Il dibattito delle cinque lettere - Archivio di Diritto e Storia Costituzionali
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socialista), per la sua posizione nell’Italia liberata, alla situazione del fascismo<br />
repubblicano nell’Italia occupata.<br />
Ora il partito liberale, il quale conta nelle sue file accanto a molti monarchici anche<br />
<strong>di</strong>versi repubblicani, gli uni e gli altri tuttavia decisi ad anteporre alla loro preferenza i<br />
principi liberali e gli interessi fondamentali del Paese, ha assunto da tempo una<br />
posizione chiarissima nell’impostazione del problema istituzionale. Esso cioè si riserva<br />
<strong>di</strong> assumere un atteggiamento preciso per la monarchia o per la repubblica (lasciando<br />
libertà d’opinione alla propria minoranza <strong>di</strong>ssenziente) allorquando il popolo italiano<br />
sarà chiamato a pronunciarsi in proposito. Ma, poiché l’Italia prima del fascismo era<br />
retta a monarchia costituzionale, il partito richiede che, sin quando il popolo italiano<br />
non si sia pronunciato contro tale regime, la Luogotenenza possa e debba esercitare le<br />
sue funzioni, purché si attenga entro gli attuali limiti costituzionali, purché cioè<br />
riconosca sostanzialmente il C.L.N., che eventualmente potrà domani essere integrato e<br />
trasformato in un’assemblea consultiva, come un parlamento provvisorio.<br />
Naturalmente questo atteggiamento, che abbiamo ragione <strong>di</strong> ritenere con<strong>di</strong>viso dalla<br />
democrazia cristiana e dalla democrazia del lavoro e parzialmente non contrastato,<br />
almeno in linea <strong>di</strong> fatto, anche dal partito comunista, si <strong>di</strong>fferenzia nettamente da quello<br />
del partito socialista e del partito d’azione, i quali insistono invece per ritenere già<br />
decaduta la monarchia prima ancora che il popolo italiano abbia avuto modo <strong>di</strong><br />
pronunciarsi in proposito.<br />
Atteggiamento <strong>di</strong> rispetto della volontà popolare il primo; atteggiamento, a nostro<br />
avviso, «aprioristico» il secondo.<br />
Comunque il partito liberale deve senz’altro rigettare l’equiparazione monarchia<br />
nell’Italia liberata = fascismo repubblicano in quella occupata, enunciata nel memoriale<br />
socialista, perché assurda e così contraria alla verità storica da riuscire inaccettabile al<br />
semplice buon senso della stragrande maggioranza del popolo italiano. Così pure il<br />
partito liberale, tenuti presenti lo svolgimento e la soluzione della crisi recente, non può<br />
senz’altro accettare l’altra enunciazione dogmatica, da cui socialisti e azionisti fanno<br />
scaturire tutto il loro atteggiamento, che cioè la Corona agisca ora come un centro<br />
d’intrighi <strong>di</strong> carattere fascistoide o comunque reazionario.<br />
A questo proposito il partito liberale tiene anzitutto a <strong>di</strong>chiarare che, se da in<strong>di</strong>zi certi<br />
risultasse al suo vigile controllo che realmente la Corona si facesse centro <strong>di</strong> intrighi<br />
fascistoi<strong>di</strong> e reazionari o comunque <strong>di</strong>retti a coartare la volontà del popolo italiano, la<br />
sua solidarietà cogli altri partiti del C.L.N. sarebbe assoluta contro tale atteggiamento<br />
della Corona, e recisa e senza equivoci la sua azione, come sempre in<strong>di</strong>rizzata a<br />
contrastare chiunque tenda ad ostacolare la libera espressione dell’opinione pubblica.<br />
Ma, a parte ogni considerazione storica circa demeriti o meriti della monarchia nei<br />
riguar<strong>di</strong> del prolungarsi e della caduta del fascismo, non si può ora <strong>di</strong>sconoscere che, se<br />
ancora complesse e non del tutto chiare risultano le cause dalla recente crisi <strong>di</strong> governo<br />
(certo, oltre l’azione <strong>di</strong> forze oscure esterne al C.L.N., vi ha influito anche l’azione<br />
sistematicamente antigovernativa svolta nel Paese da partiti che pur con<strong>di</strong>videvano la<br />
responsabilità del governo), il comportamento della Corona per la soluzione della crisi<br />
stessa appare dal punto <strong>di</strong> vista della legalità democratica, sostanzialmente corretto, in<br />
quanto scartò ogni soluzione all’infuori del C.L.N. e, se poi dovette approdare ad una<br />
soluzione interme<strong>di</strong>a, colla creazione <strong>di</strong> un governo in cui solo quattro dei sei partiti<br />
della coalizione sono rappresentati, ciò si dovette unicamente all’opposizione <strong>di</strong><br />
principio dei due partiti rimasti esclusi. I quali, partendo dall’atteggiamento<br />
«aprioristico» sopra delineato, intendevano cogliere l’occasione per scartare sin d’ora e