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La falcata energica, l'ondeggiare del mantello scuro, la fama ...

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Sul<strong>la</strong> collina<br />

Si muove<br />

Di ombre un <strong>mantello</strong>:<br />

<strong>La</strong> picco<strong>la</strong> Bauta,<br />

Gran fascino e gran cervello.<br />

<strong>La</strong> <strong>falcata</strong> <strong>energica</strong>,<br />

l’ondeggiare <strong>del</strong><br />

<strong>mantello</strong> <strong>scuro</strong>, <strong>la</strong><br />

<strong>fama</strong> comprovata<br />

di rubacuori e di<br />

avventuriero senza<br />

scrupoli: monsieur Bauta<br />

è forse il personaggio più<br />

affascinante <strong>del</strong><strong>la</strong> Collina<br />

– e, ovviamente, di Venezia,<br />

<strong>la</strong> sua dimora d’elezione.<br />

Degli Scontenti incarna <strong>la</strong><br />

continua inquietudine e<br />

l’assoluto sprezzo <strong>del</strong>le<br />

regole, fossero pure gli ordini<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> Regina (che si dice<br />

abbia corteggiato in più<br />

occasioni…); si distingue<br />

per l’acuta intelligenza,<br />

<strong>la</strong> capacità di ammaliare e<br />

inquietare, <strong>la</strong> predilezione<br />

per l’imbroglio e il raggiro e<br />

infine l’abilità di volgere ogni<br />

situazione a proprio vantaggio.<br />

Incontrare Bauta può essere<br />

un grave problema oppure una<br />

grandissima fortuna, ma in<br />

genere non si è mai tanto in sé<br />

da capire se si tratti <strong>del</strong>l’uno o<br />

<strong>del</strong>l’altra.<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]<br />

Bauta


Ignare, leggere, svagate<br />

Le fate dei fiori.<br />

D’inverno e d’estate<br />

Cica<strong>la</strong>no<br />

Sul<strong>la</strong> collina.*<br />

Le fate di questa<br />

famiglia hanno<br />

una doppia<br />

denominazione.<br />

Sono dette belle<br />

di notte perché <strong>la</strong><br />

corol<strong>la</strong> dei fiori si<br />

schiude solo di notte<br />

(partico<strong>la</strong>rità che ha<br />

sempre <strong>la</strong>sciato molto<br />

perplessi gli esseri umani),<br />

ma più comunemente<br />

sono note come<br />

trombette perché sul<strong>la</strong><br />

collina hanno il compito<br />

di annunciare <strong>la</strong><br />

comparsa o il passaggio<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> Regina. Quando<br />

fioriscono, tra estate e<br />

autunno, le loro formazioni<br />

più o meno variegate sono,<br />

diciamolo pure, infestanti.<br />

Tale, ehm, granitica<br />

“tenacia” è bi<strong>la</strong>nciata da<br />

un’inesauribile<br />

immaginazione che si<br />

manifesta nel<strong>la</strong> capacità<br />

davvero unica di<br />

ibridare suoni e colori.<br />

bel<strong>la</strong> di notte<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]<br />

Pochi hanno<br />

il dono<br />

di ascoltare <strong>la</strong><br />

musica <strong>del</strong>le fate.<br />

Prender con sé<br />

una fata bel<strong>la</strong> di<br />

notte, pertanto,<br />

non dovrebbe<br />

essere per<br />

niente<br />

fastidioso.<br />

Nel caso in cui<br />

invece siate<br />

tra i pochi<br />

fortunati…<br />

Be’, ci farete<br />

sicuramente<br />

l’abitudine.


fata <strong>del</strong> Buonconsiglio<br />

Saggezza che cerca appiglio,<br />

Le piccole fate<br />

Del Buonconsiglio<br />

Dibattono<br />

Sul<strong>la</strong> collina.<br />

Minuscole e provviste di ali<br />

iridate, le fatine dette<br />

<strong>del</strong> Buonconsiglio sono<br />

le dispensatrici di senno<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> collina. Amano<br />

riunirsi in assemblee piccole<br />

e grandi per discutere di<br />

problemi e pettegolezzi e non<br />

disdegnano intervenire in qualsiasi<br />

conversazione di chiunque, poiché<br />

ritengono di avere sempre qualcosa<br />

di molto saggio o interessante da dire. Quando faticano<br />

a trovare un uditorio tra il Buon Popolo (e succede più<br />

spesso di quanto si immagini) si manifestano agli esseri<br />

umani, prendendo l’abitudine di svo<strong>la</strong>zzargli intorno,<br />

soprattutto vicino alle orecchie.<br />

Avere accanto a sé una o più fatine <strong>del</strong> Buonconsiglio<br />

può sempre tornare utile. Purché ci si abitui presto al<br />

loro denso bisbigliare.<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]


Bacchette, cappelli e corsetti:<br />

Le fate madrine.<br />

Talenti e difetti<br />

Dispensano<br />

Sul<strong>la</strong> collina.<br />

fata madrina<br />

Le fate di questa famiglia<br />

si distinguono per i capelli<br />

bianchi adorni di cappelli<br />

vistosi e fantasiosi,<br />

<strong>la</strong> corporatura<br />

a pon pon, le ali a<br />

quadrifoglio e <strong>la</strong><br />

sottile e arzigogo<strong>la</strong>ta<br />

bacchetta magica.<br />

In verità, prima di<br />

diventare madrine<br />

effettive, sono<br />

alquanto mingherline<br />

e hanno una chioma folta<br />

e colorata; dopo un periodo più o<br />

meno lungo, nel quale vivono<br />

avventure di ogni tipo, sentendo che è<br />

arrivato il momento, tagliano una ciocca di capelli, <strong>la</strong><br />

intrecciano e <strong>la</strong> trasformano nel<strong>la</strong> loro bacchetta magica,<br />

mentre il loro corpo subisce una metamorfosi. Da qui<br />

in poi, con <strong>la</strong> bacchetta che canalizza e amplifica il loro<br />

potere già grande, sono pronte per prendersi cura degli<br />

altri, esseri magici o umani che siano.<br />

Essere figliocci di una fata madrina è <strong>la</strong> cosa migliore<br />

che possa capitare: vuol dire aver vicino qualcuno che ci<br />

rende meglio consapevoli di noi stessi.<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]


Fortuna, risate, capriole:<br />

Sono fatellule.<br />

Tra le rose e le viole<br />

Svo<strong>la</strong>zzano<br />

Sul<strong>la</strong> collina.*<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]<br />

fatellu<strong>la</strong><br />

Questa famiglia di fate, l’unica<br />

<strong>del</strong> Buon Popolo a intrattenere<br />

rapporti amichevoli con gli Scontenti<br />

(Imp e Lepricani in partico<strong>la</strong>re), si distingue<br />

per il carattere allegro e schietto e per <strong>la</strong> costante e<br />

considerevole capacità di attirare <strong>la</strong> fortuna.<br />

Le fatellule adorano stare all’aria aperta, sui piccoli<br />

specchi d’acqua e intorno alle radici nodose dei<br />

grandi alberi. A volte, in partico<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> stagione<br />

fredda, sentono il bisogno di un luogo meno umido e<br />

decidono di prendere temporanea dimora presso gli<br />

esseri umani, soprattutto dove ci sono bambini<br />

piccoli e vivaci. Quando una fatellu<strong>la</strong> si affeziona è<br />

sempre di ottimo auspicio.


Ignare, leggere, svagate<br />

Le fate dei fiori.<br />

D’inverno e d’estate<br />

Cica<strong>la</strong>no<br />

Sul<strong>la</strong> collina.*<br />

I fiori di questa famiglia sono<br />

spesso snobbati dagli esseri<br />

umani perché una volta raccolti<br />

appaiono insignificanti, poco<br />

profumati e pieni di insetti di ogni<br />

tipo. Al contrario, presso il Buon<br />

Popolo <strong>la</strong> fata fior di carota è molto<br />

ben voluta: allegra, semplice e<br />

schietta, ha <strong>la</strong> grandissima dote di<br />

avvicinarsi alle cose e alle persone<br />

senza alcun pregiudizio.<br />

Da maggio a dicembre rallegra <strong>la</strong><br />

Collina con <strong>la</strong> sua corol<strong>la</strong> danzante:<br />

persino il malmostoso scardaccione<br />

è meno Scontento in sua compagnia.<br />

fior di carota<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]


folletto <strong>del</strong><strong>la</strong> sabbia<br />

Un cappuccio, tanti colori,<br />

Diversi i folletti.<br />

Al tramonto rumori<br />

E bisboccia<br />

Sul<strong>la</strong> collina.<br />

Il folletto che protegge il<br />

sonno ristoratore è scalzo e<br />

in vestaglia e in pratica<br />

realizza un desiderio di molti,<br />

vivere in pigiama. Per favorire i<br />

sogni ha sempre con sé<br />

uno o più sacchetti<br />

di sabbia, che<br />

soffia sugli occhi<br />

di chi dorme (ma non per<br />

questo va confuso<br />

con Sandman o,<br />

peggio, con Coppelius);<br />

per proteggere dai<br />

nightmares usa un<br />

paraincubi, simile a<br />

un ombrello. Non<br />

può molto contro<br />

il madoromi in<br />

quanto <strong>la</strong> sua<br />

azione è limitata alle<br />

terre <strong>del</strong> sogno, che<br />

confinano con <strong>la</strong> realtà<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> veglia senza<br />

avere con essa il<br />

minimo contatto.<br />

Questo non significa<br />

che sia inutile: il folletto<br />

<strong>del</strong> sonno porta consiglio,<br />

ma una volta svegli bisogna<br />

darsi da fare da soli.<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]


Un cappuccio, tanti colori,<br />

Diversi i folletti.<br />

Al tramonto rumori<br />

E bisboccia<br />

Sul<strong>la</strong> collina.<br />

folletto dei talenti<br />

Sempre riconoscibili<br />

dal cappello a punta, i<br />

folletti rappresentano forse<br />

<strong>la</strong> più grande, multiforme e<br />

disordinata famiglia che<br />

popo<strong>la</strong> <strong>la</strong> Collina. Su<br />

assegnazione <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

Regina, che sceglie in<br />

base alle loro capacità e<br />

caratteristiche<br />

personali,<br />

svolgono una<br />

serie di compiti<br />

più o meno utili<br />

al Buon Popolo.<br />

Ma prima <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

designazione ufficiale,<br />

ciascun folletto è libero di costruire il suo<br />

percorso, gentile o dispettoso che sia, e<br />

vive immerso nell’ebbrezza propria dei<br />

crocevia di possibilità: non avendo un<br />

ruolo definito, non è ancora<br />

nul<strong>la</strong>, ovvero è ancora tutto.<br />

Un folletto dei talenti non<br />

offre protezione o sicurezza,<br />

ma è il compagno ideale di chi<br />

ha voglia di cambiare e quindi di cominciare.<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]


Ignare, leggere, svagate<br />

Le fate dei fiori.<br />

D’inverno e d’estate<br />

Cica<strong>la</strong>no<br />

Sul<strong>la</strong> collina.*<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]<br />

iperico<br />

<strong>La</strong> fata iperico è<br />

detta anche erba<br />

di San Giovanni o<br />

scacciadiavoli perché,<br />

fiorendo nel<strong>la</strong> notte<br />

<strong>del</strong> 24 giugno (<strong>la</strong> notte <strong>del</strong>le streghe)<br />

ha <strong>la</strong> capacità naturale e spontanea<br />

di contrastare <strong>la</strong> magia nera e, più in<br />

generale, le energie negative di ogni<br />

provenienza e tipo. Questo grande<br />

potere è tanto più insospettabile in<br />

quanto si accompagna a un’indole ingenua<br />

e so<strong>la</strong>re e a modi spesso goffi e maldestri.<br />

Il gran buon carattere di queste fate, purtroppo<br />

abbastanza rare, le fa molto benvolere presso<br />

il Buon Popolo; per contro, <strong>la</strong> loro tendenza a<br />

voler portare a tutti i costi il buonumore le rende<br />

partico<strong>la</strong>rmente adatte ma in genere poco gradite<br />

a brontoloni, malmostosi e Scontenti.


Compagni <strong>del</strong>lo scirocco,<br />

Gli astutissimi jinn.<br />

Un tappeto e uno schiocco:<br />

Fluttuano<br />

Sul<strong>la</strong> collina.*<br />

Originari dei paesi<br />

caldi, i jinn hanno<br />

abitudini migratorie<br />

simili a molte specie di<br />

uccelli: nel<strong>la</strong> bel<strong>la</strong> stagione<br />

si trasferiscono sul<strong>la</strong> Collina<br />

e con l’arrivo <strong>del</strong> freddo tornano verso Sud.<br />

Quando questo non accade, e cioè alcuni di loro<br />

decidono di non ripartire per disavventura o più<br />

semplicemente per pigrizia, si può star certi che<br />

riusciranno benissimo a cavarse<strong>la</strong>, nonostante<br />

l’ambiente possa sembrare <strong>del</strong> tutto ostile.<br />

Sono famosi per l’inventiva, per <strong>la</strong> capacità di creare<br />

storie e per <strong>la</strong> tendenza a, ehm, movimentare <strong>la</strong> vita<br />

degli esseri umani con cui entrano in contatto. E, come<br />

ogni essere veramente intelligente, ne esistono di buoni<br />

e di cattivi.<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]<br />

jinn


Ignare, leggere, svagate<br />

Le fate dei fiori.<br />

D’inverno e d’estate<br />

Cica<strong>la</strong>no<br />

Sul<strong>la</strong> collina.*<br />

Fiorendo nel<strong>la</strong> bel<strong>la</strong><br />

stagione, <strong>la</strong> fata malva<br />

è serena come una<br />

limpida giornata di<br />

primavera e ferma come<br />

un asso<strong>la</strong>to pomeriggio<br />

d’estate. Molto cara al<br />

Buon Popolo per<br />

<strong>la</strong> sensibilità con cui<br />

ascolta e aiuta gli altri,<br />

è nota per <strong>la</strong> granitica<br />

impassibilità di fronte<br />

all’imprevisto, che ha<br />

come contraltare<br />

l’incredibile, meticolosa<br />

lentezza nel fare qualsiasi<br />

cosa (è infatti impossibile<br />

metterle fretta, in<br />

qualsivoglia situazione).<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]<br />

malva<br />

In passato gli esseri umani<br />

credevano che i fiori di<br />

questa famiglia costituissero<br />

un rimedio per tutti i mali,<br />

non solo fisici. Nessuno ha<br />

un potere così grande,<br />

nemmeno <strong>la</strong> Regina;<br />

eppure sul<strong>la</strong> Collina<br />

vale questo detto: <strong>la</strong><br />

malva è <strong>la</strong> virtù dei forti.


Ignare, leggere, svagate<br />

Le fate dei fiori.<br />

D’inverno e d’estate<br />

Cica<strong>la</strong>no<br />

Sul<strong>la</strong> collina.*<br />

rosa selvatica<br />

Le fate di questa<br />

famiglia sono<br />

notoriamente molto<br />

eleganti, indipendenti e<br />

vivaci, spinose e capricciose se<br />

qualcosa non va loro a genio. Fin<br />

da quando fioriscono, in genere a<br />

maggio, sono in perenne<br />

e inarrestabile attività:<br />

gestiscono <strong>la</strong> fioritura di tutte<br />

le specie di rose; sono<br />

sempre pronte ad<br />

aiutare chiunque ne abbia<br />

bisogno (sono dette anche rose<br />

canine da quel<strong>la</strong> volta in cui<br />

riuscirono a guarire un uomo<br />

dal morso di un cane rabbioso);<br />

dimorando sul ciglio <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

strada, hanno un’attenzione<br />

partico<strong>la</strong>re verso quanto accade<br />

intorno (e infatti sono presenti in<br />

tutte le storie che si raccontano<br />

sul<strong>la</strong> Collina).<br />

Come le fate violette, amano molto<br />

<strong>la</strong> poesia, anche se di rado hanno<br />

<strong>la</strong> pazienza di star lì ferme ad<br />

ascoltare: vivere <strong>la</strong> bellezza <strong>del</strong><br />

mondo piuttosto che restarne<br />

spettatrici, questa è <strong>la</strong> loro natura.<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]


Sul<strong>la</strong> collina<br />

borbottano<br />

su persone ed eventi<br />

gli scardaccioni<br />

ballerini alquanto pungenti.<br />

Lo scardaccione vive<br />

nei luoghi più impervi<br />

e inaccessibili <strong>del</strong><strong>la</strong> Collina.<br />

Armato di spine affi<strong>la</strong>tissime e<br />

tendenzialmente di cattivo umore,<br />

è abbastanza innocuo se si ha<br />

il buonsenso di <strong>la</strong>sciarlo in pace.<br />

Solitario e riservato, partecipa agli<br />

eventi mondani <strong>del</strong><strong>la</strong> Collina<br />

da maggio a dicembre,<br />

quando, fiorito e rinverdito,<br />

ama danzare con <strong>la</strong> fata fior di<br />

carota, l’unica <strong>del</strong> Buon<br />

Popolo che sembra trovarlo<br />

gradevole. In passato, quando<br />

<strong>la</strong> <strong>la</strong>na era cardata a mano,<br />

aiutava gli operai che più gli<br />

stavano a genio facendo il<br />

loro <strong>la</strong>voro, tenendo banco<br />

con storielle divertenti e<br />

organizzando scherzi bizzarri<br />

o nottate di bisboccia.<br />

Socievole o misantropo,<br />

pieno di spirito o rancore,<br />

più degli altri Scontenti<br />

desidera soltanto stare sereno.<br />

scardaccione<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]


Ignare, leggere, svagate<br />

Le fate dei fiori.<br />

D’inverno e d’estate<br />

Cica<strong>la</strong>no<br />

Sul<strong>la</strong> collina.*<br />

<strong>La</strong> fata soffione fiorisce<br />

da febbraio a ottobre,<br />

cambiando <strong>la</strong> corol<strong>la</strong> giallo<br />

oro con il caratteristico<br />

elmo a pennacchi bianchi.<br />

Resistente e vivace, ama il<br />

vento ed è, diciamolo pure,<br />

iperattiva, soprattutto<br />

nelle situazioni difficili o<br />

critiche – non a caso<br />

gli esseri umani <strong>la</strong><br />

chiamano taràssaco<br />

e le attribuiscono il<br />

potere di trasformare le<br />

emozioni negative in<br />

frenetica e benefica attività.<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]<br />

soffione<br />

Per il carattere intrepido,<br />

i fiori di questa famiglia<br />

sono detti sul<strong>la</strong> Collina<br />

dente di leone. Pare,<br />

però, che tra di loro usino<br />

lo sfottò di piscialetto:<br />

perché, dicono, non c’è<br />

coraggio senza paura.


Ignare, leggere, svagate<br />

Le fate dei fiori.<br />

D’inverno e d’estate<br />

Cica<strong>la</strong>no<br />

Sul<strong>la</strong> collina.*<br />

stel<strong>la</strong> di Natale<br />

Anche se gli esseri umani le associano soltanto<br />

al periodo natalizio, le fate di questa famiglia<br />

hanno qualità che vanno ben oltre il bell’aspetto<br />

decorativo. Fioriscono con l’accorciarsi <strong>del</strong>le<br />

giornate ma, soffrendo il gelo e non potendo<br />

scorrazzare all’aria aperta, riversano tutta <strong>la</strong><br />

loro energia nel<strong>la</strong> collina, dove sono le<br />

protagoniste <strong>del</strong><strong>la</strong> stagione invernale,<br />

dura e faticosa anche per il Buon<br />

Popolo: assistono <strong>la</strong> Regina e<br />

si prendono cura<br />

di fate e<br />

folletti<br />

organizzando<br />

le serate dei<br />

racconti<br />

d’inverno. Con<br />

<strong>la</strong> bel<strong>la</strong> stagione<br />

e il risveglio<br />

dei fiori si<br />

concedono il meritato riposo,<br />

diventando semplici<br />

osservatrici e attente<br />

ascoltatrici di quel che<br />

accade sul<strong>la</strong> collina.<br />

Tener con sé una fata stel<strong>la</strong> di<br />

Natale per tutto l’anno è una cosa molto saggia:<br />

aiuta a tenere a mente i buoni propositi che si è soliti<br />

formu<strong>la</strong>re tra il 24 e il 31 dicembre e soprattutto serve a<br />

ricordarsi che l’inverno esiste e puntualmente ritorna.<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]


Potenti e di poche parole,<br />

le fate vanesse<br />

rimano con sé stesse.<br />

Vigi<strong>la</strong>no<br />

Sul<strong>la</strong> collina.<br />

Solitarie e<br />

taciturne, le<br />

fate vanesse non<br />

appartengono né al<br />

Buon Popolo né agli<br />

Scontenti. Sono molto<br />

accorte e l’intensità<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> loro grande magia<br />

è visibile dal colore:<br />

più sono scure, più sono<br />

potenti (e meno inclini<br />

al riso). Per <strong>la</strong> notevole<br />

intelligenza sono spesso<br />

interpel<strong>la</strong>te in situazioni<br />

problematiche, ma a<br />

differenza <strong>del</strong>le fatine <strong>del</strong><br />

Buonconsiglio prestano<br />

ascolto e aiuto soltanto a<br />

chi sta loro a genio.<br />

*Tratto da un antico componimento in gaelico, incompleto<br />

e originariamente musicato, attribuito a Carroll O’Daly.<br />

[traduzione a cura di , n.d.r.]<br />

vanessa<br />

Una vanessa costituisce<br />

una fortissima protezione<br />

per chiunque abbia <strong>la</strong><br />

ventura di suscitare <strong>la</strong><br />

sua simpatia. Per contro,<br />

trattar<strong>la</strong> male o anche<br />

cercare di trattener<strong>la</strong><br />

contro <strong>la</strong> sua volontà<br />

potrebbe essere molto<br />

pericoloso. È quindi<br />

consigliabile<br />

<strong>la</strong>sciarle sempre <strong>la</strong><br />

massima libertà<br />

di movimento.

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