Attuatori oleodinamici
Attuatori oleodinamici
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<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Un sistema oleodinamico con regolazione di potenza utilizza come vettore di energia olio minerale, o<br />
sintetico, che in prima approssimazione può essere considerato incomprimibile. Un tale sistema comprende<br />
tre componenti fondamentali: la pompa, l’attuatore ed il sistema di valvole che influenza la trasmissione di<br />
potenza per via idrostatica.
Olio<br />
Grazie all’incomprimibilità all incomprimibilità dell’olio dell olio èpossibile:<br />
è possibile:<br />
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
• generare forze molto elevate (elevate pressioni senza grosse perdite lungo il circuito)<br />
• seguire g leggi gg di moto complesse p con alta precisione<br />
p<br />
Un buon olio deve possedere i seguenti requisiti:<br />
• Trasmettere energia con basse perdite ed elevata velocità di risposta;<br />
• Lubrificare le parti in movimento relativo (pompe, pistoni, valvole, etc)<br />
• Mantenere puliti gli organi meccanici e proteggerli dalla corrosione;<br />
• Possedere una buona conducibilità termica;<br />
• Possedere elevata stabilità chimica;<br />
• Essere poco infiammabile.
Viscosità<br />
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
La viscosità indicalaresistenzacheleparticelledelfluidoincontranoascorrereleunesullealtre,inaltre<br />
indica la resistenza che le particelle del fluido incontrano a scorrere le une sulle altre, in altre<br />
parole la viscosità misura la forza necessaria per muovere alla velocità di 1 cm/s l'uno rispetto all'altro due<br />
strati aventi la superficie di un 1 cm quadro e distanti tra loro 1 cm.<br />
La viscosità dei fluidi varia notevolmente al variare della temperatura temperatura, con ll'aggiunta aggiunta di idonei additivi si<br />
possono, tuttavia, ottenere fluidi più o meno sensibili alla variazione della temperatura.<br />
Infatti un olio con eccessiva escursione di viscosità con la temperatura se adatto al freddo, diverrebbe<br />
troppo fluido a caldo, con eccessivi trafilamenti ed insufficiente potere lubrificante; se, per contro, adatto al<br />
caldo, avrebbe viscosità troppo elevata a freddo, con notevoli perdite di carico nel circuito.<br />
La dipendenza dalla temperatura è molto importante nei liquidi idraulici nei quali normalmente, la<br />
temperatura dell'olio passa da 10° ÷15° C all'avviamento ai 50°÷60 ° C a regime.
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Gli attuatori <strong>oleodinamici</strong> sono i più usati per il posizionamento lineare di carichi elevati. Hanno una<br />
costruzione più pesante rispetto ai pistoni pneumatici, perché le pressioni di lavoro sono molto più elevate<br />
(100-300 bar), ma consentono un posizionamento preciso dei carichi (∓ 0.01 mm).<br />
Vantaggi<br />
• forma compatta<br />
• carichi elevati<br />
• controllo preciso in posizione e velocità<br />
• protezione p da sovraccarichi (valvola ( di scarico). )<br />
Si distingue tra:<br />
• cilindri <strong>oleodinamici</strong> (attuatori lineari)<br />
• motori <strong>oleodinamici</strong> (attuatori rotativi)<br />
Svantaggi<br />
• perdite di fluido di lavoro<br />
• costosi<br />
• peso
Cilindri <strong>oleodinamici</strong><br />
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Tranne i martinetti (che sfruttano il peso del carico per ritornare alla posizione iniziale) i cilindri<br />
<strong>oleodinamici</strong>, sono tutti a doppio effetto, cioè la spinta del pistone è prodotta dalla differenza di pressione<br />
del fluido presente p<br />
in due camere. Il moto è bidirezionale e controllato dal sistema oleodinamico.
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Nella realizzazione dello stelo si raggiungono tolleranze molto ristrette mentre per i fine corsa si<br />
prevedono spesso controlli di tipo elettrico.
Motori <strong>oleodinamici</strong><br />
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Gli attuatori <strong>oleodinamici</strong> con moto rotativo continuo possono essere del tipo a turbina, o del tipo a<br />
palette.
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Compito di un attuatore oleoidraulico è quello di trasformare l'energia idraulica fornita dalla pompa in<br />
energia meccanica. La scelta di un cilindro viene fatta in base alla forza sviluppata ed alla corsa, cioè<br />
alla massima escursione dello stelo.<br />
La forza che un cilindro a doppio effetto può esercitare dipende dalla geometria del cilindro stesso e dalla<br />
differenza di pressione esistente tra le due camere e vale:<br />
Dove:<br />
p1 e la pressione nella camera anteriore<br />
p2 p2 e la pressione nella camera posteriore<br />
F =p2 AA2 -p1 AA1n - FFr<br />
A1n = A1n - Ast è l’area netta del pistone sulla faccia anteriore<br />
A2 è I'area del pistone sulla faccia posteriore<br />
Fr è la forza d'attrito, espressa come percentuale (10÷30%) della forza massima ottenibile dal cilindro.
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
A regime, la portata di fluido Q2 in ingresso al cilindro è costante, in queste condizioni lo spostamento in<br />
avanti dello stelo del cilindro nell’intervallo di tempo Δt vale:<br />
Δx = V2 / A2 = Q2 Δt / A2<br />
essendo V2 il volume dell’olio immesso nella camera posteriore del cilindro nel tempo Δt.<br />
La velocità di traslazione dello stelo vale:<br />
v = Q2 / A2
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
La potenza sviluppata dall’attuatore (potenza utile) vale:<br />
La potenza assorbita dall’attuatore vale:<br />
PPaout t =Fv=(p2 = F v = (p2 A2 A2 - p1 p1 A1 A1n - F Fr) ) Q2 Q2 /A2 / A2<br />
Pain = p2 Q2<br />
La massima potenza sviluppabile da un attuatore oleodinamico dipende dalla massima pressione di lavoro<br />
dell’attuatore, che è una caratteristica del componente che viene fornita dal costruttore, e dalla massima<br />
portata di ffluido generata dalla pompa, che è limitata dalla cilindrata della pompa e dal massimo regime di<br />
rotazione.
Pompe<br />
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
La portata di fluido inviata all’attuatore viene generata da una pompa, il cui compito è quello di<br />
trasformare l'energia meccanica fornita da un motore primo a cui è accoppiata, in energia idraulica.<br />
Il tipo di pompa più utilizzato è quella volumetrica a cilindrata fissa. Una pompa di questo tipo è quella a<br />
pistoni assiali in cui i pistoni sono azionati dal moto di un piattello inclinato, mentre il blocco cilindri è<br />
stazionario.
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Nelle pompe volumetriche a cilindrata fissa la pressione che si genera alla bocca di mandata della<br />
pompa dipende, oltre che dalla somma delle resistenze distribuite o concentrate, anche dal valore del<br />
carico resistente applicato all’attuatore. Pertanto, quando aumenta il carico, aumenta anche la pressione<br />
del liquido q alla mandata, , in quanto q i trafilamenti interni sono minimi.<br />
Se si chiudesse la mandata, la pressione raggiungerebbe valori cosi elevati da provocare l'arresto del<br />
motore e/o la rottura degli organi della pompa. Da qui la necessità di installare valvole di sicurezza per<br />
limitare la pressione nel circuito idraulico.
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Il salto di pressione Δp è la differenza tra la pressione alla mandata e la pressione all’aspirazione<br />
La cilindrata q [lt] di una pompa volumetrica è pari al volume teorico di fluido trasferito dall’aspirazione<br />
alla a a mandata a data in co corrispondenza spo de a di d una u a rotazione ota o e dell’albero de a be o motore. oto e<br />
La portata volumetrica teorica Qteor [lt/min] è data dal prodotto della cilindrata per la velocità di rotazione<br />
del motore primo n [giri/min].<br />
Qteor = q n<br />
La portata volumetrica effettiva Q è inferiore a quella teorica, a causa dell’imperfetto<br />
riempimento/svuotamento dei volumi attivi, dei trafilamenti interni di fluido e degli effetti di compressione<br />
del fluido. Si definisce pertanto un rendimento volumetrico ηv=Q/Qteor<br />
A diff differenza degli d li attuatori tt t i pneumatici, ti i ove l’aria l’ i estratta t tt dall’attuatore d ll’ tt t viene i dispersa di nell’ambiente, ll’ bi t negli li<br />
attuatori <strong>oleodinamici</strong> il fluido estratto dall’attuatore viene convogliato in un apposito serbatoio e da<br />
questo rimandato alla pompa. La portata al serbatoio (fluido in uscita dall’attuatore) vale:<br />
Qs= Q A1n / A2
La coppia motrice teorica richiesta è pari a:<br />
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Cmteor= q Δp<br />
La coppia motrice effettiva richiesta Cm è superiore al valore teorico a causa di fenomeni dissipativi che si<br />
verificano: nei meccanismi della pompa, nel contatto tra fluido e pareti dei condotti, all’interno del fluido<br />
stesso. Si definisce pertanto un rendimento meccanico ηm= Cm/Cmteor.<br />
La potenza meccanica richiesta all’albero è data da:<br />
Pme= Cmω<br />
Il rendimento totale ηt=ηvηm ed il rendimento volumetrico dipendono dl salto di pressione.
Valvole di regolazione<br />
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Per regolare la potenza erogata da un attuatore oleodinamico è possibile agire sia sulla portata che sulla<br />
pressione.<br />
Gli attuatori <strong>oleodinamici</strong> sono comandati per mezzo di valvole di controllo direzionale o distributori, che,<br />
in funzione del segnale elettrico di comando convogliano opportunamente il flusso di fluido verso le varie<br />
parti del circuito o da queste verso il serbatoio.<br />
Poiché le potenze erogate in un circuito oleodinamico possono essere molto elevate (fino ad alcune<br />
decine di KW), per la regolazione della potenza, è generalmente richiesta l'adozione di una valvola pilota,<br />
che riceva il segnale da un organo di comando ed azioni una valvola principale di potenza, che a sua<br />
volta comanda l'attuatore.<br />
La valvola di regolazione può essere considerata un amplificatore lineare di potenza, in quanto la potenza<br />
richiesta dal circuito di controllo (dell'ordine del W) e almeno di due ordini di grandezza inferiore alla<br />
potenza dell'uscita controllata.
Le valvole di controllo direzionale si distinguono in:<br />
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
• Distributori comandati in modalità on-off, con passaggio rapido da condizione tutto aperto a<br />
condizione tutto chiuso.<br />
• Distributori comandati con segnali di comando di tipo continuo, in grado di modulare con<br />
continuità le sezioni di passaggio del fluido e quindi i valori istantanei di portata.
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Si possono di distinguere ti ddue ti tipi i di valvole l l di direzionali i li con segnale l di comando d continuo ti ad d azionamento<br />
i t<br />
elettrico: le valvole proporzionali e le servovalvole.<br />
Nelle valvole a regolazione proporzionale la portata è idealmente proporzionale al segnale elettrico in<br />
ingresso, tuttavia, le ineliminabili non idealità del sistema generano differenze tra il valore di riferimento<br />
della portata ed il valore effettivo.<br />
Le servovalvole sono costituite dalla valvola principale ad attuazione pneumatica o oleodinamica, da una<br />
valvola pilota ad azionamento elettrico, e dal meccanismo di controreazione meccanica costituito da<br />
un’astina che connette gli organi mobili delle due valvole. L’astina di controreazione genera sulla parte<br />
mobile della valvola pilota una coppia proporzionale alla posizione del pistone della valvola principale.
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Grazie all’effetto linearizzante della retroazione meccanica, la funzione di trasferimento tra tensione di<br />
alimenazione dell’attuatore elettrico Vc e posizione dello stelo della valvola a cassetto y è data da:<br />
Essendo:<br />
G il guadagno equivalente della servovalvola.<br />
s<br />
y(<br />
s ) Gs<br />
=<br />
V ( s ) 1 + sTT<br />
T la costante di tempo della servovalvola, dell’ordine dei millisecondi.<br />
s<br />
c<br />
Servovalvole elettroidrauliche controllate a cerniera vengono impiegate in tutte quelle applicazioni in cui<br />
g p g q pp<br />
è necessario esercitare un controllo dei parametri d’uscita come la posizione, la velocità, l’accelerazione,<br />
la forza (o la coppia), di attuatori <strong>oleodinamici</strong>.<br />
s
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Attuatore oleodinamico lineare con controllo in retroazione
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
La parte meccanica dell’attuatore ed il carico meccanico sono descritti dalle equazioni:<br />
ove:<br />
x= x posizione dello stelo dell’attuatore<br />
dell attuatore<br />
v= velocità dello stelo dell’attuatore<br />
m= massa complessiva delle parti mobili<br />
B= coefficiente d’attrito<br />
Fr= forza resistente<br />
dx<br />
= v<br />
dt<br />
ddv 1<br />
= ( Fm<br />
− Fr<br />
− Bv)<br />
dt m<br />
1<br />
Fm= Fm forza generata dall dall’attuatore, attuatore, proporzionale alla pressione differenziale di carico P, se sesiponeper<br />
si pone per<br />
semplicità A2=A1n=A:<br />
Fm = P2<br />
A2<br />
- P1<br />
A1n<br />
= kt<br />
P<br />
P è legata alla portata di fluido Q erogata dal distributore, dall’espressione:<br />
dall espressione:<br />
ove:<br />
= Q + Q + Q = k v + k P + γ<br />
Q m l c q l<br />
dP<br />
( V'+<br />
Ax)<br />
dt<br />
Qm = portata volumetrica trasmessa all’attuatore<br />
Ql = portata volumetrica dovuta alle perdite per trafilamento<br />
Qc = portata volumetrica dovuta alle perdite per compressione del fluido<br />
γ = coefficiente di comprimibilità del fluido<br />
V’ = volume l di fluido fl id contenuto t t nei i condotti d tti in i pressione i<br />
Ax = volume di fluido contenuto nella camera dell’attuatore
<strong>Attuatori</strong> <strong>oleodinamici</strong><br />
Il legame tra la portata Q , la pressione di carico P e la posizione y del pistone della valvola a cassetto<br />
è non lineare. Linearizzando attorno ad un punto di lavoro si ha:<br />
Si ottiene il seguente schema a blocchi:<br />
P k x y krQ<br />
− =<br />
Il parametro kc=V’+Ax non è costante, ma funzione di x. Ciò introduce una non linearità implicita nel<br />
p c , p<br />
sistema, che può essere risolta linearizzando attorno al punto di lavoro.