dispensa panificazione base - Quanto Basta Pigneto
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lo scopo di trasformare gli zuccheri della farina producendo alcol e anidride carbonica, nel caso del<br />
lievito di birra, o di far fermentare l’impasto, nel caso del lievito naturale, producendo acido lattico,<br />
e sempre alcol e anidride carbonica (ma in minore misura).<br />
E’ quest’ultimo gas che, rimanendo intrappolato nell'impasto, forma delle bolle interne e quindi<br />
volume.<br />
Il lievito maggiormente utilizzato al giorno d’oggi (ma n.b. a partire dagli anni ’50 del secolo<br />
scorso, prima si usava solo il lievito naturale o pasta madre) per la preparazione del pane è il<br />
cosiddetto “lievito di birra”. il cui nome esatto è “Saccharomyces Cerevisiae”.<br />
A questo processo segue la cottura che ha anche lo scopo di interrompere la lievitazione, di fissare<br />
la forma del pane e di formare la crosta, che a seconda delle tradizioni e dei paesi può essere più o<br />
meno croccante o friabile.<br />
La durata della lievitazione e della cottura dipendono in larga parte dagli ingredienti utilizzati, dalla<br />
quantità di lievito e dal tipo di prodotto che si intende ottenere.<br />
LA LIEVITAZIONE<br />
Lievito di birra o lievito naturale (detto anche pasta madre o pasta acida)?<br />
La fermentazione diventa arricchente e pregiata nell'uso del Lievito naturale; purtroppo tale<br />
fermentazione non è largamente utilizzata per produrre il normale pane commerciale. La<br />
fermentazione con lievito naturale infatti è lenta, e comporta procedimenti biologici naturali più<br />
delicati e complessi di quelli di una sola reazione bio-chimica, come nel caso dell’utilizzo del<br />
lievito di birra, utilizzata quasi solo a far diventare il pane soffice.<br />
Il lievito di birra è una preparazione che consiste in un concentrato di Saccaromyces cerevisiae, un<br />
fungo che come tutti i lieviti consuma carboidrati e li trasforma in alcol e anidride carbonica. Nel<br />
pane quest’ultima è il prodotto più importante: le bolle fanno crescere il pane, gli danno leggerezza.<br />
L’alcol evapora durante la cottura. Questo tipo di lievitazione si è diffusa a partire dalla seconda<br />
metà del XIX secolo; per millenni, per fare il pane è stata usata la “pasta acida” o “pasta madre”, un<br />
impasto di acqua e farina lasciato fermentare e riutilizzato di giorno in giorno, di famiglia in<br />
famiglia. Il termine “acido” deriva dal fatto che, rispetto al lievito compresso, il lievito naturale<br />
presenta caratteristiche organolettiche acide. L’acidità che si percepisce deriva dal metabolismo dei<br />
batteri lattici primariamente presenti all’interno di una “madre” insieme ad altre differenti specie<br />
microbiche, riconducibili in linea di massima a due grandi e ben distinte categorie microbiologiche:<br />
i batteri lattici (procarioti) ed i lieviti (eucarioti). Viene riprodotto quindi un ambiente acido che<br />
attiva la fermentazione lattica – caratterizzata dalla produzione di acido lattico (e in misura minore<br />
acetico) a partire dal glucosio, dall’amido dei cereali, dal fruttosio o dal lattosio-e dà al pane un<br />
sapore caratteristico e inconfondibile oltre a renderlo più digeribile.