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Crd<br />

Presidenti<br />

in vetrina<br />

L’atteso W. a Torino,<br />

mentre arriva il Nixon<br />

di Howard<br />

007: Craig<br />

da scoprire<br />

Ecco il James Bond<br />

segreto di Quantum<br />

of Solace<br />

rivista del<br />

dal 1928 MENSILE N.11 NOVEMBRE 2008 € 3,50<br />

Princess<br />

Anne<br />

e altre storie<br />

Dalle favole al dramma: la nuova<br />

Hathaway di Rachel Getting Married<br />

fondazione ente<br />

dello spettacolo<br />

Capitale<br />

in smoking<br />

Star al maschile<br />

per la terza<br />

edizione del<br />

Festival di<br />

Roma<br />

Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. - D.I. 353/2003<br />

(conv. in L. 27.02.2004, n° 46), art. 1, comma 1, DCB Milano


www.temagrafico.it<br />

Un’area espositiva,<br />

una sezione convegnistica<br />

e proiezioni 3D<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Cinema e brand si integrano - Martedì 18 novembre 2008<br />

SESSIONE PLENARIA dalle 10.00 alle 13.30<br />

Il Product Placement oggi in Italia:<br />

presentazione di una ricerca sull’efficacia e sul gradimento degli italiani<br />

Fabio Fabbi, CineShow<br />

Gestione e valore del Product Placement nel progetto cinematografico<br />

Sandro Silvestri, Associazione Produttori Italiani<br />

Il Product Placement è una seria opportunità o una tendenza?<br />

Alessandro D’Alatri, Regista; Luca Lucini, Regista; Stefano Salvati, Regista; Ricky Tognazzi, Attore,<br />

regista e produttore<br />

Il cinema italiano come strumento di marketing territoriale<br />

Carlo Nardello, Rai Trade<br />

Perché sempre più aziende italiane investono nel Product Placement?<br />

Fausto Tazzi, Sanpellegrino Nestlè Waters Italy; Marco Visentini, Golden Lady<br />

Il Product Placement stimola le vendite?<br />

Stefano Leonangeli, Martini & Rossi; Gianni Onorato, Costa Crociere<br />

Product Placement 2.0, oltre il film<br />

Sergio Cravero, Alfa Romeo Gruppo Fiat; Layla Pavone, Iab Italia<br />

SESSIONI A PORTE CHIUSE SU INVITO PERSONALE dalle 15.00 alle 18.00<br />

Preview della produzione “IL PADRE E LO STRANIERO”<br />

regia di Ricky Tognazzi a cura di<br />

intervengono Ricky Tognazzi e Paolo Tenna<br />

Preview della produzione “CHIEDILO A MIMMO”<br />

regia di Gaetano Vaudo a cura di<br />

intervengono Massimo Mellano e Gaetano Vaudo<br />

Sono previste altre preview cinematografiche. Programma in costante aggiornamento.<br />

SESSIONI A LIBERA PARTECIPAZIONE dalle 15.00 alle 18.00<br />

Comunicare il Product Placement<br />

Francesco Festuccia, Tg2 Rai<br />

La normativa italiana sul tax credit: un’opportunità di investimento nel cinema<br />

Gian Marco Committeri, Scuola Superiore Economia e Finanza; Bruno Izzo, Ministero Economia e Finanze;<br />

Mario La Torre, Università La Sapienza Roma; Roberto Lo Surdo, Ministero Beni e Attività Culturali; Sandro<br />

Silvestri, Associazione Produttori Italiani<br />

Programma aggiornato su www.cinema.somedia.it<br />

Per motivi organizzativi è richiesta la pre-registrazione sul sito www.cinema.somedia.it<br />

Per le sessioni a porte chiuse è necessario richiedere l’invito nominativo allo<br />

02 80501111 - productplacement@somedia.it


18.19.20 novembre 2008 - Tra le iniziative in programma:<br />

Giornate Europee del Cinema e dell’Audiovisivo<br />

Riunisce produttori indipendenti, sceneggiatori, distributori, commissioning editor e altri<br />

decision maker, nonché rappresentanti di istituzioni regionali e nazionali dai 27 Stati<br />

membri dell’UE (quest’anno i Fondi della Baviera, del Baden-Württemberg<br />

di Vienna, della Galizia, del PACA e del Friuli). Paese ospite d’onore èla<br />

Repubblica Ceca, con produttori indipendenti e commissioning editor tv.<br />

35 progetti selezionati (16 fiction per il cinema, 14 documentari e 5<br />

animazioni) oltre alle sessioni di pitching animate da Jacques Laurent e a quelle<br />

di match making, animate da Vincenzo Cerami.<br />

2 special: i tavoli “Premio Solinas” e il programma dedicato ai progetti<br />

di animazione con il cluster Torino Piemonte Animation e le Antenne MEDIA di<br />

Torino e di Marsiglia.<br />

1 master class di Paolo Sorrentino.<br />

Per seguire le evoluzioni del programma, iscriversi e proporre progetti<br />

www.europeandays.eu<br />

CONVEGNI<br />

Cinema tra cultura e imprenditoria<br />

Una panoramica sulle attuali e future modalità di finanziamento dei prodotti audiovisivi.<br />

Interverranno tra gli altri: Giuliano Soria, Presidente Premio Grinzane Cavour Davide Rossi,<br />

Presidente Univideo; Ugo Gregoretti, Regista e Giornalista; Steve Della Casa, Presidente<br />

Film Commission Torino Piemonte; Ladislao Zanini, Direttore di Produzione.<br />

Premiazione del concorso:<br />

Scrivere il cinema, scrivere il cibo<br />

Premiazione delle migliori sceneggiature in gara.<br />

Cinema e Letteratura: contaminazioni e creatività<br />

Esempi di trasposizioni di romanzi nel mondo del cinema e della televisione. Proiezioni e<br />

letture.<br />

Movi&Co: il futuro dell’advertising<br />

nuove idee incontrano le aziende<br />

Nuove sinergie tra il mondo delle aziende e i giovani creativi. Una preview di tutti i filmati<br />

in gara per l’edizione 2008.<br />

Nuovi modelli di consumo di<br />

entertainment: cinema e tv in mobilità<br />

Un incontro per capire come le nuove tecnologie mutano e condizionano i processi lavorativi,<br />

distributivi e di fruizione del prodotto cinematografico.<br />

I mestieri del Cinema<br />

Un focus sul lavoro di due importanti figure professionali: il produttore esecutivo<br />

e il costumista. Durante l’incontro case histories presentate da Ladis Zanini,<br />

direttore di produzione e Marina Roberti costumista.<br />

Road Show Univideo<br />

Un incontro tra l’Associazione e il settore del videonoleggio con l’obiettivo di fare il punto,<br />

attraverso l’analisi del mercato italiano dell’editoria audiovisiva, sulle problematiche fiscali e<br />

legali, sulla lotta alla pirateria e al download selvaggio.<br />

Internet crea risorse o sposta risorse per il cinema?<br />

Tavola rotonda sulle prospettive future dell’audiovisivo. Analisi dei pro e dei contro del rapporto<br />

tra cinema ed Internet.<br />

EVENTI<br />

CineShow Children & Over<br />

12 incontri-laboratori indirizzati alle Scuole Primarie e Secondarie<br />

diIeII grado.<br />

Tre percorsi tematici, il primo dedicato all’evoluzione del cinema d’animazione, il secondo<br />

agli universi immaginari creati dalla settima arte, il terzo ai nuovi possibili scenari della<br />

fruizione audiovisiva.<br />

A cura di In collaborazione con<br />

Workshop “Il corto siamo noi”<br />

Workshop di montaggio e regia che permetterà a 25 giovani talenti di realizzare<br />

un cortometraggio con la supervisione di due docenti d’eccezione: Silvio Soldini e<br />

Marco Pozzi.<br />

Proiezioni<br />

Le più importanti case di produzione di proiettori mostreranno film in 3D e Blu Ray.<br />

In collaborazione con il Premio David di Donatello proiezione dei cortometraggi<br />

finalisti dell’edizione 2008.<br />

VIEW Conference presenta Italian Mix - una vetrina della produzione video italiana<br />

indipendente.<br />

Special Make Up Effect<br />

Durante le tre giornate i professionisti del trucco cinematografico e televisivo si esibiranno in<br />

dimostrazioni pratiche. A cura di SFX Studios.<br />

Organizzazione Conference Service Srl - via de’ Buttieri 5/a - 40125 Bologna - Italy - tel. +39.051.4298311 - fax +39.051.4298312 - info@cineshow.it<br />

Mostra<br />

Esposizione di costumi di scena realizzata<br />

in collaborazione con la sartoria Annamode.<br />

Arena Movie<br />

Presentazione di libri, idee e soluzioni per il settore audiovisivo.<br />

Programma in costante aggiornamento su www.cineshow.it


www.chanel.com La Linea di CHANEL - Numero con addebito ripartito 840.000.210 (0,08 € al minuto)


ivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

Nuova serie - Anno 78 N. 11 - novembre 2008<br />

In copertina Anne Hathaway<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Dario Edoardo Viganò<br />

CAPOREDATTORE<br />

Marina Sanna<br />

REDAZIONE<br />

Gianluca Arnone, Federico Pontiggia, Valerio Sammarco<br />

CONTATTI<br />

redazione@entespettacolo.org<br />

PROGETTO GRAFICO<br />

P.R.C. - Roma<br />

ART DIRECTOR<br />

Alessandro Palmieri<br />

HANNO COLLABORATO<br />

Diletta Allievi, Gianluigi Ceccarelli, Pietro Coccia, Ermanno<br />

Comuzio, Silvio Danese, Massimo Favia, Bruno Fornara,<br />

Antonio Fucito, Jean-Pierre Hippo, Giuseppe Leonardo,<br />

Massimo Monteleone, Franco Montini, Morando Morandini,<br />

Carlos Muguiro, Peppino Ortoleva, Anna Maria Pasetti, Tristan<br />

Priimägi, Giorgia Priolo, Roberto Semprebene, Marco Spagnoli,<br />

Luca Stabile, Giada Tofani, Davide Turrini, Paolo Zelati<br />

REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE DI ROMA<br />

N. 380 del 25 luglio 1986<br />

Iscrizione al R.O.C. n. 15183 del 21/05/2007<br />

STAMPA<br />

Società Tipografica Romana S.r.l. - Via Carpi 19 - 00040 Pomezia (RM)<br />

Finita di stampare il 31 ottobre 2008<br />

MARKETING E ADVERTISING<br />

Eureka! S.r.l. - Via L. Soderini, 47 - 20146 Milano<br />

Tel./Fax: 02-45497366 - Cell. 335-5428.710<br />

e-mail: info@eurekaidea.it<br />

DISTRIBUTORE ESCLUSIVO<br />

ME.PE. MILANO<br />

ABBONAMENTI<br />

ABBONAMENTO PER L’ITALIA (10 numeri) 30,00 euro<br />

ABBONAMENTO PER L’ESTERO (10 numeri) 110 euro<br />

SERVIZIO CORTESIA<br />

Direct Channel S.r.l. - Milano - Tel. 02.252007.200 Fax 02-252007.333<br />

abbonamenti@directchannel.it<br />

PROPRIETA’ ED EDITORE<br />

PRESIDENTE<br />

Dario Edoardo Viganò<br />

DIRETTORE<br />

Antonio Urrata<br />

UFFICIO STAMPA<br />

ufficiostampa@entespettacolo.org<br />

COMUNICAZIONE E SVILUPPO<br />

Franco Conta<br />

comunicazione@entespettacolo.org<br />

COORDINAMENTO SEGRETERIA<br />

Livia Fiorentino<br />

info@entespettacolo.org<br />

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE<br />

Via G. Palombini, 6 - 00165 Roma - Tel. 06.66.37.455 - Fax 06-66.37.321<br />

amministrazione@entespettacolo.org<br />

Associato all’USPI<br />

Unione Stampa - Periodica Italiana<br />

Iniziativa realizzata con il contributo della Direzione Generale<br />

Cinema - Ministero per i Beni e le Attività Culturali<br />

Sipario su Roma<br />

Va a Resolution 819 di Giacomo Battiato,<br />

drammatico resoconto degli orrori di<br />

Srebrenica in Bosnia, il Marc’Aurelio d’Oro<br />

assegnato dal pubblico della terza edizione<br />

del Festival di Roma.<br />

Viceversa, la giuria dei critici - Edoardo<br />

Bruno, Michel Ciment, Tahar Ben Jelloun,<br />

Emanuel Levy e Roman Gutek - ha assegnato<br />

il Marc’Aurelio d’Oro per il miglior film a<br />

Opium War di Siddiq Barmak, sul traffico di<br />

stupefacenti in Afghanistan, quello d’Argento<br />

all’interprete femminile a Donatella<br />

Finocchiaro per Galantuomini di Edoardo<br />

Winspeare, mentre Bohdan Stupka si<br />

aggiudica il riconoscimento maschile per With<br />

a Warm Heart di Krzysztof Zanussi. Menzioni<br />

speciali per A corte do Norte di João Botelho<br />

e per Aide toi, le ciel t’aidera<br />

di François Dupeyron, mentre<br />

i Premi di Alice nella città, 8-<br />

12 anni e 13-17 anni, vanno a<br />

Magique! di Philippe Muyl e<br />

Summer di Kenneth Glenaan.<br />

Verdetti a parte, il bilancio di<br />

questa edizione non può<br />

prescindere da alcune<br />

osservazioni: la sezione<br />

competitiva ha presentato pochi titoli<br />

“all’altezza”, quali Il passato è una terra<br />

straniera di Daniele Vicari e – soprattutto –<br />

Easy Virtue dell’australiano Stephen Elliott, già<br />

regista-culto di Priscilla, la regina del deserto,<br />

“macchiandosi”, viceversa, di molte inclusioni<br />

Resolution 819 vince il<br />

Festival capitolino, che<br />

archivia la terza edizione<br />

tra luci e ombre<br />

punti di vista<br />

ingiustificabili – su<br />

tutte, Parlami di me di<br />

Brando De Sica - e<br />

qualche esclusione<br />

“incomprensibile” -<br />

Si può fare di Giulio<br />

Manfredonia con<br />

Claudio Bisio e i “picchiatelli” liberati dalla<br />

legge Basaglia - e registrando pure defezioni<br />

eccellenti: da Keira Knightley, protagonista de<br />

La Duchessa, alla Isabelle Huppert di Un<br />

barrage contre le Pacifique. Ma a latitare più<br />

drammaticamente è l’identità della<br />

manifestazione, ancora tutta da trovare,<br />

sospesa com’è tra vetrina e competizione,<br />

arte e red carpet.<br />

Per la qualità, meglio rivolgersi alle sezioni<br />

“minori” del Festival: l’Occhio<br />

sul mondo dedicato al Brasile,<br />

con il doc Santiago di João<br />

Moreira Salles e O Pai O,<br />

musical carnascialesco<br />

ambientato a Bahia; la “piccola”<br />

Alice nella città, con il premiato<br />

Summer e The Tree of Ghibet di<br />

Nevina Satta e Amedeo<br />

D’Adamo, primo progetto della<br />

Scuola di Cinema Itinerante che<br />

ritrae i ragazzi di strada di Douala, Camerun;<br />

l’Altro Cinema, che ha fatto incontrare il<br />

pubblico con David Cronenberg, Mortensen,<br />

Michael Cimino e il francese Olivier Assayas,<br />

a Roma con L’heure d’eté, ottima commedia<br />

bergmaniana formato famiglia.<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

5


11<br />

novembre sommarion. 2008<br />

PERSONAGGI<br />

40 Daniel Craig: missione Bond<br />

ÈtempodiQuantum of Solace,<br />

seconda avventura per l’agente<br />

segreto del nuovo millennio<br />

SERVIZI<br />

20 Torino for President<br />

Il Festival “ospita” George Bush: in<br />

anteprima italiana l’atteso W. di Oliver<br />

Stone, mentre è in arrivo il Frost/Nixon<br />

di Ron Howard<br />

44 Avanti Popoli<br />

Firenze si tinge di Vero, Falso e Doc: reale e<br />

immaginario a confronto, per rispecchiarsi<br />

nella Storia. Guardando a Est<br />

26 COVER<br />

Galantuomini sul tappeto<br />

Anne dei miracoli<br />

Dolce e rassicurante per la Disney,<br />

la Hathaway cambia faccia per Jonathan<br />

Demme<br />

FILM DEL MESE<br />

52 Changeling<br />

56 Rachel Getting Married<br />

57 Frontière(s)<br />

57 Tropic Thunder<br />

58 Si può fare<br />

60 Mario il mago<br />

60 Il passato è una terra<br />

straniera<br />

60 Never Back Down<br />

61 Nessuna verità<br />

62 Control<br />

64 The Burning Plain<br />

66 Palermo Shooting<br />

67 High School Musical 3:<br />

Senior Year<br />

67 Giù al Nord<br />

68 Qualcuno con cui<br />

correre<br />

68 Awake - Anestesia<br />

cosciente<br />

69 The Orphanage<br />

Angelina Jolie<br />

madre coraggio in<br />

Changeling di Clint<br />

Eastwood<br />

31 ARRIVEDERCI ROMA<br />

della capitale<br />

Da Al Pacino a Cimino, passando<br />

per Cronenberg e Mortensen:<br />

Festival in giacca e cravatta


sommario<br />

Jean-Paul Belmondo<br />

tra i protagonisti del<br />

26° Torino<br />

Film Festival<br />

10<br />

Morandini in pillole<br />

Chi l’ha visto? Il Miracolo<br />

a Sant’Anna di Spike Lee,<br />

tanto per sentito dire<br />

12<br />

Circolazione<br />

extracorporea<br />

Lo strano caso di $E11<br />

OU7!: dalla Malesia a<br />

Facebook, scavalcando<br />

YouTube<br />

14<br />

Glamorous<br />

News e tendenze: Meg<br />

Ryan non è più una diva,<br />

Demi Moore non è più<br />

una magra. La “terra<br />

trema” per Clooney<br />

16<br />

Colpo d’occhio<br />

Li chiamavano vampiri: da<br />

Nosferatu a Dracula il terrore<br />

si trasforma in beltà.<br />

Effetto Twilight<br />

18<br />

Hollywood Ending<br />

Fughe a zic e Zac e vitelli<br />

all’anagrafe: Efron e Shia<br />

LaBeouf emergenti di nome.<br />

E di fatto<br />

72<br />

Dvd & Satellite<br />

Infinito 007 e fantascienza in<br />

HD. A New York con Sex and<br />

the City e l’Europa 51 di Rossellini<br />

78<br />

Borsa del cinema<br />

Titoli rischiosi e innovativi al<br />

bando: le nuove strategie delle<br />

distribuzioni di qualità<br />

80<br />

Libri<br />

Immagini da sfogliare e<br />

America da rileggere. Con<br />

Woody Allen e il cinema USA<br />

dopo l’11 settembre<br />

82<br />

Colonne sonore<br />

Il silenzio di Wall·E, le Women<br />

di Isham e Teardo per Vicari.<br />

Su tutti la tessitura di Rachel<br />

Getting Married


pensieri e parole<br />

di Morando Morandini<br />

Anche i vecchi<br />

partigiani non<br />

vanno in sala,<br />

e sparlano dei<br />

film che li<br />

riguardano<br />

prima di averli<br />

visti<br />

Se ci<br />

limitassimo a<br />

dire che<br />

Gomorra è<br />

un’opera<br />

realista, che fa<br />

parte di un<br />

cinema della<br />

realtà?<br />

rivista del cinematografo<br />

10 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

Quello che gli altri non dicono: riflessioni a posteriori di un critico DOC<br />

MORANDINI in pillole<br />

Prima di vederlo<br />

Anche i vecchi partigiani non vanno al cinema, e sparlano dei<br />

film che li riguardano prima di averli visti. Perché tanta fretta?<br />

Didala Gherarducci, segretaria dell’Anpi di Viareggio, ha scritto<br />

una lettera a Spike Lee, regista di Miracolo a Sant’Anna, incui<br />

dice: “Mi sono risolta a scriverle perché quello che leggo sui<br />

giornali…”, prosegue: “… pare che nel film si avvalori …”. Infine,<br />

dopo aver dichiarato di non averlo visto, conclude: “Perciò non ho<br />

protestato ufficialmente, lo vedrò domani a Viareggio”. Perché,<br />

signora, non ha aspettato? 24 ore passano presto, almeno 60<br />

anni dopo. Scrivo queste righe dopo aver visto il film e prima che<br />

sia stato distribuito in pubblico. E’ facile prevedere che susciterà<br />

discussioni e polemiche.<br />

Ho previsto persino<br />

come sarà<br />

(mal)trattato da molti<br />

dei miei colleghi critici<br />

perché, al di là di ogni<br />

giudizio di valore, è un<br />

film scomodo specialmente<br />

per i critici giornalisti<br />

“born in USA”.<br />

Spike Lee, razzista nero<br />

Su Liberazione del 1° ottobre Cosimo Rossi, marxista rozzo e<br />

stalinista di ghisa, ritorna su Miracolo a Sant’Anna con questo<br />

fatidico incipit di un articolo, intitolato a piena pagina “Un miracolo?<br />

Solo retorica da zio Tom/Spike Lee non ha capito nulla”:<br />

“Bianco o nero, giallo o rosso, un razzista è sempre un razzista.<br />

Edotto o all’insaputa, celebre o ignorante, un indifferente.<br />

Niente più”. Poche righe dopo, però, continua: “Pare che<br />

Miracolo a Sant’Anna non sia un gran che e tanto meno c’è l’obbligo<br />

di vederla”. (Un refuso, spero). Un altro che vocifera su<br />

qualcosa che non ha visto. E Liberazione vorrebbe essere un<br />

giornale di sinistra.<br />

Chiudere i conti<br />

Altro titolo a piena pagina di Repubblica del 6 ottobre:<br />

“Scorsese: Gomorra chiude i conti col neorealismo”.<br />

Nell’articolo di Silvia Bizio si cita Martin Scorsese: “Sette anni<br />

fa ho fatto un documentario sul cinema italiano, e Bertolucci<br />

consigliò i giovani registi italiani di tagliare il cordone ombelicale<br />

del neorealismo”. Più avanti: “Sono convinto che Gomorra di<br />

Garrone faccia un passo importante in quella direzione perché<br />

aiuta a ridefinire quella voce, quella nazione in un mondo che è<br />

entrato nel XXI secolo”. Righe dopo si dà la parola all’attore<br />

Steve Buscemi: “Un film realizzato in modo magistrale, brutale,<br />

onesto e molto commovente. Mi sorprende che Martin non lo<br />

consideri un film neorealista”. Se ci limitassimo a dire che<br />

Gomorra è un film realista, che fa parte di un cinema della<br />

realtà?<br />

FINE PEN(N)A MAI<br />

VISIONI FORZATE E INDULTI<br />

CRITICI<br />

Il Miracolo di Sant’Anna? Il film più<br />

discusso della stagione è flop al botteghino:<br />

un milione di euro in tre settimane.<br />

Altro che partigiani sì e partigiani<br />

no, all’armi siam qualunquisti!<br />

#### Vedi Barcelona, e poi muori:<br />

Woody a pezzi tra le ramblas. Con le<br />

atone Vicky e Cristina e la voce over<br />

più fastidiosa del 2008: Anything<br />

Else? #### L’uomo che ama apre il<br />

Festival di Roma, ora serve trovare<br />

l’uomo-oladonna-cheamail<br />

Festival di Roma: casting aperti.<br />

#### Pitt: Odissea nello spazio.<br />

L’attore porta Ulisse tra le stelle,<br />

Omero tifa per Hal 9000... #### Le<br />

Br al cinema non fanno più notizia:<br />

urge inversione.<br />

ALMOST (IN)FAMOUS: DALLE<br />

STALLE ALLE STARLETTE<br />

Soderbergh va in bianco? Macché, in<br />

Grey. Il regista Oscar preferisce le<br />

mezze tinte, a patto che le luci siano<br />

rosse: la pornostar Sasha Grey è la<br />

protagonista del suo The Girlfriend<br />

Experience. Son passati 20 anni, ma è<br />

sempre Sesso, bugie e videotape…<br />

STOP Gian Luigi Rondi? “Un po’ come<br />

questa città, antica ma con uno spirito<br />

giovane” (Il sindaco di Roma Gianni<br />

Alemanno a The Hollywood Reporter)<br />

STOP Vladimir Luxuria: “Il crollo del<br />

Muro di Berlino? Nel 1985”.<br />

Rifondazione comunista…<br />

Federico Pontiggia


OGNI<br />

DETTAGLIO<br />

CONTA<br />

In una frazione di secondo puoi vincere o perdere.<br />

Puoi raggiungere un traguardo oppure no. Puoi vedere<br />

un dettaglio oppure no. Panasonic Viera. Immagini<br />

perfette in ogni dettaglio. Perché ogni dettaglio conta.<br />

TUTTO CONTA.<br />

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Disponibile su Serie 8/80/85/800<br />

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a cura di Peppino Ortoleva<br />

rivista del cinematografo<br />

12 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

FACEBOOK E IL CINEMA<br />

INDIPENDENTE<br />

Fruizioni multiple nell’era della riproducibilità<br />

CONTATTO E AGGREGAZIONE<br />

Una scena del malese $E11<br />

0U7! - Sell Out! Sotto la main<br />

page di Facebook<br />

Non solo YouTube: la circolazione di titoli ancora in<br />

fase di lancio dà vita a “comunità di supporto”,<br />

servendosi di altre forme di social networking<br />

$E11 0U7! - Sell Out!, è un divertente film malese in forma di musical, efficace<br />

satira sul cinema, sulla realtà e sul reality presentato alla SIC di Venezia 2008.<br />

Tutto questo basterebbe (sbagliando) a dimenticarlo nelle sacche del mercato,<br />

sostituito da pellicole lanciate con enfasi e budget ben<br />

maggiori. Se non fosse che proprio questo film, dai<br />

caratteri del culto, riesce a usare efficacemente l’ultimo<br />

social network “alla moda”, Facebook, e una delle<br />

sue funzioni, i gruppi.<br />

Il gruppo di Sell Out!, fondato dal regista Yeo Joon Han,<br />

non si limita alle informazioni di base sull’opera ma<br />

offre molto di più. La Bacheca è lo spazio dove ogni<br />

utente può lasciare una traccia: si susseguono testimonianze<br />

di visione e appelli perché il film venga distribuito,<br />

cui il regista e altri membri della crew rispondono<br />

con puntualità; vengono indicati e commentati i festival<br />

a cui Sell Out! partecipa, le date e gli orari degli screening<br />

in giro per il mondo; i problemi di comprensione di<br />

un ambiente multilingue sono risolti da altri utenti che<br />

traducono i vari messaggi. Una sezione Foto raccoglie<br />

gli scatti presi sul set e le testimonianze delle spedizioni<br />

di attori e regista alle rassegne cinematografiche.<br />

Tra gli Elementi pubblicati si possono trovare link a<br />

molte recensioni sparse per la rete, qui raccolte, organizzate<br />

e talvolta tradotte. Peccato che (al momento) manchino i Video, opportunità<br />

essenziale di promozione e “ricordo” per un prodotto audiovisivo.<br />

Spazi analoghi su Facebook stanno pian piano nascendo per tutti i film più importanti.<br />

Ciò che qui interessa è che non si tratta di un movimento “dal basso”, ma di<br />

un’azione che vede impegnati e coinvolti gli addetti<br />

ai lavori. Il film indipendente rinnova anche così il<br />

suo patto con il pubblico, distinguendosi dal blockbuster<br />

lanciato in pompa magna.<br />

Insomma, il gruppo su Facebook è altro dall’ormai<br />

consueto sito promozionale. Si può pensare a un<br />

aggregatore di informazioni (sul film) e di persone<br />

(interessate a esso): da un lato, tante fonti che si<br />

possono trovare sparse in rete sono semplificate e<br />

inserite in un’architettura tematica (chiusa); dall’altro,<br />

tante opportunità di coinvolgimento (debole)<br />

verso il film trovano un nuovo spazio e nuove<br />

circolazione extracorporea<br />

Idealmente e<br />

fisicamente, il film<br />

diventa tassello di<br />

un’identità<br />

costruita per sé e<br />

per gli altri<br />

modalità di espressione. Senza dimenticare che nel social network l’iscrizione al<br />

gruppo – e il conseguente inserimento nella lista dei Membri – è indicata sul profilo<br />

personale dell’utente: così, non solo idealmente ma anche “fisicamente”, sulla<br />

pagina, il film va a costituire un piccolo, piccolissimo tassello dell’identità che pian<br />

piano ciascuno costruisce per sé e per gli altri. Luca Barra


glamorous glammorouss<br />

rivista del cinematografo<br />

14 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

Ultimissime dal pianeta cinema: news e tendenze<br />

a cura di<br />

Gianluca Arnone


PAROLE SANTE<br />

Mentre la Waterloo<br />

economica travolgeva tutto, i<br />

precari crescevano, i politici<br />

si grattavano isterici, e i<br />

banchieri non avevano più<br />

nulla nemmeno per grattarsi,<br />

Meg Ryan parlò: “Perché<br />

dannarsi per i soldi? Da<br />

quando non sono più una diva<br />

da 15 milioni di dollari a film,<br />

sono molto felice”. Madre<br />

Teresa di Hollywood getta in<br />

faccia alla crisi<br />

un’imperturbabile serenità,<br />

dispensa consigli, mostra la<br />

via. Non ci resta che seguirla.<br />

Sperando di guadagnare<br />

anche noi meno di 15 milioni.<br />

U-TURN<br />

Aveva venduto le foto dei suoi gemelli per 6<br />

milioni di dollari, incassando la riprovazione delle<br />

benpensanti e l’invidia dei loro pargoli. Ora<br />

mamma Jennifer si è pentita: “Mi rincresce<br />

davvero tanto”. Che la Lopez torni sui suoi passi<br />

può sorprendere. Il denaro rimasto lì dov’era,<br />

meno.<br />

LA TERRA TREMA<br />

L’annus horribilis di Clooney non è<br />

ancora finito. Dopo l’incidente in moto,<br />

le pene d’amore, la gaffe su Heston e lo<br />

scettro di “più sexy del pianeta” ceduto<br />

a Depp, per poco non gli mancava la<br />

terra sotto ai piedi. Un terremoto ha<br />

colpito Puerto Rico, dove stava girando.<br />

Anche stavolta però ne è uscito<br />

incolume. E col sorriso. Ora Good night<br />

and Good Luck, George.<br />

LA DONNA CANNONE<br />

Dopo la rivincita delle bionde, quella delle tonde.<br />

Dopo aver imbarcato 10 chili in pochi mesi, Demi<br />

Moore si è messa alla testa di una<br />

controrivoluzione che sfida anoressiche, fitness<br />

e guru della liposuzione a colpi di pasta frolla,<br />

relax e bilance scassate. I maligni ironizzano, i<br />

paparazzi si buttano sui centimetri di ciccia, lei<br />

risponde per bocca dell’aitante e giovanissimo<br />

marito, Ashton Kutcher. Con un inciso: obese di<br />

tutto il mondo unitevi, grasso è bello.<br />

LA PROMESSA<br />

Si sono rincorsi, presi, lasciati, non si sa<br />

quante volte. Lei: attrice da copertina, forme<br />

e scandali non le mancavano. Lui: il cantante<br />

fricchettone amato dalle donne, amante<br />

delle donne. Una scappatella di qua, due<br />

corna di là, nulla di fatto. Ma alla fine Jessica<br />

Biel e Justin Timberlake ce l’hanno fatta.<br />

Saliranno sull’altare mano nella mano,<br />

incatenati a una promessa sussurrata a<br />

Roma. Città eterna, il resto si vedrà.<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

15


colpo d’occhio<br />

Mordimi sul collo<br />

Volto da teenager<br />

e canini da vampiro:<br />

ecco Twilight. Per<br />

tutti il nuovo Harry<br />

Potter: horror<br />

ALL’INIZIO FU DEFORME,<br />

un parìa. Poi vennero i canini<br />

e il fascino del seduttore.<br />

Plasmato a immagine e<br />

somiglianza dei suoi<br />

demiurghi, è stato buffo,<br />

romantico e decadente.<br />

Dracula non tramonta mai. Ha<br />

l’età del cinema e ora - con<br />

Twilight – quella<br />

dell’adolescenza: vampiri<br />

teenager secondo i desiderata<br />

del mercato. “Per sostituire<br />

Harry Potter”, dicono. Intanto<br />

uscirà al suo posto, con le<br />

stesse credenziali: successo<br />

letterario, autrice scaltra,<br />

fanatici, book-crossing e siti<br />

civetta. E’ di nuovo il pubblico<br />

a creare il film, per beccarsi la<br />

sua parte: un mondo più<br />

decifrabile, un’amore<br />

travolgente, e il<br />

soprannaturale per scappare<br />

dall’orrore quotidiano.<br />

Prenderlo per la gola non è<br />

mai stato così facile. Che<br />

l’incantesimo (di Potter?)<br />

continui…<br />

rivista del cinematografo<br />

16 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

Robert Pattinson è il<br />

giovane vampiro<br />

protagonista di Twilight. In<br />

basso alcune scene del film<br />

A SINISTRA. Il primo vampiro nella storia<br />

del cinema: il deforme Nosferatu di Murnau.<br />

ACCANTO. La parodia di Polanski Per favore<br />

non mordermi sul collo e il Dracula di<br />

Coppola<br />

SOPRA. Decadenza<br />

di un mito: Intervista<br />

col vampiro di Neil<br />

Jordan


FOTO PIETRO COCCIA<br />

Hollywood<br />

Ending<br />

I SOLITI IGNOTI<br />

“La mia è una vita alla James Bond”,<br />

parola di Zac Efron, l’ultima star della<br />

Mtv generation. Pare che Zac utilizzi<br />

le tecniche di 007 per depistare fan e<br />

persecutori (corre a zic zac?). E se<br />

fosse più Foster Kane, megalomane<br />

com’è? O un novello Howard Hughes,<br />

rimbambito da troppe manie di persecuzione?<br />

Dubitiamo. Il sospetto è che<br />

sia solo Zac Efron. Zac chi?<br />

rivista del cinematografo<br />

18 fondazione ente dello spettacolo ottobre 2008<br />

VITA PRIVILEGIATA<br />

Protagonista di Albakiara e attore emergente, Davide<br />

Rossi sostiene di non essere mai stato facilitato dal<br />

padre Vasco. Comprensibile. Chi passerebbe per un<br />

raccomandato? Non ce ne voglia dunque se non gli<br />

crediamo. Dovremmo passare noi per idioti?<br />

GUIDA PER RICONOSCERE IL SUO NOME<br />

Non ci dormivamo la notte. In un’intervista a un<br />

magazine americano Shia LaBeouf ha rivelato il<br />

mistero del nome. Shia è di origine ebraica e significa<br />

Dono di Dio. LaBeouf in francese vuol dire vitello.<br />

Il vitello d’oro?<br />

FESTIVAL DEL MESE<br />

Torino su Polanski e Melville,<br />

Firenze guarda al Baltico e Pupi<br />

Avati va ad Assisi<br />

1<br />

TORINO FILM FESTIVAL<br />

XXVI edizione del festival<br />

competitivo internazionale che<br />

promuove talenti e<br />

cinematografie emergenti. I<br />

concorsi sono 4 (uno per i<br />

lungometraggi; Italiana.Corti e<br />

Italiana.Doc; Spazio Torino).<br />

Retrospettive (Polanski, Melville,<br />

la “British Renaissance”),<br />

omaggi e panoramiche.<br />

FESTIVAL INTERNATIONAL<br />

DU FILM D’AMIENS<br />

XXVIII edizione del festival<br />

dedicato alle differenze e<br />

identità etnico-culturali,<br />

attraverso il cinema poco noto di<br />

tutto il mondo (lungometraggi,<br />

corti e documentari, in<br />

concorso). Previsti omaggi e<br />

retrospettive.<br />

Località Amiens, Francia<br />

Periodo 7-16 novembre<br />

tel. (0033-3) 22713570<br />

Sito web<br />

www.filmfestamiens.org<br />

E-mail<br />

contact@filmfestamiens.org<br />

Resp. Jean-Pierre Garcia<br />

FESTIVAL INTERNAZIONALE<br />

DEL CINEMA DI SALERNO<br />

LXII edizione della storica<br />

manifestazione dove concorrono:<br />

lungometraggi a soggetto, fiction<br />

televisive, cortometraggi, cartoni<br />

Località Torino, Italia<br />

animati, audiovisivi industriali,<br />

Periodo 21-29 novembre<br />

turistici, didattici, scientifici e<br />

tel. (011) 8138811<br />

sportivi. La sezione “Riflessione”<br />

Sito web www.torinofilmfest.org intende recuperare i film che<br />

E-mail: info@torinofilmfest.org hanno avuto una distribuzione<br />

Resp. Nanni Moretti<br />

limitata.<br />

Località Salerno, Italia<br />

FESTIVAL DEI POPOLI<br />

Periodo 10-15 novembre<br />

2 XLIX edizione della più<br />

tel. (089) 231953<br />

importante rassegna italiana sul<br />

Sito web<br />

documentario (a carattere<br />

www.festivaldelcinema.it<br />

sociale, antropologico, storico,<br />

E-mail info@festivaldelcinema.it<br />

politico, artistico). Prevede un<br />

Resp. Mario De Cesare<br />

Concorso per opere internazionali<br />

e italiane, più un altro per opere<br />

SATURNO INTERNATIONAL<br />

7<br />

sperimentali di docu-fiction.<br />

FILM FESTIVAL<br />

Località Firenze, Italia<br />

IV edizione della rassegna, il cui<br />

Periodo 14-21 novembre<br />

concorso è dedicato a pellicole -<br />

tel. (055) 244778<br />

ancora inedite in Italia - di<br />

Sito web www.festivaldeipopoli.org<br />

cinema storico e sul rapporto<br />

E-mail<br />

fra Cinema e Storia. Il tema<br />

festivaldeipopoli@festivaldeipopol<br />

della retrospettiva è l’Ambiente<br />

i.191.it<br />

e in particolare l’Acqua (film,<br />

Resp. Luciano Barisone<br />

documentari, libri e un<br />

convegno). Al presidente della<br />

manifestazione, Giuliano<br />

TOKYO FILMEX<br />

Montaldo, è dedicata la serata<br />

3 IX edizione della rassegna d’apertura con IdemonidiSan<br />

nipponica, a carattere<br />

Pietroburgo.<br />

competitivo, dedicata ai<br />

lungometraggi a soggetto e alle<br />

pellicole asiatiche.<br />

Località Tokyo, Giappone<br />

Periodo 22-30 novembre<br />

tel. (0081-3) 35606393<br />

Sito web www.filmex.net<br />

E-mail info@filmex.net<br />

Resp. Hayashi Kanako<br />

4<br />

PRIMO PIANO SULL’AUTORE Località Alatri-Anagni<br />

XXVII edizione della<br />

(Frosinone), Italia<br />

manifestazione sui protagonisti Periodo 3-8 novembre<br />

del cinema italiano, dedicata tel. (06) 58331842 (riferimento a<br />

stavolta all’ospite Pupi Avati. Roma)<br />

Previsti una retrospettiva, due Sito web<br />

giorni di studio e un convegno sul www.saturnofilmfestival.com<br />

regista. Si assegnano anche i E-mail<br />

premi “Domenico Meccoli info@saturnofilmfestival.com<br />

Scriveredicinema” per i migliori Resp. Ernesto G.Laura<br />

giornalisti e critici.<br />

MEDFILM FESTIVAL<br />

8 XIV edizione del festival<br />

internazionale competitivo<br />

dedicato ai diritti umani e al<br />

cinema mediterraneo, europeo<br />

e mediorientale (40 paesi).<br />

Ospiti d’Onore della<br />

manifestazione sono la Turchia<br />

e la Germania.<br />

Località Roma, Italia<br />

Località Assisi (Perugia), Italia Periodo 7-16 novembre<br />

Periodo 17-22 novembre<br />

tel. (06) 85354814<br />

tel. (075) 812450<br />

Sito web<br />

Sito web www.assisi.umbria2000.it www.medfilmfestival.org<br />

E-mail info@iat.assisi.pg.it E-mail info@medfilmfestival.org<br />

Resp. Franco Mariotti<br />

Resp. Ginella Vocca<br />

5<br />

6<br />

di Massimo Monteleone


Nixon<br />

Potere al<br />

rivista del cinematografo<br />

20 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008


e Bush<br />

cinema<br />

In due film miserie<br />

(molte) e grandezze (poche)<br />

della leadership più potente<br />

del mondo. In anteprima a<br />

Torino il W. di Stone<br />

di Marina Sanna<br />

OLIVER STONE è avvezzo ai leader mondiali (i<br />

documentari Comandante su Castro, Persona non<br />

grata su Arafat) e ai presidenti americani. Ha<br />

incominciato nel ’91 con Kennedy per proseguire<br />

con Nixon (Gli intrighi del potere)echiusola<br />

trilogia con George jr, in anteprima italiana al<br />

festival di Torino (bel colpo per il secondo mandato<br />

di Nanni Moretti). Più curiosa la notizia che Ron<br />

Howard, regista di tutt’altra pasta, abbia girato un<br />

film su Nixon, in uscita a dicembre nelle sale Usa e<br />

a febbraio da noi. Stone tira in ballo l’ex presidente<br />

paragonandolo a Bush: “A differenza di Nixon,<br />

George W. non prova vergogna, non sa cosa sia il<br />

senso di colpa”. Il nesso tra i due è nell’uso<br />

massiccio dei servizi segreti (Nixon fece spiare<br />

persino i suoi collaboratori)? O nella mancanza o<br />

meno di consapevolezza? E ancora: è possibile<br />

ravvisare un fil rouge nella politica estera di<br />

entrambi? Con l’aiuto dello statista Henry Kissinger,<br />

Nixon passò dalla dottrina Truman, cosiddetta (da<br />

Eisenhower) di contenimento (aiuti economici e<br />

soccorsi militari per sostenere i Paesi con regimi<br />

totalitari a diventare indipendenti, nel caso specifico<br />

Grecia e Turchia del ’47) a una strategia di intervento<br />

militare qualora gli interessi Usa fossero stati in<br />

gioco. Da qui le ingerenze negli affari interni di<br />

numerosi Paesi, come ad esempio l’America Latina,<br />

e l’aggressione alla Cambogia, i bombardamenti nel<br />

nord del Vietnam…. Bush è storia recente e<br />

presente, i fatti sono sotto gli occhi di tutti, anche se<br />

la reinterpretazione del concetto di legittima difesa,<br />

sancito dallo statuto delle Nazioni Unite, appartiene<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

altre storie (americane)<br />

21


altre storie (americane)<br />

a una brillante intuizione di George<br />

senior e alla prima guerra del Golfo.<br />

DRAMMI PUBBLICI E PRIVATI<br />

Di Nixon abbiamo saputo tutta (?) la verità,<br />

di Bush è molto probabile che non la<br />

conosceremo mai a fondo. Perché<br />

dovremmo? Nel film di Howard, Nixon<br />

dice a un certo punto: “Un atto commesso<br />

dal presidente è sempre lecito”, tutto qui.<br />

Mentre Stone raccontava l’uomo e il<br />

politico fino alle dimissioni del ’74,<br />

Howard si concentra sullo scandalo. Sul<br />

faccia a faccia con il conduttore televisivo<br />

David Frost (interpretato da Michael<br />

Sheen, il Tony Blair di The Queen),<br />

diventato famoso quando Nixon<br />

(bravissimo Frank Langella) confessa in<br />

diretta il suo coinvolgimento nel<br />

Watergate. Howard, che firma uno dei<br />

suoi lavori migliori, con un bel cast (c’è<br />

anche Kevin Bacon) e una regia<br />

essenziale e rigorosa, per Frost/Nixon si è<br />

ispirato alla pièce teatrale di Peter<br />

Morgan, che a sua volta ha analizzato con<br />

accuratezza materiali e background. Era<br />

l’estate del ’77 e le interviste di Frost<br />

furono uno dei più grandi successi della<br />

storia della tv americana: oltre 45 milioni<br />

di spettatori rimasero incollati allo<br />

schermo per assistere al programma che<br />

andò in onda in 4 serate. Il loro confronto,<br />

che avrebbe cambiato per sempre l’uso<br />

della tv nel giornalismo e nella politica,<br />

rivista del cinematografo<br />

22 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

rappresentò un ulteriore smacco per l’ex<br />

presidente, sconfitto nel ’60 da Kennedy<br />

con un vantaggio risicato, determinato dal<br />

duello televisivo precedente le elezioni.<br />

Ma se Nixon ammise (involontariamente) i<br />

suoi peccati, Bush, ci ricorda Stone, a<br />

domanda ha risposto: “Beh, ogni tanto<br />

Mentre Stone raccontava Nixon pubblico<br />

e privato, Howard si concentra sullo<br />

scandalo Watergate<br />

Josh Brolin è il<br />

presidente Bush di<br />

Stone. Sotto Frank<br />

Langella in Frost/Nixon<br />

uso le parole in modo sbagliato”.<br />

VERITA’ IN PRESA DIRETTA<br />

Che rilevanza può avere un film su Bush<br />

nel momento in cui il mandato è alla fine e<br />

non sarà più rieletto? Per non<br />

dimenticare, spiega Stone, perché i danni<br />

collaterali dureranno a lungo. Al popolo<br />

Usa Barack Obama ha detto: “Bush ha<br />

scavato una fossa profonda da cui sarà<br />

difficile uscire”, commentando il<br />

provvedimento salvabanche, così radicale<br />

che per ravvisare qualcosa di simile<br />

bisogna tornare alla Grande Depressione<br />

del ‘32. Intanto Paul Krugman elenca (la<br />

Repubblica 15 ottobre 2008) altri pericoli,<br />

quelli che correrà Obama se dovesse<br />

vincere le elezioni, in sintesi: una<br />

significativa percentuale degli americani,<br />

che ha forti influenza politiche ed<br />

economiche, non considera legittimo un<br />

governo in mano ai liberal e non starà a<br />

guardare. W Bush di Stone allora, ritratto<br />

di un personaggio “comico” (straordinaria<br />

la somiglianza di Josh Brolin con il<br />

presidente) che ha cambiato il mondo,<br />

fallito prima dei 40 e diventato uomo di<br />

successo al di là di ogni (sua) più rosea<br />

aspettativa. Il vero nesso ce lo svela il<br />

cinema: mentre la televisione stringe su<br />

Langella/Nixon il pensiero corre all’altro<br />

presidente, immortalato nel documentario<br />

di Michael Moore, Fahrenheit 9/11, con la<br />

stessa, identica, espressione attonita e<br />

tremante. La verità in presa diretta. ✪


Torino<br />

volta<br />

faccia<br />

Sharon Tate per Polanski,<br />

Belmondo per Melville e il<br />

British Day-Lewis: idee e<br />

volti nell’album di famiglia<br />

del 26° TFF<br />

di Federico Pontiggia<br />

UN APOLIDE, “il più americano dei<br />

(registi) francesi” e i sudditi di Sua<br />

Maestà britannica: non è una<br />

barzelletta, ma il 26° Torino Film<br />

Festival, che dedica tre retrospettive a<br />

Roman Polanski, Jean-Pierre Melville<br />

e la British Renaissance. Il fil rouge?<br />

A meno di voli cine-pindarici,<br />

nessuno, tranne la grandezza: il<br />

gangster dalla faccia d’angelo<br />

Melville, scomparso nel ’73; Polanski,<br />

un uomo per tutte le nouvelle vagues,<br />

traumatizzato e traumatizzante, e il<br />

decennio (1980-1990) in cui il Regno<br />

Unito ritorna tale sullo schermo, con<br />

Jordan, Greenaway, Davies e –<br />

recuperati dall’esilio tv – Frears e<br />

Leigh.<br />

Un tris eterogeneo e affascinante, tre<br />

idee di cinema con tre volti: Sharon<br />

Tate per Polanski, Jean-Paul<br />

Belmondo per Melville e, uno per – e<br />

Sharon Tate, uno dei<br />

volti della rassegna<br />

dedicata a Polanski<br />

su – tutti, il Daniel Day-Lewis<br />

di My Beautiful Laundrette di<br />

Frears.<br />

Polanski nell’ombra di Tate<br />

“Astoundingly photogenic,<br />

infinitely curvaceous, Sharon Tate<br />

is one of the most smashing young<br />

things to hit Hollywood in a long<br />

time”: era il ‘66, e l’attrice, reduce da<br />

Eye of the Devil, faceva gridare al<br />

miracolo. Sappiamo come è andata a<br />

finire - all’ottavo mese di gravidanza,<br />

l’8 agosto 1969, Tate fu massacrata<br />

dagli accoliti di Manson – e quanto,<br />

non come, la sua cruenta scomparsa<br />

abbia “violentato” la vita e il cinema<br />

del marito, Roman Polanski. Sullo<br />

schermo, la loro unione ha lasciato<br />

Per favore… non mordermi sul collo!<br />

(1967), e innumerevoli rimpianti: se<br />

con Il pianista Polanski ha voluto<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

23


torino in mostra<br />

esplicitamente ritornare sul suo dolore<br />

originale, del lutto Tate l’unica<br />

elaborazione (artistica) possibile passa<br />

dalla visione d’insieme, con un<br />

inquietante prodromo: Repulsion (1965).<br />

BELMONDO, IL SICARIO DI MELVILLE<br />

La prima volta si sono incontrati chez<br />

Godard, trovando un affiatamento (fino)<br />

all’ultimo respiro: era il ‘60, l’anno dopo<br />

il loro sodalizio partorisce il<br />

bressoniano Leon Morin prete.Idue<br />

rivista del cinematografo<br />

24 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

sono Melville e Belmondo, la mente e il<br />

volto – tra quelli di Ventura, Delon e<br />

Reggiani – di una rigorosa<br />

spettacolarizzazione, sospesa tra<br />

gangster-movie e noir, lontana dal<br />

pauperismo dei giovani turchi e insieme<br />

vicina alla loro sobrietà fenomenologica:<br />

Belmondo si presterà anche a Lo spione<br />

(1962), per regalarci, l’anno seguente, il<br />

simenoniano Lo Sciacallo, in cui duetta<br />

con Vanel sul filo dell’omosessualità. A<br />

Torino, tutti i 13 film di Melville,<br />

accompagnati da un volume con<br />

interventi di Carlotto, De Cataldo e Fois.<br />

DAY-LEWIS NELLA CENTRIFUGA DI<br />

FREARS<br />

Al centro di My Beautiful Laundrette di<br />

Stephen Frears (1985, da Hanif<br />

Kureishi), una lavanderia a gettoni,<br />

Roman Polanski<br />

giovanissimo, sotto da<br />

sinistra: Catherine<br />

Deneuve in Repulsion,<br />

Daniel Day-Lewis e<br />

Jean-Paul Belmondo<br />

emblema dell’Inghilterra thatcheriana.<br />

Al seguito di una famiglia di pakistani a<br />

Londra, per il teppistello Johnny di<br />

Daniel Day-Lewis è tempo di amore:<br />

omosessuale, per il socio Omar. Ruolo<br />

scomodo, prova super dell’attore<br />

inglese, che 4 anni dopo vince un Oscar<br />

con Il mio piede sinistro di Sheridan,<br />

bissato quest’anno con Il petroliere:<br />

“Quando ho incominciato, mi dicevano<br />

di accettare qualsiasi parte pur di<br />

lavorare, eppure non l’ho mai fatto. E<br />

sono felicissimo di questa scelta”. C’è<br />

da credergli, se il British Renaissance<br />

riguarda in primis i registi, forse solo in<br />

quell’humus arrabbiato e fervido il suo<br />

genio interpretativo avrebbe potuto<br />

attecchire: di certo, dalla lavanderia di<br />

Frears è uscito un attore che più bravo<br />

non si può. ✪


Combattimenti adrenalinici, furiosi scontri a fuoco e precise eliminazioni silenziose<br />

Azione in prima persona e combattimento in terza sfruttando le coperture<br />

Gioca online fino a 12 partecipanti nelle modalità multiplayer


COVER<br />

La nuova<br />

Hathaway<br />

L’ex principessa delle favole Disney è diventata la<br />

protagonista perfetta del docudramma di Jonathan Demme,<br />

Rachel Getting Married. Tra cinema e vita vissuta<br />

di Marina Sanna<br />

rivista del cinematografo<br />

26 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008


ANNE DEI MIRACOLI<br />

Figlia di Gerald<br />

Hathaway, avvocato,<br />

e dell’attrice teatrale<br />

Kate McCauley.<br />

Debutta a 17 anni (è<br />

nata il 12 novembre<br />

1982) nella serie<br />

televisiva Get Real,<br />

ma il primo ruolo<br />

importante è nel<br />

2001 con Pretty<br />

Princess. Seguono<br />

Principe azzurro<br />

cercasi ed Ella<br />

Enchanted - Il magico<br />

mondo di Ella.Nel<br />

2005 la svolta: I<br />

segreti di Brokeback<br />

Mountain el’anno<br />

dopo Il diavolo veste<br />

Prada accanto a<br />

Meryl Streep. Balla e<br />

canta molto bene, si è<br />

esibita in due<br />

concerti alla<br />

Carnegie Hall e fa<br />

parte della High<br />

School Honoris<br />

Corus. Il regista<br />

Garry Marshall l’ha<br />

definita come un mix<br />

di Judy Garland, Julia<br />

Roberts ed Audrey<br />

Hepburn. I rumors<br />

danno per certa la<br />

nomination all’Oscar<br />

per il film di Demme.<br />

27


COVER<br />

SPRIZZAVA TANTA GIOIA e vitalità che,<br />

sul red carpet dei Golden Globes, in<br />

mezzo a una moltitudine di celebrities,<br />

l’aveva notata persino Jonathan Demme.<br />

Il ricordo di quella bellezza singolare, un<br />

misto di Julia Roberts e Biancaneve, gli<br />

era rimasto a lungo in mente.<br />

Americana di New York, ma non di<br />

Manhattan, come ripete in<br />

continuazione: “Sono una ragazza<br />

semplice, di periferia, vengo dal New<br />

Jersey”, Anne Hathaway, rinominata dai<br />

media la nuova Audrey, per il viso un po’<br />

spigoloso, parla italiano fluidamente.<br />

Il suo ex fidanzato (di Foggia, di cui era<br />

orgogliosissima) viveva tra Roma e New<br />

York, e lei andava spesso a trovarlo.<br />

Tutto era incominciato come in una<br />

favola, simile a quelle da lei interpretate<br />

(Pretty Princess, Principe Azzurro<br />

cercasi…Il magico mondo di Ella…):<br />

“Eravamo in un ristorante – ci aveva<br />

detto -. I nostri occhi si sono incrociati e<br />

ci siamo innamorati”. Sembrava<br />

destinata a un futuro di commedia rosa<br />

acceso, Il diavolo veste Prada e<br />

recentemente l’Agente Smart con Steve<br />

rivista del cinematografo<br />

28 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

“Avevo in mente Anne da tempo.<br />

Le ho mandato lo script e lei ha scelto<br />

di essere Kim”<br />

Carell confermavano che il trend le si<br />

addiceva alla perfezione, finché qualcosa<br />

è cambiato e Demme non si è ricordato<br />

di lei. “Finito The Manchurian Candidate<br />

avevo deciso di cambiare strada –<br />

racconta il regista di tanti bei film e<br />

documentari -. Troppa fatica per<br />

realizzare progetti che il più delle volte<br />

sono abbandonati alla sorte dai<br />

distributori. Amo il cinema, il<br />

documentario però ti dà libertà di<br />

movimento, di pensiero e ogni tanto<br />

riesci anche a lasciare una traccia nello<br />

spettatore. Poi, un giorno Sydney Lumet<br />

mi ha portato lo script della figlia Janet<br />

e ho riprovato il desiderio di dirigere gli<br />

attori. Io e Declan (Quinn, direttore della<br />

fotografia, ndr.) abbiamo pensato<br />

Rosemarie DeWitt e Anne<br />

Hathaway. Sotto la<br />

Hathaway con il regista<br />

Jonathan Demme


potesse essere un esperimento<br />

interessante: il più bel filmino casalingo<br />

mai realizzato. Avevo in mente Anne<br />

Hathaway, da quando l’avevo vista quella<br />

volta. Le ho mandato la sceneggiatura di<br />

Janet lasciandole la scelta del<br />

personaggio che le piaceva di più”. Nel<br />

mentre erano successe tante cose: la<br />

magica love story di Anne finita<br />

tragicamente, con ampio risalto su i<br />

giornali di tutto il mondo. Si è scoperto<br />

che i milioni di dollari del suo Raffaelo<br />

provenivano da chissà dove, i diari<br />

d’amore requisiti dall’FBI, a malincuore<br />

Anne ha dovuto lasciarlo al suo destino<br />

di truffatore e ancora non si sa cos’altro,<br />

ed è diventata la protagonista perfetta di<br />

Rachel Getting Married.(vedirecensione<br />

pag. 56) La Kim appunto che Demme<br />

cercava. La sorella e figlia sbagliata, che<br />

fa avanti e indietro da istituti di<br />

riabilitazione, ex drogata, psicotica, con<br />

un trauma che le piega le spalle e<br />

distorce la mente. Prova di attrice<br />

intensa, i critici la davano vincente la<br />

Coppa Volpi al festival di Venezia. Un<br />

contrasto forte con la performance di<br />

due anni fa, quando griffata dalla testa ai<br />

piedi, con una gonna che lasciava<br />

scoperte le lunghissime gambe, aveva<br />

sfilato con Meryl Streep per Il diavolo<br />

veste Prada sulla passerella della<br />

Mostra e ammaliato la stampa con<br />

sorrisi e dichiarazione estatiche. A<br />

settembre la deliziosa ragazza del New<br />

Jersey non esisteva più, al suo posto<br />

c’era una donna con un paio di<br />

pantaloncini stropicciati, scarpe basse,<br />

sguardo opaco. Avvertenza: vietato farle<br />

domande personali. ✪<br />

Rehab per due<br />

La Hathaway sulle orme della Winehouse: in musica<br />

“They tried to make me go to rehab<br />

but I said ‘no, no, no’ / Yes I’ve been<br />

black but when I come back you’ll<br />

know know know”. E’ l’attacco di<br />

Rehab, il singolo autobiografico di<br />

Amy Winehouse, dall’album Back to<br />

Black. Lei a disintossicarsi non ci<br />

vuole andare, mentre Anne Hathaway<br />

– singolare omonimia con il<br />

musicista soul Donnie Hathaway<br />

citato in Rehab – torna in famiglia<br />

dopo un lungo e forzato recupero. Ma<br />

che cosa sono le occhiaie, il pallore e<br />

l’incandescenza verbale – e fisica –<br />

della Kym di casa Demme, se non un<br />

esplicito lascito della “Ugliness” di<br />

Amy, necessaria per distaccarsi dal<br />

passato disneyano? (F.P.)<br />

novembre 2008<br />

La famiglia<br />

allargata di Rachel<br />

Getting Married<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

29


MEDUSA FILM<br />

PRESENTA<br />

PRIMO PREMIO GIFFONI FILM FESTIVAL 2008<br />

DAL ROMANZO DI DAVID GROSSMAN<br />

UN FILM DI ODED DAVIDOFF<br />

Mordevo ogni mano che mi voleva accarezzare.<br />

UN’ESCLUSIVA<br />

DAL 21 NOVEMBRE<br />

AL CINEMA www.medusa.it


SI RINGRAZIA L’ISFCI-ISTITUTO DI FOTOGRAFIA E COMUNICAZIONE INTEGRATA<br />

Il Festival?<br />

Siamo noi<br />

Pacino, Cronenberg, Mortensen, Assayas e Cimino: le stelle<br />

(al maschile) e i Galantuomini che hanno fatto grande Roma<br />

FOTO DI PIETRO COCCIA, GIUSEPPE LEONARDO E GIADA TOFANI<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo


capitale in smoking<br />

Al Pacino con Andy<br />

Garcia ne Il Padrino -<br />

Parte III di Francis Ford<br />

Coppola<br />

rivista del cinematografo<br />

32 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

Una carriera da<br />

Marc’Aurelio<br />

Dall’Actor’s Studio al tappeto capitolino: Pacino apre da condottiero<br />

CAMBIANO I PRESIDENTI, si<br />

modificano i nomi. Quello che resta, al<br />

terzo anno della kermesse romana,<br />

sono gli incontri organizzati dalla<br />

sezione L’Altro Cinema (già Extra) in<br />

collaborazione con l’Actor’s Studio di<br />

New York: dopo De Niro e “le ragazze<br />

degli anni ‘70” (Jane Fonda, Shirley<br />

Knight, Cloris Leachman) è la volta di<br />

Al Pacino, premiato con il<br />

Marc’Aurelio alla Carriera (scultura<br />

realizzata da Sinisca), primo grande<br />

ospite del Festival che mai, come in<br />

questa edizione, ha puntato i riflettori<br />

su stelle declinate al maschile. E che,<br />

ancora una volta, ha indagato nel<br />

mistero più profondo della<br />

recitazione: “Tony Montana in<br />

Scarface dice che il miglior attore è il<br />

miglior bugiardo. Nel linguaggio<br />

corrente, non a caso, il termine<br />

recitare è usato con una connotazione<br />

negativa: stai recitando, smettila di<br />

recitare... In realtà, nella vita<br />

recitiamo e nell’arte cerchiamo la<br />

verità”, dice Al Pacino, che poi ricorda<br />

alcune fra le cose più belle del suo<br />

mestiere – “la bevuta che ti fai quando<br />

hai finito…” – e continua a preferire il<br />

palcoscenico alla dura vita del set: “Ho<br />

iniziato con il teatro e quella rimane la<br />

mia famiglia. Del cinema non amo i<br />

tempi, alle volte è troppo faticoso,<br />

anche 14 ore al giorno di lavoro. Per<br />

uno come me, che ama anche la vita al<br />

di fuori del mestiere, i ritmi del teatro<br />

sono più congeniali”. Ma il grande<br />

schermo, pur non prescindendo dal<br />

palcoscenico, è la sua seconda pelle,<br />

com’è vero che dopo lo Shakespeare di<br />

Riccardo III – Un uomo, un re el’Ira<br />

Lewis di Chinese Coffee,laterzaregia<br />

cinematografica di Pacino<br />

(Salomaybe?) prende le mosse dalla<br />

Salomè di Oscar Wilde. E lui sarà di<br />

nuovo re, Erode, ammaliato dalla di lei<br />

bellezza.<br />

VALERIO SAMMARCO


Viggo<br />

vidi vicit<br />

“Nazismo, Bush e Berlusconi: potere senza freni”:<br />

Mortensen Re di Roma<br />

“IL NAZISMO, LA DITTATURE di Brasile e Argentina,<br />

gli otto anni di Bush, e Berlusconi: sono tutte facce<br />

del potere senza freni, che per sopravvivere sfrutta<br />

paura e paranoia del popolo”. Viggo Mortensen non<br />

molla la spada di Aragorn, e si ritrova Re di Roma<br />

con Appaloosa, il convincente western hawksiano di<br />

Ed Harris, e Good di Vicente Amorim, storia – poco<br />

riuscita - di un professore che nella Germania anni<br />

‘30 si ritrova nazista “per caso”. Sia Good che il<br />

prossimo The Road, dal libro di Cormac McCarthy,<br />

suonano per Mortensen da duplice “avvertimento<br />

dell’apocalisse”: per scongiurarla, “ogni cittadino<br />

deve dare ogni giorno significato alla<br />

rappresentatività democratica, cercando di porre<br />

freno alle mire dei governi, che instillano la paura del<br />

diverso per garantirsi l’esistenza. Bisogna guardarsi<br />

intorno, riflettere, sennò uno si ritrova con Berlusconi<br />

e Bush, e a quel punto non si può lamentare...”.<br />

Forse a manifestare con gli attivisti dell’Horus e gli<br />

studenti No Gelmini c’era pure Viggo…<br />

FEDERICO PONTIGGIA<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

33


capitale in smoking<br />

Beppe la<br />

rivelazione<br />

GIUSEPPE FIORELLO cambia faccia. E lo fa sorprendentemente<br />

bene nei Galantuomini di Winspeare. Non era una parte<br />

“comoda” quella di Infantino, per lui che ha interpretato<br />

personaggi di spessore, anche eroici per la televisione. “Devo<br />

molto alla tv - dice -, mi ha fatto crescere e reso popolare”. Per<br />

Infantino, Giuseppe (detto Beppe) si è ispirato alla sua<br />

adolescenza: “In genere faccio sempre così: ricorro al mio<br />

archivio mentale. Per I galantuomini ho attinto a luoghi e<br />

persone del mio passato: un paesino di provincia, in cui oltre a<br />

tanta brava gente c’era più di un disgraziato”. Ora, in attesa del<br />

nuovo film per la tv in cui sarà un giornalista al tempo di<br />

Giolitti, non gli dispiacerebbe provare con la commedia.<br />

Potrebbe essere anche un cinepanettone, chi lo sa?<br />

MARINA SANNA<br />

I galantuo<br />

rivista del cinematografo<br />

34 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

Gifuni al<br />

negativo<br />

Dopo Winspeare, ancora cinema nel futuro di Fiorello jr. L’avversione dell’attore per gli eroi tutti d’un pezzo<br />

NE LA RAGAZZA DEL LAGO era l’omicida. In Signorina Effe<br />

l’ingegnere Fiat sordo al movimento operaio. Nei<br />

Galantuomini il magistrato che rinuncia all’incarico per<br />

vivere la love-story con una “donna d’onore”. Di eroi positivi<br />

Fabrizio Gifuni proprio non ne vuole sentire parlare: “Ma non<br />

sono neppure personaggi negativi, semmai contrastati. -<br />

protesta lui - Non mi piacciono le figure tutte d’un pezzo, le<br />

trovo poco probabili”. Sul giudice del film di Winspeare ha da<br />

dire ancora qualcosa: “Trovo sia un uomo molto coraggioso,<br />

che rischia tutto per inseguire una folle passione”. E sul<br />

rimettersi in discussione anche Fabrizio ne sa qualcosa: “Per<br />

un po’ niente cinema né televisione. Torno al mio primo<br />

amore, il teatro, con le Lettere di Mozart”.<br />

GIANLUCA ARNONE


Le maschere di Edoardo<br />

Sangue vivo e vario: uno, nessuno e centomila Winspeare<br />

ELEGANTE E CON I BAFFI ALL’INGLESE. Potresti scambiarlo<br />

per D’Alema, ma il suo è sangue aristocratico. Di nobile e<br />

“british” ha nome e cognome, ma il retaggio è contadino, i natali<br />

pugliesi. Edoardo Winspeare è un personaggio pirandelliano: ti<br />

sembra in un modo, si rivela nell’altro. Per tutti è ormai “l’uomo<br />

del Salento”, dimenticandone le origini: pugliese, siciliano,<br />

inglese e tedesco, solo quelle che ricordiamo. Lui stesso<br />

ammette: “Più che di radicamento, parlerei di ritrovamento.<br />

Tante radici significa nessuna. Alla fine ho scelto il Salento”.<br />

Una, nessuna e centomila. Pirandello di nuovo. E quando le cose<br />

si scelgono, difficile abbandonarle: “Perché dovrei girare<br />

lontano dalla mia terra? Qui ci sono tutte le storie che potrei<br />

raccontare”. Finora quattro, diverse eppure uguali. D’epoca<br />

come la Pizzicata italoamericana, ataviche se intinte nel Sangue<br />

mini<br />

vivo dei legami familiari, fuori tempo se si parla di un Miracolo,<br />

sospese tra ieri e oggi nei Galantuomini, dove si narra “l’ascesa<br />

di una mafia fasulla e la perdita d’innocenza di uno straordinario<br />

paradiso terrestre”. Stavolta ha utilizzato attori professionisti<br />

contrariamente al modus operandi del passato, ma anche qui ci<br />

corregge: “I miei attori sono sempre stati dei professionisti,<br />

questi erano semplicemente più noti”. Lo sguardo sfiora<br />

l’affresco per raccontare il fenomeno mafioso? Sbagliato: “Sono<br />

partito da una storia d’amore, il resto è contesto. Il mio rimane<br />

un approccio emozionale”. E se a qualcuno venisse la tentazione<br />

d’etichettarlo come regista drammatico, eccolo servito e<br />

smentito: “Sto lavorando a un documentario su una scuola<br />

elementare, ho in progetto un western durante l’unità d’Italia, e<br />

farò senz’altro una commedia”. GIANLUCA ARNONE<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

35


capitale in smoking<br />

Il DNA di<br />

Cronenberg<br />

Arte che muta e si espande<br />

oltre il cinema: Chromosomes<br />

DAVID CRONENBERG è artefice di<br />

una poetica personale ed estrema,<br />

che partendo dalla constatazione<br />

della finitezza umana sonda gli<br />

effetti di una contaminazione con ciò<br />

che circonda l’uomo, e dall’uomo è<br />

stato prodotto. Dal virus di<br />

laboratorio al potere mentale, dalle<br />

automobili come imprevedibile<br />

strumento di piacere al potere<br />

induttivo delle immagini TV, il<br />

Cronenberg regista si condensa in<br />

quei 50 fotogrammi che, stampati<br />

su tela pittorica, compongono la<br />

mostra Chromosomes, al Palazzo<br />

delle Esposizioni di Roma dal 22<br />

ottobre al 16 novembre, ed è<br />

raccontato da Cronenberg in<br />

persona nel corso dell’incontro<br />

all’Auditorium: “Noi esseri umani<br />

siamo solo degli animali: per questo<br />

mi piace ciò che va oltre l’umano, la<br />

trasgressione. Lo mostro senza<br />

suggerirlo, perché non sono mai<br />

riuscito a fotografare l’invisibile”. Un<br />

modus operandi ai limiti del<br />

morboso, ma dalla finalità<br />

antropologica, mai moralistica o<br />

accusatrice: “La tecnologia è<br />

rivista del cinematografo<br />

36 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008


estensione del corpo umano.<br />

Qualcuno sostiene che questo<br />

provochi una disumanizzazione,<br />

ma non è così: non esiste una<br />

tecnologia che non sia umana”.<br />

L’arte stessa di Cronenberg muta e<br />

si espande oltre il cinema:<br />

Chromosomes è di poco posteriore<br />

all’allestimento teatrale dell’unico<br />

vero film di cassetta del regista,<br />

The Fly (“Esperienza complessa e<br />

faticosa, con tre autori: librettista,<br />

compositore e il regista, ovvero<br />

me, e un vero artefice: il<br />

compositore”) e un romanzo, il<br />

primo del regista (“Ho scritto 60<br />

pagine, non sarà un horror né uno<br />

sci-fi”). E in attesa che l’orrore si<br />

palesi in una nuova, imprevedibile<br />

forma, la dichiarazione finale - “Il<br />

cinema mi ha salvato dalla<br />

violenza che ora rappresento: per<br />

me, è soprattutto speranza” - è<br />

fedele atto d’amore alla settima<br />

arte e monito a gestire le<br />

metamorfosi di cui noi stessi<br />

siamo causa, riconoscendole sullo<br />

schermo.<br />

GIANLUIGI CECCARELLI<br />

Cimino balla<br />

con noi<br />

“Porterò al Festival il mio nuovo<br />

film”, la promessa di Michael<br />

“NON FACCIO FILM, ma non perché<br />

non ci abbia provato: ho scritto tante<br />

sceneggiature in questi anni, ma mi<br />

hanno impedito di portarle sullo<br />

schermo. C’è chi fa un film ogni anno,<br />

io ogni dieci, ed è orribile: è come non<br />

poter cantare. Ma ho appena finito un<br />

nuovo script, e forse è la volta buona:<br />

credo gireremo presto, e vi porterò il<br />

film a Roma”.<br />

Tra j’accuse e speranza, è Michael<br />

Cimino, a Roma con una compilationomaggio<br />

delle sue scene di ballo<br />

preferite: dai suoi I cancelli del cielo e<br />

Il cacciatore a Lo sceicco bianco, Orfeo<br />

negro, Il Gattopardo, La caduta degli<br />

dei e, soprattutto, Carmen Story di<br />

Saura. Esilissimo, occhiali scuri e<br />

un’inquietante somiglianza con<br />

Michael Jackson, Cimino ha<br />

conquistato la platea: “Avrei voluto fare<br />

il coreografo, perché devi pensare in<br />

termini spaziali: analogamente, da<br />

regista voglio abbattere lo schermo per<br />

afferrarvi gli occhi e gettarvi dentro la<br />

storia”. Ironia in chiusura: “Avete<br />

invitato il Michael sbagliato, dovevate<br />

chiamare Phelps: io sono un rottame”.<br />

FEDERICO PONTIGGIA<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

37


capitale in smoking<br />

E’ l’ora di Assayas<br />

“Vado alla ricerca della verginità perduta delle immagini”: Olivier poetico<br />

“OGGI VIVIAMO IN UN MONDO SEPPELLITO DALLE IMMAGINI,<br />

che ormai ne raccontano solo delle altre. Viceversa, io vado alla<br />

ricerca della verginità perduta della settima arte, quando non<br />

c’erano modelli cinematografici a cui rifarsi, e la potenza di ogni<br />

immagine era davvero reale”. Poetica dichiarazione del registaculto<br />

francese Olivier Assayas, numi tutelari Bresson e<br />

Bergman e una fiction sul terrorista Carlos in cantiere, che ha<br />

ripercorso a Roma la sua carriera, tra L’eau froide e Irma Vep,<br />

fino all’ultimo capitolo: L’heure d’eté. Dopo il trittico<br />

“globalizzato” di Demonlover, Clean e Boarding Gate, Assayas<br />

torna francese per regalarci uno dei suoi film migliori, nutrito<br />

della lezione bergmaniana, e di una freschezza formale - non<br />

per lui - sorprendente. L’heure d’eté è quella di Adrienne<br />

(Juliette Binoche), designer di successo a New York, Frédéric<br />

(Charles Berling), economista e professore a Parigi, e Jérémie<br />

(Jérémie Renier), uomo d’affari in Cina, riuniti dalla morte della<br />

madre: dovranno decidere che fare della casa di famiglia, e<br />

rivista del cinematografo<br />

38 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

della collezione d’arte dello zio... Ben interpretato, sorretto da<br />

una sceneggiatura impeccabile, che non concede nulla al<br />

pathos e molto all’emozione secca, L’heure d’eté si fa dramma<br />

da camera, anzi da casa, per ricreare, tra le quattro mura<br />

domestiche, le tensioni e contraddizioni della società francese<br />

ed europea contemporanea: peso della tradizione, rischio della<br />

museificazione, senso della memoria, vecchie e nuove<br />

generazioni, tutto viene accostato e indagato in potente<br />

equilibrio tra volontà di realismo e tensione stilistica, mai<br />

calligrafica. Se per la poetica il riferimento è franco-scandinavo,<br />

la forma visiva odora di Wong e Tsai, con esiti felicissimi: i tanti<br />

registi italiani formato famiglia (ci) farebbero bene a vederselo...<br />

PS: Non credete Assayas, ex critico dei Cahiers, cinefilo con i<br />

paraocchi: “Per molti è serie B, ma io non sono d’accordo:<br />

l’horror ha una fisicità fortissima ed emozioni molto corporee,<br />

che appartengono al cinema fin dagli esordi”.<br />

FEDERICO PONTIGGIA


FESTIVAL DI CANNES 2008<br />

SELEZIONE UFFICIALE<br />

HANWAY FILMS presenta una produzione NEUE ROAD MOVIES in coproduzione con P.O.R SICILIA REGIONE SICILIANA AAPIT PROVINCIA REGIONALE DI PALERMO ARTE FRANCE CINÉMA ZDF/ARTE in associazione con PICTORION PICTURES RECTANGLE REVERSE ANGLE<br />

e DEUTSCHER FILMFÖRDEFOUNFS GERMAN FEDERAL FILM BOARD FILMSTIFTUNG NORDRHEIN-WESTFALEN MEDIENBOARD BERLIN-BRANDENBURG MEDIA PROGRAMM un film di WIM WENDERS “PALERMO SHOOTING” con CAMPINO GIOVANNA MEZZOGIORNO e DENNIS HOPPER<br />

supervisore musiche MILENA FESSMAN & BECKMANN colonna sonora originale di IRMIN SCHMIDT montaggio PETER PRZYGODDA OLI WEISS costumi SABINA MAGLIA scenografia SEBASTIAN SOUKUP direttore della fotografia FRANZ LUSTIG<br />

line producers MARCO MEHLITZ GIANFRANCO BARBAGALLO produttori esecutivi JEREMY THOMAS PETER SCHWARTZKOPFF prodotto da GIAN-PIERO RINGEL scritto e diretto e prodotto da WIM WENDERS<br />

DAL 21 NOVEMBRE AL CINEMA<br />

www.bimfilm.com<br />

Azienda Autonoma Provinciale<br />

per l’Incremento Turistico<br />

Provincia<br />

Regionale<br />

di Palermo


personaggi<br />

Il nuovo Bond è tutto nel<br />

“corpo” dell’attore britannico. Ruvido<br />

e ambiguo, incarna l’eroe moderno<br />

di Gianluca Arnone<br />

007<br />

operazione<br />

Craig<br />

IDETRATTORIaffermano che senza<br />

Bond Daniel Craig non avrebbe goduto di<br />

altrettanta fama, emergendo dalla<br />

nebbia dell’anonimato. Gli estimatori, al<br />

contrario, sostengono che se non fosse<br />

stato per lui la ritrovata passione per la<br />

spia di sua maestà sarebbe stata una<br />

chimera. Che la verità sia nel mezzo?<br />

Facciamo un passo indietro. Prima di<br />

Casino Royale (e in attesa di Quantum of<br />

Solace) l’attore britannico era stato un<br />

caratterista dal carisma inespresso: un<br />

timido apprendistato in teatro,<br />

un’incursione nel piccolo schermo - Le<br />

avventure del giovane Indiana Jones –e<br />

il battesimo al cinema nella Forza del<br />

singolo (1992), drammone sull’apartheid<br />

con Morgan Freeman a far la parte del<br />

leone e lui quella del sergente bastardo e<br />

rivista del cinematografo<br />

40 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

Il protagonista con<br />

Olga Kurylenko in<br />

Quantum of Solace<br />

Per molti “lo<br />

spione” gli ha<br />

salvato la carriera.<br />

E se fosse il<br />

contrario?<br />

razzista. Non era il massimo, ma gli anni<br />

a seguire sarebbero stati anche peggio.<br />

Craig vivacchia tra tv e pessimo cinema,<br />

vede pochi soldi e divorzia dalla moglie,<br />

l’attrice Fiona Loudon. Nel frattempo i<br />

suoi vecchi compagni della “Guidhall<br />

School of Music and Drama”, Ewan<br />

McGregor e Joseph Fiennes, assaporano<br />

il successo: il primo con il generazionale<br />

Trainspotting, il secondo mettendosi a<br />

disposizione di Bertolucci in Io ballo da<br />

sola. Proprio con Fiennes, Daniel si<br />

ritrova alla corte di Cate Blanchett nel<br />

kolossal Elizabeth. E’ il 1998, il vento<br />

inizia a girare.<br />

Dopo un’onesta comparsata in Love is<br />

The Devil, Craig sbarca a Hollywood<br />

lavorando in Tomb Raider (dove incrocia<br />

la Jolie) ed Era mio padre (al fianco di<br />

Tom Hanks), dà scandalo in The Mother e<br />

ottiene il ruolo da protagonista in The<br />

Pusher e spazio in Munich di Spielberg.<br />

Gli strateghi di Bond a questo punto si


novembre 2008<br />

QUANTUM OF<br />

SOLACE<br />

James Bond non ci<br />

sta. Tradito<br />

dall’amata Vesper<br />

Lynd, si aggira<br />

come un cane<br />

rabbioso per<br />

Austria, Italia e Sud<br />

America<br />

mendicando<br />

vendetta. Sul suo<br />

cammino<br />

incontrerà<br />

l’affascinante<br />

Camille (Olga<br />

Kurylenko),<br />

l’agente Fields<br />

(Gemma Arterton)<br />

eilmisterioso<br />

Dominic Greene<br />

(Mathieu Almaric),<br />

uno spietato uomo<br />

d’affari. Foto,<br />

aneddoti,<br />

backstage e mille<br />

curiosità sul nuovo<br />

Quantum of Solace<br />

e gli altri 21 film di<br />

007 nell’albo a<br />

colori Mito Bond,<br />

curato da Andrea<br />

Carlo Cappi ed<br />

Edward Coffrini<br />

Dell’Orto per<br />

Alacrán Edizioni.<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

41


personaggi<br />

accorgono di lui e – scartando<br />

pretendenti come Clive Owen e Colin<br />

Farrell - gli offrono l’occasione di una<br />

vita, provocando lo sconcerto dei puristi.<br />

Sappiamo tutti com’è andata. Casino<br />

Royale vince la scommessa di rifondare<br />

l’aneddotica dell’agente 007<br />

agganciandola al mutato esprit du<br />

temps: cupa, violenta e cinica la<br />

ventunesima avventura di James Bond<br />

coglie l’ansia e il disincanto di un<br />

pubblico che ha conosciuto la guerra al<br />

terrore, le bugie del potere e la psicosi<br />

degli attentati. Sarebbe stato risibile in<br />

un panorama così riproporre il solito<br />

armamentario tecnologico, il<br />

manicheismo e l’antica galanteria dei<br />

vari Connery, Moore e Brosnan.<br />

Ma a liquidare il vecchio Bond ci aveva<br />

già pensato Jason Bourne, la spia<br />

smemorata portata al cinema da Matt<br />

Damon. Personaggio chiave della nuova<br />

spy-era, Bourne presta a Bond la sua<br />

amnesia, ovvero l’ambivalenza verso un<br />

passato che ora bisogna gettarsi alle<br />

spalle (la necessità di attualizzare la<br />

saga), ora illuminare per scoprire sotto i<br />

modi da playboy e lo humor al vetriolo, le<br />

rivista del cinematografo<br />

42 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

mani imbrattate di sangue dell’agente<br />

con licenza di uccidere.<br />

“Quello della spia è uno sporco<br />

mestiere”, ha detto Craig. Verissimo. E<br />

per un mestiere così, era difficile<br />

immaginare una maschera più<br />

appropriata. Il primo 007 biondo della<br />

storia è un modello di ambiguità che<br />

ricorda il fascino di certi demoni<br />

dostoevskiani, eleganti ma ruvidi, belli e<br />

ributtanti, intriganti e sinistri. E’ inutile<br />

chiedersi allora se abbia giovato più<br />

Bond a Craig o viceversa. L’uno non è<br />

pensabile senza l’altro. Il nuovo Bond è<br />

già tutto nel corpo dell’attore Craig:<br />

attraente e scostante. Una simbiosi che<br />

intercetta del pubblico l’odierna identità<br />

spezzata tra la diffidenza e il desiderio di<br />

eroi. Il bisogno di una meta e la<br />

mancanza di un bussola. Una questione<br />

che non è solo cinematografica, ma<br />

politica (la fiducia nel potere) e sociale<br />

(la relazione con l’altro). Nell’indecisione,<br />

forse irresolubile, se l’uomo che<br />

dobbiamo temere è lo stesso che ci potrà<br />

salvare. ✪<br />

Intrigante e sinistro, il fascino di<br />

Craig ricorda quello di certi demoni<br />

dostoevskiani<br />

Una scena del film.<br />

Sopra 007 in azione. Al<br />

centro Gemma Arterton e<br />

Olga Kurylenko


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DAL21NOVEMBREALCINEMA


vero, falso, doc<br />

44<br />

POPOLI<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

FUTURO<br />

novembre 2008<br />

DEL


“METTERE IN DISCUSSIONE LE FORME<br />

ATTUALI, E PROGETTARE LE NUOVE”: LA<br />

MISSIONE DOC DEL NEODIRETTORE<br />

BARISONE. A FIRENZE, TRA ANTEPRIME,<br />

OMAGGI E “I VOLTI DEL POTERE”<br />

di Federico Pontiggia<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

45


vero, falso, doc<br />

“OGGI CHE IL DOCUMENTARIO èin<br />

grande auge occorre soprattutto<br />

mettere in discussione le forme<br />

cinematografiche che lo veicolano. E<br />

non pensare solo al cinema che esiste,<br />

ma progettare anche quello del futuro”.<br />

E’ il biglietto da visita di Luciano<br />

Barisone, neodirettore del Festival dei<br />

Popoli di Firenze, che, giunto alla<br />

49esima edizione, continua a indagare<br />

il cinema documentario alla ricerca di<br />

volti, paesi e immagini di tutto il mondo.<br />

24 i film in competizione, tra cui - in<br />

prima italiana - La vie moderne di<br />

Raymond Depardon, carrellata<br />

antropologica sui contadini del sud<br />

della Francia, e Sleep Furiously di<br />

Gideon Koppel, tallonamento di un<br />

bibliotecario della campagna gallese,<br />

con la scomparsa delle tradizioni nel<br />

fuoricampo interno. In chiusura del<br />

festival, in programma dal 14 al 21<br />

novembre, la sorpresa dell’ultima<br />

Mostra di Venezia (Orizzonti DOC): Z32<br />

di Avi Mograbi, confessione-choc di un<br />

soldato israeliano di fronte alla<br />

macchina da presa.<br />

Accanto alla Diagonale baltica – gli<br />

ultimi 50 anni Doc di Estonia, Lettonia e<br />

Lituania – e la retrospettiva di Claire<br />

Simon, il Festival dei Popoli offre pure,<br />

nella sezione “Stile Libero”, anteprime<br />

italiane in lizza per il Premio del<br />

pubblico e quello - fondamentale - per<br />

la distribuzione: tra questi, Must Read<br />

after My Death di Morgan Dews, psicodocumentario<br />

formato famiglia. Spazio,<br />

poi, a riflessione e meta-riflessione<br />

sullo stato dell’arte documentaria con<br />

la tavola rotonda “L’eredità di Nanook”,<br />

ispirata dalla definizione di John<br />

Grierson su Nanook l’eschimese di<br />

Flaherty (1922): “Definire un film come<br />

documentario è una descrizione<br />

maldestra, ma essa continua a imporsi.<br />

(...) E nello stesso tempo ingloberà altri<br />

generi, differenti nella forma e nelle<br />

finalità”. Quanto mai preveggente, e<br />

quanto mai ideale per le intenzioni<br />

“futuristiche” del Festival, coniugate<br />

anche nel focus “I volti del potere”: dai<br />

personaggi storici ai movimenti politici,<br />

dalle idee al denaro, attraverso i Panni<br />

sporchi di Giuseppe Bertolucci (1980) e<br />

La Vie est à nous di Jean Renoir (1936),<br />

passando per Images d’Orient -<br />

Tourisme vandale di Yervant Gianikian e<br />

Angela Ricci-Lucchi (2001) e Les<br />

Anneaux du serpent di Christophe<br />

Cognet (2007). Potere al documentario!<br />

rivista del cinematografo<br />

46 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

Claire Simon, corsa all’umano<br />

“Il documentario è come un film di<br />

finzione improvvisato”. Parola della<br />

regista francese Claire Simon, a cui il<br />

Festival dei Popoli (14-21 novembre,<br />

Firenze) e Filmmaker/doc (19-23<br />

novembre, Milano) dedicano la prima<br />

retrospettiva completa realizzata nel<br />

nostro Paese. Supportato dalla<br />

monografia Claire Simon – La realtà<br />

diventa storia curata da Carlo<br />

Chatrian e Daniela Persico, l’omaggio<br />

illumina un’autrice, nata a Londra nel<br />

’55 e cresciuta in Provenza, dalla fede<br />

profonda, quella nel potere


La libertà in doppia retrospettiva, elogio di un’autrice appassionata<br />

demiurgico e liberatorio<br />

dell’audiovisivo: “Girare un<br />

documentario è credere nella<br />

rivelazione del cinema, la rivelazione<br />

più semplice e più radicale: che il<br />

presente si trasformi in presenza, che<br />

un’azione diventi una storia, che un<br />

uomo diventi un eroe, che un posto<br />

diventi un luogo”. Dichiarazione<br />

d’intenti che lo schermo nutre e<br />

corrobora: dai bambini “prestati” ai<br />

giochi di potere degli adulti<br />

(Récréation) agli adolescenti di<br />

amorosi sensi (Ça brûle), fino al focus<br />

novembre 2008<br />

Les bureaux<br />

de Dieu di<br />

Claire Simon<br />

femminile e femminista sulla<br />

maternità di Sinon oui, quella di Claire<br />

Simon è una corsa appassionata e<br />

sudata nelle ragioni ultime della<br />

nostra umanità.<br />

Con un compagno stra-ordinario: il<br />

Cinema. F.P.<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

47


vero, falso, doc<br />

FIRENZE SI AFFACCIA SUL BALTICO.<br />

La geografia è cinematografica, la<br />

prospettiva quella del Festival dei<br />

Popoli che alla produzione di Lettonia,<br />

Lituania ed Estonia, dedica un’ampia<br />

panoramica, la “Diagonale Baltica“.<br />

Partendo dalla scuola del<br />

documentario poetico di Riga, la<br />

kermesse fiorentina lascia affiorare le<br />

linee invisibili che uniscono tradizione -<br />

l’esperienza dei cinegiornali, modelli di<br />

un minimalismo narrativo e formale - e<br />

innovazione - dalle germinali<br />

esperienze di Brauns e Verba ai<br />

capolavori moderni di Diana e<br />

Kornelijus Matuzevicius - per seguirne<br />

le fughe in avanti e le ricadute fuori<br />

confine: la ciclicità del tempo nell’opera<br />

dei registi lituani, l’insolito e il<br />

quotidiano in quella dei cineasti estoni.<br />

“Connessioni” che rivelano - ben oltre<br />

la prossimità, la Storia condivisa e i<br />

temi trattati - come sia la ricerca di una<br />

rivista del cinematografo<br />

48 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

MEMORIE<br />

DAL BALTICO<br />

DA RIGA A TALLIN, IL DOCUMENTARIO INQUADRA IL PRESENTE<br />

PER SCOPRIRE LA STORIA<br />

La Lettonia farà<br />

da battistrada<br />

nella ricerca di<br />

un’estetica in bilico<br />

tra realismo<br />

e finzione<br />

“poetica del documentario” il vero<br />

valore di scambio. La Lettonia, ovvero<br />

Riga, farà da battistrada di questa<br />

esperienza. White Bells di Ivars<br />

Kraulitis è il primo film lettone (1961).<br />

Con il regista lavorano altri due grandi<br />

nomi del movimento, Uldis Braun (alla<br />

macchina da presa) e Herz Frank (alla<br />

sceneggiatura). E’ la storia di un doppio<br />

inseguimento: quello di una bambina<br />

nel suo girovagare curioso tra la folla in<br />

movimento; e quello di una città in<br />

fermento, Riga, vibrante dei ritmi della<br />

nuova industrializzazione, dei cantieri<br />

aperti, degli scenari pronti a mutare. In<br />

nuce gli elementi che caratterizzeranno<br />

le produzioni successive: l’eloquenza<br />

del bianco e nero, l’impiego narrativo<br />

del suono, la coesistenza dei contrari<br />

che fa esplodere di continuo ordine e<br />

disordine, ritmo e sospensione,<br />

momento ed eternità. Un naturalismo<br />

che si appoggia alla cronaca per<br />

giungere all’universalità, “come se<br />

nelle cose narrate potesse convivere il<br />

tempo del presente e quello<br />

dell’infinito, come se il presente<br />

risuonasse sempre di passato e futuro”


Ten Minutes Older<br />

di Herz Frank. Sotto<br />

una scena di<br />

Kuldiga’s Frescos<br />

DUE DOMANDE A:<br />

Arunas Matelis:<br />

innamorarsi di<br />

cinema<br />

L’osservazione della realtà è al centro<br />

del tuo cinema. Fino a che punto?<br />

I film non sono semplicemente un<br />

lavoro per me. È il mio modo di<br />

comprendere il mondo. Aprendomi di<br />

fronte ai film io ne divento parte e<br />

questo atteggiamento è il modo<br />

migliore per conoscerli e per<br />

conoscere me stesso. I film ti<br />

permettono di svelare qualsiasi storia<br />

in maniera molto delicata – variarla e<br />

improvvisarla, chiudere una frase e<br />

lasciarla aperta. Fare film ti dà la<br />

possibilità di vivere allo stesso tempo<br />

sia la vita del film che la realtà. Tutto è<br />

molto differente e non ci sono metodi<br />

universali – tutto è diverso e soggettivo<br />

– qualche volta ti puoi innamorare in<br />

un secondo, altre volte hai bisogno di<br />

anni o addirittura non ti innamori<br />

affatto. GRAZIA PAGANELLI<br />

“La realtà non ha<br />

limiti”: Audrius<br />

Stonys<br />

I suoi film sono sempre incentrati<br />

sugli esseri umani…<br />

A dire la verità<br />

tutti i miei film<br />

sono incentrati<br />

su di me.<br />

Comprendo<br />

molto bene che<br />

nel momento in<br />

cui filmo<br />

qualcosa,<br />

questo non è più una realtà, ma diventa<br />

un mio riflesso soggettivo. Il mio<br />

pensiero, le paure, i sogni e i desideri.<br />

Dio ci ha creati dalla stessa sostanza.<br />

Più un film è soggettivo, più universale<br />

diventa. La realtà oggettiva nei film non<br />

esiste. G.P.<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

49


vero, falso, doc<br />

(Grazia Paganelli). C’è già da parte di<br />

Kraulitis, e più tardi in Freimanis<br />

(Kuldiga’s Frescos, 1966 e The Catch,<br />

1969), Braun (235.000.000, 1967) e<br />

Verba (Thoughts of One-hundred Years<br />

Old, 1969), la coscienza delle<br />

potenzialità del mezzo, la fiducia che<br />

lavorando sulla forma la realtà “si<br />

apra” consegnandosi all’immagine. Nei<br />

suoi momenti più alti la scuola poetica<br />

di Riga ha realizzato la perfetta<br />

convergenza di teoria e prassi. Cinema<br />

concreto, preciso nel racconto e ricco di<br />

annotazioni dettagliate. E forma<br />

allusiva, capace di cogliere dentro e<br />

Uno degli anziani<br />

di Sasha del lituano<br />

Roman Lileikis<br />

rivista del cinematografo<br />

50 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

oltre il quadro barlumi di verità. Una<br />

tradizione che arriva fino agli ultimi<br />

epigoni di questa stagione, Diana e<br />

Kornelijus Matuzevicius, dove ancora<br />

una volta il presente è la chiave di volta<br />

per la memoria. Illusion (1993) e<br />

Behind the Threshole (1995) portano<br />

allo scoperto quel che era implicito nei<br />

documentari dei predecessori, la<br />

centralità della Storia, la ferita di un<br />

popolo che ha subito l’occupazione, la<br />

violenza e la deportazione. E il tema<br />

dell’eterno ritorno si riaffaccia come un<br />

fantasma nella produzione della vicina<br />

Lituania, nella “trilogia delle stagioni”<br />

di Valdas Navasaitis e in quel<br />

capolavoro di osservazione che è In<br />

Memory of a Day Gone Bay di Sarunas<br />

Bartas, cronaca di una giornata che<br />

sembra non finire mai, colta attraverso<br />

gesti e volti di un tempo dimenticato,<br />

reiterato, sospeso. Quello stesso che<br />

ritorna ossessivo nel documentario<br />

estone di Herz Frank e Artunas Matelis,<br />

di Soot e Soosaar, cantori del<br />

quotidiano e dell’insolito, autori ancora<br />

una volta a cavallo tra passato e futuro,<br />

realismo e finzione.<br />

GIANLUCA ARNONE<br />

DUE DOMANDE A:<br />

Jaak Kilmi e Andres<br />

Maimik: DOC a passo<br />

doppio<br />

Come spiegate l’attuale successo dei<br />

documentari?<br />

Jaak Kilmi - Il numero<br />

dei documentari prodotti<br />

è notevolmente<br />

aumentato rispetto al<br />

passato. Per i canali<br />

televisivi il documentario<br />

è diventato una vera e<br />

propria miniera d’oro.<br />

D’altronde stiamo<br />

assistendo ad una<br />

democratizzazione del<br />

cinema - le videocamere non sono più<br />

oggetto di critica e i festival non<br />

interessano piú soltanto le copie 35mm.<br />

Forse sono questi motivi che sommati<br />

creano l’illusione della popolarità…<br />

Andres Maimik - Penso che la vita possa<br />

essere più entusiasmante di qualsiasi<br />

finzione. La maggior parte delle storie<br />

sono già state raccontate, ne vediamo<br />

solo la copia carbone e le copie delle<br />

copie. La cultura di massa ha<br />

sicuramente contribuito alla situazione -<br />

la marcia vittoriosa del reality, il bisogno<br />

di curiosare nella vita privata delle altre<br />

persone, la convinzione che tutto ciò che<br />

è “documentario” sia anche “reale”.<br />

TRISTAN PRIIMÄGI<br />

Herz Frank: al<br />

documentario come alla<br />

vita<br />

Che cosa definisce il cinema<br />

documentario?<br />

Per la letteratura, per il<br />

teatro, ma anche per il<br />

cinema di finzione<br />

sono sempre<br />

importanti gli intrecci<br />

narrativi che mostrano<br />

una relazione fra gli<br />

uomini: perché sono<br />

invidiosi l’uno dell’altro, perché si amano<br />

a vicenda. Il cinema documentario in<br />

genere non si occupa affatto di questo, è<br />

fatto di film informativi: questa è la<br />

guerra, questa la rivoluzione, qui hanno<br />

costruito questo, ecc... Il cinema<br />

documentario a cui ho sempre pensato si<br />

avvicina alla letteratura, si occupa delle<br />

relazioni fra gli uomini. Questo è il<br />

soggetto più importante di tutti i miei film:<br />

la vita interiore dell’uomo, le ragioni del<br />

suo comportamento. Perché una<br />

persona ama, perché uccide. Tutto<br />

questo non deve essere prerogativa solo<br />

del cinema di finzione.<br />

CARLOS MUGUIRO


POWERED BY


i film del mese<br />

in uscita<br />

UNA STORIA IMPRESSIONANTE, che<br />

all’emozione dell’amore materno<br />

aggiunge l’indignazione per la<br />

corruzione delle istituzioni, vacilla sul<br />

volto improprio della star designata a<br />

sostenere la parte. Fuori dai meriti e<br />

dall’impatto, intenso, Changeling<br />

contiene un morbo. E’ una “defaillance”<br />

curiosa, non frequente, per certi versi<br />

interessante, soprattutto perchè rivela<br />

la probabile ansia di successo di<br />

rivista del cinematografo<br />

52 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

DA NON PERDERE<br />

CAPOLAVORO DA NON PERDERE BUONO DISCRETO DELUDENTE<br />

Changeling<br />

Melodramma centrato sulla figura della<br />

madre eroina: Eastwood si abbatte sulla<br />

corruzione e sul complotto delle istituzioni<br />

Eastwood, che pensa a questo film<br />

da quindici anni. Meglio chiarire<br />

che si tratta di ansia di risultato, e<br />

non di consenso,<br />

etimologicamente “successo”<br />

come effetto dell’azione di<br />

denuncia nella disposizione di un<br />

autore che spera di raggiungere quante<br />

più persone possibili. Angelina Jolie è<br />

una garanzia, e al diavolo se<br />

portamento, eleganza, trucco, caratura<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

Clint Eastwood<br />

Angelina Jolie, John Malkovich<br />

Drammatico, Colore<br />

Universal<br />

140’<br />

mass-mediale, ma soprattutto il<br />

modello di una femminilità acuta e<br />

debordante, in linea con una certa<br />

vanità, va in corto circuito con


novembre 2008<br />

Il regista Clint<br />

Eastwood<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

53


i film del mese<br />

l’identificazione del suo personaggio.<br />

Quando, in stazione, circondato dai<br />

giornalisti, il capitano Jones, restituisce<br />

orgoglioso il figlio scomparso mesi<br />

prima alla madre, la capo-telefonista<br />

Christine Collins passa dalla gioia alla<br />

disperazione: “Questo non è mio<br />

figlio!”. Istruito a ripetere sempre:<br />

“Mamma” e “Mi chiamo Walter<br />

Collins”, il ragazzino somigliante è la<br />

pedina di un incredibile complotto, un<br />

fatto vero accaduto a Los Angeles nel<br />

1928. Pressato dai politici, accusato di<br />

non risolvere i numerosi casi di bambini<br />

scomparsi, il capo della polizia<br />

costringe la Collins a tornare a casa col<br />

bambino, la vessa, la minaccia. Quando<br />

la signora Collins incomincia a<br />

raccogliere le testimonianze della<br />

maestra e del dentista per<br />

smascherare la montatura, viene<br />

rinchiusa in un manicomio. Un<br />

autorevole reverendo (John Malkovich,<br />

bravissimo) informa i giornali e riesce<br />

ad aprire un’inchiesta, mentre un<br />

ragazzino rivela a un investigatore<br />

onestodiesserestatocostrettoa<br />

uccidere e sotterrare una ventina di<br />

bimbi rapiti da un folle assassino.<br />

Walter era uno di loro...<br />

Come un ciclone del cinema di<br />

denuncia, il nuovo lungometraggio di<br />

Eastwood si abbatte sulla corruzione<br />

della città “specchio del mondo”, sulla<br />

polizia che manipola l’informazione e la<br />

verità, sul complotto delle istituzioni,<br />

l’internamento psichiatrico ricattatorio,<br />

rivista del cinematografo<br />

54 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

Angelina Jolie. In basso<br />

John Malkovich<br />

Formalmente tradizionale, con una luce<br />

fosca che dipinge di noir la soleggiata<br />

baldanza della California<br />

l’emarginazione delle donne, la ferocia<br />

sui bambini, la pena di morte.<br />

Formalmente tradizionale, con una luce<br />

fosca (firmata dal Tom Stern del dittico<br />

su Iwo Jima), che dipinge di noir la<br />

soleggiata baldanza della California<br />

mentre entra nel disastro del ‘29, con<br />

un paio di scene potenti, risente la<br />

pianificazione dell’accumulo di svolte<br />

narrative. In fondo, è un melodramma<br />

centrato sulla figura dominante e<br />

coinvolgente della madre eroina. E’ un<br />

cerchio con troppi centri. La scelta di<br />

una star di marchio esorbitante come la<br />

Jolie, pettinata e truccata anche<br />

quando scende dal letto, non plasma il<br />

personaggio nella sua verità tragica.<br />

Soltanto certi ordinari modelli di<br />

bellezza femminile, carnosa,<br />

ammiccante, possono considerare il<br />

primo piano di una madre sconsolata<br />

col volto imbambolato di Angelina.<br />

SILVIO DANESE ✪


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© 20XX Metro-Goldwyn-Mayer Studios Inc. All Rights Reserved. Distributed by Twentieth Century Fox Home Entertainment LLC. TWENTIETH CENTURY FOX, FOX and associated logos are trademarks of Twentieth Century Fox Film Corporation and its related entities.


Rachel Getting<br />

Married<br />

anteprima<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

Jonathan Demme<br />

Anne Hathaway, Rosemarie<br />

De Witt<br />

Drammatico, Colore<br />

Sony Pictures Italia<br />

113’<br />

DEMME È TORNATO. Quattro anni dopo<br />

l’involuto remake The Manchurian<br />

Candidate, il regista americano torna –<br />

alla grande – al cinema di finzione, con<br />

Rachel Getting Married,inconcorso<br />

all’ultima Mostra di Venezia. Forte<br />

dell’esperienza documentaristica degli<br />

ultimi anni (The Agronomist, Neil Young:<br />

Heart of Gold, Man from Plains), mutatis<br />

mutandis, Demme mette al centro un<br />

personaggio fittizio per seguirne<br />

l’impatto sul mondo esterno – e di<br />

riflesso, interno – ovvero il microcosmo<br />

familiare: Kym (Anne Hathaway), figlia,<br />

sorella e tossica del clan Buchmann,<br />

appena uscita da un rehab (clinica per<br />

disintossicarsi) per partecipare alle<br />

nozze della sorella maggiore Rachel.<br />

Ritorno da figliola prodiga che squassa<br />

lo status quo: fantasmi, rancori, gelosie,<br />

rivista del cinematografo<br />

56 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

DA NON PERDERE<br />

Demme torna in grande alla finzione:<br />

complice una ex tossica da applausi, Anne Hathaway<br />

suture che saltano, incomprensioni che<br />

deflagrano, c’è tutto, in una recita<br />

familiare che trova gli interpreti ben ritti<br />

sullo sgabello, pronti a declamare la<br />

poesia di Demme.<br />

Qualcuno ha storto la bocca, come se il<br />

rimando alla lezione di Cassavetes,<br />

Altman e, perché no, pure il Kechiche di<br />

Cous cous, fosse già prova irrefutabile di<br />

colpevolezza, manco sul grande<br />

schermo ci fosse un<br />

Il regista Jonathan Demme<br />

condensato/surrogato di Dallas o<br />

Beautiful. Se “scopiazza”, complice la<br />

vivida e poco inedita sceneggiatura della<br />

figlia d’arte Jenny Lumet, Demme lo fa<br />

bene, aprendo due occhi sui dettagli,<br />

tenendo alto il ritmo delle inquadrature,<br />

intersecando dialoghi fitti e session<br />

musicali da applauso, infettando di vita<br />

l’arte, lasciando correre la sua creatura<br />

come solo un fantino provetto.<br />

Cast in stato di grazia, a brillare è la<br />

Hathaway, che si leva di dosso lo<br />

zucchero disneyano, il Diavolo e pure<br />

l’Agente Smart, per provarsi (semi)indie,<br />

con occhiaie, capello unto, pallore<br />

malsano e la voglia, una pazza voglia, di<br />

recitare, anzi vivere, con le mani<br />

aggrappate al baratro che fu. Brava la<br />

Hathaway e bravo Demme, peccato per<br />

l’overdose di pathos del sottofinale, con<br />

un uno-due (pugno + incidente) da KO<br />

drammaturgico. Poco male, il loro è un<br />

matrimonio felice.<br />

FEDERICO PONTIGGIA ✪


Frontière(s)<br />

in sala<br />

Un horror truculento e insensato<br />

che sfiora la parodia di Hostel. Il regista Gens<br />

si prende sul serio<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

DELUDENTE<br />

IL CINEMA AMERICANO degli ultimi anni ci ha abituati<br />

alla bassa macelleria, alle torture, agli organi spiaccicati<br />

alle pareti. Alcuni hanno inveito, altri goduto, i più evitato<br />

la questione disinteressati. L’horror ha pagato, l’horror ci<br />

ha guadagnato. Non sono mancati osanna, blog e cricche<br />

di nuovi cultori. Che dire allora di Frontiere(s), francese<br />

all’anagrafe ma “imbevuto” di sangue americano? La<br />

violenza, gli ettolitri di emoglobina, l’e(ste)tica del<br />

disgusto, sono quelli dei padri putativi, qui talmente in<br />

eccesso da sfiorare la parodia.<br />

Di certo si vuole evocare quel cinema: c’è l’ostello<br />

(Hostel), i maiali (Saw), la famiglia di degenerati (Non<br />

aprite quella porta). Ci sono quattro ragazzi col<br />

peccatuccio da nascondere in un posto fuori dal mondo.<br />

C’è la carneficina insostenibile, esagerata, difficile da<br />

prendere sul serio. E disgraziatamente c’è un regista che<br />

ci ricama sopra. Gens (già autore dell’inglorioso Hitman)<br />

accampa moventi politici, infila nel canovaccio banlieue,<br />

nazismo e inferno familiare, suggerisce affinità tra il<br />

vento di restaurazione che soffierebbe sul mondo e il<br />

sadismo dell’horror di oggi. Trasformando l’allegra<br />

parodia di un genere in auto-parodia. Involontaria, orrida<br />

e triste.<br />

GIANLUCA ARNONE ✪<br />

Xavier Gens<br />

Karina Testa, Samuel Le Bihan<br />

Horror, Colore<br />

Moviemax<br />

103’<br />

Tropic<br />

Thunder<br />

L’umorismo di Stiller & Co.<br />

non risparmia niente e nessuno: è la guerra, baby!<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

Ben Stiller<br />

Ben Stiller, Robert Downey Jr.<br />

Commedia, Colore<br />

Universal<br />

107’<br />

TORNA DIETRO LA MACCHINA DA PRESA sette anni dopo<br />

Zoolander, Ben Stiller. E lo fa con un film se possibile più<br />

divertente e al tempo stesso più “cattivo”: non più la moda<br />

nel mirino del comico-regista, ma il suo stesso e impazzito<br />

mondo, sbeffeggiato in quello che forse ha di più “sacro”, il<br />

war-movie. L’arma in più di un lavoro come Tropic Thunder<br />

– niente a che vedere con gli “spoof” tanto di moda oggi, dal<br />

“modello” Scary Movie ai tremendi Disaster Movie –è<br />

proprio questa, la forzatura di un metacinema che sa<br />

trasformarsi poco a poco in qualcosa di altro, in grado di<br />

reggersi sulle proprie gambe e non solo su continui ed<br />

espliciti rimandi (comunque funzionali): ad essere messo in<br />

discussione è il dietro le quinte, le follie produttive, il<br />

contrasto tra reale (il veterano Nick Nolte, che alla fine<br />

getterà la maschera) e ricostruito, il vezzo di chi – calandosi<br />

troppo nella parte (come il Kirk Lazarus interpretato da<br />

Robert Downey Jr., star australiana devota al metodo tanto<br />

da sottoporsi ad un trattamento di pigmentazione per<br />

incarnare un sergente afroamericano…) – arriva a credere di<br />

aver combattuto, sofferto, ucciso veramente.<br />

Attenzione ai tre finti trailer in testa al film e alla<br />

performance di Tom Cruise: irresistibile.<br />

VALERIO SAMMARCO ✪<br />

in sala<br />

novembre 2008<br />

BUONO<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

57


i film del mese<br />

Si può fare<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

Giulio Manfredonia<br />

Claudio Bisio, Andrea Bosca<br />

Commedia, Colore<br />

Warner Bros.<br />

111’<br />

MILANO, QUELLA DA BERE degli anni<br />

’80: rosso ma aperto al mercato, il<br />

sindacalista Nello (Claudio Bisio) viene<br />

esiliato in una cooperativa di disabili<br />

mentali, usciti dai manicomi grazie alla<br />

legge Basaglia: cercherà di liberarli dai<br />

lavori assistenziali, riducendo - contro il<br />

parere dello psichiatra Del Vecchio<br />

(Giorgio Colangeli) e in sintonia con il<br />

basagliano Furlan (Giuseppe Battiston) -<br />

le dosi di psicofarmaci, e trasformarli in<br />

parquettisti di successo, con gli<br />

schizofrenici Gigio (Andrea Bosca) e<br />

Luca (Giovanni Calcagno) formidabili<br />

posatori di mosaici realizzati con pezzi<br />

di scarto.<br />

Dopo i discreti Se fossi in te ed E’ già<br />

ieri, Si può fare è l’opera terza di Giulio<br />

Manfredonia, nato con Luigi Comencini,<br />

cresciuto con la figlia Cristina e i fratelli<br />

Frazzi, e poi ottimo direttore di comici<br />

rivista del cinematografo<br />

58 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

Bisio e i picchiatelli post Basaglia: tra commedia<br />

e realismo, la buona “divulgazione” di Manfredonia<br />

prestati al cinema, da Albanese a De<br />

Luigi. Logico, dunque, affidare il ruolo<br />

da protagonista a Bisio, capace di una<br />

prova misurata, tra vis comica e<br />

sensibilità interpretativa. Ma sono<br />

soprattutto i “picchiatelli” a convincere,<br />

reduci artisticamente felici di un preprovino<br />

di tre mesi, con visite al Museo<br />

della Mente di Santa Maria della Pietà e<br />

tanta documentazione.<br />

Il regista Giulio Manfredonia<br />

in sala BUONO<br />

Fuori concorso, tra le polemiche, al<br />

Festival di Roma, scritto da Manfredonia<br />

con il soggettista Fabio Bonifacci, Si può<br />

fare trae ispirazione dalla coop per<br />

disabili psichici Noncello di Pordenone e<br />

rappresenta, di questa e analoghe<br />

esperienze, una buona divulgazione, in<br />

cui volontà di commedia e tensione<br />

realistica aprono la nostra agenda sulla<br />

pagina, dimenticata, del post legge<br />

180/78, che chiuse i manicomi e aprì al<br />

mondo i pazienti.<br />

Se Qualcuno volò sul nido del cuculo è<br />

termine di paragone ovvio e insieme<br />

distante, Si può fare, oltre al merito<br />

civile, va premiato per i suoi straordinari<br />

e folli caratteristi: con Bosca e<br />

Calcagno, Michele De Virgilio, Carlo<br />

Giuseppe Gabardini, Andrea Gattinoni,<br />

Natascia Macchiniz, Rosa Pianeta,<br />

Daniela Piperno, Franco Pistoni, Pietro<br />

Ragusa, Franco Ravera, Tony<br />

D’Agostino, Daniele Ferretti.<br />

FEDERICO PONTIGGIA ✪


TM TM<br />

© 19XX/20XX Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved. © 19XX/20XX Twentieth Century Fox Home Entertainment,LLC. All Rights Reserved. TWENTIETH CENTURY FOX, FOX and associated logos are trademarks of Twentieth Century<br />

Fox Film Corporation and its related entities. © 19XX/20XX MGM Home Entertainment Inc. All Rights Reserved. Distributed by MGM Home Entertainment. Available exclusively through Twentieth Century Fox Home Entertainment Inc.


i film del mese<br />

Mario il<br />

mago<br />

Toni esagitati e attori patetici per una<br />

requisitoria sull’impatto del capitalismo nei<br />

paesi dell’ex cortina di ferro<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

Tamás Almási<br />

Franco Nero, Nyako Julia<br />

Drammatico, Colore<br />

L’Altrofilm<br />

88’<br />

UNGHERIA, ANNI ‘90. L‘abulìa di un piccolo villaggio viene<br />

sconvolta dall’arrivo dell’italiano Gerardo, un esuberante<br />

cinquantenne che ha deciso di avviare un calzaturificio. La<br />

fabbrica dà lavoro alle contadine del posto che, lontane dalla<br />

vita domestica e ricoperte di attenzioni dal loro capo, si<br />

godono l’illusione della novità. Ma in giro la gente<br />

chiacchiera sulla figura dell’italiano, e i mariti delle neooperaie<br />

non vedono di buon occhio la loro emancipazione. La<br />

situazione precipita quando Gerardo riparte e subentra al<br />

suo posto un uomo affascinante e taciturno di nome Mario…<br />

Una didascalia avverte che la storia è basata su un fatto<br />

realmente accaduto ma è chiara l’intenzione dell’ungherese<br />

Tamás Almási di rifarsi all’omonimo racconto di Thomas<br />

Mann, nel tentativo tedioso e maldestro di trasformare<br />

l’apologo sul fascismo del romanziere tedesco in una<br />

requisitoria sul capitalismo e il suo impatto nei Paesi dell’ex<br />

cortina di ferro. Dal pretenzioso al ridicolo il passo è breve, i<br />

toni sono esagitati, gli attori patetici (Franco Nero è la solita<br />

maschera di cera) e i dialoghi fredderebbero anche i più<br />

vaccinati spettatori di fiction nostrana. Balorda la scelta di<br />

doppiare tutti in italiano.<br />

DILETTA ALLIEVI ✪<br />

anteprima<br />

rivista del cinematografo<br />

60 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

DELUDENTE<br />

Il passato è una<br />

in sala<br />

LOREM IPSUM DOLOR SIT AMET,<br />

consectetuer adipiscing elit.<br />

Donec vel mauris in diam<br />

Vicari: non solo Garrone e Sorrentino, l’Italia<br />

imperdiet aliquam. Nullam<br />

riscopre un altro dei suoi più brillanti talenti<br />

fermentum. Sed consequat.<br />

L’opera della maturità per Daniele<br />

GIORGIO È UN MAGISTRATO, OGGI. Prima di diventarlo,<br />

prima di concludere il percorso degli studi, la sua vita ha<br />

avuto però una parentesi, una vorticosa discesa verso gli<br />

inferi. Bettole malfamate, ville sontuose, tavoli da gioco,<br />

poker e un giro di tanti, troppi soldi. E’ un passato che forse<br />

Never Back<br />

Dottrina orientale rimpiazzata<br />

dall’arte marziale mista, dinamiche da collegemovie.<br />

Il messaggio? Picchiarsi è bello<br />

PRENDETE IL PLOT DI KARATE KID, riempitelo di teenager<br />

idioti, stendetelo sotto il sole della Florida e aggiungete<br />

l’autolesionismo di Fight Club: otterrete Never Back Down.Il<br />

protagonista – Sean Faris, un ibrido più alto di Tom Cruise e<br />

meno espressivo di Thomas degli Zero Assoluto – si chiama<br />

Jack Tyler come il “teorico della violenza” di Fincher, Tyler<br />

Durden; il suo percorso è quello intrapreso dal Ralph Macchio<br />

di Karate Kid, con la dottrina orientale rimpiazzata dalla<br />

brutale arte marziale mista, e la saggezza del piccolo maestro<br />

Miyagi dai metodi spiccioli e i muscoli del mastodontico<br />

Djimon Hounsou; le dinamiche relazionali sono invece da film<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

DA NON PERDERE<br />

Jeff Wadlow<br />

Sean Faris, Amber Heard<br />

Azione, Colore<br />

Medusa<br />

110’


terra straniera<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

non gli appartiene più, una terra straniera che ha provato a<br />

dimenticare. Basterà rincontrare lo sguardo di una<br />

sconosciuta, però, per far riaffiorare il rimosso. E per<br />

ricordare i passaggi di una fascinazione – verso il coetaneo e<br />

abile baro Francesco – che rischiò di compromettere per<br />

sempre la sua vita. Non solo Garrone e Sorrentino, il cinema<br />

italiano ritrova un altro dei suoi più brillanti talenti, quel<br />

Daniele Vicari che già con Velocità massima e L’orizzonte<br />

degli eventi aveva dimostrato non poche cose buone,<br />

soprattutto da un punto di vista tecnico: per la prima volta<br />

alle prese con un soggetto non originale (il film è tratto dal<br />

romanzo omonimo di Gianrico Carofiglio), il regista reatino<br />

immerge i due protagonisti in una Bari notturna e dai<br />

contorni sfocati, mescolandoli con luci (di Gossi) e suoni (di<br />

Teardo), spingendoli a velocità massima verso l’inebriamento<br />

della violenza e della perdizione.<br />

VALERIO SAMMARCO ✪<br />

Down<br />

anteprima<br />

Daniele Vicari<br />

Elio Germano, Michele Riondino<br />

Drammatico, Colore<br />

01 distribution<br />

120’<br />

DELUDENTE<br />

collegiale: governano le chiappe sode e il disimpegno, le<br />

piscine e gli amici bolsi, gli steroidi e una rarefatta noosfera. La<br />

natura derivativa del film diretto da Jeff Wadlow è comunque il<br />

minore dei problemi. Con un riciclaggio così scellerato a<br />

saltare è la coerenza semantica (troppi nessi, nessun nesso),<br />

mentre l’etica del cinema sportivo (la palestra come scuola di<br />

vita) viene ridotta alle sue componenti macho e tribali, al punto<br />

da degenerare in un ambiguo bullismo di strada. Il messaggio?<br />

Picchiarsi è bello, sano, diverte e risolve i problemi.<br />

GIANLUCA ARNONE ✪<br />

Nessuna<br />

verità<br />

L’ottimo Di Caprio e Crowe contro<br />

il terrore globale: nell’action embedded di<br />

Ridley Scott<br />

anteprima<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

DISCRETO<br />

Ridley Scott<br />

Leonardo Di Caprio, Russell Crowe<br />

Drammatico, Colore<br />

Warner Bros.<br />

128’<br />

LEO DI CAPRIO, con la barbetta incolta e le ferite multiple<br />

dell’agente CIA Roger Ferris, in Medio Oriente per indagare<br />

su micidiali attentati in Europa, e il suo superiore, per lo più<br />

voce all’altro capo di una linea telefonica protetta: il<br />

veterano Ed Hoffman, un Russell Crowe invecchiato e<br />

appesantito ad hoc, che decide dagli States, tra la pipì di un<br />

figlio e la partita di un altro, vita e morte di Ferris & Co.<br />

Sono loro i protagonisti di Nessuna verità (Body of Lies)di<br />

Ridley Scott, tratto dal romanzo del columnist del<br />

Washington Post David Ignatius. Ennesimo esempio di<br />

cinema Usa embedded – accezione positiva – nello status<br />

quo geopolitico della superpotenza, Nessuna verità vale a Di<br />

Caprio la sfida con Ledger ai prossimi Oscar, la quarta volta<br />

chez Scott per Crowe, la ribalta al fascinoso Mark Strong (il<br />

capo dei servizi giordani) e, per tutti, un apologo della<br />

dissimulazione, tra doppi giochi, tranelli, mezze verità e<br />

piene menzogne. Formato action e ratio psicologica,<br />

lussuosa e già vista confezione, un manipolo di premi Oscar<br />

nei credits, impeccabili effetti speciali e due argini: l’innocuo<br />

Spy Game del fratello di Ridley, Tony Scott, e il più<br />

complesso Syriana. In medio stat virtus?<br />

FEDERICO PONTIGGIA ✪<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

61


i film del mese<br />

Control<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

Anton Corbijn<br />

Sam Riley, Samantha Morton<br />

Biopic, Musicale, B/N<br />

Metacinema<br />

119’<br />

“THIS IS THE WAY, STEP INSIDE”.<br />

Impossibile non sentire un brivido. Le<br />

parole che aprono l’ultimo album dei<br />

Joy Division conservano ancora oggi il<br />

loro fascino sinistro. Scritte dall’anima<br />

nera della band inglese, Ian Curtis, è un<br />

invito a prendere parte alla fine di un<br />

viaggio: il suo. Il 18 maggio 1980 Curtis<br />

fu trovato impiccato nella cucina della<br />

propria casa di Macclesfield. Aveva 23<br />

anni. Nessun dubbio: suicidio. È a quel<br />

momento, così prevedibile nella sua<br />

logica e allo stesso tempo<br />

dannatamente impenetrabile, che<br />

Control, finto biopic sul tragico eroe<br />

della musica dark, ci riporta.<br />

6 anni nella vita di Ian, dal ’74 a quel<br />

fatidico giorno di maggio, che dalle<br />

memorie della moglie di Curtis (qui<br />

restituita da un’intensa Samantha<br />

Morton) sfilano con progressione<br />

rivista del cinematografo<br />

62 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

Angoscioso canto di un’anima: la leggenda<br />

Ian Curtis dei Joy Division secondo Corbijn<br />

ineluttabile fino al gesto che vanifica<br />

tutti gli altri. Vediamo il Curtis inquieto<br />

della vita di provincia, il Curtis<br />

impulsivo che sposa la prima ragazza<br />

che abbia mostrato interesse per lui, il<br />

Curtis leggendario che contorce il suo<br />

corpo come uno sciamano sul palco, il<br />

Curtis a terra piegato dalle convulsioni<br />

di un male (l’epilessia) che lo<br />

sprofonderà irrimediabilmente.<br />

Il regista Anton Corbijn<br />

in sala DA NON PERDERE<br />

Impressiona e disturba la somiglianza<br />

di Sam Riley con il cantante, ma<br />

l’elemento nuovo e forte del lavoro di<br />

Corbijn - fotografo che ha realmente<br />

conosciuto la band e immortalato altri<br />

grandi della musica rock - è un altro.<br />

Lontano dal climax di altri film<br />

musicali, Control punta sul rifiuto di<br />

ogni ipotesi di racconto e di approccio<br />

emozionale, per un accumulo di episodi<br />

chiave, performance live e campi<br />

congelati in un livido bianco e nero che<br />

sono sincopi dell’angoscioso canto di<br />

un’anima nel suo lento e inesorabile<br />

crollo. Corbijn non ci chiede di capire<br />

perché “non esiste segreto più grande<br />

della sofferenza”, né forse di sentire<br />

perché è impossibile commuoversi<br />

dinanzi a uno spettro che canta. Ci<br />

chiede di assistere, come solo si può<br />

fare di fronte a una vita che lascia,<br />

atterriti testimoni di un mistero che<br />

vuole solo compiersi, e tace.<br />

GIANLUCA ARNONE ✪


58ª edizione<br />

NUOVA EDIZIONE 2008-2009<br />

CON ALLEGATO CD ROM<br />

★ Diffuso capillarmente nell’ambiente dello<br />

Spettacolo<br />

★ Migliaia di nomi che contano nel “Chi è del<br />

Cinema e della TV”<br />

★ Le Ditte del Cinema, della TV, della<br />

Comunicazione<br />

★ Tutte le e-mail ed i siti<br />

★ Gli Statuti, le leggi e gli accordi di co-produzione<br />

★ I film italiani dal 1930<br />

★ I premiati del Cinema Italiano: Oscar, Venezia,<br />

Medaglie d’Oro Una vita per il Cinema, David<br />

di Donatello, Nastri d’Argento<br />

★ Le sale e le multisale italiane<br />

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Editore: Centro Studi di Cultura,<br />

Promozione e Diffusione del Cinema<br />

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film del mese<br />

The Burning Plain<br />

in uscita<br />

Un bruciante dramma al<br />

femminile per Arriaga: tra morte e senso di colpa,<br />

un ottimo esordio<br />

UNA MADRE, UNA FIGLIA e un dolore insanabile. Forse il<br />

peggiore. Non c’è tregua alla sofferenza scritta e per la<br />

prima volta diretta da Guillermo Arriaga, che con The<br />

Burning Plain crea un dramma bruciante al femminile,<br />

interpretato magistralmente da Charlize Theron e<br />

soprattutto da un’intensa Kim Basinger. Dalla struttura e<br />

linguaggio visibilmente familiari ai lavori del collega<br />

Iñàrritu, del quale è stato sceneggiatore pluri-premiato, il<br />

film trova il suo punto di forza in una storia che ferisce in<br />

profondità e riesce quindi a penetrare oltre le emozioni. Il<br />

senso di colpa dilaniante, la ricerca isterica di un’identità<br />

perduta, l’avvicendarsi di legami spezzati e ricostruiti, il<br />

senso di morte che abita nella quotidianità. Temi senza<br />

speranza in una pellicola che – proprio in virtù del<br />

canovaccio sapiente – riesce a trovare un respiro di vita non<br />

scontato. L’inferno sperimentato da Sylvia/Mariana e da Gina<br />

è più realistico di quanto non appaia allo sguardo di chi,<br />

forse per paura, si rifiuta di crederlo “verosimile”, a causa<br />

Delude la “prima volta”<br />

dello sceneggiatore messicano: le geometrie<br />

incastrano le emozioni<br />

UN CAMPER IN FIAMME; un ristorante di Portland; un<br />

funerale alla frontiera Usa-Messico; una ragazzina che vede<br />

l’aereo del padre schiantarsi... Che cambia quando un<br />

premiato sceneggiatore esordisce alla regia? Nulla, nel caso<br />

di Guillermo Arriaga che, dopo la separazione da Alejandro<br />

Gonzalez Inarritu, firma l’opera prima The Burning Plain.<br />

Protagonista una tragedia bifamiliare, nelle sue molteplici<br />

conseguenze, seguita con la consueta - vedi Amores perros,<br />

21 grammi e Babel - struttura a incastro: azione, tempo e<br />

luogo giostrate dalla penna per trarne sperabilmente uno<br />

schermo infuocato, burning. Ammesso funzioni sulla carta -<br />

troppo scoperto il salto temporale, nonostante la giovane<br />

Mariana rimanga innominata (sic!) per un’ora - questo<br />

meccano è (audio)visivamente usurato: servirebbe una regia<br />

non subordinata alla sintassi della sceneggiatura, capace di<br />

traiettorie, squarci e sguardi di cinema per il cinema. Così<br />

non avviene, nonostante la strada messa in discesa da un<br />

buon cast: Charlize Theron, Kim Basinger e il Premio<br />

Mastroianni Jennifer Lawrence. Fatiche, le loro, sprecate da<br />

geometrie che raffreddano le emozioni: se i tasselli (leggi<br />

interpreti) sono infuocati, il mosaico di Arriaga paga lo<br />

scotto...<br />

FEDERICO PONTIGGIA ✪<br />

rivista del cinematografo<br />

64 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

proprio della tragedia di cui si fa carico. Con coraggio,<br />

Arriaga è riuscito ad estrarre tale dolore e a darne una<br />

rappresentazione cinematografica sensibile e oltre le<br />

aspettative di un esordio.<br />

ANNA MARIA PASETTI ✪<br />

pro<br />

contro<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

DA NON PERDERE<br />

DELUDENTE<br />

Guillermo Arriaga<br />

Charlize Theron, Jennifer Lawrence<br />

Drammatico, Colore<br />

Medusa<br />

147’


ifilmdelmese<br />

Palermo<br />

Shooting<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

Wim Wenders<br />

Andreas Frege, Dennis Hopper<br />

Drammatico, Colore<br />

BIM<br />

124’<br />

NON SI SA BENE se quel “shooting”<br />

del titolo sia riferito effettivamente ai<br />

fotogrammi di pellicola girati da Wim<br />

Wenders o da qualcuno che vorrebbe<br />

realmente tirare qualche schioppettata<br />

al regista tedesco. La crisi di Wenders è<br />

concitata e non c’è autorialità che<br />

tenga.<br />

Nel raccontare il sottile spaesamento<br />

esistenziale del fotografo tedesco Finn,<br />

finito con pecore e banchetti d’agrumi<br />

tra i vicoli di Palermo a scontare (per<br />

davvero o per finta) il suo viaggio<br />

purificatore dell’anima, Wenders<br />

adopera il peggior menage tra<br />

cartolinesco ed intellettualismo<br />

spicciolo che non è più per lui, e da<br />

tempo, una teorizzazione concettuale di<br />

un cinema personale (Philip Garrel,<br />

anche lui come Wenders in concorso<br />

all’ultimo festival di Cannes). Per alcuni<br />

rivista del cinematografo<br />

66 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

Il nuovo Wenders: spaesamento, dialoghi<br />

impossibili e camera svolazzante<br />

si chiama manierismo, per altri<br />

semplice impossibilità a rinnovare il<br />

proprio sguardo pur mantenendone le<br />

proprie peculiarità.<br />

Il primo passo falsissimo si tocca<br />

nell’illustrare una Palermo da<br />

cartolina, appunto, dove vengono<br />

ritratti, a turno, due teatranti in una<br />

sala diroccata; un violoncellista;<br />

qualche effetto di miseria per le strade<br />

Nel cast anche la Mezzogiorno<br />

anteprima DELUDENTE<br />

della città. Oltre alle cupole<br />

arabeggianti che fanno tanto influsso<br />

mediterraneo. Successivamente<br />

l’incontro amoroso deve avvenire con<br />

una restauratrice di affreschi (una<br />

catatonica Giovanna Mezzogiorno) e la<br />

simbolizzazione di questo alone<br />

malvagio che far star male Finn diventa<br />

un belzebù in carne ed ossa (e<br />

dissolvenza) dalle sembianze di Dennis<br />

Hopper.<br />

Qui la vetta del ridicolo viene<br />

letteralmente invasa da dialoghi<br />

impossibili, svolazzi della macchina da<br />

presa fini a se stessi e da una<br />

disarmante invenzione di computer<br />

grafica che rende gli oggetti attorno a<br />

Finn infinitamente più piccoli di lui.<br />

Siamo costernati, ma dentro a Palermo<br />

Shooting non c’è davvero nulla di<br />

rammentabile. A parte una colonna<br />

sonora disco-pop da kitsch tedesco che<br />

comprende anche il povero De André.<br />

DAVIDE TURRINI ✪


High School<br />

Musical 3:<br />

Senior Year<br />

in sala<br />

Zac Efron e Vanessa Hudgens tra balli<br />

e canti di fine liceo: tutti promossi a pieni voti,<br />

tranne il film<br />

HIGH SCHOOL MUSICAL 3: SENIOR YEAR è il secondo<br />

sequel del fortunato adattamento tv targato Walt Disney,<br />

ancora diretto da Kenny Ortega, protagonisti gli idoli dei<br />

teenager Zac Efron e Vanessa Hudgens.<br />

Al centro di Senior Year, le vicende che chiudono la<br />

carriera liceale di Troy (Efron), Gabriella (Hudgens),<br />

Sharpay (Ashley Tisdale), Ryan Evans (Lucas Grabeel),<br />

Chad Danforth (Corbin Bleu), Taylor McKessie (Monique<br />

Coleman): per la festa di fine anno, i ragazzi preparano uno<br />

spettacolo musicale sulle loro paure, ansie e speranze,<br />

mentre Troy e Gabriella discutono sul loro futuro in college<br />

lontani. Qualcuno sarebbe pure finito in Lehman Bros., ma<br />

sappiamo com’è andata: di certo, questo Musical<br />

costruisce oggi gli americani – e non solo loro… - di<br />

domani. Con una folle dose di ottimismo: tutti hanno più<br />

scelte alla mano, molto appetibili, l’amore trionfa - ma non<br />

si va oltre qualche bacetto - e la selezione della specie<br />

(Usa) è viva e vegeta. Certo, coreografie e scenografie sono<br />

da applausi, la Hudgens proprio bellina – a differenza di<br />

Efron, che a 21 anni lotta già contro la paresi facciale – e il<br />

talento non latita. Che tristezza, tutti promossi a pieni voti:<br />

ridateci i cari, vecchi bocciati…<br />

FEDERICO PONTIGGIA ✪<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

DISCRETO<br />

Kenny Ortega<br />

Zac Efron, Vanessa Hudgens<br />

Musical, Colore<br />

Walt Disney Motion Pictures, Italia<br />

112’<br />

Giù al nord<br />

Campione di incassi di ogni tempo<br />

in Francia, è la commedia di Dany Boon:<br />

gradevole, pulita, ma poco esportabile<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

Dany Boon<br />

Kad Merad, Dany Boon<br />

Commedia, Colore<br />

Medusa<br />

106’<br />

CAMPIONE DI INCASSI di tutti i tempi in Francia con 140<br />

milioni di euro - a fronte di 11 milioni di budget - e oltre 21<br />

milioni di spettatori, Giù al Nord (Bienvenue chez les Ch’tis)<br />

è ideato, scritto, diretto e interpretato da Dany Boon, comico<br />

poliedrico (teatro, tv, cinema) famosissimo in patria, e quasi<br />

sconosciuto da noi – a parte il duetto con Daniel Auteuil per<br />

Il mio migliore amico di Patrice Leconte.<br />

Caso al botteghino e ancor più fenomeno sociale, Giù al<br />

Nord mette alla berlina i pregiudizi dei francesi del sud<br />

verso quelli del nord attraverso le avventure di Philippe<br />

Abrams (Kad Merad, ottimo), un funzionario della posta<br />

originario della Provenza, che per punizione viene trasferito<br />

al nord, nella cittadina di Bergues: scoprirà una popolazione<br />

accogliente e solare, e un dialetto complicato, lo Ch’ti.<br />

Il doppiaggio italiano ha scelto condivisibilmente una “non<br />

lingua” anziché un dialetto nostrano, ma comunque si perde<br />

qualcosa. Rimane una commedia gradevole e pulita, ben<br />

scritta e interpretata, inedita in Francia ma vecchia per il<br />

nostro palato, almeno da Totò, Peppino e… la malafemmina<br />

del ’56. Arriverà, targato Medusa, anche un remake<br />

tricolore, ma non è detto sia una buona notizia.<br />

JEAN-PIERRE HIPPO ✪<br />

in sala<br />

novembre 2008<br />

BUONO<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

67


Qualcuno con<br />

cui correre<br />

anteprima<br />

Dal bel romanzo di Grossman una<br />

storia (onesta) di formazione, con echi della<br />

Londra di Dickens<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

rivista del cinematografo<br />

68 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

DISCRETO<br />

QUALCUNO CON CUI CORRERE è un esempio di come<br />

dalla buona letteratura a volte si possa tirare fuori<br />

dell’onesto cinema. Contro le prescrizioni dei puristi – il<br />

film è una cosa, il testo letterario un’altra – l’israeliano<br />

Oded Davidoff ha il merito di restare fedele al bel<br />

romanzo di David Grossman, lontano da inutili<br />

personalismi e reinvenzioni. Regia invisibile per una<br />

dignitosa storia di formazione in cui corrono in tanti.<br />

Corre Assaf, alla ricerca della padrona di un labrador che<br />

lo trascina per le vie più malfamate di Gerusalemme;<br />

corre Tamar, una ragazzina tostissima, col dono della<br />

voce (Bar Belfer è brava a stare in scena, meno a cantare)<br />

e qualcuno da salvare; e corre Shay, fratello di Tamar, in<br />

fuga da tutto e tutti, nel sangue la musica di Hendrix,<br />

nelle vene l’eroina. Sullo sfondo una capitale che non è<br />

quella degli ultradossi di Mea Sharin e neppure quella del<br />

Muro del Pianto, ma brulicante città globale, lercia e<br />

uguale alle altre, dominata dalla fisica sociale di Dickens,<br />

dove i carnefici prosperano sulla pelle dei giusti, i reietti<br />

spopolano, il male si allarga come un buco nero, e gli<br />

innocenti vincono anche quando perdono. Se trovano<br />

qualcuno da prendere per mano. Qualcuno con cui<br />

correre.<br />

GIANLUCA ARNONE ✪<br />

Oded Davidoff<br />

Bar Belfer, Yonatan Bar Or<br />

Drammatico, Colore<br />

Medusa Film<br />

117’<br />

Awake<br />

anestesia cosciente<br />

Hayden Christensen a “cuore<br />

aperto” in un medical thriller dallo spunto<br />

interessante<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

Joby Harold<br />

Hayden Christensen, Jessica Alba<br />

Thriller, Colore<br />

Eagle Pictures<br />

80’<br />

DEI 21 MILIONI che ogni anno ricorrono all‘anestesia, 30<br />

mila non si addormentano. Il loro corpo è rigido, la loro<br />

mente vigile. Immobilizzati sul tavolo operatorio sentono<br />

tutto, ma non possono reagire. Il fenomeno, noto come<br />

“anestesia consapevole”, è lo spunto di Awake, medical<br />

thriller dell’esordiente Joby Harold. “Sveglio” è Hayden<br />

Christensen, rampollo dell’high class americana, bello e<br />

poco in salute: il suo cuore - diviso tra la madre possessiva<br />

(Lena Olin) e una ragazza tutta miele (Jessica Alba) – ha<br />

bisogno di un trapianto. Lui non vorrebbe, ma una volta<br />

trovato un donatore, accetta di sottoporsi all’intervento<br />

affidandosi alle mani di un chirurgo amico. Paralizzato<br />

dall’anestetico ma cosciente, vivrà l‘incubo di un’operazione<br />

a cuore aperto, scoprendosi vittima di una macchinazione.<br />

Interessante per 40 minuti, ben confezionato e dalle<br />

atmosfere sonnambule (favorite da uno score cupo e<br />

ossessivo), Awake fila liscio fino alla “sorpresa”. Che subito<br />

si esaurisce però per via del suo carattere antispettacolare<br />

(se l’eroe è immobile manca l’azione), costringendo lo script<br />

a lunghi monologhi fuori campo, salti nel tempo e situazioni<br />

grottesche. Innocuo, ma ipocondriaci e cardiopatici si<br />

astengano.<br />

DILETTA ALLIEVI ✪<br />

in sala<br />

DISCRETO


The Orphanage<br />

Regia<br />

Con<br />

Genere<br />

Distr.<br />

Durata<br />

Juan Antonio Bayona<br />

Belén Rueda, Roger Príncep,<br />

Fernando Cayo<br />

Horror, Colore<br />

Key Films<br />

100’<br />

E’ BELLO SAPERE CHE NEL MONDO<br />

dello spettacolo esistono ancora uomini<br />

come Guillermo Del Toro. Lungi dal<br />

darsi arie da star nonostante la<br />

raggiunta ribalta americana, Del Toro<br />

dedica il suo (poco) tempo libero al<br />

visionare i video (i cosiddetti show-reel)<br />

che i giovani registi gli mandano; se ciò<br />

che vede gli piace, convoca il<br />

responsabile e… gli offre un lavoro. In<br />

Italia sarebbe pura fantascienza. Così è<br />

successo che l’esordiente Juan Antonio<br />

Bayona, ha potuto realizzare The<br />

Orphanage, ovvero una delle più<br />

affascinanti e coinvolgenti ghost story<br />

degli ultimi anni.<br />

Sotto l’ala del buon Guillermo (in veste<br />

di produttore/garante) il giovane regista<br />

spagnolo ha messo in scena un film<br />

romanticamente old fashion ma che<br />

riesce, anche, a suscitare veri brividi di<br />

inquietudine. La storia ha come<br />

protagonista Laura, una donna che<br />

decide di comprarsi l’orfanatrofio in cui<br />

ha passato l’infanzia e trasformarlo in<br />

un ricovero per bambini handicappati. Il<br />

giorno dell’apertura, però, suo figlio<br />

adottivo Roger (che passava il tempo a<br />

giocare con amici immaginari)<br />

scompare misteriosamente. Laura non<br />

Il regista Juan Antonio Bayona<br />

in uscita DA NON PERDERE<br />

L’esordio di Juan Antonio Bayona per una<br />

delle più affascinanti ghost story degli ultimi anni<br />

si dà per vinta perché è convinta che i<br />

suoi piccoli “amici” tengano prigioniero<br />

il figlio all’interno della casa.<br />

Detto così non sembra nulla di<br />

originale; di bambini fantasmi ne<br />

abbiamo visti molti (troppi)<br />

ultimamente, ma il modo in cui Bayona<br />

e lo sceneggiatore Sergio Sanchez<br />

sanno orchestrare la vicenda<br />

(unitamente al twist finale) riuscirebbe<br />

a ridare vigore anche allo spunto più<br />

sfruttato. Belén Rueda è bravissima e,<br />

grazie a lei, l’incubo più grande di ogni<br />

genitore diventa anche il nostro, per<br />

non dissolversi nemmeno una volta<br />

riaccese le luci della sala. Horror gotico<br />

d’atmosfera ma anche (e forse è la cosa<br />

più importante) di personaggi, The<br />

Orphanage può contare su una regia<br />

ispirata, ricca di dettagli e primi piani<br />

“emotivi” e su un equilibrio narrativo<br />

che mira alla commozione senza mai<br />

scadere nel patetico.<br />

PAOLO ZELATI ✪<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

69<br />

i film del mese


stellaterni<br />

POPOLI<br />

E RELIGIONI<br />

Ministero<br />

per i Beni e le<br />

Attività Culturali<br />

Istituto di Studi Teologici e Storico Sociali<br />

Terni Narni Amelia<br />

TERNIFILMFESTIVAL<br />

• NOVEMBRE2008<br />

Krzysztof<br />

Maria Grazia<br />

Mimmo<br />

Alessandro<br />

Guido<br />

Barbara<br />

Gilberto<br />

Ivana<br />

Sergio<br />

Arnaldo<br />

Catherine<br />

Enzo<br />

Marzia<br />

Fondazione<br />

Cassa di Risparmio di Terni e Narni<br />

Cinema Cityplex L.go Stanislao Falchi, 3<br />

Zanussi<br />

Cucinotta<br />

Calopresti<br />

D'Alatri<br />

Chiesa<br />

Cupisti<br />

Squizzato<br />

Lotito<br />

Basso<br />

Colasanti<br />

McGilvray<br />

Decaro<br />

Ubaldi<br />

La Mama Ellen Stewart<br />

per informazioni: tel. 0744.424786<br />

www.filmfestivalpopoliereligioni.it<br />

info@filmfestivalpopoliereligioni.it<br />

Regione dell'Umbria Provincia di Terni<br />

Comune di Terni<br />

Università di Perugia<br />

Polo Scientifco<br />

Didattico di Terni<br />

Diocesi<br />

di Terni Narni Amelia<br />

Ufficio Scolastico<br />

Regionale per<br />

l’Umbria


telecomando<br />

DVD<br />

Antologia 007,<br />

Sex and the City e<br />

i Rolling Stones<br />

Borsa del cinema<br />

Distribuzioni al bivio e i<br />

segreti della sceneggiatura<br />

con Ivan Cotroneo<br />

Libri<br />

WoodyAlleneilcinema<br />

USA dopo il crollo delle<br />

Twin Towers<br />

Colonne sonore<br />

Intrecci familiari<br />

per Rachel Getting<br />

Married<br />

Homevideo, musica, industria e letteratura: novità e bilanci<br />

Europa<br />

Per la prima volta e in<br />

Collector’s Edition<br />

il capolavoro di Rossellini


Telecomando<br />

DVD di<br />

Un nuovo<br />

Monster Box con tutti i<br />

film della saga e 6<br />

classici per la prima<br />

volta in Alta Definizione<br />

Blu-ray<br />

rivista del cinematografo<br />

72 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

DVD • BORSA DEL CINEMA • LIBRI • COLONNE SONORE<br />

Valerio Sammarco<br />

21 volte Bond


ILDOMANINONMUOREMAI.<br />

Ian Fleming neanche lo sapeva<br />

(il film del ’97 con Pierce<br />

Brosnan e Michelle Yeoh nasce<br />

da un soggetto originale di<br />

Bruce Feirstein), ma il suo<br />

James Bond sta rincorrendo<br />

un’eternità che oltrepassa sia la<br />

pagina scritta che il grande<br />

schermo, per rinnovarsi continuamente<br />

e a breve lasso di<br />

tempo (due anni fa arrivò la<br />

valigetta “agente segreto style”<br />

con tutti i titoli della saga)<br />

anche nel mercato home video:<br />

in concomitanza con l’uscita<br />

cinematografica dell’ultimo 007<br />

Quantum of Solace,MGMHome<br />

Entertainment e 20th Century<br />

Fox Entertainment ripropongono-stavoltainunmonster<br />

Cofanetto d’oro (In evidenza i Blu-ray)<br />

Licenza di uccidere<br />

di Terence Young, con<br />

Sean Connery<br />

Dalla Russia con amore<br />

di Terence Young, con<br />

Sean Connery<br />

Missione Goldfinger<br />

di Guy Hamilton, con<br />

Sean Connery<br />

Thunderball -<br />

Operazione tuono<br />

di Terence Young, con<br />

Sean Connery<br />

Si vive solo due volte<br />

di Lewis Gilbert, con<br />

Sean Connery<br />

Al servizio segreto di<br />

Sua Maestà<br />

di Peter Hunt, con<br />

George Lazenby<br />

Una cascata di diamanti<br />

di Guy Hamilton, con<br />

Sean Connery<br />

Vivi e lascia morire<br />

di Guy Hamilton, con<br />

Roger Moore<br />

box dorato - tutti i 21 film con<br />

protagonista James Bond, dal<br />

1962 (Licenza di uccidere) al 2006<br />

(Casino Royale), in Edizione<br />

Speciale Doppio Disco con<br />

oltre tre ore di contenuti speciali,<br />

selezionati dal massimo<br />

esperto di James Bond, John<br />

L’uomo dalla pistola d’oro<br />

di Guy Hamilton, con<br />

Roger Moore<br />

La spia che mi amava<br />

di Lewis Gilbert con<br />

Roger Moore<br />

Moonraker: Operazione<br />

spazio<br />

di Lewis Gilbert con<br />

Roger Moore<br />

Solo per i tuoi occhi<br />

di John Glen con Roger<br />

Moore<br />

Octopussy: Operazione<br />

piovra di John Glen con<br />

Roger Moore<br />

Bersaglio mobile<br />

di John Glen con Roger<br />

Moore<br />

Zona pericolo di John<br />

Glen con Timothy Dalton<br />

Vendetta privata<br />

di John Glen con<br />

Timothy Dalton<br />

Goldeneye<br />

di Martin Campbell con<br />

Cork. Dalle scene tagliate al<br />

girato non selezionato, dai<br />

commenti audio ai provini degli<br />

attori, Cork ha monitorato oltre<br />

10.000 ore di materiale, lavorando<br />

a stretto contatto con<br />

produttori, registi e molti altri<br />

collaboratori. Fra i materiali<br />

scoperti, le interviste agli attori<br />

che hanno interpretato l’agente<br />

Pierce Brosnan<br />

Il domani non muore mai<br />

di Roger Spottiswoode<br />

con Pierce Brosnan<br />

Il mondo non basta<br />

di Michael Apted, con<br />

Pierce Brosnan<br />

La morte può attendere<br />

di Lee Tamahori con<br />

Pierce Brosnan<br />

Casino Royale<br />

di Martin Campbell con<br />

Daniel Craig<br />

007 prima di diventare famosi e<br />

il girato di Roger Moore che<br />

scherza con James Bond in una<br />

parodia televisiva del 1964. Per<br />

rimanere al passo coi tempi,<br />

poi, ecco i primi titoli in Blu-ray<br />

Disc: restaurati fotogramma<br />

per fotogramma e rimasterizzati<br />

per ottenere la più alta qualità<br />

audio/video, ecco i primi sei<br />

titoli 007 in alta definizione,<br />

disponibili sia singolarmente sia<br />

in cofanetto, Licenza di uccidere,<br />

Dalla Russia con amore e<br />

Thunderball - Operazione tuono<br />

con Sean Connery, Vivi e lascia<br />

morire e Solo per i tuoi occhi con<br />

Roger Moore e La morte può<br />

attendere con Pierce Brosnan.<br />

DISTR. 20TH CENTURY FOX ENTERTAINMENT<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

73


Telecomando<br />

DVD<br />

rivista del cinematografo<br />

74 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

DVD • BORSA DEL CINEMA • LIBRI • COLONNE SONORE<br />

Tornare a<br />

Europa ‘51<br />

Il capolavoro di Rossellini finalmente<br />

in Dvd, restaurato e in doppio disco<br />

PER LA PRIMA VOLTA IN DVD e in collector’s<br />

edition il capolavoro di Roberto Rossellini, Europa<br />

’51. Restaurato e rimasterizzato (copia della<br />

Cineteca Nazionale), il film viene proposto nella<br />

versione lunga presentata a Venezia nel ’52, con le<br />

parti diversamente doppiate della versione distribuita<br />

al cinema e delle versioni in lingua inglese<br />

integrate negli extra del DVD. Che contengono, sul<br />

primo disco, l’analisi della genesi delle diverse versioni<br />

del film a cura di Elena Dagrada, docente<br />

all’Università di Milano, mentre sul secondo – oltre<br />

al documentario Roberto Rossellini realizzato da<br />

Carlo Lizzani nel 2001 – la contestualizzazione storico-critica<br />

di Adriano Aprà e gli “sguardi dal cinema<br />

di oggi” sul film, con contributi, tra gli altri, del<br />

direttore della fotografia Luca Bigazzi e del regista<br />

Ferzan Ozpetek, che proprio in Europa ’51 trovò<br />

dichiarata ispirazione per il suo Cuore sacro.<br />

DISTR. DOLMEN HOME VIDEO<br />

La classe dei classici<br />

a cura di Bruno Fornara<br />

Fargo<br />

QUESTA RUBRICA si chiama<br />

“La classe dei classici”. Se per<br />

classico si intende, tra le altre<br />

cose, un film che ha parecchi<br />

anni sulle spalle, allora Fargo<br />

non è un classico, visto che è<br />

uscito nel 1996. Ma se classico<br />

èunfilmchehaclasseeha<br />

fatto scuola, allora Fargo ègià<br />

un classico. Presentato a<br />

Cannes (premio per la regia),<br />

Fargo non fu subito indicato<br />

come opera di alto livello. C’è<br />

volutounpo’perchélesue<br />

qualità venissero riconosciute.<br />

Oggi è da molti considerato il<br />

miglior film dei Coen e uno dei<br />

più alti risultati di quel cinema<br />

americano che sa guardare in<br />

Film in orbita<br />

a cura di Federico Pontiggia<br />

Romanzo criminale<br />

(Sky Cinema 1)<br />

REGIA Joel e Ethan<br />

Coen<br />

CON Frances<br />

McDormand,<br />

William H.<br />

Macy<br />

GENERE Thriller<br />

(1996)<br />

DISTR. 20th Century<br />

Fox<br />

maniera disincantata, lucida e<br />

acuta alla ‘pancia’ dell’America.<br />

Fargo è un noir immerso nel<br />

biancore della neve e della nebbia<br />

tra il North Dakota e il<br />

Minnesota. Un paesaggio piattoemonotonodoveilkiller<br />

che nasconde una valigia piena<br />

di soldi non sa bene come<br />

segnare il posto dove la lascia<br />

perché tutt’intorno c’è neve e<br />

solo neve. Un mondo vuoto e<br />

uniforme, dove a combattere il<br />

male c’è una splendida poliziotta,<br />

con il pancione di sette<br />

mesi, che vince facilmente la<br />

sua partita. Una volta tanto è la<br />

semplice banalità del bene ad<br />

avere la meglio.<br />

Dal romanzo di Giancarlo De Cataldo, con la regia di<br />

Stefano Sollima e la consulenza di Michele Placido,<br />

12 episodi in serie, per ritrovare il Libanese, il<br />

Freddo e il Dandi. Quando la Banda passò, in tv.<br />

Tru Calling<br />

(Mya)<br />

Regia di Rob Cohen, serial targato Fox: protagonista<br />

Tru Davies (Eliza Dushku), laureata in medicina,<br />

impiegata all’obitorio cittadino e dotata - tanto per<br />

cambiare… - di facoltà paranormali. Mano morta?<br />

Ennio Morricone<br />

(Sky Cinema Classic)<br />

Il 10 novembre il maestro dello spartito compie 80 anni.<br />

Sky lo celebra con una non-stop delle sue colonne<br />

sonore: tra gli altri, Uccellacci e uccellini, La voglia<br />

matta, I maniaci e Mission. Suonala ancora, Ennio!


Lusso di serie<br />

Sex and The City: The Movie in Limited Edition per sognare New York<br />

Odiato dai profani, amato dai cultori<br />

della serie: Sex and the City: The<br />

Movie arriva in home video e si<br />

rivolge (naturalmente) soprattutto a<br />

questi ultimi. Previsto in 3 edizioni<br />

(Semplice, Speciale con Doppio<br />

Disco, Limited con Doppio Disco<br />

racchiusa in una pochette di pelle) e<br />

arricchito da molti contenuti – “La<br />

favolosa moda di Sex and the City”<br />

(anche nell’edizione singola), “Una<br />

conversazione con Sarah Jessica<br />

Parker e Michael Patrick King”, “La<br />

colonna sonora”, “Scene addizionali<br />

con e senza il commento del regista”<br />

– con annesso concorso per<br />

aggiudicarsi un viaggio a New York<br />

alla scoperta delle location del film.<br />

DISTR. 01 DISTRIBUTION<br />

Comics & Co.<br />

BETTY BOOP COLLECTION<br />

La mia amica<br />

scimmia, Avanti<br />

il prossimo!, La<br />

scoperta di<br />

Pudgy e<br />

Questione di<br />

ritmo.La<br />

sensuale Betty<br />

Boop, icona<br />

pop-glamour nata negli anni ’30, in<br />

edizione speciale.<br />

DISTR. 01 DISTRIBUTION<br />

DICK TRACY Le avventure<br />

degli anni ’40<br />

(Dick Tracy:<br />

detective; Dick<br />

Tracy e Gruesome;<br />

Dick Tracy<br />

contro Cueball)<br />

dell’investigatore<br />

dall’impermeabile<br />

giallo creato da Chester Gould.<br />

DISTR. 01 DISTRIBUTION<br />

FLASH GORDON<br />

Fra i pionieri dei<br />

comics di<br />

fantascienza,<br />

Flash Gordon<br />

rivive in tre<br />

episodi datati<br />

1953-54: I pirati<br />

spaziali, Akim il<br />

terribile, Il respiro<br />

mortale. Per appassionati e cultori.<br />

DISTR. 01 DISTRIBUTION<br />

WANTED<br />

Prima uscita in<br />

disco singolo – a<br />

dicembre<br />

l’edizione con<br />

packaging<br />

steelbook – per<br />

l’adrenalinico<br />

action con la<br />

Jolie sparatutto,<br />

tratto dal comic di Millar e Jones.<br />

DISTR. UNIVERSAL<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

75


Telecomando<br />

DVD<br />

007 si diventa<br />

Passano gli anni, ma James Bond resta. L’agente<br />

segreto più famoso del mondo cambia gli attori<br />

che lo interpretano, ma non la formula. Grazie a<br />

007 Quantum of Solace, in uscita su PC,<br />

PlayStation 3 e Xbox 360, tutti gli appassionati di<br />

videogiochi potranno vivere le emozioni del film<br />

omonimo in uscita, ma anche del suo<br />

predecessore, Casino Royale, che vede sempre<br />

come protagonista Daniel Craig.<br />

Il titolo mette a disposizione due tipi differenti di<br />

gioco, quando ci si trova infatti nelle<br />

rivista del cinematografo<br />

76 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

DVD • BORSA DEL CINEMA • LIBRI • COLONNE SONORE<br />

Pietre miliari<br />

Extra e Bonus Songs per Shine a Light: Scorsese filma il mito<br />

Dopo quasi mezzo secolo sui palcoscenici di<br />

tutto il mondo, i Rolling Stones non solo hanno<br />

dichiarato la loro Sympathy for the Devil,macol<br />

demonio hanno firmato un vero e proprio patto:<br />

Jagger, Richards, Watts e Wood – 260 anni in 4 –<br />

suonano, cantano e rotolano come se il tempo<br />

non fosse mai passato. Rughe a parte, la<br />

potenza della loro musica e il magnetismo delle<br />

loro performance trova in Shine a Light –<br />

resoconto del doppio concerto registrato al<br />

Beacon Theatre di New York nel 2006 – la<br />

migliore delle risposte cinematografiche: Martin<br />

Agente in gioco<br />

Quantum of Solace (e un pizzico di<br />

Casino Royale) per PC, PS3 e Xbox 360<br />

Scorsese filma il mito, coadiuvato dai più grandi<br />

direttori della fotografia (come Elswith e Lubezki)<br />

guidati da Robert Richardson, costruendo un<br />

concerto nel concerto, dove montaggio e<br />

sincronizzazione del sonoro viaggiano di pari<br />

passo all’inseguimento di diaboliche e<br />

suggestive esplosioni. Negli extra, oltre a<br />

Previews e Trailer, Supplemental featurette e<br />

Bonus Songs (Undercover of the night, Paint it<br />

black, LittleT&A, I’m free).<br />

DISTR. BIM/01 DISTRIBUTION<br />

ambientazioni del primo film, lo scopo è quello di<br />

passare inosservati e avere la meglio sulle<br />

guardie. Quando invece si è nella bella Siena<br />

che fa da sfondo al secondo capitolo, 007<br />

diventa uno sparatutto dove bisogna dilettarsi in<br />

appassionanti sequenze d’azione.<br />

Per saperne di più visitate<br />

http://www.multiplayer.it<br />

ANTONIO FUCITO<br />

Sci-fi in Blu-ray<br />

ANIMATRIX<br />

Computer<br />

grafica e anime<br />

si fondono per le<br />

avventureprologo<br />

della<br />

trilogia di Matrix.<br />

Inserti speciali<br />

arricchiti<br />

rispetto alla<br />

precedente edizione non HD.<br />

DISTR. WARNER HOME VIDEO<br />

ULTIMATUM ALLA TERRA<br />

A Natale arriverà<br />

il remake con<br />

Keanu Reeves.<br />

Nel frattempo si<br />

riprenda<br />

familiarità con<br />

l’originale di Wise<br />

del 1951. Tra gli<br />

extra, il doc di<br />

Edmund North Race to oblivion<br />

DISTR. 20TH CENTURY FOX ENTERTAINMENT<br />

CLOVERFIELD<br />

Ha avuto più<br />

fortuna prima di<br />

uscire in sala.<br />

Dal viral<br />

marketing creato<br />

da J.J. Abrams<br />

alla tecnologia<br />

BRD. Nei<br />

contenuti anche i<br />

commenti del regista Matt Reeves.<br />

DISTR. PARAMOUNT<br />

E VENNE IL GIORNO<br />

Shyamalan e le<br />

minacce<br />

ambientali del<br />

nuovo millennio.<br />

Oltre agli extra<br />

dell’edizione<br />

standard, Opzione<br />

Picture & Picture,<br />

Sequenza del<br />

treno e Making of del film.<br />

DISTR. 20TH CENTURY FOX ENTERTAINMENT


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Telecomando<br />

78<br />

DVD • BORSA DEL CINEMA • LIBRI • COLONNE SONORE<br />

Borsa del cinema<br />

di Franco Montini<br />

Cambio di rotta<br />

“Ottenere proventi con i piccoli film (d’autore) è sempre più complicato”, l’allarme delle<br />

distribuzioni di qualità<br />

Spariranno dal<br />

nostro mercato<br />

i titoli più<br />

rischiosi ed<br />

innovativi<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

novembre 2008<br />

Da La banda a Ti stramo; da<br />

Daratt a The Mist. Sembrano<br />

essere drasticamente cambiate<br />

le strategie e le scelte delle distribuzioni<br />

italiane, che, in questi<br />

anni, si erano specializzate nel<br />

cinema di qualità. Il fenomeno<br />

non riguarda solo Mikado e<br />

Lucky Red, a cui si riferiscono<br />

gli esempi citati, ma un po’ tutto<br />

il settore; anche nel listino Bim,<br />

un tempo puntato prevalentemente<br />

sul cinema d’autore europeo,<br />

cresce progressivamente il<br />

numero di film americani più<br />

scopertamente commerciali.<br />

I responsabili delle varie distribuzioni<br />

spiegano che il cambiamento<br />

delle proprie politiche<br />

culturali è determinato, quasi<br />

obbligatoriamente, da una serie<br />

di motivazioni, causate dalla<br />

constatazione che ottenere proventi<br />

con i piccoli film d’autore<br />

è sempre più complicato.<br />

Perché il consumo in sala si è<br />

accelerato in maniera esasperata<br />

e non consente più di realizzare<br />

quel passaparola determinante<br />

per fare conoscere film privi di<br />

immediati richiami commerciali;<br />

perché le televisioni, sia free che<br />

pay, acquistano e pagano i film


sempre meno, vanificando dei<br />

proventi fino a qualche anno fa<br />

garantiti; perché il rapporto con<br />

i circuiti, che si sono sostituiti al<br />

singolo esercente, non permette<br />

quel contatto personale che rendeva<br />

possibile sfide e scommesse;<br />

perché la proliferazione di<br />

schermi, leggi multiplex, ha<br />

diminuito anziché aumentare la<br />

visibilità per un certo tipo di<br />

prodotto; perché l’attenzione<br />

dei media, tv e quotidiani in<br />

primo luogo, nei confronti di<br />

questo cinema è sempre più<br />

modesta; perché non esiste un<br />

nuovo, giovane pubblico per il<br />

cinema d’essai, che è consumato<br />

prevalentemente da spettatori<br />

adulti e in qualche caso ormai<br />

piuttosto anziani.<br />

Si tratta di osservazioni tutte<br />

verissime e condivisibili e ad<br />

aggravare la situazione è anche<br />

l’atteggiamento dei grandi festival,<br />

sempre più disponibili ad<br />

ospitare film evento che non<br />

hanno certo bisogno di ulteriori<br />

trampolini di lancio, e sempre<br />

meno disponibili nei confronti<br />

dei film più difficili. Proprio in<br />

occasione dell’ultima Biennale<br />

Cinema, Cesare Petrillo, amministratore<br />

unico della Teodora<br />

Film, una delle poche distribuzioni,<br />

insieme alla Archibald di<br />

Vania Traxler, che sembra<br />

determinata a restare fedele ad<br />

un cinema di qualità, lanciò una<br />

provocazione, ripresa dal quotidiano<br />

“Il manifesto”, dove si<br />

ipotizzava la sparizione del cinema<br />

d’essai dal mercato italiano,<br />

anche a causa delle scelte operate<br />

a Venezia. Petrillo faceva<br />

notare come i film italiani in<br />

concorso fossero da tempo solo<br />

ed esclusivamente quelli targati<br />

Rai o Medusa e come 11 dei<br />

film del concorso 2008 non<br />

avessero una distribuzione.<br />

Insomma, alla luce di quanto<br />

Cast & Crew<br />

esposto, il pericolo è che i film<br />

più piccoli, rischiosi ed innovativi<br />

spariscano definitivamente<br />

dal nostro mercato. Sarebbe un<br />

grave danno culturale per il<br />

consumatore italiano, ma rischia<br />

di esserlo anche da un punto di<br />

vista economico, perché da<br />

parte delle distribuzioni rinunciare<br />

ai piccoli film - da un<br />

punto di vista produttivo -<br />

di Marco Spagnoli<br />

Il potere della parola<br />

Ivan Cotroneo, sceneggiatore di talento “in fuga” dalla Legge<br />

Ivan Cotroneo è uno dei giovani sceneggiatori<br />

più apprezzati. Autore con Maria Sole<br />

Tognazzi de L’uomo che ama, sta lavorando<br />

insieme a Ferzan Ozpetek al suo nuovo film.<br />

Romanziere di successo con La Kryptonite<br />

nella borsa (che sta per diventare un film), traduttore<br />

delle opere di Hanif Kureishi e<br />

Michael Cunningham, da 4 anni insegna sceneggiatura<br />

al DAMS di Roma.<br />

Come è diventato sceneggiatore?<br />

A tre esami dalla laurea in legge a Napoli<br />

sono andato al Centro Sperimentale per fare<br />

un concorso. Ho sempre amato il cinema, ma<br />

lo avevo studiato solo da autodidatta. Passato<br />

lo scritto, ho fatto un esame orale con Age e<br />

Suso Cecchi D’Amico supplicandoli di non<br />

rispedirmi a fare l’avvocato o il notaio. Così<br />

ho iniziato a studiare a Roma e a lavorare.<br />

E’ anche romanziere, e traduttore di<br />

autori come Cunningham e Kureishi.<br />

Ho scritto racconti e sviluppato romanzi per<br />

Bompiani. Cunningham e Kureishi, non a<br />

caso, sono anche due sceneggiatori molto<br />

significa anche rinunciare ad<br />

una grande opportunità. E’ vero<br />

che il successo dei piccoli film è<br />

sempre più difficile, ma, a volte,<br />

può essere ripagante anche in<br />

termini economici. Si tratta<br />

infatti di film meno costosi di<br />

altri più commerciali e che possono<br />

rivelarsi un ottimo investimento,<br />

come accaduto con<br />

Cous cous (quasi due milioni di<br />

importanti. Sono sempre stato affascinato dal<br />

loro stile molto cinematografico.<br />

Cosa significa vedere un film tratto da<br />

una propria sceneggiatura?<br />

E’ una grande emozione, perché sentire pronunciare<br />

le parole che hai scritto da un attore<br />

o un’attrice le rende migliori e straordinarie.<br />

Un consiglio a chi vorrebbe fare il suo<br />

lavoro?<br />

Di non credere a chi dice che funzionano<br />

solo le raccomandazioni, perché non è vero.<br />

Se uno ha talento e vuole fare questo lavoro,<br />

con umiltà e pazienza, ci arriverà.<br />

1 Wall·E € 35,234,438<br />

2 Tropic Thunder € 31,307,882<br />

3 Vicky Cristina Barcelona € 33,475,107<br />

4 Babylon A.D. € 31,049,054<br />

5 Mamma Mia! € 36,978,477<br />

6 L’uomo che ama € 13 453,396<br />

7 Albakiara - Il film € 33,449,561<br />

8 No Problem € 33,415,468<br />

9 Disaster Movie € 32,245,322<br />

10 La classe € 31,010,132<br />

N.B. Le posizioni sono da riferirsi all’ultimo weekend preso in esame. Gli incassi sono complessivi<br />

euro di incasso) e Irina Palm (1,6<br />

milioni di euro). La scelta da<br />

parte della distribuzioni di qualità<br />

di puntare su film più garantiti<br />

e corposi, ovvero più cari da<br />

acquistare, ma non forti come i<br />

blockbusters, finora non ha<br />

dato risultati incoraggianti,<br />

rischiando anzi di rendere più<br />

complicati i conti di queste<br />

distribuzioni.<br />

novembre 2008<br />

Piano, Solo di<br />

Riccardo Milani,<br />

sceneggiatura di<br />

Cotroneo<br />

box office (aggiornato al 27 ottobre)<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

79


Telecomando<br />

Libri<br />

Il cinema americano<br />

dopo la sciagura del<br />

World Trade Center.<br />

Conversazioni con Allen<br />

e Intermedialità allo<br />

scoperto<br />

Usa post 9/11<br />

L’attacco terroristico alle Twin Towers ha cambiato in qualche<br />

modo le pratiche audiovisive e sociali del cinema americano?<br />

E’ questa la domanda di partenza alla quale risponde con<br />

chiarezza il libro curato da Andrea Fontana (Il cinema<br />

americano dopo l’11 settembre, ed. Morpheo, pagg. 320, €<br />

18,00) che studia il problema attraverso saggi<br />

inediti, rigorose documentazioni e un interessante<br />

spunto di analisi sulla lunga serialità americana. Lo<br />

stesso quesito anima il volume di Leonardo Gandini<br />

ed Andrea Bellavita (Ventuno per<br />

undici, ed. Le Mani, pagg. 242, €<br />

16,00) che cercano di rispondere alla<br />

stessa domanda partendo dall’analisi<br />

del linguaggio e delle trame narrative<br />

di 21 film americani (analizzati da<br />

altrettanti critici cinematografici)<br />

prodotti dopo i tragici fatti di New York.<br />

MASSIMO FAVIA<br />

rivista del cinematografo<br />

80 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

DVD • BORSA DEL CINEMA • LIBRI • COLONNE SONORE<br />

Ripartire da Zero<br />

Monumentale Woody<br />

In contemporanea con l’uscita dell’ultima fatica di<br />

Woody Allen, Vicky Cristina Barcelona, Bompiani<br />

pubblica Conversazioni su di me e tutto il resto<br />

(pagg. 600, € 21,50) monumentale libro intervista in<br />

cui Eric Lax, giornalista, biografo e da trent’anni suo<br />

intimo amico, fa da spalla a Woody Allen nel libero e<br />

a tratti esilarante racconto di una vita e una carriera<br />

eccezionali. Non perdetevi una miniera di aneddoti e una<br />

visione personale e ironica del mondo del cinema, ma<br />

soprattutto un Woody in ottima forma e<br />

profondamente umano che confessa:<br />

“Anziché continuare ad abitare nel cuore delle<br />

persone, preferirei continuare ad abitare nel<br />

mio appartamento”. Se ancora non siete sazi,<br />

fresco di stampa trovate anche Provaci<br />

ancora Sam, la piéce teatrale da cui è tratto il<br />

film (sempre Bompiani. pagg. 149, € 14,00).<br />

GIORGIA PRIOLO


Scambio alla pari<br />

Intermedialità – Videogiochi, cinema, televisione, fumetti (a<br />

cura di Matteo Bittanti, Edizioni Unicopli, pagg. 237, € 17,00)<br />

è un volume che propone di indagare il fenomeno<br />

dell’interscambio fra i moderni media, spaziando dai<br />

supporti cartacei a quelli digitali, dalla celluloide al tubo<br />

catodico. Il libro si compone di dieci saggi a cura di altrettanti<br />

studiosi internazionali e ha come cardine il videogioco, del<br />

quale si esplorano tanto i punti di contatto<br />

che lo accomunano alle altre forme di<br />

comunicazione moderne, quanto le<br />

distanze che ne fanno un medium a sé<br />

stante. Riconoscendo ad ogni mezzo di<br />

comunicazione la propria dimensione<br />

artistica e culturale, il libro approfondisce<br />

sia questioni formali che contenutistiche,<br />

fondendo terminologie tecniche ad esempi<br />

di facile comprensione.<br />

ROBERTO SEMPREBENE<br />

Pantagruelico<br />

A più di dieci anni dall’uscita del ponderoso volume Panta<br />

Cinema a cura di Enrico Ghezzi, esce un nuovo numero della<br />

rivista letteraria di Bompiani dedicato alla settima arte. Questa<br />

volta si tratta di Panta Visioni – tra cinema e letteratura<br />

(Bompiani, pagg. 505, € 34,50), a cura di Elisabetta Sgarbi,<br />

Direttore Editoriale Bompiani, nonché regista e grande<br />

cinefila, e Francesco Casetti, uno dei massimi teorici<br />

cinematografici italiani. Le premesse sono buone, e, anche<br />

solo scorrendo l’elenco degli autori che hanno<br />

collaborato, il nuovo numero di Panta assume<br />

il carattere di una prelibatezza editoriale.<br />

Da Umberto Eco a Aleksandr Sokurov, da<br />

Hanif Kureishi e Michael Cunningham a John<br />

Milius, una trentina di scrittori, sceneggiatori<br />

e registi si confrontano attraverso le più<br />

diverse forme narrative con il tema della<br />

visione cinematografica.<br />

ROBERTO SEMPREBENE<br />

Amore nero<br />

Foto di scena, backstage e appunti: Parlami d’amore<br />

(Rizzoli, € 19,90), opera prima di Silvio Muccino, dallo<br />

schermo plana sulla carta, complici gli scatti di Philippe<br />

Antonello, classe 1968, scoperto da Silvio Soldini, in carnet<br />

Gibson, Olmi e Wes Anderson, e oggi uno dei migliori<br />

fotografi italiani per il cinema. Destinatari? I fan di Muccino<br />

e Carolina Crescentini, da scoprire, fuori e dentro il set, in<br />

144 pagine e 200 foto inedite. Dai colori<br />

di Antonello al Nero al Nero di Gregorio<br />

Napoli, evocativo titolo per la<br />

“Identificazione di Louis Nero, cineasta<br />

indipendente” (Barbieri Selvaggi<br />

Editori, € 14,00). “Identificazione o, con<br />

benevola ironia, vivisezione”, dice il<br />

critico, che loda Nero – 4 film all’attivo:<br />

Golem, Pianosequenza, Hans e La<br />

Rabbia – per coerenza e coraggio artistico.<br />

FEDERICO PONTIGGIA<br />

Dal sogno<br />

all’incubo<br />

Il Giro di vite di Henry James tra schermo e psicanalisi<br />

di Massimo Favia<br />

L’infinita<br />

sfumatura<br />

Cesare Secchi<br />

Ed. ETS,<br />

€ 18,00<br />

Nel 1898 Henry James scriveva uno dei racconti<br />

più innovativi e affascinanti della letteratura gotica<br />

americana: Il giro di vite, l’avventura di una<br />

governante che si ritrova ad accudire due<br />

splendidi bambini tra visioni spettrali e misteri<br />

inquietanti. In questo libro Cesare Secchi - autore<br />

de L’infinita sfumatura (ed. ETS, pagg. 246, €18,00) -<br />

approfondisce ed analizza con una lettura<br />

psicoanalitica la trasposizione cinematografica del<br />

testo eseguita da Jack Clayton in The Innocents<br />

del 1961 che rilegge il racconto di James in “una<br />

ispirata sintesi linguistica ed interpretativa”.<br />

L’analisi si sofferma a lungo sul film (cosceneggiato<br />

da Truman Capote) che mantiene<br />

intatto lo stile visionario del romanzo attraverso<br />

una punteggiatura evocativa ed asincrona (lunghe<br />

dissolvenze incrociate, profondità di campo).<br />

L’autore scandaglia l’immagine filmica per svelare,<br />

da un incontro con il testo stesso, le pulsioni<br />

oniriche che vi si nascondono: il racconto diviene<br />

occasione per risvegliare il proprio inconscio<br />

tramite il suo acuto senso visivo. Nel libro si<br />

esplora quindi la letteratura critica del romanzo<br />

per poi passare al confronto delle sue<br />

innumerevoli trascrizioni nei media; in particolare<br />

Secchi si sofferma sull’opera lirica Turn of the<br />

Screen di Benjamin Britten (1954) che costituisce<br />

“uno dei momenti privilegiati nella messa in forma<br />

della reazione affettivo/fantastica della novella”.<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

81


Telecomando<br />

rivista del cinematografo<br />

82 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

DVD • BORSA DEL CINEMA • LIBRI • COLONNE SONORE<br />

Colonne Sonore<br />

di Ermanno Comuzio<br />

Wall•E<br />

Quasi un film muto,<br />

la nona meraviglia<br />

della galassia Pixar. Se non fosse per<br />

qualche sparuto dialogo, e per le musiche di<br />

Thomas Newman, tanto fondamentali quanto<br />

poco intrusive. Elogio della leggerezza, a<br />

misura di robot.<br />

Per tutti i gusti<br />

a cura di Federico Pontiggia<br />

Women<br />

Beato tra le donne?<br />

Macché, Mark<br />

Isham, big dello spartito hollywoodiano, non<br />

deve gradire la compagnia femminile.<br />

Almeno a giudicare dallo score mellifluo e<br />

ridondante composto per la commedia allwomen<br />

della English. Misogino.<br />

Visti da vicino<br />

Contaminazioni<br />

per Demme<br />

Classico e moderno, jazz-rock e musica<br />

araba al matrimonio di Rachel<br />

OGGI NON SI FANNO<br />

più molte distinzioni tra il<br />

tradizionale “commento” e<br />

i sottofondi musicali, tra la<br />

tessitura che aggiunge significati<br />

alle immagini e il tappeto<br />

sonoro che accompagnalavicendaricorrendoal<br />

repertorio “leggero” o a<br />

complessiinazionepresenti<br />

“in scena”. Giungendo<br />

spesso a risultati incerti,<br />

insignificanti dal punto di<br />

vista dell’accordo suonoimmagine.<br />

Un film che fa eccezione,<br />

avvalendosi della musica “di<br />

scena”, eseguita a vista, che<br />

però nel contempo assume<br />

funzioni di commento, è<br />

Rachel Getting Married di<br />

Jonathan Demme.<br />

Nel raccontare l’incontroscontro<br />

di personaggi problematici<br />

raccolti attorno ad<br />

una festa di matrimonio,<br />

Demme fa ricorso all’apporto<br />

di musicisti amici,<br />

alcuni già utilizzati in suoi<br />

film precedenti. Gli esecutori<br />

partecipano non solo<br />

come musicisti scritturati<br />

per l’occasione dai padroni<br />

di casa ma anche come<br />

amici di famiglia. I principali<br />

sono Donald Harrison jr.,<br />

sassofonista jazz di New<br />

Orleans, e Zafer Tawill, violinista<br />

e batterista palestinese.<br />

Tutti gli esecutori di<br />

musica araba sono da<br />

tempo attivi negli USA, e<br />

producono musica “contaminata”<br />

tra Oriente ed<br />

Occidente, così come fanno<br />

del resto gli americani.<br />

Tra i quali il figlio del regista,<br />

Brooklyn Demme, la<br />

madre di Harrison, cultrice<br />

delle tradizioni culturali di<br />

New Orleans, e il nipote<br />

Christian Scott, trombettista.<br />

Tutto in famiglia o<br />

quasi. Con esiti consoni ai<br />

personaggi, ai fatti e all’atmosfera.<br />

Il passato è una<br />

terra straniera<br />

La ragazza del lago,<br />

Il Divo eora<br />

l’adattamento da Carofiglio firmato Vicari: oltre<br />

che il nostro miglior compositore, Teho Teardo<br />

è garanzia di qualità. Score straniante e fluido,<br />

che percorre elettronicamente una Bari<br />

inedita: applausi!


26<br />

TORINO<br />

FILM FESTIVAL<br />

21-29 NOVEMBRE 2008<br />

con il contributo di main sponsor<br />

foto www.creativecommons.org / design:<br />

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