LA PASSIONE VESTE DI ROSSO di T.Radley (2).pdf - EHarmony.it
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TESSA RADLEY<br />
<strong>LA</strong> <strong>PASSIONE</strong><br />
<strong>VESTE</strong> <strong>DI</strong> <strong>ROSSO</strong>
Cap<strong>it</strong>olo<br />
1<br />
COM'ERA POTUTO finire tutto in quel modo?<br />
Rebecca Grainger si portò le mani allo stomaco,<br />
colp<strong>it</strong>a da un senso <strong>di</strong> nausea. Se almeno fosse riusc<strong>it</strong>a<br />
a non pensarci, forse anche quel fasti<strong>di</strong>o se ne<br />
sarebbe andato. Il matrimonio aveva la prior<strong>it</strong>à su<br />
tutto, si <strong>di</strong>sse Rebecca, doveva concentrarsi: era già<br />
stata pagata, l'assegno le era stato sbattuto in faccia<br />
la sera prima.<br />
La sera prima. Quel bacio. No, non doveva pensare<br />
alla sera prima.<br />
Doveva concentrarsi sul matrimonio. Un evento<br />
in casa Asteriades. Il soff<strong>it</strong>to a volte della sala da<br />
ballo dell'Hotel San Lorenzo <strong>di</strong> Auckland era stato<br />
addobbato con strisce <strong>di</strong> stoffa bianca, come un romantico<br />
pergolato. Ghirlande <strong>di</strong> edera e rose bianche<br />
decoravano la sala, profumandola in maniera inebriante.<br />
Al centro della pista da ballo semivuota Damon<br />
Asteriades faceva volteggiare la novella sposa sulle<br />
note del melo<strong>di</strong>oso Bel Danubio blu, con la sua folta<br />
capigliatura nera accostata a quella biondo chiaro<br />
<strong>di</strong> lei. Lui rappresentava al cento per cento la tipica<br />
bellezza greca maschile, dalla punta dei capelli nero<br />
5
corvino, fino alle estrem<strong>it</strong>à delle <strong>di</strong>ta abbronzate,<br />
con la sicurezza impulsiva <strong>di</strong> ogni uomo greco,<br />
convinto <strong>di</strong> avere sempre ragione. E in questo momento<br />
Rebecca sperava che fosse lontano un milione<br />
<strong>di</strong> anni luce.<br />
«Mio figlio è uno sciocco.»<br />
Al sentire la voce <strong>di</strong> Soula Asteriades, madre <strong>di</strong><br />
Damon e vedova del potente Ari Asteriades, Rebecca<br />
sorrise e <strong>di</strong>sse: «A Damon importa poco».<br />
«Per non parlare <strong>di</strong> te, Rebecca! Mia cara, dovevi<br />
proprio indossare un ab<strong>it</strong>o scarlatto? Come un panno<br />
rosso davanti a un toro?» Soula sospirò. «Questo<br />
ab<strong>it</strong>o malizioso non farà che alimentare le malelingue.»<br />
Rebecca rise e abbassò lo sguardo sul suo ab<strong>it</strong>o<br />
stravagante firmato Vera Wong. «Che parlino, non<br />
m'importa. Per lo meno non rubo la scena alla sposa,<br />
indossando un ab<strong>it</strong>o bianco.»<br />
«Ma avresti dovuto farlo. Saresti stata una sposa<br />
perfetta. Se solo Ari fosse stato qui, forse avrebbe<br />
fatto ragionare quella testa calda <strong>di</strong> nostro figlio.»<br />
Rebecca squadrò la donna con stupore. «Soula?»<br />
«Questo matrimonio è un errore, ma ormai è tar<strong>di</strong>.<br />
Mio figlio ha preso una decisione e deve rispettarla.<br />
Non posso più <strong>di</strong>re niente.» Soula sparì tra la<br />
folla.<br />
Sconcertata, Rebecca guardò verso la pista. Damon<br />
scelse quell'attimo per mostrare insol<strong>it</strong>amente<br />
il suo affetto in pubblico, dando un bacio sul capo<br />
della sua sposa, la quale sollevò lo sguardo, sorpresa.<br />
Rebecca desiderò che Damon fosse nello stesso<br />
posto in cui era lei al momento... all'inferno.<br />
Non riuscì a continuare a guardare e chiuse gli<br />
occhi. La testa le doleva per una sorta <strong>di</strong> tensione<br />
6
interiore, per la giornata stressante e per il vino bevuto<br />
la sera prima. Non vedeva l'ora che il matrimonio<br />
finisse, per liberarsi <strong>di</strong> quell'amaro sapore <strong>di</strong><br />
tra<strong>di</strong>mento.<br />
«Vieni. È ora che ci uniamo a loro.»<br />
I pensieri dolorosi <strong>di</strong> Rebecca furono interrotti da<br />
una mano posatasi sul suo braccio freddo e si rese<br />
sub<strong>it</strong>o conto che la musica proveniente dal palco<br />
rialzato si stava attenuando. Savvas, il fratello e testimone<br />
dello sposo, la guardava in attesa <strong>di</strong> una sua<br />
reazione.<br />
Lei si sforzò <strong>di</strong> sorridere. «Scusami, Savvas, ero<br />
lontana mille miglia.»<br />
Lui le rivolse un ampio sorriso. «Smettila <strong>di</strong> preoccuparti,<br />
è tutto magnifico: i fiori, il menu, la torta,<br />
l'ab<strong>it</strong>o. Avrai una fila <strong>di</strong> ragazze che ti chiederanno<br />
<strong>di</strong> organizzare il loro giorno più bello.»<br />
Rebecca rimase sorpresa <strong>di</strong> fronte all'entusiasmo<br />
<strong>di</strong> Savvas. Organizzare un altro matrimonio per l'alta<br />
società <strong>di</strong> Auckland era l'ultima cosa che voleva,<br />
però era sollevata dal fatto che Savvas associasse la<br />
sua ansietà all'es<strong>it</strong>o della cerimonia. Nessuno sapeva<br />
perché era stata ag<strong>it</strong>ata tutto il giorno. O perché<br />
il ricordo <strong>di</strong> quelle nozze si sarebbe posato come un<br />
velo cupo su ogni matrimonio che avrebbe organizzato<br />
in futuro.<br />
Come aveva potuto essere così stupida la sera<br />
prima?<br />
«Vieni.» Savvas la tirò a sé con insistenza.<br />
Lei non si mosse <strong>di</strong> un millimetro, puntando i<br />
pie<strong>di</strong>. «Non ballo mai ai matrimoni che organizzo.»<br />
Dietro le spalle <strong>di</strong> Savvas incontrò lo sguardo<br />
sprezzante dello sposo e si sentì fer<strong>it</strong>a.<br />
«Niente scuse. Stasera non lavori e devi ballare.<br />
7
Per tra<strong>di</strong>zione, il testimone e la damigella si uniscono<br />
alle danze dopo gli sposi. Stanno aspettando tutti.»<br />
Rebecca si guardò attorno e si accorse che era vero:<br />
numerose coppie elegantemente vest<strong>it</strong>e si erano<br />
avvicinate ai bor<strong>di</strong> della pista e attendevano un loro<br />
segno. Perfino la madre <strong>di</strong> Damon era lì e la guardava<br />
con comprensione. Rebecca sollevò il mento e<br />
toccò istintivamente il ciondolo <strong>di</strong> opale che le pendeva<br />
sul petto.<br />
Quin<strong>di</strong> il suo sguardo si scontrò con del blu, un<br />
blu freddo come il ghiaccio. Damon Asteriades le<br />
lanciò un'occhiata truce; la bocca non nascondeva il<br />
suo <strong>di</strong>sappunto, mentre teneva stretta a sé la sposa.<br />
La sposa.<br />
Fliss.<br />
Rebecca inclinò la testa, fece passare la sua mano<br />
gelida attorno al braccio che le porgeva Savvas e,<br />
fingendo <strong>di</strong> sorridere, si lasciò condurre in pista,<br />
mentre l'ab<strong>it</strong>o rosso vivo svolazzava <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là.<br />
Avrebbe ballato. Al <strong>di</strong>avolo Damon Asteriades!<br />
E avrebbe anche sorriso. Damon non avrebbe mai<br />
saputo quanto le fosse costato organizzare il matrimonio<br />
e come si fosse sent<strong>it</strong>a ad accompagnarli all'altare.<br />
Oh, certo che avrebbe ballato. Sarebbe stata più<br />
insolente del sol<strong>it</strong>o e nessuno avrebbe colto l'angoscia<br />
che la tormentava. Avrebbero visto quello che<br />
vedevano sempre: una Rebecca spudorata e in<strong>di</strong>pendente.<br />
Non avrebbe più permesso che quel sentimento<br />
così vivo e ardente la rendesse ancora vulnerabile.<br />
Faceva troppo male.<br />
Sorrise con determinazione a Savvas, mentre lui<br />
8
le passava un braccio attorno alla v<strong>it</strong>a, e ignorò lo<br />
sguardo torvo proveniente dal centro della pista.<br />
«Ehi, fratello, ora tocca a me ballare con la sposa.»<br />
Sorpresa dalle parole <strong>di</strong> Savvas, Rebecca si riprese<br />
dal torpore in cui si era rifugiata per non provare<br />
dolore o emozioni. L'interruzione la riportò improvvisamente<br />
al presente, alla sala da ballo. Savvas<br />
si allontanò mentre la musica romantica scemava.<br />
Di fronte a lei c'era la sua punizione, l'uomo a cui<br />
sapeva che non sarebbe mai sfugg<strong>it</strong>a.<br />
Anche con la luce così fioca i suoi occhi blu scintillavano.<br />
Solo il profilo del naso, che aveva chiaramente<br />
sub<strong>it</strong>o più <strong>di</strong> una frattura, allontanava il suo<br />
viso dalla bellezza classica che la sua bocca carnosa<br />
e gli zigomi alti sembravano rappresentare. Al contrario,<br />
gli conferiva un che <strong>di</strong> pericoloso e al tempo<br />
stesso sensuale, da pirata moderno.<br />
Lei guardò dall'altra parte, cercando <strong>di</strong> fermare il<br />
suo ballerino.<br />
Ma Savvas se ne era già andato e faceva volteggiare<br />
Fliss. Sentendosi terribilmente sola, Rebecca<br />
attese, con il cuore che le batteva forte per l'apprensione,<br />
rifiutandosi <strong>di</strong> guardare Damon.<br />
«Ora provi a sedurre mio fratello? Un altro spiraglio<br />
verso il patrimonio degli Asteriades, eh?» Lei<br />
rimase sbalor<strong>di</strong>ta a quelle parole ciniche. C'era<br />
qualcosa <strong>di</strong> cupo e ag<strong>it</strong>ato nei suoi occhi.<br />
Lui era arrabbiato?<br />
E lei?<br />
Cosa gli dava il <strong>di</strong>r<strong>it</strong>to <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>carla? Non la conosceva<br />
e non ci aveva neanche mai provato.<br />
9
«Vai al <strong>di</strong>avolo» mormorò lei con un sorriso amaro,<br />
facendo per allontanarsi.<br />
«Oh, no, Rebecca.» La prese per il gom<strong>it</strong>o con<br />
forza. «Non sarà così facile. Non ti permetterò <strong>di</strong><br />
fare una sceneggiata e lasciarmi qui da solo in pista.<br />
Non ti prenderai gioco <strong>di</strong> me.»<br />
Rebecca cercò <strong>di</strong> liberarsi, ma la stretta era forte:<br />
non aveva speranze <strong>di</strong> sfuggire a Damon Asteriades,<br />
anche se l'ultima cosa che voleva era essere tenuta<br />
tra le sue braccia e ballare con lui.<br />
No.<br />
Doveva averlo detto ad alta voce, perché la bocca<br />
<strong>di</strong> lui si era ridotta a una linea dura, mentre la faceva<br />
ruotare per guardarla in faccia.<br />
«Sì» sibilò lui. I suoi occhi erano <strong>di</strong>ventati due<br />
severe fessure color cobalto. «Ballerai con me.»<br />
Non appena le note gioiose del valzer successivo<br />
iniziarono a suonare, la sua mano destra si posò sul<br />
fianco <strong>di</strong> lei. «Per una volta nella tua v<strong>it</strong>a <strong>di</strong> egoista<br />
farai qualcosa per un'altra persona. Non ti permetterò<br />
<strong>di</strong> rovinare la giornata a Felic<strong>it</strong>y.»<br />
Proprio come lui aveva già <strong>di</strong>strutto la sua.<br />
Rebecca ebbe la tentazione <strong>di</strong> scoppiare in una<br />
risata isterica. Damon non aveva alcuna idea... non<br />
sapeva che avrebbe <strong>di</strong>strutto anche quella <strong>di</strong> Fliss.<br />
La sua cara, amata Fliss, sua sorella, anche se non<br />
<strong>di</strong> sangue, la sua partner in affari. O per lo meno lo<br />
era stata fino alla sera precedente, quando, dopo le<br />
prove generali del matrimonio, Fliss aveva sottoscr<strong>it</strong>to<br />
il trasferimento delle azioni della Dream Occasions<br />
a Rebecca.<br />
E perché?<br />
Perché lo aveva preteso Damon.<br />
Il padrone e signore aveva chiar<strong>it</strong>o che voleva<br />
10
che tutti i ponti con Rebecca venissero tagliati e<br />
Fliss aveva sub<strong>it</strong>o ubbi<strong>di</strong>to. Rebecca aveva reag<strong>it</strong>o<br />
in maniera impulsiva, ma quella sua ira nascondeva<br />
il dolore per essere stata fer<strong>it</strong>a. Sapeva perché Fliss<br />
aveva ceduto e sapeva anche perché l'amica aveva<br />
un <strong>di</strong>sperato bisogno <strong>di</strong> sposare un uomo completamente<br />
inadatto a lei.<br />
Ma Fliss avrebbe dovuto saperlo, non avrebbe<br />
mai dovuto accettare <strong>di</strong> sposarlo. Al tempo stesso<br />
come poteva rifiutarsi? Fliss desiderava sicurezza,<br />
come era già accaduto anche a Rebecca, e non vedeva<br />
il pericolo che correva. In Damon vedeva solo<br />
una grande forza, potenza e ricchezza.<br />
Damon era troppo sicuro <strong>di</strong> sé. L'avrebbe dominata.<br />
Fliss non sarebbe mai riusc<strong>it</strong>a a tenergli testa.<br />
Rebecca temeva che si sarebbe avvizz<strong>it</strong>a. Per questo<br />
la sera precedente aveva deciso <strong>di</strong> prendere in mano<br />
la s<strong>it</strong>uazione.<br />
Un brivido freddo le attraversò la spina dorsale.<br />
Rebecca tremò al pensiero <strong>di</strong> quello che era successo<br />
in segu<strong>it</strong>o.<br />
E ancora dopo...<br />
Cielo! Non avrebbe mai <strong>di</strong>menticato l'ira <strong>di</strong> Damon,<br />
il suo <strong>di</strong>sprezzo o la passione furiosa per tutta<br />
la v<strong>it</strong>a. Neanche l'alcol bevuto in segu<strong>it</strong>o aveva<br />
smorzato il dolore, la consapevolezza <strong>di</strong> quello che<br />
le era costato quell'ultimo tentativo <strong>di</strong>sperato.<br />
«Fliss» sussurrò lei gentilmente, mentre la mano<br />
<strong>di</strong> Damon afferrava la sua, per coinvolgerla in un<br />
valzer.<br />
Damon la guardò con aria interrogativa.<br />
«Le piace essere chiamata Fliss. Non te l'ha ancora<br />
detto?»<br />
Lo sguardo cupo <strong>di</strong> lui si posò su <strong>di</strong> lei e Rebecca<br />
11
sentì il calore della sua mano sulla v<strong>it</strong>a e il profumo<br />
sexy e intenso.<br />
«Si chiama Felic<strong>it</strong>y» sottolineò lui duramente. «È<br />
un bel nome, allegro. L'altro non ha consistenza.»<br />
«Ma lei lo o<strong>di</strong>a. Non ti importa?»<br />
Quel nome ricordava a Fliss momenti meno felici,<br />
un'infanzia da bambina timida, v<strong>it</strong>tima del bullismo<br />
dei compagni <strong>di</strong> scuola, in quanto proveniente<br />
da un orfanotrofio, e <strong>di</strong> gen<strong>it</strong>ori adottivi troppo severi<br />
e <strong>di</strong>stanti. Rebecca lo sapeva, perché anche lei<br />
era stata cresciuta dalla stessa coppia. Come poteva<br />
spiegarlo a Damon? Rebecca ricordò a se stessa che<br />
non era più il bastone a cui Fliss si sarebbe appoggiata.<br />
Ora stava a lei comunicare al mar<strong>it</strong>o le sue<br />
scelte.<br />
Per un attimo Damon sembrò colto alla sprovvista,<br />
ma il suo viso si fece sub<strong>it</strong>o duro. «Non ti riguarda<br />
come chiamo mia moglie. La sola cosa che<br />
ti chiedo è <strong>di</strong> non rovinare questa giornata.»<br />
Mia moglie.<br />
Ancora una volta quella durezza la ferì. Rebecca<br />
allontanò il dolore, se ne sarebbe occupata più tar<strong>di</strong>,<br />
al termine <strong>di</strong> questa giornata da <strong>di</strong>menticare.<br />
«E come potrei?» Sollevò un sopracciglio, fingendo<br />
una spensieratezza che non provava affatto.<br />
«Savvas mi ha detto che è tutto magnifico... Che è<br />
un'occasione da sogno. Non è possibile guastarla.»<br />
Ogni parola che pronunciava era un colpo al suo<br />
cuore già <strong>di</strong>strutto.<br />
«Non essere ottusa. Non dub<strong>it</strong>o delle tue capac<strong>it</strong>à<br />
professionali. È la tua inclinazione ai problemi che<br />
mi preoccupa.»<br />
Se solo fosse riusc<strong>it</strong>a a o<strong>di</strong>arlo.<br />
Damon la <strong>di</strong>sprezzava. E in quel momento nean-<br />
12
che a lei piaceva molto lui. A essere onesti, la cosa<br />
che più <strong>di</strong> ogni altra avrebbe desiderato fare sarebbe<br />
stato cancellare dalla faccia della terra Damon Asteriades,<br />
magnate dell'economia, milionario e... l'uomo<br />
più cocciuto e manipolatore che avesse mai conosciuto.<br />
Un senso <strong>di</strong> ribellione pervase Rebecca. Forse<br />
avrebbe dovuto dargli motivo <strong>di</strong> preoccuparsi. Punirlo<br />
un po'.<br />
Gli mostrò il suo sorriso più pacato e sensuale.<br />
«Problema? Dicono che sia il mio secondo nome.»<br />
«Tu sei il problema.» Le sue labbra si mossero a<br />
stento. I suoi occhi erano più duri dei <strong>di</strong>amanti al<br />
collo <strong>di</strong> Fliss. «Non voglio che parli con Savvas.<br />
Lascialo stare. Non lo accalappierai.»<br />
Il suo <strong>di</strong>sprezzo per Damon vacillò. La reazione<br />
<strong>di</strong> lui era preve<strong>di</strong>bile. Prima <strong>di</strong> incontrarlo aveva<br />
sent<strong>it</strong>o molto parlare <strong>di</strong> lui, dei suoi successi, delle<br />
sue idee decise e intelligenti, della sua bellezza<br />
sconvolgente. Ma non si sarebbe mai aspettata <strong>di</strong><br />
provare quell'emozione così forte e pura. Si erano<br />
incontrati a un matrimonio organizzato da lei e Fliss<br />
per un collega <strong>di</strong> lui. Aveva dato un'occhiata a quel<br />
ragazzo stupendo e magnetico e aveva perso la testa.<br />
Le era apparso affascinante e premuroso. Finché<br />
lui non aveva scoperto che era la scandalosa vedova<br />
<strong>di</strong> Aaron Grainger. E in un attimo era cambiato. Era<br />
<strong>di</strong>ventato freddo e <strong>di</strong>stante. Le aveva rivolto uno<br />
sguardo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo, quin<strong>di</strong> si era congedato e si<br />
era allontanato per fare le congratulazioni allo sposo.<br />
Ma ormai era troppo tar<strong>di</strong> per essere cauti. Si era<br />
presa una cotta colossale.<br />
Persa nei suoi pensieri, Rebecca si lasciò trasci-<br />
13
nare dalla musica. Per un attimo anche lui si mosse<br />
a tempo, ma un secondo dopo si irrigidì e si allontanò.<br />
Era sempre stato così.<br />
Dopo quel primo incontro lei lo aveva cercato più<br />
volte, spudoratamente, usando le sue conoscenze<br />
come vedova <strong>di</strong> Aaron Grainger per farsi inv<strong>it</strong>are<br />
nei luoghi frequentati da lui. Ogni volta che aveva<br />
sperato in un po' <strong>di</strong> dolcezza, <strong>di</strong> calore umano era<br />
stata delusa. Finché non aveva cap<strong>it</strong>o che quella attrazione<br />
coinvolgente esisteva solo nella sua mente.<br />
Come se Damon non avesse mai provato niente.<br />
La scoperta l'aveva annientata.<br />
Anche ora, mentre ballavano, il corpo <strong>di</strong> lui era<br />
rigido, tutto d'un pezzo, il suo sguardo fisso su qualcosa<br />
al <strong>di</strong> sopra delle spalle <strong>di</strong> lei, totalmente <strong>di</strong>stante.<br />
Era destino. Nella sua v<strong>it</strong>a niente era mai risultato<br />
facile, perché avrebbe dovuto esserlo innamorarsi?<br />
Ma non si sarebbe mai immaginata un destino<br />
così crudele: che Damon desse un'occhiata alla<br />
bionda dolcezza <strong>di</strong> Fliss e la volesse tutta per sé.<br />
Quanto l'aveva devastata saperlo.<br />
E non poteva fare niente per cambiare le cose.<br />
La sera precedente ne aveva avuto le prove...<br />
Oh, cielo, la sera precedente...<br />
Fissò la bocca rigida <strong>di</strong> lui, ripensò alla pressione<br />
forte e bramosa, ricordò come...<br />
No, non pensarci.<br />
A quel punto Rebecca <strong>di</strong>sse la prima cosa che le<br />
passò per la testa. «Tu e Savvas ballate molto bene.<br />
Avete fatto un corso?»<br />
«Dimenticati <strong>di</strong> come balla Savvas, piccola piantagrane»<br />
la frenò lui senza giri <strong>di</strong> parole. «Voglio<br />
14
che tu stia lontana da lui, è troppo giovane.»<br />
Piantagrane?<br />
E perché no? Cosa aveva da perdere? Rebecca<br />
cercò <strong>di</strong> non sentire la voce sprezzante <strong>di</strong> lui e, canticchiando<br />
la melo<strong>di</strong>a del valzer, lasciò che il suo<br />
corpo si strusciasse contro quello <strong>di</strong> lui.<br />
«Smettila!» La mano <strong>di</strong> Damon le lasciò la v<strong>it</strong>a e<br />
le si posò sulla spalla, per cercare <strong>di</strong> tenerla a bada.<br />
Lei resistette alla tentazione <strong>di</strong> sprofondare tra le<br />
sue braccia, mentre la <strong>di</strong>sperazione aveva il sopravvento.<br />
Cercò <strong>di</strong> rimanere dr<strong>it</strong>ta e <strong>di</strong> muoversi dolcemente,<br />
rivolgendogli un sorriso ironico. Lui rispose<br />
al suo sguardo con qualcosa <strong>di</strong> più intenso<br />
della rabbia.<br />
Il suo <strong>di</strong>sgusto, la sua <strong>di</strong>ffidenza la segnarono<br />
profondamente.<br />
Cosa sto facendo?<br />
Si lasciò andare contro <strong>di</strong> lui, senza più riuscire a<br />
lottare.<br />
Il corpo <strong>di</strong> Damon si irrigidì, quin<strong>di</strong> la allontanò<br />
con fermezza, tenendola a una certa <strong>di</strong>stanza. Il dolore<br />
dentro <strong>di</strong> lei si fece più intenso. Cosa stava cercando<br />
<strong>di</strong> provare? Damon aveva ragione. Stava<br />
sbagliando. Per quanto lui l'avesse fatta soffrire e<br />
mer<strong>it</strong>asse <strong>di</strong> essere trattato male, il matrimonio <strong>di</strong><br />
Fliss non era il posto giusto per <strong>di</strong>mostrarglielo. E<br />
non valeva neanche la pena che lei perdesse l'ultima<br />
cosa rimastale, il rispetto <strong>di</strong> sé.<br />
Ma non c'era motivo per non punzecchiarlo almeno<br />
un pochino.<br />
«Savvas mi ha detto che ha ventisette anni, quin<strong>di</strong><br />
tre più <strong>di</strong> me: una <strong>di</strong>fferenza perfetta.»<br />
«Ascoltami!» Damon sembrava aver raggiunto il<br />
lim<strong>it</strong>e. «Mio fratello ha poca esperienza. Non va<br />
15
ene per una donna come te. Sono stato chiaro?»<br />
Quelle parole lasciarono il segno.<br />
«Una donna come me?»<br />
La rabbia per quell'ingiustizia l'assalì.<br />
Damon Asteriades non aveva alcuna idea <strong>di</strong> che<br />
tipo <strong>di</strong> donna fosse. Come poteva essere così cieco?<br />
Come poteva non riconoscere quello che c'era tra <strong>di</strong><br />
loro? Non avrebbe dovuto sposare Fliss, o qualunque<br />
altra donna. C'era solo una donna per lui sulla<br />
faccia della terra. Lei.<br />
Ecco. L'aveva ammesso.<br />
Ammesso quello che la faceva soffrire così tanto.<br />
Quello che lui si era sempre rifiutato <strong>di</strong> riconoscere.<br />
E ora era troppo tar<strong>di</strong>.<br />
Ora era sposato.<br />
Con Fliss.<br />
Eppure quella cosa... quella forza ardeva <strong>di</strong> v<strong>it</strong>a<br />
propria e alcune volte, come ora, lei era quasi convinta<br />
che lui ne fosse consapevole, che quasi la temesse.<br />
Rebecca provò a far scorrere le <strong>di</strong>ta lungo la<br />
spalla <strong>di</strong> lui, sul suo ab<strong>it</strong>o da sposo, fino ad arrivare<br />
al collo.<br />
«Vergognati! Non sai niente <strong>di</strong> me» sussurrò lei,<br />
soffiando delicatamente nell'incavo del collo <strong>di</strong> lui.<br />
«Non hai mai neanche provato a conoscermi.»<br />
«Per l'amor del cielo! Cosa c'è da sapere? So anche<br />
troppo.» Damon sprizzava amarezza da ogni<br />
poro. «Tu afferri, preten<strong>di</strong>, <strong>di</strong>vori e fai piazza pul<strong>it</strong>a.»<br />
«È una...»<br />
«Bugia? Davvero? Ma non c'è niente che smentisca<br />
quello che ho detto, giusto? Hai sposato Aaron<br />
Grainger per i suoi averi e, dopo aver <strong>di</strong>ssipato tutto,<br />
l'hai condotto al suici<strong>di</strong>o.»<br />
16
Lei ansimò. «Sai, nessuno ha mai osato <strong>di</strong>rmelo<br />
in faccia finora.» Scosse la mano che un attimo<br />
prima aveva accarezzato il collo <strong>di</strong> lui con un senso<br />
<strong>di</strong> impotenza. «Avevo sent<strong>it</strong>o i pettegolezzi, ma non<br />
avrei mai pensato che una persona come te potesse<br />
crederci.»<br />
«Be', non si tratta solo <strong>di</strong> pettegolezzi, giusto?<br />
Giusto?» Il viso <strong>di</strong> lui era vicinissimo a quello <strong>di</strong> lei<br />
ora. Rebecca poteva vedersi rispecchiata nei suoi<br />
occhi. «So esattamente che tipo <strong>di</strong> donna sei. Quella<br />
che bacia il migliore amico del suo ragazzo, lo prega<br />
<strong>di</strong>...»<br />
«Taci!»<br />
Lui la fece roteare, poi la trasse <strong>di</strong> nuovo a sé per<br />
ev<strong>it</strong>are un'altra coppia. «Prometti peccato e desiderio<br />
e offri solo piacere carnale. So che tentazione<br />
rappresenti. La notte scorsa...»<br />
Lei rimase pietrificata. «Ti ho detto <strong>di</strong> tacere»<br />
sbuffò. «O vuoi che provochi la scenata che temi<br />
così tanto? Qui, per il grande giorno <strong>di</strong> Fliss?» Ferma<br />
in mezzo alla pista, senza riuscire a muoversi,<br />
assistette alla presa <strong>di</strong> coscienza <strong>di</strong> lui sulla loro posizione,<br />
sulla calam<strong>it</strong>à che li aveva quasi coinvolti.<br />
«Devo essere impazz<strong>it</strong>o!» esclamò lui, con la voce<br />
colma <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgusto e allontanandosi, temendo che<br />
lei lo potesse contagiare.<br />
La potenza delle sue parole risvegliò Rebecca.<br />
Damon era sposato. Intoccabile. Non doveva <strong>di</strong>menticarlo.<br />
Liberandosi dall'abbraccio <strong>di</strong> lui, Rebecca si girò<br />
dalla parte opposta e se ne andò infuriata.<br />
E non osò voltarsi in<strong>di</strong>etro.<br />
17
Cap<strong>it</strong>olo<br />
2<br />
Quasi quattro anni dopo<br />
IL LUNEDÌ MATTINA iniziò male. Rebecca non sentì<br />
la sveglia e quando T.J. riuscì a strapparla dal sonno,<br />
pizzicandole una guancia, il sole quasi estivo<br />
splendeva già alto nel cielo senza nuvole <strong>di</strong> Northland.<br />
T.J. piagnucolava mentre lei cercava <strong>di</strong> vestirlo in<br />
tutta fretta e il senso <strong>di</strong> colpa l'assalì. Il mal d'orecchi<br />
che l'aveva tormentato durante il fine settimana<br />
non se n'era ancora andato e lei promise a se stessa<br />
<strong>di</strong> prendersi il pomeriggio libero per passarlo con<br />
lui.<br />
Giunti davanti alla casa <strong>di</strong> Dorothy, la ragazza<br />
che si prendeva cura <strong>di</strong> T.J., Rebecca si sentì sollevata.<br />
Mentre le lasciava le me<strong>di</strong>cine per il piccolo,<br />
Dorothy la tranquillizzò: «Non si preoccupi per<br />
questo giovanotto, oggi può concentrarsi su Chocolatique.<br />
E non si <strong>di</strong>mentichi quei deliziosi dolcetti<br />
per cui vado matta».<br />
Il buonumore <strong>di</strong> Dorothy accompagnò Rebecca<br />
fino a Chocolatique ma, arrivata al negozio, rimase<br />
davanti alla soglia, pietrificata.<br />
18
Lui.<br />
Damon Asteriades era seduto sulla poltrona accanto<br />
alla porta, mostrando poca cura per l'ab<strong>it</strong>o<br />
firmato che indossava. Rebecca notò sub<strong>it</strong>o le curatissime<br />
scarpe <strong>di</strong> cuoio, la giacca elegante e la cravatta<br />
allentata. Appariva molto <strong>di</strong>verso dai tipici turisti<br />
europei in giro per Tohunga. Il suo sguardo risalì<br />
fino a incontrare gli occhi fred<strong>di</strong> <strong>di</strong> lui, che la<br />
fecero trasalire.<br />
Rebecca attraversò la soglia piena d'apprensione<br />
e chiese con voce rauca: «Che cosa ci fai tu qui?».<br />
«Se c'era una cosa bella che ricordavo <strong>di</strong> te, Rebecca,<br />
erano le tue buone maniere. Forse vivere<br />
quassù, al lim<strong>it</strong>e della civilizzazione, ti ha privato<br />
anche <strong>di</strong> quelle? Devo <strong>di</strong>scutere con te <strong>di</strong> una questione.»<br />
«Con me?» Il suo cuore ebbe un frem<strong>it</strong>o. Cosa<br />
faceva ad Auckland? Era arrivato il giorno della resa<br />
dei conti, il giorno che aveva temuto per più <strong>di</strong><br />
tre anni?<br />
Damon in<strong>di</strong>cò la se<strong>di</strong>a vuote <strong>di</strong> fronte. «Ve<strong>di</strong><br />
qualcun altro?» Il suo sguardo da pirata era più duro<br />
del sol<strong>it</strong>o.<br />
«Cosa vuoi da me?» E imme<strong>di</strong>atamente desiderò<br />
<strong>di</strong> non aver mai pronunciato quelle parole. Non andare<br />
nel panico, si <strong>di</strong>sse, e non fargli capire niente.<br />
Lui non rispose e si mise a squadrarla da capo a<br />
pie<strong>di</strong>, poi commentò: «Non sei per niente cambiata».<br />
Anche Rebecca lo osservò, notando che indossava<br />
un ab<strong>it</strong>o <strong>it</strong>aliano, forse <strong>di</strong> Armani. Sotto la giacca<br />
sbottonata la camicia <strong>di</strong> seta bianca, creata su misura,<br />
sottolineava in modo perfetto il suo corpo muscoloso.<br />
19
Cercando <strong>di</strong> <strong>di</strong>stogliere lo sguardo, incontrò i<br />
suoi fred<strong>di</strong> occhi blu. «Allora, cosa vuoi?» Certamente<br />
non lei, non l'aveva mai voluta. Ma T.J... Be',<br />
lui era un'altra questione.<br />
Rebecca deglutì quel senso <strong>di</strong> amaro terrore.<br />
Chocolatique era suo, pensò tra sé, avvicinandosi.<br />
E lui era l'intruso.<br />
Nonostante quel profumo familiare <strong>di</strong> cacao e i<br />
colori accoglienti che aveva impiegato giorni a scegliere,<br />
Chocolatique non allontanò da lei quel timore.<br />
Si rese conto vagamente dei clienti, ma la loro<br />
presenza non la <strong>di</strong>stolse da quell'uomo indesiderato<br />
che la guardava come se sperasse che se la desse a<br />
gambe.<br />
Ignara della tensione, Miranda, la sua assistente,<br />
sorrise dall'altra parte del bancone <strong>di</strong> vetro.<br />
«Rebecca...»<br />
Quella voce bruscamente vellutata le fece provare<br />
un brivido. Come faceva? Bastava una parola e<br />
lei reagiva come un gatto accarezzato dal padrone.<br />
Ma non era un gatto. Era una donna in<strong>di</strong>pendente<br />
e Damon Asteriades non aveva più alcun effetto su<br />
<strong>di</strong> lei. Quin<strong>di</strong> riuscì a rivolgergli un sorriso incurante,<br />
determinata a mostrare a se stessa, ma soprattutto<br />
a lui, che la sua presenza non la turbava più.<br />
«Buongiorno, Damon. Potrei consigliarti...»<br />
«Ho fin<strong>it</strong>o.» Tagliò corto lui e si sporse in avanti<br />
sul tavolino, verso <strong>di</strong> lei. Non poté fare a meno <strong>di</strong><br />
notare le sue spalle possenti sotto l'ab<strong>it</strong>o perfetto.<br />
Quin<strong>di</strong> lui le sfiorò le <strong>di</strong>ta e lei non riuscì a trattenere<br />
un leggero sospiro.<br />
Prima che potesse allontanare la mano, lui avvi-<br />
20
cinò un pezzo <strong>di</strong> carta rettangolare, che Rebecca<br />
prese senza pensarci, quin<strong>di</strong> abbassò lo sguardo.<br />
Un improvviso déja vu.<br />
Era un assegno e un'occhiata più accurata le permise<br />
<strong>di</strong> notare il numero esagerato <strong>di</strong> zeri: una cifra<br />
molto superiore a... <strong>di</strong>ede un'occhiata alla tazzina <strong>di</strong><br />
caffè vuota e a quello che rimaneva della torta al<br />
formaggio e cioccolata... quello che aveva or<strong>di</strong>nato.<br />
«Mi sembra un po' troppo» commentò sarcastica.<br />
«Per la colazione? Forse sì.»<br />
«Per qualsiasi cosa» replicò lei. Quel tono sicuro<br />
e rilassato la stava facendo innervosire.<br />
«Ma non è un pagamento per qualsiasi cosa.»<br />
Dalla sua voce sparì ogni forma <strong>di</strong> ironia. Qualcosa<br />
nel modo in cui la guardava, la sua fermezza<br />
assoluta, cominciò a farle battere il cuore all'impazzata.<br />
«No, l'assegno non è per i servizi prestati. Per lo<br />
meno non quelli a cui pensi tu. Le donne avide non<br />
mi hanno mai ecc<strong>it</strong>ato.»<br />
L'umiliazione la rodeva. E la cosa peggiore era<br />
sapere che quelle parole nascondevano un fondo <strong>di</strong><br />
ver<strong>it</strong>à e che Damon Asteriades aveva letto nei suoi<br />
occhi il desiderio che la pervadeva.<br />
Che andasse al <strong>di</strong>avolo!<br />
Non si sarebbe nascosta <strong>di</strong>etro una poltrona. Non<br />
aveva paura <strong>di</strong> quell'uomo o del suo effetto su <strong>di</strong> lei.<br />
Si trattava solo <strong>di</strong> desiderio: il cuore era al sicuro.<br />
Girando attorno alla poltrona, gli gettò contro<br />
l'assegno. «Pren<strong>di</strong>lo e fanne quello che vuoi!»<br />
Si <strong>di</strong>sse che sarebbe riusc<strong>it</strong>a a resistere al suo forte<br />
magnetismo. Perché il desiderio senza amore non<br />
era niente se non una vuota amarezza.<br />
Invece <strong>di</strong> prendere l'assegno e strapparlo, lui lo<br />
21
posò deliberatamente a faccia in su sul tavolino rotondo<br />
che li separava, con un gesto <strong>di</strong> sfida. «Ora<br />
cominciano le trattative.» Il suo sorriso era duro.<br />
«Non <strong>di</strong>menticare che so che le donne come te sono<br />
sempre in cerca <strong>di</strong> un ricco benefattore.»<br />
Rebecca provò un dolore cocente. «Esci da qui»<br />
sussurrò. «Non sono in ven<strong>di</strong>ta. Non lo sarò mai.»<br />
Lui la fissò negli occhi senza battere ciglio, quin<strong>di</strong><br />
aggiunse con molta calma: «La tua reazione è esagerata.<br />
Cosa ti fa pensare che ti voglia comprare?».<br />
Come aveva potuto amare quell'uomo? E credere<br />
che lui avrebbe potuto imparare ad amarla, una volta<br />
conosciutala meglio? Rebecca lo guardò sbalor<strong>di</strong>ta,<br />
mentre la rabbia le serrava lo stomaco.<br />
Questo era il modo che aveva Damon per mortificarla,<br />
per sottolineare che, mentre lei lo desiderava<br />
ancora <strong>di</strong>speratamente, lui la detestava nella maniera<br />
più assoluta. Rebecca tornò <strong>di</strong>etro la poltrona,<br />
quasi a proteggersi da lui.<br />
Risentimento e desiderio si fusero insieme, ma<br />
Rebecca si rifiutò <strong>di</strong> dargli la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> vederla<br />
mentre perdeva la calma. Avrebbe prefer<strong>it</strong>o<br />
vedere lui perdere il controllo. Ma questo non sarebbe<br />
successo, perché Damon sapeva come controllare<br />
se stesso. Nonostante ciò, doveva capire cosa<br />
lo avesse portato lì. E il modo migliore era provocarlo.<br />
Ma con cautela.<br />
Si girò per guardarlo. «Allora, che cosa ci fai a<br />
Tohunga?» Alzò un sopracciglio. «Fai un giro per i<br />
bassifon<strong>di</strong>?»<br />
Con una certa sod<strong>di</strong>sfazione, lo sentì sospirare<br />
con impazienza. «Ho promesso a mia madre...»<br />
«Hai promesso a tua madre cosa?» l'incalzò lei,<br />
22
sperando che non <strong>di</strong>cesse quello che più temeva.<br />
Lui la guardò risent<strong>it</strong>o. «Mia madre, per qualche<br />
assurda ragione, ha un'ottima opinione <strong>di</strong> te.»<br />
«Anche a me è sempre piaciuta. Soula ha classe,<br />
buongusto e pochi pregiu<strong>di</strong>zi, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri.»<br />
Lui continuò a denti stretti: «Savvas sta per sposarsi<br />
e mia madre vuole che tu organizzi le nozze».<br />
«Mi <strong>di</strong>spiace, non mi occupo più <strong>di</strong> matrimoni.»<br />
La sua voce riacquistò autorevolezza al sentire<br />
quella richiesta esplic<strong>it</strong>a. Per la prima volta da<br />
quando lo conosceva si sentiva in una posizione <strong>di</strong><br />
forza.<br />
«No, non organizzi più eventi elaborati. Ora hai il<br />
tuo negozietto <strong>di</strong> dolciumi.» Come a <strong>di</strong>re che ormai<br />
era scesa con i pie<strong>di</strong> per terra.<br />
Rebecca ignorò l'ironia nella sua voce. «Soula ti<br />
ha detto che mi ha chiamato un paio <strong>di</strong> settimane fa<br />
per chiedermi <strong>di</strong> organizzare il matrimonio?»<br />
Lui inclinò leggermente la testa.<br />
«E che io le ho detto che ho un'attiv<strong>it</strong>à, un negozietto<br />
<strong>di</strong> dolciumi, come l'hai defin<strong>it</strong>o tu così p<strong>it</strong>torescamente?<br />
Non posso farlo neanche se lo volessi.»<br />
Arricciò le labbra sperando che lui avesse colto<br />
il messaggio: non si sarebbe mai più esposta alla<br />
presenza <strong>di</strong> Damon. «Sono sicura che tua madre saprà<br />
organizzare il matrimonio. È una donna dalle<br />
mille risorse.»<br />
«Le cose non stanno come ricor<strong>di</strong>. Mia madre...»<br />
Es<strong>it</strong>ò. «Mia madre ha avuto un infarto.»<br />
«Quando? Come sta?»<br />
Il viso <strong>di</strong> Damon si incupì. «La tua reazione ti fa<br />
onore, anche se arrivi con due anni <strong>di</strong> r<strong>it</strong>ardo.»<br />
«Due anni? Non lo sapevo!»<br />
«E perché avresti dovuto? Non ti considero certo<br />
23
un'amica intima e se fosse <strong>di</strong>peso da me avrei fatto<br />
in modo <strong>di</strong> non vederti mai più. Hai ottenuto quello<br />
che volevi. Hai <strong>di</strong>strutto...»<br />
Si interruppe e <strong>di</strong>stolse lo sguardo.<br />
L'angoscia travolse Rebecca, che si morse le labbra<br />
per fermare il fiume <strong>di</strong> parole che le avrebbe<br />
permesso <strong>di</strong> spiegare tutto. «Damon...» mormorò<br />
infine.<br />
Lui scrollò le spalle. «Cosa <strong>di</strong>avolo importa ormai?<br />
Il passato è passato.» La sua voce era calma,<br />
perentoria, priva <strong>di</strong> ogni emozione. «Quello che<br />
conta è il presente. Mia madre teme <strong>di</strong> non riuscire<br />
a organizzare il matrimonio, date le sue con<strong>di</strong>zioni.»<br />
«E la famiglia della futura sposa?»<br />
«Demetra è arrivata da poco dalla Grecia. Non ha<br />
i contatti né tanto meno la pre<strong>di</strong>sposizione per organizzare<br />
un matrimonio <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>mensioni. La<br />
sua famiglia vive in Grecia e arriverà solo per le<br />
nozze.»<br />
Rebecca incontrò il suo sguardo. L'irrequietezza<br />
che si nascondeva <strong>di</strong>etro quegli occhi aveva ancora<br />
la capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> smuoverla.<br />
Oh, cielo!<br />
Rebecca scosse il capo. «Mi <strong>di</strong>spiace...»<br />
«Risparmia i convenevoli. Non sei per niente <strong>di</strong>spiaciuta!<br />
Ma sappi che ne varrà la pena, ti pagherò<br />
anche <strong>di</strong> più.»<br />
Non erano i sol<strong>di</strong> a muoverla, qualunque cosa lui<br />
pensasse.<br />
«Non credo che potrai pagarmi abbastanza da...»<br />
«Non hai più bisogno <strong>di</strong> incassare i miei assegni?<br />
Hai trovato un altro riccone così stupido da mantenerti?»<br />
24
La rabbia l'assalì <strong>di</strong> nuovo. Questa volta, però,<br />
Rebecca riuscì a ridere.<br />
Damon balzò in pie<strong>di</strong> e l'afferrò per le spalle.<br />
«Dannazione!»<br />
I suoi occhi rivelarono tutto il risentimento che<br />
provava, mentre tornava a sedersi, lasciando cadere<br />
la testa tra le mani.<br />
Improvvisamente Rebecca non si sentì più così<br />
convinta del suo atteggiamento trionfante e si adagiò<br />
sulla poltrona <strong>di</strong> fronte a lui.<br />
Damon si spostò in avanti, respirando profondamente:<br />
«Rebecca, mia madre ha bisogno del tuo<br />
aiuto. Te lo chiedo per favore...».<br />
Damon o<strong>di</strong>ava supplicare la gente, lo notò da<br />
come stringeva i pugni. E stranamente Rebecca non<br />
godette nel vederlo così. Poi pensò a Soula e alla<br />
fatica che doveva aver fatto per chiedere <strong>di</strong> nuovo<br />
aiuto.<br />
Quin<strong>di</strong> la sua mente andò a T.J. e a tutto quello<br />
che sarebbe potuto andare storto.<br />
Non era possibile. «Damon, non posso.»<br />
«Non puoi?» Ora il <strong>di</strong>sprezzo era palpabile. «Non<br />
vuoi, piuttosto. Non ricordavo che fossi ven<strong>di</strong>cativa,<br />
Rebecca. Pensavo che fosse la mia arma, non la<br />
tua.»<br />
«È una minaccia? Perché se è così te ne puoi andare.»<br />
La sua voce era bassa e la spina dorsale rigida<br />
come una corda <strong>di</strong> violino. «E non sbattere la<br />
porta. Fuori!»<br />
Seguì un attimo <strong>di</strong> silenzio, lungo e teso.<br />
Damon non si mosse.<br />
«Oh, Rebecca, so che non potresti mai cacciarmi,<br />
anche se volessi... Dovrai imparare a controllarti,<br />
uno <strong>di</strong> questi giorni. I tuoi occhi e le tue guance so-<br />
25
no in fiamme. Potresti mordermi da un momento<br />
all'altro.»<br />
«Mordere?» ribatté. «Ah, ti piacerebbe!»<br />
«Non ho proprio idea <strong>di</strong> cosa possa trovare in te<br />
un uomo. Sei una megera, un'arpia.»<br />
Per lo meno questa volta le aveva risparmiato i<br />
sol<strong>it</strong>i vedova nera, spillaquattrini...<br />
«Certo che non sai riconoscere il mio valore. Tu<br />
cerchi donne sottomesse, per poterle dominare.»<br />
«Lasciamo fuori Felic<strong>it</strong>y da questa faccenda.» La<br />
voce era fredda, il sorriso era spar<strong>it</strong>o dalle sue labbra.<br />
Lei sgranò gli occhi. «E perché dovrei parlare <strong>di</strong><br />
Fliss ora? Alla fine ha trovato il coraggio <strong>di</strong> fare<br />
quello che voleva... No, sto parlando delle donne<br />
che hai frequentato negli ultimi due anni. Tutte<br />
bamboline.»<br />
«Oh, Rebecca, mi delu<strong>di</strong>, ti sei messa a leggere i<br />
giornali <strong>di</strong> pettegolezzi. Cre<strong>di</strong>mi, non sono bambole.»<br />
«Hai ragione, non sono bambole, sono manichini.<br />
Tutte uguali: bionde, magre e...»<br />
«Sei gelosa, Rebecca?»<br />
L'angoscia l'assalì. R<strong>it</strong>ornando in sé, Rebecca si<br />
guardò intorno, sperando <strong>di</strong> non aver attirato l'attenzione<br />
dei clienti: non era stato facile conquistare il<br />
rispetto degli ab<strong>it</strong>anti <strong>di</strong> quella c<strong>it</strong>ta<strong>di</strong>na. Non voleva<br />
perderlo.<br />
Facendo una smorfia, si rivolse <strong>di</strong> nuovo a lui.<br />
«Un giorno...» mormorò.<br />
Improvvisamente lui si alzò in pie<strong>di</strong>. «Batti in r<strong>it</strong>irata,<br />
Rebecca?» Le afferrò il gom<strong>it</strong>o con decisione.<br />
«Sie<strong>di</strong>ti.»<br />
«No.» Lei scrollò il braccio, per liberarsi.<br />
26
«Sie<strong>di</strong>ti» ripeté lui.<br />
«Non posso.» Lo guardò negli occhi, decisa ad<br />
apparire calma. «Devo lavorare.» Non era una bugia.<br />
Chocolatique era un'attiv<strong>it</strong>à che andava molto<br />
bene, oltre ai turisti <strong>di</strong> passaggio, riceveva molti or<strong>di</strong>ni<br />
per e-mail o per telefono da clienti <strong>di</strong> Auckland.<br />
«Rebecca, anch'io ho i miei affari da condurre. In<br />
questo momento dovrei essere ad Auckland a portare<br />
a termine un accordo molto importante, ma la felic<strong>it</strong>à<br />
e la salute <strong>di</strong> mia madre sono più importanti.<br />
Ti chiedo per l'ultima volta <strong>di</strong> pensarci, ne varrà la<br />
pena.»<br />
La irr<strong>it</strong>ava che pensasse che bastava sventolare il<br />
libretto degli assegni per farla cedere. «Hai usato<br />
troppe volte questo sistema, Damon. Quattro anni fa<br />
mi hai offerto dei sol<strong>di</strong> per stare lontana da Fliss...»<br />
«Ma non ce l'hai fatta, vero?» brontolò lui. «Non<br />
riuscivi a sopportare che lei avesse trovato la felic<strong>it</strong>à<br />
con l'uomo che volevi tu.»<br />
«No!» Lei si coprì le orecchie. «Non voglio sentire.»<br />
Lui si sollevò dalla poltrona con furia, l'afferrò<br />
per i polsi e le liberò le orecchie. «Sì, ammettilo,<br />
Rebecca. Le hai concesso sei misere settimane,<br />
prima <strong>di</strong> convincerla a lasciarmi. Eri <strong>di</strong>sperata...»<br />
«No» ripeté lei con più forza. «Non è andata così!»<br />
Lui si chinò verso <strong>di</strong> lei fino a coprirle la visuale<br />
con i suoi occhi blu. «Mi chiedo come tu abbia potuto<br />
convincere Fliss a scappare con te!»<br />
Forse era arrivato il momento <strong>di</strong> smettere <strong>di</strong> preoccuparsi<br />
della sua reazione e <strong>di</strong> rivelargli la dura,<br />
tragica ver<strong>it</strong>à. Forse ci voleva questo per fermarlo.<br />
27
Rebecca respirò profondamente, per trovare il coraggio.<br />
«È venuta <strong>di</strong> sua spontanea volontà. Non<br />
l'ho costretta. Le ho detto del mio la...»<br />
«Basta! Non voglio sentire le tue bugie.» Damon<br />
respirava a fatica, con gli occhi colmi <strong>di</strong> rabbia. «Se<br />
non fosse stato per te, mia moglie sarebbe ancora<br />
viva.»<br />
La lasciò andare con forza e lei comprese che,<br />
qualunque cosa avesse detto, lui non le avrebbe<br />
creduto. Chiuse la bocca, sfregandosi i polsi.<br />
«Fammi vedere.» Lei rimase lì, in silenzio, mentre<br />
lui le massaggiava i polsi. «Mi <strong>di</strong>spiace» aggiunse<br />
lui.<br />
«Non è niente, non c'è neanche un segno.»<br />
«Non è vero che non è niente. Ti ho fatto male.»<br />
Rebecca trattenne una risata isterica. Le aveva<br />
fatto molto più male in passato, rifiutandosi <strong>di</strong> credere<br />
alla sua integr<strong>it</strong>à. Abbassando le braccia, sorrise<br />
tristemente. «No. E non importa. Davvero.»<br />
I suoi occhi erano <strong>di</strong> un blu brillante e insondabile.<br />
«Allora, Rebecca, che ne <strong>di</strong>ci <strong>di</strong> organizzare il<br />
matrimonio <strong>di</strong> Savvas e <strong>di</strong> lasciarci il passato alle<br />
spalle?»<br />
Lei gli lanciò un'occhiata incredula.<br />
Se Damon era pronto a cancellare ogni cattivo<br />
sentimento, forse avrebbero potuto raggiungere una<br />
tregua. E magari un giorno sarebbe stata capace <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>rgli <strong>di</strong> T.J. Poi c'era l'altra tentazione...<br />
Se avesse dato una mano con il matrimonio, non<br />
per i sol<strong>di</strong>, ma per ottenere una tregua, forse Damon<br />
l'avrebbe conosciuta meglio e avrebbe perfino potuto<br />
scoprire che il loro legame era troppo forte per<br />
essere ignorato. Ma...<br />
I dubbi l'assalirono.<br />
28
Damon era un uomo potente e molto ricco. E se<br />
avesse scoperto la ver<strong>it</strong>à su T.J.? Non poteva mettere<br />
a rischio la sicurezza del bambino per uno stupido<br />
sogno che avrebbe forse, ma solo forse, fatto<br />
cambiare la pessima opinione che Damon aveva <strong>di</strong><br />
lei.<br />
Sospirò. «Ascolta, te l'ho detto, non mi occupo<br />
più <strong>di</strong> matrimoni. Neanche per una tale quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong><br />
denaro.»<br />
«Ma mia madre...»<br />
«Tua madre sa che non posso. Gliel'ho già detto.»<br />
Soula sembrava aver accettato <strong>di</strong> buongrado la sua<br />
decisione due settimane prima e l'infarto l'aveva avuto<br />
due anni prima. Si trattava solo <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong><br />
Damon: nel suo mondo il fine giustificava sempre i<br />
mezzi. «Se vuoi, la posso chiamare per ri<strong>di</strong>rglielo.»<br />
Damon apparve allarmato. «Non voglio che tu...»<br />
«Parli con tua madre. Lo so, lo so!» Perché non<br />
voleva che scoprisse che aveva ment<strong>it</strong>o sulla sua salute?<br />
O perché non voleva che Rebecca Grainger,<br />
una donna che <strong>di</strong>sprezzava profondamente, avesse a<br />
che fare con la sua cara mamma?<br />
Lui cercò <strong>di</strong> <strong>di</strong>re qualcosa, ma Rebecca alzò una<br />
mano, fer<strong>it</strong>a all'idea della bassa opinione che aveva<br />
<strong>di</strong> lei. «Allora <strong>di</strong>lle <strong>di</strong> non chiamarmi più. E tu fai<br />
altrettanto. La mia risposta la sai.»<br />
Sì, ormai era ora che accettasse che niente avrebbe<br />
mutato l'opinione <strong>di</strong> Damon su <strong>di</strong> lei.<br />
«E dato che <strong>di</strong>ci <strong>di</strong> essere così impegnato, penso<br />
che sia meglio per te rientrare sub<strong>it</strong>o ad Auckland.<br />
Ad<strong>di</strong>o.»<br />
Rebecca non attese la sua risposta. Lo guardò<br />
un'ultima volta in modo riprovevole, quin<strong>di</strong> si girò e<br />
andò a rifugiarsi nel suo piccolo ufficio sul retro,<br />
29
profondamente scossa da quell'incontro così<br />
spiacevole.<br />
Alcune ore dopo il loro scontro, Damon uscì a<br />
gran<strong>di</strong> passi dal motel da cui si era appena congedato,<br />
mentre le lunghe ombre gli ricordavano che la<br />
sera stava calando.<br />
Se avesse ascoltato le parole che Rebecca gli aveva<br />
detto quella mattina, sarebbe già stato <strong>di</strong> r<strong>it</strong>orno<br />
ad Auckland. Invece era ancora lì a pensare a<br />
come convincerla. E ad allontanare l'impressione <strong>di</strong><br />
averla fer<strong>it</strong>a.<br />
Impossibile. Quella donna mangiava uomini a colazione.<br />
Damon aveva un vago ricordo <strong>di</strong> Aaron Grainger.<br />
Un brav'uomo. Uno scaltro banchiere che gli aveva<br />
concesso un prest<strong>it</strong>o sostanzioso nel <strong>di</strong>fficile<br />
periodo che era segu<strong>it</strong>o la morte <strong>di</strong> suo padre. Questo<br />
gli aveva permesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendersi dagli sciacalli e<br />
<strong>di</strong> salvare la Stellar International e il proprio orgoglio.<br />
Certo non mer<strong>it</strong>ava <strong>di</strong> morire senza un quattrino.<br />
Damon aveva sent<strong>it</strong>o <strong>di</strong> come Rebecca si fosse fatta<br />
sod<strong>di</strong>sfare ogni capriccio. E poi c'era stata la storia<br />
<strong>di</strong> quel suo amante bello e dannato: si <strong>di</strong>ceva che<br />
Aaron avesse pagato tutti i suoi deb<strong>it</strong>i pur <strong>di</strong> toglierselo<br />
<strong>di</strong> torno.<br />
Damon strinse i denti e, mentre riponeva il bagaglio<br />
in macchina, pensò che si sarebbe dovuto intromettere,<br />
prima che Rebecca portasse Aaron alla<br />
morte.<br />
Sbatté la portiera della macchina con molta forza<br />
e sentì squillare il cellulare. «Sì?» rispose.<br />
«Lo farà?» chiese Savvas.<br />
30
Damon lo ragguagliò e chiese della madre.<br />
«Ha sempre quei capogiri. Il dottore <strong>di</strong>ce che deve<br />
rilassarsi un po' e non pensare troppo. Altrimenti<br />
rischia un altro infarto e stavolta...» La sua voce si<br />
affievolì. «Sai, penso che non avrei dovuto chiedere<br />
a Demetra <strong>di</strong> sposarmi. Maledette nozze...»<br />
«È questo che devo sentire dall'uomo che pre<strong>di</strong>ca<br />
l'amore vero?» Damon tagliò corto, più irr<strong>it</strong>ato che<br />
preoccupato dal fatto che il fratello potesse avere<br />
dei ripensamenti.<br />
«No, non voglio <strong>di</strong>re che mi pento <strong>di</strong> essermi innamorato<br />
<strong>di</strong> lei: è la cosa più bella che mi sia cap<strong>it</strong>ata.<br />
Ma forse sarebbe solo dovuta venire a vivere<br />
con me.»<br />
«La famiglia non l'avrebbe mai accettato.»<br />
«Però con te fanno finta <strong>di</strong> niente, nonostante le<br />
donne con cui esci.» Quella frase rimbombò all'interno<br />
della Mercedes.<br />
«È <strong>di</strong>verso, io sono vedovo. E comunque frequento<br />
donne più navigate, non fanciulle con la parola<br />
matrimonio scr<strong>it</strong>ta in fronte, come la tua Demetra»<br />
rispose al fratello, guardando fuori dal finestrino.<br />
Felic<strong>it</strong>y era stata l'ultimo tentativo <strong>di</strong> rispettabil<strong>it</strong>à...<br />
«Forse sarebbe stato meglio sposarci solo civilmente,<br />
ma ormai è troppo tar<strong>di</strong>: il sontuoso matrimonio<br />
greco è in preparazione. Damon, temo che la<br />
mamma non reggerà lo stress.»<br />
«Savvas, mamma desidera <strong>di</strong>speratamente queste<br />
nozze. Vuoi togliergliele?»<br />
Soula aveva sempre chiesto poco. Ma aveva dato<br />
loro tantissimo. Invece <strong>di</strong> rinchiudersi a piangere,<br />
dopo la morte improvvisa e devastante del mar<strong>it</strong>o,<br />
si era battuta al fianco <strong>di</strong> Damon per portare avanti<br />
31
la Stellar International. Ora mer<strong>it</strong>ava un po' <strong>di</strong> felic<strong>it</strong>à.<br />
«La mamma ha detto che vorrebbe avere un nipote<br />
tra le braccia prima <strong>di</strong> morire.» Aggiunse Savvas.<br />
«Demetra vuole provare a mettere su famiglia non<br />
appena fin<strong>it</strong>a la luna <strong>di</strong> miele, ma prima dobbiamo<br />
sposarci.»<br />
Già, la famiglia. Il vero amore <strong>di</strong> sua madre. Tutto<br />
quello che Soula chiedeva era <strong>di</strong> vedere Savvas<br />
sposato. E Rebecca se ne sarebbe dovuta occupare.<br />
Damon non era un uomo ab<strong>it</strong>uato ai no. Rebecca<br />
avrebbe aiutato sua madre a organizzare il matrimonio<br />
<strong>di</strong> Savvas.<br />
Assorto nei pensieri, Damon mise la retromarcia.<br />
«Non deve essere facile per te chiedere il suo aiuto.<br />
La o<strong>di</strong> e non ti biasimo.» Savvas sospirò. «Ascolta,<br />
c'è una cosa che devo <strong>di</strong>rti. Dopo le nozze<br />
l'ho vista un paio <strong>di</strong> volte e mi è sembrata normale,<br />
non la donna crudele <strong>di</strong> cui parlano...»<br />
«Aspetta un attimo, mi stai <strong>di</strong>cendo che sei usc<strong>it</strong>o<br />
con Rebecca?» Damon si sentì ribollire. Male<strong>di</strong>zione!<br />
Le aveva detto <strong>di</strong> stare alla larga da Savvas.<br />
Savvas sembrò imbarazzato. «È una bella donna.»<br />
«Bella?» sbuffò Damon. «Se ti piacciono le vedove<br />
nere. È pericolosa come il peccato.»<br />
«Ma, Damon, non era per niente così! Per lo meno<br />
con me. Ci siamo <strong>di</strong>vert<strong>it</strong>i.»<br />
Divert<strong>it</strong>i? Non gli piacque sentirlo. E non volle<br />
neanche pensare alle possibili implicazioni. «No,<br />
certo che non era così con te. È il suo giochetto: lei<br />
tende la tela e la v<strong>it</strong>tima ci casca dentro.»<br />
«Be', è acqua passata.» Savvas sospirò. «Dopo<br />
quello che ha fatto, non l'ho più contattata. Sei mio<br />
32
fratello, come avrei potuto? Se tornasse ad Auckland,<br />
il prezzo da pagare...»<br />
Damon lo interruppe. «Lo farò per la mamma, a<br />
qualunque costo.»<br />
Spense il telefono e attraversò con la sua Mercedes<br />
il centro <strong>di</strong> Tohunga. Stavolta avrebbe usato<br />
l'arma che avrebbe dovuto estrarre dal primo momento,<br />
il suo charme. Qualche gesto da cascamorto<br />
e un paio <strong>di</strong> assegni sostanziosi e l'avrebbe avuta in<br />
pugno.<br />
Entrando nel negozio <strong>di</strong> Rebecca si aggiustò la<br />
cravatta e sfoggiò il suo sorriso più smagliante.<br />
Purtroppo lei non c'era, si era presa il pomeriggio<br />
libero.<br />
Cinque minuti più tar<strong>di</strong>, impaziente e senza più il<br />
suo bel sorriso, Damon imboccò la strada <strong>di</strong> Rebecca,<br />
intenzionato a uscirne con lei seduta accanto,<br />
che ne fosse felice o meno.<br />
A qualunque costo.<br />
33
Cap<strong>it</strong>olo<br />
3<br />
REBECCA ENTRÒ CON il suo camioncino giallo nel<br />
vialetto privato davanti alla casa prefabbricata in<br />
cui aveva ab<strong>it</strong>ato per quasi quattro anni, da quando<br />
aveva venduto Dream Occasions e si era trasfer<strong>it</strong>a<br />
al nord.<br />
Nel piccolo giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> fronte le giunchiglie erano<br />
in fiore e le petunie e le calendule che lei e T.J.<br />
avevano piantato stavano iniziando a germogliare.<br />
Rebecca spense il motore e, girandosi, vide che<br />
T.J. si era addormentato sul se<strong>di</strong>le posteriore.<br />
Al vederlo provò un senso <strong>di</strong> profonda tenerezza.<br />
Gli voleva così bene!<br />
Erano una famiglia. No, più <strong>di</strong> una famiglia. In<br />
poco tempo era <strong>di</strong>ventato tutto il suo mondo. Lo adorava<br />
come una feroce leonessa: era suo, solo suo.<br />
Per una volta nella v<strong>it</strong>a aveva qualcuno che niente o<br />
nessuno le avrebbe portato via. Quel giorno era riusc<strong>it</strong>a<br />
a mantenere la promessa fatta a se stessa e aveva<br />
sbrigato velocemente gli affari a Chocolatique<br />
per passare il pomeriggio con il bimbo.<br />
Con il piccolo T.J. ancora addormentato in braccio,<br />
Rebecca si avviò verso la porta. Giunta sulla<br />
soglia vide un uomo avvicinarsi dal pergolato.<br />
34
«Hai un bambino!» La voce <strong>di</strong> Damon era accusatoria<br />
e il suo viso scioccato.<br />
Istintivamente strinse T.J. a sé. «Sì» rispose bruscamente,<br />
con uno sguardo <strong>di</strong> sfida.<br />
Il viso <strong>di</strong> Damon assunse un'espressione sconvolta.<br />
Lei aggrottò le sopracciglia. Se lui avesse sospettato...<br />
No. Non era possibile. Era stata così cauta.<br />
Damon uscì dall'ombra. «Non lo sapevo.»<br />
«E perché avresti dovuto? Non ti considero un amico<br />
intimo.»<br />
Damon scattò in<strong>di</strong>etro al sentirsi rispondere con<br />
le sue stesse parole e Rebecca lo guardò trionfante,<br />
mentre le pupille <strong>di</strong> lui si <strong>di</strong>latavano.<br />
Bene! Che provi anche lui quello che ho provato<br />
io.<br />
Rebecca gettò uno sguardo alla strada. «Non vedo<br />
la tua macchina.»<br />
«Ho parcheggiato sul retro.»<br />
«Eh?» Era una trappola? Sapeva <strong>di</strong> T.J.? E perché<br />
avrebbe finto <strong>di</strong> essere sorpreso, se sapeva?<br />
«T.J. non è stato bene, ha bisogno <strong>di</strong> riposare.<br />
Scusaci.» Rebecca cercò <strong>di</strong> avvicinarsi alla porta.<br />
«Aspetta un attimo.» Lui le bloccò il passo. «Cosa<br />
ha che non va? E che nome è T.J.?»<br />
«Quello che ha T.J. non ti riguarda.»<br />
Ignorando la seconda domanda, Rebecca salì al<br />
piano superiore, cercando <strong>di</strong> lasciarsi <strong>di</strong>etro Damon,<br />
ma lui la seguì.<br />
Lei si fermò sulla soglia della camera <strong>di</strong> T.J.<br />
«Non c'è bisogno che entri, puoi aspettare <strong>di</strong> sotto.»<br />
Lui la ignorò e le passò accanto.<br />
La stanza si fece improvvisamente più piccola<br />
per la presenza <strong>di</strong> Damon, e Rebecca si sentì quasi<br />
35
mancare il respiro. Perché non era rimasto <strong>di</strong> sotto?<br />
E perché il suo corpo reagiva ancora così irrazionalmente<br />
alla sua presenza?<br />
«Ascolta, T.J. ha bisogno <strong>di</strong> dormire. E l'ultima<br />
cosa che voglio è che si svegli e trovi un estraneo<br />
nella sua stanza.»<br />
«Non è ab<strong>it</strong>uato a trovare estranei in casa quando<br />
si sveglia? Questo mi stupisce, Rebecca.»<br />
Si sentì mancare il fiato. «Ora ascoltami» sbuffò.<br />
«Non me ne frega un c... cavolo <strong>di</strong> quello che pensi<br />
<strong>di</strong> me. Ma in casa mia, quando c'è mio figlio, devi<br />
rivolgerti a me con rispetto. Ora sono stanca e T.J.<br />
non sta bene.»<br />
In un istante, la tensione <strong>di</strong>venne insopportabile.<br />
Si morse il labbro e guardò dall'altra parte, in preda<br />
alla furia, cercando <strong>di</strong> trattenere le lacrime .<br />
«Mi <strong>di</strong>spiace.»<br />
Per qualche strano motivo quelle scuse inaspettate<br />
furono la goccia che fece traboccare il vaso. Deglutì<br />
e lo guardò con aria <strong>di</strong>sperata. «Ti prego...»<br />
«Vattene?» finì lui, rivolgendole un sorriso strano,<br />
mentre abbassava il lenzuolo del lettino. «Non è<br />
la prima volta che me lo sento <strong>di</strong>re oggi.»<br />
«Allora scusami se ti annoio» aggiunse lei con<br />
una voce <strong>di</strong>versa dal suo sol<strong>it</strong>o tono secco.<br />
«Annoiarmi?» Damon rimase a bocca aperta, i<br />
suoi occhi risplendevano <strong>di</strong> una luce che lei non riconobbe.<br />
«Penso che la noia sia una colpa <strong>di</strong> cui<br />
non ti potresti mai macchiare, Rebecca. Forza,<br />
dammi il bambino.»<br />
Lei si allontanò <strong>di</strong> scatto sentendosi sfiorare dalle<br />
<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lui.<br />
Damon r<strong>it</strong>rasse le braccia e mostrò i palmi delle<br />
mani. «Va bene, ho cap<strong>it</strong>o. Aspetterò giù.» La<br />
36
guardò con un violento bagliore negli occhi. «Mai<br />
abbassare la guar<strong>di</strong>a, mai mostrare alcuna debolezza,<br />
eh?»<br />
Rebecca abbassò il capo per non guardare i suoi<br />
occhi furenti e per non rivelare quanto quel fuggevole<br />
contatto l'avesse turbata. Un istante dopo sentì<br />
i passi <strong>di</strong> Damon che si allontanavano e per un breve<br />
attimo provò un improvviso senso <strong>di</strong> vuoto. Per<br />
calmarsi strinse a sé T.J. e respirò il suo profumo <strong>di</strong><br />
bambino.<br />
Quin<strong>di</strong> lo posò sul letto e rimase a guardare il suo<br />
viso addormentato per un minuto, provando quasi<br />
dolore misto a tenerezza.<br />
T.J.<br />
T.J. era la sua prior<strong>it</strong>à ora.<br />
Non il suo lavoro. Non Damon. Ora la cosa più<br />
importante della sua v<strong>it</strong>a era T.J. e il piccolo la ripagava<br />
della sua devozione con un amore incon<strong>di</strong>zionato,<br />
che non avrebbe mai barattato con la passione<br />
feroce e <strong>di</strong>struttiva che un tempo provava per<br />
Damon.<br />
«Il bambino dorme?»<br />
«Sì» rispose lei, ferma davanti alla porta, più turbata<br />
dal suo sguardo pieno <strong>di</strong> domande <strong>di</strong> quanto<br />
non volesse ammettere.<br />
«Mi <strong>di</strong>spiace che non stia bene. È una cosa seria?»<br />
Quegli occhi sinceramente preoccupati la costrinsero<br />
a rispondere: «Una semplice ot<strong>it</strong>e».<br />
Lui aggrottò le sopracciglia. «Non va sottovalutata<br />
però, perché potrebbe portare alla per<strong>di</strong>ta dell'u<strong>di</strong>to.»<br />
Damon stava dando voce al dubbio che lei aveva<br />
37
espresso con il me<strong>di</strong>co proprio il giorno prima, ma<br />
rispose con aria in<strong>di</strong>fferente: «Il dottore mi ha assicurato<br />
che gli antibiotici faranno passare tutto».<br />
«E il padre del bambino dov'è?»<br />
La sua domanda ingenua frenò ogni tentativo da<br />
parte <strong>di</strong> Rebecca <strong>di</strong> apparire tranquilla.<br />
«Non fa più parte della mia v<strong>it</strong>a» rispose lei intenzionalmente<br />
vaga, cercando <strong>di</strong> sfuggire ai suoi<br />
occhi blu, che avrebbero mostrato senz'altro <strong>di</strong>sappunto.<br />
«Ma almeno sai chi è il padre?»<br />
Rebecca sollevò la testa per guardarlo dr<strong>it</strong>to negli<br />
occhi, troppo arrabbiata per preoccuparsi <strong>di</strong> quello<br />
che le sarebbe potuto sfuggire. «Che razza <strong>di</strong> domanda<br />
è? Certo che so chi è il padre <strong>di</strong> T.J.»<br />
Cercò <strong>di</strong> calmarsi e rimanere impassibile. «Questa<br />
è casa mia e ti pregherei <strong>di</strong> tenere le tue... osservazioni<br />
per te. Ora <strong>di</strong>mmi, cosa posso fare per te?»<br />
«Non ti chiedo altro se non <strong>di</strong> organizzare il matrimonio<br />
<strong>di</strong> Savvas. Sai che sono un uomo molto<br />
ricco» rispose lui con la stessa compostezza.<br />
«Te l'ho già detto, non posso! E non accetterò<br />
nessuna cifra. Hai già provato a corrompermi.»<br />
«Va bene!» esclamò allargando le braccia. «Qualunque<br />
cosa tu mi chieda per organizzare questo<br />
matrimonio la farò. Almeno potrò tornarmene ad<br />
Auckland a tranquillizzare mia madre.»<br />
Rebecca rimase senza parole per quella resa incon<strong>di</strong>zionata.<br />
Damon non era uno <strong>di</strong>sposto a negoziare.<br />
«Pensaci, potresti usare i sol<strong>di</strong> per la tua attiv<strong>it</strong>à,<br />
per il bambino.»<br />
Rebecca lo squadrò atton<strong>it</strong>a. Tornare ad Auckland<br />
avrebbe riaperto vecchie fer<strong>it</strong>e. Ma per un<br />
38
lungo attimo aveva considerato la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> accettare<br />
l'assegno. E ora che lui parlava <strong>di</strong> resa senza<br />
con<strong>di</strong>zioni...<br />
Non poteva accettare dei sol<strong>di</strong> per organizzare il<br />
matrimonio <strong>di</strong> Savvas. Non le sembrava giusto.<br />
Ma una vocina dentro <strong>di</strong> lei le ricordò T.J.<br />
Chocolatique permetteva loro <strong>di</strong> vivere abbastanza<br />
bene e aveva già messo via una certa somma <strong>di</strong><br />
denaro, che T.J. avrebbe ere<strong>di</strong>tato all'età <strong>di</strong> venticinque<br />
anni. Ma quello che le offriva Damon avrebbe<br />
eliminato ogni preoccupazione per lungo<br />
tempo.<br />
No! Rebecca allontanò quella tentazione.<br />
«Il mio posto è qui» affermò convinta Rebecca.<br />
«Devo occuparmi <strong>di</strong> T.J.»<br />
Damon apparve sconcertato: non aveva calcolato<br />
il bambino. Ma ribatté: «Non c'è problema. Portalo<br />
con te».<br />
Rebecca rise, ma dentro <strong>di</strong> sé sentì una stretta al<br />
cuore. Quella era l'ultima cosa che voleva fare!<br />
«Sii realistico. Cosa potrebbe fare un bambino in<br />
casa tua? Distruggere i pezzi d'antiquariato?»<br />
«A Demetra piacciono i bambini. Ti darà una<br />
mano, se glielo chie<strong>di</strong> con le buone maniere.»<br />
Demetra? La sua chiara passione per Demetra<br />
andò a colpire un nervo scoperto.<br />
«E chi sarebbe?»<br />
«Te l'ho detto.» Damon sembrò spazient<strong>it</strong>o. «La<br />
fidanzata <strong>di</strong> Savvas. È perfetta per lui. È gentile, rispettabile<br />
ed educata...»<br />
Tutto quello che non era lei. Ogni parola la trafisse<br />
come una freccia. «È al corrente <strong>di</strong> ciò che sta<br />
per affrontare sposando un Asteriades?» si lasciò<br />
sfuggire. «Almeno è abbastanza intelligente da ca-<br />
39
pire che bigotto sei e quanto Savvas sia più piacevole.»<br />
«Ah, e tu lo sai, vero?» La fissò amareggiato.<br />
«Savvas mi ha detto che siete usc<strong>it</strong>i insieme dopo il<br />
matrimonio. «Quanto... piacevole sei stata tu per<br />
mio fratello, eh?» Sorrise con <strong>di</strong>sprezzo.<br />
Lei ricambiò il sorriso per nascondere i sentimenti<br />
che le ribollivano dentro.<br />
Rabbia.<br />
Ecc<strong>it</strong>azione.<br />
E quel brivido <strong>di</strong> pericolo che portava ogni <strong>di</strong>scussione<br />
con Damon.<br />
«Mi avevi avvert<strong>it</strong>o <strong>di</strong> stare lontana, ma è stato<br />
lui a chiamarmi. Al tuo fratellino sono piaciuta per<br />
quella che sono. E dopo il modo in cui mi avevi<br />
trattato è stato... piacevole.» La sua voce era dolce,<br />
ma provocatoria.<br />
Gli occhi <strong>di</strong> lui sembrarono incen<strong>di</strong>arsi. «Piccola<br />
sgualdrina...» Fece improvvisamente un passo avanti.<br />
«Hai dorm<strong>it</strong>o con mio fratello per ven<strong>di</strong>carti <strong>di</strong><br />
me. Perché ho sposato Felic<strong>it</strong>y!»<br />
Il dolore crebbe in lei, ma Rebecca non si lasciò<br />
intimi<strong>di</strong>re. «Forse ti cre<strong>di</strong> un po' troppo importante.<br />
Savvas non ha la tua arroganza, altro motivo per cui<br />
vale mille volte più <strong>di</strong> te.»<br />
«Per<strong>di</strong> veleno dalla bocca.» Le si avvicinò, i suoi<br />
occhi brillavano come non mai. «Ci penserò io.»<br />
L'aria era <strong>di</strong>ventata elettrica, pulsante. Dopo un<br />
attimo brulicante <strong>di</strong> risentimento, attrazione latente<br />
e miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> sentimenti non rivelati, Damon andò a<br />
buttarsi sul <strong>di</strong>vano. Rebecca lo fissò per un lungo<br />
momento e si sentì tremare... e bruciare.<br />
«Scordatelo. Non verrò» <strong>di</strong>sse con determinazione<br />
e quando r<strong>it</strong>rovò la calma capì <strong>di</strong> aver preso la<br />
40
decisione giusta. Si girò per allontanare ogni senso<br />
<strong>di</strong> colpa che Damon era in grado <strong>di</strong> farle provare.<br />
«Ascolta... mi <strong>di</strong>spiace.»<br />
Rebecca sobbalzò quando lo sentì parlare <strong>di</strong>etro<br />
<strong>di</strong> lei. Non si era accorta che lui si era alzato e si rigirò<br />
bruscamente. Il senso <strong>di</strong> colpa l'assalì.<br />
«Non so che cosa mi abbia preso. Non volevo<br />
farmi con<strong>di</strong>zionare da ciò che è successo in passato.»<br />
Le lanciò un sorriso che avrebbe potuto essere<br />
defin<strong>it</strong>o irresistibile, se non fosse che era in<strong>di</strong>rizzato<br />
a lei.<br />
Rebecca cominciò a capire. «Vuoi <strong>di</strong>re che volevi...»<br />
le mancò il fiato, «essere piacevole con me.»<br />
Gli occhi <strong>di</strong> lui brillarono e le sue guance <strong>di</strong>vennero<br />
improvvisamente rosse.<br />
Tombola! La rabbia l'assalì. «Fino a che punto<br />
saresti arrivato, dannazione a te?»<br />
«Aspetta.» Sospirò profondamente. «Al momento<br />
mia madre è la mia unica preoccupazione. Ha bisogno...»<br />
Lei tagliò corto, prima che Damon potesse <strong>di</strong>fendersi<br />
usando delle scuse intelligenti. «Quin<strong>di</strong> avresti<br />
fatto <strong>di</strong> tutto?» chiese con voce amareggiata. «Anche<br />
usare il tuo fascino per sedurre la sciocca Rebecca?»<br />
«No!» esplose lui. «Non sarei arrivato fin a quel<br />
punto.»<br />
Certo che no. Dormire con lei non era concepibile<br />
per il potente e perfetto Damon Asteriades. «Be',<br />
fortunatamente per te non dovrai arrivare a questi<br />
estremi. Sono sicura che le sorelle che hanno rilevato<br />
la Dream Occasions saranno felicissime <strong>di</strong>...»<br />
«No!» Il suo sguardo rivelò piena frustrazione.<br />
«Ho provato in tutti i mo<strong>di</strong>, ma mia madre vuole te<br />
41
e la sua salute è troppo a rischio per <strong>di</strong>scutere con<br />
lei.»<br />
Rebecca sentì la trappola stringerlesi attorno.<br />
«Ti prego, aiuta mia madre. Il bambino non sarà<br />
un problema» la tranquillizzò, «troveremo la soluzione.»<br />
Sembrava <strong>di</strong>sperato.<br />
Per quanto gli volesse dare una lezione, Rebecca<br />
si sentiva sempre più in colpa per il suo rifiuto. Ma<br />
come avrebbe potuto aiutarlo? Lei e T.J. venivano<br />
prima <strong>di</strong> ogni altra cosa.<br />
Ha visto T.J., le suggerì una vocina malefica, e<br />
non ha fatto due più due.<br />
Poteva permettersi <strong>di</strong> correre quel rischio? «Non<br />
si tratta solo <strong>di</strong> T.J. Chi si occuperà degli affari?»<br />
Damon si accorse che stava cedendo. «Immagino<br />
che il tuo negozio potrà fare a meno <strong>di</strong> te per un<br />
paio <strong>di</strong> settimane, giusto? Più avanti, molti preparativi<br />
potranno essere fatti da qui.»<br />
«Non lo so...» Per un attimo vacillò, poi tutti i<br />
dubbi riaffiorano. Cosa sarebbe successo se la ver<strong>it</strong>à<br />
fosse venuta a galla?<br />
«Ascolta. Ti offro il doppio <strong>di</strong> quello che ti ho offerto...»<br />
Il cellulare <strong>di</strong> Damon interruppe la frase.<br />
Quella pausa cap<strong>it</strong>ava nel momento giusto. Cosa<br />
aveva per la testa? Era da pazzi anche solo prendere<br />
in considerazione la cosa.<br />
C'era quasi. L'aveva quasi convinta!<br />
Damon imprecò in greco mentre controllava chi<br />
lo stava chiamando e, vedendo il numero, la sua<br />
schiena fu attraversata da un brivido e si interruppe.<br />
Quin<strong>di</strong> si alzò, vistosamente teso, e si allontanò da<br />
Rebecca.<br />
42
«Mamma, cosa c'è?»<br />
«Damon, ho dei dolori al petto, Savvas e Demetra<br />
mi stanno portando in ospedale. Il dottore ha<br />
detto che dovrò stare in osservazione. Cosa devo<br />
fare, figliolo?»<br />
«Riposati!» Damon rispose brevemente, guardando<br />
fuori dalla finestra nel buio della notte.<br />
«Ma come facciamo con il matrimonio? Cosa...»<br />
«Non pensarci più. Ho tutto sotto controllo.» Da<br />
sopra le spalle lanciò uno sguardo infuocato alla<br />
donna testarda dall'altra parte della stanza.<br />
«Se ne occuperà Rebecca? Oh, ma è magnifico!<br />
Ora mi sento più sollevata. Portala in ospedale, devo<br />
spiegarle quello che ho già preparato.»<br />
Non poteva ammettere con la madre che aveva<br />
fall<strong>it</strong>o. Per il suo bene le doveva mentire. Poi, arrivato<br />
ad Auckland, avrebbe pensato a come gestire<br />
la s<strong>it</strong>uazione. Damon si chiese per l'ennesima volta<br />
perché la madre volesse Rebecca.<br />
In fondo aveva <strong>di</strong>strutto il suo matrimonio, anche<br />
se la madre era convinta che non avesse colpe riguardo<br />
alla sparizione <strong>di</strong> Fliss. Damon questo non<br />
lo poteva accettare, ma come poteva confutarlo?<br />
Non aveva mai detto a nessuno, tanto meno alla<br />
madre, cos'era successo la sera precedente il matrimonio...<br />
Tutto quello che poteva fare ora era mormorare:<br />
«Te la porterò, calmati, ti prego. Mi occuperò io <strong>di</strong><br />
tutto».<br />
Rebecca rimase col fiato sospeso, mentre ascoltava<br />
quella mezza conversazione.<br />
«Mamma? Mamma... Mi senti?» Damon si passò<br />
una mano tremante tra i capelli, mentre gridava:<br />
43
«Vai sub<strong>it</strong>o all'ospedale. Ci ve<strong>di</strong>amo là».<br />
Terminata la conversazione si girò verso Rebecca<br />
con uno sguardo cupo.<br />
«Devo tornare ad Auckland. Mia madre...» Si<br />
spostò <strong>di</strong> colpo, portandosi un pugno alla tempia.<br />
Rebecca si sentì in colpa. Lui non aveva ment<strong>it</strong>o<br />
riguardo le con<strong>di</strong>zioni si Soula.<br />
Piena <strong>di</strong> rimorsi gli si avvicinò toccandogli un<br />
braccio. «Damon, vengo con te. Organizzerò il matrimonio<br />
<strong>di</strong> Savvas.»<br />
Per un attimo pensò che, se Soula fosse morta,<br />
non ci sarebbe stato nessun matrimonio, per lo meno<br />
non finché il periodo <strong>di</strong> lutto fosse terminato. Ti<br />
prego, scongiurò Rebecca, lascia che Soula arrivi a<br />
festeggiare queste nozze.<br />
La casa degli Asteriades non era per niente cambiata,<br />
notò Rebecca mentre Damon entrava nel vialetto<br />
con la macchina, quattro ore più tar<strong>di</strong>.<br />
Durante il viaggio Damon aveva continuato a<br />
chiamare il fratello, per controllare le con<strong>di</strong>zioni<br />
della madre, ma, nonostante Savvas l'avesse tranquillizzato,<br />
i suoi occhi rivelavano una profonda apprensione.<br />
Ora, mentre si avvicinavano alla facciata in stile<br />
georgiano che risaltava nel buio della notte, Rebecca<br />
tremò, non solo per l'aria fresca <strong>di</strong> Auckland, ma<br />
per i ricor<strong>di</strong>, che voleva <strong>di</strong>speratamente allontanare.<br />
Per un breve periodo Fliss aveva vissuto lì con Damon.<br />
«Da questa parte.»<br />
Rebecca si girò al sentire la voce <strong>di</strong> lui. T.J. era<br />
appoggiato sulle sue spalle, mezzo addormentato.<br />
Lei si avvicinò. «Lo prendo io, tu vai in ospedale.»<br />
44
Ma Damon lo portò su per la scalinata illuminata<br />
da lampade in ottone che conduceva all'ingresso.<br />
«Non preoccuparti, mamma orsa, il tuo cucciolo è<br />
in buone mani. Vi mostro le stanze e poi vado. Savvas<br />
ha detto che mamma dorme ora.»<br />
Damon entrò e fece per salire al piano <strong>di</strong> sopra.<br />
«Demetra starà nell'appartamento <strong>di</strong> mamma fino<br />
alle nozze.»<br />
Il cuore <strong>di</strong> Rebecca sobbalzò. «E io e T.J.?»<br />
«Voi starete nel mio appartamento. Io e Savvas<br />
abbiamo fatto ristrutturare e allargare la vecchia<br />
su<strong>it</strong>e <strong>di</strong> mia madre, ma ora Savvas si è trasfer<strong>it</strong>o<br />
nella casa in cui vivrà con Demetra, quin<strong>di</strong> l'appartamento<br />
è tutto mio.»<br />
Mentre procedevano lungo il corridoio Damon<br />
colse lo sguardo <strong>di</strong> lei rap<strong>it</strong>o dalla superficie della<br />
piscina. «Ho sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o la vecchia vasca. È più pratica.»<br />
«Fai ancora le tue vasche?»<br />
«Ogni mattina.»<br />
Rebecca rammentò a se stessa <strong>di</strong> tenersi lontana a<br />
quell'ora. Quin<strong>di</strong> pensò alla passione <strong>di</strong> T.J. per l'acqua<br />
e chiese: «La piscina è recintata?».<br />
«Darò istruzioni alla serv<strong>it</strong>ù perché controllino<br />
costantemente il cancello dalla parte del giar<strong>di</strong>no.»<br />
«Grazie.»<br />
«Questa è la tua stanza.» Aprì la porta <strong>di</strong> una camera<br />
color crema. Alla parete era appesa una riproduzione<br />
del quadro <strong>di</strong> Monet con le ninfee, che dava<br />
alla stanza un senso <strong>di</strong> calma.<br />
«E T.J. dove dormirà?»<br />
«In quest'altra stanza.»<br />
Era più piccola e si vedeva che il letto era appena<br />
stato aggiunto, insieme a dei giocattoli nuovi.<br />
45
«Ce n'erano <strong>di</strong> più gran<strong>di</strong>, ma ho immaginato che<br />
lo volessi accanto a te.»<br />
«Grazie.» Quel pensiero premuroso la stupì. Il<br />
suo sguardo si posò sulla fila <strong>di</strong> giocattoli. «Non avresti<br />
dovuto preoccuparti, o spendere così tanto.»<br />
«Qualche giocattolo permetterà a tuo figlio <strong>di</strong> adattarsi<br />
meglio.»<br />
Dopo aver aggiustato le coperte, Rebecca si raddrizzò,<br />
desiderosa <strong>di</strong> uscire da quella stanza angusta<br />
in cui si sentiva quasi intrappolata con Damon, e si<br />
avvicinò alle finestre dell'altra camera, per guardare<br />
il giar<strong>di</strong>no.<br />
«Devo andare in ospedale. Mettetevi a vostro agio.»<br />
La voce <strong>di</strong> Damon sembrò secca.<br />
«Grazie.»<br />
Ma non sentì i passi che si allontanavano.<br />
Incurios<strong>it</strong>a, si girò. Lui la stava guardando, con<br />
un'espressione indecifrabile su quel viso da pirata.<br />
Gli intensi occhi blu erano pieni <strong>di</strong> ombre.<br />
Lei tornò a guardare fuori dalla finestra, per allontanare<br />
la tensione che l'aveva travolta.<br />
Sperava che se ne andasse, prima che lei potesse<br />
rendersi ri<strong>di</strong>cola davanti ai suoi occhi.<br />
«Hai sempre avuto buongusto» ammise, sentendosi<br />
irrigi<strong>di</strong>re. I vecchi ricor<strong>di</strong> le riportarono alla<br />
mente il vest<strong>it</strong>o <strong>di</strong> Fliss, che aveva voluto scegliere<br />
lui.<br />
«Mi onora constatare che mi riconosci qualche<br />
qual<strong>it</strong>à.» La sua voce risuonò ironica.<br />
Rebecca non rispose.<br />
«Scusami. Non dovevo.» Un forte sospiro giunse<br />
da <strong>di</strong>etro le spalle <strong>di</strong> lei. «Hai accettato <strong>di</strong> venire per<br />
aiutare mia madre. Il minimo che potessi fare era<br />
accoglierti secondo i canoni dell'osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à greca.»<br />
46
«Va bene così, Damon.» Parlò con l'immagine <strong>di</strong><br />
lui riflessa nello specchio. «Non mi aspetto niente<br />
da te. I tuoi sentimenti per me sono sempre stati<br />
chiari.»<br />
Di quello era sicura. Damon non si era mai interessato<br />
a lei, a ciò che pensava. E ora non voleva<br />
che lui fingesse un'amicizia fasulla, obbligata.<br />
Il profumo dei fiori d'arancio si fece più intenso,<br />
come la presenza <strong>di</strong> lui <strong>di</strong>etro le sue spalle. Rebecca<br />
non poté più resistere e si girò.<br />
Damon era più vicino <strong>di</strong> quanto pensasse. E i<br />
suoi occhi erano attraversati da qualcosa che riconobbe.<br />
Il cuore cominciò a batterle all'impazzata.<br />
L'aria <strong>di</strong>venne elettrica. Voleva buttargli le braccia<br />
al collo e sentire le labbra <strong>di</strong> lui contro le sue,<br />
ma cercò <strong>di</strong> ricordare perché fosse una cattiva idea.<br />
Lui la o<strong>di</strong>ava. Ed era stato il migliore amico <strong>di</strong><br />
suo mar<strong>it</strong>o.<br />
Sarebbe stato pericoloso per T.J. A chi voleva<br />
darla a bere? Sarebbe stato pericoloso per lei. Nessuna<br />
speranza <strong>di</strong> un lieto epilogo, solo un cuore<br />
spezzato.<br />
Ma questo sembrava non avere alcuna importanza<br />
in quel momento.<br />
Se solo lui l'avesse toccata. Baciata...<br />
E quando si mosse, lei chiuse lo spazio tra <strong>di</strong> loro.<br />
Sussurrando il suo nome, ne incontrò lo sguardo<br />
e ne colse le emozioni, sentì la sua reazione.<br />
Quin<strong>di</strong>, come allungò la mano e toccò i sal<strong>di</strong> muscoli<br />
delle braccia <strong>di</strong> lui, Damon imprecò ad alta<br />
voce, e si allontanò barcollando. Ma non prima che<br />
lei potesse cogliere la confusione allarmata nei suoi<br />
occhi.<br />
47
Un'incertezza profonda e tormentata.<br />
Rebecca trattenne il respiro mentre lui andava a<br />
sbattere contro la porta e non lo rilasciò finché la<br />
porta non si chiuse rumorosamente <strong>di</strong>etro le spalle<br />
<strong>di</strong> Damon, con il fragore degno <strong>di</strong> un tuono.<br />
48
Cap<strong>it</strong>olo<br />
4<br />
DANNAZIONE A LEI!<br />
Damon salì sul bordo della piscina e si tuffò. Era<br />
tar<strong>di</strong>, ma era troppo nervoso per dormire. Rebecca.<br />
Il bambino. E il timore <strong>di</strong> parlare con i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />
sua madre.<br />
Prima, quando Rebecca aveva inclinato il capo e<br />
sussurrato il suo nome, era quasi caduto sotto l'incantesimo<br />
della sua bellezza. Poi l'aveva toccato...<br />
Una strega bella e seducente come il peccato.<br />
E pure del tipo più avaro. Dopo tutti i <strong>di</strong>scorsi sul<br />
fatto che non avrebbe più organizzato matrimoni,<br />
alla fine aveva ceduto. Lui sbuffò con <strong>di</strong>sgusto.<br />
Ora era <strong>di</strong>sposto a pagare il doppio del previsto,<br />
ma che importava? Il sollievo che si era <strong>di</strong>pinto sul<br />
volto della madre quando aveva appreso che Rebecca<br />
era ad Auckland lo ripagava dell'amarezza.<br />
Nonostante ciò non avrebbe dovuto farla tornare.<br />
Rebecca portava solo guai.<br />
Anni prima, quando gli occhi <strong>di</strong> lei si erano posati<br />
su <strong>di</strong> lui, si era sent<strong>it</strong>o in trappola. Quando aveva<br />
scoperto che era la vedova <strong>di</strong> Aaron, aveva cap<strong>it</strong>o<br />
quale male<strong>di</strong>zione fosse.<br />
E allora aveva segu<strong>it</strong>o i suggerimenti del cervel-<br />
49
lo, preferendo alla affascinante ma pericolosa Rebecca<br />
la pacata e tranquilla Felic<strong>it</strong>y.<br />
Damon si girò <strong>di</strong> scatto e nuotò velocemente,<br />
chiedendosi cosa avesse risvegliato la sua attrazione<br />
per Rebecca. Il bambino? La prima volta che l'aveva<br />
vista cullarlo si era sent<strong>it</strong>o ecc<strong>it</strong>ato, teso e... tra<strong>di</strong>to.<br />
Santo cielo! Rebecca non avrebbe mai dovuto<br />
scoprire che aveva abbattuto le sue <strong>di</strong>fese. Respirò e<br />
si immerse, fino a toccare il fondo della piscina.<br />
Attraverso la finestra Rebecca guardava l'acqua<br />
scura, con l'immagine <strong>di</strong> Damon svest<strong>it</strong>o stampata<br />
nella sua mente. Chiuse gli occhi per allontanare<br />
quei pensieri, ma era tutto inutile. Il desiderio si era<br />
impossessato <strong>di</strong> lei.<br />
Nessun altro uomo le aveva mai fatto quell'effetto.<br />
Neppure Aaron, che le aveva dato la forza e il<br />
coraggio <strong>di</strong> vivere i suoi sogni e il sostegno per avviare<br />
la Dream Occasions e poi Chocolatique.<br />
Solo Damon.<br />
Oh, cielo.<br />
La cosa sconcertante, <strong>di</strong> cui si accorgeva solo ora,<br />
era che anche lui aveva dato segno <strong>di</strong> provare la<br />
stessa passione <strong>di</strong>vorante che provava lei. L'aveva<br />
colta nel suo sguardo, nel respiro affrettato. Era stata<br />
questione <strong>di</strong> un momento, ma non si era sbagliata.<br />
In un attimo il futuro era stato illuminato dalla<br />
speranza. Poi però lui se n'era andato, lasciandola<br />
intrappolata in quel desiderio.<br />
Rebecca dormì male e quando lei e T.J. scesero a<br />
far colazione la mattina dopo, Damon stava già<br />
mangiando, concentrato sui giornali. In quell'ele-<br />
50
gante ab<strong>it</strong>o <strong>di</strong> Armani sembrava il potente miliardario<br />
che Rebecca aveva visto sulle varie riviste. Non<br />
rimaneva neanche un segno dell'uomo nudo e<br />
prim<strong>it</strong>ivo della sera precedente.<br />
Si affrettò a scusarsi. «Mi <strong>di</strong>spiace, non ci siamo<br />
svegliati. Siamo molto in r<strong>it</strong>ardo?»<br />
«No. Ho detto a Johnny <strong>di</strong> aspettare che arrivaste,<br />
perché la vostra colazione non si raffreddasse.» Lo<br />
sguardo <strong>di</strong> Damon era imperscrutabile, ma non<br />
mancò <strong>di</strong> sorridere brevemente a T.J., prima <strong>di</strong> tornare<br />
al giornale.<br />
Rebecca non ebbe nemmeno il tempo <strong>di</strong> rompere<br />
il silenzio, che la porta si spalancò e apparve una<br />
brunetta in jeans.<br />
«Tu devi essere... Rebecca?»<br />
Un po' sorpresa, Rebecca capì che quella doveva<br />
essere Demetra. Si era aspettata una persona più<br />
marcatamente greca <strong>di</strong> quella ragazzina.<br />
«E chi è questo bel giovanotto?»<br />
«Mio figlio, T.J.» Rebecca attese le inev<strong>it</strong>abili<br />
domande.<br />
Nessuno, però, chiese niente. Al contrario, Demetra<br />
gli si andò a sedere accanto. «Cos'è che ti<br />
piace <strong>di</strong> più?»<br />
«Giocare con il trenino» rispose il piccolo.<br />
«Oh, allora mi insegnerai. Vado a vedere se la<br />
colazione è pronta.» Quin<strong>di</strong> si alzò per uscire.<br />
Rebecca sbatté le palpebre. Quella creatura vivace<br />
e v<strong>it</strong>ale era Demetra? Poteva capire benissimo<br />
perché Savvas avesse perso la testa per lei. Sorrise a<br />
Damon, il primo vero sorriso da quando lui era ricomparso<br />
nella sua v<strong>it</strong>a. «Demetra sembra molto<br />
piacevole.»<br />
«Piacevole?» Damon sollevò un sopracciglio.<br />
51
«Questa parola ti va proprio a genio, eh?»<br />
Rebecca arrossì, ma decise <strong>di</strong> ignorarlo, rimanendo<br />
in silenzio fino al r<strong>it</strong>orno <strong>di</strong> Demetra, carica<br />
<strong>di</strong> piatti, per sé, Rebecca e T.J.<br />
La futura sposa le confidò <strong>di</strong> non essere molto<br />
convinta <strong>di</strong> volere un matrimonio in grande.<br />
«Mi metto nelle tue mani, Rebecca. L'unica cosa<br />
che ti chiedo è <strong>di</strong> aiutarmi a scegliere la torta e l'ab<strong>it</strong>o<br />
nuziale. Per il resto lascio tutto a te. Quello che<br />
voglio è Savvas, perché lo amo!» La sincer<strong>it</strong>à traspariva<br />
dai suoi occhi e Rebecca desiderò <strong>di</strong> aver<br />
vissuto lo stesso tipo <strong>di</strong> amore che Demetra con<strong>di</strong>videva<br />
con Savvas. «Va bene! Basta parlare <strong>di</strong> queste<br />
nozze. Faccio un salto giù in palestra a fare<br />
qualche esercizio.»<br />
Come lei se ne andò, il silenzio calò sulla sala.<br />
Damon guardò T.J. con sguardo malinconico e<br />
<strong>di</strong>sse: «Il bambino può andare, se vuole».<br />
«T.J. Si chiama T.J.» ribatté Rebecca impaziente.<br />
«È un nome ri<strong>di</strong>colo, per l'amor del cielo!»<br />
«È il suo nome» continuò lei, con tono <strong>di</strong> rimprovero.<br />
«E potrà allontanarsi quando avrà fin<strong>it</strong>o <strong>di</strong><br />
mangiare.» Scrollò le spalle. «È un in<strong>di</strong>viduo con<br />
un nome, non il bambino.»<br />
Rebecca rimase <strong>di</strong> stucco quando T.J., dopo aver<br />
mangiato uno spicchio d'arancia, si avvicinò a Damon,<br />
per cercare <strong>di</strong> mettergli in bocca l'ultimo rimasto,<br />
rischiando <strong>di</strong> macchiargli il vest<strong>it</strong>o costoso.<br />
Era consapevole che Damon non era ab<strong>it</strong>uato ai<br />
bambini <strong>di</strong> tre anni e alle loro mani appiccicose.<br />
Ma la reazione <strong>di</strong> Damon la stupì.<br />
Dopo aver preso lo spicchio spiaccicato, se lo mise<br />
in bocca e rivolse a T.J. un sorriso smagliante.<br />
«Delizioso, grazie, T.J.»<br />
52
T.J. gridò dalla gioia: «Delizioso, delizioso!»,<br />
picchiando le mani appiccicose sui pantaloni <strong>di</strong><br />
Damon.<br />
Rebecca lo prese in braccio, prima che potesse<br />
fare altri danni, e chiese scusa a Damon per le macchie<br />
rimaste sui suoi pantaloni.<br />
Lui scrollò le spalle. «Non importa, lo farò pulire.»<br />
Stava ancora sorridendo a T.J. e Rebecca rimase<br />
lì a guardarlo. Quando lui girò la testa, lei <strong>di</strong>stolse<br />
velocemente lo sguardo e si congedò, afferrando un<br />
tovagliolo <strong>di</strong> carta dal tavolo senza attendere risposta.<br />
«Ti passo a chiamare verso mezzogiorno, per andare<br />
da mia madre. Fatti trovare pronta.» L'or<strong>di</strong>ne<br />
<strong>di</strong> Damon li seguì fuori dalla stanza.<br />
Mentre attraversava l'entrata, T.J. si sporse sopra<br />
le sue spalle per salutare il padrone <strong>di</strong> casa e poi le<br />
sussurrò in un orecchio: «A T.J. piace Damon».<br />
Fu uno shock vedere Soula <strong>di</strong>stesa su un letto<br />
d'ospedale, così fragile e passiva. Rebecca non osò<br />
guardare Damon. Non che questo avrebbe aiutato.<br />
Durante il trag<strong>it</strong>to fino all'ospedale lui aveva continuato<br />
a rimanere in silenzio, come a colazione.<br />
Quando la porta della stanza si chiuse, Soula aprì<br />
gli occhi. «Rebecca, che bello vederti! Damon, sei<br />
tornato!» Cercò <strong>di</strong> alzarsi a sedere, prestando poca<br />
attenzione alla flebo fissata alla sua mano.<br />
«Mamma!» Damon si avvicinò. «Non ti muovere!»<br />
«Non essere stupido, non sono ancora morta.<br />
Spegni la TV. E alza lo schienale del letto.»<br />
Mentre Damon aggiustava il letto, Rebecca si av-<br />
53
vicinò, turbata dall'aspetto della donna. Solo gli occhi<br />
scuri e indomabili le ricordavano la persona che<br />
aveva conosciuto.<br />
«Devo essere in uno stato terribile, eh?»<br />
Rebecca cercò <strong>di</strong> sorridere, consapevole che Soula<br />
doveva aver colto lo shock nei suoi occhi, ma incapace<br />
<strong>di</strong> formulare niente che potesse sembrare<br />
sincero.<br />
«Cosa? Non rispon<strong>di</strong>, Rebecca? Preferisco senz'altro<br />
il silenzio alle bugie che mi propina il resto<br />
della famiglia, ma devo ammettere che non è male<br />
come sembra. Il bianco è un colore terribile. Guarda<br />
qui» <strong>di</strong>sse sollevando un braccio. «Camicia da notte<br />
bianca, lenzuola bianche, coperte bianche: non vanno<br />
bene con la carnagione <strong>di</strong> una donna della mia<br />
età.»<br />
L'affetto per quella donna battagliera la travolse,<br />
facendola avvicinare per schioccare un bacio su<br />
quella guancia un po' più rugosa <strong>di</strong> come la ricordava.<br />
«Sciocchezze» le sussurrò all'orecchio. «La bellezza<br />
viene da dentro. Non gliel'ha mai detto nessuno?»<br />
Si scambiarono un lungo sguardo, poi Soula passò<br />
il braccio attorno al collo <strong>di</strong> Rebecca e la avvicinò<br />
a sé. «È bello rivederti. Stavo iniziando a <strong>di</strong>sperare.»<br />
La nota <strong>di</strong> vera preoccupazione nella voce <strong>di</strong><br />
Soula e il calore inaspettato del suo abbraccio scossero<br />
profondamente Rebecca, che strinse a sé la<br />
donna con forza. Guardando i macchinari sopra il<br />
letto, Rebecca commentò con voce strozzata: «Devo<br />
<strong>di</strong>re che non mi piace vederla legata così. Quando<br />
potrà uscire?».<br />
«Uscire? Mia madre ha bisogno...»<br />
54
«Presto!» Soula interruppe il figlio. «Non rimarrò<br />
in questo posto più <strong>di</strong> quanto non debba. Ho bisogno<br />
<strong>di</strong> un'estetista, <strong>di</strong>...» continuò mostrando le unghie.<br />
«Avresti dovuto <strong>di</strong>rlo, ti avrei mandato qualcuno.»<br />
«Come posso sperare che tu e Savvas capiate?<br />
Siete uomini. E guarda qui, indosso una camicia da<br />
notte durante il giorno. E so <strong>di</strong> antisettico.» Si fermò<br />
per inspirare. «Non posso sopportare questo odore.»<br />
«Neanch'io» ribatté Rebecca con fervore. Il ricordo<br />
<strong>di</strong> suo fratello James continuamente fuori e<br />
dentro l'ospedale prima <strong>di</strong> morire la tormentava ancora.<br />
Soula le lanciò uno sguardo tagliente. «Solo le<br />
esperienze dei vecchi e dei malati portano a questo<br />
<strong>di</strong>sprezzo.»<br />
«Forse.» Rebecca rimase sul vago, conscia <strong>di</strong> aver<br />
già detto fin troppo, soprattutto con Damon vicino.<br />
Soula le <strong>di</strong>ede un buffetto sulla mano. «Un giorno<br />
potrai capirmi meglio, mia cara.»<br />
Rebecca guardò altrove. Stava troppo male.<br />
Ogni persona a cui aveva voluto bene le era stata<br />
tolta. I suoi parenti. James. Aaron. Fliss.<br />
E con Damon non era neanche riusc<strong>it</strong>a a cominciare,<br />
che tutto le era crollato addosso. Quello che<br />
le restava era T.J., che amava più della sua stessa<br />
v<strong>it</strong>a.<br />
«Rebecca cara, non volevo rattristarti. Vieni, figliola,<br />
parliamo d'altro.» Soula lanciò uno sguardo<br />
significativo al figlio silenzioso. «Damon, smettila<br />
<strong>di</strong> avere quello sguardo torvo e ren<strong>di</strong>ti utile. Vai a<br />
55
prendere un caffè per te e per Rebecca.»<br />
Non appena le due donne furono sole, Soula <strong>di</strong>ede<br />
una pacca sul letto in segno <strong>di</strong> inv<strong>it</strong>o. «Kathiste,<br />
sie<strong>di</strong>ti qui. Dimmi cosa pensi <strong>di</strong> questo matrimonio<br />
che mi ha ridotto così.»<br />
Sollevando un sopracciglio in maniera sospettosa,<br />
Rebecca si sedette. «E mentre parliamo mi occuperò<br />
<strong>di</strong> alcune <strong>di</strong> queste cose che le danno noia.<br />
Dov'è il suo beauty case?»<br />
Venti minuti più tar<strong>di</strong> Damon rientrò nella stanza<br />
in silenzio. Sua madre e Rebecca stavano chiacchierando<br />
sottovoce, troppo piano perché lui potesse<br />
sentire, mentre Rebecca dava lo smalto a Soula. I<br />
suoi capelli erano stati pettinati e le guance avevano<br />
acquistato un po' <strong>di</strong> colore. Improvvisamente sembrò<br />
notevolmente migliorata.<br />
Sua madre si sarebbe ripresa, non sarebbe morta.<br />
E doveva ringraziare Rebecca per questa trasformazione.<br />
Venne avanti e con il piede si chiuse la porta<br />
alle spalle, richiamando l'attenzione delle due donne.<br />
Rebecca apparve sub<strong>it</strong>o guar<strong>di</strong>nga, mentre Soula<br />
sorrise ra<strong>di</strong>osamente. «Bene, il caffè. Mettilo sul<br />
carrello, così Rebecca può prenderlo.»<br />
«Due cucchiaini <strong>di</strong> zucchero, vero?» chiese lui,<br />
non potendo fare a meno <strong>di</strong> notare il bel rapporto tra<br />
sua madre e Rebecca. Come mai non l'aveva mai<br />
notato prima, cogliendo invece le <strong>di</strong>fferenze tra le<br />
due? Non aveva mai focalizzato ciò che le univa e<br />
cioè la forza <strong>di</strong> volontà e la determinazione.<br />
Entrambe lo guardavano ora, in attesa <strong>di</strong> un suo<br />
commento a qualcosa che non aveva sent<strong>it</strong>o. Guardò<br />
prima l'una, poi l'altra. «Come?» chiese con aria<br />
56
<strong>di</strong>staccata, sperando che le due donne non si accorgessero<br />
che era appena sceso dal mondo dei sogni.<br />
«Commentavo solo il fatto che ricordavi quanto<br />
zucchero mette Rebecca nel caffè.»<br />
Damon corrugò la fronte. «Deve avermelo detto.»<br />
Ma sapeva che non era vero.<br />
«No, non te l'ha detto» ribatté la madre sod<strong>di</strong>sfatta.<br />
«Te lo sei ricordato dopo tutti questi anni.»<br />
Messo alle strette, dovette ammetterlo a denti<br />
stretti. «Forse sì.»<br />
Con sua grande sorpresa, fu Rebecca ad accorrere<br />
in aiuto. «Be', quante donne mettono due cucchiaini<br />
<strong>di</strong> zucchero nel caffè? Non è una cosa comune, a<br />
volte penso che dovrei essere più attenta con lo<br />
zucchero.»<br />
«Non credo» ribatté Damon senza pensarci. «Ti<br />
puoi permettere <strong>di</strong> mangiare tutto quello che vuoi.»<br />
Fortunatamente sua madre non fece alcun commento.<br />
Anzi, tornò a parlare del matrimonio <strong>di</strong> Demetra<br />
e Savvas e Damon iniziò a rilassarsi.<br />
«Non posso smettere <strong>di</strong> preoccuparmi per Demetra.<br />
Mi chiedo se riuscirà a gestire un matrimonio<br />
così importante. È molto...»<br />
«Vivace?» Rebecca si inserì sorridendo. «Ma<br />
Soula, questo fa parte del suo fascino. E non si preoccupi,<br />
quello che importa è che Savvas la ami.»<br />
«Spero che tu abbia ragione.» Nonostante la sua<br />
t<strong>it</strong>ubanza, Soula sembrava più felice. «Ma non le<br />
interessa per niente l'organizzazione. L'unica cosa<br />
che le interessa è la casa che ha comprato Savvas...<br />
e il giar<strong>di</strong>no ancora <strong>di</strong> più della casa.»<br />
«Lei ha altre prior<strong>it</strong>à. È una progettista <strong>di</strong> giar<strong>di</strong>ni»<br />
aggiunse Damon.<br />
«Giusto. E ci sa anche molto fare con i bambini.»<br />
57
Gli occhi <strong>di</strong> Soula si illuminarono. «Non vedo l'ora<br />
<strong>di</strong> prendere in braccio il mio primo nipote. Damon<br />
non ha fatto il suo dovere.»<br />
Damon fu sul punto <strong>di</strong> rispondere, ma si morse la<br />
lingua e guardò Rebecca. Come poteva sua madre<br />
tirare fuori un argomento del genere? Da parte sua,<br />
Rebecca si mostrò alquanto a <strong>di</strong>sagio.<br />
«Parlando <strong>di</strong> figli» Rebecca si alzò in pie<strong>di</strong>, «devo<br />
tornare a casa, T.J. mi starà cercando.»<br />
«Non vedo l'ora <strong>di</strong> conoscerlo. Ti somiglia?»<br />
Rebecca apparve ag<strong>it</strong>ata. «Non proprio, anche se<br />
qualcosa della famiglia c'è. I suoi occhi sono proprio<br />
come...» Si interruppe, in preda all'angoscia.<br />
Damon ebbe compassione <strong>di</strong> lei. «Ha i tuoi capelli<br />
scuri.»<br />
«Cosa?» Rebecca sbiancò per l'emozione e,<br />
quando tornò in sé, ribatté: «Ah, sì, sì, certo, hai ragione».<br />
Damon raggelò all'angoscia pura che vide negli<br />
occhi <strong>di</strong> Rebecca, occhi così <strong>di</strong>versi da quelli <strong>di</strong><br />
T.J., che si convinse che il bambino dovesse assomigliare<br />
più al padre. Quegli occhi azzurri... Per un<br />
attimo si r<strong>it</strong>rovò a immaginare chi potesse essere.<br />
Quin<strong>di</strong> cercò <strong>di</strong> togliersi dalla testa quel pensiero.<br />
Erano cose che non lo riguardavano.<br />
Eppure c'era qualcosa nei tratti <strong>di</strong> quel bambino<br />
che gli sembrava straor<strong>di</strong>nariamente familiare, anche<br />
se non riusciva a capire cosa.<br />
Rebecca stava cercando <strong>di</strong> recuperare la giacca e<br />
la borsa. Qualcosa aveva riaperto in lei vecchie fer<strong>it</strong>e,<br />
a giu<strong>di</strong>care dalla fretta che aveva.<br />
«Non vedo l'ora <strong>di</strong> conoscere il piccolo.»<br />
«Presto» promise Rebecca e, sulla porta, fece un<br />
cenno <strong>di</strong> saluto con la mano e fuggì via.<br />
58
«Dovrai aspettare <strong>di</strong> essere a casa.» Damon baciò<br />
la madre sulla guancia e si avviò <strong>di</strong>etro Rebecca.<br />
«Forza, forza.»<br />
Spostandosi da un piede all'altro, Rebecca continuò<br />
a picchiare sul pulsante dell'ascensore con impazienza.<br />
Sentendo i passi <strong>di</strong> Damon <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé, si<br />
mise le mani in tasca e si strinse nella giacca.<br />
«Cos'è tutta questa fretta?» La sua voce cupa e<br />
fluida le provocò dei brivi<strong>di</strong> <strong>di</strong> cui non aveva bisogno<br />
lungo la schiena.<br />
«Devo tornare da T.J., normalmente non lo lascio<br />
da solo così a lungo.» Ma più che altro sarebbe voluta<br />
scappare da quelle domande, da Damon e dall'ospedale,<br />
che le ricordava la sua impotenza.<br />
La vista <strong>di</strong> un paziente sopravvissuto a un incidente<br />
stradale la fece sentire male. «Ho bisogno <strong>di</strong><br />
andarmene da qui. O<strong>di</strong>o questi posti.»<br />
«Grazie per essere rimasta... e per aver aiutato<br />
mia madre. È cambiata ra<strong>di</strong>calmente.»<br />
«Non ho fatto niente.»<br />
«Non è vero. È spaventata, ma non lo vuole ammettere.»<br />
La guardò cercando i suoi occhi. «È stato<br />
<strong>di</strong>fficile il parto <strong>di</strong> T.J.?»<br />
Lei deglutì con forza, sconcertata dall'improvviso<br />
cambiamento <strong>di</strong> argomento. «Tutti i parti sono <strong>di</strong>fficili,<br />
ma la ricompensa è immensa. T.J. è una bene<strong>di</strong>zione.»<br />
«È un bambino <strong>di</strong> cui essere fieri. L'hai tirato su<br />
bene da sola.»<br />
«Grazie.» Sentì un sapore amaro in bocca.<br />
Se solo avesse immaginato...<br />
«Sei tornata in ospedale dopo...»<br />
«Dopo la morte <strong>di</strong> Fliss. Una notte.» Le porte<br />
59
dell'ascensore si aprirono e Rebecca si sbrigò a uscire.<br />
Damon la seguì. «È lì che hai iniziato a detestare<br />
gli ospedali?»<br />
«Quello non ha aiutato, ma la mia fobia c'era<br />
già.» Non riusciva a smettere <strong>di</strong> pensare a James.<br />
Le vis<strong>it</strong>e in ospedale, gli esami, la fine improvvisa e<br />
brutale.<br />
Vedere Soula così debole, ammalata e invecchiata<br />
l'aveva scossa. E le aveva fatto pensare alla sua<br />
stessa morte. Cosa sarebbe successo a T.J.? Si sentì<br />
tremendamente <strong>di</strong>sorientata e si appoggiò alla parete.<br />
«Ehi, tutto bene?»<br />
Improvvisamente si rese conto che Damon aveva<br />
posato le mani sulle sue spalle, per scuoterla gentilmente.<br />
Per un attimo fu tentata <strong>di</strong> sporgersi in avanti<br />
e posare la testa sul petto <strong>di</strong> lui, lasciandosi<br />
andare alle lacrime che aveva tenuto dentro così a<br />
lungo.<br />
Ma non voleva mostrargli nessuna debolezza.<br />
Quin<strong>di</strong> sollevò la testa e gli sorrise leggermente.<br />
«Sto bene. O almeno mi sentirò così non appena uscirò<br />
da qui.»<br />
«An<strong>di</strong>amo fuori allora.»<br />
Ma non si mosse.<br />
L'espressione sul volto <strong>di</strong> Rebecca scosse Damon.<br />
Una tristezza che non aveva mai visto deturpava<br />
i lineamenti squis<strong>it</strong>i.<br />
O forse non aveva mai voluto coglierla prima <strong>di</strong><br />
allora?<br />
Con una spontane<strong>it</strong>à a lui estranea, si sporse in<br />
avanti per darle un breve bacio rassicurante. Ma,<br />
60
appena le loro labbra si sfiorarono, fu assal<strong>it</strong>o da un<br />
desiderio prim<strong>it</strong>ivo <strong>di</strong> coinvolgerla in un bacio appassionato.<br />
No! Ne aveva già passate abbastanza.<br />
Ci volle tutta la sua forza <strong>di</strong> volontà per non farsi<br />
governare dalla passione che gli era esplosa dentro.<br />
Quel giorno aveva visto una Rebecca <strong>di</strong>versa dalla<br />
donna egoista che conosceva. Una Rebecca paziente<br />
con il figlio e abile e forte con sua madre.<br />
Passò le <strong>di</strong>ta lungo il profilo <strong>di</strong> lei, tastandone la<br />
pelle delicata.<br />
Erano stati gli improvvisi lampi <strong>di</strong> altruismo ad<br />
attirare Savvas? Per non parlare del suo corpo. Forse<br />
il fratello era stato catturato dai suoi baci? Proprio<br />
come accadeva a lui. Damon rimuginò su quei<br />
pensieri e allontanò la mano dal volto <strong>di</strong> lei.<br />
«Ce la fai a stare in pie<strong>di</strong>?» domandò secco, pentendosi<br />
sub<strong>it</strong>o <strong>di</strong> quel tono aspro.<br />
Lei annuì, facendo fatica a ricomporsi.<br />
Damon fece un passo in<strong>di</strong>etro, mentre la mente<br />
cercava <strong>di</strong> tenere a bada il corpo e il desiderio <strong>di</strong><br />
stringerla tra le braccia e farla sua.<br />
Al <strong>di</strong>avolo!<br />
La sua mancanza <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio lo stupì. Si girò velocemente<br />
dall'altra parte, <strong>di</strong>sgustato da quel folle<br />
desiderio <strong>di</strong> possesso per una donna che era già stata<br />
<strong>di</strong> così tanti uomini: suo fratello, Aaron Grainger<br />
e altri che parlavano <strong>di</strong> lei come un inv<strong>it</strong>ante bocconcino<br />
e un fenomeno tra le lenzuola.<br />
«An<strong>di</strong>amo» tagliò corto lui. «T.J. sta aspettando.»<br />
Quin<strong>di</strong> si intimò <strong>di</strong> darsi una regolata. Che cosa<br />
si aspettava? Poche donne dell'età <strong>di</strong> Rebecca avevano<br />
avuto un solo uomo. Desiderare <strong>di</strong> averla non<br />
61
significava certo desiderare <strong>di</strong> sposarla.<br />
E lui l'avrebbe avuta. Presto. Damon lo promise a<br />
se stesso, mentre attraversavano il parcheggio. Era<br />
ora <strong>di</strong> smettere <strong>di</strong> lottare contro quella tremenda attrazione<br />
che lei provava per lui. E, dopo essersene<br />
liberato, se ne sarebbe andato, lasciandosi Rebecca<br />
e il passato alle spalle.<br />
Non ci sarebbe stata nessuna per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> controllo,<br />
nessuna emozione.<br />
Solo passione.<br />
62
Cap<strong>it</strong>olo<br />
5<br />
AL SENTIRE IL lamento del motore della sua auto<br />
Rebecca gemette, trattenendosi dal picchiare la testa<br />
sul volante.<br />
Proprio un bel modo per iniziare un venerdì! Per<br />
quasi due giorni era riusc<strong>it</strong>a a ev<strong>it</strong>are Damon, usando<br />
il matrimonio come una scusa per stare lontana,<br />
e sfruttando la simpatia nata tra T.J. e Demetra.<br />
In realtà, il matrimonio la impegnava comunque<br />
molto. Era tornata all'ospedale per controllare la lista<br />
degli inv<strong>it</strong>ati con Soula e aveva vis<strong>it</strong>ato varie tipografie,<br />
per ottenere dei preventivi per le partecipazioni.<br />
Per quel giorno aveva in programma vari appuntamenti<br />
per decidere quale fosse il luogo migliore<br />
per la celebrazione. Ma ora la batteria del piccolo<br />
veicolo che Damon le aveva procurato per muoversi<br />
era a terra.<br />
Uscì dall'auto e considerò brevemente varie opzioni.<br />
«Hai qualche problema?» Quella voce cupa e<br />
vellutata la fece irrigi<strong>di</strong>re.<br />
Damon.<br />
L'avrebbe avuto, naturalmente. Dopo averlo evi-<br />
63
tato in tutti i mo<strong>di</strong>, se lo r<strong>it</strong>rovava accanto alla macchina<br />
in panne.<br />
Con il cuore in gola, si girò verso <strong>di</strong> lui. Era stupendo<br />
in quell'ab<strong>it</strong>o scuro ed elegante, con la tipica<br />
camicia bianca e la classica cravatta stretta. Rebecca<br />
respirò profondamente e cercò <strong>di</strong> apparire più<br />
composta delle emozioni che le ribollivano dentro.<br />
Se gli avesse detto <strong>di</strong> cosa si trattava, forse lui le avrebbe<br />
prestato un'altra auto. Magari perfino quella<br />
<strong>di</strong> Soula.<br />
Guardando velocemente l'orologio pensò che, se<br />
fosse part<strong>it</strong>a sub<strong>it</strong>o, sarebbe comunque arrivata in<br />
tempo all'appuntamento. Quin<strong>di</strong> glielo <strong>di</strong>sse, attendendosi<br />
un tipico commento derisorio maschile.<br />
«Ti porto io» <strong>di</strong>sse lui inaspettatamente.<br />
«No, no, non ce n'è bisogno.»<br />
«Vieni, o farai tar<strong>di</strong>.» Damon aveva già il cellulare<br />
in mano, per spostare i suoi appuntamenti e mandare<br />
qualcuno a riavviare la batteria.<br />
Quando le chiese dov'era <strong>di</strong>retta, rispose con voce<br />
incerta. Rebecca immaginò che l'avrebbe lasciata<br />
davanti all'entrata dell'Hotel San Lorenzo, ma Damon<br />
la accompagnò fin nella hall.<br />
André, un francese snello, nato apposta per organizzare<br />
eventi, salutò Rebecca come una vecchia amica.<br />
E, non appena riconobbe l'accompagnatore, si<br />
profuse in un saluto eccessivamente affettato.<br />
Il suo atteggiamento <strong>di</strong>venne ancora più insopportabile<br />
quando raggiunsero le stanze da cerimonia.<br />
A quel punto Rebecca volle quasi gridare.<br />
E il fatto che l'ultima volta che era stata lì fosse<br />
stato per il matrimonio <strong>di</strong> Damon non l'aiutava <strong>di</strong><br />
certo. Chissà quante volte c'era già tornato Damon.<br />
Molte, immaginò. A lui cosa importava? Certo<br />
64
non con<strong>di</strong>videva con lei quei ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong>sperati. Per<br />
lui era solo il posto in cui aveva sposato Fliss.<br />
«Non stai seriamente considerando questo posto,<br />
vero?» le sussurrò Damon tra i denti, mentre André<br />
era andato a recuperare alcune liste <strong>di</strong> vini.<br />
Le bastò guardare quegli occhi tormentati per capire<br />
che Damon non aveva <strong>di</strong>menticato un solo attimo<br />
<strong>di</strong> quella sera. Rebecca si fermò proprio nel<br />
punto in cui lei e Damon si erano separati. Anche<br />
ora, una v<strong>it</strong>a dopo, sentiva il dolore cocente che l'aveva<br />
pervasa.<br />
Ma, mantenendo un tono <strong>di</strong> voce neutro, ribatté:<br />
«Questo è il luogo migliore <strong>di</strong> Auckland, la sala da<br />
ballo può osp<strong>it</strong>are fino a mille osp<strong>it</strong>i».<br />
«No.»<br />
«No?» Rebecca sollevò un sopracciglio in reazione<br />
al suo improvviso rifiuto.<br />
«Assolutamente no. Per gli osp<strong>it</strong>i potrà essere il<br />
posto migliore, ma non per me.» Un muscolo della<br />
mascella guizzò, mentre gli occhi rivelarono sofferenza.<br />
Forse il ricordo <strong>di</strong> Fliss, della felic<strong>it</strong>à che avevano<br />
con<strong>di</strong>viso quella sera era troppo doloroso da<br />
sopportare? Un pensiero terribile l'attraversò. Si era<br />
sbagliata in tutti quegli anni? Damon aveva amato<br />
Fliss?<br />
Pazzamente?<br />
Profondamente?<br />
Eternamente?<br />
«Penso tu abbia ragione» ammise Rebecca, o<strong>di</strong>ando<br />
quello sguardo sofferente e se stessa per averlo<br />
provocato. «Potrebbe essere troppo per Demetra.<br />
Mi ha detto che non vuole niente <strong>di</strong> eccessivamente<br />
sontuoso.»<br />
65
66<br />
«Allora an<strong>di</strong>amocene» concluse Damon.<br />
Il secondo luogo che aveva preso in considerazione<br />
Rebecca era un famoso yatch club <strong>di</strong> fronte al<br />
porto <strong>di</strong> Wa<strong>it</strong>emata. Era molto meno imponente,<br />
con una sala da ballo più raccolta e una vista mozzafiato<br />
su Auckland. Mentre il manager del club li<br />
guidava attraverso i locali, Damon iniziò lentamente<br />
a rilassarsi.<br />
Era rimasto sconvolto dai sentimenti che l'avevano<br />
assal<strong>it</strong>o al San Lorenzo. La sua ira tremenda nei<br />
confronti <strong>di</strong> Rebecca durante la sera del matrimonio<br />
era tornata improvvisamente, più viva che mai, uno<br />
spiacevole ricordo dell'attr<strong>it</strong>o che c'era stato tra loro<br />
due.<br />
Perché?<br />
Perché erano sempre stati in confl<strong>it</strong>to? Perché lei<br />
aveva sempre cercato <strong>di</strong> sfidarlo? Dicendogli che<br />
non poteva sposare Fliss? Provocandolo, facendosi<br />
baciare... E perché non era stato in grado <strong>di</strong> rifiutare<br />
le sue sfide?<br />
Ricordava <strong>di</strong> aver desiderato che Rebecca si comportasse<br />
come Felic<strong>it</strong>y, timida e in soggezione nei<br />
suoi confronti: una sposa adorabile. Ma anche quel<br />
ricordo era stato macchiato. In qualche modo aveva<br />
respinto Felic<strong>it</strong>y. Forse lei aveva scoperto che<br />
l'aveva tra<strong>di</strong>ta la sera prima <strong>di</strong> pronunciare quella<br />
promessa <strong>di</strong> matrimonio?<br />
Si aspettava che Rebecca avrebbe insist<strong>it</strong>o perché<br />
il matrimonio fosse celebrato al San Lorenzo. E invece<br />
aveva accettato la sua decisione senza quasi<br />
battere ciglio. Per questo le era grato, silenziosamente<br />
grato. Come poteva lui, Damon Asteriades,<br />
confessare che non poteva sopportare <strong>di</strong> celebrare il
matrimonio del fratello dove il suo stesso matrimonio<br />
era stato suggellato?<br />
Damon <strong>di</strong>sse a se stesso che accompagnava<br />
Rebecca per essere sicuro che seguisse le <strong>di</strong>rettive<br />
<strong>di</strong> sua madre, ma sapeva che <strong>di</strong>etro c'era <strong>di</strong> più.<br />
Il desiderio <strong>di</strong> possederla stava <strong>di</strong>ventando sempre<br />
più forte. E quando l'aveva vista alle prese con<br />
la macchina, l'opportun<strong>it</strong>à si era rivelata troppo<br />
ghiotta per lasciarsela sfuggire. Aveva visto la Rebecca<br />
proprietaria del negozio <strong>di</strong> cioccolatini, la<br />
Rebecca madre adorabile e la Rebecca amica amorevole<br />
<strong>di</strong> una signora anziana e malata, ma voleva<br />
vedere tutte le facce <strong>di</strong> quella donna enigmatica che<br />
susc<strong>it</strong>ava in lui reazioni così forti.<br />
Mentre la seguiva nella sua ricerca della sala adatta,<br />
Damon dovette ammettere che Rebecca era<br />
davvero brava in quel lavoro. Lui non avrebbe mai<br />
pensato <strong>di</strong> porre neanche un decimo delle domande<br />
che poneva lei. Chiedeva, chiedeva ancora e sorrideva.<br />
E ogni suo sorriso faceva aumentare in Damon<br />
il desiderio <strong>di</strong> assaggiare quelle labbra carnose.<br />
Le sue. Allontanò quel pensiero malato e la guardò<br />
mentre prendeva alcuni appunti. Era concentrata,<br />
professionale e con la s<strong>it</strong>uazione completamente<br />
sotto controllo.<br />
La promessa che aveva fatto a se stesso nel parcheggio<br />
dell'ospedale riaffiorò nella sua mente. La<br />
voleva. Voleva tutto <strong>di</strong> lei e non avrebbe permesso<br />
che niente gli impe<strong>di</strong>sse <strong>di</strong> realizzare il suo desiderio.<br />
Rebecca terminò, prendendo un appuntamento<br />
per tornare a parlare con lo chef addetto al catering<br />
e Damon allungò le mani nelle tasche per afferrare<br />
le chiavi.<br />
67
«Bene, per il momento è tutto» annunciò al<br />
manager. «La prossima volta verrò con la sposa, per<br />
confermare che il club sia <strong>di</strong> suo gra<strong>di</strong>mento.»<br />
Rebecca era immersa nei propri pensieri quando<br />
tornarono alla Mercedes. C'era qualcosa che non le<br />
andava dello yatch club, ma non capiva cosa.<br />
«È ora <strong>di</strong> pranzo, credo.» La voce <strong>di</strong> Damon la<br />
richiamò alla realtà.<br />
«Oh, non posso tenerti impegnato ancora.»<br />
«Dobbiamo mangiare entrambi. E c'è una cosa<br />
che voglio chiederti da un po'. Non è stato facile<br />
trovarti in questi due giorni, Rebecca. Viene quasi<br />
<strong>di</strong> pensare che tu abbia cercato <strong>di</strong> ev<strong>it</strong>armi.»<br />
«Ev<strong>it</strong>arti?» Il suo tono era acuto. «E perché?»<br />
«Se lo sapessi non ti avrei segu<strong>it</strong>o tutto il giorno<br />
per riuscire a rimanere un po' da solo con te.»<br />
Quin<strong>di</strong> il suo era un piano! Il cuore <strong>di</strong> Rebecca<br />
cominciò a palp<strong>it</strong>are forte. «Non penso...»<br />
«No.» Damon alzò una mano. «Non pensare.<br />
Vieni semplicemente a pranzo con me. Qui vicino<br />
c'è uno dei miei ristoranti prefer<strong>it</strong>i. Puoi ascoltarmi<br />
e goderti un buon pasto.»<br />
Rebecca temette che si sarebbe trattato <strong>di</strong> più <strong>di</strong><br />
un semplice monologo da parte <strong>di</strong> Damon. Al tempo<br />
stesso era curiosa <strong>di</strong> conoscere uno dei suoi luoghi<br />
prefer<strong>it</strong>i. Anche se sapeva che era rischioso.<br />
Ogni minuto che passavano insieme faceva aumentare<br />
l'attrazione che provava per lui.<br />
Lentamente Rebecca assentì.<br />
Qui vicino si rivelò essere in mezzo alla campagna,<br />
a una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> venti minuti. Attraverso gli<br />
alberi Rebecca intravide una grande casa <strong>di</strong> campa-<br />
68
gna e un vasto specchio d'acqua argentata che brillava<br />
<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> essa. L'insegna intagliata nel legno <strong>di</strong>ceva:<br />
Lakeland Lodge.<br />
Rebecca rimase senza respiro. «Che bella»<br />
mormorò. «E che giar<strong>di</strong>ni magnifici.»<br />
Damon sorrise. «Sapevo che ti sarebbe piaciuta.»<br />
Dopo un istante accettò il braccio che lui le porgeva<br />
e si <strong>di</strong>ressero al ristorante, dove Damon venne<br />
salutato con entusiasmo.<br />
«Come hai scoperto questo posto?» chiese Rebecca,<br />
dopo aver stu<strong>di</strong>ato il menu. «Non lo conoscevo.»<br />
«Questo sì che è un complimento. Non credevo<br />
che ci fosse un posto ad Auckland che tu non conoscessi.»<br />
E accennò un leggero sorriso. Prima che<br />
Rebecca potesse replicare arrivarono gli antipasti a<br />
base <strong>di</strong> pesce e tra <strong>di</strong> loro scese un silenzio d'intesa.<br />
«L'antipasto era <strong>di</strong>vino.» Rebecca posò la forchetta<br />
e, dopo un profondo sospiro, decise <strong>di</strong> indagare<br />
sul motivo della loro vis<strong>it</strong>a in quel luogo. «Di<br />
cosa mi volevi parlare?»<br />
Gli occhi <strong>di</strong> Damon si fecero seri e le sue labbra<br />
<strong>di</strong>vennero sottili. Rebecca fu travolta dall'apprensione.<br />
Sperò che non si trattasse <strong>di</strong> quello che temeva.<br />
Forse sospettava...?<br />
Aveva cap<strong>it</strong>o qualcosa? No, non poteva essere.<br />
Altrimenti avrebbe dato qualche segno. Ma la serietà<br />
della sua espressione preoccupava Rebecca ogni<br />
secondo <strong>di</strong> più.<br />
Solo quando i nervi <strong>di</strong> lei stavano per crollare,<br />
Damon sospirò.<br />
«È qualcosa che non voglio ammettere. Qualcosa<br />
contro cui ho lottato per troppo tempo.» Il pallore<br />
sul suo viso la spaventò.<br />
69
«Di che cosa si tratta?» chiese lei in fretta. «Forza,<br />
sputa il rospo. Non può essere così grave... Sei<br />
malato?»<br />
«No, no, niente <strong>di</strong> grave. Ti voglio, Rebecca.»<br />
Pronunciò quelle parole senza riflettere e le sue<br />
guance si tinsero <strong>di</strong> rosso.<br />
Rebecca si sentì tremare le ginocchia al vedere la<br />
pura emozione che infiammava gli occhi <strong>di</strong> lui. Ma<br />
fu solo una frazione <strong>di</strong> secondo e Damon tornò a<br />
indossare la sua maschera.<br />
«Cosa hai detto?» sussurrò lei, mentre il silenzio<br />
<strong>di</strong>ventava sempre più insopportabile.<br />
«Voglio fare l'amore con te.» La sua voce era<br />
piatta, come se parlasse <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> poca importanza.<br />
Eppure lei aveva visto quel lampo d'emozione nei<br />
suoi occhi e sulle guance.<br />
Rimase sbalor<strong>di</strong>ta. «Non puoi.»<br />
«Io sono un uomo e tu sei una donna. Perché<br />
no?»<br />
Allargando le braccia, lei scosse il capo <strong>di</strong>sperata.<br />
«Non possiamo.»<br />
«Perché?» la sfidò lui. E non credere <strong>di</strong> riuscire<br />
a trovare un motivo a cui io non abbia già pensato.<br />
«Ma...» Cosa avrebbe dovuto <strong>di</strong>re? L'aveva colta<br />
così alla sprovvista. «Non ti piaccio neanche.»<br />
Lui la guardò dr<strong>it</strong>to negli occhi. «Hai ragione,<br />
pensavo che fosse così.»<br />
Lei es<strong>it</strong>ò. La sua onestà la punse sul vivo. «E allora<br />
come puoi anche solo pensare <strong>di</strong> venire a letto<br />
con me?» Che confusione! Eppure, da qualche parte,<br />
giù nel profondo, sentiva nascere una sorta <strong>di</strong><br />
ecc<strong>it</strong>azione.<br />
Damon la desiderava.<br />
70
«Sto cominciando ad accettare che ci deve essere<br />
qualcosa <strong>di</strong> te che mi piace, se ti desidero.» Un leggero<br />
sorriso illuminò i suoi occhi.<br />
Il senso dell'oltraggio sost<strong>it</strong>uì l'euforia. «Be', allora<br />
dovrai tenerti il tuo desiderio, perché tra <strong>di</strong> noi<br />
non succederà proprio niente. Non può.» Era davvero<br />
convinto che lei fosse così <strong>di</strong>sperata?<br />
Probabilmente sì.<br />
E aveva ragione. Perché non aveva nessun orgoglio<br />
quando si trattava <strong>di</strong> Damon Asteriades. Bastava<br />
che lui schioccasse le <strong>di</strong>ta e lei accorreva. Un esempio<br />
era la sua presenza ad Auckland. E al ristorante.<br />
Sapeva che era una pessima idea passare del<br />
tempo con lui, ma questo l'aveva fermata dall'accettare<br />
l'inv<strong>it</strong>o?<br />
No, naturalmente no.<br />
«Rebecca, smetti <strong>di</strong> opporre resistenza. Ti voglio<br />
e ti avrò... prima lo accetti, meglio è.»<br />
Quanto era arrogante! «Non credo. Sono già stata<br />
all'inferno a causa tua e non ho voglia <strong>di</strong> tornarci.»<br />
Lui sbuffò. «Ti stai sbagliando, koukla. Sei tu che<br />
mi hai quasi mandato tra i dannati. Hai fatto tutto<br />
quello che hai potuto per portare scompiglio nella<br />
mia v<strong>it</strong>a. Non significavo niente per te, solo una<br />
sfida.»<br />
Tu significavi tutto per me. Eri il mio mondo, il<br />
mio universo e non ti importava niente <strong>di</strong> me! Ma<br />
non lo <strong>di</strong>sse ad alta voce. Invece scrollò il capo e<br />
rise incredula. «Non ho intenzione <strong>di</strong> cascarci.»<br />
Cosa avrebbe dovuto <strong>di</strong>re o pensare? L'uomo che<br />
risvegliava in lei le emozioni più profonde la voleva.<br />
Ma ne era tremendamente infasti<strong>di</strong>to.<br />
Avrebbe dovuto essere stupida per accettare le<br />
sue con<strong>di</strong>zioni.<br />
71
La tentazione, però, era forte.<br />
Dannazione!<br />
Rifiutarlo sarebbe stata la cosa più <strong>di</strong>fficile che<br />
avesse mai fatto. Si guardò attorno, cercando le parole<br />
che lo avrebbero allontanato per sempre.<br />
Lui si allungò sul tavolo e posò la sua mano su<br />
quella <strong>di</strong> Rebecca. «Servirebbe a qualcosa se ti <strong>di</strong>cessi<br />
che negli ultimi due giorni la mia ammirazione<br />
per te è aumentata immensamente? Che ho visto<br />
una parte <strong>di</strong> te così premurosa che non sapevo esistesse?<br />
Che sto cominciando a pensare <strong>di</strong> averti<br />
giu<strong>di</strong>cato troppo duramente a volte e che questo mi<br />
<strong>di</strong>spiace?»<br />
Gli occhi <strong>di</strong> Damon mostrarono un calore che<br />
non aveva mai visto prima. La sua mano racchiusa<br />
in quella <strong>di</strong> lui le sembrava al sicuro, protetta.<br />
Oh, Signore!<br />
«Stai cominciando a piacermi parecchio, davvero.<br />
E vorrei conoscerti meglio, molto meglio.»<br />
Una timida gioia l'assalì. Rebecca girò la mano<br />
verso l'alto e intrecciò le sue <strong>di</strong>ta con quelle <strong>di</strong> lui.<br />
«Sì» <strong>di</strong>sse lentamente. «Penso che potrebbe.» Si<br />
sentì per metà sollevata e per metà frustrata quando<br />
la cameriera interruppe quel momento con i primi<br />
piatti.<br />
Passarono il resto del pranzo a parlare degli interessi<br />
comuni, senza alludere alla bomba lanciata da<br />
Damon, ma con quella consapevolezza sottintesa<br />
<strong>di</strong>etro a ogni sguardo, a ogni scambio.<br />
Lui la faceva sentire come un'adolescente al primo<br />
appuntamento e lei doveva fermarlo al più presto.<br />
Rebecca posò la forchetta facendola tintinnare,<br />
72
guardandosi attorno per ev<strong>it</strong>are gli occhi <strong>di</strong> Damon.<br />
Le finestre erano coperte da pesanti tende blu con<br />
fiori stampati, che si sposavano perfettamente con il<br />
giar<strong>di</strong>no. In un angolo c'era un pianoforte e alle pareti<br />
erano appesi <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> scene campestri. Il soff<strong>it</strong>to<br />
alto conferiva un senso <strong>di</strong> leggerezza e arios<strong>it</strong>à al<br />
posto.<br />
«Sai» esordì lei improvvisamente, «questo posto<br />
sarebbe perfetto per il matrimonio.»<br />
Damon si guardò attorno e poi posò <strong>di</strong> nuovo gli<br />
occhi su Rebecca. «Forse hai ragione.»<br />
Cercò <strong>di</strong> ignorare l'attrazione eserc<strong>it</strong>ata da lui.<br />
«Niente forse. È perfetto!» Rebecca si convinse<br />
sempre <strong>di</strong> più. «Significherebbe avere meno inv<strong>it</strong>ati<br />
<strong>di</strong> quelli che ha in mente tua madre, ma potrebbe<br />
funzionare. Demetra ne sarebbe estasiata.»<br />
Si girò verso Damon. Nell'attimo in cui i loro<br />
sguar<strong>di</strong> si incrociarono, la loro consapevolezza reciproca<br />
aumentò. Lui sorrise lentamente, facendole<br />
battere il cuore a mille. «Ora capisco perché eri così<br />
brava nel tuo lavoro. Sei un asso quando si tratta <strong>di</strong><br />
associare le persone ai posti. Tu dove vorresti sposarti?»<br />
«Questo posto non lo conoscevo, devo ringraziare<br />
te.»<br />
«Ho barato. È aperto solo da un paio d'anni, prima<br />
era una villa privata. Ora raccontami del tuo matrimonio<br />
ideale. Hai sempre organizzato perfettamente<br />
quelli degli altri. Per te cosa sogni?»<br />
Rebecca rise. «Ho perso l'occasione. Io e Aaron<br />
ci siamo sposati civilmente, niente <strong>di</strong> speciale.» Aaron<br />
l'aveva voluta sposare sub<strong>it</strong>o, appena aveva detto<br />
sì.<br />
«Va bene, allora usa la fantasia. Dimmi cosa a-<br />
73
vresti voluto per le tue nozze se avessi potuto scegliere.»<br />
«Il mio matrimonio ideale... Be', per cominciare<br />
non vorrei tutto questo.» In<strong>di</strong>cò i finestroni alti e i<br />
ricchi decori della tenuta <strong>di</strong> campagna. «Vorrei<br />
qualcosa <strong>di</strong> semplice, una cerimonia raccolta e poi<br />
un po' <strong>di</strong> tempo da passare con l'uomo che ho<br />
sposato, l'uomo che amo.» Lo guardò velocemente.<br />
«Troppo spesso i matrimoni sono occasioni <strong>di</strong> stress<br />
per la sposa. Io vorrei un po' <strong>di</strong> tempo da trascorrere<br />
con mio mar<strong>it</strong>o, per riflettere sull'importanza delle<br />
promesse fatte, promesse che vorrei che durassero<br />
in eterno.»<br />
Si accorse <strong>di</strong> averlo sorpreso con il suo <strong>di</strong>scorso<br />
accorato. Lui la guardava sbigott<strong>it</strong>o. Per alleggerire<br />
l'atmosfera, lei rise scrollando le spalle.<br />
«È solo una fantasia, io non mi risposerò mai.»<br />
«Perché no?» Aggrottò le sopracciglia.<br />
«Sono già stata sposata.»<br />
«È un buon motivo per non sposarsi più?»<br />
Non aveva voglia <strong>di</strong> parlare del suo matrimonio.<br />
Non con Damon. Scosse ancora le spalle. «Allora,<br />
che altro motivo c'è? I figli, immagino. Io ho già<br />
T.J.»<br />
«Non è l'unico motivo per cui la gente si sposa.<br />
Ci sono altre cose come la compagnia, la comprensione,<br />
l'amore...»<br />
«Oh, non <strong>di</strong>rmi che cre<strong>di</strong> a tutte quelle favole,<br />
Damon!» l'interruppe Rebecca con un sorriso tagliente.<br />
«Questo è il motivo per cui Savvas e Demetra si<br />
sposano.» Si accomodò contro lo schienale della<br />
se<strong>di</strong>a, mescolando il caffè.<br />
«Sì, ma non sono come noi. Noi siamo realisti.<br />
74
Sappiamo come si sta al mondo. Il matrimonio è un<br />
accordo finanziario, lo scambio <strong>di</strong> benessere con<br />
fedeltà, la promessa dei figli, non cre<strong>di</strong>?» La feriva<br />
fare l'avvocato del <strong>di</strong>avolo, ma era ciò in cui Damon<br />
credeva.<br />
«Perbacco, come sei cinica.» Lui la squadrò. «Ma<br />
anche se è questo che pensi, c'è ancora il sesso.<br />
Questo è un altro motivo per cui persone come me e<br />
te si sposano.»<br />
«Il sesso?» Bastò quella parola per farle battere il<br />
cuore all'impazzata e farle rallentare il respiro.<br />
«Sì, il sesso più sfrenato. Un corpo che sfrega un<br />
altro corpo...»<br />
«Ah, quel tipo <strong>di</strong> sesso» interruppe lei con un gesto<br />
sdegnoso della mano. «Ma, Damon, non c'è bisogno<br />
che mi sposi per questo, mi basta avere un<br />
amante.»<br />
Damon si irrigidì.<br />
«E ci sono stati molti amanti nella tua v<strong>it</strong>a?»<br />
Se solo avesse saputo!<br />
Rebecca batté le ciglia. «Non parlo mai delle mie<br />
storie.»<br />
«No, certo che non lo fai!» Pronunciò quelle parole<br />
con scetticismo. «Ma ne hai avute?»<br />
«Oh, sì che ne ho avute» rispose lei senza fiato.<br />
Improvvisamente lui le andò accanto e si sporse<br />
per schioccarle un bacio sulle labbra.<br />
E lei si sentì andare in fiamme.<br />
Non fu un bacio delicato, ma un bacio che ardeva<br />
<strong>di</strong> rabbia, <strong>di</strong>sperazione e bisogno.<br />
Quando infine Damon si staccò, aggiunse: «Oh,<br />
sì, devi averne avuti <strong>di</strong> amanti. E forse sarebbe ora<br />
<strong>di</strong> averne un altro».<br />
«Forse» ribatté lei, sostenendo coraggiosamente<br />
75
il suo sguardo. «Devo cominciare a guardarmi attorno.»<br />
«Oh, no!» Damon scrollò la testa, con un sorriso<br />
predatorio. «No, koukla, non guarderai più in là <strong>di</strong><br />
me. Il tuo amante sarò io.»<br />
76
Cap<strong>it</strong>olo<br />
6<br />
ALCUNE ORE PIÙ tar<strong>di</strong> Rebecca non poteva ancora<br />
credere <strong>di</strong> non aver mandato Damon al <strong>di</strong>avolo.<br />
Sulla via del r<strong>it</strong>orno era sprofondata nel se<strong>di</strong>le in<br />
pelle e aveva chiuso gli occhi. Ogni tanto sentiva lo<br />
sguardo <strong>di</strong> Damon posato su <strong>di</strong> sé, ma lui non parlava.<br />
Una consapevolezza opprimente riempiva la<br />
Mercedes.<br />
Non appena la macchina entrò nel vialetto della<br />
tenuta degli Asteriades, Rebecca si rialzò sul se<strong>di</strong>le,<br />
sussurrò un grazie e, prima che si fossero fermati,<br />
scese frettolosamente dall'auto. Raggiunta velocemente<br />
la sua stanza, passò le due ore successive, fino<br />
all'arrivo <strong>di</strong> Demetra e T.J., a fare elenchi <strong>di</strong> cosa<br />
sarebbe serv<strong>it</strong>o per il matrimonio, telefonate per i<br />
vest<strong>it</strong>i degli sposi, per i fiori, per il ricevimento:<br />
qualsiasi cosa che non la facesse pensare alla proposta<br />
oltraggiosa <strong>di</strong> Damon e la tenesse lontana da<br />
lui il più possibile.<br />
Il tuo amante sarò io.<br />
Quell'affermazione arrogante le ronzò nelle orecchie<br />
fino a sera, mentre aiutava T.J. a fare il bagno.<br />
Era quasi delusa che Damon non l'avesse segu<strong>it</strong>a,<br />
per scoprire dove si era nascosta tutto il pomerig-<br />
77
gio. Si stava prendendo gioco <strong>di</strong> lei? Perché non l'aveva<br />
cercata? E perché aveva fatto quella <strong>di</strong>chiarazione<br />
appassionata?<br />
Lui la o<strong>di</strong>ava. Ma aveva detto che i suoi sentimenti<br />
per lei stavano cambiando.<br />
Rebecca chiuse gli occhi per allontanare la confusione<br />
che le vorticava in testa. Senza fine. Quando<br />
li riaprì, T.J. la fissava con in mano una spugna<br />
insaponata. Lei l'afferrò e cominciò a lavarlo.<br />
«Mamma.» La vocina <strong>di</strong> T.J. interruppe i suoi<br />
pensieri. «Demetra prenderà un pesce grosso grosso<br />
con la pelle liscia liscia a T.J.»<br />
«Con le squame.» Rebecca lo corresse senza pensarci.<br />
T.J. era tornato dalla giornata passata con<br />
Demetra felice, stanco e coperto <strong>di</strong> fango. E non<br />
aveva sent<strong>it</strong>o per niente la sua mancanza.<br />
Dopo un attimo la sua mente tornò a quel labirinto<br />
da cui non riusciva a <strong>di</strong>stricarsi.<br />
Damon aveva detto che voleva essere il suo amante.<br />
Perché?<br />
Certo, i brivi<strong>di</strong> che le increspavano la pelle glielo<br />
rivelavano. Chimica. Questa cosa tra <strong>di</strong> loro che<br />
non si sarebbe mai placata a patto che non venisse<br />
sod<strong>di</strong>sfatta. Trovarla interessante, volerla conoscere<br />
meglio erano solo parole.<br />
Parole per riuscire a portarsela a letto. In qualche<br />
modo lui aveva compreso quello che lei desiderava<br />
più <strong>di</strong> ogni altra cosa al mondo: il suo rispetto, la<br />
sua ammirazione... piacergli.<br />
Patetico.<br />
Cosa <strong>di</strong>avolo avrebbe fatto?<br />
«Abbiamo dato da mangiare alle anatre nel parco.<br />
Avevano tanta fame.»<br />
Erano bastati un paio <strong>di</strong> giorni per far sentire a<br />
78
suo agio il bambino all'interno della famiglia <strong>di</strong> Damon.<br />
Sarebbe stato <strong>di</strong>fficile riportarlo a casa.<br />
«Mamma, facciamo un laghetto in giar<strong>di</strong>no? E<br />
compriamo tanti pesci? E le anatre? Ti preeego!»<br />
«Vedremo.» Rebecca cercò <strong>di</strong> sorridere. Forse un<br />
laghetto l'avrebbe aiutato a staccarsi da lì. T.J. era<br />
nell'età in cui l'acqua rappresenta un fascino particolare.<br />
Entro un paio d'anni avrebbe desiderato una<br />
canna da pesca. E un padre che lo portasse a pescare.<br />
Rebecca sospirò e appese l'asciugamano. Quando<br />
si girò vide T.J. col pigiama al contrario e si avvicinò<br />
per aiutarlo.<br />
«No, faccio io, mamma» ribatté T.J. con la determinazione<br />
dei suoi tre anni.<br />
Lei scosse il capo. Il suo bambino stava crescendo,<br />
troppo velocemente e senza una figura paterna<br />
che lo guidasse. Ma aveva lei e non aveva bisogno<br />
<strong>di</strong> nessun altro. E, come aveva detto a Damon, lei<br />
non aveva nessun motivo per sposarsi. Specialmente<br />
non per il sesso.<br />
E non sarebbe <strong>di</strong>ventata l'amante <strong>di</strong> Damon.<br />
Il fine settimana passò molto velocemente. Il sabato<br />
Rebecca accompagnò T.J. in sala da pranzo e<br />
notò che Damon aveva abbandonato gli ab<strong>it</strong>i eleganti<br />
e indossava un paio <strong>di</strong> jeans e una maglietta <strong>di</strong><br />
Ralph Lauren bianca, sotto un sorriso smagliante<br />
tutto per lei.<br />
Il suo stomaco cominciò ad andare in subbuglio.<br />
«Lunedì devo andare a Los Angeles per lavoro e<br />
ho pensato che oggi potremmo fare un picnic. Jane<br />
ha già preparato un sacco <strong>di</strong> squis<strong>it</strong>ezze.»<br />
«T.J. l'adorerà» ribatté Rebecca, chiedendosi perché<br />
Damon lo facesse.<br />
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«Picnic, picnic» canticchiò T.J., saltando su e<br />
giù.<br />
Passarono la giornata a Goat Island, una riserva<br />
marina a un'ora <strong>di</strong> macchina da Auckland.<br />
«È incre<strong>di</strong>bile pensare che la c<strong>it</strong>tà sia così vicina»<br />
commentò Rebecca, mentre l'acqua del mare le bagnava<br />
i pie<strong>di</strong> e T.J. giocava con le onde.<br />
A mezzogiorno mangiarono il cibo delizioso preparato<br />
da Jane, dopo<strong>di</strong>ché Rebecca si stese su un<br />
asciugamano, a guardare Damon e T.J. che facevano<br />
i castelli <strong>di</strong> sabbia. T.J. sprizzava gioia, mentre<br />
Damon... le toglieva il respiro. Da <strong>di</strong>etro gli occhiali<br />
scuri poteva ammirare i suoi pettorali e non poté<br />
negare che quella visione aveva un effetto <strong>di</strong>rompente<br />
su <strong>di</strong> lei.<br />
Alla fine dovette ammettere la ver<strong>it</strong>à: lo voleva.<br />
Spostò lo sguardo sulle onde e cercò <strong>di</strong> ricordare a<br />
se stessa quanto Damon fosse dannatamente pericoloso.<br />
Aveva già ceduto alla sua attrazione una volta,<br />
perché adesso avrebbe dovuto essere <strong>di</strong>verso?<br />
Quella sera, dopo aver messo a letto T.J., passarono<br />
a trovare Soula, lasciando il piccolo alle cure<br />
<strong>di</strong> Savvas e Demetra. Soula notò l'eleganza <strong>di</strong> Rebecca<br />
e chiese: «State uscendo?».<br />
«Abbiamo una prenotazione allo Shipwrecks. Ho<br />
promesso a Rebecca una cena <strong>di</strong> pesce stasera...»<br />
«Oggi abbiamo portato T.J. a Goat Island» precisò<br />
in fretta Rebecca, prima che Soula potesse fraintendere.<br />
«Io mi sono lamentata del fatto che non<br />
fosse possibile pescare nella riserva, allora Damon<br />
ha insist<strong>it</strong>o per portarmi fuori a cena.»<br />
«Capisco.» Soula fece un sorriso enigmatico.<br />
80<br />
La cena finì fin troppo in fretta. Damon si rivelò
un'ottima compagnia e Rebecca dovette ricordare a<br />
se stessa più volte che non aveva alcuna intenzione<br />
<strong>di</strong> lasciarsi incantare da lui. Nonostante ciò voleva<br />
che quella sera non finisse mai. Ma sapeva che non<br />
sarebbe stato così e sospettava <strong>di</strong> sapere come lui<br />
avrebbe voluto che terminasse. Per questo rimase<br />
un po' sconcertata quando lui le <strong>di</strong>ede la buonanotte<br />
davanti alla sua stanza, senza neanche accarezzarle<br />
la guancia con un bacio.<br />
La domenica mattina era ancora lì ad attenderli,<br />
questa volta per una vis<strong>it</strong>a allo zoo. T.J. era fuori <strong>di</strong><br />
sé per l'ecc<strong>it</strong>azione: con gli occhi spalancati ammirava<br />
i leoni, gli elefanti, i rinoceronti. Rebecca invece<br />
passò la giornata a cercare <strong>di</strong> togliere gli occhi<br />
<strong>di</strong> dosso da Damon. Lui sembrò non rendersi conto<br />
dell'ag<strong>it</strong>azione che stava aumentando in lei, mentre<br />
scherzava con T.J.<br />
Quella sera, dopo che il bambino si fu addormentato,<br />
stanco e cotto dal sole, Rebecca non poté fare a<br />
meno <strong>di</strong> chiedersi come si sarebbe evoluta la cosa...<br />
e cosa fosse successo alla <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> Damon<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare il suo amante.<br />
Dopo un frenetico lunedì passato a scortare Demetra<br />
da uno stilista all'altro, Rebecca si stupì <strong>di</strong><br />
trovare Damon a cena la sera. Demetra stava facendo<br />
a Savvas e Damon un resoconto sulla giornata.<br />
«È tutta colpa tua» l'accusò Demetra, con gli occhi<br />
scintillanti.<br />
«Ammettilo... Ti sei <strong>di</strong>vert<strong>it</strong>a.» Rebecca si sedette<br />
tra Savvas e Damon. T.J. era già a letto.<br />
«Più <strong>di</strong> quanto non avrei mai creduto» ammise<br />
lei. «Sapevi cosa mi sarebbe piaciuto.»<br />
«È il mio lavoro.» Quin<strong>di</strong>, rivolta a Damon, ag-<br />
81
giunse: «Pensavo che dovessi partire». E abbassò lo<br />
sguardo, come a farla sembrare una domanda <strong>di</strong>sinteressata.<br />
«Doveva andare negli Stati Un<strong>it</strong>i» rispose Savvas.<br />
«Ma ha rimandato. Non riesco a capire cosa ci<br />
sia <strong>di</strong> così importante ad Auckland da trattenerti<br />
qui.»<br />
«La settimana prossima.» Damon tagliò corto.<br />
«Andrò la settimana prossima. Non ti preoccupare.»<br />
Rebecca lo guardò <strong>di</strong>sinvolta e si sentì gelare. Lui<br />
la stava fissando con gli occhi in fiamme. Si sentì<br />
mancare il respiro e il cuore iniziò a battere forte.<br />
Aveva cap<strong>it</strong>o.<br />
Era lei il motivo per cui aveva rimandato il viaggio.<br />
Ma allora perché non aveva fatto nessuna mossa<br />
nei suoi confronti? Perché quelle g<strong>it</strong>e con T.J. per<br />
tutto il fine settimana, se quello che voleva era solo<br />
sesso?<br />
Anche con il passare dei giorni, tuttavia, le intenzioni<br />
<strong>di</strong> Damon non <strong>di</strong>vennero più chiare. Ogni sera<br />
tornava a casa, giocava un po' con lei, T.J. e Demetra,<br />
dopo<strong>di</strong>ché la portava fuori. Era premuroso, <strong>di</strong>vertente<br />
e affascinante, tutta un'altra cosa rispetto<br />
all'uomo cr<strong>it</strong>ico e ostile del passato. Rebecca stava<br />
scoprendo un lato <strong>di</strong> lui che non conosceva.<br />
Era questo quello che aveva sempre desiderato:<br />
piacere a Damon. Per se stessa.<br />
Così gli avrebbe potuto <strong>di</strong>re la ver<strong>it</strong>à e lui avrebbe<br />
cap<strong>it</strong>o che lei aveva fatto quello che aveva fatto<br />
con le migliori intenzioni. Ma l'uomo che la fissava<br />
irra<strong>di</strong>ava fiducia in se stesso, forza e troppo, troppo<br />
sex appeal. Quegli occhi azzurri la scottavano dentro.<br />
Ancora pochi giorni, si <strong>di</strong>sse, e glielo avrebbe<br />
82
detto. Pochi giorni preziosi in cui fare tesoro <strong>di</strong><br />
quell'affin<strong>it</strong>à tra <strong>di</strong> loro.<br />
Perché sapeva che non sarebbe durata.<br />
Venerdì sera Rebecca era pronta a crollare. Era<br />
stata una settimana molto impegnativa ed era riusc<strong>it</strong>a<br />
a organizzare buona parte del matrimonio. Ma<br />
quello che l'ag<strong>it</strong>ava non erano le nozze, quanto Damon.<br />
Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> qualche tocco casuale, non l'aveva<br />
mai sfiorata intenzionalmente né baciata e ciò la<br />
stava facendo impazzire.<br />
Era confusa.<br />
E sospettava che lui lo avesse cap<strong>it</strong>o.<br />
Si sarebbero trovati alle sette in terrazza per un<br />
drink. Lei aveva <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> chiedergli cosa avrebbero<br />
fatto quella sera. E anche <strong>di</strong> chiedere a<br />
Demetra e Savvas se si sarebbero potuti prendere<br />
cura <strong>di</strong> T.J. Ma naturalmente Damon aveva tutto<br />
sotto controllo. Come il resto nella sua v<strong>it</strong>a, lei<br />
compresa.<br />
Rebecca tuttavia non era sicura <strong>di</strong> poter tollerare<br />
un'altra usc<strong>it</strong>a con l'accompagnatore ideale... e lasciare<br />
<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé tutte le incertezze e i desideri.<br />
Alle sette in punto Rebecca salì in terrazza.<br />
Damon sentì una stretta dentro <strong>di</strong> sé quando la<br />
vide fermarsi sulla soglia, prima <strong>di</strong> procedere. Un<br />
paio <strong>di</strong> pantaloni neri <strong>di</strong> un tessuto leggero avvolgevano<br />
le sue gambe e i sandali dal tacco alto la facevano<br />
sembrare slanciata, snella e incre<strong>di</strong>bilmente<br />
sexy. Lo sguardo <strong>di</strong> lui si alzò ad ammirare la camicia<br />
attillata color pavone, sbottonata sul davanti,<br />
dove un ciondolo <strong>di</strong> opale blu incastonato in oro<br />
pendeva sulla sua pelle chiara. Le sopracciglia <strong>di</strong> lui<br />
83
si contrassero alla vista <strong>di</strong> quel ciondolo costoso.<br />
Presto sarebbe stata sua. E avrebbe indossato solo<br />
gioielli comprati da lui e non fronzoli ricevuti da<br />
altri uomini.<br />
Allontanò quel primo segnale <strong>di</strong> gelosia e tornò a<br />
guardarla in faccia. «Una donna puntuale» notò lui.<br />
«Una perla senza prezzo.»<br />
Lei si sentì scombussolata. Quin<strong>di</strong> sfoggiò il suo<br />
lento sorriso sexy e Damon si sentì ribollire e <strong>di</strong>menticò<br />
l'opale e l'uomo che l'aveva acquistato per<br />
lei.<br />
«Le vecchie ab<strong>it</strong>u<strong>di</strong>ni sono dure a morire» ribatté<br />
lei, sedendosi e prendendo il bicchiere <strong>di</strong> vino dalle<br />
mani <strong>di</strong> lui con un sorriso <strong>di</strong> ringraziamento.<br />
«Sì, ora mi ricordo. Hai sempre avuto la reputazione<br />
<strong>di</strong> una professionista impeccabile negli affari.»<br />
Damon aggrottò le sopracciglia. La sua reputazione<br />
per quanto riguardava la v<strong>it</strong>a privata era ben<br />
<strong>di</strong>versa.<br />
Un'ombra cadde sul viso <strong>di</strong> lei.<br />
«A cosa stai pensando?» Lui non riusciva a liberarsi<br />
dalla tentazione <strong>di</strong> frugare tra i suoi pensieri.<br />
«Niente» rispose lei, toccando l'opale.<br />
«Dimmi.»<br />
Lei sospirò. «È stato Aaron a inculcare in me<br />
l'importanza <strong>di</strong> essere puntuali. Il tuo commento mi<br />
ha fatto pensare a quante cose lui mi abbia insegnato.»<br />
Damon cercò <strong>di</strong> non guardare il ciondolo. Non<br />
voleva pensare né al mar<strong>it</strong>o <strong>di</strong> lei, né a Felic<strong>it</strong>y. Non<br />
voleva che il passato interferisse con il presente.<br />
Voleva solo godersi la serata e quella donna affascinante.<br />
La sua donna. Da quella sera.<br />
84
Finché non si fosse stancato <strong>di</strong> lei.<br />
E sapeva che sarebbe successo. Non poteva andare<br />
<strong>di</strong>versamente.<br />
Accostò la se<strong>di</strong>a e cambiò argomento. «Cosa ne<br />
pensi del vino?»<br />
Rebecca si portò il bicchiere alle labbra. «Mmh...<br />
Burroso... come dovrebbe essere un buon Chardonnay.»<br />
Tenne il bicchiere alzato, contro gli ultimi<br />
raggi <strong>di</strong> sole della sera. «Ha anche un bel colore.»<br />
Ne bevve un altro sorso. «Rinfrescante. C'è un accenno<br />
<strong>di</strong> qualcos'altro... qualcosa <strong>di</strong> leggermente<br />
dolce.»<br />
«Melone? Ananas?» Damon si <strong>di</strong>vertì a schernirla.<br />
Lei lo guardò facendo una smorfia. «Miele, credo.»<br />
«Miele?»<br />
Il miele ricordò a Damon quel bacio troppo veloce<br />
che si erano scambiati a pranzo qualche giorno<br />
prima. Rebecca sapeva <strong>di</strong> miele: dolce e inv<strong>it</strong>ante.<br />
Sentì gli occhi <strong>di</strong>ventare cupi e il corpo illangui<strong>di</strong>re,<br />
mentre ricordava il desiderio che l'aveva attraversato.<br />
Rebecca si era ammutol<strong>it</strong>a, conquistata dallo<br />
stesso incanto che aveva intrappolato lui. Improvvisamente<br />
provò un brivido.<br />
«Hai freddo?» chiese lui dolcemente. Ma sapeva<br />
che non era il freddo ad averle fatto venire la pelle<br />
d'oca, bensì l'ecc<strong>it</strong>azione, proprio come era cap<strong>it</strong>ato<br />
a lui.<br />
Lei scosse il capo.<br />
«Rebecca...»<br />
«Dov'è Demetra?» l'interruppe lei. «E Savvas?»<br />
Lui si adagiò sulla se<strong>di</strong>a, sforzandosi <strong>di</strong> rilassarsi,<br />
85
<strong>di</strong> andarci piano. «Demetra voleva vedere le lucciole,<br />
allora Savvas l'ha portata a Wa<strong>it</strong>orno. Non saranno<br />
<strong>di</strong> r<strong>it</strong>orno fino a domenica pomeriggio almeno.»<br />
Sorrise lui maliziosamente. «Non dobbiamo<br />
aspettarli.»<br />
«E Johnny?»<br />
«Johnny è a cena dalla figlia. Tornerà domani.»<br />
Damon attese.<br />
Gli occhi <strong>di</strong> lei si spalancarono. «Ciò significa...»<br />
La sua voce <strong>di</strong>venne secca, smorzata.<br />
«Che siamo soli.»<br />
Lo fissò senza parole, con gli enormi occhi scuri.<br />
Lui mise una mano sopra quella <strong>di</strong> lei. Aveva le<br />
<strong>di</strong>ta ghiacciate. «L'unico è T.J.»<br />
«Sta... dormendo» balbettò lei.<br />
«Allora, sì, siamo soli.»<br />
Lei rabbrividì.<br />
Lui le accarezzò le <strong>di</strong>ta delicatamente, il polso e<br />
il braccio e poi su, fino al collo. Quin<strong>di</strong> le mise l'in<strong>di</strong>ce<br />
sotto il mento e lo sollevò.<br />
Gli occhi <strong>di</strong> lei erano <strong>di</strong>ffidenti, ma sotto quell'incertezza<br />
era celata una fiamma ardente.<br />
«Sai cosa ho intenzione <strong>di</strong> fare, vero?»<br />
Un sussurro. «Sì.»<br />
Ma a Damon bastò. Lui si chinò in avanti fino a<br />
lasciare uno spazio impercettibile tra loro. «Ho intenzione<br />
<strong>di</strong> baciarti.»<br />
Poi le sfiorò le labbra.<br />
Delicatamente.<br />
Quando Rebecca sospirò, aprendo la bocca, Damon<br />
non riuscì a resistere oltre. Con un gem<strong>it</strong>o bramoso<br />
prese possesso delle labbra <strong>di</strong> lei. Dimenticò<br />
<strong>di</strong> andarci piano, <strong>di</strong> essere paziente, <strong>di</strong> farle la corte.<br />
La sua lingua si fece strada per assaggiarne la dol-<br />
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cezza. Come il miele, selvatico e dorato. Dimenticò<br />
tutto, mentre la furia violenta della passione lo travolgeva.<br />
La tirò a sé, sulle ginocchia.<br />
Il corpo <strong>di</strong> Rebecca era morbido, aggraziato. Damon<br />
la sentì gemere e quel gem<strong>it</strong>o lo stimolò ancora<br />
<strong>di</strong> più.<br />
E dopo un po', non seppe quanto, sollevò il capo.<br />
Le sue mani tremavano, faticò a sbottonarle la camicetta<br />
e quando ci riuscì infilò una mano e le afferrò<br />
un seno. Il respiro <strong>di</strong> lei si fece più affannoso.<br />
Lui le coprì la bocca con le labbra, le loro lingue<br />
si incontrarono, selvagge e giocose, e i corpi si cercarono,<br />
tesi l'uno contro l'altro.<br />
Il respiro <strong>di</strong> lui <strong>di</strong>venne irregolare, mentre cercava<br />
<strong>di</strong> allontanarsi da lei.<br />
Incre<strong>di</strong>bile. Il desiderio che l'aveva assal<strong>it</strong>o lo faceva<br />
sentire un ragazzino. Frettoloso. Impulsivo.<br />
Fuori controllo.<br />
«Vieni.» Lui si alzò e la prese per mano, per condurla<br />
verso la porta scorrevole.<br />
«Dove?»<br />
«Dentro fa più caldo. Sta salendo la brezza.»<br />
«Cosa...?»<br />
Gli occhi <strong>di</strong> lei erano selvaggi, accecati dalla passione.<br />
«Stanotte... <strong>di</strong>venterò il tuo amante.»<br />
Lei rimase a guardarlo a bocca aperta.<br />
«Il tuo amante, Rebecca.»<br />
«Sì.»<br />
Ecco cosa aveva atteso tanto a lungo. La sua resa.<br />
La sua cap<strong>it</strong>olazione totale. Voleva che lei lo desiderasse,<br />
perché le avrebbe fatto perdere ogni forma<br />
<strong>di</strong> controllo. Voleva vedere la donna sotto la ma-<br />
87
schera. La donna che nessuno degli altri suoi amanti<br />
aveva mai visto.<br />
«La tua pelle è così morbida.» Il suo tocco fu particolarmente<br />
dolce, mentre finiva <strong>di</strong> sbottonarle la<br />
camicetta e le passava un <strong>di</strong>to sul petto.<br />
Rebecca era <strong>di</strong>stesa sul suo letto, vest<strong>it</strong>a. Niente<br />
l'aveva preparata a questo...<br />
Il suo tocco.<br />
Come il fuoco.<br />
Si morse il labbro, lottando contro la selvaggia<br />
sensazione che l'aveva travolta.<br />
«Dimmi cosa ti piace, cosa ti ecc<strong>it</strong>a. Voglio sapere<br />
tutto <strong>di</strong> te.» Le sue mani scivolarono sotto il reggiseno<br />
<strong>di</strong> Rebecca e le accarezzarono i capezzoli.<br />
Lei smise <strong>di</strong> respirare.<br />
«Ti piace?» Il suo sguardo fu attraversato da<br />
qualcosa <strong>di</strong> simile al senso <strong>di</strong> trionfo.<br />
Lei si trattenne dall'assentire con la testa, sperando<br />
che i suoi occhi non rivelassero che quello che le<br />
stava facendo era quello che aveva sempre desiderato.<br />
Ma il suo corpo la tradì.<br />
Damon le sfilò la camicetta e le mise una mano<br />
<strong>di</strong>etro la schiena, per liberarle i seni. «Belli, così roton<strong>di</strong>,<br />
così morbi<strong>di</strong>.»<br />
La schiena <strong>di</strong> Rebecca si inarcò contro il suo volere,<br />
spingendo i seni nelle mani <strong>di</strong> lui. Damon<br />
l'ammirò come traf<strong>it</strong>to, quin<strong>di</strong> la sua testa si abbassò<br />
e la bocca si chiuse attorno a uno dei capezzoli.<br />
Rebecca provò una sensazione che non aveva mai<br />
provato prima. Sentì un frem<strong>it</strong>o all'addome, tra le<br />
gambe, quasi come se stesse andando a fuoco.<br />
Lui sollevò la testa e l'espressione sul suo viso le<br />
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fece seccare la bocca. Il desiderio gli trasformò i lineamenti<br />
in una maschera pagana. I suoi occhi luccicarono<br />
e la sua bocca si addolcì per la passione.<br />
Tutta la sua attenzione era de<strong>di</strong>cata a lei.<br />
Solo a lei.<br />
Quello era l'uomo che aveva sempre desiderato.<br />
Ruotò le anche e lui sembrò capire esattamente<br />
cosa volesse, perché si spostò fino a esserle sopra,<br />
con tutta la sua forza e il suo erotismo.<br />
Lei si sporse in avanti, baciandogli avidamente<br />
una guancia, seguendo la linea della mascella fino a<br />
strofinare il naso <strong>di</strong>etro il suo orecchio. Lo sentì<br />
gemere e aprì le labbra contro il suo collo. Aveva<br />
un sapore salato, maschile. Lo leccò, desiderando<br />
assaggiare <strong>di</strong> più.<br />
Il corpo forte e possente <strong>di</strong> lui si muoveva a tratti<br />
contro quello <strong>di</strong> lei.<br />
In un attimo i pantaloni <strong>di</strong> entrambi sparirono e le<br />
loro gambe si r<strong>it</strong>rovarono attorcigliate.<br />
«Mi ecc<strong>it</strong>i da morire!»<br />
Lei non parlò. E oscillò semplicemente il bacino<br />
contro <strong>di</strong> lui, per cercare <strong>di</strong> avvicinarsi sempre <strong>di</strong><br />
più.<br />
«Mi vuoi, non è vero?»<br />
Quel tono insistente la fece tornare brevemente<br />
alla realtà. Aprendo gli occhi vide il viso <strong>di</strong> lui proprio<br />
sopra il suo, con gli occhi blu che la fissavano.<br />
«Dimmelo, Rebecca! Dimmi che mi vuoi.»<br />
«Ti voglio...»<br />
«Di più. Dimmi <strong>di</strong> più.»<br />
Di più? Rebecca si scosse. Cosa voleva?<br />
Il viso <strong>di</strong> lui era teso, il sudore gli scendeva sugli<br />
zigomi. Non c'era nessun segno <strong>di</strong> dolcezza. Niente!<br />
Damon non aspettava altro che lei gli <strong>di</strong>cesse che<br />
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lo amava. Era così? Poteva esporsi così tanto con<br />
lui?<br />
«Dio, che effetto che hai su <strong>di</strong> me! Perché, dannazione?<br />
Perché tu?» gridò lui in preda all'estasi e<br />
all'agonia. E mostrò una vulnerabil<strong>it</strong>à che non le<br />
aveva mai mostrato prima. Una vulnerabil<strong>it</strong>à che lei<br />
sapeva che si sarebbe pent<strong>it</strong>o <strong>di</strong> aver mostrato.<br />
Improvvisamente Rebecca capì cosa voleva. Passandogli<br />
il braccio sotto il collo, lo trasse a sé. «Anch'io<br />
ti voglio, Damon, più <strong>di</strong> quanto abbia mai desiderato<br />
qualcuno» sussurrò.<br />
«Di più?»<br />
«Molto, molto <strong>di</strong> più» confermò lei, stringendolo<br />
forte a sé.<br />
Lui sospirò e la penetrò.<br />
Rebecca emise un grido.<br />
Disse a se stessa che era interessato a lei. Non si<br />
sarebbe comportato così altrimenti. Non sarebbe<br />
stato così importante per lui possederla se non avesse<br />
tenuto a lei.<br />
Damon iniziò a muoversi. Lei lo assecondò, cercando<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un tutt'uno con lui.<br />
Lui abbassò il torso, sfiorandole i seni fino a farla<br />
gridare ancora. Rebecca si morse con forza il labbro<br />
inferiore, consapevole dell'ecc<strong>it</strong>azione che aumentava<br />
in lei.<br />
La pressione nel punto in cui i loro corpi si univano<br />
crebbe sempre <strong>di</strong> più e insieme a questa il calore.<br />
Lei non riuscì più a resistere. Si aggrappò a<br />
lui, sentendolo ansimare e tremare.<br />
«Non riesco a trattenermi» esclamò Damon senza<br />
fiato.<br />
«Vieni» sussurrò lei. «Vieni con me. Con me.<br />
Sempre.»<br />
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Lui aprì gli occhi e Rebecca vi lesse confusione.<br />
Si mosse, lenta e sinuosa, e la confusione svanì.<br />
C'era passione e calore in quel blu profondo... e<br />
qualcosa <strong>di</strong> insondabile.<br />
Ma a quel punto tutti i pensieri razionali svanirono<br />
e gli spasmi dell'orgasmo la squassarono, regalandole<br />
un momento <strong>di</strong> piacere così puro da fare<br />
quasi male.<br />
Alla fine si appisolarono l'uno avvinghiato all'altro.<br />
Quando lei si svegliò, la sveglia <strong>di</strong>g<strong>it</strong>ale sul<br />
como<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Damon in<strong>di</strong>cava oltre la mezzanotte.<br />
«T.J.» Rebecca saltò oltre le coperte.<br />
Damon le afferrò la mano. «Dorme ancora, ho<br />
controllato. Rimani qui.»<br />
Il calore nei suoi occhi e la voce roca le rivelarono<br />
le sue intenzioni.<br />
«Non posso.» Guardò lontano, sentendosi indebol<strong>it</strong>a,<br />
<strong>di</strong>vorata dal senso <strong>di</strong> colpa.<br />
«Rebecca, ti desidero.»<br />
La sua ammissione la fece sciogliere. Si girò verso<br />
<strong>di</strong> lui. Non c'era bisogno <strong>di</strong> parlare. Prima ancora<br />
che si fosse coricata, lui le fu sopra. Questa volta<br />
fecero l'amore in maniera selvaggia, incontrollata.<br />
Senza barriere tra <strong>di</strong> loro. Né passato né futuro. Solo<br />
il presente.<br />
Tuttavia lei sapeva che presto sarebbe spuntato<br />
un nuovo giorno. Domani, l'indomani avrebbero<br />
parlato. Non poteva rimandare ancora, doveva <strong>di</strong>rgli<br />
la ver<strong>it</strong>à.<br />
Quando i primi palli<strong>di</strong> raggi <strong>di</strong> sole filtrarono nella<br />
stanza, Rebecca si alzò e si vestì. Damon dormiva.<br />
In pie<strong>di</strong> accanto a lui, resistette alla tentazione<br />
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<strong>di</strong> baciarlo e accarezzargli la curva perfetta delle<br />
spalle. Preso il ciondolo dal como<strong>di</strong>no, si avviò verso<br />
la porta con i sandali in mano e la chiuse lentamente<br />
<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé.<br />
Arrivata in camera andò da T.J., che dormiva tutto<br />
scoperto con il viso rivolto verso la porta. Si chinò<br />
e gli <strong>di</strong>ede un bacio leggero sulla fronte, rimboccandogli<br />
le coperte e sussurrando: «Ti voglio bene».<br />
Non andò sub<strong>it</strong>o a letto, ma rimase alla finestra<br />
della sua stanza a guardare le prime luci dell'alba,<br />
con in mano il ciondolo <strong>di</strong> opale. Qualcosa negli<br />
occhi <strong>di</strong> Damon le aveva fatto capire che quel monile<br />
non gli piaceva. Non lo avrebbe più indossato.<br />
Era arrivato il momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>o ad Aaron e<br />
pensare al futuro.<br />
E a Damon.<br />
La notte precedente aveva vissuto l'esperienza<br />
più dolce, più passionale, più incre<strong>di</strong>bile della sua<br />
v<strong>it</strong>a.<br />
Si era lasciata andare tra le braccia <strong>di</strong> Damon e<br />
temeva <strong>di</strong> aver rivelato troppo dei propri sentimenti.<br />
Come avrebbe reag<strong>it</strong>o al loro prossimo incontro?<br />
Oh, Signore. Come avrebbe fatto a <strong>di</strong>rgli quello che<br />
doveva <strong>di</strong>rgli? L'avrebbe o<strong>di</strong>ata. Dopo la notte appena<br />
trascorsa non poteva tornare a quella v<strong>it</strong>a insignificante<br />
in cui lui la <strong>di</strong>sprezzava.<br />
Si allontanò dalla finestra. Ripose il ciondolo con<br />
cura nel portagioie e lo chiuse. Quin<strong>di</strong> si baciò la<br />
punta delle <strong>di</strong>ta e le posò per un attimo sul coperchio.<br />
Dopo una breve pausa in bagno, Rebecca si mise<br />
la camicia da notte e sentì qualche dolorino in parti<br />
insol<strong>it</strong>e del corpo. Erano dolori piacevoli, che le ricordarono<br />
Damon. Riusciva a malapena a credere a<br />
92
tutto quello che era successo tra <strong>di</strong> loro.<br />
La passione. La frenesia.<br />
Però non era mancata la gentilezza. Si infilò tra le<br />
lenzuola <strong>di</strong> cotone egiziano e si abbandonò ai ricor<strong>di</strong>.<br />
Il suo tocco era stato così premuroso, così dolce<br />
e così <strong>di</strong>verso dal passato. Sarebbe stato ancora così<br />
dopo avergli parlato? Aveva paura anche solo a<br />
pensarci.<br />
L'indomani sarebbe arrivato fin troppo in fretta.<br />
93
Cap<strong>it</strong>olo<br />
7<br />
UN URLO SVEGLIÒ Rebecca.<br />
Stridule grida infantili, segu<strong>it</strong>e da un silenzio agghiacciante.<br />
La porta della stanza <strong>di</strong> T.J. era spalancata<br />
e quella che dava sul corridoio era socchiusa.<br />
Balzò sub<strong>it</strong>o in pie<strong>di</strong>, completamente sveglia.<br />
«T.J.?»<br />
Nessuno rispose. In preda alla paura si precip<strong>it</strong>ò<br />
sub<strong>it</strong>o nella sua stanza, ma T.J. non c'era.<br />
Rebecca corse in corridoio, terrorizzata e incurante<br />
della camicia da notte che indossava.<br />
«T.J.!» Rebecca gridava, con la voce rauca e spaventata.<br />
Corse giù per le scale e si fermò un attimo.<br />
Sentì delle grida provenire da fuori. Questa volta<br />
si trattava <strong>di</strong> un adulto. Sembrava... Johnny. Guardò<br />
l'orologio e notò che mancava poco alle sette.<br />
Riprese a correre.<br />
Una figura maschile con indosso solo un paio <strong>di</strong><br />
boxer le passò accanto a gran veloc<strong>it</strong>à e sparì.<br />
Damon.<br />
Rebecca ricordò brevemente i tendoni rigonfi, le<br />
porte scorrevoli e fu colta da profondo terrore.<br />
«Ti prego, no. Oh, Signore! T.J.» Giunse in terrazza<br />
giusto in tempo per vedere Damon che spari-<br />
94
va sott'acqua. Si guardò attorno con terrore.<br />
Dov'era T.J.?<br />
Anche Johnny era in acqua, con indosso la giacca<br />
nera fra<strong>di</strong>cia e la cravatta allentata.<br />
E T.J.?<br />
Rebecca si avvicinò in fretta al bordo della piscina.<br />
«Aspetti» gridò Johnny. «Non si butti. Chiami<br />
l'ambulanza e il dottor Campbell. Il padrone tirerà<br />
fuori il ragazzino.»<br />
Terrorizzata, Rebecca corse nell'ingresso, afferrò<br />
il telefono portatile e <strong>di</strong>g<strong>it</strong>ò il numero del pronto intervento<br />
con <strong>di</strong>ta incerte. «Presto, presto» implorò<br />
lei, dando in<strong>di</strong>cazioni in tutta fretta. Quin<strong>di</strong> chiamò<br />
il dottor Campbell e la segretaria promise che sarebbe<br />
arrivato imme<strong>di</strong>atamente.<br />
Rebecca tornò <strong>di</strong> corsa in terrazza, lasciando cadere<br />
il telefono alla vista <strong>di</strong> Damon che usciva dall'acqua<br />
con T.J. che si <strong>di</strong>menava tra le braccia.<br />
T.J. Il suo bambino era vivo! La vista le si offuscò.<br />
Raggiunse il punto in cui Damon stava adagiando<br />
il piccolo sulle mattonelle color terracotta.<br />
«Sono qui, tesoro.» Rebecca si inginocchiò. Una<br />
lacrima segnò la guancia pallida <strong>di</strong> T.J. «Grazie, Signore.»<br />
«Oh, T.J., mi <strong>di</strong>spiace così tanto.»<br />
Il dottor Campbell e l'ambulanza se n'erano andati.<br />
T.J. era <strong>di</strong>steso sul <strong>di</strong>vano, esausto per lo spavento<br />
e per il pianto. Rebecca stava china sul figlio, con<br />
la schiena tesa e ancora tremante. Ogni tanto lo accarezzava,<br />
quasi ad assicurarsi che fosse ancora vivo.<br />
Damon decise <strong>di</strong> avvicinarsi a lei e, senza darle la<br />
95
possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> opporre resistenza, la prese tra le<br />
braccia.<br />
«Il dottor Campbell ha detto che sta bene.»<br />
«Lo so, ma quando penso...»<br />
Tenendola sulle ginocchia, la cullò un po'. «Non<br />
pensare. Non serve a niente.»<br />
«Non capisci, l'ho quasi perso.»<br />
Lui capiva, ma come poteva spiegarglielo? O<strong>di</strong>ava<br />
sentirsi così impotente. Niente che potesse <strong>di</strong>re o<br />
fare avrebbe alleviato quella sofferenza.<br />
Lei tirò su col naso. «È colpa mia.»<br />
«No, è mia. Avrei dovuto pensare a quella porta.»<br />
Damon fissò sconfortato in lontananza. La notte<br />
precedente era stato così concentrato a cercare <strong>di</strong><br />
sedurla che aveva <strong>di</strong>menticato le porte scorrevoli.<br />
Dopo averle promesso che sarebbero state sempre<br />
chiuse, l'aveva delusa. Il bambino aveva pagato per<br />
la sua negligenza.<br />
Quasi con la v<strong>it</strong>a.<br />
«Non sarebbe mai dovuto succedere» aggiunse<br />
lei con voce strozzata. «Voglio <strong>di</strong>re, non sarebbe<br />
successo, se fossi stata una madre migliore.»<br />
Lui le sfiorò le sopracciglia con le labbra.<br />
«Sono una madre terribile, un completo fallimento.<br />
L'ho sempre saputo...» singhiozzò.<br />
«Rebecca.» Lui la scrollò. «Ascoltami! Nessuno<br />
può mettere in dubbio la tua de<strong>di</strong>zione verso T.J.<br />
Sei paziente, amorevole. Cosa potrebbe volere <strong>di</strong><br />
più? Sai, se quattro anni fa mi avessi chiesto che tipo<br />
<strong>di</strong> madre avresti potuto essere, avrei risposto terribile.<br />
Egoista. Ma ti ho visto con T.J. Mi hai lasciato<br />
stupefatto. Anche nei momenti <strong>di</strong>fficili, fai sempre<br />
la cosa giusta.»<br />
«Non capisci! Ci sono cose... cose che non ti ho<br />
96
detto. E che avresti dovuto sapere prima... prima <strong>di</strong><br />
fare l'amore con me.»<br />
«Ssh. Non preoccuparti ora.»<br />
«Devo. Ignorarle non le farà sparire. Ho paura...»<br />
La tirò a sé, così vicino da sentire il suo respiro.<br />
«Smettila ora o ti ammalerai!»<br />
Il rimorso attraversò il viso <strong>di</strong> lei, facendola apparire<br />
ancora più infelice. «E questo non farà bene<br />
neanche a T.J., vero?»<br />
«Cos'è questa autocommiserazione? Datti forza.»<br />
Lei sorrise debolmente. «Vuoi <strong>di</strong>re fatti forza.»<br />
Lui alzò le spalle. «Quel che è.»<br />
«Quel che è? Hai una proprietà <strong>di</strong> linguaggio così<br />
perfetta che a volte <strong>di</strong>mentico che sei arrivato in<br />
Nuova Zelanda solo quando avevi... otto, nove anni?»<br />
«Dieci» la corresse lui, sorpreso dal cambiamento<br />
<strong>di</strong> argomento. «Mio padre era convinto che la Nuova<br />
Zelanda potesse offrire ottime possibil<strong>it</strong>à. Quando<br />
arrivammo, né io né Savvas sapevamo una parola<br />
<strong>di</strong> inglese. Dov'eri tu a <strong>di</strong>eci anni, Rebecca?»<br />
«Con gli Austins, una delle famiglie affidatarie<br />
migliori che abbia avuto.» Era stato in quel frangente<br />
però che era stata separata da James. Gli Austins<br />
avevano due figlie e non volevano un ragazzo. Però<br />
avevano accolto un'altra ragazza, Fliss, che aveva<br />
appena perso i gen<strong>it</strong>ori in un terribile incidente in<br />
nave. Separata da James per la prima volta nella sua<br />
v<strong>it</strong>a, Rebecca aveva con<strong>di</strong>viso con Fliss quel suo<br />
senso <strong>di</strong> abbandono. Era naturale che le due ragazze<br />
si fossero aggrappate l'una all'altra.<br />
«In quante famiglie affidatarie sei stata?»<br />
«In tutto? Quattro» rispose lei con aria cupa.<br />
Lui la tirò <strong>di</strong> nuovo a sé. «Sai? T.J. è davvero for-<br />
97
tunato ad avere una madre come te. Ti ho guardato<br />
mentre ti occupi <strong>di</strong> lui. Non pensare mai <strong>di</strong> essere<br />
una mamma inadatta.»<br />
Lo stupore illuminò gli occhi <strong>di</strong> lei. «Grazie, Damon.<br />
Questo significa molto per me, perché mia<br />
madre ha abbandonato me e James e non abbiamo<br />
mai saputo chi fosse nostro padre.»<br />
«Tu non sei tua madre. Hai fatto miracoli. T.J. è<br />
un figlio <strong>di</strong> cui essere fieri.» La baciò sulla fronte.<br />
Ogni parola che aveva detto era sincera. Lei lo aveva<br />
stup<strong>it</strong>o. All'inizio si era convinto che l'essere<br />
madre per lei fosse solo una farsa, ma pian piano<br />
aveva visto la profon<strong>di</strong>tà del suo amore per T.J. e in<br />
un certo qual modo il legame tra loro due aveva<br />
messo in luce il vuoto della sua stessa v<strong>it</strong>a. Si era<br />
<strong>di</strong>vert<strong>it</strong>o in g<strong>it</strong>a con loro. Con sua grande sorpresa,<br />
Damon si era trovato a desiderare <strong>di</strong> essere parte <strong>di</strong><br />
quel legame in<strong>di</strong>struttibile.<br />
Rebecca rimase accanto a T.J. tutto il giorno.<br />
Damon l'aveva portato <strong>di</strong> sopra, in camera sua, e<br />
il bambino dormì oltre mezzogiorno. Quando si risvegliò,<br />
scoppiò in lacrime e <strong>di</strong>sse convinto a Rebecca<br />
che non avrebbe mai più nuotato.<br />
Rebecca lo abbracciò, sperando che fosse solo lo<br />
spavento, e poi si misero a giocare con il trenino.<br />
Alcune ore più tar<strong>di</strong>, un leggero colpo alla porta<br />
fece alzare le teste <strong>di</strong> entrambi.<br />
La porta si aprì e Damon rimase lì un attimo,<br />
stranamente es<strong>it</strong>ante. «Ha appena chiamato il dottor<br />
Campbell, domattina mia madre potrà lasciare l'ospedale.<br />
Voleva anche sapere <strong>di</strong> T.J. e gli ho detto<br />
che aveva mangiato e che tu eri con lui. Puoi chiamarlo<br />
più tar<strong>di</strong>, se vuoi parlargli.» Lo sguardo <strong>di</strong><br />
98
Damon si posò su T.J. «Posso entrare?»<br />
«Vuoi giocare col trenino?» T.J. lo inv<strong>it</strong>ò, ingenuamente<br />
ignaro della tensione che stava crescendo.<br />
«Posso?»<br />
T.J. annuì entusiasta. «Il treno verde è Henry. La<br />
locomotiva nera è Diesel, oggi è stata cattiva.»<br />
Damon si accovacciò a terra. «Cosa ha combinato?»<br />
Rebecca attese, con il cuore in gola.<br />
T.J. non alzò lo sguardo. «È caduta nel laghetto.»<br />
Damon sbiancò. «T.J...»<br />
«L'ha fatto apposta, perché voleva nuotare.»<br />
Rebecca respirò cautamente. «Forse Diesel ha bisogno<br />
<strong>di</strong> qualche lezione <strong>di</strong> nuoto.»<br />
«No.» T.J. fu categorico. «Diesel non vuole più<br />
nuotare. Diesel ha paura.»<br />
Damon spinse il drago cinese lungo le rotaie. «È<br />
normale avere paura ogni tanto.»<br />
«Tu no... tu sei un uomo. Un uomo grande. Tu<br />
non hai paura.» T.J. rispose con logica infantile.<br />
«Anch'io» ribatté Damon, «ho avuto paura, perché<br />
la mia mamma era ammalata. E anche stamattina.»<br />
«Anch'io ho avuto paura stamattina» aggiunse<br />
T.J. fissando l'uomo accanto a lui con i suoi occhioni<br />
spalancati.<br />
«Non c'è niente <strong>di</strong> male, figliolo.»<br />
Rebecca si rilassò. La tranquill<strong>it</strong>à con cui Damon<br />
aveva gest<strong>it</strong>o la faccenda la sollevò. Provò grat<strong>it</strong>u<strong>di</strong>ne<br />
per lui... e anche qualcos'altro.<br />
Cielo, se amava quell'uomo!<br />
L'emozione che avvertiva ora era molto più forte<br />
<strong>di</strong> quattro anni prima. Allora era caduta v<strong>it</strong>tima del<br />
desiderio. E pensava che fosse amore, finché non<br />
99
era <strong>di</strong>ventato sofferenza, una sofferenza che l'aveva<br />
<strong>di</strong>strutta.<br />
Non era la stessa cosa che provava ora. Durante<br />
le ultime settimane aveva imparato a conoscerlo.<br />
Non solo il sexy e carismatico greco <strong>di</strong> cui si era<br />
tremendamente invagh<strong>it</strong>a qualche anno prima, ma<br />
l'uomo vero, sotto la maschera del magnate miliardario.<br />
Aveva imparato ad apprezzarne l'ardente lealtà,<br />
l'amore protettivo nei confronti dei suoi cari.<br />
Quella mattina aveva fatto tutto il possibile per salvare<br />
T.J.<br />
T.J. era sotto il suo tetto e lui si sentiva responsabile<br />
per quello che era successo e non l'aveva rimproverata<br />
neanche un attimo per aver lasciato le<br />
porte aperte.<br />
E ora, mentre lo guardava giocare con T.J., con le<br />
loro teste scure l'una accanto all'altra, riconobbe<br />
l'essenza della sua forza e la sua capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> mostrare<br />
attenzione e dolcezza al bambino <strong>di</strong> una donna<br />
per cui aveva mostrato poco rispetto in passato. Una<br />
donna che ora era la sua amante.<br />
La donna che lo amava con un'ardente intens<strong>it</strong>à.<br />
E questa volta non si trattava solo <strong>di</strong> passione.<br />
Damon era l'uomo per lei. Forte, attento, gentile.<br />
L'uomo che ogni donna avrebbe voluto al proprio<br />
fianco per il resto della v<strong>it</strong>a. Non ci sarebbe mai stato<br />
nessun altro per lei.<br />
Non c'era mai stato.<br />
Quella sera, dopo che T.J. si fu addormentato,<br />
Damon insistette perché Rebecca scendesse al piano<br />
<strong>di</strong> sotto per fare una pausa.<br />
Damon aveva dato la serata libera a Johnny per<br />
concedere a Rebecca un po' <strong>di</strong> privacy in modo che<br />
100
si riprendesse più in fretta dal trauma della mattina.<br />
Savvas e Demetra sarebbero rientrati solo il giorno<br />
successivo e Damon aveva deciso <strong>di</strong> non informarli<br />
della <strong>di</strong>savventura cap<strong>it</strong>ata.<br />
Ora, mentre Rebecca si rannicchiava sul <strong>di</strong>vano<br />
<strong>di</strong> fronte al suo, Damon notò che i suoi occhi erano<br />
segnati dalla stanchezza. Fu tentato <strong>di</strong> sedersi accanto<br />
a lei e prenderla tra le braccia, ma resistette<br />
perché non voleva che lei pensasse che fosse spinto<br />
dal desiderio. L'ultima cosa <strong>di</strong> cui aveva bisogno in<br />
questo momento Rebecca era il sesso.<br />
«Stai bene?»<br />
Lei alzò gli occhi verso <strong>di</strong> lui e annuì. Quella<br />
giornata lunga e travagliata l'aveva segnata.<br />
Damon avrebbe voluto allontanare da lei quella<br />
stanchezza con un bacio. La donna che un tempo<br />
considerava van<strong>it</strong>osa ed egoista era una madre devota.<br />
Ed era premurosa anche con Soula. In realtà,<br />
se ripensava al passato, gli tornavano in mente momenti<br />
in cui era stata estremamente protettiva con<br />
Felic<strong>it</strong>y. Fino al punto da confrontarsi con lui e<br />
supplicarlo <strong>di</strong> non sposarla. Era arrivato perfino a<br />
pensare che lo facesse per ottenere qualcosa in<br />
cambio: lui. Ma ora non era così sicuro che si fosse<br />
trattato solo <strong>di</strong> quello. Forse...<br />
«Damon...» Rebecca interruppe i suoi pensieri.<br />
«Sì?»<br />
«Non importa.» Lei <strong>di</strong>stolse lo sguardo, improvvisamente<br />
rossa in volto.<br />
«Cosa c'è?»<br />
«Ti va <strong>di</strong> stringermi?» Le parole uscirono veloci<br />
e gli occhi <strong>di</strong> lei rivelarono incertezza.<br />
«Certo!» Si spostò a sedere accanto a lei. Passandole<br />
un braccio attorno alle spalle, la tirò a sé. Lei<br />
101
appoggiò la testa contro il suo petto. Damon sentì<br />
un desiderio improvviso <strong>di</strong> sollevarle il volto e baciarla<br />
fino a toglierle il respiro, ma si frenò baciandole<br />
delicatamente la testa.<br />
I suoi pensieri tornarono al passato. Perché Rebecca<br />
era stata così contraria al suo matrimonio?<br />
Perché Felic<strong>it</strong>y se n'era andata? Rebecca sapeva<br />
qualcosa che lui non sapeva? Di certo su una cosa<br />
aveva avuto ragione: Felic<strong>it</strong>y non era stata contenta<br />
<strong>di</strong> sposarlo. Aveva cercato <strong>di</strong> nasconderlo, ma non<br />
c'era riusc<strong>it</strong>a.<br />
Ciò l'aveva innervos<strong>it</strong>o. L'aveva riemp<strong>it</strong>a <strong>di</strong> regali,<br />
che lei aveva accettato, ma lui percepiva una tristezza<br />
interiore in lei. Le aveva dato tutte le attenzioni<br />
possibili; l'aveva accompagnata a teatro, portata<br />
nei migliori ristoranti, tutte cose che una donna<br />
cresciuta nella povertà avrebbe adorato. Eccetto il<br />
suo amore.<br />
Era lui la causa della sua infelic<strong>it</strong>à? A quel tempo<br />
non aveva considerato questa possibil<strong>it</strong>à. Se n'era<br />
andata troppo in fretta. E lui si era sent<strong>it</strong>o troppo furioso<br />
e umiliato. Aveva accusato Rebecca e l'aveva<br />
o<strong>di</strong>ata per quella pubblica umiliazione.<br />
Aveva pensato <strong>di</strong> andarla a cercare, ma la madre<br />
gli aveva consigliato <strong>di</strong> aspettare, per poter vedere<br />
le cose in prospettiva. Soula era convinta che la fuga<br />
<strong>di</strong> Felic<strong>it</strong>y non fosse stata opera <strong>di</strong> Rebecca. Lui<br />
non aveva avuto il coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssentire, ma il risentimento<br />
nei confronti <strong>di</strong> Rebecca era cresciuto in<br />
lui come un cancro... e poi Felic<strong>it</strong>y era morta.<br />
La bara <strong>di</strong> Felic<strong>it</strong>y. Coperta <strong>di</strong> fiori bianchi.<br />
Non aveva parlato con nessuno eccetto che con la<br />
madre al funerale. E non si era trattenuto dopo la<br />
cerimonia, per non avventarsi contro Rebecca.<br />
102
Il giorno successivo era riusc<strong>it</strong>o a calmarsi e lei<br />
se n'era andata. Spar<strong>it</strong>a. Prima che lui potesse pareggiare<br />
i conti. Sarebbe stato facile farla rintracciare<br />
dagli uomini della sicurezza, ma aveva deciso <strong>di</strong><br />
lasciar perdere. Perché sapeva che la sua reazione<br />
gli sarebbe costata più <strong>di</strong> quanto era <strong>di</strong>sposto a mettere<br />
a rischio: la per<strong>di</strong>ta dell'autocontrollo.<br />
Lui scrollò il capo furiosamente, per allontanare<br />
quei ricor<strong>di</strong> legati al passato. Ormai erano sepolti,<br />
proprio come Felic<strong>it</strong>y. Era arrivato il momento <strong>di</strong><br />
guardare avanti. E davanti a lui c'era Rebecca, il cui<br />
corpo caldo e morbido trovava riposo nella curva<br />
delle sue braccia.<br />
Damon posò la guancia non rasata sulla sua testa<br />
e la sfregò avanti e in<strong>di</strong>etro.<br />
«Damon, vorresti fare l'amore con me?»<br />
«Ora?» Il suo corpo ebbe un frem<strong>it</strong>o, nonostante<br />
l'incredul<strong>it</strong>à.<br />
«Se non ti <strong>di</strong>spiace.»<br />
«Dispiacermi? Certo che no.» Cosa avrebbe dato<br />
per vedere il viso <strong>di</strong> lei. «Sei sicura che è quello che<br />
vuoi?»<br />
«È stato il giorno peggiore della mia v<strong>it</strong>a. Voglio<br />
fare qualcosa che... mi aiuti a <strong>di</strong>menticarlo. È così<br />
terribile cercare l'oblio nel tuo corpo?»<br />
«No...» rispose con voce rauca, quin<strong>di</strong> deglutì e<br />
r<strong>it</strong>rovò la voce. «No, non è per niente terribile.»<br />
Mettendosela sulle ginocchia le chiese: «Dimmi cosa<br />
posso fare per scacciare questa sofferenza che ti<br />
tormenta».<br />
«Amami e basta.»<br />
Rebecca sembrava così <strong>di</strong>sperata che lui gemette<br />
e abbassò il capo per baciarla. Quella notte l'avrebbe<br />
aiutata a <strong>di</strong>menticare. Avrebbe rimosso le ombre<br />
103
dai suoi occhi e sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il dolore con la passione.<br />
T.J. teneva stretta la mano <strong>di</strong> Rebecca mentre entravano<br />
in casa domenica prima <strong>di</strong> pranzo. Lei non<br />
poteva smettere <strong>di</strong> chiedersi se il suo nervosismo, al<br />
pensiero <strong>di</strong> rivedere Damon, avesse contagiato T.J.<br />
L'incontro della sera prima era stato lento, delicato<br />
e immensamente sod<strong>di</strong>sfacente. Alla fine si era<br />
addormentata tra le braccia <strong>di</strong> Damon. Quando T.J.<br />
era andato a svegliarla la mattina, Damon non era<br />
più accanto a lei e lo aveva sent<strong>it</strong>o nuotare in piscina.<br />
Rebecca aveva indossato velocemente un paio<br />
<strong>di</strong> pantaloncini bianchi, una canotta rossa e le scarpe<br />
da tennis ed era scesa a colazione con i capelli<br />
sciolti sulle spalle. Damon era entrato in sala da<br />
pranzo con i capelli ancora bagnati. Il suo bacio delicato<br />
e pieno d'affetto le aveva fatto contorcere lo<br />
stomaco. Dopo colazione lei e T.J. erano andati al<br />
parco vicino a casa, mentre Damon si era recato all'ospedale<br />
a prendere Soula.<br />
«Stai tranquillo.» Rebecca rassicurò T.J. mentre<br />
attraversavano l'atrio. «Non an<strong>di</strong>amo in terrazza o<br />
vicino alla piscina.» T.J. rallentò il passo all'idea<br />
della piscina. Rebecca si affrettò a cercare <strong>di</strong> <strong>di</strong>strarlo.<br />
«Ricor<strong>di</strong> che ti ho parlato della mamma <strong>di</strong><br />
Damon?»<br />
T.J. annuì.<br />
«Ora potrai conoscerla. Sento la sua voce, è tornata<br />
a casa dall'ospedale.» Rebecca es<strong>it</strong>ò. «Puoi<br />
chiamarla Kyria Soula. O anche solo Kyria.»<br />
T.J. t<strong>it</strong>ubò un istante quin<strong>di</strong> seguì Rebecca in salotto.<br />
Damon era seduto alla destra della madre e<br />
parlava velocemente in greco. Il suo profilo deciso<br />
risaltava contro l'arredamento pacato della stanza.<br />
104
Un pirata in mezzo ai civili.<br />
Il suo amante.<br />
Rossa in volto, Rebecca accompagnò T.J. dentro<br />
la stanza. Damon si interruppe e si alzò. Il sorriso<br />
che le rivolse fu estremamente dolce. T.J. venne avanti<br />
lentamente da <strong>di</strong>etro le sue gambe.<br />
«Vieni.» Damon sorrise affettuosamente a T.J.<br />
Nonostante il terrore del giorno precedente, qualcosa<br />
<strong>di</strong> simile alla felic<strong>it</strong>à travolse Rebecca. Stringendo<br />
delicatamente la mano <strong>di</strong> T.J., si fece avanti.<br />
«Soula, no, non si alzi.» Rebecca lasciò la mano<br />
<strong>di</strong> T.J. e in<strong>di</strong>cò alla donna il <strong>di</strong>vano. Poi guardò la<br />
teiera e le tazze vuote sul tavolino. «Posso versarle<br />
un po' <strong>di</strong> tè? Come sta?»<br />
«Basta tè per me. Molto meglio ora che sono a<br />
casa, tesoro. Ne ho abbastanza <strong>di</strong> stare <strong>di</strong>stesa, devo<br />
muovermi.» La donna si alzò e abbracciò Rebecca.<br />
Rebecca respirò l'elegante profumo fruttato <strong>di</strong><br />
Soula. Femminile, <strong>di</strong> classe, un po' demodé. Dopo<br />
un attimo Soula fece un passo in<strong>di</strong>etro per guardare<br />
<strong>di</strong>etro Rebecca. «Dov'è il tuo giovanotto?»<br />
Con un senso <strong>di</strong> inev<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à, Rebecca assistette<br />
alla reazione <strong>di</strong> Soula.<br />
«Mio Dio, quegli occhi! È l'immagine sputata<br />
<strong>di</strong>...» Il suo sguardo scioccato incontrò quello <strong>di</strong><br />
Rebecca.<br />
Rebecca la guardò fissa, sperando, pregando che<br />
Soula tenesse per sé quello che aveva appena visto.<br />
Soula lanciò una breve occhiata a Damon, poi osservò<br />
Rebecca con sguardo calcolatore, quin<strong>di</strong> si<br />
girò verso il figlio. «Avresti dovuto <strong>di</strong>rmelo.»<br />
Damon appariva completamente perso. «Dirti cosa,<br />
mamma?»<br />
«Che tu e Rebecca avete un figlio!»<br />
105
Lo shock <strong>di</strong> Rebecca fu niente al confronto <strong>di</strong><br />
quello <strong>di</strong> Damon.<br />
«Un figlio? Di cosa stai parlando, mamma?»<br />
Soula si mise una mano sulla bocca. «Non lo<br />
sai?»<br />
«Cosa dovrei sapere?» Ma il suo sguardo stava<br />
già vagando tra T.J., Rebecca e Soula.<br />
«No.» Rebecca fece un passo avanti. «No, ha<br />
ca...»<br />
«Sono così contenta!» Soula baciò Damon sulla<br />
guancia e lo abbracciò. «Questo è quello che ho<br />
sempre desiderato, un nipote. Rebecca, vieni qui.»<br />
Fece un gesto con il braccio e la tirò a sé, per includerla<br />
nell'abbraccio. «Mi avete reso così felice. Ho<br />
pregato per anni perché voi due capiste che la terribile<br />
tensione che c'era tra voi due non era o<strong>di</strong>o.»<br />
Rebecca non osò guardare Damon.<br />
«Il bambino è battezzato?» si informò sub<strong>it</strong>o<br />
Soula.<br />
Rebecca annuì con il capo, cercando <strong>di</strong> ignorare<br />
l'inquietu<strong>di</strong>ne che emanava dal corpo <strong>di</strong> Damon.<br />
«Ma non secondo il credo greco ortodosso» affermò<br />
Soula. «Dobbiamo occuparcene. E voi due<br />
dovrete sposarvi. Non posso permettere che Ifigenia<br />
e il resto della famiglia sparlino <strong>di</strong> voi.»<br />
Le parole <strong>di</strong> Soula scioccarono Rebecca. Sposarsi?<br />
Con Damon? Per il bene <strong>di</strong> T.J.? Mai! Si sciolse<br />
bruscamente da quell'abbraccio <strong>di</strong> famiglia, con il<br />
cuore che le batteva all'impazzata. «No, io e Damon<br />
non ci sposeremo. T.J. non è figlio suo e non dovremmo<br />
parlare <strong>di</strong> questo davanti a lui.»<br />
Soula annuì, ma i suoi occhi neri non nascosero<br />
la curios<strong>it</strong>à.<br />
«Mamma, posso avere un biscotto?» Per fortuna<br />
106
T.J. non sembrava prestare ascolto ai loro delicati<br />
<strong>di</strong>scorsi.<br />
«Sì, certo, tesoro. Aspetta che ti prendo un tovagliolo.»<br />
Rebecca si avvicinò alla credenza con le<br />
mani tremanti.<br />
Damon arrivò prima <strong>di</strong> lei. «Cosa intende mia<br />
madre?» mormorò lui, dando le spalle a Soula. «Di<br />
chi sarebbe la copia sputata?»<br />
«Be', <strong>di</strong> certo non la tua» r<strong>it</strong>orse lei a corto <strong>di</strong> fiato.<br />
«No, a meno che non sia nato dall'immacolata<br />
concezione.» Il tono era pungente. Un'idea gli balenò<br />
in testa. «Allora <strong>di</strong> chi sarebbe? Di mio fratello?»<br />
Rebecca si girò dall'altra parte. Dentro <strong>di</strong> lei il<br />
dolore aumentava e aumentava.<br />
Con una voce così bassa che solo lei poté sentire,<br />
Damon <strong>di</strong>sse: «Mia madre vuole un nipote».<br />
«Smettete <strong>di</strong> bisbigliare, voi due» li interruppe<br />
Soula. «Rebecca ha ragione, ora non è il momento.<br />
Rebecca cara, ti ho versato un po' <strong>di</strong> tè, vieni a sederti<br />
qui accanto a me. Damon, ne vuoi una tazza<br />
anche tu?»<br />
Rebecca guardò Damon <strong>di</strong>sperata. Il viso <strong>di</strong> lui<br />
era pallido sotto l'abbronzatura.<br />
«Io no, grazie» rispose lui amaramente.<br />
Ci sono cose... che non ti ho detto. Cose che avresti<br />
dovuto sapere... prima che facessimo l'amore.<br />
Quelle parole rimbombavano nella testa <strong>di</strong> Damon,<br />
facendolo impazzire. Era da solo a bordo piscina.<br />
Dietro <strong>di</strong> sé sentiva la voce della madre che<br />
offriva a T.J. un biscotto <strong>di</strong> pasta frolla e quella <strong>di</strong><br />
Rebecca che, fredda e composta, gli <strong>di</strong>ceva che<br />
107
quello sarebbe stato l'ultimo. Con uno scatto, Damon<br />
andò a chiudere le porte scorrevoli per allontanare<br />
ogni suono <strong>di</strong> quella donna.<br />
Ma dentro la sua testa continuarono a rimbombare<br />
le parole <strong>di</strong> lei. Ci sono cose... che non ti ho detto.<br />
Cosa aveva voluto intendere Rebecca? Era possibile<br />
che...?<br />
Certo che era possibile, dannazione! Il bambino<br />
poteva davvero essere <strong>di</strong> Savvas. Suo fratello.<br />
È una donna molto bella. È stata gentile con me.<br />
Ci siamo <strong>di</strong>vert<strong>it</strong>i.<br />
Savvas stesso aveva ammesso <strong>di</strong> essere stato attratto<br />
da Rebecca. Chi non lo sarebbe stato? Suo<br />
fratello avrebbe tranquillamente potuto essere il padre<br />
<strong>di</strong> T.J. Sua madre aveva notato sub<strong>it</strong>o la somiglianza.<br />
Vedendone gli occhi aveva cap<strong>it</strong>o che era<br />
un Asteriades.<br />
Come aveva potuto non accorgersene? Strinse i<br />
pugni e sentì il sangue salirgli alla testa. Stava per<br />
perdere il controllo, ma doveva contenersi.<br />
E poi il controllo l'aveva già perso in un momento<br />
<strong>di</strong> passione. Gli tornò alla mente un'immagine <strong>di</strong><br />
Rebecca stesa sotto <strong>di</strong> lui e la rabbia aumentò.<br />
Rebecca e... Savvas.<br />
Cielo!<br />
Quando era successo? Un'altra immagine, questa<br />
volta il ricordo <strong>di</strong> Savvas e Rebecca che ballavano<br />
al suo matrimonio. Era successo la sera del suo matrimonio?<br />
Durante la luna <strong>di</strong> miele? Mentre lui cercava<br />
<strong>di</strong> essere dolce con quegli occhi <strong>di</strong> porcellana<br />
blu, nonostante lottasse per <strong>di</strong>menticare la strega<br />
dagli occhi a mandorla neri? La male<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Rebecca...<br />
l'effetto devastante sugli uomini della famiglia<br />
Asteriades.<br />
108
Il suo stomaco si contrasse.<br />
Era per questo che aveva accettato <strong>di</strong> tornare ad<br />
Auckland? Aveva sperato <strong>di</strong> ottenere una fortuna,<br />
un sostegno economico per il bambino da parte della<br />
famiglia <strong>di</strong> Savvas? No. Quei sol<strong>di</strong> le spettavano<br />
per legge, eppure in quegli anni non aveva chiesto<br />
neanche un centesimo a suo fratello. Perché?<br />
Si sforzò <strong>di</strong> respirare profondamente. Non era facile<br />
pensare razionalmente, dopo quella bomba che<br />
gli era esplosa in faccia. Sì, era infuriato con Rebecca,<br />
perché non gli aveva detto la ver<strong>it</strong>à. Anche<br />
se, a essere onesti, lui non gliene aveva mai dato la<br />
possibil<strong>it</strong>à.<br />
Ci sono cose... che non ti ho detto. Quel r<strong>it</strong>ornello<br />
gli ronzava in testa. Le aveva mai concesso un po'<br />
<strong>di</strong> calma, per parlare <strong>di</strong> ciò che lei voleva <strong>di</strong>rgli?<br />
Si passò le <strong>di</strong>ta tra i capelli. T.J. era adorabile.<br />
Nonostante ce l'avesse con Rebecca, non poteva essere<br />
in collera per la sua esistenza. Se solo... Dannazione,<br />
non voleva pensarci. T.J. non era figlio<br />
suo.<br />
Ma anche se T.J. era il figlio <strong>di</strong> suo fratello, non<br />
si sarebbe lasciato scappare Rebecca in nessun modo.<br />
Doveva rimanere nel suo letto. Si girò <strong>di</strong> scatto<br />
e raggiunse la maniglia della porta scorrevole. Attraverso<br />
il vetro vide T.J. seduto accanto a sua madre,<br />
con una tazza in mano. Rebecca era <strong>di</strong>etro a entrambi.<br />
E se Savvas avesse rotto con Demetra una volta<br />
scoperto <strong>di</strong> T.J.? Se avesse deciso <strong>di</strong> volere Rebecca<br />
e suo figlio?<br />
Lui non avrebbe potuto permetterlo.<br />
Non appena le porte a vetri si aprirono, Rebecca<br />
alzò lo sguardo e provò timore vedendo l'espressio-<br />
109
ne <strong>di</strong> Damon. Dopo aver mormorato qualcosa a<br />
Soula, sparì attraverso l'altra porta.<br />
La rabbia travolse ancora Damon. Stava correndo<br />
via. Ma questa volta non sarebbe fugg<strong>it</strong>a.<br />
Rebecca era sua.<br />
Poco importava <strong>di</strong> chi fosse il bambino.<br />
110
Cap<strong>it</strong>olo<br />
8<br />
«HO RAGIONE, VERO?» Con il respiro affannato,<br />
Damon raggiunse Rebecca davanti alla porta della<br />
sua stanza. «T.J. è figlio <strong>di</strong> Savvas. Mia madre ha<br />
colto la somiglianza, giusto?»<br />
Rebecca cercò <strong>di</strong> chiudere la porta davanti a quel<br />
viso in collera, ma Damon mise un piede in mezzo<br />
e riuscì a riaprirla. Lei strinse i pugni e lo guardò in<br />
volto, pensando a qualcosa <strong>di</strong> secco e pungente da<br />
<strong>di</strong>re, ma non le venne in mente niente.<br />
Dannazione. Questo era il motivo per cui si era<br />
rifugiata in camera, congedandosi da Soula con una<br />
scusa. Aveva bisogno <strong>di</strong> una tregua, per pensare a<br />
come <strong>di</strong>fendersi. Quello che era successo <strong>di</strong> sotto<br />
l'aveva scossa. Damon pensava veramente che lei<br />
fosse stata a letto con Savvas e questo non poteva<br />
sopportarlo.<br />
«Non è così?» ripeté lui, avvicinandosi. «Rispon<strong>di</strong>mi,<br />
accidenti a te!»<br />
«Vuoi smetterla <strong>di</strong> chiedermi chi è il padre <strong>di</strong><br />
T.J.? Non ha niente, niente a che fare con te.»<br />
Lui la seguì in camera. «Certo che ce l'ha. È Savvas.<br />
Mio fratello è il padre <strong>di</strong> T.J.»<br />
Si fece in<strong>di</strong>etro finché non venne frenata dal bor-<br />
111
do del letto. Sentendosi in trappola, lo fissò. «Savvas<br />
non è il padre <strong>di</strong> T.J.»<br />
«Quando è nato il bambino?»<br />
Ora voleva le prove? Benissimo. La pressione del<br />
letto contro il retro delle sua ginocchia aumentava.<br />
Resistette alla tentazione <strong>di</strong> sedersi.<br />
«T.J.» Fece una pausa eloquente. «Si chiama T.J.,<br />
ricor<strong>di</strong>?»<br />
«Va bene. Quando è nato T.J.?»<br />
A quel punto glielo comunicò, con il cuore in gola.<br />
E poi <strong>di</strong>sse a se stessa che non importava. Non<br />
poteva fare nessun calcolo, perché T.J. era nato un<br />
paio <strong>di</strong> settimane prima, anche se il ginecologo aveva<br />
detto che non c'era niente <strong>di</strong> cui preoccuparsi,<br />
scherzando sul fatto che, se non l'avesse saputo, avrebbe<br />
giurato che T.J. fosse già oltre il termine.<br />
«Non prendermi in giro. So fare due più due e<br />
tutto sembra combaciare. Sei usc<strong>it</strong>a con mio fratello<br />
dopo il mio matrimonio, hai avuto il suo bambino e<br />
glielo hai tenuto nascosto. Che razza <strong>di</strong> donna sei?»<br />
Rebecca voleva gridare e prenderlo a pugni. Come<br />
poteva pensare una cosa del genere? Invece contò<br />
fino a cinque, quin<strong>di</strong> parlò lentamente, nel modo<br />
in cui parlava T.J. quando era particolarmente contrariato.<br />
«Stai saltando a delle conclusioni...»<br />
«Che altro c'è da sapere? Che sei stata con altri...»<br />
«No!» Si coprì le orecchie e chinò il capo.<br />
Damon le afferrò le mani e le allontanò dalla faccia,<br />
per guardarla negli occhi.<br />
«Ascoltami.» Questa volta Rebecca l'avrebbe ascoltato,<br />
non l'avrebbe chiuso fuori. Adesso era così<br />
vicino che poteva sentire il suo respiro delicato e il<br />
suo profumo dolcemente esotico e femminile.<br />
112
I polsi <strong>di</strong> lei si perdevano nei suoi.<br />
Improvvisamente si rese conto della sua fragil<strong>it</strong>à e<br />
<strong>di</strong> quanto lui fosse più forte. L'ultima volta che si<br />
era trovato così vicino a lei, la notte precedente, era<br />
stato travolto da sentimenti proib<strong>it</strong>i e l'aveva amata.<br />
«No.» Con un movimento brusco lei si liberò.<br />
Era davvero infuriata, si rese conto Damon respirando<br />
profondamente per calmarsi. «Rebecca, non<br />
posso permettere che mia madre scopra la ver<strong>it</strong>à.<br />
Nel suo stato potrebbe avere un attacco <strong>di</strong> cuore.<br />
Potrebbe ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura rischiare <strong>di</strong> morire.»<br />
«La ver<strong>it</strong>à?» Lei rise, una risata dura e piena <strong>di</strong><br />
rabbia. «Non riconosceresti la ver<strong>it</strong>à neanche se ti<br />
colpisse in testa in una rissa da bar.»<br />
«Preferisco non azzuffarmi nei bar» ribatté lui<br />
con una calma che non provava assolutamente.<br />
Rebecca era furibonda. Non era rimasto nessun<br />
segno <strong>di</strong> fragil<strong>it</strong>à in lei. Con le mani chiuse a pugno,<br />
il mento spinto in avanti e i capelli sciolti, appariva<br />
davvero bella. Il desiderio lo ghermì.<br />
Lei sospirò e si passò una mano tra i capelli. «Come<br />
vorrei non essere mai tornata e non essermi mai<br />
legata a te. So <strong>di</strong> non avere nessuna colpa.» Si interruppe,<br />
sembrando stranamente es<strong>it</strong>ante dopo quello<br />
scatto d'ira. «Ascolta, ti devo una...»<br />
«Parla» tagliò corto lui, inspiegabilmente fer<strong>it</strong>o<br />
dalle parole che lei gli aveva gettato in faccia. «Cosa<br />
<strong>di</strong>rai a Savvas? Che reazione pensi che avrà Demetra?»<br />
«Demetra mi piace, dannazione!»<br />
«Dicevi <strong>di</strong> amare Felic<strong>it</strong>y, eppure hai fatto <strong>di</strong> tutto<br />
per farci separare.»<br />
«Perché sapevo che non eravate fatti l'uno per<br />
l'altro. Perché pensavo che lei fosse...»<br />
113
Lui sbuffò. «Sbagliata? Pensavi <strong>di</strong> essere tu quella<br />
giusta?»<br />
«No! Sì, oh...»<br />
«Ve<strong>di</strong>? Non sai neanche rispondere onestamente<br />
a una domanda così semplice. Dopo la notte scorsa<br />
dovrei cadere v<strong>it</strong>tima dei tuoi trucchetti? Una <strong>di</strong>chiarazione<br />
d'amore eterno, come a Grainger...»<br />
«Lascia Aaron fuori da questa storia! Tu non sai<br />
niente...»<br />
«Questo è quello che continui a ripetermi... che<br />
non so niente. Niente <strong>di</strong> Felic<strong>it</strong>y. Niente <strong>di</strong> Grainger.<br />
Niente <strong>di</strong> te. Ma <strong>di</strong>mentichi che io so molto <strong>di</strong><br />
te.» Spinse il proprio corpo contro quello <strong>di</strong> lei,<br />
consapevole del letto pronto ad accoglierli. Sentiva<br />
il profumo fresco e incre<strong>di</strong>bilmente sexy <strong>di</strong> Rebecca<br />
e i suoi seni morbi<strong>di</strong> contro <strong>di</strong> sé. Inspirò profondamente<br />
e si avvicinò. Era infasti<strong>di</strong>to da lei, ma anche<br />
ecc<strong>it</strong>ato.<br />
«Smettila, dannazione!»<br />
«Prova a fermarmi.» Lui infilò una gamba tra<br />
quelle <strong>di</strong> lei, consapevole che indossava solo dei<br />
calzoncini. «Non mi farai più girare come un burattino...»<br />
Lei si lasciò scappare una risata. «Tu? Un burattino?»<br />
«Sì» mormorò lui, catturato dal suo incantesimo.<br />
«È quello che fai, non è vero? Non è vero?» Premette<br />
il bacino contro quello <strong>di</strong> lei.<br />
Lei cadde sul letto gettando un grido.<br />
Lui le crollò accanto.<br />
Voleva baciarla. Un bacio violento. Come punizione<br />
per aver fatto sì che la desiderasse così tanto,<br />
per averlo confuso, per avergli sconvolto la v<strong>it</strong>a.<br />
Ma poi notò la forte perpless<strong>it</strong>à negli occhi <strong>di</strong> lei,<br />
114
che sembrarono trapanarlo fino a raggiungere il<br />
cuore. Quella vista annientò ogni suo desiderio. Al<br />
contrario, si sentì stanco e incerto.<br />
Nonostante la confusione, però, voleva <strong>di</strong>speratamente<br />
salvare qualcosa. Non voleva perderla una<br />
altra volta. Dopo averla appena r<strong>it</strong>rovata.<br />
«E ora cosa succede?» chiese.<br />
«Santo cielo!» La sua voce era irr<strong>it</strong>ata. «Che bastardo<br />
che sei.»<br />
Lui cercò <strong>di</strong> sorridere. «Non <strong>di</strong>rlo a mia madre.»<br />
«Non c'è niente da ridere, dannazione a te.»<br />
«No, hai ragione.» In un attimo tutto gli tornò<br />
chiaro. Rebecca. Savvas. T.J. Si mise a sedere, allungando<br />
le gambe oltre il bordo del letto e lasciando<br />
cadere la testa tra le mani. «Che pasticcio!»<br />
Si sentì soffocare dalla frustrazione. Diede un<br />
pugno sul como<strong>di</strong>no accanto al letto, facendo tremare<br />
la lampada e cadere il portafogli <strong>di</strong> Rebecca.<br />
Dietro <strong>di</strong> sé sentì il respiro affannato <strong>di</strong> lei.<br />
Si girò. Rebecca lo guardava con occhi spalancati.<br />
Il rimorso lo travolse. «Rebecca, non ti farei mai<br />
del male...»<br />
«Lo so» sospirò lei. «Il rumore mi ha spaventata.»<br />
Sapeva che non era solo quello. Era nervosa. Stava<br />
perdendo il controllo e quella consapevolezza la<br />
spaventava. E spaventava anche lui. «Mi <strong>di</strong>spiace.»<br />
«È tutto a posto.»<br />
Gli occhi <strong>di</strong> lei ri<strong>di</strong>ventarono vellutati. L'aveva<br />
perdonato. Si guardarono intensamente. Lei estrasse<br />
la punta della lingua. Era rosa, provocatoria. La<br />
passò sul labbro inferiore e il cuore <strong>di</strong> lui iniziò a<br />
battere più forte. Senza pensarci si chinò verso <strong>di</strong><br />
115
lei. Rebecca non lo avrebbe rifiutato, come forse<br />
avrebbe dovuto.<br />
Quin<strong>di</strong> i suoi occhi guardarono altrove e la lingua<br />
scomparve. «Damon, non è una buona idea. Dobbiamo<br />
parlare.»<br />
Aveva ragione. Dovevano parlare. E lui doveva<br />
ricomporsi: era troppo v<strong>it</strong>tima del suo incantesimo<br />
per i suoi gusti. Damon si tirò in<strong>di</strong>etro e si chinò a<br />
terra per raccogliere il portafogli, che si era aperto<br />
cadendo. Mentre lo afferrava notò la foto <strong>di</strong> un bell'uomo<br />
dagli occhi scuri che lo fissava. Aveva un<br />
sorriso incosciente e gli occhi spir<strong>it</strong>ati.<br />
«E questo chi sarebbe?» Le porse il portafogli.<br />
«Un altro amante?»<br />
«Smettila!»<br />
«Perché? Sappiamo benissimo entrambi quanto<br />
sei irresistibile per il sesso forte.»<br />
Rebecca apparve chiaramente confusa.<br />
«Oh, ti prego.» Era possibile che non fosse al<br />
corrente dell'effetto che aveva sugli uomini? Forse<br />
sì. «Magari non li attiri intenzionalmente, magari è<br />
solo l'insol<strong>it</strong>o mix <strong>di</strong> bellezza e senso <strong>di</strong> sfida che<br />
emani.»<br />
«Quin<strong>di</strong> non sono più una sgualdrina calcolatrice?»<br />
Lui si interruppe, accorgendosi <strong>di</strong> averla fer<strong>it</strong>a.<br />
Non l'aveva mai chiamata così. O forse sì? Inclinò il<br />
capo, per cercare <strong>di</strong> ricordare. «Diciamo semplicemente<br />
che sai sfruttare le qual<strong>it</strong>à che la natura ti ha<br />
donato.»<br />
Lei lo fissò dal letto.<br />
«Ma non hai risposto alla mia domanda. Chi <strong>di</strong>avolo<br />
è questo?» La curios<strong>it</strong>à lo stava <strong>di</strong>vorando.<br />
Damon voleva trovare quello sconosciuto e <strong>di</strong>sinte-<br />
116
grarlo. Come si permetteva <strong>di</strong> portare con sé la foto<br />
<strong>di</strong> un altro uomo, dopo aver fatto l'amore con lui in<br />
quel modo? «Come si chiama?»<br />
«James.»<br />
«E dov'è ora?» non poté fare a meno <strong>di</strong> chiedere.<br />
«È morto.»<br />
La risposta lo fece sobbalzare.<br />
Rebecca non lo stava più guardando. Il suo viso<br />
aveva un'espressione assente, lontana, e i suoi occhi<br />
erano spenti, senza v<strong>it</strong>a. Voleva scuoterla, baciarla,<br />
<strong>di</strong>rle <strong>di</strong> concentrarsi su <strong>di</strong> lui, che era più vivo che<br />
mai.<br />
«Mi <strong>di</strong>spiace.» Ma non era per niente <strong>di</strong>spiaciuto<br />
del fatto che l'uomo che le interessava fosse morto.<br />
Non aveva bisogno <strong>di</strong> quel tipo <strong>di</strong> avversari. D'improvviso<br />
si rese conto <strong>di</strong> quello che aveva pensato...<br />
Avversari. Si avvicinò in fretta alla finestra e si<br />
mise a fissare nel vuoto. Da quando era <strong>di</strong>ventata<br />
una gara? Da quando era <strong>di</strong>ventato così essenziale<br />
che l'attenzione <strong>di</strong> Rebecca fosse de<strong>di</strong>cata solo a<br />
lui?<br />
E perché gli importava degli altri? Ora era sua.<br />
Cosa contavano James, Aaron o Savvas? C'era solo<br />
lui. E si sarebbe assicurato che non lo <strong>di</strong>menticasse.<br />
«Scordati <strong>di</strong> James.» Si girò e con due lunghi<br />
passi si r<strong>it</strong>rovò <strong>di</strong> nuovo sul letto, accanto a lei. La<br />
spinse giù, andandole sopra, e la baciò con passione.<br />
Lei cercò <strong>di</strong> r<strong>it</strong>irarsi mentre lui prendeva possesso<br />
delle sue labbra. La bocca <strong>di</strong> lui le sembrò improvvisamente<br />
morbi<strong>di</strong>ssima. E a quel punto tutto<br />
cambiò: lei gemette, rispondendo a quel bacio.<br />
Ce l'aveva fatta!<br />
Damon si sentì travolgere dal senso <strong>di</strong> v<strong>it</strong>toria. Si<br />
tirò su e guardò quel viso ecc<strong>it</strong>ato. «James ti bacia-<br />
117
va così? Ti sentivi così coinvolta anche con lui?»<br />
«Alzati da qui!»<br />
«Ammetti che ti è piaciuto.» Si sporse in avanti,<br />
per baciarla ancora e lei lo prese a pugni sul petto.<br />
«Alzati.»<br />
Lui la lasciò libera e si mise a sedere. «Oh, per<br />
l'amor del cielo!» La sua maglietta rossa si era sollevata,<br />
lasciando intravedere la pelle chiara dell'addome.<br />
Si sforzò <strong>di</strong> guardare altrove prima che i suoi<br />
pensieri venissero nuovamente sconvolti. «Non può<br />
aver significato niente per te...»<br />
«Perché? Perché <strong>di</strong>voro gli uomini come una vedova<br />
nera? Perché sono implacabile in amore?»<br />
«Al <strong>di</strong>avolo.» Non riuscì a incontrare quel riprovevole<br />
sguardo <strong>di</strong> sfida negli occhi <strong>di</strong> lei. Sentì una<br />
f<strong>it</strong>ta dentro <strong>di</strong> sé al pensiero che lei potesse amare<br />
ancora James. Non voleva che amasse nessuno...<br />
eccetto lui. Voleva che conservasse tutta quella passione,<br />
quell'ardore per lui... e solo per lui. Nessun<br />
uomo avrebbe dovuto significare niente per lei, non<br />
mentre faceva l'amore con lui con quella dolcezza.<br />
Era geloso.<br />
Ma prima <strong>di</strong> riuscire a capire come ciò fosse successo,<br />
vide le guance <strong>di</strong> lei bagnate <strong>di</strong> lacrime. E<br />
provò una stretta al cuore.<br />
Sì, aveva amato quell'uomo, quel James.<br />
Il rendersene conto lo devastò. Si girò dall'altra<br />
parte, per cercare <strong>di</strong> capire come avrebbe potuto affrontare<br />
quell'ultima scoperta.<br />
«Mi <strong>di</strong>spiace» ripeté lui. Stavolta era sincero.<br />
Non voleva vederla soffrire.<br />
«Per che cosa? Perché ho amato qualcuno? O ti<br />
<strong>di</strong>spiace per James? Magari pensi che abbia spinto<br />
anche lui al suici<strong>di</strong>o, eh? È questo che cre<strong>di</strong>?»<br />
118
Lui trasalì a sentir quelle parole così dure.<br />
«Be', lascia che ti <strong>di</strong>ca una cosa. Non si è suicidato.<br />
James era gravemente ammalato. Ma la cosa assurda<br />
è che morto in un incidente. Una misericor<strong>di</strong>osa<br />
liberazione <strong>di</strong>ssero. Ma questo non rende le<br />
cose più facili, a me manca lo stesso.» Rebecca ricominciò<br />
a singhiozzare con una tale violenza da<br />
strappargli il cuore.<br />
«Ssh.» Damon le si avvicinò. Prendendola tra le<br />
braccia, si appoggiò alla testiera del letto.<br />
«Aaron, James... sono morti entrambi.»<br />
Sembrava terribilmente affl<strong>it</strong>ta.<br />
«Ssh» ripeté lui, non sapendo come gestire la s<strong>it</strong>uazione.<br />
Com'era possibile che un uomo così ricco,<br />
responsabile del lavoro <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> persone, un<br />
uomo ammirato come manager e come negoziatore<br />
non sapesse consolare la donna che aveva tra le<br />
braccia?<br />
«Aaron, James e anche Fliss. Tutti quelli che amo<br />
muoiono.» Singhiozzò, facendo vibrare tutto il corpo.<br />
«Ieri è quasi morto anche T.J.»<br />
Voleva fargli credere <strong>di</strong> aver amato Aaron? E<br />
James? Forse a modo suo li aveva amati. E Savvas<br />
allora? Forse non era il tipo <strong>di</strong> donna in grado <strong>di</strong><br />
avere un solo grande amore, come sua madre.<br />
Cercò <strong>di</strong> ripetersi che non gli importava, ma non<br />
era così. Gli importava eccome. La desiderava prepotentemente,<br />
anche se questo significava dover allontanare<br />
le ombre <strong>di</strong> un'intera orda <strong>di</strong> fantasmi del<br />
passato. Rebecca era <strong>di</strong>ventata ciò che era anche<br />
grazie a quelle relazioni. Relazioni con altri uomini,<br />
che erano <strong>di</strong>ventati in qualche modo parte <strong>di</strong> lei. Se<br />
voleva tenersela accanto, avrebbe dovuto accettare<br />
anche loro, altrimenti non avrebbe mai avuto pace.<br />
119
Sarebbe stato uno strazio ogni volta che l'avesse tenuta<br />
tra le braccia.<br />
Rebecca stava ancora piangendo sommessamente.<br />
La strinse forte a sé. Cercò <strong>di</strong> pensare a qualcosa<br />
da <strong>di</strong>rle che potesse aiutarla a sopportare la per<strong>di</strong>ta<br />
<strong>di</strong> James e del mar<strong>it</strong>o.<br />
Improvvisamente la trovò. «Quando morì mio<br />
padre ero furioso con lui per avermi lasciato senza<br />
preavviso. Stavo così male... Non sapevo cosa fosse<br />
peggio: il dolore o la rabbia.» Era vero, si era sent<strong>it</strong>o<br />
abbandonato dal padre, un padre che era stato un<br />
vero esempio per lui, così invincibile, anche contro<br />
la morte. Damon accarezzò i capelli <strong>di</strong> Rebecca.<br />
«Ma poi il dolore passa. E passerà anche per te. Sei<br />
una donna forte, la più forte che abbia mai conosciuto.»<br />
Questa volta fu Rebecca ad allontanarsi. Lui cercò<br />
<strong>di</strong> tenerla accanto a sé, ma lei si ag<strong>it</strong>ò per staccarsi<br />
un po' e guardarlo negli occhi.<br />
«James non era il mio partner, era... mio fratello.»<br />
Quella rivelazione fu come una bastonata. Improvvisamente<br />
gli mancò il fiato. «Non sapevo che<br />
avessi un fratello.» Ma sub<strong>it</strong>o la pressione che aveva<br />
sent<strong>it</strong>o crescere dentro <strong>di</strong> sé <strong>di</strong>minuì.<br />
James non era il suo compagno.<br />
«Quando avevo <strong>di</strong>eci anni ci separarono e ci assegnarono<br />
a due famiglie <strong>di</strong>verse, ma rimanemmo<br />
in contatto. James <strong>di</strong>venne un vero ribelle e si incamminò<br />
su una cattiva strada. Poi arrivò una ragazza...»<br />
«Ce n'è sempre una» commentò lui con una punta<br />
<strong>di</strong> sarcasmo.<br />
«Si innamorarono, ma lei aveva paura del suo<br />
120
spir<strong>it</strong>o ribelle e lo lasciò. James era <strong>di</strong>strutto e cercò<br />
<strong>di</strong> tornare sulla retta via. Quando si r<strong>it</strong>rovarono lui<br />
si ammalò, era sempre stanco. Pensammo a un'influenza.»<br />
Rebecca rimase un attimo in silenzio e lo<br />
guardò in maniera strana. «Gli <strong>di</strong>agnosticarono un<br />
tumore.»<br />
«Vieni qui. Lascia che ti abbracci.»<br />
Lei gli si rannicchiò accanto. «È così strano. Per<br />
tutta la v<strong>it</strong>a sono sempre stata quella forte. La roccia<br />
a cui si aggrappava Fliss, la persona che lottava per<br />
ottenere aiuto per James, quella che li stringeva<br />
quando piangevano, che li abbracciava quando si<br />
sentivano soli. Ma non c'era nessuno ad abbracciare<br />
me.»<br />
«Neanche Felic<strong>it</strong>y?»<br />
Lei si strinse nelle spalle. «Fliss era la prima ad<br />
avere bisogno <strong>di</strong> conforto. Comunque preferisco<br />
non <strong>di</strong>re altro. Io volevo bene a lei e lei voleva bene<br />
a me. Punto.»<br />
«Ma era estenuante» aggiunse lui lentamente.<br />
«Sì.»<br />
«E James? Non si prese cura <strong>di</strong> te?»<br />
Lei sospirò. «Te l'ho detto, eravamo separati. E<br />
lui cominciò a frequentare le compagnie sbagliate.<br />
Finì in mezzo alla droga e venne trascinato sempre<br />
più giù.»<br />
«E quin<strong>di</strong> anche lui aveva bisogno <strong>di</strong> aiuto.»<br />
«Sì, ma i suoi gen<strong>it</strong>ori affidatari avevano un figlio<br />
minorenne e non volevano che venisse influenzato<br />
da James.»<br />
«E allora?» l'incalzò lui.<br />
«Convinsi la famiglia a cercare <strong>di</strong> farlo aiutare.<br />
Ci vollero due lunghi anni e molti sol<strong>di</strong>, alcuni dei<br />
quali dovetti sborsarli io, e alla fine ne uscì. In quel<br />
121
momento io lavoravo già per Aaron.»<br />
Lei guardò lontano con gli occhi persi nel vuoto<br />
dei ricor<strong>di</strong>. Damon sentì un nodo in gola e le <strong>di</strong>ede<br />
un bacio in fronte per cercare <strong>di</strong> consolarla.<br />
«Ed è così che vi siete incontrati.»<br />
Lei annuì. «Lui mi chiese <strong>di</strong> uscire e io <strong>di</strong>ssi <strong>di</strong><br />
no. Dopotutto cosa poteva volere un uomo delle sue<br />
con<strong>di</strong>zioni economiche? Ero giovane, ma non stupida.»<br />
Damon non poteva credere che lei si sminuisse<br />
così. Ma, pensando alle sue origini, immaginò come<br />
la sua autostima potesse essere fin<strong>it</strong>a sotto le scarpe.<br />
«Aaron Grainger era una persona saggia.» Molto<br />
più <strong>di</strong> quanto non fosse stato lui. «E in te vide una<br />
donna intelligente, <strong>di</strong>vertente e brillante.»<br />
Lei lo guardò dubbiosa. «Lo cre<strong>di</strong> davvero?»<br />
«Sono sicuro.» Lui deglutì. «Dimmi <strong>di</strong> Grainger.»<br />
«Aaron non volle accettare un no come risposta e<br />
continuò a chiedermi <strong>di</strong> uscire.»<br />
Era naturale... era bella e giovane. «Quanti anni<br />
avevi?»<br />
«Diciotto.»<br />
Buon Dio! Diciotto. Grainger mer<strong>it</strong>ava <strong>di</strong> essere<br />
messo al muro: aveva almeno quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> più.<br />
«E poi?»<br />
«Fliss voleva <strong>di</strong>ventare chef. Aveva fatto un paio<br />
<strong>di</strong> corsi in alcune scuole <strong>di</strong> cucina locali, ma voleva<br />
andare a imparare in Francia. E James era <strong>di</strong> nuovo<br />
nei guai. Questo avvenne prima che uscisse completamente<br />
dalla droga.»<br />
Damon chiuse gli occhi, temendo <strong>di</strong> sapere cosa<br />
avrebbe sent<strong>it</strong>o. Ricordava il talento della moglie,<br />
ma non sapeva in che modo fosse stato alimentato.<br />
122
E ricordava anche <strong>di</strong> aver detto a Rebecca <strong>di</strong> imparare<br />
da Fliss e cercare <strong>di</strong> apprendere una professione,<br />
come lei.<br />
Cielo, com'era stato arrogante!<br />
Se solo si fosse potuto rimangiare ogni commento<br />
crudele usc<strong>it</strong>o dalla sua bocca.<br />
Rebecca non aveva aperto bocca per <strong>di</strong>fendersi.<br />
Non aveva sottolineato che era lei che faceva funzionare<br />
le cose e che le persone attorno a lei contavano<br />
tutte sul suo supporto. Chissà cos'altro non gli<br />
aveva detto.<br />
«Ah, quin<strong>di</strong> tu chiedesti ad Aaron i sol<strong>di</strong> per sistemare<br />
i tuoi cari e lui in cambio ti chiese <strong>di</strong> sposarlo»<br />
<strong>di</strong>sse lui in modo deciso, tenendola stretta tra<br />
le braccia.<br />
«No, no. Chiesi ad Aaron un prest<strong>it</strong>o per pagare il<br />
volo e il corso <strong>di</strong> Fliss e trovai un ottimo specialista<br />
per James. Aaron fu stupendo e si rifiutò <strong>di</strong> accettare<br />
gli interessi sul prest<strong>it</strong>o, quin<strong>di</strong> iniziai a lavorare<br />
fino a tar<strong>di</strong> per ripagarlo. Un paio <strong>di</strong> volte insistette<br />
per portarmi fuori a cena e scoprii che mi piaceva la<br />
sua compagnia.»<br />
«Posso immaginare.» Damon ricordava quanto<br />
fosse attraente Grainger e si trovò a <strong>di</strong>sprezzare il<br />
modo in cui aveva manipolato quella <strong>di</strong>ciottenne in<br />
cerca <strong>di</strong> attenzioni.<br />
«Era bello avere qualcuno su cui contare. Gli parlai<br />
del mio desiderio <strong>di</strong> mettere su un'attiv<strong>it</strong>à per<br />
conto mio e lui mi incoraggiò, offrendomi un prest<strong>it</strong>o.»<br />
«Anche questa volta senza interessi?» Damon<br />
non riuscì a nascondere il nervosismo nella sua voce.<br />
«No, questa volta il prest<strong>it</strong>o fu fatto attraverso la<br />
123
anca. Ma lui riuscì a farmi ottenere un buon accordo,<br />
con interessi molto bassi. Il giorno in cui lasciai<br />
la sua <strong>di</strong>tta per iniziare con Dream Occasions mi<br />
portò fuori a cena, or<strong>di</strong>nò dello champagne e <strong>di</strong>sse<br />
<strong>di</strong> aver già parlato <strong>di</strong> me con molti amici e colleghi.»<br />
Sorrise al ricordo. «La cosa mi preoccupò un<br />
po'. Quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> amarmi e mi chiese <strong>di</strong> sposarlo.»<br />
Chiaramente lei si era sent<strong>it</strong>a costretta! Lui l'aveva<br />
raggirata.<br />
«Non dovevi sposarlo.»<br />
«Lo so. Ma allora avevo <strong>di</strong>ciannove anni. Cosa<br />
puoi sapere della v<strong>it</strong>a quando hai <strong>di</strong>ciannove anni?<br />
Avevo sempre desiderato un po' <strong>di</strong> sicurezza e Aaron<br />
me la stava offrendo. Pensavo che il mio sogno<br />
si stesse realizzando. Tutto avvenne così velocemente.»<br />
«Circolavano delle voci» aggiunse lui lentamente.<br />
«Sul mio amante? Il drogato? Era James.» Tutto<br />
quadrava.<br />
«E gli altri?»<br />
«Gli altri?»<br />
«Gli altri amori?»<br />
Lei lo fissò, con i suoi occhi scuri e insondabili.<br />
«Cosa vuoi sapere?»<br />
«Parlami <strong>di</strong> loro.» Sentì una f<strong>it</strong>ta al petto mentre<br />
glielo chiedeva.<br />
«Ti ho già detto una volta che non amo parlare<br />
delle mie storie.»<br />
«Neanche <strong>di</strong> mio fratello?» La f<strong>it</strong>ta si fece più<br />
acuta. «Credo <strong>di</strong> avere il <strong>di</strong>r<strong>it</strong>to <strong>di</strong> sapere almeno <strong>di</strong><br />
lui.»<br />
Si liberò dal suo abbraccio. «Te l'ho detto, con lui<br />
124
non c'è mai stato niente.» Rebecca si sedette sul<br />
bordo del letto, con la schiena rivolta verso <strong>di</strong> lui e<br />
le braccia che penzolavano tra le sue ginocchia.<br />
Dannazione, perché era così lontana? La voleva<br />
ancora tra le sue braccia. «Quando me l'avresti detto,<br />
scusa?»<br />
Lei si girò per guardarlo in faccia. «Quando insistevi<br />
che era il padre <strong>di</strong> T.J.»<br />
«No» ribatté lui lentamente, cercando <strong>di</strong> ricordare<br />
esattamente le parole che lei aveva usato. «Tu hai<br />
negato che fosse il padre <strong>di</strong> T.J. Ma non <strong>di</strong> essere<br />
stata a letto con lui.»<br />
«Oh.»<br />
Lui capì che ci stava riflettendo, il suo viso era<br />
attraversato da miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> pensieri.<br />
«Be', non ci sono mai stata» concluse Rebecca.<br />
Poteva crederle?<br />
Il suo cuore desiderava farlo. Raddrizzandosi,<br />
Damon le prese il mento tra le mani e guardò i suoi<br />
occhi. Lei lo fissò senza abbassare lo sguardo. Alla<br />
fine lui la lasciò andare.<br />
«Mi cre<strong>di</strong>?»<br />
Sì, le credeva. O forse no. Era troppo confuso e<br />
non sapeva più cosa pensare.<br />
C'era anche la questione del ragazzino. «E il padre<br />
<strong>di</strong> T.J. chi è allora?»<br />
«È importante?»<br />
I suoi segreti lo stavano <strong>di</strong>vorando. Voleva sapere<br />
tutto <strong>di</strong> lei. Certo che era importante! «Non voglio<br />
entrare in una stanza, un giorno, e trovarmi<br />
faccia a faccia con il padre <strong>di</strong> tuo figlio. Non senza<br />
preavviso.»<br />
«Fidati <strong>di</strong> me» lo rassicurò Rebecca. «Non succederà<br />
mai.»<br />
125
Fidarsi <strong>di</strong> lei.<br />
Fidarsi <strong>di</strong> lei? Così, semplicemente?<br />
Damon avrebbe tanto voluto farlo. Non chiedeva<br />
<strong>di</strong> meglio. Sarebbe stato incre<strong>di</strong>bilmente liberatorio<br />
poterle credere.<br />
126
Cap<strong>it</strong>olo<br />
9<br />
«VA BENE.» REBECCA respirò profondamente. «Ascolta,<br />
forse è arrivato il momento che ti racconti<br />
qualche altra cosa su T.J. Qualcosa che avrei dovuto<br />
<strong>di</strong>rti già da tempo, ma avevo paura...» Si interruppe.<br />
«Paura?» Damon la incalzò, avvicinandosi.<br />
Rebecca si sforzò <strong>di</strong> continuare, anche se avrebbe<br />
prefer<strong>it</strong>o scappare lontano. «Non molto tempo fa<br />
hai detto che sono la donna più forte che tu abbia<br />
mai conosciuto. Ma sono anche la più paurosa.»<br />
Lui le scostò una ciocca <strong>di</strong> capelli dal viso. «Forza,<br />
<strong>di</strong>mmi» la sollec<strong>it</strong>ò. «Di cosa hai paura?»<br />
Damon era così forte, così sicuro <strong>di</strong> sé. Perché<br />
aveva pensato che la ver<strong>it</strong>à che gli aveva tenuto nascosta<br />
così a lungo l'avrebbe potuto ferire? «Be', <strong>di</strong><br />
molte cose. Di perdere le persone che amo. Lo sai.»<br />
Lo sguardo <strong>di</strong> lui si addolcì. Senza parlare posò<br />
la sua mano su quella <strong>di</strong> lei, dandole un senso <strong>di</strong> calore<br />
e <strong>di</strong> conforto, insieme al coraggio per continuare<br />
a parlare.<br />
«Ho paura <strong>di</strong> ferire le persone e soprattutto <strong>di</strong> ferire<br />
te.»<br />
«Non ti preoccupare, non potresti mai ferirmi,<br />
sono forte.» Ma i suoi occhi si fecero più scuri per<br />
127
l'incertezza. «Su, sputa questo dannato rospo.»<br />
«Va bene.» Lei strizzò gli occhi, sussurrò una<br />
preghiera e afferrò la mano <strong>di</strong> lui come un'ancora <strong>di</strong><br />
salvataggio. «T.J. è figlio <strong>di</strong> Fliss, non mio. Io l'ho<br />
adottato.»<br />
Il silenzio <strong>di</strong>venne totale.<br />
Niente si mosse, ma la mano <strong>di</strong> Damon si fece<br />
più rigida. Rebecca aprì gli occhi.<br />
Damon lasciò cadere la mano <strong>di</strong> lei e si alzò lentamente<br />
in pie<strong>di</strong>, pallido in volto. Alla fine le sue<br />
labbra si mossero. «T.J. è mio figlio?»<br />
«No.»<br />
«Ti ho sent<strong>it</strong>o, Rebecca» l'accusò. «Hai detto che<br />
è figlio <strong>di</strong> Fliss. E me l'hai tenuto nascosto?»<br />
«Io...»<br />
«Tu cosa?»<br />
«Volevo <strong>di</strong>rtelo.»<br />
«Quando?»<br />
«Ho cercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>rtelo... Volevo <strong>di</strong>rtelo prima...»<br />
Prima <strong>di</strong> fare l'amore. Ma non poteva parlare d'amore.<br />
Non mentre lui era lì davanti a lei, così pallido<br />
e arrabbiato. Rebecca chiuse gli occhi irr<strong>it</strong>ata.<br />
«Tu...» Si interruppe. Lei si tirò in<strong>di</strong>etro e aprì gli<br />
occhi, in attesa dell'invettiva. «Mi hai privato <strong>di</strong> mio<br />
figlio.»<br />
«Smettila!» gridò lei. «T.J. non è tuo figlio.»<br />
«Cosa? Cosa vuoi <strong>di</strong>re?» Lui si sentiva perso,<br />
cercava le parole. «Ma... hai appena detto che era il<br />
figlio <strong>di</strong> Fliss.» L'immensa fiducia in se stesso era<br />
visibilmente <strong>di</strong>minu<strong>it</strong>a ora. Appariva turbato.<br />
«Non avrei mai voluto <strong>di</strong>rtelo.»<br />
«Dirmi cosa?»<br />
«Fliss...» La sua voce si smorzò.<br />
128
«Cosa? Felic<strong>it</strong>y cosa? Parla, dannazione.»<br />
«Fliss era innamorata <strong>di</strong> mio fratello. Lui le chiese<br />
<strong>di</strong> sposarlo.»<br />
«James.» La sua voce era monocorde. «Tuo fratello.<br />
E perché non l'ha sposato se era tutto così perfetto?»<br />
«Perché era insicura. Cerca <strong>di</strong> capire. Fliss perse i<br />
gen<strong>it</strong>ori quando aveva nove anni. Desiderava stabil<strong>it</strong>à.<br />
Il tumore <strong>di</strong> James la <strong>di</strong>strusse. Non riusciva ad<br />
accettarlo. A quel punto incontrò te.»<br />
Lui incrociò le braccia, allontanandosi da lei. «Mi<br />
stai <strong>di</strong>cendo che le interessava solo il mio portafogli?»<br />
«No, no! La cosa non si fermava ai sol<strong>di</strong>. Tu sei<br />
molto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> un semplice miliardario.» Riusciva a<br />
fargli capire quello che intendeva? O stava solo<br />
perdendo tempo? «Tu sei forte, sicuro <strong>di</strong> te, rispettato.<br />
Fliss aveva un <strong>di</strong>sperato bisogno <strong>di</strong> tutto<br />
questo. Sapeva che con te le cose non sarebbero andate<br />
storte.»<br />
«Invece è successo. Mi ha lasciato dopo sei settimane.<br />
Se n'è venuta via con te senza spiegazioni.»<br />
Rebecca si accorse che la cosa gli pesava ancora.<br />
Damon doveva aver pensato <strong>di</strong> essere considerato<br />
lo zimbello della c<strong>it</strong>tà.<br />
Ora la guardava negli occhi. «Chissà come avrete<br />
riso tu e Fliss leggendo i giornali... Si chiedevano<br />
tutti in che mostro mi trasformassi una volta sceso il<br />
buio.»<br />
«Non lo sapevo. Non leggemmo nessun giornale.<br />
James... il cancro si stava <strong>di</strong>ffondendo. Il matrimonio<br />
<strong>di</strong> Fliss l'aveva scosso. Aveva deciso <strong>di</strong><br />
provare a fare la ra<strong>di</strong>oterapia. Io ero venuta per <strong>di</strong>rlo<br />
a Fliss. L'unico motivo per cui fuggì era che Ja-<br />
129
mes voleva vederla prima <strong>di</strong> iniziare la cura. Era<br />
spaventato dal trattamento. Penso che Fliss crebbe<br />
molto velocemente in quel momento. Capì che non<br />
poteva nascondere la testa sotto la sabbia. Lui l'amava<br />
e aveva bisogno <strong>di</strong> lei.»<br />
Damon le apparve improvvisamente sfocato. E<br />
anche la stanza. Rebecca batté le palpebre e una<br />
calda lacrima le attraversò la guancia, ma l'asciugò<br />
bruscamente.<br />
«E così ti seguì?»<br />
«Sì. Volevo che venisse solo per un giorno. James<br />
era qui ad Auckland per un consulto prima <strong>di</strong><br />
iniziare la terapia. Ma non appena lei lo vide...»<br />
Rebecca si interruppe. Come poteva spiegare come<br />
si era sent<strong>it</strong>a Fliss?<br />
Il senso <strong>di</strong> colpa per aver abbandonato James l'aveva<br />
travolta. Aveva cap<strong>it</strong>o che non poteva più<br />
scappare e che voleva passare il tempo che restava<br />
loro al fianco <strong>di</strong> James, sperando nella minima possibil<strong>it</strong>à<br />
che ce la potesse fare. Questa volta aveva<br />
deciso <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>re Damon e le sue promesse <strong>di</strong> matrimonio.<br />
«Nei giorni che precedettero il trattamento lei rimase<br />
con James nel mio appartamento. Dopo la ra<strong>di</strong>oterapia...»<br />
Rebecca deglutì, «scoprirono che<br />
Fliss era incinta. Sembrò un miracolo.»<br />
«Ma era ancora mia moglie» brontolò Damon.<br />
«Quella era l'unica cosa che metteva un freno alla<br />
loro felic<strong>it</strong>à. Avrebbero dovuto aspettare due anni<br />
per ottenere il <strong>di</strong>vorzio. James temeva <strong>di</strong> non riuscire<br />
ad arrivarci. Per questo decisero <strong>di</strong> vivere ogni<br />
giorno al massimo. Ma sei mesi dopo il tumore ricomparve<br />
e questa volta i me<strong>di</strong>ci non furono più<br />
così ottimisti. James e Fliss non vollero accettarlo.<br />
130
Erano convinti che lui ce l'avrebbe fatta.»<br />
E invece erano morti entrambi. James stava abbastanza<br />
bene. Il bambino sarebbe nato presto e lui<br />
aveva accettato <strong>di</strong> partecipare a una festa per la sua<br />
ripresa e l'imminente nasc<strong>it</strong>a. Fliss era rifior<strong>it</strong>a e<br />
James desiderava così tanto vivere. Per Fliss. Per il<br />
bambino.<br />
Nessuno avrebbe mai pensato a un incidente. James<br />
era morto all'istante, mentre Fliss era riusc<strong>it</strong>a a<br />
parlare ancora con Rebecca e a firmare un testamento<br />
e una richiesta <strong>di</strong> certificato <strong>di</strong> nasc<strong>it</strong>a,<br />
perché lei adottasse il bambino e lo facesse chiamare<br />
Taylor James.<br />
Damon mise le mani sulle spalle <strong>di</strong> Rebecca.<br />
«E mentre inseguiva la sua felic<strong>it</strong>à con tuo fratello,<br />
non pensò mai <strong>di</strong> darmi una spiegazione.»<br />
Lei scrollò via le sue mani e rimase ferma. «Temeva<br />
che fossi arrabbiato. Voleva <strong>di</strong>rtelo.»<br />
«Non credo» <strong>di</strong>sse lui strascicando le parole.<br />
«Immagino che sperasse che mi avresti raccontato<br />
tutto quando mi fossi presentato. Ma non lo feci.»<br />
«No, invece le presentasti un atto <strong>di</strong> separazione<br />
e te ne lavasti le mani.»<br />
«E le <strong>di</strong>e<strong>di</strong> un'eccellente liquidazione. Cosa ne è<br />
stato <strong>di</strong> quei sol<strong>di</strong>?»<br />
Rebecca sollevò il mento, attraversata da un moto<br />
<strong>di</strong> rabbia. «Erano <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> Fliss. Li ho invest<strong>it</strong>i<br />
per T.J. Potrà ottenerli quando avrà compiuto<br />
venticinque anni. A quel punto potrai intentare una<br />
causa contro <strong>di</strong> lui.»<br />
«Non farei mai una cosa del genere. E poi non ho<br />
bisogno <strong>di</strong> quei sol<strong>di</strong>. Quello che davvero mi interessa<br />
capire è come Fliss abbia potuto pensare <strong>di</strong><br />
sposare me, nonostante amasse un altro.»<br />
131
Rebecca sospirò. «Me lo sono chiesto spesso anch'io.<br />
Pensava che tra lei e James non avrebbe funzionato.<br />
Mio fratello non voleva neanche parlare del<br />
tumore, rifiutava la terapia e fingeva <strong>di</strong> non avere<br />
niente. Fliss era terrorizzata all'idea <strong>di</strong> rimanere sola,<br />
credo. Sono convinta che in cuor suo sperasse <strong>di</strong><br />
imparare ad amarti.» Rebecca si era aggrappata a<br />
quella speranza. Che il matrimonio tra Damon e<br />
Fliss funzionasse. Solo quello avrebbe dato un senso<br />
alla sua sofferenza.<br />
«E tu?» Era curioso. «Cosa pensavi dell'intera<br />
faccenda?»<br />
Lei guardò lontano. «Non era una decisione che<br />
dovevo prendere io.»<br />
«Ma non approvavi.»<br />
Era un'affermazione, non una domanda. Sorpresa,<br />
lei lo fissò. Lui aveva anticipato la sua reazione.<br />
«No. Le <strong>di</strong>ssi che non ti doveva sposare.»<br />
«Lo <strong>di</strong>cesti anche a me. Cos'altro le <strong>di</strong>cesti?»<br />
«Che non era giusto nei tuoi confronti, che ti stava<br />
tradendo. Ma questo non te lo potei <strong>di</strong>re. La sua<br />
relazione con mio fratello non era un mio segreto.<br />
Allora cercai <strong>di</strong> convincerla che entrambi avreste<br />
sofferto.» Le credeva ora? Era <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>rlo.<br />
«Peccato che nessuno <strong>di</strong> noi due abbia segu<strong>it</strong>o il<br />
tuo consiglio. Arrogante com'ero, ero convinto che<br />
tu mi volessi per te. Che presuntuoso! Mi sarei dovuto<br />
accorgere che, non appena iniziai a corteggiare<br />
Felic<strong>it</strong>y, tu smettesti <strong>di</strong> flirtare con me.»<br />
«Non è proprio così.» Lei sorrise tristemente.<br />
«Ricor<strong>di</strong> le prove, la sera prima del matrimonio?»<br />
«Quando mi pregasti <strong>di</strong> non sposare Fliss, <strong>di</strong>cendo<br />
che se ne sarebbe pent<strong>it</strong>a? E quando, rifiutandomi<br />
<strong>di</strong> ascoltarti, ti buttasti su <strong>di</strong> me e iniziasti a ba-<br />
132
ciarmi? Come potrei <strong>di</strong>menticarlo, Rebecca?»<br />
Era stato un momento decisivo. Aveva detto a<br />
Damon che non poteva sposare Fliss. Lui l'aveva<br />
fissata senza degnarsi <strong>di</strong> rispondere, guardandola<br />
come se <strong>di</strong>cesse delle sciocchezze. Dentro <strong>di</strong> lei era<br />
scattato qualcosa. Improvvisamente gli aveva gettato<br />
le braccia al collo e l'aveva baciato, con tutta la<br />
passione che aveva. Aveva messo tutto quello che<br />
provava per lui in quel bacio.<br />
«Anche tu mi hai baciata» aggiunse lei alla fine.<br />
«Oh, Signore, come potevo non farlo? Eri la personificazione<br />
del peccato, piacere allo stato puro.<br />
Non riuscii a trattenermi. Avrei dovuto aprire gli<br />
occhi in quel momento. Invece pensai <strong>di</strong> essere impazz<strong>it</strong>o,<br />
tentato da una donna...»<br />
«Che detestavi.»<br />
«Sì» ribatté lui con molta calma. «Ma mentivo a<br />
me stesso. Per autoconservazione. Mi terrorizzavi.»<br />
«Allora mi mandasti via e mi intimasti <strong>di</strong> non avvicinarmi<br />
più a Fliss dopo il matrimonio.»<br />
«Ti <strong>di</strong>ssi delle cose ignobili. Parte <strong>di</strong> quella rabbia<br />
era rivolta a me stesso. Non potevo credere <strong>di</strong><br />
averti baciato e <strong>di</strong> aver tra<strong>di</strong>to Fliss. Avevo sempre<br />
pensato <strong>di</strong> essere un uomo con dei principi.»<br />
Per una frazione <strong>di</strong> secondo Rebecca si chiese se<br />
sarebbe stato in grado <strong>di</strong> perdonarsi per<br />
quell'affronto all'onore. Capì che aveva o<strong>di</strong>ato la<br />
passione che lei aveva risvegliato in lui e quella<br />
debolezza <strong>di</strong> carattere. Quel bacio sconsiderato <strong>di</strong><br />
quasi quattro anni prima si sarebbe messo tra loro<br />
due, allontanandoli?<br />
«Tu eri arrogante. Lei era la mia famiglia, insieme<br />
a James, e sapevo che avrebbe fatto qualunque<br />
cosa tu avessi voluto. Mi sentivo tra<strong>di</strong>ta da entram-<br />
133
i. Mi avevi spezzato il cuore, per questo flirtai con<br />
te senza alcuna vergogna il giorno dopo sulla pista<br />
da ballo.»<br />
Il volto <strong>di</strong> lui <strong>di</strong>venne scuro. «Ti avevo fer<strong>it</strong>o e<br />
offeso. Mer<strong>it</strong>avo <strong>di</strong> essere trattato male. Ma la mia<br />
domanda resta. A parte quelle due occasioni, non<br />
flirtasti più con me dopo che io e Fliss avevamo iniziato<br />
a uscire. E non eri neanche ostile con lei.» Fece<br />
una pausa. «Perché?»<br />
«Non posso <strong>di</strong>re <strong>di</strong> non aver sperato che Fliss<br />
tornasse in sé e ripensasse a James. Fliss era mia sorella,<br />
anche se non <strong>di</strong> sangue, le volevo bene. E anche<br />
mio fratello le voleva bene. Come potevo o<strong>di</strong>arla<br />
o fare la civetta con l'uomo che era interessato a<br />
lei?»<br />
«Nonostante ti avesse portato via l'uomo che desideravi?<br />
Lo aveva fatto con l'inganno e tu continuasti<br />
ad amarla lo stesso?»<br />
«Sì, l'amavo.» Rebecca incontrò il suo sguardo<br />
corrucciato. «Nonostante la sua decisione <strong>di</strong> sposarti,<br />
quando avrebbe dovuto pensarci due volte.»<br />
«Ammiro la tua fedeltà. È un peccato che Felic<strong>it</strong>y<br />
non sia stata altrettanto corretta con te.»<br />
«Non credo che si sia mai resa conto... <strong>di</strong> quello<br />
che provavo per te.» Faceva male ammetterlo.<br />
Damon la guardò sorpreso.<br />
Rebecca <strong>di</strong>ventò rossa in volto. «Era lampante,<br />
vero? Chissà come ti sarai <strong>di</strong>vert<strong>it</strong>o. Ma non avevo<br />
mai provato le stesse cose per un altro uomo. Dopo<br />
Aaron pensavo che non mi sarei mai più sposata.<br />
Poi... puff.» Schioccò le <strong>di</strong>ta. «Questa cosa incontrollabile.»<br />
La sua voce tremò. «Tu e io. Pensavo<br />
che fosse destino.»<br />
«Mi spiace.» Le sfiorò la guancia. «Fui crudele.»<br />
134
«Sì.»<br />
«Tu non cercasti <strong>di</strong> proteggerti.»<br />
«Se fosse stato destino, non avrei avuto alcun bisogno<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fendermi.»<br />
Un silenzio seguì le sue parole.<br />
Lui era impalli<strong>di</strong>to <strong>di</strong> nuovo sotto l'abbronzatura.<br />
«Me lo mer<strong>it</strong>avo. Avevo ascoltato i pettegolezzi che<br />
circolavano, dando retta solo a quello che volevo...»<br />
Si interruppe.<br />
«Non ero preparata a piegarmi per respingere le<br />
<strong>di</strong>cerie. Alcuni ci provarono con me...»<br />
«E tu li mandasti al <strong>di</strong>avolo?»<br />
«Più o meno.»<br />
«Per questo <strong>di</strong>strussero la tua reputazione.»<br />
«Più che altro non volevano che gli altri pensassero<br />
che erano stati gli unici a non avere avuto fortuna.»<br />
Rebecca storse la bocca. «Le storie sui<br />
miei... successi crebbero sempre <strong>di</strong> più.»<br />
«Oh, Signore!» Lui si passò una mano tra i capelli,<br />
per mandarli in<strong>di</strong>etro. «Sono successe molte cose<br />
negli ultimi due giorni. E c'è molto su cui devo riflettere.<br />
Ho bisogno <strong>di</strong> tempo.»<br />
Lei si morse il labbro. Eccolo, il colpo mortale.<br />
Aveva immaginato che quello che c'era ora tra loro<br />
non avrebbe retto il confronto con il passato.<br />
«Vuoi che io e T.J. ce ne an<strong>di</strong>amo?»<br />
«No.» I suoi occhi blu sembravano stanchi. «No,<br />
questo mai. Ma ho bisogno <strong>di</strong> tempo per pensarci<br />
su. Ho scoperto che molto <strong>di</strong> ciò in cui credevo è<br />
falso. Ho appreso su me stesso cose che non mi<br />
hanno fatto molto piacere. Devo cercare <strong>di</strong> accettarlo.»<br />
Questo a causa del suo forte senso dell'onore.<br />
Non poteva perdonarsi <strong>di</strong> averla baciata, quando<br />
135
aveva promesso amore eterno a un'altra. E non poteva<br />
perdonarsi per il male che le aveva fatto. Tutte<br />
le volte che la guardava gli tornavano in mente i<br />
suoi errori.<br />
E che senso avrebbe avuto <strong>di</strong>scutere? Diceva che<br />
voleva tempo, ma Rebecca temeva che volesse liberarsi<br />
<strong>di</strong> una s<strong>it</strong>uazione che non aveva futuro. Che<br />
futuro avrebbe potuto avere con una donna che tutti<br />
i giorni della sua v<strong>it</strong>a gli avrebbe ricordato quel<br />
passato umiliante? Non aveva senso illudersi che<br />
l'avrebbe amata nel modo in cui lei desiderava essere<br />
amata.<br />
Rebecca sollevò il capo. «Capisco.»<br />
«Non credo.» Lui la guardò con sguardo frustrato.<br />
«Ascolta, ho un volo...»<br />
«Rebecca, siamo a casa.» La voce <strong>di</strong> Demetra risuonò<br />
tra le pareti.<br />
Damon imprecò.<br />
Un attimo dopo la porta si spalancò. «Oops, scusate.»<br />
Demetra si portò la mano alla bocca.<br />
Damon esclamò qualcosa in greco, saltò giù dal<br />
letto e uscì <strong>di</strong> corsa, lasciando Demetra a bocca aperta.<br />
«Wow! Ho interrotto qualcosa? Cosa mi sono<br />
persa? Raccontami tutto!»<br />
Rebecca aveva appena messo a dormire T.J.,<br />
quando sentì bussare alla porta della camera da letto.<br />
Si affrettò ad aprire, prima che il rumore potesse<br />
svegliare il bambino.<br />
Damon era lì in pie<strong>di</strong>, con fare guar<strong>di</strong>ngo. «Sono<br />
venuto per salutarti.»<br />
Per un attimo il cuore <strong>di</strong> Rebecca si fermò.<br />
Lui sembrò notare il suo sconforto e si portò le<br />
136
mani alla testa. «Domani vado a Los Angeles, ricor<strong>di</strong>?<br />
Per due settimane.»<br />
Il viaggio <strong>di</strong> lavoro. Certo. Perché era così sconvolta?<br />
Forse perché temeva un ad<strong>di</strong>o più <strong>di</strong> ogni altra<br />
cosa? Perché Damon aveva detto che aveva bisogno<br />
<strong>di</strong> tempo e lei temeva che ciò significasse che<br />
era fin<strong>it</strong>a? «Entra.» Rebecca si fece da parte.<br />
Qualcosa, forse il desiderio, illuminò gli occhi <strong>di</strong><br />
Damon. Ma lui non si mosse. «No, non posso entrare.<br />
Volevo solo darti un assegno.»<br />
Rebecca aggrottò le sopracciglia. «Un assegno?<br />
Per cosa?»<br />
«Per quello che hai fatto finora per il matrimonio.<br />
Un acconto per darti una mano fino al mio r<strong>it</strong>orno.»<br />
«Non posso accettarlo.» Lei si spostò in<strong>di</strong>etro,<br />
per allontanarsi dall'assegno che le stava porgendo.<br />
«Non essere ri<strong>di</strong>cola. È tuo. È per questo che sei<br />
tornata ad Auckland. Pren<strong>di</strong>lo.»<br />
«Non è per questo che sono tornata ad Auckland.»<br />
Si sentì spezzare il cuore e perse la calma.<br />
«Sei così cieco!»<br />
Lui tirò in<strong>di</strong>etro la testa. «Va bene, allora perché<br />
hai accettato <strong>di</strong> organizzare il matrimonio?»<br />
Rebecca guardò da un'altra parte. «Perché tua<br />
madre era ammalata. E tu eri preoccupato per lei»<br />
<strong>di</strong>sse con voce flebile.<br />
«Lasciamo perdere, ora non ho tempo <strong>di</strong> parlare.»<br />
Le mise in mano l'assegno e fece per andarsene.<br />
Senza neanche guardare la somma, Rebecca lo<br />
strappò. «Non posso accettarlo. Violerei una clausola<br />
del mio contratto.»<br />
L'affermazione lo fece fermare e tornare in<strong>di</strong>etro.<br />
«Che contratto?»<br />
«Il contratto per la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Dream Occasions.<br />
137
C'è una clausola che prevede che non contatti i miei<br />
vecchi clienti per almeno cinque anni. E non sono<br />
ancora passati.»<br />
«Mia madre non è mai stata tua cliente.»<br />
«Ma tu sì.»<br />
Ed entrambi pensarono alla notte prima del matrimonio<br />
con Fliss, quando lui le aveva gettato in<br />
faccia l'assegno, <strong>di</strong>cendole <strong>di</strong> prenderlo come pagamento<br />
per il lavoro che aveva fatto per lui e per la<br />
moglie. Lei lo aveva accettato con aria <strong>di</strong> sfida, sostenendo<br />
quello sguardo pieno <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo. All'inizio<br />
l'aveva tenuto per ricordarsi <strong>di</strong> quanto fosse stata<br />
stupida a innamorarsi <strong>di</strong> un uomo che la o<strong>di</strong>ava.<br />
E più tar<strong>di</strong>, quando lui aveva liquidato Fliss dopo<br />
le nozze, l'aveva girato all'amica. Ora quei sol<strong>di</strong> sarebbero<br />
spettati a T.J., una volta raggiunti i venticinque<br />
anni.<br />
«Quin<strong>di</strong>, mi spiace, ma non posso accettare il pagamento»<br />
concluse, sostenendo il suo sguardo.<br />
«Perché?»<br />
Lei fece finta <strong>di</strong> non aver cap<strong>it</strong>o. «Te l'ho detto...<br />
il contratto.»<br />
«No.» Lui fece un gesto in segno <strong>di</strong> impazienza.<br />
«Perché hai accettato <strong>di</strong> dare una mano con il matrimonio?»<br />
Sbuffò leggermente spazient<strong>it</strong>a. «Ma non mi ascolti<br />
quando ti parlo? Te l'ho già detto. Perché tua<br />
madre stava male. E tu eri preoccupato per lei. Come<br />
avrei potuto girarvi le spalle? Quando tua madre<br />
rischiava <strong>di</strong> morire?»<br />
Lui es<strong>it</strong>ò. «Capisco, dopo tutte le persone che avevi<br />
perso, non potevi permettere che mia madre<br />
rischiasse <strong>di</strong> morire. E io che non me ne sono neanche<br />
mai accorto. Che i<strong>di</strong>ota!» Si picchiò il palmo<br />
138
della mano contro la fronte. «Però avresti comunque<br />
dovuto <strong>di</strong>rmi che non potevi accettare sol<strong>di</strong>.»<br />
«L'ho fatto. Ho continuato a ripetertelo, ma non<br />
volevi ascoltare.»<br />
«Pensavo che avessi accettato <strong>di</strong> occuparti del<br />
matrimonio perché avevo raddoppiato l'offerta.<br />
Credevo che fosse un problema <strong>di</strong> sol<strong>di</strong>. E quando<br />
mi <strong>di</strong>cesti che tua madre aveva abbandonato te e<br />
James, e che non sapevi chi fosse tuo padre, ho cominciato<br />
a capire i tuoi tentativi <strong>di</strong> essere autosufficiente.<br />
Ho cap<strong>it</strong>o perché i sol<strong>di</strong> sono così importanti<br />
per te e ho finalmente smesso <strong>di</strong> pensare <strong>di</strong> averti<br />
pagato una vera fortuna per riaverti qui ad Auckland.<br />
Ma, come al sol<strong>it</strong>o, mi sbagliavo.» I suoi<br />
occhi erano <strong>di</strong>ventati <strong>di</strong> un blu scuro, sofferente.<br />
«Non capisco niente <strong>di</strong> quello che succede in quella<br />
tua bella testolina, eh? Signore, che confusione!» Si<br />
coprì la faccia con le mani e, quando risollevò la testa,<br />
apparve stanco e tirato. «Le cose non cambiano<br />
mai, vero?»<br />
«Non importa, davvero» replicò lei.<br />
Damon la guardò con un'espressione che lei non<br />
riuscì a interpretare. Il silenzio era snervante. Alla<br />
fine sospirò e aggiunse in modo deciso: «Sì, che<br />
importa». Quin<strong>di</strong> si girò e se ne andò.<br />
La consapevolezza che Damon era part<strong>it</strong>o per<br />
Los Angeles le fece provare un vuoto immenso. Il<br />
lunedì mattina fece fatica a fare le telefonate che<br />
aveva previsto <strong>di</strong> fare. Niente riempiva il vuoto che<br />
sentiva dentro <strong>di</strong> sé. Alla fine prese una decisione:<br />
sarebbe tornata a Tohunga per alcuni giorni, magari<br />
una settimana. Ma solo dopo aver portato a termine<br />
alcuni impegni che si era prefissata per la settimana.<br />
139
E la prima cosa era definire la <strong>di</strong>sposizione dei tavoli<br />
con Soula, dato che Demetra non ne voleva<br />
sentir parlare.<br />
Trovò Soula in salotto.<br />
«Rebecca, tesoro, non stare sulla porta. Vieni a<br />
sederti. Volevo proprio parlarti, figliola.» Soula appoggiò<br />
l'arazzo a cui stava lavorando. «T.J. è andato<br />
con Demetra?»<br />
Rebecca annuì. «Adora aiutare Demetra. Penso<br />
che sia soprattutto perché ama paciugare con il fango.<br />
Ma oggi è un giorno speciale, perché i giar<strong>di</strong>nieri<br />
trapianteranno delle palme enormi nel giar<strong>di</strong>no<br />
<strong>di</strong> Demetra e lui non vede l'ora <strong>di</strong> vedere la gru.»<br />
«Dobbiamo ringraziare il cielo che si sia ripreso<br />
così bene da quella brutta esperienza.»<br />
Rebecca attraversò la stanza e si sedette accanto a<br />
Soula. «Il dottor Campbell mi ha detto che ci vorrà<br />
un po' prima che si riprenda completamente.» Rebecca<br />
es<strong>it</strong>ò. «Soula, c'è una cosa <strong>di</strong> cui devo parlarle.»<br />
Oh, da cosa doveva cominciare? Rebecca giocherellò<br />
nervosamente con le <strong>di</strong>ta.<br />
«Cosa c'è, tesoro?» Gli occhi <strong>di</strong> Soula erano cupi.<br />
«Ah, non <strong>di</strong>rmi che non puoi continuare a organizzare<br />
il matrimonio <strong>di</strong> Savvas e Demetra e che te ne<br />
vai.»<br />
Come faceva a saperlo?<br />
Rebecca alzò lo sguardo. «Ho bisogno <strong>di</strong> staccare<br />
per alcuni giorni. Voglio andare a Tohunga e controllare<br />
che sia tutto a posto. Ma non si preoccupi,<br />
tornerò per finire <strong>di</strong> organizzare il matrimonio.»<br />
«Bah.» Soula ag<strong>it</strong>ò un braccio. «Non sono preoccupata<br />
del matrimonio, ma del fatto che, una volta<br />
part<strong>it</strong>a, potresti non tornare più.»<br />
140
«Tornerò» promise Rebecca.<br />
«Quando andrai?»<br />
«Pensavo <strong>di</strong> partire venerdì verso l'ora <strong>di</strong> pranzo,<br />
per essere a Tohunga verso sera.»<br />
Soula la guardò <strong>di</strong> traverso. «Damon sa della tua<br />
decisione?»<br />
Lei scrollò il capo. «Ma starà via per due settimane,<br />
sarò qui al suo r<strong>it</strong>orno.»<br />
Soula sbuffò un po' spazient<strong>it</strong>a. «Be', cosa posso<br />
<strong>di</strong>re? Se devi controllare i tuoi affari, non posso<br />
trattenerti, cara. Ora <strong>di</strong>mmi <strong>di</strong> T.J.»<br />
«T.J.?» Rebecca si sentì gelare il sangue. «Cosa<br />
vuole sapere?»<br />
«Quando pensavi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi che non è tuo figlio?»<br />
indagò la donna.<br />
«È così ovvio?» Visibilmente scossa, fissò la<br />
madre <strong>di</strong> Damon. «Come ha fatto a capirlo?»<br />
«Oh, Rebecca, Rebecca.» Soula scosse tristemente<br />
il capo. «A parte i capelli scuri e gli occhi, è l'immagine<br />
sputata <strong>di</strong> Fliss. I riccioli, il viso a forma <strong>di</strong><br />
cuore e le fossette sono suoi.»<br />
Aveva già <strong>di</strong>scusso <strong>di</strong> questo con Damon. Era un<br />
sollievo potersi confidare liberamente. Era troppo<br />
stanca <strong>di</strong> mentire.<br />
«Allora perché ieri ha finto <strong>di</strong> credere che fosse<br />
mio figlio? Mio e <strong>di</strong> Damon?»<br />
«Volevo spingere mio figlio nella <strong>di</strong>rezione che<br />
avrebbe già dovuto prendere da tempo.» Soula le<br />
rivolse un sorriso debole, ma malizioso. «In questo<br />
modo tutto andrebbe a posto. Tu potresti tenere T.J.,<br />
che chiaramente adori, e il bambino avrebbe l'amore<br />
<strong>di</strong> una madre e del padre naturale.»<br />
«No, un attimo.» Non sarebbe stato facile, ma si<br />
era ripromessa <strong>di</strong> essere onesta e non c'era altra via.<br />
141
Rebecca pronunciò quelle parole con molta cura.<br />
«Soula, T.J. non è figlio <strong>di</strong> Damon.»<br />
«Certo che lo è. Ha gli occhi degli Asteriades.»<br />
«No, quelli sono gli occhi <strong>di</strong> Fliss...»<br />
«Sì, sono blu e hanno la stessa forma <strong>di</strong> quelli<br />
della madre, ma il blu è quello degli Asteriades.<br />
Mio mar<strong>it</strong>o aveva gli stessi occhi.»<br />
Rebecca scrollò il capo. «No, si sbaglia.» Si avvicinò<br />
e prese le mani <strong>di</strong> Soula tra le sue. «Ascolti,<br />
so che questo sarà uno shock, ma Fliss non amava<br />
Damon. Amava un'altra persona...»<br />
«Oh, so tutto.» Soula fece un cenno sdegnoso con<br />
la mano.<br />
«Lo sa?» Rebecca la fissò. «Ma come?»<br />
«Sono una madre. Sapevo che Fliss non amava<br />
mio figlio. Ma neanche lui amava lei. Entrambi avevano<br />
i loro motivi per sposarsi... e no, non si è<br />
trattato d'amore. Ero molto delusa della scelta <strong>di</strong><br />
mio figlio.»<br />
«T.J. è figlio <strong>di</strong>...»<br />
«Ssh... Non <strong>di</strong>re niente <strong>di</strong> cui potresti pentirti.<br />
T.J. è figlio <strong>di</strong> Damon e quando vi sposerete sarà<br />
tutto risolto.»<br />
«No, non ci sposeremo.» Rebecca scosse il capo<br />
<strong>di</strong> fronte all'ostinazione <strong>di</strong> Soula, ma non poté non<br />
sentirsi lusingata del fatto che Soula la volesse nella<br />
sua famiglia. «Grazie, Soula. Ma non funzionerebbe.»<br />
Soula si abbandonò sul <strong>di</strong>vano. Le sue rughe<br />
sembrarono accentuarsi, fino a mostrare ognuno dei<br />
suoi anni. «Lo sai, ho detto a quel testone <strong>di</strong> mio figlio<br />
<strong>di</strong> non tornare ad Auckland senza <strong>di</strong> te. Per una<br />
volta nella v<strong>it</strong>a ha fatto quello che gli ho chiesto.<br />
Penso che temesse che sarei morta. Volevo che ti<br />
142
ivedesse e si innamorasse <strong>di</strong> nuovo <strong>di</strong> te. Desidero<br />
così tanto dei nipoti.»<br />
Quin<strong>di</strong> Soula aveva tramato alle loro spalle. Non<br />
era stata bene, ma aveva visto nella malattia un'opportun<strong>it</strong>à<br />
<strong>di</strong> manipolazione. Una vera Asteriades. Il<br />
fine giustificava sempre i mezzi.<br />
Ma Rebecca non poté sentirsi in collera con lei.<br />
Al contrario, le sorrise timidamente. «Lei è una<br />
donna davvero bizzarra. Ma come vorrei che non si<br />
fosse intromessa!»<br />
«Non stavo bene. Non ho ment<strong>it</strong>o su questo.»<br />
Soula cercò <strong>di</strong> apparire nel giusto, ma poi si tradì<br />
guardando Rebecca con sguardo colpevole. «C'è<br />
una altra cosa che non avrei dovuto fare, ma non te<br />
ne parlerò neanche, perché potrebbe peggiorare ancora<br />
<strong>di</strong> più le cose. Avrei dovuto lasciare tutto com'era,<br />
non avrei mai dovuto cercare <strong>di</strong> farvi tornare<br />
<strong>di</strong> nuovo insieme.»<br />
«Ma così non sarei più riusc<strong>it</strong>a a vederla.»<br />
«Oh, Rebecca cara.» Gli occhi <strong>di</strong> Soula si riempirono<br />
<strong>di</strong> lacrime. «Sei la figlia che ho sempre desiderato.»<br />
Rebecca sentì un groppo in gola. «Lo sa, non ricordo<br />
mia madre, ma nei miei sogni assomiglia a<br />
lei. Il fatto è che possiamo insistere quanto vogliamo<br />
per far funzionare le cose, ma se non è destino...»<br />
Si chinò e <strong>di</strong>ede un bacio a Soula sulla fronte.<br />
«Tra me e Damon c'è senz'altro qualcosa, ma abbiamo<br />
deciso <strong>di</strong> concederci un po' <strong>di</strong> tempo e <strong>di</strong><br />
spazio. Mi mancherà mentre sarò a Tohunga, Soula,<br />
ma tornerò e deve promettermi <strong>di</strong> non mettersi più<br />
in mezzo. È una questione che dobbiamo chiarire io<br />
e Damon, non la bacchetta magica <strong>di</strong> una fatina<br />
buona.»<br />
143
«Non ci metterò più il naso, lo prometto. Ma quel<br />
testone <strong>di</strong> mio figlio è molto caparbio e qualche<br />
volta ha bisogno <strong>di</strong> una bella sculacciata, proprio<br />
come un bambino.»<br />
Nonostante si sentisse affranta, Rebecca non poté<br />
trattenersi dal ridere.<br />
A Los Angeles era venerdì pomeriggio, mentre<br />
ad Auckland sabato. Invece <strong>di</strong> programmare la settimana<br />
successiva, com'era sol<strong>it</strong>o fare, Damon era<br />
seduto sul balcone della su<strong>it</strong>e dell'albergo che si affacciava<br />
sulla baia <strong>di</strong> Santa Monica. Il rombo costante<br />
degli aerei ammaliava Damon. T.J. li avrebbe<br />
adorati. Guardò a ovest, oltre quell'oceano senza fine<br />
c'era la Nuova Zelanda... e Rebecca.<br />
Chissà cosa stavano facendo in quel momento<br />
Rebecca e T.J.? Non poteva smettere <strong>di</strong> pensare a<br />
lei. La paura che aveva attraversato i suoi occhi<br />
quando l'aveva salutata lo tormentava. Aveva temuto<br />
che se ne andasse per sempre, che le stesse <strong>di</strong>cendo<br />
che era fin<strong>it</strong>a. Era quello che si aspettava?<br />
Pensava davvero che avrebbe potuto fare l'amore<br />
con lei con così tanta passione per poi andarsene alla<br />
prima occasione?<br />
Forse sì.<br />
Quando mai le aveva dato motivo <strong>di</strong> pensare <strong>di</strong>versamente?<br />
Cosa aveva fatto per mer<strong>it</strong>are la sua<br />
fiducia?<br />
Quattro anni prima aveva commesso un tremendo<br />
errore. Aveva scelto la donna che il suo cervello gli<br />
suggeriva <strong>di</strong> sposare. Nella sua arroganza si era rifiutato<br />
<strong>di</strong> vedere la vera Rebecca. Anche sua madre<br />
l'aveva cap<strong>it</strong>o.<br />
E aveva peggiorato l'errore commesso nel giu<strong>di</strong>-<br />
144
carla, lasciandosela scappare dalle mani. Non perché<br />
lei fosse inadatta, scandalosa o manipolatrice,<br />
ma perché aveva paura.<br />
Lo terrorizzava, perché con lei temeva <strong>di</strong> perdere<br />
il controllo <strong>di</strong> sé e <strong>di</strong> mettere il suo cuore e la sua<br />
anima in mano a una donna <strong>di</strong> cui non riusciva a fidarsi.<br />
Per questo era scappato e aveva sposato Felic<strong>it</strong>y,<br />
per poter dare alla madre i nipoti che tanto desiderava.<br />
Aveva sposato la donna sbagliata, per le ragioni<br />
più sbagliate. E anche Fliss aveva sposato lui<br />
per le ragioni più sbagliate. Entrambi avevano fatto<br />
a Rebecca un terribile torto.<br />
Al funerale <strong>di</strong> Fliss aveva fissato Rebecca, dall'altra<br />
parte della bara, con l'umiliazione che lo devastava.<br />
Alla fine, nonostante il furore lo <strong>di</strong>vorasse,<br />
aveva provato un certo sollievo.<br />
Il suo matrimonio era stato un errore.<br />
La morte <strong>di</strong> Fliss l'aveva liberato.<br />
Ma era troppo presto perché lui ammettesse l'enorm<strong>it</strong>à<br />
del suo errore. Aveva permesso alla madre<br />
<strong>di</strong> convincerlo a lasciar andare Rebecca, senza ven<strong>di</strong>carsi.<br />
Perché in fondo in fondo sapeva <strong>di</strong> essere<br />
stato lui a rovinare tutto.<br />
Non Rebecca.<br />
E avrebbe dovuto farsene una ragione.<br />
Ora c'era riusc<strong>it</strong>o. Gli c'era voluta una settimana<br />
per capire quanto coraggio ci volesse per superare<br />
la paura. La paura più grande <strong>di</strong> Rebecca era perdere<br />
una persona cara. Era una paura reale.<br />
Damon serrò i pugni.<br />
Rebecca aveva perso i gen<strong>it</strong>ori. E il padre non lo<br />
aveva neanche mai conosciuto. Allungò due <strong>di</strong>ta e<br />
le fissò. Suo fratello e Fliss. Ne allungò altre due.<br />
145
Aaron Grainger si era suicidato. Guardò le cinque<br />
<strong>di</strong>ta della mano destra aperta.<br />
Cinque persone. Le cinque più vicine a lei. E<br />
quella paura le aveva impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> amare T.J.?<br />
No <strong>di</strong> certo. Lo amava.<br />
Sconsideratamente.<br />
Teneramente.<br />
Senza restrizioni o paure, Rebecca aveva cresciuto<br />
il figlio <strong>di</strong> un'altra donna. Il figlio <strong>di</strong> colei che<br />
l'aveva tra<strong>di</strong>ta. Non aveva fatto altro che dare e dare<br />
e nessuno le aveva mai rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o qualcosa.<br />
Era così forte.<br />
Il vigliacco era lui. Non le aveva mai neanche<br />
spiegato come lo facesse sentire. Le aveva detto che<br />
aveva bisogno <strong>di</strong> tempo. Damon allungò l'in<strong>di</strong>ce<br />
della mano sinistra e si guardò le mani. Sì, Rebecca<br />
credeva <strong>di</strong> aver perso anche lui. Se voleva far parte<br />
della sua v<strong>it</strong>a, parte della famiglia che Rebecca aveva<br />
creato, avrebbe dovuto agire e superare le sue<br />
paure.<br />
Damon si voltò improvvisamente ed entrò in camera.<br />
Il suo cellulare era sul tavolo. Ma Rebecca non<br />
era a casa. Demetra gli <strong>di</strong>sse che era andata a Tohunga<br />
per controllare gli affari e non sapeva quando<br />
sarebbe tornata. Damon spense il cellulare e guardò<br />
l'ora. Rebecca doveva essere a Chocolatique in quel<br />
momento. Sarebbe stato meglio <strong>di</strong>rle faccia a faccia<br />
quello che c'era da <strong>di</strong>re.<br />
La stampata dei suoi impegni era sul tavolino. Da<br />
quel prospetto, il mese successivo sarebbe stato infernale.<br />
Aggrottò le sopracciglia. Avrebbe dovuto<br />
superare la settimana successiva a Los Angeles, ma<br />
poi...<br />
146
Presa in mano una penna d'oro, tracciò una riga<br />
sugli impegni della seconda parte del mese. Tutto<br />
avrebbe dovuto essere posticipato, perché si sarebbe<br />
preso due settimane <strong>di</strong> ferie per investire nel suo futuro.<br />
La mossa successiva spettava a lui.<br />
147
Cap<strong>it</strong>olo<br />
10<br />
ERA LUNEDÌ MATTINA, un<strong>di</strong>ci giorni dopo. Rebecca<br />
stava entrando con la macchina nell'elegante vialetto<br />
davanti alla casa degli Asteriades. Per l'ultima<br />
volta, promise a se stessa.<br />
T.J. non stava nella pelle dall'emozione, inconsapevole<br />
del terrore <strong>di</strong> Rebecca.<br />
C'erano voluti due giorni interi perché Rebecca si<br />
riprendesse dopo la telefonata ricevuta da Soula venerdì<br />
sera. Faceva ancora fatica a credere a quello<br />
che le aveva detto, però l'aveva comunque pregata<br />
<strong>di</strong> lasciare che fosse lei a dare la notizia a Damon.<br />
Lo mer<strong>it</strong>ava.<br />
Il giorno precedente era stato molto <strong>di</strong>fficile. Aveva<br />
portato T.J. alla loro piscinetta prefer<strong>it</strong>a tra le<br />
rocce. Il bambino aveva sguazzato nell'acqua, allontanando<br />
lentamente le sue paure e lei aveva fatto<br />
centinaia <strong>di</strong> foto, come se non potessero mai bastare.<br />
Nel pomeriggio si erano seduti nel giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong><br />
fronte a casa, sotto una pianta <strong>di</strong> pohutukawa. Rebecca<br />
sapeva che, al momento della fior<strong>it</strong>ura, il Natale<br />
successivo, lei non sarebbe riusc<strong>it</strong>a a sedersi lì,<br />
a guardare quei caratteristici fiori rosso fuoco, e a-<br />
148
vrebbe fatto molta fatica a rimettere insieme i frammenti<br />
della sua v<strong>it</strong>a.<br />
Era arrivato il momento <strong>di</strong> vendere quella casa.<br />
Ne avrebbe comprata un'altra e avrebbe ricominciato<br />
da capo. Magari più vicino ad Auckland. E avrebbe<br />
ceduto anche Chocolatique. Miranda e sua<br />
sorella erano sembrate interessate ad acquistare l'attiv<strong>it</strong>à.<br />
Lei avrebbe cominciato a pensare a qualcos'altro<br />
da fare.<br />
Soula aprì la porta d'ingresso, interrompendo<br />
quelle fantasie. Il viso della donna era segnato da<br />
rughe profonde. Anche Soula aveva compreso che<br />
questa era la fine. Senza <strong>di</strong>re niente, Rebecca le si<br />
buttò tra le braccia e le due donne si tennero strette.<br />
Dopo qualche attimo, Rebecca si fece in<strong>di</strong>etro.<br />
«Damon è qui?»<br />
«Il suo aereo è atterrato un'ora fa. Dovrebbe essere<br />
a casa presto. Vieni in camera mia, ti darò il referto.»<br />
«Si può occupare <strong>di</strong> T.J., mentre parlo con Damon?»<br />
Soula annuì, i suoi occhi erano gonfi <strong>di</strong> lacrime.<br />
Quando Damon entrò in salotto, Rebecca era lì ad<br />
attenderlo, esteriormente calma, ma interiormente<br />
turbata. Si era già tolto la giacca e sfilato la cravatta<br />
e stava per sbottonarsi la camicia, quando la vide. Il<br />
suo viso fu attraversato da un'enorme varietà <strong>di</strong> emozioni.<br />
«Pensavo che fossi a Tohunga.»<br />
Rebecca si alzò in pie<strong>di</strong> tremante. «Sono tornata<br />
per riportarti tuo figlio.»<br />
«Mio figlio?» Sulla sua fronte apparve una ruga.<br />
«Cosa inten<strong>di</strong>?»<br />
149
«T.J. è tuo figlio. Tua madre ha fatto fare un test<br />
del DNA. Ha mandato alcuni capelli tuoi e <strong>di</strong> T.J. a<br />
un laboratorio in Australia, qualche tempo fa, senza<br />
che lo sapessi. I risultati sono alquanto convincenti.<br />
Ecco la relazione.» Gliela passò sbrigativamente.<br />
«È tuo figlio. Tuo e <strong>di</strong> Fliss.»<br />
Gli occhi <strong>di</strong> Rebecca erano colmi <strong>di</strong> lacrime. Santo<br />
cielo, perché non riusciva a smettere <strong>di</strong> singhiozzare?<br />
«Damon, ti giuro che io non l'ho mai saputo.»<br />
Si interruppe e deglutì. «Nella busta c'è anche il certificato<br />
<strong>di</strong> nasc<strong>it</strong>a <strong>di</strong> T.J. Prima <strong>di</strong> morire, Fliss firmò<br />
il modulo <strong>di</strong> richiesta, <strong>di</strong>chiarando che il padre<br />
era James.»<br />
Damon estrasse il documento. «Tyler James. Mio<br />
figlio si chiama Tyler James. Fliss <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> voler<br />
chiamare nostro figlio Tyler.» I suoi occhi erano v<strong>it</strong>rei.<br />
Rebecca si sentì rodere dal rimorso. «Mi <strong>di</strong>spiace.<br />
Posso immaginare come tu ti possa sentire. Mi<br />
sento così colpevole. Il giorno dopo la sua nasc<strong>it</strong>a<br />
ho firmato un modulo, confermando che era figlio<br />
<strong>di</strong> James. Ne ero convinta. E anche lui. Ma non<br />
posso perdonarmi, perché per questo tu sei stato<br />
lontano da lui per lungo tempo, tempo che non potrai<br />
recuperare.»<br />
Lui non rispose. Stava ancora fissando i fogli che<br />
aveva in mano. A cosa stava pensando? Mio Dio,<br />
come doveva o<strong>di</strong>arla. Mille domande le giravano in<br />
testa. Fliss era davvero convinta che James fosse il<br />
padre <strong>di</strong> suo figlio? O aveva scoperto già <strong>di</strong> essere<br />
incinta e che quello era il figlio <strong>di</strong> Damon? Rebecca<br />
ricordava che il dottore aveva <strong>di</strong>chiarato che per lui<br />
il bambino era nato a termine e non qualche settimana<br />
prima. Ma lei non ci volle neanche pensare.<br />
150
Non l'avrebbe mai davvero saputo comunque.<br />
«Sono sicura che potrai far cambiare il secondo<br />
nome <strong>di</strong> T.J. e anche il cognome.» Rebecca era<br />
molto ag<strong>it</strong>ata. «Sarà facile ottenere un'ingiunzione<br />
del tribunale con questo esame del DNA.»<br />
Quale sarebbe stato il nome del suo bambino?<br />
Certamente non T.J., e Damon l'avrebbe fatto cambiare.<br />
Non sapeva cos'altro fare per rime<strong>di</strong>are al suo<br />
torto. «Firmerò tutti i documenti che vorrai per rinunciare<br />
ai miei <strong>di</strong>r<strong>it</strong>ti su Tyler.»<br />
«Rinunciare ai tuoi <strong>di</strong>r<strong>it</strong>ti su Tyler?» La fissò sorpreso,<br />
i suoi occhi blu risaltavano più del sol<strong>it</strong>o. «Di<br />
cosa stai parlando?»<br />
«Sto parlando del fatto che l'ho adottato. Immagino<br />
che vorrai cambiare entrambi i nomi sul certificato<br />
<strong>di</strong> nasc<strong>it</strong>a.» Dentro <strong>di</strong> lei il cuore le doleva in<br />
maniera in<strong>di</strong>cibile. «Farò tutto il possibile per sistemare<br />
le cose, anche se non posso ridarti gli anni<br />
che hai perso.» Con le <strong>di</strong>ta tremanti allontanò alcune<br />
lacrime dagli occhi. «Tutta la sua roba è <strong>di</strong> sopra,<br />
nella stanza in cui ero io. Avrà bisogno <strong>di</strong> te. All'inizio<br />
sarà <strong>di</strong>fficile.» Quin<strong>di</strong> aggiunse: «Vorrei vederlo<br />
qualche volta».<br />
«Cosa <strong>di</strong>avolo stai <strong>di</strong>cendo?»<br />
Poteva capire che Damon non la volesse più vedere<br />
davanti a sé e nella v<strong>it</strong>a <strong>di</strong> T.J., ma lei non poteva<br />
permettere che le fosse tolto completamente.<br />
Respirò profondamente. «Venderò casa mia a Tohunga.<br />
E anche Chocolatique. Cercherò qualcosa ad<br />
Auckland, per essere più vicina...» A te e T.J. «... a<br />
T.J.»<br />
«Puoi stare qui.»<br />
Rebecca si calmò. «Non posso. È tuo figlio.»<br />
151
Lui scosse il capo, visibilmente sorpreso. «Ma tu<br />
sei sua madre.»<br />
«No, non è vero. Fliss era sua madre.»<br />
«Ma sei tu che gli hai fatto da madre in questi<br />
anni ed è questo che conta.»<br />
Il dolore era così forte da farla quasi svenire.<br />
«Però il suo vero padre sei tu. Il suo posto è qui con<br />
te.» Lei avrebbe portato per sempre con sé il ricordo<br />
<strong>di</strong> T.J. bambino e dei momenti d'amore passati con<br />
Damon.<br />
Lui fece un passo es<strong>it</strong>ante verso <strong>di</strong> lei. «Faresti<br />
questo? Saresti <strong>di</strong>sposta a lasciare a me la persona<br />
che ami più della tua stessa v<strong>it</strong>a?»<br />
«Appartenete l'uno all'altro.»<br />
«Anche tu.»<br />
Il cuore <strong>di</strong> Rebecca sussultò. «Cosa inten<strong>di</strong>?»<br />
«T.J. è tuo figlio.» Si avvicinò velocemente, per<br />
stringerla a sé. «Non ti permetterò <strong>di</strong> andartene. Ti<br />
amo» le sussurrò. «Farò ciò che avrei dovuto fare<br />
quattro anni fa, se non fossi stato cieco, e ti sposerò.»<br />
Lei iniziò a tremare. «Mi ami? E vuoi sposarmi?»<br />
«Sì.» Lui la strinse ancora <strong>di</strong> più a sé.<br />
Il suo collo era molto liscio e abbronzato e lei<br />
guardò il pomo d'Adamo che si muoveva in maniera<br />
ag<strong>it</strong>ata. «Non sai neppure se io ti amo» mormorò<br />
lei.<br />
«Certo che mi ami. Me ne hai appena dato prova:<br />
eri pronta a lasciare T.J. con me e ad andartene. Ma<br />
io non te lo permetterò. Mai più.»<br />
«Hai ragione, ti amo.» Rebecca premette le labbra<br />
contro la gola <strong>di</strong> lui e sussurrò: «Cosa farai ora?».<br />
Si strapparono <strong>di</strong> dosso i vest<strong>it</strong>i e si buttarono<br />
152
sull'ampio letto <strong>di</strong> Damon. Lui tirò Rebecca su <strong>di</strong><br />
sé, gemendo mentre la pelle <strong>di</strong> lei sfregava contro il<br />
suo petto.<br />
Lei posò le sue labbra su quelle <strong>di</strong> lui, soffocandone<br />
i gem<strong>it</strong>i. Il sapore salato delle sue lacrime sulla<br />
pelle <strong>di</strong> Damon le fece passare una mano sul viso,<br />
per allontanarne ogni segno.<br />
«Lascia che faccia io» sussurrò lui, con un tono<br />
profondo, che risuonò nella stanza vuota. I suoi pollici<br />
le accarezzarono gli occhi, chiudendoglieli.<br />
Quando Rebecca li riaprì, guardò in quelli <strong>di</strong> lui e<br />
chiese: «Mi perdoni?».<br />
«Per cosa?» Il suo sguardo rivelava confusione.<br />
«Per aver tenuto tuo figlio lontano da te.»<br />
Lui rimase in silenzio per alcuni istanti. «Non sapevi<br />
che fosse mio figlio. E l'hai cresciuto con infin<strong>it</strong>o<br />
amore, senza mai tirarti in<strong>di</strong>etro. Come potrei<br />
avercela con te?»<br />
«Grazie al cielo!» Rebecca si sentì sollevata.<br />
«Quando Soula mi ha chiamato, avevo paura...»<br />
«No.» Lui la tirò a sé. «Non voglio che tu abbia<br />
mai più paura. Ci sono così tante cose <strong>di</strong> cui dobbiamo<br />
essere grati. Devo aver fatto qualcosa <strong>di</strong><br />
buono nella mia v<strong>it</strong>a per avere ottenuto... te.»<br />
Lei emise un suono a metà tra una risata e un<br />
colpo <strong>di</strong> tosse. «Sono tutto fuorché perfetta, lo sai.»<br />
«Per me sei perfetta.» La mano <strong>di</strong> lui le accarezzò<br />
il fianco. Lei mormorò qualcosa <strong>di</strong> incomprensibile,<br />
mentre le <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lui seguivano la sua spina<br />
dorsale.<br />
Le sue mani si infilarono tra i capelli <strong>di</strong> lei. Poi la<br />
spinse giù e posò le labbra sulle sue, baciandola con<br />
vorac<strong>it</strong>à.<br />
Rebecca chiuse le sue gambe attorno a quelle <strong>di</strong><br />
153
lui, quin<strong>di</strong> le allargò, lasciandole scivolare ai lati,<br />
per poi premere il suo corpo contro quello <strong>di</strong> lui.<br />
Damon provò come una scossa. La sua stretta si<br />
sciolse e lui cadde in<strong>di</strong>etro, sui cuscini.<br />
«Rebecca. Oh, Rebecca!» esclamò con voce rauca.<br />
«Non lasciarmi, mai.»<br />
«Mai! Ti terrò accanto a me. Per sempre.» Lo<br />
guardò con un accenno <strong>di</strong> sorriso, poi mosse leggermente<br />
la parte bassa del corpo e colse tutta l'evidenza<br />
della sua ecc<strong>it</strong>azione. Quin<strong>di</strong> si spostò.<br />
«Cosa stai combinando?»<br />
Lo sapeva benissimo.<br />
Il suo viso risplendeva. Lei lo guardò e colse passione<br />
e desiderio nei suoi occhi, ma non solo. Quello<br />
che vide era amore, puro e senza vergogna.<br />
Per lei.<br />
E questo la fece fremere.<br />
Rebecca sollevò i fianchi lentamente, consapevole<br />
della presenza <strong>di</strong> lui sotto <strong>di</strong> sé. Il suo corpo era<br />
già al colmo dell'ecc<strong>it</strong>azione. La mano <strong>di</strong> lui si mosse<br />
verso il basso.<br />
«No.»<br />
Lui si bloccò all'u<strong>di</strong>re quel comando.<br />
«Stai fermo. Guardami. Dimmi che mi ami.»<br />
Gli occhi <strong>di</strong> lui non si staccarono da quelli <strong>di</strong> lei.<br />
«Ti amo più <strong>di</strong> quanto abbia mai amato qualsiasi<br />
altra donna. Amo tutto <strong>di</strong> te. Non cambierei niente<br />
<strong>di</strong> come sei e <strong>di</strong> quello che mi fai provare. Non mi<br />
ero mai sent<strong>it</strong>o così prima.»<br />
Rebecca fissò quegli occhi <strong>di</strong> un blu profondo,<br />
striato <strong>di</strong> nero, come rocce pericolose in una tempesta<br />
<strong>di</strong> mare. «Ti credo.»<br />
Lei si fermò per un istante.<br />
Quin<strong>di</strong> si abbassò con un movimento deciso, av-<br />
154
volgendolo con il suo calore. Ci fu un attimo <strong>di</strong> pura<br />
passione... e una calda sensazione <strong>di</strong> completamento.<br />
Lui strinse le sue braccia attorno a lei, per farla<br />
abbassare accanto a sé. Un attimo dopo iniziò a<br />
muovere il bacino, lentamente, molto lentamente,<br />
facendole provare un piacere infin<strong>it</strong>o.<br />
Quando finalmente si resero conto dell'ora, Damon<br />
e Rebecca scesero per annunciare che si sarebbero<br />
sposati. Tutti si rallegrarono e Soula versò<br />
qualche lacrima <strong>di</strong> gioia.<br />
Una volta sedutisi per cenare, Rebecca si guardò<br />
attorno: Soula, Demetra, Savvas, T.J. La sua famiglia.<br />
Gli occhi le si riempirono <strong>di</strong> lacrime per la felic<strong>it</strong>à.<br />
Così tante persone, così tanto amore. Quando<br />
il suo sguardo incontrò quello dell'uomo seduto accanto<br />
a lei, lui le rivolse un sorriso lento e sod<strong>di</strong>sfatto.<br />
«Allora, chi organizzerà il tuo matrimonio, Rebecca?»<br />
ruppe il ghiaccio Demetra.<br />
«Me ne occuperò io» affermò Damon. «Credo <strong>di</strong><br />
sapere quali sono i desideri della sposa.» Sotto il tavolo,<br />
la mano <strong>di</strong> lui tracciò dei piccoli cerchi sulla<br />
gamba <strong>di</strong> Rebecca. Lei lo guardò incerta.<br />
Demetra iniziò a ridere. «Be', questo è un matrimonio<br />
<strong>di</strong> cui nessuno si deve preoccupare. Voi due<br />
siete così in sintonia da far quasi paura.»<br />
«Era ora che se ne accorgessero» commentò Soula.<br />
«Se mamma sposa papà, potrò avere le paperelle?»<br />
chiese T.J., tirando Damon per la manica.<br />
«Tutto quello che vuoi...»<br />
«Ci penseremo.» Rebecca interruppe Damon.<br />
155
«Papere nella piscina olimpionica? Vedo che hai<br />
intenzione <strong>di</strong> sfruttare al meglio la s<strong>it</strong>uazione, signorino.»<br />
T.J. sorrise maliziosamente. «Ma non ho mai avuto<br />
un papà.»<br />
Damon spalancò gli occhi per l'emozione. «E io<br />
non ho mai avuto un figlio. E presto avrò anche una<br />
moglie. Cosa potrebbe volere <strong>di</strong> più un uomo?»<br />
Più tar<strong>di</strong>, nel letto <strong>di</strong> Damon, con i loro corpi nu<strong>di</strong><br />
aggrovigliati sotto le coperte, lui mormorò:<br />
«Quello che ho detto è tutto vero».<br />
Rebecca si rannicchiò più vicino. Damon le accarezzò<br />
una spalla, quin<strong>di</strong> sparì sotto le lenzuola per<br />
accarezzarle la schiena morbida. Rebecca sentì il<br />
calore salire al contatto con le sue <strong>di</strong>ta e si girò.<br />
La mano <strong>di</strong> Damon si fermò. «Potrai mai perdonarmi?»<br />
Lei sollevò il capo e lo guardò.<br />
«Perdonarti per cosa?»<br />
«T.J. avrebbe dovuto essere tuo figlio.»<br />
Rebecca spostò il ricciolo che gli era caduto sulla<br />
fronte. «Lui è mio figlio. Io gli ho fatto da madre in<br />
questi anni ed è questo che conta.» Lo baciò su una<br />
guancia. «E come potrei non perdonarti? Tu mi hai<br />
perdonato per averlo tenuto lontano da te.»<br />
«Eri all'oscuro <strong>di</strong> tutto.»<br />
«Mi cre<strong>di</strong>?»<br />
Lui la guardo con sguardo sod<strong>di</strong>sfatto e fiducioso.<br />
«Certo che ti credo.»<br />
Lei si stese accanto a lui. «Non puoi immaginare<br />
cosa significhi la tua fiducia per me.»<br />
«Perché significa così tanto?»<br />
«Ho sempre l'impressione <strong>di</strong> lottare contro ciò<br />
156
che pensa la gente.» S'interruppe. «Non era vero,<br />
sai?»<br />
Lui le passò un braccio attorno alla v<strong>it</strong>a. «Cosa?»<br />
«Che Aaron mi aveva lasciato una fortuna e che<br />
io l'avessi <strong>di</strong>lapidata. Aaron si è suicidato perché<br />
era stato beccato con le mani nel sacco. Aveva frodato<br />
la banca per una cifra <strong>di</strong> vari milioni <strong>di</strong> dollari.<br />
Chiaramente la banca non voleva che la notizia trapelasse...<br />
Sarebbe stata cattiva pubblic<strong>it</strong>à: l'impatto<br />
sulle azioni e tutto il resto. Non <strong>di</strong>sse neppure a me<br />
cosa aveva fatto. Sapevo che qualcosa non andava,<br />
ma non avrei mai pensato che si trattasse <strong>di</strong> quello.»<br />
Damon l'abbracciò stretta. Come aveva fatto<br />
Grainger ha mandare tutto a rotoli? Quell'uomo aveva<br />
tutto: sol<strong>di</strong>, successo e, soprattutto, Rebecca.<br />
Damon volle essere clemente. «Era un brav'uomo.<br />
Ma la sua posizione deve avergli presentato delle<br />
tentazioni a cui era <strong>di</strong>fficile resistere. E una volta<br />
scoperto, non avrebbe mai voluto che tu lo vedessi<br />
in mezzo ai problemi.»<br />
Damon immaginava che Aaron Grainger si fosse<br />
ab<strong>it</strong>uato a uno standard economico molto alto e che<br />
avrebbe fatto molta fatica a farne a meno. Inoltre<br />
non avrebbe potuto sopportare le cr<strong>it</strong>iche, una volta<br />
usc<strong>it</strong>o <strong>di</strong> prigione.<br />
«Dopo la sua morte...» Rebecca si interruppe ed<br />
ebbe un brivido. «Sono stati mesi infernali. Aaron<br />
aveva aperto un'infin<strong>it</strong>à <strong>di</strong> conti offshore e aveva<br />
<strong>di</strong>rottato i suoi fon<strong>di</strong> all'estero. Ho cercato <strong>di</strong> aiutare<br />
la banca il più possibile: si ripresero tutti i beni immobili,<br />
per saldare i deb<strong>it</strong>i. Avrebbe dovuto <strong>di</strong>rmelo.<br />
Io gli sarei stata accanto.»<br />
Damon scosse la testa, passandole lentamente le<br />
<strong>di</strong>ta lungo la schiena. Non dub<strong>it</strong>ava che Rebecca sa-<br />
157
ebbe stata al fianco del mar<strong>it</strong>o. Aaron Grainger aveva<br />
lasciato la giovane moglie ad affrontare le<br />
conseguenze e se n'era andato in maniera vigliacca.<br />
E nonostante ciò lei non lo biasimava.<br />
Che razza <strong>di</strong> donna era? Una santa?<br />
Damon provò vergogna. Aveva sent<strong>it</strong>o un sacco<br />
<strong>di</strong> storie, a cui aveva voluto credere. Ma ora aveva<br />
scoperto la ver<strong>it</strong>à. Rebecca non aveva <strong>di</strong>lapidato le<br />
fortune mal acquis<strong>it</strong>e <strong>di</strong> Aaron, non lo aveva portato<br />
al suici<strong>di</strong>o. Lei aveva rispettato la memoria del mar<strong>it</strong>o<br />
e non l'aveva mai cr<strong>it</strong>icato con nessuno.<br />
La baciò sulla testa. «Come ti ho già detto, Aaron<br />
sapeva quanto valessi. Così preziosa.»<br />
Lei sollevò il capo e gli rivolse un sorriso riconoscente.<br />
«Grazie. Aaron è stato molto buono con<br />
me.»<br />
Non si sarebbe messo a <strong>di</strong>scutere. L'uomo era<br />
morto, quin<strong>di</strong> non rappresentava una minaccia per<br />
quello che stavano con<strong>di</strong>videndo. E non avrebbe<br />
mai <strong>di</strong>menticato che Aaron Grainger era stato colui<br />
che gli aveva offerto una possibil<strong>it</strong>à e l'aveva aiutato<br />
quando la Stellar International navigava in cattive<br />
acque. Aaron aveva avuto un ruolo importante in<br />
entrambe le loro v<strong>it</strong>e. Mer<strong>it</strong>ava <strong>di</strong> essere ricordato.<br />
Damon fissò quegli occhi scuri e a mandorla che<br />
avevano un effetto pericoloso sul suo equilibrio,<br />
quin<strong>di</strong> deglutì. «Dovresti indossare il ciondolo che<br />
ti ha regalato. Ti dona molto.»<br />
Il viso <strong>di</strong> lei si illuminò per la sorpresa. «Non ti<br />
<strong>di</strong>spiace?»<br />
Lui es<strong>it</strong>ò, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>sse fermamente. «Certo che<br />
no.»<br />
«So che non è niente <strong>di</strong> speciale, ma devo <strong>di</strong>rti<br />
che... è il mio gioiello prefer<strong>it</strong>o.»<br />
158
Dannazione, avrebbe pensato ogni giorno ad Aaron<br />
Grainger se lei lo avesse indossato. Ma allontanò<br />
in fretta quei piccoli e inopportuni accenni <strong>di</strong> risentimento.<br />
Rebecca era la donna che era <strong>di</strong>ventata grazie al<br />
suo passato. Poco prima le aveva detto che amava<br />
tutto <strong>di</strong> lei, che non avrebbe cambiato niente della<br />
sua v<strong>it</strong>a. Ogni parola era vera. Era complicata, amorevole<br />
e molto più <strong>di</strong> quanto lui desiderasse. Se quel<br />
ciondolo la rendeva felice, lui non si sarebbe mai<br />
opposto. «Ti sta bene. Grainger aveva buongusto»<br />
<strong>di</strong>sse con voce aspra.<br />
«Prima lo portavo molto.»<br />
«Mi ricordo.»<br />
«All'inizio lo portavo per ricordarmi <strong>di</strong> Aaron.»<br />
Per un attimo apparve un po' in apprensione. Quin<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sse in fretta. «Dopo che ho incontrato te, ho deciso<br />
<strong>di</strong> portarlo perché il colore mi ricordava i tuoi<br />
occhi.»<br />
Cielo. Non smetteva mai <strong>di</strong> sorprenderlo. Ma era<br />
felice <strong>di</strong> averle detto quanto l'amasse, prima che<br />
questo ultimo baluardo crollasse. Lei gli strinse le<br />
braccia attorno al collo e lo tirò a sé. Il bacio che lui<br />
le posò sulle labbra fu lungo e tenace. Lei aprì le<br />
labbra e lui continuò a baciarla, più profondamente.<br />
Dopo alcuni minuti lui sollevò la testa e mormorò<br />
con voce roca: «Io non mer<strong>it</strong>o il tuo amore. Non ho<br />
<strong>di</strong>r<strong>it</strong>to a una seconda possibil<strong>it</strong>à».<br />
«Fai attenzione, stai parlando dell'uomo che amo.»<br />
Alzò la testa e si appoggiò sul gom<strong>it</strong>o.<br />
«La prima volta che ci siamo incontrati, ti ho visto<br />
e ti volevo, ma... sono stato un vigliacco. Ho intu<strong>it</strong>o<br />
tutta la tua passione, l'intens<strong>it</strong>à e sono corso<br />
via, invece <strong>di</strong> accettare la sfida. Avrei ottenuto ric-<br />
159
chezze dal valore inestimabile, invece mi sono tirato<br />
in<strong>di</strong>etro, facendo sfoggio <strong>di</strong> Felic<strong>it</strong>y come modello<br />
<strong>di</strong> donna. Tu <strong>di</strong>ci che sono cieco, ma in realtà sono<br />
stupido.»<br />
«Non sei stupido. Fliss era adorabile.»<br />
«Fedele fino alla fine, vero?» Le allontanò i capelli<br />
dalla fronte. «L'ho sposata per le ragioni più<br />
sbagliate. Perché mia madre voleva dei nipoti. Perché<br />
era docile. Perché era così <strong>di</strong>versa da te... Lei<br />
non aveva sconvolto i miei pensieri, o il mio cuore.<br />
Ma dopo un po' ho desiderato che avesse un po' della<br />
tua tempra.» Mentre ammetteva la ver<strong>it</strong>à, la vergogna<br />
iniziava a svanire.<br />
«Fliss era una persona debole. Ma non era colpa<br />
sua, non completamente. Aveva avuto molte <strong>di</strong>fficoltà»<br />
«Ma aveva te. E, nonostante questo, ha sposato<br />
l'uomo che amavi, lasciandoti a occuparti dell'uomo<br />
che amava... e tu continui a <strong>di</strong>fenderla» commentò<br />
Damon.<br />
«Devo farlo. Le volevo bene. E mi ha lasciato<br />
T.J.»<br />
«Nostro figlio.»<br />
«Sì, nostro figlio. Ora ho te. E tu mi ami. Cosa<br />
potrei volere <strong>di</strong> più?» Lei gli rivolse un sorriso, lento,<br />
felice e colmo <strong>di</strong> promesse.<br />
Damon si sporse in avanti e le <strong>di</strong>ede un bacio delicato,<br />
grato <strong>di</strong> averla r<strong>it</strong>rovata. La donna che lo<br />
amava più <strong>di</strong> quanto lui non mer<strong>it</strong>asse. La donna<br />
che l'aveva stregato. La donna che aveva il suo cuore<br />
in pugno.<br />
Due settimane dopo, lontano dal trambusto <strong>di</strong><br />
Auckland, una coppia sola attendeva su una larga<br />
160
striscia <strong>di</strong> sabbia dorata. La donna era a pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong> e<br />
indossava un semplice ab<strong>it</strong>o bianco. Un ciondolo <strong>di</strong><br />
opale blu appeso a una catena d'oro rifletteva i raggi<br />
del pomeriggio inoltrato. Portava un nuovo paio <strong>di</strong><br />
orecchini e un bracciale coor<strong>di</strong>nati con il ciondolo,<br />
che le aveva regalato il suo futuro sposo, come dono<br />
<strong>di</strong> nozze. Lo sposo indossava un ab<strong>it</strong>o <strong>di</strong> colore<br />
chiaro, adatto all'umi<strong>di</strong>tà dell'isola, mentre il paggetto<br />
indossava un paio <strong>di</strong> pantaloncini a fiori e una<br />
camicia grigia.<br />
Non c'erano né damigelle né osp<strong>it</strong>i. Solo una sposa,<br />
uno sposo e il loro bambino. Non appena il celebrante<br />
venne verso <strong>di</strong> loro, con due donne che avevano<br />
accettato <strong>di</strong> fare da testimoni, lo sposo si abbassò.<br />
«Un'isola nel Pacifico si avvicina abbastanza<br />
ai tuoi desideri?»<br />
La sposa alzò la testa. «Non ho bisogno <strong>di</strong> niente<br />
altro oltre a te... e a nostro figlio.»<br />
«Sei sicura <strong>di</strong> non essere delusa, senza una vera<br />
cerimonia, osp<strong>it</strong>i o regali?»<br />
Rebecca rise. «Cre<strong>di</strong>mi, ci saranno montagne <strong>di</strong><br />
regali da aprire quando saremo a casa. Tra tua madre<br />
e Demetra posso solo immaginare... Ma i regali<br />
migliori li ho già ricevuti: tu, vedere T.J. nuotare e<br />
vederlo ridere mentre lo faceva.»<br />
Lo sposo le prese il viso tra le mani e la guardò<br />
con gli occhi che gli rilucevano <strong>di</strong> felic<strong>it</strong>à. Il suo<br />
tocco era caldo e delicato. Lei girò la testa e gli <strong>di</strong>ede<br />
un bacio sulla mano. Non era mai stata così piena<br />
<strong>di</strong> gioia.<br />
«Ti amo» le <strong>di</strong>sse Damon, con voce intensa. «Te<br />
l'ho già detto oggi?»<br />
«Mi pare <strong>di</strong> sì, ma non mi stancherò mai <strong>di</strong> sentirtelo<br />
ripetere.»<br />
161
«E io non mi stancherò mai <strong>di</strong> pensare al miracolo<br />
<strong>di</strong> aver trovato te e mio figlio.»<br />
Si piegò per baciarla.<br />
I pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Rebecca si sollevarono sulle punte sulla<br />
sabbia morbida. Quella familiare sensazione <strong>di</strong> desiderio<br />
la travolse.<br />
Il celebrante <strong>di</strong>ede un colpo <strong>di</strong> tosse. Per un attimo<br />
Rebecca pensò che Damon avrebbe ignorato<br />
l'uomo, ma poi mormorò: «Più tar<strong>di</strong>». Quel largo<br />
sorriso piratesco che le rivolse racchiudeva una<br />
promessa che la fece fremere.<br />
«Miei cari fratelli» iniziò il celebrante, «siamo<br />
qui riun<strong>it</strong>i oggi per celebrare un matrimonio, l'amore<br />
<strong>di</strong> due persone...»<br />
Soula Asteriades aveva un sorriso che andava da<br />
un orecchio all'altro, mentre raggiungeva la terrazza<br />
da cui proveniva il frastuono allegro dei festeggiamenti.<br />
La sua sorella più anziana, Ifigenia, aveva preso<br />
posto sua una poltrona molto comoda, con tanti cuscini<br />
che la sostenevano. La più giovane, Athina,<br />
stava giocando a tavli con Johnny. I tre fratelli <strong>di</strong><br />
Soula, con le mogli, i figli e i nipoti erano sparsi per<br />
la terrazza. Alcuni dei più piccoli giocavano nella<br />
piscina stretta e lunga che aveva costru<strong>it</strong>o suo figlio.<br />
Savvas e la sua futura moglie con<strong>di</strong>videvano<br />
una poltrona: le loro teste erano l'una accanto all'altra,<br />
come una coppia <strong>di</strong> piccioncini.<br />
«Guardate, una foto» annunciò Soula trionfante,<br />
alzando in aria un cellulare per mostrarlo a tutti.<br />
«La prima foto del mio figlio maggiore, della sua<br />
nuova moglie in un magnifico ab<strong>it</strong>o bianco, e <strong>di</strong> loro<br />
figlio, il mio primo nipote. Questo è un miracolo<br />
162
per cui io non ho alcuna responsabil<strong>it</strong>à.»<br />
All'avvicinarsi della famiglia si sentì travolgere<br />
dalla felic<strong>it</strong>à, allora inclinò il capo verso il cielo,<br />
sapendo che da qualche parte lassù il suo amato Ari<br />
la stava guardando con benevolenza e partecipando<br />
ai festeggiamenti con lei.