Misure di lotta eco-compatibili contro il cancro e il mal dell'inchiostro ...
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34 AGRICOLTURA FITOPATOLOGIA<br />
<strong>Misure</strong> <strong>di</strong> <strong>lotta</strong> <strong>eco</strong>-<strong>compatib<strong>il</strong>i</strong> <strong>contro</strong> <strong>il</strong> <strong>cancro</strong><br />
e <strong>il</strong> <strong>mal</strong> dell’inchiostro del castagno<br />
Giacomo Tamietti e Dan<strong>il</strong>a Valentino • Università <strong>di</strong> Torino – DI.VA.P.R.A., Settore Patologia vegetale<br />
S<br />
toricamente, la coltura del castagno è stata fondamentale<br />
nell’<strong>eco</strong>nomia delle popolazioni inse<strong>di</strong>ate nelle<br />
zone collinari e montane italiane. Essa, per circostanze<br />
<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne socio-<strong>eco</strong>nomico, identificab<strong>il</strong>i nel progressivo<br />
e talvolta drammatico spopolamento <strong>di</strong> dette<br />
zone dovuto alle migliori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to<br />
offerti dalle città e dalle attività industriali e commerciali<br />
ad esse connesse, perse progressivamente<br />
importanza; a ciò contribuì anche l’introduzione in Italia<br />
<strong>di</strong> <strong>mal</strong>attie quali <strong>il</strong> <strong>mal</strong> dell’inchiostro da Phytophthora<br />
cambivora (Petri, 1917) e <strong>il</strong> <strong>cancro</strong> corticale da<br />
Cryphonectria parasitica (Biraghi, 1938) e la loro rapida<br />
<strong>di</strong>ffusione in tutto l’areale del castagno. A partire<br />
dagli anni ‘80 del s<strong>eco</strong>lo appena trascorso si è assistito<br />
ad una inversione <strong>di</strong> tendenza dovuta ad un’attiva<br />
ripresa della domanda <strong>di</strong> legname e <strong>di</strong> frutti, in particolare,<br />
per <strong>il</strong> consumo fresco e per l’industria <strong>di</strong> trasformazione<br />
che, abbinate ad intelligenti operazioni <strong>di</strong><br />
marketing e alla meccanizzazione, seppure essenziale,<br />
delle operazioni <strong>di</strong> raccolta, hanno restituito al castagneto<br />
una red<strong>di</strong>tività altamente competitiva anche con<br />
le colture agrarie <strong>di</strong> fondovalle. Inoltre <strong>il</strong> castagneto è<br />
stato riconosciuto elemento paesaggistico essenziale<br />
della zona altimetrica compresa fra i 600 e i 900 m<br />
s.l.m., con ricadute sulle attività turistiche e ricreative.<br />
In tale ambito va ricordata l’importanza del patrimonio<br />
costituito da alberi s<strong>eco</strong>lari presenti in alcune vallate<br />
piemontesi <strong>di</strong> cui, ad esempio, nella sola Val Pellice nel<br />
1994 se ne contarono circa 9.000. Precedenti ricerche<br />
condotte nei territori e con la collaborazione delle<br />
Comunità Montane Pellice, Gesso Vermenagna e<br />
Pesio, e Mongia Cevetta e Langa Cebana hanno permesso<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un quadro aggiornato sulla <strong>di</strong>stribuzione<br />
territoriale e sulla pericolosità delle <strong>mal</strong>attie<br />
poc’anzi menzionate. Sulla base <strong>di</strong> tali conoscenze nell’anno<br />
2002 sono state impostate esperienze tendenti<br />
a valutare l’efficacia <strong>di</strong> trattamenti chimici <strong>contro</strong> <strong>il</strong> <strong>mal</strong><br />
dell’inchiostro e <strong>il</strong> <strong>cancro</strong> ut<strong>il</strong>izzando principi attivi capaci<br />
<strong>di</strong> indurre nell’ospite risposte <strong>di</strong> resistenza; <strong>il</strong> comportamento<br />
verso <strong>il</strong> <strong>mal</strong> dell’inchiostro <strong>di</strong> alcuni <strong>eco</strong>tipi<br />
<strong>di</strong> castagno; la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> intervenire <strong>contro</strong> <strong>il</strong> <strong>mal</strong><br />
dell’inchiostro me<strong>di</strong>ante interventi <strong>di</strong> endoterapia; l’efficacia<br />
nel contenimento del <strong>cancro</strong> corticale <strong>di</strong> ceppi<br />
ipovirulenti autoctoni <strong>di</strong> Cryphonectria parasitica a<br />
larga <strong>compatib<strong>il</strong>i</strong>tà vegetativa.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Saggi in vaso<br />
• Trattamenti in chioma<br />
Nel 2002, piante <strong>di</strong> castagno da seme dell’età <strong>di</strong> 3 anni<br />
mantenute in vaso sono state nebulizzate ogni 15 gg<br />
con Phosethyl-Al alla dose 300 g/hl e mantenute in<br />
serra; quattor<strong>di</strong>ci giorni dopo <strong>il</strong> primo trattamento 24<br />
(3 gruppi <strong>di</strong> 4, trattate e non trattate) sono state inoculate<br />
a 12-15 cm dalla base con un <strong>di</strong>schetto <strong>di</strong> una<br />
coltura ricca <strong>di</strong> picni<strong>di</strong> <strong>di</strong> C. parasitica <strong>di</strong> nota virulenza.<br />
Al fine <strong>di</strong> proteggere l’inoculo dalla <strong>di</strong>sidratazione,<br />
le lesioni e l’inoculo sono stati fasciati con parf<strong>il</strong>m. Nel<br />
2003 le piante è stato sono state trattate ogni 20 gg<br />
con fosfito <strong>di</strong> potassio (Phyto’s) alla dose 400 g/hl, inoculate<br />
come sopra e mantenute in campo; inoltre<br />
altrettante sono state inoculate con un isolato <strong>di</strong><br />
Phytophthora cinnamomi (isolamento da castagno da<br />
Chiusa Pesio). Nelle due prove le piante testimoni sono<br />
state trattate con acqua. Perio<strong>di</strong>camente delle lesioni<br />
sono stati misurati i <strong>di</strong>ametri e calcolata l’area e <strong>il</strong><br />
grado d’azione del trattamento.<br />
• Trattamenti per endoterapia<br />
Fosfito <strong>di</strong> potassio è stato preparato in laboratorio<br />
facendo reagire in H2O 1 kg <strong>di</strong> H3PO3 e 1 Kg <strong>di</strong> KOH<br />
aggiustando <strong>il</strong> pH a 6,0-6,2 e la concentrazione a 28<br />
g/l (Ann J.P., 2001). Tale preparato è stato somministrato<br />
alle piante per endoterapia. Allo scopo, alla base<br />
del fusto è stato praticato un foro del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 2<br />
mm e profondo 6-7 mm in cui è stato infisso un puntale<br />
da 2 ml raccordato con un puntale da 5 ml avente<br />
funzione <strong>di</strong> serbatoio, contenente la quantità necessaria<br />
<strong>di</strong> soluzione. La dose <strong>di</strong> intervento è stata <strong>di</strong> 0,77<br />
g <strong>di</strong> fosfito <strong>di</strong> potassio/cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro del tronco. In<br />
tale saggio P. cinnamomi è stata inoculata 12 gg<br />
prima e 12 gg dopo <strong>il</strong> trattamento. Un ugual numero <strong>di</strong><br />
piante trattate solo con acqua è stato inoculato con un<br />
<strong>di</strong>schetto <strong>di</strong> coltura del patogeno o con un <strong>di</strong>schetto <strong>di</strong><br />
agar non colonizzato. Complessivamente sono state<br />
ut<strong>il</strong>izzate 40 piante (4 tesi <strong>di</strong> 10 piante). I r<strong>il</strong>ievi sono<br />
stati eseguiti uno e due mesi dopo l’inoculazione r<strong>il</strong>evando<br />
l’estensione del <strong>di</strong>ametro longitu<strong>di</strong>nale e trasversale<br />
delle lesioni.
Prove <strong>di</strong> campo<br />
• Trattamenti <strong>di</strong> endoterapia<br />
Una prima prova è stata condotta nel 2002 in comune<br />
<strong>di</strong> V<strong>il</strong>lar Pellice, su 10 alberi da frutto affetti da <strong>mal</strong> dell’inchiostro<br />
e da cui in precedenza era stata isolata<br />
Phytophthora cambivora (fig. 1) . E’ stato ut<strong>il</strong>izzato un<br />
formulato all’80% <strong>di</strong> Phosethyl-Al (OPTIX) in sospensione<br />
acquosa a 25 g/l (20 g/l <strong>di</strong> p.a.) alla dose <strong>di</strong> 5 ml<br />
per cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro del tronco all’altezza <strong>di</strong> un metro<br />
dal suolo. Il trattamento è stato effettuato affidando<br />
all’assorbimento naturale la sospensione introdotta in<br />
tre fori equi<strong>di</strong>stanti, del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 3 mm e profon<strong>di</strong> 6-<br />
8 cm in relazione allo spessore della corteccia, con<br />
attrezzatura MCE (fig. 2, 3).<br />
Un s<strong>eco</strong>ndo saggio è stato ripetuto nel 2003 in comune<br />
<strong>di</strong> V<strong>il</strong>lar Pellice (9 piante), Scagnello (9 piante),<br />
Rob<strong>il</strong>ante (6 piante). Al fine <strong>di</strong> ovviare agli inconvenienti<br />
riscontrati nel precedente anno, dovuti all’occlusione<br />
dei vasi provocata dai coformulanti, <strong>il</strong> fosfito è stato<br />
apportato come fosfito <strong>di</strong> potassio sintetizzato in laboratorio<br />
s<strong>eco</strong>ndo le tecnica sopra riportata.<br />
Come nelle prove condotte su giovani piante in vaso, <strong>il</strong><br />
sale è stato somministrato alla dose <strong>di</strong> 0,77 g <strong>di</strong> fosfito<br />
<strong>di</strong> potassio/cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro del tronco, con la stessa<br />
tecnica seguita nel 2002. Il 24 ottobre è stato r<strong>il</strong>evato<br />
lo stato vegetativo delle piante trattate.<br />
• Lotta biologica al <strong>cancro</strong> del castagno<br />
Due ceppi virulenti, ma <strong>compatib<strong>il</strong>i</strong> con la totalità degli<br />
isolati <strong>di</strong> C. parasitica reperiti in Val Pellice, sono stati<br />
abbinati in capsule Petri con ceppi ipovirulenti reperiti<br />
nella stessa vallata, ma caratterizzati da ridotta com-<br />
FITOPATOLOGIA 35<br />
Fig. 1 - Esemplari <strong>di</strong><br />
castagno, con evidenti<br />
sintomi <strong>di</strong> deperimento<br />
da <strong>mal</strong> <strong>dell'inchiostro</strong>,<br />
sottoposti ad<br />
endoterapia.<br />
Fig. 2 - Trattamento <strong>di</strong><br />
endoterapia su castagno<br />
affetto da <strong>mal</strong><br />
<strong>dell'inchiostro</strong>.<br />
Agricoltura/47
36 AGRICOLTURA FITOPATOLOGIA<br />
Fig. 3. Particolari del<br />
trattamento <strong>di</strong><br />
endoterapia (sacche,<br />
regolatore <strong>di</strong> flusso,<br />
raccordo con <strong>il</strong> fusto,<br />
cannule).<br />
patib<strong>il</strong>ità vegetativa. A partire da settori <strong>di</strong> colonie del<br />
ceppo virulento con caratteristiche sim<strong>il</strong>i a quelle del<br />
ceppo ipovirulento sono stati effettuati degli espianti<br />
ottenendo nuove colonie <strong>di</strong> cui è stata valutata la <strong>compatib<strong>il</strong>i</strong>tà<br />
vegetativa con gli isolati in<strong>compatib<strong>il</strong>i</strong> con <strong>il</strong><br />
ceppo parentale ipovirulento, la presenza <strong>di</strong> dsRNA, la<br />
virulenza su talee <strong>di</strong> castagno. Quattro ceppi trasformati<br />
rispondenti per quanto possib<strong>il</strong>e alle caratteristiche<br />
desiderate (dsRNA positive, larga <strong>compatib<strong>il</strong>i</strong>tà<br />
vegetativa, dotate <strong>di</strong> patogenicità sufficiente per<br />
garantirne l’inse<strong>di</strong>amento nell’ospite e <strong>di</strong> bassa virulenza)<br />
sono stati ut<strong>il</strong>izzati in prove <strong>di</strong> virulenza e <strong>di</strong> <strong>lotta</strong><br />
biologica verso un ceppo virulento condotte in bosco<br />
su polloni del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 8-10 cm, in località<br />
Cognetti.In bosco sono stati ut<strong>il</strong>izzati i ceppi trasformati<br />
1, 2, 10 e 12 e <strong>il</strong> ceppo virulento cp112, come<br />
colture su PDA ben fruttificate. Le prove <strong>di</strong> patogenicità<br />
sono state condotte su 10 polloni, praticando nella<br />
corteccia <strong>di</strong> ciascuno 5 fori del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 7 mm,<br />
<strong>di</strong>stanziati <strong>di</strong> 40 cm. In ogni foro è stato deposto un<br />
<strong>di</strong>chetto <strong>di</strong> colonia fungina, in modo da inoculare su un<br />
medesimo pollone tutti i ceppi. Le prove <strong>di</strong> antagnonismo<br />
sono state condotte sempre su 10 polloni, in cui<br />
sono state praticate, sempre a 40 cm fra <strong>di</strong> loro, 5<br />
serie <strong>di</strong> 7 fori, <strong>di</strong> cui sei sulla circonferenza e uno al<br />
centro <strong>di</strong> un cerchio del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 3,5 cm: nei fori<br />
periferici è stato inoculato uno dei ceppi trasformati,<br />
nel foro centrale <strong>il</strong> ceppo virulento; nel caso del testimone<br />
<strong>il</strong> ceppo virulento è stato inoculato in tutti i 7 fori.<br />
Su ogni pollone sono stati inoculati 4 ceppi antagonisti<br />
e <strong>il</strong> solo patogeno. In alcuni casi i fori non sono stati<br />
inoculati. In ogni caso la corteccia rimossa è stata<br />
posta a proteggere <strong>il</strong> foro e mantenuta in sede con<br />
paraf<strong>il</strong>m. L’inoculazione è stata realizzata <strong>il</strong> 28 luglio<br />
2002; <strong>il</strong> 7 ottobre 2002 e 24 ottobre 2003 i <strong>di</strong>ametri<br />
trasversale e longitu<strong>di</strong>nale delle lesioni corticali presenti<br />
in corrispondenza dei fori <strong>di</strong> inoculazione sono<br />
stati misurati; le lesioni sono state assim<strong>il</strong>ate a un’ellisse<br />
<strong>di</strong> cui è stata calcolata l’area. I dati sono stati trattati<br />
statisticamente con l’analisi della varianza ed <strong>il</strong> test<br />
<strong>di</strong> Tukey.<br />
Risultati<br />
Saggi in vaso<br />
• Trattamenti in chioma<br />
Tre mesi dopo l’inoculazione, l’estensione delle lesioni<br />
provocate dal ceppo virulento cp112 <strong>di</strong> C. parasitica<br />
sul fusto delle piante <strong>di</strong> castagno testimoni è variata da<br />
6 a 16 cm 2 circa (me<strong>di</strong>a 9,25); in quelle trattate con<br />
Phosethyl-Al è variata da 0 a 8 cm 2 , ad eccezione <strong>di</strong><br />
una pianta su cui i cancri si estendevano per 12 cm 2 ,<br />
con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 5,16 cm 2 . Il grado d’azione dei trattamenti<br />
è stato del 44%, con una probab<strong>il</strong>ità d’errore<br />
dello 0,014 al test <strong>di</strong> Student.<br />
Un mese circa dopo l’inoculazione, le piante trattate<br />
con Phyto’s K ed inoculate con <strong>il</strong> ceppo cp112 <strong>di</strong> C.<br />
parasitica, manifestavano lesioni aventi una superficie<br />
<strong>di</strong> 165 mm 2 <strong>contro</strong> 228 mm 2 delle piante non trattate,<br />
senza <strong>di</strong>fferenza significativa tra le me<strong>di</strong>e. Dopo due<br />
mesi i cancri misuravano 238 e 584 mm 2 nelle piante<br />
trattate e non trattate rispettivamente, con un grado <strong>di</strong><br />
protezione del 59% circa e una probab<strong>il</strong>ità d’errore<br />
dello 0,2% all’analisi statistica (Fig. 4).<br />
A 30 gg dall’inoculazione, le lesioni provocate da P.<br />
cinnamomi misuravano 202.81 mm nelle piante non<br />
trattate e 26,16 mm in quelle trattate con Phyto’s K a<br />
400 ml/hl. Al 3 settembre <strong>il</strong> 71,43% delle piante testimoni<br />
erano morte, mentre quelle superstiti presentavano<br />
necrosi dell’estensione <strong>di</strong> 261,7 mm. Alla stessa<br />
data le piante trattate manifestavano lesioni invariate e<br />
provviste <strong>di</strong> un visib<strong>il</strong>e callo <strong>di</strong> cicatrizzazione.<br />
Trattamenti per endoterapia<br />
Attività preventiva. Il trattamento è stato effettuato <strong>il</strong><br />
18/6/2003 e l’assorbimento del fitofarmaco è stato<br />
regolare da parte <strong>di</strong> tutte le piante, ad eccezione <strong>di</strong><br />
una. Le stesse sono state inoculate <strong>il</strong> 27/6 e i sintomi<br />
r<strong>il</strong>evati <strong>il</strong> 31/7 ed <strong>il</strong> 3/9. Al primo r<strong>il</strong>ievo le piante trattate<br />
manifestavano inizi <strong>di</strong> cicatrizzazione della ferita<br />
praticata con l’inoculazione; la cicatrizzazione è risultata<br />
completa in occasione del s<strong>eco</strong>ndo r<strong>il</strong>ievo. Una<br />
pianta soltanto su 10 presentava una necrosi della<br />
<strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> 223 x 25 mm. in occasione del primo e
<strong>di</strong> 310 x 25 mm al s<strong>eco</strong>ndo r<strong>il</strong>ievo. La totalità delle<br />
piante non trattate ha invece manifestato sintomi molto<br />
estesi (vds paragrafo successivo).<br />
Attività curativa. Il trattamento curativo è stato praticato<br />
<strong>il</strong> 10/7/2003, 14 gg dopo l’inoculazione (27/6) su<br />
piante che presentavano lesioni della <strong>di</strong>mensione<br />
me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 49,1 x 13,7 mm (98,6 mm 2 ).<br />
L’assorbimento della soluzione <strong>di</strong> fosfito <strong>di</strong> potassio è<br />
stata regolare nelle piante che presentavano lesioni<br />
aventi <strong>di</strong>ametro trasversale ridotto e <strong>di</strong>fficoltosa in<br />
quelle con lesioni molto sv<strong>il</strong>uppate trasversalmente. In<br />
un caso la <strong>mal</strong>attia aveva già cinghiato <strong>il</strong> fusto ed in<br />
tale occasione l’assorbimento è risultato ad<strong>di</strong>rittura<br />
incompleto. Al 31/7 P. cinnamomi aveva provocato<br />
lesioni misuranti 106,6 x 18,8 mm (196,9 mm 2 ) nelle<br />
piante trattate per endoterapia e 203,3 x 20,7 mm<br />
(352 mm 2 ) in quelle non trattate, con un incremento del<br />
217% in lunghezza e 200% in superficie e del 414% in<br />
lunghezza e 357% in superficie nelle piante trattate e<br />
non trattate rispettivamente.<br />
Al 3/9 <strong>il</strong> 30% delle piante trattate erano morte, mentre<br />
le rimanenti presentavano lesioni invariate (113,2 x<br />
18,3 mm, pari ad una superficie me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 206,6 mm 2 );<br />
nel caso delle piante non trattate la mortalità aveva<br />
raggiunto <strong>il</strong> 71,43% degli in<strong>di</strong>vidui, mentre i superstiti<br />
manifestavano lesioni variab<strong>il</strong>i da 180 a 450 mm <strong>di</strong> lunghezza.<br />
All’analisi statistica la riduzione della colonizzazione<br />
del fusto è risultata altamente significativa<br />
(P=0,04%) (fig. 5).<br />
Prove <strong>di</strong> campo<br />
• Trattamenti <strong>di</strong> endoterapia<br />
A circa 4 mesi dal trattamento <strong>di</strong> endoterapia ne è<br />
stato r<strong>il</strong>evato l’effetto me<strong>di</strong>ante <strong>il</strong> conteggio delle piante<br />
morte ed una valutazione comparativa del vigore<br />
vegetativo espresso dalle piante superstiti. Va premesso<br />
che un numero r<strong>il</strong>evante degli in<strong>di</strong>vidui trattati si trovava<br />
in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> evidente deperimento, manifestazione<br />
<strong>di</strong> attacchi pesanti e avanzati <strong>di</strong> P. cambivora,<br />
tant’è che l’assorbimento del fitofarmaco in più casi è<br />
avvenuto con <strong>di</strong>fficoltà a causa della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzionalità<br />
del legno. Delle 9 piante trattate in comune <strong>di</strong><br />
Scagnello 3 sono morte, 1 ha manifestato aggravamento<br />
dei sintomi, 4 sintomi stazionari ed 1 remissione<br />
parziale dei sintomi resa evidente dall’emissione <strong>di</strong><br />
foglie aventi lamina espansa e verde. Delle 6 piante<br />
trattate in comune <strong>di</strong> Rob<strong>il</strong>ante 3 sono morte, mentre<br />
le rimanenti hanno manifestato un arresto nella progressione<br />
dei sintomi. Delle 9 piante trattate in comune<br />
<strong>di</strong> V<strong>il</strong>lar Pellice 2 sono morte, 3 hanno manifestato<br />
sintomi stazionari, 4 miglioramento del vigore vegetativo,<br />
più evidente in quelle già trattate nel 2002.<br />
• Lotta biologica al <strong>cancro</strong> del castagno<br />
Quin<strong>di</strong>ci mesi dopo l’inoculazione, l’estensione delle<br />
lesioni provocate dal ceppo virulento cp112 <strong>di</strong> C. parasitica<br />
su polloni <strong>di</strong> castagno è variata da 45,15 a<br />
62,79 cm 2 circa (me<strong>di</strong>a 54,83); quelle provocate dal<br />
ceppo ipovirulento 1 da 3,45 a 11,78 cm 2 (me<strong>di</strong>a<br />
7,35); dal ceppo ipovirulento 2 da 9,11 a 51,83 cm 2<br />
(me<strong>di</strong>a 26,42); dal ceppo ipovirulento 12 da 4,24 a<br />
8,64 cm 2 (me<strong>di</strong>a 6,68); dal ceppo ipovirulento 12 da<br />
6,28 a 11,23 cm 2 (me<strong>di</strong>a 7,68). Nel giro <strong>di</strong> un anno,<br />
l’estensione dei cancri è aumentata <strong>di</strong> 12,8 volte per <strong>il</strong><br />
ceppo virulento cp112 e <strong>di</strong> 2,36, 6,14, 1,97 e 1,81<br />
volte per i ceppi 1, 2, 12 e 10 rispettivamente.<br />
All’analisi statistica sono emerse <strong>di</strong>fferenze significati-<br />
FITOPATOLOGIA 37<br />
Fig. 4. Effetto <strong>di</strong> trattamenti fogliari con Phyto’s (400 ml/hl) sullo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> lesioni (mm 2 )<br />
causate da C. parasitica e P. cinnamomi a 30 e a 60 dopo l’inoculazione (P=0,2% per<br />
C. parasitica al 2° r<strong>il</strong>ievo; P=0,04% per P. cinnamomi per entrambi i r<strong>il</strong>ievi)<br />
Fig. 5. Attività preventiva e curativa <strong>di</strong> trattamenti endoterapici con fosfito <strong>di</strong> K (0,77<br />
g/cm <strong>di</strong> Ø del tronco) sullo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> lesioni da P. cinnamomi dopo 1 e 2 mesi circa<br />
dall’inoculazione. Nel caso del trattamento preventivo solo 1 pianta ha manifestato sintomi.<br />
Agricoltura/47
38 AGRICOLTURA FITOPATOLOGIA<br />
Tabella 1 - Sv<strong>il</strong>uppo assunto dal <strong>cancro</strong> su polloni <strong>di</strong> castagno 15 mesi dopo l'inoculazione con un ceppo<br />
virulento associato o meno a ceppi ipovirulenti <strong>di</strong> C. parasitica in funzione della variab<strong>il</strong>ità del<br />
parassita e della ceppaia dell'ospite.<br />
C.parasitica (1) Area cancri (cm2) C.parasitica (2) Area cancri (cm2) Ceppaia Area cancri (cm2)<br />
cp112 54,83 A cp112 113,44 A * A **<br />
1 7,35 B cp112 + 1 32,70 B B 70,07 n.s.<br />
2 26,42 B cp112 + 2 32,04 B C 36,41n.s.<br />
10 7,67 B cp112 + 10 33,96 B D 52,05 n.s<br />
12 6.67 B cp112 +12 33,39 B<br />
–– 0.00 0,0<br />
* Me<strong>di</strong>e seguite da lettere uguali non si <strong>di</strong>versificano fra <strong>di</strong> loro con una probab<strong>il</strong>ità d'errore dello 0,025%.<br />
** Ceppaia rappresentata da un solo pollone morto nel corso dell'anno in seguito al <strong>cancro</strong> provocato dal ceppo cp112 situato in<br />
posizione prossi<strong>mal</strong>e che ha cinghiato <strong>il</strong> pollone. L'imbrunimento della corteccia ha impe<strong>di</strong>to <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo sull'estensione dei cancri<br />
protetti dai ceppi ipovirulenti.<br />
(1) Inoculazione eseguita con un solo <strong>di</strong>schetto da 7 mm <strong>di</strong> Ø<br />
(2) Inoculazione eseguita con 7 <strong>di</strong>schetti da 7 mm <strong>di</strong> Ø, <strong>il</strong> centrale appartenente sempre a cp112<br />
ve tra <strong>il</strong> cp112 e i ceppi ipovirulenti, ma non entro i<br />
ceppi ipovirulenti (P=5%).<br />
Nella prova <strong>di</strong> <strong>lotta</strong> biologica i cancri determinati dalla<br />
presenza del solo ceppo virulento cp112 hanno assunto<br />
uno sv<strong>il</strong>uppo netto <strong>di</strong> 113,44 cm 2 ; quelli determinati<br />
dalla presenza del ceppo virulento cp112 e <strong>di</strong> uno<br />
dei ceppi 1, 2, 10 e 12 antagonisti assunto uno sv<strong>il</strong>uppo<br />
variab<strong>il</strong>e da 32,03 a 33,96 cm 2 con <strong>di</strong>fferenze<br />
significative (P= 0,025%) all’analisi statistica. Il grado<br />
<strong>di</strong> protezione da essi fornito è variato dal 70 al 71%<br />
circa. In<strong>di</strong>pendentemente dai ceppi inoculati, la <strong>di</strong>mensione<br />
dei cancri è variata in base alla ceppaia, da<br />
36,41 a 70,07 cm 2 , senza <strong>di</strong>fferenze significative all’analisi<br />
statistica (tab. 1).<br />
Conclusioni<br />
Il fosfito <strong>di</strong> potassio somministrato come prodotto commerciale<br />
Phyto’s K o come soluzione preparata in laboratorio<br />
ha contenuto in misura altamente significativa gli<br />
attacchi <strong>di</strong> <strong>mal</strong> dell’inchiostro. La sua efficacia è risultata<br />
elevata quando impiegato in trattamenti fogliari preventivi,<br />
dove ha evidenziato un grado <strong>di</strong> protezione<br />
dell’87% già a un mese dall’inoculazione, bloccando<br />
successivamente la colonizzazione del fusto da parte<br />
del patogeno. Impiegato in trattamenti preventivi endoterapici<br />
ha ridotto del 90% l’incidenza delle infezioni <strong>di</strong><br />
P. cinnamomi. La sua attività è risultata ancora molto<br />
elevata anche quando usato in trattamenti endoterapici<br />
curativi, risultando in grado <strong>di</strong> arrestare la colonizzazione<br />
delle piante da parte <strong>di</strong> P. cinnamomi presente in<br />
lesioni ormai estese. Tali risultati, così evidenti in prove<br />
condotte su giovani piante, non sono stati del tutto confermati<br />
dalle prove <strong>di</strong> cura endoterapica in bosco, dove<br />
una buona parte delle piante trattate è andata in<strong>contro</strong><br />
a morte. Va però sottolineato che le piante s<strong>eco</strong>lari trattate<br />
manifestavano sintomi <strong>di</strong> elevata sofferenza, in<strong>di</strong>ce<br />
<strong>di</strong> attacchi pregressi molto gravi. È comunque interessante<br />
notare che parte dei soggetti trattati in bosco<br />
hanno manifestato un arresto nella progressione dei sintomi<br />
o ad<strong>di</strong>rittura un ringiovanimento della chioma, attri-<br />
buib<strong>il</strong>e all’attività del farmaco. Nessuna fra le piante attigue<br />
non trattate ha manifestato una seppur minima<br />
remissione dei sintomi. In ogni caso i preparati commerciali<br />
<strong>di</strong> Phosethyl-Al si sono <strong>di</strong>mostrati inadatti alla<br />
somministrazione per endoterapia, in quanto i coformulanti<br />
hanno manifestato effetti occlusivi sui vasi con<br />
interruzione dell’assorbimento.<br />
I sali dell’acido fosforoso, Phosethyl-Al e Phyto’s K,<br />
impiegati in trattamenti fogliari preventivi, hanno<br />
mostrato un buona attività anche <strong>contro</strong> <strong>il</strong> <strong>cancro</strong>, con<br />
un grado <strong>di</strong> azione del 44% e 59% rispettivamente.<br />
Trattamenti fogliari con Phosethyl-Al effettuati a titolo<br />
<strong>di</strong>mostrativo su un impianto <strong>di</strong> castagno da frutto in<br />
Comune <strong>di</strong> Peveragno non hanno purtroppo fornito<br />
buoni risultati (dati non riportati).<br />
Dopo 15 mesi dall’inoculazione i cancri prodotti da<br />
ceppi ipovirulenti e virulenti <strong>di</strong> C. parasitica si sono nettamente<br />
<strong>di</strong>fferenziati: in presenza <strong>di</strong> soli ceppi ipovirulenti<br />
o in compresenza <strong>di</strong> ceppi ipovirulenti e virulenti i<br />
cancri hanno presentato margini cicatriziali evidenti e<br />
le loro <strong>di</strong>mensioni sono risultate nor<strong>mal</strong>mente contenute,<br />
pari a circa <strong>il</strong> doppio <strong>di</strong> quelle dello scorso anno; in<br />
presenza del solo ceppo virulento i margini dei cancri<br />
sono risultati depressi, le lesioni fruttificate e le <strong>di</strong>mensioni<br />
variab<strong>il</strong>i da 4 a 12 volte quelle r<strong>il</strong>evate tre mesi<br />
dopo l’inoculazione. Alla luce dei risultati ottenuti e dei<br />
tempi biologici richiesti, la cura dei cancri attivi<br />
me<strong>di</strong>ante l’inoculazione degli stessi con ceppi ipovirulenti<br />
è una pratica ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e solo su branche o fusti <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ametro relativamente elevato in castagneto da frutto<br />
e finalizzata non solo alla cura dei cancri trattati, ma<br />
anche a promuovere la futura naturale la <strong>di</strong>ffusione nel<br />
castagneto dei ceppi ipovirulenti.<br />
Gli Autori ringraziano la Regione Piemonte<br />
per <strong>il</strong> contributo <strong>eco</strong>nomico e le Comunità<br />
Montane Valli Mongia, Cevetta e Langa Cubana,<br />
Valli Gesso, Vermenagna e Pesio e Val Pellice<br />
per la fattiva collaborazione.