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M. Zebio 1917<br />
Mario Pazzi<br />
151°Reggimento fanteria<br />
Brigata Sassari<br />
Comune di Ferrara<br />
Documentazione Storica<br />
Ass. Ricerche Storiche “<strong>Pico</strong> <strong>Cavalieri</strong>”- Ferrara<br />
1
-2-
M. Zebio 1917<br />
Mario Pazzi<br />
La cattura e <strong>la</strong> prigionia<br />
nei campi di concentramento di<br />
Sigmundsherberg e Dunaszerdahely<br />
a cura di<br />
Stefano Chierici e Donato Bragatto<br />
Comune di Ferrara<br />
Documentazione Storica<br />
Associazione Ricerche Storiche “<strong>Pico</strong> <strong>Cavalieri</strong>”<br />
Ferrara<br />
-3-
Mario Pazzi <strong>in</strong> una foto del 2 maggio 1917<br />
-4-
PREMESSA<br />
Prosegue il proficuo rapporto di col<strong>la</strong>borazione tra Centro di<br />
Documentazione Storica del Comune di Ferrara e Associazione di Ricerche<br />
Storiche “<strong>Pico</strong> <strong>Cavalieri</strong>”. Nel corso di questi ultimi c<strong>in</strong>que anni sono state<br />
realizzate, con <strong>la</strong> presente, quattro pubblicazioni dedicate a combattenti nel<strong>la</strong><br />
Grande Guerra. Sono da ricordare, <strong>in</strong>oltre, una vent<strong>in</strong>a di <strong>in</strong>contri su varie<br />
tematiche <strong>in</strong>erenti le due guerre mondiali (proiezioni di filmati <strong>in</strong>editi<br />
presentazioni librarie, conferenze ecc.) e <strong>la</strong> recente mostra Per una storia del<br />
Tricolore, il cui arco temporale affrontato (1797-1918) mette <strong>in</strong> luce le<br />
potenzialità <strong>in</strong> progress che possono essere <strong>in</strong>site nell’organizzazione a<br />
“quattro mani” di future <strong>in</strong>iziative storico – culturali.<br />
Curato da Stefano Chierici e Donato Bragatto e coord<strong>in</strong>ato da Enrico<br />
Trevisani, questo M. Zebio 1917 ripercorre con estrema attenzione le<br />
vicende belliche e di prigionia del Sottotenente Mario Pazzi, ricostruite grazie<br />
a preziosi materiali documentari (note di diaristica, stato di servizio,<br />
fotografie d’epoca ecc.) facenti parte del patrimonio archivistico<br />
dell’Associazione ferrarese.<br />
La descrizione diretta e personale di Mario Pazzi è contestualizzata dal<strong>la</strong><br />
memorialistica di noti scrittori, che condivisero <strong>in</strong> alcune fasi <strong>la</strong> storia del<br />
“nostro” ufficiale, nonché dai rapporti ufficiali sti<strong>la</strong>ti dai vertici dell’esercito.<br />
Di partico<strong>la</strong>re <strong>in</strong>teresse risulta un episodio pure affrontato nel film Uom<strong>in</strong>i<br />
contro, tratto dal volume di Emilio Lussu Un anno sull’altipiano, di fama<br />
nazionale.<br />
Un contributo al<strong>la</strong> conoscenza del<strong>la</strong> realtà dei campi di prigionia è<br />
costituito dal<strong>la</strong> documentazione <strong>la</strong>sciata da Mario Pazzi, catturato dal nemico<br />
nel 1917, un periodo caratterizzato da un evolversi di avvenimenti di certo<br />
non giunti <strong>in</strong> tempo reale a coloro che, reclusi nei campi di concentramento,<br />
si trovavano a combattere (perché anche questa era guerra) contro una realtà<br />
quotidiana tutt’altro che certa e def<strong>in</strong>ita.<br />
Un ulteriore, importante tassello biografico, qu<strong>in</strong>di, per un<br />
approfondimento del<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> prima Guerra Mondiale attraverso<br />
l’apporto di significative “microstorie”.<br />
Gian Paolo Borghi<br />
Centro di Documentazione Storica<br />
del Comune di Ferrara<br />
-5-
Cart<strong>in</strong>a del<strong>la</strong> zona di monte Zebio - 1917<br />
-6-
Mario Pazzi<br />
Il fondo Mario Pazzi, che trova collocazione negli archivi del<strong>la</strong><br />
Associazione di Ricerche Storiche “<strong>Pico</strong> <strong>Cavalieri</strong>” di Ferrara, è costituito da<br />
molteplici documenti e fotografie riguardanti il periodo di prigionia<br />
nei campi di concentramento di Sigmundsherberg nell’Austria<br />
<strong>in</strong>feriore e Dunaszerdahely <strong>in</strong> Ungheria.<br />
Tra i documenti è purtroppo presente so<strong>la</strong>mente un racconto<br />
scritto da Mario Pazzi; il fondo risulta comunque di notevole<br />
<strong>in</strong>teresse storico <strong>in</strong> quanto permette di comprendere come egli sia<br />
stato partecipe <strong>in</strong> prima persona di avvenimenti descritti<br />
successivamente da molteplici autori fra i quali Emilio Lussu, Alfredo<br />
Graziani, Leonardo Motzo, Giuseppe Tommasi, e molti altri.<br />
Nel racconto è descritta <strong>la</strong> <strong>versione</strong> del Sottotenente (S.Ten.) Pazzi<br />
su un’avvenimento di rilievo, citato dagli autori riportati <strong>in</strong><br />
precedenza, e messo <strong>in</strong> risalto nel film Uom<strong>in</strong>i contro tratto dal libro di<br />
Emilio Lussu Un anno sull’altipiano. Riguarda l’episodio di giustizia<br />
sommaria che ha co<strong>in</strong>volto il maggiore Marchese, comandante il<br />
primo battaglione e <strong>la</strong> 3 a compagnia dello stesso battaglione e che ha<br />
visto Mario Pazzi come testimone diretto. Assieme al<strong>la</strong> <strong>versione</strong> dei<br />
fatti narrata da Mario Pazzi saranno pubblicati di seguito alcuni brani<br />
tratti dal<strong>la</strong> memorialistica degli autori sopra citati.<br />
L’archivio fotografico è composto da molte immag<strong>in</strong>i del<strong>la</strong> vita,<br />
delle attività e dell’organizzazione dei due campi di prigionia <strong>in</strong> cui è<br />
stato Mario Pazzi dal momento del<strong>la</strong> cattura, avvenuta nel giugno del<br />
1917, al<strong>la</strong> sua liberazione negli ultimi mesi del 1918. Le fotografie<br />
sono di rilevante portata storica, <strong>in</strong> quanto ritraggono oltre ai<br />
momenti di vita nei campi, gli ufficiali prigionieri, ripresi<br />
s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>rmente o <strong>in</strong> gruppo. Le didascalie di cui sono fornite tutte le<br />
foto consentono non solo di comprendere le attività che scandivano<br />
-7-
quotidianamente <strong>la</strong> vita degli ufficiali, ma di associare anche nomi e<br />
gradi ai volti ritratti.<br />
Mario Pazzi, nato a Ferrara il 17/12/1894, partito il fronte a 19<br />
anni, riuscirà a ritornare a casa al term<strong>in</strong>e del<strong>la</strong> guerra e a completare<br />
gli studi di ragioneria, trovando <strong>la</strong>voro come impiegato.<br />
Durante <strong>la</strong> II guerra mondiale non svolgerà alcun servizio armato,<br />
<strong>in</strong> quanto esonerato e morirà a Ferrara il 15/11/1979.<br />
Di seguito viene riportato per esigenze di completezza lo stato di<br />
servizio del sottotenente Mario Pazzi assieme alle onorificenze e agli<br />
avanzamenti che lo hanno portato al<strong>la</strong> promozione al grado di<br />
Maggiore di fanteria, T. O. il 2 marzo 1971.<br />
Stato di servizio<br />
Soldato di leva, 1° categoria, c<strong>la</strong>sse 1895, quale rivedibile del<strong>la</strong><br />
c<strong>la</strong>sse 1894 e giunto li<br />
-8-<br />
24 luglio 1915<br />
Tale nel 67° Reggimento Fanteria li 26 luglio 1915<br />
Tale nel<strong>la</strong> 20° compagnia Presidiaria li 22 settembre 1915<br />
Giunto <strong>in</strong> territorio dichiarato <strong>in</strong> istato di guerra li 22 settembre 1915<br />
Tale nel 154° Reggimento Fanteria li 1 luglio 1916<br />
Tale nel Corso Allievi Ufficiali Aspiranti li 1 agosto 1916<br />
Aspirante Ufficiale di Complemento D.C.f. 3 novembre 1916<br />
Confermata <strong>la</strong> suddetta nom<strong>in</strong>a con anzianità assoluta 25- 3 novembre 1916<br />
101915 e con riserva d’anzianità re<strong>la</strong>tiva D.M.<br />
Tale nel 151° Fanteria mobilitato li 6 novembre 1916<br />
Catturato prigioniero nel fatto d’arme di Monte Zebio li 10 giugno 1917<br />
Sottotenente di Complemento D.C.f. 29 giugno 1917<br />
Confermata <strong>la</strong> suddetta nom<strong>in</strong>a con anzianità assoluta 1-12- 15 luglio 1917<br />
1916 e con riserva d’anzianità re<strong>la</strong>tiva D.L.<br />
Stabilita l’anzianità re<strong>la</strong>tiva nel grado di Aspirante D.M. 11 novembre 1917<br />
Stabilita l’anzianità re<strong>la</strong>tiva nel grado di Sottotenente D. l. 18 novembre 1917<br />
Aumentato lo stipendio a £ 2600 annue a datare dal 1-2-1918<br />
per il D l. 107 del 10-2-1918<br />
Rimpatriato dal<strong>la</strong> prigionia e giunto al Campo 28 novembre 1918
Concentramento prigionieri di guerra Rubiera (Modena) li<br />
Tale nel Deposito Fanteria Ozieri C. li 3 Gennaio 1919<br />
Giunto <strong>in</strong> territorio dichiarato <strong>in</strong> istato di guerra presso l’84°<br />
Reggimento Fanteria ad Audiss<strong>in</strong>a – Trieste li<br />
16 Maggio 1919<br />
Partito da territorio dichiarato <strong>in</strong> istato di guerra, perché<br />
rientrato al Deposito dell84° Reggimento Fanteria per <strong>in</strong>vio<br />
<strong>in</strong> congedo li<br />
31 Luglio 1919<br />
Inviato <strong>in</strong> licenza temporanea di gg. 15 <strong>in</strong> attesa di congedo li 3 Ottobre 1919<br />
Effettuato il pagamento del<strong>la</strong> <strong>in</strong>dennità di congedamento di<br />
cui al<strong>la</strong> circ. G.m. 1919 <strong>in</strong> £ 1393,41 dal Deposito 84°<br />
Reggimento Fanteria li<br />
Ammesso al maggiore stipendio di £ 4600 annue a datare dal<br />
1° maggio 1919, per effetto del R. D. 2-11-1919 n. 2079<br />
3 Ottobre 1919<br />
Collocato <strong>in</strong> congedo li 18 Ottobre 1919<br />
Tenente di complemento nel Deposito Fanteria Cagliari con<br />
anzianità 16 settembre 1917 e decorrenza assegni dal 1°<br />
ottobre 1917 R.D.<br />
19 Aprile 1923<br />
Tale nel Distretto Militare di Ferrara (Circ. 43 G. M. 1923) li 2 Giugno 1923<br />
Presentatosi al<strong>la</strong> chiamata di controllo <strong>in</strong>detta con <strong>la</strong> Circo<strong>la</strong>re<br />
4411 del 6-6-31 M. G. nel Comune di Ferrara li<br />
20 Settembre 1931<br />
Dispensato dai richiami alle armi per mobilitazione (all. 8 al<br />
rego<strong>la</strong>mento sul<strong>la</strong> dispensa, Specchio F) li<br />
1 Giugno 1934<br />
Cessa di essere dispensato dai richiami alle armi per<br />
mobilitazione perché ha perduto il titolo li<br />
30 Novembre 1935<br />
Ammesso al ritardo di due mesi al<strong>la</strong> presentazione alle armi,<br />
quale Segretario Pr<strong>in</strong>cipale (All. 8 del rego<strong>la</strong>mento sul<strong>la</strong><br />
dispensa, specchio G) Elenco M.C. del 14-1-36, n. 3 M.T.<br />
2094 li<br />
15 Gennaio 1936<br />
Capitano a scelta ord<strong>in</strong>aria con anzianità 1° marzo 1935 R. D. 3 Febbraio 1936<br />
Cessa <strong>la</strong> concessione del ritardo al<strong>la</strong> presentazione alle armi <strong>in</strong><br />
esito a quanto disposto con le norme provvisorie sul<strong>la</strong><br />
dispensa li<br />
31 Marzo 1940<br />
Dopo il congedo<br />
1936 promozione a Capitano di fanteria.<br />
11-5-1957 promozione a I° capitano.<br />
-9-
2 marzo 1971 promozione al grado di Maggiore di fanteria, T.<br />
O.<br />
Medaglie decorazioni e onorificenze<br />
Campagna di guerra 1915.<br />
Campagna di guerra 1916.<br />
Campagna di guerra 1917.<br />
Decorato del<strong>la</strong> medaglia Commemorativa Nazionale del<strong>la</strong> guerra<br />
1915-1918 istituita con R.D. 1241 del 29 luglio 1920 e<br />
autorizzato ad apporre sul nastr<strong>in</strong>o del<strong>la</strong> medaglia le fascette<br />
corrispondenti agli anni di Campagna 1915-16-17 (Brevetto n.<br />
564581).<br />
Decorato del<strong>la</strong> medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia, di cui al R.<br />
Decreto 19 ottobre 1922 n.1362.<br />
Decorato del<strong>la</strong> medaglia Interalleata del<strong>la</strong> Vittoria, R Decreto n.<br />
1918 del 16 dicembre 1920 (n. 18020 L.).<br />
Decorato del<strong>la</strong> Croce al Merito di Guerra con Brevetto del<br />
M<strong>in</strong>istero del<strong>la</strong> Guerra n. 95567 del 21 giugno 1922.<br />
Decorato del<strong>la</strong> medaglia d’argento al Valor Militare con <strong>la</strong><br />
seguente motivazione: “Sotto violento tiro <strong>in</strong>crociato di fucileria e<br />
mitragliatrici, al<strong>la</strong> testa del suo plotone, penetrava <strong>in</strong> una tr<strong>in</strong>cea nemica che<br />
occupava ed organizzava a difesa, facendone prigioniero il presidio. Resisteva<br />
qu<strong>in</strong>di valorosamente ai contrattacchi avversari, quantunque avesse riportata<br />
una leggera ferita, e, dopo lotta corpo a corpo, ferito una seconda volta e<br />
sopraffatto, rimaneva prigioniero” Monte Zebio (Altipiano di Asiago)<br />
10-6-1917. B.M. 1924 dispensa 23° pag<strong>in</strong>a 1469.<br />
Ammesso ai benefici del<strong>la</strong> Legge n. 828 del 18 giugno 1922,<br />
modificata col R. Decreto legge n. 1925 del 15 ottobre 1925, per<br />
il periodo di tempo compreso dal 16 maggio al 31 luglio 1919,<br />
per aver fatto parte dell’84° Reggimento Fanteria mobilitato<br />
dislocato ad Audiss<strong>in</strong>a (C. A. Trieste).<br />
-10-
Conferita l’onorificenza di Cavaliere dell’Ord<strong>in</strong>e di Vittorio<br />
Veneto il 30 luglio 1971.<br />
Conferimento dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ord<strong>in</strong>e “Al<br />
merito del<strong>la</strong> Repubblica Italiana” il 15 gennaio 1976.<br />
Mario Pazzi nel 1919<br />
Gruppo di ufficiali – 1919<br />
-11-
-12-
Di seguito è riportata una s<strong>in</strong>tesi delle attività delle unità <strong>in</strong> cui ha<br />
prestato servizio Mario Pazzi, dall’arruo<strong>la</strong>mento come soldato<br />
semplice f<strong>in</strong>o al grado di S.Ten. di fanteria. Le <strong>in</strong>formazioni che<br />
hanno reso possibile <strong>la</strong> ricostruzione degli spostamenti tra le unità del<br />
periodo di guerra, sono state tratte dallo stato di servizio e sviluppate<br />
facendo riferimento ai diari ufficiali delle brigate di fanteria.<br />
Periodo di servizio svolto dal 26 luglio 1915 al 1 luglio 1916<br />
BRIGATA PALERMO (67° e 68° fanteria)<br />
Sede dei reggimenti <strong>in</strong> pace: 67° fanteria, Como, 68° fanteria, Mi<strong>la</strong>no.<br />
Distretti di reclutamento: Arezzo, Bari, Ivrea, Potenza, Ravenna,<br />
Reggio Emilia, Treviso.<br />
Anno 1915<br />
Allo scoppio del<strong>la</strong> guerra <strong>la</strong> Brigata si trova <strong>in</strong> Valtell<strong>in</strong>a, alle<br />
dipendenze del<strong>la</strong> 5 a Divisione. A metà giugno il 67° si porta a Vezza<br />
d’Oglio, dislocato al Lago di Campo, ed il 5 luglio sostiene il suo<br />
primo scontro con il nemico.<br />
Al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e di luglio <strong>la</strong> Brigata viene dislocata tra Vezza d’Oglio,<br />
Mortirolo, Ponte di Legno. Nell’agosto attacca il Tonale austriaco.<br />
A metà ottobre <strong>in</strong>izia il trasferimento sul fronte del basso Isonzo,<br />
ed il 10 novembre è dislocata presso Versa, alle dipendenze del<strong>la</strong> 9 a<br />
Divisione. Il giorno 19 si schiera sul San Michele per partecipare al<strong>la</strong><br />
Quarta Battaglia dell’Isonzo (10 novembre-5 dicembre) attaccando il<br />
28 le cime 1, 2 e 3 del S. Michele (68° fanteria). Il 67°, <strong>in</strong>sieme al<strong>la</strong><br />
Brigata Perugia tenta <strong>la</strong> conquista di quota 124 (Rocce Rosse).<br />
La Brigata perde <strong>in</strong> questa azione 1500 uom<strong>in</strong>i di cui 79 ufficiali.<br />
Inviata a Romans per riord<strong>in</strong>arsi, dopo breve riposo ritorna <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea<br />
nel<strong>la</strong> zona San Mart<strong>in</strong>o-San Michele.<br />
-13-
Anno 1916<br />
Al<strong>la</strong> metà di febbraio <strong>la</strong> Palermo si trasferisce nel<strong>la</strong> zona di<br />
Tolm<strong>in</strong>o, alle dipendenze del<strong>la</strong> 7 a Divisione entrando <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea nel<br />
tratto Roccione-sbocco Rio Volzana. Prende parte al<strong>la</strong> Qu<strong>in</strong>ta<br />
Battaglia dell’Isonzo (11-29 marzo) con azioni dimostrative contro<br />
Santa Maria, il 17 marzo un contrattacco austriaco riesce a penetrare<br />
le difese tenute dal 67° fanteria (episodio narrato da Carlo Salsa,<br />
ufficiale del<strong>la</strong> Brigata Palermo, nel suo libro Tr<strong>in</strong>cee). Nei giorni<br />
successivi i battaglioni si alternano nelle posizioni di 1 a e 2 a l<strong>in</strong>ea.<br />
Il 3 maggio, passa alle dipendenze del<strong>la</strong> 8 a Divisione, nel settore<br />
Mrzli-Dolje; reparti del 67° Reggimento Fanteria attaccano <strong>in</strong>sieme<br />
agli Alp<strong>in</strong>i del Morbegno il Trucchetto del Mrzli fallendo<br />
nell’impresa, che non riesce nemmeno nel giugno. La Brigata rimane<br />
nello stesso settore f<strong>in</strong>o al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e dell’anno, senza partecipare ad<br />
azioni importanti.<br />
Servizi prestati <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea:<br />
Anno 1915<br />
Dal 1° agosto al 21 ottobre: Passo di Campo – monte Tonale.<br />
Dal 20 novembre al 31 dicembre: monte San Michele.<br />
Dal 29 al 31 dicembre: Chiesa San Mart<strong>in</strong>o – monte San Michele.<br />
Anno 1916<br />
Dal 1° al 14 gennaio: Sa Mart<strong>in</strong>o – Bosco Cappuccio – quota 164 –<br />
San Michele.<br />
Dal 15 febbraio al 31 dicembre: regione di Tolm<strong>in</strong>o – Mrzli – Dolje –<br />
Vodil.<br />
Servizi prestati <strong>in</strong> zona di riposo:<br />
Anno 1915<br />
Dal 24 maggio al 31 luglio: settore Valtell<strong>in</strong>a – Vezza d’Oglio – Ponte<br />
di Legno.<br />
-14-
Dal 22 novembre al 19 novembre: Palmanova.<br />
Dal 13 al 28 dicembre: Fornaci di Romans.<br />
Anno 1916<br />
Dal 15 gennaio al 14 febbraio: Basaldel<strong>la</strong> Lumignacco.<br />
-15-
Luglio – novembre 1916 corso allievi ufficiali e aspirante<br />
BRIGATA NOVARA ( 153° e 154° Reggimento fanteria)<br />
Costituita il 1 marzo 1915: il Comando di Brigata ed il 153°,<br />
formato f<strong>in</strong> dal 10 gennaio 1915 dal deposito del 23° fanteria; il 154°,<br />
costituito f<strong>in</strong> dal 20 gennaio 1915 dal deposito del 67° fanteria.<br />
Anno 1916<br />
La Brigata si trova nel<strong>la</strong> zona dell’Altipiano di Tonezza (Costone<br />
d’Arsiero – Passo del<strong>la</strong> Vena), <strong>in</strong>vestita dall’offensiva austriaca del<br />
maggio 1916 <strong>la</strong> “Strafexpedition”, si ritira combattendo f<strong>in</strong>o al<strong>la</strong><br />
stretta di Cogollo.<br />
All’<strong>in</strong>izio di luglio il 154° è schierato fra Rozzo – Covole – Colletti<br />
– Campobagolo. Dopo una serie di spostamenti e piccole azioni, il 23<br />
luglio <strong>la</strong> brigata riceve l’ord<strong>in</strong>e di attaccare il monte Cimone, ed ha<br />
alle sue dipendenze il Battaglione Alp<strong>in</strong>o Val Leogra e due plotoni<br />
del 209° fanteria. Il compito è duplice per questa azione:<br />
dimostrativo e risolutivo. Il 153° operante <strong>in</strong> Val Rifreddo, agenti su<br />
tre colonne rispettivamente verso Cava, Vallà e Valle assolvono al<br />
primo compito. Al secondo concorrono su quattro colonne il 154°,<br />
gli alp<strong>in</strong>i e il 209° puntando al monte Cimone rispettivamente per <strong>la</strong><br />
Val Vazera, per il sentiero di quota 1118 e per <strong>la</strong> mu<strong>la</strong>ttiera militare.<br />
Dopo un’<strong>in</strong>tensa preparazione d’artiglieria gli Alp<strong>in</strong>i, <strong>la</strong> 5 a<br />
Compagnia ed un plotone del<strong>la</strong> 7 a del 154°, toccano <strong>la</strong> vetta;<br />
r<strong>in</strong>forzati dal<strong>la</strong> 10 a Compagnia del 154° occupano <strong>la</strong> quota 1230 e<br />
raggiungono <strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea detta degli Appostamenti.<br />
In tutta l’azione bril<strong>la</strong> <strong>la</strong> condotta del 154°. Al Battaglione viene<br />
concessa <strong>la</strong> medaglia d’Argento. Le perdite sono di 436 uom<strong>in</strong>i dei<br />
quali 17 ufficiali. Dal 24 luglio al 9 agosto <strong>la</strong> Brigata viene impegnata<br />
sempre sul Cimone.<br />
-16-
Dal novembre 1916 al<strong>la</strong> prigionia giugno 1917 aspirante e<br />
sottotenente<br />
BRIGATA SASSARI (151° e 152° Reggimento fanteria)<br />
Di nuova formazione. Costituita a Tempio ed a N<strong>in</strong>nai nel<br />
febbraio del 1915 nel seguente modo: il comando di Brigata ed il<br />
152° dal deposito del 45° fanteria; il 151° dal deposito del 46°<br />
fanteria.<br />
Anno 1917<br />
Dal 19 gennaio i Reggimenti si alternano con turni di l<strong>in</strong>ea nel<br />
tratto di fronte che va da quota 1673 al roccolo di monte Catz con<br />
periodi di riposo <strong>in</strong> Val di Ronchi.<br />
Il 1° giugno <strong>la</strong> Brigata si porta <strong>in</strong> prima l<strong>in</strong>ea col compito di<br />
attaccare il tratto compreso fra quota 1626 e 1476 sulle pendici del<br />
monte Zebio. L’azione ha luogo il giorno 10: reparti del<strong>la</strong> Brigata<br />
occupano alcuni tratti del<strong>la</strong> tr<strong>in</strong>cea nemica; dopo essersi mantenuti<br />
sulle posizioni alcune ore resp<strong>in</strong>gendo ben tre contrattacchi sono<br />
costretti a rientrare nelle tr<strong>in</strong>cee di partenza per il violento fuoco di<br />
reazione avversaria.<br />
Servizi prestati <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea:<br />
Anno 1916<br />
Dal 19 ottobre al 7 novembre: quota 1673 – Camporovere.<br />
Dal 23 al 31 dicembre: Altipiano d’Asiago.<br />
Anno 1917<br />
Dal 19 gennaio al 30 <strong>apri</strong>le: Quota 1673 – Roccolo di monte Catz.<br />
Dal 7 giugno al 10 luglio: monte Zebio.<br />
Servizi prestati <strong>in</strong> zona di riposo:<br />
-17-
Anno 1916<br />
Dall’8 novembre al 22 dicembre: Camona – Stoccaredo – Val Ronchi<br />
– Val Ghelpak.<br />
Anno 1917<br />
Dal 1° al 18 gennaio: Campomulo – Ronchi.<br />
Dal 1° maggio al 6 giugno: Vallonata – S. Michele – Valpiana.<br />
-18-
-19-
Manoscritto di Mario Pazzi<br />
-20-
La mia prigionia 10 Giugno 1917<br />
Gli avvenimenti di M. Zebio<br />
La presentazione riportata di seguito è stata sviluppata facendo<br />
riferimento al documento più importante del fondo, <strong>la</strong> descrizione<br />
autografa delle ultime ore antecedenti gli avvenimenti che hanno<br />
portato al<strong>la</strong> cattura di Mario Pazzi. Per dare maggiore risalto al<br />
racconto sono stati <strong>in</strong>seriti stralci di documento, all’<strong>in</strong>terno del<strong>la</strong><br />
descrizione dei fatti d’arme tratta dai diari storici e dalle re<strong>la</strong>zioni<br />
ufficiali.<br />
“Sono stato fatto prigioniero, assieme a due colleghi e a una<br />
vent<strong>in</strong>a di soldati, il 10 giugno 1917, nel corso di una poco<br />
fortunata azione che aveva per scopo <strong>la</strong> riconquista di una zona<br />
di terreno partente dal<strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea: monte Mosciagh - Monte Zebio,<br />
f<strong>in</strong>o al<strong>la</strong> val Galmarara.<br />
L’azione, già fissata per l’8 Giugno, era stata r<strong>in</strong>viata <strong>in</strong><br />
seguito al fortuito scoppio di una m<strong>in</strong>a che fece saltare <strong>la</strong> cima<br />
del<strong>la</strong> montagna, nel pomeriggio del 7 Giugno (che causò<br />
perdite e disorganizzò <strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea)…”<br />
Dall’analisi del documento datato 17 giugno 1917 riportante <strong>la</strong><br />
re<strong>la</strong>zione sul fatto d’armi del 10 giugno (attacco condotto dai<br />
reggimenti del<strong>la</strong> Brigata Sassari), che il comando del<strong>la</strong> Brigata <strong>in</strong>viò al<br />
superiore comando del<strong>la</strong> 25 a Divisione, si può valutare esattamente lo<br />
scopo dell’azione che ha co<strong>in</strong>volto il giovane sottotenente Mario<br />
Pazzi.<br />
La 25 a Divisione, a cui apparteneva <strong>la</strong> Brigata Sassari, doveva<br />
puntare con attacco a fondo attraverso il Costone di Monte Zebio –<br />
Monte Costa sul tratto compreso fra q. 1626 e q. 1476 per<br />
impadronirsi delle alture di Dorbelle e del Mosciagh e del ciglio di<br />
Val Portuole e di Val Galmarara, mentre <strong>la</strong> 13 a Divisione, sul<strong>la</strong> destra,<br />
-21-
avrebbe attaccato a fondo il massiccio dello Zebio. In un secondo<br />
tempo <strong>la</strong> 25 a Divisione, di<strong>la</strong>gando con l’a<strong>la</strong> s<strong>in</strong>istra verso sud, doveva<br />
impadronirsi delle alture di Monte Interrotto con il concorso delle<br />
truppe del<strong>la</strong> 57 a e 30 a Divisione che si dirigevano sullo stesso<br />
obbiettivo da sud est e da sud.<br />
Dall’analisi del Diario Storico del 151° Reggimento risulta che <strong>in</strong><br />
base all’ord<strong>in</strong>e di operazione era stato disposto che i battaglioni I (a<br />
cui apparteneva Mario Pazzi) e II uscissero contemporaneamente<br />
assieme alle prime ondate già schierate <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea. Il III battaglione<br />
sarebbe uscito seguendo a breve distanza il movimento del I<br />
battaglione per proteggerne il fianco destro. Le disposizioni<br />
prevedevano <strong>in</strong>oltre che <strong>la</strong> 4 a e l’8 a Compagnia sarebbero restate a<br />
guardia delle tr<strong>in</strong>cee e <strong>la</strong> 12 a Compagnia a disposizione del 112°<br />
Reggimento Fanteria, per presidiare le sezioni di tr<strong>in</strong>cee 5 a e 6 a .<br />
Dal<strong>la</strong> lettura del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione appare chiaro che nonostante <strong>la</strong><br />
preparazione fosse stata curata s<strong>in</strong> nei m<strong>in</strong>imi partico<strong>la</strong>ri e<br />
l’entusiasmo e <strong>la</strong> fiducia del<strong>la</strong> truppa facessero sperare nel migliore<br />
dei successi, l’azione fu da annoverarsi fra le più gloriose e <strong>in</strong>fauste<br />
del Reggimento.<br />
“…Fissata per il giorno 10, l’azione è stata preceduta da una<br />
<strong>in</strong>tensa preparazione di artiglieria. Vennero adoperati proiettili<br />
anche a gas e, a causa del vento contrario, le truppe, per <strong>la</strong><br />
maggior parte <strong>in</strong> attesa all’addiaccio, vennero costrette ad<br />
<strong>in</strong>dossare <strong>la</strong> maschera antigas…”<br />
Alle ore 5.15 del matt<strong>in</strong>o ebbe <strong>in</strong>izio il tiro delle artiglierie italiane,<br />
qualche colpo di shrapnell, subito seguito dai colpi di nuove bocche<br />
da fuoco che si aggiunsero f<strong>in</strong>o a creare una va<strong>la</strong>nga di fuoco sulle<br />
l<strong>in</strong>ee e sulle retrovie nemiche. Già dai primi momenti del<br />
bombardamento si ebbero però dei colpi anomali che vennero a<br />
cadere sul<strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea italiana e più <strong>in</strong>dietro su buona parte del<strong>la</strong> truppa<br />
-22-
che si trovavano allo scoperto <strong>in</strong> attesa di essere utilizzate per<br />
l’attacco. Dapprima questi colpi corti furono <strong>in</strong>terpretati come<br />
<strong>in</strong>evitabili per l’aggiustamento del tiro, ma poi si dovette<br />
disgraziatamente constatare che esistevano alcune batterie italiane che<br />
eseguivano con rego<strong>la</strong>rità tiri corti.<br />
Alle ore 7.35 venne <strong>in</strong>formato il Comando di Brigata che non<br />
meno di sei colpi di granata del<strong>la</strong> nostra artiglieria di medio calibro<br />
erano caduti <strong>in</strong> prossimità del Comando di Reggimento e che qualche<br />
colpo italiano da 149 (calibro del cannone) era f<strong>in</strong>ito sull’estrema<br />
s<strong>in</strong>istra del III Battaglione causando perdite.<br />
Alle ore 8.10 venne comunicato di nuovo che i nostri colpi corti<br />
cont<strong>in</strong>uavano e che una batteria da 149, specialmente, tirava<br />
<strong>in</strong>sistentemente <strong>in</strong> prossimità del Posto di Comando di Reggimento.<br />
In una so<strong>la</strong> ora si ebbero nove militari di truppa feriti per colpi errati<br />
del<strong>la</strong> nostra artiglieria. Il nemico rispose debolmente.<br />
“…Il bombardamento ha avuto <strong>in</strong>izio alle 4 del matt<strong>in</strong>o e si<br />
è protratto f<strong>in</strong>o alle 15, con <strong>la</strong>ncio anche di grosse bombarde,<br />
parte delle quali, per il vento contrario, cadute sul<strong>la</strong> nostra<br />
tr<strong>in</strong>cea (presidiata dal<strong>la</strong> 4 a compagnia, che ebbe perdite)…”<br />
Nuovi colpi ancora sia delle bombarde che delle artiglierie di<br />
medio calibro, portarono nuove perdite; venne <strong>in</strong>formato<br />
nuovamente il Comando di Brigata con un altro biglietto delle 9.15.<br />
Verso le ore 9.30 rimase ferito piuttosto gravemente il maggiore<br />
Fres<strong>in</strong>i, Comandante del III Battaglione, e il comando fu assunto dal<br />
capitano Lussu.<br />
Anche G. Tommasi <strong>in</strong> Brigata Sassari. Note di guerra afferma che<br />
“Anche il comandate, tenente colonnello Enrico Fres<strong>in</strong>i, che si<br />
riprometteva ed avrebbe certamente fatto conseguire nuovi allori alle<br />
sue balde compagnie, venne gravemente ferito da scheggia di granata<br />
al collo, ma non volle essere allontanato dal proprio posto s<strong>in</strong><br />
-23-
quando non poté cedere il comando al capitano Emilio Lussu, l’idolo<br />
del reggimento, il campione <strong>in</strong>superato di cui il valore <strong>in</strong> guerra è al di<br />
sopra di ogni elogio, il quale, trovandosi fuori del Reggimento <strong>in</strong><br />
accompagnamento di una missione estera, volle e trovò modo di<br />
essere presente al combattimento”.<br />
Nuovi tiri corti e nuove perdite dolorose com<strong>in</strong>ciarono a gettare<br />
l’avvilimento nei soldati e fu necessario eseguire degli spostamenti di<br />
truppe, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong> 6 a Compagnia del I Battaglione e il III<br />
Battaglione vennero portati al riparo <strong>in</strong> zone non battute<br />
dall’artiglieria.<br />
“…Proprio <strong>la</strong> caduta di tali proiettili nei pressi<br />
dell’imboccatura di una galleria ove era ricoverata <strong>la</strong> 3^<br />
compagnia, doveva provocare, circa mezz’ora prima di andare<br />
all’assalto, una decimazione. Un soldato, allo scoppio che<br />
<strong>in</strong>dubbiamente aveva r<strong>in</strong>tronato violentemente all’<strong>in</strong>terno del<strong>la</strong><br />
galleria, gridò: crol<strong>la</strong> <strong>la</strong> galleria! Il maggiore Marchese,<br />
comandante il primo battaglione, ord<strong>in</strong>ava al ten. Rub<strong>in</strong>o<br />
(comandante <strong>la</strong> 3^ compagnia) di all<strong>in</strong>eare i suoi soldati <strong>in</strong> un<br />
piccolo spiazzo vic<strong>in</strong>o e di sceglierne uno ogni dieci.<br />
Risultate vane le proteste del ten. Rub<strong>in</strong>o, venne eseguita <strong>la</strong><br />
decimazione che, fortunatamente, ebbe una so<strong>la</strong> vittima.<br />
In questo frangente, <strong>in</strong>viavo un mio soldato <strong>in</strong> cerca del<br />
comandante del reggimento col. Graziani, per avvertirlo<br />
dell’accaduto. Poco dopo, questi sopraggiungeva, preceduto<br />
dal capitano Tomasi, suo aiutante <strong>in</strong> prima. Nello stesso istante<br />
si udiva uno sparo e il maggiore cadeva fulm<strong>in</strong>ato al suolo. Mai<br />
si è saputo chi abbia sparato. Vennero messi agli arresti il cap.<br />
Tomasi e il Ten. Salis, aiutante maggiore <strong>in</strong> seconda, <strong>in</strong> seguito<br />
prosciolti…”<br />
-24-
Alfredo Graziani <strong>in</strong> Fanterie sarde all’ombra del tricolore afferma che<br />
“Dall’<strong>in</strong>terno, dal profondo del<strong>la</strong> completa oscurità una voce netta si<br />
è fatta sentire: La caverna crol<strong>la</strong>! Maledizione, ci crol<strong>la</strong> addosso <strong>la</strong><br />
caverna!”<br />
Emilio Lussu, nel suo libro, che ebbe notevole diffusione, Un anno<br />
sull’Altipiano, riporta che: “La compagnia si gettò fuori dal<strong>la</strong> galleria e<br />
si riord<strong>in</strong>ò, all’aperto, <strong>in</strong> un aval<strong>la</strong>mento <strong>la</strong>terale non battuto<br />
dall’artiglieria. Il maggiore credette di trovarsi di fronte ad un<br />
ammut<strong>in</strong>amento. Ne era conv<strong>in</strong>to. Una compagnia, poco prima<br />
dell’assalto, con le armi al<strong>la</strong> mano, a pochi metri dal nemico, rifiuta di<br />
obbedire. Per lui, non v’erano dubbi. Bisognava qu<strong>in</strong>di reagire<br />
immediatamente con i mezzi più energici e punire <strong>la</strong> sedizione.<br />
Furibondo, uscì dal<strong>la</strong> sua caverna. Mise <strong>la</strong> compagnia <strong>in</strong> riga e ord<strong>in</strong>ò<br />
<strong>la</strong> decimazione”.<br />
Ancora Alfredo Graziani: “Era un ord<strong>in</strong>e strano, ur<strong>la</strong>to da una<br />
strana voce, rauca e stridu<strong>la</strong> <strong>in</strong>sieme. L’ord<strong>in</strong>e, perentorio e stentoreo,<br />
imponeva a tutti di uscire disarmati e di all<strong>in</strong>earsi davanti all’uscita<br />
del<strong>la</strong> tetra spelonca. L’ord<strong>in</strong>e <strong>in</strong>giustificabile era accompagnato e<br />
seguito da parole sconnesse che erano tuttavia altrettante staffi<strong>la</strong>te<br />
all’anima dei soldati. Vigliacchi! Traditori del<strong>la</strong> Patria! Vigliacchi!<br />
Fuori, tutti fuori! Deporre le armi e venir fuori! Non deve rimanerci<br />
nessuno di questa massa di traditori! … ed i duecento uom<strong>in</strong>i del<strong>la</strong><br />
…compagnia del 151° si sono schierati, senz’armi, al di fuori<br />
dell’antro. Il maggiore, comandante del battaglione, percorreva a<br />
grandi passi il fronte del<strong>la</strong> sventuratissima compagnia, borbottando,<br />
par<strong>la</strong>ndo ad alta voce, dicendo a scatti: Traditori del<strong>la</strong> Patria! Si,<br />
traditori! Devo farvi fuci<strong>la</strong>re! Dopo essere rimasto un attimo ancora<br />
sovra pensiero, come par<strong>la</strong>ndo con se stesso ha com<strong>in</strong>ciato a contare:<br />
Uno su dieci; fuori. I designati sono usciti dalle file, all<strong>in</strong>eandosi,<br />
automaticamente da una parte. Il plotone degli esecutandi era da un<br />
<strong>la</strong>to; necessitava trovare il plotone degli esecutori. … Un tenente,<br />
Infant<strong>in</strong>o, del 151° veniva a passare di là, diretto verso <strong>la</strong> prima l<strong>in</strong>ea<br />
-25-
con una squadra di circa venti uom<strong>in</strong>i…E’ stato fermato e gli è stato<br />
imposto di mettersi a disposizione…. La squadra di <strong>in</strong>trepidi biancorossi<br />
… aveva impallidito quando si erano visti comandati a diventare<br />
esecutori di giustizia sommaria ... La scena si è svolta fulm<strong>in</strong>ea, <strong>in</strong><br />
pochi secondi. Il comandante di battaglione ha impartito al<strong>la</strong> squadra<br />
l’ord<strong>in</strong>e di far fuoco … Quei soldati hanno obbedito e hanno<br />
sparato; ma nessun uomo è stramazzato per terra. L’improvvisato<br />
plotone di esecuzione aveva sparato, ma aveva sparato <strong>in</strong> aria. Un<br />
soldato, uno degli esecutandi, un povero figliolo, giovanissimo e<br />
valoroso, il soldato Maxeddu, è stato vittima del<strong>la</strong> improvvisa pazzia<br />
del disgraziato maggiore; è caduto fulm<strong>in</strong>ato da due pistolettate<br />
sparategli a bruciapelo…Due colpi secchi di moschetto hanno<br />
r<strong>in</strong>tronato … si è visto il Comandante di Battaglione portarsi le mani<br />
al petto, annaspare convulsamente, per un istante, vacil<strong>la</strong>r,<br />
strapiombare per terra. Il pazzo non avrebbe potuto nuocere più. …<br />
Davanti a due cadaveri, vittime di una stessa cieca e dolorosa fatalità,<br />
<strong>la</strong> compagnia, uscendo dal<strong>la</strong> cupa caverna, dopo aver ripreso le sue<br />
armi contro il nemico, è sfi<strong>la</strong>ta, a capo ch<strong>in</strong>o, tacitamente, movendo<br />
verso <strong>la</strong> cima, verso l’assalto…”.<br />
Dal racconto di Mario Pazzi e degli altri riportati nel<strong>la</strong><br />
memorialistica, che sostanzialmente co<strong>in</strong>cidono nel<strong>la</strong> descrizione dei<br />
fatti, si può arrivare al<strong>la</strong> conclusione che l’episodio, seppur molto<br />
grave, è stato da tutti <strong>in</strong>terpretato come l’ennesimo caso di giustizia<br />
sommaria, di cui spesso si è letto nei libri del<strong>la</strong> Grande Guerra.<br />
Il resoconto ufficiale riporta che dalle 10.00 alle 11.00 venne<br />
spostato il tiro verso un altro settore e se ne approfittò per eseguire le<br />
ricognizioni dei varchi aperti nei retico<strong>la</strong>ti e per riord<strong>in</strong>are le truppe.<br />
Dall’osservazione del<strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea nemica antistante ai primi due varchi<br />
risultò che il retico<strong>la</strong>to era parzialmente aperto, ma che rimaneva<br />
<strong>in</strong>tatto nel<strong>la</strong> zona s<strong>in</strong>istra del<strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea del Reggimento, cioè quel<strong>la</strong> verso<br />
-26-
il saliente nemico fronteggiante tra <strong>la</strong> 2 a e <strong>la</strong> 3 a sezione, dal quale<br />
partivano, nei momenti di breve sosta delle fuci<strong>la</strong>te, <strong>in</strong>dizio che il<br />
nemico vi era ancora presente. Si provvide <strong>in</strong>oltre <strong>in</strong> questo <strong>in</strong>tervallo<br />
allo sgombero dei feriti, e al riattamento delle comunicazioni<br />
telefoniche <strong>in</strong>terrotte dal bombardamento. Per ord<strong>in</strong>e del<br />
Comandante del<strong>la</strong> brigata venne spostato più <strong>in</strong>dietro il posto<br />
Medicazione reggimentale, perché fatto segno anch’esso di qualche<br />
colpo di artiglieria.<br />
Il Comando di Brigata avvisò telefonicamente del<strong>la</strong> sospensione<br />
del tiro delle bombarde dalle ore 12.15 alle ore 13.15, ord<strong>in</strong>ando ai<br />
reparti di impiegare quel<strong>la</strong> sosta per far saltare i retico<strong>la</strong>ti con gli<br />
spezzoni di ge<strong>la</strong>t<strong>in</strong>a.<br />
Per migliorare il tiro delle bombarde, il comando superiore ord<strong>in</strong>ò<br />
ai comandanti dei reparti di far arretrare di circa 100 metri le truppe<br />
che attendevano allo scoperto l’ord<strong>in</strong>e di attacco.<br />
“…Frattanto erano giunte le ore 15, <strong>in</strong> cui doveva avere<br />
<strong>in</strong>izio l’attacco. Il col. Graziani, presso un varco di uscita del<strong>la</strong><br />
nostra tr<strong>in</strong>cea, r<strong>in</strong>cuorava i soldati rimasti ammutoliti dal<br />
doloroso episodio…”<br />
Il diario storico del 151° Reggimento riporta che il Comandante di<br />
reggimento, recatosi poco prima dell’attacco nel<strong>la</strong> 1 a sezione per<br />
assistere al<strong>la</strong> formazione delle ondate di assalto, venne a conoscenza<br />
che il Comandante del I Battaglione maggiore Marchese era rimasto<br />
ferito gravemente.<br />
Sono le 15.00: l’ora fissata. Il colonnello Graziano assunse<br />
personalmente il comando dei battaglioni I e III e li portò fuori del<br />
varco di irruzione, dirigendo le successive ondate.<br />
“…Le tre compagnie del primo battaglione formavano le tre<br />
prime ondate verso <strong>la</strong> tr<strong>in</strong>cea nemica. Gli austriaci avevano<br />
-27-
scatenato un fuoco <strong>in</strong>fernale con mitragliatrici abilmente<br />
piazzate. Il loro tiro fece strage fra i nostri…”<br />
La prima ad irrompere fu <strong>la</strong> 2 a Compagnia col 1° Reparto<br />
Zappatori, che uscirono decisamente dal<strong>la</strong> nostra l<strong>in</strong>ea e, quantunque<br />
fatti subito segno dal vivo ed efficace fuoco delle numerose<br />
mitragliatrici avversarie appostate <strong>in</strong> caverna nel costone roccioso<br />
delle pendici dello Zebio, si s<strong>la</strong>nciarono nel<strong>la</strong> tr<strong>in</strong>cea nemica<br />
penetrandovi. Si generò una mischia coi difensori, che vennero<br />
passati per le armi.<br />
“…Al<strong>la</strong> testa di due plotoni del<strong>la</strong> mia compagnia, attraversai<br />
il tratto fra le due tr<strong>in</strong>cee, seguito dai militari rimasti <strong>in</strong>denni e,<br />
di scatto, scavalcammo il muretto del<strong>la</strong> tr<strong>in</strong>cea austriaca,<br />
mentre altri reparti facevano altrettanto al<strong>la</strong> nostra destra e al<strong>la</strong><br />
s<strong>in</strong>istra. Vi trovammo pochi austriaci che catturammo. Il<br />
numero di questi aumentò f<strong>in</strong>o ad una settant<strong>in</strong>a con altri<br />
scovati <strong>in</strong> alcune gallerie <strong>in</strong>terne. Feci accompagnare i<br />
prigionieri e due mitragliatrici, verso <strong>la</strong> nostra l<strong>in</strong>ea…”<br />
Venne subito r<strong>in</strong>calzata <strong>la</strong> prima ondata col<strong>la</strong> 3 a Compagnia, <strong>la</strong><br />
quale, pur riportando ugualmente delle perdite nell’attraversare <strong>la</strong><br />
zona battuta dal nemico, riuscì anch’essa a penetrare nel<strong>la</strong> tr<strong>in</strong>cea<br />
avversaria. Altre due ondate vennero successivamente mandate<br />
immediatamente <strong>in</strong> sostegno delle precedenti, già contrattaccate dal<br />
nemico. Vennero fatti dei prigionieri.<br />
“…Gli austriaci, però, apparvero non rassegnati al<strong>la</strong> perdita<br />
del loro tr<strong>in</strong>cerone ed <strong>in</strong>iziarono un nutrito fuoco di artiglieria<br />
leggera, concentrandolo sul<strong>la</strong> tr<strong>in</strong>cea perduta. Le nostre<br />
modeste forze venivano ulteriormente decimate. Il sott.<br />
Massenti, ferito ad una spal<strong>la</strong>, viene ricoverato <strong>in</strong> una galleria; il<br />
-28-
sott. Mascia, operante al<strong>la</strong> mia destra, mi richiede aiuti. E’<br />
anch’egli ferito leggermente. Dispongo quelli del mio plotone<br />
lungo <strong>la</strong> tr<strong>in</strong>cea, con l’ord<strong>in</strong>e di far fuoco ad <strong>in</strong>tervalli, per non<br />
sprecare munizioni. Poi, accompagnato da c<strong>in</strong>que dei miei<br />
soldati, mi sposto, entro <strong>la</strong> tr<strong>in</strong>cea, verso destra, per cercare<br />
collegamento con le nostre truppe. Ad un rientrante del<strong>la</strong><br />
tr<strong>in</strong>cea mi trovo improvvisamente davanti alcuni austriaci che<br />
sparavano col fucile entro le feritoie. Al nostro sopraggiungere,<br />
abbandonano le armi e si r<strong>in</strong>tanano <strong>in</strong> una picco<strong>la</strong> galleria alle<br />
loro spalle. Con un salto, assieme a due miei soldati, passiamo<br />
oltre <strong>la</strong> galleria, entro <strong>la</strong> quale gettiamo una bomba “sipe” per<br />
scovare gli austriaci. Ma questi rispondono immediatamente<br />
con il fuoco di una mitragliatrice i cui proiettili, sparati contro<br />
gli spigoli del foro d’entrata, feriscono mortalmente due soldati.<br />
Altri due vengono feriti più leggermente; io pure rimango ferito<br />
leggermente ad una mano e al<strong>la</strong> faccia…”<br />
Contemporaneamente le truppe del II Battaglione attaccarono di<br />
fronte al<strong>la</strong> seconda sezione di s<strong>in</strong>istra del<strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea del Reggimento. La<br />
prima ondata uscì dal varco di s<strong>in</strong>istra ma, malgrado il suo<br />
ammirevole s<strong>la</strong>ncio, non riuscì, perché micidialmente battuta da<br />
mitragliatrici appostate <strong>in</strong> caverna e sottoterra, fuori del retico<strong>la</strong>to<br />
stesso nemico. Si tentò una seconda volta per lo stesso varco senza<br />
miglior esito. Vista l’<strong>in</strong>utilità degli sforzi da quel<strong>la</strong> parte, si tentò il<br />
passaggio dall’altro varco, ma per quanto l’ondata fosse stata<br />
audacemente portata s<strong>in</strong> presso il retico<strong>la</strong>to nemico, nonostante le<br />
perdite, non si riuscì nell’<strong>in</strong>tento. Uscì allora un’altra ondata, ma<br />
dovette ugualmente <strong>in</strong>dietreggiare.<br />
Un piccolo tentativo di contrattacco fatto a sua volta dal nemico<br />
<strong>in</strong> questa posizione fallì completamente.<br />
-29-
Il Comandante di Brigata, come riporta il resoconto ufficiale,<br />
<strong>in</strong>formò che il Comando Supremo ord<strong>in</strong>ava l’avanzata a qualunque<br />
costo.<br />
Gli austriaci però, appena accortisi del<strong>la</strong> nostra occupazione sul<strong>la</strong><br />
destra, e favoriti dalle mitragliatrici che dal costone roccioso<br />
potevano prendere <strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>fi<strong>la</strong>ta, con l’aiuto del<strong>la</strong> loro artiglieria<br />
<strong>la</strong>nciarono un contrattacco contro i nostri che si trovavano nel<strong>la</strong><br />
nuova posizione, ma vennero totalmente resp<strong>in</strong>ti. La re<strong>la</strong>zione<br />
riporta un ulteriore tentativo di una colonna austriaca che uscì<br />
all’estrema destra dell’occupazione italiana con lo scopo evidente di<br />
tentare un accerchiamento. La reazione pronta di due sezioni<br />
mitragliatrici, portatesi fuori dal<strong>la</strong> tr<strong>in</strong>cea e appostatesi <strong>in</strong> buche<br />
prodotte dagli scoppi delle granate, impedì l’avvolgimento falciando<br />
<strong>la</strong> colonna nemica.<br />
“…La situazione si faceva, così, critica. Decido di ostruire,<br />
<strong>in</strong> qualche modo, il passaggio sul fondo del<strong>la</strong> tr<strong>in</strong>cea, aiutato<br />
da due soldati che raccolgono il materiale più disparato:<br />
sacchetti a terra, pezzi di legno, sassi; ciò per evitare eventuali<br />
sorprese.<br />
Tornato verso i miei, sul<strong>la</strong> s<strong>in</strong>istra, mando un soldato <strong>in</strong><br />
direzione del<strong>la</strong> nostra tr<strong>in</strong>cea per chiedere l’<strong>in</strong>vio di r<strong>in</strong>forzi,<br />
tanto più che gli austriaci hanno <strong>in</strong>tensificato il <strong>la</strong>ncio di<br />
bombe a mano fumogene e stanno operando tentativi per<br />
riconquistare <strong>la</strong> loro l<strong>in</strong>ea…”<br />
Mentre si pronunciava un terzo attacco, e già gli austriaci erano<br />
giunti <strong>in</strong> vic<strong>in</strong>anza del<strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea, i nostri, ormai ridotti a poche forze, e<br />
comprendendo che non si sarebbero potute mantenere le l<strong>in</strong>ee<br />
conquistate, perché non appoggiati alle ali, cont<strong>in</strong>uamente presi<br />
d’<strong>in</strong>fi<strong>la</strong>ta dalle mitragliatrici del costone roccioso, furono a ritirarsi<br />
nel<strong>la</strong> tr<strong>in</strong>cea di partenza per non cadere prigionieri.<br />
-30-
“…Sono ormai le 17.30. La situazione sembra precipitare. Gli<br />
uom<strong>in</strong>i rimasti sono pochi ed hanno scarse munizioni.<br />
Mi raggiunge il comandante <strong>la</strong> mia compagnia, il capitano<br />
Del Frate. Lo metto al corrente del<strong>la</strong> situazione ed egli<br />
promette di <strong>in</strong>teressarsi subito per <strong>la</strong> richiesta di r<strong>in</strong>forzi. Si<br />
avvia, poi, verso <strong>la</strong> nostra tr<strong>in</strong>cea, distante non più di sessantasettanta<br />
metri. Il comandante del reggimento gli ord<strong>in</strong>a di<br />
ritornare con i suoi uom<strong>in</strong>i, ma non farà <strong>in</strong> tempo a<br />
raggiungerci: verrà colpito a morte a metà strada.<br />
I miei soldati si prodigano ma sono ormai pochi ed hanno<br />
scarse munizioni.<br />
Intanto gli austriaci cont<strong>in</strong>uano a premere. Il fumo delle<br />
bombe fumogene ha <strong>in</strong>vaso i camm<strong>in</strong>amenti e <strong>la</strong> tr<strong>in</strong>cea.<br />
Ormai si lotta corpo a corpo e diventa difficile dist<strong>in</strong>guere i<br />
nostri dai nemici. Il tenente Rab<strong>in</strong>o, al quale avevo <strong>in</strong>viato un<br />
soldato per chiedergli col<strong>la</strong>borazione, giunge <strong>in</strong> tempo per<br />
salvarmi da un colpo di baionetta che il nemico, nel<strong>la</strong><br />
confusione e <strong>in</strong> mezzo al fumo, stava per vibrarmi mentre ero<br />
caduto. Ero ferito ad un g<strong>in</strong>occhio ed avevo perduto molto<br />
sangue anche da altre ferite, per fortuna leggere, al viso e alle<br />
mani…”<br />
Già prima, verso le ore 16.30, venne segna<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> critica situazione<br />
al Comando del<strong>la</strong> Brigata e furono chiesti r<strong>in</strong>forzi.<br />
“…Eravamo ormai nel<strong>la</strong> impossibilità di difenderci.<br />
Veniamo disarmati da forze preponderanti.<br />
Siamo ormai prigionieri.<br />
Non mi reggo <strong>in</strong> piedi. Un mio soldato mi prende sulle<br />
spalle e, assieme al tenente Rab<strong>in</strong>o e a poco meno di una<br />
vent<strong>in</strong>a di soldati, veniamo avviati verso le retrovie”.<br />
-31-
Così f<strong>in</strong>isce <strong>la</strong> giornata di combattimenti del 151° Reggimento<br />
Fanteria e del S.Ten. Mario Pazzi.<br />
Una pioggerel<strong>la</strong> lenta e noiosa scende sul triste campo di battaglia<br />
<strong>in</strong> cui aleggia <strong>la</strong> morte.<br />
Nel complesso furono riportate dal Reggimento le seguenti<br />
perdite:<br />
- ufficiali uccisi 3, feriti 14, dispersi 7;<br />
- truppa uccisi 45, feriti 401, dispersi 102.<br />
Mario Pazzi <strong>in</strong> anni successivi al<strong>la</strong> guerra<br />
-32-
La mia prigionia 10 Giugno 1917 – 11 Novembre 1918<br />
Sigmundsherberg – Dunaszerdahely<br />
“…Debbo dire, per <strong>la</strong> verità, che di me hanno avuto molta<br />
cura. Sono stato medicato all’<strong>in</strong>fermeria del reggimento, con<br />
precedenza su feriti austriaci assai più gravi di me, da un<br />
gentile sottotenente medico che par<strong>la</strong>va correttamente<br />
l’italiano.<br />
Verso l’imbrunire siamo stati avviati verso Caldonazzo.<br />
Abbiamo pernottato <strong>in</strong> una baracca dove alloggiavano molti<br />
soldati austriaci. Il giorno successivo ci hanno portato a Trento<br />
e per c<strong>in</strong>que giorni, siamo rimasti nel castello del Buon<br />
Consiglio. Venni poi portato <strong>in</strong> un ospedale di Bolzano dove<br />
sono rimasto una dec<strong>in</strong>a di giorni…”.<br />
I grandi campi di concentramento contenevano prigionieri di varie<br />
nazionalità, artico<strong>la</strong>ti <strong>in</strong> settori separati. Essi ospitavano di norma sia<br />
ufficiali che uom<strong>in</strong>i di truppa: mentre <strong>in</strong>fatti alcuni campi di piccole<br />
dimensioni furono dest<strong>in</strong>ati ai soli ufficiali, le grandi baraccopoli<br />
accoglievano sia questi che i soldati.<br />
Talora anche i campi di maggiori dimensioni furono riservati<br />
esclusivamente a ufficiali di varie nazionalità e ai loro attendenti: tra<br />
questi il più importanti fu Dunaszerdahely.<br />
Quando ufficiali e soldati vivevano <strong>in</strong> uno stesso campo, i loro<br />
settori erano però rigidamente dist<strong>in</strong>ti: nel campo degli ufficiali<br />
risiedevano solo gli attendenti e alcuni degli operai addetti al campo;<br />
le autorità nemiche evitavano con cura che si verificassero <strong>in</strong>contri<br />
tra soldati e ufficiali.<br />
A Mauthausen gli ufficiali avevano facoltà di par<strong>la</strong>re con i soldati<br />
di truppa una so<strong>la</strong> volta al<strong>la</strong> settimana, e nessuna re<strong>la</strong>zione esisteva a<br />
Theresienstadt tra il campo ufficiali e quello soldati.<br />
-33-
Il rapporto con costoro veniva mantenuto, <strong>in</strong> tutti i campi, dagli<br />
ufficiali medici, che spesso vivevano separatamente dagli altri<br />
ufficiali, e <strong>la</strong> cui funzione fu durante <strong>la</strong> guerra di estrema importanza;<br />
oltre al<strong>la</strong> loro opera negli ospedali dove spesso sostituirono il<br />
personale medico austriaco, avevano anche <strong>la</strong> possibilità di esercitare<br />
un certo controllo sulle condizioni <strong>in</strong> cui vivevano le truppe e di<br />
<strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong> loro favore presso le autorità austriache. Si dovette<br />
perciò al loro <strong>in</strong>tervento se certe situazioni di drammatico disagio<br />
furono affrontate e <strong>in</strong> parte risolte dalle autorità del campo.<br />
Nel quadro complessivo del<strong>la</strong> prigionia di guerra, comunque, gli<br />
ufficiali vennero trattati <strong>in</strong> modo più umano dei soldati; un esempio<br />
si ha dal fatto che non avevano l’obbligo di <strong>la</strong>vorare e di uscire<br />
all’aperto se con <strong>in</strong> caso di appelli.<br />
Il campo ufficiali di Sigmundsherberg<br />
(Comandante col. Menna)<br />
“…Successivamente sono stato <strong>in</strong>viato al campo di<br />
concentramento Ufficiali di Sigmundsherberg. Ma qui il<br />
soggiorno è stato breve. A motivo di un <strong>in</strong>cendio (forse un atto<br />
di sabotaggio?) venne distrutta circa <strong>la</strong> metà delle baracche che<br />
ospitavano i prigionieri, …”<br />
Sul campo di prigionia per ufficiali di Sigmundsherberg non si<br />
hanno notizie approfondite, però, una notazione di Ferd<strong>in</strong>ando<br />
Mart<strong>in</strong>i nel suo diario, <strong>in</strong> data 12 agosto 1918, dopo un colloquio con<br />
un reduce da Sigmundsherberg, riporta che “Le notizie che si<br />
leggono ne’ giornali sono vere. Non soltanto i prigionieri sono<br />
condannati al<strong>la</strong> fame ma gli stessi soldati (nemici) sono assai<br />
scarsamente nutriti e hanno poca più voglia di combattere”. (Mart<strong>in</strong>i,<br />
Diario 1914-1918)<br />
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Il campo di prigionia di Sigmundsherberg ospitava, durante <strong>la</strong><br />
prima guerra mondiale, ben 42.000 soldati italiani: subito dopo le<br />
prime fasi del<strong>la</strong> rotta di Caporetto si arrivò addirittura a circa 70.000<br />
militari; per mancanza di spazio, i morti furono sepolti <strong>in</strong> parte nel<br />
locale cimitero, <strong>in</strong> parte nei comuni limitrofi. Sempre per mancanza<br />
di spazio vennero sepolte f<strong>in</strong>o a tre salme l’una sopra l’altra<br />
trasformando il terreno <strong>in</strong> una specie di coll<strong>in</strong>a. A causa di ciò<br />
avvenne che il comune di Sigmundsherberg si rivolse al<strong>la</strong> Croce<br />
Nera Austriaca – Settore dell’Austria Inferiore ed al M<strong>in</strong>istero<br />
dell’Interno di Vienna aff<strong>in</strong>chè provvedesse al<strong>la</strong> riorganizzazione del<br />
Cimitero.<br />
Nel 1974 vennero, pertanto, effettuati i primi <strong>la</strong>vori <strong>in</strong><br />
col<strong>la</strong>borazione fra <strong>la</strong> Croce Nera Austriaca, altre Associazioni e<br />
gruppi di giovani volontari. In quell’anno fu spianata <strong>la</strong> superficie del<br />
campo e messo mano al<strong>la</strong> sistemazione del manto erboso. I soldati<br />
italiani furono sepolti nel cimitero di guerra locale.<br />
Secondo il Registro del<strong>la</strong> Chiesa, a Sigmundsherberg giacciono<br />
sepolti 29 Austriaci, 72 Russi, 19 Serbi, e 2379 Italiani dei quali 17, su<br />
richiesta delle famiglie di appartenenza, sono stati riesumati e<br />
rimpatriati.<br />
Nel campo di Sigmundsherberg i medici non erano alloggiati con<br />
gli ufficiali, ma separatamente. La loro condizione era <strong>in</strong>fatti<br />
considerata diversa da quel<strong>la</strong> dei normali prigionieri di guerra.<br />
-35-
Immag<strong>in</strong>i del campo p.g. ufficiali di Sigmundsherberg<br />
Nel campo<br />
Baracca mensa<br />
-36-
Ospedale del campo<br />
Il settore dei prigionieri russi<br />
-37-
Arrivo del<strong>la</strong> m<strong>in</strong>estra<br />
Sa<strong>la</strong> n. 3 di mensa del campo<br />
-38-<br />
Cuc<strong>in</strong>a degli attendenti
Cuc<strong>in</strong>a degli ufficiali<br />
Laboratorio sarti e calzo<strong>la</strong>i<br />
-39-
Uscita dal bagno<br />
L’arrivo dei pacchi<br />
L’<strong>in</strong>cendio di una baracca<br />
-40-
Il campo prigionieri di guerra di Dunaszerdahely<br />
(Comandante Col. dei granatieri Bignami)<br />
“…buona parte dei quali venne <strong>in</strong>viata a Dunaszerdahely.<br />
Anch’io fui tra questi ultimi e, nel nuovo campo, rimasi f<strong>in</strong>o al<br />
matt<strong>in</strong>o dell’11 novembre 1918, quando potemmo partire, <strong>in</strong><br />
treno, verso l’Italia”.<br />
Mario Pazzi 2° compagnia 1° Battaglione 151° Reggimento Fanteria - Brigata<br />
Sassari<br />
Nei primi mesi del 1918 apparvero sui giornali vari articoli re<strong>la</strong>tivi<br />
ai campi di concentramento.<br />
Sul “Corriere del<strong>la</strong> sera” apparvero vari articoli, come Una fuga<br />
dall’Austria, sul numero del 22 marzo 1918 nel quale alcuni ufficiali,<br />
fuggiti dal campo di Dunaszerdahely <strong>in</strong> Ungheria, descrivevano <strong>la</strong><br />
condizione terribile <strong>in</strong> cui vivevano, a differenza degli ufficiali, i<br />
soldati, e riferivano come, giunti nel<strong>la</strong> loro fuga a Vienna, non fosse<br />
stato loro possibile trovare del pane.<br />
-41-
Immag<strong>in</strong>i del campo ufficiali p.g. di Dunaszerdahely<br />
Il colonnello dei Granatieri Bignami I° comandante del campo di<br />
Dunaszerdahely<br />
Il colonnello dei Granatieri Bignami e i suoi col<strong>la</strong>boratori<br />
-42-
Laboratorio calzo<strong>la</strong>i del campo<br />
Veduta del campo<br />
-43-
Veduta del campo<br />
Veduta del<strong>la</strong> chiesetta<br />
-44-
Messa al campo<br />
Ufficiali di ritorno dal bagno<br />
-45-
Viale dei bagni<br />
-46-<br />
Posto di guardia all’<strong>in</strong>gresso del campo<br />
Veduta del campo<br />
Russi al<strong>la</strong> costruzione di nuove baracche
Russi al<strong>la</strong> costruzione di nuove baracche<br />
-47-
Botti d’<strong>in</strong>naffiamento<br />
Sa<strong>la</strong> mensa<br />
-48-
Cuc<strong>in</strong>e<br />
Distribuzione dei pacchi<br />
-49-
Lato a sera<br />
La mia stanza<br />
-50-<br />
Cuc<strong>in</strong>a del campo
Baracca<br />
Prigionieri russi al <strong>la</strong>voro<br />
Prigionieri russi al <strong>la</strong>voro<br />
-51-<br />
Baracca<br />
Sent<strong>in</strong>el<strong>la</strong><br />
Angolo del <strong>la</strong>ger russo
Sent<strong>in</strong>el<strong>la</strong><br />
Prigionieri russi al <strong>la</strong>voro<br />
-52-<br />
Il campo <strong>in</strong> <strong>in</strong>verno
Immag<strong>in</strong>i di gruppi di ufficiali prigionieri<br />
Camera n. 10<br />
Serata estiva<br />
-53-<br />
Gli attaccabottoni del<strong>la</strong> baracca IV<br />
Gli attaccabottoni del<strong>la</strong> camera n. 8
Ufficiali prigionieri<br />
-54-<br />
Traduzione comunicato<br />
Camera n. 7 Valent<strong>in</strong>i – Piazza &C i
Immag<strong>in</strong>i del<strong>la</strong> visita del Nunzio Pontificio Mons. Valfrè di<br />
Bonzo al campo di Dunaszerdahley<br />
-55-
Immag<strong>in</strong>i delle attività ricreative<br />
Lezioni di piano<br />
Il teatr<strong>in</strong>o<br />
Lavori eseguiti dagli ufficiali prigionieri<br />
-56-<br />
I musicisti<br />
Incontro di scacchi<br />
Lavori eseguiti dagli ufficiali<br />
prigionieri
Redazione del giornale “L’Attesa”<br />
Il Ten. Consorti giard<strong>in</strong>iere<br />
-57-<br />
Giard<strong>in</strong>aggio
Il capitano Banci ammaestra il suo cane<br />
Immag<strong>in</strong>i delle attività sportive<br />
La palestra<br />
Seconda squadra<br />
-58-<br />
Prima squadra<br />
Quarta squadra
Parando un goal<br />
-59-<br />
Salto <strong>in</strong> alto
Partenza dei 100 m<br />
Catozzo 1° arrivato nei 400m<br />
-60-<br />
Gara 100 m
-61-<br />
Revel
Mach di tennis<br />
Schiaff<strong>in</strong>o<br />
-62-<br />
Mi<strong>la</strong>ni
Bandi – Gallo<br />
Lotta<br />
-63-<br />
Patt<strong>in</strong>aggio
I quattro lottatori<br />
-64-<br />
Giocatori di tennis<br />
Sollevamento pesi
Lottatori<br />
-65-<br />
Lancio del giavellotto
Durante le competizioni sportive è presente anche <strong>la</strong> Croce Rossa…<br />
Conti<br />
La Croce Rossa: Conti e Gianchetti<br />
-66-<br />
Gianchetti
Cimitero dei russi<br />
Seppellimento del Ten. Trombadore morto nel campo prigionieri di guerra<br />
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Banconota utilizzata nel campo prigionieri di guerra di Dunaszerdahley<br />
Banconota utilizzata nel campo prigionieri di guerra di Dunaszerdahley<br />
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Monumento italiano del campo prigionieri di guerra di Dunaszerdahley<br />
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Giornale italiano del campo prigionieri di guerra di Dunaszerdahley<br />
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Copia dello Stato di Servizio di Mario Pazzi<br />
Si r<strong>in</strong>graziano per <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione: Maria Teresa Pazzi Mar<strong>in</strong>i (figlia di<br />
Mario Pazzi e Daniele Mar<strong>in</strong>i (nipote di Mario Pazzi).<br />
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Altre pubblicazioni:<br />
Podgora - 1915<br />
Dante Tuma<strong>in</strong>i “un soldato tra tanti”<br />
a cura di Enrico Trevisani<br />
Ferrara 2000<br />
Flondar - 1917<br />
Bruno Pisa<br />
425 a compagnia mitragliatrici<br />
a cura di Stefano Chierici<br />
Ferrara 2001<br />
S. Marco - 1917<br />
Mario Poledrelli<br />
206° Reggimento fanteria<br />
Brigata Lambro<br />
a cura di Donato Bragatto – Andrea Montesi<br />
Ferrara 2002<br />
Centro Stampa Comune di Ferrara - Novembre 2004<br />
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