dispensa panificazione base - Quanto Basta Pigneto
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giusta, lavorare finché è elastica, e lasciar lievitare circa 4 ore (dalle 2 alle 6 secondo le<br />
stagioni)<br />
POI, TOGLIERE UNA PALLINA PER LA VOLTA DOPO E DEPOSITARLA IN UN<br />
BARATTOLO SEMICHIUSOIN FRIGORIFERO<br />
3. cottura in forno: scaldare al massimo, prendere delicatamente il pane lievitato da sotto con<br />
le mani, dopo aver praticato alcuni intagli sulla parte superiore se vi piacciono, e metterlo<br />
sulla teglia (possibilmente già calda) 10 min a 250°, poi 40 min a 180-200°. quindi 50 min<br />
in tutto.<br />
Le proporzioni di acqua e farina vanno adattate ad occhio dato che le diverse farine<br />
assorbono l’acqua in una proporzione che varia dal 40 all’80%. L’importante è coniugare<br />
la morbidezza e l’umidità, quali fattori favorevoli per la fermentazione, con una buona<br />
tenuta dell’impasto: la forma non si deve appiattire per via della mollezza dell’impasto<br />
quando sta a riposo. L’elasticità dipende comunque anche dall’energia che si è messa nella<br />
lavorazione.<br />
PER CONSERVARE LA PASTA MADRE<br />
-la pasta madre tolta dall’impasto del pane pronto da far lievitare o infornare va messa in un<br />
barattolo semichiuso in frigorifero.<br />
-dopo 3 giorni avrà di nuovo acquistato la capacità lievitante adatta per una pagnotta da 1kg<br />
-Se dopo 7-8 giorni non avrete fatto il pane, tirate fuori la pallina dal frigo e impastatela<br />
velocemente con 2 cucchiai di farina e acqua. Questo le darà ancora una settimana di vita, ma<br />
quando farete il pane ricordate che per una pagnotta da 1kg basta una pallina. Quindi o farete più<br />
pane o getterete la pasta madre in più.<br />
-se volete fare il pane tutti i giorni o ogni due giorni, occorrerà staccare una pallina di pasta madre<br />
dalla BIGA<br />
La pasta madre che avete ricevuto oggi in dono proviene da un ceppo sardo tricentenario.<br />
E’ una pasta madre “esperta”, con una popolazione di batteri in grado di produrre un’ottima<br />
lievitazione anche nelle condizioni atmosferiche più variabili e con le farine più diverse. Predilige<br />
sicuramente la farina di grano duro (da cui è nata).<br />
FARINE<br />
Usualmente, per la <strong>panificazione</strong> industriale, vengono considerate più adatte le cosiddette farine<br />
“forti”, cioè quelle provenienti da cereali che presentano una forte componente proteica: la gliadina<br />
e la glutenina. Queste, a contatto con l’acqua, reagiscono e formano il glutine, una proteina