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OTTOBRE 2006<br />
<strong>AL</strong> <strong>LUMICINO</strong><br />
Scuola, dialogo tra religioni, società e mercato<br />
“Poste Italiane. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Torino n° 7 Anno 2006”- € 1,00
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Servizio Abbonamenti MANDRAGOLA Editrice società cooperativa di giornalisti<br />
via Nazionale, 5 - 00184 Roma<br />
tel 06.47881106 - fax 06.47823175N I<br />
OTTOBRE 2006<br />
<strong>AL</strong> <strong>LUMICINO</strong><br />
Scuola, dialogo tra religioni, società e mercato<br />
Direttore responsabile<br />
Renato Truce<br />
Vice direttore<br />
Lidia Gattini<br />
Segreteria di redazione<br />
Sonia Fiore<br />
Coordinamento redazioni scolastiche<br />
Simonetta Mitola, Eleonora Fortunato<br />
Redazione di Torino<br />
Luisa Angela Allera, Pasquale Mangano,<br />
Giuseppina Pignataro, Stefania Russo<br />
corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To)<br />
tel. 011.7072647/ 283 - fax 011.7707005<br />
e-mail: redazione@zai.net<br />
Redazione di Savona<br />
via Amendola - 17100 Savona<br />
Presso C.F.P. Varaldo<br />
e-mail: redazione.savona@zai.net<br />
Redazione di Roma<br />
Simona Neri<br />
via Nazionale, 5 - 00184 Roma<br />
tel. 06.47881106 - fax 06.47823175<br />
e-mail: redazione.roma@zai.net<br />
Hanno collaborato<br />
Giovanni Battaglio, Roberto Bertoni, Serena<br />
Braida, Irene Cellamare, Chiara Colasanti,<br />
Emanuele Colonnese, Pasquale D’Acunzo,<br />
Domenico Ferrara, Jacopo Lenigno, Marina<br />
Marchese, Matteo Marchetti, Anthony<br />
Masserey, Livia Panascì, Luca Sappino,<br />
Anna Schiavulli, Francesco Testi.<br />
Impaginazione<br />
Manuela Pace<br />
Illustrazioni<br />
Alessandro Pozzi<br />
Fotografie e fotoservizi<br />
Circolo di Sophia, Fabrizio Caratto,<br />
Massimiliano T., Agenzia Infophoto<br />
Sito web: www.zai.net<br />
Davide Lattanzio, Eleonora Fortunato,<br />
Francesco Tota<br />
Editore<br />
Mandragola Editrice<br />
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via Nota, 7 - 10122 Torino<br />
Stampa<br />
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10099 S. Mauro (To)<br />
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<strong>Zai</strong>.net Lab<br />
Anno V / n. 7 - ottobre 2006<br />
Autorizzazione del Tribunale di Roma<br />
n°486 del 05/08/2002<br />
Abbonamento annuale: 7 euro (9 numeri)<br />
Servizio Abbonamenti MANDRAGOLA Editrice<br />
società cooperativa di giornalisti<br />
via Nazionale, 5 - 00184 Roma<br />
tel 06.47881106 - fax 06.47823175<br />
Questo periodico è associato<br />
all’Unione Stampa Periodica Italiana<br />
Di cosa parliamo su questo numero?<br />
«I giovani sono vittima del peggiore degli inganni» ci ha<br />
dichiarato il premio Nobel Josè Saramago, riferendosi al<br />
mondo di oggi.<br />
E di inganni su questo numero ne abbiamo individuati tanti,<br />
forse frutto della globalizzazione, forse a causa delle religioni<br />
che in nome di tanti begli ideali ci mettono gli uni contro gli<br />
altri, o magari a causa del sistema economico basato solo sul<br />
profitto, la cui logica disumana governa le nostre storie.<br />
La scuola, invece, dovrebbe seguire altri modelli e certamente<br />
non divenire un’azienda. Ecco la lezione più importante che<br />
abbiamo ricavato dal confronto con Mariangela Bastico,<br />
sottosegretario al Ministero della Pubblica Istruzione, che ha<br />
risposto ai nostri dubbi e alle tante domande sui cambiamenti<br />
in arrivo. L’ampio servizio lo trovate in apertura insieme alle<br />
considerazioni, serie e scanzonate, degli studenti.<br />
Con Magdi Allam, firma illustre del giornalismo italiano, siamo<br />
tornati a parlare di integrazione, interessandoci soprattutto<br />
dell’Islam: gli attentati degli ultimi anni e gli episodi di tensione<br />
sempre più frequenti hanno suscitato commenti, riflessioni e<br />
preoccupazioni.<br />
C’è poi una storia straordinaria di coraggio, il coraggio delle<br />
donne. Una regista indiana, Deepa Mehta, nel tentativo di<br />
demistificare uno dei lati più oscuri e incomprensibili della sua<br />
amata India ha rischiato e rischia tuttora perfino la vita: nel suo<br />
ultimo film, “Water”, nelle sale in questi giorni, ha portato in<br />
scena il dramma delle spose bambine e delle vedove,<br />
suscitando l’ira e la contestazione violenta dell’estrema destra<br />
induista. Al suo film abbiamo dedicato la nostra copertina.<br />
Infine, visto che per le donne occidentali la ricerca della<br />
bellezza ad ogni costo può diventare un’altra forma di<br />
schiavitù, sebbene meno drammatica, abbiamo intervistato la<br />
scrittrice Loredana Frescura, autrice di un originale “Elogio alla<br />
bruttezza”, cercando di smascherare con ironia questo grande<br />
inganno: chi l’ha detto che per essere felici bisogna ‘odorare di<br />
perfezione’? La bellezza, lontana dagli stereotipi, abita nelle<br />
cose più semplici.<br />
Buona lettura!<br />
Il progetto <strong>Zai</strong>.net è realizzato in collaborazione con<br />
Centro Unesco di Torino
13<br />
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26<br />
ATTU<strong>AL</strong>ITA’<br />
L’ORA DI INTEGRAZIONE<br />
A colloquio con<br />
Magdi Allam<br />
GIOVANI CRITICI<br />
«NON CHIAMATEMI<br />
CASSANDRA»<br />
Intervista con il premio<br />
Nobel José Saramago<br />
QUANDO C’ERANO<br />
PEPPONE E<br />
DON CAMILLO<br />
Un libro ci aiuta a riflettere<br />
sulla difficoltà di dialogare<br />
in politica<br />
LETTERA A<br />
ORIANA F<strong>AL</strong>LACI<br />
Un ricordo della grande<br />
giornalista scomparsa<br />
LA RIVINCITA DEI BRUTTI<br />
Loredana Frescura e il suo<br />
Elogio alla bruttezza<br />
LA MIA SICILIA<br />
TRA SOGNO E RE<strong>AL</strong>TA’<br />
Intervista con<br />
Donatella Finocchiaro<br />
IL CORAGGIO DI DEEPA<br />
Water: uno scorcio<br />
sull’India delle spose<br />
bambine e vedove<br />
ATTU<strong>AL</strong>ITA’<br />
«Poi comincia er<br />
tormento della scola»<br />
Buoni propositi da mantenere,<br />
autonomie da salvaguardare, riforme<br />
da fermare: un racconto più o meno<br />
inedito della scuola italiana<br />
6<br />
LE SOLE 24 ORE<br />
PIU’ LIBERI DI<br />
CONCORRERE<br />
Il Decreto Bersani sulle<br />
liberalizzazioni ci farà<br />
davvero risparmiare?<br />
MANGIA E VATTENE<br />
Pregi e difetti della<br />
ristorazione rapida. Il caso<br />
McDonald’s<br />
MUSICA<br />
UN FABBRICANTE<br />
DI CANZONI<br />
Il pluripremiato Simone<br />
Cristicchi ha ancora<br />
qualcosa di cui<br />
rammaricarsi<br />
STORIA DI UNA REGINA E<br />
DEL SUO PIANOFORTE<br />
Protagonisti del panorama<br />
‘indie’: Regina Spektor<br />
VIVAIO CREATIVO<br />
LA SARDEGNA<br />
CHE NON TI ASPETTI<br />
‘Arte sotto casa’ ci porta a<br />
Tempio Pausania<br />
FISICI IT<strong>AL</strong>IANI<br />
<strong>AL</strong>LA RISCOSSA<br />
La scienza compie il primo<br />
passo verso il teletrasporto<br />
38<br />
40<br />
30<br />
28<br />
44<br />
46
6<br />
Attualità<br />
«Poi comincia<br />
er tormento della<br />
scola»<br />
COSÌ GIUSEPPE GIOACCHINO BELLI, POETA<br />
ROMANESCO, SENTENZIAVA NEL SONETTO “LA<br />
VITA DELL’OMO”. UN TORMENTO CHE VIENE<br />
DA LONTANO E CHE IL GOVERNO DOVRÀ<br />
TENTARE DI <strong>AL</strong>LEVIARE. CON UN OCCHIO <strong>AL</strong>LA<br />
BORSA E UNO <strong>AL</strong> FUTURO<br />
di Matteo Marchetti e Jacopo Lenigno, 19 anni<br />
Roma<br />
Belli dixit. E questo, con eguale perentorietà anche<br />
se con diverso significato, può dire chiunque senta<br />
nominare ‘Finanziaria’ e ‘scuola’ nella stessa frase.<br />
Perché la scuola italiana è malata, gravemente malata:<br />
costa uno sproposito (secondo l’Ocse, l’Organizzazione<br />
per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico,<br />
100.000 dollari ad alunno per i 13 anni di percorso,<br />
23.000 più della media degli altri Paesi) e rende poco<br />
(l’Italia è penultima per numero di laureati,<br />
davanti soltanto alla Turchia). Un<br />
lusso inammissibile per un Paese del<br />
G8 che sta vedendo le sue imprese dileguarsi<br />
rapidamente in nome della delocalizzazione<br />
e del ‘colosso cinese’.<br />
Il rapporto Ocse fulmina l’Italia che<br />
commenta la Finanziaria e smonta le<br />
convinzioni di molti su un sistema formativo<br />
che si pensava andasse bene<br />
nonostante tutto e che, invece, si trova, barcollante, a<br />
contare i secondi prima della fine di un round fatto di<br />
troppi errori perché basti la buona volontà a tenerlo in<br />
piedi. Un sistema che ora rischia il collasso. E se crolla<br />
lui, crolliamo tutti: non abbiamo più un tenore di vita<br />
da rimesse degli emigrati, non abbiamo più aspettative<br />
come un posto alla pressa della FIAT, niente più<br />
valigie di cartone. Oggi vogliamo studiare e vogliamo<br />
che i nostri figli studino più di noi; a studiare, il più<br />
delle volte, ci andiamo, sfidando strutture fatiscenti<br />
(se non pericolose), insegnanti ottuagenari e una li-<br />
I test dei nostri<br />
quindicenni saranno<br />
anche scadenti, ma<br />
quanto piace il<br />
laureato italiano<br />
all’estero? Tantissimo,<br />
così tanto da<br />
alimentare<br />
un’inarrestabile<br />
emorragia di cervelli<br />
bertà che spesso fa rima con autorganizzazione.<br />
Parafrasando un<br />
famoso motto “scatole rotte, eppur<br />
bisogna andar”…<br />
Poi però subentrano tante cose: le<br />
tasse, i libri, gli affitti impossibili, i<br />
contratti a tempo e gli stage, quelli<br />
addirittura gratuiti. Va a finire che<br />
non ce la fai, ti accorgi che è assurdo<br />
che al bar sia un laureato in<br />
Legge a preparare i caffè e che un<br />
quasi medico attraversi la strada<br />
sbuffando per il peso della borsa di<br />
foto: Biondo/Infophoto un corriere espresso. E intanto, se<br />
devi lavorare per mantenerti, i tempi<br />
si allungano, ma non tutti hanno<br />
la pazienza o la possibilità di aspettare. Poi, una volta<br />
laureati, che fare? Via, con i tirocini e i praticantati, a<br />
far fotocopie o peggio, o alla SSIS e poi in lista al Provveditorato<br />
per una supplenza che, se arriverà, sarà in<br />
località buone giusto per Heidi e le sue caprette. Ma ragazzo<br />
mio, ormai hai trent’anni passati e<br />
quel lavoro nel negozio di dischi di<br />
fronte a casa comincia ad essere attraente<br />
in una maniera quasi inquietante.<br />
Allora, uno molla. Molla l’Università,<br />
ma molla anche la scuola: ormai il diploma<br />
non apre più nessuna porta, se<br />
non quella dell’Università stessa. Alla fine<br />
se non hai il tempo o il denaro per<br />
tutto questo elenco di intoppi, a che<br />
serve il diploma?<br />
«Un’Università aperta a tutti e che premi<br />
il merito e la qualità», sogna il Ministro<br />
Mussi. Purtroppo, senza risorse, il merito<br />
e la qualità bisogna poterseli permettere.<br />
Perché puoi essere bravo quanto vuoi,<br />
ma a Roma una stanza per uno studente<br />
costa a partire da 300 euro, mentre gli<br />
alloggi degli studentati sono fuori portata<br />
per lo studente medio (devi essere più<br />
o meno un incrocio fra Paperino e Pico<br />
de Paperis per accumulare i titoli necessari<br />
alla concessione).<br />
E intanto i docenti precari continuano a<br />
sperare che un ‘elefante costoso’ come<br />
la scuola italiana si ricordi di loro. Perché in Italia (la<br />
fonte è sempre l’Ocse) c’è il rapporto docenti/alunni più<br />
basso dei 30 Paesi presi in esame (1/18 contro l’1/21,5<br />
della media), ma anche il numero di ore scolastiche risulta<br />
il più basso di tutti (674 contro 1019). E se già<br />
quelli che ci sono insegnano troppo poco, che speranza<br />
hanno altri di raggiungerli?<br />
Intanto i sindacati protestano e il centro-destra gira il coltello<br />
nella piaga: l’attuale maggioranza, quando era opposizione,<br />
aveva protestato troppo contro i tagli all’Istruzione<br />
lasciando intendere di essere più capace di quanto<br />
non sia. Il bilancio è un colabrodo per chiunque. «Queste<br />
critiche si commentano da sole. Credo che il problema<br />
che merita una risposta sia piuttosto perché in questo<br />
Paese l’istruzione non riesca ad ottenere le risorse<br />
che da principio annunciamo e che meriterebbe», dice<br />
Giuseppe Fioroni, Ministro di un’Istruzione tornata finalmente<br />
Pubblica. Perché si fa presto a dire ‘taglio’ o ‘razionalizzazione’,<br />
ma poi si pagano i conti, come sta succedendo<br />
ora.<br />
AUTONOMIA, <strong>AL</strong>TERNANZA SCUOLA-<br />
LAVORO, SCUOLE PRIVATE, : LA PAROLA <strong>AL</strong><br />
VICE MINISTRO<br />
La scuola italiana paga da troppo tempo le spese folli dei<br />
vari Governi: « Abbiamo già effettuato quasi 300 milioni<br />
di tagli, cifra più elevata fra tutti i Ministeri».<br />
300 milioni. Lo Stato sostiene ancora, artificiosamente,<br />
aziende il cui unico merito è di avere qui la sede legale,<br />
perché le fabbriche hanno raggiunto mandarini e bonzi<br />
nella misteriosa (e conveniente) Cina: serve che la bilancia<br />
commerciale sia in attivo, no? Sostiene enti pubblici<br />
inutili, spirali burocratiche che avrebbero dovuto<br />
cambiarci la vita e che invece ce la fanno perdere in interminabili<br />
code e corridoi. Spendiamo, come Paese, miliardi<br />
di euro in fregnacce (come diciamo a Roma), ma<br />
fonte: OCSE/repubblica.it<br />
7
Attualità<br />
8 9<br />
poi la prima cosa su cui andiamo a risparmiare è il nostro<br />
futuro, la nostra unica speranza: l’istruzione. Rinforzando<br />
solo ed esclusivamente gli avversari: perché i test<br />
dell’Ocse dei nostri quindicenni saranno anche scadenti,<br />
ma quanto piace il laureato italiano all’estero? Tantissimo,<br />
così tanto da alimentare un’inarrestabile emorragia<br />
di cervelli che ci sta costando la generazione,<br />
mentre (almeno fino ad oggi) nel Palazzo<br />
si resta convinti che per far funzionare<br />
una scuola siano sufficienti<br />
sedie, tavoli, una lavagna,<br />
gessetti colorati e tanta, tanta<br />
pazienza da parte dei docenti<br />
(che non a caso l’On. Walter<br />
Tocci ha definito ‘eroi civili’).<br />
Sarà ancora così? L’abbiamo<br />
chiesto a Mariangela Bastico,<br />
Sottosegretario all’Istruzione.<br />
Dopo gli ‘spacchettamenti’<br />
dei superministeri creati dal<br />
precedente governo, il MIUR<br />
(Ministero dell’Istruzione, Università<br />
e Ricerca, ndr) è tornato alla denominazione<br />
storica, Ministero della<br />
Pubblica Istruzione. Il ritorno della parola<br />
‘Pubblica’ può essere considerato come un segnale<br />
politico?<br />
«Certamente, è stato, simbolicamente, il primo atto compiuto<br />
dal nuovo Ministro. Indica una linea politica coerente,<br />
col fine ultimo di realizzare e qualificare ulteriormente<br />
una scuola pubblica e di qualità, che si preoccupi di non lasciare<br />
indietro nessuno. La parola ‘pubblica’ sta a ricordare<br />
le indicazioni costituzionali e, più in generale, la funzione<br />
sociale che deve svolgere la scuola, diritto più che fondamentale<br />
nella nostra società. Un diritto che va tutelato».<br />
Attualmente la scuola italiana, come più in generale l’intero<br />
sistema-Paese, vive un momento difficile, a causa<br />
della delicata situazione finanziaria dell’erario. Quali sono<br />
i principali capitoli di spesa che lei vuole salvaguardare<br />
(l’intervista è stata realizzata prima che la Finanziaria<br />
2007 venisse varata, nnddrr)?<br />
«L’autonomia scolastica va valorizzata e proprio l’autonomia<br />
può aiutarci in questo, elaborando nuove razionalizzazioni<br />
della spesa e progetti nuovi. Poi, ovviamente,<br />
ci sono stanziamenti ‘a fondo perduto’ per iniziative<br />
che vanno dall’aumento a 16 anni dell’obbligo scolastico,<br />
alla formazione degli adulti, fino all’incremento del<br />
numero di asili pubblici sul territorio, oggi decisamente<br />
insufficiente».<br />
Lei ha parlato della questione dell’autonomia, che è piuttosto<br />
controversa: l’esperienza personale insegna che,<br />
con le normative attuali, il Dirigente Scolastico è gravato<br />
di una serie di compiti amministrativi che ne ostacolano<br />
l’opera di coordinamento della didattica. Non crede sia<br />
necessaria negli Istituti una riorganizzazione del personale<br />
in modo da scorporare le funzioni economico-finanziarie<br />
e quelle invece più prettamente scolastiche?<br />
«Assolutamente sì: l’autonomia, nel periodo morattiano,<br />
è stata più di nome che di fatto. Possiamo infatti notare<br />
che sono state ridotte drasticamente le risorse, mentre<br />
allo stesso tempo venivano varate una serie di nor-<br />
me molto prescrittive che soffocavano la libertà d’azione<br />
delle scuole. Oggi quindi dobbiamo ricostruire, valorizzare<br />
e sostenere l’autonomia. Prima di parlare di autonomia,<br />
però, bisogna avere ben chiaro che tipo di scuola<br />
si voglia costruire con questa autonomia».<br />
Ecco, a che tipo di scuola si fa riferimento? Nella passata<br />
legislatura si aveva in testa per lo più<br />
il sistema americano…<br />
«La scuola è innanzitutto una comunità,<br />
una comunità composta di<br />
studenti, docenti, dirigenti scolastici,<br />
personale ATA e genitori.<br />
Comunità, non azienda.<br />
Per noi la scuola pubblica<br />
non può essere considerata<br />
un’azienda, né può subire la<br />
logica della concorrenza. Il<br />
mercato, l’impresa… Stiamo<br />
FINANZIARIA 2007:<br />
LE NOVITA’ PER LA SCUOLA<br />
Ecco i punti della nuova manovra finanziaria<br />
del Governo che ci riguardano da vicino:<br />
EDILIZIA SCOLASTICA - Stanziati 250 milioni di euro in tre anni.<br />
Regioni ed enti locali attiveranno ciascuno finanziamenti di pari<br />
importo per l’edilizia scolastica. Solo a seguito di questi patti di<br />
intervento finanziati per un terzo dallo Stato un terzo dalle<br />
Regioni e un terzo dagli enti locali potrà essere concessa la<br />
proroga per la messa a norma degli edifici fino al 2009.<br />
OBBLIGO DI ISTRUZIONE A 16 ANNI - L’obbligo scolastico verr à<br />
elevato a 16 anni con l’istituzione di un biennio unitario e il<br />
conseguente innalzamento dell’età per l’accesso al lavoro dai<br />
15 ai 16 anni.<br />
AUTONOMIA SCOLASTICA - Il Ministero attribuirà direttamente<br />
alle scuole la somma per le autonomie scolastiche, portandola da<br />
100 milioni di euro a 2 miliardi e 700 milioni. I fondi serviranno<br />
per il funzionamento amministrativo e la gestione dei servizi.<br />
LIBRI DI TESTO - Per ridurre i costi delle famiglie è autorizzato il<br />
noleggio dei libri di testo da parte delle istituzioni scolastiche,<br />
delle reti di scuole e delle associazioni di genitori. La Finanziaria<br />
estende poi le agevolazioni sull’acquisto dei libri di testo previste<br />
per le scuole medie inferiori anche al biennio delle superiori.<br />
INNOVAZIONE TECNOLOGICA - Stanziati 30 milioni di euro<br />
l’anno a sevizio degli studenti e introdotta la defiscalizzazione di<br />
1000 euro per tutti gli insegnanti, anche quelli con incarico per un<br />
anno, per la spesa effettuata per l’acquisto di personal computer.<br />
ISTRUZIONE TECNICA - Per la prima volta gli IFTS, Istruzione<br />
Formazione Tecnica Superiore, faranno parte dell’Ordinamento<br />
nazionale dell’Istruzione. Si tratta di un’offerta formativa postdiploma<br />
ad alta specializzazione, alternativa al percorso<br />
universitario, la cui promozione servirà a valorizzare la cultura<br />
tecnico scientifica.<br />
Per saperne di più, visita i siti:<br />
www.istruzione.it e www.tuttoscuola.com<br />
cercando di ‘depurare’ persino il nostro vocabolario da<br />
certe espressioni».<br />
E una volta stabilito che la scuola è una comunità, quali<br />
possono essere i prossimi passi?<br />
«Bisognerà consolidare gli strumenti che possono renderla<br />
tale, a partire, come dite voi, dal rafforzamento del<br />
ruolo dell’autonomia come espressione del progetto educativo:<br />
dovremo liberare le autonomie dai troppi impedimenti<br />
di carattere amministrativo che le hanno schiacciate,<br />
arrivando anche, se necessario, a portare al di fuori<br />
delle autonomie stesse alcune funzioni di carattere amministrativo,<br />
rafforzando così il ruolo di<br />
ricerca, innovazione e punto di riferi-<br />
mento per il territorio che noi vogliamo<br />
per le nostre istituzioni scolastiche. A<br />
questo serve l’autonomia».<br />
Sia nel programma elettorale pubblicato<br />
in febbraio, sia nelle prime di-<br />
chiarazioni da neo ministro di Giuseppe Fioroni, si è<br />
sempre promessa una netta discontinuità con la gestione<br />
Moratti. Se però poi andiamo a vedere i fatti,<br />
ampie sezioni della sua discussissima riforma sono ancora<br />
in vigore…<br />
«Questa è stata una nostra precisa scelta: a differenza di<br />
quanto fatto dalla Moratti con la Legge 30 (la cosiddetta<br />
Riforma Berlinguer), abbiamo deciso di non abrogare<br />
completamente la riforma studiata dal centrodestra. Direi<br />
che, più che col martello, stiamo usando (per dirla<br />
con il Presidente Prodi) un cacciavite per smontare la legislazione<br />
stesa dal governo precedente, per colpirla nei<br />
punti chiave».<br />
Vista la veemenza della vostra opposizione parlamentare,<br />
qualcuno si aspettava molto di più…<br />
«Ma non si può sottoporre un settore delicato come la<br />
scuola a terremoti sconvolgenti ogni cinque anni! Bisogna<br />
anche avere la pazienza di saper stendere una buona<br />
Riforma, senza alcuna fretta. Dobbiamo anche consi-<br />
derare che abrogarne una comporta poi un pericoloso<br />
vuoto legislativo. Tanto più che alcune delle norme promulgate<br />
dalla Moratti, quelle che ritenevamo più dannose<br />
o pericolose, sono state già sospese, rinviate (ma solo<br />
per darci il tempo di stendere la nostra, certo non per<br />
metterle un giorno in vigore) o abrogate».<br />
Per esempio?<br />
«Per quanto riguarda il primo ciclo abbiamo abolito il tutor,<br />
il portfolio, la cosiddetta “primina”, la possibilità di<br />
materie opzionali scelte di volta in volta dalle famiglie,<br />
abbiamo reistituito il tempo pieno. Nei licei è stata bloc-<br />
Più che un martello, stiamo usando (per<br />
dirla con il Presidente Prodi) un cacciavite per<br />
smontare la legislazione stesa dal governo<br />
precedente<br />
cata immediatamente la sperimentazione e rinviato la riforma<br />
all’anno scolastico 2008-2009, non per applicarla<br />
ma per modificarla, cancellando innanzitutto la scelta, a<br />
nostro avviso troppo precoce, fra lavoro e liceo a 13 anni.<br />
Alzando l’età di questa scelta, si ristabilisce un ulteriore<br />
biennio formativo a conclusione della scuola dell’obbligo,<br />
che nella precedente legislatura era stato “sottratto”<br />
agli studenti che avessero voluto intraprendere<br />
un percorso di formazione professionale. Ricordiamo anche<br />
che in questo modo la scelta fra formazione professionale<br />
e istruzione avviene ad un’età sicuramente più<br />
matura…».<br />
Uno dei problemi forti della Riforma era la cosiddetta alternanza<br />
scuola-lavoro, che finisce col fornire manodopera<br />
a basso costo alle aziende. Pur tenendo conto dell’ìmportanza<br />
che riveste l’esperienza lavorativa, d’altronde<br />
non si può lasciare i ragazzi senza tutela in un mondo<br />
del lavoro difficile come quello italiano…<br />
«Il giudizio mi sembra un po’ esagerato, la scuola italia
10<br />
Attualità<br />
na non ha fornito manodopera gratuita: nell’ambito delle<br />
varie autonomie, con la supervisione del Ministero, i<br />
progetti varati sono stati tutti di grande validità formativa.<br />
Questo ruolo va però rafforzato, e molto. Inoltre, vanno<br />
definiti standard, regole precostituite a livello nazionale.<br />
Oggi c’è un vuoto legislativo spaventoso, possiamo<br />
chiamare alternanza sia uno stage, anche brevissimo, sia<br />
un impegno di 3-400 ore. Di concerto con le Regioni bisogna<br />
dunque fissare riferimenti di qualità, per codificarne<br />
la validità formativa. Credo sia<br />
anche importante legare maggior-<br />
mente scuole e mondo del lavoro,<br />
non nell’ottica di un ‘addestramento’<br />
precoce, ma di inserimento nel meccanismo<br />
produttivo, nelle norme di<br />
sicurezza, nelle dinamiche di un posto<br />
di lavoro. Oggi le scuole non rendono<br />
un ragazzo preparato a ciò che<br />
lo aspetta. Primaria è però la stesura<br />
delle regole, perché il rischio ‘addestramento’<br />
è sempre in agguato».<br />
Una piaga che affligge da tempo la<br />
scuola italiana è il fenomeno del ‘precariato<br />
storico’. Alcuni settori del<br />
mondo della scuola sono rimasti piuttosto seccati dal provvedimento<br />
che immette in ruolo, da settembre 2005 alla fine<br />
del 2006, quasi 15000 insegnanti di religione cattolica…<br />
«Il precariato è per il nostro sistema scolastico un’emergenza<br />
grave e come tale lo stiamo affrontando, con l’immissione<br />
di 20000 precari e 3500 ATA. Questo piano fu<br />
elaborato dal governo Berlusconi senza un’adeguata copertura<br />
finanziaria e pertanto la sua realizzazione è gravata<br />
esclusivamente sul governo Prodi, che lo ha realizzato<br />
proprio perché convinto delle necessità di un ricambio<br />
generazionale: i docenti che vanno in pensione devono<br />
essere rimpiazzati da personale di ruolo e non da<br />
eterni supplenti. È allo studio un piano per cui, nel giro<br />
fonte: Cittadinanzattiva<br />
Questa è la strada:<br />
ridurre sempre di più<br />
la promiscuità, anche<br />
finanziaria, con le<br />
scuole private e<br />
rafforzare invece la<br />
collaborazione con<br />
quelle paritarie<br />
di tre o quattro anni, il precariato storico verrà riassorbito.<br />
Riguardo agli insegnanti di religione, le immissioni di<br />
questo anno scolastico erano previste in un piano triennale<br />
fortemente voluto dalla Moratti e che sarebbe stato<br />
poco serio da parte nostra disattendere, anche in virtù<br />
del fatto che questa sarà l’ultima annualità prevista dal<br />
piano. Così come abbiamo rispettato i piani del precedente<br />
governo per quanto riguarda i precari, così abbiamo<br />
ritenuto opportuno farlo con gli insegnanti di religione,<br />
in quanto, va ricordato, il governo<br />
rappresenta lo Stato come istitu-<br />
zione, non una sola parte».<br />
Altro tema oggetto di polemiche è<br />
stato il famigerato esame di maturità<br />
con commissione esclusivamente<br />
interna: il sistema di competizione<br />
fra istituti che lei ricordava prima, la<br />
‘classificazione’ delle scuole in base<br />
ai risultati, sommati all’autoreferenzialità<br />
della commissione, sollevavano<br />
parecchi dubbi sulla validità dell’esame<br />
stesso…<br />
«Sono convinta che da parte del centrodestra<br />
esistesse un preciso disegno<br />
nel campo dell’istruzione: l’abolizione del valore legale del<br />
titolo di studio. Questa sarebbe stata un’azione molto grave,<br />
visto che si sarebbe stabilito un mercato in cui solo le<br />
scuole con un certo nome avrebbero potuto rilasciare diplomi<br />
di un qualche valore, mentre gli altri istituti sarebbero<br />
stati malamente declassati. Trovo molto importante che<br />
questo disegno sia stato fermato, anche grazie ad un provvedimento<br />
(che è già stato approvato dal Consiglio dei Ministri<br />
e che a breve passerà al Senato) mirato a restituire<br />
serietà all’esame di Stato. Con queste nuove norme si reistituisce<br />
la commissione ‘mista’, arginando così il fenomeno<br />
dei ‘diplomifici’, scuole, private e non, che con criteri<br />
di valutazione decisamente troppo larghi rendevano<br />
estremamente facile il<br />
conseguimento di un diplo-<br />
ma di scuola superiore. Da notare anche il ripristino della<br />
valutazione di ammissione all’esame, per valorizzare maggiormente<br />
il percorso scolastico nella sua interezza. Norma<br />
di fondamentale importanza è, a mio avviso, l’obbligo di<br />
saldare tutti i debiti formativi contratti durante gli anni precedenti,<br />
pena la non ammissione all’esame».<br />
Già mi sembra di vedere i maturandi di quest’anno<br />
strapparsi i capelli! Sembra un esame decisamente più<br />
ostico di quello sostenuto dai loro predecessori…<br />
«Non è questione di difficoltà, o di<br />
severità fine a se stessa: senza una<br />
prova finale degna di questo nome,<br />
il titolo di studio perde notevolmente<br />
valore, a prescindere dalla valutazione…<br />
Basta pensare che le Università<br />
neanche chiedevano più il voto<br />
di maturità».<br />
A proposito di Università, va ricordato<br />
che spesso la scelta della facoltà da<br />
parte dei neo-diplomati avviene nella<br />
solitudine più totale, quasi saltando<br />
nel buio. Ci sono misure allo studio in<br />
questo senso, per facilitare la scelta?<br />
«Nel disegno di legge sugli esami di<br />
maturità vi è anche una maggiore valorizzazione dell’orientamento<br />
e più in generale un avvicinamento notevole delle<br />
Università alle scuole superiori, specie nell’ultimo anno».<br />
Tornando al pericolo ‘diplomifici’, in Italia esiste comunque<br />
un sistema di istruzione concorrenziale a quello statale:<br />
le scuole private. I giovani di Forza Italia hanno protestato<br />
con veeemenza contro l’abolizione dei ‘buoni<br />
scuola’. Si sente di rispondere?<br />
«Noi siamo fortemente contrari alla logica dei buoni, sia<br />
perché vengono attribuiti senza discriminazione in base<br />
al reddito (e quindi conferiti anche ai redditi più alti), sia<br />
perché, ancora una volta, la scuola veniva collocata in<br />
una logica di mercato,<br />
Un rapporto di<br />
collaborazione<br />
paritaria può essere<br />
ammissibile solo ove<br />
la rete di servizio<br />
pubblico sia carente,<br />
come nel caso delle<br />
scuola d’infanzia<br />
11<br />
in cui il buono veniva ‘speso’ per una scuola o per un’altra,<br />
con la stessa naturalezza con cui si spenderebbe un<br />
buono spesa per un detersivo. Un rapporto di collaborazione<br />
paritaria può essere ammissibile solo ove la rete<br />
di servizio pubblico sia carente, come nel caso delle<br />
scuole dell’infanzia, dove la rete di scuole pubbliche non<br />
copre ancora sufficientemente il territorio. In casi come<br />
questi le scuole paritarie (con un’offerta formativa conforme<br />
alle scuole statali, ndr) vanno a integrare l’offerta<br />
scolastica dello Stato, che in virtù di<br />
questo, infatti, le riconosce a pieno<br />
titolo (legge 62). Dall’altro lato ab-<br />
biamo, invece, fermato le scuole totalmente<br />
private che, con le cosiddette<br />
‘primine’ facevano saltare un<br />
intero anno ai bambini. Questa è la<br />
strada: ridurre sempre di più la promiscuità,<br />
anche finanziaria, con le<br />
scuole private e rafforzare invece la<br />
collaborazione con quelle paritarie,<br />
che vanno sfruttate come una risorsa<br />
importante».<br />
Lei è stata incaricata di stendere la<br />
proposta di riforma scolastica del<br />
Governo: la Moratti, a suo tempo, riunì una sorta di ‘parlamentino’<br />
che includeva studenti, insegnanti, ATA, genitori<br />
e gli ‘esperti’ del Ministero, con i risultati che conosciamo.<br />
Lei si farà portatrice delle medesime istanze di<br />
‘concertazione’?<br />
«La priorità assoluta per ridefinire la scuola che vogliamo<br />
è la riscrittura delle ‘indicazioni’, approvate dalla Moratti<br />
come legge e cancellabili da un nuovo regolamento. Le<br />
‘indicazioni’ contengono gli obiettivi didattici del percorso<br />
formativo degli studenti - furono stese e raccolte dal<br />
prof. Bertagna in una sorta di ‘volumone’ di circa 250 pagine.<br />
Questo fu un ulteriore svilimento dell’autonomia<br />
scolastica, visto che Bertagna, a nome del Ministro, scendeva<br />
nei particolari più infinitesimali, illustrando anno<br />
per anno, minuto per minuto, cosa i docenti dovessero<br />
insegnare e cosa i ragazzi dovessero<br />
apprendere. La modifica di queste indicazioni<br />
è prioritaria, vanno trasformate in un<br />
vademecum per le scuole dell’autonomia;<br />
la stesura sarà curata da una commissione<br />
ministeriale coadiuvata da altre sottocommissioni<br />
che approfondiscano temi<br />
specifici, riguardo ai curricula (italiano,<br />
storia, lingue…) e agli indirizzi (scuola<br />
dell’infanzia, elementare, medie inferiori,<br />
medie superiori…). A questo processo<br />
di stesura seguirà uno di ascolto del<br />
mondo della scuola, con eventuale ‘concertazione’<br />
con sindacati e forze della<br />
società interessate. Infine, come ultimo<br />
passo, un tavolo con le autonomie<br />
locali. Potrete trovarlo un sistema<br />
complesso, e in effetti lo è: prenderà<br />
all’incirca nove mesi, cosicché le nuove<br />
indicazioni siano pronte per il prossimo<br />
anno scolastico».<br />
M.M. J.L.
12<br />
Test<br />
SCUOLA:<br />
PIU' SERENA SENZA LETIZIA?<br />
di Emanuele Colonnese, 22 anni - Roma<br />
Il Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni pare aver dissotterrato l’ascia di<br />
guerra e prepara sostanziali novità nella gestione delle scuole italiane – in<br />
alcuni casi in netto contrasto col suo predecessore, la famigerata<br />
Moratti… Ne uscirà davvero qualcosa di buono e di nuovo? Ai posteri<br />
l’ardua sentenza… ma voi cos’è che cambiereste e come? Ma<br />
soprattutto, quanto siete aperti alle novità nel campo dell’istruzione?<br />
1. Aboliamo la primina…<br />
A Non ho una posizione precisa al riguardo<br />
B Un po’ mi rode, se non fosse stata la primina a<br />
portarmi avanti di un anno terminerei il liceo a ben<br />
trentadue anni invece che a trentuno.<br />
C Pure io fatto la primina, ma non ho mai terminato<br />
la scuola elementare. Non so neanche leggere<br />
in realtà, di <strong>Zai</strong>.net guardo solo le figure e ho risposto<br />
C a caso.<br />
2. Esami di maturità e Commissione ESCLUSIVAMENTE<br />
Interna:<br />
A Boh, in effetti non fa che acuire la competizione<br />
tra scuole, perciò…<br />
B Meglio se vai bene – peggio se non sei particolarmente<br />
simpatico a qualche professore.<br />
C Mi sono diplomato l’anno scorso, per cui non mi<br />
importa molto.<br />
3. Scuola dell’obbligo fino a 16 anni:<br />
A Credo sia meglio – mi piacciono gli obblighi!<br />
B Credo che sia giusto tutelare più a lungo il futuro<br />
di noi ragazzi, quindi sono favorevole.<br />
C Sfavorevole, ma solo perché si tratta di un obbligo<br />
– sarebbe meglio la sensibilizzazione, non<br />
credete?<br />
3. …E all’Università che farai?<br />
A Ho due o tre idee per la testa, ma ci sto ancora<br />
pensando; in effetti, a scuola non è che ci diano<br />
‘sta grande mano a compiere una scelta migliore<br />
o più congeniale.<br />
B Ho scelto di non scegliere, perciò niente Università<br />
– non voglio fare la fine di mio fratello trentenne<br />
e laureato col massimo dei voti e che ora lavora<br />
in un call-center!<br />
C Non ho ancora deciso.<br />
4. Stai seguendo il Campionato di Serie A?<br />
A No.<br />
B Sì, quest’anno è un campionato decisamente migliore.<br />
C Che c’entra ’sta domanda?<br />
6. La Scuola del futuro.<br />
A Programmi migliori, più risorse e insegnanti qualificati<br />
e costantemente aggiornati – realizzare queste<br />
ragionevoli premesse non sarebbe chiedere<br />
molto.<br />
B Dovrebbe essere gestita dai Vulcaniani, in quanto<br />
specie umanoide più saggia dell’intero universo.<br />
C Per essere perfetta, dovrebbe rimanere sempre<br />
chiusa!<br />
LEGGI IL TUO PROFILO A PAG. 42<br />
L’ORA DI<br />
GLI ATTENTATI TERRORISTICI CHE HANNO CARATTERIZZATO QUESTI ANNI<br />
RISCHIANO DI ADDOSSARE LE COLPE DELLE FRANGE FONDAMENT<strong>AL</strong>ISTE<br />
ISLAMICHE A TUTTA LA COMUNITÀ MUSULMANA, PRESENTE ANCHE IN<br />
IT<strong>AL</strong>IA, CHE <strong>AL</strong> CONTRARIO SI TIRA FUORI RIMARCANDO LA SUA<br />
ADESIONE AI PRINCIPI DELLA CIVILE CONVIVENZA.<br />
NE ABBIAMO PARLATO CON MAGDI <strong>AL</strong>LAM, VICEDIRETTORE DEL<br />
CORRIERE DELLA SERA ED ESPERTO DI MONDO ARABO<br />
2001: una data che resterà per sempre nella storia e che ha impresso una grande svolta in questo<br />
inizio di millennio. La svolta della guerra al terrorismo. È, infatti, a partire da quel terribile giorno che<br />
11settembre<br />
nell'Occidente si sono accesi la rabbia e l'odio verso un non ben definito Islam fatto di terroristi. Sembra<br />
assurdo generalizzare ed estendere alla totalità dei fedeli di Maometto colpe così gravi, fatti così sanguinari e pensieri<br />
così devastanti, ma è proprio quello che è avvenuto. Almeno per i primi anni che hanno seguito il crollo delle Twin<br />
Towers. E tutto ciò ha portato il governo USA, con l'appoggio internazionale, a muovere prima guerra all'Afghanistan,<br />
covo di Bin Laden e della sua organizzazione terroristica Al Qaeda, quindi all'Iraq, presunto sostenitore della stessa or-<br />
ganizzazione e detentore di pericolose armi chimiche e<br />
batteriologiche.<br />
Alle prove dei fatti, purtroppo, Bin Laden non è stato trovato,<br />
delle pericolose armi chimiche non c'è stata traccia<br />
e l'Iraq resta un paese fortemente instabile, dove gli attentati<br />
a civili e a truppe militari lì impegnate sono all'ordine<br />
del giorno. Il tutto mentre gli attentati, anche in<br />
Europa, hanno continuato a fare stragi di civili innocenti:<br />
prima Madrid, poi Londra, e proprio in quest'ultima<br />
città è stato sventato un piano di dirottamento di numerosi<br />
aerei.<br />
Attualità<br />
integrazione<br />
13<br />
di Giovanni Battaglio, 19 anni - Savona<br />
e Francesco Testi, 19 anni - Roma<br />
In questi anni si sono alzate molte voci a difesa dell'operato<br />
statunitense. Una su tutte quella di Oriana Fallaci,<br />
recentemente scomparsa, che ha dedicato l'ultima<br />
parte della sua carriera di scrittrice proprio alla lotta totale<br />
ai “figli di Allah”, come li definiva lei. “La Rabbia e<br />
l'Orgoglio”, “La forza della Ragione”, “Oriana Fallaci intervista<br />
Oriana Fallaci” parlano proprio di questo: dell'arrendevolezza<br />
dell'Europa di fronte al tentativo di conquista<br />
dell'Occidente da parte degli islamici.<br />
Ma ad oggi, fatti salvi il cordoglio alle vittime e la con
14<br />
Attualità<br />
danna dei terroristi, possiamo dire che anche l'operato americano è soggetto ad un rendimento di conto da parte<br />
dell'opinione pubblica internazionale. Nel corso degli anni, infatti, molti Paesi europei hanno ritirato l'appoggio alle<br />
missioni di guerra preventiva targate USA, l'opinione pubblica e la stampa, anche americana, non ne pensano più<br />
tutto il bene possibile come all'epoca degli attentati. E nel frattempo, studiosi ed esperti di tutto il mondo, hanno<br />
elaborato numerose ed inquietanti teorie - per ora solo congetture - su Ground Zero, teorie che vedrebbero il governo<br />
Bush con le mani davvero sporche, fortemente implicato nel disastro e nel crollo delle due torri.<br />
UNA “CROCIATA” <strong>AL</strong>LA ROVESCIA?<br />
Condannare gli estremismi è sacrosanto. Se, dunque, da<br />
una parte bisogna contrastare le visioni più generaliste, che<br />
considerano Islam e terrorismo figli della stessa madre, nel<br />
contempo bisogna combattere le frange fondamentaliste<br />
islamiche, che costituiscono sul serio un pericolo per tutti.<br />
Ne sono un esempio lampante le proteste e le violenze seguite<br />
alla lezione tenuta all'Università di Regensburg da<br />
parte di Papa Benedetto XVI, in particolare riferite alla citazione<br />
delle parole dell'imperatore bizantino Manuele Il<br />
Paleologo, contenute in un dialogo tra quest'ultimo e un<br />
persiano colto, sul rapporto tra Cristianesimo e Islam e sulla<br />
verità di ambedue (Ankara, 1391). Questo è stato sufficiente<br />
per innescare proteste e violenze nel mondo islamico<br />
e non solo, dichiarazioni di guerra al mondo cristiano e<br />
in particolare alla figura del Papa, arrivando a minacciare<br />
pesantemente la sua vita. Una vera e propria guerra contro<br />
il Papa, nata di fatto sul nulla: si sono tanto arrabbiati<br />
prima ancora di leggere il discorso per intero e soprattutto<br />
estrapolando la frase dal contesto, la lezione di teologia<br />
all'università della Baviera. E prima ancora c'erano le<br />
vignette ritenute blasfeme. Tutta questa infiammabilità fa<br />
purtroppo pensare ad una deliberata volontà di creare<br />
disordini. Della serie: ogni pretesto è buono.<br />
LA VIA DELL'INTEGRAZIONE<br />
La situazione internazionale è quanto mai accesa e<br />
difficile. Abbiamo parlato un po' dei problemi di integrazione<br />
delle comunità musulmane con Magdi Allam,<br />
vicedirettore del Corriere della Sera. Esperto di mondo<br />
arabo, impegnato in numerose battaglie sociali e politiche,<br />
è tra gli autori di un Manifesto<br />
contro il terrorismo e per la vita che<br />
inizia così: «Noi musulmane e musulmani<br />
d’italia siamo schierati (…) contro<br />
il terrorismo di quanti (…) facendo<br />
leva sul fanatismo ideologico hanno<br />
scatenato una guerra aggressiva del<br />
terrore contro il mondo intero e la comune<br />
civiltà dell’uomo». Obbligatorio,<br />
quindi, intervistarlo per capire se<br />
e come procede l’integrazione degli<br />
immigrati in Italia:<br />
Secondo lei è possibile un’assimilazione<br />
completa degli immigrati musulmani<br />
in Italia, oppure delle sacche<br />
di ‘resistenza culturale’ rimarranno comunque?<br />
«Parlare di assimilazione significa negare qualsiasi specificità<br />
altrui, culturale e valoriale: è un concetto non praticabile,<br />
se vogliamo rispettare i diritti della persona».<br />
Meglio parlare di integrazione?<br />
«Esatto: parliamo di integrazione perché implica<br />
in primo luogo la salvaguardia di un comune sentire<br />
nazionale. All’interno di una cornice fatta dei<br />
foto: Ravagli/Infophoto<br />
Il Manifesto<br />
contro il terrorismo è<br />
servito ad affermare<br />
la presenza di una<br />
corrente di pensiero<br />
dei musulmani che<br />
condivide i valori, i<br />
principi e le regole<br />
della società<br />
italiana<br />
valori presenti nella Costituzione, dei diritti fondamentali<br />
della persona, delle leggi dello Stato, può essere considerata<br />
del tutto legittima la manifestazione di pluralità<br />
religiose legate alle tradizioni e alle lingue che diventano<br />
così un fattore di arricchimento. Bisogna partire dalla<br />
base solida del rispetto della società d’accoglienza».<br />
Questo dal punto di vista dell’immigrato. E dal punto di<br />
vista del Paese ospitante?<br />
«È necessario che la società d’acco-<br />
glienza, in questo caso l’Italia, sia in<br />
primo luogo consapevole dei propri<br />
valori e della propria identità nazionale:<br />
e questo oggi è un problema, perché<br />
siamo in una fase in cui non solo<br />
l’Italia, ma tutta Europa e l’Occidente<br />
ne avvertono la mancanza. In secondo<br />
luogo, bisogna assicurare che chi<br />
risiede all’interno di uno stesso spazio<br />
nazionale, sociale e giuridico ci re-<br />
UN PO' DI STORIA...<br />
sti nel rispetto delle certezze della popolazione<br />
autoctona. Ciò deve valere<br />
anche per i musulmani: l’esercizio della<br />
pluralità è legittimo fino a quando<br />
non crea un doppio binario sul piano<br />
dell’identità collettiva. Il rischio è arrivare<br />
alla percezione di un’identità islamica<br />
separata e conflittuale rispetto a<br />
quella nazionale: è emerso in Gran<br />
Bretagna, dove all’insegna del multiculturalismo<br />
si è di fatto creato un sistema<br />
di ghetti etnici e confessionali<br />
che non dialogano fra loro».<br />
Lei è favorevole all’insegnamento<br />
del Corano nelle scuole italiane?<br />
«Io credo che la scuola debba essere<br />
principalmente un veicolo di integrazione<br />
in seno alla società italiana: integrazione<br />
significa far riferimento alle<br />
certezze degli italiani, con una tradizione<br />
religiosa e culturale cattolica. Considero<br />
positivo che questa tradizione rimanga<br />
un riferimento per l'insieme della scuola pubblica italiana.<br />
Per quanto riguarda la possibile presenza di scuole<br />
confessionali, così come ci sono delle scuole cattoliche o<br />
ebraiche in Italia, in linea di principio non ci dovrebbe essere<br />
un pregiudizio negativo nei confronti di una scuola confessionale<br />
musulmana, dove l'insegnamento del Corano diventerebbe<br />
possibile. Queste scuole confessionali musulmane<br />
però potranno essere autorizzate soltanto quando i musulmani<br />
saranno integrati e si considereranno a pieno titolo<br />
cittadini italiani, così come sono cittadini italiani i cattolici o<br />
gli ebrei».<br />
Ma chi le dovrebbe controllare queste scuole?<br />
«Dovrebbero essere delle scuole parificate, italiane, che<br />
sottostanno al ministero della Pubblica Istruzione, proprio<br />
come le scuole cattoliche ed ebraiche. Al di fuori di<br />
ciò diventerebbero delle scuole illegali che propugnano<br />
un'identità scolastica e valoriale contrapposta a quella<br />
Nel 622 d.C., nella lontana Penisola Arabica, avveniva un fatto apparentemente<br />
irrilevante: un uomo, un capo politico e religioso, chiamato “Muhammad”,<br />
lasciava, in fuga dai suoi potenti nemici, la città della Mecca e si dirigeva<br />
verso la vicina Medina. In questo modo, Muhammad forse non lo sapeva,<br />
ma diede inizio al calendario musulmano dall'anno 1 del “Egira”, ovvero la<br />
fuga del profeta Maometto dalla Mecca. Già, perché quell'uomo,<br />
Muhammad, altri non era che Maometto, il fondatore della religione<br />
islamica, a cui, secondo le sacre scritture del Corano, Allah aveva appena<br />
rivelato tutte le regole per garantirsi la salvezza dell'anima dopo la morte.<br />
Compito del nostro uomo era diffondere i sacri precetti il più possibile,<br />
così che la gente smettesse di adorare inutili statuette, gli idoli, e iniziasse<br />
a vivere nella “Dar al Islam” (ovvero la “casa della pace”) invece che nella<br />
“Dar al Harb” (la “casa della guerra”) riservata agli infedeli.<br />
I precetti da seguire per essere un buon Muslim (più comunemente<br />
chiamato musulmano) erano semplici: non rubare, non commettere<br />
adulterio, non uccidere un tuo fratello, recitare almeno una preghiera al<br />
giorno, meglio se in collettività, fare l'elemosina ai poveri, compiere<br />
almeno una volta nella vita l'Hagg, il pellegrinaggio alla Mecca, digiunare<br />
dall'alba al tramonto nel sacro mese del Ramadan. Ah, dimenticavo, non<br />
mangiare carne suina e non bere alcolici.<br />
Livia Panascì<br />
15<br />
italiana, e quindi inaccettabile».<br />
Parliamo del Manifesto contro il terrorismo e per la vita,<br />
apparso sul Corriere il 2 settembre 2004, che la vide come<br />
promotore. Secondo lei ha avuto effetti positivi, oppure<br />
è stato un grido nel vuoto?<br />
«Come appello ha avuto certamente un esito positivo, e<br />
infatti una delegazione dei firmatari venne ricevuta al<br />
Quirinale dall'allora capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi.<br />
È servito ad affermare, agli occhi dell'opinione pubblica,<br />
la presenza di una corrente di pensiero dei musulmani<br />
che condivide i valori, i principi e le regole della<br />
società italiana. Resta tuttavia un cammino tutto in salita,<br />
perché si tratta di una realtà fragile, elitaria, composta<br />
da persone che hanno poca visibilità mediatica e<br />
che non hanno una grande capacità d'influenza: si tratta<br />
di un processo che richiederà ancora tempi lunghi».<br />
G.B., F.T.
16<br />
Informazione<br />
RADIO ZAI.NET:<br />
L’AVVENTURA CONTINUA!<br />
DOPO IL GRANDE<br />
SUCCESSO DELLO<br />
SCORSO ANNO,<br />
RICOMINCIANO LE<br />
TRASMISSIONI DI RADIO<br />
ZAI.NET. OGNI GIORNO<br />
INTERVISTE CON OSPITI<br />
ILLUSTRI, INCHIESTE E<br />
SOPRATTUTTO LE<br />
VOSTRE OPINIONI SUL<br />
PIÙ GRANDE CIRCUITO<br />
RADIOFONICO DELLE<br />
SCUOLE IT<strong>AL</strong>IANE<br />
Una trasmissione radiofonica che mettesse gli studenti di<br />
tutta Italia in collegamento tra loro. Una vera rete fatta di<br />
persone, non di anonimi domini Internet. All’inzio era<br />
un’utopia, poi è diventato un obiettivo, adesso è una realtà.<br />
L’anno scorso ci avete seguiti in tanti e avete premiato il nostro<br />
impegno: 400 ore di diretta, 500 interviste, tante le vostre<br />
telefonate, tante le email per chiederci approfondimenti sui temi<br />
affrontati, tanti dubbi e tanti suggerimenti. Abbiamo cercato di fare<br />
il nostro meglio e quest’anno siamo tornati con un format<br />
più snello, 30 minuti - in diretta dalle 14,20 dagli studi di<br />
Roma e Torino e in collegamento con i laboratori radiofonici<br />
delle scuole - pieni di notizie, attualità, commenti, la migliore<br />
musica di oggi e il rock degli anni ’70 (Flashback).<br />
L’iniziativa ha avuto grande eco nelle scuole italiane: sono già più<br />
di cinquanta gli istituti che hanno deciso di acquistare i kit per<br />
collegarsi in diretta con noi e per fare vere e proprie radio di istituto. Radio <strong>Zai</strong>.net<br />
un po’ alla volta dà voce agli studenti di tutta Italia e permette loro di essere<br />
ascoltati in tutta Europa grazie al canale satellitare (Hotbird 13° Est 11200 Mhz).<br />
All’interno della nostra redazione, giorno dopo giorno, si crea un clima di collaborazione, nascono amicizie, sentiamo<br />
di essere parte di una stessa squadra. Luca, uno dei nostri giovani radioreporter di Roma commenta: «E’ l’occasione<br />
per far sentire la propria voce e soprattutto per capire i meccanismi dell’informazione. Già dopo le prime volte ti<br />
accorgi, per esempio, di quanto possa essere complicato intervistare un Ministro, le immense trafile da fare…<br />
fortunatamente però la voglia non ci passa mai!».<br />
Anche Simona ed Alessio, i due giornalisti che insieme agli studenti ogni giorno conducono il programma, confermano<br />
l’entusiasmo e la voglia di partecipazione dei giovani protagonisti: «I ragazzi ci danno la carica, ci rendono entusiasti, le<br />
altre realtà sono quasi sempre dominate da logiche che spesso non hanno a cuore i valori del giornalismo autentico. Il<br />
confronto con i ragazzi è stimolante, dovremmo essere i loro tutor, ma spesso siamo noi a imparare qualcosa da loro».<br />
Gli studenti dell’Istituto d’istruzione superiore “D’Adda” di Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, ci hanno fatto<br />
sapere che il laboratorio radiofonico è stato il più bel regalo che la scuola potesse fare loro.<br />
«Non è solo una radio o una rivista con protagonisti i ragazzi, ma un mezzo d'informazione innovativo che parla al<br />
cuore della gente con parole semplici e istantanee, senza perdersi in sensazionalismi o in fiumi di retorica – scrive<br />
Roberto - Inoltre, è un'espressione, forse la più vera, di stampa libera, perché nessuno di noi è mai stato censurato<br />
o cacciato per le proprie idee politiche e a tutti è sempre stata data la possibilità di esprimersi seguendo i propri<br />
principi etici e morali. Infine, facendo parte io stesso della redazione, reputo la ‘nostra’ creatura un'occasione<br />
straordinaria per conoscere meglio il mondo che ci circonda, incontrandone i protagonisti e svelandone con le nostre<br />
‘penne pulite’ i retroscena più gustosi, animati dal ‘motto’ che ci è stato insegnato all'ingresso tra queste mura: se<br />
proprio vuoi farci un elogio, criticaci. Sarà bello per entrambi crescere insieme».<br />
Per partecipare e inviarci commenti e SMS in diretta:<br />
338 - 32 98 888 e diretta@zai.net<br />
In principio era…<br />
Per ascoltarci, tutti i giorni dal lunedì al venerdì<br />
dalle 14,20, sintonizzati su:<br />
Torino Antenna Uno fm 104.7<br />
Radio Beckwith fm 87.8 - 96.55<br />
Aosta Radio Monterosa fm 94.6 - 99.5<br />
Sanremo Radio Flash Liguria fm 93.6<br />
Toscana Radio Flash fm 97.1 - 91.1<br />
Varazze e Savona Radio Skylab fm 91.1 - 96.8<br />
Savona Radio Savona Sound fm 104 - 101.6<br />
Roma Radio Città Futura fm 97.7<br />
Alessandria e Tortona Radio Pieve fm 96.4<br />
Basilicata Radio Activity fm 96.3 - 103.6<br />
Basilicata Radio Due fm 107.5<br />
Radio New Sound fm 100.8<br />
…il magazine! Eh sì, la grande avventura<br />
di <strong>Zai</strong>.net è partita proprio con il giornale<br />
distribuito oggi in 1350 scuole in tutta<br />
Italia in 180.000 copie al mese. Era il<br />
lontano 1997, ma noi lavoriamo con lo<br />
stesso entusiasmo e la stessa voglia di<br />
crescere di allora. Realizziamo inchieste,<br />
interviste, recensioni, partecipiamo come giovani<br />
reporter ai momenti della vita culturale delle nostre città,<br />
vi raccontiamo l’attualità e la politica, i film e la musica più<br />
belli in anteprima. La redazione del magazine e quella<br />
della radio lavorano in sinergia, mantenendo ciascuna la<br />
propria identità, per offrirci un’informazione il più possibile<br />
completa e approfondita.<br />
Per Francesca, 19 anni, <strong>Zai</strong>.net è «La rivoluzione<br />
copernicana dell’iter di un ragazzo nel mondo<br />
giornalistico. La redazione è aperta a tutti e ti sprona ad<br />
attivarti, mentre normalmente, se hai voglia di fare, o la<br />
tieni per te o devi penare per farti notare (spesso per<br />
ricoprire ruoli marginali). <strong>Zai</strong>net, infatti, ci rende<br />
protagonisti della vita del giornale e della radio, non<br />
semplici presenze irrilevanti».<br />
Luca, 17 anni, scrive: «Faccio, a mio modo, parte di<br />
una redazione, cosa che sarebbe il mio sogno per il<br />
futuro, e inoltre ho completa libertà di pensiero riguardo<br />
ciò che scrivo. Inoltre, sto raccogliendo tutta<br />
quest’esperienza, cioè tutti i miei articoli, sperando che<br />
arricchiscano il mio curriculum vitae».<br />
Per concludere, le parole di Matteo, 18 anni: «Frequento<br />
la redazione perché la compagnia è buona. Perché alla<br />
fine è divertente... E perché altrimenti alla Banda<br />
Bassotti, a Travaglio, alla Melandri, a Mussi, a Bennato,<br />
a Scalfaro, ad Andrea Rivera e tutti gli altri avrei solo<br />
potuto chiedere l'autografo (non che a qualcuno<br />
interessi l'autografo di Mussi)»<br />
NEW ENTRY!<br />
In streaming all’indirizzo: www.radiozainet.it<br />
Sul canale Satellitare Radio <strong>Zai</strong>.net Hotbird 13° Est, 11200 Mhz<br />
Radio <strong>Zai</strong>.net, Flashback, Stroncanet: scaricali sul tuo Ipod!<br />
Da quest’anno, a Roma e<br />
provincia e in parte del<br />
Lazio, Radio <strong>Zai</strong>.net si<br />
ascolta anche su: Radio<br />
Meridiano 12 fm 97.5,<br />
tutti i giorni dal lunedì al<br />
venerdì alle 15.30<br />
Come si entra a far parte<br />
della redazione del<br />
magazine?<br />
Basta scrivere un’email alla<br />
redazione<br />
(redazione.roma@zai.net) o<br />
telefonarci (06 47881106;<br />
011 7072283): noi giornalisti vi teniamo<br />
al corrente sul percorso degli articoli<br />
e vi forniamo le dritte per svolgerli al<br />
meglio. Le distanze non contano: dialoghiamo<br />
continuamente attraverso Internet e il telefono. Contano<br />
solo l’entusiasmo e la voglia di scrivere.<br />
Dove si trova <strong>Zai</strong>.net?<br />
<strong>Zai</strong>.net non si compra in edicola, ma arriva<br />
direttamente a scuola, una copia per ciascuna classe.<br />
Per ricevere il tuo <strong>Zai</strong>.net direttamente a casa, puoi<br />
abbonarti individualmente andando<br />
sul sito www.zai.net e seguendo le istruzioni alla voce<br />
“Abbonamenti”.<br />
Ricorda che <strong>Zai</strong>.net è anche sul Televideo<br />
Regionale Rai alle pagine 592-596<br />
17
18<br />
Giornalisti<br />
C<br />
ara Oriana,<br />
mentre ti scrivo tu non ci sei più: un cancro ti ha<br />
portato via all’una di notte, venerdì 15 settembre.<br />
Gli amici piangono la tua scomparsa, i detrattori per una volta<br />
tacciono. E noi lettori restiamo muti, disorientati, indifesi.<br />
Cruda ed energica, la tua scrittura ci aveva conquistato:<br />
non dal 2001, ma fin dagli anni ’50, quando inseguivi i famosi<br />
di Hollywood e ce li raccontavi<br />
con perfidia e sarcasmo sulle pagine<br />
dell’Europeo. Probabilmente la miglior<br />
definizione che sia mai stata data su<br />
di te è di pochi giorni fa, ad opera di<br />
Carlo Rossella: «Oriana era come un<br />
phon acceso che casca nell’acqua».<br />
L’effetto terrificante era lo stesso, ma<br />
proprio per questo piacevi così tanto.<br />
Troppo facile unirsi adesso al coro di<br />
riconoscimenti (tardivi). Troppo facile<br />
ricordare la grande giornalista,<br />
quella delle interviste coi potenti,<br />
dei reportages dal Vietnam, delle furibonde<br />
litigate con Kissinger e Khomeini.<br />
Io preferisco parlare della donna che<br />
ha speso sempre tutta se stessa nel<br />
proprio mestiere, che ha messo a<br />
nudo i suoi sentimenti, che con onestà<br />
urlava le proprie<br />
idee anche se erano<br />
fastidiose. Hai sempre<br />
odiato il politically<br />
correct e le manfrine<br />
del giornalismo italia-<br />
Autore: Oriana Fallaci<br />
Editore: Rizzoli<br />
Anno: 1990<br />
795 pagg.<br />
Genere: romanzo<br />
LETTERA A<br />
ORIANA<br />
F<strong>AL</strong>LACI<br />
LA SCOMPARSA DI ORIANA F<strong>AL</strong>LACI<br />
HA LASCIATO UN GRANDE VUOTO<br />
NEL GIORN<strong>AL</strong>ISMO IT<strong>AL</strong>IANO.<br />
UNO DI NOI LA RICORDA COSI’<br />
SCELTO PER VOI...<br />
Libano, 1982: nella Beirut piagata<br />
dalla guerra civile arrivano i<br />
soldati italiani del contingente<br />
ONU. Tra questi c’è Angelo, un<br />
ragazzo che partendo da<br />
un’equazione matematica cerca la<br />
formula della Vita. E tra<br />
bombardamenti e attacchi suicidi<br />
(proprio come oggi), la trova.<br />
Romanzo importante perch é<br />
sembra una cronaca di Beirut<br />
2006, Insciallah attesta il<br />
passaggio definitivo della<br />
Fallaci da giornalista a vera<br />
scrittrice, che ci consegna<br />
una “piccola Iliade”, “un<br />
atto d’amore per la<br />
Vita”: inizia qui il<br />
percorso che la porterà<br />
a scrivere nel 2001 La<br />
rabbia e l’orgoglio.<br />
no e per questo eri accolta con diffidenza. Eppure non ti<br />
sei fermata nemmeno davanti ad un dramma personale<br />
come l’aborto: da quella terribile esperienza uscì un libro<br />
bellissimo che tutti dovremmo leggere, Lettera ad un<br />
bambino mai nato, dialogo fra una donna ed il bimbo<br />
che ha in grembo.<br />
Nemmeno il figlio che hai perso ti ha fatto dimenticare<br />
l’amore per la vita, un amore passionale,<br />
intenso, sfrenato, durato fino<br />
all’ultimo secondo. «Meglio il dolore<br />
del nulla, meglio la pena, la rabbia,<br />
la tristezza: per me la noia è il nulla,<br />
e per questo non voglio mai annoiarmi!»<br />
confidasti una volta. Pochi<br />
sanno che eri dotata di un’ironia<br />
spiazzante: a chi ti chiedeva gli ultimi<br />
tempi come tu stessi, rispondevi<br />
sferzante «passa alla domanda successiva…»;<br />
a chi voleva conoscere da<br />
te cosa significasse esser vecchi, dicevi:<br />
«La vecchiaia è una conquista,<br />
è una fortuna, visto che l’alternativa<br />
è il cimitero!».<br />
L’amore per la Vita era pari a quello<br />
per la Libertà: avevi coltivato entrambi<br />
fin da piccola nella Firenze occupata<br />
dai nazisti, facendo la staffetta<br />
partigiana con i messaggi segreti<br />
nelle trecce e le bombe a mano nascoste<br />
sotto le foglie d’insalata. E<br />
anche quell’amore t’è rimasto addosso<br />
fino all’ultimo respiro.<br />
C’è chi ti ha definito un mito, chi ti<br />
ha dato della terrorista, chi ti adorava<br />
e chi ti avrebbe strozzata. Io credo<br />
semplicemente che ci mancherai.<br />
Goodbye, Oriana<br />
Francesco Testi, 19 anni, Roma<br />
GIOVANI<br />
CRITICI<br />
Simone Cristicchi:<br />
Sono solo un ‘fabbricante<br />
di canzoni’<br />
José Saramago:<br />
Ecco perché con i miei<br />
libri catturo i giovani
Scrittori<br />
20 21<br />
«Non chiamatemi<br />
CASSANDRA»<br />
ABBIAMO INTERVISTATO JOSÉ SARAMAGO, LO SCRITTORE<br />
PORTOGHESE VINCITORE DEL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA<br />
NEL 1998. DOPO UN’INFANZIA TRASCORSA FRA ULIVETI E MAI<strong>AL</strong>I,<br />
IMPARÒ A SCRIVERE NEL SILENZIO DELLE BIBLIOTECHE. TRA I SUOI<br />
LIBRI PIU’ FAMOSI CI SONO CECITA’, STORIA DELL’ASSEDIO DI<br />
LISBONA, L’ANNO DELLA MORTE DI RICARDO REIS. PER JOSÉ LA<br />
RE<strong>AL</strong>TÀ È TUTT’UNO CON LA FAVOLA<br />
di Miriam e Simone, 17 anni<br />
Torino<br />
Elegante, vestito di nero. Un magnetismo<br />
involontario e, proprio<br />
per questo, più intenso. Lo vediamo<br />
incedere da lontano, al braccio della<br />
moglie. La signorilità e la compostezza li<br />
fanno sembrare due novelli sposini. Sappiamo<br />
che non rilascerà interviste perché<br />
è stanco a causa dei numerosi impegni. Lo<br />
avviciniamo ugualmente. La moglie, in<br />
francese, ci invita a desistere ma noi non<br />
molliamo. È un’occasione troppo ghiotta e<br />
irripetibile; lo seguiamo nella sala di Palazzo<br />
Reale, splendida cornice dell’incontro, e<br />
riusciamo a convincerlo prima dell’inizio della<br />
lectio magistralis sul tema “Difesa e elogio<br />
di Cassandra”, promossa del Premio Grinzane<br />
Cavour.<br />
A questo punto è panico: non si trova l’interprete<br />
e con il portoghese abbiamo qualche difficoltà.<br />
Dopo una ricerca affannosa, notiamo una<br />
signora bruna entrare nella cabina destinata alla traduzione<br />
simultanea. La blocchiamo e finalmente José<br />
Saramago, uno dei massimi autori della letteratura<br />
contemporanea, può rispondere alle nostre domande.<br />
Che rapporto ha con le giovani generazioni e come riesce<br />
a richiamare grandi folle di ragazzi e ad affascinarle,<br />
come è avvenuto qui a Torino?<br />
«Il mio punto di forza è parlare con molta onestà, chiarezza<br />
e lealtà. È questo il mio segreto per riuscire a<br />
coinvolgere i giovani, solo con la forza dello sguardo.<br />
Può capitarmi di dire cose sbagliate, ma non provo<br />
mai ad ingannarli. E questo loro lo capiscono. Sanno<br />
che sto parlando in modo schietto e sincero. Per questo<br />
motivo, quando sono in giro per il mondo e incontro<br />
anche 2-3 mila studenti, riesco sempre ad otte-<br />
nere il ‘miracolo’ di catturare<br />
la loro attenzione».<br />
Qual è la sua analisi<br />
dell’ennesimo problema<br />
religioso nato dopo le parole<br />
di Papa Benedetto XVI?<br />
«Io non credo in Dio ma sono convinto che, se esiste,<br />
è uno solo. Uno uguale per tutti. Non capisco, quindi,<br />
lotte e scontri tra religioni. È giusto che le varie confessioni<br />
siano diverse e coltivino caratteristiche proprie,<br />
ma Dio è sempre uno. Ammazzare in nome di Dio<br />
è rendere Dio un assassino. È una cosa che non posso<br />
assolutamente concepire. Visto che non credo nella<br />
Chiesa, in Dio e nei dogmi, sono molto felice di essere<br />
una persona libera, libera di pensare con la propria<br />
testa e libera di dire quello che pensa rispetto a<br />
questo problema mondiale».<br />
Da ateo, qual è la sua posizione sulle religioni?<br />
«Le religioni non sono mai servite ad avvicinare i popoli.<br />
Io penso che il mondo sarebbe molto più pacifico<br />
se tutti fossimo atei. Ritengo assurdo che l’immaginazione<br />
di una trascendenza sia trasformata in odio,<br />
violenza, intolleranza. Secondo me Dio ha creato l’universo<br />
per dare vita all’uomo e dotarlo di una casa.<br />
Poi però l’uomo si è comportato talmente male che<br />
Dio è arrivato a dire “Se non faccio qualcosa, questo<br />
mi rovina tutto l’Universo”. E così ci ha rinchiusi su<br />
questo pianeta, una specie di<br />
prigione».<br />
Cassandra è una figura della mitologia<br />
greca che, nonostante le<br />
sue doti profetiche, era condannata<br />
a non essere mai creduta.<br />
Chi sono le Cassandre di oggi?<br />
«Cassandra è a Torino, va in giro<br />
per le strade, parla con le<br />
persone e dice “Il mondo non<br />
sta bene”. Il problema non è<br />
che gli abitanti non le credono,<br />
ma che non fanno niente. Il non<br />
agire è dovuto o al fatto che la gente non crede di poter<br />
fare, o non ha la possibilità di farlo, o ancora non<br />
ha voglia di farlo. Umberto Eco ha affermato “Ho paura<br />
del futuro per i miei nipoti”. Mi ha colpito molto.<br />
Perché un uomo come Eco ha paura del futuro? I giovani<br />
sono vittime del peggiore degli inganni. Cassandra<br />
dice ai giovani di affrontare il problema: “Se voglio<br />
uccidere il dragone gli taglio la testa, non gli limo<br />
le unghie dei piedi perché ricrescano”. Io ho fama<br />
di provocatore, ma non sono un provocatore gratuito.<br />
Semplicemente dico quello che penso e poi osservo<br />
le reazioni».<br />
Ma allora, che cosa può fare il singolo cittadino?<br />
Le religioni non<br />
sono mai servite ad<br />
avvicinare i popoli. Io<br />
penso che il mondo<br />
sarebbe molto più<br />
pacifico se tutti<br />
fossimo atei<br />
Ci sono stati grandi<br />
miglioramenti, ma stiamo lasciando<br />
dietro di noi una scia di<br />
distruzione… il fiume vicino al mio<br />
villaggio adesso è una fogna,<br />
peggio delle fogne di Roma<br />
«Oltre a lavorare, studiare e procreare c’è una cosa importante:<br />
la Politica. Noi abbiamo un simulacro di democrazia.<br />
Viviamo in un mondo in cui si può parlare di<br />
tutto, ma c’è un argomento che non viene mai affrontato:<br />
la democrazia. Scommetto la testa che non è mai<br />
esistito un posto al mondo in cui le persone si sono<br />
riunite per parlarne. È come se fosse un tema che<br />
non si può toccare. Oggi il potere non è dei governi,<br />
ma economico: a governare davvero sono le<br />
multinazionali, le grandi imprese e le banche.<br />
I governi non fanno altro che eseguire ordini<br />
che arrivano dall’alto».<br />
Quali sono i suoi sentimenti oggi?<br />
«Forse a causa dell’età che ho, mi accompagna<br />
un sentimento di urgenza, la sensazione di<br />
non avere più tempo. Nel mio villaggio (Azinhaga, a<br />
nord-est di Lisbona, ndr), la speranza di vita era di 33<br />
anni. Oggi ne ho 83. Ci sono stati grandi miglioramenti,<br />
ma stiamo lasciando dietro di noi una scia di<br />
distruzione. Il pianeta sta subendo grandi cambiamenti<br />
e rovine, il fiume vicino al mio villaggio adesso è una<br />
fogna, peggio delle fogne di Roma. Lo sappiamo, ma<br />
sembra che non interessi a nessuno. Vorrei chiudere<br />
con una frase “Non cambieremo<br />
la vita, se non cambieremo vita”.<br />
Per cambiare vita intendo cambiare<br />
il nostro stile di vita, difendere<br />
i diritti umani. Che fine<br />
faranno i diritti umani? Nel corso<br />
del 21° secolo o assisteremo al<br />
trionfo dei diritti umani, o li accompagneremo<br />
al cimitero».<br />
A questo punto, il pubblico presente<br />
sollecita l’inizio dell’intervento,<br />
applaudendo. Noi ringraziamo<br />
Saramago per la disponibilità<br />
e gli stringiamo la mano. La sua stretta,<br />
sentita e lenta, e il suo sguardo, sorridente e profondo,<br />
ci catturano definitivamente. Prima di iniziare<br />
l’intervento, si avvicina alla moglie seduta in prima<br />
fila, un’elegante signora bruna che agita un ventaglio<br />
nero con ampi fiori rosati, e appoggia affettuosamente<br />
le labbra sulla sua fronte. Per un attimo, le<br />
due figure appaiono isolate dal contesto confuso e<br />
dall’agitarsi convulso di persone, giornalisti, fotografi<br />
e organizzatori, per risultare sospese in una dimensione<br />
intima e onirica. Un gesto che sembrava rimarcare<br />
quale fosse, in quel momento, la cosa più<br />
importante per lui.
Freschi di stampa<br />
22 23<br />
di Viridi@na, 16 anni<br />
Roma<br />
Quando in redazione mi hanno proposto di<br />
leggere questo libro, Elogio alla bruttezza,<br />
e di recensirlo, li devo aver guardati con<br />
un occhio a forma di punto interrogativo “un libro<br />
teens per me che ho sedici anni e leggo già<br />
John Fante e Ian McEvan?”.<br />
Mi sembrava uno scherzo di cattivo gusto, ma visto<br />
che mi aspettava un week end alle terme con<br />
mia mamma e mia nonna – in cui non avrei visto<br />
un coetaneo nel raggio di due o trecento chilometri<br />
– mi sono detta: una recensione si può anche<br />
tentare, in fondo il titolo è curioso e già nelle<br />
prime pagine, mi ero accorta, dice un paio di<br />
verità incontestabili. Nelle favole vi hanno mai<br />
raccontato di un brutto anatroccolo che rimane<br />
un brutto anatroccolo? Ma sì, anche una chiacchierata<br />
con l’autrice in fondo non ci starà male…<br />
Marcella e Giorgia, le due protagoniste del libro,<br />
si definiscono ‘due brutte totali’, ma a un certo<br />
punto decidono di prendersi una rivincita sui belli<br />
e così, per la tesina di fine anno, si mettono a scrivere<br />
un trattato sulla bruttezza con tante pretese filosofiche<br />
e tante trovate divertenti.<br />
In questo libro lei mette in scena comunque due stereotipi:<br />
due bruttine molto intelligenti e piene di senso dell’umorismo<br />
e una banda di belli-bulli che sembrano detestare<br />
tutto quello che non è ‘in odore di perfezione’,<br />
che sognano Hollywood e genitori che non vanno a lavorare<br />
in fabbrica tutte le mattine. Questa scelta nasce<br />
da un’osservazione attenta della realtà che la circonda,<br />
immagino…<br />
Loredana Frescura: «Certo mi piace osservare. Soprattutto<br />
i giovani: in certi casi riesco a vedere al di là delle<br />
censure e al di là degli stereotipi e trovo anime guerriere<br />
pronte a cambiare il mondo.<br />
Ma altre volte hanno la meglio i ‘miti’ che offriamo loro,<br />
miti di bellezza esteriore, di perfezione fisica a qualsiasi<br />
costo. Mi rattrista vedere anime così belle e uniche omo-<br />
LA RIVINCITA DEI<br />
AVETE MAI LETTO UNA POESIA, MA ANCHE<br />
SOLTANTO UNO SLOGAN PUBBLICITARIO, IN CUI SI<br />
MI METTE POSITIVAMENTE IN RIS<strong>AL</strong>TO<br />
L’ASIMMETRIA DI QU<strong>AL</strong>COSA, LA NON PERFEZIONE<br />
DI QU<strong>AL</strong>COSA, LA NON OMOGENEITÀ, INSOMMA,<br />
LA BRUTTEZZA? LA SCRITTRICE LOREDANA<br />
FRESCURA CI PROVA COL SUO NUOVO LIBRO<br />
logarsi e appiattirsi all’indolenza critica. Noi adulti dovremmo<br />
porci il problema».<br />
A un certo punto però Roberto, un vero bello ossessionato<br />
dall’igiene e dalle tendenze in fatto di moda – attento<br />
a non indossare il giubbotto di pelle quando si usa<br />
già quello scamosciato, uso le sue parole - si innamora<br />
perdutamente di Marcella che ha i brufoli, la seborrea<br />
sul cuoio capelluto, i lineamenti del viso che non fanno<br />
la sezione aurea. I conti non tornano…<br />
«Ah… sta cadendo nel tranello… Vede anche lei con gli<br />
occhi dell’omologazione? Non ci credo. Credo che la domanda<br />
sia una giusta provocazione. Ho scelto una linea<br />
stilistica ‘di leggerezza’ ma i contenuti, quelli sono a volte<br />
molto profondi. La bellezza e la bruttezza, in modo<br />
assoluto, non esistono. Esistono le specificità di ognuno,<br />
esiste un’armonia per cui un naso anche aquilino sta<br />
bene in una certa faccia; esiste una bruttezza dell’essere,<br />
una bruttezza nel piangersi addosso e nel compia-<br />
È necessario parlare, pubblicizzare, sostenere e perché no,<br />
amare teneramente la non perfezione, la cosiddetta bruttezza<br />
LOREDANA FRESCURA QUEST'ANNO <strong>AL</strong><br />
FESTIV<strong>AL</strong>ETTERATURA DI MANTOVA. "ELOGIO<br />
<strong>AL</strong>LA BRUTTEZZA" E' IL SUO SECONDO LIBRO; IL<br />
GRANDE PUBBLICO L'HA CONOSCIUTA PER IL<br />
LIBRO SCRITTO CON MARCO TOMATIS, "IL MONDO<br />
NEI TUOI OCCHI", VINCITORE DEL PREMIO<br />
ANDERSEN 2006.<br />
cersi del dolore; esiste una bruttezza quando non ci si<br />
vuole bene, non si valorizza se stessi, quando si giudica;<br />
esiste bruttezza estrema nell’arroganza, che significa<br />
anche non saper ascoltare l’altro e non essere pronto a<br />
condividere un’idea per punto preso, anche se magari si<br />
riconosce la sua validità. Esiste una bellezza nell’avere<br />
cura dei sogni, nel rischiare per un ideale, nello scegliere<br />
la via meno nota, ma che si sente più vicina al proprio<br />
modo di volere la vita».<br />
Marcella e Giorgia scrivono nel loro trattato che nessun<br />
poeta si è mai sognato di cantare un elogio della bruttezza<br />
e che il destino delle donne brutte è ancora più<br />
crudele di quello che tocca agli uomini. Chi si augura<br />
che siano i suoi lettori, solo adolescenti o anche adulti?<br />
Questo libro piacerà più ai belli o ai brutti?<br />
«In genere i miei lettori sono soprattutto adolescenti che<br />
si riconoscono e scoprono (almeno spero) nuove prospettive<br />
leggendo tra le righe e dentro le storie. Alcuni<br />
adulti leggono i miei libri e sono felice quando mi dicono<br />
che hanno avuto modo di capire o ricordare il punto<br />
di vista degli adolescenti. Il libro piacerà ai brutti che<br />
sanno vedersi belli e ai belli che scoprono qualcosa di<br />
brutto dentro di loro».<br />
Quando si tratta di queste cose, ce la prendiamo sempre<br />
con l’America e coi telefilm americani. Una responsabilità<br />
però ce l’ha anche la nostra cultura, che si è mostrata<br />
più fragile di quanto sembrasse. Lei nella vita è anche<br />
un’insegnante: le sembra che la scuola faccia abbastanza<br />
per contrastare questo culto così esasperato per<br />
l’esteriorità? Cosa direbbe a un genitore che ossessiona<br />
la propria figlia coi provini per diventare velina?<br />
«Il fenomeno culturale dell’ultimo ventennio ha prodotto<br />
anche questo, dico ‘anche’ perché ci sono state cose buone<br />
da tenere, ma ha dato una unilateralità dell’immagine<br />
di sé che difficilmente un ragazzo o una ragazza che non<br />
frequenta tutti i giorni la palestra, che non si sottopone<br />
a massaggi, lampade e quant’altro, riesce a raggiungere.<br />
La scuola ha cercato di arginare il fenomeno.<br />
La conoscenza di sé però è poco praticata,<br />
si preferisce la conoscenza di lingue<br />
straniere, fatti, eventi… cose buone, ma che<br />
servono a ben poco se non unite ad una<br />
valorizzazione della propria esistenza, alla<br />
ricerca di un senso da dare alla propria vita.<br />
La scuola è fatta da persone. Sono le<br />
persone che fanno le cose. Un genitore è responsabile<br />
della vita dei propri figli. È responsabile della sua serenità.<br />
Un genitore che ossessiona non è un genitore responsabile.<br />
Non è proprio un genitore».<br />
Non si può fare a meno di notare che sulla copertina del<br />
libro campeggia il volto di una ragazza molto molto carina.<br />
È stata un’imposizione del marketing? Un’immagine<br />
meno attraente avrebbe potuto respingere gli acquirenti?<br />
«La stessa domanda l’ho trovata in un sito Internet. La<br />
ragazza che scriveva esprimeva proprio il suo disappunto<br />
nel vedere un volto carino sotto un ‘Elogio alla bruttezza’.<br />
L’ho invitata a leggere il libro e poi a scrivermi.<br />
Spero abbia compreso dove sta il brutto ‘stratotale’. La<br />
bruttezza si può annidare anche dietro un volto cosiddetto<br />
bellissimo… magari però quel volto in un altro spazio<br />
e in un altro tempo può sembrare ‘brutto’».<br />
La letteratura riflette il mondo che ci circonda, ma si interroga<br />
anche profondamente sui suoi meccanismi, precorre<br />
talvolta cambiamenti epocali, è il suo compito canonico.<br />
In questo periodo altri due scrittori hanno provato,<br />
come lei, a sfatare il mito della perfezione, si tratta<br />
di Scott Westerfeld e Constance Briscoe. Solo una coincidenza<br />
o una contingenza che lascia presagire un mutamento<br />
della sensibilità e degli interessi del pubblico?<br />
«Non ho ancora letto i libri di Westerfeld e di Constance<br />
Briscoe. Lo farò prestissimo. Sono certa che erano necessari.<br />
È necessario parlare, pubblicizzare, sostenere e<br />
perché no, amare teneramente la non perfezione, la cosiddetta<br />
bruttezza. È necessario per questa società interrogarsi<br />
su ciò che veramente vuole, faticare per dire ‘proviamo<br />
a fare in modo diverso’, proviamo a non omologare<br />
tutto, a non monetizzare tutto, proviamo a mettere<br />
sul serio e con convinzione le persone con la loro specificità<br />
al primo posto e a dare una pluralità di modelli. La<br />
velina va bene, ma non è per tutti e non è l’emblema del<br />
raggiungimento della felicità. Essere una brava parrucchiera<br />
o una brava giornalista può essere “la bellezza”».
24<br />
Recensione<br />
QUANDO C’ERANO PEPPONE<br />
E DON CAMILLO<br />
IL BIPOLARISMO E’<br />
TORNATO DI GRANDE<br />
ATTU<strong>AL</strong>ITA’, TRA IL<br />
TENTATIVO DI TENERE<br />
UNITI GLI SCHIERAMENTI<br />
E QUELLO DI<br />
DI<strong>AL</strong>OGARE. UN<br />
LIBRO CI RACCONTA<br />
IL RAPPORTO TRA I<br />
GIOVANI MILITANTI<br />
DELLA DC E QUELLI<br />
DEL PCI<br />
Alcide De Gasperi<br />
Il futuro Presidente del Consiglio, il primo dell’Italia<br />
Repubblicana, nasce a Pieve Tesino il 3 Aprile 1881<br />
e inizia la sua carriera politica nel Partito Popolare<br />
Italiano. Nel 1942 fonda, assieme ad altri autorevoli<br />
esponenti della politica di ispirazione cattolica, la<br />
Democrazia Cristiana, partito sempre al governo<br />
dal 1946 al 1994. De Gasperi fu uomo politico<br />
esperto e moderato, antifascista e cattolico. Fu<br />
tanto amato che qualcuno dopo la morte chiese<br />
di avviare il processo di beatificazione.<br />
di Luca Sappino, 18 anni<br />
Roma<br />
Giuseppe Chiarante ci dà nel suo ultimo lavoro,<br />
Tra De Gasperi e Togliatti. Memorie<br />
degli anni Cinquanta, un’istantanea sul panorama<br />
politico italiano degli anni Cinquanta seguendo<br />
un percorso del tutto inedito. Una panoramica<br />
sui rapporti che correvano tra i principali poteri<br />
politici e tra le direzioni della Dc di De Gasperi<br />
e del Pci di Togliatti. L’autore ci racconta tutto dall’interno,<br />
ricostruendo la storia con quell’attenzione<br />
e quella cura che solo chi l’ha vissuta direttamente<br />
può metterci. Ci svela i retroscena di un rapporto tra<br />
forze apparentemente conflittuale, ma in realtà ricco di scambi culturali e intellettuali.<br />
Riassume quella particolare forma di dialogo che si andò a creare tra i<br />
giovani della Fgci (le file giovanili del Pci) e quelli militanti nello scudo crociato,<br />
dandoci un ottimo spunto per lanciare uno sguardo critico sull’attualità, confrontando<br />
due mondi e due epoche, quella di mezzo secolo fa, coi comunisti e<br />
i democristiani, e quella di oggi, coi riformisti e i moderati, coi postcomunisti e<br />
i neofascisti. Per capire se, almeno a livello giovanile, il tanto sbandierato scambio<br />
politico e intellettuale esiste e se il reciproco ascolto viene praticato.<br />
Ma questo libro è anche uno spunto per riflettere sul modo di fare politica<br />
dei giovani oggi, mentre i ‘grandi’ si spendono per tenere uniti gli schieramenti,<br />
per dar vita a nuove e durature alleanze. Perché forse quello che ai<br />
livelli parlamentari è un difficile modo di comunicare, alla base, nelle palestre<br />
dei futuri politici, non è neanche un sogno. Nessuno lo ricerca.<br />
Tutti coloro che partecipano alle manifestazioni di piazza, che nei caldi autunni<br />
riempiono le nostre città, sicuramente converranno sull’osservare che<br />
è assai raro vedere due differenti bandiere sventolare vicine, assistere ad<br />
un’iniziativa d’intesa.<br />
TRA DE GASPERI E TOGLIATTI.<br />
MEMORIE DEGLI ANNI CINQUANTA<br />
Autore: Giuseppe Chiarante<br />
Editore: Carocci<br />
Prefazione: Rossana Rossanda<br />
Pagine: 214<br />
Palmiro Togliatti<br />
Nasce a Genova il 26 Marzo 1893, la domenica delle Palme – da<br />
cui appunto Palmiro - e muore a Yalta in Ucraina nel ’64 per<br />
emorragia cerebrale. Dopo aver collaborato per molto tempo con<br />
L’Ordine Nuovo di Gramsci, fu tra i fondatori del Partito Comunista<br />
Italiano e divenne presto figura fondamentale nel panorama<br />
politico del nostro Paese. Famoso è l’attentato che subì il 14 luglio<br />
1948 uscendo da Montecitorio con al braccio Nilde Iotti, da cui<br />
l’amato Togliatti uscì vivo, ma che scatenò moltissime calde<br />
manifestazioni di protesta. Dopo la sua tragica morte, la città russa<br />
di Stravpol-na-Volge venne rinominata Togliattigrad.<br />
di Roberto Bertoni, 16 anni<br />
Monterotondo (Roma)<br />
Non è mai semplice intervistare un personaggio famoso,<br />
ma con la Finocchiaro è stato diverso. Il suo<br />
tono allegro e i suoi modi cortesi e briosi hanno<br />
trasformato la conversazione in uno scambio di sensazioni<br />
e di ricordi, come se stessimo parlando tra vecchi<br />
amici. Perché in fondo, come mi ha spiegato Donatella,<br />
essere siciliano è proprio questo: un privilegio, un bisogno<br />
continuo di relazionarsi con gli altri e con se stessi,<br />
un legame indissolubile con la propria terra d’origine dove<br />
magia e realtà si fondono in un’unica cosa.<br />
In Viaggio Segreto (il nuovo film di Roberto Andò nelle<br />
sale a novembre) tu interpreti la parte di Anna Olivieri e<br />
affronti un intenso dramma familiare come il fallimento<br />
del matrimonio. Quale messaggio vorresti far giungere ai<br />
più giovani, spesso alle prese con i problemi legati ai primi<br />
amori dell’adolescenza?<br />
«Bella responsabilità! In realtà non ho mai pensato di trasmettere<br />
io in prima persona un messaggio; l’attore, più<br />
che altro, può dirsi esecutore di uno spartito scritto dal regista,<br />
che crea i personaggi, le storie e quindi decide cosa<br />
comunicare al suo pubblico. Se comunico qualcosa al mio<br />
pubblico, lo faccio attraverso il personaggio che interpreto;<br />
nel caso di Viaggio segreto è sicuramente la speranza, la<br />
non rassegnazione».<br />
Hai mai sentito il bisogno di compiere un ‘viaggio segreto’<br />
all’interno di te stessa?<br />
«Tante volte, ciclicamente sento il bisogno di<br />
compiere un viaggio a ritroso nel passato<br />
per capire se ho realizzato i miei desideri,<br />
se ho messo a frutto i miei principi. Mi<br />
chiedo: “Da dove sono partita?”, “Dove<br />
sto andando?”».<br />
Proprio Leonardo Sciascia diceva: “Il<br />
siciliano è uno totalmente insicuro”…<br />
«Sottoscrivo in pieno! Noi siciliani<br />
siamo totalmente insicuri, lo vedo<br />
con i miei fratelli, con i miei amici,<br />
non sappiamo dove andare,<br />
siamo sempre in crisi».<br />
Cinema<br />
sogno<br />
LA MIA SICILIA TRA<br />
e<br />
realtà<br />
realtà<br />
DONATELLA FINOCCHIARO,<br />
PARAGONATA DA QU<strong>AL</strong>CUNO<br />
<strong>AL</strong>LA GRANDE ANNA MAGNANI,<br />
RACCONTA A ZAI.NET IL<br />
PROPRIO MODO DI INTENDERE<br />
LA VITA. CONSIDERAZIONI,<br />
SENTIMENTI, RICORDI E<br />
PROSPETTIVE DI UNA RAGAZZA<br />
CHE HA INTERPRETATO TANTI<br />
RUOLI SENZA MAI DIMENTICARE<br />
DI ESSERE SE STESSA<br />
25<br />
Il tuo viso è stato definito “neorealista e mediterraneo”<br />
come quello della Magnani. In comune con la grande Anna<br />
hai l’incisività dei personaggi, ma anche l'attaccamento<br />
alla tua terra d'origine. Come vivi la realtà di un<br />
mondo dove spesso molta gente preferisce “indossare la<br />
maschera”?<br />
«La Sicilia rappresenta il mio paradiso, nonostante tutti<br />
i suoi difetti. Sono consapevole del fatto che il mio legame<br />
è più affettivo ed emozionale che razionale, la<br />
realtà è ben più drammatica. Il mio paese è la culla in<br />
cui tornare sempre e comunque, il centro della mia vita.<br />
Sono in molti a non comprendere questo mio attaccamento,<br />
spesso mi si dice: “Ma cosa ci vai a fare a Catania?<br />
Devi stare a Roma, devi vivere questa città”. Io a<br />
Roma vado spesso per lavoro, ma dopo un po’ sento il<br />
bisogno di tornarmene qui. Deve essere una questione<br />
energetica, sento l’esigenza di tornare da madre vulcano,<br />
l’Etna (ride, ndr)».<br />
Quali sono i tuoi impegni attuali? In quale altro film ti<br />
vedremo prossimamente?<br />
«Sto girando il nuovo film di Andrea Porporati, in<br />
cui recito al fianco di Luigi Lo Cascio e Fabrizio<br />
Gifuni, mentre fino a dicembre mi aspettano<br />
molte repliche in teatro de L’istruttoria<br />
di Claudio Fava, con la regia di Ninni<br />
Bruschetta. Un altro lavoro di cui vado<br />
molto fiera è Sette storie per lasciare<br />
il mondo, un’opera per musica e<br />
film di Marco Betta e Roberto Andò<br />
che ha debuttato da poco<br />
qui a Catania e che mescola<br />
teatro popolare, video<br />
e canto lirico».
26<br />
Cinema<br />
di Livia Panascì e Irene Cellamare, 15 anni<br />
Liceo classico “Visconti” - Roma<br />
Cala il tramonto sulla strada per Rawalpur, gli ultimi<br />
raggi di sole rosseggiano sui campi di cotone e sui<br />
lunghi capelli neri di una bambina indiana. I piedi<br />
penzolano oziosamente dal carro su cui la piccola è seduta;<br />
sdraiato e morente vicino a lei c’è un uomo di circa<br />
cinquant’anni. Quell’uomo è suo marito e il motivo<br />
del viaggio per la città consacrata al dio Shiva è il funerale<br />
dello sposo, che avverrà sulle sponde del fiume sacro.<br />
Chuyia (Sarala), la bambina, da quella sera diventerà<br />
vedova e dovrà passare il resto della sua vita in un<br />
ashram, una casa per vedove indù.<br />
Si apre così Water, meraviglioso film diretto da Deepa<br />
Mehta, e procede poi con un ritmo incalzante e la potenza<br />
di un fiume in piena. Narra la storia dell’India del<br />
1938, l’India di Gandhi, vista con gli occhi delle vedove.<br />
In quegli anni la prassi delle spose bambine era ancora<br />
molto diffusa: per motivi economici piccole donne di sette,<br />
otto anni venivano spesso date in spose a uomini più<br />
anziani; quando poi questi morivano, le giovani vedove,<br />
considerate dalle famiglie un peso finanziario troppo<br />
grande, facevano quasi tutte la fine della nostra Chuyia.<br />
Attraverso le misere vite di queste donne, la regista indiana<br />
ci dipinge la realtà sociale del Paese di quei tempi,<br />
schiacciato dal colonialismo e da una religione dogmatica<br />
e antiquata, ma anche pronto a compiere il grande<br />
passo in avanti nella sua storia grazie al Mahatma<br />
Gandhi. Infatti, tutta la trama è tessuta intorno alla storia<br />
d’amore tra una giovane ed affascinante vedova, Kalyani<br />
(Lisa Ray), ed un idealista sostenitore di Gandhi,<br />
Narajan (John Abraham).<br />
L’impossibilità del loro rapporto indigna e commuove al<br />
tempo stesso perché ci fa precipitare<br />
con durezza in una realtà in cui, co-<br />
me spiega un saggio sacerdote a<br />
Shakuntala, “i libri prevedono tre<br />
scelte per le vedove: bruciare sulla<br />
pira insieme al marito defunto, vivere<br />
una vita di astinenza e privazioni,<br />
o, se la famiglia accetta, sposare il<br />
fratello minore del marito defunto”.<br />
Kalyani, poi, è doppiamente sfortu-<br />
Il coraggio di<br />
DEEPA<br />
HA LOTTATO A LUNGO PER<br />
PORTARE A TERMINE LE RIPRESE,<br />
MA FIN<strong>AL</strong>MENTE WATER, IL<br />
NUOVO FILM DI DEEPA MEHTA, E’<br />
NELLE NOSTRE S<strong>AL</strong>E, COL<br />
PATROCINIO DI AMNESTY<br />
INTERNATION<strong>AL</strong>. UNO SCORCIO<br />
SULL’INDIA DELLE VEDOVE E<br />
DELLE SPOSE BAMBINE:<br />
L’ABBIAMO VISTO E RECENSITO<br />
PER VOI<br />
nata: oltre a dover espiare per tutta la vita la morte del<br />
marito è anche costretta dalle vedove più anziane del<br />
suo ashram a prostituirsi per pagare l’affitto. La poesia<br />
che ci regala questa bellissima diciottenne è il suo totale<br />
distacco dalla vita materiale: citando le Sacre Scritture<br />
induiste, Kalyani spiega a Narajan che lei non ha intenzione<br />
di cambiare il proprio destino: il suo karma è<br />
come il fiore di loto, cresce bellissimo in mezzo al fango<br />
senza mai toccarlo.<br />
L’OPPOSIZIONE INDUISTA: “COSI’ SCREDITI IL TUO PAESE”<br />
Alla storia di Narajan e Kalyani si intreccia quella della<br />
piccola Chuyia, vedova bambina come tante in India, di<br />
cui Mehta ha voluto parlare proprio per denunciare questa<br />
pratica a tutto il mondo. La regista, infatti, con questo<br />
film, il terzo di una trilogia sugli elementi (oltre al<br />
nostro Water ha diretto Fire, 1996, e Heart, 1998, vincitore<br />
del premio del pubblico al festival del film asiatico<br />
di Deauville e del premio della critica al festival internazionale<br />
“Schermi d’amore” di Verona), ha la dichiarata<br />
intenzione di denunciare gli abusi che le donne subiva-<br />
Il film si muove un momento prima<br />
con lentezza lirica, un momento dopo la musica<br />
esplode, la pioggia cade incessante e siamo<br />
trasportati dai ritmi veloci di un amore<br />
giovane che non si preoccupa delle convenzioni<br />
e delle tradizioni<br />
no in India in quegli anni, abusi a cui<br />
ancora oggi sono sottoposte. Per<br />
questa sua finalità Water esce nelle<br />
nostre sale sotto il patrocinio di Amnesty<br />
International, che si è schierato<br />
al fianco di questa coraggiosa artista<br />
nella lotta contro la violenza<br />
sulle donne.<br />
Coraggiosa perché, per portare a termine<br />
le riprese, Deepa Mehta ha incontrato<br />
una fortissima opposizione<br />
- che continua ancora oggi - da parte<br />
dei fondamentalisti indù del partito<br />
dell’estrema destra indiana, lo<br />
“Shiv Sena”. Nel 2000, quando iniziarono<br />
le riprese sulle rive del fiume<br />
Gange, gli attivisti dello Shiv Sena<br />
intrapresero un vero e proprio terrorismo<br />
contro Mehta: incendiarono il<br />
set, intercettarono, attraverso un infiltrato,<br />
le telefonate dei cellulari del<br />
produttore e della stessa regista, a<br />
cui in seguito arrivarono svariate minacce<br />
di morte insieme a quelle dirette<br />
a due attrici dello staff: Shabana<br />
Azmi e Nadita Das, che decisero<br />
di abbandonare il film.<br />
Insomma, la regista che inizialmente<br />
si era vista assegnare dal Governo<br />
indiano perfino trecento uomini armati per proteggere la<br />
produzione, fu costretta ad interrompere il suo lavoro<br />
per “ragioni di pubblica sicurezza”. Ma dato che per questa<br />
donna tenace abbandonare Water significava abbandonare<br />
una lotta iniziata nel 1996 con la produzione di<br />
Fire - anche quest’ultimo additato dai leader dello Shiv<br />
Sena come un “Aids sociale” perchè “scene come quelle<br />
potevano corrompere menti ingenue e giovani” - le riprese<br />
proseguirono in segreto nello Sri Lanka (fatto che<br />
mise la produzione di fronte ad altri problemi, come la<br />
ricostruzione delle location).<br />
Per nostra fortuna Mehta non è una persona che si lascia<br />
intimidire facilmente: sa bene che l’accanimento così<br />
rabbioso della destra indiana è un chiaro segnale del<br />
fatto che, al contrario, la condizione delle vedove non è<br />
cambiata quasi per niente e la pratica di sposare le bambine<br />
sin dalla più tenera età è ancora in uso.<br />
I libri prevedono tre scelte per<br />
le vedove: bruciare sulla pira insieme al marito<br />
defunto, vivere una vita di astinenza e privazioni,<br />
o, se la famiglia accetta, sposare il fratello<br />
minore del marito defunto<br />
Deepa Mehta durante le riprese del film<br />
27<br />
UNA PELLICOLA LIRICA ED EPICA<br />
Il film si muove un momento prima con una lentezza lirica<br />
che ci avvolge e ci rende partecipi, un momento dopo<br />
la musica esplode, la pioggia cade incessante e siamo<br />
trasportati dai ritmi veloci di un amore giovane che<br />
non si preoccupa delle convenzioni e delle tradizioni. Il<br />
merito di questa sintonia fra la sceneggiatura e i paesaggi<br />
va sicuramente al direttore della fotografia, Giles<br />
Nuttgens, abituato già da tempo a lavorare con Mehta.<br />
Un’altra vecchia conoscenza è David Hamilton, già produttore<br />
dei primi due film della trilogia e collaboratore<br />
di Mehta da circa dieci anni.<br />
Questo bellissimo film attraverso inquadrature mozzafiato<br />
e musiche da pelle d’oca rende improvvisamente vicino<br />
un mondo lontano e colora di toni epici la storia di<br />
una donna come tante, senza baci mozzafiato, senza lieto<br />
fine. Non vogliamo, però, anticiparvi troppo: speriamo<br />
solo che Water riscuota nelle sale il successo che merita.
Musica<br />
28 29<br />
FACENDO ZAPPING<br />
TRA I CAN<strong>AL</strong>I MUSIC<strong>AL</strong>I PUÒ<br />
CAPITARE, SE SI È FORTUNATI, DI<br />
IMBATTERSI NEI VIDEO DI UN’ARTISTA<br />
QUASI SCONOSCIUTA IN IT<strong>AL</strong>IA, MA CHE<br />
RIMANE IMPRESSA NELLA MENTE PER SVARIATI<br />
MOTIVI. IL PRIMO È IL SUO AFFASCINANTE NOME…<br />
Storia di una REGINA<br />
e del suo PIANOFORTE<br />
Regina Spektor è cantante, cantautrice e pianista. Il suo lavoro si inquadra nell’attuale scena musicale dell’East<br />
Village, New York, una sorta di circuito sotterraneo del cantautorato indipendente. Regina Spektor, devo essere<br />
sincera, mi ha colpita immediatamente per un particolare aspetto, ancora prima di essere catturata dalla sua<br />
voce: lo stile. A guardarla, con le sue pettinature anni ’40 e il rossetto rosso sulla carnagione chiara, sola con un pianoforte,<br />
pare di credere, per la prima volta, che la parola ‘vintage’ possa avere un senso. Regina ha fascino da vendere,<br />
un fascino particolare e antico, sostanziato da due spiriti diversi: la cultura europea e quella americana.<br />
La Spektor, infatti, nasce in Russia, a Mosca, nel 1980, da genitori entrambi artisti. La famiglia lascia l’Europa nel<br />
1989, durante il periodo della Perestroika, quando ai cittadini di origine ebraica viene consentito di emigrare.<br />
Gli Spektor vivono in Austria e in Italia prima di stabi-<br />
lirsi definitivamente a New York, nel Bronx. Regina studia<br />
piano dall’età di sei anni e matura una formazione<br />
classica che permea profondamente i suoi lavori di<br />
cantautrice.<br />
di Serena Braida, 18 anni<br />
Frascati (Roma)<br />
La sua cultura musicale si amplia e si arricchisce anche<br />
grazie alle cassette che il padre fa arrivare a casa.<br />
Regina conosce allora i Queen, i The Moody Blues ma<br />
soprattutto i Beatles, i testi dei quali rappresentano il<br />
suo primo approccio alla lingua inglese.<br />
Una volta a New York, la famiglia non può più permettersi<br />
di pagare le lezioni di piano, ma la piccola Regina<br />
viene notata per il suo talento da un’insegnante della<br />
Manhattan School of Music, Sonia Vargas, la quale le impartisce<br />
lezioni gratuite fino all’età di 17 anni.<br />
Pianista da una vita, Regina scopre relativamente tardi<br />
il suo talento di cantante e cantautrice e fin dai<br />
primi lavori coniuga voce e strumento, due poli<br />
che si fondono e si rincorrono in modo sorprendente<br />
ed originale.<br />
I testi non sono autobiografici: narrano storie<br />
inventate, suggestioni e scenari captati dall’immaginario,<br />
dall’onirico.<br />
Molteplici le influenze musicali; tra le più evidenti<br />
la musica classica, il folk, la musica tradizionale<br />
russa, il jazz, il blues e l’hip-hop.<br />
I testi non sono<br />
autobiografici: narrano storie<br />
inventate, suggestioni e scenari<br />
captati dall’immaginario,<br />
dall’onirico<br />
Uno degli aspetti peculiari dei lavori di Regina è il fatto<br />
che ogni singola traccia sembra possedere un proprio<br />
differente stile, un carattere unico.<br />
Ascoltandola, inoltre, si ha l’occasione di scoprire, nel<br />
particolare accento di alcuni termini, lo slang di New<br />
York, che Regina utilizza quasi come tributo alla città dove<br />
è cresciuta, cuore pulsante dei più diversi stimoli culturali<br />
e musicali.<br />
Regina Spektor utilizza la propria voce in un modo particolare,<br />
quasi strumentale, con trilli, vibrati e staccati<br />
che sono ormai la sua firma. E proprio la sua voce l’ha<br />
portata all’attenzione di Julian Casablancas, cantante dei<br />
The Strokes, il quale l’ha voluta per l’apertura del tour<br />
nordamericano del 2003. Durante la tournée, Regina ha<br />
anche interpretato un brano insieme alla band, Modern<br />
girls and old fashioned men.<br />
Da allora, complici anche alcune partecipazioni a programmi<br />
televisivi, Regina si è imposta all’attenzione dei<br />
media statunitensi. Il suo ultimo (splendido) album, “Begin<br />
to hope”, è appena uscito in commercio. I tre precedenti<br />
(11:11; Songs; Soviet Kitsch) sono purtroppo ancora<br />
molto difficili da trovare in Italia.<br />
Un’eccezione è rappresentata dalla raccolta “Mary Ann<br />
meets the gravediggers and other short stories”, pubblicata<br />
per il mercato internazionale.<br />
La speranza è che qualcosa si muova, che qualcosa cambi.<br />
Che un’artista dai testi eclettici (in cui si possono trovare<br />
occasionali termini in francese, russo e latino) e densi<br />
di riferimenti intellettuali e letterari (come a F. Scott<br />
Fitzgerald e Ernest Hemingway in Poor little rich boy, Virginia<br />
Woolf e Margaret Atwood in Paris o Boris Pasternak<br />
in Apres moi, per citarne solo qualcuno), non debba rimanere<br />
esiliata entro gli angusti confini<br />
del cosiddetto panorama ‘indie’.<br />
Che sia musica come questa a trovare<br />
spazio nelle reti musicali, sui giornali<br />
patinati, che si possano trovare<br />
dischi così nel negozio sotto casa,<br />
senza doverli ordinare oltreoceano.<br />
Che, insomma, ad essere ‘commerciale’<br />
e globalizzata sia, per una volta,<br />
la qualità e l’eclettismo.<br />
Per nostra fortuna, in ogni caso, c’è<br />
sempre la rete.<br />
Regina Spektor<br />
utilizza la propria<br />
voce in un modo<br />
particolare, quasi<br />
strumentale, con trilli,<br />
vibrati e staccati che<br />
sono ormai la sua<br />
firma<br />
APRES MOI<br />
I must go on standing<br />
You can't break that which isn't yours<br />
I, oh, must go on standing<br />
I'm not my own, it's not my choice<br />
Be afraid of the lame<br />
They'll inherit your legs<br />
Be afraid of the old<br />
They'll inherit your souls<br />
Be afraid of the cold<br />
They'll inherit your blood<br />
Apres moi, le deluge<br />
After me comes the flood<br />
(..)
30<br />
Musica<br />
di Chiara Colasanti, 16 anni<br />
Liceo classico “Tacito” - Terni<br />
Terni, giornata del diluvio semiuniversale. Mi ritrovo<br />
sotto gli alberi della “passeggiata” a cercare riparo<br />
sotto un tendone dell’esposizione. Davanti a me il<br />
palco dove avrebbe dovuto esibirsi Simone, pieno di cerate<br />
di plastica che coprono gli strumenti. Mi dispiace<br />
che il concerto non si faccia… c’è un freddo tremendo e<br />
l’umidità che si infiltra dappertutto. Attraversare la strada<br />
equivale a guadare un fiume in piena. All’improvviso<br />
da una macchina scende il ‘cespuglio pensatore’. Il suo<br />
accompagnatore (il gentilissimo Stefano Jacovitti) mi permette<br />
di incontrarlo e di mettermi comodamente al riparo<br />
nel tendone che funge da camerino. Simone è una di<br />
quelle persone che ti mettono subito a tuo agio…<br />
Studentessa universitaria è una canzone molto tenera e<br />
il video è quasi commovente… com’è nata la canzone?<br />
«Studentessa è nata perché ho frequentato l’università per<br />
tre anni, facevo storia dell’arte. In quel periodo mi trovavo<br />
spesso in un quartiere di Roma, San Lorenzo, in cui abitano<br />
molte studentesse fuori sede che vengono dalla Sicilia,<br />
dalla Puglia, dalla Calabria. Sono entrato anche nelle loro<br />
case, diventando loro amico. In queste case ho notato una<br />
certa malinconia, la sensazione di essere in un luogo che<br />
non appartiene fino in fondo alle persone che ci abitano,<br />
sono luoghi di transizione. Ascoltando anche alcuni loro<br />
racconti, alcune storie di queste ragazze, ho notato che c’è<br />
una sorta di schizofrenia tra il passato (anche recente) della<br />
loro vita in paese - dove magari c’è ancora la processione,<br />
ci sono le luminarie, ci sono molte tradizioni insomma<br />
- e la vita nelle nostre metropoli. Infatti, ho fotografato nella<br />
prima strofa la vita ‘paesana’ della studentessa e nella<br />
seconda, come in un cortometraggio, ho inserito degli<br />
sprazzi di vita normale nella metropoli, nel caos».<br />
Continui ancora a disegnare fumetti? (Cristicchi è stato allievo<br />
del fumettista Jacovitti, il creatore di CoccoBill, ndr)<br />
canzoni<br />
UN FABBRICANTE<br />
canzoni<br />
DI<br />
E’ DIVENTATO FAMOSO<br />
DICENDO: ‘VORREI CANTARE<br />
COME BIAGIO ANTONACCI’. E<br />
ANCHE OGGI CHE FIRMA<br />
TANTI AUTOGRAFI, IL<br />
PLURIPREMIATO SIMONE<br />
CRISTICCHI HA ANCORA<br />
QU<strong>AL</strong>COSA DI CUI<br />
RAMMARICARSI…<br />
«Ho smesso perché disegnare fumetti mi ha portato poi ad<br />
avere un calo della vista nell’età dell’adolescenza, impiegavo<br />
tantissimo tempo a disegnare, seduto alla mia scrivania. Però<br />
riprenderò a disegnare e alcuni miei disegni verranno pubblicati<br />
in un libro che uscirà a marzo col titolo “Centro d’Igiene<br />
Mentale”, dove raccolgo tutti i disegni e anche storie, che scrivo<br />
io (l’idea nasce dall’omonimo spettacolo teatrale)».<br />
Come è nata l’idea di fare uno spettacolo chiamato proprio<br />
“Centro d’Igiene Mentale”?<br />
«Ho fatto volontariato per tre anni, lavorando con i malati<br />
di mente. Nello spettacolo racconto le loro storie, le<br />
loro vite. È una cosa a cui tengo moltissimo perché mette<br />
in luce la fragilità, la sensibilità e la spontaneità di<br />
queste persone».<br />
Come nel pezzo di Smemoranda… Rufus, invece, com’è<br />
nato? Ci racconti qualcosa di lui?<br />
«Sì… Rufus semplicemente è una parte di me, la parte più<br />
scatenata, la parte senza barriere appunto, la parte folle<br />
di Simone Cristicchi, che ha avuto anche diversi problemi,<br />
che viene contestato nei suoi testi. È divertente perché<br />
spacca completamente in due la mia personalità».<br />
Di quale opera d’arte ti piacerebbe essere l’Angelo Custode?<br />
«La Venere del Botticelli».<br />
Come stanno andando i live in giro per l’Italia?<br />
«I live stanno andando benissimo, c’è sempre una buona<br />
risposta da parte del pubblico che viene ad ascoltarmi,<br />
inizialmente spinto da curiosità, la stessa che magari<br />
ha spinto anche voi».<br />
Che effetto ti fa essere famoso anche in Russia, che è<br />
così lontana?<br />
«Sei proprio documentatissima! In Russia è strano, perché,<br />
vedi… è tutto frutto del caso. Hanno mandato per caso<br />
la mia canzone Senza per radio e, nel giro di poco tempo,<br />
l’album è entrato a far parte della classifica. Non vedo<br />
l’ora di andarci… sono un tipo curioso. Mi fa effetto<br />
pensare che una cosa scritta in Italia, nella mia casa, nella<br />
mia stanza sia arrivata così lontano».<br />
Ombrelloni ha scioccato molta gente che non conosce il<br />
vero motivo del tuo sfogo; hai trovato difficoltà a farlo<br />
passare per le radio?<br />
«Sì, ho trovato difficoltà principalmente perché era un quarto<br />
singolo, non per questioni di ‘non gradimento’. Alcune radio<br />
non l’hanno passata per la parolaccia, per la provocazione,<br />
anche perché critica il modo di fare dei direttori artistici<br />
delle radio che spesso costruiscono le canzoni a tavolino».<br />
In Stupidowsky c’è una provocazione alla fine: “Grazie<br />
per questo mondo pieno d’amore”.<br />
Pensi che la musica possa realmente far sì che il mondo<br />
sia un po’ più pieno d’amore?<br />
«Beh... sì sicuramente! Con la musica, con le canzoni, con<br />
alcuni testi in particolare si può aiutare, non dico a cambiare<br />
il mondo, ma a generare almeno delle piccole scintille,<br />
delle piccole illuminazioni. Io mi sono innamorato<br />
della musica d’autore leggendo i testi di De Gregori, di<br />
De Andrè, che valgono certamente molto di più di tanti<br />
di quei romanzi che vengono pubblicati inutilmente».<br />
Simone Cristicchi è nato nel 1977 ed è cresciuto<br />
ascoltando la musica e le canzoni di Franco Battiato,<br />
Ivano Fossati, Giorgio Gaber, Nick Drake, Lucio Battisti, Jeff<br />
Buckley,Vinicio Capossela, Syd Barrett, Fabrizio De André,<br />
Paolo Conte, Sergio Endrigo, Chico Buarque e Caetano<br />
Veloso.<br />
Pluri-premiato dalla Critica (Artista Rivelazione 2005 al<br />
M.E.I., Premio Gaber, Premio Carosone, Leone D'Argento<br />
a Venezia, Premio Rino Gaetano, e Miglior Album di<br />
Debutto 2005-Musica & Dischi), dopo il "Centro di Igiene<br />
Mentale tour", ha ripreso la sua celebre valigetta<br />
ventiquattro ore ed è tornato sul palco con il “Fabbricante<br />
di Canzoni Tour”.<br />
Sito ufficiale: www.simonecristicchi.it<br />
Fabbricante di Canzoni, l'album<br />
1.Che bella gente<br />
2. Fabbricante Di Canzoni<br />
3. Studentessa Universitaria<br />
4. Vorrei Cantare Come Biagio<br />
5. L’Isola<br />
6. Cellulare & Carta Sim<br />
7. Senza<br />
8. La Filastrocca della Morlacca<br />
9. Telefonata per l'Estate<br />
10. Ombrelloni<br />
11. A Samba<br />
12. L'Autistico<br />
13. Stupidowski<br />
14. Sul Treno<br />
15. Angelo Custode<br />
16. Questo è Amore (duetto con Sergio Endrigo)<br />
ghost track: Rufus<br />
31<br />
Come ti sei sentito dopo la critica molto positiva del settimanale<br />
americano “Stylus magazine”, che ha selezionato il<br />
tuo disco come “Album of the Week” (non accadeva dal<br />
2003 per un disco italiano)?<br />
«Lusingato, nemmeno forse il mio migliore amico avrebbe<br />
potuto scrivere una cosa tanto bella. Purtroppo alcuni giornali<br />
italiani, forse con un po’ di pregiudizio, non hanno nemmeno<br />
preso in considerazione il mio album. Ci sono alcune<br />
riviste che neanche si immaginano che il mio disco possa<br />
avere dei contenuti. Quando ho letto lo “Stylus magazine”<br />
ho pensato: perché in America il mio lavoro deve essere giudicato<br />
come ottimo, mentre qui in Italia, a casa mia, alcuni<br />
solamente per il fatto che io abbia partecipato al Festivalbar<br />
non si degnano neanche di ascoltarlo?».<br />
foto: Angelo Trani
Recensioni<br />
32 “<strong>AL</strong>LA FINE DELLA NOTTE” di Neffa<br />
LABORATORI<br />
DELLO SGUARDO<br />
“Alla fine della notte”, questo il titolo del nuovo lavoro<br />
di Giovanni Pellino, in arte Neffa. Pubblicato a<br />
giugno di quest’anno, dopo un’assenza durate tre<br />
anni, Neffa propone come singolo di promozione “Il mondo<br />
Per tutto l’anno scolastico in<br />
corso <strong>Zai</strong>.net ospiterà in<br />
queste pagine i migliori<br />
articoli e le migliori recensioni<br />
di spettacoli teatrali elaborate<br />
nuovo”, che come l’omonimo romanzo di Aldous Huxley, si dagli studenti delle scuole<br />
interroga sul futuro dell’umanità e di quanto questo sia sempre più dipen- medie superiori di Roma<br />
dente dalle macchine. Un vero e proprio pezzo “spaccaclassifiche” che consacra<br />
il ritorno del nostro camaleontico cantautore.<br />
Questo album si presenta come un lavoro post-crisi, il ritratto di un artista<br />
che è riuscito a trovare un approdo sicuro, anche nelle piccole cose, come<br />
l’abbraccio di una persona cara, ma non per questo meno significativo. I te-<br />
nell’ambito del progetto<br />
“Laboratori dello sguardo -<br />
piccoli passi nel teatro”. I<br />
laboratori accompagnano gli<br />
studenti attraverso un<br />
percorso articolato in incontri<br />
sti, che apparentemente sembrano riferirsi alla vita di coppia, sono invece e visioni di spettacoli, che<br />
un'esternazione delle paure dell'artista, come quella dell’assimilazione del- fornisca loro mezzi critici e di<br />
l’uomo da parte della tecnologia. Obiettivo? Esaltare la soggettività di ognuno<br />
di noi. Neffa infatti spiega quanto “questo disco nasca dall’esigenza di<br />
comunicare l’utopia dell’umanesimo e di quanto l’uomo reagisca e viva con<br />
i propri stati d’animo e non per percorsi obbligati”. In questo cd si intersecano<br />
melodie soul-funky e pop, armonie vocali e chitarre della tradizione folk<br />
lettura per accostarsi all’arte<br />
performativa dal vivo:<br />
un’occasione per gettare il<br />
seme di un’alternativa a<br />
pratiche d’intrattenimento più<br />
consuete.<br />
americana, riff decisamente rock: Giovanni alias Neffa è un alfiere della mu- L’obiettivo è di dare<br />
sica, la suona senza furbizie tecnologiche, senza campionamenti, batterie conoscenze e strumenti<br />
elettroniche e arrangiamenti strategici.<br />
Un motivo per ascoltarlo: È un album che piace agli amanti della musica semplice,<br />
ma profonda.<br />
Un motivo per non ascoltarlo: Neffa non è un artista che si capisce al volo.<br />
Bisogna avere la pazienza di gustare l'album in tutte le sue sfaccettature, fino<br />
propedeutici alla visione degli<br />
spettacoli in programma e<br />
soprattutto quello di<br />
raccordare l’esperienza con<br />
elementi di storia dello<br />
spettacolo, tecnica e<br />
“Alla fine della notte”.<br />
drammaturgia teatrale.<br />
Anna Schiavulli, 19 anni - Savona Ogni laboratorio è strutturato<br />
per un numero massimo di<br />
venti studenti e si terrà<br />
all’interno della struttura<br />
scolastica in orario<br />
“S<strong>AL</strong>VIAMO IL S<strong>AL</strong>VABILE” di Edoardo Bennato<br />
extrascolastico: i partecipanti<br />
sono coinvolti in venti ore di<br />
laboratorio didattico e nella<br />
visione di cinque spettacoli<br />
nei teatri: Ambra Jovinelli,<br />
Sala Umberto, Teatro di<br />
Roma, Eliseo.<br />
MUSICA<br />
MUSICA<br />
Un cofanetto di tre cd. Più di quaranta canzoni<br />
che fotografano la carriera nel mondo della musica<br />
di un artista che ha ancora voglia di stupire.<br />
È così che Edoardo Bennato si propone al suo pubblico,<br />
reduce da un'estate davvero ricca di successi. E ai bagni<br />
di folla che il tour con Alex Britti gli regala ogni data, si<br />
affiancano prepotentemente i brani del passato, con cui di anno in anno<br />
Edoardo Bennato ha costruito la sua fama di cantautore, peraltro all'inizio<br />
incompreso.<br />
Nel cofanetto curato da Alessandro Colombini, il suo primo produttore, ci sono<br />
davvero tutti i brani che più restano vivi nella memoria degli italiani, da "Non<br />
farti cadere le braccia" del 1973 a "Le ragazze fanno grandi sogni" del 1995.<br />
Il primo cd si apre con il brano "MM" (metropolitana milanese), e ci presenta<br />
subito Edoardo Bennato in versione "one man band" come lo conosciamo<br />
noi, con i motivi della sua armonica e della sua chitarra ad accompagnare<br />
tutta la collezione. Le sue sonorità tipiche, che attingono al blues, al rock 'n'<br />
roll e alla tammuriata, si susseguono in una miscela che non delude. Un<br />
cocktail sonoro che riesce da una parte a sottolineare la solitudine di questo<br />
artista un po' outsider, ma nello stesso tempo ci riporta in atmosfere magiche<br />
e fantastiche come ne "L'isola che non c'è" e nelle altre edizioni caricaturali<br />
dei personaggi favolistici, per poi esprimersi in tutta la sua ilare ironia<br />
in brani come "Sono solo canzonette".<br />
Non mancano must come "Il gatto e la volpe" del 1977, "Sono solo canzonette"<br />
del 1980, "Ogni favola è un gioco" dell'83, "Viva la mamma" del 1989<br />
e "Le ragazze fanno grandi sogni" datata 1995.<br />
Un motivo per ascoltarlo: Se amate Bennato non potete perderlo... E se non<br />
lo conoscete, può essere l'occasione giusta per scoprirlo.<br />
Un motivo per non ascoltarlo: Se ovviamente non amate Bennato, lasciate<br />
perdere!<br />
Giovanni Battaglio, 19 anni - Savona<br />
pillole LIBRI,<br />
MUSICA &<br />
TEATRO<br />
Per informazioni rivolgersi a<br />
Micaela Rovecchio,<br />
tel. 338 1911478<br />
m.rovecchio@formatoltrelascena.com<br />
www.format-oltrelascena.com<br />
VITA DA LETTORE<br />
di Nick Hornby<br />
Libri ricevuti, libri recensiti,<br />
libri comprati e mai letti, libri<br />
che prima o poi bisognerà<br />
leggere, libri letti davvero,<br />
finalmente: un labirinto di<br />
letture di tutti i generi, dai<br />
pillole LIBRI,<br />
MUSICA &<br />
TEATRO<br />
classici alle biografie degli<br />
sportivi, dalle raccolte di versi<br />
ai graphic novel, dai romanzi<br />
appena usciti a quelli<br />
imperdibili dell’800...<br />
Schiacciato dal mucchio delle<br />
letture a cui non si può<br />
rinunciare, Nick Hornby<br />
prova, con la consueta<br />
leggerezza e ironia, a trovare<br />
qualche criterio per orientarsi<br />
nel dedalo delle letture,<br />
racconta le sue preferenze e<br />
le sue antipatie e soprattutto<br />
ci restituisce una gioiosa e<br />
vitale voglia di leggere,<br />
sempre e il più possibile.<br />
Guanda, 200 pp., 14 euro<br />
In libreria dal 26 ottobre 2006<br />
TAGLIANDO I CAPELLI<br />
di Ring Lardner<br />
Campioni di baseball molto<br />
strampalati, coppie di "amici"<br />
che ti tolgono il respiro,<br />
burloni impenitenti che la<br />
pagano cara... Miti, birignao e<br />
pettegolezzi made in USA<br />
agli inizi del Novecento. Ma<br />
anche mali assolutamente<br />
contemporanei, come il vizio<br />
di non ascoltare.<br />
Grazie alla penna di un<br />
grande maestro, racconti<br />
freschissimi e di estrema<br />
attualità. Insomma: il meglio<br />
dei racconti di Ring Lardner -<br />
Hemingway e Scott Fitzgerald<br />
lo veneravano - nella<br />
scintillante traduzione di<br />
Daniele Benati.<br />
Marcos y Marcos, 224 pp.,<br />
14.50 euro<br />
In libreria dal 19 ottobre 2006<br />
CINEMA IMPEGNATO PER<br />
RICHARD GERE…<br />
L' attore ha appena iniziato a<br />
girare a Sarajevo Flak Jacket<br />
(giubbotto antiproiettile), un<br />
film di Richard Shepard. È la<br />
storia di tre giornalisti<br />
americani che tornano in<br />
Bosnia nel dopoguerra per<br />
dare la caccia a Karadzic, l'ex<br />
leader serbo accusato di<br />
PUPE E SECCHIONI<br />
E adesso che altro si inventeranno? Proporrei un<br />
reality show che studi la vita degli autori di questi<br />
programmi, in modo da capire come mai il loro<br />
cervello sia danneggiato in maniera tanto irreparabile.<br />
Avevamo visto Isole, Case, lande desolate in Africa, Fattorie<br />
e molto, troppo altro. Stavolta ci è toccato assistere<br />
al trionfo della TV-spazzatura: Pupe e secchioni. In<br />
questo affascinante programma condotto da Enrico Papi e Federica Panicucci<br />
si scontrano sette coppie formate - guarda un po’ la fantasia - da una “pupa”<br />
(una bellona meno che analfabeta) e da un “secchione” (un presunto<br />
disadattato con la gravissima colpa di essersi laureato). Lo scadimento del<br />
livello dei programmi televisivi subisce un’accelerazione simile alle palline sui<br />
piani inclinati, è un impoverimento di contenuti tanto inarrestabile quanto<br />
imbarazzante.<br />
Il programma comunque svolge una non trascurabile funzione sociologica,<br />
poiché mostra all’Italia ciò che, grazie a un paio di legislature di autonomie,<br />
riforme e riformette accadrà a breve all’Italia stessa, che ospita sul proprio<br />
territorio quasi il 70% del patrimonio artistico mondiale: i cretini al potere e<br />
i laureati nei bioparchi. L’anticipazione catodica precorre i tempi, ma neanche<br />
troppo. È veramente una cosa squallida, e la cosa peggiore è che appare<br />
sempre più verosimile... Basti vedere come il sito di Mediaset non si vergogni<br />
affatto dell’orrore appena prodotto, ma anzi se ne vanti.<br />
Un motivo per vederlo: Il programma ci mostra ciò che accadrà presto in Italia,<br />
i cretini al potere e i laureati nei bioparchi!<br />
Un motivo per non vederlo: Qualcuno sarebbe così gentile da spiegarmi per<br />
quale motivo una ragazza, per essere “bella e spigliata e dall'intensa vita sociale”,<br />
dovrebbe giocoforza essere un’idiota?<br />
Matteo Marchetti, 19 anni - Roma<br />
LA M<strong>AL</strong>EDIZIONE DEL FORZIERE FANTASMA<br />
USA 2006 Regia Gore Verbinski<br />
Cast O. Bloom, J. Davenport, J. Depp, J. Pryce, K. Knightley, B. Nighy<br />
L’attesissimo sequel de “La maledizione della prima<br />
luna” riprende la storia esattamente dove il primo<br />
film l’aveva lasciata: Elizabeth (Keira Knightley) e<br />
Will (Orlando Bloom) si devono sposare, ma sorge un impedimento:<br />
vengono arrestati il giorno del loro matrimonio.<br />
Così inizia il racconto di questa fantastica avventura che ci<br />
porterà a conoscere nuovi personaggi, come una subdola<br />
spia del Regno Unito, agli ordini del comandante della Compagnia<br />
Delle Indie, che sta cercando di trovare la bussola di Jack Sparrow.<br />
Ma perché tutto quest’interessamento per una vecchia bussola che non punta<br />
il Nord? Anticipo solo una cosa: il finale vi farà venir voglia di andare dalla<br />
produzione del terzo episodio per costringerli a far uscire il prima possibile<br />
il seguito del film.<br />
Il ritmo che scandisce il film è inizialmente un po’ lento, con dei colpi di scena<br />
diciamo anche prevedibili, ma dalla fine del primo tempo in poi la suspence si<br />
fa sempre più alta. Molte le parti esilaranti, nelle quali Johnny Depp ha dato il<br />
meglio di sé, coadiuvato dalla bravura di Orlando Bloom e del resto del cast. Colonna<br />
sonora semi-uguale a quella del film precedente, ma proprio per questo<br />
forse ancora più bella. Incredibili gli effetti speciali utilizzati per creare la spaventosa<br />
ciurma di dannati immortali di Davy Jones (e Davy Jones stesso): sembravano<br />
appena usciti dai peggiori incubi dei bambini. Uomini con telline, stelle<br />
marine e animaletti marini che vivono sui loro corpi come fossero scogli; facce<br />
da pesce palla, squalo martello, polipo e paguro… incredibilmente realistici!<br />
Un motivo per vederlo: Consigliato vivamente a tutti coloro a cui è piaciuto<br />
il primo film. Campione d’incassi in America, ha fatto anticipare l’uscita del<br />
film Superman per paura di non riuscire a tener testa ad un film così atteso.<br />
Un motivo per non vederlo: Se trovate che i sequel siano una deprecabile arma<br />
di incassi.<br />
Chiara Colasanti, 16 anni - Terni<br />
<strong>Zai</strong>.net è per il diritto di critica… vota, consiglia, stronca film, libri, musica e altro sui siti www.zai.net e www.stronca.net<br />
33<br />
TELEVISIONE<br />
CINEMA
Recensioni<br />
34 IL CASO JANE EYRE<br />
genocidio. La sceneggiatura<br />
Autore Jasper Forde Editore Marcos y Marcos<br />
Prezzo 16,00 euro Dati 378 pagg.<br />
prende spunto da un articolo<br />
del giornalista americano<br />
Scott Anderson, inviato di<br />
Alle volte ci si chiede fino a dove può spingersi la fan- guerra in Bosnia; il sottinteso<br />
tasia degli scrittori, fino a che punto una persona può<br />
riuscire ad alterare, adattandola alle proprie esigenze<br />
letterarie, la realtà in cui viviamo. Forde di fantasia ne ha da<br />
vendere e il suo ultimo libro ne è la prova. Assottigliati i confini<br />
tra spazio e tempo, tra finzione e realtà, tra vita e letteratura,<br />
tutto si svolge in un universo in cui i libri hanno valore<br />
assoluto e dove tutto sembra possibile. Un thriller letterario di<br />
ideologico della pellicola è:<br />
perché la comunità<br />
internazionale non vuole<br />
arrestare i criminali di guerra?<br />
incredibile freschezza, che si legge velocemente e senza mai stancarsi. Nel finale,<br />
quando ormai non si può far altro che prendere atto dell’imminente epilogo,<br />
si avverte anche un leggero dispiacere separandosi da Thursday Next, la<br />
detective letteraria protagonista del racconto, e l’unica cosa che resta da fare<br />
è ricominciare da capo, rigustandosi i particolari.<br />
Un motivo per leggerlo: Rapisce e aliena. Una lettura difficile da disturbare:<br />
nessuna porta che sbatte o telefono che squilla potrà interromperla.<br />
Un motivo per non leggerlo: Se non vi piace ridere e perdere il controllo della<br />
situazione. Non leggetelo se aspettate telefonate importanti.<br />
Luca Sappino, 18 anni - Roma<br />
LETTURA<br />
LETTURA<br />
LETTURA<br />
SAYONARA BAR<br />
Autore Susan Barker Editore Barbera<br />
Prezzo 17,50 euro Dati 382 pagg.<br />
Tre protagonisti, tre voci narranti e tre vite che si intrecciano<br />
in una sola grande storia.<br />
La scena principale è, come suggerisce senza alcuna<br />
vergogna il titolo, il Sayonara Bar, uno dei tanti luoghi di delizia<br />
dove gli impiegati delle grandi aziende di Osaka cercano<br />
ristoro in compagnia di hostess cordiali che li viziano e li<br />
coccolano. Qui passano Mary, una giovane hostess inglese in<br />
cerca di esperienze, Mr Sato, manager incapace di colmare il<br />
tremendo vuoto lasciato nella sua vita dalla morte della moglie, e Watanabe,<br />
un improvvisato eroe che dalla cucina del Sayonara veglia sulla sua ossessione.<br />
Ambientato nel Giappone dei nostri giorni, questo libro punge e diverte,<br />
mettendo in scena molte delle fobie e delle derive a cui si può assistere<br />
osservando con più attenzione ciò che ci circonda.<br />
Un motivo per leggerlo: Ideale per chi ha poco tempo da dedicare ai libri.<br />
Un motivo per non leggerlo: È un libro senza troppe pretese che diverte e fa<br />
passare il tempo. Niente di più.<br />
(l.s.)<br />
SCONTRO DI CIVILTÀ PER UN ASCENSORE A PIAZZA VITTORIO<br />
Autore Amara Lakhous Editore E/O<br />
Prezzo 12,00 euro Dati 189 pagg.<br />
Amara Lakhous, da sempre attento alle vicende delle<br />
minoranze etniche, è giornalista e romanziere; con<br />
questa sua seconda opera, a metà tra un giallo ben riuscito<br />
e un’attenta analisi sociale della piccola comunità multiculturale<br />
che anima la romana piazza Vittorio, conferma di<br />
meritarsi i complimenti che la critica gli ha da sempre riservato.<br />
La storia parte dall’omicidio di un losco figuro soprannominato<br />
“il Gladiatore” e si sviluppa in un turbinio di incomprensioni,<br />
paure e diffidenze. Luoghi comuni e pregiudizi vengono raccontati<br />
con sorprendente vena ironica e incredibile abilità.<br />
Un motivo per leggerlo: È un meraviglioso modo di affrontare un problema<br />
che esiste. È una storia divertente e scritta bene.<br />
Un motivo per non leggerlo: Sconsigliato a chi si crede estraneo al mondo,<br />
a chi non si fa impressionare dalla realtà che lo circonda.<br />
(l.s.)<br />
pillole LIBRI,<br />
MUSICA &<br />
TEATRO<br />
…E ANGELINA JOLIE<br />
Dopo The Road to<br />
Guantanamo, Michael<br />
Winterbottom torna a parlare<br />
di terrorismo, ma dalla<br />
prospettiva opposta. Il regista<br />
sta girando A Mighty Heart<br />
con Angelina Jolie e Dan<br />
Futterman. La storia è quella<br />
di Daniel Pearl, il reporter del<br />
'Wall street Journal' rapito e<br />
ucciso nel 2002 in Pakistan<br />
da un gruppo di estremisti<br />
islamici.<br />
Angelina Jolie questa volta si<br />
sottrae ai consueti ruoli per<br />
vestire i panni di Mariane<br />
Pearl, la moglie del<br />
giornalista ucciso, alle cui<br />
memorie si ispira il film.<br />
UOMINI & DONNE<br />
Una commedia di costume,<br />
brillante e sofisticata sull’amore,<br />
il sesso e il matrimonio nella<br />
moderna New York, con le<br />
atmosfere di Manhattan e il<br />
linguaggio di Sex and the<br />
city: Uomini e donne, film<br />
interpretato da Julianne<br />
Moore, Maggie Gyllenhaal,<br />
Billy Crudup, David Duchovny<br />
e diretto da Bart Freundlich,<br />
racconta le avventure eroticoromantiche<br />
di due coppie:<br />
un’attrice di successo<br />
(Julianne Moore) e suo<br />
marito (David Duchovny), che<br />
ha scelto di stare a casa per<br />
occuparsi dei figli; il fratello<br />
fannullone di lei (Billy<br />
Crudup) e la sua fidanzata<br />
aspirante scrittrice (Maggie<br />
Gyllenhaal). A minare le fragili<br />
fondamenta delle due coppie,<br />
intervengono sedute di analisi,<br />
un'ex fidanzata, una mamma<br />
single e un aitante folk-singer....<br />
Nelle sale dal 3 novembre<br />
<strong>Zai</strong>.net è per il diritto di critica… vota, consiglia, stronca film, libri, musica e altro sui siti www.zai.net e www.stronca.net<br />
Ricariche telefoniche:<br />
eccezioni all’italiana<br />
LeSole 24Ore<br />
Decreto Bersani:<br />
le novità più eclatanti<br />
La redazione de “LeSole24Ore” è realizzata in collaborazione con
36<br />
LeSole24Ore<br />
VUOI RICARICARE IL<br />
CELLULARE DI 10<br />
EURO? 2 EURO SONO<br />
COSTI DI RICARICA.<br />
MA IN QU<strong>AL</strong>E TASCA<br />
VANNO A FINIRE QUEI<br />
SOLDI? ANCHE<br />
L'UNIONE EUROPEA SI È<br />
ACCORTA DI QUESTA<br />
ANOM<strong>AL</strong>IA TUTTA<br />
IT<strong>AL</strong>IANA, DOPO<br />
ESSERE STATA<br />
SOLLECITATA DA UN<br />
NOSTRO<br />
CONCITTADINO<br />
MOLTO<br />
INTRAPRENDENTE...<br />
ABOLIAMOLI.EU:<br />
stop ai costi delle ricariche<br />
di Mr Poirot, 18 anni<br />
Abolire i costi di ricarica. È questo lo slogan della battaglia che un giovane<br />
ragazzo campano ha intrapreso da qualche mese a questa parte. Andrea<br />
d'Ambra, questo il suo nome, un ragazzo di 24 anni, è iscritto alla<br />
Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Federico II di Napoli, e in seguito a<br />
viaggi in Europa e per il mondo si è accorto di quest'anomalia tutta italiana, i<br />
cosiddetti “costi di ricarica”. Che cosa sono? Quando parliamo di “costo di ricarica”,<br />
così come lo definiscono le stesse compagnie di telefonia mobile, parliamo<br />
di quella spesa aggiuntiva all'effettivo traffico telefonico di cui potremo<br />
godere, e che andiamo a sostenere ogni qual volta acquistiamo una ricarica,<br />
sia sotto forma di carta, sia nel momento in cui la effettuiamo online.<br />
UN'ANOM<strong>AL</strong>IA TUTTA IT<strong>AL</strong>IANA<br />
È proprio una peculiarità del nostro Paese, quella dei costi di ricarica, che riesce<br />
a mettere d'accordo tutte le compagnie telefoniche. Tim, Tre, Vodafone<br />
e Wind applicano più o meno gli stessi costi sui tagli di ricarica, con<br />
qualche lieve variazione. Ed è così che, per esempio, quando acquisto<br />
una ricarica da 10 euro, avrò nei fatti soltanto 8 euro di ricarica e 2 euro<br />
li pagherò a titolo di un non ben definito “costo”. Insomma, il 20 per<br />
cento della mia spesa va nelle tasche degli operatori e nessuno si<br />
preoccupa minimamente di giustificarlo. Non solo, il fatto che il costo<br />
sia più o meno uguale per tutte le compagnie può indurre a pensare<br />
che si tratti di una sorta di “tassa governativa”, ma così non è.<br />
Le compagnie, ogni volta che vengono interpellate, rispondono all'unisono:<br />
“I costi di ricarica vanno a coprire le spese logistiche, di<br />
distribuzione nei punti vendita, di manutenzione del software che<br />
gestisce le ricariche. È dunque un costo che noi realmente sosteniamo”.<br />
Quando poi però osserviamo che in altri Paesi come<br />
Francia, Spagna o Stati Uniti i costi sulle ricariche non esistono,<br />
ci viene un po' da riflettere... là la manutenzione del software o<br />
la distribuzione delle carte per le ricariche è gratis? Ancora meno<br />
si spiega il perché siano applicati anche sulle ricariche che<br />
vengono effettuate via Internet, dove certo non vengono sostenuti<br />
i costi di distribuzione nei punti vendita, né quelli per<br />
la produzione vera e propria delle carte di ricarica. Qui arriva<br />
un'altra risposta corale: “Negli altri Paesi i costi telefonici<br />
e delle ricariche sono molto più alti rispetto all'Italia”.<br />
Sarà pur vero, ma sono comunque soldi che vanno a finire<br />
nel mio traffico telefonico e che dunque io utilizzo per<br />
le mie telefonate. E non spariscono in chissà quale tasca,<br />
come avviene qui da noi.<br />
E CHE GUERRA SIA...<br />
Stufo di sostenere queste spese, solo in Europa e nel<br />
mondo in quanto cittadino italiano, il nostro Andrea<br />
d'Ambra ha sfoderato l'ascia di guerra, deciso<br />
a dar battaglia. Per prima cosa ha scritto<br />
alla Direzione generale della Concorrenza della<br />
Commissione europea, che non ha tardato a rispondere.<br />
Non solo ha preso atto della situazione italiana,<br />
di cui non era a conoscenza, ma si è presa carico<br />
del problema, sollecitando le authority italiane preposte a controllare: l'Autorità<br />
per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e l'Autorità Garante della<br />
Concorrenza e del Mercato (Agcm/Antitrust).<br />
C'è infatti il sospetto, da parte della Commissione Europea, che sia stato<br />
creato un vero e proprio cartello da parte delle compagnie di telefonia mobile<br />
che, curiosamente, applicano più o meno gli stessi costi di ricarica.<br />
Il 6 giugno scorso l'Agcom e l'Antitrust hanno avviato congiuntamente un'indagine<br />
conoscitiva proprio sulla pratica, adottata dalle nostre quattro compagnie<br />
(Tim, Tre, Vodafone, Wind), di determinare il prezzo della ricarica che<br />
acquista il consumatore, come la somma del traffico e del costo di ricarica.<br />
Le due autorità si sono date come tempo per l'indagine 120 giorni, salvo<br />
eventuali proroghe che devono essere comunque motivate.<br />
L'iniziativa di Andrea d'Ambra, che ha anche creato un sito internet<br />
(www.aboliamoli.eu), ha avuto grandissima eco mediatica, anche grazie alle<br />
attenzioni rivolte a questa battaglia da parte di Beppe Grillo, che le ha dedicato<br />
due interventi nel suo cliccatissimo blog. In seguito anche le associazioni<br />
dei consumatori, dapprima silenziose, hanno dato il loro appoggio e si<br />
sono mosse in favore dell'abolizione di questi costi ingiustificati sulle ricariche.<br />
Dal sito Aboliamoli.eu è possibile accedere e firmare la petizione online,<br />
che ha ormai raggiunto<br />
quota 600mila adesioni, con-<br />
Quando poi però<br />
osserviamo che in altri<br />
Paesi come Francia,<br />
Spagna o Stati Uniti i costi<br />
sulle ricariche non esistono,<br />
ci viene un po' da<br />
riflettere...<br />
tro una previsione iniziale di<br />
50mila!<br />
La prima tranche di 300mila<br />
firme è già stata inviata alla<br />
Commissione Europea in forma<br />
cartacea, e al raggiungimento<br />
di 600mila adesioni<br />
verrà inviata anche la seconda<br />
tranche.<br />
I COSTI VIRTU<strong>AL</strong>I DELLA TECNOLOGIA<br />
La questione degli ingiusti costi delle ricariche evidenzia una tendenza più<br />
ampia, vale a dire la prepotente innovazione tecnologica nelle aziende e nella<br />
nostra quotidianità. Oggi affidiamo sempre più operazioni alla tecnologia.<br />
Usiamo il telepass e non facciamo coda al casello autostradale, paghiamo le<br />
bollette online e non dobbiamo andare in posta. Facciamo acquisti con la<br />
carta di credito e via internet così non abbiamo il rischio di rimanere senza<br />
contanti e abbiamo un'ampia gamma di prodotti comodamente a casa, ricarichiamo<br />
il cellulare dai punti Atm del bancomat o ancora una volta via internet,<br />
e chi corre più a cercare una ricarica. Una lunga serie di comodità che<br />
hanno senza dubbio semplificato la nostra vita.<br />
Ci dimentichiamo spesso, però, che nello stesso tempo hanno semplificato<br />
moltissimo la vita delle aziende, che offrono così servizi risparmiando un sacco<br />
di costi: il personale del casello autostradale, la distribuzione delle ricariche<br />
e la produzione stessa delle carte di ricarica, l'invio cartaceo delle bollette<br />
a domicilio, il personale e le spese di gestione di un punto vendita nel<br />
momento in cui la transizione avviene via Internet.<br />
Le imprese guadagnano di più, spendendo sensibilmente di meno e facendo<br />
pagare ai consumatori costi virtuali a cui in realtà non corrisponde una spesa<br />
da parte delle aziende stesse. Ci auguriamo che la battaglia di Andrea sia<br />
l’incipit di una più generale presa di coscienza da parte dei consumatori.<br />
Percentuali da paura<br />
I costi delle ricariche vanno a<br />
colpire in modo più feroce i tagli<br />
più commerciali, quelli più<br />
diffusi e che vengono acquistati<br />
per la maggiore, soprattutto dai<br />
ragazzi che spesso non hanno<br />
un'elevata disponibilità di<br />
denaro. Sulle ricariche da 10 e<br />
20 euro, in linea di massima, il<br />
costo di ricarica incide per il 20<br />
per cento sulla spesa<br />
complessiva, con picchi del 25<br />
per cento sulla ricarica da 20<br />
euro della Tre.<br />
Se poi abbassiamo ancora il<br />
taglio e osserviamo l'incidenza<br />
del costo di ricarica, rimaniamo<br />
davvero sbalorditi: al di sotto<br />
dei 10 euro, il costo sale dal 33<br />
per cento della ricarica da 3<br />
euro della Vodafone (1 euro di<br />
costo!), fino al 40 per cento<br />
della ricarica da 5 euro della Tre<br />
(2 euro di costo!).<br />
Con l'aumentare della ricarica,<br />
la percentuale d'incidenza del<br />
costo ovviamente si abbassa,<br />
ma per tutte le compagnie resta<br />
pressoché invariata,<br />
stabilizzandosi sui 5 euro (6<br />
euro di costo per la ricarica da<br />
30 euro della Tre). Fatta<br />
eccezione per Wind e Tre, che<br />
non prevedono costo di ricarica<br />
rispettivamente per i tagli da 60<br />
e da 90 euro.<br />
Firma la petizione!<br />
La petizione online promossa<br />
da Andrea d'Ambra ha superato<br />
i risultati sperati. Per firmarla è<br />
sufficiente collegarsi<br />
all'indirizzo<br />
www.petitiononline.com/costidir<br />
e cliccare sul bottone “Click<br />
Here to Sign Petition”. Tutte le<br />
adesioni saranno inviate in<br />
formato cartaceo alla<br />
Commissione Europea,<br />
cosicché essa possa prendere<br />
atto di quanto interesse abbia<br />
suscitato l'iniziativa e della<br />
volontà dei consumatori italiani.<br />
37
LeSole24Ore<br />
38 39<br />
PIU' LIBERI DI<br />
concorrere<br />
IL FAMIGERATO DECRETO<br />
BERSANI HA PORTATO IN<br />
PIAZZA TUTTE LE<br />
CATEGORIE ‘COLPITE’. LE<br />
ASSOCIAZIONI DEI<br />
CONSUMATORI, INVECE,<br />
ESULTANO: “FIN<strong>AL</strong>MENTE<br />
UN PROVVEDIMENTO CHE<br />
CI FARÀ RISPARMIARE E<br />
MIGLIORERÀ I SERVIZI”.<br />
ANDIAMO A SCOPRIRE<br />
INSIEME LE NOVITÀ PIÙ<br />
INTERESSANTI...<br />
di Giovanni Battaglio, 19 anni<br />
Ha infiammato tutte le proteste delle categorie coinvolte.<br />
Avvocati, taxisti e farmacisti in prima linea, che<br />
sono stati ‘colpiti’, come un fulmine a ciel sereno,<br />
dalle nuove norme varate dal Governo per mezzo di un Decreto<br />
Legge, in materia di liberalizzazioni e concorrenza.<br />
E se da una parte i liberi professionisti scendono in piazza<br />
e sono in stato di agitazione - “queste norme umiliano<br />
la nostra professione”, dichiarano - le associazioni dei<br />
consumatori esultano, vantando grande soddisfazione<br />
per un provvedimento che finalmente va a penalizzare i<br />
privilegi e le caste, portando grandi benefici ai cittadini.<br />
LE NUOVE NORME IN BREVE<br />
Il Decreto voluto dal ministro per lo Sviluppo Economico<br />
Pierluigi Bersani ha introdotto numerose novità in<br />
una serie di ambiti disparati. Andiamo a scoprirne alcune.<br />
Per quanto riguarda le libere professioni, le modifiche<br />
più interessanti riguardano l'abolizione delle tariffe<br />
minime, così da favorire la concorrenza tra i liberi professionisti<br />
e potenzialmente far abbassare le parcelle.<br />
Inoltre, è stato abolito il divieto di fare pubblicità: grazie<br />
a questa legge sarà diritto di avvocati e professionisti<br />
in genere informare i cittadini<br />
attraverso spazi<br />
pubblicitari. L'obiettivo?<br />
Favorire l'informazione<br />
del cittadino e<br />
consentirgli di maturare<br />
scelte più consapevoli<br />
rispetto al<br />
professionista a<br />
cui rivolgersi.<br />
Un'altra importante innovazione riguarda la possibilità di<br />
creare studi con una pluralità di professionisti, così da<br />
poter diversificare i servizi: per cui uno stesso spazio di<br />
consulenza potrà offrire la presenza di diverse figure, dagli<br />
avvocati, ai notai, agli architetti, ai commercialisti e<br />
via discorrendo. Tutto quello che serve per competere<br />
con i grandi studi internazionali e di altri paesi europei.<br />
Una delle norme introdotte che più ha avuto eco sui media<br />
riguarda i farmaci. La Legge Bersani consente, infatti,<br />
ai supermercati di vendere farmaci per i quali non è richiesta<br />
prescrizione medica, a patto di avere la presenza<br />
di farmacisti laureati e iscritti al relativo albo professionale.<br />
Inoltre viene ampliata la possibilità di sconto che<br />
può essere applicata sui farmaci, non più il tetto massimo<br />
del 20 per cento stabilito dal precedente Governo.<br />
Non solo, sempre per quanto riguarda le farmacie, viene<br />
superata una norma protezionistica di vecchia data, vale a<br />
dire quella che consentiva ai figli di farmacisti di ereditare<br />
la farmacia anche senza essere laureati. Ciò non sarà più<br />
consentito: in caso di morte prematura del farmacista titolare,<br />
si avrà tempo due anni per cedere la farmacia o ereditarla<br />
nel caso in cui si ottengano i requisiti necessari.<br />
Viene poi intaccata anche una casta famosa per la sua<br />
‘inviolabilità’ nel corso del tempo. Parliamo di quella dei<br />
taxisti. Con le nuove norme sarà consentito ai Comuni di<br />
indire concorsi straordinari, rilasciare licenze temporanee,<br />
prevedere turni giornalieri aggiuntivi. I tassisti potranno<br />
usare il doppio veicolo. Per i consumatori aumentano,<br />
invece, le garanzie, in quanto dovranno essere<br />
previste tariffe prestabilite per determinati percorsi,<br />
ad esempio da stazioni e aeroporti.<br />
Le novità certo non si fermano qui. C'è ancora, per<br />
esempio, l'abolizione dell'obbligo di intervento del notaio<br />
per il passaggio dei beni mobili registrati (auto, motorini,<br />
barche ...). È la volta buona che queste pratiche<br />
si snelliscano da un po' di inutile burocrazia e che i cittadini<br />
risparmino un bel po' di quattrini.<br />
Un'altra bella notizia è che i conti correnti bancari potranno<br />
essere chiusi senza alcuna spesa né penalità. Era ora.<br />
Shopping a go-go.<br />
Buone notizie per gli amanti dello<br />
shopping. Si cancellano i divieti per<br />
l'effettuazione di vendite promozionali<br />
scontate, fatta eccezione per i saldi o<br />
le vendite sottocosto.<br />
Per saperne di più...<br />
Se vuoi avere maggiori informazioni visita i siti internet<br />
istituzionali www.governo.it oppure www.attivitaproduttive.gov.it<br />
Bisognerà in futuro<br />
andare a toccare i<br />
monopoli elettrici, quelli<br />
del gas. Non solo,<br />
chiederemo anche la<br />
portabilità dei conti<br />
correnti<br />
D<strong>AL</strong>LA PARTE DEI CONSUMATORI<br />
Cosa pensano del Decreto Bersani le associazioni dei<br />
consumatori? Ne abbiamo intervistato una per tutte. Ecco<br />
le risposte di Elio Lannutti, presidente Adusbef (Associazione<br />
difesa consumatori ed utenti bancari, finanziari<br />
ed assicurativi):<br />
Che considerazioni ha rispetto a questo nuovo provvedimento<br />
voluto da Bersani?<br />
«Finalmente, ci voleva proprio. L'abbiamo atteso, fortemente<br />
richiesto e da tanto tempo disatteso. L'ha disatteso<br />
il precedente Governo, che pure era liberista, ma<br />
queste riforme liberali a costo zero non le ha mai volute<br />
fare».<br />
Però le proteste si sono fatte sentire, eccome...<br />
«È una cosa molto seria, quella fatta dal ministro Bersani,<br />
che deve trovare l'adesione da parte tutti i consumatori<br />
e di tutti i cittadini. Non deve essere percepito come<br />
un provvedimento punitivo per le categorie, ma potrà<br />
far ripartire il Paese. Si vanno, infatti, a colpire i privilegi,<br />
le caste: in Italia abbiamo 4800 signori, che si<br />
chiamano notai, e che si spartiscono un milione di compravendite<br />
immobiliari. Per non parlare delle tariffe minime<br />
degli avvocati, delle compagnie assicurative, delle<br />
banche, delle farmacie. Bisogna far abbassare i prezzi, le<br />
tariffe.<br />
Questo è un passo importante ma non basta. Bisognerà<br />
in futuro andare a toccare i monopoli elettrici, quelli del<br />
gas. Non solo, chiederemo anche la portabilità dei conti<br />
correnti».<br />
Una categoria che ha avuto particolare eco mediatica è<br />
stata quella dei taxi, una casta che in effetti pareva inviolabile.<br />
Cosa ne pensa?<br />
«I taxisti devono comprendere che questo provvedimento<br />
non è punitivo neanche verso di loro, perché quando<br />
chiederanno una polizza avranno uno sconto, lo stesso<br />
in banca, ecc. Insomma, avranno delle agevolazioni. Nel<br />
contempo devono però capire che una città come Roma,<br />
che ha 5800 taxi, o raddoppia e triplica i turni, o deve<br />
avere più taxi. E questo perché i cittadini,<br />
quando chiamano i taxi, o<br />
non arrivano o arrivano con il tassametro<br />
che segna già 7 euro. Più taxi,<br />
è vero, da una parte significa anche<br />
più concorrenza, ma è anche una sfida<br />
che dà la possibilità di aumenta-<br />
re il fatturato».
40<br />
Costume<br />
di Marina Marchese, 19 anni<br />
Milano<br />
Omologazione, cibo ricco di grassi e poco consigliato<br />
per una dieta bilanciata, ingenti perdite per<br />
la ristorazione locale: solo alcuni esempi dei lati<br />
negativi che accompagnano la nascita dei fast food e che<br />
suscitano quasi ogni giorno operazioni di protesta. Eppure,<br />
nonostante un lieve calo delle vendite registrato<br />
nell’ultimo anno, Mc Dondald’s non accenna minimamente<br />
ad entrare in crisi. Viene spontaneo chiedersi: perché,<br />
pur consapevoli dei rischi per la nostra salute e per<br />
il Pianeta, continuiamo a sederci agli scomodi tavolini<br />
dei fast food? Le risposte sono molteplici (economicità,<br />
praticità, eccetera), ma senza dubbio una componente di<br />
notevole rilevanza è costituita dal lato emotivo, che in<br />
molti casi ha la prevalenza su quello razionale.<br />
Gli ingredienti del successo<br />
George Ritzer, docente di Sociologia all’Università del<br />
Maryland, nel suo “Il mondo alla Mc Donald’s”, analizza<br />
il successo della catena di fast food più famosa al<br />
mondo, fino a vedere in essa il modello della futura<br />
società occidentale: riprendendo le tesi sulla razionalizzazione<br />
del sociologo (e non solo) tedesco Maximilian<br />
Weber, le applica all’universo della ristorazione rapida,<br />
a suo parere prototipo della vita moderna.<br />
I segreti del successo di Mc Donald’s sono quattro:<br />
efficienza;<br />
calcolabilità,<br />
prevedibilità;<br />
controllo.<br />
Nonostante il libro sia un testo universitario e quindi<br />
necessiti di competenze specifiche per essere compreso<br />
appieno, qualsiasi persona che sia entrata almeno<br />
una volta nella vita in un fast food (e quindi almeno il<br />
99% della popolazione del cosiddetto Primo Mondo)<br />
può capire, tramite opportuni esempi, a cosa si riferi-<br />
MANGIA<br />
e VATTENE!<br />
È PRESENTE IN TUTTI E SEI I CONTINENTI; OGNI GIORNO SERVE<br />
QUARANTASEI MILIONI DI CLIENTI. MCDON<strong>AL</strong>D’S È CONOSCIUTO<br />
IN TUTTO IL MONDO COME L’EMBLEMA DELLA GLOB<strong>AL</strong>IZZAZIONE,<br />
EPPURE, NONOSTANTE SE NE PARLI QUOTIDIANAMENTE, SONO<br />
IN MOLTI AD IGNORARE COSA DAVVERO CI SIA DIETRO LA<br />
MACCHINA DELLA RISTORAZIONE RAPIDA<br />
sce Ritzer quando parla di “mondo alla Mc Donald’s”.<br />
In termini tecnici, quando affermiamo che un sistema<br />
è efficiente, vuol dire che mette a disposizione un metodo<br />
ottimale per raggiungere un determinato obiettivo:<br />
quando entriamo in un ristorante, fast food o chiosco<br />
che sia, il nostro scopo principale è estinguere<br />
l’appetito. Ma perché sotto questo aspetto Mc Donald’s<br />
è riuscito a sbaragliare la concorrenza?<br />
L’intuizione geniale fu aver compreso che il fast food era<br />
tanto più efficiente quanto più era esigua la gamma di<br />
prodotti offerta: “della roba semplice che andasse dall’inizio<br />
alla fine seguendo un percorso liscio”. In una parola:<br />
hamburger. L’hot dog, inizialmente preso in considerazione<br />
come alternativa, aveva troppi tipi e modi di<br />
cottura. E non finisce qui: l’efficientizzazione coinvolge<br />
non solo il prodotto, ma anche la persona umana: in un<br />
fast food ogni dettaglio è studiato per spingere il cliente<br />
a soddisfare il suo bisogno il più in fretta possibile<br />
per poi lasciare il posto ai clienti successivi.<br />
Aree di parcheggio adiacenti al locale, menu consultabile<br />
mentre si è in fila (in questo modo si arriva alla cassa<br />
già sapendo ciò che si<br />
vuole ordinare), niente posate.<br />
Provate ad immaginare<br />
cosa accadrebbe se alla cassa<br />
di un qualsiasi fast food<br />
chiedeste, ad esempio, di farvi<br />
un hamburger al sangue o<br />
di non mettere la salsa… probabilmente<br />
vi guarderebbero<br />
come se foste un marziano!<br />
La seconda caratteristica fondamentale<br />
di Mc Donald’s è<br />
la calcolabilità, ossia focalizzare<br />
l’attenzione sull’aspetto<br />
quantitativo del prodotto più<br />
che su quello qualitativo.<br />
Nella nostra società vige l’i-<br />
dea che “più grande è meglio è” e McDonald’s non ha<br />
esitato a far suo questo motto: BIG Mac, Menu MAXI o<br />
SUPER Size, DOUBLE cheeseburger, ognuno di questi<br />
nomi pone l’accento sulla quantità di cibo e non sulla<br />
qualità. Eppure la nostra mente di consumatori tende a<br />
tradurre automaticamente la grandezza in bontà: chi si<br />
accontenterebbe di un hamburger di pochi grammi?<br />
A scatola chiusa<br />
Altra importante caratteristica dei fast food è la prevedibilità.<br />
Fateci caso: potreste mai distinguere in che<br />
Paese vi trovate dall’interno di un Mc Donald’s? Per<br />
quanto poco poetico possa suonare, in un mondo che<br />
cambia a velocità vorticosa, l’idea di un luogo estremamente<br />
standardizzato e quindi prevedibile ci rassicura.<br />
Sapere cosa dobbiamo aspettarci, indipendentemente<br />
dalla qualità del prodotto, ci induce a preferirlo<br />
ad altri “a scatola chiusa”.<br />
Accennando al controllo, viene naturale pensare alla<br />
serie di operazioni estremamente standardizzate che<br />
devono compiere i dipendenti di Mc Donald’s, che se<br />
da una parte non richiedono competenze specifiche,<br />
dall’altra negano ogni possibilità di gratificazione a livello<br />
professionale. Anche i clienti sono sottoposti a<br />
controllo, anche se in maniera meno diretta. Qualcuno<br />
ha ribattezzato questo comportamento “mangia e vattene!”<br />
e infatti, nonostante non ci siano regole scritte<br />
che ce lo impongano, ogni componente del fast food<br />
ci spinge a consumare rapidamente il nostro pasto,<br />
per liberare il tavolo nel minor tempo possibile. Le sedie<br />
sono addirittura appositamente studiate perché<br />
dopo venti minuti comincino a risultare scomode! Così<br />
come la questione della pulizia: perché ci viene così<br />
naturale alzarci e buttare i nostri rifiuti quando non<br />
sarebbe compito nostro bensì del personale? Ancora<br />
una volta la parola d’ordine è: efficienza.<br />
Tuttavia, la prossima volta che entrate in uno di questi<br />
locali, dopo essere stati guardati male dal cameriere<br />
per averci messo trenta secondi di troppo a scegliere<br />
il menu, dopo aver mangiato in fretta il vostro<br />
panino (pur senza avere impegni) e sgomberato in<br />
fretta e furia per lasciare il posto al prossimo “pezzo”<br />
chiedetevi: un Big Mac vale tutto questo? E se la risposta<br />
è no… organizzate un pic nic!<br />
. FORUM.<br />
FORUM.<br />
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FORUM.<br />
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FORUM<br />
41<br />
PREGI E DIFETTI<br />
DELLA RISTORAZIONE RAPIDA<br />
« ludo_987@hotmail.com »<br />
Pro: Il pregio non può che essere la<br />
velocità del servizio: in 20 minuti<br />
nemmeno si mangia tutto. Inoltre i prezzi<br />
sono bassi: per riempire lo stomaco con<br />
pasta, carne, panini non tossici, vino<br />
spenderemmo almeno il doppio, se non il triplo.<br />
Contro: Detto papale papale, il contenuto dei<br />
panini è pessimo. Che quella sia carne è<br />
dubbio, e se si tratta di carne, allora è<br />
l'animale a essere dubbio: un maiale con la<br />
testa di pollo? Un tacchino con le zampe di<br />
maiale? In pratica, sarà qualunquismo ma<br />
fanno male. Poi, a me vengono i sensi di<br />
colpa: so di aver ceduto al capitalismo, ho<br />
contribuito allo sviluppo della globalizzazione<br />
più becera e dannosa.<br />
« bolognesi.luca@gmail.com »<br />
Pro: Come dice il nome, i fast food permettono<br />
di mangiare in velocità a chi non ha tempo da<br />
perdere; il tutto a prezzi modici, rispetto a<br />
qualsiasi altro ristorante.<br />
Contro: Il maggior difetto è l'incompatibilità<br />
dei cibi ‘fast’ con una dieta bilanciata.<br />
Nonostante le critiche ricevute da medici e<br />
nutrizionisti, le associazioni che difendono lo<br />
‘slow food’ ed il mangiare sano, i fast food,<br />
soprattutto tra i giovani, conservano intatto il<br />
loro fascino e la loro attrattiva.<br />
« liuzziloris@fastwebnet.it »<br />
Pro: Prezzi moderati (anche se dipende dai<br />
punti di vista).<br />
Contro: C’è l'imbarazzo della scelta; i fast food<br />
sono i principali nemici della salute. I lati<br />
negativi superano nettamente quelli positivi.<br />
Per me è più interessante scoprire i sapori di<br />
altre cucine, come quella indiana o messicana.<br />
« gretapan@libero.it »<br />
Pro: Il mio parere è che la ristorazione rapida è<br />
molto più veloce ed economica, qualità non<br />
sottovalutabili per uno studente.<br />
Contro: Nonostante tutto, non arriverà mai ad<br />
una qualità decente: sappiamo che mangiare<br />
da McDonald’s non fa bene alla nostra salute,<br />
anche se una volta ogni tanto può starci.<br />
« frafrettina@libero.it »<br />
Pro: Buono, veloce, economico, efficiente. Un<br />
avvelenamento fin troppo piacevole!<br />
Contro: Dubbia provenienza delle materie<br />
prime impiegate (specialmente riguardo le<br />
carni), cotture abominevoli con oli raramente<br />
ricambiati, cibo estremamente calorico e<br />
troppo condito.
42<br />
Risultati Test<br />
SCUOLA: PIU' SERENA SENZA LETIZIA? (pag. 12)<br />
Punteggio:<br />
per ogni risposta A: 1 punto - per ogni risposta B: 2 punti - per ogni risposta C: 3 punti<br />
Da 6 a 10 punti:<br />
Regolare<br />
Sei per le novità quando le novità<br />
sono necessarie – come nel campo<br />
dell’istruzione pubblica italiana. A<br />
quanto pare un po’ tutti noi auspichiamo<br />
cambiamenti in meglio per<br />
le nostre scuole, e questo è un bene,<br />
dal momento che siamo proprio<br />
noi studenti i protagonisti della vita<br />
sui banchi. Non ci resta che continuare<br />
a sperare come hanno fatto i<br />
nostri fratelli maggiori.<br />
Da 11 a 14 punti:<br />
Meno idee del solito ’sto mese:<br />
In effetti l’argomento mi mette in<br />
difficoltà, poiché è difficile fare battute<br />
sceme sul futuro dell’istruzione<br />
pubblica. Voi, come un po’ gli altri<br />
due profili, siete aperti alle novità<br />
quando queste si prospettano come<br />
davvero vantaggiose. Ma davvero si<br />
può valutare in tempi utili e prima<br />
dell’attuazione la positività di un’idea<br />
in un campo minato qual è la<br />
scuola italiana?<br />
Da 15 a 18 punti:<br />
Anti-intellettualisti:<br />
Più per necessità che vocazione, un<br />
po’ come il sottoscritto. Siete aperti<br />
alle novità sempre e per principio –<br />
spesso solo per il gusto di andare<br />
controcorrente. Comunque bravi,<br />
nell’indecisione è sempre meglio<br />
andare contro la massa, perché se<br />
le cose vanno male, un motivo ci<br />
dovrà essere, o no?<br />
Oroscopo:<br />
con l’alibi delle stelle arrivano<br />
i consigli di lettura<br />
Arte sotto casa:<br />
in Sardegna<br />
VIVAIO<br />
CREATIVO
Arte sotto casa<br />
44<br />
Sardegna<br />
LA CHE NON TI ASPETTI<br />
foto e testo di Anthony Masserey, 18 anni<br />
redattore di www.contro-mano.net,<br />
liceo linguistico “Dettori” – Tempio Pausania<br />
Se non avete mai messo piede nel cuore della Gallura<br />
e lo fate per la prima volta, la sensazione che<br />
potete immediatamente ricavarne è quella di una<br />
regione dai forti contrasti, con una rigogliosa vegetazione,<br />
una bella montagna (il Limbara, seconda solo al<br />
Gennargentu) e una serie di centri<br />
abitati che si distinguono spesso<br />
per la loro granitica architettura.<br />
Paesi che sembrano essere incassati<br />
nella tipica roccia gallurese, il granito,<br />
che per l’erosione si modella<br />
assumendo le forme più bizzarre e<br />
dà al paesaggio quel tocco caratteristico<br />
che subito stupisce chi lo vede<br />
per la prima volta. Ma il territorio<br />
irregolare che si presenta davanti<br />
ai nostri occhi è anche costituito<br />
da una folta vegetazione che vede<br />
nella quercia da sughero, altro simbolo<br />
della Gallura, il suo elemento<br />
primario. I boschi di sughere e di<br />
lecci, spesso piegati dal maestrale<br />
fin quasi a toccare terra, ci offrono<br />
uno spettacolo unico così come il<br />
resto della particolare macchia mediterranea. La zona<br />
assume un aspetto ancora più agreste quando si riesce<br />
a scorgere tra la ricca flora la presenza dei tipici stazzi<br />
che si trovano ai piedi dei monti.<br />
A DE ANDRÉ<br />
RICORDAVA LA<br />
LIGURIA DEGLI ANNI<br />
’40, “IN CUI C’ERANO<br />
PIÙ <strong>AL</strong>BERI CHE CASE,<br />
PIÙ ANIM<strong>AL</strong>I CHE<br />
UOMINI”. STIAMO<br />
PARLANDO DELLA<br />
G<strong>AL</strong>LURA E DEL SUO<br />
IMMENSO PATRIMONIO<br />
ARCHEOLOGICO,<br />
NATUR<strong>AL</strong>ISTICO E<br />
CULTUR<strong>AL</strong>E<br />
Pillole di storia<br />
È in questo ambiente che si inseriscono le località che in parte<br />
ricordano le antiche borgate medievali dell’Italia centrale:<br />
Calangianus, Luras, Aggius, Bortigiadas, Nuchis e Tempio<br />
Pausania, il centro più importante dell’Alta Gallura. Quest’ultima,<br />
che ai primi del Novecento, fu visitata anche dal celebre<br />
scrittore inglese David Lawrence, il quale ne rimase affascinato<br />
così come dal resto della Sardegna, ha avuto per<br />
molto tempo un ruolo centrale in Gallura fino a quando l’av-<br />
vento del turismo costiero non le ha sottratto<br />
questo primato. Chiunque fosse,<br />
però, capace di andare oltre la Costa<br />
Smeralda e le sue belle spiagge si accorgerebbe<br />
facilmente che i centri dell’Alta<br />
Gallura custodiscono una grande memoria.<br />
La zona di Tempio è, infatti, sede di un<br />
antichissimo insediamento nuragico<br />
abitato sin dal XV secolo a.C., anche se<br />
è con l’occupazione romana che il territorio<br />
assume un’importanza maggiore,<br />
soprattutto grazie alla presenza del granito.<br />
È, tuttavia, nel Medioevo che il<br />
nome di Tempio, storico villaggio del<br />
Giudicato di Gallura, inizia ad essere ricorrente<br />
nei documenti, soprattutto in<br />
quelli che risalgono all’epoca dell’invasione<br />
pisana. Non a caso, lo stesso Dante<br />
Alighieri nel canto VIII del Purgatorio<br />
fa riferimento a Nino Visconti, Giudice di Gallura (“…Giudice<br />
Nin gentil…”) e amico del poeta fiorentino. Nei secoli successivi<br />
continua l’espansione e lo sviluppo di quella che, nel<br />
1836, riceve dalla Casa Savoia il titolo di “città”. L’importanza<br />
di Tempio era dovuta al fatto di<br />
essere soprattutto sede vescovile,<br />
ma alla fine dell’Ottocento la città<br />
assunse un ruolo di punta anche<br />
nella vita politica dell’isola, in<br />
quanto il primo movimento socialista<br />
sardo e la prima sezione del<br />
Partito sardo d’azione nacquero<br />
proprio qui, dove in seguito fu anche<br />
stanziato uno dei due reggimenti<br />
della Brigata Sassari. Inoltre,<br />
Tempio era particolarmente conosciuta<br />
come centro culturale tanto<br />
da avere nel Liceo Ginnasio “G.M.<br />
Dettori” la più antica istituzione<br />
scolastica della Gallura.<br />
Li Pischini di Riu Pisciaroni<br />
(monte Limbara 570 m)<br />
Panoramica del monte Limbara,<br />
seconda cima della Sardegna<br />
con i suoi 1359 metri di altitudine<br />
Passeggiando per le vie della città…<br />
Una storia ricca, dunque, quella della città di Tempio e<br />
di cui gli abitanti vanno particolarmente fieri. Ce ne accorgiamo<br />
passeggiando per le caratteristiche strade del<br />
centro storico. Gli intricati vicoli e i loro lastricati in granito,<br />
le palazzine liberty, le antiche chiese e le facciate<br />
delle vecchie case con i blocchi granitici a vista e i balconi<br />
asimmetrici rendono ancora meglio l’idea di una città<br />
immersa nella storia. Uno degli edifici che subito attira<br />
l’attenzione del visitatore è la Cattedrale di San Pietro,<br />
inaugurata nel 1839, ma di probabile origine trecentesca,<br />
attorniata da un complesso di chiese più piccole.<br />
Per non parlare poi del palazzo del Municipio che domina<br />
la piazza principale della città. Anche qui, tra vie pavimentate<br />
in ciottoli ed archi che immettono in stradine<br />
secondarie, gli scorci che si possono ammirare sono davvero<br />
unici. Tappa obbligata del percorso nel centro storico<br />
è l’abitazione del Giudice Nino di Gallura, uno dei<br />
personaggi illustri della storia della città. Altri luoghi che<br />
testimoniano il ruolo della città come promotrice di arte<br />
e cultura sono il Teatro del Carmine e l’antico Collegio<br />
degli Scolopi risalente al Seicento.<br />
…ed esplorando il territorio<br />
Per chi preferisce la natura alla città, non ci sono problemi.<br />
Il territorio che circonda Tempio è immerso nel<br />
verde e risulta essere ideale per gite in campagna e nei<br />
boschi. Il Limbara, seconda cima della Sardegna, è una<br />
montagna affascinante attraversata da un ingarbugliato<br />
reticolo di strade bianche, adatte per chi va in mountain<br />
bike o ama le escursioni all’aria aperta. Il panorama che<br />
si può vedere dalla vetta è di quelli mozzafiato: la vista<br />
di tutta l’Alta Gallura che si presenta davanti ai nostri occhi<br />
e l’orizzonte irregolare tracciato dalle colline e dai<br />
monti di Aggius danno sensazioni indimenticabili. Senza<br />
andare troppo lontano dalla città, è possibile fare una<br />
piccola full immersion archeologica e visitare i siti preistorici<br />
del Nuraghe Majori e della Tomba dei Giganti di<br />
Pascareddha. Rimanendo nel centro abitato, invece, ci si<br />
può recare alle Fonti di Rinagghju, famose per il centro<br />
termale e le proprietà terapeutiche delle sue acque.<br />
Granito, sughero, acqua. Tutti elementi che non solo contribuiscono<br />
a rendere spettacolare la natura di Tempio e<br />
Tempio (particolare<br />
del centro storico)<br />
45<br />
della Gallura, ma che in tutti questi anni sono anche diventati<br />
una ragione di vita per l’intera regione. Il discorso<br />
vale soprattutto per il sughero, materiale richiesto in<br />
tutto il mondo, che viene lavorato nelle fabbriche galluresi<br />
per poi essere messo sul mercato. A Tempio ha, inoltre,<br />
sede la Stazione Sperimentale del Sughero, istituto<br />
che si occupa dello studio e della tutela del patrimonio<br />
sugherifero. Niente di strano, perciò, nel fatto che la vita<br />
economica della Gallura dipenda in gran parte da questo<br />
elemento che, contrariamente a ciò che si pensa,<br />
non viene utilizzato solo per fabbricare tappi, ma addirittura<br />
vestiti.<br />
Il rifugio del grande Faber<br />
Ma la città è divenuta famosa negli ultimi decenni per<br />
aver ospitato e, se vogliamo, quasi adottato uno dei<br />
maggiori interpreti della grande canzone d’autore: Fabrizio<br />
De André. Il cantante genovese, trasferitosi in Sardegna<br />
alla fine degli anni Settanta, si ritirò, infatti, vicino<br />
a Tempio, nella fattoria dell’Agnata, luogo che gli ricordava<br />
“la Liguria degli anni ’40, in cui c’erano più alberi<br />
che case, più animali che uomini”. La Gallura era un posto<br />
che De André amava, perché vedeva in essa un rifugio<br />
solitario nella natura. Chi dovesse visitarla, molto<br />
difficilmente potrebbe dargli torto.
46<br />
Scienza<br />
Fisici italiani<br />
<strong>AL</strong>LA RISCOSSA!<br />
©Infn<br />
Laboratori nazionali del Gran Sasso<br />
di Pasquale D’Acunzo, liceo scientifico “E. Fermi” - Policoro (MT)<br />
Domenico Ferrara, liceo classico “Pitagora” - Nova Siri (MT)<br />
In barba a giapponesi e statunitensi reduci da continui fallimenti, questa<br />
volta sono stati i fisici del Cern (il più grande laboratorio al mondo di<br />
fisica delle particelle) in stretta collaborazione con l’Istituto Nazionale di<br />
Fisica Nucleare (INFN) di Frascati (Roma), ad aver affrontato seriamente il<br />
problema dei neutrini, ottenendo ottimi risultati. Lo<br />
scorso undici settembre, infatti, questa équipe ha realizzato<br />
un esperimento destinato a essere ricordato sui<br />
libri di testo.<br />
I più entusiasti frenino però l’ottimismo: la macchina per<br />
il teletrasporto sembra essere ancora lontana; lo scopo<br />
dell’esperimento, adesso, consiste solo nello studiare<br />
queste particelle semisconosciute per una maggiore comprensione<br />
dell’universo e della sua origine. Il primo<br />
obiettivo è verificare se i neutrini hanno massa o no, dilemma<br />
che da settant’anni anni affligge la comunità<br />
scientifica (l’operazione è molto complicata perché queste<br />
particelle sono così piccole da attraversare la materia:<br />
basta pensare che in un solo secondo attraverso la<br />
punta di un dito ne passano ben 60 miliardi).<br />
L’esperimento<br />
L’acceleratore di particelle SPS (Super Proto Sincrotrone)<br />
ha lanciato un fascio di neutrini nel sottosuolo ad una profondità di sessanta<br />
metri in modo tale da proteggere le preziose particelle da eventuali raggi<br />
e elementi cosmici che avrebbero potuto compromettere l’intero esperimento.<br />
Solo quindici dei miliardi di neutrini inviati sono stati catturati dalla grande<br />
“lastra fotografica” - 1800 tonnellate di grafite - posta nelle profondità del<br />
Gran Sasso (gli scienziati non ne attendevano di più). L’esperimento sarà ripetuto<br />
il prossimo anno e i laboratori italiani saranno dotati di un secondo<br />
rilevatore, Icarus, più grande e preciso del primo. I risultati potrebbero rilevarsi<br />
sorprendenti: sino ad adesso la massa totale dell’universo era stata calcolata<br />
senza contare quella dei neutrini.<br />
Le maggiori conseguenze ipotizzate sono: una rivisitazione dei libri di testo,<br />
dato che molte formule hanno a che fare con la massa totale; la massa smisurata<br />
proveniente dagli innumerevoli neutrini presenti aumenterebbe la forza<br />
di gravità totale in modo tale da condurre l’universo a un’implosione detta<br />
Big Crunch. Lo studio dei neutrini solari, inoltre, chiarirebbe lati oscuri sulla<br />
produzione di energia all’interno delle stelle. Tali conoscenze potrebbero<br />
contribuire alla costruzione dei reattori a fusione nucleare, ultima frontiera<br />
delle energie alternative pulite, ma soprattutto sicure.<br />
L’EUROPA È RIUSCITA<br />
IN UN’IMPRESA<br />
INSEGUITA, MA MAI<br />
COMPIUTA, DA<br />
GIAPPONE E STATI UNITI:<br />
LA CATTURA DEI NEUTRINI.<br />
LA SCIENZA COMPIE IL<br />
PRIMO PASSO VERSO<br />
IL TELETRASPORTO E<br />
L’IT<strong>AL</strong>IA PER UNA<br />
VOLTA HA POTUTO<br />
DIRSI <strong>AL</strong> PASSO CON<br />
I TEMPI…<br />
© Copyright Matthias Junker LNGS-INFN<br />
L’Acceleratore dell’esperimento LUNA (Laboratory for<br />
Underground Nuclear Astrophysics), per lo studio delle<br />
reazioni nucleari all’interno del Sole<br />
UN PO’ DI STORIA...<br />
La prima prova indiretta<br />
dell’esistenza dei neutrini è<br />
stata data dal fisico forse più<br />
grande che l’Italia abbia<br />
avuto, Enrico Fermi (1901-<br />
1954). Egli notò che nel<br />
processo di decadimento il<br />
neutrone produce un protone<br />
di carica positiva e un<br />
elettrone di carica negativa,<br />
ma nel contempo perde<br />
anche particelle di massa: i<br />
neutrini. La denominazione<br />
deriva dal fatto che queste<br />
nuove particelle, milioni di<br />
volte più piccole dell’elettrone,<br />
dovevano essere<br />
necessariamente neutre per<br />
non sbilanciare la carica<br />
totale del neutrone.<br />
21 marzo - 20 aprile<br />
22 giugno - 22 luglio<br />
24 settembre - 22 ottobre<br />
22 dicembre - 20 gennaio<br />
a cura di Anna Schiavulli, 19 anni - Savona<br />
Affari di cuore<br />
Attenzione ai ritorni di<br />
fiamma, amici dell’ariete,<br />
potreste scottarvi: l’ex<br />
partner vuole solo vendicarsi,<br />
non dategli spago.<br />
Amicizia & famiglia<br />
I rapporti all’interno delle mura<br />
domestiche sono ottimi, alla<br />
fine sapete che siete i preferiti!<br />
L’orizzonte degli amici si<br />
espande, nuove conoscenze in<br />
arrivo.<br />
Consiglio<br />
“Dark side of the moon” dei<br />
Pink Floyd.<br />
Affari di cuore<br />
Periodo poco fortunato<br />
per voi. L’amore è una<br />
sfera che in questo momento<br />
è meglio lasciare da parte.<br />
Amicizia & famiglia<br />
Ottime possibilità di stare in<br />
compagnia. Gli amici vi<br />
consolano dalle brutte<br />
esperienze: siete fortunati. In<br />
famiglia qualche battibecco per<br />
questioni di poco conto,<br />
lasciate correre!<br />
Consiglio<br />
Il cd “Tradimento” di Fabri Fibra.<br />
Affari di cuore<br />
Questo è un periodo in cui<br />
è meglio essere soli e<br />
riflettere sui propri errori,<br />
sarete preparati per le avventure<br />
dei mesi invernali.<br />
Amicizia & famiglia<br />
Siete riusciti a pianificare i<br />
vostri obiettivi e quindi potete<br />
agire in tutta tranquillità! È in<br />
bilico un’amicizia importante,<br />
cercate di valutare bene i pro e<br />
i contro di questo allontanamento.<br />
Consiglio<br />
L’album “Tutto è possibile” dei<br />
Finley.<br />
Affari di cuore<br />
L’amore è stabile, ma<br />
anche ricco di passione e<br />
divertimento. Siete<br />
soddisfatti di voi stessi e del<br />
partner. Continuate così!<br />
Amicizia & famiglia<br />
Non avete mai abbastanza<br />
amici?! Siete insaziabili, ma<br />
perché chiudere una porta ad<br />
un prossimo amico? La famiglia<br />
vi aiuta in quelli che sono i<br />
piccoli problemi di ogni giorno.<br />
Consiglio<br />
Leggete “Una vita violenta” di<br />
Pasolini.<br />
21 aprile - 21 maggio<br />
23 luglio - 23 agosto<br />
23 ottobre - 22 novembre<br />
21 gennaio - 19 febbraio<br />
Affari di cuore<br />
Il mese è propizio per<br />
avvicinare chi è nel<br />
mirino del vostro cuore! Le<br />
stelle vi guardano con favore,<br />
quindi, cosa state aspettando?!<br />
Amicizia & famiglia<br />
Siete sempre disponibili ad<br />
aiutare amici e conoscenti, ma<br />
cercate di pensare anche a voi<br />
stessi. Riuscirete ad ottenere<br />
quello per cui avete<br />
combattuto nei mesi passati!<br />
Consiglio<br />
“Nessuno è solo” di Tiziano Ferro.<br />
Affari di cuore<br />
Le novità degli ultimi mesi<br />
non sono del tutto negative,<br />
cercate di cogliere il<br />
positivo anche da una situazione<br />
che apparentemente non lo è.<br />
Amicizia & famiglia<br />
La cerchia degli amici si allarga<br />
grazie alla vostra maggiore<br />
apertura, ma non abbandonate<br />
il vecchio gruppo. La famiglia è<br />
un luogo di dialogo: provate a<br />
confrontarvi, avrete una grande<br />
sorpresa.<br />
Consiglio<br />
Leggete “Il castello” di F.Kafka.<br />
Affari di cuore<br />
Cercate di essere più<br />
coraggiosi e<br />
intraprendenti perché gli<br />
astri sono dalla vostra parte.<br />
Parola d'ordine? Osare!<br />
Amicizia & famiglia<br />
Famiglia al primo posto, la<br />
vostra scala di valori è solida e<br />
potete appoggiarvi ad essa in<br />
ogni momento. Più impegno<br />
nello studio delle materie<br />
scientifiche.<br />
Consiglio<br />
Il cofanetto “Salviamo il<br />
salvabile” di Edoardo Bennato.<br />
Affari di cuore<br />
Periodo tranquillo e<br />
passionale. Tutto scorre<br />
come volete e il vostro<br />
partner è più che soddisfatto di<br />
voi. Complimenti! Venere vi<br />
strizza l’occhio più che mai.<br />
Amicizia & famiglia<br />
Situazione un po’ in bilico<br />
grazie a qualche amico che non<br />
si è rivelato tale, ma state<br />
tranquilli: c’è una giustizia che<br />
vi ripagherà!<br />
Consiglio<br />
Il cd “A Bigger Bang” dei<br />
Rolling Stones.<br />
21 maggio - 21 giugno<br />
24 agosto - 23 settembre<br />
23 novembre - 21 dicembre<br />
20 febbraio - 20 marzo<br />
Oroscopo<br />
47<br />
Affari di cuore<br />
Mese ricco di chances e<br />
opportunità. Cercate di<br />
essere voi stessi e farete<br />
centro!<br />
Amicizia & famiglia<br />
L’amicizia è un valore di cui non<br />
potete fare a meno, sappiate<br />
che per gli altri è lo stesso. La<br />
famiglia resta però sempre il<br />
nido dove nascondersi ed essere<br />
coccolati. Più pazienza con i<br />
familiari.<br />
Consiglio<br />
Leggete “Storia dell’assedio di<br />
Lisbona” di José Saramago.<br />
Affari di cuore<br />
La vostra situazione rimane<br />
stabile anche per questo<br />
inizio d’autunno, un po’<br />
come da voi già programmato;<br />
non perdete però l’istinto, in<br />
amore è sempre premiato.<br />
Amicizia & famiglia<br />
Sia l’amicizia sia la famiglia sono<br />
in fase di assestamento. Invece<br />
di dare la colpa agli altri non sarà<br />
che siete voi il motivo di tutte<br />
queste discussioni? Riflettete.<br />
Consiglio<br />
Il cd “Playing the angel” dei<br />
Depeche Mode.<br />
Affari di cuore<br />
È un periodo di sfide sul<br />
fronte dell’amore, ma grazie<br />
all’intervento di Venere<br />
non solo sarete i vincitori, ma<br />
potrete anche scegliere con chi<br />
festeggiare.<br />
Amicizia & famiglia<br />
Cercate di muovervi in maniera<br />
non invadente all’interno del<br />
gruppo di amici e fate<br />
attenzione a non urtare la<br />
sensibilità dei più fragili.<br />
Consiglio<br />
Il cd “Alla fine della notte” di<br />
Neffa.<br />
Affari di cuore<br />
Siete i più timidi dello<br />
zodiaco, questa qualità non<br />
vi è di aiuto in un periodo<br />
in cui siete voi a decidere del<br />
vostro destino amoroso; prendete<br />
coraggio e fatevi avanti!<br />
Amicizia e famiglia<br />
Fare qualche chiacchiera con i<br />
vostri cari potrà servire a tirar<br />
fuori la grinta nascosta! In<br />
famiglia siate meno egoisti e<br />
più disponibili al dialogo.<br />
Consiglio<br />
L’album “Ok Computer” dei<br />
Radiohead.