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Dichiarazione Ambientale del Centro ENEA di Trisaia.

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<strong>Dichiarazione</strong> ambientale<br />

3.1.2 Idrografia e idrogeologia<br />

La falda idrica è alimentata unicamente dalle precipitazioni che insistono nella zona. La <strong>di</strong>rezione<br />

<strong>del</strong>la falda è con<strong>di</strong>zionata dall’andamento <strong>del</strong> letto <strong>del</strong>le argille che la sostengono, ipotizzabile<br />

da nord verso sud.<br />

La variabilità <strong>del</strong>la geomorfologia <strong>del</strong>la Basilicata origina una complessa rete idrografica,<br />

superficiale e sotterranea. Il regime dei corsi d’acqua lucani è tipicamente torrentizio,<br />

caratterizzato da massime portate durante il periodo invernale e da un regime <strong>di</strong> magra durante<br />

la stagione estiva. Numerosi corsi d’acqua, tra cui anche il Sinni, sono stati intercettati me<strong>di</strong>ante<br />

la costruzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ghe e <strong>di</strong> invasi artificiali.<br />

Il fiume Sinni, corso d’acqua principale <strong>del</strong>l’area prospiciente il <strong>Centro</strong> (est), nasce dal Monte<br />

Serra Giumenta (m 1518), sul gruppo <strong>del</strong> Monte Sirino, e attraversa le province <strong>di</strong> Potenza e<br />

Matera. A nord <strong>del</strong> <strong>Centro</strong> l’acqua <strong>del</strong> fiume è convogliata me<strong>di</strong>ante la <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Monte Cotugno<br />

a scopi irrigui; qualche km più a sud, sfocia nel Golfo <strong>di</strong> Taranto (Jonio), attraversando nel suo<br />

tratto finale il bosco <strong>di</strong> Pantano. La profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> falda <strong>del</strong> fiume Sinni è <strong>di</strong> circa 15 metri; in<br />

prossimità <strong>del</strong> <strong>Centro</strong> l’alveo <strong>del</strong> fiume ha una larghezza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 700 m ed una portata minima<br />

<strong>di</strong> 300 l/s.<br />

3.1.3 Clima<br />

I dati forniti dalla stazione meteorologica <strong>del</strong> <strong>Centro</strong> confermano che il clima <strong>del</strong>la zona,<br />

fortemente influenzato dalla vicinanza <strong>del</strong> mare, presenta caratteri <strong>di</strong> spiccata me<strong>di</strong>terraneità,<br />

con inverni miti ed estati calde e siccitose. Le perturbazioni provenienti da Nord-Ovest, le<br />

più frequenti, hanno un’azione moderata a causa <strong>del</strong>la Catena Appenninica che protegge<br />

parzialmente la regione jonica. Le piogge e la forte nuvolosità sono principalmente collegate alle<br />

depressioni che spesso stazionano sullo Jonio, per cui l’andamento normale <strong>del</strong>le precipitazioni<br />

presenta un massimo in inverno, seguono poi l’autunno e la primavera, mentre il minimo si<br />

presenta in estate.<br />

3.1.4 Vegetazione e flora<br />

Il <strong>Centro</strong> sorge ai margini <strong>di</strong> un biotopo riconosciuto come <strong>di</strong> eccezionale valore naturalistico,<br />

il Bosco Pantano <strong>di</strong> Policoro (foresta igrofila ridotta ad un misero lembo <strong>di</strong> quello che era in<br />

passato, a seguito <strong>del</strong>la bonifica agraria e <strong>del</strong>l’urbanizzazione recenti), ed ai margini <strong>del</strong> bacino<br />

<strong>del</strong> fiume Sinni.<br />

Il riassetto <strong>del</strong>la vegetazione, attuato all’interno <strong>del</strong> <strong>Centro</strong>, può essere inteso a tutti gli<br />

effetti come un intervento locale finalizzato a migliorare la vivibilità <strong>del</strong>l’ambiente <strong>di</strong> lavoro<br />

per gli operatori <strong>del</strong> <strong>Centro</strong>. Sul piano comprensoriale, inoltre, esso costituisce una “zona <strong>di</strong><br />

vegetazione protetta” in un comprensorio in cui l’agricoltura intensiva e l’urbanizzazione<br />

<strong>di</strong>lagante minacciano la sopravvivenza <strong>di</strong> specie ed habitat. L’estensione <strong>del</strong>l’area <strong>del</strong> <strong>Centro</strong> ha<br />

consentito interventi <strong>di</strong> restauro non conflittuali con le esigenze <strong>di</strong> ulteriore e<strong>di</strong>ficazione sul sito<br />

e <strong>di</strong> preservazione <strong>di</strong> parte <strong>del</strong>la vegetazione esistente. Nel <strong>Centro</strong> sono oggi <strong>di</strong>stinguibili <strong>di</strong>verse<br />

aree <strong>di</strong> vegetazione:<br />

•<br />

•<br />

•<br />

Sinni = le prime notizie scritte relative al fiume ci vengono fornite da Strabone, che parla<br />

<strong>del</strong> Sinni come <strong>di</strong> un fiume navigabile. L’antico inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> Siris costituì il porto<br />

fluviale <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Eraclea, fondata nel 432 a.C., fino al VI secolo dopo Cristo. Il fiume si<br />

mantenne navigabile per molti secoli, fino a quando lo sconsiderato <strong>di</strong>sboscamento <strong>del</strong>le<br />

sue sponde, la mancata regolamentazione <strong>del</strong> suo corso e, <strong>di</strong> recente, la realizzazione<br />

<strong>del</strong>la <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> monte Cotugno, lo hanno trasformato nell’attuale fiumara.<br />

bosco <strong>di</strong> impianto antropico costituito da essenze <strong>di</strong> alto fusto;<br />

oliveto allevato a globo e con sesto d’impianto molto ampio;<br />

verde ornamentale;<br />

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