PROTAGONISTI da nessuna parte. Nel suo percorso professionale la fortuna quanto ha pesato? In quale misura è stata importante per la sua carriera? Molto. Per fortuna intendo una concomitanza di elementi come trovarsi nel posto giusto, al momento giusto e con le persone giuste. Il momento giusto, per me, è stato dagli anni ’70 fino alla seconda metà degli ‘80, quando ci fu lo scandalo del metanolo. (Aggiungere metanolo voleva dire far salire illecitamente di gradazione alcolica e quindi di valore commerciale, che i prodotti più vili della spremitura delle uve). Terminati gli studi, ritornato in Umbria, cominciai a lavorare nel 1969. Era un momento in cui, non ancora, in Italia, c’era la ricerca della qualità nella produzione. Ciò che con- 16 www.tuttorvieto.it tava era solo la quantità. Tutto era scientificamente orientato verso i grandi numeri a discapito, ovviamente, della qualità. Non per colpa di chi produceva, o almeno non solo, ma anche del mercato che all’epoca non aveva questa esigenza nella ricerca della qualità del vino. Poi il caso metanolo ha rappresentato il giro di boa nell’enologia italiana. Sembrava il colpo di grazia, invece, anche se amaramente per le conseguenze che ha avuto, è stato il risveglio, la presa di coscienza che, o si cambiava sistema o eravamo destinati a scomparire dalla faccia dei produttori. A quel punto devo dire che grande impulso lo hanno dato le cantine del posto. Io ho prestato la mia collaborazione per molte cantine dell’Orvietano, Monrubio, Cardeto, Carraia, piccoli privati e l’esperienza in queste realtà è stata determinante per la mia carriera. Lavorare dove si è nati non è mai facile ma è proprio questa difficoltà che, se presa per il giusto verso, tempra e da esperienza. Il posto giusto: mi sono ritrovato a lavorare in Umbria, Lazio, Marche, Puglia, Sicilia…tutti territori in cui nessuno credeva. E’ stata la mia fortuna. Persone giuste: sono state tante che mi hanno convinto, più per loro testardaggine che per mia convinzione, a voler fare dei vini in territori ritenuti assolutamente inadatti, e poi invece il risultato è stato straordinario. Il mio momento decisivo, però, forse è stato quando ho cominciato a viaggiare, a fare esperienza all’estero, specialmente in America. Lavorare in Italia ma conoscere l’estero. Dovevo sapere cosa facevano gli altri, non per copiare ma per capire cosa quella gente avrebbe voluto scoprire in un buon vino, quel mix di pas- L’azienda agricola Falesco di Montecchio
RENDERCAD FORMAZIONE www.tuttorvieto.it 17