Lipidi - Università degli Studi della Basilicata
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Metabolismo lipidico e<br />
malattie cardiovascolari<br />
Aterosclerosi: patologia degenerativa, importante causa di malattia e morte<br />
nei paesi p occidentali, che comporta p la presenza p di ateromi nelle arterie di<br />
grande e medio calibro, ovvero di placche la cui componente specifica è<br />
costituita da accumuli lipidici, che aumentano nel tempo, e che conducono<br />
al restringimento del lume vascolare (stenosi) o di fenomeni tromboembolici,<br />
che si verificano quando la placca si stacca.<br />
La sindrome metabolica è il principale fattore predisponente.<br />
Alterazioni metabolismo lipidico<br />
Il termine di arteriosclerosi (da non confondere con aterosclerosi)<br />
comprende p tutte le patologie p g con “indurimento” (sclerosi ( significa g<br />
letteralmente indurimento) delle arterie di ogni calibro.<br />
L'arteriosclerosi comprende tre patologie principali:<br />
aterosclerosi propriamente detta<br />
arteriolosclerosi (le cui forme principali sono legate a ipertensione e<br />
diabete)<br />
necrosi calcifica mediale di Moenckeberg<br />
Una iniziale degenerazione delle cellule endoteliali arteriali comporta<br />
l'aumentata aderenza di Monociti ediT-Linfociti, nei confronti dell'area affetta.<br />
I sotto-prodotti proteici di monociti e linfociti (citochine), mediano il processo<br />
aterogenico attirando cellule fagocitarie verso l'area affetta.<br />
Parallelamente a ciò, l'esposizione ad elevati livelli sierici di LDL e la loro<br />
susseguente deposizione ed ossidazione, ulteriormente incrementa il processo<br />
infiammatorio in corso.<br />
L’incrementato uptake di LDL da parte delle cellule fagocitarie giustifica il<br />
nome di "Foam Cells" (cellule schiumose) dato il loro alterato contenuto lipidico.<br />
Il materiale lipidico nella forma fenotipizzata di "Foam Cells" può così infiltrarsi<br />
all'interno dell'endotelio vasale, e tanto più p il materiale lipidico p si accumula, tanto<br />
più il lume dei vasi sanguigni, interessati a tale processo, si occlude.<br />
Il materiale lipidico che viene a depositarsi depositarsi, prende il nome di Placca<br />
Ateromatosa.
Per poter parlare di SINDROME METABOLICA devono essere presenti<br />
contemporaneamente ALMENO TRE dei seguenti fattori di rischio:<br />
PPressione i arteriosa t i superiore i a 130/85 mmHg H<br />
Trigliceridi ematici superiori a 150 mg/dl<br />
Colesterolo HDL inferiore a 40 mg/dl nell'uomo o a 50 mg/dl nelle donne<br />
Glicemia a digiuno superiore a 110 mg/dl (100 mg/dl secondo l'ADA)<br />
Circonferenza addominale superiore a 102 centimetri per i maschi o a 88<br />
centimetri per le donne<br />
Le persone soggette a tale condizione corrono un maggior rischio di subire<br />
alcune MALATTIE CARDIOVASCOLARI, renali, oculari ed epatiche (tale rischio<br />
è da due a quattro volte superiore rispetto alle persone normali).<br />
Valutazioni epidemiologiche sulle malattie cardiovascolari hanno<br />
consentito di costruire le basi per p la comprensione p dei FATTORI DI RISCHIO<br />
per patologie come la cardiopatia ischemica (angina pectoris, infarto del<br />
miocardio, morte coronarica improvvisa).<br />
Il riconoscimento, corroborato da risultati scientifici, del ruolo<br />
determinante che il colesterolo plasmatico plasmatico, l’ipertensione lipertensione arteriosa ed il<br />
fumo di sigaretta hanno in malattie ad alto impatto sociale, ha avviato, a<br />
livello mondiale mondiale, campagne di sensibilizzazione sensibilizzazione, di prevenzione e di<br />
educazione.<br />
Ciò ha consentito, dagli anni ‘50 ad oggi, di ridurre la mortalità dovuta a<br />
malattie cardiovascolari.<br />
<strong>Lipidi</strong> come principali fattori di rischio dell’aterosclerosi<br />
I lipidi sono sostanze insolubili in acqua e solubili in solventi organici (etere (etere,<br />
alcool,ecc.).<br />
Da un punto di vista chimico, sono composti da un gruppo estremamente<br />
eterogeneo di molecole (acidi grassi liberi, trigliceridi, fosfolipidi, steroidi,<br />
vitamine liposolubili, carotenoidi, ecc.).<br />
Due delle maggiori funzioni dei lipidi sono :<br />
1. Forma di deposito di energia nel corpo (resa calorica maggiore dei carboidrati)<br />
2. Componenti strutturali delle membrane cellulari
Colesterolo<br />
La concentrazione di colesterolo nel sangue ha una correlazione diretta con<br />
la malattia vascolare aterosclerotica<br />
Biosintesi del colesterolo<br />
Il colesterolo è sintetizzato a partire dall’acetil-CoA.<br />
Nei vertebrati la maggiore quantità di colesterolo viene prodotta nel<br />
fegato.<br />
La sintesi avviene nel Reticolo Endoplasmatico Liscio.<br />
Il processo avviene in quattro tappe:<br />
3 unità acetiliche condensano per formare un intermedio a sei atomi di carbonio, il mevalonato.<br />
Conversione del mevalonato in unità isopreniche attivate.<br />
Polimerizzazione delle sei unità isopreniche a 5 atomi di C per formare la struttura lineare a 30 atomi di C<br />
dello squalene.<br />
La ciclizzazione dello squalene produce i quattro anelli del nucleo steroideo e un’ulteriore serie di<br />
modificazioni (ossidazioni, rimozioni o spostamento di gruppi metilici) genera il colesterolo.<br />
Dopo la biosintesi:<br />
Una piccola parte del colesterolo viene incorporato nelle membrane<br />
<strong>degli</strong> epatociti.<br />
Una gran parte viene esportato come:<br />
Esteri del colesterolo<br />
Sali biliari<br />
Esteri del colesterolo<br />
Sono sintetizzati nel fegato per azione di acil-CoA-colesterolo<br />
aciltransferasi (ACAT) (ACAT).<br />
Sono conservati nel fegato oppure sono trasportati ai tessuti extraepatici<br />
dalle VLDL, e quindi dalle LDL.
Fosfolipidi<br />
Si suddividono in fosfogliceroli (o<br />
fosfogliceridi) e sfingofosfolipidi;<br />
rispetto ai trigliceridi, al posto di<br />
un acido grasso hanno un<br />
gruppo fosforico legato ad un a<br />
molecola polare come un<br />
alcool, un amino-alcool o un<br />
polialcool (inositolo)<br />
Il colesterolo :<br />
AAssunto t conla l di dieta t osintetizzato, i t ti t a partire ti<br />
dall’acetil-CoA (via metabolica del<br />
mevalonato), ), nel fegato g e nell’intestino; ;<br />
presente in forma libera o esterificato con<br />
acidi grassi;<br />
è escreto come tale o sotto forma di acidi<br />
biliari;<br />
diminuisce la permeabilità delle membrane<br />
a piccole molecole solubili;<br />
serve a mantenere fluide le membrane<br />
(anche a basse T), impedendone il<br />
“congelamento” e aumentandone la<br />
flessibilità elastabilità meccanica;<br />
precursore di ormonii steroidei t id i e ddei i sali li<br />
biliari.<br />
Presentano, quindi, una parte idrofilica (gruppo fosforico esterificato) ed una<br />
idrofobica (catene idrocarburiche <strong>degli</strong> acidi grassi) → molecole anfipatiche<br />
In un liquido acquoso acquoso, tendono a formare spontaneamente un doppio strato nel<br />
quale le parti idrofile sono rivolte verso l'esterno e le code idrofobiche verso l'interno →<br />
principali costituenti <strong>della</strong> membrana cellulare;<br />
I fosfolipidi più abbondanti nelle membrane biologiche sono la fosfatidilcolina<br />
(lecitina), la fosfatidiletanolammina, la sfingomielina e la fosfatidilserina.<br />
Trigliceridi<br />
Esteri del glicerolo con 3<br />
acidi grassi, saturi o insaturi<br />
I trigliceridi sono i grassi di deposito energetico del nostro organismo,<br />
accumulati nel tessuto adiposo, dentro gli adipociti. Sono disponibili con la<br />
dieta e per sintesi nel fegato e negli adipociti.<br />
L’idrolisi dei trigliceridi ad acidi grassi e glicerolo (catalizzata dagli enzimi<br />
lipasi) e la successiva ossidazione <strong>degli</strong> acidi grassi nei mitocondri sono la<br />
fonte <strong>della</strong> maggior parte dell’energia prodotta ogni giorno dal nostro<br />
metabolismo.<br />
Acidi grassi<br />
Gli acidi grassi liberi, indicati anche NEFA<br />
(dall'inglese Not Esterified Fatty acid, acidi<br />
Composti acidi monocarbossilici alifatici: grassi non esterificati), rappresentano la<br />
a catena corta, media o lunga<br />
frazione circolante e di riserva energetica di<br />
saturi t i o iinsaturi t i ( (monoopoli) li)<br />
lipidi dell'organismo dell organismo, che possono essere<br />
Funzioni:<br />
facilmente captati e metabolizzati da fegato<br />
e muscoli. Per la loro insolubilità, necessitano di<br />
lipoproteine sieriche (albumina) per circolare<br />
1)componenti base dei fosfolipidi, dei<br />
glicolipidi e dei trigliceridi;<br />
nel sangue.<br />
2)riserva di energia (depositati come<br />
ttrigliceridi); i li idi)<br />
3)derivati <strong>degli</strong> acidi grassi fungono da<br />
ormoni e messaggeri intracellulari;<br />
4)il legame di molte proteine ad acidi<br />
grassi le dirige a localizzazioni di<br />
membrana.
A causa di scarsa o nulla solubilità nel plasma (mezzo acquoso), i lipidi hanno<br />
bisogno di ancorarsi a proteine per poter circolare nel sangue:<br />
Formazione di LIPOPROTEINE<br />
Particelle complesse, ad alto peso<br />
molecolare, che trasportano lipidi apolari<br />
(soprattutto trigliceridi ed esteri del colesterolo) e<br />
proteine definite APOLIPOPROTEINE.<br />
Presentano un core in cui sono collocati lipidi<br />
idrofobici (trigliceridi ed esteri del colesterolo) ed<br />
una superficie polare, formata da fosfolipidi e<br />
colesterolo non esterificato, ed in cui sono<br />
esposte le regioni idrofiliche delle<br />
apolipoproteine, che consente alle lipoproteine<br />
nel loro complesso di essere solubili nel plasma<br />
Le lipoproteine si classificano:<br />
- in base alla migrazione elettroforetica, in -lipoproteine (HDL), prelipoproteine<br />
(VLDL) e -lipoproteine (LDL);<br />
-inbasealladensità crescente, inchilomicroni, VLDL, IDL, LDL, e HDL
Vie esogena ed endogena del metabolismo lipidico<br />
Il metabolismo delle lipoproteine si può immaginare come suddiviso in due<br />
cicli cicli, uno esogeno ed uno endogeno endogeno, interconnessi tramite il fegato fegato.<br />
<strong>Lipidi</strong> esogeni<br />
ed endogeni<br />
Ciclo esogeno<br />
<strong>Lipidi</strong> esogeni<br />
1. I trigliceridi, il colesterolo ed altri lipidi assunti con la dieta sono assorbiti e<br />
trasportati al di fuori dell’intestino sotto forma di grandi CHILOMICRONI, ilcui<br />
diametrovariada180a500nm,lacuidensitàè
Le LDL, principali trasportatori di colesterolo nel sangue, hanno un diametro<br />
di 22 nm, una massa di circa 3 milioni dai Dalton e contengono un nucleo<br />
composto da circa 1500 molecole di colesterolo esterificato (circondato da<br />
un involucro di fosfolipidi, colesterolo libero ed un’unica copia di Apo B-100,<br />
che riveste un ruolo essenziale nel riconoscimento delle LDL da parte di<br />
specifici recettori localizzati sulle membrane di cellule extraepatiche);<br />
Il ruolo delle LDL è quello di trasportare il colesterolo ai tessuti<br />
periferici e di regolare la sintesi de novo del colesterolo in questi siti.<br />
Anche il fegato possiede recettori per le LDL: il colesterolo delle LDL captate<br />
dagli epatociti viene usato per la formazione di acidi biliari e per la secrezione<br />
di colesterolo libero nella bile.<br />
Ciclo endogeno<br />
I trigliceridi ed il colesterolo sintetizzati nel fegato o provenienti dal ciclo<br />
esogeno vengono esportati nel sangue sotto forma di VLDL (very low density<br />
lipoproteins, d
Quando la cellula ha colesterolo a sufficienza, la sintesi di tali recettori è downregolata;<br />
quando, invece, è a corto di colesterolo, il numero di recettori aumenta.<br />
Il malfunzionamento o l’assenza del recettore su base ereditaria è responsabile<br />
dell’ipercolesterolemia p familiare (FH); ( ); una mutazione specifica p dell’Apo p B-100 ha<br />
come conseguenza un’alterazione del legame delle LDL al recettore: ciò produce un<br />
quadro clinico identico alla FH, chiamato “deficit familiare di Apo B” (FDB).<br />
Circa 2/3 delle LDL circolanti sono rimosse dal plasma con tale<br />
meccanismo recettoriale; la parte rimanente è captata da cellule<br />
macrofagiche del SRE, attraverso recettori “scavenger”, che intercettano<br />
soprattutto LDL modificate (per ossidazione, glicosilazione, ecc).<br />
Tale sistema è determinante per allontanare dal circolo LDL degradate o<br />
modificate, quando raggiungono gg g concentrazioni plasmatiche eccessive:<br />
non possiede, quindi, il compito di rifornire i tessuti periferici di colesterolo.<br />
Tale meccanismo è fondamentale per la comprensione <strong>della</strong> genesi delle<br />
placche ateromatose: i macrofagi che fagocitano le LDL modificate tramite i<br />
recettori scavenger si trasformano in cellule schiumose (foam cells) cells), che sono<br />
una componente cellulare caratteristica delle lesioni aterosclerotiche iniziali.
HDL - Trasporto inverso del colesterolo<br />
Le cellule periferiche, come tutte le cellule non intestinali o epatiche, non<br />
sono in grado di degradare il colesterolo in eccesso; perciò, per il<br />
mantenimento dell'omeostasi cellulare, è essenziale la presenza di un<br />
meccanismo dedicato alla rimozione del colesterolo dalle cellule. Questo<br />
meccanismo, finalizzato al recupero epatico del colesterolo periferico in<br />
eccesso, è detto "trasporto inverso del colesterolo" (RCT: reverse cholesterol<br />
ttransport), t) edd avviene i attraverso tt l’i l’incorporazione i ddel l colesterolo l t l nelle ll<br />
lipoproteine HDL ed il successivo trasporto al fegato per l'escrezione biliare.<br />
Le lipoproteine HDL (High density lipoproteins, 1,063
La classificazione delle iperlipidemie si è andata modificando nel tempo<br />
iin rapportoanzitutto i alla disponibilità i i ii à dii alcune tecniche i per iil dosaggio i<br />
dei lipidi e delle lipoproteine plasmatiche.<br />
Fino agli anni ‘50 veniva misurata nel plasma solo la concentrazione del<br />
colesterolo; a partire dagli anni '60 divenne pratica comune anche per il<br />
dosaggio dei trigliceridi; si diffuse nel contempo l'uso dell'elettroforesi delle<br />
lipoproteine e successivamente sono stati introdotti dei metodi semplici per<br />
il dosaggio del colesterolo delle HDL<br />
Una prima p classificazione delle iperlipidemie p p distingueva g tre gruppi: g pp<br />
le ipercolesterolemie<br />
le ipertrigliceridemie<br />
le iperlipidemie combinate (e cioè l'ipercolesterolemia<br />
con iipertrigliceridemia) t i li id i )<br />
Le dislipidemie<br />
Con il termine dislipidemia o iperlipoproteinemia si intende l'alterazione<br />
<strong>della</strong> quantità di grassi o lipidi normalmente presenti nel sangue.<br />
Ci sono forme ereditarie, che condizionano la manifestazione <strong>della</strong><br />
malattia, , indipendentemente p da fattori esterni, , e forme più p comuni, , nelle<br />
quali le malattia si manifesta solo in concomitanza a fattori esterni, come<br />
l'eccessiva assunzione di grassi g dalla dieta, o la complicanza p di una<br />
patologia (dislipidemie secondarie). L'ipercolesterolemia (troppo elevato<br />
tasso di colesterolo nel sangue), ad esempio, può essere il risultato di un<br />
aumentata conversione delle lipoproteine VLDL in LDL, oppure di un<br />
difetto nella rimozione di quest'ultime.<br />
Come regola generale, si parla di iperlipoproteinemia quando il<br />
colesterolo plasmatico è superiore a 180-200 mg/dl e quando i trigliceridi<br />
sono superiori a 200 mg/dl.<br />
Con l’impiego dell'elettroforesi e il riconoscimento del ruolo fondamentale<br />
delle lipoproteine plasmatiche, si fece quindi una distinzione tra<br />
l'ipertrigliceridemia esogena (da chilomicroni) e l'ipertrigliceridemia<br />
endogena (da pre-B lipoproteine). Si venne cioè diffondendo il concetto<br />
che la classificazione delle iperlipidemie era in realtà una classificazione<br />
delle iperlipoproteinemie, spostando così l'accento dai lipidi come tali alle<br />
lipoproteine che contengono questi lipidi.<br />
Tale classificazione è intesa come un mezzo adatto a tipizzare le<br />
alterazioni lipidiche p di un qualsiasi q campione p di siero e non intende in alcun<br />
modo individuare le cause, la patogenesi o le caratteristiche cliniche di<br />
una iperlipoproteinemia. Infatti, ciascun fenotipo indicato nella tabella<br />
successiva può essere dovuto o ad un’alterazione primitiva del<br />
metabolismo lipidico (forme primitive) o ad una alterazione di questo<br />
metabolismo provocata da altri fattori (forme secondarie):
Classe di lipoproteine Fenotipo<br />
presente in eccesso nel secondo<br />
plasma l<br />
l'OMS l'O.M.S.<br />
CHILOMICRONI I<br />
Nome generico Forme primitive Forme secondarie<br />
lperlipidemia<br />
esogena<br />
LDL IIa lpercolesterolemia<br />
LDL LDL+VLDL VLDL<br />
IIb<br />
ß-VLDL III<br />
VLDL IV<br />
VLDL+CHILOMICRONI V<br />
Deficit LPL<br />
Deficit apo-CII<br />
Paraproteinemie, LES<br />
lperCT p familiare Nefrosi, Ipotiroidismo<br />
lperCT poligenica<br />
lperlipidemia a<br />
fenotipi multipli<br />
lperlipidemia lperlipidemia a<br />
combinata<br />
fenotipi multipli<br />
Malattia <strong>della</strong> larga<br />
banda beta<br />
lperlipidemia<br />
endogena<br />
lperlipidemia mista<br />
lperTG sporadica<br />
lperlipoproteinemia<br />
di tipo III<br />
lperTG familiare<br />
lperlipidemia a<br />
fenotipi multipli<br />
lperTG sporadica<br />
lperTG familiare<br />
Paraproteinemie<br />
Sindrome di Cushing<br />
Porfiria acuta int.<br />
Nefrosi, Ipotiroidismo<br />
Paraproteinemie,<br />
Cushing<br />
Ipotiroidismo, LES<br />
Diabete, Glicogenositipo<br />
I, Lipodistrofia<br />
Paraproteinemie,<br />
Uremia<br />
Ipotiroidismo, ti idi Nefrosi f i<br />
Alcoolismo, Estrogeni<br />
Glucocorticoidi,Stress<br />
Obesità<br />
L’ipercolesterolemia familiare (FH), che può presentarsi con xantelasma,<br />
xantomii tendinei, i i grave iipercolesterolemia i e malattie i cardiache i<br />
coronariche precoci, può essere dovuta ad una qualsiasi tra le oltre 500<br />
mutazioni t i i di diverse ddel l gene per il recettore tt ddelle ll LDL LDL. MMutazioni t i i di AApo-BB danno una sindrome identica.<br />
Al momento non esiste una classificazione completa e soddisfacente dei<br />
disordini delle lipoproteine lipoproteine. Si è tentata una classificazione su base genetica,<br />
che diventa sempre più complicata man mano che vengono scoperte altre<br />
mutazioni:<br />
L’iperchilomicronemia familiare (ipertrigliceridemia esogena), che può<br />
presentarsi con dolori addominali ricorrenti e pancreatite acuta acuta, può essere<br />
dovuta a mutazioni genetiche <strong>della</strong> lipoproteina lipasi (LPL) o dei geni di<br />
Apo C-II; caratteristici sono xantomi eruttivi:
Finché la terapia genica e/o le terapie specifiche di sostituzione non<br />
diventeranno disponibili disponibili, le classificazioni genetiche genetiche, se dal punto di vista<br />
biologico sono molto esplicative, hanno scarsa utilità nella pratica clinica.<br />
A tal proposito, i disordini delle lipoproteine sono semplicisticamente<br />
classificati come:<br />
di tipo PRIMARIO, quando il disordine non è dovuto ad altra patologia;<br />
di tipo SECONDARIO, quando il disordine è una manifestazione di un’altra<br />
malattia<br />
Tipo PRIMARIO<br />
Per le iperlipidemie primarie ci si riferisce solitamente alla classificazione di<br />
Fredrickson (o dell’Organizzazione Mondiale di Sanità, WHO), basata su<br />
evidenze ottenute dall’analisi del plasma piuttosto che da analisi genetiche:<br />
Fenotipo I (chilomicronemia):<br />
Grave ipertrigliceridemia che può essere dovuta a un deficit di lipasi<br />
lipoproteica o a un deficit del suo cofattore (apo C-II) C II).<br />
Fenotipo IIa (ipercolesterolemia):<br />
E’ spesso dovuta alle abitudini alimentari in soggetti predisposti<br />
(ipercolesterolemia poligenica), mentre in pochi casi è provocato da un<br />
deficit dei recettori per apo-B, E (ipercolesterolemia familiare).<br />
Fenotipo p IIb (ipercolesterolemia ( p con ipertrigliceridemia):<br />
p g )<br />
Forma rara dovuta alla presenza di una lipoproteina anomala (“beta VLDL”)<br />
che causa ipertrigliceridemia con ipercolesterolemia ipercolesterolemia. Questo fenotipo<br />
compare in soggetti con disbetalipoproteinemia (omozigoti per apo E-2), nei<br />
quali si associa un’altra un altra dislipidemia dislipidemia, fattori dietetici o metabolici<br />
metabolici.
Fenotipo III (iperlipoproteinemia famigliare):<br />
Forma rara a trasmissione autosomica recessiva, dovuta ad una mutazione<br />
del gene che codifica la sintesi dell’apo E. La sostituzione aminoacidica<br />
dell’apo E causa una meno efficiente captazione epatica dei chilomicroni<br />
e ddelle ll IDL IDL.<br />
Fenotipo IV (ipertrigliceridemia):<br />
Spesso provocato dalla dieta (eccesso di alcool) o da una malattia<br />
genetica (ipertrigliceridemia familiare o iperlipidemia familiare) familiare).<br />
Fenotipo V:<br />
Grave ipertrigliceridemia (eccesso di VLDL e chilomicroni) provocata da<br />
eccessi alimentari o disturbi metabolici (diabete scompensato) in soggetti<br />
affetti da ipertrigliceridemia familiare.<br />
Tipo SECONDARIO<br />
L’iperlipoproteinemia secondaria è una caratteristica ben nota di un certo<br />
numero di malattie:<br />
Il vantaggio principale di tale classificazione sta nel fatto che è<br />
largamente riconosciuta e fornisce delle guide per le cure cure.<br />
I sei tipi di iperlipoproteinemia elencate non hanno tutte la stessa<br />
frequenza: itipiIeVsonorari,mentreitipi IIa, IIb e IV sono molto comuni;<br />
quella di tipo III, nota come “disbetaliproteinemia familiare” o “malattia <strong>della</strong><br />
bbanda d l larga”, ” hha unafrequenza f iintermedia, t di parii a 1/5000 nella ll popolazione. l i
Fisiopatologia <strong>della</strong> Placca Ateromasica<br />
Ateroma: la genesi e lo sviluppo<br />
La lesione i elementare dell'aterosclerosi i si i chiama i<br />
ateroma: massa o placca di intima arteriosa<br />
degenerata ed ispessita che si ritrova nell’aterosclerosi<br />
Malattie collegate alle alterazioni del metabolismo dei lipidi<br />
Sono fra le malattie metaboliche più comunemente incontrate nella pratica<br />
clinica. Tra esse si ricordano:<br />
Malattie cardiache coronariche<br />
Pancreatiti acute<br />
Blocco <strong>della</strong> crescita e debolezza<br />
Cataratte<br />
L’ateroma è una lesione che inizia nella tonaca intima: si presenta<br />
essenzialmente con una proliferazione di cellule muscolari lisce e accumulo di<br />
lipidi<br />
Gli ateromi si trovano sparsi nella parete delle arterie di grande e medio calibro<br />
(vasi ad alta pressione)<br />
La llocalizzazione li i d<strong>degli</strong> li ateromi t i varia i dda soggetto tt a soggetto tt ma<br />
statisticamente sono privilegiate alcune sedi caratterizzate da flusso vorticoso: ad<br />
es es.: : la “esse” esse <strong>della</strong> carotide interna interna, le biforcazioni<br />
La distribuzione casuale delle lesioni lascia intendere che lo stabilirsi di un<br />
ateroma t è un ffenomeno statistico, t ti ti ttutto tt sommato t piuttosto i tt t raro, ffenomeno<br />
tuttavia persistente per anni e che quindi diventa:certo per presenza, incerto per<br />
localizzazione<br />
La presenza di fattoridirischioaumentalaprobabilitàcheunateromasiformie<br />
ne accelera l lla crescita, it nonché hé ffavorisce i l'i l'insorgere di complicanze li clinicamente<br />
li i t<br />
significative
In particolari condizioni<br />
(ipertensione, fumo, stress, Le LDL ossidate mediano<br />
diabete) si assiste all’ossidazione una risposta di tipo<br />
Monocita, macrofago,<br />
delle LDL che penetrano infiammatorio da parte<br />
cellula schiumosa<br />
attraverso tt l’ l’endotelio d t li<br />
ddell’endotelio ll’ d t li<br />
(foam cell)<br />
Diagnosi di laboratorio delle iperlipoproteinemie<br />
Fornire al medico, in tempi brevi, informazioni sui valori di concentrazione<br />
dei principali lipidi plasmatici plasmatici, ai fini di un orientamento diagnostico e di<br />
eventuali opzioni terapeutiche.<br />
Importanza dell’ispezione visiva del siero (o del plasma), dopo una notte a<br />
4°C (classificazione di Fredrickson).<br />
I valori di riferimento sono tutti variabili in funzione dell’età e del sesso.<br />
Colesterolo plasmatico totale<br />
Valori di riferimento:<br />
Adulti < 200 mg/dl Bambini
Colesterolo HDL<br />
Valori di riferimento:<br />
Uomini > 40 mg/dl Donne > 45 mg/dl A digiuno per 12 ore<br />
Ottenuto previa p precipitazione, p p , mediante aggiunta gg di polianioni p e cationi<br />
bivalenti al siero (eparina, solfato di destrano, fosfotungstato e Ca2+ ,Mg2+ ,<br />
Mn2+ ) delle lipoproteine contenenti Apo-B (VLDL, ( LDL), ) mentre nel surnatante<br />
rimane la frazione HDL, determinata con i metodi per la misura del<br />
colesterolo totale.<br />
Oggi, in realtà, si usano metodi diretti senza fare uso <strong>della</strong> precipitazione<br />
delle lipoproteine.<br />
Elevati livelli di HDL sono considerati, sulla base di numerosi studi<br />
epidemiologici, PROTETTIVI per quanto attiene al rischio di aterosclerosi.<br />
Apolipoproteine plasmatiche<br />
Determinate per la valutazione del numero delle particelle lipoproteiche<br />
corrispondenti alle lipoproteine <strong>della</strong> via endogena (ApoB) o alle HDL (Apo<br />
AI)<br />
VValori l i di riferimento: if i t AApo AI 95 95-200mg/dl 200 /dl AApo B 60 60-135mg/dl<br />
135 /dl<br />
Colesterolo totale/Colesterolo nelle HDL<br />
Viene considerato, dal punto di vista clinico, un parametro molto utile: deve<br />
essere, se possibile, p