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36 Alpes Settembre <strong>2008</strong><br />
tro. Non possiamo comunicare tra noi<br />
neppure urlando, il vento ci sovrasta.<br />
Nessuno dei compagni di avventura<br />
parla; sono tutti visibilmente tesi. La<br />
giovane guida, che ancora ignora chi<br />
realmente è quel signore con i capelli<br />
d’argento ed uno sguardo vivo e determinato<br />
che rivela il suo temperamento<br />
ed il suo straordinario vissuto, non sa<br />
più che fare. Vorrebbe salire per vedere<br />
cosa sta facendo lassù.<br />
La ragazza che funge da interprete<br />
tradisce il suo nervosismo con un mutismo<br />
che contrasta con la sua normale<br />
loquacità!<br />
Anche se ho intuito cosa ha in mente<br />
Walter, non sono del tutto tranquillo<br />
e per nascondere la mia preoccupazione<br />
sorrido nel pensare che in questo<br />
momento è ringiovanito di una<br />
quarantina d’anni, quando nel 65<br />
si trovava solo sulla mostruosa parete<br />
nord del Cervino d’inverno. Sono<br />
convinto che qui per lui non vi sono<br />
particolari problemi, è poco più che<br />
banale. Vedo il capo delle corde che<br />
sparisce e poi finalmente la corda doppia<br />
arriva vicino a noi, qualche metro<br />
sopra il terrazzino. Finalmente Walter<br />
compare, tranquillo senza indossare<br />
i guanti, abituato com’è ad operare<br />
a mani nude. Svanisce da me ogni<br />
preoccupazione che oggettivamente<br />
non aveva ragione di essere. Credo<br />
che da questo piccolo gesto di altruismo<br />
abbia anche provato il piacere di<br />
rivivere sensazioni. lontane nel tempo<br />
ma mai dimenticate! Quanti ne ha fatti<br />
di questi gesti nella sua lunga carriera<br />
alpinistica che gli hanno anche portato<br />
prestigiosissime onorificenze per aver<br />
salvato delle vite umane.<br />
A questo punto ricomponiamo le cordate<br />
e ridiscendiamo la restante parte<br />
del canale ormai molto più largo e<br />
meno ripido, che ci conduce infine ai<br />
verdi prati ed a corsi d’acqua. Nulla<br />
da dire molto bella questa salita al<br />
Vilyuchinsky: con un paio di chiodi<br />
da roccia e alcuni da ghiaccio, tutto<br />
sarebbe stato più semplice ed indubbiamente<br />
più sicuro.<br />
In questo modo abbiamo reso la salita<br />
più complessa e forse un poco più rischiosa:<br />
anche questo fa parte dell’alpinismo.<br />
Questa salita per noi è stata<br />
quasi una prima in quanto i pochi<br />
occidentali che hanno salito questa<br />
bella montagna della Kamchatka non<br />
hanno lasciato relazioni attendibili, o<br />
almeno io non sono riuscito a trovarne<br />
traccia neppure utilizzando internet.<br />
La nostra giovane guida non riesce<br />
ancora a spiegarsi come mai quel signore<br />
con i capelli color argento l’abbia<br />
convinto in maniera così perentoria a<br />
scendere prima di lui in sicurezza e si<br />
sia fatto carico del ruolo più rischioso!<br />
Lo guarda ancora con aria dubitativa<br />
e si chiede quanto grande sia stata la<br />
sua imprudenza ad avere seguito i suoi<br />
consigli. Durante la parte finale della<br />
discesa parla fitto fitto in russo con la<br />
nostra interprete a cui è tornata la favella<br />
(è veramente una gran chiacchierona)!<br />
Parlano e parlano tutta strada:<br />
le conoscenze e la tecnica alpinistica le<br />
mancano ma il fiato no. Sicuramente<br />
qualche dubbio sulla vera identità di<br />
questo signore di mezza età deve essere<br />
venuto ad entrambi perché giusto<br />
tornati a Petropavlovskj scopriamo che<br />
hanno immediatamente interrogato<br />
l’oracolo di internet digitando nome<br />
e cognome di quel signore:Walter Bonatti.<br />
Nei giorni successivi non hanno più<br />
neppure il coraggio di guardare negli<br />
occhi colui che è stato uno dei più<br />
grandi alpinisti ed esploratori di tutti<br />
i tempi, lo hanno avuto al fianco e non<br />
si sono accorti di nulla! La guida ha<br />
il viso rosso come non mai, quando<br />
gli chiede nella hall dell’hotel di poter<br />
fare una foto assieme. Anche l’interprete<br />
è imbarazzatissima, tra le mani<br />
decine e decine di fogli in cirillico, e<br />
ben capiamo di chi parlano. Rossana<br />
Podestà sorride benevola: è probabilmente<br />
abituata a scene di questo tipo<br />
nel loro girovagare per il mondo! Certo<br />
sono una bella e solida coppia. Rossana<br />
(alias Carla Dora) grande attrice<br />
molto conosciuta non solo in Italia,<br />
con uno spessore culturale veramente<br />
notevole, nata a Tripoli e divenuta poi<br />
cittadina del mondo, sempre in viaggio<br />
per lavoro prima e da ultimo per diletto.<br />
Walter unanimemente considerato<br />
l’ultimo grande esploratore del nostro<br />
tempo, nonché grandissimo alpinista<br />
con una attività incredibile e con la<br />
rara capacità di scrivere in maniera<br />
straordinaria. Tutti i suoi libri (una<br />
ventina editi in più lingue) ed i suoi<br />
reportage per la rivista Epoca ne sono<br />
la testimonianza. Siamo qui assieme<br />
perché la Kamchatka rappresentava<br />
una delle pochissime aree geografiche<br />
al mondo che non aveva ancora esplorato,<br />
questo perché la penisola della<br />
Kamchatka è stata sino al decennio<br />
scorso interdetta al turismo per la presenza<br />
di basi navali strategiche. Non<br />
era riuscito a venirci neppure con i suoi<br />
importanti contatti che aveva come<br />
cronista di Epoca e che negli anni 60<br />
e 70 gli avevano permesso di visitare<br />
molte zone off limits del mondo.<br />
Questa base navale, nella quale trovano<br />
alloggiamento anche sommergibili<br />
nucleari interamente realizzati in<br />
titanio e grandi come una petroliera,<br />
permetteva (e permette) alla Russia<br />
di controllare l’intero Oceano Pacifico<br />
e gli Stati Uniti. Speriamo che in<br />
futuro la base possa trovare piena e<br />
totale riconversione nel turismo. Ad<br />
oggi comunque timidamente i primi<br />
viaggiatori occidentali cominciano a<br />
girare questa stupenda terra, anche<br />
se durante la nostra permanenza ne<br />
abbiamo incontrati veramente pochissimi<br />
di questi “turisti”. Caduto<br />
appunto questo divieto, la decisione<br />
la prendemmo comodamente sdraiati<br />
sulla barca dei comuni amici Giusy<br />
e Franco Moro con cui abbiamo trascorso<br />
degli indimenticabili momenti (e<br />
che mentre sono al computer per questo<br />
scritto stanno girovagando nello<br />
splendido deserto libico!). Detto, fatto<br />
con la complicità di Vittorio Kulczycki<br />
e Paolo Nugari che hanno personalmente<br />
curato gli aspetti della logistica<br />
di questo viaggio alpinistico ed esplorativo<br />
affrontato ancora poche volte<br />
da Viaggi nel Mondo. Non potevo non<br />
restare colpito dalla definizione data<br />
da Walter di questa terra “l’alba del<br />
mondo”, che ho preso a prestito come<br />
titolo per questo modesto scritto. Che<br />
dire poi della capitale Petropavlovskj:<br />
assomiglia ad una città russa di una<br />
quarantina d’anni fa (che io non ho<br />
avuto l’opportunità di vedere) prima<br />
dell’apertura all’occidente: pochi colori,<br />
tutto all’insegna del cemento e<br />
con un’atmosfera mesta da territorio<br />
di confine.<br />
Questa tristezza contrasta con un paesaggio<br />
straordinario fatto di verde, di<br />
vulcani fumanti, laghi azzurri e fiumi<br />
stupendi. Paesaggi straordinari ed