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Recensioni 34 IL CASO JANE EYRE genocidio. La sceneggiatura Autore Jasper Forde Editore Marcos y Marcos Prezzo 16,00 euro Dati 378 pagg. prende spunto da un articolo del giornalista americano Scott Anderson, inviato di Alle volte ci si chiede fino a dove può spingersi la fan- guerra in Bosnia; il sottinteso tasia degli scrittori, fino a che punto una persona può riuscire ad alterare, adattandola alle proprie esigenze letterarie, la realtà in cui viviamo. Forde di fantasia ne ha da vendere e il suo ultimo libro ne è la prova. Assottigliati i confini tra spazio e tempo, tra finzione e realtà, tra vita e letteratura, tutto si svolge in un universo in cui i libri hanno valore assoluto e dove tutto sembra possibile. Un thriller letterario di ideologico della pellicola è: perché la comunità internazionale non vuole arrestare i criminali di guerra? incredibile freschezza, che si legge velocemente e senza mai stancarsi. Nel finale, quando ormai non si può far altro che prendere atto dell’imminente epilogo, si avverte anche un leggero dispiacere separandosi da Thursday Next, la detective letteraria protagonista del racconto, e l’unica cosa che resta da fare è ricominciare da capo, rigustandosi i particolari. Un motivo per leggerlo: Rapisce e aliena. Una lettura difficile da disturbare: nessuna porta che sbatte o telefono che squilla potrà interromperla. Un motivo per non leggerlo: Se non vi piace ridere e perdere il controllo della situazione. Non leggetelo se aspettate telefonate importanti. Luca Sappino, 18 anni - Roma LETTURA LETTURA LETTURA SAYONARA BAR Autore Susan Barker Editore Barbera Prezzo 17,50 euro Dati 382 pagg. Tre protagonisti, tre voci narranti e tre vite che si intrecciano in una sola grande storia. La scena principale è, come suggerisce senza alcuna vergogna il titolo, il Sayonara Bar, uno dei tanti luoghi di delizia dove gli impiegati delle grandi aziende di Osaka cercano ristoro in compagnia di hostess cordiali che li viziano e li coccolano. Qui passano Mary, una giovane hostess inglese in cerca di esperienze, Mr Sato, manager incapace di colmare il tremendo vuoto lasciato nella sua vita dalla morte della moglie, e Watanabe, un improvvisato eroe che dalla cucina del Sayonara veglia sulla sua ossessione. Ambientato nel Giappone dei nostri giorni, questo libro punge e diverte, mettendo in scena molte delle fobie e delle derive a cui si può assistere osservando con più attenzione ciò che ci circonda. Un motivo per leggerlo: Ideale per chi ha poco tempo da dedicare ai libri. Un motivo per non leggerlo: È un libro senza troppe pretese che diverte e fa passare il tempo. Niente di più. (l.s.) SCONTRO DI CIVILTÀ PER UN ASCENSORE A PIAZZA VITTORIO Autore Amara Lakhous Editore E/O Prezzo 12,00 euro Dati 189 pagg. Amara Lakhous, da sempre attento alle vicende delle minoranze etniche, è giornalista e romanziere; con questa sua seconda opera, a metà tra un giallo ben riuscito e un’attenta analisi sociale della piccola comunità multiculturale che anima la romana piazza Vittorio, conferma di meritarsi i complimenti che la critica gli ha da sempre riservato. La storia parte dall’omicidio di un losco figuro soprannominato “il Gladiatore” e si sviluppa in un turbinio di incomprensioni, paure e diffidenze. Luoghi comuni e pregiudizi vengono raccontati con sorprendente vena ironica e incredibile abilità. Un motivo per leggerlo: È un meraviglioso modo di affrontare un problema che esiste. È una storia divertente e scritta bene. Un motivo per non leggerlo: Sconsigliato a chi si crede estraneo al mondo, a chi non si fa impressionare dalla realtà che lo circonda. (l.s.) pillole LIBRI, MUSICA & TEATRO …E ANGELINA JOLIE Dopo The Road to Guantanamo, Michael Winterbottom torna a parlare di terrorismo, ma dalla prospettiva opposta. Il regista sta girando A Mighty Heart con Angelina Jolie e Dan Futterman. La storia è quella di Daniel Pearl, il reporter del 'Wall street Journal' rapito e ucciso nel 2002 in Pakistan da un gruppo di estremisti islamici. Angelina Jolie questa volta si sottrae ai consueti ruoli per vestire i panni di Mariane Pearl, la moglie del giornalista ucciso, alle cui memorie si ispira il film. UOMINI & DONNE Una commedia di costume, brillante e sofisticata sull’amore, il sesso e il matrimonio nella moderna New York, con le atmosfere di Manhattan e il linguaggio di Sex and the city: Uomini e donne, film interpretato da Julianne Moore, Maggie Gyllenhaal, Billy Crudup, David Duchovny e diretto da Bart Freundlich, racconta le avventure eroticoromantiche di due coppie: un’attrice di successo (Julianne Moore) e suo marito (David Duchovny), che ha scelto di stare a casa per occuparsi dei figli; il fratello fannullone di lei (Billy Crudup) e la sua fidanzata aspirante scrittrice (Maggie Gyllenhaal). A minare le fragili fondamenta delle due coppie, intervengono sedute di analisi, un'ex fidanzata, una mamma single e un aitante folk-singer.... Nelle sale dal 3 novembre Zai.net è per il diritto di critica… vota, consiglia, stronca film, libri, musica e altro sui siti www.zai.net e www.stronca.net Ricariche telefoniche: eccezioni all’italiana LeSole 24Ore Decreto Bersani: le novità più eclatanti La redazione de “LeSole24Ore” è realizzata in collaborazione con
36 LeSole24Ore VUOI RICARICARE IL CELLULARE DI 10 EURO? 2 EURO SONO COSTI DI RICARICA. MA IN QUALE TASCA VANNO A FINIRE QUEI SOLDI? ANCHE L'UNIONE EUROPEA SI È ACCORTA DI QUESTA ANOMALIA TUTTA ITALIANA, DOPO ESSERE STATA SOLLECITATA DA UN NOSTRO CONCITTADINO MOLTO INTRAPRENDENTE... ABOLIAMOLI.EU: stop ai costi delle ricariche di Mr Poirot, 18 anni Abolire i costi di ricarica. È questo lo slogan della battaglia che un giovane ragazzo campano ha intrapreso da qualche mese a questa parte. Andrea d'Ambra, questo il suo nome, un ragazzo di 24 anni, è iscritto alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Federico II di Napoli, e in seguito a viaggi in Europa e per il mondo si è accorto di quest'anomalia tutta italiana, i cosiddetti “costi di ricarica”. Che cosa sono? Quando parliamo di “costo di ricarica”, così come lo definiscono le stesse compagnie di telefonia mobile, parliamo di quella spesa aggiuntiva all'effettivo traffico telefonico di cui potremo godere, e che andiamo a sostenere ogni qual volta acquistiamo una ricarica, sia sotto forma di carta, sia nel momento in cui la effettuiamo online. UN'ANOMALIA TUTTA ITALIANA È proprio una peculiarità del nostro Paese, quella dei costi di ricarica, che riesce a mettere d'accordo tutte le compagnie telefoniche. Tim, Tre, Vodafone e Wind applicano più o meno gli stessi costi sui tagli di ricarica, con qualche lieve variazione. Ed è così che, per esempio, quando acquisto una ricarica da 10 euro, avrò nei fatti soltanto 8 euro di ricarica e 2 euro li pagherò a titolo di un non ben definito “costo”. Insomma, il 20 per cento della mia spesa va nelle tasche degli operatori e nessuno si preoccupa minimamente di giustificarlo. Non solo, il fatto che il costo sia più o meno uguale per tutte le compagnie può indurre a pensare che si tratti di una sorta di “tassa governativa”, ma così non è. Le compagnie, ogni volta che vengono interpellate, rispondono all'unisono: “I costi di ricarica vanno a coprire le spese logistiche, di distribuzione nei punti vendita, di manutenzione del software che gestisce le ricariche. È dunque un costo che noi realmente sosteniamo”. Quando poi però osserviamo che in altri Paesi come Francia, Spagna o Stati Uniti i costi sulle ricariche non esistono, ci viene un po' da riflettere... là la manutenzione del software o la distribuzione delle carte per le ricariche è gratis? Ancora meno si spiega il perché siano applicati anche sulle ricariche che vengono effettuate via Internet, dove certo non vengono sostenuti i costi di distribuzione nei punti vendita, né quelli per la produzione vera e propria delle carte di ricarica. Qui arriva un'altra risposta corale: “Negli altri Paesi i costi telefonici e delle ricariche sono molto più alti rispetto all'Italia”. Sarà pur vero, ma sono comunque soldi che vanno a finire nel mio traffico telefonico e che dunque io utilizzo per le mie telefonate. E non spariscono in chissà quale tasca, come avviene qui da noi. E CHE GUERRA SIA... Stufo di sostenere queste spese, solo in Europa e nel mondo in quanto cittadino italiano, il nostro Andrea d'Ambra ha sfoderato l'ascia di guerra, deciso a dar battaglia. Per prima cosa ha scritto alla Direzione generale della Concorrenza della Commissione europea, che non ha tardato a rispondere. Non solo ha preso atto della situazione italiana, di cui non era a conoscenza, ma si è presa carico del problema, sollecitando le authority italiane preposte a controllare: l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm/Antitrust). C'è infatti il sospetto, da parte della Commissione Europea, che sia stato creato un vero e proprio cartello da parte delle compagnie di telefonia mobile che, curiosamente, applicano più o meno gli stessi costi di ricarica. Il 6 giugno scorso l'Agcom e l'Antitrust hanno avviato congiuntamente un'indagine conoscitiva proprio sulla pratica, adottata dalle nostre quattro compagnie (Tim, Tre, Vodafone, Wind), di determinare il prezzo della ricarica che acquista il consumatore, come la somma del traffico e del costo di ricarica. Le due autorità si sono date come tempo per l'indagine 120 giorni, salvo eventuali proroghe che devono essere comunque motivate. L'iniziativa di Andrea d'Ambra, che ha anche creato un sito internet (www.aboliamoli.eu), ha avuto grandissima eco mediatica, anche grazie alle attenzioni rivolte a questa battaglia da parte di Beppe Grillo, che le ha dedicato due interventi nel suo cliccatissimo blog. In seguito anche le associazioni dei consumatori, dapprima silenziose, hanno dato il loro appoggio e si sono mosse in favore dell'abolizione di questi costi ingiustificati sulle ricariche. Dal sito Aboliamoli.eu è possibile accedere e firmare la petizione online, che ha ormai raggiunto quota 600mila adesioni, con- Quando poi però osserviamo che in altri Paesi come Francia, Spagna o Stati Uniti i costi sulle ricariche non esistono, ci viene un po' da riflettere... tro una previsione iniziale di 50mila! La prima tranche di 300mila firme è già stata inviata alla Commissione Europea in forma cartacea, e al raggiungimento di 600mila adesioni verrà inviata anche la seconda tranche. I COSTI VIRTUALI DELLA TECNOLOGIA La questione degli ingiusti costi delle ricariche evidenzia una tendenza più ampia, vale a dire la prepotente innovazione tecnologica nelle aziende e nella nostra quotidianità. Oggi affidiamo sempre più operazioni alla tecnologia. Usiamo il telepass e non facciamo coda al casello autostradale, paghiamo le bollette online e non dobbiamo andare in posta. Facciamo acquisti con la carta di credito e via internet così non abbiamo il rischio di rimanere senza contanti e abbiamo un'ampia gamma di prodotti comodamente a casa, ricarichiamo il cellulare dai punti Atm del bancomat o ancora una volta via internet, e chi corre più a cercare una ricarica. Una lunga serie di comodità che hanno senza dubbio semplificato la nostra vita. Ci dimentichiamo spesso, però, che nello stesso tempo hanno semplificato moltissimo la vita delle aziende, che offrono così servizi risparmiando un sacco di costi: il personale del casello autostradale, la distribuzione delle ricariche e la produzione stessa delle carte di ricarica, l'invio cartaceo delle bollette a domicilio, il personale e le spese di gestione di un punto vendita nel momento in cui la transizione avviene via Internet. Le imprese guadagnano di più, spendendo sensibilmente di meno e facendo pagare ai consumatori costi virtuali a cui in realtà non corrisponde una spesa da parte delle aziende stesse. Ci auguriamo che la battaglia di Andrea sia l’incipit di una più generale presa di coscienza da parte dei consumatori. Percentuali da paura I costi delle ricariche vanno a colpire in modo più feroce i tagli più commerciali, quelli più diffusi e che vengono acquistati per la maggiore, soprattutto dai ragazzi che spesso non hanno un'elevata disponibilità di denaro. Sulle ricariche da 10 e 20 euro, in linea di massima, il costo di ricarica incide per il 20 per cento sulla spesa complessiva, con picchi del 25 per cento sulla ricarica da 20 euro della Tre. Se poi abbassiamo ancora il taglio e osserviamo l'incidenza del costo di ricarica, rimaniamo davvero sbalorditi: al di sotto dei 10 euro, il costo sale dal 33 per cento della ricarica da 3 euro della Vodafone (1 euro di costo!), fino al 40 per cento della ricarica da 5 euro della Tre (2 euro di costo!). Con l'aumentare della ricarica, la percentuale d'incidenza del costo ovviamente si abbassa, ma per tutte le compagnie resta pressoché invariata, stabilizzandosi sui 5 euro (6 euro di costo per la ricarica da 30 euro della Tre). Fatta eccezione per Wind e Tre, che non prevedono costo di ricarica rispettivamente per i tagli da 60 e da 90 euro. Firma la petizione! La petizione online promossa da Andrea d'Ambra ha superato i risultati sperati. Per firmarla è sufficiente collegarsi all'indirizzo www.petitiononline.com/costidir e cliccare sul bottone “Click Here to Sign Petition”. Tutte le adesioni saranno inviate in formato cartaceo alla Commissione Europea, cosicché essa possa prendere atto di quanto interesse abbia suscitato l'iniziativa e della volontà dei consumatori italiani. 37
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