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Delle monete e dell'istituzione delle zecche d'Italia. Tomo I

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DI Moneta Contata , ec. 24.]<br />

rif hi duphm eamreftituere compdlatur& prò Preda Sol. Xll<br />

componae hoc eji XX XVI denarios ; più fotto pure: Si 'vero<br />

Anctlla &c. quk eam vtolaverh domino ejus Solid. IV. hoc<br />

eft denarios XII. [componat). Ma che diremo <strong>delle</strong> antiche<br />

Leggi importe a' Sa (Toni , ed a' Frifoni medefimi ? In forza<br />

d' effe inilituite primamente da Ptppino dovevafi pagar il<br />

Soldo in ragione di quaranta danari. Ecco come ne' Capi-<br />

tolari fi Legge '<br />

. Ut omnis folupio , atque compofitio qua in<br />

Legge Salica continetur inter Francos per duodecim de n artorum<br />

Solidos componatur ; e^ccepto ubi contentio inter Saxones<br />

O" Frifones esorta juerit . Ibi volumus ut Quadraginta denariorum<br />

Solidus habeat , quem vel Saxo , 'vel Frifto ad partem<br />

Salici Franci cum eo Litigantis folvere debet . Coììchc<br />

quando il Franco era condannato a foddisfar un Soldo con-<br />

tar doveva dodici danari ; e quando il debito era pel Saffbne,<br />

e pel Frifone, fé ne dovevano pagar quaranta. Di co-<br />

tefta Legge troppo gravofa , e troppo ineguale fi chiefe 1*<br />

abolizione nel Concilio di Rems 11. con quefte parole, ut<br />

Dominus Imperntor fecundum (ìatutum B. M. Dni Pippini<br />

Mifericordiam faciat ^ 7ie folidiqui inLege habentur per Quadraginta<br />

denarios difcurrant ^ quoniam proptev eos multa per-<br />

iuria ^ multaque falfa teftimonia reperiuntur ^. Qiiefte paro-<br />

le del Concilio non oflervate dal Muratori^ fanno più chiaramente<br />

conofcere averfi Lui ingannato , allorché fuppofe<br />

che neir antecedente Legge di Carlo Magno fi parlale di<br />

Soldi d'oro ? . Nel qual errore peraltro fu egli preceduto<br />

da' Padri Maurini , quando prercrero di coreggere il Linde-<br />

'brogio ^ e '1 DuCange alla voce Solidi aurei; \ quali per dir<br />

vero doppiamente s'aveano ingannato nel credere, che Sol-<br />

di d'oro follerò anche quelli, che nominali vengono dalle<br />

Leggi Caroline di dodici danari l'uno,<br />

Confermafi innoltre la noftra conghiertura dalle Ordinazioni<br />

degl' Imperadori , e de' Re fatte fui propofito della<br />

moneta : Imperciocché in effe niuna menzione giammai fi<br />

fa de' Soldi , ma bensì fempre , e unicamente di danari .<br />

Rifguardano le Leggi la fabbrica di cotefti danari; a quelli<br />

fi preferi ve la Zecca, il pefo, la lega , e l'impronto : ma<br />

della fabbrica di Soldi non mai parola s' incontra . Carlo<br />

Magno comandò, che la Moneta non fi batte/fe in niun altro<br />

luogo fuor che tielle Corti ^ o fia ne' Palagi pubblici 5 e<br />

H h" 2 foit»<br />

I Lib. IV. §.LXXV. 2 Harduìn.-'Yom.W. pag. 1022.<br />

3 Mcà. Mvi Antìq, Differt. XXVIII. pag.774.

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