30 n. 2/2011 L’esordio <strong>in</strong> serie A ANGELO CERVELLERA “I miei colleghi sono amici nella vita quotidiana”
Ultimo esordiente <strong>in</strong> A della stagione sportiva appena conclusasi, Angelo Cervellera ha diretto la gara “Bologna - Bari”, coadiuvato dagli assistenti Nicoletti e Ranghetti, con IV° ufficiale l’<strong>in</strong>ternazionale Daniele Orsato. 30 anni, di Mart<strong>in</strong>a Franca, appartiene alla Sezione di Taranto e di professione fa l’agente di commercio. Cerchiamo di conoscerlo un po’ meglio, facendoci raccontare la storia di un ragazzo che entra nell’AIA giovanissimo e appena trentenne raggiunge la Serie A. Angelo, raccontaci un po’ di te … quando e come è <strong>in</strong>iziata la tua passione per l’arbitraggio? “Avevo 17 anni e mio padre mi fece notare su un quotidiano l’annuncio del corso “<strong>Arbitri</strong>”. Non nascondo che subito mi sembrò allettante come idea, <strong>in</strong> quanto la associavo alla tessera che mi avrebbe permesso di entrare <strong>in</strong> qualsiasi stadio. Così tutto <strong>in</strong>iziò per gioco, ma un gioco bellissimo che via via ha fatto emergere <strong>in</strong> me la grande passione per l’arbitraggio”. Hai qualche ricordo della tua prima partita da arbitro? “Si! La ricordo come se fosse stata ieri. Ero emozionatissimo già dal giorno della designazione. Ricordo paura, ansia e <strong>in</strong>sicurezza di non essere all’altezza della situazione emettendo un fischio sbagliato”. Quanto è importante nella crescita di un arbitro, frequentare la sezione? Avresti mai immag<strong>in</strong>ato di raggiungere la serie A? “La sezione è un elemento basilare per la crescita formativa di un arbitro, senza tralasciare l’aspetto umano. La nostra sezione rappresenta un gruppo molto affiatato, i miei colleghi sono oggi anche i miei amici nella vita quotidiana. Dopo una gara è abitud<strong>in</strong>e <strong>in</strong>contrarsi, anche <strong>in</strong> sezione, e riparlarne per eventuali consigli e per confortarsi e sostenersi anche nei momenti meno felici. Per quanto mi riguarda non avrei mai immag<strong>in</strong>ato nemmeno di arbitrare una gara di serie B, figuriamoci una di serie A. Ancora oggi faccio fatica a pensare che tutto ciò sia accaduto”. In questi anni quanto ti ha dato, e quanto ti ha tolto l’arbitraggio? “In tutti questi anni l’arbitraggio mi ha dato più di quanto avrei mai potuto immag<strong>in</strong>are. Ha migliorato tanto la mia persona, la mia discipl<strong>in</strong>a e arricchito i miei rapporti <strong>in</strong>terpersonali; e non mi sento assolutamente di dire che questa passione mi abbia tolto qualcosa senza sottovalutare il tempo e i sacrifici a cui è sottoposta la mia famiglia”. Basta sentirsi arbitro, o ci vuole qualcosa <strong>in</strong> più o di diverso? “Per sentirsi arbitro bisogna sentirsi tale a tutti gli effetti. Svolgere questa professione con passione, personalità e umiltà, sottol<strong>in</strong>eando quest’ultima”. Cosa ti piace dell’Angelo arbitro e cosa vorresti ancora migliorare? “Di Angelo come arbitro mi piace la sua personalità decisa e <strong>in</strong>quadrata che mi ha portato f<strong>in</strong> qui oggi. Migliorare è il primo obiettivo <strong>in</strong> tutte le mie prestazioni, <strong>in</strong>fatti è mia buona abitud<strong>in</strong>e rivedermi <strong>in</strong> maniera autocritica <strong>in</strong> tutte le mie gare, cercando sempre nuovi motivi di miglioramento sia a livello tecnico che agonistico”. Come hai vissuto la designazione nella massima serie? “La designazione mi ha portato un’<strong>in</strong>- descrivibile emozione e soddisfazione nell’aver raggiunto un altro obiettivo che considero un altro punto di partenza per il raggiungimento di altri traguardi”. Come si raggiunge la serie A? “Ho raggiunto l’esordio <strong>in</strong> serie A con passione, grande impegno, costanza, umiltà e con il fondamentale sostegno della famiglia e degli amici”. Che importanza ha la tecnologia <strong>in</strong> campo? Ma soprattutto quanto gliene dai tu personalmente? “L’aiuto dell’attuale tecnologia <strong>in</strong> campo riveste particolare importanza <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ate situazioni laddove l’ausilio degli auricolari permette di governare al meglio un evento. Ritengo che per il tratto a venire l’eventuale tecnologia sul goal non goal possa rappresentare un valido supporto per dare certezza su episodi quasi impossibili da vedere per l’occhio umano”. Come è cambiato l’arbitraggio <strong>in</strong> questi anni? E come cambierà <strong>in</strong> futuro? “L’arbitraggio è cambiato negli ultimi anni perché ci siamo adeguati alla mutata velocità del calcio nonché alle svariate tattiche di gioco messe <strong>in</strong> atto dalle squadre. Oggi la preparazione alla gara è di fondamentale importanza per non farsi trovare impreparati, anche d<strong>in</strong>nanzi ad un evento imprevedibile”. n. 2/2011 31 CL