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LA PASSIONE VESTE DI ROSSO di T.Radley (2).pdf - EHarmony.it

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TESSA RADLEY<br />

<strong>LA</strong> <strong>PASSIONE</strong><br />

<strong>VESTE</strong> <strong>DI</strong> <strong>ROSSO</strong>


Cap<strong>it</strong>olo<br />

1<br />

COM'ERA POTUTO finire tutto in quel modo?<br />

Rebecca Grainger si portò le mani allo stomaco,<br />

colp<strong>it</strong>a da un senso <strong>di</strong> nausea. Se almeno fosse riusc<strong>it</strong>a<br />

a non pensarci, forse anche quel fasti<strong>di</strong>o se ne<br />

sarebbe andato. Il matrimonio aveva la prior<strong>it</strong>à su<br />

tutto, si <strong>di</strong>sse Rebecca, doveva concentrarsi: era già<br />

stata pagata, l'assegno le era stato sbattuto in faccia<br />

la sera prima.<br />

La sera prima. Quel bacio. No, non doveva pensare<br />

alla sera prima.<br />

Doveva concentrarsi sul matrimonio. Un evento<br />

in casa Asteriades. Il soff<strong>it</strong>to a volte della sala da<br />

ballo dell'Hotel San Lorenzo <strong>di</strong> Auckland era stato<br />

addobbato con strisce <strong>di</strong> stoffa bianca, come un romantico<br />

pergolato. Ghirlande <strong>di</strong> edera e rose bianche<br />

decoravano la sala, profumandola in maniera inebriante.<br />

Al centro della pista da ballo semivuota Damon<br />

Asteriades faceva volteggiare la novella sposa sulle<br />

note del melo<strong>di</strong>oso Bel Danubio blu, con la sua folta<br />

capigliatura nera accostata a quella biondo chiaro<br />

<strong>di</strong> lei. Lui rappresentava al cento per cento la tipica<br />

bellezza greca maschile, dalla punta dei capelli nero<br />

5


corvino, fino alle estrem<strong>it</strong>à delle <strong>di</strong>ta abbronzate,<br />

con la sicurezza impulsiva <strong>di</strong> ogni uomo greco,<br />

convinto <strong>di</strong> avere sempre ragione. E in questo momento<br />

Rebecca sperava che fosse lontano un milione<br />

<strong>di</strong> anni luce.<br />

«Mio figlio è uno sciocco.»<br />

Al sentire la voce <strong>di</strong> Soula Asteriades, madre <strong>di</strong><br />

Damon e vedova del potente Ari Asteriades, Rebecca<br />

sorrise e <strong>di</strong>sse: «A Damon importa poco».<br />

«Per non parlare <strong>di</strong> te, Rebecca! Mia cara, dovevi<br />

proprio indossare un ab<strong>it</strong>o scarlatto? Come un panno<br />

rosso davanti a un toro?» Soula sospirò. «Questo<br />

ab<strong>it</strong>o malizioso non farà che alimentare le malelingue.»<br />

Rebecca rise e abbassò lo sguardo sul suo ab<strong>it</strong>o<br />

stravagante firmato Vera Wong. «Che parlino, non<br />

m'importa. Per lo meno non rubo la scena alla sposa,<br />

indossando un ab<strong>it</strong>o bianco.»<br />

«Ma avresti dovuto farlo. Saresti stata una sposa<br />

perfetta. Se solo Ari fosse stato qui, forse avrebbe<br />

fatto ragionare quella testa calda <strong>di</strong> nostro figlio.»<br />

Rebecca squadrò la donna con stupore. «Soula?»<br />

«Questo matrimonio è un errore, ma ormai è tar<strong>di</strong>.<br />

Mio figlio ha preso una decisione e deve rispettarla.<br />

Non posso più <strong>di</strong>re niente.» Soula sparì tra la<br />

folla.<br />

Sconcertata, Rebecca guardò verso la pista. Damon<br />

scelse quell'attimo per mostrare insol<strong>it</strong>amente<br />

il suo affetto in pubblico, dando un bacio sul capo<br />

della sua sposa, la quale sollevò lo sguardo, sorpresa.<br />

Rebecca desiderò che Damon fosse nello stesso<br />

posto in cui era lei al momento... all'inferno.<br />

Non riuscì a continuare a guardare e chiuse gli<br />

occhi. La testa le doleva per una sorta <strong>di</strong> tensione<br />

6


interiore, per la giornata stressante e per il vino bevuto<br />

la sera prima. Non vedeva l'ora che il matrimonio<br />

finisse, per liberarsi <strong>di</strong> quell'amaro sapore <strong>di</strong><br />

tra<strong>di</strong>mento.<br />

«Vieni. È ora che ci uniamo a loro.»<br />

I pensieri dolorosi <strong>di</strong> Rebecca furono interrotti da<br />

una mano posatasi sul suo braccio freddo e si rese<br />

sub<strong>it</strong>o conto che la musica proveniente dal palco<br />

rialzato si stava attenuando. Savvas, il fratello e testimone<br />

dello sposo, la guardava in attesa <strong>di</strong> una sua<br />

reazione.<br />

Lei si sforzò <strong>di</strong> sorridere. «Scusami, Savvas, ero<br />

lontana mille miglia.»<br />

Lui le rivolse un ampio sorriso. «Smettila <strong>di</strong> preoccuparti,<br />

è tutto magnifico: i fiori, il menu, la torta,<br />

l'ab<strong>it</strong>o. Avrai una fila <strong>di</strong> ragazze che ti chiederanno<br />

<strong>di</strong> organizzare il loro giorno più bello.»<br />

Rebecca rimase sorpresa <strong>di</strong> fronte all'entusiasmo<br />

<strong>di</strong> Savvas. Organizzare un altro matrimonio per l'alta<br />

società <strong>di</strong> Auckland era l'ultima cosa che voleva,<br />

però era sollevata dal fatto che Savvas associasse la<br />

sua ansietà all'es<strong>it</strong>o della cerimonia. Nessuno sapeva<br />

perché era stata ag<strong>it</strong>ata tutto il giorno. O perché<br />

il ricordo <strong>di</strong> quelle nozze si sarebbe posato come un<br />

velo cupo su ogni matrimonio che avrebbe organizzato<br />

in futuro.<br />

Come aveva potuto essere così stupida la sera<br />

prima?<br />

«Vieni.» Savvas la tirò a sé con insistenza.<br />

Lei non si mosse <strong>di</strong> un millimetro, puntando i<br />

pie<strong>di</strong>. «Non ballo mai ai matrimoni che organizzo.»<br />

Dietro le spalle <strong>di</strong> Savvas incontrò lo sguardo<br />

sprezzante dello sposo e si sentì fer<strong>it</strong>a.<br />

«Niente scuse. Stasera non lavori e devi ballare.<br />

7


Per tra<strong>di</strong>zione, il testimone e la damigella si uniscono<br />

alle danze dopo gli sposi. Stanno aspettando tutti.»<br />

Rebecca si guardò attorno e si accorse che era vero:<br />

numerose coppie elegantemente vest<strong>it</strong>e si erano<br />

avvicinate ai bor<strong>di</strong> della pista e attendevano un loro<br />

segno. Perfino la madre <strong>di</strong> Damon era lì e la guardava<br />

con comprensione. Rebecca sollevò il mento e<br />

toccò istintivamente il ciondolo <strong>di</strong> opale che le pendeva<br />

sul petto.<br />

Quin<strong>di</strong> il suo sguardo si scontrò con del blu, un<br />

blu freddo come il ghiaccio. Damon Asteriades le<br />

lanciò un'occhiata truce; la bocca non nascondeva il<br />

suo <strong>di</strong>sappunto, mentre teneva stretta a sé la sposa.<br />

La sposa.<br />

Fliss.<br />

Rebecca inclinò la testa, fece passare la sua mano<br />

gelida attorno al braccio che le porgeva Savvas e,<br />

fingendo <strong>di</strong> sorridere, si lasciò condurre in pista,<br />

mentre l'ab<strong>it</strong>o rosso vivo svolazzava <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là.<br />

Avrebbe ballato. Al <strong>di</strong>avolo Damon Asteriades!<br />

E avrebbe anche sorriso. Damon non avrebbe mai<br />

saputo quanto le fosse costato organizzare il matrimonio<br />

e come si fosse sent<strong>it</strong>a ad accompagnarli all'altare.<br />

Oh, certo che avrebbe ballato. Sarebbe stata più<br />

insolente del sol<strong>it</strong>o e nessuno avrebbe colto l'angoscia<br />

che la tormentava. Avrebbero visto quello che<br />

vedevano sempre: una Rebecca spudorata e in<strong>di</strong>pendente.<br />

Non avrebbe più permesso che quel sentimento<br />

così vivo e ardente la rendesse ancora vulnerabile.<br />

Faceva troppo male.<br />

Sorrise con determinazione a Savvas, mentre lui<br />

8


le passava un braccio attorno alla v<strong>it</strong>a, e ignorò lo<br />

sguardo torvo proveniente dal centro della pista.<br />

«Ehi, fratello, ora tocca a me ballare con la sposa.»<br />

Sorpresa dalle parole <strong>di</strong> Savvas, Rebecca si riprese<br />

dal torpore in cui si era rifugiata per non provare<br />

dolore o emozioni. L'interruzione la riportò improvvisamente<br />

al presente, alla sala da ballo. Savvas<br />

si allontanò mentre la musica romantica scemava.<br />

Di fronte a lei c'era la sua punizione, l'uomo a cui<br />

sapeva che non sarebbe mai sfugg<strong>it</strong>a.<br />

Anche con la luce così fioca i suoi occhi blu scintillavano.<br />

Solo il profilo del naso, che aveva chiaramente<br />

sub<strong>it</strong>o più <strong>di</strong> una frattura, allontanava il suo<br />

viso dalla bellezza classica che la sua bocca carnosa<br />

e gli zigomi alti sembravano rappresentare. Al contrario,<br />

gli conferiva un che <strong>di</strong> pericoloso e al tempo<br />

stesso sensuale, da pirata moderno.<br />

Lei guardò dall'altra parte, cercando <strong>di</strong> fermare il<br />

suo ballerino.<br />

Ma Savvas se ne era già andato e faceva volteggiare<br />

Fliss. Sentendosi terribilmente sola, Rebecca<br />

attese, con il cuore che le batteva forte per l'apprensione,<br />

rifiutandosi <strong>di</strong> guardare Damon.<br />

«Ora provi a sedurre mio fratello? Un altro spiraglio<br />

verso il patrimonio degli Asteriades, eh?» Lei<br />

rimase sbalor<strong>di</strong>ta a quelle parole ciniche. C'era<br />

qualcosa <strong>di</strong> cupo e ag<strong>it</strong>ato nei suoi occhi.<br />

Lui era arrabbiato?<br />

E lei?<br />

Cosa gli dava il <strong>di</strong>r<strong>it</strong>to <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>carla? Non la conosceva<br />

e non ci aveva neanche mai provato.<br />

9


«Vai al <strong>di</strong>avolo» mormorò lei con un sorriso amaro,<br />

facendo per allontanarsi.<br />

«Oh, no, Rebecca.» La prese per il gom<strong>it</strong>o con<br />

forza. «Non sarà così facile. Non ti permetterò <strong>di</strong><br />

fare una sceneggiata e lasciarmi qui da solo in pista.<br />

Non ti prenderai gioco <strong>di</strong> me.»<br />

Rebecca cercò <strong>di</strong> liberarsi, ma la stretta era forte:<br />

non aveva speranze <strong>di</strong> sfuggire a Damon Asteriades,<br />

anche se l'ultima cosa che voleva era essere tenuta<br />

tra le sue braccia e ballare con lui.<br />

No.<br />

Doveva averlo detto ad alta voce, perché la bocca<br />

<strong>di</strong> lui si era ridotta a una linea dura, mentre la faceva<br />

ruotare per guardarla in faccia.<br />

«Sì» sibilò lui. I suoi occhi erano <strong>di</strong>ventati due<br />

severe fessure color cobalto. «Ballerai con me.»<br />

Non appena le note gioiose del valzer successivo<br />

iniziarono a suonare, la sua mano destra si posò sul<br />

fianco <strong>di</strong> lei. «Per una volta nella tua v<strong>it</strong>a <strong>di</strong> egoista<br />

farai qualcosa per un'altra persona. Non ti permetterò<br />

<strong>di</strong> rovinare la giornata a Felic<strong>it</strong>y.»<br />

Proprio come lui aveva già <strong>di</strong>strutto la sua.<br />

Rebecca ebbe la tentazione <strong>di</strong> scoppiare in una<br />

risata isterica. Damon non aveva alcuna idea... non<br />

sapeva che avrebbe <strong>di</strong>strutto anche quella <strong>di</strong> Fliss.<br />

La sua cara, amata Fliss, sua sorella, anche se non<br />

<strong>di</strong> sangue, la sua partner in affari. O per lo meno lo<br />

era stata fino alla sera precedente, quando, dopo le<br />

prove generali del matrimonio, Fliss aveva sottoscr<strong>it</strong>to<br />

il trasferimento delle azioni della Dream Occasions<br />

a Rebecca.<br />

E perché?<br />

Perché lo aveva preteso Damon.<br />

Il padrone e signore aveva chiar<strong>it</strong>o che voleva<br />

10


che tutti i ponti con Rebecca venissero tagliati e<br />

Fliss aveva sub<strong>it</strong>o ubbi<strong>di</strong>to. Rebecca aveva reag<strong>it</strong>o<br />

in maniera impulsiva, ma quella sua ira nascondeva<br />

il dolore per essere stata fer<strong>it</strong>a. Sapeva perché Fliss<br />

aveva ceduto e sapeva anche perché l'amica aveva<br />

un <strong>di</strong>sperato bisogno <strong>di</strong> sposare un uomo completamente<br />

inadatto a lei.<br />

Ma Fliss avrebbe dovuto saperlo, non avrebbe<br />

mai dovuto accettare <strong>di</strong> sposarlo. Al tempo stesso<br />

come poteva rifiutarsi? Fliss desiderava sicurezza,<br />

come era già accaduto anche a Rebecca, e non vedeva<br />

il pericolo che correva. In Damon vedeva solo<br />

una grande forza, potenza e ricchezza.<br />

Damon era troppo sicuro <strong>di</strong> sé. L'avrebbe dominata.<br />

Fliss non sarebbe mai riusc<strong>it</strong>a a tenergli testa.<br />

Rebecca temeva che si sarebbe avvizz<strong>it</strong>a. Per questo<br />

la sera precedente aveva deciso <strong>di</strong> prendere in mano<br />

la s<strong>it</strong>uazione.<br />

Un brivido freddo le attraversò la spina dorsale.<br />

Rebecca tremò al pensiero <strong>di</strong> quello che era successo<br />

in segu<strong>it</strong>o.<br />

E ancora dopo...<br />

Cielo! Non avrebbe mai <strong>di</strong>menticato l'ira <strong>di</strong> Damon,<br />

il suo <strong>di</strong>sprezzo o la passione furiosa per tutta<br />

la v<strong>it</strong>a. Neanche l'alcol bevuto in segu<strong>it</strong>o aveva<br />

smorzato il dolore, la consapevolezza <strong>di</strong> quello che<br />

le era costato quell'ultimo tentativo <strong>di</strong>sperato.<br />

«Fliss» sussurrò lei gentilmente, mentre la mano<br />

<strong>di</strong> Damon afferrava la sua, per coinvolgerla in un<br />

valzer.<br />

Damon la guardò con aria interrogativa.<br />

«Le piace essere chiamata Fliss. Non te l'ha ancora<br />

detto?»<br />

Lo sguardo cupo <strong>di</strong> lui si posò su <strong>di</strong> lei e Rebecca<br />

11


sentì il calore della sua mano sulla v<strong>it</strong>a e il profumo<br />

sexy e intenso.<br />

«Si chiama Felic<strong>it</strong>y» sottolineò lui duramente. «È<br />

un bel nome, allegro. L'altro non ha consistenza.»<br />

«Ma lei lo o<strong>di</strong>a. Non ti importa?»<br />

Quel nome ricordava a Fliss momenti meno felici,<br />

un'infanzia da bambina timida, v<strong>it</strong>tima del bullismo<br />

dei compagni <strong>di</strong> scuola, in quanto proveniente<br />

da un orfanotrofio, e <strong>di</strong> gen<strong>it</strong>ori adottivi troppo severi<br />

e <strong>di</strong>stanti. Rebecca lo sapeva, perché anche lei<br />

era stata cresciuta dalla stessa coppia. Come poteva<br />

spiegarlo a Damon? Rebecca ricordò a se stessa che<br />

non era più il bastone a cui Fliss si sarebbe appoggiata.<br />

Ora stava a lei comunicare al mar<strong>it</strong>o le sue<br />

scelte.<br />

Per un attimo Damon sembrò colto alla sprovvista,<br />

ma il suo viso si fece sub<strong>it</strong>o duro. «Non ti riguarda<br />

come chiamo mia moglie. La sola cosa che<br />

ti chiedo è <strong>di</strong> non rovinare questa giornata.»<br />

Mia moglie.<br />

Ancora una volta quella durezza la ferì. Rebecca<br />

allontanò il dolore, se ne sarebbe occupata più tar<strong>di</strong>,<br />

al termine <strong>di</strong> questa giornata da <strong>di</strong>menticare.<br />

«E come potrei?» Sollevò un sopracciglio, fingendo<br />

una spensieratezza che non provava affatto.<br />

«Savvas mi ha detto che è tutto magnifico... Che è<br />

un'occasione da sogno. Non è possibile guastarla.»<br />

Ogni parola che pronunciava era un colpo al suo<br />

cuore già <strong>di</strong>strutto.<br />

«Non essere ottusa. Non dub<strong>it</strong>o delle tue capac<strong>it</strong>à<br />

professionali. È la tua inclinazione ai problemi che<br />

mi preoccupa.»<br />

Se solo fosse riusc<strong>it</strong>a a o<strong>di</strong>arlo.<br />

Damon la <strong>di</strong>sprezzava. E in quel momento nean-<br />

12


che a lei piaceva molto lui. A essere onesti, la cosa<br />

che più <strong>di</strong> ogni altra avrebbe desiderato fare sarebbe<br />

stato cancellare dalla faccia della terra Damon Asteriades,<br />

magnate dell'economia, milionario e... l'uomo<br />

più cocciuto e manipolatore che avesse mai conosciuto.<br />

Un senso <strong>di</strong> ribellione pervase Rebecca. Forse<br />

avrebbe dovuto dargli motivo <strong>di</strong> preoccuparsi. Punirlo<br />

un po'.<br />

Gli mostrò il suo sorriso più pacato e sensuale.<br />

«Problema? Dicono che sia il mio secondo nome.»<br />

«Tu sei il problema.» Le sue labbra si mossero a<br />

stento. I suoi occhi erano più duri dei <strong>di</strong>amanti al<br />

collo <strong>di</strong> Fliss. «Non voglio che parli con Savvas.<br />

Lascialo stare. Non lo accalappierai.»<br />

Il suo <strong>di</strong>sprezzo per Damon vacillò. La reazione<br />

<strong>di</strong> lui era preve<strong>di</strong>bile. Prima <strong>di</strong> incontrarlo aveva<br />

sent<strong>it</strong>o molto parlare <strong>di</strong> lui, dei suoi successi, delle<br />

sue idee decise e intelligenti, della sua bellezza<br />

sconvolgente. Ma non si sarebbe mai aspettata <strong>di</strong><br />

provare quell'emozione così forte e pura. Si erano<br />

incontrati a un matrimonio organizzato da lei e Fliss<br />

per un collega <strong>di</strong> lui. Aveva dato un'occhiata a quel<br />

ragazzo stupendo e magnetico e aveva perso la testa.<br />

Le era apparso affascinante e premuroso. Finché<br />

lui non aveva scoperto che era la scandalosa vedova<br />

<strong>di</strong> Aaron Grainger. E in un attimo era cambiato. Era<br />

<strong>di</strong>ventato freddo e <strong>di</strong>stante. Le aveva rivolto uno<br />

sguardo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo, quin<strong>di</strong> si era congedato e si<br />

era allontanato per fare le congratulazioni allo sposo.<br />

Ma ormai era troppo tar<strong>di</strong> per essere cauti. Si era<br />

presa una cotta colossale.<br />

Persa nei suoi pensieri, Rebecca si lasciò trasci-<br />

13


nare dalla musica. Per un attimo anche lui si mosse<br />

a tempo, ma un secondo dopo si irrigidì e si allontanò.<br />

Era sempre stato così.<br />

Dopo quel primo incontro lei lo aveva cercato più<br />

volte, spudoratamente, usando le sue conoscenze<br />

come vedova <strong>di</strong> Aaron Grainger per farsi inv<strong>it</strong>are<br />

nei luoghi frequentati da lui. Ogni volta che aveva<br />

sperato in un po' <strong>di</strong> dolcezza, <strong>di</strong> calore umano era<br />

stata delusa. Finché non aveva cap<strong>it</strong>o che quella attrazione<br />

coinvolgente esisteva solo nella sua mente.<br />

Come se Damon non avesse mai provato niente.<br />

La scoperta l'aveva annientata.<br />

Anche ora, mentre ballavano, il corpo <strong>di</strong> lui era<br />

rigido, tutto d'un pezzo, il suo sguardo fisso su qualcosa<br />

al <strong>di</strong> sopra delle spalle <strong>di</strong> lei, totalmente <strong>di</strong>stante.<br />

Era destino. Nella sua v<strong>it</strong>a niente era mai risultato<br />

facile, perché avrebbe dovuto esserlo innamorarsi?<br />

Ma non si sarebbe mai immaginata un destino<br />

così crudele: che Damon desse un'occhiata alla<br />

bionda dolcezza <strong>di</strong> Fliss e la volesse tutta per sé.<br />

Quanto l'aveva devastata saperlo.<br />

E non poteva fare niente per cambiare le cose.<br />

La sera precedente ne aveva avuto le prove...<br />

Oh, cielo, la sera precedente...<br />

Fissò la bocca rigida <strong>di</strong> lui, ripensò alla pressione<br />

forte e bramosa, ricordò come...<br />

No, non pensarci.<br />

A quel punto Rebecca <strong>di</strong>sse la prima cosa che le<br />

passò per la testa. «Tu e Savvas ballate molto bene.<br />

Avete fatto un corso?»<br />

«Dimenticati <strong>di</strong> come balla Savvas, piccola piantagrane»<br />

la frenò lui senza giri <strong>di</strong> parole. «Voglio<br />

14


che tu stia lontana da lui, è troppo giovane.»<br />

Piantagrane?<br />

E perché no? Cosa aveva da perdere? Rebecca<br />

cercò <strong>di</strong> non sentire la voce sprezzante <strong>di</strong> lui e, canticchiando<br />

la melo<strong>di</strong>a del valzer, lasciò che il suo<br />

corpo si strusciasse contro quello <strong>di</strong> lui.<br />

«Smettila!» La mano <strong>di</strong> Damon le lasciò la v<strong>it</strong>a e<br />

le si posò sulla spalla, per cercare <strong>di</strong> tenerla a bada.<br />

Lei resistette alla tentazione <strong>di</strong> sprofondare tra le<br />

sue braccia, mentre la <strong>di</strong>sperazione aveva il sopravvento.<br />

Cercò <strong>di</strong> rimanere dr<strong>it</strong>ta e <strong>di</strong> muoversi dolcemente,<br />

rivolgendogli un sorriso ironico. Lui rispose<br />

al suo sguardo con qualcosa <strong>di</strong> più intenso<br />

della rabbia.<br />

Il suo <strong>di</strong>sgusto, la sua <strong>di</strong>ffidenza la segnarono<br />

profondamente.<br />

Cosa sto facendo?<br />

Si lasciò andare contro <strong>di</strong> lui, senza più riuscire a<br />

lottare.<br />

Il corpo <strong>di</strong> Damon si irrigidì, quin<strong>di</strong> la allontanò<br />

con fermezza, tenendola a una certa <strong>di</strong>stanza. Il dolore<br />

dentro <strong>di</strong> lei si fece più intenso. Cosa stava cercando<br />

<strong>di</strong> provare? Damon aveva ragione. Stava<br />

sbagliando. Per quanto lui l'avesse fatta soffrire e<br />

mer<strong>it</strong>asse <strong>di</strong> essere trattato male, il matrimonio <strong>di</strong><br />

Fliss non era il posto giusto per <strong>di</strong>mostrarglielo. E<br />

non valeva neanche la pena che lei perdesse l'ultima<br />

cosa rimastale, il rispetto <strong>di</strong> sé.<br />

Ma non c'era motivo per non punzecchiarlo almeno<br />

un pochino.<br />

«Savvas mi ha detto che ha ventisette anni, quin<strong>di</strong><br />

tre più <strong>di</strong> me: una <strong>di</strong>fferenza perfetta.»<br />

«Ascoltami!» Damon sembrava aver raggiunto il<br />

lim<strong>it</strong>e. «Mio fratello ha poca esperienza. Non va<br />

15


ene per una donna come te. Sono stato chiaro?»<br />

Quelle parole lasciarono il segno.<br />

«Una donna come me?»<br />

La rabbia per quell'ingiustizia l'assalì.<br />

Damon Asteriades non aveva alcuna idea <strong>di</strong> che<br />

tipo <strong>di</strong> donna fosse. Come poteva essere così cieco?<br />

Come poteva non riconoscere quello che c'era tra <strong>di</strong><br />

loro? Non avrebbe dovuto sposare Fliss, o qualunque<br />

altra donna. C'era solo una donna per lui sulla<br />

faccia della terra. Lei.<br />

Ecco. L'aveva ammesso.<br />

Ammesso quello che la faceva soffrire così tanto.<br />

Quello che lui si era sempre rifiutato <strong>di</strong> riconoscere.<br />

E ora era troppo tar<strong>di</strong>.<br />

Ora era sposato.<br />

Con Fliss.<br />

Eppure quella cosa... quella forza ardeva <strong>di</strong> v<strong>it</strong>a<br />

propria e alcune volte, come ora, lei era quasi convinta<br />

che lui ne fosse consapevole, che quasi la temesse.<br />

Rebecca provò a far scorrere le <strong>di</strong>ta lungo la<br />

spalla <strong>di</strong> lui, sul suo ab<strong>it</strong>o da sposo, fino ad arrivare<br />

al collo.<br />

«Vergognati! Non sai niente <strong>di</strong> me» sussurrò lei,<br />

soffiando delicatamente nell'incavo del collo <strong>di</strong> lui.<br />

«Non hai mai neanche provato a conoscermi.»<br />

«Per l'amor del cielo! Cosa c'è da sapere? So anche<br />

troppo.» Damon sprizzava amarezza da ogni<br />

poro. «Tu afferri, preten<strong>di</strong>, <strong>di</strong>vori e fai piazza pul<strong>it</strong>a.»<br />

«È una...»<br />

«Bugia? Davvero? Ma non c'è niente che smentisca<br />

quello che ho detto, giusto? Hai sposato Aaron<br />

Grainger per i suoi averi e, dopo aver <strong>di</strong>ssipato tutto,<br />

l'hai condotto al suici<strong>di</strong>o.»<br />

16


Lei ansimò. «Sai, nessuno ha mai osato <strong>di</strong>rmelo<br />

in faccia finora.» Scosse la mano che un attimo<br />

prima aveva accarezzato il collo <strong>di</strong> lui con un senso<br />

<strong>di</strong> impotenza. «Avevo sent<strong>it</strong>o i pettegolezzi, ma non<br />

avrei mai pensato che una persona come te potesse<br />

crederci.»<br />

«Be', non si tratta solo <strong>di</strong> pettegolezzi, giusto?<br />

Giusto?» Il viso <strong>di</strong> lui era vicinissimo a quello <strong>di</strong> lei<br />

ora. Rebecca poteva vedersi rispecchiata nei suoi<br />

occhi. «So esattamente che tipo <strong>di</strong> donna sei. Quella<br />

che bacia il migliore amico del suo ragazzo, lo prega<br />

<strong>di</strong>...»<br />

«Taci!»<br />

Lui la fece roteare, poi la trasse <strong>di</strong> nuovo a sé per<br />

ev<strong>it</strong>are un'altra coppia. «Prometti peccato e desiderio<br />

e offri solo piacere carnale. So che tentazione<br />

rappresenti. La notte scorsa...»<br />

Lei rimase pietrificata. «Ti ho detto <strong>di</strong> tacere»<br />

sbuffò. «O vuoi che provochi la scenata che temi<br />

così tanto? Qui, per il grande giorno <strong>di</strong> Fliss?» Ferma<br />

in mezzo alla pista, senza riuscire a muoversi,<br />

assistette alla presa <strong>di</strong> coscienza <strong>di</strong> lui sulla loro posizione,<br />

sulla calam<strong>it</strong>à che li aveva quasi coinvolti.<br />

«Devo essere impazz<strong>it</strong>o!» esclamò lui, con la voce<br />

colma <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgusto e allontanandosi, temendo che<br />

lei lo potesse contagiare.<br />

La potenza delle sue parole risvegliò Rebecca.<br />

Damon era sposato. Intoccabile. Non doveva <strong>di</strong>menticarlo.<br />

Liberandosi dall'abbraccio <strong>di</strong> lui, Rebecca si girò<br />

dalla parte opposta e se ne andò infuriata.<br />

E non osò voltarsi in<strong>di</strong>etro.<br />

17


Cap<strong>it</strong>olo<br />

2<br />

Quasi quattro anni dopo<br />

IL LUNEDÌ MATTINA iniziò male. Rebecca non sentì<br />

la sveglia e quando T.J. riuscì a strapparla dal sonno,<br />

pizzicandole una guancia, il sole quasi estivo<br />

splendeva già alto nel cielo senza nuvole <strong>di</strong> Northland.<br />

T.J. piagnucolava mentre lei cercava <strong>di</strong> vestirlo in<br />

tutta fretta e il senso <strong>di</strong> colpa l'assalì. Il mal d'orecchi<br />

che l'aveva tormentato durante il fine settimana<br />

non se n'era ancora andato e lei promise a se stessa<br />

<strong>di</strong> prendersi il pomeriggio libero per passarlo con<br />

lui.<br />

Giunti davanti alla casa <strong>di</strong> Dorothy, la ragazza<br />

che si prendeva cura <strong>di</strong> T.J., Rebecca si sentì sollevata.<br />

Mentre le lasciava le me<strong>di</strong>cine per il piccolo,<br />

Dorothy la tranquillizzò: «Non si preoccupi per<br />

questo giovanotto, oggi può concentrarsi su Chocolatique.<br />

E non si <strong>di</strong>mentichi quei deliziosi dolcetti<br />

per cui vado matta».<br />

Il buonumore <strong>di</strong> Dorothy accompagnò Rebecca<br />

fino a Chocolatique ma, arrivata al negozio, rimase<br />

davanti alla soglia, pietrificata.<br />

18


Lui.<br />

Damon Asteriades era seduto sulla poltrona accanto<br />

alla porta, mostrando poca cura per l'ab<strong>it</strong>o<br />

firmato che indossava. Rebecca notò sub<strong>it</strong>o le curatissime<br />

scarpe <strong>di</strong> cuoio, la giacca elegante e la cravatta<br />

allentata. Appariva molto <strong>di</strong>verso dai tipici turisti<br />

europei in giro per Tohunga. Il suo sguardo risalì<br />

fino a incontrare gli occhi fred<strong>di</strong> <strong>di</strong> lui, che la<br />

fecero trasalire.<br />

Rebecca attraversò la soglia piena d'apprensione<br />

e chiese con voce rauca: «Che cosa ci fai tu qui?».<br />

«Se c'era una cosa bella che ricordavo <strong>di</strong> te, Rebecca,<br />

erano le tue buone maniere. Forse vivere<br />

quassù, al lim<strong>it</strong>e della civilizzazione, ti ha privato<br />

anche <strong>di</strong> quelle? Devo <strong>di</strong>scutere con te <strong>di</strong> una questione.»<br />

«Con me?» Il suo cuore ebbe un frem<strong>it</strong>o. Cosa<br />

faceva ad Auckland? Era arrivato il giorno della resa<br />

dei conti, il giorno che aveva temuto per più <strong>di</strong><br />

tre anni?<br />

Damon in<strong>di</strong>cò la se<strong>di</strong>a vuote <strong>di</strong> fronte. «Ve<strong>di</strong><br />

qualcun altro?» Il suo sguardo da pirata era più duro<br />

del sol<strong>it</strong>o.<br />

«Cosa vuoi da me?» E imme<strong>di</strong>atamente desiderò<br />

<strong>di</strong> non aver mai pronunciato quelle parole. Non andare<br />

nel panico, si <strong>di</strong>sse, e non fargli capire niente.<br />

Lui non rispose e si mise a squadrarla da capo a<br />

pie<strong>di</strong>, poi commentò: «Non sei per niente cambiata».<br />

Anche Rebecca lo osservò, notando che indossava<br />

un ab<strong>it</strong>o <strong>it</strong>aliano, forse <strong>di</strong> Armani. Sotto la giacca<br />

sbottonata la camicia <strong>di</strong> seta bianca, creata su misura,<br />

sottolineava in modo perfetto il suo corpo muscoloso.<br />

19


Cercando <strong>di</strong> <strong>di</strong>stogliere lo sguardo, incontrò i<br />

suoi fred<strong>di</strong> occhi blu. «Allora, cosa vuoi?» Certamente<br />

non lei, non l'aveva mai voluta. Ma T.J... Be',<br />

lui era un'altra questione.<br />

Rebecca deglutì quel senso <strong>di</strong> amaro terrore.<br />

Chocolatique era suo, pensò tra sé, avvicinandosi.<br />

E lui era l'intruso.<br />

Nonostante quel profumo familiare <strong>di</strong> cacao e i<br />

colori accoglienti che aveva impiegato giorni a scegliere,<br />

Chocolatique non allontanò da lei quel timore.<br />

Si rese conto vagamente dei clienti, ma la loro<br />

presenza non la <strong>di</strong>stolse da quell'uomo indesiderato<br />

che la guardava come se sperasse che se la desse a<br />

gambe.<br />

Ignara della tensione, Miranda, la sua assistente,<br />

sorrise dall'altra parte del bancone <strong>di</strong> vetro.<br />

«Rebecca...»<br />

Quella voce bruscamente vellutata le fece provare<br />

un brivido. Come faceva? Bastava una parola e<br />

lei reagiva come un gatto accarezzato dal padrone.<br />

Ma non era un gatto. Era una donna in<strong>di</strong>pendente<br />

e Damon Asteriades non aveva più alcun effetto su<br />

<strong>di</strong> lei. Quin<strong>di</strong> riuscì a rivolgergli un sorriso incurante,<br />

determinata a mostrare a se stessa, ma soprattutto<br />

a lui, che la sua presenza non la turbava più.<br />

«Buongiorno, Damon. Potrei consigliarti...»<br />

«Ho fin<strong>it</strong>o.» Tagliò corto lui e si sporse in avanti<br />

sul tavolino, verso <strong>di</strong> lei. Non poté fare a meno <strong>di</strong><br />

notare le sue spalle possenti sotto l'ab<strong>it</strong>o perfetto.<br />

Quin<strong>di</strong> lui le sfiorò le <strong>di</strong>ta e lei non riuscì a trattenere<br />

un leggero sospiro.<br />

Prima che potesse allontanare la mano, lui avvi-<br />

20


cinò un pezzo <strong>di</strong> carta rettangolare, che Rebecca<br />

prese senza pensarci, quin<strong>di</strong> abbassò lo sguardo.<br />

Un improvviso déja vu.<br />

Era un assegno e un'occhiata più accurata le permise<br />

<strong>di</strong> notare il numero esagerato <strong>di</strong> zeri: una cifra<br />

molto superiore a... <strong>di</strong>ede un'occhiata alla tazzina <strong>di</strong><br />

caffè vuota e a quello che rimaneva della torta al<br />

formaggio e cioccolata... quello che aveva or<strong>di</strong>nato.<br />

«Mi sembra un po' troppo» commentò sarcastica.<br />

«Per la colazione? Forse sì.»<br />

«Per qualsiasi cosa» replicò lei. Quel tono sicuro<br />

e rilassato la stava facendo innervosire.<br />

«Ma non è un pagamento per qualsiasi cosa.»<br />

Dalla sua voce sparì ogni forma <strong>di</strong> ironia. Qualcosa<br />

nel modo in cui la guardava, la sua fermezza<br />

assoluta, cominciò a farle battere il cuore all'impazzata.<br />

«No, l'assegno non è per i servizi prestati. Per lo<br />

meno non quelli a cui pensi tu. Le donne avide non<br />

mi hanno mai ecc<strong>it</strong>ato.»<br />

L'umiliazione la rodeva. E la cosa peggiore era<br />

sapere che quelle parole nascondevano un fondo <strong>di</strong><br />

ver<strong>it</strong>à e che Damon Asteriades aveva letto nei suoi<br />

occhi il desiderio che la pervadeva.<br />

Che andasse al <strong>di</strong>avolo!<br />

Non si sarebbe nascosta <strong>di</strong>etro una poltrona. Non<br />

aveva paura <strong>di</strong> quell'uomo o del suo effetto su <strong>di</strong> lei.<br />

Si trattava solo <strong>di</strong> desiderio: il cuore era al sicuro.<br />

Girando attorno alla poltrona, gli gettò contro<br />

l'assegno. «Pren<strong>di</strong>lo e fanne quello che vuoi!»<br />

Si <strong>di</strong>sse che sarebbe riusc<strong>it</strong>a a resistere al suo forte<br />

magnetismo. Perché il desiderio senza amore non<br />

era niente se non una vuota amarezza.<br />

Invece <strong>di</strong> prendere l'assegno e strapparlo, lui lo<br />

21


posò deliberatamente a faccia in su sul tavolino rotondo<br />

che li separava, con un gesto <strong>di</strong> sfida. «Ora<br />

cominciano le trattative.» Il suo sorriso era duro.<br />

«Non <strong>di</strong>menticare che so che le donne come te sono<br />

sempre in cerca <strong>di</strong> un ricco benefattore.»<br />

Rebecca provò un dolore cocente. «Esci da qui»<br />

sussurrò. «Non sono in ven<strong>di</strong>ta. Non lo sarò mai.»<br />

Lui la fissò negli occhi senza battere ciglio, quin<strong>di</strong><br />

aggiunse con molta calma: «La tua reazione è esagerata.<br />

Cosa ti fa pensare che ti voglia comprare?».<br />

Come aveva potuto amare quell'uomo? E credere<br />

che lui avrebbe potuto imparare ad amarla, una volta<br />

conosciutala meglio? Rebecca lo guardò sbalor<strong>di</strong>ta,<br />

mentre la rabbia le serrava lo stomaco.<br />

Questo era il modo che aveva Damon per mortificarla,<br />

per sottolineare che, mentre lei lo desiderava<br />

ancora <strong>di</strong>speratamente, lui la detestava nella maniera<br />

più assoluta. Rebecca tornò <strong>di</strong>etro la poltrona,<br />

quasi a proteggersi da lui.<br />

Risentimento e desiderio si fusero insieme, ma<br />

Rebecca si rifiutò <strong>di</strong> dargli la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> vederla<br />

mentre perdeva la calma. Avrebbe prefer<strong>it</strong>o<br />

vedere lui perdere il controllo. Ma questo non sarebbe<br />

successo, perché Damon sapeva come controllare<br />

se stesso. Nonostante ciò, doveva capire cosa<br />

lo avesse portato lì. E il modo migliore era provocarlo.<br />

Ma con cautela.<br />

Si girò per guardarlo. «Allora, che cosa ci fai a<br />

Tohunga?» Alzò un sopracciglio. «Fai un giro per i<br />

bassifon<strong>di</strong>?»<br />

Con una certa sod<strong>di</strong>sfazione, lo sentì sospirare<br />

con impazienza. «Ho promesso a mia madre...»<br />

«Hai promesso a tua madre cosa?» l'incalzò lei,<br />

22


sperando che non <strong>di</strong>cesse quello che più temeva.<br />

Lui la guardò risent<strong>it</strong>o. «Mia madre, per qualche<br />

assurda ragione, ha un'ottima opinione <strong>di</strong> te.»<br />

«Anche a me è sempre piaciuta. Soula ha classe,<br />

buongusto e pochi pregiu<strong>di</strong>zi, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri.»<br />

Lui continuò a denti stretti: «Savvas sta per sposarsi<br />

e mia madre vuole che tu organizzi le nozze».<br />

«Mi <strong>di</strong>spiace, non mi occupo più <strong>di</strong> matrimoni.»<br />

La sua voce riacquistò autorevolezza al sentire<br />

quella richiesta esplic<strong>it</strong>a. Per la prima volta da<br />

quando lo conosceva si sentiva in una posizione <strong>di</strong><br />

forza.<br />

«No, non organizzi più eventi elaborati. Ora hai il<br />

tuo negozietto <strong>di</strong> dolciumi.» Come a <strong>di</strong>re che ormai<br />

era scesa con i pie<strong>di</strong> per terra.<br />

Rebecca ignorò l'ironia nella sua voce. «Soula ti<br />

ha detto che mi ha chiamato un paio <strong>di</strong> settimane fa<br />

per chiedermi <strong>di</strong> organizzare il matrimonio?»<br />

Lui inclinò leggermente la testa.<br />

«E che io le ho detto che ho un'attiv<strong>it</strong>à, un negozietto<br />

<strong>di</strong> dolciumi, come l'hai defin<strong>it</strong>o tu così p<strong>it</strong>torescamente?<br />

Non posso farlo neanche se lo volessi.»<br />

Arricciò le labbra sperando che lui avesse colto<br />

il messaggio: non si sarebbe mai più esposta alla<br />

presenza <strong>di</strong> Damon. «Sono sicura che tua madre saprà<br />

organizzare il matrimonio. È una donna dalle<br />

mille risorse.»<br />

«Le cose non stanno come ricor<strong>di</strong>. Mia madre...»<br />

Es<strong>it</strong>ò. «Mia madre ha avuto un infarto.»<br />

«Quando? Come sta?»<br />

Il viso <strong>di</strong> Damon si incupì. «La tua reazione ti fa<br />

onore, anche se arrivi con due anni <strong>di</strong> r<strong>it</strong>ardo.»<br />

«Due anni? Non lo sapevo!»<br />

«E perché avresti dovuto? Non ti considero certo<br />

23


un'amica intima e se fosse <strong>di</strong>peso da me avrei fatto<br />

in modo <strong>di</strong> non vederti mai più. Hai ottenuto quello<br />

che volevi. Hai <strong>di</strong>strutto...»<br />

Si interruppe e <strong>di</strong>stolse lo sguardo.<br />

L'angoscia travolse Rebecca, che si morse le labbra<br />

per fermare il fiume <strong>di</strong> parole che le avrebbe<br />

permesso <strong>di</strong> spiegare tutto. «Damon...» mormorò<br />

infine.<br />

Lui scrollò le spalle. «Cosa <strong>di</strong>avolo importa ormai?<br />

Il passato è passato.» La sua voce era calma,<br />

perentoria, priva <strong>di</strong> ogni emozione. «Quello che<br />

conta è il presente. Mia madre teme <strong>di</strong> non riuscire<br />

a organizzare il matrimonio, date le sue con<strong>di</strong>zioni.»<br />

«E la famiglia della futura sposa?»<br />

«Demetra è arrivata da poco dalla Grecia. Non ha<br />

i contatti né tanto meno la pre<strong>di</strong>sposizione per organizzare<br />

un matrimonio <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>mensioni. La<br />

sua famiglia vive in Grecia e arriverà solo per le<br />

nozze.»<br />

Rebecca incontrò il suo sguardo. L'irrequietezza<br />

che si nascondeva <strong>di</strong>etro quegli occhi aveva ancora<br />

la capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> smuoverla.<br />

Oh, cielo!<br />

Rebecca scosse il capo. «Mi <strong>di</strong>spiace...»<br />

«Risparmia i convenevoli. Non sei per niente <strong>di</strong>spiaciuta!<br />

Ma sappi che ne varrà la pena, ti pagherò<br />

anche <strong>di</strong> più.»<br />

Non erano i sol<strong>di</strong> a muoverla, qualunque cosa lui<br />

pensasse.<br />

«Non credo che potrai pagarmi abbastanza da...»<br />

«Non hai più bisogno <strong>di</strong> incassare i miei assegni?<br />

Hai trovato un altro riccone così stupido da mantenerti?»<br />

24


La rabbia l'assalì <strong>di</strong> nuovo. Questa volta, però,<br />

Rebecca riuscì a ridere.<br />

Damon balzò in pie<strong>di</strong> e l'afferrò per le spalle.<br />

«Dannazione!»<br />

I suoi occhi rivelarono tutto il risentimento che<br />

provava, mentre tornava a sedersi, lasciando cadere<br />

la testa tra le mani.<br />

Improvvisamente Rebecca non si sentì più così<br />

convinta del suo atteggiamento trionfante e si adagiò<br />

sulla poltrona <strong>di</strong> fronte a lui.<br />

Damon si spostò in avanti, respirando profondamente:<br />

«Rebecca, mia madre ha bisogno del tuo<br />

aiuto. Te lo chiedo per favore...».<br />

Damon o<strong>di</strong>ava supplicare la gente, lo notò da<br />

come stringeva i pugni. E stranamente Rebecca non<br />

godette nel vederlo così. Poi pensò a Soula e alla<br />

fatica che doveva aver fatto per chiedere <strong>di</strong> nuovo<br />

aiuto.<br />

Quin<strong>di</strong> la sua mente andò a T.J. e a tutto quello<br />

che sarebbe potuto andare storto.<br />

Non era possibile. «Damon, non posso.»<br />

«Non puoi?» Ora il <strong>di</strong>sprezzo era palpabile. «Non<br />

vuoi, piuttosto. Non ricordavo che fossi ven<strong>di</strong>cativa,<br />

Rebecca. Pensavo che fosse la mia arma, non la<br />

tua.»<br />

«È una minaccia? Perché se è così te ne puoi andare.»<br />

La sua voce era bassa e la spina dorsale rigida<br />

come una corda <strong>di</strong> violino. «E non sbattere la<br />

porta. Fuori!»<br />

Seguì un attimo <strong>di</strong> silenzio, lungo e teso.<br />

Damon non si mosse.<br />

«Oh, Rebecca, so che non potresti mai cacciarmi,<br />

anche se volessi... Dovrai imparare a controllarti,<br />

uno <strong>di</strong> questi giorni. I tuoi occhi e le tue guance so-<br />

25


no in fiamme. Potresti mordermi da un momento<br />

all'altro.»<br />

«Mordere?» ribatté. «Ah, ti piacerebbe!»<br />

«Non ho proprio idea <strong>di</strong> cosa possa trovare in te<br />

un uomo. Sei una megera, un'arpia.»<br />

Per lo meno questa volta le aveva risparmiato i<br />

sol<strong>it</strong>i vedova nera, spillaquattrini...<br />

«Certo che non sai riconoscere il mio valore. Tu<br />

cerchi donne sottomesse, per poterle dominare.»<br />

«Lasciamo fuori Felic<strong>it</strong>y da questa faccenda.» La<br />

voce era fredda, il sorriso era spar<strong>it</strong>o dalle sue labbra.<br />

Lei sgranò gli occhi. «E perché dovrei parlare <strong>di</strong><br />

Fliss ora? Alla fine ha trovato il coraggio <strong>di</strong> fare<br />

quello che voleva... No, sto parlando delle donne<br />

che hai frequentato negli ultimi due anni. Tutte<br />

bamboline.»<br />

«Oh, Rebecca, mi delu<strong>di</strong>, ti sei messa a leggere i<br />

giornali <strong>di</strong> pettegolezzi. Cre<strong>di</strong>mi, non sono bambole.»<br />

«Hai ragione, non sono bambole, sono manichini.<br />

Tutte uguali: bionde, magre e...»<br />

«Sei gelosa, Rebecca?»<br />

L'angoscia l'assalì. R<strong>it</strong>ornando in sé, Rebecca si<br />

guardò intorno, sperando <strong>di</strong> non aver attirato l'attenzione<br />

dei clienti: non era stato facile conquistare il<br />

rispetto degli ab<strong>it</strong>anti <strong>di</strong> quella c<strong>it</strong>ta<strong>di</strong>na. Non voleva<br />

perderlo.<br />

Facendo una smorfia, si rivolse <strong>di</strong> nuovo a lui.<br />

«Un giorno...» mormorò.<br />

Improvvisamente lui si alzò in pie<strong>di</strong>. «Batti in r<strong>it</strong>irata,<br />

Rebecca?» Le afferrò il gom<strong>it</strong>o con decisione.<br />

«Sie<strong>di</strong>ti.»<br />

«No.» Lei scrollò il braccio, per liberarsi.<br />

26


«Sie<strong>di</strong>ti» ripeté lui.<br />

«Non posso.» Lo guardò negli occhi, decisa ad<br />

apparire calma. «Devo lavorare.» Non era una bugia.<br />

Chocolatique era un'attiv<strong>it</strong>à che andava molto<br />

bene, oltre ai turisti <strong>di</strong> passaggio, riceveva molti or<strong>di</strong>ni<br />

per e-mail o per telefono da clienti <strong>di</strong> Auckland.<br />

«Rebecca, anch'io ho i miei affari da condurre. In<br />

questo momento dovrei essere ad Auckland a portare<br />

a termine un accordo molto importante, ma la felic<strong>it</strong>à<br />

e la salute <strong>di</strong> mia madre sono più importanti.<br />

Ti chiedo per l'ultima volta <strong>di</strong> pensarci, ne varrà la<br />

pena.»<br />

La irr<strong>it</strong>ava che pensasse che bastava sventolare il<br />

libretto degli assegni per farla cedere. «Hai usato<br />

troppe volte questo sistema, Damon. Quattro anni fa<br />

mi hai offerto dei sol<strong>di</strong> per stare lontana da Fliss...»<br />

«Ma non ce l'hai fatta, vero?» brontolò lui. «Non<br />

riuscivi a sopportare che lei avesse trovato la felic<strong>it</strong>à<br />

con l'uomo che volevi tu.»<br />

«No!» Lei si coprì le orecchie. «Non voglio sentire.»<br />

Lui si sollevò dalla poltrona con furia, l'afferrò<br />

per i polsi e le liberò le orecchie. «Sì, ammettilo,<br />

Rebecca. Le hai concesso sei misere settimane,<br />

prima <strong>di</strong> convincerla a lasciarmi. Eri <strong>di</strong>sperata...»<br />

«No» ripeté lei con più forza. «Non è andata così!»<br />

Lui si chinò verso <strong>di</strong> lei fino a coprirle la visuale<br />

con i suoi occhi blu. «Mi chiedo come tu abbia potuto<br />

convincere Fliss a scappare con te!»<br />

Forse era arrivato il momento <strong>di</strong> smettere <strong>di</strong> preoccuparsi<br />

della sua reazione e <strong>di</strong> rivelargli la dura,<br />

tragica ver<strong>it</strong>à. Forse ci voleva questo per fermarlo.<br />

27


Rebecca respirò profondamente, per trovare il coraggio.<br />

«È venuta <strong>di</strong> sua spontanea volontà. Non<br />

l'ho costretta. Le ho detto del mio la...»<br />

«Basta! Non voglio sentire le tue bugie.» Damon<br />

respirava a fatica, con gli occhi colmi <strong>di</strong> rabbia. «Se<br />

non fosse stato per te, mia moglie sarebbe ancora<br />

viva.»<br />

La lasciò andare con forza e lei comprese che,<br />

qualunque cosa avesse detto, lui non le avrebbe<br />

creduto. Chiuse la bocca, sfregandosi i polsi.<br />

«Fammi vedere.» Lei rimase lì, in silenzio, mentre<br />

lui le massaggiava i polsi. «Mi <strong>di</strong>spiace» aggiunse<br />

lui.<br />

«Non è niente, non c'è neanche un segno.»<br />

«Non è vero che non è niente. Ti ho fatto male.»<br />

Rebecca trattenne una risata isterica. Le aveva<br />

fatto molto più male in passato, rifiutandosi <strong>di</strong> credere<br />

alla sua integr<strong>it</strong>à. Abbassando le braccia, sorrise<br />

tristemente. «No. E non importa. Davvero.»<br />

I suoi occhi erano <strong>di</strong> un blu brillante e insondabile.<br />

«Allora, Rebecca, che ne <strong>di</strong>ci <strong>di</strong> organizzare il<br />

matrimonio <strong>di</strong> Savvas e <strong>di</strong> lasciarci il passato alle<br />

spalle?»<br />

Lei gli lanciò un'occhiata incredula.<br />

Se Damon era pronto a cancellare ogni cattivo<br />

sentimento, forse avrebbero potuto raggiungere una<br />

tregua. E magari un giorno sarebbe stata capace <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>rgli <strong>di</strong> T.J. Poi c'era l'altra tentazione...<br />

Se avesse dato una mano con il matrimonio, non<br />

per i sol<strong>di</strong>, ma per ottenere una tregua, forse Damon<br />

l'avrebbe conosciuta meglio e avrebbe perfino potuto<br />

scoprire che il loro legame era troppo forte per<br />

essere ignorato. Ma...<br />

I dubbi l'assalirono.<br />

28


Damon era un uomo potente e molto ricco. E se<br />

avesse scoperto la ver<strong>it</strong>à su T.J.? Non poteva mettere<br />

a rischio la sicurezza del bambino per uno stupido<br />

sogno che avrebbe forse, ma solo forse, fatto<br />

cambiare la pessima opinione che Damon aveva <strong>di</strong><br />

lei.<br />

Sospirò. «Ascolta, te l'ho detto, non mi occupo<br />

più <strong>di</strong> matrimoni. Neanche per una tale quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong><br />

denaro.»<br />

«Ma mia madre...»<br />

«Tua madre sa che non posso. Gliel'ho già detto.»<br />

Soula sembrava aver accettato <strong>di</strong> buongrado la sua<br />

decisione due settimane prima e l'infarto l'aveva avuto<br />

due anni prima. Si trattava solo <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong><br />

Damon: nel suo mondo il fine giustificava sempre i<br />

mezzi. «Se vuoi, la posso chiamare per ri<strong>di</strong>rglielo.»<br />

Damon apparve allarmato. «Non voglio che tu...»<br />

«Parli con tua madre. Lo so, lo so!» Perché non<br />

voleva che scoprisse che aveva ment<strong>it</strong>o sulla sua salute?<br />

O perché non voleva che Rebecca Grainger,<br />

una donna che <strong>di</strong>sprezzava profondamente, avesse a<br />

che fare con la sua cara mamma?<br />

Lui cercò <strong>di</strong> <strong>di</strong>re qualcosa, ma Rebecca alzò una<br />

mano, fer<strong>it</strong>a all'idea della bassa opinione che aveva<br />

<strong>di</strong> lei. «Allora <strong>di</strong>lle <strong>di</strong> non chiamarmi più. E tu fai<br />

altrettanto. La mia risposta la sai.»<br />

Sì, ormai era ora che accettasse che niente avrebbe<br />

mutato l'opinione <strong>di</strong> Damon su <strong>di</strong> lei.<br />

«E dato che <strong>di</strong>ci <strong>di</strong> essere così impegnato, penso<br />

che sia meglio per te rientrare sub<strong>it</strong>o ad Auckland.<br />

Ad<strong>di</strong>o.»<br />

Rebecca non attese la sua risposta. Lo guardò<br />

un'ultima volta in modo riprovevole, quin<strong>di</strong> si girò e<br />

andò a rifugiarsi nel suo piccolo ufficio sul retro,<br />

29


profondamente scossa da quell'incontro così<br />

spiacevole.<br />

Alcune ore dopo il loro scontro, Damon uscì a<br />

gran<strong>di</strong> passi dal motel da cui si era appena congedato,<br />

mentre le lunghe ombre gli ricordavano che la<br />

sera stava calando.<br />

Se avesse ascoltato le parole che Rebecca gli aveva<br />

detto quella mattina, sarebbe già stato <strong>di</strong> r<strong>it</strong>orno<br />

ad Auckland. Invece era ancora lì a pensare a<br />

come convincerla. E ad allontanare l'impressione <strong>di</strong><br />

averla fer<strong>it</strong>a.<br />

Impossibile. Quella donna mangiava uomini a colazione.<br />

Damon aveva un vago ricordo <strong>di</strong> Aaron Grainger.<br />

Un brav'uomo. Uno scaltro banchiere che gli aveva<br />

concesso un prest<strong>it</strong>o sostanzioso nel <strong>di</strong>fficile<br />

periodo che era segu<strong>it</strong>o la morte <strong>di</strong> suo padre. Questo<br />

gli aveva permesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendersi dagli sciacalli e<br />

<strong>di</strong> salvare la Stellar International e il proprio orgoglio.<br />

Certo non mer<strong>it</strong>ava <strong>di</strong> morire senza un quattrino.<br />

Damon aveva sent<strong>it</strong>o <strong>di</strong> come Rebecca si fosse fatta<br />

sod<strong>di</strong>sfare ogni capriccio. E poi c'era stata la storia<br />

<strong>di</strong> quel suo amante bello e dannato: si <strong>di</strong>ceva che<br />

Aaron avesse pagato tutti i suoi deb<strong>it</strong>i pur <strong>di</strong> toglierselo<br />

<strong>di</strong> torno.<br />

Damon strinse i denti e, mentre riponeva il bagaglio<br />

in macchina, pensò che si sarebbe dovuto intromettere,<br />

prima che Rebecca portasse Aaron alla<br />

morte.<br />

Sbatté la portiera della macchina con molta forza<br />

e sentì squillare il cellulare. «Sì?» rispose.<br />

«Lo farà?» chiese Savvas.<br />

30


Damon lo ragguagliò e chiese della madre.<br />

«Ha sempre quei capogiri. Il dottore <strong>di</strong>ce che deve<br />

rilassarsi un po' e non pensare troppo. Altrimenti<br />

rischia un altro infarto e stavolta...» La sua voce si<br />

affievolì. «Sai, penso che non avrei dovuto chiedere<br />

a Demetra <strong>di</strong> sposarmi. Maledette nozze...»<br />

«È questo che devo sentire dall'uomo che pre<strong>di</strong>ca<br />

l'amore vero?» Damon tagliò corto, più irr<strong>it</strong>ato che<br />

preoccupato dal fatto che il fratello potesse avere<br />

dei ripensamenti.<br />

«No, non voglio <strong>di</strong>re che mi pento <strong>di</strong> essermi innamorato<br />

<strong>di</strong> lei: è la cosa più bella che mi sia cap<strong>it</strong>ata.<br />

Ma forse sarebbe solo dovuta venire a vivere<br />

con me.»<br />

«La famiglia non l'avrebbe mai accettato.»<br />

«Però con te fanno finta <strong>di</strong> niente, nonostante le<br />

donne con cui esci.» Quella frase rimbombò all'interno<br />

della Mercedes.<br />

«È <strong>di</strong>verso, io sono vedovo. E comunque frequento<br />

donne più navigate, non fanciulle con la parola<br />

matrimonio scr<strong>it</strong>ta in fronte, come la tua Demetra»<br />

rispose al fratello, guardando fuori dal finestrino.<br />

Felic<strong>it</strong>y era stata l'ultimo tentativo <strong>di</strong> rispettabil<strong>it</strong>à...<br />

«Forse sarebbe stato meglio sposarci solo civilmente,<br />

ma ormai è troppo tar<strong>di</strong>: il sontuoso matrimonio<br />

greco è in preparazione. Damon, temo che la<br />

mamma non reggerà lo stress.»<br />

«Savvas, mamma desidera <strong>di</strong>speratamente queste<br />

nozze. Vuoi togliergliele?»<br />

Soula aveva sempre chiesto poco. Ma aveva dato<br />

loro tantissimo. Invece <strong>di</strong> rinchiudersi a piangere,<br />

dopo la morte improvvisa e devastante del mar<strong>it</strong>o,<br />

si era battuta al fianco <strong>di</strong> Damon per portare avanti<br />

31


la Stellar International. Ora mer<strong>it</strong>ava un po' <strong>di</strong> felic<strong>it</strong>à.<br />

«La mamma ha detto che vorrebbe avere un nipote<br />

tra le braccia prima <strong>di</strong> morire.» Aggiunse Savvas.<br />

«Demetra vuole provare a mettere su famiglia non<br />

appena fin<strong>it</strong>a la luna <strong>di</strong> miele, ma prima dobbiamo<br />

sposarci.»<br />

Già, la famiglia. Il vero amore <strong>di</strong> sua madre. Tutto<br />

quello che Soula chiedeva era <strong>di</strong> vedere Savvas<br />

sposato. E Rebecca se ne sarebbe dovuta occupare.<br />

Damon non era un uomo ab<strong>it</strong>uato ai no. Rebecca<br />

avrebbe aiutato sua madre a organizzare il matrimonio<br />

<strong>di</strong> Savvas.<br />

Assorto nei pensieri, Damon mise la retromarcia.<br />

«Non deve essere facile per te chiedere il suo aiuto.<br />

La o<strong>di</strong> e non ti biasimo.» Savvas sospirò. «Ascolta,<br />

c'è una cosa che devo <strong>di</strong>rti. Dopo le nozze<br />

l'ho vista un paio <strong>di</strong> volte e mi è sembrata normale,<br />

non la donna crudele <strong>di</strong> cui parlano...»<br />

«Aspetta un attimo, mi stai <strong>di</strong>cendo che sei usc<strong>it</strong>o<br />

con Rebecca?» Damon si sentì ribollire. Male<strong>di</strong>zione!<br />

Le aveva detto <strong>di</strong> stare alla larga da Savvas.<br />

Savvas sembrò imbarazzato. «È una bella donna.»<br />

«Bella?» sbuffò Damon. «Se ti piacciono le vedove<br />

nere. È pericolosa come il peccato.»<br />

«Ma, Damon, non era per niente così! Per lo meno<br />

con me. Ci siamo <strong>di</strong>vert<strong>it</strong>i.»<br />

Divert<strong>it</strong>i? Non gli piacque sentirlo. E non volle<br />

neanche pensare alle possibili implicazioni. «No,<br />

certo che non era così con te. È il suo giochetto: lei<br />

tende la tela e la v<strong>it</strong>tima ci casca dentro.»<br />

«Be', è acqua passata.» Savvas sospirò. «Dopo<br />

quello che ha fatto, non l'ho più contattata. Sei mio<br />

32


fratello, come avrei potuto? Se tornasse ad Auckland,<br />

il prezzo da pagare...»<br />

Damon lo interruppe. «Lo farò per la mamma, a<br />

qualunque costo.»<br />

Spense il telefono e attraversò con la sua Mercedes<br />

il centro <strong>di</strong> Tohunga. Stavolta avrebbe usato<br />

l'arma che avrebbe dovuto estrarre dal primo momento,<br />

il suo charme. Qualche gesto da cascamorto<br />

e un paio <strong>di</strong> assegni sostanziosi e l'avrebbe avuta in<br />

pugno.<br />

Entrando nel negozio <strong>di</strong> Rebecca si aggiustò la<br />

cravatta e sfoggiò il suo sorriso più smagliante.<br />

Purtroppo lei non c'era, si era presa il pomeriggio<br />

libero.<br />

Cinque minuti più tar<strong>di</strong>, impaziente e senza più il<br />

suo bel sorriso, Damon imboccò la strada <strong>di</strong> Rebecca,<br />

intenzionato a uscirne con lei seduta accanto,<br />

che ne fosse felice o meno.<br />

A qualunque costo.<br />

33


Cap<strong>it</strong>olo<br />

3<br />

REBECCA ENTRÒ CON il suo camioncino giallo nel<br />

vialetto privato davanti alla casa prefabbricata in<br />

cui aveva ab<strong>it</strong>ato per quasi quattro anni, da quando<br />

aveva venduto Dream Occasions e si era trasfer<strong>it</strong>a<br />

al nord.<br />

Nel piccolo giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> fronte le giunchiglie erano<br />

in fiore e le petunie e le calendule che lei e T.J.<br />

avevano piantato stavano iniziando a germogliare.<br />

Rebecca spense il motore e, girandosi, vide che<br />

T.J. si era addormentato sul se<strong>di</strong>le posteriore.<br />

Al vederlo provò un senso <strong>di</strong> profonda tenerezza.<br />

Gli voleva così bene!<br />

Erano una famiglia. No, più <strong>di</strong> una famiglia. In<br />

poco tempo era <strong>di</strong>ventato tutto il suo mondo. Lo adorava<br />

come una feroce leonessa: era suo, solo suo.<br />

Per una volta nella v<strong>it</strong>a aveva qualcuno che niente o<br />

nessuno le avrebbe portato via. Quel giorno era riusc<strong>it</strong>a<br />

a mantenere la promessa fatta a se stessa e aveva<br />

sbrigato velocemente gli affari a Chocolatique<br />

per passare il pomeriggio con il bimbo.<br />

Con il piccolo T.J. ancora addormentato in braccio,<br />

Rebecca si avviò verso la porta. Giunta sulla<br />

soglia vide un uomo avvicinarsi dal pergolato.<br />

34


«Hai un bambino!» La voce <strong>di</strong> Damon era accusatoria<br />

e il suo viso scioccato.<br />

Istintivamente strinse T.J. a sé. «Sì» rispose bruscamente,<br />

con uno sguardo <strong>di</strong> sfida.<br />

Il viso <strong>di</strong> Damon assunse un'espressione sconvolta.<br />

Lei aggrottò le sopracciglia. Se lui avesse sospettato...<br />

No. Non era possibile. Era stata così cauta.<br />

Damon uscì dall'ombra. «Non lo sapevo.»<br />

«E perché avresti dovuto? Non ti considero un amico<br />

intimo.»<br />

Damon scattò in<strong>di</strong>etro al sentirsi rispondere con<br />

le sue stesse parole e Rebecca lo guardò trionfante,<br />

mentre le pupille <strong>di</strong> lui si <strong>di</strong>latavano.<br />

Bene! Che provi anche lui quello che ho provato<br />

io.<br />

Rebecca gettò uno sguardo alla strada. «Non vedo<br />

la tua macchina.»<br />

«Ho parcheggiato sul retro.»<br />

«Eh?» Era una trappola? Sapeva <strong>di</strong> T.J.? E perché<br />

avrebbe finto <strong>di</strong> essere sorpreso, se sapeva?<br />

«T.J. non è stato bene, ha bisogno <strong>di</strong> riposare.<br />

Scusaci.» Rebecca cercò <strong>di</strong> avvicinarsi alla porta.<br />

«Aspetta un attimo.» Lui le bloccò il passo. «Cosa<br />

ha che non va? E che nome è T.J.?»<br />

«Quello che ha T.J. non ti riguarda.»<br />

Ignorando la seconda domanda, Rebecca salì al<br />

piano superiore, cercando <strong>di</strong> lasciarsi <strong>di</strong>etro Damon,<br />

ma lui la seguì.<br />

Lei si fermò sulla soglia della camera <strong>di</strong> T.J.<br />

«Non c'è bisogno che entri, puoi aspettare <strong>di</strong> sotto.»<br />

Lui la ignorò e le passò accanto.<br />

La stanza si fece improvvisamente più piccola<br />

per la presenza <strong>di</strong> Damon, e Rebecca si sentì quasi<br />

35


mancare il respiro. Perché non era rimasto <strong>di</strong> sotto?<br />

E perché il suo corpo reagiva ancora così irrazionalmente<br />

alla sua presenza?<br />

«Ascolta, T.J. ha bisogno <strong>di</strong> dormire. E l'ultima<br />

cosa che voglio è che si svegli e trovi un estraneo<br />

nella sua stanza.»<br />

«Non è ab<strong>it</strong>uato a trovare estranei in casa quando<br />

si sveglia? Questo mi stupisce, Rebecca.»<br />

Si sentì mancare il fiato. «Ora ascoltami» sbuffò.<br />

«Non me ne frega un c... cavolo <strong>di</strong> quello che pensi<br />

<strong>di</strong> me. Ma in casa mia, quando c'è mio figlio, devi<br />

rivolgerti a me con rispetto. Ora sono stanca e T.J.<br />

non sta bene.»<br />

In un istante, la tensione <strong>di</strong>venne insopportabile.<br />

Si morse il labbro e guardò dall'altra parte, in preda<br />

alla furia, cercando <strong>di</strong> trattenere le lacrime .<br />

«Mi <strong>di</strong>spiace.»<br />

Per qualche strano motivo quelle scuse inaspettate<br />

furono la goccia che fece traboccare il vaso. Deglutì<br />

e lo guardò con aria <strong>di</strong>sperata. «Ti prego...»<br />

«Vattene?» finì lui, rivolgendole un sorriso strano,<br />

mentre abbassava il lenzuolo del lettino. «Non è<br />

la prima volta che me lo sento <strong>di</strong>re oggi.»<br />

«Allora scusami se ti annoio» aggiunse lei con<br />

una voce <strong>di</strong>versa dal suo sol<strong>it</strong>o tono secco.<br />

«Annoiarmi?» Damon rimase a bocca aperta, i<br />

suoi occhi risplendevano <strong>di</strong> una luce che lei non riconobbe.<br />

«Penso che la noia sia una colpa <strong>di</strong> cui<br />

non ti potresti mai macchiare, Rebecca. Forza,<br />

dammi il bambino.»<br />

Lei si allontanò <strong>di</strong> scatto sentendosi sfiorare dalle<br />

<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lui.<br />

Damon r<strong>it</strong>rasse le braccia e mostrò i palmi delle<br />

mani. «Va bene, ho cap<strong>it</strong>o. Aspetterò giù.» La<br />

36


guardò con un violento bagliore negli occhi. «Mai<br />

abbassare la guar<strong>di</strong>a, mai mostrare alcuna debolezza,<br />

eh?»<br />

Rebecca abbassò il capo per non guardare i suoi<br />

occhi furenti e per non rivelare quanto quel fuggevole<br />

contatto l'avesse turbata. Un istante dopo sentì<br />

i passi <strong>di</strong> Damon che si allontanavano e per un breve<br />

attimo provò un improvviso senso <strong>di</strong> vuoto. Per<br />

calmarsi strinse a sé T.J. e respirò il suo profumo <strong>di</strong><br />

bambino.<br />

Quin<strong>di</strong> lo posò sul letto e rimase a guardare il suo<br />

viso addormentato per un minuto, provando quasi<br />

dolore misto a tenerezza.<br />

T.J.<br />

T.J. era la sua prior<strong>it</strong>à ora.<br />

Non il suo lavoro. Non Damon. Ora la cosa più<br />

importante della sua v<strong>it</strong>a era T.J. e il piccolo la ripagava<br />

della sua devozione con un amore incon<strong>di</strong>zionato,<br />

che non avrebbe mai barattato con la passione<br />

feroce e <strong>di</strong>struttiva che un tempo provava per<br />

Damon.<br />

«Il bambino dorme?»<br />

«Sì» rispose lei, ferma davanti alla porta, più turbata<br />

dal suo sguardo pieno <strong>di</strong> domande <strong>di</strong> quanto<br />

non volesse ammettere.<br />

«Mi <strong>di</strong>spiace che non stia bene. È una cosa seria?»<br />

Quegli occhi sinceramente preoccupati la costrinsero<br />

a rispondere: «Una semplice ot<strong>it</strong>e».<br />

Lui aggrottò le sopracciglia. «Non va sottovalutata<br />

però, perché potrebbe portare alla per<strong>di</strong>ta dell'u<strong>di</strong>to.»<br />

Damon stava dando voce al dubbio che lei aveva<br />

37


espresso con il me<strong>di</strong>co proprio il giorno prima, ma<br />

rispose con aria in<strong>di</strong>fferente: «Il dottore mi ha assicurato<br />

che gli antibiotici faranno passare tutto».<br />

«E il padre del bambino dov'è?»<br />

La sua domanda ingenua frenò ogni tentativo da<br />

parte <strong>di</strong> Rebecca <strong>di</strong> apparire tranquilla.<br />

«Non fa più parte della mia v<strong>it</strong>a» rispose lei intenzionalmente<br />

vaga, cercando <strong>di</strong> sfuggire ai suoi<br />

occhi blu, che avrebbero mostrato senz'altro <strong>di</strong>sappunto.<br />

«Ma almeno sai chi è il padre?»<br />

Rebecca sollevò la testa per guardarlo dr<strong>it</strong>to negli<br />

occhi, troppo arrabbiata per preoccuparsi <strong>di</strong> quello<br />

che le sarebbe potuto sfuggire. «Che razza <strong>di</strong> domanda<br />

è? Certo che so chi è il padre <strong>di</strong> T.J.»<br />

Cercò <strong>di</strong> calmarsi e rimanere impassibile. «Questa<br />

è casa mia e ti pregherei <strong>di</strong> tenere le tue... osservazioni<br />

per te. Ora <strong>di</strong>mmi, cosa posso fare per te?»<br />

«Non ti chiedo altro se non <strong>di</strong> organizzare il matrimonio<br />

<strong>di</strong> Savvas. Sai che sono un uomo molto<br />

ricco» rispose lui con la stessa compostezza.<br />

«Te l'ho già detto, non posso! E non accetterò<br />

nessuna cifra. Hai già provato a corrompermi.»<br />

«Va bene!» esclamò allargando le braccia. «Qualunque<br />

cosa tu mi chieda per organizzare questo<br />

matrimonio la farò. Almeno potrò tornarmene ad<br />

Auckland a tranquillizzare mia madre.»<br />

Rebecca rimase senza parole per quella resa incon<strong>di</strong>zionata.<br />

Damon non era uno <strong>di</strong>sposto a negoziare.<br />

«Pensaci, potresti usare i sol<strong>di</strong> per la tua attiv<strong>it</strong>à,<br />

per il bambino.»<br />

Rebecca lo squadrò atton<strong>it</strong>a. Tornare ad Auckland<br />

avrebbe riaperto vecchie fer<strong>it</strong>e. Ma per un<br />

38


lungo attimo aveva considerato la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> accettare<br />

l'assegno. E ora che lui parlava <strong>di</strong> resa senza<br />

con<strong>di</strong>zioni...<br />

Non poteva accettare dei sol<strong>di</strong> per organizzare il<br />

matrimonio <strong>di</strong> Savvas. Non le sembrava giusto.<br />

Ma una vocina dentro <strong>di</strong> lei le ricordò T.J.<br />

Chocolatique permetteva loro <strong>di</strong> vivere abbastanza<br />

bene e aveva già messo via una certa somma <strong>di</strong><br />

denaro, che T.J. avrebbe ere<strong>di</strong>tato all'età <strong>di</strong> venticinque<br />

anni. Ma quello che le offriva Damon avrebbe<br />

eliminato ogni preoccupazione per lungo<br />

tempo.<br />

No! Rebecca allontanò quella tentazione.<br />

«Il mio posto è qui» affermò convinta Rebecca.<br />

«Devo occuparmi <strong>di</strong> T.J.»<br />

Damon apparve sconcertato: non aveva calcolato<br />

il bambino. Ma ribatté: «Non c'è problema. Portalo<br />

con te».<br />

Rebecca rise, ma dentro <strong>di</strong> sé sentì una stretta al<br />

cuore. Quella era l'ultima cosa che voleva fare!<br />

«Sii realistico. Cosa potrebbe fare un bambino in<br />

casa tua? Distruggere i pezzi d'antiquariato?»<br />

«A Demetra piacciono i bambini. Ti darà una<br />

mano, se glielo chie<strong>di</strong> con le buone maniere.»<br />

Demetra? La sua chiara passione per Demetra<br />

andò a colpire un nervo scoperto.<br />

«E chi sarebbe?»<br />

«Te l'ho detto.» Damon sembrò spazient<strong>it</strong>o. «La<br />

fidanzata <strong>di</strong> Savvas. È perfetta per lui. È gentile, rispettabile<br />

ed educata...»<br />

Tutto quello che non era lei. Ogni parola la trafisse<br />

come una freccia. «È al corrente <strong>di</strong> ciò che sta<br />

per affrontare sposando un Asteriades?» si lasciò<br />

sfuggire. «Almeno è abbastanza intelligente da ca-<br />

39


pire che bigotto sei e quanto Savvas sia più piacevole.»<br />

«Ah, e tu lo sai, vero?» La fissò amareggiato.<br />

«Savvas mi ha detto che siete usc<strong>it</strong>i insieme dopo il<br />

matrimonio. «Quanto... piacevole sei stata tu per<br />

mio fratello, eh?» Sorrise con <strong>di</strong>sprezzo.<br />

Lei ricambiò il sorriso per nascondere i sentimenti<br />

che le ribollivano dentro.<br />

Rabbia.<br />

Ecc<strong>it</strong>azione.<br />

E quel brivido <strong>di</strong> pericolo che portava ogni <strong>di</strong>scussione<br />

con Damon.<br />

«Mi avevi avvert<strong>it</strong>o <strong>di</strong> stare lontana, ma è stato<br />

lui a chiamarmi. Al tuo fratellino sono piaciuta per<br />

quella che sono. E dopo il modo in cui mi avevi<br />

trattato è stato... piacevole.» La sua voce era dolce,<br />

ma provocatoria.<br />

Gli occhi <strong>di</strong> lui sembrarono incen<strong>di</strong>arsi. «Piccola<br />

sgualdrina...» Fece improvvisamente un passo avanti.<br />

«Hai dorm<strong>it</strong>o con mio fratello per ven<strong>di</strong>carti <strong>di</strong><br />

me. Perché ho sposato Felic<strong>it</strong>y!»<br />

Il dolore crebbe in lei, ma Rebecca non si lasciò<br />

intimi<strong>di</strong>re. «Forse ti cre<strong>di</strong> un po' troppo importante.<br />

Savvas non ha la tua arroganza, altro motivo per cui<br />

vale mille volte più <strong>di</strong> te.»<br />

«Per<strong>di</strong> veleno dalla bocca.» Le si avvicinò, i suoi<br />

occhi brillavano come non mai. «Ci penserò io.»<br />

L'aria era <strong>di</strong>ventata elettrica, pulsante. Dopo un<br />

attimo brulicante <strong>di</strong> risentimento, attrazione latente<br />

e miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> sentimenti non rivelati, Damon andò a<br />

buttarsi sul <strong>di</strong>vano. Rebecca lo fissò per un lungo<br />

momento e si sentì tremare... e bruciare.<br />

«Scordatelo. Non verrò» <strong>di</strong>sse con determinazione<br />

e quando r<strong>it</strong>rovò la calma capì <strong>di</strong> aver preso la<br />

40


decisione giusta. Si girò per allontanare ogni senso<br />

<strong>di</strong> colpa che Damon era in grado <strong>di</strong> farle provare.<br />

«Ascolta... mi <strong>di</strong>spiace.»<br />

Rebecca sobbalzò quando lo sentì parlare <strong>di</strong>etro<br />

<strong>di</strong> lei. Non si era accorta che lui si era alzato e si rigirò<br />

bruscamente. Il senso <strong>di</strong> colpa l'assalì.<br />

«Non so che cosa mi abbia preso. Non volevo<br />

farmi con<strong>di</strong>zionare da ciò che è successo in passato.»<br />

Le lanciò un sorriso che avrebbe potuto essere<br />

defin<strong>it</strong>o irresistibile, se non fosse che era in<strong>di</strong>rizzato<br />

a lei.<br />

Rebecca cominciò a capire. «Vuoi <strong>di</strong>re che volevi...»<br />

le mancò il fiato, «essere piacevole con me.»<br />

Gli occhi <strong>di</strong> lui brillarono e le sue guance <strong>di</strong>vennero<br />

improvvisamente rosse.<br />

Tombola! La rabbia l'assalì. «Fino a che punto<br />

saresti arrivato, dannazione a te?»<br />

«Aspetta.» Sospirò profondamente. «Al momento<br />

mia madre è la mia unica preoccupazione. Ha bisogno...»<br />

Lei tagliò corto, prima che Damon potesse <strong>di</strong>fendersi<br />

usando delle scuse intelligenti. «Quin<strong>di</strong> avresti<br />

fatto <strong>di</strong> tutto?» chiese con voce amareggiata. «Anche<br />

usare il tuo fascino per sedurre la sciocca Rebecca?»<br />

«No!» esplose lui. «Non sarei arrivato fin a quel<br />

punto.»<br />

Certo che no. Dormire con lei non era concepibile<br />

per il potente e perfetto Damon Asteriades. «Be',<br />

fortunatamente per te non dovrai arrivare a questi<br />

estremi. Sono sicura che le sorelle che hanno rilevato<br />

la Dream Occasions saranno felicissime <strong>di</strong>...»<br />

«No!» Il suo sguardo rivelò piena frustrazione.<br />

«Ho provato in tutti i mo<strong>di</strong>, ma mia madre vuole te<br />

41


e la sua salute è troppo a rischio per <strong>di</strong>scutere con<br />

lei.»<br />

Rebecca sentì la trappola stringerlesi attorno.<br />

«Ti prego, aiuta mia madre. Il bambino non sarà<br />

un problema» la tranquillizzò, «troveremo la soluzione.»<br />

Sembrava <strong>di</strong>sperato.<br />

Per quanto gli volesse dare una lezione, Rebecca<br />

si sentiva sempre più in colpa per il suo rifiuto. Ma<br />

come avrebbe potuto aiutarlo? Lei e T.J. venivano<br />

prima <strong>di</strong> ogni altra cosa.<br />

Ha visto T.J., le suggerì una vocina malefica, e<br />

non ha fatto due più due.<br />

Poteva permettersi <strong>di</strong> correre quel rischio? «Non<br />

si tratta solo <strong>di</strong> T.J. Chi si occuperà degli affari?»<br />

Damon si accorse che stava cedendo. «Immagino<br />

che il tuo negozio potrà fare a meno <strong>di</strong> te per un<br />

paio <strong>di</strong> settimane, giusto? Più avanti, molti preparativi<br />

potranno essere fatti da qui.»<br />

«Non lo so...» Per un attimo vacillò, poi tutti i<br />

dubbi riaffiorano. Cosa sarebbe successo se la ver<strong>it</strong>à<br />

fosse venuta a galla?<br />

«Ascolta. Ti offro il doppio <strong>di</strong> quello che ti ho offerto...»<br />

Il cellulare <strong>di</strong> Damon interruppe la frase.<br />

Quella pausa cap<strong>it</strong>ava nel momento giusto. Cosa<br />

aveva per la testa? Era da pazzi anche solo prendere<br />

in considerazione la cosa.<br />

C'era quasi. L'aveva quasi convinta!<br />

Damon imprecò in greco mentre controllava chi<br />

lo stava chiamando e, vedendo il numero, la sua<br />

schiena fu attraversata da un brivido e si interruppe.<br />

Quin<strong>di</strong> si alzò, vistosamente teso, e si allontanò da<br />

Rebecca.<br />

42


«Mamma, cosa c'è?»<br />

«Damon, ho dei dolori al petto, Savvas e Demetra<br />

mi stanno portando in ospedale. Il dottore ha<br />

detto che dovrò stare in osservazione. Cosa devo<br />

fare, figliolo?»<br />

«Riposati!» Damon rispose brevemente, guardando<br />

fuori dalla finestra nel buio della notte.<br />

«Ma come facciamo con il matrimonio? Cosa...»<br />

«Non pensarci più. Ho tutto sotto controllo.» Da<br />

sopra le spalle lanciò uno sguardo infuocato alla<br />

donna testarda dall'altra parte della stanza.<br />

«Se ne occuperà Rebecca? Oh, ma è magnifico!<br />

Ora mi sento più sollevata. Portala in ospedale, devo<br />

spiegarle quello che ho già preparato.»<br />

Non poteva ammettere con la madre che aveva<br />

fall<strong>it</strong>o. Per il suo bene le doveva mentire. Poi, arrivato<br />

ad Auckland, avrebbe pensato a come gestire<br />

la s<strong>it</strong>uazione. Damon si chiese per l'ennesima volta<br />

perché la madre volesse Rebecca.<br />

In fondo aveva <strong>di</strong>strutto il suo matrimonio, anche<br />

se la madre era convinta che non avesse colpe riguardo<br />

alla sparizione <strong>di</strong> Fliss. Damon questo non<br />

lo poteva accettare, ma come poteva confutarlo?<br />

Non aveva mai detto a nessuno, tanto meno alla<br />

madre, cos'era successo la sera precedente il matrimonio...<br />

Tutto quello che poteva fare ora era mormorare:<br />

«Te la porterò, calmati, ti prego. Mi occuperò io <strong>di</strong><br />

tutto».<br />

Rebecca rimase col fiato sospeso, mentre ascoltava<br />

quella mezza conversazione.<br />

«Mamma? Mamma... Mi senti?» Damon si passò<br />

una mano tremante tra i capelli, mentre gridava:<br />

43


«Vai sub<strong>it</strong>o all'ospedale. Ci ve<strong>di</strong>amo là».<br />

Terminata la conversazione si girò verso Rebecca<br />

con uno sguardo cupo.<br />

«Devo tornare ad Auckland. Mia madre...» Si<br />

spostò <strong>di</strong> colpo, portandosi un pugno alla tempia.<br />

Rebecca si sentì in colpa. Lui non aveva ment<strong>it</strong>o<br />

riguardo le con<strong>di</strong>zioni si Soula.<br />

Piena <strong>di</strong> rimorsi gli si avvicinò toccandogli un<br />

braccio. «Damon, vengo con te. Organizzerò il matrimonio<br />

<strong>di</strong> Savvas.»<br />

Per un attimo pensò che, se Soula fosse morta,<br />

non ci sarebbe stato nessun matrimonio, per lo meno<br />

non finché il periodo <strong>di</strong> lutto fosse terminato. Ti<br />

prego, scongiurò Rebecca, lascia che Soula arrivi a<br />

festeggiare queste nozze.<br />

La casa degli Asteriades non era per niente cambiata,<br />

notò Rebecca mentre Damon entrava nel vialetto<br />

con la macchina, quattro ore più tar<strong>di</strong>.<br />

Durante il viaggio Damon aveva continuato a<br />

chiamare il fratello, per controllare le con<strong>di</strong>zioni<br />

della madre, ma, nonostante Savvas l'avesse tranquillizzato,<br />

i suoi occhi rivelavano una profonda apprensione.<br />

Ora, mentre si avvicinavano alla facciata in stile<br />

georgiano che risaltava nel buio della notte, Rebecca<br />

tremò, non solo per l'aria fresca <strong>di</strong> Auckland, ma<br />

per i ricor<strong>di</strong>, che voleva <strong>di</strong>speratamente allontanare.<br />

Per un breve periodo Fliss aveva vissuto lì con Damon.<br />

«Da questa parte.»<br />

Rebecca si girò al sentire la voce <strong>di</strong> lui. T.J. era<br />

appoggiato sulle sue spalle, mezzo addormentato.<br />

Lei si avvicinò. «Lo prendo io, tu vai in ospedale.»<br />

44


Ma Damon lo portò su per la scalinata illuminata<br />

da lampade in ottone che conduceva all'ingresso.<br />

«Non preoccuparti, mamma orsa, il tuo cucciolo è<br />

in buone mani. Vi mostro le stanze e poi vado. Savvas<br />

ha detto che mamma dorme ora.»<br />

Damon entrò e fece per salire al piano <strong>di</strong> sopra.<br />

«Demetra starà nell'appartamento <strong>di</strong> mamma fino<br />

alle nozze.»<br />

Il cuore <strong>di</strong> Rebecca sobbalzò. «E io e T.J.?»<br />

«Voi starete nel mio appartamento. Io e Savvas<br />

abbiamo fatto ristrutturare e allargare la vecchia<br />

su<strong>it</strong>e <strong>di</strong> mia madre, ma ora Savvas si è trasfer<strong>it</strong>o<br />

nella casa in cui vivrà con Demetra, quin<strong>di</strong> l'appartamento<br />

è tutto mio.»<br />

Mentre procedevano lungo il corridoio Damon<br />

colse lo sguardo <strong>di</strong> lei rap<strong>it</strong>o dalla superficie della<br />

piscina. «Ho sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o la vecchia vasca. È più pratica.»<br />

«Fai ancora le tue vasche?»<br />

«Ogni mattina.»<br />

Rebecca rammentò a se stessa <strong>di</strong> tenersi lontana a<br />

quell'ora. Quin<strong>di</strong> pensò alla passione <strong>di</strong> T.J. per l'acqua<br />

e chiese: «La piscina è recintata?».<br />

«Darò istruzioni alla serv<strong>it</strong>ù perché controllino<br />

costantemente il cancello dalla parte del giar<strong>di</strong>no.»<br />

«Grazie.»<br />

«Questa è la tua stanza.» Aprì la porta <strong>di</strong> una camera<br />

color crema. Alla parete era appesa una riproduzione<br />

del quadro <strong>di</strong> Monet con le ninfee, che dava<br />

alla stanza un senso <strong>di</strong> calma.<br />

«E T.J. dove dormirà?»<br />

«In quest'altra stanza.»<br />

Era più piccola e si vedeva che il letto era appena<br />

stato aggiunto, insieme a dei giocattoli nuovi.<br />

45


«Ce n'erano <strong>di</strong> più gran<strong>di</strong>, ma ho immaginato che<br />

lo volessi accanto a te.»<br />

«Grazie.» Quel pensiero premuroso la stupì. Il<br />

suo sguardo si posò sulla fila <strong>di</strong> giocattoli. «Non avresti<br />

dovuto preoccuparti, o spendere così tanto.»<br />

«Qualche giocattolo permetterà a tuo figlio <strong>di</strong> adattarsi<br />

meglio.»<br />

Dopo aver aggiustato le coperte, Rebecca si raddrizzò,<br />

desiderosa <strong>di</strong> uscire da quella stanza angusta<br />

in cui si sentiva quasi intrappolata con Damon, e si<br />

avvicinò alle finestre dell'altra camera, per guardare<br />

il giar<strong>di</strong>no.<br />

«Devo andare in ospedale. Mettetevi a vostro agio.»<br />

La voce <strong>di</strong> Damon sembrò secca.<br />

«Grazie.»<br />

Ma non sentì i passi che si allontanavano.<br />

Incurios<strong>it</strong>a, si girò. Lui la stava guardando, con<br />

un'espressione indecifrabile su quel viso da pirata.<br />

Gli intensi occhi blu erano pieni <strong>di</strong> ombre.<br />

Lei tornò a guardare fuori dalla finestra, per allontanare<br />

la tensione che l'aveva travolta.<br />

Sperava che se ne andasse, prima che lei potesse<br />

rendersi ri<strong>di</strong>cola davanti ai suoi occhi.<br />

«Hai sempre avuto buongusto» ammise, sentendosi<br />

irrigi<strong>di</strong>re. I vecchi ricor<strong>di</strong> le riportarono alla<br />

mente il vest<strong>it</strong>o <strong>di</strong> Fliss, che aveva voluto scegliere<br />

lui.<br />

«Mi onora constatare che mi riconosci qualche<br />

qual<strong>it</strong>à.» La sua voce risuonò ironica.<br />

Rebecca non rispose.<br />

«Scusami. Non dovevo.» Un forte sospiro giunse<br />

da <strong>di</strong>etro le spalle <strong>di</strong> lei. «Hai accettato <strong>di</strong> venire per<br />

aiutare mia madre. Il minimo che potessi fare era<br />

accoglierti secondo i canoni dell'osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à greca.»<br />

46


«Va bene così, Damon.» Parlò con l'immagine <strong>di</strong><br />

lui riflessa nello specchio. «Non mi aspetto niente<br />

da te. I tuoi sentimenti per me sono sempre stati<br />

chiari.»<br />

Di quello era sicura. Damon non si era mai interessato<br />

a lei, a ciò che pensava. E ora non voleva<br />

che lui fingesse un'amicizia fasulla, obbligata.<br />

Il profumo dei fiori d'arancio si fece più intenso,<br />

come la presenza <strong>di</strong> lui <strong>di</strong>etro le sue spalle. Rebecca<br />

non poté più resistere e si girò.<br />

Damon era più vicino <strong>di</strong> quanto pensasse. E i<br />

suoi occhi erano attraversati da qualcosa che riconobbe.<br />

Il cuore cominciò a batterle all'impazzata.<br />

L'aria <strong>di</strong>venne elettrica. Voleva buttargli le braccia<br />

al collo e sentire le labbra <strong>di</strong> lui contro le sue,<br />

ma cercò <strong>di</strong> ricordare perché fosse una cattiva idea.<br />

Lui la o<strong>di</strong>ava. Ed era stato il migliore amico <strong>di</strong><br />

suo mar<strong>it</strong>o.<br />

Sarebbe stato pericoloso per T.J. A chi voleva<br />

darla a bere? Sarebbe stato pericoloso per lei. Nessuna<br />

speranza <strong>di</strong> un lieto epilogo, solo un cuore<br />

spezzato.<br />

Ma questo sembrava non avere alcuna importanza<br />

in quel momento.<br />

Se solo lui l'avesse toccata. Baciata...<br />

E quando si mosse, lei chiuse lo spazio tra <strong>di</strong> loro.<br />

Sussurrando il suo nome, ne incontrò lo sguardo<br />

e ne colse le emozioni, sentì la sua reazione.<br />

Quin<strong>di</strong>, come allungò la mano e toccò i sal<strong>di</strong> muscoli<br />

delle braccia <strong>di</strong> lui, Damon imprecò ad alta<br />

voce, e si allontanò barcollando. Ma non prima che<br />

lei potesse cogliere la confusione allarmata nei suoi<br />

occhi.<br />

47


Un'incertezza profonda e tormentata.<br />

Rebecca trattenne il respiro mentre lui andava a<br />

sbattere contro la porta e non lo rilasciò finché la<br />

porta non si chiuse rumorosamente <strong>di</strong>etro le spalle<br />

<strong>di</strong> Damon, con il fragore degno <strong>di</strong> un tuono.<br />

48


Cap<strong>it</strong>olo<br />

4<br />

DANNAZIONE A LEI!<br />

Damon salì sul bordo della piscina e si tuffò. Era<br />

tar<strong>di</strong>, ma era troppo nervoso per dormire. Rebecca.<br />

Il bambino. E il timore <strong>di</strong> parlare con i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />

sua madre.<br />

Prima, quando Rebecca aveva inclinato il capo e<br />

sussurrato il suo nome, era quasi caduto sotto l'incantesimo<br />

della sua bellezza. Poi l'aveva toccato...<br />

Una strega bella e seducente come il peccato.<br />

E pure del tipo più avaro. Dopo tutti i <strong>di</strong>scorsi sul<br />

fatto che non avrebbe più organizzato matrimoni,<br />

alla fine aveva ceduto. Lui sbuffò con <strong>di</strong>sgusto.<br />

Ora era <strong>di</strong>sposto a pagare il doppio del previsto,<br />

ma che importava? Il sollievo che si era <strong>di</strong>pinto sul<br />

volto della madre quando aveva appreso che Rebecca<br />

era ad Auckland lo ripagava dell'amarezza.<br />

Nonostante ciò non avrebbe dovuto farla tornare.<br />

Rebecca portava solo guai.<br />

Anni prima, quando gli occhi <strong>di</strong> lei si erano posati<br />

su <strong>di</strong> lui, si era sent<strong>it</strong>o in trappola. Quando aveva<br />

scoperto che era la vedova <strong>di</strong> Aaron, aveva cap<strong>it</strong>o<br />

quale male<strong>di</strong>zione fosse.<br />

E allora aveva segu<strong>it</strong>o i suggerimenti del cervel-<br />

49


lo, preferendo alla affascinante ma pericolosa Rebecca<br />

la pacata e tranquilla Felic<strong>it</strong>y.<br />

Damon si girò <strong>di</strong> scatto e nuotò velocemente,<br />

chiedendosi cosa avesse risvegliato la sua attrazione<br />

per Rebecca. Il bambino? La prima volta che l'aveva<br />

vista cullarlo si era sent<strong>it</strong>o ecc<strong>it</strong>ato, teso e... tra<strong>di</strong>to.<br />

Santo cielo! Rebecca non avrebbe mai dovuto<br />

scoprire che aveva abbattuto le sue <strong>di</strong>fese. Respirò e<br />

si immerse, fino a toccare il fondo della piscina.<br />

Attraverso la finestra Rebecca guardava l'acqua<br />

scura, con l'immagine <strong>di</strong> Damon svest<strong>it</strong>o stampata<br />

nella sua mente. Chiuse gli occhi per allontanare<br />

quei pensieri, ma era tutto inutile. Il desiderio si era<br />

impossessato <strong>di</strong> lei.<br />

Nessun altro uomo le aveva mai fatto quell'effetto.<br />

Neppure Aaron, che le aveva dato la forza e il<br />

coraggio <strong>di</strong> vivere i suoi sogni e il sostegno per avviare<br />

la Dream Occasions e poi Chocolatique.<br />

Solo Damon.<br />

Oh, cielo.<br />

La cosa sconcertante, <strong>di</strong> cui si accorgeva solo ora,<br />

era che anche lui aveva dato segno <strong>di</strong> provare la<br />

stessa passione <strong>di</strong>vorante che provava lei. L'aveva<br />

colta nel suo sguardo, nel respiro affrettato. Era stata<br />

questione <strong>di</strong> un momento, ma non si era sbagliata.<br />

In un attimo il futuro era stato illuminato dalla<br />

speranza. Poi però lui se n'era andato, lasciandola<br />

intrappolata in quel desiderio.<br />

Rebecca dormì male e quando lei e T.J. scesero a<br />

far colazione la mattina dopo, Damon stava già<br />

mangiando, concentrato sui giornali. In quell'ele-<br />

50


gante ab<strong>it</strong>o <strong>di</strong> Armani sembrava il potente miliardario<br />

che Rebecca aveva visto sulle varie riviste. Non<br />

rimaneva neanche un segno dell'uomo nudo e<br />

prim<strong>it</strong>ivo della sera precedente.<br />

Si affrettò a scusarsi. «Mi <strong>di</strong>spiace, non ci siamo<br />

svegliati. Siamo molto in r<strong>it</strong>ardo?»<br />

«No. Ho detto a Johnny <strong>di</strong> aspettare che arrivaste,<br />

perché la vostra colazione non si raffreddasse.» Lo<br />

sguardo <strong>di</strong> Damon era imperscrutabile, ma non<br />

mancò <strong>di</strong> sorridere brevemente a T.J., prima <strong>di</strong> tornare<br />

al giornale.<br />

Rebecca non ebbe nemmeno il tempo <strong>di</strong> rompere<br />

il silenzio, che la porta si spalancò e apparve una<br />

brunetta in jeans.<br />

«Tu devi essere... Rebecca?»<br />

Un po' sorpresa, Rebecca capì che quella doveva<br />

essere Demetra. Si era aspettata una persona più<br />

marcatamente greca <strong>di</strong> quella ragazzina.<br />

«E chi è questo bel giovanotto?»<br />

«Mio figlio, T.J.» Rebecca attese le inev<strong>it</strong>abili<br />

domande.<br />

Nessuno, però, chiese niente. Al contrario, Demetra<br />

gli si andò a sedere accanto. «Cos'è che ti<br />

piace <strong>di</strong> più?»<br />

«Giocare con il trenino» rispose il piccolo.<br />

«Oh, allora mi insegnerai. Vado a vedere se la<br />

colazione è pronta.» Quin<strong>di</strong> si alzò per uscire.<br />

Rebecca sbatté le palpebre. Quella creatura vivace<br />

e v<strong>it</strong>ale era Demetra? Poteva capire benissimo<br />

perché Savvas avesse perso la testa per lei. Sorrise a<br />

Damon, il primo vero sorriso da quando lui era ricomparso<br />

nella sua v<strong>it</strong>a. «Demetra sembra molto<br />

piacevole.»<br />

«Piacevole?» Damon sollevò un sopracciglio.<br />

51


«Questa parola ti va proprio a genio, eh?»<br />

Rebecca arrossì, ma decise <strong>di</strong> ignorarlo, rimanendo<br />

in silenzio fino al r<strong>it</strong>orno <strong>di</strong> Demetra, carica<br />

<strong>di</strong> piatti, per sé, Rebecca e T.J.<br />

La futura sposa le confidò <strong>di</strong> non essere molto<br />

convinta <strong>di</strong> volere un matrimonio in grande.<br />

«Mi metto nelle tue mani, Rebecca. L'unica cosa<br />

che ti chiedo è <strong>di</strong> aiutarmi a scegliere la torta e l'ab<strong>it</strong>o<br />

nuziale. Per il resto lascio tutto a te. Quello che<br />

voglio è Savvas, perché lo amo!» La sincer<strong>it</strong>à traspariva<br />

dai suoi occhi e Rebecca desiderò <strong>di</strong> aver<br />

vissuto lo stesso tipo <strong>di</strong> amore che Demetra con<strong>di</strong>videva<br />

con Savvas. «Va bene! Basta parlare <strong>di</strong> queste<br />

nozze. Faccio un salto giù in palestra a fare<br />

qualche esercizio.»<br />

Come lei se ne andò, il silenzio calò sulla sala.<br />

Damon guardò T.J. con sguardo malinconico e<br />

<strong>di</strong>sse: «Il bambino può andare, se vuole».<br />

«T.J. Si chiama T.J.» ribatté Rebecca impaziente.<br />

«È un nome ri<strong>di</strong>colo, per l'amor del cielo!»<br />

«È il suo nome» continuò lei, con tono <strong>di</strong> rimprovero.<br />

«E potrà allontanarsi quando avrà fin<strong>it</strong>o <strong>di</strong><br />

mangiare.» Scrollò le spalle. «È un in<strong>di</strong>viduo con<br />

un nome, non il bambino.»<br />

Rebecca rimase <strong>di</strong> stucco quando T.J., dopo aver<br />

mangiato uno spicchio d'arancia, si avvicinò a Damon,<br />

per cercare <strong>di</strong> mettergli in bocca l'ultimo rimasto,<br />

rischiando <strong>di</strong> macchiargli il vest<strong>it</strong>o costoso.<br />

Era consapevole che Damon non era ab<strong>it</strong>uato ai<br />

bambini <strong>di</strong> tre anni e alle loro mani appiccicose.<br />

Ma la reazione <strong>di</strong> Damon la stupì.<br />

Dopo aver preso lo spicchio spiaccicato, se lo mise<br />

in bocca e rivolse a T.J. un sorriso smagliante.<br />

«Delizioso, grazie, T.J.»<br />

52


T.J. gridò dalla gioia: «Delizioso, delizioso!»,<br />

picchiando le mani appiccicose sui pantaloni <strong>di</strong><br />

Damon.<br />

Rebecca lo prese in braccio, prima che potesse<br />

fare altri danni, e chiese scusa a Damon per le macchie<br />

rimaste sui suoi pantaloni.<br />

Lui scrollò le spalle. «Non importa, lo farò pulire.»<br />

Stava ancora sorridendo a T.J. e Rebecca rimase<br />

lì a guardarlo. Quando lui girò la testa, lei <strong>di</strong>stolse<br />

velocemente lo sguardo e si congedò, afferrando un<br />

tovagliolo <strong>di</strong> carta dal tavolo senza attendere risposta.<br />

«Ti passo a chiamare verso mezzogiorno, per andare<br />

da mia madre. Fatti trovare pronta.» L'or<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> Damon li seguì fuori dalla stanza.<br />

Mentre attraversava l'entrata, T.J. si sporse sopra<br />

le sue spalle per salutare il padrone <strong>di</strong> casa e poi le<br />

sussurrò in un orecchio: «A T.J. piace Damon».<br />

Fu uno shock vedere Soula <strong>di</strong>stesa su un letto<br />

d'ospedale, così fragile e passiva. Rebecca non osò<br />

guardare Damon. Non che questo avrebbe aiutato.<br />

Durante il trag<strong>it</strong>to fino all'ospedale lui aveva continuato<br />

a rimanere in silenzio, come a colazione.<br />

Quando la porta della stanza si chiuse, Soula aprì<br />

gli occhi. «Rebecca, che bello vederti! Damon, sei<br />

tornato!» Cercò <strong>di</strong> alzarsi a sedere, prestando poca<br />

attenzione alla flebo fissata alla sua mano.<br />

«Mamma!» Damon si avvicinò. «Non ti muovere!»<br />

«Non essere stupido, non sono ancora morta.<br />

Spegni la TV. E alza lo schienale del letto.»<br />

Mentre Damon aggiustava il letto, Rebecca si av-<br />

53


vicinò, turbata dall'aspetto della donna. Solo gli occhi<br />

scuri e indomabili le ricordavano la persona che<br />

aveva conosciuto.<br />

«Devo essere in uno stato terribile, eh?»<br />

Rebecca cercò <strong>di</strong> sorridere, consapevole che Soula<br />

doveva aver colto lo shock nei suoi occhi, ma incapace<br />

<strong>di</strong> formulare niente che potesse sembrare<br />

sincero.<br />

«Cosa? Non rispon<strong>di</strong>, Rebecca? Preferisco senz'altro<br />

il silenzio alle bugie che mi propina il resto<br />

della famiglia, ma devo ammettere che non è male<br />

come sembra. Il bianco è un colore terribile. Guarda<br />

qui» <strong>di</strong>sse sollevando un braccio. «Camicia da notte<br />

bianca, lenzuola bianche, coperte bianche: non vanno<br />

bene con la carnagione <strong>di</strong> una donna della mia<br />

età.»<br />

L'affetto per quella donna battagliera la travolse,<br />

facendola avvicinare per schioccare un bacio su<br />

quella guancia un po' più rugosa <strong>di</strong> come la ricordava.<br />

«Sciocchezze» le sussurrò all'orecchio. «La bellezza<br />

viene da dentro. Non gliel'ha mai detto nessuno?»<br />

Si scambiarono un lungo sguardo, poi Soula passò<br />

il braccio attorno al collo <strong>di</strong> Rebecca e la avvicinò<br />

a sé. «È bello rivederti. Stavo iniziando a <strong>di</strong>sperare.»<br />

La nota <strong>di</strong> vera preoccupazione nella voce <strong>di</strong><br />

Soula e il calore inaspettato del suo abbraccio scossero<br />

profondamente Rebecca, che strinse a sé la<br />

donna con forza. Guardando i macchinari sopra il<br />

letto, Rebecca commentò con voce strozzata: «Devo<br />

<strong>di</strong>re che non mi piace vederla legata così. Quando<br />

potrà uscire?».<br />

«Uscire? Mia madre ha bisogno...»<br />

54


«Presto!» Soula interruppe il figlio. «Non rimarrò<br />

in questo posto più <strong>di</strong> quanto non debba. Ho bisogno<br />

<strong>di</strong> un'estetista, <strong>di</strong>...» continuò mostrando le unghie.<br />

«Avresti dovuto <strong>di</strong>rlo, ti avrei mandato qualcuno.»<br />

«Come posso sperare che tu e Savvas capiate?<br />

Siete uomini. E guarda qui, indosso una camicia da<br />

notte durante il giorno. E so <strong>di</strong> antisettico.» Si fermò<br />

per inspirare. «Non posso sopportare questo odore.»<br />

«Neanch'io» ribatté Rebecca con fervore. Il ricordo<br />

<strong>di</strong> suo fratello James continuamente fuori e<br />

dentro l'ospedale prima <strong>di</strong> morire la tormentava ancora.<br />

Soula le lanciò uno sguardo tagliente. «Solo le<br />

esperienze dei vecchi e dei malati portano a questo<br />

<strong>di</strong>sprezzo.»<br />

«Forse.» Rebecca rimase sul vago, conscia <strong>di</strong> aver<br />

già detto fin troppo, soprattutto con Damon vicino.<br />

Soula le <strong>di</strong>ede un buffetto sulla mano. «Un giorno<br />

potrai capirmi meglio, mia cara.»<br />

Rebecca guardò altrove. Stava troppo male.<br />

Ogni persona a cui aveva voluto bene le era stata<br />

tolta. I suoi parenti. James. Aaron. Fliss.<br />

E con Damon non era neanche riusc<strong>it</strong>a a cominciare,<br />

che tutto le era crollato addosso. Quello che<br />

le restava era T.J., che amava più della sua stessa<br />

v<strong>it</strong>a.<br />

«Rebecca cara, non volevo rattristarti. Vieni, figliola,<br />

parliamo d'altro.» Soula lanciò uno sguardo<br />

significativo al figlio silenzioso. «Damon, smettila<br />

<strong>di</strong> avere quello sguardo torvo e ren<strong>di</strong>ti utile. Vai a<br />

55


prendere un caffè per te e per Rebecca.»<br />

Non appena le due donne furono sole, Soula <strong>di</strong>ede<br />

una pacca sul letto in segno <strong>di</strong> inv<strong>it</strong>o. «Kathiste,<br />

sie<strong>di</strong>ti qui. Dimmi cosa pensi <strong>di</strong> questo matrimonio<br />

che mi ha ridotto così.»<br />

Sollevando un sopracciglio in maniera sospettosa,<br />

Rebecca si sedette. «E mentre parliamo mi occuperò<br />

<strong>di</strong> alcune <strong>di</strong> queste cose che le danno noia.<br />

Dov'è il suo beauty case?»<br />

Venti minuti più tar<strong>di</strong> Damon rientrò nella stanza<br />

in silenzio. Sua madre e Rebecca stavano chiacchierando<br />

sottovoce, troppo piano perché lui potesse<br />

sentire, mentre Rebecca dava lo smalto a Soula. I<br />

suoi capelli erano stati pettinati e le guance avevano<br />

acquistato un po' <strong>di</strong> colore. Improvvisamente sembrò<br />

notevolmente migliorata.<br />

Sua madre si sarebbe ripresa, non sarebbe morta.<br />

E doveva ringraziare Rebecca per questa trasformazione.<br />

Venne avanti e con il piede si chiuse la porta<br />

alle spalle, richiamando l'attenzione delle due donne.<br />

Rebecca apparve sub<strong>it</strong>o guar<strong>di</strong>nga, mentre Soula<br />

sorrise ra<strong>di</strong>osamente. «Bene, il caffè. Mettilo sul<br />

carrello, così Rebecca può prenderlo.»<br />

«Due cucchiaini <strong>di</strong> zucchero, vero?» chiese lui,<br />

non potendo fare a meno <strong>di</strong> notare il bel rapporto tra<br />

sua madre e Rebecca. Come mai non l'aveva mai<br />

notato prima, cogliendo invece le <strong>di</strong>fferenze tra le<br />

due? Non aveva mai focalizzato ciò che le univa e<br />

cioè la forza <strong>di</strong> volontà e la determinazione.<br />

Entrambe lo guardavano ora, in attesa <strong>di</strong> un suo<br />

commento a qualcosa che non aveva sent<strong>it</strong>o. Guardò<br />

prima l'una, poi l'altra. «Come?» chiese con aria<br />

56


<strong>di</strong>staccata, sperando che le due donne non si accorgessero<br />

che era appena sceso dal mondo dei sogni.<br />

«Commentavo solo il fatto che ricordavi quanto<br />

zucchero mette Rebecca nel caffè.»<br />

Damon corrugò la fronte. «Deve avermelo detto.»<br />

Ma sapeva che non era vero.<br />

«No, non te l'ha detto» ribatté la madre sod<strong>di</strong>sfatta.<br />

«Te lo sei ricordato dopo tutti questi anni.»<br />

Messo alle strette, dovette ammetterlo a denti<br />

stretti. «Forse sì.»<br />

Con sua grande sorpresa, fu Rebecca ad accorrere<br />

in aiuto. «Be', quante donne mettono due cucchiaini<br />

<strong>di</strong> zucchero nel caffè? Non è una cosa comune, a<br />

volte penso che dovrei essere più attenta con lo<br />

zucchero.»<br />

«Non credo» ribatté Damon senza pensarci. «Ti<br />

puoi permettere <strong>di</strong> mangiare tutto quello che vuoi.»<br />

Fortunatamente sua madre non fece alcun commento.<br />

Anzi, tornò a parlare del matrimonio <strong>di</strong> Demetra<br />

e Savvas e Damon iniziò a rilassarsi.<br />

«Non posso smettere <strong>di</strong> preoccuparmi per Demetra.<br />

Mi chiedo se riuscirà a gestire un matrimonio<br />

così importante. È molto...»<br />

«Vivace?» Rebecca si inserì sorridendo. «Ma<br />

Soula, questo fa parte del suo fascino. E non si preoccupi,<br />

quello che importa è che Savvas la ami.»<br />

«Spero che tu abbia ragione.» Nonostante la sua<br />

t<strong>it</strong>ubanza, Soula sembrava più felice. «Ma non le<br />

interessa per niente l'organizzazione. L'unica cosa<br />

che le interessa è la casa che ha comprato Savvas...<br />

e il giar<strong>di</strong>no ancora <strong>di</strong> più della casa.»<br />

«Lei ha altre prior<strong>it</strong>à. È una progettista <strong>di</strong> giar<strong>di</strong>ni»<br />

aggiunse Damon.<br />

«Giusto. E ci sa anche molto fare con i bambini.»<br />

57


Gli occhi <strong>di</strong> Soula si illuminarono. «Non vedo l'ora<br />

<strong>di</strong> prendere in braccio il mio primo nipote. Damon<br />

non ha fatto il suo dovere.»<br />

Damon fu sul punto <strong>di</strong> rispondere, ma si morse la<br />

lingua e guardò Rebecca. Come poteva sua madre<br />

tirare fuori un argomento del genere? Da parte sua,<br />

Rebecca si mostrò alquanto a <strong>di</strong>sagio.<br />

«Parlando <strong>di</strong> figli» Rebecca si alzò in pie<strong>di</strong>, «devo<br />

tornare a casa, T.J. mi starà cercando.»<br />

«Non vedo l'ora <strong>di</strong> conoscerlo. Ti somiglia?»<br />

Rebecca apparve ag<strong>it</strong>ata. «Non proprio, anche se<br />

qualcosa della famiglia c'è. I suoi occhi sono proprio<br />

come...» Si interruppe, in preda all'angoscia.<br />

Damon ebbe compassione <strong>di</strong> lei. «Ha i tuoi capelli<br />

scuri.»<br />

«Cosa?» Rebecca sbiancò per l'emozione e,<br />

quando tornò in sé, ribatté: «Ah, sì, sì, certo, hai ragione».<br />

Damon raggelò all'angoscia pura che vide negli<br />

occhi <strong>di</strong> Rebecca, occhi così <strong>di</strong>versi da quelli <strong>di</strong><br />

T.J., che si convinse che il bambino dovesse assomigliare<br />

più al padre. Quegli occhi azzurri... Per un<br />

attimo si r<strong>it</strong>rovò a immaginare chi potesse essere.<br />

Quin<strong>di</strong> cercò <strong>di</strong> togliersi dalla testa quel pensiero.<br />

Erano cose che non lo riguardavano.<br />

Eppure c'era qualcosa nei tratti <strong>di</strong> quel bambino<br />

che gli sembrava straor<strong>di</strong>nariamente familiare, anche<br />

se non riusciva a capire cosa.<br />

Rebecca stava cercando <strong>di</strong> recuperare la giacca e<br />

la borsa. Qualcosa aveva riaperto in lei vecchie fer<strong>it</strong>e,<br />

a giu<strong>di</strong>care dalla fretta che aveva.<br />

«Non vedo l'ora <strong>di</strong> conoscere il piccolo.»<br />

«Presto» promise Rebecca e, sulla porta, fece un<br />

cenno <strong>di</strong> saluto con la mano e fuggì via.<br />

58


«Dovrai aspettare <strong>di</strong> essere a casa.» Damon baciò<br />

la madre sulla guancia e si avviò <strong>di</strong>etro Rebecca.<br />

«Forza, forza.»<br />

Spostandosi da un piede all'altro, Rebecca continuò<br />

a picchiare sul pulsante dell'ascensore con impazienza.<br />

Sentendo i passi <strong>di</strong> Damon <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé, si<br />

mise le mani in tasca e si strinse nella giacca.<br />

«Cos'è tutta questa fretta?» La sua voce cupa e<br />

fluida le provocò dei brivi<strong>di</strong> <strong>di</strong> cui non aveva bisogno<br />

lungo la schiena.<br />

«Devo tornare da T.J., normalmente non lo lascio<br />

da solo così a lungo.» Ma più che altro sarebbe voluta<br />

scappare da quelle domande, da Damon e dall'ospedale,<br />

che le ricordava la sua impotenza.<br />

La vista <strong>di</strong> un paziente sopravvissuto a un incidente<br />

stradale la fece sentire male. «Ho bisogno <strong>di</strong><br />

andarmene da qui. O<strong>di</strong>o questi posti.»<br />

«Grazie per essere rimasta... e per aver aiutato<br />

mia madre. È cambiata ra<strong>di</strong>calmente.»<br />

«Non ho fatto niente.»<br />

«Non è vero. È spaventata, ma non lo vuole ammettere.»<br />

La guardò cercando i suoi occhi. «È stato<br />

<strong>di</strong>fficile il parto <strong>di</strong> T.J.?»<br />

Lei deglutì con forza, sconcertata dall'improvviso<br />

cambiamento <strong>di</strong> argomento. «Tutti i parti sono <strong>di</strong>fficili,<br />

ma la ricompensa è immensa. T.J. è una bene<strong>di</strong>zione.»<br />

«È un bambino <strong>di</strong> cui essere fieri. L'hai tirato su<br />

bene da sola.»<br />

«Grazie.» Sentì un sapore amaro in bocca.<br />

Se solo avesse immaginato...<br />

«Sei tornata in ospedale dopo...»<br />

«Dopo la morte <strong>di</strong> Fliss. Una notte.» Le porte<br />

59


dell'ascensore si aprirono e Rebecca si sbrigò a uscire.<br />

Damon la seguì. «È lì che hai iniziato a detestare<br />

gli ospedali?»<br />

«Quello non ha aiutato, ma la mia fobia c'era<br />

già.» Non riusciva a smettere <strong>di</strong> pensare a James.<br />

Le vis<strong>it</strong>e in ospedale, gli esami, la fine improvvisa e<br />

brutale.<br />

Vedere Soula così debole, ammalata e invecchiata<br />

l'aveva scossa. E le aveva fatto pensare alla sua<br />

stessa morte. Cosa sarebbe successo a T.J.? Si sentì<br />

tremendamente <strong>di</strong>sorientata e si appoggiò alla parete.<br />

«Ehi, tutto bene?»<br />

Improvvisamente si rese conto che Damon aveva<br />

posato le mani sulle sue spalle, per scuoterla gentilmente.<br />

Per un attimo fu tentata <strong>di</strong> sporgersi in avanti<br />

e posare la testa sul petto <strong>di</strong> lui, lasciandosi<br />

andare alle lacrime che aveva tenuto dentro così a<br />

lungo.<br />

Ma non voleva mostrargli nessuna debolezza.<br />

Quin<strong>di</strong> sollevò la testa e gli sorrise leggermente.<br />

«Sto bene. O almeno mi sentirò così non appena uscirò<br />

da qui.»<br />

«An<strong>di</strong>amo fuori allora.»<br />

Ma non si mosse.<br />

L'espressione sul volto <strong>di</strong> Rebecca scosse Damon.<br />

Una tristezza che non aveva mai visto deturpava<br />

i lineamenti squis<strong>it</strong>i.<br />

O forse non aveva mai voluto coglierla prima <strong>di</strong><br />

allora?<br />

Con una spontane<strong>it</strong>à a lui estranea, si sporse in<br />

avanti per darle un breve bacio rassicurante. Ma,<br />

60


appena le loro labbra si sfiorarono, fu assal<strong>it</strong>o da un<br />

desiderio prim<strong>it</strong>ivo <strong>di</strong> coinvolgerla in un bacio appassionato.<br />

No! Ne aveva già passate abbastanza.<br />

Ci volle tutta la sua forza <strong>di</strong> volontà per non farsi<br />

governare dalla passione che gli era esplosa dentro.<br />

Quel giorno aveva visto una Rebecca <strong>di</strong>versa dalla<br />

donna egoista che conosceva. Una Rebecca paziente<br />

con il figlio e abile e forte con sua madre.<br />

Passò le <strong>di</strong>ta lungo il profilo <strong>di</strong> lei, tastandone la<br />

pelle delicata.<br />

Erano stati gli improvvisi lampi <strong>di</strong> altruismo ad<br />

attirare Savvas? Per non parlare del suo corpo. Forse<br />

il fratello era stato catturato dai suoi baci? Proprio<br />

come accadeva a lui. Damon rimuginò su quei<br />

pensieri e allontanò la mano dal volto <strong>di</strong> lei.<br />

«Ce la fai a stare in pie<strong>di</strong>?» domandò secco, pentendosi<br />

sub<strong>it</strong>o <strong>di</strong> quel tono aspro.<br />

Lei annuì, facendo fatica a ricomporsi.<br />

Damon fece un passo in<strong>di</strong>etro, mentre la mente<br />

cercava <strong>di</strong> tenere a bada il corpo e il desiderio <strong>di</strong><br />

stringerla tra le braccia e farla sua.<br />

Al <strong>di</strong>avolo!<br />

La sua mancanza <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio lo stupì. Si girò velocemente<br />

dall'altra parte, <strong>di</strong>sgustato da quel folle<br />

desiderio <strong>di</strong> possesso per una donna che era già stata<br />

<strong>di</strong> così tanti uomini: suo fratello, Aaron Grainger<br />

e altri che parlavano <strong>di</strong> lei come un inv<strong>it</strong>ante bocconcino<br />

e un fenomeno tra le lenzuola.<br />

«An<strong>di</strong>amo» tagliò corto lui. «T.J. sta aspettando.»<br />

Quin<strong>di</strong> si intimò <strong>di</strong> darsi una regolata. Che cosa<br />

si aspettava? Poche donne dell'età <strong>di</strong> Rebecca avevano<br />

avuto un solo uomo. Desiderare <strong>di</strong> averla non<br />

61


significava certo desiderare <strong>di</strong> sposarla.<br />

E lui l'avrebbe avuta. Presto. Damon lo promise a<br />

se stesso, mentre attraversavano il parcheggio. Era<br />

ora <strong>di</strong> smettere <strong>di</strong> lottare contro quella tremenda attrazione<br />

che lei provava per lui. E, dopo essersene<br />

liberato, se ne sarebbe andato, lasciandosi Rebecca<br />

e il passato alle spalle.<br />

Non ci sarebbe stata nessuna per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> controllo,<br />

nessuna emozione.<br />

Solo passione.<br />

62


Cap<strong>it</strong>olo<br />

5<br />

AL SENTIRE IL lamento del motore della sua auto<br />

Rebecca gemette, trattenendosi dal picchiare la testa<br />

sul volante.<br />

Proprio un bel modo per iniziare un venerdì! Per<br />

quasi due giorni era riusc<strong>it</strong>a a ev<strong>it</strong>are Damon, usando<br />

il matrimonio come una scusa per stare lontana,<br />

e sfruttando la simpatia nata tra T.J. e Demetra.<br />

In realtà, il matrimonio la impegnava comunque<br />

molto. Era tornata all'ospedale per controllare la lista<br />

degli inv<strong>it</strong>ati con Soula e aveva vis<strong>it</strong>ato varie tipografie,<br />

per ottenere dei preventivi per le partecipazioni.<br />

Per quel giorno aveva in programma vari appuntamenti<br />

per decidere quale fosse il luogo migliore<br />

per la celebrazione. Ma ora la batteria del piccolo<br />

veicolo che Damon le aveva procurato per muoversi<br />

era a terra.<br />

Uscì dall'auto e considerò brevemente varie opzioni.<br />

«Hai qualche problema?» Quella voce cupa e<br />

vellutata la fece irrigi<strong>di</strong>re.<br />

Damon.<br />

L'avrebbe avuto, naturalmente. Dopo averlo evi-<br />

63


tato in tutti i mo<strong>di</strong>, se lo r<strong>it</strong>rovava accanto alla macchina<br />

in panne.<br />

Con il cuore in gola, si girò verso <strong>di</strong> lui. Era stupendo<br />

in quell'ab<strong>it</strong>o scuro ed elegante, con la tipica<br />

camicia bianca e la classica cravatta stretta. Rebecca<br />

respirò profondamente e cercò <strong>di</strong> apparire più<br />

composta delle emozioni che le ribollivano dentro.<br />

Se gli avesse detto <strong>di</strong> cosa si trattava, forse lui le avrebbe<br />

prestato un'altra auto. Magari perfino quella<br />

<strong>di</strong> Soula.<br />

Guardando velocemente l'orologio pensò che, se<br />

fosse part<strong>it</strong>a sub<strong>it</strong>o, sarebbe comunque arrivata in<br />

tempo all'appuntamento. Quin<strong>di</strong> glielo <strong>di</strong>sse, attendendosi<br />

un tipico commento derisorio maschile.<br />

«Ti porto io» <strong>di</strong>sse lui inaspettatamente.<br />

«No, no, non ce n'è bisogno.»<br />

«Vieni, o farai tar<strong>di</strong>.» Damon aveva già il cellulare<br />

in mano, per spostare i suoi appuntamenti e mandare<br />

qualcuno a riavviare la batteria.<br />

Quando le chiese dov'era <strong>di</strong>retta, rispose con voce<br />

incerta. Rebecca immaginò che l'avrebbe lasciata<br />

davanti all'entrata dell'Hotel San Lorenzo, ma Damon<br />

la accompagnò fin nella hall.<br />

André, un francese snello, nato apposta per organizzare<br />

eventi, salutò Rebecca come una vecchia amica.<br />

E, non appena riconobbe l'accompagnatore, si<br />

profuse in un saluto eccessivamente affettato.<br />

Il suo atteggiamento <strong>di</strong>venne ancora più insopportabile<br />

quando raggiunsero le stanze da cerimonia.<br />

A quel punto Rebecca volle quasi gridare.<br />

E il fatto che l'ultima volta che era stata lì fosse<br />

stato per il matrimonio <strong>di</strong> Damon non l'aiutava <strong>di</strong><br />

certo. Chissà quante volte c'era già tornato Damon.<br />

Molte, immaginò. A lui cosa importava? Certo<br />

64


non con<strong>di</strong>videva con lei quei ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong>sperati. Per<br />

lui era solo il posto in cui aveva sposato Fliss.<br />

«Non stai seriamente considerando questo posto,<br />

vero?» le sussurrò Damon tra i denti, mentre André<br />

era andato a recuperare alcune liste <strong>di</strong> vini.<br />

Le bastò guardare quegli occhi tormentati per capire<br />

che Damon non aveva <strong>di</strong>menticato un solo attimo<br />

<strong>di</strong> quella sera. Rebecca si fermò proprio nel<br />

punto in cui lei e Damon si erano separati. Anche<br />

ora, una v<strong>it</strong>a dopo, sentiva il dolore cocente che l'aveva<br />

pervasa.<br />

Ma, mantenendo un tono <strong>di</strong> voce neutro, ribatté:<br />

«Questo è il luogo migliore <strong>di</strong> Auckland, la sala da<br />

ballo può osp<strong>it</strong>are fino a mille osp<strong>it</strong>i».<br />

«No.»<br />

«No?» Rebecca sollevò un sopracciglio in reazione<br />

al suo improvviso rifiuto.<br />

«Assolutamente no. Per gli osp<strong>it</strong>i potrà essere il<br />

posto migliore, ma non per me.» Un muscolo della<br />

mascella guizzò, mentre gli occhi rivelarono sofferenza.<br />

Forse il ricordo <strong>di</strong> Fliss, della felic<strong>it</strong>à che avevano<br />

con<strong>di</strong>viso quella sera era troppo doloroso da<br />

sopportare? Un pensiero terribile l'attraversò. Si era<br />

sbagliata in tutti quegli anni? Damon aveva amato<br />

Fliss?<br />

Pazzamente?<br />

Profondamente?<br />

Eternamente?<br />

«Penso tu abbia ragione» ammise Rebecca, o<strong>di</strong>ando<br />

quello sguardo sofferente e se stessa per averlo<br />

provocato. «Potrebbe essere troppo per Demetra.<br />

Mi ha detto che non vuole niente <strong>di</strong> eccessivamente<br />

sontuoso.»<br />

65


66<br />

«Allora an<strong>di</strong>amocene» concluse Damon.<br />

Il secondo luogo che aveva preso in considerazione<br />

Rebecca era un famoso yatch club <strong>di</strong> fronte al<br />

porto <strong>di</strong> Wa<strong>it</strong>emata. Era molto meno imponente,<br />

con una sala da ballo più raccolta e una vista mozzafiato<br />

su Auckland. Mentre il manager del club li<br />

guidava attraverso i locali, Damon iniziò lentamente<br />

a rilassarsi.<br />

Era rimasto sconvolto dai sentimenti che l'avevano<br />

assal<strong>it</strong>o al San Lorenzo. La sua ira tremenda nei<br />

confronti <strong>di</strong> Rebecca durante la sera del matrimonio<br />

era tornata improvvisamente, più viva che mai, uno<br />

spiacevole ricordo dell'attr<strong>it</strong>o che c'era stato tra loro<br />

due.<br />

Perché?<br />

Perché erano sempre stati in confl<strong>it</strong>to? Perché lei<br />

aveva sempre cercato <strong>di</strong> sfidarlo? Dicendogli che<br />

non poteva sposare Fliss? Provocandolo, facendosi<br />

baciare... E perché non era stato in grado <strong>di</strong> rifiutare<br />

le sue sfide?<br />

Ricordava <strong>di</strong> aver desiderato che Rebecca si comportasse<br />

come Felic<strong>it</strong>y, timida e in soggezione nei<br />

suoi confronti: una sposa adorabile. Ma anche quel<br />

ricordo era stato macchiato. In qualche modo aveva<br />

respinto Felic<strong>it</strong>y. Forse lei aveva scoperto che<br />

l'aveva tra<strong>di</strong>ta la sera prima <strong>di</strong> pronunciare quella<br />

promessa <strong>di</strong> matrimonio?<br />

Si aspettava che Rebecca avrebbe insist<strong>it</strong>o perché<br />

il matrimonio fosse celebrato al San Lorenzo. E invece<br />

aveva accettato la sua decisione senza quasi<br />

battere ciglio. Per questo le era grato, silenziosamente<br />

grato. Come poteva lui, Damon Asteriades,<br />

confessare che non poteva sopportare <strong>di</strong> celebrare il


matrimonio del fratello dove il suo stesso matrimonio<br />

era stato suggellato?<br />

Damon <strong>di</strong>sse a se stesso che accompagnava<br />

Rebecca per essere sicuro che seguisse le <strong>di</strong>rettive<br />

<strong>di</strong> sua madre, ma sapeva che <strong>di</strong>etro c'era <strong>di</strong> più.<br />

Il desiderio <strong>di</strong> possederla stava <strong>di</strong>ventando sempre<br />

più forte. E quando l'aveva vista alle prese con<br />

la macchina, l'opportun<strong>it</strong>à si era rivelata troppo<br />

ghiotta per lasciarsela sfuggire. Aveva visto la Rebecca<br />

proprietaria del negozio <strong>di</strong> cioccolatini, la<br />

Rebecca madre adorabile e la Rebecca amica amorevole<br />

<strong>di</strong> una signora anziana e malata, ma voleva<br />

vedere tutte le facce <strong>di</strong> quella donna enigmatica che<br />

susc<strong>it</strong>ava in lui reazioni così forti.<br />

Mentre la seguiva nella sua ricerca della sala adatta,<br />

Damon dovette ammettere che Rebecca era<br />

davvero brava in quel lavoro. Lui non avrebbe mai<br />

pensato <strong>di</strong> porre neanche un decimo delle domande<br />

che poneva lei. Chiedeva, chiedeva ancora e sorrideva.<br />

E ogni suo sorriso faceva aumentare in Damon<br />

il desiderio <strong>di</strong> assaggiare quelle labbra carnose.<br />

Le sue. Allontanò quel pensiero malato e la guardò<br />

mentre prendeva alcuni appunti. Era concentrata,<br />

professionale e con la s<strong>it</strong>uazione completamente<br />

sotto controllo.<br />

La promessa che aveva fatto a se stesso nel parcheggio<br />

dell'ospedale riaffiorò nella sua mente. La<br />

voleva. Voleva tutto <strong>di</strong> lei e non avrebbe permesso<br />

che niente gli impe<strong>di</strong>sse <strong>di</strong> realizzare il suo desiderio.<br />

Rebecca terminò, prendendo un appuntamento<br />

per tornare a parlare con lo chef addetto al catering<br />

e Damon allungò le mani nelle tasche per afferrare<br />

le chiavi.<br />

67


«Bene, per il momento è tutto» annunciò al<br />

manager. «La prossima volta verrò con la sposa, per<br />

confermare che il club sia <strong>di</strong> suo gra<strong>di</strong>mento.»<br />

Rebecca era immersa nei propri pensieri quando<br />

tornarono alla Mercedes. C'era qualcosa che non le<br />

andava dello yatch club, ma non capiva cosa.<br />

«È ora <strong>di</strong> pranzo, credo.» La voce <strong>di</strong> Damon la<br />

richiamò alla realtà.<br />

«Oh, non posso tenerti impegnato ancora.»<br />

«Dobbiamo mangiare entrambi. E c'è una cosa<br />

che voglio chiederti da un po'. Non è stato facile<br />

trovarti in questi due giorni, Rebecca. Viene quasi<br />

<strong>di</strong> pensare che tu abbia cercato <strong>di</strong> ev<strong>it</strong>armi.»<br />

«Ev<strong>it</strong>arti?» Il suo tono era acuto. «E perché?»<br />

«Se lo sapessi non ti avrei segu<strong>it</strong>o tutto il giorno<br />

per riuscire a rimanere un po' da solo con te.»<br />

Quin<strong>di</strong> il suo era un piano! Il cuore <strong>di</strong> Rebecca<br />

cominciò a palp<strong>it</strong>are forte. «Non penso...»<br />

«No.» Damon alzò una mano. «Non pensare.<br />

Vieni semplicemente a pranzo con me. Qui vicino<br />

c'è uno dei miei ristoranti prefer<strong>it</strong>i. Puoi ascoltarmi<br />

e goderti un buon pasto.»<br />

Rebecca temette che si sarebbe trattato <strong>di</strong> più <strong>di</strong><br />

un semplice monologo da parte <strong>di</strong> Damon. Al tempo<br />

stesso era curiosa <strong>di</strong> conoscere uno dei suoi luoghi<br />

prefer<strong>it</strong>i. Anche se sapeva che era rischioso.<br />

Ogni minuto che passavano insieme faceva aumentare<br />

l'attrazione che provava per lui.<br />

Lentamente Rebecca assentì.<br />

Qui vicino si rivelò essere in mezzo alla campagna,<br />

a una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> venti minuti. Attraverso gli<br />

alberi Rebecca intravide una grande casa <strong>di</strong> campa-<br />

68


gna e un vasto specchio d'acqua argentata che brillava<br />

<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> essa. L'insegna intagliata nel legno <strong>di</strong>ceva:<br />

Lakeland Lodge.<br />

Rebecca rimase senza respiro. «Che bella»<br />

mormorò. «E che giar<strong>di</strong>ni magnifici.»<br />

Damon sorrise. «Sapevo che ti sarebbe piaciuta.»<br />

Dopo un istante accettò il braccio che lui le porgeva<br />

e si <strong>di</strong>ressero al ristorante, dove Damon venne<br />

salutato con entusiasmo.<br />

«Come hai scoperto questo posto?» chiese Rebecca,<br />

dopo aver stu<strong>di</strong>ato il menu. «Non lo conoscevo.»<br />

«Questo sì che è un complimento. Non credevo<br />

che ci fosse un posto ad Auckland che tu non conoscessi.»<br />

E accennò un leggero sorriso. Prima che<br />

Rebecca potesse replicare arrivarono gli antipasti a<br />

base <strong>di</strong> pesce e tra <strong>di</strong> loro scese un silenzio d'intesa.<br />

«L'antipasto era <strong>di</strong>vino.» Rebecca posò la forchetta<br />

e, dopo un profondo sospiro, decise <strong>di</strong> indagare<br />

sul motivo della loro vis<strong>it</strong>a in quel luogo. «Di<br />

cosa mi volevi parlare?»<br />

Gli occhi <strong>di</strong> Damon si fecero seri e le sue labbra<br />

<strong>di</strong>vennero sottili. Rebecca fu travolta dall'apprensione.<br />

Sperò che non si trattasse <strong>di</strong> quello che temeva.<br />

Forse sospettava...?<br />

Aveva cap<strong>it</strong>o qualcosa? No, non poteva essere.<br />

Altrimenti avrebbe dato qualche segno. Ma la serietà<br />

della sua espressione preoccupava Rebecca ogni<br />

secondo <strong>di</strong> più.<br />

Solo quando i nervi <strong>di</strong> lei stavano per crollare,<br />

Damon sospirò.<br />

«È qualcosa che non voglio ammettere. Qualcosa<br />

contro cui ho lottato per troppo tempo.» Il pallore<br />

sul suo viso la spaventò.<br />

69


«Di che cosa si tratta?» chiese lei in fretta. «Forza,<br />

sputa il rospo. Non può essere così grave... Sei<br />

malato?»<br />

«No, no, niente <strong>di</strong> grave. Ti voglio, Rebecca.»<br />

Pronunciò quelle parole senza riflettere e le sue<br />

guance si tinsero <strong>di</strong> rosso.<br />

Rebecca si sentì tremare le ginocchia al vedere la<br />

pura emozione che infiammava gli occhi <strong>di</strong> lui. Ma<br />

fu solo una frazione <strong>di</strong> secondo e Damon tornò a<br />

indossare la sua maschera.<br />

«Cosa hai detto?» sussurrò lei, mentre il silenzio<br />

<strong>di</strong>ventava sempre più insopportabile.<br />

«Voglio fare l'amore con te.» La sua voce era<br />

piatta, come se parlasse <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> poca importanza.<br />

Eppure lei aveva visto quel lampo d'emozione nei<br />

suoi occhi e sulle guance.<br />

Rimase sbalor<strong>di</strong>ta. «Non puoi.»<br />

«Io sono un uomo e tu sei una donna. Perché<br />

no?»<br />

Allargando le braccia, lei scosse il capo <strong>di</strong>sperata.<br />

«Non possiamo.»<br />

«Perché?» la sfidò lui. E non credere <strong>di</strong> riuscire<br />

a trovare un motivo a cui io non abbia già pensato.<br />

«Ma...» Cosa avrebbe dovuto <strong>di</strong>re? L'aveva colta<br />

così alla sprovvista. «Non ti piaccio neanche.»<br />

Lui la guardò dr<strong>it</strong>to negli occhi. «Hai ragione,<br />

pensavo che fosse così.»<br />

Lei es<strong>it</strong>ò. La sua onestà la punse sul vivo. «E allora<br />

come puoi anche solo pensare <strong>di</strong> venire a letto<br />

con me?» Che confusione! Eppure, da qualche parte,<br />

giù nel profondo, sentiva nascere una sorta <strong>di</strong><br />

ecc<strong>it</strong>azione.<br />

Damon la desiderava.<br />

70


«Sto cominciando ad accettare che ci deve essere<br />

qualcosa <strong>di</strong> te che mi piace, se ti desidero.» Un leggero<br />

sorriso illuminò i suoi occhi.<br />

Il senso dell'oltraggio sost<strong>it</strong>uì l'euforia. «Be', allora<br />

dovrai tenerti il tuo desiderio, perché tra <strong>di</strong> noi<br />

non succederà proprio niente. Non può.» Era davvero<br />

convinto che lei fosse così <strong>di</strong>sperata?<br />

Probabilmente sì.<br />

E aveva ragione. Perché non aveva nessun orgoglio<br />

quando si trattava <strong>di</strong> Damon Asteriades. Bastava<br />

che lui schioccasse le <strong>di</strong>ta e lei accorreva. Un esempio<br />

era la sua presenza ad Auckland. E al ristorante.<br />

Sapeva che era una pessima idea passare del<br />

tempo con lui, ma questo l'aveva fermata dall'accettare<br />

l'inv<strong>it</strong>o?<br />

No, naturalmente no.<br />

«Rebecca, smetti <strong>di</strong> opporre resistenza. Ti voglio<br />

e ti avrò... prima lo accetti, meglio è.»<br />

Quanto era arrogante! «Non credo. Sono già stata<br />

all'inferno a causa tua e non ho voglia <strong>di</strong> tornarci.»<br />

Lui sbuffò. «Ti stai sbagliando, koukla. Sei tu che<br />

mi hai quasi mandato tra i dannati. Hai fatto tutto<br />

quello che hai potuto per portare scompiglio nella<br />

mia v<strong>it</strong>a. Non significavo niente per te, solo una<br />

sfida.»<br />

Tu significavi tutto per me. Eri il mio mondo, il<br />

mio universo e non ti importava niente <strong>di</strong> me! Ma<br />

non lo <strong>di</strong>sse ad alta voce. Invece scrollò il capo e<br />

rise incredula. «Non ho intenzione <strong>di</strong> cascarci.»<br />

Cosa avrebbe dovuto <strong>di</strong>re o pensare? L'uomo che<br />

risvegliava in lei le emozioni più profonde la voleva.<br />

Ma ne era tremendamente infasti<strong>di</strong>to.<br />

Avrebbe dovuto essere stupida per accettare le<br />

sue con<strong>di</strong>zioni.<br />

71


La tentazione, però, era forte.<br />

Dannazione!<br />

Rifiutarlo sarebbe stata la cosa più <strong>di</strong>fficile che<br />

avesse mai fatto. Si guardò attorno, cercando le parole<br />

che lo avrebbero allontanato per sempre.<br />

Lui si allungò sul tavolo e posò la sua mano su<br />

quella <strong>di</strong> Rebecca. «Servirebbe a qualcosa se ti <strong>di</strong>cessi<br />

che negli ultimi due giorni la mia ammirazione<br />

per te è aumentata immensamente? Che ho visto<br />

una parte <strong>di</strong> te così premurosa che non sapevo esistesse?<br />

Che sto cominciando a pensare <strong>di</strong> averti<br />

giu<strong>di</strong>cato troppo duramente a volte e che questo mi<br />

<strong>di</strong>spiace?»<br />

Gli occhi <strong>di</strong> Damon mostrarono un calore che<br />

non aveva mai visto prima. La sua mano racchiusa<br />

in quella <strong>di</strong> lui le sembrava al sicuro, protetta.<br />

Oh, Signore!<br />

«Stai cominciando a piacermi parecchio, davvero.<br />

E vorrei conoscerti meglio, molto meglio.»<br />

Una timida gioia l'assalì. Rebecca girò la mano<br />

verso l'alto e intrecciò le sue <strong>di</strong>ta con quelle <strong>di</strong> lui.<br />

«Sì» <strong>di</strong>sse lentamente. «Penso che potrebbe.» Si<br />

sentì per metà sollevata e per metà frustrata quando<br />

la cameriera interruppe quel momento con i primi<br />

piatti.<br />

Passarono il resto del pranzo a parlare degli interessi<br />

comuni, senza alludere alla bomba lanciata da<br />

Damon, ma con quella consapevolezza sottintesa<br />

<strong>di</strong>etro a ogni sguardo, a ogni scambio.<br />

Lui la faceva sentire come un'adolescente al primo<br />

appuntamento e lei doveva fermarlo al più presto.<br />

Rebecca posò la forchetta facendola tintinnare,<br />

72


guardandosi attorno per ev<strong>it</strong>are gli occhi <strong>di</strong> Damon.<br />

Le finestre erano coperte da pesanti tende blu con<br />

fiori stampati, che si sposavano perfettamente con il<br />

giar<strong>di</strong>no. In un angolo c'era un pianoforte e alle pareti<br />

erano appesi <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> scene campestri. Il soff<strong>it</strong>to<br />

alto conferiva un senso <strong>di</strong> leggerezza e arios<strong>it</strong>à al<br />

posto.<br />

«Sai» esordì lei improvvisamente, «questo posto<br />

sarebbe perfetto per il matrimonio.»<br />

Damon si guardò attorno e poi posò <strong>di</strong> nuovo gli<br />

occhi su Rebecca. «Forse hai ragione.»<br />

Cercò <strong>di</strong> ignorare l'attrazione eserc<strong>it</strong>ata da lui.<br />

«Niente forse. È perfetto!» Rebecca si convinse<br />

sempre <strong>di</strong> più. «Significherebbe avere meno inv<strong>it</strong>ati<br />

<strong>di</strong> quelli che ha in mente tua madre, ma potrebbe<br />

funzionare. Demetra ne sarebbe estasiata.»<br />

Si girò verso Damon. Nell'attimo in cui i loro<br />

sguar<strong>di</strong> si incrociarono, la loro consapevolezza reciproca<br />

aumentò. Lui sorrise lentamente, facendole<br />

battere il cuore a mille. «Ora capisco perché eri così<br />

brava nel tuo lavoro. Sei un asso quando si tratta <strong>di</strong><br />

associare le persone ai posti. Tu dove vorresti sposarti?»<br />

«Questo posto non lo conoscevo, devo ringraziare<br />

te.»<br />

«Ho barato. È aperto solo da un paio d'anni, prima<br />

era una villa privata. Ora raccontami del tuo matrimonio<br />

ideale. Hai sempre organizzato perfettamente<br />

quelli degli altri. Per te cosa sogni?»<br />

Rebecca rise. «Ho perso l'occasione. Io e Aaron<br />

ci siamo sposati civilmente, niente <strong>di</strong> speciale.» Aaron<br />

l'aveva voluta sposare sub<strong>it</strong>o, appena aveva detto<br />

sì.<br />

«Va bene, allora usa la fantasia. Dimmi cosa a-<br />

73


vresti voluto per le tue nozze se avessi potuto scegliere.»<br />

«Il mio matrimonio ideale... Be', per cominciare<br />

non vorrei tutto questo.» In<strong>di</strong>cò i finestroni alti e i<br />

ricchi decori della tenuta <strong>di</strong> campagna. «Vorrei<br />

qualcosa <strong>di</strong> semplice, una cerimonia raccolta e poi<br />

un po' <strong>di</strong> tempo da passare con l'uomo che ho<br />

sposato, l'uomo che amo.» Lo guardò velocemente.<br />

«Troppo spesso i matrimoni sono occasioni <strong>di</strong> stress<br />

per la sposa. Io vorrei un po' <strong>di</strong> tempo da trascorrere<br />

con mio mar<strong>it</strong>o, per riflettere sull'importanza delle<br />

promesse fatte, promesse che vorrei che durassero<br />

in eterno.»<br />

Si accorse <strong>di</strong> averlo sorpreso con il suo <strong>di</strong>scorso<br />

accorato. Lui la guardava sbigott<strong>it</strong>o. Per alleggerire<br />

l'atmosfera, lei rise scrollando le spalle.<br />

«È solo una fantasia, io non mi risposerò mai.»<br />

«Perché no?» Aggrottò le sopracciglia.<br />

«Sono già stata sposata.»<br />

«È un buon motivo per non sposarsi più?»<br />

Non aveva voglia <strong>di</strong> parlare del suo matrimonio.<br />

Non con Damon. Scosse ancora le spalle. «Allora,<br />

che altro motivo c'è? I figli, immagino. Io ho già<br />

T.J.»<br />

«Non è l'unico motivo per cui la gente si sposa.<br />

Ci sono altre cose come la compagnia, la comprensione,<br />

l'amore...»<br />

«Oh, non <strong>di</strong>rmi che cre<strong>di</strong> a tutte quelle favole,<br />

Damon!» l'interruppe Rebecca con un sorriso tagliente.<br />

«Questo è il motivo per cui Savvas e Demetra si<br />

sposano.» Si accomodò contro lo schienale della<br />

se<strong>di</strong>a, mescolando il caffè.<br />

«Sì, ma non sono come noi. Noi siamo realisti.<br />

74


Sappiamo come si sta al mondo. Il matrimonio è un<br />

accordo finanziario, lo scambio <strong>di</strong> benessere con<br />

fedeltà, la promessa dei figli, non cre<strong>di</strong>?» La feriva<br />

fare l'avvocato del <strong>di</strong>avolo, ma era ciò in cui Damon<br />

credeva.<br />

«Perbacco, come sei cinica.» Lui la squadrò. «Ma<br />

anche se è questo che pensi, c'è ancora il sesso.<br />

Questo è un altro motivo per cui persone come me e<br />

te si sposano.»<br />

«Il sesso?» Bastò quella parola per farle battere il<br />

cuore all'impazzata e farle rallentare il respiro.<br />

«Sì, il sesso più sfrenato. Un corpo che sfrega un<br />

altro corpo...»<br />

«Ah, quel tipo <strong>di</strong> sesso» interruppe lei con un gesto<br />

sdegnoso della mano. «Ma, Damon, non c'è bisogno<br />

che mi sposi per questo, mi basta avere un<br />

amante.»<br />

Damon si irrigidì.<br />

«E ci sono stati molti amanti nella tua v<strong>it</strong>a?»<br />

Se solo avesse saputo!<br />

Rebecca batté le ciglia. «Non parlo mai delle mie<br />

storie.»<br />

«No, certo che non lo fai!» Pronunciò quelle parole<br />

con scetticismo. «Ma ne hai avute?»<br />

«Oh, sì che ne ho avute» rispose lei senza fiato.<br />

Improvvisamente lui le andò accanto e si sporse<br />

per schioccarle un bacio sulle labbra.<br />

E lei si sentì andare in fiamme.<br />

Non fu un bacio delicato, ma un bacio che ardeva<br />

<strong>di</strong> rabbia, <strong>di</strong>sperazione e bisogno.<br />

Quando infine Damon si staccò, aggiunse: «Oh,<br />

sì, devi averne avuti <strong>di</strong> amanti. E forse sarebbe ora<br />

<strong>di</strong> averne un altro».<br />

«Forse» ribatté lei, sostenendo coraggiosamente<br />

75


il suo sguardo. «Devo cominciare a guardarmi attorno.»<br />

«Oh, no!» Damon scrollò la testa, con un sorriso<br />

predatorio. «No, koukla, non guarderai più in là <strong>di</strong><br />

me. Il tuo amante sarò io.»<br />

76


Cap<strong>it</strong>olo<br />

6<br />

ALCUNE ORE PIÙ tar<strong>di</strong> Rebecca non poteva ancora<br />

credere <strong>di</strong> non aver mandato Damon al <strong>di</strong>avolo.<br />

Sulla via del r<strong>it</strong>orno era sprofondata nel se<strong>di</strong>le in<br />

pelle e aveva chiuso gli occhi. Ogni tanto sentiva lo<br />

sguardo <strong>di</strong> Damon posato su <strong>di</strong> sé, ma lui non parlava.<br />

Una consapevolezza opprimente riempiva la<br />

Mercedes.<br />

Non appena la macchina entrò nel vialetto della<br />

tenuta degli Asteriades, Rebecca si rialzò sul se<strong>di</strong>le,<br />

sussurrò un grazie e, prima che si fossero fermati,<br />

scese frettolosamente dall'auto. Raggiunta velocemente<br />

la sua stanza, passò le due ore successive, fino<br />

all'arrivo <strong>di</strong> Demetra e T.J., a fare elenchi <strong>di</strong> cosa<br />

sarebbe serv<strong>it</strong>o per il matrimonio, telefonate per i<br />

vest<strong>it</strong>i degli sposi, per i fiori, per il ricevimento:<br />

qualsiasi cosa che non la facesse pensare alla proposta<br />

oltraggiosa <strong>di</strong> Damon e la tenesse lontana da<br />

lui il più possibile.<br />

Il tuo amante sarò io.<br />

Quell'affermazione arrogante le ronzò nelle orecchie<br />

fino a sera, mentre aiutava T.J. a fare il bagno.<br />

Era quasi delusa che Damon non l'avesse segu<strong>it</strong>a,<br />

per scoprire dove si era nascosta tutto il pomerig-<br />

77


gio. Si stava prendendo gioco <strong>di</strong> lei? Perché non l'aveva<br />

cercata? E perché aveva fatto quella <strong>di</strong>chiarazione<br />

appassionata?<br />

Lui la o<strong>di</strong>ava. Ma aveva detto che i suoi sentimenti<br />

per lei stavano cambiando.<br />

Rebecca chiuse gli occhi per allontanare la confusione<br />

che le vorticava in testa. Senza fine. Quando<br />

li riaprì, T.J. la fissava con in mano una spugna<br />

insaponata. Lei l'afferrò e cominciò a lavarlo.<br />

«Mamma.» La vocina <strong>di</strong> T.J. interruppe i suoi<br />

pensieri. «Demetra prenderà un pesce grosso grosso<br />

con la pelle liscia liscia a T.J.»<br />

«Con le squame.» Rebecca lo corresse senza pensarci.<br />

T.J. era tornato dalla giornata passata con<br />

Demetra felice, stanco e coperto <strong>di</strong> fango. E non<br />

aveva sent<strong>it</strong>o per niente la sua mancanza.<br />

Dopo un attimo la sua mente tornò a quel labirinto<br />

da cui non riusciva a <strong>di</strong>stricarsi.<br />

Damon aveva detto che voleva essere il suo amante.<br />

Perché?<br />

Certo, i brivi<strong>di</strong> che le increspavano la pelle glielo<br />

rivelavano. Chimica. Questa cosa tra <strong>di</strong> loro che<br />

non si sarebbe mai placata a patto che non venisse<br />

sod<strong>di</strong>sfatta. Trovarla interessante, volerla conoscere<br />

meglio erano solo parole.<br />

Parole per riuscire a portarsela a letto. In qualche<br />

modo lui aveva compreso quello che lei desiderava<br />

più <strong>di</strong> ogni altra cosa al mondo: il suo rispetto, la<br />

sua ammirazione... piacergli.<br />

Patetico.<br />

Cosa <strong>di</strong>avolo avrebbe fatto?<br />

«Abbiamo dato da mangiare alle anatre nel parco.<br />

Avevano tanta fame.»<br />

Erano bastati un paio <strong>di</strong> giorni per far sentire a<br />

78


suo agio il bambino all'interno della famiglia <strong>di</strong> Damon.<br />

Sarebbe stato <strong>di</strong>fficile riportarlo a casa.<br />

«Mamma, facciamo un laghetto in giar<strong>di</strong>no? E<br />

compriamo tanti pesci? E le anatre? Ti preeego!»<br />

«Vedremo.» Rebecca cercò <strong>di</strong> sorridere. Forse un<br />

laghetto l'avrebbe aiutato a staccarsi da lì. T.J. era<br />

nell'età in cui l'acqua rappresenta un fascino particolare.<br />

Entro un paio d'anni avrebbe desiderato una<br />

canna da pesca. E un padre che lo portasse a pescare.<br />

Rebecca sospirò e appese l'asciugamano. Quando<br />

si girò vide T.J. col pigiama al contrario e si avvicinò<br />

per aiutarlo.<br />

«No, faccio io, mamma» ribatté T.J. con la determinazione<br />

dei suoi tre anni.<br />

Lei scosse il capo. Il suo bambino stava crescendo,<br />

troppo velocemente e senza una figura paterna<br />

che lo guidasse. Ma aveva lei e non aveva bisogno<br />

<strong>di</strong> nessun altro. E, come aveva detto a Damon, lei<br />

non aveva nessun motivo per sposarsi. Specialmente<br />

non per il sesso.<br />

E non sarebbe <strong>di</strong>ventata l'amante <strong>di</strong> Damon.<br />

Il fine settimana passò molto velocemente. Il sabato<br />

Rebecca accompagnò T.J. in sala da pranzo e<br />

notò che Damon aveva abbandonato gli ab<strong>it</strong>i eleganti<br />

e indossava un paio <strong>di</strong> jeans e una maglietta <strong>di</strong><br />

Ralph Lauren bianca, sotto un sorriso smagliante<br />

tutto per lei.<br />

Il suo stomaco cominciò ad andare in subbuglio.<br />

«Lunedì devo andare a Los Angeles per lavoro e<br />

ho pensato che oggi potremmo fare un picnic. Jane<br />

ha già preparato un sacco <strong>di</strong> squis<strong>it</strong>ezze.»<br />

«T.J. l'adorerà» ribatté Rebecca, chiedendosi perché<br />

Damon lo facesse.<br />

79


«Picnic, picnic» canticchiò T.J., saltando su e<br />

giù.<br />

Passarono la giornata a Goat Island, una riserva<br />

marina a un'ora <strong>di</strong> macchina da Auckland.<br />

«È incre<strong>di</strong>bile pensare che la c<strong>it</strong>tà sia così vicina»<br />

commentò Rebecca, mentre l'acqua del mare le bagnava<br />

i pie<strong>di</strong> e T.J. giocava con le onde.<br />

A mezzogiorno mangiarono il cibo delizioso preparato<br />

da Jane, dopo<strong>di</strong>ché Rebecca si stese su un<br />

asciugamano, a guardare Damon e T.J. che facevano<br />

i castelli <strong>di</strong> sabbia. T.J. sprizzava gioia, mentre<br />

Damon... le toglieva il respiro. Da <strong>di</strong>etro gli occhiali<br />

scuri poteva ammirare i suoi pettorali e non poté<br />

negare che quella visione aveva un effetto <strong>di</strong>rompente<br />

su <strong>di</strong> lei.<br />

Alla fine dovette ammettere la ver<strong>it</strong>à: lo voleva.<br />

Spostò lo sguardo sulle onde e cercò <strong>di</strong> ricordare a<br />

se stessa quanto Damon fosse dannatamente pericoloso.<br />

Aveva già ceduto alla sua attrazione una volta,<br />

perché adesso avrebbe dovuto essere <strong>di</strong>verso?<br />

Quella sera, dopo aver messo a letto T.J., passarono<br />

a trovare Soula, lasciando il piccolo alle cure<br />

<strong>di</strong> Savvas e Demetra. Soula notò l'eleganza <strong>di</strong> Rebecca<br />

e chiese: «State uscendo?».<br />

«Abbiamo una prenotazione allo Shipwrecks. Ho<br />

promesso a Rebecca una cena <strong>di</strong> pesce stasera...»<br />

«Oggi abbiamo portato T.J. a Goat Island» precisò<br />

in fretta Rebecca, prima che Soula potesse fraintendere.<br />

«Io mi sono lamentata del fatto che non<br />

fosse possibile pescare nella riserva, allora Damon<br />

ha insist<strong>it</strong>o per portarmi fuori a cena.»<br />

«Capisco.» Soula fece un sorriso enigmatico.<br />

80<br />

La cena finì fin troppo in fretta. Damon si rivelò


un'ottima compagnia e Rebecca dovette ricordare a<br />

se stessa più volte che non aveva alcuna intenzione<br />

<strong>di</strong> lasciarsi incantare da lui. Nonostante ciò voleva<br />

che quella sera non finisse mai. Ma sapeva che non<br />

sarebbe stato così e sospettava <strong>di</strong> sapere come lui<br />

avrebbe voluto che terminasse. Per questo rimase<br />

un po' sconcertata quando lui le <strong>di</strong>ede la buonanotte<br />

davanti alla sua stanza, senza neanche accarezzarle<br />

la guancia con un bacio.<br />

La domenica mattina era ancora lì ad attenderli,<br />

questa volta per una vis<strong>it</strong>a allo zoo. T.J. era fuori <strong>di</strong><br />

sé per l'ecc<strong>it</strong>azione: con gli occhi spalancati ammirava<br />

i leoni, gli elefanti, i rinoceronti. Rebecca invece<br />

passò la giornata a cercare <strong>di</strong> togliere gli occhi<br />

<strong>di</strong> dosso da Damon. Lui sembrò non rendersi conto<br />

dell'ag<strong>it</strong>azione che stava aumentando in lei, mentre<br />

scherzava con T.J.<br />

Quella sera, dopo che il bambino si fu addormentato,<br />

stanco e cotto dal sole, Rebecca non poté fare a<br />

meno <strong>di</strong> chiedersi come si sarebbe evoluta la cosa...<br />

e cosa fosse successo alla <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> Damon<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare il suo amante.<br />

Dopo un frenetico lunedì passato a scortare Demetra<br />

da uno stilista all'altro, Rebecca si stupì <strong>di</strong><br />

trovare Damon a cena la sera. Demetra stava facendo<br />

a Savvas e Damon un resoconto sulla giornata.<br />

«È tutta colpa tua» l'accusò Demetra, con gli occhi<br />

scintillanti.<br />

«Ammettilo... Ti sei <strong>di</strong>vert<strong>it</strong>a.» Rebecca si sedette<br />

tra Savvas e Damon. T.J. era già a letto.<br />

«Più <strong>di</strong> quanto non avrei mai creduto» ammise<br />

lei. «Sapevi cosa mi sarebbe piaciuto.»<br />

«È il mio lavoro.» Quin<strong>di</strong>, rivolta a Damon, ag-<br />

81


giunse: «Pensavo che dovessi partire». E abbassò lo<br />

sguardo, come a farla sembrare una domanda <strong>di</strong>sinteressata.<br />

«Doveva andare negli Stati Un<strong>it</strong>i» rispose Savvas.<br />

«Ma ha rimandato. Non riesco a capire cosa ci<br />

sia <strong>di</strong> così importante ad Auckland da trattenerti<br />

qui.»<br />

«La settimana prossima.» Damon tagliò corto.<br />

«Andrò la settimana prossima. Non ti preoccupare.»<br />

Rebecca lo guardò <strong>di</strong>sinvolta e si sentì gelare. Lui<br />

la stava fissando con gli occhi in fiamme. Si sentì<br />

mancare il respiro e il cuore iniziò a battere forte.<br />

Aveva cap<strong>it</strong>o.<br />

Era lei il motivo per cui aveva rimandato il viaggio.<br />

Ma allora perché non aveva fatto nessuna mossa<br />

nei suoi confronti? Perché quelle g<strong>it</strong>e con T.J. per<br />

tutto il fine settimana, se quello che voleva era solo<br />

sesso?<br />

Anche con il passare dei giorni, tuttavia, le intenzioni<br />

<strong>di</strong> Damon non <strong>di</strong>vennero più chiare. Ogni sera<br />

tornava a casa, giocava un po' con lei, T.J. e Demetra,<br />

dopo<strong>di</strong>ché la portava fuori. Era premuroso, <strong>di</strong>vertente<br />

e affascinante, tutta un'altra cosa rispetto<br />

all'uomo cr<strong>it</strong>ico e ostile del passato. Rebecca stava<br />

scoprendo un lato <strong>di</strong> lui che non conosceva.<br />

Era questo quello che aveva sempre desiderato:<br />

piacere a Damon. Per se stessa.<br />

Così gli avrebbe potuto <strong>di</strong>re la ver<strong>it</strong>à e lui avrebbe<br />

cap<strong>it</strong>o che lei aveva fatto quello che aveva fatto<br />

con le migliori intenzioni. Ma l'uomo che la fissava<br />

irra<strong>di</strong>ava fiducia in se stesso, forza e troppo, troppo<br />

sex appeal. Quegli occhi azzurri la scottavano dentro.<br />

Ancora pochi giorni, si <strong>di</strong>sse, e glielo avrebbe<br />

82


detto. Pochi giorni preziosi in cui fare tesoro <strong>di</strong><br />

quell'affin<strong>it</strong>à tra <strong>di</strong> loro.<br />

Perché sapeva che non sarebbe durata.<br />

Venerdì sera Rebecca era pronta a crollare. Era<br />

stata una settimana molto impegnativa ed era riusc<strong>it</strong>a<br />

a organizzare buona parte del matrimonio. Ma<br />

quello che l'ag<strong>it</strong>ava non erano le nozze, quanto Damon.<br />

Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> qualche tocco casuale, non l'aveva<br />

mai sfiorata intenzionalmente né baciata e ciò la<br />

stava facendo impazzire.<br />

Era confusa.<br />

E sospettava che lui lo avesse cap<strong>it</strong>o.<br />

Si sarebbero trovati alle sette in terrazza per un<br />

drink. Lei aveva <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> chiedergli cosa avrebbero<br />

fatto quella sera. E anche <strong>di</strong> chiedere a<br />

Demetra e Savvas se si sarebbero potuti prendere<br />

cura <strong>di</strong> T.J. Ma naturalmente Damon aveva tutto<br />

sotto controllo. Come il resto nella sua v<strong>it</strong>a, lei<br />

compresa.<br />

Rebecca tuttavia non era sicura <strong>di</strong> poter tollerare<br />

un'altra usc<strong>it</strong>a con l'accompagnatore ideale... e lasciare<br />

<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé tutte le incertezze e i desideri.<br />

Alle sette in punto Rebecca salì in terrazza.<br />

Damon sentì una stretta dentro <strong>di</strong> sé quando la<br />

vide fermarsi sulla soglia, prima <strong>di</strong> procedere. Un<br />

paio <strong>di</strong> pantaloni neri <strong>di</strong> un tessuto leggero avvolgevano<br />

le sue gambe e i sandali dal tacco alto la facevano<br />

sembrare slanciata, snella e incre<strong>di</strong>bilmente<br />

sexy. Lo sguardo <strong>di</strong> lui si alzò ad ammirare la camicia<br />

attillata color pavone, sbottonata sul davanti,<br />

dove un ciondolo <strong>di</strong> opale blu incastonato in oro<br />

pendeva sulla sua pelle chiara. Le sopracciglia <strong>di</strong> lui<br />

83


si contrassero alla vista <strong>di</strong> quel ciondolo costoso.<br />

Presto sarebbe stata sua. E avrebbe indossato solo<br />

gioielli comprati da lui e non fronzoli ricevuti da<br />

altri uomini.<br />

Allontanò quel primo segnale <strong>di</strong> gelosia e tornò a<br />

guardarla in faccia. «Una donna puntuale» notò lui.<br />

«Una perla senza prezzo.»<br />

Lei si sentì scombussolata. Quin<strong>di</strong> sfoggiò il suo<br />

lento sorriso sexy e Damon si sentì ribollire e <strong>di</strong>menticò<br />

l'opale e l'uomo che l'aveva acquistato per<br />

lei.<br />

«Le vecchie ab<strong>it</strong>u<strong>di</strong>ni sono dure a morire» ribatté<br />

lei, sedendosi e prendendo il bicchiere <strong>di</strong> vino dalle<br />

mani <strong>di</strong> lui con un sorriso <strong>di</strong> ringraziamento.<br />

«Sì, ora mi ricordo. Hai sempre avuto la reputazione<br />

<strong>di</strong> una professionista impeccabile negli affari.»<br />

Damon aggrottò le sopracciglia. La sua reputazione<br />

per quanto riguardava la v<strong>it</strong>a privata era ben<br />

<strong>di</strong>versa.<br />

Un'ombra cadde sul viso <strong>di</strong> lei.<br />

«A cosa stai pensando?» Lui non riusciva a liberarsi<br />

dalla tentazione <strong>di</strong> frugare tra i suoi pensieri.<br />

«Niente» rispose lei, toccando l'opale.<br />

«Dimmi.»<br />

Lei sospirò. «È stato Aaron a inculcare in me<br />

l'importanza <strong>di</strong> essere puntuali. Il tuo commento mi<br />

ha fatto pensare a quante cose lui mi abbia insegnato.»<br />

Damon cercò <strong>di</strong> non guardare il ciondolo. Non<br />

voleva pensare né al mar<strong>it</strong>o <strong>di</strong> lei, né a Felic<strong>it</strong>y. Non<br />

voleva che il passato interferisse con il presente.<br />

Voleva solo godersi la serata e quella donna affascinante.<br />

La sua donna. Da quella sera.<br />

84


Finché non si fosse stancato <strong>di</strong> lei.<br />

E sapeva che sarebbe successo. Non poteva andare<br />

<strong>di</strong>versamente.<br />

Accostò la se<strong>di</strong>a e cambiò argomento. «Cosa ne<br />

pensi del vino?»<br />

Rebecca si portò il bicchiere alle labbra. «Mmh...<br />

Burroso... come dovrebbe essere un buon Chardonnay.»<br />

Tenne il bicchiere alzato, contro gli ultimi<br />

raggi <strong>di</strong> sole della sera. «Ha anche un bel colore.»<br />

Ne bevve un altro sorso. «Rinfrescante. C'è un accenno<br />

<strong>di</strong> qualcos'altro... qualcosa <strong>di</strong> leggermente<br />

dolce.»<br />

«Melone? Ananas?» Damon si <strong>di</strong>vertì a schernirla.<br />

Lei lo guardò facendo una smorfia. «Miele, credo.»<br />

«Miele?»<br />

Il miele ricordò a Damon quel bacio troppo veloce<br />

che si erano scambiati a pranzo qualche giorno<br />

prima. Rebecca sapeva <strong>di</strong> miele: dolce e inv<strong>it</strong>ante.<br />

Sentì gli occhi <strong>di</strong>ventare cupi e il corpo illangui<strong>di</strong>re,<br />

mentre ricordava il desiderio che l'aveva attraversato.<br />

Rebecca si era ammutol<strong>it</strong>a, conquistata dallo<br />

stesso incanto che aveva intrappolato lui. Improvvisamente<br />

provò un brivido.<br />

«Hai freddo?» chiese lui dolcemente. Ma sapeva<br />

che non era il freddo ad averle fatto venire la pelle<br />

d'oca, bensì l'ecc<strong>it</strong>azione, proprio come era cap<strong>it</strong>ato<br />

a lui.<br />

Lei scosse il capo.<br />

«Rebecca...»<br />

«Dov'è Demetra?» l'interruppe lei. «E Savvas?»<br />

Lui si adagiò sulla se<strong>di</strong>a, sforzandosi <strong>di</strong> rilassarsi,<br />

85


<strong>di</strong> andarci piano. «Demetra voleva vedere le lucciole,<br />

allora Savvas l'ha portata a Wa<strong>it</strong>orno. Non saranno<br />

<strong>di</strong> r<strong>it</strong>orno fino a domenica pomeriggio almeno.»<br />

Sorrise lui maliziosamente. «Non dobbiamo<br />

aspettarli.»<br />

«E Johnny?»<br />

«Johnny è a cena dalla figlia. Tornerà domani.»<br />

Damon attese.<br />

Gli occhi <strong>di</strong> lei si spalancarono. «Ciò significa...»<br />

La sua voce <strong>di</strong>venne secca, smorzata.<br />

«Che siamo soli.»<br />

Lo fissò senza parole, con gli enormi occhi scuri.<br />

Lui mise una mano sopra quella <strong>di</strong> lei. Aveva le<br />

<strong>di</strong>ta ghiacciate. «L'unico è T.J.»<br />

«Sta... dormendo» balbettò lei.<br />

«Allora, sì, siamo soli.»<br />

Lei rabbrividì.<br />

Lui le accarezzò le <strong>di</strong>ta delicatamente, il polso e<br />

il braccio e poi su, fino al collo. Quin<strong>di</strong> le mise l'in<strong>di</strong>ce<br />

sotto il mento e lo sollevò.<br />

Gli occhi <strong>di</strong> lei erano <strong>di</strong>ffidenti, ma sotto quell'incertezza<br />

era celata una fiamma ardente.<br />

«Sai cosa ho intenzione <strong>di</strong> fare, vero?»<br />

Un sussurro. «Sì.»<br />

Ma a Damon bastò. Lui si chinò in avanti fino a<br />

lasciare uno spazio impercettibile tra loro. «Ho intenzione<br />

<strong>di</strong> baciarti.»<br />

Poi le sfiorò le labbra.<br />

Delicatamente.<br />

Quando Rebecca sospirò, aprendo la bocca, Damon<br />

non riuscì a resistere oltre. Con un gem<strong>it</strong>o bramoso<br />

prese possesso delle labbra <strong>di</strong> lei. Dimenticò<br />

<strong>di</strong> andarci piano, <strong>di</strong> essere paziente, <strong>di</strong> farle la corte.<br />

La sua lingua si fece strada per assaggiarne la dol-<br />

86


cezza. Come il miele, selvatico e dorato. Dimenticò<br />

tutto, mentre la furia violenta della passione lo travolgeva.<br />

La tirò a sé, sulle ginocchia.<br />

Il corpo <strong>di</strong> Rebecca era morbido, aggraziato. Damon<br />

la sentì gemere e quel gem<strong>it</strong>o lo stimolò ancora<br />

<strong>di</strong> più.<br />

E dopo un po', non seppe quanto, sollevò il capo.<br />

Le sue mani tremavano, faticò a sbottonarle la camicetta<br />

e quando ci riuscì infilò una mano e le afferrò<br />

un seno. Il respiro <strong>di</strong> lei si fece più affannoso.<br />

Lui le coprì la bocca con le labbra, le loro lingue<br />

si incontrarono, selvagge e giocose, e i corpi si cercarono,<br />

tesi l'uno contro l'altro.<br />

Il respiro <strong>di</strong> lui <strong>di</strong>venne irregolare, mentre cercava<br />

<strong>di</strong> allontanarsi da lei.<br />

Incre<strong>di</strong>bile. Il desiderio che l'aveva assal<strong>it</strong>o lo faceva<br />

sentire un ragazzino. Frettoloso. Impulsivo.<br />

Fuori controllo.<br />

«Vieni.» Lui si alzò e la prese per mano, per condurla<br />

verso la porta scorrevole.<br />

«Dove?»<br />

«Dentro fa più caldo. Sta salendo la brezza.»<br />

«Cosa...?»<br />

Gli occhi <strong>di</strong> lei erano selvaggi, accecati dalla passione.<br />

«Stanotte... <strong>di</strong>venterò il tuo amante.»<br />

Lei rimase a guardarlo a bocca aperta.<br />

«Il tuo amante, Rebecca.»<br />

«Sì.»<br />

Ecco cosa aveva atteso tanto a lungo. La sua resa.<br />

La sua cap<strong>it</strong>olazione totale. Voleva che lei lo desiderasse,<br />

perché le avrebbe fatto perdere ogni forma<br />

<strong>di</strong> controllo. Voleva vedere la donna sotto la ma-<br />

87


schera. La donna che nessuno degli altri suoi amanti<br />

aveva mai visto.<br />

«La tua pelle è così morbida.» Il suo tocco fu particolarmente<br />

dolce, mentre finiva <strong>di</strong> sbottonarle la<br />

camicetta e le passava un <strong>di</strong>to sul petto.<br />

Rebecca era <strong>di</strong>stesa sul suo letto, vest<strong>it</strong>a. Niente<br />

l'aveva preparata a questo...<br />

Il suo tocco.<br />

Come il fuoco.<br />

Si morse il labbro, lottando contro la selvaggia<br />

sensazione che l'aveva travolta.<br />

«Dimmi cosa ti piace, cosa ti ecc<strong>it</strong>a. Voglio sapere<br />

tutto <strong>di</strong> te.» Le sue mani scivolarono sotto il reggiseno<br />

<strong>di</strong> Rebecca e le accarezzarono i capezzoli.<br />

Lei smise <strong>di</strong> respirare.<br />

«Ti piace?» Il suo sguardo fu attraversato da<br />

qualcosa <strong>di</strong> simile al senso <strong>di</strong> trionfo.<br />

Lei si trattenne dall'assentire con la testa, sperando<br />

che i suoi occhi non rivelassero che quello che le<br />

stava facendo era quello che aveva sempre desiderato.<br />

Ma il suo corpo la tradì.<br />

Damon le sfilò la camicetta e le mise una mano<br />

<strong>di</strong>etro la schiena, per liberarle i seni. «Belli, così roton<strong>di</strong>,<br />

così morbi<strong>di</strong>.»<br />

La schiena <strong>di</strong> Rebecca si inarcò contro il suo volere,<br />

spingendo i seni nelle mani <strong>di</strong> lui. Damon<br />

l'ammirò come traf<strong>it</strong>to, quin<strong>di</strong> la sua testa si abbassò<br />

e la bocca si chiuse attorno a uno dei capezzoli.<br />

Rebecca provò una sensazione che non aveva mai<br />

provato prima. Sentì un frem<strong>it</strong>o all'addome, tra le<br />

gambe, quasi come se stesse andando a fuoco.<br />

Lui sollevò la testa e l'espressione sul suo viso le<br />

88


fece seccare la bocca. Il desiderio gli trasformò i lineamenti<br />

in una maschera pagana. I suoi occhi luccicarono<br />

e la sua bocca si addolcì per la passione.<br />

Tutta la sua attenzione era de<strong>di</strong>cata a lei.<br />

Solo a lei.<br />

Quello era l'uomo che aveva sempre desiderato.<br />

Ruotò le anche e lui sembrò capire esattamente<br />

cosa volesse, perché si spostò fino a esserle sopra,<br />

con tutta la sua forza e il suo erotismo.<br />

Lei si sporse in avanti, baciandogli avidamente<br />

una guancia, seguendo la linea della mascella fino a<br />

strofinare il naso <strong>di</strong>etro il suo orecchio. Lo sentì<br />

gemere e aprì le labbra contro il suo collo. Aveva<br />

un sapore salato, maschile. Lo leccò, desiderando<br />

assaggiare <strong>di</strong> più.<br />

Il corpo forte e possente <strong>di</strong> lui si muoveva a tratti<br />

contro quello <strong>di</strong> lei.<br />

In un attimo i pantaloni <strong>di</strong> entrambi sparirono e le<br />

loro gambe si r<strong>it</strong>rovarono attorcigliate.<br />

«Mi ecc<strong>it</strong>i da morire!»<br />

Lei non parlò. E oscillò semplicemente il bacino<br />

contro <strong>di</strong> lui, per cercare <strong>di</strong> avvicinarsi sempre <strong>di</strong><br />

più.<br />

«Mi vuoi, non è vero?»<br />

Quel tono insistente la fece tornare brevemente<br />

alla realtà. Aprendo gli occhi vide il viso <strong>di</strong> lui proprio<br />

sopra il suo, con gli occhi blu che la fissavano.<br />

«Dimmelo, Rebecca! Dimmi che mi vuoi.»<br />

«Ti voglio...»<br />

«Di più. Dimmi <strong>di</strong> più.»<br />

Di più? Rebecca si scosse. Cosa voleva?<br />

Il viso <strong>di</strong> lui era teso, il sudore gli scendeva sugli<br />

zigomi. Non c'era nessun segno <strong>di</strong> dolcezza. Niente!<br />

Damon non aspettava altro che lei gli <strong>di</strong>cesse che<br />

89


lo amava. Era così? Poteva esporsi così tanto con<br />

lui?<br />

«Dio, che effetto che hai su <strong>di</strong> me! Perché, dannazione?<br />

Perché tu?» gridò lui in preda all'estasi e<br />

all'agonia. E mostrò una vulnerabil<strong>it</strong>à che non le<br />

aveva mai mostrato prima. Una vulnerabil<strong>it</strong>à che lei<br />

sapeva che si sarebbe pent<strong>it</strong>o <strong>di</strong> aver mostrato.<br />

Improvvisamente Rebecca capì cosa voleva. Passandogli<br />

il braccio sotto il collo, lo trasse a sé. «Anch'io<br />

ti voglio, Damon, più <strong>di</strong> quanto abbia mai desiderato<br />

qualcuno» sussurrò.<br />

«Di più?»<br />

«Molto, molto <strong>di</strong> più» confermò lei, stringendolo<br />

forte a sé.<br />

Lui sospirò e la penetrò.<br />

Rebecca emise un grido.<br />

Disse a se stessa che era interessato a lei. Non si<br />

sarebbe comportato così altrimenti. Non sarebbe<br />

stato così importante per lui possederla se non avesse<br />

tenuto a lei.<br />

Damon iniziò a muoversi. Lei lo assecondò, cercando<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un tutt'uno con lui.<br />

Lui abbassò il torso, sfiorandole i seni fino a farla<br />

gridare ancora. Rebecca si morse con forza il labbro<br />

inferiore, consapevole dell'ecc<strong>it</strong>azione che aumentava<br />

in lei.<br />

La pressione nel punto in cui i loro corpi si univano<br />

crebbe sempre <strong>di</strong> più e insieme a questa il calore.<br />

Lei non riuscì più a resistere. Si aggrappò a<br />

lui, sentendolo ansimare e tremare.<br />

«Non riesco a trattenermi» esclamò Damon senza<br />

fiato.<br />

«Vieni» sussurrò lei. «Vieni con me. Con me.<br />

Sempre.»<br />

90


Lui aprì gli occhi e Rebecca vi lesse confusione.<br />

Si mosse, lenta e sinuosa, e la confusione svanì.<br />

C'era passione e calore in quel blu profondo... e<br />

qualcosa <strong>di</strong> insondabile.<br />

Ma a quel punto tutti i pensieri razionali svanirono<br />

e gli spasmi dell'orgasmo la squassarono, regalandole<br />

un momento <strong>di</strong> piacere così puro da fare<br />

quasi male.<br />

Alla fine si appisolarono l'uno avvinghiato all'altro.<br />

Quando lei si svegliò, la sveglia <strong>di</strong>g<strong>it</strong>ale sul<br />

como<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Damon in<strong>di</strong>cava oltre la mezzanotte.<br />

«T.J.» Rebecca saltò oltre le coperte.<br />

Damon le afferrò la mano. «Dorme ancora, ho<br />

controllato. Rimani qui.»<br />

Il calore nei suoi occhi e la voce roca le rivelarono<br />

le sue intenzioni.<br />

«Non posso.» Guardò lontano, sentendosi indebol<strong>it</strong>a,<br />

<strong>di</strong>vorata dal senso <strong>di</strong> colpa.<br />

«Rebecca, ti desidero.»<br />

La sua ammissione la fece sciogliere. Si girò verso<br />

<strong>di</strong> lui. Non c'era bisogno <strong>di</strong> parlare. Prima ancora<br />

che si fosse coricata, lui le fu sopra. Questa volta<br />

fecero l'amore in maniera selvaggia, incontrollata.<br />

Senza barriere tra <strong>di</strong> loro. Né passato né futuro. Solo<br />

il presente.<br />

Tuttavia lei sapeva che presto sarebbe spuntato<br />

un nuovo giorno. Domani, l'indomani avrebbero<br />

parlato. Non poteva rimandare ancora, doveva <strong>di</strong>rgli<br />

la ver<strong>it</strong>à.<br />

Quando i primi palli<strong>di</strong> raggi <strong>di</strong> sole filtrarono nella<br />

stanza, Rebecca si alzò e si vestì. Damon dormiva.<br />

In pie<strong>di</strong> accanto a lui, resistette alla tentazione<br />

91


<strong>di</strong> baciarlo e accarezzargli la curva perfetta delle<br />

spalle. Preso il ciondolo dal como<strong>di</strong>no, si avviò verso<br />

la porta con i sandali in mano e la chiuse lentamente<br />

<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé.<br />

Arrivata in camera andò da T.J., che dormiva tutto<br />

scoperto con il viso rivolto verso la porta. Si chinò<br />

e gli <strong>di</strong>ede un bacio leggero sulla fronte, rimboccandogli<br />

le coperte e sussurrando: «Ti voglio bene».<br />

Non andò sub<strong>it</strong>o a letto, ma rimase alla finestra<br />

della sua stanza a guardare le prime luci dell'alba,<br />

con in mano il ciondolo <strong>di</strong> opale. Qualcosa negli<br />

occhi <strong>di</strong> Damon le aveva fatto capire che quel monile<br />

non gli piaceva. Non lo avrebbe più indossato.<br />

Era arrivato il momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>o ad Aaron e<br />

pensare al futuro.<br />

E a Damon.<br />

La notte precedente aveva vissuto l'esperienza<br />

più dolce, più passionale, più incre<strong>di</strong>bile della sua<br />

v<strong>it</strong>a.<br />

Si era lasciata andare tra le braccia <strong>di</strong> Damon e<br />

temeva <strong>di</strong> aver rivelato troppo dei propri sentimenti.<br />

Come avrebbe reag<strong>it</strong>o al loro prossimo incontro?<br />

Oh, Signore. Come avrebbe fatto a <strong>di</strong>rgli quello che<br />

doveva <strong>di</strong>rgli? L'avrebbe o<strong>di</strong>ata. Dopo la notte appena<br />

trascorsa non poteva tornare a quella v<strong>it</strong>a insignificante<br />

in cui lui la <strong>di</strong>sprezzava.<br />

Si allontanò dalla finestra. Ripose il ciondolo con<br />

cura nel portagioie e lo chiuse. Quin<strong>di</strong> si baciò la<br />

punta delle <strong>di</strong>ta e le posò per un attimo sul coperchio.<br />

Dopo una breve pausa in bagno, Rebecca si mise<br />

la camicia da notte e sentì qualche dolorino in parti<br />

insol<strong>it</strong>e del corpo. Erano dolori piacevoli, che le ricordarono<br />

Damon. Riusciva a malapena a credere a<br />

92


tutto quello che era successo tra <strong>di</strong> loro.<br />

La passione. La frenesia.<br />

Però non era mancata la gentilezza. Si infilò tra le<br />

lenzuola <strong>di</strong> cotone egiziano e si abbandonò ai ricor<strong>di</strong>.<br />

Il suo tocco era stato così premuroso, così dolce<br />

e così <strong>di</strong>verso dal passato. Sarebbe stato ancora così<br />

dopo avergli parlato? Aveva paura anche solo a<br />

pensarci.<br />

L'indomani sarebbe arrivato fin troppo in fretta.<br />

93


Cap<strong>it</strong>olo<br />

7<br />

UN URLO SVEGLIÒ Rebecca.<br />

Stridule grida infantili, segu<strong>it</strong>e da un silenzio agghiacciante.<br />

La porta della stanza <strong>di</strong> T.J. era spalancata<br />

e quella che dava sul corridoio era socchiusa.<br />

Balzò sub<strong>it</strong>o in pie<strong>di</strong>, completamente sveglia.<br />

«T.J.?»<br />

Nessuno rispose. In preda alla paura si precip<strong>it</strong>ò<br />

sub<strong>it</strong>o nella sua stanza, ma T.J. non c'era.<br />

Rebecca corse in corridoio, terrorizzata e incurante<br />

della camicia da notte che indossava.<br />

«T.J.!» Rebecca gridava, con la voce rauca e spaventata.<br />

Corse giù per le scale e si fermò un attimo.<br />

Sentì delle grida provenire da fuori. Questa volta<br />

si trattava <strong>di</strong> un adulto. Sembrava... Johnny. Guardò<br />

l'orologio e notò che mancava poco alle sette.<br />

Riprese a correre.<br />

Una figura maschile con indosso solo un paio <strong>di</strong><br />

boxer le passò accanto a gran veloc<strong>it</strong>à e sparì.<br />

Damon.<br />

Rebecca ricordò brevemente i tendoni rigonfi, le<br />

porte scorrevoli e fu colta da profondo terrore.<br />

«Ti prego, no. Oh, Signore! T.J.» Giunse in terrazza<br />

giusto in tempo per vedere Damon che spari-<br />

94


va sott'acqua. Si guardò attorno con terrore.<br />

Dov'era T.J.?<br />

Anche Johnny era in acqua, con indosso la giacca<br />

nera fra<strong>di</strong>cia e la cravatta allentata.<br />

E T.J.?<br />

Rebecca si avvicinò in fretta al bordo della piscina.<br />

«Aspetti» gridò Johnny. «Non si butti. Chiami<br />

l'ambulanza e il dottor Campbell. Il padrone tirerà<br />

fuori il ragazzino.»<br />

Terrorizzata, Rebecca corse nell'ingresso, afferrò<br />

il telefono portatile e <strong>di</strong>g<strong>it</strong>ò il numero del pronto intervento<br />

con <strong>di</strong>ta incerte. «Presto, presto» implorò<br />

lei, dando in<strong>di</strong>cazioni in tutta fretta. Quin<strong>di</strong> chiamò<br />

il dottor Campbell e la segretaria promise che sarebbe<br />

arrivato imme<strong>di</strong>atamente.<br />

Rebecca tornò <strong>di</strong> corsa in terrazza, lasciando cadere<br />

il telefono alla vista <strong>di</strong> Damon che usciva dall'acqua<br />

con T.J. che si <strong>di</strong>menava tra le braccia.<br />

T.J. Il suo bambino era vivo! La vista le si offuscò.<br />

Raggiunse il punto in cui Damon stava adagiando<br />

il piccolo sulle mattonelle color terracotta.<br />

«Sono qui, tesoro.» Rebecca si inginocchiò. Una<br />

lacrima segnò la guancia pallida <strong>di</strong> T.J. «Grazie, Signore.»<br />

«Oh, T.J., mi <strong>di</strong>spiace così tanto.»<br />

Il dottor Campbell e l'ambulanza se n'erano andati.<br />

T.J. era <strong>di</strong>steso sul <strong>di</strong>vano, esausto per lo spavento<br />

e per il pianto. Rebecca stava china sul figlio, con<br />

la schiena tesa e ancora tremante. Ogni tanto lo accarezzava,<br />

quasi ad assicurarsi che fosse ancora vivo.<br />

Damon decise <strong>di</strong> avvicinarsi a lei e, senza darle la<br />

95


possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> opporre resistenza, la prese tra le<br />

braccia.<br />

«Il dottor Campbell ha detto che sta bene.»<br />

«Lo so, ma quando penso...»<br />

Tenendola sulle ginocchia, la cullò un po'. «Non<br />

pensare. Non serve a niente.»<br />

«Non capisci, l'ho quasi perso.»<br />

Lui capiva, ma come poteva spiegarglielo? O<strong>di</strong>ava<br />

sentirsi così impotente. Niente che potesse <strong>di</strong>re o<br />

fare avrebbe alleviato quella sofferenza.<br />

Lei tirò su col naso. «È colpa mia.»<br />

«No, è mia. Avrei dovuto pensare a quella porta.»<br />

Damon fissò sconfortato in lontananza. La notte<br />

precedente era stato così concentrato a cercare <strong>di</strong><br />

sedurla che aveva <strong>di</strong>menticato le porte scorrevoli.<br />

Dopo averle promesso che sarebbero state sempre<br />

chiuse, l'aveva delusa. Il bambino aveva pagato per<br />

la sua negligenza.<br />

Quasi con la v<strong>it</strong>a.<br />

«Non sarebbe mai dovuto succedere» aggiunse<br />

lei con voce strozzata. «Voglio <strong>di</strong>re, non sarebbe<br />

successo, se fossi stata una madre migliore.»<br />

Lui le sfiorò le sopracciglia con le labbra.<br />

«Sono una madre terribile, un completo fallimento.<br />

L'ho sempre saputo...» singhiozzò.<br />

«Rebecca.» Lui la scrollò. «Ascoltami! Nessuno<br />

può mettere in dubbio la tua de<strong>di</strong>zione verso T.J.<br />

Sei paziente, amorevole. Cosa potrebbe volere <strong>di</strong><br />

più? Sai, se quattro anni fa mi avessi chiesto che tipo<br />

<strong>di</strong> madre avresti potuto essere, avrei risposto terribile.<br />

Egoista. Ma ti ho visto con T.J. Mi hai lasciato<br />

stupefatto. Anche nei momenti <strong>di</strong>fficili, fai sempre<br />

la cosa giusta.»<br />

«Non capisci! Ci sono cose... cose che non ti ho<br />

96


detto. E che avresti dovuto sapere prima... prima <strong>di</strong><br />

fare l'amore con me.»<br />

«Ssh. Non preoccuparti ora.»<br />

«Devo. Ignorarle non le farà sparire. Ho paura...»<br />

La tirò a sé, così vicino da sentire il suo respiro.<br />

«Smettila ora o ti ammalerai!»<br />

Il rimorso attraversò il viso <strong>di</strong> lei, facendola apparire<br />

ancora più infelice. «E questo non farà bene<br />

neanche a T.J., vero?»<br />

«Cos'è questa autocommiserazione? Datti forza.»<br />

Lei sorrise debolmente. «Vuoi <strong>di</strong>re fatti forza.»<br />

Lui alzò le spalle. «Quel che è.»<br />

«Quel che è? Hai una proprietà <strong>di</strong> linguaggio così<br />

perfetta che a volte <strong>di</strong>mentico che sei arrivato in<br />

Nuova Zelanda solo quando avevi... otto, nove anni?»<br />

«Dieci» la corresse lui, sorpreso dal cambiamento<br />

<strong>di</strong> argomento. «Mio padre era convinto che la Nuova<br />

Zelanda potesse offrire ottime possibil<strong>it</strong>à. Quando<br />

arrivammo, né io né Savvas sapevamo una parola<br />

<strong>di</strong> inglese. Dov'eri tu a <strong>di</strong>eci anni, Rebecca?»<br />

«Con gli Austins, una delle famiglie affidatarie<br />

migliori che abbia avuto.» Era stato in quel frangente<br />

però che era stata separata da James. Gli Austins<br />

avevano due figlie e non volevano un ragazzo. Però<br />

avevano accolto un'altra ragazza, Fliss, che aveva<br />

appena perso i gen<strong>it</strong>ori in un terribile incidente in<br />

nave. Separata da James per la prima volta nella sua<br />

v<strong>it</strong>a, Rebecca aveva con<strong>di</strong>viso con Fliss quel suo<br />

senso <strong>di</strong> abbandono. Era naturale che le due ragazze<br />

si fossero aggrappate l'una all'altra.<br />

«In quante famiglie affidatarie sei stata?»<br />

«In tutto? Quattro» rispose lei con aria cupa.<br />

Lui la tirò <strong>di</strong> nuovo a sé. «Sai? T.J. è davvero for-<br />

97


tunato ad avere una madre come te. Ti ho guardato<br />

mentre ti occupi <strong>di</strong> lui. Non pensare mai <strong>di</strong> essere<br />

una mamma inadatta.»<br />

Lo stupore illuminò gli occhi <strong>di</strong> lei. «Grazie, Damon.<br />

Questo significa molto per me, perché mia<br />

madre ha abbandonato me e James e non abbiamo<br />

mai saputo chi fosse nostro padre.»<br />

«Tu non sei tua madre. Hai fatto miracoli. T.J. è<br />

un figlio <strong>di</strong> cui essere fieri.» La baciò sulla fronte.<br />

Ogni parola che aveva detto era sincera. Lei lo aveva<br />

stup<strong>it</strong>o. All'inizio si era convinto che l'essere<br />

madre per lei fosse solo una farsa, ma pian piano<br />

aveva visto la profon<strong>di</strong>tà del suo amore per T.J. e in<br />

un certo qual modo il legame tra loro due aveva<br />

messo in luce il vuoto della sua stessa v<strong>it</strong>a. Si era<br />

<strong>di</strong>vert<strong>it</strong>o in g<strong>it</strong>a con loro. Con sua grande sorpresa,<br />

Damon si era trovato a desiderare <strong>di</strong> essere parte <strong>di</strong><br />

quel legame in<strong>di</strong>struttibile.<br />

Rebecca rimase accanto a T.J. tutto il giorno.<br />

Damon l'aveva portato <strong>di</strong> sopra, in camera sua, e<br />

il bambino dormì oltre mezzogiorno. Quando si risvegliò,<br />

scoppiò in lacrime e <strong>di</strong>sse convinto a Rebecca<br />

che non avrebbe mai più nuotato.<br />

Rebecca lo abbracciò, sperando che fosse solo lo<br />

spavento, e poi si misero a giocare con il trenino.<br />

Alcune ore più tar<strong>di</strong>, un leggero colpo alla porta<br />

fece alzare le teste <strong>di</strong> entrambi.<br />

La porta si aprì e Damon rimase lì un attimo,<br />

stranamente es<strong>it</strong>ante. «Ha appena chiamato il dottor<br />

Campbell, domattina mia madre potrà lasciare l'ospedale.<br />

Voleva anche sapere <strong>di</strong> T.J. e gli ho detto<br />

che aveva mangiato e che tu eri con lui. Puoi chiamarlo<br />

più tar<strong>di</strong>, se vuoi parlargli.» Lo sguardo <strong>di</strong><br />

98


Damon si posò su T.J. «Posso entrare?»<br />

«Vuoi giocare col trenino?» T.J. lo inv<strong>it</strong>ò, ingenuamente<br />

ignaro della tensione che stava crescendo.<br />

«Posso?»<br />

T.J. annuì entusiasta. «Il treno verde è Henry. La<br />

locomotiva nera è Diesel, oggi è stata cattiva.»<br />

Damon si accovacciò a terra. «Cosa ha combinato?»<br />

Rebecca attese, con il cuore in gola.<br />

T.J. non alzò lo sguardo. «È caduta nel laghetto.»<br />

Damon sbiancò. «T.J...»<br />

«L'ha fatto apposta, perché voleva nuotare.»<br />

Rebecca respirò cautamente. «Forse Diesel ha bisogno<br />

<strong>di</strong> qualche lezione <strong>di</strong> nuoto.»<br />

«No.» T.J. fu categorico. «Diesel non vuole più<br />

nuotare. Diesel ha paura.»<br />

Damon spinse il drago cinese lungo le rotaie. «È<br />

normale avere paura ogni tanto.»<br />

«Tu no... tu sei un uomo. Un uomo grande. Tu<br />

non hai paura.» T.J. rispose con logica infantile.<br />

«Anch'io» ribatté Damon, «ho avuto paura, perché<br />

la mia mamma era ammalata. E anche stamattina.»<br />

«Anch'io ho avuto paura stamattina» aggiunse<br />

T.J. fissando l'uomo accanto a lui con i suoi occhioni<br />

spalancati.<br />

«Non c'è niente <strong>di</strong> male, figliolo.»<br />

Rebecca si rilassò. La tranquill<strong>it</strong>à con cui Damon<br />

aveva gest<strong>it</strong>o la faccenda la sollevò. Provò grat<strong>it</strong>u<strong>di</strong>ne<br />

per lui... e anche qualcos'altro.<br />

Cielo, se amava quell'uomo!<br />

L'emozione che avvertiva ora era molto più forte<br />

<strong>di</strong> quattro anni prima. Allora era caduta v<strong>it</strong>tima del<br />

desiderio. E pensava che fosse amore, finché non<br />

99


era <strong>di</strong>ventato sofferenza, una sofferenza che l'aveva<br />

<strong>di</strong>strutta.<br />

Non era la stessa cosa che provava ora. Durante<br />

le ultime settimane aveva imparato a conoscerlo.<br />

Non solo il sexy e carismatico greco <strong>di</strong> cui si era<br />

tremendamente invagh<strong>it</strong>a qualche anno prima, ma<br />

l'uomo vero, sotto la maschera del magnate miliardario.<br />

Aveva imparato ad apprezzarne l'ardente lealtà,<br />

l'amore protettivo nei confronti dei suoi cari.<br />

Quella mattina aveva fatto tutto il possibile per salvare<br />

T.J.<br />

T.J. era sotto il suo tetto e lui si sentiva responsabile<br />

per quello che era successo e non l'aveva rimproverata<br />

neanche un attimo per aver lasciato le<br />

porte aperte.<br />

E ora, mentre lo guardava giocare con T.J., con le<br />

loro teste scure l'una accanto all'altra, riconobbe<br />

l'essenza della sua forza e la sua capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> mostrare<br />

attenzione e dolcezza al bambino <strong>di</strong> una donna<br />

per cui aveva mostrato poco rispetto in passato. Una<br />

donna che ora era la sua amante.<br />

La donna che lo amava con un'ardente intens<strong>it</strong>à.<br />

E questa volta non si trattava solo <strong>di</strong> passione.<br />

Damon era l'uomo per lei. Forte, attento, gentile.<br />

L'uomo che ogni donna avrebbe voluto al proprio<br />

fianco per il resto della v<strong>it</strong>a. Non ci sarebbe mai stato<br />

nessun altro per lei.<br />

Non c'era mai stato.<br />

Quella sera, dopo che T.J. si fu addormentato,<br />

Damon insistette perché Rebecca scendesse al piano<br />

<strong>di</strong> sotto per fare una pausa.<br />

Damon aveva dato la serata libera a Johnny per<br />

concedere a Rebecca un po' <strong>di</strong> privacy in modo che<br />

100


si riprendesse più in fretta dal trauma della mattina.<br />

Savvas e Demetra sarebbero rientrati solo il giorno<br />

successivo e Damon aveva deciso <strong>di</strong> non informarli<br />

della <strong>di</strong>savventura cap<strong>it</strong>ata.<br />

Ora, mentre Rebecca si rannicchiava sul <strong>di</strong>vano<br />

<strong>di</strong> fronte al suo, Damon notò che i suoi occhi erano<br />

segnati dalla stanchezza. Fu tentato <strong>di</strong> sedersi accanto<br />

a lei e prenderla tra le braccia, ma resistette<br />

perché non voleva che lei pensasse che fosse spinto<br />

dal desiderio. L'ultima cosa <strong>di</strong> cui aveva bisogno in<br />

questo momento Rebecca era il sesso.<br />

«Stai bene?»<br />

Lei alzò gli occhi verso <strong>di</strong> lui e annuì. Quella<br />

giornata lunga e travagliata l'aveva segnata.<br />

Damon avrebbe voluto allontanare da lei quella<br />

stanchezza con un bacio. La donna che un tempo<br />

considerava van<strong>it</strong>osa ed egoista era una madre devota.<br />

Ed era premurosa anche con Soula. In realtà,<br />

se ripensava al passato, gli tornavano in mente momenti<br />

in cui era stata estremamente protettiva con<br />

Felic<strong>it</strong>y. Fino al punto da confrontarsi con lui e<br />

supplicarlo <strong>di</strong> non sposarla. Era arrivato perfino a<br />

pensare che lo facesse per ottenere qualcosa in<br />

cambio: lui. Ma ora non era così sicuro che si fosse<br />

trattato solo <strong>di</strong> quello. Forse...<br />

«Damon...» Rebecca interruppe i suoi pensieri.<br />

«Sì?»<br />

«Non importa.» Lei <strong>di</strong>stolse lo sguardo, improvvisamente<br />

rossa in volto.<br />

«Cosa c'è?»<br />

«Ti va <strong>di</strong> stringermi?» Le parole uscirono veloci<br />

e gli occhi <strong>di</strong> lei rivelarono incertezza.<br />

«Certo!» Si spostò a sedere accanto a lei. Passandole<br />

un braccio attorno alle spalle, la tirò a sé. Lei<br />

101


appoggiò la testa contro il suo petto. Damon sentì<br />

un desiderio improvviso <strong>di</strong> sollevarle il volto e baciarla<br />

fino a toglierle il respiro, ma si frenò baciandole<br />

delicatamente la testa.<br />

I suoi pensieri tornarono al passato. Perché Rebecca<br />

era stata così contraria al suo matrimonio?<br />

Perché Felic<strong>it</strong>y se n'era andata? Rebecca sapeva<br />

qualcosa che lui non sapeva? Di certo su una cosa<br />

aveva avuto ragione: Felic<strong>it</strong>y non era stata contenta<br />

<strong>di</strong> sposarlo. Aveva cercato <strong>di</strong> nasconderlo, ma non<br />

c'era riusc<strong>it</strong>a.<br />

Ciò l'aveva innervos<strong>it</strong>o. L'aveva riemp<strong>it</strong>a <strong>di</strong> regali,<br />

che lei aveva accettato, ma lui percepiva una tristezza<br />

interiore in lei. Le aveva dato tutte le attenzioni<br />

possibili; l'aveva accompagnata a teatro, portata<br />

nei migliori ristoranti, tutte cose che una donna<br />

cresciuta nella povertà avrebbe adorato. Eccetto il<br />

suo amore.<br />

Era lui la causa della sua infelic<strong>it</strong>à? A quel tempo<br />

non aveva considerato questa possibil<strong>it</strong>à. Se n'era<br />

andata troppo in fretta. E lui si era sent<strong>it</strong>o troppo furioso<br />

e umiliato. Aveva accusato Rebecca e l'aveva<br />

o<strong>di</strong>ata per quella pubblica umiliazione.<br />

Aveva pensato <strong>di</strong> andarla a cercare, ma la madre<br />

gli aveva consigliato <strong>di</strong> aspettare, per poter vedere<br />

le cose in prospettiva. Soula era convinta che la fuga<br />

<strong>di</strong> Felic<strong>it</strong>y non fosse stata opera <strong>di</strong> Rebecca. Lui<br />

non aveva avuto il coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssentire, ma il risentimento<br />

nei confronti <strong>di</strong> Rebecca era cresciuto in<br />

lui come un cancro... e poi Felic<strong>it</strong>y era morta.<br />

La bara <strong>di</strong> Felic<strong>it</strong>y. Coperta <strong>di</strong> fiori bianchi.<br />

Non aveva parlato con nessuno eccetto che con la<br />

madre al funerale. E non si era trattenuto dopo la<br />

cerimonia, per non avventarsi contro Rebecca.<br />

102


Il giorno successivo era riusc<strong>it</strong>o a calmarsi e lei<br />

se n'era andata. Spar<strong>it</strong>a. Prima che lui potesse pareggiare<br />

i conti. Sarebbe stato facile farla rintracciare<br />

dagli uomini della sicurezza, ma aveva deciso <strong>di</strong><br />

lasciar perdere. Perché sapeva che la sua reazione<br />

gli sarebbe costata più <strong>di</strong> quanto era <strong>di</strong>sposto a mettere<br />

a rischio: la per<strong>di</strong>ta dell'autocontrollo.<br />

Lui scrollò il capo furiosamente, per allontanare<br />

quei ricor<strong>di</strong> legati al passato. Ormai erano sepolti,<br />

proprio come Felic<strong>it</strong>y. Era arrivato il momento <strong>di</strong><br />

guardare avanti. E davanti a lui c'era Rebecca, il cui<br />

corpo caldo e morbido trovava riposo nella curva<br />

delle sue braccia.<br />

Damon posò la guancia non rasata sulla sua testa<br />

e la sfregò avanti e in<strong>di</strong>etro.<br />

«Damon, vorresti fare l'amore con me?»<br />

«Ora?» Il suo corpo ebbe un frem<strong>it</strong>o, nonostante<br />

l'incredul<strong>it</strong>à.<br />

«Se non ti <strong>di</strong>spiace.»<br />

«Dispiacermi? Certo che no.» Cosa avrebbe dato<br />

per vedere il viso <strong>di</strong> lei. «Sei sicura che è quello che<br />

vuoi?»<br />

«È stato il giorno peggiore della mia v<strong>it</strong>a. Voglio<br />

fare qualcosa che... mi aiuti a <strong>di</strong>menticarlo. È così<br />

terribile cercare l'oblio nel tuo corpo?»<br />

«No...» rispose con voce rauca, quin<strong>di</strong> deglutì e<br />

r<strong>it</strong>rovò la voce. «No, non è per niente terribile.»<br />

Mettendosela sulle ginocchia le chiese: «Dimmi cosa<br />

posso fare per scacciare questa sofferenza che ti<br />

tormenta».<br />

«Amami e basta.»<br />

Rebecca sembrava così <strong>di</strong>sperata che lui gemette<br />

e abbassò il capo per baciarla. Quella notte l'avrebbe<br />

aiutata a <strong>di</strong>menticare. Avrebbe rimosso le ombre<br />

103


dai suoi occhi e sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il dolore con la passione.<br />

T.J. teneva stretta la mano <strong>di</strong> Rebecca mentre entravano<br />

in casa domenica prima <strong>di</strong> pranzo. Lei non<br />

poteva smettere <strong>di</strong> chiedersi se il suo nervosismo, al<br />

pensiero <strong>di</strong> rivedere Damon, avesse contagiato T.J.<br />

L'incontro della sera prima era stato lento, delicato<br />

e immensamente sod<strong>di</strong>sfacente. Alla fine si era<br />

addormentata tra le braccia <strong>di</strong> Damon. Quando T.J.<br />

era andato a svegliarla la mattina, Damon non era<br />

più accanto a lei e lo aveva sent<strong>it</strong>o nuotare in piscina.<br />

Rebecca aveva indossato velocemente un paio<br />

<strong>di</strong> pantaloncini bianchi, una canotta rossa e le scarpe<br />

da tennis ed era scesa a colazione con i capelli<br />

sciolti sulle spalle. Damon era entrato in sala da<br />

pranzo con i capelli ancora bagnati. Il suo bacio delicato<br />

e pieno d'affetto le aveva fatto contorcere lo<br />

stomaco. Dopo colazione lei e T.J. erano andati al<br />

parco vicino a casa, mentre Damon si era recato all'ospedale<br />

a prendere Soula.<br />

«Stai tranquillo.» Rebecca rassicurò T.J. mentre<br />

attraversavano l'atrio. «Non an<strong>di</strong>amo in terrazza o<br />

vicino alla piscina.» T.J. rallentò il passo all'idea<br />

della piscina. Rebecca si affrettò a cercare <strong>di</strong> <strong>di</strong>strarlo.<br />

«Ricor<strong>di</strong> che ti ho parlato della mamma <strong>di</strong><br />

Damon?»<br />

T.J. annuì.<br />

«Ora potrai conoscerla. Sento la sua voce, è tornata<br />

a casa dall'ospedale.» Rebecca es<strong>it</strong>ò. «Puoi<br />

chiamarla Kyria Soula. O anche solo Kyria.»<br />

T.J. t<strong>it</strong>ubò un istante quin<strong>di</strong> seguì Rebecca in salotto.<br />

Damon era seduto alla destra della madre e<br />

parlava velocemente in greco. Il suo profilo deciso<br />

risaltava contro l'arredamento pacato della stanza.<br />

104


Un pirata in mezzo ai civili.<br />

Il suo amante.<br />

Rossa in volto, Rebecca accompagnò T.J. dentro<br />

la stanza. Damon si interruppe e si alzò. Il sorriso<br />

che le rivolse fu estremamente dolce. T.J. venne avanti<br />

lentamente da <strong>di</strong>etro le sue gambe.<br />

«Vieni.» Damon sorrise affettuosamente a T.J.<br />

Nonostante il terrore del giorno precedente, qualcosa<br />

<strong>di</strong> simile alla felic<strong>it</strong>à travolse Rebecca. Stringendo<br />

delicatamente la mano <strong>di</strong> T.J., si fece avanti.<br />

«Soula, no, non si alzi.» Rebecca lasciò la mano<br />

<strong>di</strong> T.J. e in<strong>di</strong>cò alla donna il <strong>di</strong>vano. Poi guardò la<br />

teiera e le tazze vuote sul tavolino. «Posso versarle<br />

un po' <strong>di</strong> tè? Come sta?»<br />

«Basta tè per me. Molto meglio ora che sono a<br />

casa, tesoro. Ne ho abbastanza <strong>di</strong> stare <strong>di</strong>stesa, devo<br />

muovermi.» La donna si alzò e abbracciò Rebecca.<br />

Rebecca respirò l'elegante profumo fruttato <strong>di</strong><br />

Soula. Femminile, <strong>di</strong> classe, un po' demodé. Dopo<br />

un attimo Soula fece un passo in<strong>di</strong>etro per guardare<br />

<strong>di</strong>etro Rebecca. «Dov'è il tuo giovanotto?»<br />

Con un senso <strong>di</strong> inev<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à, Rebecca assistette<br />

alla reazione <strong>di</strong> Soula.<br />

«Mio Dio, quegli occhi! È l'immagine sputata<br />

<strong>di</strong>...» Il suo sguardo scioccato incontrò quello <strong>di</strong><br />

Rebecca.<br />

Rebecca la guardò fissa, sperando, pregando che<br />

Soula tenesse per sé quello che aveva appena visto.<br />

Soula lanciò una breve occhiata a Damon, poi osservò<br />

Rebecca con sguardo calcolatore, quin<strong>di</strong> si<br />

girò verso il figlio. «Avresti dovuto <strong>di</strong>rmelo.»<br />

Damon appariva completamente perso. «Dirti cosa,<br />

mamma?»<br />

«Che tu e Rebecca avete un figlio!»<br />

105


Lo shock <strong>di</strong> Rebecca fu niente al confronto <strong>di</strong><br />

quello <strong>di</strong> Damon.<br />

«Un figlio? Di cosa stai parlando, mamma?»<br />

Soula si mise una mano sulla bocca. «Non lo<br />

sai?»<br />

«Cosa dovrei sapere?» Ma il suo sguardo stava<br />

già vagando tra T.J., Rebecca e Soula.<br />

«No.» Rebecca fece un passo avanti. «No, ha<br />

ca...»<br />

«Sono così contenta!» Soula baciò Damon sulla<br />

guancia e lo abbracciò. «Questo è quello che ho<br />

sempre desiderato, un nipote. Rebecca, vieni qui.»<br />

Fece un gesto con il braccio e la tirò a sé, per includerla<br />

nell'abbraccio. «Mi avete reso così felice. Ho<br />

pregato per anni perché voi due capiste che la terribile<br />

tensione che c'era tra voi due non era o<strong>di</strong>o.»<br />

Rebecca non osò guardare Damon.<br />

«Il bambino è battezzato?» si informò sub<strong>it</strong>o<br />

Soula.<br />

Rebecca annuì con il capo, cercando <strong>di</strong> ignorare<br />

l'inquietu<strong>di</strong>ne che emanava dal corpo <strong>di</strong> Damon.<br />

«Ma non secondo il credo greco ortodosso» affermò<br />

Soula. «Dobbiamo occuparcene. E voi due<br />

dovrete sposarvi. Non posso permettere che Ifigenia<br />

e il resto della famiglia sparlino <strong>di</strong> voi.»<br />

Le parole <strong>di</strong> Soula scioccarono Rebecca. Sposarsi?<br />

Con Damon? Per il bene <strong>di</strong> T.J.? Mai! Si sciolse<br />

bruscamente da quell'abbraccio <strong>di</strong> famiglia, con il<br />

cuore che le batteva all'impazzata. «No, io e Damon<br />

non ci sposeremo. T.J. non è figlio suo e non dovremmo<br />

parlare <strong>di</strong> questo davanti a lui.»<br />

Soula annuì, ma i suoi occhi neri non nascosero<br />

la curios<strong>it</strong>à.<br />

«Mamma, posso avere un biscotto?» Per fortuna<br />

106


T.J. non sembrava prestare ascolto ai loro delicati<br />

<strong>di</strong>scorsi.<br />

«Sì, certo, tesoro. Aspetta che ti prendo un tovagliolo.»<br />

Rebecca si avvicinò alla credenza con le<br />

mani tremanti.<br />

Damon arrivò prima <strong>di</strong> lei. «Cosa intende mia<br />

madre?» mormorò lui, dando le spalle a Soula. «Di<br />

chi sarebbe la copia sputata?»<br />

«Be', <strong>di</strong> certo non la tua» r<strong>it</strong>orse lei a corto <strong>di</strong> fiato.<br />

«No, a meno che non sia nato dall'immacolata<br />

concezione.» Il tono era pungente. Un'idea gli balenò<br />

in testa. «Allora <strong>di</strong> chi sarebbe? Di mio fratello?»<br />

Rebecca si girò dall'altra parte. Dentro <strong>di</strong> lei il<br />

dolore aumentava e aumentava.<br />

Con una voce così bassa che solo lei poté sentire,<br />

Damon <strong>di</strong>sse: «Mia madre vuole un nipote».<br />

«Smettete <strong>di</strong> bisbigliare, voi due» li interruppe<br />

Soula. «Rebecca ha ragione, ora non è il momento.<br />

Rebecca cara, ti ho versato un po' <strong>di</strong> tè, vieni a sederti<br />

qui accanto a me. Damon, ne vuoi una tazza<br />

anche tu?»<br />

Rebecca guardò Damon <strong>di</strong>sperata. Il viso <strong>di</strong> lui<br />

era pallido sotto l'abbronzatura.<br />

«Io no, grazie» rispose lui amaramente.<br />

Ci sono cose... che non ti ho detto. Cose che avresti<br />

dovuto sapere... prima che facessimo l'amore.<br />

Quelle parole rimbombavano nella testa <strong>di</strong> Damon,<br />

facendolo impazzire. Era da solo a bordo piscina.<br />

Dietro <strong>di</strong> sé sentiva la voce della madre che<br />

offriva a T.J. un biscotto <strong>di</strong> pasta frolla e quella <strong>di</strong><br />

Rebecca che, fredda e composta, gli <strong>di</strong>ceva che<br />

107


quello sarebbe stato l'ultimo. Con uno scatto, Damon<br />

andò a chiudere le porte scorrevoli per allontanare<br />

ogni suono <strong>di</strong> quella donna.<br />

Ma dentro la sua testa continuarono a rimbombare<br />

le parole <strong>di</strong> lei. Ci sono cose... che non ti ho detto.<br />

Cosa aveva voluto intendere Rebecca? Era possibile<br />

che...?<br />

Certo che era possibile, dannazione! Il bambino<br />

poteva davvero essere <strong>di</strong> Savvas. Suo fratello.<br />

È una donna molto bella. È stata gentile con me.<br />

Ci siamo <strong>di</strong>vert<strong>it</strong>i.<br />

Savvas stesso aveva ammesso <strong>di</strong> essere stato attratto<br />

da Rebecca. Chi non lo sarebbe stato? Suo<br />

fratello avrebbe tranquillamente potuto essere il padre<br />

<strong>di</strong> T.J. Sua madre aveva notato sub<strong>it</strong>o la somiglianza.<br />

Vedendone gli occhi aveva cap<strong>it</strong>o che era<br />

un Asteriades.<br />

Come aveva potuto non accorgersene? Strinse i<br />

pugni e sentì il sangue salirgli alla testa. Stava per<br />

perdere il controllo, ma doveva contenersi.<br />

E poi il controllo l'aveva già perso in un momento<br />

<strong>di</strong> passione. Gli tornò alla mente un'immagine <strong>di</strong><br />

Rebecca stesa sotto <strong>di</strong> lui e la rabbia aumentò.<br />

Rebecca e... Savvas.<br />

Cielo!<br />

Quando era successo? Un'altra immagine, questa<br />

volta il ricordo <strong>di</strong> Savvas e Rebecca che ballavano<br />

al suo matrimonio. Era successo la sera del suo matrimonio?<br />

Durante la luna <strong>di</strong> miele? Mentre lui cercava<br />

<strong>di</strong> essere dolce con quegli occhi <strong>di</strong> porcellana<br />

blu, nonostante lottasse per <strong>di</strong>menticare la strega<br />

dagli occhi a mandorla neri? La male<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Rebecca...<br />

l'effetto devastante sugli uomini della famiglia<br />

Asteriades.<br />

108


Il suo stomaco si contrasse.<br />

Era per questo che aveva accettato <strong>di</strong> tornare ad<br />

Auckland? Aveva sperato <strong>di</strong> ottenere una fortuna,<br />

un sostegno economico per il bambino da parte della<br />

famiglia <strong>di</strong> Savvas? No. Quei sol<strong>di</strong> le spettavano<br />

per legge, eppure in quegli anni non aveva chiesto<br />

neanche un centesimo a suo fratello. Perché?<br />

Si sforzò <strong>di</strong> respirare profondamente. Non era facile<br />

pensare razionalmente, dopo quella bomba che<br />

gli era esplosa in faccia. Sì, era infuriato con Rebecca,<br />

perché non gli aveva detto la ver<strong>it</strong>à. Anche<br />

se, a essere onesti, lui non gliene aveva mai dato la<br />

possibil<strong>it</strong>à.<br />

Ci sono cose... che non ti ho detto. Quel r<strong>it</strong>ornello<br />

gli ronzava in testa. Le aveva mai concesso un po'<br />

<strong>di</strong> calma, per parlare <strong>di</strong> ciò che lei voleva <strong>di</strong>rgli?<br />

Si passò le <strong>di</strong>ta tra i capelli. T.J. era adorabile.<br />

Nonostante ce l'avesse con Rebecca, non poteva essere<br />

in collera per la sua esistenza. Se solo... Dannazione,<br />

non voleva pensarci. T.J. non era figlio<br />

suo.<br />

Ma anche se T.J. era il figlio <strong>di</strong> suo fratello, non<br />

si sarebbe lasciato scappare Rebecca in nessun modo.<br />

Doveva rimanere nel suo letto. Si girò <strong>di</strong> scatto<br />

e raggiunse la maniglia della porta scorrevole. Attraverso<br />

il vetro vide T.J. seduto accanto a sua madre,<br />

con una tazza in mano. Rebecca era <strong>di</strong>etro a entrambi.<br />

E se Savvas avesse rotto con Demetra una volta<br />

scoperto <strong>di</strong> T.J.? Se avesse deciso <strong>di</strong> volere Rebecca<br />

e suo figlio?<br />

Lui non avrebbe potuto permetterlo.<br />

Non appena le porte a vetri si aprirono, Rebecca<br />

alzò lo sguardo e provò timore vedendo l'espressio-<br />

109


ne <strong>di</strong> Damon. Dopo aver mormorato qualcosa a<br />

Soula, sparì attraverso l'altra porta.<br />

La rabbia travolse ancora Damon. Stava correndo<br />

via. Ma questa volta non sarebbe fugg<strong>it</strong>a.<br />

Rebecca era sua.<br />

Poco importava <strong>di</strong> chi fosse il bambino.<br />

110


Cap<strong>it</strong>olo<br />

8<br />

«HO RAGIONE, VERO?» Con il respiro affannato,<br />

Damon raggiunse Rebecca davanti alla porta della<br />

sua stanza. «T.J. è figlio <strong>di</strong> Savvas. Mia madre ha<br />

colto la somiglianza, giusto?»<br />

Rebecca cercò <strong>di</strong> chiudere la porta davanti a quel<br />

viso in collera, ma Damon mise un piede in mezzo<br />

e riuscì a riaprirla. Lei strinse i pugni e lo guardò in<br />

volto, pensando a qualcosa <strong>di</strong> secco e pungente da<br />

<strong>di</strong>re, ma non le venne in mente niente.<br />

Dannazione. Questo era il motivo per cui si era<br />

rifugiata in camera, congedandosi da Soula con una<br />

scusa. Aveva bisogno <strong>di</strong> una tregua, per pensare a<br />

come <strong>di</strong>fendersi. Quello che era successo <strong>di</strong> sotto<br />

l'aveva scossa. Damon pensava veramente che lei<br />

fosse stata a letto con Savvas e questo non poteva<br />

sopportarlo.<br />

«Non è così?» ripeté lui, avvicinandosi. «Rispon<strong>di</strong>mi,<br />

accidenti a te!»<br />

«Vuoi smetterla <strong>di</strong> chiedermi chi è il padre <strong>di</strong><br />

T.J.? Non ha niente, niente a che fare con te.»<br />

Lui la seguì in camera. «Certo che ce l'ha. È Savvas.<br />

Mio fratello è il padre <strong>di</strong> T.J.»<br />

Si fece in<strong>di</strong>etro finché non venne frenata dal bor-<br />

111


do del letto. Sentendosi in trappola, lo fissò. «Savvas<br />

non è il padre <strong>di</strong> T.J.»<br />

«Quando è nato il bambino?»<br />

Ora voleva le prove? Benissimo. La pressione del<br />

letto contro il retro delle sua ginocchia aumentava.<br />

Resistette alla tentazione <strong>di</strong> sedersi.<br />

«T.J.» Fece una pausa eloquente. «Si chiama T.J.,<br />

ricor<strong>di</strong>?»<br />

«Va bene. Quando è nato T.J.?»<br />

A quel punto glielo comunicò, con il cuore in gola.<br />

E poi <strong>di</strong>sse a se stessa che non importava. Non<br />

poteva fare nessun calcolo, perché T.J. era nato un<br />

paio <strong>di</strong> settimane prima, anche se il ginecologo aveva<br />

detto che non c'era niente <strong>di</strong> cui preoccuparsi,<br />

scherzando sul fatto che, se non l'avesse saputo, avrebbe<br />

giurato che T.J. fosse già oltre il termine.<br />

«Non prendermi in giro. So fare due più due e<br />

tutto sembra combaciare. Sei usc<strong>it</strong>a con mio fratello<br />

dopo il mio matrimonio, hai avuto il suo bambino e<br />

glielo hai tenuto nascosto. Che razza <strong>di</strong> donna sei?»<br />

Rebecca voleva gridare e prenderlo a pugni. Come<br />

poteva pensare una cosa del genere? Invece contò<br />

fino a cinque, quin<strong>di</strong> parlò lentamente, nel modo<br />

in cui parlava T.J. quando era particolarmente contrariato.<br />

«Stai saltando a delle conclusioni...»<br />

«Che altro c'è da sapere? Che sei stata con altri...»<br />

«No!» Si coprì le orecchie e chinò il capo.<br />

Damon le afferrò le mani e le allontanò dalla faccia,<br />

per guardarla negli occhi.<br />

«Ascoltami.» Questa volta Rebecca l'avrebbe ascoltato,<br />

non l'avrebbe chiuso fuori. Adesso era così<br />

vicino che poteva sentire il suo respiro delicato e il<br />

suo profumo dolcemente esotico e femminile.<br />

112


I polsi <strong>di</strong> lei si perdevano nei suoi.<br />

Improvvisamente si rese conto della sua fragil<strong>it</strong>à e<br />

<strong>di</strong> quanto lui fosse più forte. L'ultima volta che si<br />

era trovato così vicino a lei, la notte precedente, era<br />

stato travolto da sentimenti proib<strong>it</strong>i e l'aveva amata.<br />

«No.» Con un movimento brusco lei si liberò.<br />

Era davvero infuriata, si rese conto Damon respirando<br />

profondamente per calmarsi. «Rebecca, non<br />

posso permettere che mia madre scopra la ver<strong>it</strong>à.<br />

Nel suo stato potrebbe avere un attacco <strong>di</strong> cuore.<br />

Potrebbe ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura rischiare <strong>di</strong> morire.»<br />

«La ver<strong>it</strong>à?» Lei rise, una risata dura e piena <strong>di</strong><br />

rabbia. «Non riconosceresti la ver<strong>it</strong>à neanche se ti<br />

colpisse in testa in una rissa da bar.»<br />

«Preferisco non azzuffarmi nei bar» ribatté lui<br />

con una calma che non provava assolutamente.<br />

Rebecca era furibonda. Non era rimasto nessun<br />

segno <strong>di</strong> fragil<strong>it</strong>à in lei. Con le mani chiuse a pugno,<br />

il mento spinto in avanti e i capelli sciolti, appariva<br />

davvero bella. Il desiderio lo ghermì.<br />

Lei sospirò e si passò una mano tra i capelli. «Come<br />

vorrei non essere mai tornata e non essermi mai<br />

legata a te. So <strong>di</strong> non avere nessuna colpa.» Si interruppe,<br />

sembrando stranamente es<strong>it</strong>ante dopo quello<br />

scatto d'ira. «Ascolta, ti devo una...»<br />

«Parla» tagliò corto lui, inspiegabilmente fer<strong>it</strong>o<br />

dalle parole che lei gli aveva gettato in faccia. «Cosa<br />

<strong>di</strong>rai a Savvas? Che reazione pensi che avrà Demetra?»<br />

«Demetra mi piace, dannazione!»<br />

«Dicevi <strong>di</strong> amare Felic<strong>it</strong>y, eppure hai fatto <strong>di</strong> tutto<br />

per farci separare.»<br />

«Perché sapevo che non eravate fatti l'uno per<br />

l'altro. Perché pensavo che lei fosse...»<br />

113


Lui sbuffò. «Sbagliata? Pensavi <strong>di</strong> essere tu quella<br />

giusta?»<br />

«No! Sì, oh...»<br />

«Ve<strong>di</strong>? Non sai neanche rispondere onestamente<br />

a una domanda così semplice. Dopo la notte scorsa<br />

dovrei cadere v<strong>it</strong>tima dei tuoi trucchetti? Una <strong>di</strong>chiarazione<br />

d'amore eterno, come a Grainger...»<br />

«Lascia Aaron fuori da questa storia! Tu non sai<br />

niente...»<br />

«Questo è quello che continui a ripetermi... che<br />

non so niente. Niente <strong>di</strong> Felic<strong>it</strong>y. Niente <strong>di</strong> Grainger.<br />

Niente <strong>di</strong> te. Ma <strong>di</strong>mentichi che io so molto <strong>di</strong><br />

te.» Spinse il proprio corpo contro quello <strong>di</strong> lei,<br />

consapevole del letto pronto ad accoglierli. Sentiva<br />

il profumo fresco e incre<strong>di</strong>bilmente sexy <strong>di</strong> Rebecca<br />

e i suoi seni morbi<strong>di</strong> contro <strong>di</strong> sé. Inspirò profondamente<br />

e si avvicinò. Era infasti<strong>di</strong>to da lei, ma anche<br />

ecc<strong>it</strong>ato.<br />

«Smettila, dannazione!»<br />

«Prova a fermarmi.» Lui infilò una gamba tra<br />

quelle <strong>di</strong> lei, consapevole che indossava solo dei<br />

calzoncini. «Non mi farai più girare come un burattino...»<br />

Lei si lasciò scappare una risata. «Tu? Un burattino?»<br />

«Sì» mormorò lui, catturato dal suo incantesimo.<br />

«È quello che fai, non è vero? Non è vero?» Premette<br />

il bacino contro quello <strong>di</strong> lei.<br />

Lei cadde sul letto gettando un grido.<br />

Lui le crollò accanto.<br />

Voleva baciarla. Un bacio violento. Come punizione<br />

per aver fatto sì che la desiderasse così tanto,<br />

per averlo confuso, per avergli sconvolto la v<strong>it</strong>a.<br />

Ma poi notò la forte perpless<strong>it</strong>à negli occhi <strong>di</strong> lei,<br />

114


che sembrarono trapanarlo fino a raggiungere il<br />

cuore. Quella vista annientò ogni suo desiderio. Al<br />

contrario, si sentì stanco e incerto.<br />

Nonostante la confusione, però, voleva <strong>di</strong>speratamente<br />

salvare qualcosa. Non voleva perderla una<br />

altra volta. Dopo averla appena r<strong>it</strong>rovata.<br />

«E ora cosa succede?» chiese.<br />

«Santo cielo!» La sua voce era irr<strong>it</strong>ata. «Che bastardo<br />

che sei.»<br />

Lui cercò <strong>di</strong> sorridere. «Non <strong>di</strong>rlo a mia madre.»<br />

«Non c'è niente da ridere, dannazione a te.»<br />

«No, hai ragione.» In un attimo tutto gli tornò<br />

chiaro. Rebecca. Savvas. T.J. Si mise a sedere, allungando<br />

le gambe oltre il bordo del letto e lasciando<br />

cadere la testa tra le mani. «Che pasticcio!»<br />

Si sentì soffocare dalla frustrazione. Diede un<br />

pugno sul como<strong>di</strong>no accanto al letto, facendo tremare<br />

la lampada e cadere il portafogli <strong>di</strong> Rebecca.<br />

Dietro <strong>di</strong> sé sentì il respiro affannato <strong>di</strong> lei.<br />

Si girò. Rebecca lo guardava con occhi spalancati.<br />

Il rimorso lo travolse. «Rebecca, non ti farei mai<br />

del male...»<br />

«Lo so» sospirò lei. «Il rumore mi ha spaventata.»<br />

Sapeva che non era solo quello. Era nervosa. Stava<br />

perdendo il controllo e quella consapevolezza la<br />

spaventava. E spaventava anche lui. «Mi <strong>di</strong>spiace.»<br />

«È tutto a posto.»<br />

Gli occhi <strong>di</strong> lei ri<strong>di</strong>ventarono vellutati. L'aveva<br />

perdonato. Si guardarono intensamente. Lei estrasse<br />

la punta della lingua. Era rosa, provocatoria. La<br />

passò sul labbro inferiore e il cuore <strong>di</strong> lui iniziò a<br />

battere più forte. Senza pensarci si chinò verso <strong>di</strong><br />

115


lei. Rebecca non lo avrebbe rifiutato, come forse<br />

avrebbe dovuto.<br />

Quin<strong>di</strong> i suoi occhi guardarono altrove e la lingua<br />

scomparve. «Damon, non è una buona idea. Dobbiamo<br />

parlare.»<br />

Aveva ragione. Dovevano parlare. E lui doveva<br />

ricomporsi: era troppo v<strong>it</strong>tima del suo incantesimo<br />

per i suoi gusti. Damon si tirò in<strong>di</strong>etro e si chinò a<br />

terra per raccogliere il portafogli, che si era aperto<br />

cadendo. Mentre lo afferrava notò la foto <strong>di</strong> un bell'uomo<br />

dagli occhi scuri che lo fissava. Aveva un<br />

sorriso incosciente e gli occhi spir<strong>it</strong>ati.<br />

«E questo chi sarebbe?» Le porse il portafogli.<br />

«Un altro amante?»<br />

«Smettila!»<br />

«Perché? Sappiamo benissimo entrambi quanto<br />

sei irresistibile per il sesso forte.»<br />

Rebecca apparve chiaramente confusa.<br />

«Oh, ti prego.» Era possibile che non fosse al<br />

corrente dell'effetto che aveva sugli uomini? Forse<br />

sì. «Magari non li attiri intenzionalmente, magari è<br />

solo l'insol<strong>it</strong>o mix <strong>di</strong> bellezza e senso <strong>di</strong> sfida che<br />

emani.»<br />

«Quin<strong>di</strong> non sono più una sgualdrina calcolatrice?»<br />

Lui si interruppe, accorgendosi <strong>di</strong> averla fer<strong>it</strong>a.<br />

Non l'aveva mai chiamata così. O forse sì? Inclinò il<br />

capo, per cercare <strong>di</strong> ricordare. «Diciamo semplicemente<br />

che sai sfruttare le qual<strong>it</strong>à che la natura ti ha<br />

donato.»<br />

Lei lo fissò dal letto.<br />

«Ma non hai risposto alla mia domanda. Chi <strong>di</strong>avolo<br />

è questo?» La curios<strong>it</strong>à lo stava <strong>di</strong>vorando.<br />

Damon voleva trovare quello sconosciuto e <strong>di</strong>sinte-<br />

116


grarlo. Come si permetteva <strong>di</strong> portare con sé la foto<br />

<strong>di</strong> un altro uomo, dopo aver fatto l'amore con lui in<br />

quel modo? «Come si chiama?»<br />

«James.»<br />

«E dov'è ora?» non poté fare a meno <strong>di</strong> chiedere.<br />

«È morto.»<br />

La risposta lo fece sobbalzare.<br />

Rebecca non lo stava più guardando. Il suo viso<br />

aveva un'espressione assente, lontana, e i suoi occhi<br />

erano spenti, senza v<strong>it</strong>a. Voleva scuoterla, baciarla,<br />

<strong>di</strong>rle <strong>di</strong> concentrarsi su <strong>di</strong> lui, che era più vivo che<br />

mai.<br />

«Mi <strong>di</strong>spiace.» Ma non era per niente <strong>di</strong>spiaciuto<br />

del fatto che l'uomo che le interessava fosse morto.<br />

Non aveva bisogno <strong>di</strong> quel tipo <strong>di</strong> avversari. D'improvviso<br />

si rese conto <strong>di</strong> quello che aveva pensato...<br />

Avversari. Si avvicinò in fretta alla finestra e si<br />

mise a fissare nel vuoto. Da quando era <strong>di</strong>ventata<br />

una gara? Da quando era <strong>di</strong>ventato così essenziale<br />

che l'attenzione <strong>di</strong> Rebecca fosse de<strong>di</strong>cata solo a<br />

lui?<br />

E perché gli importava degli altri? Ora era sua.<br />

Cosa contavano James, Aaron o Savvas? C'era solo<br />

lui. E si sarebbe assicurato che non lo <strong>di</strong>menticasse.<br />

«Scordati <strong>di</strong> James.» Si girò e con due lunghi<br />

passi si r<strong>it</strong>rovò <strong>di</strong> nuovo sul letto, accanto a lei. La<br />

spinse giù, andandole sopra, e la baciò con passione.<br />

Lei cercò <strong>di</strong> r<strong>it</strong>irarsi mentre lui prendeva possesso<br />

delle sue labbra. La bocca <strong>di</strong> lui le sembrò improvvisamente<br />

morbi<strong>di</strong>ssima. E a quel punto tutto<br />

cambiò: lei gemette, rispondendo a quel bacio.<br />

Ce l'aveva fatta!<br />

Damon si sentì travolgere dal senso <strong>di</strong> v<strong>it</strong>toria. Si<br />

tirò su e guardò quel viso ecc<strong>it</strong>ato. «James ti bacia-<br />

117


va così? Ti sentivi così coinvolta anche con lui?»<br />

«Alzati da qui!»<br />

«Ammetti che ti è piaciuto.» Si sporse in avanti,<br />

per baciarla ancora e lei lo prese a pugni sul petto.<br />

«Alzati.»<br />

Lui la lasciò libera e si mise a sedere. «Oh, per<br />

l'amor del cielo!» La sua maglietta rossa si era sollevata,<br />

lasciando intravedere la pelle chiara dell'addome.<br />

Si sforzò <strong>di</strong> guardare altrove prima che i suoi<br />

pensieri venissero nuovamente sconvolti. «Non può<br />

aver significato niente per te...»<br />

«Perché? Perché <strong>di</strong>voro gli uomini come una vedova<br />

nera? Perché sono implacabile in amore?»<br />

«Al <strong>di</strong>avolo.» Non riuscì a incontrare quel riprovevole<br />

sguardo <strong>di</strong> sfida negli occhi <strong>di</strong> lei. Sentì una<br />

f<strong>it</strong>ta dentro <strong>di</strong> sé al pensiero che lei potesse amare<br />

ancora James. Non voleva che amasse nessuno...<br />

eccetto lui. Voleva che conservasse tutta quella passione,<br />

quell'ardore per lui... e solo per lui. Nessun<br />

uomo avrebbe dovuto significare niente per lei, non<br />

mentre faceva l'amore con lui con quella dolcezza.<br />

Era geloso.<br />

Ma prima <strong>di</strong> riuscire a capire come ciò fosse successo,<br />

vide le guance <strong>di</strong> lei bagnate <strong>di</strong> lacrime. E<br />

provò una stretta al cuore.<br />

Sì, aveva amato quell'uomo, quel James.<br />

Il rendersene conto lo devastò. Si girò dall'altra<br />

parte, per cercare <strong>di</strong> capire come avrebbe potuto affrontare<br />

quell'ultima scoperta.<br />

«Mi <strong>di</strong>spiace» ripeté lui. Stavolta era sincero.<br />

Non voleva vederla soffrire.<br />

«Per che cosa? Perché ho amato qualcuno? O ti<br />

<strong>di</strong>spiace per James? Magari pensi che abbia spinto<br />

anche lui al suici<strong>di</strong>o, eh? È questo che cre<strong>di</strong>?»<br />

118


Lui trasalì a sentir quelle parole così dure.<br />

«Be', lascia che ti <strong>di</strong>ca una cosa. Non si è suicidato.<br />

James era gravemente ammalato. Ma la cosa assurda<br />

è che morto in un incidente. Una misericor<strong>di</strong>osa<br />

liberazione <strong>di</strong>ssero. Ma questo non rende le<br />

cose più facili, a me manca lo stesso.» Rebecca ricominciò<br />

a singhiozzare con una tale violenza da<br />

strappargli il cuore.<br />

«Ssh.» Damon le si avvicinò. Prendendola tra le<br />

braccia, si appoggiò alla testiera del letto.<br />

«Aaron, James... sono morti entrambi.»<br />

Sembrava terribilmente affl<strong>it</strong>ta.<br />

«Ssh» ripeté lui, non sapendo come gestire la s<strong>it</strong>uazione.<br />

Com'era possibile che un uomo così ricco,<br />

responsabile del lavoro <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> persone, un<br />

uomo ammirato come manager e come negoziatore<br />

non sapesse consolare la donna che aveva tra le<br />

braccia?<br />

«Aaron, James e anche Fliss. Tutti quelli che amo<br />

muoiono.» Singhiozzò, facendo vibrare tutto il corpo.<br />

«Ieri è quasi morto anche T.J.»<br />

Voleva fargli credere <strong>di</strong> aver amato Aaron? E<br />

James? Forse a modo suo li aveva amati. E Savvas<br />

allora? Forse non era il tipo <strong>di</strong> donna in grado <strong>di</strong><br />

avere un solo grande amore, come sua madre.<br />

Cercò <strong>di</strong> ripetersi che non gli importava, ma non<br />

era così. Gli importava eccome. La desiderava prepotentemente,<br />

anche se questo significava dover allontanare<br />

le ombre <strong>di</strong> un'intera orda <strong>di</strong> fantasmi del<br />

passato. Rebecca era <strong>di</strong>ventata ciò che era anche<br />

grazie a quelle relazioni. Relazioni con altri uomini,<br />

che erano <strong>di</strong>ventati in qualche modo parte <strong>di</strong> lei. Se<br />

voleva tenersela accanto, avrebbe dovuto accettare<br />

anche loro, altrimenti non avrebbe mai avuto pace.<br />

119


Sarebbe stato uno strazio ogni volta che l'avesse tenuta<br />

tra le braccia.<br />

Rebecca stava ancora piangendo sommessamente.<br />

La strinse forte a sé. Cercò <strong>di</strong> pensare a qualcosa<br />

da <strong>di</strong>rle che potesse aiutarla a sopportare la per<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong> James e del mar<strong>it</strong>o.<br />

Improvvisamente la trovò. «Quando morì mio<br />

padre ero furioso con lui per avermi lasciato senza<br />

preavviso. Stavo così male... Non sapevo cosa fosse<br />

peggio: il dolore o la rabbia.» Era vero, si era sent<strong>it</strong>o<br />

abbandonato dal padre, un padre che era stato un<br />

vero esempio per lui, così invincibile, anche contro<br />

la morte. Damon accarezzò i capelli <strong>di</strong> Rebecca.<br />

«Ma poi il dolore passa. E passerà anche per te. Sei<br />

una donna forte, la più forte che abbia mai conosciuto.»<br />

Questa volta fu Rebecca ad allontanarsi. Lui cercò<br />

<strong>di</strong> tenerla accanto a sé, ma lei si ag<strong>it</strong>ò per staccarsi<br />

un po' e guardarlo negli occhi.<br />

«James non era il mio partner, era... mio fratello.»<br />

Quella rivelazione fu come una bastonata. Improvvisamente<br />

gli mancò il fiato. «Non sapevo che<br />

avessi un fratello.» Ma sub<strong>it</strong>o la pressione che aveva<br />

sent<strong>it</strong>o crescere dentro <strong>di</strong> sé <strong>di</strong>minuì.<br />

James non era il suo compagno.<br />

«Quando avevo <strong>di</strong>eci anni ci separarono e ci assegnarono<br />

a due famiglie <strong>di</strong>verse, ma rimanemmo<br />

in contatto. James <strong>di</strong>venne un vero ribelle e si incamminò<br />

su una cattiva strada. Poi arrivò una ragazza...»<br />

«Ce n'è sempre una» commentò lui con una punta<br />

<strong>di</strong> sarcasmo.<br />

«Si innamorarono, ma lei aveva paura del suo<br />

120


spir<strong>it</strong>o ribelle e lo lasciò. James era <strong>di</strong>strutto e cercò<br />

<strong>di</strong> tornare sulla retta via. Quando si r<strong>it</strong>rovarono lui<br />

si ammalò, era sempre stanco. Pensammo a un'influenza.»<br />

Rebecca rimase un attimo in silenzio e lo<br />

guardò in maniera strana. «Gli <strong>di</strong>agnosticarono un<br />

tumore.»<br />

«Vieni qui. Lascia che ti abbracci.»<br />

Lei gli si rannicchiò accanto. «È così strano. Per<br />

tutta la v<strong>it</strong>a sono sempre stata quella forte. La roccia<br />

a cui si aggrappava Fliss, la persona che lottava per<br />

ottenere aiuto per James, quella che li stringeva<br />

quando piangevano, che li abbracciava quando si<br />

sentivano soli. Ma non c'era nessuno ad abbracciare<br />

me.»<br />

«Neanche Felic<strong>it</strong>y?»<br />

Lei si strinse nelle spalle. «Fliss era la prima ad<br />

avere bisogno <strong>di</strong> conforto. Comunque preferisco<br />

non <strong>di</strong>re altro. Io volevo bene a lei e lei voleva bene<br />

a me. Punto.»<br />

«Ma era estenuante» aggiunse lui lentamente.<br />

«Sì.»<br />

«E James? Non si prese cura <strong>di</strong> te?»<br />

Lei sospirò. «Te l'ho detto, eravamo separati. E<br />

lui cominciò a frequentare le compagnie sbagliate.<br />

Finì in mezzo alla droga e venne trascinato sempre<br />

più giù.»<br />

«E quin<strong>di</strong> anche lui aveva bisogno <strong>di</strong> aiuto.»<br />

«Sì, ma i suoi gen<strong>it</strong>ori affidatari avevano un figlio<br />

minorenne e non volevano che venisse influenzato<br />

da James.»<br />

«E allora?» l'incalzò lui.<br />

«Convinsi la famiglia a cercare <strong>di</strong> farlo aiutare.<br />

Ci vollero due lunghi anni e molti sol<strong>di</strong>, alcuni dei<br />

quali dovetti sborsarli io, e alla fine ne uscì. In quel<br />

121


momento io lavoravo già per Aaron.»<br />

Lei guardò lontano con gli occhi persi nel vuoto<br />

dei ricor<strong>di</strong>. Damon sentì un nodo in gola e le <strong>di</strong>ede<br />

un bacio in fronte per cercare <strong>di</strong> consolarla.<br />

«Ed è così che vi siete incontrati.»<br />

Lei annuì. «Lui mi chiese <strong>di</strong> uscire e io <strong>di</strong>ssi <strong>di</strong><br />

no. Dopotutto cosa poteva volere un uomo delle sue<br />

con<strong>di</strong>zioni economiche? Ero giovane, ma non stupida.»<br />

Damon non poteva credere che lei si sminuisse<br />

così. Ma, pensando alle sue origini, immaginò come<br />

la sua autostima potesse essere fin<strong>it</strong>a sotto le scarpe.<br />

«Aaron Grainger era una persona saggia.» Molto<br />

più <strong>di</strong> quanto non fosse stato lui. «E in te vide una<br />

donna intelligente, <strong>di</strong>vertente e brillante.»<br />

Lei lo guardò dubbiosa. «Lo cre<strong>di</strong> davvero?»<br />

«Sono sicuro.» Lui deglutì. «Dimmi <strong>di</strong> Grainger.»<br />

«Aaron non volle accettare un no come risposta e<br />

continuò a chiedermi <strong>di</strong> uscire.»<br />

Era naturale... era bella e giovane. «Quanti anni<br />

avevi?»<br />

«Diciotto.»<br />

Buon Dio! Diciotto. Grainger mer<strong>it</strong>ava <strong>di</strong> essere<br />

messo al muro: aveva almeno quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> più.<br />

«E poi?»<br />

«Fliss voleva <strong>di</strong>ventare chef. Aveva fatto un paio<br />

<strong>di</strong> corsi in alcune scuole <strong>di</strong> cucina locali, ma voleva<br />

andare a imparare in Francia. E James era <strong>di</strong> nuovo<br />

nei guai. Questo avvenne prima che uscisse completamente<br />

dalla droga.»<br />

Damon chiuse gli occhi, temendo <strong>di</strong> sapere cosa<br />

avrebbe sent<strong>it</strong>o. Ricordava il talento della moglie,<br />

ma non sapeva in che modo fosse stato alimentato.<br />

122


E ricordava anche <strong>di</strong> aver detto a Rebecca <strong>di</strong> imparare<br />

da Fliss e cercare <strong>di</strong> apprendere una professione,<br />

come lei.<br />

Cielo, com'era stato arrogante!<br />

Se solo si fosse potuto rimangiare ogni commento<br />

crudele usc<strong>it</strong>o dalla sua bocca.<br />

Rebecca non aveva aperto bocca per <strong>di</strong>fendersi.<br />

Non aveva sottolineato che era lei che faceva funzionare<br />

le cose e che le persone attorno a lei contavano<br />

tutte sul suo supporto. Chissà cos'altro non gli<br />

aveva detto.<br />

«Ah, quin<strong>di</strong> tu chiedesti ad Aaron i sol<strong>di</strong> per sistemare<br />

i tuoi cari e lui in cambio ti chiese <strong>di</strong> sposarlo»<br />

<strong>di</strong>sse lui in modo deciso, tenendola stretta tra<br />

le braccia.<br />

«No, no. Chiesi ad Aaron un prest<strong>it</strong>o per pagare il<br />

volo e il corso <strong>di</strong> Fliss e trovai un ottimo specialista<br />

per James. Aaron fu stupendo e si rifiutò <strong>di</strong> accettare<br />

gli interessi sul prest<strong>it</strong>o, quin<strong>di</strong> iniziai a lavorare<br />

fino a tar<strong>di</strong> per ripagarlo. Un paio <strong>di</strong> volte insistette<br />

per portarmi fuori a cena e scoprii che mi piaceva la<br />

sua compagnia.»<br />

«Posso immaginare.» Damon ricordava quanto<br />

fosse attraente Grainger e si trovò a <strong>di</strong>sprezzare il<br />

modo in cui aveva manipolato quella <strong>di</strong>ciottenne in<br />

cerca <strong>di</strong> attenzioni.<br />

«Era bello avere qualcuno su cui contare. Gli parlai<br />

del mio desiderio <strong>di</strong> mettere su un'attiv<strong>it</strong>à per<br />

conto mio e lui mi incoraggiò, offrendomi un prest<strong>it</strong>o.»<br />

«Anche questa volta senza interessi?» Damon<br />

non riuscì a nascondere il nervosismo nella sua voce.<br />

«No, questa volta il prest<strong>it</strong>o fu fatto attraverso la<br />

123


anca. Ma lui riuscì a farmi ottenere un buon accordo,<br />

con interessi molto bassi. Il giorno in cui lasciai<br />

la sua <strong>di</strong>tta per iniziare con Dream Occasions mi<br />

portò fuori a cena, or<strong>di</strong>nò dello champagne e <strong>di</strong>sse<br />

<strong>di</strong> aver già parlato <strong>di</strong> me con molti amici e colleghi.»<br />

Sorrise al ricordo. «La cosa mi preoccupò un<br />

po'. Quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> amarmi e mi chiese <strong>di</strong> sposarlo.»<br />

Chiaramente lei si era sent<strong>it</strong>a costretta! Lui l'aveva<br />

raggirata.<br />

«Non dovevi sposarlo.»<br />

«Lo so. Ma allora avevo <strong>di</strong>ciannove anni. Cosa<br />

puoi sapere della v<strong>it</strong>a quando hai <strong>di</strong>ciannove anni?<br />

Avevo sempre desiderato un po' <strong>di</strong> sicurezza e Aaron<br />

me la stava offrendo. Pensavo che il mio sogno<br />

si stesse realizzando. Tutto avvenne così velocemente.»<br />

«Circolavano delle voci» aggiunse lui lentamente.<br />

«Sul mio amante? Il drogato? Era James.» Tutto<br />

quadrava.<br />

«E gli altri?»<br />

«Gli altri?»<br />

«Gli altri amori?»<br />

Lei lo fissò, con i suoi occhi scuri e insondabili.<br />

«Cosa vuoi sapere?»<br />

«Parlami <strong>di</strong> loro.» Sentì una f<strong>it</strong>ta al petto mentre<br />

glielo chiedeva.<br />

«Ti ho già detto una volta che non amo parlare<br />

delle mie storie.»<br />

«Neanche <strong>di</strong> mio fratello?» La f<strong>it</strong>ta si fece più<br />

acuta. «Credo <strong>di</strong> avere il <strong>di</strong>r<strong>it</strong>to <strong>di</strong> sapere almeno <strong>di</strong><br />

lui.»<br />

Si liberò dal suo abbraccio. «Te l'ho detto, con lui<br />

124


non c'è mai stato niente.» Rebecca si sedette sul<br />

bordo del letto, con la schiena rivolta verso <strong>di</strong> lui e<br />

le braccia che penzolavano tra le sue ginocchia.<br />

Dannazione, perché era così lontana? La voleva<br />

ancora tra le sue braccia. «Quando me l'avresti detto,<br />

scusa?»<br />

Lei si girò per guardarlo in faccia. «Quando insistevi<br />

che era il padre <strong>di</strong> T.J.»<br />

«No» ribatté lui lentamente, cercando <strong>di</strong> ricordare<br />

esattamente le parole che lei aveva usato. «Tu hai<br />

negato che fosse il padre <strong>di</strong> T.J. Ma non <strong>di</strong> essere<br />

stata a letto con lui.»<br />

«Oh.»<br />

Lui capì che ci stava riflettendo, il suo viso era<br />

attraversato da miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> pensieri.<br />

«Be', non ci sono mai stata» concluse Rebecca.<br />

Poteva crederle?<br />

Il suo cuore desiderava farlo. Raddrizzandosi,<br />

Damon le prese il mento tra le mani e guardò i suoi<br />

occhi. Lei lo fissò senza abbassare lo sguardo. Alla<br />

fine lui la lasciò andare.<br />

«Mi cre<strong>di</strong>?»<br />

Sì, le credeva. O forse no. Era troppo confuso e<br />

non sapeva più cosa pensare.<br />

C'era anche la questione del ragazzino. «E il padre<br />

<strong>di</strong> T.J. chi è allora?»<br />

«È importante?»<br />

I suoi segreti lo stavano <strong>di</strong>vorando. Voleva sapere<br />

tutto <strong>di</strong> lei. Certo che era importante! «Non voglio<br />

entrare in una stanza, un giorno, e trovarmi<br />

faccia a faccia con il padre <strong>di</strong> tuo figlio. Non senza<br />

preavviso.»<br />

«Fidati <strong>di</strong> me» lo rassicurò Rebecca. «Non succederà<br />

mai.»<br />

125


Fidarsi <strong>di</strong> lei.<br />

Fidarsi <strong>di</strong> lei? Così, semplicemente?<br />

Damon avrebbe tanto voluto farlo. Non chiedeva<br />

<strong>di</strong> meglio. Sarebbe stato incre<strong>di</strong>bilmente liberatorio<br />

poterle credere.<br />

126


Cap<strong>it</strong>olo<br />

9<br />

«VA BENE.» REBECCA respirò profondamente. «Ascolta,<br />

forse è arrivato il momento che ti racconti<br />

qualche altra cosa su T.J. Qualcosa che avrei dovuto<br />

<strong>di</strong>rti già da tempo, ma avevo paura...» Si interruppe.<br />

«Paura?» Damon la incalzò, avvicinandosi.<br />

Rebecca si sforzò <strong>di</strong> continuare, anche se avrebbe<br />

prefer<strong>it</strong>o scappare lontano. «Non molto tempo fa<br />

hai detto che sono la donna più forte che tu abbia<br />

mai conosciuto. Ma sono anche la più paurosa.»<br />

Lui le scostò una ciocca <strong>di</strong> capelli dal viso. «Forza,<br />

<strong>di</strong>mmi» la sollec<strong>it</strong>ò. «Di cosa hai paura?»<br />

Damon era così forte, così sicuro <strong>di</strong> sé. Perché<br />

aveva pensato che la ver<strong>it</strong>à che gli aveva tenuto nascosta<br />

così a lungo l'avrebbe potuto ferire? «Be', <strong>di</strong><br />

molte cose. Di perdere le persone che amo. Lo sai.»<br />

Lo sguardo <strong>di</strong> lui si addolcì. Senza parlare posò<br />

la sua mano su quella <strong>di</strong> lei, dandole un senso <strong>di</strong> calore<br />

e <strong>di</strong> conforto, insieme al coraggio per continuare<br />

a parlare.<br />

«Ho paura <strong>di</strong> ferire le persone e soprattutto <strong>di</strong> ferire<br />

te.»<br />

«Non ti preoccupare, non potresti mai ferirmi,<br />

sono forte.» Ma i suoi occhi si fecero più scuri per<br />

127


l'incertezza. «Su, sputa questo dannato rospo.»<br />

«Va bene.» Lei strizzò gli occhi, sussurrò una<br />

preghiera e afferrò la mano <strong>di</strong> lui come un'ancora <strong>di</strong><br />

salvataggio. «T.J. è figlio <strong>di</strong> Fliss, non mio. Io l'ho<br />

adottato.»<br />

Il silenzio <strong>di</strong>venne totale.<br />

Niente si mosse, ma la mano <strong>di</strong> Damon si fece<br />

più rigida. Rebecca aprì gli occhi.<br />

Damon lasciò cadere la mano <strong>di</strong> lei e si alzò lentamente<br />

in pie<strong>di</strong>, pallido in volto. Alla fine le sue<br />

labbra si mossero. «T.J. è mio figlio?»<br />

«No.»<br />

«Ti ho sent<strong>it</strong>o, Rebecca» l'accusò. «Hai detto che<br />

è figlio <strong>di</strong> Fliss. E me l'hai tenuto nascosto?»<br />

«Io...»<br />

«Tu cosa?»<br />

«Volevo <strong>di</strong>rtelo.»<br />

«Quando?»<br />

«Ho cercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>rtelo... Volevo <strong>di</strong>rtelo prima...»<br />

Prima <strong>di</strong> fare l'amore. Ma non poteva parlare d'amore.<br />

Non mentre lui era lì davanti a lei, così pallido<br />

e arrabbiato. Rebecca chiuse gli occhi irr<strong>it</strong>ata.<br />

«Tu...» Si interruppe. Lei si tirò in<strong>di</strong>etro e aprì gli<br />

occhi, in attesa dell'invettiva. «Mi hai privato <strong>di</strong> mio<br />

figlio.»<br />

«Smettila!» gridò lei. «T.J. non è tuo figlio.»<br />

«Cosa? Cosa vuoi <strong>di</strong>re?» Lui si sentiva perso,<br />

cercava le parole. «Ma... hai appena detto che era il<br />

figlio <strong>di</strong> Fliss.» L'immensa fiducia in se stesso era<br />

visibilmente <strong>di</strong>minu<strong>it</strong>a ora. Appariva turbato.<br />

«Non avrei mai voluto <strong>di</strong>rtelo.»<br />

«Dirmi cosa?»<br />

«Fliss...» La sua voce si smorzò.<br />

128


«Cosa? Felic<strong>it</strong>y cosa? Parla, dannazione.»<br />

«Fliss era innamorata <strong>di</strong> mio fratello. Lui le chiese<br />

<strong>di</strong> sposarlo.»<br />

«James.» La sua voce era monocorde. «Tuo fratello.<br />

E perché non l'ha sposato se era tutto così perfetto?»<br />

«Perché era insicura. Cerca <strong>di</strong> capire. Fliss perse i<br />

gen<strong>it</strong>ori quando aveva nove anni. Desiderava stabil<strong>it</strong>à.<br />

Il tumore <strong>di</strong> James la <strong>di</strong>strusse. Non riusciva ad<br />

accettarlo. A quel punto incontrò te.»<br />

Lui incrociò le braccia, allontanandosi da lei. «Mi<br />

stai <strong>di</strong>cendo che le interessava solo il mio portafogli?»<br />

«No, no! La cosa non si fermava ai sol<strong>di</strong>. Tu sei<br />

molto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> un semplice miliardario.» Riusciva a<br />

fargli capire quello che intendeva? O stava solo<br />

perdendo tempo? «Tu sei forte, sicuro <strong>di</strong> te, rispettato.<br />

Fliss aveva un <strong>di</strong>sperato bisogno <strong>di</strong> tutto<br />

questo. Sapeva che con te le cose non sarebbero andate<br />

storte.»<br />

«Invece è successo. Mi ha lasciato dopo sei settimane.<br />

Se n'è venuta via con te senza spiegazioni.»<br />

Rebecca si accorse che la cosa gli pesava ancora.<br />

Damon doveva aver pensato <strong>di</strong> essere considerato<br />

lo zimbello della c<strong>it</strong>tà.<br />

Ora la guardava negli occhi. «Chissà come avrete<br />

riso tu e Fliss leggendo i giornali... Si chiedevano<br />

tutti in che mostro mi trasformassi una volta sceso il<br />

buio.»<br />

«Non lo sapevo. Non leggemmo nessun giornale.<br />

James... il cancro si stava <strong>di</strong>ffondendo. Il matrimonio<br />

<strong>di</strong> Fliss l'aveva scosso. Aveva deciso <strong>di</strong><br />

provare a fare la ra<strong>di</strong>oterapia. Io ero venuta per <strong>di</strong>rlo<br />

a Fliss. L'unico motivo per cui fuggì era che Ja-<br />

129


mes voleva vederla prima <strong>di</strong> iniziare la cura. Era<br />

spaventato dal trattamento. Penso che Fliss crebbe<br />

molto velocemente in quel momento. Capì che non<br />

poteva nascondere la testa sotto la sabbia. Lui l'amava<br />

e aveva bisogno <strong>di</strong> lei.»<br />

Damon le apparve improvvisamente sfocato. E<br />

anche la stanza. Rebecca batté le palpebre e una<br />

calda lacrima le attraversò la guancia, ma l'asciugò<br />

bruscamente.<br />

«E così ti seguì?»<br />

«Sì. Volevo che venisse solo per un giorno. James<br />

era qui ad Auckland per un consulto prima <strong>di</strong><br />

iniziare la terapia. Ma non appena lei lo vide...»<br />

Rebecca si interruppe. Come poteva spiegare come<br />

si era sent<strong>it</strong>a Fliss?<br />

Il senso <strong>di</strong> colpa per aver abbandonato James l'aveva<br />

travolta. Aveva cap<strong>it</strong>o che non poteva più<br />

scappare e che voleva passare il tempo che restava<br />

loro al fianco <strong>di</strong> James, sperando nella minima possibil<strong>it</strong>à<br />

che ce la potesse fare. Questa volta aveva<br />

deciso <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>re Damon e le sue promesse <strong>di</strong> matrimonio.<br />

«Nei giorni che precedettero il trattamento lei rimase<br />

con James nel mio appartamento. Dopo la ra<strong>di</strong>oterapia...»<br />

Rebecca deglutì, «scoprirono che<br />

Fliss era incinta. Sembrò un miracolo.»<br />

«Ma era ancora mia moglie» brontolò Damon.<br />

«Quella era l'unica cosa che metteva un freno alla<br />

loro felic<strong>it</strong>à. Avrebbero dovuto aspettare due anni<br />

per ottenere il <strong>di</strong>vorzio. James temeva <strong>di</strong> non riuscire<br />

ad arrivarci. Per questo decisero <strong>di</strong> vivere ogni<br />

giorno al massimo. Ma sei mesi dopo il tumore ricomparve<br />

e questa volta i me<strong>di</strong>ci non furono più<br />

così ottimisti. James e Fliss non vollero accettarlo.<br />

130


Erano convinti che lui ce l'avrebbe fatta.»<br />

E invece erano morti entrambi. James stava abbastanza<br />

bene. Il bambino sarebbe nato presto e lui<br />

aveva accettato <strong>di</strong> partecipare a una festa per la sua<br />

ripresa e l'imminente nasc<strong>it</strong>a. Fliss era rifior<strong>it</strong>a e<br />

James desiderava così tanto vivere. Per Fliss. Per il<br />

bambino.<br />

Nessuno avrebbe mai pensato a un incidente. James<br />

era morto all'istante, mentre Fliss era riusc<strong>it</strong>a a<br />

parlare ancora con Rebecca e a firmare un testamento<br />

e una richiesta <strong>di</strong> certificato <strong>di</strong> nasc<strong>it</strong>a,<br />

perché lei adottasse il bambino e lo facesse chiamare<br />

Taylor James.<br />

Damon mise le mani sulle spalle <strong>di</strong> Rebecca.<br />

«E mentre inseguiva la sua felic<strong>it</strong>à con tuo fratello,<br />

non pensò mai <strong>di</strong> darmi una spiegazione.»<br />

Lei scrollò via le sue mani e rimase ferma. «Temeva<br />

che fossi arrabbiato. Voleva <strong>di</strong>rtelo.»<br />

«Non credo» <strong>di</strong>sse lui strascicando le parole.<br />

«Immagino che sperasse che mi avresti raccontato<br />

tutto quando mi fossi presentato. Ma non lo feci.»<br />

«No, invece le presentasti un atto <strong>di</strong> separazione<br />

e te ne lavasti le mani.»<br />

«E le <strong>di</strong>e<strong>di</strong> un'eccellente liquidazione. Cosa ne è<br />

stato <strong>di</strong> quei sol<strong>di</strong>?»<br />

Rebecca sollevò il mento, attraversata da un moto<br />

<strong>di</strong> rabbia. «Erano <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> Fliss. Li ho invest<strong>it</strong>i<br />

per T.J. Potrà ottenerli quando avrà compiuto<br />

venticinque anni. A quel punto potrai intentare una<br />

causa contro <strong>di</strong> lui.»<br />

«Non farei mai una cosa del genere. E poi non ho<br />

bisogno <strong>di</strong> quei sol<strong>di</strong>. Quello che davvero mi interessa<br />

capire è come Fliss abbia potuto pensare <strong>di</strong><br />

sposare me, nonostante amasse un altro.»<br />

131


Rebecca sospirò. «Me lo sono chiesto spesso anch'io.<br />

Pensava che tra lei e James non avrebbe funzionato.<br />

Mio fratello non voleva neanche parlare del<br />

tumore, rifiutava la terapia e fingeva <strong>di</strong> non avere<br />

niente. Fliss era terrorizzata all'idea <strong>di</strong> rimanere sola,<br />

credo. Sono convinta che in cuor suo sperasse <strong>di</strong><br />

imparare ad amarti.» Rebecca si era aggrappata a<br />

quella speranza. Che il matrimonio tra Damon e<br />

Fliss funzionasse. Solo quello avrebbe dato un senso<br />

alla sua sofferenza.<br />

«E tu?» Era curioso. «Cosa pensavi dell'intera<br />

faccenda?»<br />

Lei guardò lontano. «Non era una decisione che<br />

dovevo prendere io.»<br />

«Ma non approvavi.»<br />

Era un'affermazione, non una domanda. Sorpresa,<br />

lei lo fissò. Lui aveva anticipato la sua reazione.<br />

«No. Le <strong>di</strong>ssi che non ti doveva sposare.»<br />

«Lo <strong>di</strong>cesti anche a me. Cos'altro le <strong>di</strong>cesti?»<br />

«Che non era giusto nei tuoi confronti, che ti stava<br />

tradendo. Ma questo non te lo potei <strong>di</strong>re. La sua<br />

relazione con mio fratello non era un mio segreto.<br />

Allora cercai <strong>di</strong> convincerla che entrambi avreste<br />

sofferto.» Le credeva ora? Era <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>rlo.<br />

«Peccato che nessuno <strong>di</strong> noi due abbia segu<strong>it</strong>o il<br />

tuo consiglio. Arrogante com'ero, ero convinto che<br />

tu mi volessi per te. Che presuntuoso! Mi sarei dovuto<br />

accorgere che, non appena iniziai a corteggiare<br />

Felic<strong>it</strong>y, tu smettesti <strong>di</strong> flirtare con me.»<br />

«Non è proprio così.» Lei sorrise tristemente.<br />

«Ricor<strong>di</strong> le prove, la sera prima del matrimonio?»<br />

«Quando mi pregasti <strong>di</strong> non sposare Fliss, <strong>di</strong>cendo<br />

che se ne sarebbe pent<strong>it</strong>a? E quando, rifiutandomi<br />

<strong>di</strong> ascoltarti, ti buttasti su <strong>di</strong> me e iniziasti a ba-<br />

132


ciarmi? Come potrei <strong>di</strong>menticarlo, Rebecca?»<br />

Era stato un momento decisivo. Aveva detto a<br />

Damon che non poteva sposare Fliss. Lui l'aveva<br />

fissata senza degnarsi <strong>di</strong> rispondere, guardandola<br />

come se <strong>di</strong>cesse delle sciocchezze. Dentro <strong>di</strong> lei era<br />

scattato qualcosa. Improvvisamente gli aveva gettato<br />

le braccia al collo e l'aveva baciato, con tutta la<br />

passione che aveva. Aveva messo tutto quello che<br />

provava per lui in quel bacio.<br />

«Anche tu mi hai baciata» aggiunse lei alla fine.<br />

«Oh, Signore, come potevo non farlo? Eri la personificazione<br />

del peccato, piacere allo stato puro.<br />

Non riuscii a trattenermi. Avrei dovuto aprire gli<br />

occhi in quel momento. Invece pensai <strong>di</strong> essere impazz<strong>it</strong>o,<br />

tentato da una donna...»<br />

«Che detestavi.»<br />

«Sì» ribatté lui con molta calma. «Ma mentivo a<br />

me stesso. Per autoconservazione. Mi terrorizzavi.»<br />

«Allora mi mandasti via e mi intimasti <strong>di</strong> non avvicinarmi<br />

più a Fliss dopo il matrimonio.»<br />

«Ti <strong>di</strong>ssi delle cose ignobili. Parte <strong>di</strong> quella rabbia<br />

era rivolta a me stesso. Non potevo credere <strong>di</strong><br />

averti baciato e <strong>di</strong> aver tra<strong>di</strong>to Fliss. Avevo sempre<br />

pensato <strong>di</strong> essere un uomo con dei principi.»<br />

Per una frazione <strong>di</strong> secondo Rebecca si chiese se<br />

sarebbe stato in grado <strong>di</strong> perdonarsi per<br />

quell'affronto all'onore. Capì che aveva o<strong>di</strong>ato la<br />

passione che lei aveva risvegliato in lui e quella<br />

debolezza <strong>di</strong> carattere. Quel bacio sconsiderato <strong>di</strong><br />

quasi quattro anni prima si sarebbe messo tra loro<br />

due, allontanandoli?<br />

«Tu eri arrogante. Lei era la mia famiglia, insieme<br />

a James, e sapevo che avrebbe fatto qualunque<br />

cosa tu avessi voluto. Mi sentivo tra<strong>di</strong>ta da entram-<br />

133


i. Mi avevi spezzato il cuore, per questo flirtai con<br />

te senza alcuna vergogna il giorno dopo sulla pista<br />

da ballo.»<br />

Il volto <strong>di</strong> lui <strong>di</strong>venne scuro. «Ti avevo fer<strong>it</strong>o e<br />

offeso. Mer<strong>it</strong>avo <strong>di</strong> essere trattato male. Ma la mia<br />

domanda resta. A parte quelle due occasioni, non<br />

flirtasti più con me dopo che io e Fliss avevamo iniziato<br />

a uscire. E non eri neanche ostile con lei.» Fece<br />

una pausa. «Perché?»<br />

«Non posso <strong>di</strong>re <strong>di</strong> non aver sperato che Fliss<br />

tornasse in sé e ripensasse a James. Fliss era mia sorella,<br />

anche se non <strong>di</strong> sangue, le volevo bene. E anche<br />

mio fratello le voleva bene. Come potevo o<strong>di</strong>arla<br />

o fare la civetta con l'uomo che era interessato a<br />

lei?»<br />

«Nonostante ti avesse portato via l'uomo che desideravi?<br />

Lo aveva fatto con l'inganno e tu continuasti<br />

ad amarla lo stesso?»<br />

«Sì, l'amavo.» Rebecca incontrò il suo sguardo<br />

corrucciato. «Nonostante la sua decisione <strong>di</strong> sposarti,<br />

quando avrebbe dovuto pensarci due volte.»<br />

«Ammiro la tua fedeltà. È un peccato che Felic<strong>it</strong>y<br />

non sia stata altrettanto corretta con te.»<br />

«Non credo che si sia mai resa conto... <strong>di</strong> quello<br />

che provavo per te.» Faceva male ammetterlo.<br />

Damon la guardò sorpreso.<br />

Rebecca <strong>di</strong>ventò rossa in volto. «Era lampante,<br />

vero? Chissà come ti sarai <strong>di</strong>vert<strong>it</strong>o. Ma non avevo<br />

mai provato le stesse cose per un altro uomo. Dopo<br />

Aaron pensavo che non mi sarei mai più sposata.<br />

Poi... puff.» Schioccò le <strong>di</strong>ta. «Questa cosa incontrollabile.»<br />

La sua voce tremò. «Tu e io. Pensavo<br />

che fosse destino.»<br />

«Mi spiace.» Le sfiorò la guancia. «Fui crudele.»<br />

134


«Sì.»<br />

«Tu non cercasti <strong>di</strong> proteggerti.»<br />

«Se fosse stato destino, non avrei avuto alcun bisogno<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fendermi.»<br />

Un silenzio seguì le sue parole.<br />

Lui era impalli<strong>di</strong>to <strong>di</strong> nuovo sotto l'abbronzatura.<br />

«Me lo mer<strong>it</strong>avo. Avevo ascoltato i pettegolezzi che<br />

circolavano, dando retta solo a quello che volevo...»<br />

Si interruppe.<br />

«Non ero preparata a piegarmi per respingere le<br />

<strong>di</strong>cerie. Alcuni ci provarono con me...»<br />

«E tu li mandasti al <strong>di</strong>avolo?»<br />

«Più o meno.»<br />

«Per questo <strong>di</strong>strussero la tua reputazione.»<br />

«Più che altro non volevano che gli altri pensassero<br />

che erano stati gli unici a non avere avuto fortuna.»<br />

Rebecca storse la bocca. «Le storie sui<br />

miei... successi crebbero sempre <strong>di</strong> più.»<br />

«Oh, Signore!» Lui si passò una mano tra i capelli,<br />

per mandarli in<strong>di</strong>etro. «Sono successe molte cose<br />

negli ultimi due giorni. E c'è molto su cui devo riflettere.<br />

Ho bisogno <strong>di</strong> tempo.»<br />

Lei si morse il labbro. Eccolo, il colpo mortale.<br />

Aveva immaginato che quello che c'era ora tra loro<br />

non avrebbe retto il confronto con il passato.<br />

«Vuoi che io e T.J. ce ne an<strong>di</strong>amo?»<br />

«No.» I suoi occhi blu sembravano stanchi. «No,<br />

questo mai. Ma ho bisogno <strong>di</strong> tempo per pensarci<br />

su. Ho scoperto che molto <strong>di</strong> ciò in cui credevo è<br />

falso. Ho appreso su me stesso cose che non mi<br />

hanno fatto molto piacere. Devo cercare <strong>di</strong> accettarlo.»<br />

Questo a causa del suo forte senso dell'onore.<br />

Non poteva perdonarsi <strong>di</strong> averla baciata, quando<br />

135


aveva promesso amore eterno a un'altra. E non poteva<br />

perdonarsi per il male che le aveva fatto. Tutte<br />

le volte che la guardava gli tornavano in mente i<br />

suoi errori.<br />

E che senso avrebbe avuto <strong>di</strong>scutere? Diceva che<br />

voleva tempo, ma Rebecca temeva che volesse liberarsi<br />

<strong>di</strong> una s<strong>it</strong>uazione che non aveva futuro. Che<br />

futuro avrebbe potuto avere con una donna che tutti<br />

i giorni della sua v<strong>it</strong>a gli avrebbe ricordato quel<br />

passato umiliante? Non aveva senso illudersi che<br />

l'avrebbe amata nel modo in cui lei desiderava essere<br />

amata.<br />

Rebecca sollevò il capo. «Capisco.»<br />

«Non credo.» Lui la guardò con sguardo frustrato.<br />

«Ascolta, ho un volo...»<br />

«Rebecca, siamo a casa.» La voce <strong>di</strong> Demetra risuonò<br />

tra le pareti.<br />

Damon imprecò.<br />

Un attimo dopo la porta si spalancò. «Oops, scusate.»<br />

Demetra si portò la mano alla bocca.<br />

Damon esclamò qualcosa in greco, saltò giù dal<br />

letto e uscì <strong>di</strong> corsa, lasciando Demetra a bocca aperta.<br />

«Wow! Ho interrotto qualcosa? Cosa mi sono<br />

persa? Raccontami tutto!»<br />

Rebecca aveva appena messo a dormire T.J.,<br />

quando sentì bussare alla porta della camera da letto.<br />

Si affrettò ad aprire, prima che il rumore potesse<br />

svegliare il bambino.<br />

Damon era lì in pie<strong>di</strong>, con fare guar<strong>di</strong>ngo. «Sono<br />

venuto per salutarti.»<br />

Per un attimo il cuore <strong>di</strong> Rebecca si fermò.<br />

Lui sembrò notare il suo sconforto e si portò le<br />

136


mani alla testa. «Domani vado a Los Angeles, ricor<strong>di</strong>?<br />

Per due settimane.»<br />

Il viaggio <strong>di</strong> lavoro. Certo. Perché era così sconvolta?<br />

Forse perché temeva un ad<strong>di</strong>o più <strong>di</strong> ogni altra<br />

cosa? Perché Damon aveva detto che aveva bisogno<br />

<strong>di</strong> tempo e lei temeva che ciò significasse che<br />

era fin<strong>it</strong>a? «Entra.» Rebecca si fece da parte.<br />

Qualcosa, forse il desiderio, illuminò gli occhi <strong>di</strong><br />

Damon. Ma lui non si mosse. «No, non posso entrare.<br />

Volevo solo darti un assegno.»<br />

Rebecca aggrottò le sopracciglia. «Un assegno?<br />

Per cosa?»<br />

«Per quello che hai fatto finora per il matrimonio.<br />

Un acconto per darti una mano fino al mio r<strong>it</strong>orno.»<br />

«Non posso accettarlo.» Lei si spostò in<strong>di</strong>etro,<br />

per allontanarsi dall'assegno che le stava porgendo.<br />

«Non essere ri<strong>di</strong>cola. È tuo. È per questo che sei<br />

tornata ad Auckland. Pren<strong>di</strong>lo.»<br />

«Non è per questo che sono tornata ad Auckland.»<br />

Si sentì spezzare il cuore e perse la calma.<br />

«Sei così cieco!»<br />

Lui tirò in<strong>di</strong>etro la testa. «Va bene, allora perché<br />

hai accettato <strong>di</strong> organizzare il matrimonio?»<br />

Rebecca guardò da un'altra parte. «Perché tua<br />

madre era ammalata. E tu eri preoccupato per lei»<br />

<strong>di</strong>sse con voce flebile.<br />

«Lasciamo perdere, ora non ho tempo <strong>di</strong> parlare.»<br />

Le mise in mano l'assegno e fece per andarsene.<br />

Senza neanche guardare la somma, Rebecca lo<br />

strappò. «Non posso accettarlo. Violerei una clausola<br />

del mio contratto.»<br />

L'affermazione lo fece fermare e tornare in<strong>di</strong>etro.<br />

«Che contratto?»<br />

«Il contratto per la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Dream Occasions.<br />

137


C'è una clausola che prevede che non contatti i miei<br />

vecchi clienti per almeno cinque anni. E non sono<br />

ancora passati.»<br />

«Mia madre non è mai stata tua cliente.»<br />

«Ma tu sì.»<br />

Ed entrambi pensarono alla notte prima del matrimonio<br />

con Fliss, quando lui le aveva gettato in<br />

faccia l'assegno, <strong>di</strong>cendole <strong>di</strong> prenderlo come pagamento<br />

per il lavoro che aveva fatto per lui e per la<br />

moglie. Lei lo aveva accettato con aria <strong>di</strong> sfida, sostenendo<br />

quello sguardo pieno <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo. All'inizio<br />

l'aveva tenuto per ricordarsi <strong>di</strong> quanto fosse stata<br />

stupida a innamorarsi <strong>di</strong> un uomo che la o<strong>di</strong>ava.<br />

E più tar<strong>di</strong>, quando lui aveva liquidato Fliss dopo<br />

le nozze, l'aveva girato all'amica. Ora quei sol<strong>di</strong> sarebbero<br />

spettati a T.J., una volta raggiunti i venticinque<br />

anni.<br />

«Quin<strong>di</strong>, mi spiace, ma non posso accettare il pagamento»<br />

concluse, sostenendo il suo sguardo.<br />

«Perché?»<br />

Lei fece finta <strong>di</strong> non aver cap<strong>it</strong>o. «Te l'ho detto...<br />

il contratto.»<br />

«No.» Lui fece un gesto in segno <strong>di</strong> impazienza.<br />

«Perché hai accettato <strong>di</strong> dare una mano con il matrimonio?»<br />

Sbuffò leggermente spazient<strong>it</strong>a. «Ma non mi ascolti<br />

quando ti parlo? Te l'ho già detto. Perché tua<br />

madre stava male. E tu eri preoccupato per lei. Come<br />

avrei potuto girarvi le spalle? Quando tua madre<br />

rischiava <strong>di</strong> morire?»<br />

Lui es<strong>it</strong>ò. «Capisco, dopo tutte le persone che avevi<br />

perso, non potevi permettere che mia madre<br />

rischiasse <strong>di</strong> morire. E io che non me ne sono neanche<br />

mai accorto. Che i<strong>di</strong>ota!» Si picchiò il palmo<br />

138


della mano contro la fronte. «Però avresti comunque<br />

dovuto <strong>di</strong>rmi che non potevi accettare sol<strong>di</strong>.»<br />

«L'ho fatto. Ho continuato a ripetertelo, ma non<br />

volevi ascoltare.»<br />

«Pensavo che avessi accettato <strong>di</strong> occuparti del<br />

matrimonio perché avevo raddoppiato l'offerta.<br />

Credevo che fosse un problema <strong>di</strong> sol<strong>di</strong>. E quando<br />

mi <strong>di</strong>cesti che tua madre aveva abbandonato te e<br />

James, e che non sapevi chi fosse tuo padre, ho cominciato<br />

a capire i tuoi tentativi <strong>di</strong> essere autosufficiente.<br />

Ho cap<strong>it</strong>o perché i sol<strong>di</strong> sono così importanti<br />

per te e ho finalmente smesso <strong>di</strong> pensare <strong>di</strong> averti<br />

pagato una vera fortuna per riaverti qui ad Auckland.<br />

Ma, come al sol<strong>it</strong>o, mi sbagliavo.» I suoi<br />

occhi erano <strong>di</strong>ventati <strong>di</strong> un blu scuro, sofferente.<br />

«Non capisco niente <strong>di</strong> quello che succede in quella<br />

tua bella testolina, eh? Signore, che confusione!» Si<br />

coprì la faccia con le mani e, quando risollevò la testa,<br />

apparve stanco e tirato. «Le cose non cambiano<br />

mai, vero?»<br />

«Non importa, davvero» replicò lei.<br />

Damon la guardò con un'espressione che lei non<br />

riuscì a interpretare. Il silenzio era snervante. Alla<br />

fine sospirò e aggiunse in modo deciso: «Sì, che<br />

importa». Quin<strong>di</strong> si girò e se ne andò.<br />

La consapevolezza che Damon era part<strong>it</strong>o per<br />

Los Angeles le fece provare un vuoto immenso. Il<br />

lunedì mattina fece fatica a fare le telefonate che<br />

aveva previsto <strong>di</strong> fare. Niente riempiva il vuoto che<br />

sentiva dentro <strong>di</strong> sé. Alla fine prese una decisione:<br />

sarebbe tornata a Tohunga per alcuni giorni, magari<br />

una settimana. Ma solo dopo aver portato a termine<br />

alcuni impegni che si era prefissata per la settimana.<br />

139


E la prima cosa era definire la <strong>di</strong>sposizione dei tavoli<br />

con Soula, dato che Demetra non ne voleva<br />

sentir parlare.<br />

Trovò Soula in salotto.<br />

«Rebecca, tesoro, non stare sulla porta. Vieni a<br />

sederti. Volevo proprio parlarti, figliola.» Soula appoggiò<br />

l'arazzo a cui stava lavorando. «T.J. è andato<br />

con Demetra?»<br />

Rebecca annuì. «Adora aiutare Demetra. Penso<br />

che sia soprattutto perché ama paciugare con il fango.<br />

Ma oggi è un giorno speciale, perché i giar<strong>di</strong>nieri<br />

trapianteranno delle palme enormi nel giar<strong>di</strong>no<br />

<strong>di</strong> Demetra e lui non vede l'ora <strong>di</strong> vedere la gru.»<br />

«Dobbiamo ringraziare il cielo che si sia ripreso<br />

così bene da quella brutta esperienza.»<br />

Rebecca attraversò la stanza e si sedette accanto a<br />

Soula. «Il dottor Campbell mi ha detto che ci vorrà<br />

un po' prima che si riprenda completamente.» Rebecca<br />

es<strong>it</strong>ò. «Soula, c'è una cosa <strong>di</strong> cui devo parlarle.»<br />

Oh, da cosa doveva cominciare? Rebecca giocherellò<br />

nervosamente con le <strong>di</strong>ta.<br />

«Cosa c'è, tesoro?» Gli occhi <strong>di</strong> Soula erano cupi.<br />

«Ah, non <strong>di</strong>rmi che non puoi continuare a organizzare<br />

il matrimonio <strong>di</strong> Savvas e Demetra e che te ne<br />

vai.»<br />

Come faceva a saperlo?<br />

Rebecca alzò lo sguardo. «Ho bisogno <strong>di</strong> staccare<br />

per alcuni giorni. Voglio andare a Tohunga e controllare<br />

che sia tutto a posto. Ma non si preoccupi,<br />

tornerò per finire <strong>di</strong> organizzare il matrimonio.»<br />

«Bah.» Soula ag<strong>it</strong>ò un braccio. «Non sono preoccupata<br />

del matrimonio, ma del fatto che, una volta<br />

part<strong>it</strong>a, potresti non tornare più.»<br />

140


«Tornerò» promise Rebecca.<br />

«Quando andrai?»<br />

«Pensavo <strong>di</strong> partire venerdì verso l'ora <strong>di</strong> pranzo,<br />

per essere a Tohunga verso sera.»<br />

Soula la guardò <strong>di</strong> traverso. «Damon sa della tua<br />

decisione?»<br />

Lei scrollò il capo. «Ma starà via per due settimane,<br />

sarò qui al suo r<strong>it</strong>orno.»<br />

Soula sbuffò un po' spazient<strong>it</strong>a. «Be', cosa posso<br />

<strong>di</strong>re? Se devi controllare i tuoi affari, non posso<br />

trattenerti, cara. Ora <strong>di</strong>mmi <strong>di</strong> T.J.»<br />

«T.J.?» Rebecca si sentì gelare il sangue. «Cosa<br />

vuole sapere?»<br />

«Quando pensavi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi che non è tuo figlio?»<br />

indagò la donna.<br />

«È così ovvio?» Visibilmente scossa, fissò la<br />

madre <strong>di</strong> Damon. «Come ha fatto a capirlo?»<br />

«Oh, Rebecca, Rebecca.» Soula scosse tristemente<br />

il capo. «A parte i capelli scuri e gli occhi, è l'immagine<br />

sputata <strong>di</strong> Fliss. I riccioli, il viso a forma <strong>di</strong><br />

cuore e le fossette sono suoi.»<br />

Aveva già <strong>di</strong>scusso <strong>di</strong> questo con Damon. Era un<br />

sollievo potersi confidare liberamente. Era troppo<br />

stanca <strong>di</strong> mentire.<br />

«Allora perché ieri ha finto <strong>di</strong> credere che fosse<br />

mio figlio? Mio e <strong>di</strong> Damon?»<br />

«Volevo spingere mio figlio nella <strong>di</strong>rezione che<br />

avrebbe già dovuto prendere da tempo.» Soula le<br />

rivolse un sorriso debole, ma malizioso. «In questo<br />

modo tutto andrebbe a posto. Tu potresti tenere T.J.,<br />

che chiaramente adori, e il bambino avrebbe l'amore<br />

<strong>di</strong> una madre e del padre naturale.»<br />

«No, un attimo.» Non sarebbe stato facile, ma si<br />

era ripromessa <strong>di</strong> essere onesta e non c'era altra via.<br />

141


Rebecca pronunciò quelle parole con molta cura.<br />

«Soula, T.J. non è figlio <strong>di</strong> Damon.»<br />

«Certo che lo è. Ha gli occhi degli Asteriades.»<br />

«No, quelli sono gli occhi <strong>di</strong> Fliss...»<br />

«Sì, sono blu e hanno la stessa forma <strong>di</strong> quelli<br />

della madre, ma il blu è quello degli Asteriades.<br />

Mio mar<strong>it</strong>o aveva gli stessi occhi.»<br />

Rebecca scrollò il capo. «No, si sbaglia.» Si avvicinò<br />

e prese le mani <strong>di</strong> Soula tra le sue. «Ascolti,<br />

so che questo sarà uno shock, ma Fliss non amava<br />

Damon. Amava un'altra persona...»<br />

«Oh, so tutto.» Soula fece un cenno sdegnoso con<br />

la mano.<br />

«Lo sa?» Rebecca la fissò. «Ma come?»<br />

«Sono una madre. Sapevo che Fliss non amava<br />

mio figlio. Ma neanche lui amava lei. Entrambi avevano<br />

i loro motivi per sposarsi... e no, non si è<br />

trattato d'amore. Ero molto delusa della scelta <strong>di</strong><br />

mio figlio.»<br />

«T.J. è figlio <strong>di</strong>...»<br />

«Ssh... Non <strong>di</strong>re niente <strong>di</strong> cui potresti pentirti.<br />

T.J. è figlio <strong>di</strong> Damon e quando vi sposerete sarà<br />

tutto risolto.»<br />

«No, non ci sposeremo.» Rebecca scosse il capo<br />

<strong>di</strong> fronte all'ostinazione <strong>di</strong> Soula, ma non poté non<br />

sentirsi lusingata del fatto che Soula la volesse nella<br />

sua famiglia. «Grazie, Soula. Ma non funzionerebbe.»<br />

Soula si abbandonò sul <strong>di</strong>vano. Le sue rughe<br />

sembrarono accentuarsi, fino a mostrare ognuno dei<br />

suoi anni. «Lo sai, ho detto a quel testone <strong>di</strong> mio figlio<br />

<strong>di</strong> non tornare ad Auckland senza <strong>di</strong> te. Per una<br />

volta nella v<strong>it</strong>a ha fatto quello che gli ho chiesto.<br />

Penso che temesse che sarei morta. Volevo che ti<br />

142


ivedesse e si innamorasse <strong>di</strong> nuovo <strong>di</strong> te. Desidero<br />

così tanto dei nipoti.»<br />

Quin<strong>di</strong> Soula aveva tramato alle loro spalle. Non<br />

era stata bene, ma aveva visto nella malattia un'opportun<strong>it</strong>à<br />

<strong>di</strong> manipolazione. Una vera Asteriades. Il<br />

fine giustificava sempre i mezzi.<br />

Ma Rebecca non poté sentirsi in collera con lei.<br />

Al contrario, le sorrise timidamente. «Lei è una<br />

donna davvero bizzarra. Ma come vorrei che non si<br />

fosse intromessa!»<br />

«Non stavo bene. Non ho ment<strong>it</strong>o su questo.»<br />

Soula cercò <strong>di</strong> apparire nel giusto, ma poi si tradì<br />

guardando Rebecca con sguardo colpevole. «C'è<br />

una altra cosa che non avrei dovuto fare, ma non te<br />

ne parlerò neanche, perché potrebbe peggiorare ancora<br />

<strong>di</strong> più le cose. Avrei dovuto lasciare tutto com'era,<br />

non avrei mai dovuto cercare <strong>di</strong> farvi tornare<br />

<strong>di</strong> nuovo insieme.»<br />

«Ma così non sarei più riusc<strong>it</strong>a a vederla.»<br />

«Oh, Rebecca cara.» Gli occhi <strong>di</strong> Soula si riempirono<br />

<strong>di</strong> lacrime. «Sei la figlia che ho sempre desiderato.»<br />

Rebecca sentì un groppo in gola. «Lo sa, non ricordo<br />

mia madre, ma nei miei sogni assomiglia a<br />

lei. Il fatto è che possiamo insistere quanto vogliamo<br />

per far funzionare le cose, ma se non è destino...»<br />

Si chinò e <strong>di</strong>ede un bacio a Soula sulla fronte.<br />

«Tra me e Damon c'è senz'altro qualcosa, ma abbiamo<br />

deciso <strong>di</strong> concederci un po' <strong>di</strong> tempo e <strong>di</strong><br />

spazio. Mi mancherà mentre sarò a Tohunga, Soula,<br />

ma tornerò e deve promettermi <strong>di</strong> non mettersi più<br />

in mezzo. È una questione che dobbiamo chiarire io<br />

e Damon, non la bacchetta magica <strong>di</strong> una fatina<br />

buona.»<br />

143


«Non ci metterò più il naso, lo prometto. Ma quel<br />

testone <strong>di</strong> mio figlio è molto caparbio e qualche<br />

volta ha bisogno <strong>di</strong> una bella sculacciata, proprio<br />

come un bambino.»<br />

Nonostante si sentisse affranta, Rebecca non poté<br />

trattenersi dal ridere.<br />

A Los Angeles era venerdì pomeriggio, mentre<br />

ad Auckland sabato. Invece <strong>di</strong> programmare la settimana<br />

successiva, com'era sol<strong>it</strong>o fare, Damon era<br />

seduto sul balcone della su<strong>it</strong>e dell'albergo che si affacciava<br />

sulla baia <strong>di</strong> Santa Monica. Il rombo costante<br />

degli aerei ammaliava Damon. T.J. li avrebbe<br />

adorati. Guardò a ovest, oltre quell'oceano senza fine<br />

c'era la Nuova Zelanda... e Rebecca.<br />

Chissà cosa stavano facendo in quel momento<br />

Rebecca e T.J.? Non poteva smettere <strong>di</strong> pensare a<br />

lei. La paura che aveva attraversato i suoi occhi<br />

quando l'aveva salutata lo tormentava. Aveva temuto<br />

che se ne andasse per sempre, che le stesse <strong>di</strong>cendo<br />

che era fin<strong>it</strong>a. Era quello che si aspettava?<br />

Pensava davvero che avrebbe potuto fare l'amore<br />

con lei con così tanta passione per poi andarsene alla<br />

prima occasione?<br />

Forse sì.<br />

Quando mai le aveva dato motivo <strong>di</strong> pensare <strong>di</strong>versamente?<br />

Cosa aveva fatto per mer<strong>it</strong>are la sua<br />

fiducia?<br />

Quattro anni prima aveva commesso un tremendo<br />

errore. Aveva scelto la donna che il suo cervello gli<br />

suggeriva <strong>di</strong> sposare. Nella sua arroganza si era rifiutato<br />

<strong>di</strong> vedere la vera Rebecca. Anche sua madre<br />

l'aveva cap<strong>it</strong>o.<br />

E aveva peggiorato l'errore commesso nel giu<strong>di</strong>-<br />

144


carla, lasciandosela scappare dalle mani. Non perché<br />

lei fosse inadatta, scandalosa o manipolatrice,<br />

ma perché aveva paura.<br />

Lo terrorizzava, perché con lei temeva <strong>di</strong> perdere<br />

il controllo <strong>di</strong> sé e <strong>di</strong> mettere il suo cuore e la sua<br />

anima in mano a una donna <strong>di</strong> cui non riusciva a fidarsi.<br />

Per questo era scappato e aveva sposato Felic<strong>it</strong>y,<br />

per poter dare alla madre i nipoti che tanto desiderava.<br />

Aveva sposato la donna sbagliata, per le ragioni<br />

più sbagliate. E anche Fliss aveva sposato lui<br />

per le ragioni più sbagliate. Entrambi avevano fatto<br />

a Rebecca un terribile torto.<br />

Al funerale <strong>di</strong> Fliss aveva fissato Rebecca, dall'altra<br />

parte della bara, con l'umiliazione che lo devastava.<br />

Alla fine, nonostante il furore lo <strong>di</strong>vorasse,<br />

aveva provato un certo sollievo.<br />

Il suo matrimonio era stato un errore.<br />

La morte <strong>di</strong> Fliss l'aveva liberato.<br />

Ma era troppo presto perché lui ammettesse l'enorm<strong>it</strong>à<br />

del suo errore. Aveva permesso alla madre<br />

<strong>di</strong> convincerlo a lasciar andare Rebecca, senza ven<strong>di</strong>carsi.<br />

Perché in fondo in fondo sapeva <strong>di</strong> essere<br />

stato lui a rovinare tutto.<br />

Non Rebecca.<br />

E avrebbe dovuto farsene una ragione.<br />

Ora c'era riusc<strong>it</strong>o. Gli c'era voluta una settimana<br />

per capire quanto coraggio ci volesse per superare<br />

la paura. La paura più grande <strong>di</strong> Rebecca era perdere<br />

una persona cara. Era una paura reale.<br />

Damon serrò i pugni.<br />

Rebecca aveva perso i gen<strong>it</strong>ori. E il padre non lo<br />

aveva neanche mai conosciuto. Allungò due <strong>di</strong>ta e<br />

le fissò. Suo fratello e Fliss. Ne allungò altre due.<br />

145


Aaron Grainger si era suicidato. Guardò le cinque<br />

<strong>di</strong>ta della mano destra aperta.<br />

Cinque persone. Le cinque più vicine a lei. E<br />

quella paura le aveva impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> amare T.J.?<br />

No <strong>di</strong> certo. Lo amava.<br />

Sconsideratamente.<br />

Teneramente.<br />

Senza restrizioni o paure, Rebecca aveva cresciuto<br />

il figlio <strong>di</strong> un'altra donna. Il figlio <strong>di</strong> colei che<br />

l'aveva tra<strong>di</strong>ta. Non aveva fatto altro che dare e dare<br />

e nessuno le aveva mai rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o qualcosa.<br />

Era così forte.<br />

Il vigliacco era lui. Non le aveva mai neanche<br />

spiegato come lo facesse sentire. Le aveva detto che<br />

aveva bisogno <strong>di</strong> tempo. Damon allungò l'in<strong>di</strong>ce<br />

della mano sinistra e si guardò le mani. Sì, Rebecca<br />

credeva <strong>di</strong> aver perso anche lui. Se voleva far parte<br />

della sua v<strong>it</strong>a, parte della famiglia che Rebecca aveva<br />

creato, avrebbe dovuto agire e superare le sue<br />

paure.<br />

Damon si voltò improvvisamente ed entrò in camera.<br />

Il suo cellulare era sul tavolo. Ma Rebecca non<br />

era a casa. Demetra gli <strong>di</strong>sse che era andata a Tohunga<br />

per controllare gli affari e non sapeva quando<br />

sarebbe tornata. Damon spense il cellulare e guardò<br />

l'ora. Rebecca doveva essere a Chocolatique in quel<br />

momento. Sarebbe stato meglio <strong>di</strong>rle faccia a faccia<br />

quello che c'era da <strong>di</strong>re.<br />

La stampata dei suoi impegni era sul tavolino. Da<br />

quel prospetto, il mese successivo sarebbe stato infernale.<br />

Aggrottò le sopracciglia. Avrebbe dovuto<br />

superare la settimana successiva a Los Angeles, ma<br />

poi...<br />

146


Presa in mano una penna d'oro, tracciò una riga<br />

sugli impegni della seconda parte del mese. Tutto<br />

avrebbe dovuto essere posticipato, perché si sarebbe<br />

preso due settimane <strong>di</strong> ferie per investire nel suo futuro.<br />

La mossa successiva spettava a lui.<br />

147


Cap<strong>it</strong>olo<br />

10<br />

ERA LUNEDÌ MATTINA, un<strong>di</strong>ci giorni dopo. Rebecca<br />

stava entrando con la macchina nell'elegante vialetto<br />

davanti alla casa degli Asteriades. Per l'ultima<br />

volta, promise a se stessa.<br />

T.J. non stava nella pelle dall'emozione, inconsapevole<br />

del terrore <strong>di</strong> Rebecca.<br />

C'erano voluti due giorni interi perché Rebecca si<br />

riprendesse dopo la telefonata ricevuta da Soula venerdì<br />

sera. Faceva ancora fatica a credere a quello<br />

che le aveva detto, però l'aveva comunque pregata<br />

<strong>di</strong> lasciare che fosse lei a dare la notizia a Damon.<br />

Lo mer<strong>it</strong>ava.<br />

Il giorno precedente era stato molto <strong>di</strong>fficile. Aveva<br />

portato T.J. alla loro piscinetta prefer<strong>it</strong>a tra le<br />

rocce. Il bambino aveva sguazzato nell'acqua, allontanando<br />

lentamente le sue paure e lei aveva fatto<br />

centinaia <strong>di</strong> foto, come se non potessero mai bastare.<br />

Nel pomeriggio si erano seduti nel giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong><br />

fronte a casa, sotto una pianta <strong>di</strong> pohutukawa. Rebecca<br />

sapeva che, al momento della fior<strong>it</strong>ura, il Natale<br />

successivo, lei non sarebbe riusc<strong>it</strong>a a sedersi lì,<br />

a guardare quei caratteristici fiori rosso fuoco, e a-<br />

148


vrebbe fatto molta fatica a rimettere insieme i frammenti<br />

della sua v<strong>it</strong>a.<br />

Era arrivato il momento <strong>di</strong> vendere quella casa.<br />

Ne avrebbe comprata un'altra e avrebbe ricominciato<br />

da capo. Magari più vicino ad Auckland. E avrebbe<br />

ceduto anche Chocolatique. Miranda e sua<br />

sorella erano sembrate interessate ad acquistare l'attiv<strong>it</strong>à.<br />

Lei avrebbe cominciato a pensare a qualcos'altro<br />

da fare.<br />

Soula aprì la porta d'ingresso, interrompendo<br />

quelle fantasie. Il viso della donna era segnato da<br />

rughe profonde. Anche Soula aveva compreso che<br />

questa era la fine. Senza <strong>di</strong>re niente, Rebecca le si<br />

buttò tra le braccia e le due donne si tennero strette.<br />

Dopo qualche attimo, Rebecca si fece in<strong>di</strong>etro.<br />

«Damon è qui?»<br />

«Il suo aereo è atterrato un'ora fa. Dovrebbe essere<br />

a casa presto. Vieni in camera mia, ti darò il referto.»<br />

«Si può occupare <strong>di</strong> T.J., mentre parlo con Damon?»<br />

Soula annuì, i suoi occhi erano gonfi <strong>di</strong> lacrime.<br />

Quando Damon entrò in salotto, Rebecca era lì ad<br />

attenderlo, esteriormente calma, ma interiormente<br />

turbata. Si era già tolto la giacca e sfilato la cravatta<br />

e stava per sbottonarsi la camicia, quando la vide. Il<br />

suo viso fu attraversato da un'enorme varietà <strong>di</strong> emozioni.<br />

«Pensavo che fossi a Tohunga.»<br />

Rebecca si alzò in pie<strong>di</strong> tremante. «Sono tornata<br />

per riportarti tuo figlio.»<br />

«Mio figlio?» Sulla sua fronte apparve una ruga.<br />

«Cosa inten<strong>di</strong>?»<br />

149


«T.J. è tuo figlio. Tua madre ha fatto fare un test<br />

del DNA. Ha mandato alcuni capelli tuoi e <strong>di</strong> T.J. a<br />

un laboratorio in Australia, qualche tempo fa, senza<br />

che lo sapessi. I risultati sono alquanto convincenti.<br />

Ecco la relazione.» Gliela passò sbrigativamente.<br />

«È tuo figlio. Tuo e <strong>di</strong> Fliss.»<br />

Gli occhi <strong>di</strong> Rebecca erano colmi <strong>di</strong> lacrime. Santo<br />

cielo, perché non riusciva a smettere <strong>di</strong> singhiozzare?<br />

«Damon, ti giuro che io non l'ho mai saputo.»<br />

Si interruppe e deglutì. «Nella busta c'è anche il certificato<br />

<strong>di</strong> nasc<strong>it</strong>a <strong>di</strong> T.J. Prima <strong>di</strong> morire, Fliss firmò<br />

il modulo <strong>di</strong> richiesta, <strong>di</strong>chiarando che il padre<br />

era James.»<br />

Damon estrasse il documento. «Tyler James. Mio<br />

figlio si chiama Tyler James. Fliss <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> voler<br />

chiamare nostro figlio Tyler.» I suoi occhi erano v<strong>it</strong>rei.<br />

Rebecca si sentì rodere dal rimorso. «Mi <strong>di</strong>spiace.<br />

Posso immaginare come tu ti possa sentire. Mi<br />

sento così colpevole. Il giorno dopo la sua nasc<strong>it</strong>a<br />

ho firmato un modulo, confermando che era figlio<br />

<strong>di</strong> James. Ne ero convinta. E anche lui. Ma non<br />

posso perdonarmi, perché per questo tu sei stato<br />

lontano da lui per lungo tempo, tempo che non potrai<br />

recuperare.»<br />

Lui non rispose. Stava ancora fissando i fogli che<br />

aveva in mano. A cosa stava pensando? Mio Dio,<br />

come doveva o<strong>di</strong>arla. Mille domande le giravano in<br />

testa. Fliss era davvero convinta che James fosse il<br />

padre <strong>di</strong> suo figlio? O aveva scoperto già <strong>di</strong> essere<br />

incinta e che quello era il figlio <strong>di</strong> Damon? Rebecca<br />

ricordava che il dottore aveva <strong>di</strong>chiarato che per lui<br />

il bambino era nato a termine e non qualche settimana<br />

prima. Ma lei non ci volle neanche pensare.<br />

150


Non l'avrebbe mai davvero saputo comunque.<br />

«Sono sicura che potrai far cambiare il secondo<br />

nome <strong>di</strong> T.J. e anche il cognome.» Rebecca era<br />

molto ag<strong>it</strong>ata. «Sarà facile ottenere un'ingiunzione<br />

del tribunale con questo esame del DNA.»<br />

Quale sarebbe stato il nome del suo bambino?<br />

Certamente non T.J., e Damon l'avrebbe fatto cambiare.<br />

Non sapeva cos'altro fare per rime<strong>di</strong>are al suo<br />

torto. «Firmerò tutti i documenti che vorrai per rinunciare<br />

ai miei <strong>di</strong>r<strong>it</strong>ti su Tyler.»<br />

«Rinunciare ai tuoi <strong>di</strong>r<strong>it</strong>ti su Tyler?» La fissò sorpreso,<br />

i suoi occhi blu risaltavano più del sol<strong>it</strong>o. «Di<br />

cosa stai parlando?»<br />

«Sto parlando del fatto che l'ho adottato. Immagino<br />

che vorrai cambiare entrambi i nomi sul certificato<br />

<strong>di</strong> nasc<strong>it</strong>a.» Dentro <strong>di</strong> lei il cuore le doleva in<br />

maniera in<strong>di</strong>cibile. «Farò tutto il possibile per sistemare<br />

le cose, anche se non posso ridarti gli anni<br />

che hai perso.» Con le <strong>di</strong>ta tremanti allontanò alcune<br />

lacrime dagli occhi. «Tutta la sua roba è <strong>di</strong> sopra,<br />

nella stanza in cui ero io. Avrà bisogno <strong>di</strong> te. All'inizio<br />

sarà <strong>di</strong>fficile.» Quin<strong>di</strong> aggiunse: «Vorrei vederlo<br />

qualche volta».<br />

«Cosa <strong>di</strong>avolo stai <strong>di</strong>cendo?»<br />

Poteva capire che Damon non la volesse più vedere<br />

davanti a sé e nella v<strong>it</strong>a <strong>di</strong> T.J., ma lei non poteva<br />

permettere che le fosse tolto completamente.<br />

Respirò profondamente. «Venderò casa mia a Tohunga.<br />

E anche Chocolatique. Cercherò qualcosa ad<br />

Auckland, per essere più vicina...» A te e T.J. «... a<br />

T.J.»<br />

«Puoi stare qui.»<br />

Rebecca si calmò. «Non posso. È tuo figlio.»<br />

151


Lui scosse il capo, visibilmente sorpreso. «Ma tu<br />

sei sua madre.»<br />

«No, non è vero. Fliss era sua madre.»<br />

«Ma sei tu che gli hai fatto da madre in questi<br />

anni ed è questo che conta.»<br />

Il dolore era così forte da farla quasi svenire.<br />

«Però il suo vero padre sei tu. Il suo posto è qui con<br />

te.» Lei avrebbe portato per sempre con sé il ricordo<br />

<strong>di</strong> T.J. bambino e dei momenti d'amore passati con<br />

Damon.<br />

Lui fece un passo es<strong>it</strong>ante verso <strong>di</strong> lei. «Faresti<br />

questo? Saresti <strong>di</strong>sposta a lasciare a me la persona<br />

che ami più della tua stessa v<strong>it</strong>a?»<br />

«Appartenete l'uno all'altro.»<br />

«Anche tu.»<br />

Il cuore <strong>di</strong> Rebecca sussultò. «Cosa inten<strong>di</strong>?»<br />

«T.J. è tuo figlio.» Si avvicinò velocemente, per<br />

stringerla a sé. «Non ti permetterò <strong>di</strong> andartene. Ti<br />

amo» le sussurrò. «Farò ciò che avrei dovuto fare<br />

quattro anni fa, se non fossi stato cieco, e ti sposerò.»<br />

Lei iniziò a tremare. «Mi ami? E vuoi sposarmi?»<br />

«Sì.» Lui la strinse ancora <strong>di</strong> più a sé.<br />

Il suo collo era molto liscio e abbronzato e lei<br />

guardò il pomo d'Adamo che si muoveva in maniera<br />

ag<strong>it</strong>ata. «Non sai neppure se io ti amo» mormorò<br />

lei.<br />

«Certo che mi ami. Me ne hai appena dato prova:<br />

eri pronta a lasciare T.J. con me e ad andartene. Ma<br />

io non te lo permetterò. Mai più.»<br />

«Hai ragione, ti amo.» Rebecca premette le labbra<br />

contro la gola <strong>di</strong> lui e sussurrò: «Cosa farai ora?».<br />

Si strapparono <strong>di</strong> dosso i vest<strong>it</strong>i e si buttarono<br />

152


sull'ampio letto <strong>di</strong> Damon. Lui tirò Rebecca su <strong>di</strong><br />

sé, gemendo mentre la pelle <strong>di</strong> lei sfregava contro il<br />

suo petto.<br />

Lei posò le sue labbra su quelle <strong>di</strong> lui, soffocandone<br />

i gem<strong>it</strong>i. Il sapore salato delle sue lacrime sulla<br />

pelle <strong>di</strong> Damon le fece passare una mano sul viso,<br />

per allontanarne ogni segno.<br />

«Lascia che faccia io» sussurrò lui, con un tono<br />

profondo, che risuonò nella stanza vuota. I suoi pollici<br />

le accarezzarono gli occhi, chiudendoglieli.<br />

Quando Rebecca li riaprì, guardò in quelli <strong>di</strong> lui e<br />

chiese: «Mi perdoni?».<br />

«Per cosa?» Il suo sguardo rivelava confusione.<br />

«Per aver tenuto tuo figlio lontano da te.»<br />

Lui rimase in silenzio per alcuni istanti. «Non sapevi<br />

che fosse mio figlio. E l'hai cresciuto con infin<strong>it</strong>o<br />

amore, senza mai tirarti in<strong>di</strong>etro. Come potrei<br />

avercela con te?»<br />

«Grazie al cielo!» Rebecca si sentì sollevata.<br />

«Quando Soula mi ha chiamato, avevo paura...»<br />

«No.» Lui la tirò a sé. «Non voglio che tu abbia<br />

mai più paura. Ci sono così tante cose <strong>di</strong> cui dobbiamo<br />

essere grati. Devo aver fatto qualcosa <strong>di</strong><br />

buono nella mia v<strong>it</strong>a per avere ottenuto... te.»<br />

Lei emise un suono a metà tra una risata e un<br />

colpo <strong>di</strong> tosse. «Sono tutto fuorché perfetta, lo sai.»<br />

«Per me sei perfetta.» La mano <strong>di</strong> lui le accarezzò<br />

il fianco. Lei mormorò qualcosa <strong>di</strong> incomprensibile,<br />

mentre le <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lui seguivano la sua spina<br />

dorsale.<br />

Le sue mani si infilarono tra i capelli <strong>di</strong> lei. Poi la<br />

spinse giù e posò le labbra sulle sue, baciandola con<br />

vorac<strong>it</strong>à.<br />

Rebecca chiuse le sue gambe attorno a quelle <strong>di</strong><br />

153


lui, quin<strong>di</strong> le allargò, lasciandole scivolare ai lati,<br />

per poi premere il suo corpo contro quello <strong>di</strong> lui.<br />

Damon provò come una scossa. La sua stretta si<br />

sciolse e lui cadde in<strong>di</strong>etro, sui cuscini.<br />

«Rebecca. Oh, Rebecca!» esclamò con voce rauca.<br />

«Non lasciarmi, mai.»<br />

«Mai! Ti terrò accanto a me. Per sempre.» Lo<br />

guardò con un accenno <strong>di</strong> sorriso, poi mosse leggermente<br />

la parte bassa del corpo e colse tutta l'evidenza<br />

della sua ecc<strong>it</strong>azione. Quin<strong>di</strong> si spostò.<br />

«Cosa stai combinando?»<br />

Lo sapeva benissimo.<br />

Il suo viso risplendeva. Lei lo guardò e colse passione<br />

e desiderio nei suoi occhi, ma non solo. Quello<br />

che vide era amore, puro e senza vergogna.<br />

Per lei.<br />

E questo la fece fremere.<br />

Rebecca sollevò i fianchi lentamente, consapevole<br />

della presenza <strong>di</strong> lui sotto <strong>di</strong> sé. Il suo corpo era<br />

già al colmo dell'ecc<strong>it</strong>azione. La mano <strong>di</strong> lui si mosse<br />

verso il basso.<br />

«No.»<br />

Lui si bloccò all'u<strong>di</strong>re quel comando.<br />

«Stai fermo. Guardami. Dimmi che mi ami.»<br />

Gli occhi <strong>di</strong> lui non si staccarono da quelli <strong>di</strong> lei.<br />

«Ti amo più <strong>di</strong> quanto abbia mai amato qualsiasi<br />

altra donna. Amo tutto <strong>di</strong> te. Non cambierei niente<br />

<strong>di</strong> come sei e <strong>di</strong> quello che mi fai provare. Non mi<br />

ero mai sent<strong>it</strong>o così prima.»<br />

Rebecca fissò quegli occhi <strong>di</strong> un blu profondo,<br />

striato <strong>di</strong> nero, come rocce pericolose in una tempesta<br />

<strong>di</strong> mare. «Ti credo.»<br />

Lei si fermò per un istante.<br />

Quin<strong>di</strong> si abbassò con un movimento deciso, av-<br />

154


volgendolo con il suo calore. Ci fu un attimo <strong>di</strong> pura<br />

passione... e una calda sensazione <strong>di</strong> completamento.<br />

Lui strinse le sue braccia attorno a lei, per farla<br />

abbassare accanto a sé. Un attimo dopo iniziò a<br />

muovere il bacino, lentamente, molto lentamente,<br />

facendole provare un piacere infin<strong>it</strong>o.<br />

Quando finalmente si resero conto dell'ora, Damon<br />

e Rebecca scesero per annunciare che si sarebbero<br />

sposati. Tutti si rallegrarono e Soula versò<br />

qualche lacrima <strong>di</strong> gioia.<br />

Una volta sedutisi per cenare, Rebecca si guardò<br />

attorno: Soula, Demetra, Savvas, T.J. La sua famiglia.<br />

Gli occhi le si riempirono <strong>di</strong> lacrime per la felic<strong>it</strong>à.<br />

Così tante persone, così tanto amore. Quando<br />

il suo sguardo incontrò quello dell'uomo seduto accanto<br />

a lei, lui le rivolse un sorriso lento e sod<strong>di</strong>sfatto.<br />

«Allora, chi organizzerà il tuo matrimonio, Rebecca?»<br />

ruppe il ghiaccio Demetra.<br />

«Me ne occuperò io» affermò Damon. «Credo <strong>di</strong><br />

sapere quali sono i desideri della sposa.» Sotto il tavolo,<br />

la mano <strong>di</strong> lui tracciò dei piccoli cerchi sulla<br />

gamba <strong>di</strong> Rebecca. Lei lo guardò incerta.<br />

Demetra iniziò a ridere. «Be', questo è un matrimonio<br />

<strong>di</strong> cui nessuno si deve preoccupare. Voi due<br />

siete così in sintonia da far quasi paura.»<br />

«Era ora che se ne accorgessero» commentò Soula.<br />

«Se mamma sposa papà, potrò avere le paperelle?»<br />

chiese T.J., tirando Damon per la manica.<br />

«Tutto quello che vuoi...»<br />

«Ci penseremo.» Rebecca interruppe Damon.<br />

155


«Papere nella piscina olimpionica? Vedo che hai<br />

intenzione <strong>di</strong> sfruttare al meglio la s<strong>it</strong>uazione, signorino.»<br />

T.J. sorrise maliziosamente. «Ma non ho mai avuto<br />

un papà.»<br />

Damon spalancò gli occhi per l'emozione. «E io<br />

non ho mai avuto un figlio. E presto avrò anche una<br />

moglie. Cosa potrebbe volere <strong>di</strong> più un uomo?»<br />

Più tar<strong>di</strong>, nel letto <strong>di</strong> Damon, con i loro corpi nu<strong>di</strong><br />

aggrovigliati sotto le coperte, lui mormorò:<br />

«Quello che ho detto è tutto vero».<br />

Rebecca si rannicchiò più vicino. Damon le accarezzò<br />

una spalla, quin<strong>di</strong> sparì sotto le lenzuola per<br />

accarezzarle la schiena morbida. Rebecca sentì il<br />

calore salire al contatto con le sue <strong>di</strong>ta e si girò.<br />

La mano <strong>di</strong> Damon si fermò. «Potrai mai perdonarmi?»<br />

Lei sollevò il capo e lo guardò.<br />

«Perdonarti per cosa?»<br />

«T.J. avrebbe dovuto essere tuo figlio.»<br />

Rebecca spostò il ricciolo che gli era caduto sulla<br />

fronte. «Lui è mio figlio. Io gli ho fatto da madre in<br />

questi anni ed è questo che conta.» Lo baciò su una<br />

guancia. «E come potrei non perdonarti? Tu mi hai<br />

perdonato per averlo tenuto lontano da te.»<br />

«Eri all'oscuro <strong>di</strong> tutto.»<br />

«Mi cre<strong>di</strong>?»<br />

Lui la guardo con sguardo sod<strong>di</strong>sfatto e fiducioso.<br />

«Certo che ti credo.»<br />

Lei si stese accanto a lui. «Non puoi immaginare<br />

cosa significhi la tua fiducia per me.»<br />

«Perché significa così tanto?»<br />

«Ho sempre l'impressione <strong>di</strong> lottare contro ciò<br />

156


che pensa la gente.» S'interruppe. «Non era vero,<br />

sai?»<br />

Lui le passò un braccio attorno alla v<strong>it</strong>a. «Cosa?»<br />

«Che Aaron mi aveva lasciato una fortuna e che<br />

io l'avessi <strong>di</strong>lapidata. Aaron si è suicidato perché<br />

era stato beccato con le mani nel sacco. Aveva frodato<br />

la banca per una cifra <strong>di</strong> vari milioni <strong>di</strong> dollari.<br />

Chiaramente la banca non voleva che la notizia trapelasse...<br />

Sarebbe stata cattiva pubblic<strong>it</strong>à: l'impatto<br />

sulle azioni e tutto il resto. Non <strong>di</strong>sse neppure a me<br />

cosa aveva fatto. Sapevo che qualcosa non andava,<br />

ma non avrei mai pensato che si trattasse <strong>di</strong> quello.»<br />

Damon l'abbracciò stretta. Come aveva fatto<br />

Grainger ha mandare tutto a rotoli? Quell'uomo aveva<br />

tutto: sol<strong>di</strong>, successo e, soprattutto, Rebecca.<br />

Damon volle essere clemente. «Era un brav'uomo.<br />

Ma la sua posizione deve avergli presentato delle<br />

tentazioni a cui era <strong>di</strong>fficile resistere. E una volta<br />

scoperto, non avrebbe mai voluto che tu lo vedessi<br />

in mezzo ai problemi.»<br />

Damon immaginava che Aaron Grainger si fosse<br />

ab<strong>it</strong>uato a uno standard economico molto alto e che<br />

avrebbe fatto molta fatica a farne a meno. Inoltre<br />

non avrebbe potuto sopportare le cr<strong>it</strong>iche, una volta<br />

usc<strong>it</strong>o <strong>di</strong> prigione.<br />

«Dopo la sua morte...» Rebecca si interruppe ed<br />

ebbe un brivido. «Sono stati mesi infernali. Aaron<br />

aveva aperto un'infin<strong>it</strong>à <strong>di</strong> conti offshore e aveva<br />

<strong>di</strong>rottato i suoi fon<strong>di</strong> all'estero. Ho cercato <strong>di</strong> aiutare<br />

la banca il più possibile: si ripresero tutti i beni immobili,<br />

per saldare i deb<strong>it</strong>i. Avrebbe dovuto <strong>di</strong>rmelo.<br />

Io gli sarei stata accanto.»<br />

Damon scosse la testa, passandole lentamente le<br />

<strong>di</strong>ta lungo la schiena. Non dub<strong>it</strong>ava che Rebecca sa-<br />

157


ebbe stata al fianco del mar<strong>it</strong>o. Aaron Grainger aveva<br />

lasciato la giovane moglie ad affrontare le<br />

conseguenze e se n'era andato in maniera vigliacca.<br />

E nonostante ciò lei non lo biasimava.<br />

Che razza <strong>di</strong> donna era? Una santa?<br />

Damon provò vergogna. Aveva sent<strong>it</strong>o un sacco<br />

<strong>di</strong> storie, a cui aveva voluto credere. Ma ora aveva<br />

scoperto la ver<strong>it</strong>à. Rebecca non aveva <strong>di</strong>lapidato le<br />

fortune mal acquis<strong>it</strong>e <strong>di</strong> Aaron, non lo aveva portato<br />

al suici<strong>di</strong>o. Lei aveva rispettato la memoria del mar<strong>it</strong>o<br />

e non l'aveva mai cr<strong>it</strong>icato con nessuno.<br />

La baciò sulla testa. «Come ti ho già detto, Aaron<br />

sapeva quanto valessi. Così preziosa.»<br />

Lei sollevò il capo e gli rivolse un sorriso riconoscente.<br />

«Grazie. Aaron è stato molto buono con<br />

me.»<br />

Non si sarebbe messo a <strong>di</strong>scutere. L'uomo era<br />

morto, quin<strong>di</strong> non rappresentava una minaccia per<br />

quello che stavano con<strong>di</strong>videndo. E non avrebbe<br />

mai <strong>di</strong>menticato che Aaron Grainger era stato colui<br />

che gli aveva offerto una possibil<strong>it</strong>à e l'aveva aiutato<br />

quando la Stellar International navigava in cattive<br />

acque. Aaron aveva avuto un ruolo importante in<br />

entrambe le loro v<strong>it</strong>e. Mer<strong>it</strong>ava <strong>di</strong> essere ricordato.<br />

Damon fissò quegli occhi scuri e a mandorla che<br />

avevano un effetto pericoloso sul suo equilibrio,<br />

quin<strong>di</strong> deglutì. «Dovresti indossare il ciondolo che<br />

ti ha regalato. Ti dona molto.»<br />

Il viso <strong>di</strong> lei si illuminò per la sorpresa. «Non ti<br />

<strong>di</strong>spiace?»<br />

Lui es<strong>it</strong>ò, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>sse fermamente. «Certo che<br />

no.»<br />

«So che non è niente <strong>di</strong> speciale, ma devo <strong>di</strong>rti<br />

che... è il mio gioiello prefer<strong>it</strong>o.»<br />

158


Dannazione, avrebbe pensato ogni giorno ad Aaron<br />

Grainger se lei lo avesse indossato. Ma allontanò<br />

in fretta quei piccoli e inopportuni accenni <strong>di</strong> risentimento.<br />

Rebecca era la donna che era <strong>di</strong>ventata grazie al<br />

suo passato. Poco prima le aveva detto che amava<br />

tutto <strong>di</strong> lei, che non avrebbe cambiato niente della<br />

sua v<strong>it</strong>a. Ogni parola era vera. Era complicata, amorevole<br />

e molto più <strong>di</strong> quanto lui desiderasse. Se quel<br />

ciondolo la rendeva felice, lui non si sarebbe mai<br />

opposto. «Ti sta bene. Grainger aveva buongusto»<br />

<strong>di</strong>sse con voce aspra.<br />

«Prima lo portavo molto.»<br />

«Mi ricordo.»<br />

«All'inizio lo portavo per ricordarmi <strong>di</strong> Aaron.»<br />

Per un attimo apparve un po' in apprensione. Quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sse in fretta. «Dopo che ho incontrato te, ho deciso<br />

<strong>di</strong> portarlo perché il colore mi ricordava i tuoi<br />

occhi.»<br />

Cielo. Non smetteva mai <strong>di</strong> sorprenderlo. Ma era<br />

felice <strong>di</strong> averle detto quanto l'amasse, prima che<br />

questo ultimo baluardo crollasse. Lei gli strinse le<br />

braccia attorno al collo e lo tirò a sé. Il bacio che lui<br />

le posò sulle labbra fu lungo e tenace. Lei aprì le<br />

labbra e lui continuò a baciarla, più profondamente.<br />

Dopo alcuni minuti lui sollevò la testa e mormorò<br />

con voce roca: «Io non mer<strong>it</strong>o il tuo amore. Non ho<br />

<strong>di</strong>r<strong>it</strong>to a una seconda possibil<strong>it</strong>à».<br />

«Fai attenzione, stai parlando dell'uomo che amo.»<br />

Alzò la testa e si appoggiò sul gom<strong>it</strong>o.<br />

«La prima volta che ci siamo incontrati, ti ho visto<br />

e ti volevo, ma... sono stato un vigliacco. Ho intu<strong>it</strong>o<br />

tutta la tua passione, l'intens<strong>it</strong>à e sono corso<br />

via, invece <strong>di</strong> accettare la sfida. Avrei ottenuto ric-<br />

159


chezze dal valore inestimabile, invece mi sono tirato<br />

in<strong>di</strong>etro, facendo sfoggio <strong>di</strong> Felic<strong>it</strong>y come modello<br />

<strong>di</strong> donna. Tu <strong>di</strong>ci che sono cieco, ma in realtà sono<br />

stupido.»<br />

«Non sei stupido. Fliss era adorabile.»<br />

«Fedele fino alla fine, vero?» Le allontanò i capelli<br />

dalla fronte. «L'ho sposata per le ragioni più<br />

sbagliate. Perché mia madre voleva dei nipoti. Perché<br />

era docile. Perché era così <strong>di</strong>versa da te... Lei<br />

non aveva sconvolto i miei pensieri, o il mio cuore.<br />

Ma dopo un po' ho desiderato che avesse un po' della<br />

tua tempra.» Mentre ammetteva la ver<strong>it</strong>à, la vergogna<br />

iniziava a svanire.<br />

«Fliss era una persona debole. Ma non era colpa<br />

sua, non completamente. Aveva avuto molte <strong>di</strong>fficoltà»<br />

«Ma aveva te. E, nonostante questo, ha sposato<br />

l'uomo che amavi, lasciandoti a occuparti dell'uomo<br />

che amava... e tu continui a <strong>di</strong>fenderla» commentò<br />

Damon.<br />

«Devo farlo. Le volevo bene. E mi ha lasciato<br />

T.J.»<br />

«Nostro figlio.»<br />

«Sì, nostro figlio. Ora ho te. E tu mi ami. Cosa<br />

potrei volere <strong>di</strong> più?» Lei gli rivolse un sorriso, lento,<br />

felice e colmo <strong>di</strong> promesse.<br />

Damon si sporse in avanti e le <strong>di</strong>ede un bacio delicato,<br />

grato <strong>di</strong> averla r<strong>it</strong>rovata. La donna che lo<br />

amava più <strong>di</strong> quanto lui non mer<strong>it</strong>asse. La donna<br />

che l'aveva stregato. La donna che aveva il suo cuore<br />

in pugno.<br />

Due settimane dopo, lontano dal trambusto <strong>di</strong><br />

Auckland, una coppia sola attendeva su una larga<br />

160


striscia <strong>di</strong> sabbia dorata. La donna era a pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong> e<br />

indossava un semplice ab<strong>it</strong>o bianco. Un ciondolo <strong>di</strong><br />

opale blu appeso a una catena d'oro rifletteva i raggi<br />

del pomeriggio inoltrato. Portava un nuovo paio <strong>di</strong><br />

orecchini e un bracciale coor<strong>di</strong>nati con il ciondolo,<br />

che le aveva regalato il suo futuro sposo, come dono<br />

<strong>di</strong> nozze. Lo sposo indossava un ab<strong>it</strong>o <strong>di</strong> colore<br />

chiaro, adatto all'umi<strong>di</strong>tà dell'isola, mentre il paggetto<br />

indossava un paio <strong>di</strong> pantaloncini a fiori e una<br />

camicia grigia.<br />

Non c'erano né damigelle né osp<strong>it</strong>i. Solo una sposa,<br />

uno sposo e il loro bambino. Non appena il celebrante<br />

venne verso <strong>di</strong> loro, con due donne che avevano<br />

accettato <strong>di</strong> fare da testimoni, lo sposo si abbassò.<br />

«Un'isola nel Pacifico si avvicina abbastanza<br />

ai tuoi desideri?»<br />

La sposa alzò la testa. «Non ho bisogno <strong>di</strong> niente<br />

altro oltre a te... e a nostro figlio.»<br />

«Sei sicura <strong>di</strong> non essere delusa, senza una vera<br />

cerimonia, osp<strong>it</strong>i o regali?»<br />

Rebecca rise. «Cre<strong>di</strong>mi, ci saranno montagne <strong>di</strong><br />

regali da aprire quando saremo a casa. Tra tua madre<br />

e Demetra posso solo immaginare... Ma i regali<br />

migliori li ho già ricevuti: tu, vedere T.J. nuotare e<br />

vederlo ridere mentre lo faceva.»<br />

Lo sposo le prese il viso tra le mani e la guardò<br />

con gli occhi che gli rilucevano <strong>di</strong> felic<strong>it</strong>à. Il suo<br />

tocco era caldo e delicato. Lei girò la testa e gli <strong>di</strong>ede<br />

un bacio sulla mano. Non era mai stata così piena<br />

<strong>di</strong> gioia.<br />

«Ti amo» le <strong>di</strong>sse Damon, con voce intensa. «Te<br />

l'ho già detto oggi?»<br />

«Mi pare <strong>di</strong> sì, ma non mi stancherò mai <strong>di</strong> sentirtelo<br />

ripetere.»<br />

161


«E io non mi stancherò mai <strong>di</strong> pensare al miracolo<br />

<strong>di</strong> aver trovato te e mio figlio.»<br />

Si piegò per baciarla.<br />

I pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Rebecca si sollevarono sulle punte sulla<br />

sabbia morbida. Quella familiare sensazione <strong>di</strong> desiderio<br />

la travolse.<br />

Il celebrante <strong>di</strong>ede un colpo <strong>di</strong> tosse. Per un attimo<br />

Rebecca pensò che Damon avrebbe ignorato<br />

l'uomo, ma poi mormorò: «Più tar<strong>di</strong>». Quel largo<br />

sorriso piratesco che le rivolse racchiudeva una<br />

promessa che la fece fremere.<br />

«Miei cari fratelli» iniziò il celebrante, «siamo<br />

qui riun<strong>it</strong>i oggi per celebrare un matrimonio, l'amore<br />

<strong>di</strong> due persone...»<br />

Soula Asteriades aveva un sorriso che andava da<br />

un orecchio all'altro, mentre raggiungeva la terrazza<br />

da cui proveniva il frastuono allegro dei festeggiamenti.<br />

La sua sorella più anziana, Ifigenia, aveva preso<br />

posto sua una poltrona molto comoda, con tanti cuscini<br />

che la sostenevano. La più giovane, Athina,<br />

stava giocando a tavli con Johnny. I tre fratelli <strong>di</strong><br />

Soula, con le mogli, i figli e i nipoti erano sparsi per<br />

la terrazza. Alcuni dei più piccoli giocavano nella<br />

piscina stretta e lunga che aveva costru<strong>it</strong>o suo figlio.<br />

Savvas e la sua futura moglie con<strong>di</strong>videvano<br />

una poltrona: le loro teste erano l'una accanto all'altra,<br />

come una coppia <strong>di</strong> piccioncini.<br />

«Guardate, una foto» annunciò Soula trionfante,<br />

alzando in aria un cellulare per mostrarlo a tutti.<br />

«La prima foto del mio figlio maggiore, della sua<br />

nuova moglie in un magnifico ab<strong>it</strong>o bianco, e <strong>di</strong> loro<br />

figlio, il mio primo nipote. Questo è un miracolo<br />

162


per cui io non ho alcuna responsabil<strong>it</strong>à.»<br />

All'avvicinarsi della famiglia si sentì travolgere<br />

dalla felic<strong>it</strong>à, allora inclinò il capo verso il cielo,<br />

sapendo che da qualche parte lassù il suo amato Ari<br />

la stava guardando con benevolenza e partecipando<br />

ai festeggiamenti con lei.

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