una <strong>storia</strong>:<br />

• Come organizzerebbe il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>?<br />

• Quali priorità gli assegnerebbe?<br />

• Quali attività sentirebbe così<br />

pressanti perché il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> possa<br />

avere significato nel successivo<br />

<strong>in</strong>serimento lavorativo?<br />

formazione primaria.<br />

• Quali esigenze?<br />

• Quali aspettative?<br />

Per rilevare le <strong>in</strong>formazioni necessarie ho predisposto due metodi<br />

di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e:<br />

• un questionario presentato ad entrambi i soggetti <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e;<br />

• una serie di <strong>in</strong>terviste ai maestri.


I questionari sono, ovviamente, differenziati fra studenti e<br />

<strong>in</strong>segnanti, <strong>in</strong> particolare riguardano:<br />

Per l'<strong>in</strong>segnante già <strong>in</strong> ruolo Per lo studente<br />

1) dati<br />

2) il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />

3) il tutor (o supervisore)<br />

4) le situazioni<br />

5) i laboratori<br />

1) dati<br />

2) il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong><br />

I) aspettative<br />

II) esigenze<br />

3) il tutor (o supervisore)<br />

4) le situazioni<br />

5) i laboratori<br />

6) la valutazione<br />

In essi, vi è una netta preponderanza di domande a risposta<br />

aperta o semi-aperta, mentre quelle a risposta chiusa sono limitate<br />

ad alcuni dati grezzi (età, anzianità, preferenze,…).<br />

La scelta non è né casuale né <strong>in</strong>consapevole dei vantaggi e dei<br />

limiti che tale impostazione può riservare; nelle domande di<br />

produzione aperte "la risposta <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>terlocutore non è condizionata da<br />

risposte possibili suggerite da ricercatore e si possono raccogliere una<br />

considerevole varietà di risposte diverse." 15<br />

A fronte di questa ricchezza "l'elaborazione e l'analisi di queste<br />

risposte è lunga e difficile e, nella loro qualità, possono essere<br />

eterogenee: vaghe e superficiali o precise e articolate." 16<br />

Pur cosciente di queste difficoltà ho preferito lasciare maggiore<br />

possibilità di espressione ai soggetti, rischiando ulteriormente una<br />

compilazione superficiale dopo aver risposto a troppe domande<br />

aperte; non riuscivo, a priori, a stabilire scalette, a proporre risposte<br />

preconfezionate, su cui apporre una semplice crocetta; ho privilegiato<br />

l'opportunità di trovare idee nuove, orig<strong>in</strong>ali, simpatiche, all'occasione<br />

di raccogliere una messe di dati maggiormente significativi a livello


quantitativo e al rischio di avere risposte piatte, poco stimolanti. Una<br />

particolarità dei due questionari è che, pur redatti e distribuiti<br />

separatamente, sono stati strutturati <strong>in</strong> maniera tale da porre<br />

domande <strong>in</strong> parallelo.<br />

A parte le prima sezione che è strettamente personale, dalla<br />

seconda <strong>in</strong> poi ho cercato di far si che una domanda agli <strong>in</strong>segnanti<br />

trovi il proprio "specchio" <strong>in</strong> quella <strong>in</strong>dirizzata agli studenti.<br />

Se agli <strong>in</strong>segnanti è stato chiesto quali compiti attribuiresti al<br />

tiroc<strong>in</strong>ante nella tua classe, allo studente è stata rivolta la domanda<br />

quali compiti ti piacerebbe che ti affidassero <strong>in</strong> classe.<br />

Questo meccanismo spero mi aiuti a comprendere meglio come<br />

le due tipologie di soggetti affront<strong>in</strong>o la medesima problematica,<br />

essendone co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> prima persona.<br />

Ho pensato, poi, di implementare le <strong>in</strong>formazioni provenienti dai<br />

questionari con quelle <strong>del</strong>le <strong>in</strong>terviste. Perché? Non erano forse<br />

sufficienti?<br />

Da un punto di vista meramente numerico, ero già <strong>in</strong> possesso<br />

di dati consistenti e significativi, ma sentivo la necessità di<br />

"personalizzare" la ricerca.<br />

Ecco perché ho cercato <strong>in</strong>segnanti con una <strong>storia</strong>,<br />

"quell'<strong>in</strong>sieme di ricordi <strong>del</strong>la propria vita trascorsa, di ciò che si è<br />

stati e si è fatto" 17 , e che avessero voglia di raccontarla per far si che<br />

"la mente non si limiti a rievocare immag<strong>in</strong>i <strong>in</strong> sé isolate, fra loro<br />

dist<strong>in</strong>te e vaganti; l'<strong>in</strong>telligenza retrospettiva costruisce, collega e,<br />

qu<strong>in</strong>di, colloca nello spazio e nel tempo, riesce a dar senso a<br />

quell'evento soltanto se lo socializza: trapassando così dal momento<br />

evocativo al momento <strong>in</strong>terpretativo…" 18<br />

E, <strong>in</strong> questo presentarsi, ho visto le potenzialità di un'<strong>in</strong>tervista-<br />

racconto, una m<strong>in</strong>i-autobiografia lavorativa rivolta alla ricostruzione<br />

<strong>del</strong> ricordo degli anni <strong>del</strong>le magistrali, dei primi <strong>in</strong>carichi, il primo<br />

anno di ruolo e via via l'esperienza che aumenta, che si solidifica,


che, a volte, rende troppo quotidiano un lavoro che, <strong>in</strong>vece, richiede<br />

sempre il movimento, la modificazione, la flessibilità.<br />

Come dice Demetrio, però, non mi sono voluto limitare ai<br />

ricordi, bensì alla loro <strong>in</strong>terpretazione e, perché no, condivisione con<br />

altri atti cognitivi che appaiono come il contrario <strong>del</strong> ricordo,<br />

l'immag<strong>in</strong>azione e la progettazione <strong>del</strong> futuro, un futuro che è per se<br />

stessi, ma anche per altri, i tiroc<strong>in</strong>anti che si apprestano a vivere una<br />

sequenza di esperienze simile e diversa da un <strong>in</strong>segnante con,<br />

magari, trent'anni di anzianità.<br />

Allora, il mio <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> diventa il suo <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> oppure diverso se il<br />

mio non è stata un'esperienza positiva; <strong>in</strong> ogni caso ho cercato di<br />

facilitare la creazione di un ponte temporale che non dicesse "ai miei<br />

tempi…" bensì si attualizzasse per consigliare, migliorare, criticare e,<br />

<strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva progettare.<br />

La mia scelta è stata per una <strong>in</strong>tervista semi-strutturata <strong>in</strong> cui<br />

"vi sono alcune domande che l'<strong>in</strong>tervistatore deve obbligatoriamente<br />

porre nel corso <strong>del</strong> colloquio, anche se il momento <strong>in</strong> cui vengono<br />

poste può essere diverso da soggetto a soggetto e spesso anche la<br />

stessa domanda può essere formulata adattandola all'<strong>in</strong>tervistato." 19<br />

L'opzione verso questo tipo di <strong>in</strong>tervista è motivata<br />

adeguatamente dalle scelte "autobiografiche" esposte<br />

precedentemente, f<strong>in</strong>alizzate, qu<strong>in</strong>di, a un'<strong>in</strong>tervista non direttiva, più<br />

aperta al dialogo, maggiormente sensibile ai substrati emotivo-<br />

affettivi, con superiori possibilità di approfondimento.<br />

Come si ev<strong>in</strong>ce dalla trattazione, ho optato per una ricerca<br />

tipicamente qualitativa, basata, però, su dati quantitativi. Mi sono<br />

reso conto che sarebbero stati co<strong>in</strong>volti molti attori di diversa<br />

estrazione e profilo professionale e istituzioni con storie e f<strong>in</strong>alità<br />

particolari; di conseguenza, essendo altrettanto complessi i rapporti<br />

<strong>in</strong>tercorrenti fra tutti questi soggetti, ho preferito sviluppare una<br />

ricerca con l'obiettivo di ottenere maggiore profondità nell'analisi


degli stessi e idee orig<strong>in</strong>ali per arricchire le risorse sull'organizzazione<br />

<strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>.<br />

Senza entrare nel dibattito fra quantità e qualità <strong>in</strong>tendo,<br />

comunque, sostenere che non posso presc<strong>in</strong>dere dai dati quantitativi<br />

rilevati <strong>in</strong> quanto assolutamente necessari per cementare qualsiasi<br />

ipotesi fondata scientificamente. (Per raggiungere, <strong>in</strong>fatti la migliore<br />

fe<strong>del</strong>tà possibile, ho strutturato il questionario con domande di tipo<br />

quantitativo a cui facevano da riscontro domande di tipo qualitativo,<br />

attraverso le quali si aveva la possibilità <strong>in</strong>consapevole di confermare<br />

o meno l’opzione precedente.)<br />

Nell'ambito di una ipotetica ricerca educativa, magari a sfondo<br />

nazionale, <strong>in</strong>centrata su aspetti quali la distribuzione <strong>del</strong>le aule o la<br />

situazione <strong>del</strong>l'edilizia scolastica, è probabile che sia più utile avere<br />

molti dati di tipo quantitativo su cui operare confronti e correlazioni.<br />

In una ricerca, <strong>in</strong>vece, focalizzata sul rapporto con i bamb<strong>in</strong>i o fra<br />

colleghi, forse è più opportuno basarsi su dati di tipo qualitativo.<br />

All'<strong>in</strong>terno di essa, però, sarebbe sconveniente fondare le proprie<br />

conclusioni esclusivamente sulle rilevazioni raccolte secondo<br />

l'impostazione maggiormente gradita, bensì ritengo auspicabile<br />

esam<strong>in</strong>are le eventuali implicazioni fornite da elementi quantitativi<br />

perché potrebbero confermare, disconfermare oppure arricchire il<br />

quadro def<strong>in</strong>itivo.<br />

Analogamente, <strong>in</strong> una ricerca quantitativa, credo sia illusorio<br />

ritenere i dati reperiti, oggettivi <strong>in</strong> senso assoluto, piuttosto ritengo<br />

accorto l'accertamento di presumibili particolarità soprattutto se la<br />

ricerca viene condotta <strong>in</strong> contesti medio-piccoli dove l'<strong>in</strong>cidenza dei<br />

fattori s<strong>in</strong>goli è maggiormente percepita.<br />

In questo quadro specifico di impostazione metodologica, posso<br />

concludere che non pretendo di giungere a risultati generalizzabili a<br />

tutti i contesti analoghi, bensì di <strong>del</strong><strong>in</strong>eare prospettive di ricerca e<br />

approfondimento ulteriori per poter disegnare una ipotesi di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>


possibile, conciliando i due ambiti di ricerca, <strong>in</strong> quanto "perde di<br />

significato l'opposizione tra quantità e qualità, tra ricerca quantitativa<br />

e ricerca qualitativa: è un'opposizione che appare sempre più<br />

obsoleta." 20<br />

La s<strong>in</strong>tesi dei risultati è tutt’altro che semplice, anche perché<br />

non è opportuno, <strong>in</strong> questa sede, elencare una lunga serie di numeri<br />

e percentuali; limiterò il mio <strong>in</strong>tervento, allora, alle parole-chiave<br />

emerse e a qualche considerazione conseguente la tabulazione,<br />

lasciando, per eventuali ulteriori approfondimenti, riflessioni più<br />

specifiche.<br />

Se si guardano i risultati contenuti nelle tabelle di tipo quantitativo<br />

<strong>del</strong> questionario, si riscontra la ripetizione di alcuni term<strong>in</strong>i, mi<br />

permetto di elencarli.<br />

• Per quanto riguarda il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>:<br />

• Formazione generale, conoscere le teorie di base,<br />

comunicare;<br />

• Per quanto riguarda il tutor:<br />

• Deve avvic<strong>in</strong>armi al mondo concreto <strong>del</strong>la scuola, deve avere<br />

esperienza, crescere nell'autonomia;<br />

• Per quanto riguarda le situazioni:<br />

• Discutere per progettare, preparare <strong>in</strong>sieme le lezioni,<br />

guidare piccoli gruppi, considerarsi come un<br />

collaboratore/collega;<br />

• Per quanto riguarda i laboratori:<br />

• Le d<strong>in</strong>amiche di gruppo, la simulazione di lezioni;<br />

Analogamente, se si guardano i risultati contenuti nelle tabelle di tipo<br />

qualitativo, si riscontra la ripetizione di altri term<strong>in</strong>i, mi permetto<br />

ancora di elencarli.<br />

• Per quanto riguarda il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>:<br />

• In negativo: poco tempo, saltuario, sporadico; <strong>in</strong> positivo:<br />

partecipazione, attività, progettualità, molte esperienze


pratiche, avere molti contatti con i bamb<strong>in</strong>i e con gli<br />

<strong>in</strong>segnanti,;<br />

• Per quanto riguarda il tutor:<br />

• deve avere esperienza, deve avere passione per il suo<br />

lavoro;<br />

• Per quanto riguarda le situazioni:<br />

• Organi collegiali per conoscere la vita <strong>del</strong>la scuola;<br />

• Per quanto riguarda i laboratori:<br />

• Opportunità per l'autovalutazione, la correzione dei propri<br />

errori, il confronto, per mettersi <strong>in</strong> discussione.<br />

Nelle <strong>in</strong>terviste i term<strong>in</strong>i maggiormente ripetuti sono:<br />

• Per quanto riguarda il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>:<br />

• Piccoli gruppi di tiroc<strong>in</strong>anti o anche da solo; cont<strong>in</strong>uità con la<br />

possibilità di periodi <strong>in</strong>tensivi;<br />

• Per quanto riguarda le situazioni:<br />

• Esperienze di animazione, anche <strong>in</strong> periodi particolari come<br />

Natale o carnevale;<br />

• Il rapporto con i genitori e, <strong>in</strong> generale, l'extrascuola;<br />

• Per quanto riguarda i laboratori:<br />

• La flessibilità organizzativa, gestione <strong>del</strong>le risorse personali e<br />

di gruppo; raccordo fra discipl<strong>in</strong>e teoriche e <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>;<br />

Le parole <strong>in</strong> grassetto diventano le parole d'ord<strong>in</strong>e di quest'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e e<br />

formano la base per la progettazione <strong>del</strong>l'ipotesi di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nel<br />

prossimo paragrafo.


Objetivos<br />

Entrenamiento<br />

Triplice:<br />

observar<br />

plantear<br />

evaluar<br />

Progression en la<br />

complexidad<br />

Progresiva <strong>in</strong>sercion<br />

en la escuela<br />

Autonomia<br />

Esperiencia<br />

<strong>in</strong>vestigacion<br />

Motivacion<br />

Comunicacion<br />

experimentacion<br />

Conocimiento<br />

Metacognitivo<br />

Afectivo<br />

Cognitivo<br />

Observacion<br />

Planteamiento<br />

Evaluacion<br />

Periodo <strong>in</strong>tensivo<br />

Esperiencias de animacion<br />

didactica Comienzo semanal<br />

Intervenciones<br />

en la clase<br />

1 o 2 practicantes<br />

Lecciones teoricas de practicum<br />

Praticante<br />

Maestro de clase<br />

Supervisor<br />

Profesor<br />

Reuniones en<br />

la escuela<br />

Evaluacion <strong>del</strong><br />

practicum<br />

Metacognicion<br />

<strong>in</strong>dividual<br />

y de grupo ;<br />

Evaluacion formativa<br />

y sumativa<br />

Colaboracion,<br />

Sustitucion en<br />

responsabilidad<br />

Extra-escuela<br />

Coloquios<br />

con los padres<br />

Colegio docentes<br />

Planteamiento<br />

Autoevaluacion<br />

Perspectivas<br />

Laboratorios<br />

Perspectivas<br />

Laboratorios<br />

Concursos<br />

publicos<br />

Perspectivas<br />

Coligacion<br />

con los cursos<br />

academicos


praxis<br />

teoria<br />

teoria<br />

praxis<br />

<strong>in</strong>vestigacion-Accion<br />

<strong>in</strong>vestigacion-Formacion<br />

Mo<strong>del</strong>os de<br />

formacion<br />

Actores


Coligacion con los<br />

cursos academicos<br />

Practicum<br />

<strong>in</strong>terno<br />

Laboratorios<br />

Gestion recursos<br />

D<strong>in</strong>amica de grupo<br />

Comunicacion<br />

Simulaciones<br />

Microteach<strong>in</strong>g<br />

Nuevas tecnologias<br />

Observacion sistematica<br />

Extra-escuela<br />

Investigacion educativa<br />

Estilo didactico<br />

Discipl<strong>in</strong>as teoricas<br />

Discipl<strong>in</strong>as teorico-praticas<br />

microespecializaciones<br />

Sem<strong>in</strong>ari<br />

Encuentros con expertos<br />

Auto-evaluacion<br />

Optimacion<br />

Varias, a segunda de las exigencias<br />

Concursos<br />

publicos<br />

Plataforma<br />

telematica a<br />

soporte<br />

Intervenciones<br />

en el territorio<br />

Actividades<br />

praticas<br />

guiadas<br />

preparacion<br />

Formacion a distancia<br />

Forum/chat<br />

Mail<br />

virtual classroom<br />

Investigaciones<br />

Animacion<br />

Intervenciones en el<br />

barrio de la escuela<br />

Zonas degradadas<br />

Problematicas<br />

sociales<br />

……..<br />

Atelier con<br />

maestros titulares<br />

tambien<br />

Actualizacion<br />

perfeccionamento<br />

Formacion permaneciente<br />

Recursos para la<br />

escuela<br />

Periodos sabbaticos<br />

Ano de formacion/practicum<br />

para los titulares<br />

Substitucion en responsabilidad<br />

Practicum valuable<br />

Gestion grandes grupos<br />

Zonas sociales degradadas<br />

…………………………<br />

Practicante/rebuscador<br />

Entrevistas periodicas<br />

Estudio de casos<br />

Metacognicion de grupo<br />

Rebuscador de practicum<br />

ERASMUS para el pract icum<br />

Red entre los supervisores<br />

Investigaciones<br />

<strong>in</strong> it<strong>in</strong>ere<br />

Perspectivas


5.- UN IPOTESI PERCORRIBILE PER L’ORGANIZZAZIONE DEL<br />

TIROCINIO<br />

5.<strong>1.</strong>- LE BASI<br />

Nel <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> si <strong>in</strong>trecciano e si <strong>in</strong>crociano dialetticamente la<br />

teoria e la pratica, senza che l'una prevalga sull'altra.<br />

Alcuni autori segnalano l'opportunità di un it<strong>in</strong>erario che dalla<br />

prassi torni ad essa attraverso la teoria; le ipotesi sono tratte dalle<br />

osservazioni empiriche e permettono una formulazione teorica che<br />

consente un ritorno maggiormente consapevole alla operatività.<br />

Altri autori, <strong>in</strong>vece, prediligono il percorso teoria-prassi-teoria; la<br />

partenza si avrebbe "attraverso più approcci teorici, quali riferimenti<br />

strutturali e analitici che l'operatore sociale utilizza come mediazione,<br />

filtro, passaggio verso l'operatività. Una prassi che è progetto, che è<br />

azione operativa, che è base per formulare ipotesi di <strong>in</strong>terventi sociali<br />

coord<strong>in</strong>ati all'<strong>in</strong>terno di un processo circolare che consente la<br />

sperimentazione, la verifica e il ritorno al piano teorico." 21<br />

Nella situazione specifica <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> "le strade che si possono<br />

percorrere sono sostanzialmente due. La prima consiste nel<br />

prevedere, di volta <strong>in</strong> volta, una <strong>in</strong>iziale messa a punto degli aspetti<br />

teorici dei s<strong>in</strong>goli argomenti ed una successiva apertura al mondo<br />

concreto <strong>del</strong>la scuola, con lo scopo di vedere applicate alla realtà le<br />

<strong>in</strong>dicazioni teoriche messe a fuoco. La seconda consiste nel<br />

procedimento <strong>in</strong>verso, che prevede una <strong>in</strong>iziale osservazione sul<br />

campo di alcuni fenomeni o di alcuni momenti particolari <strong>del</strong>la vita<br />

scolastica ed una successiva discussione dei dati raccolti con una<br />

conseguente messa a fuoco <strong>del</strong>le corrispondenti <strong>in</strong>formazioni e<br />

conoscenze teoriche." 22<br />

Io, personalmente, ritengo che possa sussistere una soluzione<br />

alternativa, una terza via.


Da un lato, non è altro che la percorrenza, alternativamente, <strong>in</strong><br />

momenti diversi, dei due sensi di marcia <strong>del</strong>la strada <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, a<br />

seconda <strong>del</strong>le situazioni e <strong>del</strong>le opzioni per verificare le ricchezze di<br />

entrambe le modalità.<br />

Dall'altro lato, però, <strong>in</strong>travedo la possibilità di una vera e<br />

propria <strong>in</strong>tegrazione <strong>in</strong> un mo<strong>del</strong>lo circolare che "imponga un cont<strong>in</strong>uo<br />

e reciproco feed-back tra l'esperienza con alunni e alunne nelle classi<br />

e la riflessione critica fondata tanto sulla base empirica quanto sui<br />

fondamenti teorici." 23<br />

Per fronteggiare un impegno di questo tipo, per operare <strong>in</strong><br />

situazioni complesse come le scuole e affrontare problematiche che<br />

affliggono gli <strong>in</strong>segnanti nella quotidianità scolastica, credo che la<br />

prospettiva migliore sia la Ricerca-Azione (R-A).<br />

Gli <strong>in</strong>segnanti, <strong>in</strong>fatti, si trovano di fronte a difficoltà educative<br />

sulle quali "chiedono <strong>in</strong>dicazioni precise a formatori e ricercatori,<br />

relativamente agli approcci socio-comunicativi, alle metodologie o agli<br />

strumenti didattici da adottare: risposte comprensibili e applicabili a<br />

<strong>breve</strong>-medio-lungo term<strong>in</strong>e." 24<br />

Il personale universitario, <strong>in</strong> questo modo, può <strong>in</strong>tessere<br />

rapporti con il mondo <strong>del</strong>la scuola per avviare ed attuare ricerche<br />

"utili", nel senso di percepibili come utlizzabili, anche dal personale<br />

scolastico, senza dimenticare la possibilità di estrapolare o di<br />

postulare, da e <strong>in</strong> tali ricerche, <strong>in</strong>dicazioni puramente teoretiche che<br />

fond<strong>in</strong>o ulteriormente il sapere educativo.<br />

La R-A non nega, qu<strong>in</strong>di, la ricerca pura, anzi, <strong>in</strong>tende<br />

rafforzarla, attraverso, però, un camm<strong>in</strong>o che dia l'opportunità agli<br />

attori <strong>del</strong> sistema, operatori e ricercatori, di fare, pensare e sapere.<br />

In questo senso la R-A può essere la modalità di gestione<br />

pr<strong>in</strong>cipale per il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e, viceversa, il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> può essere occasione<br />

per gli <strong>in</strong>segnanti di ricerca <strong>del</strong>le risposte a molti <strong>in</strong>terrogativi di tipo<br />

epistemologico e didattico.


In tal modo la scuola verrebbe <strong>in</strong>contro al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong> maniera<br />

molto più entusiastica <strong>in</strong> quanto portatore di soluzioni it<strong>in</strong>eranti, cioè<br />

non confezionate dall'esterno, ma costruite <strong>in</strong>sieme, fornendo agli<br />

<strong>in</strong>segnanti occasioni per ricercare e riflettere sul proprio lavoro.<br />

La def<strong>in</strong>izione di Rapoport esplica precisamente quello che da<br />

me è stato prospettato: la R-A "è una ricerca sociale applicata,<br />

caratterizzata dal co<strong>in</strong>volgimento immediato <strong>del</strong> ricercatore nel<br />

processo d'azione. Il suo obiettivo è di fornire un contributo, nello<br />

stesso tempo, alle preoccupazioni pratiche <strong>del</strong>le persone che si<br />

trovano <strong>in</strong> situazione problematica e allo sviluppo <strong>del</strong>le scienze<br />

sociali, per una collaborazione che le collega secondo uno schema<br />

etico reciprocamente accettabile." 25<br />

Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, allora, dovrebbe connotarsi come una ricerca-azione <strong>in</strong><br />

it<strong>in</strong>ere dilazionata e diversificata nel tempo i cui punti 26 fondamentali<br />

sarebbero:<br />

• il co<strong>in</strong>volgimento di tutti gli attori direttamente e <strong>in</strong>direttamente<br />

<strong>in</strong>teressati;<br />

• assunzione di una direttiva orientata al cambiamento dei<br />

comportamenti degli attori co<strong>in</strong>volti e <strong>del</strong>le situazioni sociali;<br />

• esame <strong>del</strong>le d<strong>in</strong>amiche comunicative e di gruppo che favoriscono o<br />

<strong>in</strong>tralciano il progressivo distendersi <strong>del</strong>la ricerca.<br />

A questo proposito è <strong>in</strong>teressante segnalare un'attività formativa<br />

centrata sulla metodologia <strong>del</strong>la R-A sperimentata nelle scuole di<br />

specializzazione all'<strong>in</strong>segnamento, qu<strong>in</strong>di, tagliata ad hoc per il<br />

contesto scolastico, quello che ci riguarda direttamente: la ricerca-<br />

formazione.<br />

Tale modalità "è caratterizzata<br />

• da una varietà di metodi e di strumenti di lavoro; favorisce ed<br />

agevola la strutturazione di competenze professionali fondamentali<br />

per gli <strong>in</strong>segnanti;


• è accompagnata sempre da metodi di verifica, valutazione e di<br />

controllo dei risultati conseguiti;<br />

• implica la collaborazione per la trasformazione e il miglioramento<br />

<strong>del</strong>la realtà professionale e sociale;<br />

• consente di far operare, <strong>in</strong> modo cooperativo e s<strong>in</strong>ergico, gruppi di<br />

persone dotate di capacità valutative e di risoluzione dei problemi;<br />

• è ricerca partecipata e qu<strong>in</strong>di può essere <strong>in</strong>tesa come ricerca<br />

<strong>in</strong>tervento sui problemi;<br />

• è f<strong>in</strong>alizzata al miglioramento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l'istruzione e<br />

<strong>del</strong>l'apprendimento degli studenti qu<strong>in</strong>di alla riqualificazione <strong>del</strong><br />

servizio; ha i caratteri <strong>del</strong>la flessibilità e <strong>del</strong>l'adattabilità al<br />

contesto." 27<br />

Una formazione di questo genere si fonda sui modi di come la<br />

relazione formatore-persona <strong>in</strong> formazione viene vissuta; "tali modi<br />

possono essere letti secondo tre mo<strong>del</strong>li:<br />

a) mo<strong>del</strong>lo pedagogico di formazione di tipo trasmissivo, a<br />

orientamento normativo, connotato dal fatto che, coscientemente<br />

o meno, la persona <strong>in</strong> formazione viene considerata come oggetto<br />

di formazione, partendo dall'assunto che depositario <strong>del</strong> potere e<br />

<strong>del</strong> sapere è il formatore;<br />

b) mo<strong>del</strong>lo pedagogico di formazione di tipo <strong>in</strong>citativo, capace di<br />

sollecitare l'orientamento personale, centrato sulla constatazione<br />

che tutte le attività messe <strong>in</strong> atto guardano alla persona come<br />

soggetto <strong>del</strong>la propria formazione;<br />

c) mo<strong>del</strong>lo pedagogico di formazione teso a favorire<br />

un'appropriazione cognitiva <strong>del</strong> reale, tagliato sull'<strong>in</strong>serimento<br />

sociale, che guarda alle persone <strong>in</strong> formazione soprattutto come<br />

agenti sociali, suscettibili di <strong>in</strong>tervenire nella società." 28<br />

Se, da un lato, può apparire solo il terzo mo<strong>del</strong>lo come adatto al<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong> quanto rivolto, all'attività e al cambiamento, dall'altro pur<br />

nelle differenziazioni epistemologiche evidenti, i tre mo<strong>del</strong>li, proprio


perché astratti, non si configurano come alternativi, bensì come<br />

espressioni dialettiche che rimandano analogicamente:<br />

• alla pedagogia generale tramite uno studio di tipo teorico, di cui ne<br />

è stata evidenziata l'esigenza da parte degli studenti;<br />

• alla pedagogia sperimentale tramite situazioni controllate <strong>in</strong> cui lo<br />

studente è il protagonista <strong>del</strong>la costruzione <strong>del</strong> sapere;<br />

• alla pedagogia <strong>in</strong> situazione f<strong>in</strong>alizzata all'azione e al cambiamento<br />

sociale.<br />

Su queste basi, sono <strong>in</strong> grado di proporre due prototipi 29 di<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, da cui scaturiranno le diverse tipologie.<br />

In un primo caso, ci si riferisce ad attività promosse per gli studenti<br />

durante lo svolgimento <strong>del</strong> loro iter formativo; nel secondo caso, ad<br />

attività svolte dopo il completamento <strong>del</strong>l'iter formativo e il<br />

conseguimento <strong>del</strong> titolo di studio.<br />

Il prototipo a cui mi riferisco è essenzialmente il primo, ma, da<br />

alcuni punti messi <strong>in</strong> risalto dalla ricerca-<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e e lasciati <strong>in</strong><br />

sospeso, si possono pensare a forme di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> post-lauream, di<br />

collegamento con il concorso e/o con l'anno di prova, di forme di<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>/laboratorio per la formazione permanente dei docenti precari<br />

e per quelli <strong>in</strong> ruolo.<br />

Le tipologie di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> che derivano da tutte le osservazioni<br />

precedenti sono sostanzialmente tre: 30<br />

• <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> di natura osservativa, lo studente raccoglie<br />

sistematicamente dati oggettivi (materiali, documenti, elementi<br />

che caratterizzano la situazione) e soggettivi (protocolli osservativi<br />

raccolti con uso di tecniche differenziate); nella sua forma più<br />

avanzata lo studente può condurre una ricerca che può essere<br />

descrittiva, di monitoraggio o di elaborazione di proposte per lo<br />

sviluppo stesso <strong>del</strong> progetto;


• <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> che prevede l'<strong>in</strong>serimento <strong>del</strong>lo studente nel team degli<br />

<strong>in</strong>segnanti con compiti di supporto <strong>in</strong> ogni momento nei quali viene<br />

accompagnato;<br />

• <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> che consente allo studente di condurre direttamente <strong>in</strong><br />

alcuni casi alcune attività.<br />

E' evidente che non c'è una tipologia migliore, ma è necessario<br />

trovare di volta <strong>in</strong> volta, di circostanza <strong>in</strong> circostanza, studente per<br />

studente, la situazione più adatta per permettere ai vari attori <strong>del</strong><br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> di esprimere le proprie potenzialità.<br />

In ogni caso l'<strong>in</strong>tento è il raggiungimento di alcune f<strong>in</strong>alità che si<br />

possono tradurre <strong>in</strong> 31<br />

• obiettivi pedagogici: riconoscibili come adatti a aiutare a<br />

socializzare e a relazionare con le persone che si muovono<br />

nell'ambito lavorativo <strong>del</strong>la scuola; (esempio: aff<strong>in</strong>are le capacità<br />

di cogliere i rapporti relazionali esistenti fra gli attori <strong>del</strong>la scuola:<br />

responsabilità, gerarchie, collaborazione,…)<br />

• obiettivi cognitivie metacognitivi: da un lato, r<strong>in</strong>forzano, attraverso<br />

l'osservazione diretta dei fenomeni, le conoscenze teoriche,<br />

dall'altro, approfondiscono o sviluppano le competenze <strong>in</strong>iziate a<br />

lezione completando la cultura professionalizzante di base;<br />

• obiettivi operativo-professionalizzanti: raggiungono le abilità<br />

operative legate alle cognizioni elaborate nel percorso formativo.<br />

(es.: dimostrare abilità e competenza nell'eseguire mansioni<br />

specifiche; dimostrare flessibilità e <strong>in</strong>ventiva nel progettare<br />

percorsi nuovi)<br />

Specificando <strong>in</strong> maniera più precisa: 32<br />

• obiettivi sostanziali:<br />

ridurre l'ansia correlata al nuovo;<br />

sostenere ed accrescere la motivazione all'apprendimento;


creare le condizioni per un percorso f<strong>in</strong>alizzato ad acquisire<br />

autonomia rispetto a imparare ad apprendere e ad agire<br />

professionalmente;<br />

• obiettivi strumentali:<br />

prefigurare l'esperienza di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> al f<strong>in</strong>e di favorire la nascita<br />

di rapporti di reciprocità all'<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>le relazioni <strong>in</strong>tercorrenti<br />

fra i diversi attori <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>;<br />

sviluppare atteggiamenti improntati alla collaborazione, alla<br />

consapevolezza dei propri limiti, alla ricerca e alla riflessione;<br />

sensibilizzare il tiroc<strong>in</strong>ante a considerare la formazione di base<br />

come prima tappa verso la formazione permanente;<br />

sperimentarsi nell'utilizzo <strong>del</strong>la risorsa rappresentata dal gruppo<br />

di <strong>in</strong>segnanti, come sviluppo professionale e auto-formazione <strong>in</strong><br />

servizio.<br />

Cerco di s<strong>in</strong>tetizzare <strong>in</strong> ulteriori parole chiave gli obiettivi formulati:<br />

• autonomia;<br />

• esperienza;<br />

• ricerca;<br />

• motivazione all'apprendimento e alla formazione permanente;<br />

• educarsi alla comunicazione;<br />

• sperimentazione di sé e <strong>del</strong> gruppo, <strong>in</strong>dividualmente e <strong>in</strong> gruppo.<br />

L'autonomia è <strong>in</strong>tesa non solo nel senso di una progressiva<br />

capacità di gestione <strong>del</strong>le attività affidate al tiroc<strong>in</strong>ante, ma anche di<br />

gestione <strong>del</strong>le proprie energie emotivo-affettive, <strong>del</strong>le relazioni<br />

<strong>in</strong>tessute a scuola e degli apprendimenti utili a fornire un quadro<br />

sempre più particolareggiato <strong>del</strong>la professione <strong>in</strong>segnante.<br />

Per esperienza, <strong>in</strong>tendo, la possibilità di ricavare dal <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> una<br />

sorta di diario m<strong>in</strong>imo, un repertorio di strategie e di accorgimenti<br />

che permettano al tiroc<strong>in</strong>ante un futuro <strong>in</strong>serimento non traumatico,<br />

ma <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uità con l'esperienza precedente.


La ricerca è un obiettivo-atteggiamento che deve<br />

contraddist<strong>in</strong>guere la vita professionale <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnante, non solo nel<br />

senso formale di una ricerca educativa, ma anche di una disposizione<br />

alla speculazione, alla riflessione e, qu<strong>in</strong>di, all'azione attraverso i<br />

momenti <strong>del</strong>la vita scolastica quotidiana.<br />

L'azione, nel <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, ovviamente, non è f<strong>in</strong>e a se stessa, ma<br />

foriera di nuove necessità di approfondimenti; tale b<strong>in</strong>omio sarà parte<br />

<strong>in</strong>tegrante <strong>del</strong>la professionalità docente.<br />

La comunicazione nelle sue diverse forme, verbale e non, <strong>in</strong> una<br />

diade, <strong>in</strong> un piccolo o grande gruppo fa parte <strong>del</strong>la rout<strong>in</strong>e lavorativa<br />

<strong>del</strong> maestro; il desiderio di educarsi <strong>in</strong> e tramite essa è una sfida che<br />

il tiroc<strong>in</strong>ante deve accettare per sperimentarsi <strong>in</strong>dividualmente e <strong>in</strong><br />

gruppo per scoprire e potenziare gradualmente le ricchezze personali<br />

e collettive.<br />

Posso non aver esaurito lo spettro educativo riguardante gli<br />

obiettivi <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, sicuramente essi dovranno essere<br />

situazionalizzati, resi raggiungibili attraverso i percorsi che ciascuna<br />

équipe riterrà maggiormente idonei.<br />

I mo<strong>del</strong>li di apprendimento che derivano da queste considerazioni<br />

sono sostanzialmente tre: 33<br />

• <strong>in</strong>tellettuale: l'approccio <strong>in</strong>iziale è basato sull'<strong>in</strong>telligenza;<br />

• <strong>in</strong>tuitivo: l'approccio <strong>in</strong>iziale è basato su capacità ist<strong>in</strong>tive;<br />

• esperienziale: l'approccio <strong>in</strong>iziale è basato sull'esperienza pratica.<br />

Analogamente ai mo<strong>del</strong>li di formazione precedentemente esposti<br />

e, ispirandosi al rapporto teoria/pratica, non è possibile sc<strong>in</strong>dere <strong>in</strong><br />

tre momenti diversi i tre mo<strong>del</strong>li di apprendimento.<br />

Durante il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> o, per meglio dire, durante tutta l'esperienza<br />

universitaria, essi vengono co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong>sieme, accentuati <strong>in</strong> diversa<br />

misura a seconda <strong>del</strong>la specifica attività.


Sicuramente nel <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> verrà privilegiato il momento esperienziale e<br />

quello <strong>in</strong>tuitivo senza, però, dimenticare di raccordarlo con<br />

l'<strong>in</strong>tellettuale sottol<strong>in</strong>eato nelle discipl<strong>in</strong>e teoriche.<br />

Dai mo<strong>del</strong>li che sono ovviamente astratti per def<strong>in</strong>izione, orig<strong>in</strong>ano<br />

degli stili di apprendimento che devono sorgere negli studenti perché<br />

il proprio curriculum formativo sia progressivamente più completo:<br />

• uno stile cognitivo, capace di organizzare le diverse conoscenze;<br />

• uno stile affettivo, capace di gestire le proprie risorse emotive e<br />

caratteriali;<br />

• uno stile metacognitivo, capace di sorvegliare la propria capacità di<br />

apprendimento per poterla cambiare o modificare a seconda <strong>del</strong><br />

tipo di esperienza o necessità affrontata.<br />

Per il primo, quello sicuramente più studiato e conosciuto, non<br />

faccio ulteriori commenti; per il secondo, mi tornano alla mente<br />

alcune parole risaltate nella ricerca-<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, dove alcuni studenti<br />

richiedevano dall'esperienza di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> maggiore sicurezza nei propri<br />

mezzi, la capacità di gestire situazioni affettive, frequenti con i<br />

bamb<strong>in</strong>i e con i colleghi, anche se di tipo diverso; dal supervisore si<br />

aspettavano tenacia per superare le situazioni difficili, simpatia ed<br />

empatia per essere compresi; dagli <strong>in</strong>segnanti di classe<br />

comprensione.<br />

Il terzo stile cognitivo è quello che monitora le esperienze<br />

apprenditive come una sorta di supervisore <strong>del</strong>le modalità<br />

conoscitive, di garante attraverso il quale il soggetto <strong>in</strong> formazione si<br />

appropria e costruisce le d<strong>in</strong>amiche mentali.<br />

Il progetto di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> si dovrà basare su una "riappropriazione<br />

metacognitiva <strong>del</strong>le conoscenze acquisite (concetti, pr<strong>in</strong>cipi, abilità,<br />

atteggiamenti, ecc.), dei significati posseduti o ancora da possedere,<br />

dei punti di vista personali riguardo alla scuola, alla progettualità<br />

educativa, all'<strong>in</strong>segnamento, alla professionalità." 34


5.2.- LA STRUTTURA<br />

L'<strong>in</strong>telaiatura <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> viene organizzata sulla base di due<br />

opzioni organizzative:<br />

la prima è def<strong>in</strong>ita dallo schema:<br />

1) Osservazione;<br />

2) Partecipazione guidata;<br />

3) Conduzione di attività;<br />

<strong>in</strong>terpretato <strong>in</strong> maniera sequenziale; un primo periodo di<br />

osservazione semistrutturata che diventa via via più sistematica,<br />

seguito da un <strong>in</strong>iziale approccio all'attività didattica per poi assumere<br />

sempre maggiori responsabilità, f<strong>in</strong>o alla conduzione di unità<br />

didattiche progettate, svolte e valutate.<br />

In alcuni progetti di alcune università la tripartizione viene<br />

sviluppata nell'arco <strong>del</strong> quadriennio:<br />

• 1° e 2° anno, osservazione;<br />

• 3° anno, partecipazione guidata;<br />

• 4° anno, conduzione di attività.<br />

In altri, viene sviluppata anche nel corso <strong>del</strong>lo stesso anno di corso<br />

secondo fasi e momenti diversi. I tempi reali di questa opzione si<br />

traducono <strong>in</strong> un monte ore più leggero per il primo biennio e più<br />

pesante per il secondo, necessitando di un m<strong>in</strong>or numero di ore per<br />

realizzare le osservazioni e maggiore per le attività più propriamente<br />

didattiche.<br />

La seconda si basa ugualmente sugli stessi parametri, <strong>in</strong>terpretati<br />

però, <strong>in</strong> maniera più flessibile, non sequenziale.<br />

Le tre fasi sono maggiormente ravvic<strong>in</strong>ate nel tempo, nello stesso<br />

anno di corso; <strong>in</strong>oltre, non sono rigidamente dist<strong>in</strong>te, <strong>in</strong> periodi e<br />

attività differenti, bensì raccordate <strong>in</strong> momenti che necessitano di<br />

tutte e tre, fermo restando il fatto che, soprattutto nel primo e nel<br />

secondo anno, non ci sarà una reale conduzione autonoma di attività


didattiche da parte degli studenti, che si presenterà, <strong>in</strong>vece, nel<br />

secondo biennio. I tempi reali di questa opzione si traducono <strong>in</strong> un<br />

monte ore più regolare nella suddivisione quadriennale, anche se,<br />

nella sua variabilità, è possibile prevedere più ore nel secondo biennio<br />

per la maggiore responsabilità assunta nella conduzione di attività.<br />

Inoltre sono da considerare due variabili essenziali riguardanti la<br />

distribuzione <strong>del</strong> tempo <strong>del</strong>le attività lungo l'arco <strong>del</strong>l'anno<br />

accademico: l'approccio settimanale e quello <strong>in</strong>tensivo; il primo<br />

ripartisce uniformemente le ore degli <strong>in</strong>terventi nel semestre,<br />

solitamente scegliendo uno o due giorni alla settimana <strong>in</strong> cui gli<br />

studenti vanno a scuola mentre le lezioni universitarie sono sospese;<br />

il secondo concentra le attività <strong>in</strong> periodi def<strong>in</strong>iti <strong>del</strong>l'anno.<br />

Ritengo che la prima opzione si sposi più facilmente con<br />

un'organizzazione settimanale, mentre la seconda con quella<br />

<strong>in</strong>tensiva.<br />

1° anno<br />

Gli schemi seguenti esplicitano le possibilità segnalate.<br />

1° blocco 2° blocco<br />

20 ore 4 ore 13 ore 20 ore 4 ore 13 ore<br />

Durante il primo semestre, preferibilmente<br />

prima di Natale, due settimane di<br />

animazione/osservazione<br />

partecipante con sospensione <strong>del</strong>le<br />

lezioni<br />

10 <strong>in</strong>terventi<br />

<strong>in</strong> classe di 2<br />

ore ciascuno<br />

Programmazi<br />

one e<br />

<strong>in</strong>terclasse<br />

con gli<br />

<strong>in</strong>segnanti<br />

Con il<br />

supervisore:<br />

6 prima<br />

3 durante<br />

4 dopo<br />

Durante il secondo semestre,<br />

preferibilmente prima di Pasqua, due<br />

settimane di animazione/osservazione<br />

partecipante con sospensione <strong>del</strong>le<br />

lezioni<br />

10 <strong>in</strong>terventi<br />

<strong>in</strong> classe di 2<br />

ore ciascuno<br />

Programmazi<br />

one e<br />

<strong>in</strong>terclasse<br />

con gli<br />

<strong>in</strong>segnanti<br />

Con il<br />

supervisore:<br />

6 prima<br />

3 durante<br />

4 dopo


Durante le due settimane di sospensione<br />

si sviluppa <strong>in</strong> parallelo un laboratorio sulla<br />

comunicazione<br />

Durante le due settimane di sospensione<br />

si sviluppa <strong>in</strong> parallelo un laboratorio sulle<br />

d<strong>in</strong>amiche di gruppo<br />

blocco alternativo <strong>in</strong>iziale blocco alternativo per il 2° semestre<br />

20 ore 4 ore 13 ore 20 ore 4 ore 13 ore<br />

Durante il primo semestre 10 <strong>in</strong>terventi di<br />

animazione didattica / osservazione<br />

partecipante<br />

10 <strong>in</strong>terventi<br />

<strong>in</strong> classe di 2<br />

ore ciascuno<br />

Programmazi<br />

one e<br />

<strong>in</strong>terclasse<br />

con gli<br />

<strong>in</strong>segnanti<br />

Con il<br />

supervisore<br />

lungo l'arco<br />

degli<br />

<strong>in</strong>terventi<br />

Durante il primo semestre si sviluppa un<br />

laboratorio sulla comunicazione<br />

2° anno<br />

Durante il primo semestre 10 <strong>in</strong>terventi di<br />

animazione didattica / osservazione<br />

partecipante<br />

10 <strong>in</strong>terventi<br />

<strong>in</strong> classe di 2<br />

ore ciascuno<br />

1° blocco 2° blocco<br />

Programmazi<br />

one e<br />

<strong>in</strong>terclasse<br />

con gli<br />

<strong>in</strong>segnanti<br />

Con il<br />

supervisore<br />

lungo l'arco<br />

degli<br />

<strong>in</strong>terventi<br />

Durante il secondo semestre si sviluppa<br />

un laboratorio sulle d<strong>in</strong>amiche di gruppo<br />

20 ore 4 ore 13 ore 20 ore 4 ore 13 ore<br />

Durante il primo semestre, preferibilmente<br />

prima di Natale, due settimane di<br />

animazione didattica con sospensione<br />

<strong>del</strong>le lezioni<br />

10 <strong>in</strong>terventi<br />

<strong>in</strong> classe di 2<br />

ore ciascuno<br />

Programmazi<br />

one e<br />

<strong>in</strong>terclasse<br />

con gli<br />

<strong>in</strong>segnanti<br />

Con il<br />

supervisore:<br />

6 prima<br />

3 durante<br />

4 dopo<br />

Durante il secondo semestre,<br />

preferibilmente prima di Pasqua, due<br />

settimane di animazione didattica con<br />

sospensione <strong>del</strong>le lezioni<br />

10 <strong>in</strong>terventi<br />

<strong>in</strong> classe di 2<br />

ore ciascuno<br />

Programmazi<br />

one e<br />

<strong>in</strong>terclasse<br />

con gli<br />

<strong>in</strong>segnanti<br />

Con il<br />

supervisore:<br />

6 prima<br />

3 durante<br />

4 dopo


Durante le due settimane di sospensione<br />

si sviluppa <strong>in</strong> parallelo un laboratorio sulla<br />

nuove tecnologie<br />

3° anno<br />

Durante le due settimane di sospensione<br />

si sviluppa <strong>in</strong> parallelo un laboratorio sulle<br />

simulazione di lezioni<br />

2° blocco alternativo<br />

20 ore 4 ore 13 ore<br />

Durante il secondo semestre,<br />

preferibilmente prima di Pasqua, 10<br />

<strong>in</strong>terventi di osservazione sistematica<br />

partecipante e non<br />

10 <strong>in</strong>terventi<br />

settimanali<br />

<strong>in</strong> classe di 2<br />

ore ciascuno<br />

1° blocco 2° blocco<br />

Accordi con<br />

gli<br />

<strong>in</strong>segnanti<br />

Con il<br />

supervisore<br />

lungo l'arco<br />

degli<br />

<strong>in</strong>terventi<br />

Durante lo sviluppo <strong>del</strong>le osservazioni gli<br />

studenti <strong>in</strong>teressati seguiranno <strong>in</strong><br />

parallelo un laboratorio<br />

sull'osservazione sistematica<br />

partecipante e non<br />

24+24 ore 4 ore 12ore 4 ore 24+24 ore 4 ore 12ore 4 ore


Durante il primo semestre, preferibilmente<br />

prima di Natale, due settimane di attività<br />

didattica accompagnata e non con<br />

sospensione <strong>del</strong>le lezioni<br />

Orario di<br />

servizio<br />

come gli<br />

<strong>in</strong>segnanti di<br />

ruolo<br />

Organi<br />

collegiali<br />

Con il<br />

supervisore:<br />

6 prima<br />

6 dopo<br />

4 durante<br />

(nei due<br />

giorni liberi 2<br />

<strong>in</strong>contri di 2<br />

ore ciascuno)<br />

Durante il primo semestre si sviluppa un<br />

laboratorio sul microteach<strong>in</strong>g<br />

Durante il secondo semestre,<br />

preferibilmente prima di Pasqua, due<br />

settimane di ricerca educativa <strong>in</strong><br />

parallelo all'attività didattica<br />

accompagnata e non con sospensione<br />

<strong>del</strong>le lezioni<br />

Orario di<br />

servizio<br />

come gli<br />

<strong>in</strong>segnanti di<br />

ruolo<br />

Organi<br />

collegiali<br />

Con il<br />

supervisore:<br />

6 prima<br />

6 dopo<br />

4 durante<br />

(nei due<br />

giorni liberi 2<br />

<strong>in</strong>contri di 2<br />

ore ciascuno)<br />

Durante il secondo semestre si sviluppa<br />

un laboratorio sulla gestione <strong>del</strong>le<br />

risorse<br />

2° blocco alternativo<br />

48 ore 4 ore 16 ore<br />

Durante il secondo semestre 16 <strong>in</strong>terventi di<br />

ricerca educativa <strong>in</strong> parallelo all'attività<br />

didattica accompagnata e non


4° anno<br />

16 <strong>in</strong>terventi<br />

settimanali <strong>in</strong><br />

classe di 2 ore<br />

e mezza<br />

ciascuno<br />

Organi<br />

collegiali<br />

Con il<br />

supervisore<br />

lungo l'arco<br />

degli<br />

<strong>in</strong>terventi<br />

Durante il secondo semestre gli studenti<br />

<strong>in</strong>teressati seguiranno un laboratorio sulla<br />

ricerca educativa<br />

1° blocco 2° blocco<br />

24+24 ore 4 ore 12<br />

ore<br />

Durante il primo semestre,<br />

preferibilmente prima di Natale, due<br />

settimane di conduzione didattica con<br />

sospensione <strong>del</strong>le lezioni<br />

Orario di<br />

servizio<br />

come gli<br />

<strong>in</strong>segnanti di<br />

ruolo<br />

Organi<br />

collegiali<br />

Con il<br />

supervisore:<br />

6 prima<br />

6 dopo<br />

4 durante<br />

(nei due<br />

giorni liberi<br />

2 <strong>in</strong>contri di<br />

2 ore<br />

ciascuno)<br />

4 ore 24 ore 24 ore 12<br />

ore<br />

5 ore<br />

Durante il secondo semestre,<br />

preferibilmente prima di Pasqua, due<br />

settimane di conduzione didattica con<br />

sospensione <strong>del</strong>le lezioni<br />

Orario di<br />

servizio<br />

come gli<br />

<strong>in</strong>segnanti di<br />

ruolo<br />

Organi<br />

collegiali<br />

Con il<br />

supervisore:<br />

6 prima<br />

6 dopo<br />

5 durante<br />

(nei due<br />

giorni liberi<br />

2 <strong>in</strong>contri di<br />

2 ore<br />

ciascuno)


Durante il primo semestre si sviluppa un<br />

laboratorio sull'extrascuola<br />

Durante il secondo semestre si sviluppa<br />

un orientamento sul concorso<br />

Non si tratta di ipotesi forzatamente alternative; nei due<br />

semestri è realizzabile un avvicendamento <strong>del</strong>le due tipologie di<br />

esperienze oppure è possibile, sebbene ponga notevoli difficoltà<br />

organizzative, proporre la facoltà di scelta agli studenti secondo criteri<br />

e motivazioni didattiche ben specificati.<br />

Ma quali attività sono maggiormente adatte all'ipotesi<br />

settimanale e quali all'ipotesi <strong>in</strong>tensiva?<br />

Ritengo più pregnante la seconda scelta organizzativa e, qu<strong>in</strong>di,<br />

reputo utile strutturare l'<strong>in</strong>izio <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> con un'attività denom<strong>in</strong>ata<br />

animazione/osservazione.<br />

Tale opzione è generata da quattro motivazioni:<br />

• il rapporto d<strong>in</strong>amico <strong>in</strong>tercorrente fra teoria e prassi;<br />

• i rischi connessi all'osservazione non partecipante che <strong>in</strong>serisce <strong>in</strong><br />

classe degli osservatori che si presume distaccati dalla situazione,<br />

ma <strong>in</strong> effetti <strong>in</strong>fluenti sulle d<strong>in</strong>amiche comunicativo-organizzative;<br />

• la scelta organizzativa <strong>del</strong> secondo tipo, proposta all'<strong>in</strong>izio <strong>del</strong><br />

paragrafo, che non prevede la sequenzialità rigida di osservazione,<br />

progettazione e valutazione, bensì un loro <strong>in</strong>tersecarsi più<br />

flessibile;<br />

• la proposta alla scuola di utilizzare risorse umane provenienti<br />

dall'università funzionali agli <strong>in</strong>segnanti per attività percepite come<br />

utili al funzionamento <strong>del</strong>la scuola stessa.<br />

Per animazione non <strong>in</strong>tendo riferirmi ad attività ludiche di tipo<br />

turistico, bensì a momenti culturali <strong>in</strong> cui l'<strong>in</strong>segnante e il tiroc<strong>in</strong>ante<br />

utilizzano l<strong>in</strong>guaggi diversificati per far esprimere il bamb<strong>in</strong>o nella sua<br />

<strong>in</strong>terezza e complessità.


In un'espressione l'animazione culturale si profila come situazioni<br />

organizzate multimediali per favorire la multiespressività <strong>del</strong>l'utente,<br />

bamb<strong>in</strong>o, giovane, adulto o anziano che sia.<br />

Per questi motivi <strong>in</strong>travedo <strong>in</strong> esperienze di animazione un<br />

possibile buon approccio <strong>del</strong> tiroc<strong>in</strong>ante alla scuola e viceversa, <strong>del</strong>la<br />

scuola nei confronti di una presenza che rischia di essere <strong>in</strong>terpretata<br />

come fastidiosa o, addirittura, <strong>in</strong>gombrante.<br />

Nell'animazione scorgo notevoli potenzialità educative, legate<br />

anche a quella che veniva def<strong>in</strong>ita cont<strong>in</strong>uità orizzontale, quel<br />

contatto sempre più ravvic<strong>in</strong>ato, cioè, che la scuola deve avere con<br />

l'extrascuola per comprendere meglio se stessa e i suoi utenti. Inoltre<br />

può essere veicolo di attività che si sviluppano dentro e fuori dalla<br />

classe, prettamente curricolari o non curricolari, necessarie per<br />

completare efficacemente la formazione <strong>del</strong>l'alunno. Le esperienze di<br />

animazione permettono, per di più, di ovviare ai rischi connessi ad<br />

un'osservazione ritenuta distaccata, avviando, <strong>in</strong>vece, procedimenti di<br />

osservazione partecipante, situazione nella quale i tiroc<strong>in</strong>anti, <strong>in</strong>seriti<br />

nell'attività, non vengono percepiti come "sconosciuti" che, <strong>in</strong> un<br />

angolo <strong>del</strong>l'aula, osservano qualcosa, bensì come collaboratori dagli<br />

<strong>in</strong>segnanti, come piacevoli presenze dai bamb<strong>in</strong>i.<br />

Da entrambi il tiroc<strong>in</strong>ante può ricavare notizie e dati di tipo<br />

qualitativo attraverso, ad esempio, <strong>in</strong>terviste camuffate: liste di<br />

domande e/o questioni da porre ai soggetti <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>formale e<br />

irregolare nel tempo. Importante è, ovviamente, la preparazione col<br />

supervisore per la proposizione <strong>del</strong>le domande e la registrazione dei<br />

dati tramite taccu<strong>in</strong>o. Le notizie di tipo qualitativo sono poi da<br />

associare a quelle quantitative raccolte mediante griglie, registrazioni<br />

audio o video. Così facendo credo che il rapporto fra teoria e prassi<br />

sia veramente d<strong>in</strong>amico, trovandosi <strong>in</strong> situazioni nelle quali l'una<br />

richiede l'approfondimento <strong>del</strong>l'altra. Nel prosieguo <strong>del</strong>l'anno<br />

accademico le attività di animazione possono essere maggiormente


elazionate alle discipl<strong>in</strong>e curricolari nella scuola elementare, l'attività<br />

di osservazione può venire accentuata, tenendo fermo , però, il<br />

pr<strong>in</strong>cipio <strong>del</strong>l'osservazione partecipante.<br />

E' possibile non reperire per tutti i tiroc<strong>in</strong>anti moduli e scuole<br />

disposti ad attività di animazione; <strong>in</strong>oltre, il gruppo di supervisori e<br />

dei referenti universitari può optare per una ripartizione settimanale<br />

<strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> che permetta di diluire <strong>in</strong> un più ampio arco temporale le<br />

riflessioni sul <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> stesso; <strong>in</strong> questo caso è preferibile concentrarsi<br />

sul mo<strong>del</strong>lo def<strong>in</strong>ito come 1 a ipotesi e strutturare il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> secondo<br />

<strong>in</strong>terventi settimanali per attività di osservazione e partecipazione <strong>in</strong><br />

classe <strong>in</strong>terpretati <strong>in</strong> maniera più sequenziale.<br />

Nell'anno seguente l'animazione/osservazione si evolve <strong>in</strong><br />

animazione didattica e si pone <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uità e sviluppo rispetto alle<br />

attività precedenti. Attraverso di essa vi è un progressivo e totale<br />

avvic<strong>in</strong>amento alle discipl<strong>in</strong>e curricolari, <strong>in</strong>terpretate, però, sempre<br />

nell'ambito di una didattica che rende la lezione frontale<br />

complementare ad altri stili didattici propri <strong>del</strong>l'animazione potenziati<br />

e rafforzati dal tiroc<strong>in</strong>ante <strong>in</strong> compagnia <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnante di classe.<br />

Anche nell'ambito di questo sviluppo ho previsto la possibilità di<br />

optare per un semestre alternativo centrato sull'osservazione<br />

sistematica partecipante e non consolidata attraverso <strong>in</strong>terventi di<br />

tipo settimanale. Apparentemente sembra un ritorno sui propri passi<br />

verso un altro tipo di organizzazione, ma questa opzione è motivata<br />

dal fatto che i tiroc<strong>in</strong>anti sono ormai <strong>in</strong>seriti nella realtà scolastica,<br />

<strong>in</strong>oltre, se hanno operato sempre <strong>in</strong> una classe corrono meno i rischi<br />

connessi all'osservazione di cui già ho parlato. Le f<strong>in</strong>alità pr<strong>in</strong>cipali di<br />

questa scelta sono offerte da due possibilità:<br />

• monitorare l'andamento <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> attraverso l'osservazione dei<br />

propri colleghi;<br />

• produrre osservazioni dettagliate su esigenze sorte dalla lista di<br />

metacognizione (di cui parlerò successivamente).


Nel terzo anno l’attività didattica da sviluppare può essere def<strong>in</strong>ita<br />

come accompagnata e non; con essa <strong>in</strong>tendo pormi <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uità con<br />

quella <strong>del</strong> secondo anno che si è avvic<strong>in</strong>ata progressivamente alla<br />

didattica curricolare. Inizialmente il tiroc<strong>in</strong>ante si porrà <strong>in</strong><br />

atteggiamento di collaborazione con gli <strong>in</strong>segnanti di classe, con i<br />

quali sceglierà le modalità più adatte per <strong>in</strong>serirsi <strong>in</strong> maniera sempre<br />

più consistente nell’azione didattica: attraverso una semplice<br />

compresenza, la divisione <strong>in</strong> piccoli gruppi, il sostegno a bamb<strong>in</strong>i <strong>in</strong><br />

difficoltà di apprendimento, assunzione di segmenti didattici che si<br />

allungano e diventano più complessi.<br />

Egli assumerà via via più responsabilità f<strong>in</strong>o ad organizzare,<br />

sempre <strong>in</strong>sieme all’<strong>in</strong>segnante, semplici it<strong>in</strong>erari didattici.<br />

Nel secondo semestre possono essere avviate, <strong>in</strong>oltre, attività di<br />

ricerca-azione sulla base <strong>del</strong>le esigenze scaturite dalle liste compilate<br />

negli anni precedenti e durante il primo semestre. A tali ricerche<br />

dovranno partecipare, <strong>in</strong> veste di ricercatori, anche i professori<br />

universitari titolari di <strong>in</strong>segnamenti afferenti alle problematiche<br />

selezionate da studenti ed <strong>in</strong>segnanti. Mo<strong>del</strong>li di didattica, di<br />

programmazione, stili di conduzione, modi di valutazione sono alcune<br />

fra le possibili tematiche che possono evidenziarsi nelle liste di<br />

metacognizione. Se due settimane sono ritenute un tempo troppo<br />

ristretto per sviluppare <strong>in</strong> maniera completa e significativa un<br />

percorso di ricerca, è possibile optare per un semestre alternativo<br />

durante il quale si possano distribuire gli <strong>in</strong>terventi settimanalmente<br />

per svolgere compiutamente l'<strong>in</strong>vestigazione didattica.<br />

Nelle due settimane di sospensione <strong>del</strong>le lezioni il tiroc<strong>in</strong>ante,<br />

diversamente dal primo biennio, sperimenterà l'orario completo<br />

<strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnante di scuola elementare o materna, mediante<br />

un'immersione nella scuola, proprio come se ci lavorasse, per<br />

arrivare, così, probabilmente al quarto anno alla concreta possibilità<br />

di sostituzione mediante la conduzione di attività.


Le attività fuori dalla classe co<strong>in</strong>volgeranno lo studente<br />

progressivamente com<strong>in</strong>ciando dalla programmazione per poi passare<br />

all'<strong>in</strong>terclasse tecnica, quella giuridica, <strong>in</strong> seguito i collegi docenti e i<br />

colloqui con i genitori.<br />

5.3.- GLI ATTORI<br />

La complessità degli impegni didattici co<strong>in</strong>volge <strong>in</strong> misura<br />

diversa gli attori pr<strong>in</strong>cipali <strong>del</strong> sistema <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>: tiroc<strong>in</strong>anti, maestri<br />

accoglienti, supervisori e professori/ricercatori.<br />

"Gli <strong>in</strong>segnanti supervisori e gli <strong>in</strong>segnanti di classe hanno <strong>in</strong> comune<br />

l'attributo di una professionalità docente esperta, ma si connotano ed<br />

agiscono su differenti piani di responsabilità e funzionalità." 35 Essi,<br />

pur connotandosi come aggiuntivi rispetto alle figure professionali<br />

presenti <strong>in</strong> università, hanno <strong>del</strong>icati compiti di raccordo e di<br />

apprendimento che possono essere s<strong>in</strong>tetizzati nel concetto di doppio<br />

accompagnamento. 36 Da una parte, il supervisore si preoccupa<br />

pr<strong>in</strong>cipalmente <strong>del</strong>la progettazione <strong>del</strong> piano di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, <strong>del</strong>la sua<br />

verifica e <strong>del</strong>l'aiuto agli studenti nella riflessione/rielaborazione<br />

<strong>del</strong>l'esperienza; dall'altra l'<strong>in</strong>segnante di classe accompagna lo<br />

studente nella realtà scolastica, qu<strong>in</strong>di, <strong>in</strong>dividualizza il piano di<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi formativi<br />

previsti dal corso di laurea.<br />

La funzione di tutorship, condivisa da questi due attori si può<br />

def<strong>in</strong>ire, dunque, come "lo spazio fisico e mentale che consente ad un<br />

formatore e ad un formando di <strong>in</strong>contrarsi perché si produca un<br />

episodio di <strong>in</strong>segnamento-apprendimento." 37<br />

Naturalmente, tale funzione si caratterizza di aspetti significativi<br />

che, pur essendo <strong>in</strong> comune, sono accentuati <strong>in</strong> maniera diversa a<br />

seconda <strong>del</strong> ruolo 38 :<br />

• orientamento verso il mondo professionale;


• tutela nei confronti <strong>del</strong> diritto dei tiroc<strong>in</strong>anti di trovare nella<br />

struttura le condizioni favorevoli alla loro formazione;<br />

• sostegno all'apprendimento dall'esperienza <strong>in</strong> un contesto di<br />

problem solv<strong>in</strong>g e problem f<strong>in</strong>d<strong>in</strong>g.<br />

I due tutor affrontano tali aspetti <strong>in</strong> maniera differente: il<br />

supervisore si preoccuperà maggiormente <strong>del</strong>l'organizzazione e <strong>del</strong>lo<br />

sviluppo <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>tero sistema <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, cogliendo e sviluppando le<br />

<strong>in</strong>terazioni con gli studenti <strong>in</strong> momenti periodici di <strong>in</strong>contro,<br />

soprattutto <strong>in</strong> gruppo e <strong>in</strong> università; l'<strong>in</strong>segnante di classe si<br />

concentrerà, <strong>in</strong>vece, sull'<strong>in</strong>terazione con lo studente che accoglie e<br />

sulla preoccupazione di far risaltare la significatività <strong>del</strong> contesto di<br />

cui fa parte.<br />

Per ottemperare a tali funzioni i tutor devono possedere o,<br />

comunque, sviluppare <strong>del</strong>le competenze 39 :<br />

• competenze professionali specifiche, determ<strong>in</strong>ate dal loro essere<br />

<strong>in</strong>segnanti;<br />

• competenze trasversali che, a loro volta si possono specificare <strong>in</strong>:<br />

cognitive, relazionali/comunicative, organizzative,<br />

psicopedagogiche.<br />

A rendere particolarmente complesso il quadro dei rapporti fra<br />

tutor e studenti è una sorta di ambivalenza 40 che li caratterizza.<br />

Da un lato, <strong>in</strong>fatti, le <strong>in</strong>terazioni fra i tiroc<strong>in</strong>anti e i tutor <strong>in</strong>nescano<br />

processi di identificazione, dall'altro, essi devono accettare un<br />

rapporto asimmetrico che richiede ai tutor di collocarsi <strong>in</strong> una<br />

posizione di autorità, concretizzata sia nella differenziazione dei ruoli<br />

sia nei momenti valutativi. Queste situazioni si rivelano cariche di<br />

valenze emotive, facendo risaltare l'importanza <strong>del</strong> processo affettivo<br />

<strong>del</strong>l'apprendimento di cui studenti, <strong>in</strong>segnanti e supervisori devono<br />

farsi <strong>in</strong>terpreti, <strong>in</strong> maniera tale da apprendere "dall'esperienza (<strong>in</strong><br />

senso bioniano), cioè accompagnando l'<strong>in</strong>troiezione di un significato a<br />

quella di un'esperienza <strong>in</strong>terna di risonanza emotiva, di elaborazione


e di autentica ristrutturazione <strong>del</strong> campo di conoscenza <strong>in</strong> senso<br />

creativo" 41<br />

Per apprendere dall'esperienza occorre "un contenitore<br />

<strong>del</strong>l'esperienza formativa, <strong>in</strong>terno, sotto forma <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>troiezione stabile<br />

di figure mature e buone (normalmente i genitori) che aiut<strong>in</strong>o a<br />

modulare il dolore di percepire la realtà, ma anche esterno, sotto<br />

forma di un sett<strong>in</strong>g chiaro e rassicurante. La formazione e<br />

l'apprendimento ad essa collegato <strong>in</strong> quanto <strong>in</strong>sidiano la coerenza fra<br />

le parti <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>dividuo, m<strong>in</strong>acciano il senso di cont<strong>in</strong>uità <strong>del</strong>l'io e<br />

suscitano l'ansia che possano essere liberati i nuclei primari e rimossi<br />

<strong>del</strong>la personalità, impongono la creazione di un contenitore<br />

supplementare, di una rete di protezione, che def<strong>in</strong>iremo area<br />

potenziale, <strong>in</strong> cui possa avvenire il processo. Tale area deve garantire<br />

a chi si sottopone al processo di formando che entro a quello spazio e<br />

a quel tempo egli possa abbandonare per un poco la sua corazza di<br />

personalità e rimettere <strong>in</strong> gioco l'equilibrio fra le parti di sé <strong>in</strong> uno<br />

stato di sicurezza, che possa sbagliare senza conseguenze def<strong>in</strong>itive,<br />

che possa sperimentare e creare." 42<br />

Quest'area potenziale è creata nel <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> tramite i tempi e i<br />

luoghi gestiti dai supervisori e dagli <strong>in</strong>segnanti di classe <strong>in</strong> un<br />

processo che, nel suo svolgimento regolare, consta di quattro fasi:<br />

• istituzione;<br />

• illusione;<br />

• modulazione;<br />

• scioglimento.<br />

La prima si riferisce all'<strong>in</strong>augurazione, la nidificazione e lo<br />

svolgimento <strong>del</strong> processo formativo all'<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>l'aria potenziale<br />

attraverso la trama di orari, scansioni, contratti <strong>in</strong> cui si riconosce il<br />

ruolo <strong>del</strong> supervisore quale <strong>in</strong>auguratore <strong>del</strong> processo e garanzia<br />

istituzionale. "Simmetricamente, pertiene alla tutorship lo<br />

scioglimento, la responsabilità <strong>del</strong>lo smantellamento e <strong>del</strong>la


dismissione <strong>del</strong>la dimora fisico-affettiva. Si tratta di elaborare il<br />

momento <strong>del</strong>la separazione <strong>del</strong> formando dall'area potenziale, il taglio<br />

che restituisce il soggetto alla trama <strong>del</strong>la propria attualità,<br />

evidenziando la differenziazione fra il tempo <strong>del</strong>la formazione e il<br />

tempo <strong>del</strong>la vita, fra uno spazio <strong>in</strong> sicurezza e uno spazio <strong>in</strong> cui il<br />

contenimento non può essere <strong>del</strong>egato ma deve essere garantito<br />

essenzialmente dalle proprie figure <strong>in</strong>terne." 43 Nelle fasi <strong>in</strong>termedie la<br />

funzione di tutorship è essenzialmente "muta"; <strong>in</strong> queste fasi il suo<br />

compito è quello di "contenimento <strong>del</strong> docente" facilitando "la fatica<br />

relazionale di chi si occupa <strong>del</strong>la pratica <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnamento diretto<br />

attraverso l'ascolto e la revisione <strong>in</strong> un'area di decompressione" 44 , il<br />

tutor fa da "pattumiera simbolica" <strong>del</strong> negativo, <strong>del</strong>la "spazzatura<br />

affettiva", può rammendare e turare carenze, fornire consulenze. Il<br />

ruolo specifico <strong>del</strong> supervisore nella prima e nella quarta fase è<br />

evidente; nella seconda e nella terza egli condivide il compito<br />

descritto con gli <strong>in</strong>segnanti di classe, perché essi, adeguatamente<br />

sensibilizzati, possono fungere da contenimento <strong>del</strong> docente<br />

trasponendo e realizzando <strong>in</strong>sieme ai formandi quei dettami che,<br />

descritti nell'aula universitaria dal docente, generano ansie e paure<br />

negli studenti di fronte alla possibile <strong>in</strong>capacità nei confronti <strong>del</strong>la loro<br />

concretizzazione. Parallelamente, però, l'ambiente <strong>del</strong>la classe può, a<br />

sua volta, rappresentare un sett<strong>in</strong>g poco rassicurante, problematico,<br />

aggressivo; il supervisore, anche <strong>in</strong> questo caso, dovrà attivarsi per<br />

scaricare le tensioni alimentate dalle situazioni didattiche nelle ore di<br />

rielaborazione <strong>del</strong> vissuto.<br />

L'<strong>in</strong>carico <strong>del</strong> supervisore, arduo e complesso, è qui esemplificato<br />

per far notare ancora una volta il compito cruciale posto <strong>in</strong> relazione<br />

fra l'università e la scuola come anello di congiunzione.<br />

Il rischio che si può correre è, <strong>in</strong>fatti, quello di "spaccatura tra<br />

università e scuola nel caso <strong>in</strong> cui i supervisori venissero <strong>del</strong>egati ad<br />

occuparsi <strong>in</strong> toto <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>." 45


Per evitare questo rischio concordo con l'op<strong>in</strong>ione che, da una parte, i<br />

supervisori "siano fisicamente presenti all'università per la<br />

progettazione, per la verifica, per la partecipazione agli organismi<br />

accademici che governano la didattica; dall'altra, occorre che queste<br />

persone non si distacch<strong>in</strong>o dall'<strong>in</strong>segnamento attivo, che vivano<br />

quotidianamente la concreta esperienza scolastica" 46 perché il<br />

distacco totale li porterebbe a non essere più <strong>in</strong>segnanti.<br />

L'esonero parziale sembra la soluzione più adeguata,<br />

permettendo, però, <strong>in</strong> alcuni periodi <strong>del</strong>l'anno particolarmente<br />

impegnativi, l'esonero totale.<br />

Le problematiche pr<strong>in</strong>cipali che il supervisore deve affrontare sono<br />

essenzialmente quattro:<br />

• stabilire e mantenere i contatti fra le scuole e l'università, fra gli<br />

<strong>in</strong>segnanti, i docenti universitari e gli studenti;<br />

• <strong>in</strong>serire armonicamente il progetto <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> all'<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>la<br />

programmazione educativa e didattica;<br />

• farsi agente di ricerca con i professori universitari, con gli studenti,<br />

con gli <strong>in</strong>segnanti di classe;<br />

• gestire il gruppo con i propri colleghi e quello dei tiroc<strong>in</strong>anti.<br />

In particolare, nei confronti di quest'ultimo punto, rivestono<br />

notevole importanza le attività svolte <strong>in</strong> università dal supervisore<br />

<strong>in</strong>sieme al gruppo di studenti; momenti di formazione, apprendimento<br />

di tecniche, ascolto di esperienze e riflessione sui lavori avviati o<br />

conclusi. Vorrei sottol<strong>in</strong>eare soprattutto la riflessione <strong>in</strong>tesa come<br />

esperienza autoorientativa sulla propria capacità apprenditiva e su<br />

quella altrui: una metacognizione <strong>in</strong>dividuale e di gruppo che<br />

permetta allo studente di monitorare i propri bisogni, il proprio<br />

comportamento, il proprio stile conoscitivo. E' un sistema di controllo<br />

che dovrebbe acconsentire all'<strong>in</strong>dividuo e al gruppo di correggere<br />

eventuali errori nella progettazione e nella realizzazione, anche se<br />

essa è <strong>in</strong> corso.


Inoltre, durante l'attività, lo studente/tiroc<strong>in</strong>ante, proprio come un<br />

<strong>in</strong>segnante, si rende conto di non riuscire ad evidenziare o ad<br />

applicare gli studi affrontati oppure nota mancanze teoriche che gli<br />

dovrebbero permettere una migliore azione didattica; tale pratica, da<br />

sviluppare, sia attraverso riflessioni <strong>in</strong>dividuali sia di gruppo,<br />

dovrebbe essere funzionale a stendere una lista di esigenze da<br />

sottoporre ai professori titolari <strong>del</strong>le discipl<strong>in</strong>e.<br />

Inizialmente, il primo anno, la metacognizione può essere<br />

f<strong>in</strong>alizzata alla rielaborazione e alla copertura di esigenze cognitive;<br />

progressivamente, però, la lista di richieste si arricchisce di bisogni e<br />

domande a cui la riflessione teorica non è sufficiente, ma necessita di<br />

procedimenti di ricerca configurati come ricerca-azione e ricerca-<br />

formazione. Se la metacognizione è <strong>in</strong>dirizzata pr<strong>in</strong>cipalmente al<br />

monitoraggio dei processi cognitivi, l'autoanalisi è rivolta alla<br />

disam<strong>in</strong>a <strong>del</strong>l'esperienza nella sua <strong>in</strong>terezza cogliendo e portando a<br />

consapevolezza, soprattutto, le d<strong>in</strong>amiche emotivo-affettive che si<br />

sono sviluppate. Nel corso <strong>del</strong>la propria vita lavorativa un <strong>in</strong>segnante<br />

deve far fronte a diverse situazioni che mettono <strong>in</strong> gioco e, a volte,<br />

m<strong>in</strong>ano le proprie energie affettive: contrasti, impegni, cambiamenti,<br />

classi particolarmente difficili. Credo sia utile per un tiroc<strong>in</strong>ante<br />

imparare a "osservarsi", anche aiutato dal gruppo di colleghi, perché<br />

possa sviluppare una professionalità equilibrata da tutti i punti di<br />

vista pronta ad affrontare una scuola che, con l'autonomia, richiede<br />

all'<strong>in</strong>segnante capacità di gestione di sé sempre più raff<strong>in</strong>ate.<br />

In queste d<strong>in</strong>amiche il ruolo <strong>del</strong> professore è tutt'altro che<br />

secondario; il suo compito precipuo, sottol<strong>in</strong>eato dai questionari degli<br />

studenti, è quello di implementare le conoscenze teoriche<br />

solidificando criticamente l'apparato cognitivo <strong>del</strong>lo studente<br />

modulando il proprio <strong>in</strong>segnamento tramite l'apporto <strong>del</strong>la lista di<br />

metacognizione e le microspecializzazioni.


La prima è già stata trattata diffusamente; da un lato, essa può<br />

fornire <strong>in</strong>dicazioni su bisogni e <strong>in</strong>tegrazioni teoriche di alunni e<br />

<strong>in</strong>segnanti di classe che il docente può affrontare aggiungendo<br />

tematiche particolari o approfondendo quelle già trattate durante le<br />

ore di lezione, dall'altro lato, può suggerire moduli di ricerca da<br />

attivare sia all'<strong>in</strong>terno che all'esterno <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, con la<br />

collaborazione di supervisori, <strong>in</strong>segnanti di classe e studenti.<br />

Le microspecializzazioni riguardano <strong>in</strong> particolare le discipl<strong>in</strong>e che<br />

hanno un corrispettiva materia scolastica: l<strong>in</strong>gua <strong>itali</strong>ana e straniera,<br />

matematica e scienze, l'ambito antropologico e le tre educazioni. Lo<br />

studente è già tenuto a seguire nel suo iter di studi le discipl<strong>in</strong>e<br />

corrispondenti; durante il terzo e il quarto anno, però, è possibile<br />

pensare a dei moduli didattici, all'<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>la discipl<strong>in</strong>a stessa,<br />

maggiormente specifici che qualifich<strong>in</strong>o <strong>in</strong> maniera particolare<br />

parallelamente al loro svolgimento nel corso <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>. Per le<br />

discipl<strong>in</strong>e più generaliste, psicologie, sociologie, filosofie e pedagogie,<br />

forse non sono adatte focalizzazioni troppo settoriali, perché rischiano<br />

di impoverire la discipl<strong>in</strong>a stessa, sono, però, attuabili moduli di<br />

ricerca e di formazione su tematiche mirate al mondo <strong>del</strong>la scuola,<br />

ancora una volta f<strong>in</strong>alizzate allo sviluppo di competenze spendibili <strong>in</strong><br />

situazioni anche diverse dalla classe. Nel caso <strong>del</strong>le<br />

microspecializzazioni la scansione settimanale appare più adatta<br />

perché, probabilmente, permette di enucleare, <strong>in</strong> un tempo più lungo,<br />

le caratteristiche più peculiari <strong>del</strong>la discipl<strong>in</strong>a affrontata; la scelta<br />

<strong>in</strong>tensiva, <strong>in</strong>vece, acconsente un approccio più denso alla materia<br />

portandola avanti coerentemente per almeno due settimane, però<br />

solo su alcuni aspetti che andranno generalizzati.<br />

5.4.- LA VALUTAZIONE E IL MOITORAGGIO<br />

L'ultimo aspetto, non per importanza, <strong>del</strong>la struttura è quello<br />

<strong>del</strong>la valutazione e <strong>del</strong> monitoraggio; per questo riprendo due term<strong>in</strong>i


familiari alla scuola di base: valutazione formativa e sommativa. La<br />

prima si riferisce a tutti quei procedimenti attivati <strong>in</strong> it<strong>in</strong>ere, durante<br />

l'esperienza; essi hanno precisamente le f<strong>in</strong>alità che si traducono e si<br />

concretizzano pr<strong>in</strong>cipalmente nella metacognizione <strong>in</strong>dividuale e di<br />

gruppo e nell'autoanalisi. Esse sono rivolte, soprattutto, all'auto-<br />

osservazione e, di conseguenza, alla modifica <strong>del</strong>lo stile di approccio<br />

al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> da parte <strong>del</strong>lo studente, però, hanno <strong>del</strong>le ripercussioni<br />

anche nei confronti <strong>del</strong> monitoraggio <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> stesso.<br />

Tramite la lista di metacognizione, <strong>in</strong>fatti, è possibile avviare<br />

osservazioni mirate e ricerche-azione attraverso le quali, da un lato,<br />

si offre l'opportunità di approfondire tematiche e problematiche<br />

educative, dall'altro, le rilevazioni permettono di verificare<br />

l'impostazione metodologica e organizzativa <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>. La<br />

valutazione sommativa, <strong>in</strong>vece, come suggerisce il nome stesso,<br />

avviene al term<strong>in</strong>e di un camm<strong>in</strong>o; di essa, <strong>in</strong>fatti, fa sicuramente<br />

parte la valutazione f<strong>in</strong>ale rappresentata dalla relazione di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> da<br />

presentare nell'ambito <strong>del</strong>l'esame di laurea.<br />

La valutazione formativa e quella sommativa si <strong>in</strong>tersecano<br />

concretizzandosi al term<strong>in</strong>e di ogni anno nel diario <strong>del</strong>l'esperienza<br />

che, a dispetto dei diversi nomi che può assumere (dossier, memoria<br />

o portfolio) contiene alcuni elementi fondamentali:<br />

• la descrizione <strong>del</strong>le attività svolte;<br />

• le riflessioni ad esse connesse;<br />

• i collegamenti con le discipl<strong>in</strong>e teoriche;<br />

• gli approfondimenti.<br />

La forma più adatta <strong>del</strong> diario è sicuramente quella multimediale<br />

perché permette di <strong>in</strong>serire non solo documenti cartacei, ma anche<br />

video e audio, collegati fra loro <strong>in</strong> maniera ipermediale<br />

consentendone una fruizione più agevole.<br />

Al term<strong>in</strong>e di questo paragrafo è opportuno precisare che non ho<br />

volutamente enucleare e specificare tutte le problematiche <strong>in</strong>erenti al


<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong> quanto avrebbe appesantito oltremodo la trattazione;<br />

<strong>in</strong>tendo sottol<strong>in</strong>eare per ultimo una variabile che ritengo cruciale<br />

nell'organizzazione <strong>del</strong> practicum: la scelta fra scansione settimanale<br />

e quella <strong>in</strong>tensiva. Probabilmente, il periodo <strong>in</strong>tensivo permette di<br />

osservare lo sviluppo <strong>del</strong> bamb<strong>in</strong>o e di seguire le attività didattiche<br />

nel loro svolgimento reale, giorno dopo giorno, però, per un periodo<br />

relativamente limitato; l'opzione settimanale, <strong>in</strong>vece, offre la<br />

possibilità di rilevare i cambiamenti <strong>in</strong> un periodo di media/lunga<br />

durata, però, <strong>in</strong> maniera più frammentata, <strong>in</strong> quanto, di settimana <strong>in</strong><br />

settimana, si modificano diversi atteggiamenti che possono risultare<br />

difficilmente ricostruibili da chi ha l'occasione di osservarli solo<br />

periodicamente.<br />

La mia personale op<strong>in</strong>ione mi guida verso la scelta <strong>in</strong>tensiva, senza<br />

tralasciare, però, di valutare gli eventuali vantaggi di quella<br />

settimanale, monitorati adeguatamente attraverso le modalità sopra<br />

descritte e ulteriori prospettive.<br />

6.- OTTIMIZZAZIONE<br />

Dopo essermi concentrato sulla struttura portante <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>,<br />

è necessario pensare ad altre attività che, pur nella loro autonomia,<br />

contribuiscano a renderlo maggiormente efficace, <strong>in</strong> maniera tale da<br />

non considerarlo un'esperienza valida ma isolata dal resto <strong>del</strong><br />

contesto universitario, bensì <strong>in</strong>terrelata, <strong>in</strong>teragente e<br />

rispettivamente arricchente con le lezioni e i laboratori.<br />

Guardando lo schema <strong>del</strong>le tre "pedagogie", mi riferisco ad<br />

attività che si trovano prevalentemente sul versante <strong>del</strong>la pedagogia<br />

sperimentale <strong>in</strong> quanto sviluppate <strong>in</strong> un contesto meno naturale<br />

rispetto al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> (la classe scolastica) bensì più controllato (l'aula<br />

universitaria).<br />

In esso, nonostante si abbia la consapevolezza che non si<br />

possono elim<strong>in</strong>are o ritenere <strong>in</strong><strong>in</strong>fluenti alcune variabili, si sceglie


<strong>in</strong>tenzionalmente di focalizzare l'<strong>in</strong>teresse su poche di esse<br />

considerate importanti per analizzarne la specifica significatività <strong>in</strong><br />

funzione <strong>del</strong>l'obiettivo che ci si è proposti.<br />

E' evidente che si tratta di un momentaneo distacco dalla realtà<br />

o, meglio, di una sua temporanea semplificazione; essa è utile nella<br />

misura <strong>in</strong> cui gli eventuali risultati, le osservazioni e le riflessioni non<br />

vengono assolutizzati, ma collegati alle esperienze <strong>in</strong> ambiente<br />

naturale per scovarne la portanza reale.<br />

E' necessario, qu<strong>in</strong>di, essere coscienti <strong>del</strong>le differenze fra i due<br />

tipi di esperienze, consapevoli che, da un lato, un'applicazione rigida<br />

<strong>in</strong> classe <strong>del</strong>le osservazioni svolte <strong>in</strong> ambiente di laboratorio sarebbe<br />

artificioso, dall'altro, le attività di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> non supportate da momenti<br />

di studio, progettazione, riflessione e rielaborazione, anche specifica,<br />

rimarrebbero una pratica isolata con poche possibilità di sviluppo e<br />

approfondimento.<br />

Tutto ciò è possibile perché nel laboratorio non si presenta il<br />

rischio di manipolare attività <strong>in</strong> cui sono presenti m<strong>in</strong>ori, mentre, fra<br />

adulti, liberamente, si decide di far risaltare alcune caratteristiche,<br />

alcune d<strong>in</strong>amiche, anche co<strong>in</strong>volgenti ed ansiogene dal punto di vista<br />

affettivo ed emotivo.<br />

Per laboratorio <strong>in</strong>tendo tre tipologie di attività:<br />

• Il laboratorio;<br />

• Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong>terno;<br />

• Le attività pratiche guidate (APG);<br />

esse sono tre modalità leggermente diverse nella forma, ma<br />

accomunate dall'essere un "luogo dove si lavora e ci si misura<br />

<strong>in</strong>sieme e <strong>in</strong> prima persona con i problemi (processi e prodotti)<br />

<strong>del</strong>l'<strong>in</strong>segnamento-apprendimento e con tutte le sue molteplici<br />

articolazioni. E' lo spazio <strong>del</strong>l'offerta critica, f<strong>in</strong>alizzata e mediata dei<br />

saperi alla scuola e ai suoi fruitori privilegiati: gli alunni, ad opera<br />

degli stessi responsabili dei laboratori (i docenti universitari, gli


<strong>in</strong>segnanti e i capi d'istituto) e degli studenti <strong>in</strong> <strong>in</strong>terconnessione con<br />

il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>. Per questo il laboratorio è sempre pluripersonale ed, <strong>in</strong><br />

qualche modo, costantemente anche <strong>in</strong>terdiscipl<strong>in</strong>are. Il laboratorio<br />

didattico non è il dom<strong>in</strong>io di alcun sapere <strong>in</strong> particolare, ma è una<br />

scelta di campo." 47<br />

Soprattutto le ultime parole <strong>in</strong>dicano come il laboratorio sia uno<br />

degli strumenti per attivare e sviluppare nuove tipologie di didattica<br />

universitaria per "accumulare una doppia risorsa didattica: quella<br />

offerta da uno spazio paradigmatico sia per <strong>in</strong>segnare a scoprire le<br />

conoscenze, per imparare ad imparare (obiettivo metacognitivo), sia<br />

per <strong>in</strong>segnare a trasfigurare le conoscenze, a trasgredire, con la<br />

fantasia, i canoni <strong>del</strong>l'istruzione ufficiale (obiettivo fantacognitivo)." 48<br />

Attraverso il laboratorio, qu<strong>in</strong>di, si crea "una struttura polifunzionale<br />

che favorisce, promuove e consente attività dest<strong>in</strong>ate all'<strong>in</strong>cremento<br />

<strong>del</strong> sapere e <strong>del</strong>le competenze <strong>in</strong> ambito didattico" 49 con gli obiettivi<br />

di:<br />

• "consentire la circolarità <strong>del</strong> rapporto fra teoria e pratica;<br />

• progettare materiali, procedimenti e percorsi didattici;<br />

• riflettere sulle esperienze compiute ed <strong>in</strong>trodurre nuove<br />

modificazioni;<br />

• favorire l'impegno collaborativo fra docenti, ricercatori, supervisori<br />

e <strong>in</strong>segnanti." 50<br />

Come si può notare laboratorio, <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e lezioni universitarie si<br />

trovano <strong>in</strong> stretto raccordo.<br />

Da un lato, possono essere strutturati secondo rapporti di<br />

alternanza 51 <strong>in</strong> cui i tre momenti, appunto, si alternano cercando di<br />

volta <strong>in</strong> volta i contatti e le relazioni più adeguate; dall'altro <strong>in</strong><br />

parallelo <strong>in</strong> cui i tre momenti possono svolgersi contemporaneamente<br />

oppure <strong>in</strong> momenti diversi ma cont<strong>in</strong>uamente collegati.<br />

Il parallelismo fra i momenti può essere temporale oppure no,<br />

sicuramente si costruiranno cont<strong>in</strong>ue <strong>in</strong>terrelazioni, attraverso


contatti fra gli attori co<strong>in</strong>volti rispetto al coord<strong>in</strong>amento <strong>del</strong>le<br />

tematiche e <strong>del</strong>le attività.<br />

Il ruolo <strong>del</strong> supervisore è, ancora una volta, fondamentale, <strong>in</strong><br />

quanto rappresenta la possibilità di una cont<strong>in</strong>ua dialettica fra il<br />

laboratorio, il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e i corsi accademici.<br />

Le ore precedenti, concomitanti e seguenti l'esperienza nelle<br />

scuole sono <strong>in</strong> gran parte dedicate, nel gruppo dei tiroc<strong>in</strong>anti, alla<br />

progettazione e alla riflessione, tramite la metacognizione e<br />

l'autoanalisi <strong>in</strong>dividuale e di gruppo.<br />

Da queste ore possono scaturire suggestioni che, da un lato,<br />

forniscono materiale di lavoro ai laboratori e alle lezioni, dall'altro,<br />

approfondimenti e sfaccettature personali che, altrimenti, <strong>in</strong> una<br />

situazione protetta non sarebbero sorte.<br />

Il lavoro <strong>del</strong> supervisore con il suo gruppo e i rapporti <strong>in</strong>tergruppo<br />

fra supervisori e gruppi di tiroc<strong>in</strong>anti rappresentano una sorta di<br />

laboratorio permanente, quotidiano, da cui possono sgorgare<br />

considerazioni e meditazioni significative.<br />

I mo<strong>del</strong>li di laboratorio possibili sono essenzialmente tre: 52<br />

• Micro-Teach<strong>in</strong>g, che prevede esecuzioni <strong>in</strong> simulazione e<br />

susseguenti analisi fra protagonisti e osservatori;<br />

• Cl<strong>in</strong>ica <strong>del</strong>la formazione, che si caratterizza per un forte<br />

co<strong>in</strong>volgimento affettivo;<br />

• Formazione attraverso la ricerca, con uno spiccato orientamento<br />

euristico a contenuto socio-professionale.<br />

Per svilupparli adeguatamente esiste un repertorio di dispositivi<br />

centrati ed adatti ai diversi mo<strong>del</strong>li: 53<br />

• La pratica riflessiva;<br />

• Lo scambio sulle rappresentazioni e sulle pratiche;<br />

• L'osservazione reciproca;<br />

• La metacomunicazione con gli alunni;<br />

• La scrittura cl<strong>in</strong>ica;


• La video-formazione;<br />

• L'<strong>in</strong>tervista di esplicitazione;<br />

• La <strong>storia</strong> di vita;<br />

• La simulazione e i giochi di ruolo;<br />

• La sperimentazione.<br />

Tali dispositivi sono messi <strong>in</strong> atto tramite il concorso di<br />

professionalità diverse, il laboratorio, <strong>in</strong>fatti, può rappresentare il<br />

"luogo nel quale, con una compresenza di psico-pedagogisti,<br />

discipl<strong>in</strong>aristi e <strong>in</strong>segnanti di scuola, si fa cultura imparando a<br />

costruire percorsi e strumenti utili alla realizzazione degli<br />

<strong>in</strong>segnamenti e degli apprendimenti." 54<br />

Il laboratorio, qu<strong>in</strong>di, "non è una cattedra, ma un luogo di<br />

aggregazione" 55 dove possono <strong>in</strong>contrarsi esperienze arricchendosi<br />

reciprocamente, non solo dal punto di vista dei conduttori, ma anche<br />

dal punto di vista dei partecipanti, studenti, <strong>in</strong>nanzitutto, <strong>in</strong>sieme agli<br />

<strong>in</strong>segnanti già <strong>in</strong> ruolo che potrebbero partecipare per aggiornamento<br />

e formazione cont<strong>in</strong>ua.<br />

Per quanto riguarda quali laboratori attivare, nello schema-<br />

struttura <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> segnalo la possibilità di avviarne sia l'ungo<br />

l'arco <strong>del</strong> semestre sia <strong>in</strong> parallelo all'esperienza <strong>in</strong>tensiva. L'utilità di<br />

uno sviluppo longitud<strong>in</strong>ale è rappresentata dalla possibilità di un<br />

approfondimento più marcato <strong>del</strong>le tematiche affrontate, mentre<br />

l'accostamento <strong>in</strong> parallelo può significare l'opportunità di<br />

suggerimenti operativi <strong>in</strong> tempo reale oppure un immediato riscontro<br />

<strong>del</strong> lavoro <strong>in</strong> it<strong>in</strong>ere.<br />

Le tipologie di laboratorio attivabili segnalate nello schema a<br />

mappa sono quelli che ritengo particolarmente cogenti ma,<br />

ovviamente, non sono gli unici possibili; le liste di metacognizione e<br />

le analisi <strong>in</strong> corso d'anno <strong>in</strong>dicheranno le varianti e le tematiche da<br />

affrontare <strong>in</strong> corrispondenza ad esigenze e momenti storici<br />

riguardanti la didattica.


Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong>terno è previsto essenzialmente <strong>in</strong> due tipologie:<br />

una serie di <strong>in</strong>contri con il personale <strong>del</strong>la scuola, dirigenti,<br />

ispettori, s<strong>in</strong>dacalisti, <strong>in</strong>segnanti, genitori, alunni, o, anche, docenti<br />

di altre università, con i quali trattare e discutere le più svariate<br />

tematiche <strong>del</strong>l'universo scolastico: scuole <strong>in</strong> situazioni disagiate o,<br />

per contro, plessi con progetti didattici particolari per le situazioni<br />

sociali con cui vengono a contatto, narrazioni di esperienze<br />

metodologiche, ricerche <strong>in</strong> atto o, più formalmente, discussioni su<br />

modifiche e riforme legislative che <strong>in</strong>cidono fortemente sul modo di<br />

fare scuola.<br />

uno stile didattico che co<strong>in</strong>volge <strong>in</strong> varia misura i titolari <strong>del</strong>le<br />

diverse discipl<strong>in</strong>e; tale stile suggerirebbe alcune modalità<br />

attraverso le quali utilizzare le ore di lezione <strong>in</strong> aula. Accanto alla<br />

tradizionale trattazione teorica, il docente dovrebbe collegare e far<br />

<strong>in</strong>teragire gli oggetti teorici con le esperienze di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e di<br />

laboratorio, cortocircuitando le conoscenze non per bloccarle, bensì<br />

per contestualizzarle.<br />

Le attività pratiche guidate (A.P.G.) sono una sorta di laboratorio<br />

limitato nelle ore, più specifico, più mirato e maggiormente flessibile<br />

nella scelta ed organizzazione, rappresentano la possibilità per<br />

affrontare una tematica precisa <strong>in</strong> tempi relativamente brevi con<br />

riscontri diretti di approfondimento sia sul piano teorico che su quello<br />

pratico.<br />

Di esse, come per gli <strong>in</strong>contri <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong>terno, non è possibile<br />

prevederne la scansione precisa e puntuale, proprio perché possono<br />

nascere sulla scorta di esigenze particolari.<br />

Valgano solo come esempi le seguenti idee:<br />

• Attività sull'extrascuola, che co<strong>in</strong>volge spazi e tempi diversificati,<br />

collegati, <strong>in</strong>oltre con il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> a scienze <strong>del</strong>l'educazione;<br />

• Attività didattiche particolari: teatro, danze, musiche,…;<br />

• Attività <strong>in</strong>terculturali, multietniche;


• Attività su tecnologie <strong>in</strong>novative, a distanza.<br />

A proposito di quest'ultima, di cui è già stato <strong>in</strong>dicato un laboratorio<br />

apposito, è opportuno pensare, come suggerito dall'ateneo fiorent<strong>in</strong>o,<br />

ad una piattaforma telematica di supporto alle attività di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> che<br />

segua e sviluppi occasioni di contatto e approfondimento fra gli attori<br />

<strong>del</strong> sistema <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, offrendo anche la possibilità di vere e proprie<br />

virtual classroom, <strong>in</strong> particolare <strong>in</strong> alcuni momenti <strong>del</strong>l'anno<br />

accademico come quello dedicato alla stesura <strong>del</strong> diario, dossier di<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, <strong>del</strong> quale, come ho già detto, la forma più adatta per<br />

l'analisi e la fruizione sarebbe quella multimediale.<br />

7.- PROSPETTIVE<br />

Nel futuro è possibile pensare a studi, osservazioni,<br />

accorgimenti f<strong>in</strong>alizzati, da un lato, a stabilizzare e, dall'altro, a<br />

migliorare la struttura universitaria che si va <strong>del</strong><strong>in</strong>eando.<br />

Nel caso particolare <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> si possono condurre ricerche che<br />

si differenziano e si specificano <strong>in</strong> due settori:<br />

• <strong>in</strong>iziative per monitorare e migliorare il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> stesso;<br />

• <strong>in</strong>iziative per migliorare la scuola e gli attori che vi operano.<br />

Alcune di queste sono comuni ad entrambe le f<strong>in</strong>alità:<br />

1) i laboratori, le A.P.G. e il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>in</strong>terno;<br />

a. per il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> contribuiscono, per un verso, a creare una<br />

mentalità e un atteggiamento valutativo, per l'altro, a<br />

seconda <strong>del</strong>le <strong>in</strong>iziative specifiche attivate, forniscono<br />

concretamente dati e rilevazioni utili a verificare la<br />

cogenza e l'attualità <strong>del</strong>la struttura <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>;<br />

b. per la scuola rappresentano occasioni di perfezionamento<br />

e aggiornamento per gli <strong>in</strong>segnanti <strong>in</strong> ambiente<br />

universitario, qu<strong>in</strong>di a stretto contatto con persone<br />

addette alla ricerca. Possono essere a partecipazione


2) la ricerca;<br />

esclusiva per i docenti, ma anche a partecipazione mista<br />

<strong>in</strong>segnanti/studenti;<br />

a. lo studente/ricercatore; è opportuno sottol<strong>in</strong>eare<br />

l'importanza <strong>del</strong>la crescita di tale atteggiamento sia<br />

nell'ambito <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, che <strong>in</strong> altre occasioni <strong>in</strong> cui i<br />

docenti universitari possono sollecitare negli studenti<br />

piccole attività di ricerca riferenti alla propria o a più<br />

discipl<strong>in</strong>e;<br />

b. l'<strong>in</strong>segnante/ricercatore; le ricerche-azione e formazione<br />

pensate all'<strong>in</strong>terno dei blocchi sono orientate a far<br />

crescere il medesimo atteggiamento nell'<strong>in</strong>segnante non<br />

solo sporadicamente per risolvere problematiche sorte a<br />

scuola o per colmare eventuali bisogni teorico/pratici,<br />

bensì anche per stimolare una propensione quotidiana alla<br />

ricerca <strong>in</strong>dirizzata al miglioramento <strong>del</strong>la didattica di tutti i<br />

giorni;<br />

3) la metacognizione;<br />

a. all'<strong>in</strong>terno <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> è sfruttata, da un lato, per<br />

compilare la lista nella quale far convergere osservazioni,<br />

bisogni, esigenze di studenti, <strong>in</strong>segnanti di classe,<br />

supervisori e professori da riutilizzare e re<strong>in</strong>dirizzare per<br />

operare scelte organizzative e strutturali maggiormente<br />

consapevoli, dall'altro per attivare ricerche e <strong>in</strong>iziative<br />

didattiche condivise e percepite come utili;<br />

b. per gli <strong>in</strong>segnanti, <strong>in</strong> particolare per quelli co<strong>in</strong>volti nel<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> ai quali viene chiesto di partecipare almeno<br />

periodicamente alla stesura <strong>del</strong>la lista, può essere<br />

l'occasione per approcciare ed approfondire le metodiche<br />

di autoanalisi richieste <strong>in</strong> sede scolastica dall'autonomia;<br />

Altre <strong>in</strong>iziative, <strong>in</strong>vece, sono specifiche per i due settori.


Per il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>:<br />

1) <strong>in</strong>terviste periodiche a studenti, supervisori, <strong>in</strong>segnanti di classe;<br />

2) studio di casi; seguire longitud<strong>in</strong>almente il camm<strong>in</strong>o di alcuni<br />

studenti per osservarne i cambiamenti, la crescita, le difficoltà;<br />

3) scambi di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, fra università <strong>itali</strong>ane <strong>in</strong>nanzitutto, ma anche<br />

con università straniere una sorta di ERASMUS per il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>;<br />

4) rete fra i supervisori, per scambiare idee e confrontare le rispettive<br />

opzioni strutturali;<br />

5) valutazioni periodiche <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> da parte di ricercatori non<br />

direttamente collegati al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> o da parte di personale <strong>del</strong>la<br />

scuola o <strong>del</strong> lavoro, per sentire voci di persone non co<strong>in</strong>volte o<br />

addirittura esterne all'università e alla scuola;<br />

6) ricercatore di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>; pur non trattandosi di una cattedra, le<br />

attività <strong>in</strong>erenti al <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> o collegate ad esso tendono ad essere<br />

volum<strong>in</strong>ose sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo,<br />

credo sia plausibile pensare a una rotazione temporale, <strong>del</strong>la<br />

durata da def<strong>in</strong>ire, fra i docenti implicati che permetta al<br />

responsabile di dedicarsene a tempo pieno, non per portare avanti<br />

autonomamente il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> quale fosse una discipl<strong>in</strong>a, bensì per<br />

coord<strong>in</strong>are <strong>in</strong>terventi e apporti <strong>del</strong> personale maggiormente<br />

qualificato per affrontare i diversi momenti e <strong>in</strong>iziative.<br />

Per la scuola:<br />

1) formazione permanente; aggiornamento e perfezionamento<br />

<strong>in</strong>nanzitutto come si diceva precedentemente, ma anche<br />

meccanismi per consentire di conseguire la laurea agli <strong>in</strong>segnanti<br />

già <strong>in</strong> ruolo o precari, <strong>in</strong> particolare mo<strong>del</strong>li di <strong>in</strong>segnamento a<br />

distanza, permettendo di sostenere alcuni esami all'anno;<br />

2) sostituzione <strong>in</strong> corresponsabilità; ho segnalato la possibilità di<br />

sostituzioni <strong>in</strong> situazione dove la corresponsabilità degli <strong>in</strong>segnanti<br />

permetta la copertura oraria e legale dei m<strong>in</strong>ori affidati al<br />

tiroc<strong>in</strong>ante; ciò assicurerebbe, da un lato, risorse umane per la


scuola, dall'altro, permetterebbe ad alcuni <strong>in</strong>segnanti brevi<br />

distacchi e periodi sabbatici, per la formazione permanente;<br />

3) tutor nell'anno di formazione, utilizzato per seguire i neonom<strong>in</strong>ati.<br />

Note<br />

1<br />

d.p.r. n°417 <strong>del</strong> 31/5/74 art. 5 comma 1<br />

2<br />

d.p.r. n°417 <strong>del</strong> 31/5/74 art. 7 comma 1<br />

3<br />

d.p.r. n°417 <strong>del</strong> 31/5/74 art. 2 comma 1<br />

4<br />

M. Bandiera, S. Torrazza, Il rapporto università-scuola, <strong>in</strong> Università e scuola, 1-2/N, 1999, pag. 14<br />

5<br />

G. Luzzatto, Insegnare a <strong>in</strong>segnare, Roma, Carocci, 1999, pag. 78<br />

6<br />

R. Viganò, Educazione e professione. Prospettive di pedagogia universitaria, <strong>in</strong> Pedagogia e vita,<br />

2/1996, pag. 110<br />

7<br />

F. Frabboni, L. Guerra, E. Lod<strong>in</strong>i, Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nella formazione <strong>del</strong>l'operatore socioeducativo, Firenze,<br />

La Nuova Italia Scientifica, 1995, pag. 27<br />

8 F. Frabboni, L. Guerra, E. Lod<strong>in</strong>i, ibidem, pag. 27<br />

9 provenienza dei documenti <strong>itali</strong>ani<br />

univ. di Genova: bozza di progetto esecutivo generale <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> <strong>del</strong> 15/11/99 elaborato dal gruppo dei<br />

supervisori<br />

univ. di Macerata: organizzazione <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, documento scaricato dal sito <strong>del</strong>la facoltà<br />

www.unimc.it/web_9900/didattica/sdf/unisf/clsdf/<strong>in</strong>dex.htm<br />

univ. di Tor<strong>in</strong>o: progetto <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, <strong>in</strong>viato dal gruppo dei supervisori<br />

univ. di Trieste: documento scaricato dal sito <strong>del</strong>la facoltà<br />

www.univ.trieste.it/~nirfsf/formprim/Web/<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>primaria/pag<strong>in</strong>auno.htm<br />

univ. di Firenze: documento scaricato dal sito <strong>del</strong>la facoltà www.scform.unifi.it/<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>/<br />

univ. di Bologna: documento <strong>in</strong>viato dalla professoressa Lod<strong>in</strong>i<br />

10 C. Hadji, La valutazione <strong>del</strong>le azioni educative, Brescia, La scuola, 1995, pag. 55<br />

11 G. Dalle Fratte, La scuola e l'università nella formazione primaria degli <strong>in</strong>segnanti. Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e il<br />

laboratorio, Milano, FrancoAngeli, 1998, pag. 34<br />

12 provenienza dei documenti spagnoli<br />

univ. <strong>del</strong> Pais Vasco: documento <strong>in</strong>viato dal professor Pello Urkidi Elorrieta<br />

univ. di Granada: documento <strong>in</strong>viato dalla professoressa Maria Gomez Narvaez<br />

univ. di Valencia: documento <strong>in</strong>viato dalla professoressa Paul<strong>in</strong>a Ribera Araguete<br />

univ. di Barcellona: documento <strong>in</strong>viato dalla professoressa Ramona Gonzalez Soler<br />

13 provenienza dei documenti francesi<br />

IUFM Bretagne: documento scaricato dal sito www.bretagne.iufm.fr/fformations.htm<br />

IUFM La Réunion: documento scaricato dal sito www.reunion.iufm.fr/<br />

IUFM Caen: documento <strong>in</strong>viato dal professor Thierry Arnoux<br />

IUFM Toulouse: documento <strong>in</strong>viato dal professor Franck Raymond<br />

14 L. Cé<strong>del</strong>le, La réforme des IUFM: des stages et des tuteurs, <strong>in</strong> Le monde de l'education, n°279, marzo<br />

2000, pag. 56-57<br />

15 R. Viganò, Pedagogia e sperimentazione. Metodi e strumenti per la ricerca educativa, Milano, Vita e<br />

pensiero, 1995, pag. 247<br />

16 R. Viganò, ibidem, pag. 247<br />

17 D. Demetrio, Raccontarsi. L'autobiografia come cura di sé, Milano, Raffaello Cort<strong>in</strong>a Editore, 1996,<br />

pag.10<br />

18 D. Demetrio, ibidem, pag.60<br />

19 S. Kanizsa, L'<strong>in</strong>tervista nella ricerca educativa, <strong>in</strong> S. Mantovani, La ricerca sul campo <strong>in</strong> educazione. I<br />

metodi qualitativi, Milano, Bruno Mondadori, 1995, pag. 54<br />

20 A. Melucci, Verso una sociologia riflessiva. Ricerca qualitativa e cultura, Bologna, Il mul<strong>in</strong>o, 1998,<br />

pag. 17<br />

21 A. Margarone, Apprendere sperimentando. Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> professionale <strong>del</strong>l'assistente sociale, Firenze, La<br />

Nuova Italia Scientifica, 1994, pag. 37<br />

22 P. Bertol<strong>in</strong>i, G. Balduzzi, Manuale <strong>del</strong> docente, Bologna, Zanichelli, 1990, pag. 6<br />

23 A. Borsese, Tiroc<strong>in</strong>io e figure di raccordo università-scuola, <strong>in</strong> Insegnare 11-12/95, pag. 19


24 E. Nigris, Un nuovo rapporto fra ricerca e <strong>in</strong>novazione: la ricerca-azione, <strong>in</strong> S. Mantovani, La ricerca<br />

sul campo <strong>in</strong> educazione. I metodi qualitativi, Milano, Bruno Mondadori, 1995, pag. 164<br />

25 E. Nigris, ibidem, pag. 167<br />

26<br />

cfr. E. Nigris, ibidem, pag. 172-178<br />

27<br />

R. Sant<strong>in</strong>i, La ricerca-azione e la formazione universitaria dei maestri, <strong>in</strong> A. Visalberghi, Atti <strong>del</strong><br />

convegno <strong>del</strong> 23 e 24 ottobre 1996 su "i problemi <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>", pag. 53<br />

28<br />

C. Scaglioso, Importanza e ruolo <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, <strong>in</strong> L. Santelli Beccegato, Formazione docente e<br />

curricoli universitari, Lecce, Ed<strong>in</strong>ova, 1992, pag. 49<br />

29<br />

cfr. G. Sarchielli, Evoluzioni <strong>del</strong>le professioni e significati <strong>del</strong> <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>, <strong>in</strong> A. Castellucci, Viaggi<br />

guidati. Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e il processo tutoriale nelle professioni sociali e sanitarie, Milano, FrancoAngeli,<br />

1997, pag. 43-44<br />

30<br />

cfr. F. Frabboni, L. Guerra, E. Lod<strong>in</strong>i, Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nella formazione <strong>del</strong>l'operatore socioeducativo,<br />

Firenze, La Nuova Italia Scientifica, 1995, pag. 71-73<br />

31<br />

cfr. G.M. Cabigiosu, A. Cecch<strong>in</strong>, Progettare il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> formativo, Vicenza, PPS editore, 1996, pag.<br />

30-31<br />

32<br />

cfr. E. B. Refolo, M.P.S. Giancristoforo, La formazione nell'età adulta. Alcune riflessioni<br />

sull'apprendimento nel <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> di servizio sociale, Trieste, edizioni LINT, 1995, pag. 94<br />

33<br />

cfr. M. Urbanowsky, M. Dwyer, L'apprendimento nel <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>: una guida per supervisori e studenti,<br />

Milano, Vita e pensiero, 1995, pag. 74-75<br />

34<br />

A. Chionna, La questione <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>: l'esperienza elaborata nel I <strong>in</strong>dirizzo <strong>del</strong> corso di laurea <strong>in</strong> scienze<br />

<strong>del</strong>l'educazione - Università di Bari, <strong>in</strong> L. Santelli Beccegato, La scuola di specializzazione per<br />

l'<strong>in</strong>segnamento, atti sem<strong>in</strong>ario C.I.R.D., Bari 25-26 gennaio 1996, pag. 164<br />

35<br />

M. Tixi, Insegnanti di classe e progetto di <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong>: contributo alla def<strong>in</strong>izione di un ruolo complesso,<br />

atti <strong>del</strong> sem<strong>in</strong>ario su "Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nella formazione <strong>in</strong>iziale degli <strong>in</strong>segnanti", Roma, 22-23/10/1999<br />

36<br />

cfr. C. Bisleri, La supervisione. Orientamenti ed esperienze di guida dei tiroc<strong>in</strong>i professionali, Milano,<br />

FrancoAngeli, 1995,<br />

pag. 101-102<br />

37<br />

P. Mottana, La funzione <strong>del</strong>la tutorship nel processo affettivo di apprendimento, 1990, dattiloscritto<br />

38<br />

cfr. L. Saiani, Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nelle professioni socio-sanitarie ed educative, <strong>in</strong> A. Castellucci, op. cit., pag.<br />

69<br />

39<br />

cfr. L. Saiani, ibidem, pag. 78-79<br />

40<br />

cfr. C. Bisleri, La supervisione. Orientamenti ed esperienze di guida dei tiroc<strong>in</strong>i professionali, Milano,<br />

FrancoAngeli, 1995, pag. 39-41<br />

41 P. Mottana, La funzione <strong>del</strong>la tutorship nel processo affettivo di apprendimento, 1990, dattiloscritto<br />

42<br />

P. Mottana, ibidem<br />

43<br />

P. Mottana, ibidem<br />

44<br />

P. Mottana, ibidem<br />

45<br />

Anzellotti, <strong>in</strong>tervento, atti <strong>del</strong> sem<strong>in</strong>ario su "Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nella formazione <strong>in</strong>iziale degli <strong>in</strong>segnanti",<br />

Roma, 22-23/10/1999<br />

46<br />

G. Luzzato, Insegnare a <strong>in</strong>segnare, Roma, Carocci, 1999, pag. 78<br />

47<br />

M. Corsi, Il laboratorio didattico ovvero l'unitarietà <strong>del</strong> suo mo<strong>del</strong>lo formale, <strong>in</strong> Università e scuola,<br />

1/R, 1998, pag. 11<br />

48<br />

F. Frabboni, L. Guerra, E. Lod<strong>in</strong>i, Il <strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> nella formazione <strong>del</strong>l'operatore socioeducativo, Firenze,<br />

La Nuova Italia Scientifica, 1995, pag. 43-44<br />

49<br />

N. Paparella, Il laboratorio di ricerca didattica, <strong>in</strong> L. Santelli Beccegato, Formazione docente e<br />

curricoli universitari, Lecce, Ed<strong>in</strong>ova, 1992, pag. 62<br />

50<br />

Università degli studi di Firenze, Facoltà di scienze <strong>del</strong>la formazione, I laboratori didattici <strong>del</strong><br />

dipartimento di scienze <strong>del</strong>l'educazione, Marco <strong>del</strong> Bucchia editore, 1998, pag. 11<br />

51<br />

cfr E. Damiano, Tra il fare e il dire. Mo<strong>del</strong>li di laboratorio nell'esperienza e nella ricerca<br />

<strong>in</strong>ternazionale, <strong>in</strong> G. Dalle Fratte, La scuola e l'università nella formazione primaria degli <strong>in</strong>segnanti. Il<br />

<strong>tiroc<strong>in</strong>io</strong> e il laboratorio, Milano, FrancoAngeli, 1998, pag. 176<br />

52<br />

cfr E. Damiano, ibidem, pag. 177<br />

53<br />

cfr E. Damiano, ibidem, pag. 180-182<br />

54<br />

Università degli studi di Trento, Rapporto sulle <strong>in</strong>iziative universitarie per la formazione <strong>in</strong>iziale degli<br />

<strong>in</strong>segnanti, Trento, 1997<br />

55 N. Paparella, Il laboratorio di ricerca didattica, <strong>in</strong> L. Santelli Beccegato, Formazione docente e<br />

curricoli universitari, Lecce, Ed<strong>in</strong>ova, 1992, pag. 73

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