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Scarica l'articolo (pdf) - Nuvole per la ragionevolezza dell'utopia

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invece ciò di cui effettivamente disponete è poca cosa, non tale da garantire <strong>la</strong> vostra sopravvivenza<br />

rispetto alle forze che vi stanno di fronte. E’ follia se ora, dopo che ci avrete congedati, non prenderete<br />

un’altra decisione, più saggia delle cose dette qui. Voi non vorrete ripiegarvi in quel sentimento di<br />

orgoglio e vergogna che tanto male ha fatto al<strong>la</strong> gente in situazioni di <strong>per</strong>icolo evidente e rovinoso.<br />

Molti, che pure già vedevano il baratro in cui erano condotti, li ha trascinati il cosiddetto sentimento<br />

dell’onore con <strong>la</strong> forza di una paro<strong>la</strong> seducente, vinti dal suono di quelle sil<strong>la</strong>be, a precipitare a<br />

capofitto in sventure irreparabili, ed a macchiarsi, <strong>per</strong> <strong>la</strong> loro follia e non <strong>per</strong> colpa del<strong>la</strong> sorte, di una<br />

vergogna ancora più turpe. Ma se prendete una buona decisione, voi eviterete questa fine; voi non<br />

riterrete sconveniente <strong>la</strong>sciar prevalere <strong>la</strong> più grande potenza che vi offre condizioni equilibrate: e cioè<br />

<strong>la</strong> condizione di alleati tributari con <strong>la</strong> garanzia di serbare il vostro territorio. Dinanzi al<strong>la</strong> alternativa tra<br />

guerra e sicurezza voi non vi ostinerete a scegliere il peggio. Giacché, coloro i quali non cedono ai loro<br />

pari, compiacciono i più forti, e mostrano equilibrio con i più deboli, quelli hanno il miglior successo.<br />

Non <strong>per</strong>dete di vista questo punto anche quando noi ci saremo allontanati: mettetevi bene in testa che è<br />

del<strong>la</strong> vostra patria che state decidendo: dell’unica patria che avete; e che tutto dipenderà da un’unica<br />

deliberazione, fortunata o rovinosa che sia.<br />

Così gli Ateniesi si ritirarono dal<strong>la</strong> sede dei colloqui. I Meli si riunirono <strong>per</strong> loro conto: ma<br />

decisero negli stessi termini in cui si erano espressi durante i colloqui, e risposero così:<br />

«Siamo rimasti dello stesso parere, Ateniesi. Non ce <strong>la</strong> sentiamo di liquidare in pochi istanti <strong>la</strong><br />

libertà di una città che esiste ormai da settecento anni. Confidando nel<strong>la</strong> buona sorte che promana dal<strong>la</strong><br />

divinità, che finora ci ha salvati, e nell’aiuto degli uomini, e in partico<strong>la</strong>re degli Spartani, tenteremo di<br />

farce<strong>la</strong>. La nostra controproposta è di essere vostri amici, ma nemici di nessuno dei due schieramenti. E<br />

vi chiediamo di ritirarvi dal nostro territorio stipu<strong>la</strong>ndo un trattato di pace che appaia conveniente sia a<br />

voi che a noi».<br />

Questo risposero i Meli. Gli Ateniesi, abbandonando ormai i colloqui, dissero:<br />

«A giudicare dalle vostre deliberazioni, voi siete gli unici che stimate le cose eventuali più<br />

sicure di quelle visibili, ed anzi considerate già esistenti, <strong>per</strong> il solo fatto di desiderarle, anche le cose<br />

che neanche si vedono. E poiché, fiduciosi negli Spartani, nel<strong>la</strong> fortuna, nelle vostre s<strong>per</strong>anze, avete<br />

messo in gioco tutto, <strong>per</strong>derete tutto».<br />

Gli ambasciatori ateniesi se ne tornarono all’accampamento. E gli strateghi, poiché i Meli si<br />

rifiutavano di accettare le proposte dei legati, decisero l’attacco immediato. Divisero <strong>per</strong> città le truppe<br />

e costruirono un muro <strong>per</strong> stringere d’assedio i Meli. In un secondo momento gli Ateniesi <strong>la</strong>sciarono<br />

nell’iso<strong>la</strong> un corpo di guardia misto, di uomini loro e di alleati, col compito di tenere l’iso<strong>la</strong> sotto<br />

controllo da terra e da mare; quindi rientrarono con <strong>la</strong> gran parte dell’esercito. Le truppe rimaste<br />

continuarono l’assedio.<br />

…<br />

i Meli si impossessarono, con un assalto notturno, di una parte del muro costruito dagli<br />

Ateniesi: quel<strong>la</strong> vicina al mercato. Uccisero alcuni uomini e, preso con sé cibo e quanto altro poterono<br />

di utile, rientrarono. Dopo di che stettero fermi. Gli Ateniesi, da quel momento, migliorarono <strong>la</strong><br />

sorveglianza. E finiva l’estate.<br />

Nell’inverno seguente gli Spartani si accingevano ad invadere il territorio di Argo, ma poiché i<br />

sacrifici che si compiono al passaggio del confine non furono favorevoli tornarono indietro.<br />

Approfittando del rinvio dell’iniziativa spartana, gli Argivi catturarono in città alcuni elementi sospetti:<br />

altri riuscirono a fuggire. Nello stesso <strong>per</strong>iodo, i Meli daccapo riuscirono a fare una sortita, e si<br />

impadronirono del muro ateniese in un altro punto, approfittando del<strong>la</strong> scarsezza di difensori.<br />

Ma quando giunse poi da Atene un altro corpo di spedizione al comando di Filocrate …,<br />

assediati ormai con tutte le forze e fino allo stremo, prodottosi anche dal loro interno un tradimento, si<br />

arresero agli Ateniesi a discrezione. Quelli uccisero quanti Meli in età militare poterono catturare, e<br />

fecero schiavi le donne e i bambini. Il territorio lo abitarono loro, inviando cinquecento coloni.

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