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Delle monete e dell'istituzione delle zecche d'Italia. Tomo I

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.<br />

DELLA Moneta. 6^<br />

Vede una Città, qualunque fiafi, minacciarli, per cfcmpio, la<br />

diferzione de' più pregiati metalli , e ne proibifce la fpedizione .<br />

Voglio, che quefta pofTa ofTervarfi ; benché potrei dir con fermezza<br />

efler quenoimpoffibile, ftante riiiduftria de' Monetarj traffican-<br />

ti, e la quantità de' commodi che fomminiftra uno Stato circondato<br />

per ogni dove da foreftiere Nazioni : pure accordiamo che<br />

ciò fi faccia. Sia tal Città e tale Srato con moire confinanti Nazioni<br />

talmente legato e congiunto 5 coficchè con perpetuo giro<br />

nell'edere Piazze per conto de' fuoi mercatanti e fi compri , e fi<br />

venda. La robba che fi compra convien pagarla , e quella che fi<br />

vende vien pagata a danaro contante. Ma dalla Capitale non efce<br />

foldo: dunque dovrà valerli di lettere di Cambio, e cader la Nazione<br />

in mano de'Cambifti: ed ecco il rimedio<br />

A chi è ignota mai l'indole del Cambio, e'I<br />

peggior del male.<br />

profitto de' Cambini<br />

fui danaro altrui ? Il perpetuo giro eh' elfi fanno porta nelle<br />

lor mani il foldo intero <strong>delle</strong> Nazioni , e col folo capitale del loro<br />

credito e della fede loro, vivono es'arricchifcono a fpalle d'altri.<br />

Non può negarfi però, che la diltanza de' luoghi , la quale fpefe<br />

di trafporti e pericoli ancora produr potrebbe , rende ragionevole<br />

qualche profitto a quelli , che con un folo pezzo di carta mi affolvonoe<br />

dell'une, e degli altri. Ma finghiamo, che ogni eftrazione<br />

di foldo vietata fia: gli Stati vicini faranno alla condizione<br />

de' lontani, 'ed io dovrò con la lettera di Cambio foffrir quel danno,<br />

che non mi dare'bbe il trafporto. E fé quello trafporto ingrazia<br />

della bafìfezza del prezzo, che qui s'alTegna alle <strong>monete</strong> , mi<br />

dalfe un difcapito<br />

anche il pefo del<br />

di 4 ovvero 5 per 100 ; quando mi fi aggiunga<br />

Cambio, a tale carico mi verrà il traffico , che<br />

non ballando gli utili a coprirmi da i rifchi, da i danni, dagli aggravi,<br />

che apporta il Negozio, mi tornerà più in vantaggio didifeccarlo<br />

affatto, e far del mio danaro affai più ficureinveftite. (^uell'<br />

è il difcorfo, ch'ogni<br />

E molto più lo farà<br />

mercatante farà tra<br />

allora, che avendo<br />

sé.<br />

neceffità di paffare per<br />

la mano de'Cimbilìi , dovrà accordar loro quella condizione , la<br />

quale quanto ad efli farà di profitto e di lucro, altrettanto per lui<br />

farà di pefo e di danno<br />

Le quali cofe ftando così, ecco in mano di pochi Cambifti le<br />

foftanze e'I danaro di un'intera Nazione, ed eccola in breve periodo<br />

di tempo fenza danari e fenza commercio.<br />

E qui necelTaria cofa è l'avvertire , che nella proibizione della<br />

eftrazione <strong>delle</strong> <strong>monete</strong> fta inclufa anche quella dell'introduzione.<br />

Imperciocché facendofi il Cambio col dare^ e /2i;^r^, ilCambifta,<br />

che farà coniare altrove per<br />

' ^<br />

conto de' fuoi<br />

I<br />

mercatanti Timportantefol-

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