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Appunti delle lezioni del Corso Base - ANPAS Provincia di Modena

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<strong>Appunti</strong> <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>lezioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Corso</strong> <strong>Base</strong><br />

www.croceblu.org<br />

segreteria@croceblu.org<br />

<strong>di</strong>rezione.sanitaria@croceblu.org<br />

Stampa NOVEMBRE 2005<br />

AVPA Croce Blu <strong>Modena</strong><br />

Via Giar<strong>di</strong>ni 481 • 41100 <strong>Modena</strong><br />

Tel. 059 343156 • Fax 059 344088<br />

La Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> è una Pubblica Assistenza aderente all’<strong>ANPAS</strong>


Sommario<br />

1. Comportamento Deontologico [durata 90 minuti] 4<br />

2. Trasporto Emiplegici [durata 90 minuti] 26<br />

3. Trasporto Emo<strong>di</strong>alizzati [durata 60 minuti] 33<br />

4. Centro Diurno Anziani [durata 60 minuti] 39<br />

5. Psicopatologia [durata 90 minuti] 45<br />

6. Ambulanza e Presi<strong>di</strong> Sanitari [durata 90 minuti] 60<br />

7. Ambulanza e Comunicazioni Ra<strong>di</strong>o [durata 150 minuti] 71<br />

8. L’Anziano Demente e Confuso [durata 90 minuti] 81<br />

9. Rianimazione Car<strong>di</strong>opolmonare [durata 120 minuti] 85<br />

10. Emorragie e Ustioni [durata 90 minuti] 90<br />

11. Ortope<strong>di</strong>a [durata 60 minuti] 96<br />

12. Avvelenamenti [durata 90 minuti] 101<br />

13. Malattie Infettive e AIDS [durata 90 minuti] 107<br />

14. Patologia Me<strong>di</strong>ca [durata 90 minuti] 114<br />

15. Me<strong>di</strong>cina Legale [durata 90 minuti] 123<br />

1


Presentazione<br />

Il <strong>Corso</strong> che state frequentando servirà ai volontari con qualifica <strong>di</strong> “Servizi Sociali” o <strong>di</strong> “Socio<br />

Estate” per <strong>di</strong>ventare “Terzi” partecipando alle <strong>lezioni</strong> a loro mancanti che fanno parte <strong>del</strong> primo<br />

blocco: Comportamento Deontologico, Centro Diurno Anziani, Psicopatologia, Ambulanza teoria<br />

e pratica, Trasporto Emiplegici, Trasporto Dializzati e la successiva lezione L’Anziano Demente e<br />

Confuso; oppure per <strong>di</strong>ventare “Secon<strong>di</strong>” se frequenteranno l’intero corso: oltre al primo blocco<br />

quin<strong>di</strong>, anche: Rianimazione teoria e pratica, Avvelenamenti, Emorragie ed Ustioni, Malattie<br />

Infettive, Ortope<strong>di</strong>a, Patologia Me<strong>di</strong>ca, Me<strong>di</strong>cina Legale, e se successivamente supereranno il<br />

Questionario finale.<br />

Il <strong>Corso</strong> <strong>Base</strong> durerà circa 25 ore, comprese quelle de<strong>di</strong>cate alla compilazione <strong>del</strong> Questionario <strong>di</strong><br />

verifica finale.<br />

Questo Manuale vuole essere un supporto <strong>di</strong>dattico per i volontari che, dopo aver seguito le<br />

<strong>lezioni</strong>, dovranno sostenere la prova finale. Non vuole essere strumento sostitutivo <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>lezioni</strong><br />

stesse. La frequenza, infatti, è fondamentale e necessaria per una buona comprensione dei<br />

contenuti. Se così non fosse non verrebbe chiesto ai volontari <strong>di</strong> seguire il <strong>Corso</strong> <strong>Base</strong> e tanto<br />

meno la <strong>di</strong>sponibilità dei docenti a presentare ed esporre gli argomenti corrispondenti alle loro<br />

<strong>lezioni</strong>. Grazie al contributo offerto dai <strong>di</strong>versi docenti siamo riusciti a realizzare questo volume,<br />

che contiene i capitoli relativi ad ogni tema trattato. Ognuno <strong>di</strong> essi offre una rassegna dei<br />

principali contenuti espressi nelle varie <strong>lezioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Corso</strong> e presenta quali sono gli obiettivi che<br />

questi insegnamenti vogliono raggiungere nei confronti dei volontari. Scopo comune è,<br />

comunque, quello <strong>di</strong> fornire loro le conoscenze adeguate e necessarie per poter svolgere con<br />

efficacia ed efficienza i servizi pertinenti alla qualifica ottenuta.<br />

La versione <strong>del</strong> Manuale non è mai definitiva, stiamo già rivedendo questa versione per proporne<br />

una ancora più aggiornata. Sono ben accetti, i suggerimenti che i volontari vogliono dare sia sui<br />

contenuti esplicitati nei vari capitoli, sia sugli argomenti trattati o non trattati affatto durante le<br />

<strong>lezioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Corso</strong>. Sono, inoltre, gra<strong>di</strong>te proposte su nuovi argomenti inerenti ai servizi svolti in<br />

Croce Blu, che interessano e sod<strong>di</strong>sfano la curiosità dei volontari. Chi vuole collaborare per un<br />

risultato efficace <strong>di</strong> questo strumento <strong>di</strong> supporto al <strong>Corso</strong> <strong>Base</strong>, dovrà inviare una e-mail a<br />

<strong>di</strong>rezione.sanitaria@croceblu.org oppure scrivere le proprie osservazioni in via cartacea e<br />

imbucarle nella cassettina <strong>del</strong>la SEGRETERIA in sala soci specificando:<br />

Nome e Cognome <strong>di</strong> chi scrive;<br />

suggerimento e/o correzione <strong>di</strong> ciò che si vorrebbe cambiare;<br />

data;<br />

un recapito telefonico (cellulare o numero <strong>di</strong> rete fissa);<br />

in<strong>di</strong>rizzo e-mail.<br />

Ricor<strong>di</strong>amo che sul sito www.croceblu.org si possono trovare maggiori informazioni sul <strong>Corso</strong><br />

<strong>Base</strong> e il calendario costantemente aggiornato, oltre al presente manuale in formato pdf.<br />

Ringrazio Stefania Bisi e Giulia Galiotto per l’attento e paziente lavoro <strong>di</strong> recupero <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

informazioni per la prima stesura <strong>di</strong> questo manuale ed anche Enrico Meglioli e Silvia Pedroni<br />

per la definizione finale che ha portato all’attuale versione che va in stampa. Un particolare<br />

ringraziamento ai docenti che gratuitamente – alcuni da più <strong>di</strong> 15 anni – danno la loro <strong>di</strong>sponibilità<br />

per le <strong>lezioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Corso</strong> <strong>Base</strong> e hanno collaborato per la realizzazione <strong>del</strong> presente strumento<br />

<strong>di</strong>dattico.<br />

Dr. Maria Pia Bagnato - Responsabile <strong>del</strong>la Formazione AVPA Croce Blu <strong>Modena</strong><br />

2


Comportamento Deontologico<br />

a cura <strong>di</strong> Anna Bulgarelli 1 e Fausto Casini 2<br />

1 Già Presidente <strong>del</strong>la Croce Blu dal 1990 al 2004 e socia fondatrice nel 1981<br />

2 Presidente Nazionale <strong>ANPAS</strong><br />

3<br />

APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _<br />

WWW.CROCEBLU.ORG<br />

Capitolo<br />

1


1. Comportamento Deontologico [durata 90 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

• appren<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>la nascita e <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>la Croce Blu e <strong>del</strong>l’<strong>ANPAS</strong>;<br />

• conoscenza degli Articoli presenti nello Statuto <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e <strong>di</strong><br />

quelli contenuti nel regolamento <strong>del</strong>l’A.V.P.A. Croce Blu fondamentali per il corretto<br />

comportamento <strong>del</strong> volontario all’interno <strong>del</strong>l’Associazione e nei confronti <strong>del</strong>l’utente;<br />

• illustrazione <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> servizi offerti dall’Associazione e <strong><strong>del</strong>le</strong> entrate<br />

economiche sulle quali può fare affidamento.<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

La storia <strong>del</strong>la Croce Blu dal 1981 ad oggi:<br />

• Dicembre 1981 L’Associazione Volontari Pubblica Assistenza - Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> si<br />

costituisce con atto notarile ed aderisce all’Associazione Nazionale <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

Pubbliche Assistenze A.N.P.AS.<br />

• Gennaio 1982 Viene organizzato il Primo <strong>Corso</strong> <strong>di</strong> Formazione per 40 Volontari attivi e<br />

nell’Aprile <strong>del</strong>lo stesso anno inizia il servizio <strong>di</strong> trasporto malati con<br />

un’ambulanza dono <strong><strong>del</strong>le</strong> 3 Banche locali. Le finalità <strong>del</strong>la neonata<br />

Associazione sono l’Assistenza ed il Trasporto infermi, malati ed urgenze.<br />

• Aprile 1984 Il D.R. n°347 riconosce all’Associazione Personalità Giuri<strong>di</strong>ca e si firma la<br />

prima convenzione con l’U.S.L. per i trasferimenti e le urgenze<br />

• Settembre 1984 inaugurazione <strong>del</strong>la ambulanza n. 4 prima ambulanza attrezzata per<br />

l’emergenza urgenza<br />

• 1984 costituzione <strong>del</strong>la Consulta <strong>del</strong> Volontariato <strong>di</strong> cui l'Associazione fa parte fin<br />

dai primi momenti<br />

• 1985 Ampliamento <strong>del</strong>la convenzione con l’U.S.L. per il trasporto dei <strong>di</strong>sabili e<br />

dei <strong>di</strong>alizzati<br />

• 1985 ristrutturazione dei locali <strong>del</strong>l’amministrazione comunale che <strong>di</strong>venteranno<br />

la nuova sede <strong>del</strong>la Associazione in Via Giar<strong>di</strong>ni 481<br />

• Novembre 1990 iniziativa <strong>di</strong> promozione <strong>del</strong> volontariato modenese “Più ricchi dentro” in<br />

collaborazione con le Associazioni <strong>di</strong> Volontariato <strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e<br />

la Consulta <strong>del</strong> Volontariato<br />

• 1990 legge 241 e Sulla trasparenza degli atti amministrativi<br />

142<br />

Sull’or<strong>di</strong>namento <strong><strong>del</strong>le</strong> Autonomie Locali<br />

• 1990 Attivazione <strong>del</strong> servizio <strong>di</strong> Telesoccorso per anziani autosufficienti soli<br />

• 1990 Inizio attività <strong>del</strong>la Centrale Operativa <strong>Modena</strong> Soccorso, per la gestione<br />

unica <strong><strong>del</strong>le</strong> chiamate d’emergenza sanitaria<br />

• 1991 LQ 266 e LQ Legge Quadro sul Volontariato e sulla Cooperazione Sociale<br />

381<br />

• 1992 Firma <strong>di</strong> una nuova convenzione che regola non solo i rapporti economici<br />

ma anche la collaborazione in servizio; approvazione <strong>del</strong> nuovo Statuto in<br />

linea con lo Statuto proposto dall’<strong>ANPAS</strong>. e con la Legge Quadro n.266/91<br />

• 1992 Decennale, festeggiamenti che coinvolgono la città<br />

• 1993 Con il D.R. n°353 <strong>del</strong> 25.03 si ha l’iscrizione all’Albo Regionale <strong>del</strong><br />

Volontariato previsto dalla Legge Quadro sul Volontariato<br />

• gennaio 1993 Seminario Nazionale "I nuovi soggetti <strong>del</strong>la politica"<br />

• maggio 1995 Seminario Nazionale “La <strong>di</strong>ttatura <strong>del</strong>la Notizia: quale rapporto fra<br />

informazione e società”<br />

• 1995 Avvio sperimentale dei Centri Estivi per gli anziani nell’ambito <strong>del</strong>l’attività <strong>di</strong><br />

assistenza e impegno sociale in aree <strong>di</strong> marginalità<br />

• 1995 <strong>di</strong>cembre costituzione <strong>del</strong>l’Associazione servizi per il volontariato”, la Croce<br />

Blu è fra i soci fondatori<br />

• 1996 LR n. 37 Legge Regionale per i Centri <strong>di</strong> Servizio <strong>del</strong>l’Emilia Romagna<br />

4<br />

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• 1996 Firma convenzione trasporto Dializzati con l’Amministrazione Comunale<br />

• 1996 partecipazione alla costituzione <strong>del</strong>l’Associazione <strong>di</strong> Associazioni per la<br />

gestione <strong>del</strong> Centro <strong>di</strong> Servizi per il Volontariato <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

• Luglio 1996 Costituzione <strong>del</strong>la Cooperativa Sociale Oltre il Blu<br />

• 1996 Convenzione provinciale per l’emergenza sanitaria sul territorio modenese<br />

• Ottobre 1996 Inaugurazione degli uffici ricavati dalla ristrutturazione dei locali <strong>di</strong> fronte<br />

alla sede<br />

• Gennaio 1997 Anno 1 numero 1 <strong>del</strong> quadrimestrale “Energie Nuove” rivista <strong>di</strong> cultura e<br />

volontariato curata dalla Redazione <strong>del</strong>la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

• Luglio 1997 inaugurazione <strong>del</strong> Centro <strong>di</strong> Servizio per il volontariato <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Modena</strong> presso la sala <strong>del</strong> Consiglio Comunale<br />

• 1997 costituzione <strong>del</strong> Forum <strong>del</strong> Terzo Settore <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

• Agosto 1997 Avvio <strong>del</strong> “Progetto <strong>di</strong>missioni centralizzare dagli ospedali” in<br />

collaborazione con le Pubbliche Assistenze <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

• Settembre 1997 Terremoto Marche e Umbria. Le PPAA <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> hanno<br />

partecipato con la colonna provinciale <strong>del</strong>la protezione civile fin dai primi<br />

momenti per i soccorsi. Sono state impegnate più <strong>di</strong> 1.000 giornate <strong>di</strong><br />

volontariato <strong>di</strong> queste 340 giornate coperte interamente dalla Croce Blu <strong>di</strong><br />

<strong>Modena</strong><br />

• Novembre 1997 Decreto legislativo sulla <strong>di</strong>sciplina Tributaria degli enti non commerciali e<br />

<strong><strong>del</strong>le</strong> organizzazioni non lucrative <strong>di</strong> utilità sociale (Onlus)<br />

• Dicembre 1997 Avvio <strong>del</strong> Progetto Colibrì “Agenzia Unica per il Trasporto Disabili” in<br />

collaborazione con le Associazioni <strong>del</strong> territorio che si occupano<br />

<strong>del</strong>l’Han<strong>di</strong>cap fisico e psichico (A.N.F.F.A.S., U.I.C., A.S.H.A.M., Ass.<br />

PARAPLEGICI EMILIA ROMAGNA, U.I.L.D.M.) e l’Amministrazione<br />

Comunale, con il Coor<strong>di</strong>namento <strong>del</strong>la Cooperativa Sociale Oltre il Blu<br />

• 1997 Partecipazione alla costituzione <strong>del</strong>l’Università <strong>del</strong> Terzo Settore <strong>di</strong> Pisa<br />

• 1999 Firma <strong><strong>del</strong>le</strong> Convenzioni tra PPAA <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e Aziende<br />

Sanitarie per le attività <strong>di</strong> emergenza urgenza e trasporto sanitario<br />

• 1999 Avvio <strong>del</strong>la campagna per la raccolta fon<strong>di</strong> Progetto “Nonni al Centro” per la<br />

costruzione <strong>del</strong> Centro Diurno “La Noce”<br />

• Dicembre 1999 Giornata <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o Internazionale “Il Turismo possibile, esperienze europee<br />

a confronto” – Progetto Horizon 1471/E2/H/R Creazione <strong>di</strong> un Ostello<br />

aperto<br />

• 2000 Avvio <strong>del</strong>la costruzione <strong>del</strong> Centro Nonni “La Noce” con il contributo<br />

fondamentale <strong>del</strong>la Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e attraverso<br />

iniziative con Coop Estense nei supermercati e ipermercati modenesi; con il<br />

Centro Commerciale Il Pianeta (“Vola la solidarietà e La Befana viene e…<br />

aiuta i nonni”). Ed inoltre l’Asta <strong>del</strong>la Solidarietà con gli esercenti <strong>del</strong><br />

mercato <strong>del</strong>l’antiquariato; il Banchetto Popolare <strong>del</strong>la Settimana Estense; le<br />

iniziative in centro storico, al mercato <strong>del</strong> lunedì e alla Fiera <strong>di</strong> S.<br />

Geminiano.<br />

Alla realizzazione <strong>del</strong> Centro hanno contribuito anche Istituti <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to,<br />

Aziende e Famiglie modenesi.<br />

• 2000 inizia l’attività <strong>del</strong>la Segreteria provinciale per la Formazione, sostenuta<br />

dalla Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, prevista nella Convenzione <strong>Provincia</strong>le firmata<br />

dalle PPAA <strong>del</strong>la provincia e le Aziende Sanitarie modenesi<br />

• 2000 Si conclude il progetto “Ostello aperto”, finanziato dal FSE, in<br />

collaborazione con l’IPAB S. Filippo Neri, Comune e <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>,<br />

Coop Sociale “Oltre il Blu”, A.N.P.AS. e Università <strong>del</strong> Terzo Settore <strong>di</strong> Pisa<br />

• Novembre 2000 Legge quadro 328/2000 per la realizzazione <strong>del</strong> sistema integrato <strong>di</strong><br />

interventi e servizi sociali<br />

• 2001 Inaugurazione <strong>del</strong>la sede <strong>di</strong> Madonnina <strong>del</strong>la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

• 2002 Inaugurazione <strong>del</strong> Blu Net Garage presso la sede <strong>di</strong> Madonnina: spazio <strong>di</strong><br />

5<br />

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consultazione Internet e <strong>di</strong> accoglienza per i giovani dai 12 ai 18 anni<br />

• Aprile 2002 Meeting Nazionale <strong>ANPAS</strong> organizzato a <strong>Modena</strong> in occasione dei<br />

festeggiamenti per il Ventennale <strong>del</strong>l’Associazione<br />

• Ottobre 2002 Iniziati i lavori <strong>di</strong> ristrutturazione <strong>del</strong> 2° piano <strong>del</strong>la sede e <strong>del</strong> sottotetto<br />

• Novembre 2002 Convegno “Nonni al Centro, il ruolo <strong>del</strong> volontariato nella rete dei servizi per<br />

gli anziani”<br />

• Dicembre 2002 Celebrazione dei 20 anni <strong>di</strong> attività con la premiazione dei volontari che<br />

hanno svolto 20 – 15 – 10 – 5 anni <strong>di</strong> servizio, presso la Sala Consigliare<br />

alla presenza <strong>del</strong> Sindaco e <strong>di</strong> Assessori, funzionari <strong><strong>del</strong>le</strong> Aziende Sanitarie<br />

modenesi. Santa Messa in Duomo.<br />

• 2003 Progetto <strong>di</strong> prevenzione per i Disturbi <strong>del</strong> Comportamento alimentare:<br />

serate <strong>di</strong> informazione e sportello informativo presso l’ambulatorio <strong>del</strong><br />

Centro la Noce<br />

• Aprile 2003 Apertura <strong>del</strong> Centro La Noce. Centro <strong>di</strong>urno d’accoglienza per anziani<br />

autosufficienti<br />

Chi siamo?<br />

Alcuni dati aggiornati a Novembre 2005<br />

520 Volontari attivi che effettuano servizio sui mezzi e all’interno <strong>del</strong>l’Associazione<br />

3.059 Servizi <strong>di</strong> emergenza-urgenza sul territorio modenese nel 2004<br />

400 Ore <strong>di</strong> formazione all’anno su 4 <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> corsi (base e avanzato)<br />

329 Volontari all’anno coinvolti in programmi <strong>di</strong> formazione nel 2004<br />

207 Obiettori <strong>di</strong> coscienza che, dal 1985 al giugno 2005 (data in cui è terminata la leva<br />

obbligatoria), hanno prestato servizio presso la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

23 Ragazze che hanno preso parte dal <strong>di</strong>cembre 2002 fino ad oggi al progetto <strong>del</strong> Servizio<br />

Civile Volontario<br />

5 Ragazzi che hanno preso parte dal settembre 2005 fino ad oggi al progetto <strong>del</strong> Servizio<br />

Civile Volontario<br />

10 Ragazzi e ragazze che hanno iniziato a settembre 2005 il Servizio Civile Volontario<br />

12 Anziani ospitati ogni giorno presso il Centro Diurno “La Noce”<br />

2.500 Soci Contribuenti iscritti <strong>di</strong> cui 743 in regola con la quota <strong>del</strong> 2004<br />

36 Veicoli per il servizio <strong>di</strong> cui 8 ambulanze, 19 pulmini e 9 autovetture<br />

100.000 Ore <strong>di</strong> volontariato all’anno (2004)<br />

79.591 Servizi all’anno totali (2004)<br />

485 Servizi <strong>di</strong> assistenza a manifestazioni sportive (2004)<br />

4.446 Servizi interospedalieri (2004)<br />

978 Consegne pasti a domicilio ad anziani e persone in <strong>di</strong>fficoltà (2004)<br />

230 Consegne farmaci a domicilio (2004)<br />

682.507 Km all’anno totali (2004)<br />

Protezione Civile: Interventi per Alluvione <strong>di</strong> Sarno, Terremoto <strong>del</strong>l’Umbria e <strong>del</strong><br />

Molise, Campi Profughi in Albania, Progetto Chernobyl, Giubileo dei giovani e <strong>del</strong>la<br />

Protezione Civile, Progetti sanitari rivolti ai bambini <strong>del</strong>la Ex Jugoslavia, Assistenza ai<br />

pellegrini a Roma in occasione <strong>del</strong>la morte <strong>di</strong> Giovanni Paolo II°.<br />

6<br />

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Le ‘ENTRATE’ <strong>del</strong>l'Associazione<br />

da soci contribuenti tramite il versamento <strong>di</strong> una quota sociale annua;<br />

da donazioni private;<br />

da offerte (in genere citta<strong>di</strong>ni-utenti che hanno ricevuto un servizio);<br />

rimborso da convenzioni con l'Azienda U.S.L. o Policlinico e l'Amministrazione<br />

Comunale.<br />

Da qualche anno, pur continuando nella gestione <strong>del</strong> nostro impegno primario legato al trasporto<br />

sanitario e alla mobilità <strong><strong>del</strong>le</strong> persone <strong>di</strong>sabili, abbiamo avviato una riflessione sul nostro ruolo e la<br />

nostra presenza in città.<br />

Le tesi che si confrontano sono essenzialmente due: la prima vuole il Volontariato, e quin<strong>di</strong><br />

l'Associazione, un soggetto fortemente impegnato nella <strong>di</strong>fesa dei <strong>di</strong>ritti dei più deboli e in grado <strong>di</strong><br />

esprimere contributi importanti mirati a costruire una società più giusta e solidale; la seconda vuole<br />

un Volontariato che si occupi esclusivamente <strong>di</strong> organizzare ed erogare servizi, senza entrare nel<br />

merito, ma semplicemente fornendo una risposta, a basso costo, alle richieste <strong>di</strong> servizi sul<br />

territorio.<br />

Noi riteniamo che il confronto e il <strong>di</strong>alogo su questo argomento siano estremamente utili ed<br />

importanti e debbano continuare, pur ritenendo la prima tesi quella che meglio interpreta la volontà<br />

<strong><strong>del</strong>le</strong> Associazioni <strong>del</strong> Volontariato laico e cattolico, locale e nazionale, che da anni si esprimono in<br />

questo senso sollecitando una maggiore partecipazione "politica" <strong>del</strong> Volontariato.<br />

Pertanto l'obiettivo che ci siamo dati è <strong>di</strong>ffondere la cultura <strong>del</strong>la partecipazione e <strong>del</strong>la soggettività<br />

politica in<strong>di</strong>viduale dei Volontari e <strong>del</strong>l'Associazione. Parlare <strong>di</strong> politica non è costituire un partito<br />

ma fare in modo che ognuno <strong>di</strong> noi assuma quella parte <strong>di</strong> impegno che gli spetta per far rispettare<br />

i propri <strong>di</strong>ritti e quelli <strong><strong>del</strong>le</strong> persone più deboli, impegnandosi contemporaneamente affinché<br />

Istituzioni, Organizzazioni, Imprese e Privati Citta<strong>di</strong>ni facciano la loro parte senza furberie e<br />

soprusi. In altre parole, l'impegno <strong>del</strong>l'Associazione è contribuire alla promozione e alla <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>del</strong>la cultura <strong>di</strong> responsabilità <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo; questo anche attraverso piccoli gesti quoti<strong>di</strong>ani, nel<br />

rispetto <strong>del</strong>la persona, che sono alla base <strong>del</strong>l'attività svolta dal Volontario nell'Associazione. Di<br />

seguito sono stati inseriti lo Statuto e il Regolamento <strong>del</strong>l'Associazione e la Legge 266 <strong>del</strong> 1991<br />

istitutiva <strong>del</strong> Volontariato.<br />

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE (A.N.P.AS.)<br />

Le Pubbliche Assistenze nascono a partire dal 1860 come laiche e<br />

libere Associazioni <strong>di</strong> volontariato, sotto una grande molteplicità <strong>di</strong><br />

nomi: Croce Verde, Croce Bianca, Croce D'Oro, Società <strong>di</strong><br />

Salvamento, Fratellanza Militare, Fratellanza Popolare. Dalla Sicilia<br />

al Piemonte, unanimi nel loro impegno, le Pubbliche Assistenze non<br />

fanno <strong>di</strong>stinzioni <strong>di</strong> servizio per nobili o poveri, servono chiunque<br />

esprima un bisogno, non pongono con<strong>di</strong>zioni all'aiuto prestato, e sono aperte a chiunque voglia<br />

prendervi parte.<br />

Sarà il fascismo a bloccare la crescita <strong>del</strong> movimento: il regime non poteva far continuare a vivere<br />

una realtà che per sua stessa natura ne rappresentava l'antitesi, in quanto portatrice <strong>di</strong> valori quali<br />

la solidarietà, la con<strong>di</strong>visione, il servizio <strong>di</strong>sinteressato. Non è un caso infatti, se nel 1930, con il<br />

Regio Decreto n.84 <strong>del</strong> 12 febbraio, Vittorio Emanuele III deciderà <strong>di</strong> trasferire alla Croce Rossa<br />

Italiana tutte le competenze relative al soccorso e scioglierà tutte le associazioni prive <strong>di</strong><br />

riconoscimenti giuri<strong>di</strong>ci.<br />

Lasciato alle spalle l'orrore bellico il movimento si ricompone spontaneamente e nel 1946 a Milano<br />

si tiene il primo congresso nazionale <strong>del</strong> dopoguerra. I 20-25 anni che seguono sono caratterizzati<br />

da una crescita complessivamente lenta, ma costante. Sarà negli anni '70 che, con l'avviarsi dei<br />

gran<strong>di</strong> processi <strong>di</strong> riforma e con il <strong>di</strong>battito ad essi legato, si apre il confronto tra posizioni molteplici<br />

ed eterogenee all'interno <strong>del</strong> movimento.<br />

Un processo <strong>di</strong> rinnovamento che ha il suo culmine con il congresso <strong>di</strong> Sarzana <strong>del</strong> 1978: ne esce<br />

una Federazione Nazionale profondamente rinnovata sia nell' immagine che nelle proposte. Su<br />

questa strada, le Pubbliche Assistenze, nel corso degli anni, si profilano sempre più come un<br />

7<br />

APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG


autorevole interlocutore nel mondo <strong>del</strong> volontariato moderno e <strong>del</strong>l'associazionismo, nei confronti<br />

<strong><strong>del</strong>le</strong> forze politiche e sociali. Contemporaneamente si moltiplicano e si intensificano le attività e le<br />

iniziative <strong>del</strong>l'organizzazione, sia nel suo insieme che nel particolare <strong><strong>del</strong>le</strong> singole associazioni.<br />

Un'ulteriore e decisiva svolta è rappresentata nel 1987 dal congresso nazionale <strong>di</strong> Lerici: viene<br />

elaborato un nuovo statuto nazionale che, innanzitutto mo<strong>di</strong>fica la denominazione stessa <strong>del</strong>la<br />

Federazione. Nasce così l' A.N.P.AS., Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze.<br />

Il cambiamento, oltre che d'immagine, è l'espressione <strong>di</strong> un'evoluzione che mira al rafforzamento<br />

<strong>di</strong> una concezione unitaria <strong>di</strong> un grande movimento <strong>di</strong> volontariato e <strong>di</strong> solidarietà, assai<br />

<strong>di</strong>versificato storicamente, culturalmente e geograficamente, cui aderiscono oltre un milione <strong>di</strong><br />

persone. Tale rinnovamento è accompagnato da una straor<strong>di</strong>naria crescita e maturazione<br />

associativa, che porta l'A.N.P.AS. alla sua attuale estensione con l'impegno anche in gran<strong>di</strong><br />

progetti <strong>di</strong> solidarietà internazionale, tra cui i progetti in Bielorussia (Hel for Chernobyl Children), in<br />

ex-Jugoslavia, in Bulgaria e nel Saharawi; i gran<strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> protezione civile.<br />

1860: le prime associazioni <strong>di</strong> Pubblica Assistenza si costituiscono come laiche e libere<br />

Associazioni <strong>di</strong> Volontariato. Finalità: Dare risposte ai bisogni <strong>del</strong>la gente più povera e in <strong>di</strong>fficoltà.<br />

1904: Si costituisce la "Federazione Nazionale <strong><strong>del</strong>le</strong> Pubbliche Assistenze".<br />

1911: REGIO DECRETO n° 638: la Federazione Nazionale <strong><strong>del</strong>le</strong> Pubbliche Assistenze viene<br />

riconosciuta ENTE MORALE.<br />

1930: un REGIO DECRETO scioglie le Pubbliche Assistenze trasferendo beni e competenze.<br />

1946: I° Congresso Nazionale <strong>del</strong> dopoguerra.<br />

1978: viene organizzato un importante Congresso in cui vengono <strong>di</strong>scusse e ampliate le aree <strong>di</strong><br />

interesse e <strong>di</strong> intervento.<br />

1987: si trasforma da Federazione in Associazione Nazionale Pubblica Assistenza; questo evento<br />

conferisce maggiore <strong>di</strong>mensione ed unitarietà nazionale al movimento pur nella sua<br />

<strong>di</strong>versificazione storica.<br />

Attualmente le Pubbliche Assistenze che operano sul territorio nazionale sono 821, con 100.000<br />

volontari, 3.200 obiettori <strong>di</strong> coscienza, 1.300 volontari in servizio civile e 700.000 soci aderenti.<br />

Mettono a <strong>di</strong>sposizione ogni giorno: 2.700 ambulanze, 200 auto-me<strong>di</strong>che e 500 mezzi <strong>di</strong><br />

protezione civile.<br />

I settori <strong>di</strong> Attività <strong>del</strong>l'Anpas:<br />

Le PP.AA. operano nelle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia<br />

Romagna, Friuli V.G.,Lazio, Liguria, Lombar<strong>di</strong>a, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna,<br />

Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.<br />

Impegno sociale ed assistenza in <strong>di</strong>verse aree <strong>del</strong>la marginalità: portatori <strong>di</strong><br />

han<strong>di</strong>cap, anziani, carcerati, tossico<strong>di</strong>pendenze, AIDS, immigrati ed<br />

extracomunitari.<br />

Attività internazionali: accoglienza, aiuti e assistenza socio-sanitaria (ex-<br />

Jugoslavia, Chernobyl, Bulgaria, Saharawi).<br />

Emergenza "118".<br />

Pronto Soccorso: trasporto ammalati e feriti.<br />

Guar<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ca.<br />

Servizi ambulatoriali.<br />

Donazione <strong>del</strong> sangue.<br />

Obiezione <strong>di</strong> coscienza: convenzione nazionale con l'Ufficio Nazionale per il<br />

Servizio Civile per l'impiego <strong>di</strong> obiettori <strong>di</strong> coscienza nelle Pubbliche Assistenze.<br />

Servizio Civile Nazionale: accre<strong>di</strong>tata quale ente <strong>di</strong> servizio civile per l'impiego <strong>di</strong><br />

Volontari e Volontarie in Servizio Civile nelle Pubbliche Assistenze.<br />

Protezione Civile, <strong>di</strong>fesa ambientale ed antincen<strong>di</strong>o.<br />

Corsi <strong>di</strong> formazione per volontari e citta<strong>di</strong>ni.<br />

8<br />

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Statuto <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

COSTITUZIONE<br />

Art. 1) - E' costituita con sede in <strong>Modena</strong> una Associazione <strong>di</strong> Pubblica Assistenza denominata<br />

"Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A.".<br />

Art. 2) - La Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A." è un<br />

momento <strong>di</strong> aggregazione dei citta<strong>di</strong>ni che, attraverso la partecipazione <strong>di</strong>retta, intendono<br />

contribuire alla vita e allo sviluppo <strong>del</strong>la collettività.<br />

Per questa ragione, i propri principi ispiratori sono quelli <strong>del</strong> movimento <strong>del</strong> volontariato<br />

organizzato nella Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze alla quale aderisce, nonché quelli<br />

previsti dalla legge <strong>del</strong>l'11.8.91 n.266.<br />

Art. 3) - La Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A." è<br />

aconfessionale e apartitica, fonda la propria struttura associativa sui principi <strong>del</strong>la democrazia e<br />

non persegue alcun fine <strong>di</strong> lucro.<br />

Art. 4) - La Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A." informa il<br />

proprio impegno a scopi ed obbiettivi <strong>di</strong> rinnovamento civile, sociale e culturale nel perseguimento<br />

e nell'affermazione dei valori <strong>del</strong>la solidarietà popolare.<br />

Pertanto i suoi fini sono:<br />

a- aggregare i citta<strong>di</strong>ni sui problemi <strong>del</strong>la vita civile, sociale e culturale;<br />

b- ricercare il sod<strong>di</strong>sfacimento dei bisogni collettivi ed in<strong>di</strong>viduali attraverso i valori <strong>del</strong>la solidarietà;<br />

c- contribuire all'affermazione dei principi <strong>del</strong>la solidarietà popolare dei progetti <strong>di</strong> sviluppo civile e<br />

sociale <strong>del</strong>la collettività;<br />

d- contribuire all'affermazione dei principi <strong>del</strong>la mutualità;<br />

e- favorire lo sviluppo <strong>del</strong>la collettività attraverso la partecipazione attiva dei suoi soci;<br />

f- collaborare, anche attraverso l'esperienza gestionale, alla crescita culturale dei singoli e <strong>del</strong>la<br />

collettività;<br />

g- favorire e/o collaborare a forme partecipative <strong>di</strong> intervento socio sanitario, sull'ambiente,<br />

sull'han<strong>di</strong>cap e ad altre iniziative <strong>di</strong>rette comunque alla messa in atto <strong>di</strong> sperimentazioni innovatrici;<br />

h- collaborare con enti pubblici e privati e con altre Associazioni <strong>di</strong> volontariato per il<br />

perseguimento dei fini e degli obiettivi previsti dal presente Statuto nel rispetto <strong><strong>del</strong>le</strong> reciproche<br />

autonomie, esperienze e ruoli.<br />

Art. 5) - L'Associazione si impegna, sulla base <strong><strong>del</strong>le</strong> proprie <strong>di</strong>sponibilità organizzative, a:<br />

a- organizzare il soccorso e trasporto <strong>di</strong> ammalati e feriti me<strong>di</strong>ante ambulanze ed altri mezzi idonei;<br />

b- organizzare servizi <strong>di</strong> assistenza me<strong>di</strong>ca e ambulatoriale <strong>di</strong>rettamente o in collaborazione con le<br />

strutture pubbliche;<br />

c- promuovere la raccolta <strong>del</strong> sangue e la donazione <strong>di</strong> organi;<br />

d- promuovere iniziative <strong>di</strong> formazione e informazione sanitaria e <strong>di</strong> prevenzione <strong>del</strong>la salute nei<br />

suoi vari aspetti sanitari e sociali;<br />

e- organizzare iniziative <strong>di</strong> protezione civile e <strong>di</strong> tutela <strong>del</strong>l'ambiente;<br />

f- promuovere iniziative <strong>di</strong> carattere culturale, sportivo e ricreativo atte a favorire una migliore<br />

qualità <strong>del</strong>la vita;<br />

g- organizzare la formazione <strong>del</strong> volontariato in collaborazione anche con i progetti <strong>del</strong>l'A.N.P.AS.;<br />

h- promuovere ed organizzare incontri per favorire la partecipazione dei citta<strong>di</strong>ni allo stu<strong>di</strong>o dei<br />

bisogni emergenti e alla programmazione <strong>del</strong> loro sod<strong>di</strong>sfacimento;<br />

i- organizzare forme <strong>di</strong> intervento istitutivo <strong>di</strong> servizi conseguenti al precedente punto "a";<br />

l- promuovere ed organizzare la solidarietà sui problemi <strong>del</strong>la solitu<strong>di</strong>ne e <strong>del</strong> dolore, istituendo<br />

anche specifici servizi;<br />

m- organizzare servizi sociali e assistenziali, anche domiciliari, per il sostegno a citta<strong>di</strong>ni anziani,<br />

han<strong>di</strong>cappati e, comunque, in con<strong>di</strong>zioni anche temporanee <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà;<br />

n- organizzare momenti <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o ed iniziative <strong>di</strong> informazione in attuazione dei fini <strong>del</strong> presente<br />

Statuto anche me<strong>di</strong>ante pubblicazioni perio<strong>di</strong>che;<br />

o- organizzare i servizi <strong>di</strong> mutualità.<br />

Art. 6) - La Pubblica Assistenza"Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A." fonda le<br />

proprie attività sull'impegno volontario e gratuito dei propri aderenti. Può assumere personale<br />

9<br />

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<strong>di</strong>pendente o avvalersi <strong>di</strong> lavoro autonomo, ai sensi e nei limiti fissati dalla Legge <strong>del</strong>l'11.8.91 n.<br />

266, esclusivamente per il suo regolare funzionamento oppure per qualificare o specializzare le<br />

attività da essa svolte.<br />

SOCI<br />

Art. 7) - Il numero dei Soci è illimitato.<br />

Essi si sud<strong>di</strong>vidono in:<br />

a- Soci attivi, qualora prestino l'opera personale in modo gratuito e continuativo;<br />

b- Soci contribuenti or<strong>di</strong>nari e sostenitori, qualora versino una quota annuale;<br />

c- Soci benemeriti, per particolari interventi o donazioni in favore <strong>del</strong>l'Associazione <strong>di</strong> Soci onorari<br />

per meriti associativi.<br />

Il regolamento al presente Statuto preciserà le norme e le modalità supplementari per la<br />

definizione e l'ammissione dei Soci.<br />

Art. 8) - Possono essere ammessi come Soci tutti coloro che abbiano compiuto il 18° anno <strong>di</strong> età<br />

o, se minori, siano rappresentati a norma <strong>di</strong> legge.<br />

Nella domanda <strong>di</strong> ammissione, controfirmata da un Socio, deve essere in<strong>di</strong>cato a quale <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

categorie <strong>di</strong> soci si intende appartenere.<br />

Ogni Socio può passare, in seguito a sua domanda, da una categoria all'altra. La <strong>del</strong>ibera<br />

definitiva spetta al Consiglio Direttivo su in<strong>di</strong>cazione <strong>del</strong>la Giunta Esecutiva la quale a sua volta<br />

può proporre tali passaggi.<br />

Art. 9) - I <strong>di</strong>ritti dei soci sono:<br />

a- partecipare alla vita associativa nei mo<strong>di</strong> previsti dal presente Statuto e dai Regolamenti da<br />

esso derivanti;<br />

b- eleggere le cariche sociali ed esservi eletti, salvo i limiti dettati dal regolamento;<br />

c- chiedere la convocazione <strong>del</strong>l'Assemblea nei termini previsti dal presente Statuto;<br />

d- formulare proposte agli organi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigenti nell'ambito dei programmi <strong>del</strong>l'associazione e in<br />

riferimento ai fini dei vari obiettivi previsti nel presente Statuto.<br />

Art. 10) - I doveri dei soci sono:<br />

a- rispettare le norme <strong>del</strong> presente Statuto ed i <strong>del</strong>iberati degli organi associativi;<br />

b- non compiere atti che danneggino gli interessi e l'immagine <strong>del</strong>l'Associazione.<br />

Art. 11) - Non possono essere soci coloro che svolgono in proprio le stesse attività svolte dalla<br />

Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A.", coloro che<br />

intrattengono con essa rapporti <strong>di</strong> lavoro sotto qualsiasi forma e che abbiano, con la stessa,<br />

rapporti <strong>di</strong> contenuto patrimoniale.<br />

Art. 12) - La qualità <strong>di</strong> socio si perde:<br />

a- per morosità;<br />

b- per decadenza;<br />

c- per esclusione.<br />

Perdono la qualità <strong>di</strong> socio contribuente, per morosità, coloro che, entro il termine fissato<br />

dall'Assemblea non hanno rinnovato la sottoscrizione <strong>del</strong>la quota associativa nei limiti <strong>del</strong>iberati<br />

dall'Assemblea stessa.<br />

Perdono la qualità <strong>di</strong> socio per decadenza coloro che vengono a trovarsi nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> cui al<br />

precedente Art.11 oppure i soci attivi che non svolgono i servizi secondo le norme <strong>del</strong><br />

Regolamento.<br />

Perdono la qualità <strong>di</strong> socio per esclusione coloro che per gravi inadempienze nei confronti <strong>del</strong><br />

presente Statuto, rendono incompatibile il mantenimento <strong>del</strong> loro rapporto con l'Associazione.<br />

Art. 13) - Il Socio sottoposto ai provve<strong>di</strong>menti, deve essere preventivamente informato ed invitato<br />

ad esporre le proprie ragioni <strong>di</strong>fensive.<br />

Contro i provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui al precedente comma, il Socio può ricorrere entro un mese dalla<br />

notifica.<br />

I provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui al precedente articolo 12, lettera b) e c), sono esecutivi dal momento <strong>del</strong>la<br />

notifica.<br />

PATRIMONIO E FINANZE<br />

10<br />

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Art. 14) - L'esercizio finanziario <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica<br />

Assistenza - A.V.P.A." comincia il primo <strong>di</strong> gennaio e termina il 31 <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong> ogni anno.<br />

Le entrate <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A." sono<br />

costituite:<br />

a- dalle quote degli aderenti;<br />

b- da contributi <strong>di</strong> privati;<br />

c- da rimborsi derivanti da convenzioni;<br />

d- da contributi <strong>di</strong> enti pubblici o privati;<br />

e- da entrate che a qualsiasi titolo e secondo i limiti <strong>di</strong> cui all'Art. 5 <strong>del</strong>la Legge 11.8.91 n. 266,<br />

pervengano all'Associazione per essere impiegate nel perseguimento <strong><strong>del</strong>le</strong> proprie finalità o<br />

specificatamente destinate all'attuazione <strong>di</strong> progetti.<br />

Art. 15) - Il patrimonio <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica Assistenza -<br />

A.V.P.A." è costituito:<br />

a- da beni mobili ed immobili;<br />

b- da titoli pubblici e privati;<br />

c- da lasciti, legati e donazioni purchè accettati dal Consiglio Direttivo.<br />

GLI ORGANI ASSOCIATIVI<br />

Art. 16) - Gli organi <strong>del</strong>la Associazione sono:<br />

a- l'Assemblea dei Soci;<br />

b- il Consiglio Direttivo;<br />

c- il Presidente;<br />

d- la Giunta Esecutiva;<br />

e- il Direttore Sanitario;<br />

f- il Collegio dei sindaci Revisori;<br />

g- il Collegio dei Probiviri.<br />

L'ASSEMBLEA<br />

Art. 17) - L'Assemblea dei Soci si riunisce <strong>di</strong> norma una volta all'anno entro il 31 marzo per<br />

l'approvazione <strong>del</strong> bilancio e per gli altri adempimenti <strong>di</strong> propria competenza.<br />

Si riunisce altresì ogniqualvolta il Consiglio Direttivo lo ritenga opportuno o ne sia fatta richiesta da<br />

almeno un decimo dei soci regolarmente iscritti da non meno <strong>di</strong> 6 mesi.<br />

Può essere comunque convocata, anche a scopo consultivo, per perio<strong>di</strong>che verifiche<br />

sull'attuazione dei programmi ed in occasione <strong>di</strong> importanti iniziative che interessino lo sviluppo<br />

associativo e <strong>del</strong> volontariato.<br />

Delle riunioni <strong>del</strong>l'Assemblea deve essere redatto, a cura <strong>del</strong> Segretario e sotto la responsabilità<br />

<strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la stessa, un verbale da trascrivere in apposito "libro verbali" <strong>del</strong>l'Assemblea.<br />

Le riunioni <strong>del</strong>l'Assemblea sono valide in prima convocazione quando è presente la metà più uno<br />

degli aventi <strong>di</strong>ritto e in seconda convocazione qualunque sia il numero dei presenti. Fra la prima e<br />

la seconda convocazione deve trascorrere un intervallo <strong>di</strong> almeno un'ora.<br />

Art. 18) - L'Assemblea adotta le proprie <strong>del</strong>iberazioni con voto palese. Adotta il metodo <strong>del</strong> voto<br />

segreto quando si tratti <strong>di</strong> elezione alle cariche sociali o quando la <strong>del</strong>iberazione riguarda le singole<br />

persone.<br />

Risultano approvate quelle <strong>del</strong>iberazioni che raccolgono la maggioranza relativa dei consensi.<br />

Nel caso <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche allo Statuto sociale risultano approvate le proposte che abbiano ottenuto la<br />

maggioranza dei consensi, purchè siano presenti alla riunione la metà più uno degli aventi <strong>di</strong>ritto al<br />

voto.<br />

Qualora non sussistano le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> cui al comma precedente, sono approvate quelle proposte<br />

che ottengono il consenso <strong>di</strong> almeno i quattro quinti dei presenti, qualunque ne sia il numero.<br />

Qualora nel voto a scrutinio segreto le proposte ottengano la parità dei consensi, queste si<br />

intendono respinte.<br />

Nelle e<strong>lezioni</strong> <strong><strong>del</strong>le</strong> cariche sociali qualora due o più can<strong>di</strong>dati ottengano la parità dei consensi,<br />

risultano eletti fino alla concorrenza dei posti <strong>di</strong>sponibili, il più anziano <strong>di</strong> servizio per quanto<br />

riguarda i soci attivi e per anzianità <strong>di</strong> iscrizione all'Associazione per quanto riguarda i Soci<br />

11<br />

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contribuenti.<br />

Art. 19) - L'Assemblea dei Soci è convocata dal Presidente <strong>del</strong>l'Associazione con avviso da<br />

affiggere nella sede sociale e da <strong>di</strong>vulgare con tutti i mezzi informativi <strong>di</strong> cui può <strong>di</strong>sporre<br />

l'Associazione.<br />

L'avviso <strong>di</strong> convocazione, che deve contenere gli argomenti all'or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno, la data, il luogo e<br />

l'ora <strong>del</strong>la riunione stabiliti per la prima e seconda convocazione, è <strong>di</strong>ffuso almeno <strong>di</strong>eci giorni<br />

prima <strong>di</strong> quello fissato per la riunione.<br />

Partecipano all'Assemblea i Soci che si possano ritenere tali in funzione <strong>del</strong> presente Statuto e dei<br />

regolamenti.<br />

Le riunioni <strong>del</strong>l'Assemblea dei Soci possono anche <strong>di</strong>venire pubbliche qualora all'or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno<br />

siano previsti argomenti <strong>di</strong> carattere collettivo e <strong>di</strong> interesse generale.<br />

E' tuttavia facoltà <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>l'Assemblea consentire ai non Soci <strong>di</strong> prendere la parola.<br />

Art. 20) - In apertura dei propri lavori, l'Assemblea elegge un Presidente e un Segretario.<br />

Nomina quin<strong>di</strong> due scrutatori per le votazioni palesi e, ove occorra, almeno tre scrutatori per le<br />

votazioni segrete.<br />

Art. 21) - I compiti <strong>del</strong>l'Assemblea sono:<br />

a- approvare il bilancio consuntivo chiuso al 31/12 <strong>del</strong>l'anno precedente e approvare il bilancio<br />

preventivo;<br />

b- approvare la relazione <strong>del</strong> Consiglio Direttivo;<br />

c- approvare e mo<strong>di</strong>ficare l'ammontare <strong><strong>del</strong>le</strong> quote associative e determinare il termine ultimo per il<br />

loro versamento;<br />

d- approvare le linee programmatiche <strong>del</strong>l'Associazione;<br />

e- approvare e mo<strong>di</strong>ficare i regolamenti <strong>di</strong> funzionamento dei servizi <strong>del</strong>l'Associazione<br />

uniformandoli alla natura partecipativa <strong>del</strong>la stessa;<br />

f- approvare e mo<strong>di</strong>ficare il regolamento generale <strong>del</strong>l'Associazione uniformandolo alla natura<br />

partecipativa <strong>del</strong>la stessa;<br />

g- eleggere il Consiglio Direttivo scegliendo i componenti fra gli aderenti all'Associazione;<br />

h- eleggere il Collegio dei Sindaci Revisori;<br />

i- eleggere il Collegio dei Probiviri;<br />

l- approvare le mo<strong>di</strong>fiche <strong>del</strong>lo Statuto;<br />

m- <strong>del</strong>iberare su tutti gli argomenti sottoposti alla sua approvazione.<br />

IL CONSIGLIO DIRETTIVO<br />

Art. 22) - Il Consiglio Direttivo è formato da quin<strong>di</strong>ci componenti. Dura in carica tre anni ed i suoi<br />

membri sono rieleggibili.<br />

Il Consiglio Direttivo si riunisce quando il Presidente lo ritiene opportuno o ne sia fatta richiesta da<br />

almeno un terzo dei suoi componenti. Le riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo sono convocate dal<br />

Presidente.<br />

Il Consiglio Direttivo <strong>del</strong>ibera con votazione segreta quando ciò sia richiesto da almeno un terzo<br />

dei consiglieri presenti. Tali votazioni sono controllate dal Presidente e da due scrutatori nominati<br />

dal Consiglio stesso.<br />

L'avviso <strong>di</strong> convocazione, che deve contenere gli argomenti all'or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno, l'ora, la data e il<br />

luogo <strong>del</strong>la riunione, deve essere esposto nei locali <strong>del</strong>la sede sociale.<br />

Delle riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo viene redatto un verbale a cura <strong>del</strong> Segretario e sotto la<br />

responsabilità <strong>del</strong> Presidente, da trascrivere in apposito "libro verbali" <strong>del</strong> Consiglio Direttivo.<br />

Art. 23) - I compiti <strong>del</strong> Consiglio Direttivo sono:<br />

a- pre<strong>di</strong>sporre le proposte da presentare all'Assemblea per gli adempimenti <strong>di</strong> cui al precedente<br />

articolo 21;<br />

b- eseguire i <strong>del</strong>iberati <strong>del</strong>l'Assemblea;<br />

c- adottare tutti i provve<strong>di</strong>menti necessari alla gestione <strong>del</strong>l'Associazione;<br />

d- stipulare contratti, convenzioni, accor<strong>di</strong> nel perseguimento degli obiettivi associativi;<br />

e- aderire ad organizzazioni locali <strong>di</strong> volontariato in attuazione dei fini e degli obiettivi <strong>del</strong> presente<br />

Statuto;<br />

f- adottare i provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui al precedente articolo 12;<br />

g- assumere, in caso <strong>di</strong> necessità, il personale <strong>di</strong>pendente o stabilire forme <strong>di</strong> rapporto <strong>di</strong> lavoro<br />

12<br />

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autonomo nei limiti <strong>del</strong> presente statuto e <strong>del</strong>la legge 11.8.91 n.266.;<br />

h- assumersi tutti gli altri poteri amministrativi e <strong>di</strong>rettivi <strong>del</strong>l'Associazione, salvo quelli attribuiti, dal<br />

presente Statuto, all'Assemblea, alla Giunta Esecutiva e al Presidente.<br />

Art. 24) - Le riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo sono valide quando ad esse partecipi la metà più uno<br />

dei componenti.<br />

Il Consiglio Direttivo approva le proprie <strong>del</strong>iberazioni con il metodo <strong>del</strong> voto palese, salvo quando si<br />

tratti <strong>di</strong> votazioni riguardanti le singole persone o <strong>di</strong> e<strong>lezioni</strong> alle cariche sociali. Per la vali<strong>di</strong>tà <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

<strong>del</strong>iberazioni valgono le stesse norme stabilite per l'Assemblea dei Soci.<br />

Art. 25) - Il Consiglio Direttivo nella sua prima riunione, dopo l'elezione da parte <strong>del</strong>l'Assemblea,<br />

elegge, al proprio interno, il presidente, il Vicepresidente, che sostituisce il Presidente nelle sue<br />

funzioni in caso <strong>di</strong> assenza o <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>mento, la Giunta Esecutiva e nomina il Direttore Sanitario.<br />

Art. 26) - Qualora il Consiglio Direttivo per vacanza comunque determinata, debba procedere alla<br />

sostituzione <strong>di</strong> uno o più dei propri componenti, seguirà l'or<strong>di</strong>ne decrescente <strong>del</strong>la graduatoria dei<br />

non eletti.<br />

Nel caso che non <strong>di</strong>sponga <strong>di</strong> tale graduatoria o che questa sia esaurita, procederà alla<br />

cooptazione salvo ratifica da parte <strong>del</strong>l'Assemblea alla sua prima riunione.<br />

La vacanza comunque determinata dalla metà più uno dei componenti il Consiglio <strong>di</strong>rettivo<br />

comporta la decadenza <strong>del</strong> medesimo.<br />

La decadenza <strong>del</strong> Consiglio comporta anche quella <strong>del</strong> Collegio dei Revisori e <strong>del</strong> Collegio dei<br />

Probiviri. Nel caso <strong>di</strong> decadenza degli organi associativi, il Presidente <strong>del</strong>l'Associazione provvede<br />

imme<strong>di</strong>atamente alla convocazione <strong>del</strong>l'Assemblea per la rielezione degli organi medesimi.<br />

IL PRESIDENTE<br />

Art. 27) - Il Presidente ha la legale rappresentanza <strong>del</strong>l'Associazione, può stare in giu<strong>di</strong>zio per la<br />

tutela degli interessi morali e materiali <strong>del</strong>l'Associazione, può nominare avvocati e procuratori nelle<br />

liti attive e passive.<br />

Il Presidente sottoscrive tutti gli atti e contratti stipulati dall'Associazione e riscuote, nell'interesse<br />

<strong>del</strong>l'ente, somme da terzi rilasciando liberatoria quietanza.<br />

Il Presidente, se autorizzato, può <strong>del</strong>egare in parte o interamente i propri poteri al Vicepresidente o<br />

ad un altro componenete <strong>del</strong> Consiglio stesso.<br />

LA GIUNTA ESECUTIVA<br />

Art. 28) - La Giunta Esecutiva <strong>di</strong>simpegna gli or<strong>di</strong>nari affari amministrativi, sorveglia l'andamento <strong>di</strong><br />

tutti i servizi sociali, esaminando le domande <strong>di</strong> ammissione e <strong>di</strong>missione dei Soci, <strong>di</strong> ciò informa il<br />

Consiglio Direttivo che <strong>del</strong>ibera in merito.<br />

In caso <strong>di</strong> urgenza può <strong>del</strong>iberare con i poteri <strong>del</strong> Consiglio Direttivo, salvo ratifica <strong>del</strong> Consiglio<br />

stesso.<br />

La Giunta Esecutiva è formata da sette componenti compreso il Presidente e il Vice Presidente.<br />

Art. 29) - La Giunta Esecutiva può essere convocata dal Presidente anche con un solo giorno <strong>di</strong><br />

preavviso e la riunione è ritenuta valida quando intervengano almeno quattro dei suoi componenti.<br />

La Giunta <strong>del</strong>ibera a maggioranza semplice dei presenti me<strong>di</strong>ante voto palese.<br />

IL DIRETTORE SANITARIO<br />

Art. 30) - Il Direttore Sanitario ha l'obbligo <strong>di</strong> sovrintendere alla formazione dei volontari ed al<br />

<strong>di</strong>simpegno dei servizi <strong>di</strong> soccorso e d'urgenza e a tutto quanto concerne la gestione sanitaria<br />

<strong>del</strong>l'Associazione.<br />

IL COLLEGIO DEI SINDACI REVISORI DEI CONTI<br />

Art. 31) - Il Collegio dei Sindaci Revisori dei Conti è composto da tre membri effettivi e da due<br />

supplenti, dura in carica due anni e i suoi componenti, che possono essere scelti fra i non Soci,<br />

sono rieleggibili.<br />

Nella prima riunione dopo la nomina da parte <strong>del</strong>l'Assemblea, il Collegio dei Revisori dei Conti,<br />

elegge al suo interno il Presidente.<br />

13<br />

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Art. 32) - Il Collegio dei Sindaci Revisori dei Conti, almeno trimestralmente, verifica la regolare<br />

tenuta <strong><strong>del</strong>le</strong> scritture contabili e lo stato <strong>di</strong> cassa <strong>del</strong>l'Associazione.<br />

Verifica altresì il Bilancio Consuntivo, pre<strong>di</strong>sposto dal Consiglio Direttivo.<br />

IL COLLEGIO DEI PROBIVIRI<br />

Art. 33) - Il Collegio dei Probiviri è composto da tre membri effettivi e da due supplenti, dura in<br />

carica due anni e i suoi componenti, che possono essere scelti fra i non soci, sono rieleggibili.<br />

Nella prima riunione, dopo la nomina da parte <strong>del</strong>l'Assemblea, il Collegio dei Probiviri elegge al<br />

suo interno il Presidente.<br />

Art. 34) - Il Collegio dei Probiviri, con giu<strong>di</strong>zio insindacabile, <strong>del</strong>ibera sui ricorsi presentati dai Soci<br />

contro i provve<strong>di</strong>menti adottati dal Consiglio Direttivo ai sensi <strong>del</strong> precedente articolo 12.<br />

Delibera altresì sulle controversie fra Soci e Consiglio Direttivo e tra singoli componenti <strong>del</strong><br />

Consiglio e il Consiglio stesso. Delle proprie riunioni il Collegio dei Probiviri re<strong>di</strong>ge un verbale da<br />

annotare su apposito libro.<br />

Le decisioni <strong>del</strong> Collegio dei Probiviri sono comunicate agli interessati a cura <strong>del</strong> Presidente<br />

<strong>del</strong>l'Associazione.<br />

REGOLAMENTI<br />

Art. 35) - Qualora per decisione <strong>del</strong>l'Assemblea vengono istituite una o più Sezioni, le stesse<br />

dovranno essere dotate <strong>di</strong> regolamenti organizzativi e <strong>di</strong> funzionamento che siano conformi ai<br />

criteri partecipativi <strong>di</strong> questo Statuto.<br />

Art. 36) - I regolamenti associativi determinano le forme <strong>di</strong> partecipazione consultive alle riunioni<br />

<strong>del</strong> Consiglio Direttivo.<br />

E' comunque incompatibile l'appartenenza al Consiglio Direttivo per quanti abbiano rapporti <strong>di</strong><br />

lavoro <strong>di</strong> qualsiasi natura con l'Associazione.<br />

Le cariche sociali sono gratuite salvo il rimborso <strong>di</strong> spese effettivamente sostenute e documentate.<br />

Art. 37) - I regolamenti da sottoporre all'Assemblea or<strong>di</strong>naria detteranno norme specifiche per<br />

l'attuazione <strong>del</strong> presente Statuto. Tali norme saranno vincolanti per tutta l'Associazione.<br />

SCIOGLIMENTO<br />

Art. 38) - In caso <strong>di</strong> scioglimento il patrimonio <strong>del</strong>l'Associazione sarà affidato ad un curatore,<br />

in<strong>di</strong>viduato dal Consiglio Direttivo, che, in accordo con la Consulta Comunale <strong>del</strong> Volontariato, lo<br />

destinerà ad iniziative analoghe e rispondenti alla legge 11.8.91 n.266 da organizzare sul territorio<br />

in cui l'Associazione stessa era ubicata.<br />

DISPOSIZIONI FINALI<br />

Art. 39) - Per quanto non previsto dal presente Statuto valgono le norme dei regolamenti da esso<br />

derivanti o quanto stabiliscono le leggi <strong>del</strong>lo Stato in materia ed in particolare la Legge 11.8.91 n.<br />

266.<br />

REGOLAMENTO <strong>del</strong>l’A.V.P.A. CROCE BLU <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

ART. 1 CONOSCENZA DELLO STATUTO E DEL REGOLAMENTO<br />

E’ preciso dovere d’ogni socio conoscere tutti gli articoli <strong>del</strong> presente REGOLAMENTO e gli articoli<br />

<strong>del</strong>lo STATUTO <strong>del</strong>l’Associazione.<br />

14<br />

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La mancata conoscenza <strong>del</strong>lo Statuto e <strong>del</strong> Regolamento non giustifica un’eventuale mancanza o<br />

inadempienza.<br />

ART. 2 SOCI (art. 5 statuto)<br />

I Soci che intendono aderire alla Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> a seconda <strong>del</strong> loro modo <strong>di</strong> partecipare,<br />

saranno sud<strong>di</strong>visi nelle seguenti categorie:<br />

* SOCI ATTIVI;<br />

* SOCI ORDINARI;<br />

* SOCI SOSTENITORI;<br />

* SOCI BENEMERITI.<br />

SOCI ATTIVI:<br />

Sono coloro che, accettati a seguito <strong>di</strong> domanda scritta sull’apposito modulo, s’impegnano<br />

volontariamente e spontaneamente, senza pretesa <strong>di</strong> compenso, per la prestazione <strong>del</strong>la propria<br />

opera per gli scopi <strong>del</strong>l’Associazione in conformità al presente Regolamento.<br />

SOCI CONTRIBUENTI:<br />

Sono coloro che, accettati a seguito <strong>di</strong> domanda scritta nell’apposito modulo, versano una quota<br />

associativa <strong>del</strong>iberata dal Consiglio Direttivo:<br />

GIOVANI ASSOCIATI......€. 10, 00 (0 - 16 anni);<br />

ORDINARI..…...................€. 20,00 (da 16 anni in poi);<br />

SOSTENITORI...................€. 30,00 (da 16 anni in poi);<br />

BENEMERITI per donazioni una tantum <strong>di</strong> particolare importanza.<br />

ART. 2 BIS GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE PRESSO L’ASSOCIAZIONE<br />

L’Associazione è Ente <strong>di</strong> servizio civile e pertanto riconosce nella presenza dei giovani che stanno<br />

svolgendo il servizio civile alternativo a quello militare, ai giovani <strong>del</strong> Servizio Volontario Europeo o<br />

altre forme <strong>di</strong> servizio civile legalmente riconosciute all’interno <strong><strong>del</strong>le</strong> attività associative<br />

un’opportunità <strong>di</strong> crescita e d’approfon<strong>di</strong>mento dei valori espressi negli obiettivi statutari.<br />

I giovani che prestano il loro servizio civile presso l’Associazione, pur non acquisendo la qualifica<br />

<strong>di</strong> Socio <strong>di</strong> cui all’art. 2, possono presenziare come u<strong>di</strong>tori a tutte le assemblee generali <strong>di</strong> cui<br />

all’art. 17 <strong>del</strong>lo statuto e alle sedute <strong>del</strong> consiglio <strong>di</strong>rettivo <strong>di</strong> cui all’art. 22 <strong>del</strong>lo statuto.<br />

All’interno <strong>del</strong>l’orario <strong>di</strong> servizio dei suddetti giovani sono previsti momenti <strong>di</strong> riunione convocati dal<br />

responsabile <strong>del</strong> servizio civile.<br />

Il consiglio <strong>di</strong>rettivo dovrà preventivamente consultare le riunioni dei giovani in servizio civile ogni<br />

qualvolta si decida <strong>di</strong> mettere in <strong>di</strong>scussione argomenti riguardanti la gestione <strong>del</strong> servizio civile<br />

all’interno <strong>del</strong>l’Associazione e riguardanti le tematiche attinenti con il servizio stesso.<br />

Il gruppo dei giovani in servizio civile ha la facoltà <strong>di</strong> eleggere un proprio rappresentante che<br />

partecipi senza <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto in orario <strong>di</strong> servizio alle riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo; detto<br />

rappresentante rimarrà in carica 4 mesi.<br />

Nel caso che un socio <strong>del</strong>l’Associazione sia assegnato in servizio civile presso la medesima egli<br />

sarà sospeso temporaneamente fino alla fine <strong>del</strong> suo servizio dalla sua qualifica Associativa e<br />

pertanto vedrà sospesa in quel periodo ogni possibilità <strong>di</strong> partecipazione, fatto salvo quanto<br />

<strong>di</strong>sposto dal presente articolo agli organi associativi <strong>di</strong> cui all’art. 16 <strong>del</strong>lo statuto.<br />

ART. 3 NORME D’IDONEITÀ’ E AMMISSIONE PER I SOCI ATTIVI<br />

Per essere ammessi a far parte <strong>del</strong>l’Associazione come soci attivi, i richiedenti, oltre a quanto<br />

<strong>di</strong>sposto dallo Statuto, devono essere in possesso dei seguenti requisiti:<br />

15<br />

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a) avere compiuto il se<strong>di</strong>cesimo anno d’età. Per i giovani dai se<strong>di</strong>ci ai <strong>di</strong>ciotto anni occorre<br />

l’autorizzazione firmata dai genitori, o <strong>di</strong> chi ne esercita la patria potestà, in calce alla domanda.<br />

b) possedere attitu<strong>di</strong>ni e requisiti morali nonché fisici per l’espletamento <strong>del</strong> servizio <strong>di</strong>chiarati sotto<br />

la propria responsabilità e valutati dalla Giunta Esecutiva (art.32 <strong>del</strong>lo Statuto).<br />

I soci attivi si impegnano volontariamente e spontaneamente, senza pretesa <strong>di</strong> compenso alcuno,<br />

all’osservanza <strong>di</strong> tutte le norme <strong>del</strong> presente regolamento ed a quelle emanate per il buon<br />

andamento <strong>del</strong> servizio e per il decoro <strong>del</strong>l’Associazione.<br />

Si impegnano altresì ad eseguire i servizi che sono loro richiesti, con <strong>di</strong>sciplina e correttezza e, in<br />

particolare, ad osservare il segreto su quanto e’ venuto loro a conoscenza nell’espletamento dei<br />

servizi prestati od in conseguenza <strong>di</strong> questi.<br />

ART. 4 NORME PER L’ABILITAZIONE DEL SOCIO ATTIVO E PERCORSO FORMATIVO<br />

Si riconoscono Soci attivi tutti coloro che compilata la domanda d’iscrizione e svolto il<br />

percorso formativo previsto per le mansioni che andranno a svolgere in Associazione<br />

prestano la loro opera in modo continuo nei vari ambiti d’impegno <strong>del</strong>l’Associazione sia sui<br />

mezzi sia nelle attività interne <strong>di</strong> gestione <strong>del</strong>l’Associazione.<br />

Per il servizio sui mezzi è obbligatorio un percorso formativo così strutturato:<br />

SERVIZI SOCIALI (SS)<br />

Incontro con il Presidente o suo <strong>del</strong>egato. Segue un incontro sulle modalità <strong>di</strong> trasporto.<br />

Obiettivo <strong>del</strong>l’incontro: presentazione <strong>del</strong>l’Associazione, <strong>del</strong>l’organizzazione, <strong><strong>del</strong>le</strong> varie tipologie <strong>di</strong><br />

servizi <strong>di</strong> trasporto, <strong>del</strong> percorso formativo, consegna <strong>del</strong> regolamento e <strong>del</strong>lo statuto.<br />

Dopo tre mesi <strong>di</strong> servizio il/la volontario/a può avere la <strong>di</strong>visa e il cartellino A.N.P.AS. dandone<br />

comunicazione alla segreteria Soci. Da quel momento è rilevata la presenza ai fini <strong>del</strong><br />

riconoscimento <strong>del</strong>l’anzianità <strong>di</strong> servizio.<br />

TERZO E/O SOCIO ESTATE<br />

E’ il Volontario che ha frequentato solo la prima parte <strong>del</strong> corso, come proposto dal Responsabile<br />

<strong>del</strong>la Formazione in accordo con il Direttore Sanitario. Può svolgere solo i servizi or<strong>di</strong>nari; può fare<br />

parte <strong>del</strong>l’equipaggio che svolge i servizi or<strong>di</strong>nari in ambulanza.<br />

Dopo tre mesi <strong>di</strong> servizio il/la volontario/a può avere la <strong>di</strong>visa e il cartellino A.N.P.AS. dandone<br />

comunicazione alla segreteria Soci. Da quel momento è rilevata la presenza ai fini <strong>del</strong><br />

riconoscimento <strong>del</strong>l’anzianità <strong>di</strong> servizio.<br />

SECONDO COMPONENTE EQUIPAGGIO AMBULANZA<br />

Dopo aver frequentato tutto il corso teorico, avere risposto al questionario con risultato sufficiente,<br />

il/la Volontario/a, può uscire sulle ambulanze, su in<strong>di</strong>cazione <strong>del</strong> Capoturno, come terzo<br />

componente <strong>del</strong>l’equipaggio; dopo tre mesi e non meno <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci turni assume la qualifica <strong>di</strong><br />

secondo.<br />

A completamento <strong>del</strong> percorso formativo, sentito il parere <strong>del</strong>la Giunta Esecutiva, la Direzione<br />

Sanitaria consegnerà al neo Volontario l’attestato <strong>di</strong> partecipazione al corso.<br />

E’ compito <strong>del</strong> Direttore Sanitario e <strong>del</strong> Responsabile <strong>del</strong>la Formazione l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong> livello<br />

formativo dei volontari in relazione al risultato dei vari percorsi formativi.<br />

E’ compito <strong>del</strong> Direttore Sanitario e <strong>del</strong> Responsabile <strong>del</strong>la Formazione proporre al Consiglio<br />

Direttivo variazioni sul percorso formativo dei Volontari e dei <strong>di</strong>rigenti <strong>del</strong>l’Associazione.<br />

I volontari che desiderano prestare servizio sulle ambulanze convenzionate con il sistema 118,<br />

dovranno frequentare un ulteriore corso <strong>di</strong> formazione <strong>di</strong> livello avanzato che organizza sul<br />

territorio provinciale la Segreteria <strong>Provincia</strong>le per la formazione su in<strong>di</strong>cazione <strong><strong>del</strong>le</strong> Pubbliche<br />

Assistenze. (spf croceblu.org) 3<br />

ART. 5 SERVIZI INTERNI<br />

3 Il testo in corsivo non fa parte <strong>del</strong> Regolamento<br />

16<br />

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Si intendono soci attivi anche coloro che svolgono servizi interni in modo continuativo per<br />

l’Associazione in relazione alle esigenze <strong>del</strong>la stessa previa approvazione <strong>del</strong> Consiglio Direttivo.<br />

ART. 6 PRESENZE DEI SOCI ATTIVI<br />

Al momento <strong>del</strong>l’iscrizione i volontari si mettono a <strong>di</strong>sposizione, in relazione al percorso formativo<br />

che effettueranno, per tutte le attività che l’Associazione svolge siano esse <strong>di</strong> trasporto,<br />

d’assistenza, <strong>di</strong> promozione o altre attività ispirate alle linee statutarie svolte anche in<br />

collaborazione con altre Associazioni, Enti od Organizzazioni.<br />

La Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> chiede al socio attivo una <strong>di</strong>sponibilità minima <strong>di</strong> ventiquattro turni annui<br />

computati nell’anno solare (1 gennaio - 31 <strong>di</strong>cembre) sei <strong>di</strong> questi dovranno essere concordati con<br />

il gruppo turni per essere svolti in giorni festivi e prefestivi. Per eventuali esigenze <strong>di</strong> servizio,<br />

sempre nei giorni festivi e prefestivi, il gruppo turni si impegna a chiedere la presenza ai Volontari<br />

con preavviso <strong>di</strong> almeno cinque giorni.<br />

Il volontario comunica al gruppo turni la Sua <strong>di</strong>sponibilità programmata (turno fisso) e quella<br />

straor<strong>di</strong>naria con l’in<strong>di</strong>cazione dei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità per giorno e orario (comparati al turno <strong>di</strong><br />

quattro ore) sui quali l’Associazione si riserva <strong>di</strong> utilizzare la <strong>di</strong>sponibilità stessa nel contesto <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

esigenze <strong>del</strong> servizio in accordo con il socio, nella normale rotazione per una corretta e snella<br />

organizzazione dei servizi. Il volontario è ritenuto automaticamente in turno secondo la <strong>di</strong>sponibilità<br />

programmata.<br />

Il computo dei servizi al 31 <strong>di</strong>cembre per i soci iscritti nel corso <strong>del</strong>l’anno sarà effettuato in<br />

do<strong>di</strong>cesimi. Nel caso d’assenza dal servizio per un periodo superiore a quattro mesi la<br />

riammissione al servizio attivo, sentito il parere <strong>del</strong> Responsabile <strong>del</strong>la gestione dei turni, sarà<br />

decretato dalla Giunta Esecutiva che potrà prevedere nuovi momenti <strong>di</strong> formazione per lo<br />

svolgimento <strong>del</strong> servizio.<br />

Eventuali casi in deroga a quanto precedentemente esposto, su segnalazione <strong>del</strong> Responsabile<br />

<strong>del</strong>la gestione dei turni, saranno valutati dalla Giunta Esecutiva.<br />

Il socio attivo si impegna altresì a segnalare tempestivamente, o meglio con un congruo anticipo,<br />

al Responsabile <strong>del</strong>la gestione dei turni o ad un suo collaboratore gli eventuali perio<strong>di</strong> d’assenza o<br />

in<strong>di</strong>sponibilità, per malattia, infortunio o quei fatti e situazioni che possono far perdere in tutto o in<br />

parte i requisiti d’idoneità <strong>di</strong>chiarati nella domanda d’ammissione.<br />

TUTTI I VOLONTARI, PER NON CREARE DISSERVIZIO, SONO TENUTI AD ESSERE<br />

ESTREMAMENTE PUNTUALI PER L’INIZIO DEL TURNO.<br />

Coloro che <strong>di</strong>sertano il turno concordato o <strong>di</strong>sattendono in tutto o in parte il contenuto <strong>del</strong> presente<br />

articolo, sono passibili <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>sciplinari.<br />

ART. 7 DIRITTI DEI SOCI<br />

1) I soci attivi possono usufruire gratuitamente <strong>di</strong> tutti i trasporti in ambulanza che si rendessero<br />

necessari per loro e per i componenti <strong>del</strong> loro nucleo familiare. Il socio attivo gode <strong>di</strong> una<br />

COPERTURA ASSICURATIVA che lo tutela nell’espletamento <strong>del</strong> servizio, in caso <strong>di</strong> ritiro <strong>del</strong>la<br />

patente <strong>di</strong> guida, infortunio e responsabilità civile. 2) I soci or<strong>di</strong>nari, sostenitori e benemeriti<br />

possono usufruire per loro e per i componenti <strong>del</strong> loro nucleo familiare, <strong>di</strong> due trasporti in<br />

ambulanza all’anno gratuiti all’interno, e <strong>di</strong> uno fuori dal territorio <strong>di</strong> competenza <strong>del</strong>l’U.S.L. ex n.16<br />

(<strong>Modena</strong>, Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone,<br />

Nonantola, Ravarino, S. Cesario sul Panaro, Soliera) scontato <strong>del</strong> 50% purché in regola con il<br />

pagamento <strong>del</strong>la quota associativa da almeno sei mesi.<br />

ART. 8 PARTE PRATICA DEL SERVIZIO<br />

All’inizio <strong>del</strong> turno saranno eseguite con cura le seguenti <strong>di</strong>sposizioni:<br />

a) firmare il registro <strong><strong>del</strong>le</strong> presenze in modo leggibile in<strong>di</strong>cando il numero <strong>del</strong>la tessera;<br />

17<br />

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) assicurarsi che sui mezzi sia <strong>di</strong>sponibile tutto quanto necessita segnalando al capoturno le<br />

eventuali carenze provvedendo, per quanto e’ possibile, a reintegrare personalmente il<br />

materiale mancante;<br />

c) controllare la pulizia e lo stato <strong>del</strong>la biancheria nonché degli automezzi;<br />

d) collaborare alla pulizia <strong>del</strong>la sede;<br />

e) accertarsi <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sinfezione <strong>del</strong>la cellula sanitaria.<br />

E’ compito <strong>di</strong> tutti i soci attivi in servizio accertare ed eseguire quanto sopra in<strong>di</strong>cato.<br />

Gli incarichi assegnati ai soci attivi durante il turno sono i seguenti:<br />

CAPOTURNO;<br />

AIUTO CAPOTURNO;<br />

COMPONENTI DELL’EQUIPAGGIO.<br />

TUTTI GLI INCARICHI AFFIDATI SONO MODIFICABILI SOLAMENTE PER ESIGENZE DI<br />

SERVIZIO.<br />

CAPOTURNO<br />

Considerata l’importanza <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong> capoturno nello svolgimento <strong>del</strong>l’attività <strong>di</strong> trasporto<br />

<strong>del</strong>l’Associazione, questo incarico è proposto dal Responsabile <strong>del</strong>la gestione dei turni, e ratificato<br />

dalla Giunta Esecutiva.<br />

I requisiti per svolgere questa funzione sono:<br />

• aver compiuto i 21 anni d’età;<br />

• avere almeno 2 anni d’esperienza come socio attivo.<br />

Per i Volontari che svolgono le funzioni <strong>di</strong> capoturno è previsto un periodo <strong>di</strong> formazione teorica<br />

proposta dal Responsabile <strong>del</strong>la formazione e un periodo <strong>di</strong> formazione pratica <strong>di</strong> almeno sei mesi<br />

come aiuto capoturno. Inoltre dovrà partecipare ai perio<strong>di</strong>ci incontri informativi per i capoturno e<br />

partecipare il più assiduamente possibile alle riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo in modo da essere<br />

costantemente informato <strong>di</strong> tutte le decisioni <strong>del</strong>iberate.<br />

Il Capoturno:<br />

1) coor<strong>di</strong>na e <strong>di</strong>spone l’or<strong>di</strong>ne d’uscita dei mezzi e decide la composizione degli equipaggi;<br />

2) risponde alla Giunta Esecutiva <strong>del</strong> comportamento dei singoli volontari in servizio e in sede e si<br />

accerterà che sia provveduto a quanto <strong>di</strong>sposto ai punti a) b) c) d) e);<br />

3) ha la completa responsabilità <strong>del</strong> turno e non potrà farsi sostituire se non per vali<strong>di</strong> motivi, tale<br />

sostituzione dovrà essere effettuata avvalendosi <strong>di</strong> un socio attivo <strong>di</strong> fiducia fermo restando che la<br />

responsabilità <strong>del</strong> turno rimane al capoturno incaricato;<br />

4) oltre ad avere la responsabilità <strong>del</strong>la centrale ra<strong>di</strong>o telefonica dovrà sorvegliare che tali<br />

apparecchiature siano utilizzate esclusivamente per motivi <strong>di</strong> servizio;<br />

5) deve riferire ai responsabili dei vari settori <strong>del</strong>l’Associazione le eventuali carenze rilevate ed ogni<br />

altra osservazione utile al buon funzionamento nonché trasmettere ai <strong>di</strong>retti interessati i messaggi<br />

a loro in<strong>di</strong>rizzati verificando che questi siano leggibili, chiari, datati, firmati e scritti sugli appositi<br />

moduli;<br />

6) deve prendere visione <strong>del</strong> REGISTRO DELLE CONSEGNE, nel quale saranno inseriti i verbali<br />

<strong><strong>del</strong>le</strong> riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo ed eventuali comunicazioni riguardanti il servizio, dai<br />

responsabili <strong>del</strong> settore;<br />

7) farà le consegne al capoturno successivo aspettando il suo arrivo trasmettendogli le notizie<br />

necessarie per la prosecuzione dei servizi;<br />

18<br />

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8) nel caso <strong>di</strong> chiamate <strong>di</strong> primo soccorso (urgenza) dovrà contattare la Centrale Operativa <strong>di</strong><br />

<strong>Modena</strong> Soccorso e, in collaborazione con essa, concorderà le modalità d’intervento come<br />

previsto dal protocollo d’intesa a tal scopo pre<strong>di</strong>sposto;<br />

9) controlla le somme ricevute e le registrazioni effettuate;<br />

10) gli e’ tassativamente vietato rilasciare informazioni telefoniche sia sui soci sia sui servizi.<br />

Per richieste <strong>di</strong> servizi relativi al territorio extra comunale, e in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, il capoturno dovrà<br />

farsi carico <strong>di</strong> contattare le Associazioni <strong>di</strong> Pubblica Assistenza (Croci Blu, Croci Ver<strong>di</strong> ecc.) <strong>del</strong>la<br />

provincia fornendo loro i dati relativi al trasporto.<br />

Per i Volontari che svolgono le funzioni <strong>di</strong> Capoturno è previsto un periodo <strong>di</strong> formazione teorica a<br />

cura <strong>del</strong> Responsabile <strong>del</strong>la formazione e un periodo <strong>di</strong> formazione pratica <strong>di</strong> almeno sei mesi<br />

come Aiuto Capoturno.<br />

AIUTO CAPOTURNO<br />

Collabora con il capoturno per la ricezione <strong><strong>del</strong>le</strong> richieste d’intervento e, solo dopo essersi<br />

consultato con il capoturno, completa scrupolosamente le schede <strong>di</strong> prenotazione con tutti i dati<br />

in<strong>di</strong>cati sul modulo.<br />

Prende in consegna le somme in denaro e provvede alle registrazioni.<br />

E’ tenuto a far si che tutte le entrate o le uscite in denaro siano documentate e registrate (foglio <strong>di</strong><br />

viaggio o ricevuta).<br />

Controlla che i fogli <strong>di</strong> viaggio siano compilati in modo corretto e leggibile in tutte le parti.<br />

Per i Volontari che svolgono funzioni d’Aiuto Capoturno è previsto un incontro con il Presidente o<br />

suo <strong>del</strong>egato e il Responsabile <strong>del</strong> gruppo turni. Obiettivo <strong>del</strong>l’incontro è presentare le<br />

caratteristiche e i compiti <strong>di</strong> questo incarico, segue un periodo d’affiancamento <strong>di</strong> almeno 2 mesi<br />

oppure otto turni. Sia l’incarico <strong>di</strong> capoturno che d’Aiuto Capoturno devono essere ratificati dalla<br />

Giunta Esecutiva.<br />

COMPONENTI DELL’EQUIPAGGIO<br />

L’AUTISTA<br />

Per la guida <strong><strong>del</strong>le</strong> ambulanze e’ richiesto il possesso <strong>del</strong>la patente <strong>di</strong> guida “B” da almeno un anno<br />

e, comunque, resta valido quanto <strong>di</strong>sposto dalla legislazione vigente in materia <strong>di</strong> circolazione<br />

stradale.<br />

Per l’abilitazione alla guida <strong><strong>del</strong>le</strong> ambulanze i soci attivi, che prestano servizio attivo da almeno un<br />

anno e abilitati come Terzi/Soci Estate da almeno tre mesi, dovranno sostenere <strong><strong>del</strong>le</strong> prove<br />

pratiche ( PERCORSO FORMATIVO) da effettuare con un Consigliere responsabile o un suo<br />

collaboratore.<br />

Il percorso formativo sarà pre<strong>di</strong>sposto dal responsabile <strong>del</strong> gruppo guide (nominato dal Consiglio<br />

Direttivo) <strong>di</strong> concerto con il responsabile <strong>del</strong> gruppo formazione e approvato dal Consiglio Direttivo.<br />

Il percorso formativo prevederà l’abilitazione progressiva alla<br />

• GUIDA “C” (guida ambulanza a vuoto accompagnato da socio abilitato alla guida almeno “B”);<br />

• GUIDA “B” (guida con paziente a bordo esclusi i trasporti d’emergenza, fatte salve valutazioni<br />

contrarie dei soci abilitati accompagnatori);<br />

• GUIDA “A” (guida in tutte le circostanze emergenza compresa).<br />

Dal compimento <strong>del</strong> 65° anno d’età ed entro il compimento <strong>del</strong> 66°, il volontario che desidera mantenere<br />

l’abilitazione alla guida “A” si dovrà sottoporre ad un colloquio con il <strong>di</strong>rettore sanitario che ne accerterà<br />

l’idoneità alla guida anche proponendo eventuali approfon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>agnostici.<br />

Successivamente il volontario dovrà sottoporsi allo stesso colloquio con cadenza biennale.<br />

Per la guida dei pulmini e degli altri mezzi speciali (ESCLUSE AUTOAMBULANZE E<br />

AUTOVETTURE) in assenza <strong><strong>del</strong>le</strong> abilitazioni A, B, o C è necessaria l’abilitazione “D” che<br />

presuppone la patente <strong>di</strong> guida da almeno 6 mesi e l’aver partecipato al percorso formativo<br />

19<br />

APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG


pre<strong>di</strong>sposto dal responsabile <strong>del</strong> gruppo guide <strong>di</strong> concerto con il responsabile <strong>del</strong>la formazione e<br />

approvato dal Consiglio Direttivo.<br />

Per l’utilizzo <strong><strong>del</strong>le</strong> autovetture, in assenza <strong><strong>del</strong>le</strong> abilitazioni A, B, C, o D, è necessaria l’abilitazione<br />

“E” che presuppone la patente <strong>di</strong> guida da almeno 6 mesi e l’aver effettuato almeno tre turni con<br />

un volontario accompagnatore. Detta abilitazione sarà inserita dal gruppo formazione nel registro<br />

soci.<br />

Il neo abilitato alla guida riceverà un estratto <strong>del</strong> presente regolamento che lo aggiornerà sulle<br />

responsabilità e sui comportamenti da tenere nel condurre i mezzi <strong>di</strong> proprietà <strong>del</strong>l’Associazione.<br />

L’abilitato alla guida d’autoambulanza azionerà il <strong>di</strong>spositivo acustico d’emergenza (sirena) e<br />

quello visivo (lucciola) solo nei casi d’effettiva necessità, in particolare NON SI DEVE FARE USO<br />

DEI LAMPEGGIATORI NEI TRASPORTI ORDINARI.<br />

La guida <strong><strong>del</strong>le</strong> ambulanze deve essere calma e sicura, specialmente nei trasporti d’emergenza,<br />

tenendo conto <strong>del</strong>l’esigenza <strong>di</strong> stabilità <strong>del</strong> trasportato e attenendosi scrupolosamente per questo<br />

alle istruzioni <strong>del</strong> “secondo” che stazionerà all’interno <strong>del</strong>la cellula sanitaria.<br />

I SEGNALI D’EMERGENZA (LUCCIOLA E SIRENA) CHIEDONO STRADA MA NON DANNO<br />

NESSUN DIRITTO DI PRECEDENZA, DI CONSEGUENZA AI SEMAFORI ROSSI E AGLI STOP<br />

STRADALI OCCORRE FERMARSI PER POI RIPARTIRE QUANDO S’E’ CERTI DI NON<br />

CAUSARE INCIDENTI.<br />

L’uso <strong>del</strong>la sirena deve essere fatto in modo continuativo e non solo in prossimità degli incroci; è<br />

comunque consigliabile NON USARE I SEGNALI ACUSTICI (SIRENA) IN PROSSIMITA’ DEI<br />

LUOGHI DI CURA.<br />

L’autista non si può esimere dalle operazioni <strong>di</strong> soccorso in aiuto al “secondo” con il quale<br />

organizza le operazioni d’intervento.<br />

E’ fatto <strong>di</strong> norma <strong>di</strong>vieto all’autista <strong>di</strong> avere a bordo <strong>del</strong>l’ambulanza persone non facenti parte<br />

<strong>del</strong>l’equipaggio in caso <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> primo soccorso (urgenza).<br />

Tutti i soci in possesso <strong>di</strong> una qualsiasi abilitazione alla guida (A, B, C, D o E):<br />

• hanno la responsabilità dei mezzi che conducono E DOVRANNO FARE RAPPORTO NEL<br />

CASO D’INCIDENTI O PROBLEMI;<br />

• sono tenuti a rispettare RIGOROSAMENTE le norme <strong>del</strong> Co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la strada.<br />

La guida <strong>di</strong> tutti i mezzi deve essere calma e sicura e deve tenere conto <strong><strong>del</strong>le</strong> esigenze e <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>del</strong> trasportato.<br />

Eventuali danni riportati dai mezzi <strong>del</strong>l’Associazione, PER NEGLIGENZA GRAVE DELL’AUTISTA,<br />

potranno essere a questo addebitate parzialmente o totalmente.<br />

PER NEGLIGENZA GRAVE DELL’AUTISTA, tutte le contravvenzioni elevate saranno addebitate<br />

all’autista stesso.<br />

In caso d’incidenti <strong>di</strong> qualsiasi natura ed entità al mezzo, l’autista deve sempre raccogliere i dati<br />

<strong><strong>del</strong>le</strong> persone e dei mezzi coinvolti e riportarli correttamente, con la sintesi <strong>del</strong>la <strong>di</strong>namica <strong>del</strong><br />

sinistro, sul registro dei verbali dei sinistri controfirmando la <strong>di</strong>chiarazione; tale registro sarà<br />

scrupolosamente conservato dal capoturno.<br />

Si terrà memoria <strong>di</strong> tutti i sinistri e <strong><strong>del</strong>le</strong> segnalazioni <strong>di</strong> comportamenti scorretti nella conduzione dei<br />

mezzi.<br />

Il responsabile <strong><strong>del</strong>le</strong> guide proporrà, se necessario, colloqui con l’Ufficio <strong>di</strong> Presidenza al fine <strong>di</strong><br />

stabilire interventi sanzionatori o <strong>di</strong> sospensione.<br />

In caso <strong>di</strong> necessità e fino alla ratifica <strong>del</strong>la Giunta Esecutiva, l’Ufficio <strong>di</strong> Presidenza <strong>di</strong> concerto<br />

con il responsabile <strong><strong>del</strong>le</strong> guide, può sospendere imme<strong>di</strong>atamente e in via cautelativa qualsiasi<br />

abilitazione alla guida, dandone comunicazione al gruppo che si occupa <strong>del</strong>l’organizzazione dei<br />

turni <strong>di</strong> servizio e al responsabile <strong>del</strong> gruppo formazione.<br />

20<br />

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Il responsabile <strong><strong>del</strong>le</strong> guide, <strong>di</strong> concerto con la Giunta Esecutiva, sulla base <strong><strong>del</strong>le</strong> statistiche annuali<br />

dei sinistri e <strong><strong>del</strong>le</strong> infrazioni al co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la strada proporrà automatismi sanzionatori e/o <strong>di</strong><br />

sospensione <strong><strong>del</strong>le</strong> abilitazioni al fine <strong>di</strong> tutelare la sicurezza <strong>del</strong> servizio, i beni e l’immagine<br />

<strong>del</strong>l’Associazione. Detti automatismi saranno comunicati, dalla data d’entrata in vigore, a tutti gli<br />

abilitati.<br />

GLI APPARATI RADIORICETRASMITTENTI DOVRANNO ESSERE USATI SOLO PER MOTIVI<br />

INERENTI AL SERVIZIO.<br />

IL SECONDO<br />

E’ tenuto a compilare correttamente, ed in ogni sua parte, i moduli pre<strong>di</strong>sposti per rilevare i dati dei<br />

servizi (foglio <strong>di</strong> viaggio e modulo <strong>di</strong> pronto soccorso) ed ha l’obbligo, durante il trasporto<br />

<strong>del</strong>l’ammalato, D’ASSISTERLO NELLA CELLULA SANITARIA.<br />

DEVE COLLABORARE CON L’AUTISTA DURANTE L’EFFETTUAZIONE DELLE MANOVRE<br />

FORNENDOGLI, DA TERRA, TUTTE LE INDICAZIONI NECESSARIE PER LA BUONA RIUSCITA DI<br />

QUESTE ULTIME.<br />

IL TERZO<br />

L’aspirante “Secondo” avente la qualifica <strong>di</strong> “TERZO” può effettuare, come secondo componente<br />

<strong>del</strong>l’equipaggio, i seguenti trasporti:<br />

- <strong>di</strong>alisi;<br />

- fisioterapia;<br />

- interospedalieri;<br />

- <strong>di</strong>missioni.<br />

E’ compito <strong>del</strong>l’equipaggio, nello svolgimento <strong>del</strong> servizio, attenersi scrupolosamente alle<br />

<strong>di</strong>sposizioni ricevute dal personale sanitario e da quello preposto al coor<strong>di</strong>namento.<br />

Al termine d’ogni servizio i volontari cureranno il rior<strong>di</strong>no e la pulizia <strong>del</strong> mezzo utilizzato in modo<br />

che sia pronto per un nuovo impiego.<br />

Durante il servizio e’ vietata qualsiasi variazione <strong>di</strong> tragitto o d’intervento se non debitamente<br />

autorizzato dal capoturno.<br />

Per eventuali offerte ricevute durante il servizio E’ OBBLIGATORIO rilasciare regolare ricevuta<br />

(copia bianca <strong>del</strong> foglio <strong>di</strong> viaggio).<br />

Tali somme saranno consegnate al capoturno.<br />

SI METTE A CONOSCENZA CHE IL SOCIO ATTIVO IN SERVIZIO E’ RESPONSABILE DEL<br />

PAZIENTE PRELEVATO PRESSO UN ENTE OSPEDALIERO O ALTRO LUOGO, DAL<br />

MOMENTO DEL PRELEVAMENTO AL MOMENTO IN CUI VIENE AFFIDATO AL PERSONALE<br />

DELL’ENTE DI DESTINAZIONE O AI FAMILIARI.<br />

Il socio attivo che rilevi lo stato <strong>di</strong> precarie con<strong>di</strong>zioni economiche <strong>di</strong> un trasportato può, a suo<br />

giu<strong>di</strong>zio, rendere il trasporto gratuito (trasporti extra - comunali).<br />

IN INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO (URGENZA) NON POTRANNO PARTECIPARE SOCI<br />

ATTIVI CHE NON ABBIANO COMPIUTO IL DICIOTTESIMO ANNO D’ETA’.<br />

Tutti i volontari in turno <strong>di</strong> servizio indosseranno la <strong>di</strong>visa stabilita nonché il cartellino <strong>di</strong><br />

riconoscimento. L’abbigliamento dovrà essere idoneo e consono al servizio, in particolare non si<br />

dovranno indossare: sandali, ciabatte e scarpe con tacchi alti, capi d’abbigliamento che possano<br />

impe<strong>di</strong>re i movimenti necessari per il buon svolgimento <strong>del</strong> servizio.<br />

E’ VIETATO:<br />

a) iniziare o lasciarsi coinvolgere in qualsiasi <strong>di</strong>scussione con gli altri utenti <strong>del</strong>la strada;<br />

b) fare o animare <strong>di</strong>scussioni durante il servizio; qualora insorgessero <strong>di</strong>vergenze o vi fossero<br />

reclami e proteste, l’interessato, o gli interessati, dovranno inoltrare un rapporto con specificazione<br />

<strong>del</strong>l’accaduto al capo turno o al responsabile <strong>di</strong> settore;<br />

21<br />

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c) eseguire prestazioni me<strong>di</strong>che e/o parame<strong>di</strong>che (ad esempio terapie iniettorie intramuscolari,<br />

misurazione <strong>del</strong>la pressione od altro), l’esposizione <strong>di</strong> presunte <strong>di</strong>agnosi, suggerire l’uso <strong>di</strong> farmaci.<br />

E’ d’obbligo l’assoluta <strong>di</strong>screzione sui servizi prestati;<br />

d) ricevere compensi personali per trasporti effettuati.<br />

ART. 9 NORME DI COMPORTAMENTO GENERALI<br />

Tutti i volontari sono tenuti al rispetto dei locali <strong>del</strong>la sede e <strong><strong>del</strong>le</strong> attrezzature a <strong>di</strong>sposizione sia sui<br />

mezzi <strong>di</strong> servizio che presso i locali <strong>del</strong>la sede. I volontari <strong>di</strong> turno non dovranno allontanarsi per<br />

nessun motivo dalla sede, salvo autorizzazione <strong>del</strong> capo turno. Tutti i soci hanno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> fare<br />

critiche ai provve<strong>di</strong>menti degli organi <strong>di</strong>rettivi in sede <strong>di</strong> Consiglio Direttivo e <strong>di</strong> proporre<br />

suggerimenti utili al buon funzionamento <strong>del</strong>l’attività. Al socio in turno e’ richiesto durante<br />

l’espletamento <strong>del</strong> servizio un comportamento corretto, lo stesso si richiede ai soci che sostano nei<br />

locali <strong>del</strong>la sede in attesa <strong>del</strong> servizio. Tutti i soci presenti in sede hanno l’obbligo morale <strong>di</strong><br />

partecipare a tutte le operazioni legate al mantenimento <strong>del</strong>l’igiene e <strong>del</strong> decoro dei locali e <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

pertinenze <strong>del</strong>l’Associazione, nonché a tutte le attività inerenti alla vita associativa. Tutti i soci attivi<br />

presenti in sede, anche a titolo ricreativo, hanno l’obbligo morale, IN CASO DI NECESSITA’ <strong>di</strong><br />

eseguire tutti i servizi richiesti dal capo turno.<br />

Al Capoturno, Autista e Secondo possono essere affiancati nuovi soci allo scopo <strong>di</strong> fare<br />

esperienza e tirocinio.<br />

ART. 10 NORME DISCIPLINARI ED ORGANI DISCIPLINARI<br />

Coloro che con il loro comportamento creano danno e pregiu<strong>di</strong>zio in qualsiasi modo e maniera alla<br />

vita e al buon nome <strong>del</strong>l’Associazione, sono sottoposti al giu<strong>di</strong>zio <strong>del</strong> Consiglio Direttivo. In caso <strong>di</strong><br />

inosservanza alle suddette norme e <strong>di</strong> quelle specificate agli articoli 6 (presenze dei soci attivi), 8<br />

(pratica <strong>del</strong> servizio) e 9 (norme <strong>di</strong> comportamento generale), in relazione alla gravita’ <strong><strong>del</strong>le</strong> stesse,<br />

potranno essere applicati uno dei seguenti provve<strong>di</strong>menti:<br />

a) RICHIAMO VERBALE;<br />

b) RICHIAMO SCRITTO;<br />

c) SOSPENSIONE;<br />

d) ESPULSIONE.<br />

I provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui alle lettere c) e d) devono essere evidenziati sul registro dei soci e sulla<br />

scheda personale.<br />

In caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>missioni od allontanamento, l’ex socio e’ tenuto a restituire la tessera o quant’altro<br />

abbia avuto in dotazione.<br />

GLI ORGANI SOCIALI CON POTERI NORMATIVO E DISCIPLINARE SONO:<br />

a) il CONSIGLIO DIRETTIVO (artt. 27 e 28 Statuto);<br />

b) il COLLEGIO DEI PROBIVIRI con esperienze <strong>di</strong> riconosciuto prestigio, autonomia e<br />

in<strong>di</strong>pendenza. (art. 38 Statuto).<br />

ART. 11 ORGANISMI DI GESTIONE<br />

CONSIGLIO DIRETTIVO<br />

E’ responsabile <strong>del</strong>la piena osservanza <strong>del</strong>lo Statuto e <strong>del</strong> presente Regolamento e vigila su tutto<br />

l’andamento <strong>del</strong>l’Associazione. E’ eletto dall’Assemblea dei soci e rimane in carica 3 anni. Elegge<br />

al suo interno il Presidente, il Vicepresidente, nomina i componenti <strong>del</strong>la Giunta Esecutiva, il<br />

Direttore Sanitario, il Vice Direttore Sanitario e i responsabili dei vari settori <strong>del</strong>l’Associazione.<br />

CONSIGLIERI<br />

I consiglieri in turno e/o presenti in sede devono tenere un comportamento <strong>di</strong> particolare serietà ed<br />

efficienza tali da servire <strong>di</strong> riferimento ai soci. I Consiglieri che sono impossibilitati ad assolvere gli<br />

incarichi per un periodo continuativo, hanno l’obbligo <strong>di</strong> <strong>del</strong>egare tale incarico ad un altro socio che<br />

sarà proposto al Consiglio Direttivo, il quale, dopo aver preso atto <strong>del</strong>la impossibilita’ momentanea<br />

<strong>del</strong> Consigliere ed approvata la sostituzione, ne darà avviso ai soci.<br />

22<br />

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I Consiglieri che <strong>di</strong>sattendono agli incarichi volontariamente assunti, per un periodo superiore ad<br />

un mese, senza avere <strong>del</strong>egato alcuno in sostituzione, saranno automaticamente richiamati dal<br />

Consiglio Direttivo che valuterà le motivazioni e i danni causati, valutando la possibilità <strong>di</strong><br />

sostituzione <strong>del</strong> Consigliere non attento ai bisogni <strong>del</strong>l’Associazione.<br />

I CONSIGLIERI SONO TENUTI A PARTECIPARE A TUTTE LE RIUNIONI DEL CONSIGLIO<br />

DIRETTIVO e a momenti formativi (seminari e/o corsi <strong>di</strong> formazione) organizzati dall’Associazione<br />

così come, su <strong>del</strong>ega <strong>del</strong> Presidente, sono tenuti a rappresentare l’Associazione in occasione <strong>di</strong><br />

incontri istituzionali o interassociativi.<br />

Dopo un’assenza <strong>di</strong> un terzo <strong><strong>del</strong>le</strong> riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo, che saranno computate<br />

trimestralmente, il Consiglio dovrà valutare l’eventuale decadenza <strong>del</strong> mandato <strong>del</strong> Consigliere.<br />

GIUNTA ESECUTIVA (artt. 30 e 32 <strong>del</strong>lo Statuto)<br />

ART. 12 IL DIRETTORE SANITARIO (Art. 35 Statuto)<br />

E’ nominato dal Consiglio Direttivo, rimane in carica 3 anni, ed è rieleggibile. Ha il compito <strong>di</strong><br />

sovrintendere alla formazione dei soci attivi, ha la possibilità <strong>di</strong> consultare il me<strong>di</strong>co curante <strong>del</strong><br />

socio attivo, qualora siano da accertare le caratteristiche <strong>di</strong> idoneità <strong>del</strong> socio; tali informazioni<br />

saranno solo a lui riservate; svolge funzioni ispettive sull’uso e la manutenzione <strong>del</strong> materiale<br />

sanitario; fa riferimento al Consiglio Direttivo in caso <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria manutenzione o acquisti <strong>di</strong><br />

materiale sanitario, ne riferirà in seguito la spesa. E’ responsabile degli acquisti <strong>di</strong> materiale<br />

sanitario, <strong>del</strong>la dotazione sui mezzi, ed esprime ogni qual volta occorre, il proprio parere per<br />

argomenti inerenti la sua competenza, può <strong>di</strong>chiarare inidoneo un mezzo <strong>del</strong>l’Associazione per<br />

mancanza dei requisiti sanitari. Per l’assolvimento <strong>del</strong> suo incarico sceglie dei collaboratori la cui<br />

nomina è ratificata dal Consiglio Direttivo. Il Direttore Sanitario e’ invitato alle riunioni <strong>del</strong> Consiglio<br />

Direttivo e <strong>del</strong>la Giunta Esecutiva alla quale partecipa con voto consultivo.<br />

Il Consiglio Direttivo potrà nominare un Vice Direttore sanitario nel casso in cui un Socio, in<br />

possesso dei requisiti previsti, si renda <strong>di</strong>sponibile a ricoprire tale incarico.<br />

ART. 13 ORGANISMO DI CONTROLLO<br />

COLLEGIO DEI SINDACI REVISORI (art. 36 Statuto)<br />

ART. 14 ELEZIONI (artt. 21, 26, 27 Statuto)<br />

Le e<strong>lezioni</strong> <strong><strong>del</strong>le</strong> cariche sociali previste dallo Statuto hanno luogo ogni 3 anni in occasione<br />

<strong>del</strong>l’Assemblea Or<strong>di</strong>naria convocata per l’approvazione <strong>del</strong> Bilancio Consuntivo. Il Consiglio<br />

Direttivo provvede alla nomina <strong>del</strong> Comitato elettorale, il quale sarà formato da cinque soci attivi,<br />

che eleggeranno al loro interno il Presidente <strong>del</strong> Comitato stesso. Le eventuali can<strong>di</strong>dature per le<br />

e<strong>lezioni</strong> dovranno essere segnalate sul cartello appositamente esposto nei locali <strong>del</strong>la sede<br />

almeno 20 giorni prima <strong>del</strong> giorno <strong><strong>del</strong>le</strong> e<strong>lezioni</strong>, i Soci potranno inscriversi fino ai 10 giorni prima<br />

<strong>del</strong>la data <strong><strong>del</strong>le</strong> e<strong>lezioni</strong> stesse, fermo restando che sarà possibile can<strong>di</strong>darsi anche il giorno<br />

stesso <strong>del</strong>l’Assemblea senza avere il proprio nome stampato nella scheda elettorale. Il Comitato<br />

Elettorale provvederà alla pre<strong>di</strong>sposizione <strong><strong>del</strong>le</strong> schede che riporteranno il nome dei can<strong>di</strong>dati e<br />

altri spazi per eventuali segnalazioni aggiuntive.<br />

Ogni elettore potrà esprimere :<br />

DIECI preferenze per il Consiglio Direttivo;<br />

DUE per il collegio dei Probiviri;<br />

DUE per il collegio dei Sindacati Revisori dei conti.<br />

Tutte le e<strong>lezioni</strong> avranno luogo a mezzo <strong>di</strong> voto segreto con schede autenticate dal timbro<br />

<strong>del</strong>l’Associazione e dalla firma <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong> Comitato Elettorale. La convocazione ai soci per<br />

23<br />

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partecipare alle e<strong>lezioni</strong> deve essere notificata con almeno due settimane <strong>di</strong> anticipo rispetto alla<br />

data prefissata.<br />

Hanno <strong>di</strong>ritto al voto:<br />

I Soci Attivi con almeno sei mesi <strong>di</strong> servizio;<br />

I Soci contribuenti in regola con il pagamento <strong><strong>del</strong>le</strong> quote sociali, trascorsi sei mesi dalla data <strong>di</strong><br />

iscrizione, o in regola con il pagamento <strong>del</strong> rinnovo annuale (ha <strong>di</strong>ritto al voto il Socio contribuente<br />

che possiede la tessera <strong>del</strong>l’anno precedente alle e<strong>lezioni</strong> e quella <strong>del</strong>l’anno in corso).<br />

Possono essere eletti:<br />

I Soci Attivi con due anni <strong>di</strong> servizio e che abbiano compiuto 21 anni <strong>di</strong> età.<br />

Le e<strong>lezioni</strong> si intendono fatte a maggioranza relativa dei voti, a parità <strong>di</strong> voti si intenderà eletto il più<br />

anziano <strong>di</strong> iscrizione, e a parità <strong>di</strong> iscrizione il più anziano <strong>di</strong> età.<br />

Le e<strong>lezioni</strong> si intendono valide qualsiasi sia il numero dei Soci votanti in seconda convocazione<br />

<strong>del</strong>l’Assemblea.<br />

ART. 15 COMMISSIONE ELETTORALE<br />

Ha il compito <strong>di</strong> verificare i requisiti dei can<strong>di</strong>tati e il <strong>di</strong>ritto al Voto dei Volontari.<br />

Letto e approvato nell’Assemblea Or<strong>di</strong>naria <strong>del</strong> 07 aprile 2003.<br />

24<br />

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4 Fisioterapista – Ospedale Policnico <strong>Modena</strong><br />

Trasporto Emiplegici<br />

a cura <strong>di</strong> Teresa Pellegrino 4<br />

Capitolo<br />

2<br />

25<br />

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2. Trasporto Emiplegici [durata 90 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

• conoscenza <strong>del</strong> sistema nervoso e <strong><strong>del</strong>le</strong> principali cause e dei possibili rischi che possono<br />

verificarsi con lesioni cerebrali o alla colonna vertebrale;<br />

• fornire informazioni utili per lo spostamento e il trasporto <strong>di</strong> un paziente emiplegico,<br />

paraplegico o tetraplegico senza correre il rischio <strong>di</strong> compiere manovre errate che<br />

potrebbero compromettere ulteriormente la salute <strong>del</strong> paziente, ma anche quella <strong>del</strong><br />

volontario.<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

CENNI ANATOMICI DEL SISTEMA NERVOSO<br />

Il sistema nervoso è la parte più importante <strong>di</strong> tutto l’organismo. Esso <strong>di</strong>rige, coor<strong>di</strong>na, regola ogni<br />

funzione e atto <strong>del</strong>la vita vegetativa e <strong>di</strong> relazione in una superiore visione d’insieme.<br />

Il sistema nervoso è <strong>di</strong>viso in due parti:<br />

1. il sistema nervoso centrale che comprende cervello e midollo spinale;<br />

2. il sistema nervoso periferico, che è sud<strong>di</strong>viso in due parti: la parte somatica (neuroni<br />

sensitivi <strong><strong>del</strong>le</strong> ra<strong>di</strong>ci dorsali e gangli annessi ai nervi cranici) fornisce al sistema nervoso<br />

centrale informazioni sensitive sullo stato dei muscoli, sulla posizione degli arti e<br />

sull’ambiente esterno; la parte autonoma (sezioni simpatica, parasimpatica ed enterica)<br />

controlla e bilancia la risposta <strong>del</strong>l’organismo allo stress e controlla la muscolatura <strong>del</strong> tubo<br />

<strong>di</strong>gerente.<br />

Il sistema nervoso centrale rappresenta la “mente <strong>di</strong>rettiva”, il punto d’arrivo <strong>di</strong> ogni sensibilità, il<br />

punto <strong>di</strong> partenza <strong>di</strong> ogni movimento, l’archivio <strong>di</strong> ogni memoria, l’elaboratore <strong>di</strong> ogni idea.<br />

Il CERVELLO è costituito da miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> cellule nervose che sono riunite in “unità funzionali”. Ogni<br />

gruppo <strong>di</strong> cellule nervose è collegato ad altrettante fibre che hanno la funzione <strong>di</strong> condurre gli<br />

impulsi nervosi <strong>del</strong>la periferia verso il cervello (stimoli sensitivi) e, viceversa, dal cervello agli<br />

organi periferici (stimoli motori).<br />

Il cervello è contenuto nella scatola cranica ed è avvolto dalle meningi. Ha la forma <strong>di</strong> un grosso<br />

ovoide ed è <strong>di</strong>viso in due emisferi, destro e sinistro.<br />

Attraverso una struttura chiamata corpo calloso che collega i due emisferi, gli impulsi che si<br />

originano nell’emisfero sinistro raggiungono la metà destra <strong>del</strong> corpo, mentre gli impulsi che si<br />

originano nell’emisfero destro raggiungono la metà sinistra <strong>del</strong> corpo.<br />

Il cervello è strettamente connesso con il midollo spinale. Quest’ultimo si può considerare<br />

come la continuazione <strong>del</strong> cervello.<br />

Il MIDOLLO SPINALE è contenuto nel canale vertebrale midollare, ha origine a livello <strong>del</strong> forame<br />

occipitale e termina a livello <strong>del</strong>la prima vertebra lombare. Ha una lunghezza <strong>di</strong> circa 45 cm. Dal<br />

midollo spinale parte l’insieme <strong>di</strong> nervi che costituisce il sistema nervoso periferico. Gli<br />

impulsi motori e sensitivi utilizzano queste vie per arrivare al cervello.<br />

Nella parte centrale <strong>del</strong> cervello, in prossimità <strong>del</strong> punto in cui il tessuto nervoso continua nel<br />

midollo spinale, esistono dei gruppi importantissimi <strong>di</strong> cellule nervose, dalla cui attività <strong>di</strong>pendono<br />

il buon funzionamento <strong>del</strong> cuore, l’attività respiratoria ed altre funzioni in<strong>di</strong>spensabili per la<br />

sopravvivenza (controllo <strong>del</strong>la vita vegetativa).<br />

Nella parte posteriore <strong>del</strong>la scatola cranica, sotto la parte posteriore degli emisferi cerebrali, è<br />

situato un piccolo organo rassomigliante nella forma al cervello, detto cervelletto.<br />

Il CERVELLETTO, collegato da fasci <strong>di</strong> fibre nervose al cervello ed al midollo spinale, partecipa<br />

alla regolazione <strong>del</strong>l’attività motoria volontaria.<br />

26<br />

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LESIONI AL CERVELLO<br />

Se il paziente ha subito una lesione alla parte destra <strong>del</strong> cervello avrà <strong>di</strong>fficoltà motorie alla parte<br />

sinistra e, viceversa, lesioni alla parte sinistra <strong>del</strong> cervello causeranno problemi motori alla parte<br />

destra. Si parla in questi casi <strong>di</strong>:<br />

- emiplegia quando si ha la paralisi completa e irreversibile <strong>di</strong> un emicorpo;<br />

- emiparesi quando si ha un parziale recupero <strong>del</strong> movimento dopo il trauma.<br />

Gli eventi traumatici a carico <strong>del</strong> nostro cervello che possono causare emiplegia sono: trombosi,<br />

emorragia cerebrale, aneurisma, neoplasia e trauma cranico. Ipertensione e <strong>di</strong>abete possono<br />

essere ulteriori fattori <strong>di</strong> rischio per traumi cranici.<br />

Il paziente che subisce traumi <strong>di</strong> questo tipo avrà problemi <strong>di</strong> sensibilità, senso <strong>di</strong> posizione e la<br />

mancanza <strong>di</strong> percezione <strong>di</strong> quale sia la parte colpita (eminattenzione).<br />

TRASPORTO DI UN EMIPLEGICO CRONICO (colpito da tempo da paralisi)<br />

Nello spostamento <strong>di</strong> un paziente è necessario prestare attenzione all’arto superiore <strong>del</strong>la parte<br />

emiplegica che, se manipolato in modo non adeguato, può lussarsi. Se non è possibile usufruire <strong>di</strong><br />

attrezzature adeguate si possono utilizzare mezzi <strong>di</strong> fortuna (un foulard o la cintura dei pantaloni)<br />

per immobilizzare l’arto durante gli spostamenti. Chi assiste il paziente deve spiegare ogni<br />

manovra che sta per eseguire e, quando possibile, chiedere la collaborazione <strong>del</strong> soggetto<br />

soprattutto se questo ha già fatto un trattamento riabilitativo. È inoltre importante non perdere mai il<br />

controllo <strong>del</strong> busto.<br />

1. Trasferimento dal letto alla barella<br />

Se il soggetto deve ancora incominciare il trattamento riabilitativo lo si sposta con l'aiuto <strong>del</strong>la<br />

traversa o <strong>di</strong> due operatori:<br />

• posizione <strong>del</strong>la barella: se è possibile parallela al letto;<br />

• posizione <strong>del</strong> paziente: sdraiato. Con la mano sana egli si tiene stretto il gomito <strong>del</strong> braccio<br />

malato, che è sulla pancia;<br />

• posizione degli operatori:<br />

a. il primo sta <strong>di</strong>etro al paziente, mette le braccia attorno al torace <strong>del</strong>lo stesso, gli<br />

prende gli avambracci incrociati, in modo da evitare <strong>di</strong> trazionare il paziente<br />

sotto le ascelle;<br />

b. il secondo è in posizione <strong>di</strong> passo <strong>di</strong> fronte al soggetto e gli prende le gambe. Ad<br />

un segnale stabilito i due operatori alzano insieme il paziente. Evitare <strong>di</strong><br />

trazionare il braccio malato <strong>del</strong> soggetto e <strong>di</strong> lasciarlo cadere a penzoloni<br />

durante il trasporto.<br />

2. Passaggio da sdraiato a seduto sul letto<br />

• Posizione <strong>del</strong> paziente: sdraiato. Gli si chiede <strong>di</strong> prendersi il braccio malato e <strong>di</strong> portarselo<br />

sull'addome, ma se il soggetto non dovesse riuscirci, lo fa l'operatore;<br />

• posizione <strong>del</strong>l'operatore: dal lato sano, in posizione <strong>di</strong> passo <strong>di</strong> fronte al soggetto. Piega le<br />

gambe <strong>del</strong> soggetto, fissandogli la gamba malata. Chiede al paziente <strong>di</strong> prendere il bordo<br />

<strong>del</strong> lettino con la mano sana in modo da mettersi sul fianco sano;<br />

• l’operatore lo aiuta a rotolare, spingendo sulle ginocchia o <strong>di</strong>etro la spalla malata.<br />

Lentamente porta le gambe <strong>del</strong> paziente fuori dal letto e gli <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> mettersi seduto facendo<br />

perno prima sul gomito, poi su tutto il braccio sano;<br />

• l’operatore, infine, aiuta il paziente guidando con una mano <strong>di</strong>etro alla nuca l'esecuzione<br />

<strong>del</strong> movimento, in modo da evitare che egli ricada sdraiato.<br />

3. Passaggio da seduto sul letto alla carrozzina 5 o se<strong>di</strong>a con braccioli<br />

5 La carozzina dovrebbe avere ruote piccole anteriori e gran<strong>di</strong> posteriori. Nei casi in cui il paziente soffre <strong>di</strong> artrite reumatoide, ha subito<br />

amputazione degli arti inferiori oppure è <strong>di</strong> corporatura molto piccola, la carozzina può avere ruote gran<strong>di</strong> anteriori.<br />

27<br />

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• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: leggermente inclinata verso il letto, dalla parte sana <strong>del</strong><br />

soggetto. Deve essere SEMPRE frenata!!<br />

• posizione <strong>del</strong> paziente: seduto, con le gambe fuori dal letto;<br />

• posizione <strong>del</strong>l'operatore: <strong>di</strong> fronte al soggetto, spostato leggermente dalla parte malata;<br />

• l’operatore chiede al soggetto <strong>di</strong> puntare la mano sana sul materasso in modo da far<br />

scivolare in avanti il sedere per poter appoggiare i pie<strong>di</strong> al terreno;<br />

• l'operatore aiuta a scendere il paziente prendendogli la cintura con la mano che è <strong>di</strong> fronte<br />

alla parte malata;<br />

• l’operatore DEVE controllare che i pie<strong>di</strong> <strong>del</strong> paziente, una volta appoggiati a terra, siano un<br />

po' <strong>di</strong>stanziati; il piede e il ginocchio malati sono tenuti fermi dal piede e dal ginocchio<br />

<strong>del</strong>l'operatore;<br />

• l’operatore <strong>di</strong>ce al soggetto <strong>di</strong> spingersi con la mano sana sul letto, in modo da alzarsi;<br />

• l'operatore aiuta il paziente ad alzarsi prendendolo per la cintura o abbracciandolo dalla<br />

parte malata;<br />

• l’operatore <strong>di</strong>ce al paziente <strong>di</strong> raggiungere col braccio sano il bracciolo più lontano <strong>del</strong>la<br />

carrozzina;<br />

• l’operatore <strong>di</strong>ce al soggetto <strong>di</strong> fare perno sulla gamba sana e <strong>di</strong> ruotare il corpo in modo da<br />

portare il sedere sul se<strong>di</strong>le <strong>del</strong>la carrozzina;<br />

• l'operatore segue col proprio corpo il movimento <strong>del</strong> soggetto; se questi non è in grado <strong>di</strong><br />

ruotare il sedere l'operatore lo aiuta prendendolo per la cintura;<br />

• l’operatore controlla che il paziente sia seduto comodamente e che il braccio paralizzato<br />

non sia a penzoloni.<br />

4. Passaggio dalla carrozzina alla seggetta<br />

• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: lievemente inclinata rispetto alla seggetta, che è a lato dalla<br />

parte sana <strong>del</strong> soggetto ed è frenata;<br />

• posizione <strong>del</strong> paziente: si chiede al soggetto <strong>di</strong> far scivolare bene in avanti il sedere; i suoi<br />

pie<strong>di</strong> devono essere a terra, non sui pedalini <strong>del</strong>la carrozzina;<br />

• posizione <strong>del</strong>l'operatore: <strong>di</strong> fronte al paziente. Col proprio piede egli DEVE fissare il piede<br />

non sano e col proprio ginocchio fissare il ginocchio malato;<br />

• l’operatore chiede al paziente <strong>di</strong> piegare il busto in avanti e <strong>di</strong> spingere con la mano sana<br />

sul bracciolo <strong>del</strong>la carrozzina per alzarsi;<br />

• l'operatore aiuta il soggetto abbracciandolo o prendendolo per la cintura;<br />

• l’operatore <strong>di</strong>ce al paziente <strong>di</strong> raggiungere con la mano sana il bracciolo più lontano <strong>del</strong>la<br />

seggetta; il paziente, a sua volta, fa perno sulla gamba sana e ruota in modo da portare il<br />

sedere sul se<strong>di</strong>le <strong>del</strong>la seggetta;<br />

• l'operatore segue col proprio corpo il movimento <strong>del</strong> paziente;<br />

• se il paziente non riesce a ruotare il sedere, è l'operatore che lo aiuta guidandolo dai<br />

fianchi;<br />

• l’operatore controlla che il soggetto abbia la schiena poggiata allo schienale <strong>del</strong>la seggetta<br />

e che il braccio malato non cada bruscamente.<br />

5. Come aiutare il paziente che cammina col bastone<br />

Se il paziente cammina col bastone l'operatore deve stargli vicino dal lato malato e affiancarlo<br />

senza far nulla, pronto ad intervenire in caso <strong>di</strong> pericolo <strong>di</strong> caduta. Se cammina, <strong>di</strong> solito sa già<br />

come salire e scendere le scale; ma l'operatore deve comunque informarsi sulla capacità <strong>del</strong><br />

soggetto <strong>di</strong> affrontare le scale.<br />

• Salita <strong><strong>del</strong>le</strong> scale<br />

Il paziente sale le scale portando:<br />

il bastone d’appoggio sul gra<strong>di</strong>no da fare;<br />

il piede sano sul gra<strong>di</strong>no da raggiungere;<br />

il piede malato vicino a quello sano, salendo così completamente il gra<strong>di</strong>no.<br />

L'operatore si trova <strong>di</strong>etro al soggetto e deve controllare che tutta la pianta <strong>del</strong> piede sia in<br />

appoggio sul gra<strong>di</strong>no.<br />

28<br />

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• Discesa dalle scale<br />

Il paziente scende le scale portando:<br />

il bastone d’appoggio sul gra<strong>di</strong>no in basso;<br />

la gamba malata va poggiata sul gra<strong>di</strong>no in basso;<br />

la gamba sana raggiunge quella malata.<br />

L'operatore scende le scale per essere davanti e <strong>di</strong> fronte al paziente.<br />

LESIONI DELLA COLONNA VERTEBRALE<br />

La colonna vertebrale è composta da trentatre vertebre sovrapposte sud<strong>di</strong>visibili in sette vertebre<br />

cervicali, do<strong>di</strong>ci vertebre dorsali, cinque vertebre lombari e nove vertebre sacrali (cauda equina);<br />

tra una vertebra e l’altra vi è un <strong>di</strong>sco cartilagineo.<br />

Ciascuna vertebra è composta da un corpo, formato da lamine che descrivono un anello ed<br />

apofisi; in questo anello o “canale vertebrale” ha sede il midollo spinale.<br />

E’ ovvio che il pericolo <strong>di</strong> lesioni <strong><strong>del</strong>le</strong> vertebre è rappresentato non tanto dalle fratture in se stesse,<br />

ma dai possibili danni al midollo spinale. Infatti, essendo il canale vertebrale molto stretto ed il<br />

midollo spinale molto fragile (tessuto gelatinoso poco consistente), vi è il gravissimo pericolo <strong>di</strong><br />

lesione midollare provocata da un frammento osseo o dalla pressione <strong>del</strong>la vertebra stessa sul<br />

midollo. Poiché esso contiene fibre sensitive e motorie, sono ovvie le pesanti conseguenze che<br />

derivano da lesioni: paralisi motorie e sensitive spesso definitive.<br />

• Tetraplegia: paralisi <strong>di</strong> tutti e quattro gli arti.<br />

• Paraplegia: paralisi degli arti inferiori.<br />

SPOSTAMENTI DI UN PAZIENTE PARAPLEGICO<br />

Prima <strong>di</strong> qualsiasi intervento l’operatore deve domandare al soggetto come è abituato a fare i<br />

trasferimenti; inoltre occorre ricordare o domandare se deve indossare un corpetto o una valva<br />

gessata prima <strong>di</strong> eseguire lo spostamento.<br />

1. Passaggio dal letto alla carrozzina<br />

Il trasferimento è possibile solo con l'aiuto <strong>di</strong> due persone se il soggetto non ha ancora cominciato<br />

il trattamento riabilitativo e perciò non sa ancora come muoversi.<br />

• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: ad angolo <strong>di</strong> circa trenta gra<strong>di</strong> rispetto al letto, dalla parte<br />

<strong>del</strong>la testa <strong>del</strong> paziente. La carrozzina deve essere frenata e il bracciolo vicino al letto<br />

spostato. Sulla ruota posteriore va messo un piccolo cuscino, per evitare che il soggetto<br />

vi urti contro;<br />

• posizione <strong>del</strong> paziente: seduto con le gambe allungate, la testa ed il busto piegati in<br />

avanti e le braccia appoggiate sul piano <strong>del</strong> letto;<br />

• posizione degli operatori:<br />

a. il primo, in pie<strong>di</strong> <strong>di</strong>etro al paziente con la ruota posteriore <strong>del</strong>la carrozzina tra le<br />

gambe, mette le braccia intorno al torace <strong>del</strong> soggetto;<br />

b. il secondo, in posizione <strong>di</strong> passo <strong>di</strong> fronte al letto, prende le gambe <strong>del</strong> soggetto<br />

mettendo un braccio sotto le cosce e l'altro sotto le gambe. Più il paziente è<br />

pesante, più in alto devono essere prese le gambe.<br />

• i due operatori alzano insieme il paziente, che li aiuta spingendosi con le braccia;<br />

• a questo punto gli operatori:<br />

a. il primo fa un passo <strong>di</strong> lato;<br />

b. il secondo fa un passo all'in<strong>di</strong>etro.<br />

Il paziente deve essere sollevato bene in alto, per non urtare contro la ruota posteriore.<br />

Se il paziente ha già cominciato il trattamento riabilitativo probabilmente sa già fare i trasferimenti<br />

in modo semi-autonomo, perciò potrebbe occorrere l'aiuto <strong>di</strong> un solo operatore.<br />

• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: come sopra;<br />

• posizione <strong>del</strong> paziente: come sopra;<br />

29<br />

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• posizione <strong>del</strong>l'operatore: <strong>di</strong> passo <strong>di</strong> fronte al letto prende le gambe <strong>del</strong> paziente e lo aiuta<br />

a spostarsi col sedere vicino al bordo <strong>del</strong> letto.<br />

Il paziente sposta il suo braccio più vicino sul se<strong>di</strong>le <strong>del</strong>la carrozzina. Mentre l'operatore gli<br />

solleva le gambe il soggetto, spingendosi con le braccia, sposta il sedere sul se<strong>di</strong>le <strong>del</strong>la<br />

carrozzina.<br />

2. Passaggio dalla carrozzina al letto<br />

Se il paziente non è ancora autonomo nei trasferimenti occorrono necessariamente due operatori.<br />

• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: ve<strong>di</strong> sopra;<br />

• posizione <strong>del</strong> paziente: seduto in carrozzina, fa perno con un braccio sul piano <strong>del</strong> letto e<br />

con l'altro sul bracciolo <strong>del</strong>la carrozzina;<br />

• posizione degli operatori:<br />

a. il primo, in pie<strong>di</strong> <strong>di</strong>etro al soggetto con la ruota posteriore vicina al letto tra le<br />

gambe, mette le braccia attorno al torace <strong>del</strong> paziente;<br />

b. il secondo, in posizione <strong>di</strong> passo <strong>di</strong> fronte alla carrozzina, prende le gambe <strong>del</strong><br />

soggetto.<br />

Insieme i due operatori alzano il paziente, che li aiuta facendo perno con le braccia.<br />

Se il paziente è semi-autonomo può essere assistito nei trasferimenti anche da un solo operatore.<br />

• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: ve<strong>di</strong> sopra;<br />

• posizione <strong>del</strong> paziente: ve<strong>di</strong> sopra;<br />

• posizione <strong>del</strong>l'operatore: <strong>di</strong> fronte al soggetto, gli prende le gambe.<br />

Il paziente fa perno sulle braccia e sposta il sedere sul letto, mentre l'operatore lo aiuta<br />

sollevandogli le gambe.<br />

3. Passaggio dalla carrozzina alla seggetta<br />

Le manovre e le prese da eseguire sono simili a quelle <strong>del</strong> passaggio dalla carrozzina al letto.<br />

4. Trasferimenti esterni<br />

Salire il marciapiede<br />

• La carrozzina è <strong>di</strong> fronte al marciapiede se si è in due operatori;<br />

• Uno dei due operatori è <strong>di</strong>etro alla carrozzina e l’altro è davanti;<br />

• il paziente si tiene ben stretto ai braccioli;<br />

• l'operatore che sta <strong>di</strong>etro inclina all'in<strong>di</strong>etro la carrozzina sulle ruote posteriori, in modo<br />

che quelle anteriori salgano sul marciapiede con l’aiuto <strong>del</strong> secondo operatore; poi,<br />

spingendo in avanti la carrozzina, si fanno salire anche le ruote posteriori.<br />

Scendere dal marciapiede<br />

• la carrozzina è voltata in modo che le ruote posteriori siano sul bordo <strong>del</strong> marciapiede:<br />

la <strong>di</strong>scesa si effettua all'in<strong>di</strong>etro;<br />

• l'operatore è <strong>di</strong>etro alla carrozzina, in basso rispetto al marciapiede;<br />

• il soggetto si regge bene ai braccioli;<br />

• l'operatore inclina leggermente all'in<strong>di</strong>etro la carrozzina e lentamente fa scivolare in<br />

basso rispetto al marciapiede le ruote posteriori, poi lentamente seguono quelle<br />

anteriori.<br />

Strada in <strong>di</strong>scesa<br />

• La carrozzina affronta la <strong>di</strong>scesa voltata all'in<strong>di</strong>etro;<br />

• l'operatore è <strong>di</strong>etro alla carrozzina e cammina all'in<strong>di</strong>etro;<br />

• il paziente deve essere pronto ad aiutare l'operatore in modo da frenare la <strong>di</strong>scesa;<br />

• l'operatore molto lentamente porta all'in<strong>di</strong>etro la carrozzina richiamando l'attenzione <strong>del</strong><br />

paziente se la <strong>di</strong>scesa è molto ripida e richiedendogli eventualmente <strong>di</strong> collaborare a<br />

rallentare la <strong>di</strong>scesa stessa.<br />

30<br />

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TRASPORTO DI UN PAZIENTE TETRAPLEGICO<br />

L’operatore deve in primo luogo domandare o ricordare al soggetto se, prima <strong>del</strong> trasferimento,<br />

non occorra indossare un collare. Occorre fare molta attenzione, perché il soggetto a causa <strong>del</strong>la<br />

lesione subita può non percepire il dolore, il caldo, il freddo ecc. L’operatore deve inoltre indagare<br />

se il soggetto ha già seguito un trattamento riabilitativo e come è abituato a muoversi. Bisogna fare<br />

attenzione anche all’attività riflessa degli arti o al risveglio <strong>del</strong> tono muscolare.<br />

1. Passaggio dal letto alla carrozzina<br />

• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: ve<strong>di</strong> sopra;<br />

• posizione <strong>del</strong> paziente: sdraiato con le gambe allungate e le braccia conserte sul torace;<br />

• posizione degli operatori:<br />

a. il primo, <strong>di</strong>etro al paziente con la ruota posteriore tra le gambe, mette le proprie<br />

braccia attorno al torace <strong>del</strong> paziente e gli prende gli avambracci incrociati;<br />

b. il secondo, in posizione <strong>di</strong> passo <strong>di</strong> fronte al letto, prende le gambe;<br />

Al segnale i due operatori alzano il paziente: il primo fa un passo <strong>di</strong> lato, mentre il secondo fa<br />

un passo all'in<strong>di</strong>etro.<br />

2. Passaggio dal letto alla barella<br />

• Posizione <strong>del</strong>la barella: parallela al letto;<br />

• posizione <strong>del</strong> paziente: ve<strong>di</strong> sopra;<br />

• posizione degli operatori: ne occorrono tre:<br />

a. il primo tiene il capo <strong>del</strong> paziente;<br />

b. il secondo passa le braccia sotto il busto <strong>del</strong> paziente;<br />

c. il terzo le passa sotto le cosce.<br />

Al segnale stabilito i tre operatori si muovono assieme, sollevando il paziente.<br />

3. Passaggio dalla carrozzina alla seggetta<br />

• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: ve<strong>di</strong> sopra;<br />

• posizione <strong>del</strong> paziente: seduto;<br />

• posizione degli operatori:<br />

a. il primo, alla sinistra <strong>del</strong> soggetto, gli passa un braccio <strong>di</strong>etro la schiena e l'altro<br />

sotto le cosce;<br />

b. il secondo, alla destra <strong>del</strong> soggetto, gli passa un braccio <strong>di</strong>etro la schiena e si<br />

allaccia alla mano <strong>del</strong> primo operatore, mentre l'altro braccio passa sotto la<br />

coscia destra e si allaccia all’altra mano <strong>del</strong>l’operatore.<br />

Al segnale i due operatori sollevano il paziente.<br />

È’ molto <strong>di</strong>fficile per questo tipo <strong>di</strong> paziente, una volta in seggetta, mantenere l'equilibrio anche da<br />

seduto; perciò nei trasferimenti lo si deve assicurare allo schienale con le apposite cinghie.<br />

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6 Me<strong>di</strong>co Nefrologo – Ospedale Policlinico <strong>Modena</strong><br />

Trasporto Emo<strong>di</strong>alizzati<br />

a cura <strong>di</strong> Emiliana Ferramosca 6<br />

Capitolo<br />

3<br />

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3. Trasporto Emo<strong>di</strong>alizzati [durata 60 minuti]<br />

IL TRATTAMENTO SOSTITUTIVO DELLA INSUFFICIENZA RENALE<br />

COMPLICANZE LEGATE ALLA DIALISI<br />

ED IMPLICAZIONI PSICO-SOCIALI<br />

OBIETTIVI:<br />

1. Apprendere le nozioni <strong>di</strong> base sulle funzioni <strong>del</strong> rene e sul concetto <strong>di</strong> insufficienza renale<br />

cronica;<br />

2. Apprendere le nozioni <strong>di</strong> base relative al trattamento <strong>di</strong>alitico;<br />

3. Apprendere le problematiche che si possono incontrare durante il trasporto dei pazientI<br />

emo<strong>di</strong>alizzati ed il relativo trattamento.<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

Tra le moltissime funzioni che svolge il rene, la più importante è quella <strong>di</strong> mantenere costante il<br />

volume totale e la composizione <strong>del</strong> liquido nel quale tutte le cellule <strong>del</strong> nostro organismo sono<br />

immerse.<br />

Questo finissimo lavoro <strong>di</strong> regolazione é reso possibile dal fatto che il rene è in grado <strong>di</strong> eliminare,<br />

attraverso le urine, le sostanze tossiche che si accumulano nel sangue (creatinina, urea, acido<br />

urico, ecc.) soprattutto nel processo <strong>di</strong> trasformazione degli alimenti; è anche in grado <strong>di</strong> regolare<br />

in modo perfetto l'eliminazione dei liqui<strong>di</strong> secondo la quantità che viene introdotta.<br />

Il rene è talmente essenziale all'organismo che se smette <strong>di</strong> funzionare <strong>del</strong> tutto, la morte<br />

sopravviene entro 2 o 3 giorni; oltre all'acqua, infatti, l'aumento <strong><strong>del</strong>le</strong> sostanze tossiche risulta<br />

letale per organi fondamentali quali il cuore.<br />

Il rene, ad ogni modo, possiede un'enorme capacità <strong>di</strong> adattamento e <strong>di</strong> resistenza <strong>di</strong> fronte alle<br />

malattie più gravi che possono colpirlo: si può sopravvivere infatti anche con una funzione renale<br />

ridotta al 5% <strong>del</strong> normale.<br />

Tutti possono ammalarsi <strong>di</strong> insufficienza renale cronica, sia gli adulti che i bambini. Le malattie che<br />

colpiscono i reni e possono provocare un'insufficienza renale sono molte e riconoscono cause<br />

molteplici, alcune note, altre poco o per nulla conosciute. Le più frequenti sono le glomerulonefriti,<br />

le infezioni renali, il <strong>di</strong>abete, l'ipertensione arteriosa, l'abuso <strong>di</strong> farmaci (ad es. antidolorifici e alcuni<br />

antibiotici).<br />

Il TRATTAMENTO SOSTITUTIVO<br />

Con il termine terapia sostitutiva si intende una meto<strong>di</strong>ca in grado <strong>di</strong> sostituire in parte la funzione<br />

renale; essa è rappresentata da:<br />

• EMODIALISI, in cui viene utilizzata una macchina (rene artificiale) per la depurazione <strong>del</strong><br />

sangue<br />

• DIALISI PERITONEALE, che utilizza la membrana peritoneale (membrana che ricopre<br />

l'intestino) per la depurazione <strong>del</strong> sangue<br />

• TRAPIANTO RENALE, effettuato solo quando esistono le con<strong>di</strong>zioni cliniche opportune. Il<br />

trapianto renale, da cadavere o da vivente, rimane la forma più completa <strong>di</strong> terapia<br />

sostitutiva <strong>del</strong>l'insufficienza renale cronica terminale<br />

EMODIALISI<br />

L' emo<strong>di</strong>alisi è una tecnica che permette <strong>di</strong> rimuovere le sostanze tossiche che si accumulano<br />

nell'organismo attraverso il "lavaggio" e "filtraggio" <strong>del</strong> sangue me<strong>di</strong>ante l'utilizzo <strong>del</strong> rene<br />

artificiale. Il rene artificiale è un'apparecchiatura che filtra e ripulisce il sangue attraverso uno<br />

speciale filtro.<br />

33<br />

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Sono oltre 3 milioni i pazienti con insufficienza renale in tutto il mondo e oltre 600.000 in <strong>di</strong>alisi<br />

mentre in Italia le persone sottoposte al trattamento <strong>di</strong>alitico sono oltre 40000 con un incremento<br />

annuo <strong>di</strong> oltre 7000 persone (dati aggiornati alla fine <strong>del</strong> 2001) .<br />

La popolazione <strong>di</strong>alitica a <strong>Modena</strong> e provincia ammonta a circa 600 <strong>di</strong>alizzati.<br />

Il costo <strong>di</strong> una singola seduta <strong>di</strong> emo<strong>di</strong>alisi si aggira intorno ai 200-250 euro: per ottenere una<br />

depurazione efficace si deve eseguire l'emo<strong>di</strong>alisi solitamente tre volte la settimana, a giorni<br />

alterni...Provate ad immaginare i costi !<br />

Ogni seduta <strong>di</strong> <strong>di</strong>alisi dura circa 3-4 ore durante le quali il paziente rimane collegato al rene<br />

artificiale.<br />

L'emo<strong>di</strong>alisi viene effettuata in "punti <strong>di</strong>alisi" attrezzati <strong>di</strong> un rene artificiale: in ospedale, dove sono<br />

presenti me<strong>di</strong>ci e infermieri; nei centri <strong>di</strong> assistenza limitata <strong>di</strong>slocati in ambulatori sul territorio<br />

(anche all'esterno <strong>di</strong> strutture ospedaliere) con la presenza <strong>di</strong> un infermiere; presso il proprio<br />

domicilio. In quest'ultimo caso è necessaria l'assistenza <strong>di</strong> un familiare precedentemente<br />

addestrato all'appren<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>la tecnica, che aiuti il paziente nella esecuzione <strong>del</strong>la <strong>di</strong>alisi.<br />

Gli elementi essenziali <strong>del</strong>la <strong>di</strong>alisi sono:<br />

• l'accesso vascolare;<br />

• il rene artificiale;<br />

• un letto o poltrona-bilancia;<br />

• l'infermiere (un familiare se la <strong>di</strong>alisi è eseguita a domicilio).<br />

L'accesso vascolare può essere <strong>di</strong> due tipi:<br />

FISTOLA ARTERO-VENOSA: consiste nella creazione, me<strong>di</strong>ante un piccolo intervento in<br />

anestesia locale, <strong>di</strong> un collegamento permanente tra un'arteria e una vena <strong>del</strong> braccio,<br />

In questo modo si ottiene un passaggio <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> sangue dall'arteria alla vena così che,<br />

quest'ultima, <strong>di</strong>venga sufficientemente grande e robusta per inserire facilmente i due aghi<br />

che, durante la seduta <strong>di</strong>alitica, verranno collegati alle linee <strong>del</strong> rene artificiale.<br />

Ad ogni trattamento <strong>di</strong>alitico, infatti, il paziente si stende sul letto o sulla poltrona, viene<br />

collegato tramite i due "punti <strong>di</strong> contatto" <strong>del</strong>la vena: quello inferiore serve per portare il<br />

sangue, me<strong>di</strong>ante una pompa, nel filtro <strong>del</strong> rene artificiale dove viene "depurato".<br />

Contemporaneamente il sangue "pulito" che esce dal filtro viene reimmesso nella vena nel<br />

punto <strong>di</strong> contatto superiore.<br />

CATETERE VENOSO CENTRALE, utilizzato in genere nelle <strong>di</strong>alisi eseguite “in urgenza”<br />

oppure destinato a quei pazienti in cui il patrimonio venoso superficiale <strong>del</strong> braccio è<br />

scarso e non permette il confezionamento <strong>di</strong> una fistola artero-venosa. Si tratta <strong>di</strong> un<br />

piccolo “tubo” sintetico posizionato permanentemente nella vena giugulare (a livello <strong>del</strong><br />

collo) oppure nella vena femorale (a livello <strong>del</strong>l’inguine) che consentono il collegamento <strong>del</strong><br />

paziente al rene artificiale.<br />

PROBLEMI LEGATI AL TRATTAMENTO DIALITICO<br />

Nonostante i notevoli progressi tecnologici che hanno migliorato la sicurezza <strong>del</strong> trattamento<br />

emo<strong>di</strong>alitico, l'intervento non è privo <strong>di</strong> rischio. Infatti, sia durante che dopo il trattamento, possono<br />

verificarsi problemi la cui conoscenza permetterà a chi si trovi a fianco al paziente un corretto<br />

intervento spesso senza dover far ricorso al me<strong>di</strong>co.<br />

In particolare, nell'imme<strong>di</strong>ato post-<strong>di</strong>alisi o durante il trasporto <strong>del</strong> paziente, potranno verificarsi:<br />

• emorragie;<br />

34<br />

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• ipotensione;<br />

• vomito;<br />

• crampi;<br />

• febbre;<br />

• brivi<strong>di</strong>;<br />

• ipertensione.<br />

Ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> analizzare brevemente alcuni <strong>di</strong> questi.<br />

EMORRAGIE<br />

La necessita' <strong>di</strong> somministrare eparina per evitare durante la <strong>di</strong>alisi la coagulazione <strong>del</strong> sangue<br />

nelle linee <strong>del</strong>la macchina da <strong>di</strong>alisi provoca la scoagulazione <strong>del</strong> paziente: ne deriva un<br />

aumentato rischio emorragico durante il trattamento <strong>di</strong>alitico ed anche successivamente. Può<br />

capitare infatti che all'improvviso il paziente abbia per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> sangue anche notevoli dalla sede <strong>di</strong><br />

infissione degli aghi nel braccio: in questo caso l'intervento consiste (dopo aver indossato i guanti!)<br />

nel comprimere con adeguato tampone <strong>di</strong> garze il punto <strong>di</strong> fuoriuscita ematica e,<br />

contemporaneamente, sollevare il braccio in alto in modo da <strong>di</strong>minuire l'afflusso <strong>di</strong> sangue al punto<br />

<strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta.<br />

E' opportuno poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> cotone emostatico da utilizzare assieme al tampone. Generalmente<br />

pochi minuti sono sufficienti ad arrestare l'emorragia.<br />

IPOTENSIONE<br />

E' un'altra evenienza frequente. Il paziente si presenta spesso sudato, non risponde alle<br />

sollecitazioni, perde "colore", ecc.: metterlo subito <strong>di</strong>steso a terra senza nulla al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong>la testa,<br />

sollevare le gambe a 45 gra<strong>di</strong> e tenerlo in questa posizione fino a quando non riprenda i sensi. In<br />

genere bastano 10-15 secon<strong>di</strong> perché il paziente si riprenda : in caso contrario provvedere al<br />

tempestivo trasporto in ospedale, somministrare ossigeno, e in mancanza <strong>del</strong> battito operare il<br />

massaggio car<strong>di</strong>aco.<br />

VOMITO<br />

Dopo la seduta <strong>di</strong>alitica può verificarsi la comparsa <strong>di</strong> vomito, le cui cause sono varie. In post<strong>di</strong>alisi<br />

potrebbe essere dovuto ad una ipotensione (causa frequente). In caso <strong>di</strong> paziente barellato,<br />

aiutarlo a eliminare il materiale emesso, mettendolo in decubito laterale, per evitare che si verifichi<br />

il suo passaggio <strong>del</strong> vomito nelle vie respiratorie. Nel caso in cui il vomito sia striato <strong>di</strong> sangue o sia<br />

ad<strong>di</strong>rittura solo sangue, è necessario riportare il paziente al centro <strong>di</strong>alisi o al Pronto Soccorso più<br />

vicino.<br />

CRAMPI<br />

In questo caso il paziente lamenta contratture molto dolorose più spesso localizzate agli arti<br />

inferiori (pie<strong>di</strong>, polpacci). Tenere <strong>di</strong>stesa completamente la gamba e flettere il dorso <strong>del</strong> piede<br />

verso la gamba stessa oppure consigliare al paziente <strong>di</strong> premere, a gamba <strong>di</strong>stesa, con il piede<br />

verso una superficie qualsiasi (la mano <strong>del</strong>l'operatore ad es.). Utile applicare borsa <strong>di</strong> acqua calda<br />

e/o massaggi.<br />

FEBBRE E BRIVIDI<br />

Quando non siano legati ad un fatto infettivo preesistente alla seduta <strong>di</strong>alitica (es. sindrome<br />

influenzale) possono essere una reazione secondaria al contatto <strong>del</strong> sangue, nel corso <strong>del</strong>la<br />

seduta <strong>di</strong>alitica, con sostanze dette “pirogeni” che sono responsabili <strong>del</strong>la comparsa <strong>di</strong> febbre. Nei<br />

pazienti portatori <strong>di</strong> catetere venoso centrale, lo stesso catetere potrebbe essere la via <strong>di</strong> ingresso<br />

<strong>di</strong> germi responsabili <strong>del</strong>la comparsa <strong>del</strong>la febbre. Brivi<strong>di</strong> e febbre non costituiscono una vera e<br />

propria “urgenza”. In questo caso si invita il paziente a misurare la temperatura una volta al<br />

proprio domicilio, e <strong>di</strong> contattare il me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> loro centro Dialisi al persistere <strong>del</strong>la sintomatologia.<br />

35<br />

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Tra le complicanze legate all’insufficienza renale che potreste incontrare durante il trasporto <strong>del</strong><br />

paziente dal proprio domicilio al centro Dialisi, quin<strong>di</strong> una evenienza PRE-DIALITICA, vi è l’edema<br />

polmonare. Quando il rene perde la sua funzione i pazienti urinano poco o ad<strong>di</strong>rittura non urinano<br />

più. Questo comporta che tutti i liqui<strong>di</strong> assunti dal paziente, più quelli prodotti dalle reazioni<br />

cataboliche <strong>del</strong> nostro organismo, tendono ad accumularsi e ri<strong>di</strong>stribuirsi nel corpo. L’evenienza<br />

più drammatica si verifica quando l’eccesso <strong>di</strong> acqua finisce nei polmoni, provocando quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fficoltà respiratorie che possono essere anche fatali se non si prendono le giuste e tempestive<br />

misure terapeutiche. Se il paziente fa fatica a respirare, bisogna invitarlo a stare in una posizione<br />

seduta o semi-seduta, per favorire lo spostamento <strong>del</strong>l’acqua verso la base dei polmoni e facilitare<br />

quin<strong>di</strong> la respirazione. In caso <strong>di</strong> edema polmonare bisogna portare il paziente imme<strong>di</strong>atamente al<br />

Centro Dialisi, dove, me<strong>di</strong>ante il trattamento <strong>di</strong>alitico, viene rimossa l’acqua in eccesso.<br />

MISURE GENERALI<br />

In caso si rendesse necessaria la misurazione <strong>del</strong>la pressione arteriosa questa dovrà essere presa<br />

sul braccio opposto alla sede <strong>del</strong>la fistola utilizzata per la <strong>di</strong>alisi. E' bene non sollevare mai il<br />

paziente facendo leva sul braccio utile alla <strong>di</strong>alisi, meglio se preso a livello <strong><strong>del</strong>le</strong> ascelle.<br />

In ogni caso sarà opportuno procedere a qualsiasi manovra <strong>di</strong> trasporto sul paziente con molta<br />

attenzione e <strong>del</strong>icatezza vista la facilità al verificarsi <strong>di</strong> fratture ossee soprattutto nei più anziani.<br />

PROBLEMI PSICO-SOCIALI<br />

Come la maggior parte dei pazienti con malattie croniche, anche l'emo<strong>di</strong>alizzato può soffrire <strong>di</strong><br />

manifestazioni psichiatriche che riflettono le <strong>di</strong>fese attivate contro la minaccia <strong>di</strong> una seria malattia.<br />

All'inizio <strong>del</strong>la <strong>di</strong>alisi molti pazienti attraversano una fase <strong>di</strong> adattamento caratterizzata dal dolore<br />

per la per<strong>di</strong>ta irreversibile <strong>del</strong>la salute, dalla paura <strong>del</strong>la morte, dal senso <strong>di</strong> frustrazione per la<br />

mancata autonomia e dal <strong>di</strong>spiacere <strong>di</strong> gravare sulla famiglia.<br />

Il miglioramento <strong><strong>del</strong>le</strong> con<strong>di</strong>zioni soggettive dopo le prime <strong>di</strong>alisi è spesso associato ad un senso <strong>di</strong><br />

sollievo e <strong>di</strong> serenità.<br />

Taluni pazienti <strong>di</strong>ventano ad<strong>di</strong>rittura euforici nel constatare la semplicità <strong>del</strong>l'emo<strong>di</strong>alisi rispetto alla<br />

macchinosità e pericolosità che si erano immaginati.<br />

Tuttavia, la persistente <strong>di</strong>pendenza dalla macchina, l'insorgenza <strong>di</strong> conflitti familiari o col personale<br />

sanitario, la per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la propria immagine a causa <strong>del</strong>la malattia, la <strong>di</strong>fficoltà a continuare l'attività<br />

lavorativa possono produrre in alcuni pazienti uno stato <strong>di</strong> depressione psichica.<br />

In altri pazienti è il concetto <strong>del</strong> trattamento continuo senza guarigione che induce uno stato <strong>di</strong><br />

depressione e <strong>di</strong> conflitto; specialmente questi pazienti puntano tutte le loro speranze su un<br />

trapianto renale.<br />

L'attesa spasmo<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> questo evento da un lato ed il timore che l'eventuale trapianto possa fallire<br />

dall'altro mantengono uno stato <strong>di</strong> tensione.<br />

Inoltre il paziente non è libero <strong>di</strong> mangiare o bere ciò che vuole ed il rapporto sessuale può essere<br />

impe<strong>di</strong>to dalla per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la libido e dal peggioramento <strong><strong>del</strong>le</strong> capacità sessuali che possono<br />

accompagnare l'insufficienza renale.<br />

Ne può conseguire un ulteriore peggioramento <strong>del</strong>la depressione che può condurre nei casi<br />

estremi a tendenze suicide più o meno determinate.<br />

Nell'ambito <strong>di</strong> questa complessa instabilità psichica, il paziente può manifestare un rifiuto o una<br />

scarsa aderenza alla terapia farmacologica ed alle prescrizioni <strong>di</strong>etetiche, innescando così un<br />

conflitto coi me<strong>di</strong>ci, gli infermieri, i familiari, ecc..<br />

Se si guarda alla popolazione <strong>di</strong>alitica si vede che questa è per buona parte costituita da persone<br />

<strong>di</strong> una certa età (i pazienti anziani sono in costante aumento) : ne deriva che il quadro sopra<br />

descritto risulta amplificato dai normali problemi legati all'invecchiamento (ad es. malattie<br />

car<strong>di</strong>ovascolari, sor<strong>di</strong>tà, cecità, artrosi invalidante, per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la memoria, ecc.).<br />

La sensibilità <strong>del</strong> personale me<strong>di</strong>co e parame<strong>di</strong>co, dei volontari, la visita perio<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> un assistente<br />

sociale, l'organizzazione <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> trasporto gratuiti dal domicilio al centro <strong>di</strong>alisi possono<br />

contribuire ad una migliore riabilitazione <strong>del</strong>l'anziano in emo<strong>di</strong>alisi perio<strong>di</strong>ca.<br />

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RIASSUNTO<br />

Qui <strong>di</strong> seguito riportiamo alcune <strong><strong>del</strong>le</strong> complicanze che si potrebbero incontrare durante il trasporto degli<br />

emo<strong>di</strong>alizzati con il relativo trattamento:<br />

POST-DIALITICHE (durante il trasporto <strong>del</strong> paziente dal Centro Dialisi al proprio domicilio):<br />

EMORRAGIA dalla fistola artero-venosa: indossare i guanti, tamponare la sede <strong>di</strong><br />

sanguinamento (in modo non troppo energico per evitare danneggiamento <strong>del</strong>l’accesso<br />

vascolare) e posizionare il braccio in posizione <strong>di</strong> scarico. In caso <strong>di</strong> mancato arresto<br />

<strong>del</strong>l’emorragia riportare il paziente al proprio centro <strong>di</strong>alisi.<br />

IPOTENSIONE: metterlo subito <strong>di</strong>steso a terra senza nulla al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong>la testa, sollevare<br />

le gambe a 45 gra<strong>di</strong> e tenerlo in questa posizione fino a quando non riprenda i sensi. In<br />

caso <strong>di</strong> mancata ripresa <strong>del</strong> paziente dopo alcuni secon<strong>di</strong>: provvedere al tempestivo<br />

trasporto in ospedale, somministrare ossigeno, e in mancanza <strong>del</strong> battito operare il<br />

massaggio car<strong>di</strong>aco.<br />

CRAMPI: Tenere <strong>di</strong>stesa completamente la gamba e flettere il dorso <strong>del</strong> piede verso la<br />

gamba stessa oppure consigliare al paziente <strong>di</strong> premere, a gamba <strong>di</strong>stesa, con il piede<br />

verso una superficie qualsiasi.<br />

VOMITO: in caso <strong>di</strong> paziente barellato, aiutarlo a eliminare il materiale emesso, mettendolo<br />

in decubito laterale, per evitare che si verifichi il suo passaggio <strong>del</strong> vomito nelle vie<br />

respiratorie.<br />

PRE-DIALITICHE (durante il trasporto <strong>del</strong> paziente dal proprio domicilio al Centro Dialisi):<br />

DIFFICOLTA’ RESPIRATORIA (ed EDEMA POLMONARE): se il paziente fa fatica a<br />

respirare, bisogna invitarlo a stare in una posizione seduta o semi-seduta. Contattare<br />

imme<strong>di</strong>atamente il Centro Dialisi e decidere se portare il paziente in Pronto Soccorso o<br />

nuovamente in Dialisi.<br />

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Centro Diurno Anziani<br />

a cura <strong>di</strong> Maria Pia Bagnato 7<br />

7 Psicologa e Psicoterapeuta – Responsabile <strong>del</strong>la Formazione per la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> dal 1990<br />

Capitolo<br />

4<br />

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4. Centro Diurno Anziani [durata 60 minuti]<br />

Nonni e volontari. Un progetto <strong>di</strong> integrazione fra socialità e utilità<br />

OBIETTIVI:<br />

Scopo <strong>di</strong> questo capitolo è quello <strong>di</strong> far riflettere sulla situazione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sagio vissuta dagli anziani e sulle risorse <strong>di</strong>sponibili che possono<br />

essere utilizzate per alleviare la sensazione <strong>di</strong> malessere provata dai<br />

nostri nonni.<br />

Inoltre si vuole presentare la nostra proposta: il Centro Diurno "La<br />

Noce", centro nato per dare una risposta ben precisa alle varie<br />

richieste degli anziani.<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

La seguente presentazione è <strong>di</strong>visa in tre parti:<br />

1) l’ipotesi;<br />

2) l’analisi <strong><strong>del</strong>le</strong> risorse: i volontari e l’esperienza dei Centri<br />

Territoriali per la Terza Età;<br />

3) la nostra proposta: il Centro la Noce.<br />

1. L’ipotesi<br />

Attraverso osservazioni cliniche effettuate sia all’interno dei centri territoriali per la<br />

Terza Età, che all’esterno, osservando più semplicemente il quoti<strong>di</strong>ano intorno a<br />

noi e le altre esperienze sul territorio, ci sembra <strong>di</strong> poter affermare che le persone<br />

che appartengono a quella fase <strong>del</strong>la vita chiamata vecchiaia, sono spesso in<br />

una situazione <strong>di</strong> attesa, quin<strong>di</strong>, secondo noi, in parte sono esclusi dal ciclo<br />

produttivo ma in parte anche, riteniamo, auto-esclusi. Come se il loro destino, la<br />

loro vita, non <strong>di</strong>pendessero anche da loro. Sembrerebbe quin<strong>di</strong> che gli altri<br />

solamente possano mo<strong>di</strong>ficare il loro stato, le loro emozioni, i loro mancati<br />

progetti per il domani. Questa è la nostra ipotesi. Prendetela come tale, frutto <strong>di</strong><br />

un’osservazione che abbiamo fatto in questi cinque anni in cui abbiamo<br />

collaborato alla organizzazione e coor<strong>di</strong>namento dei Centri Territoriali per la<br />

Terza Età; peraltro ipotesi che raffigura quella parte <strong>di</strong> anziani che partecipano ai<br />

Centri e <strong>di</strong> questi, stiamo scattando la fotografia <strong>del</strong>la maggioranza, quin<strong>di</strong> anche<br />

noi abbiamo riscontrato qualche eccezione all’interno <strong>del</strong> campione osservato.<br />

Non è certamente una ipotesi innovativa, ma è anche sulla base <strong>di</strong> questa ipotesi<br />

che ruota il nostro progetto: “La Noce”.<br />

I motivi. I motivi sono sicuramente in parte dovuti alle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> salute, al deterioramento<br />

cognitivo, alla <strong>di</strong>minuita autosufficienza e alle psicopatologie che sappiamo essere frequenti nella<br />

Terza Età.<br />

Cre<strong>di</strong>amo però che vi siano anche <strong><strong>del</strong>le</strong> “credenze” legate a queste situazioni, che peraltro, non<br />

sempre sono così <strong>di</strong>sastrose. Questi pensieri/credenze, sono in parte <strong><strong>del</strong>le</strong> persone che vivono<br />

quest’età, ma in parte cre<strong>di</strong>amo siano anche dei messaggi dati dalla Società (che spesso<br />

conferma l’attuale “melo<strong>di</strong>a” culturale che possiamo riassumere nella equazione: vecchio=<br />

malato/incapace/inaffidabile…), quin<strong>di</strong> il fatto <strong>di</strong> non farcela a volte non è vero, il fatto <strong>di</strong> essere<br />

“over 65” coincide con l’essere così stanchi e impossibilitati ad essere persone attive. A questo<br />

punto allora proponiamo una sfida:<br />

- vivere rassegnati per l’impossibilità <strong>di</strong> essere protagonisti con quell’atteggiamento <strong>di</strong><br />

“attesa”;<br />

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oppure<br />

- vivere ricercando questa nuova identità che si trasforma continuamente nel corso <strong>del</strong>la<br />

nostra vita, ricercando ogni giorno <strong>di</strong> essere protagonisti.<br />

Stiamo parlando <strong>di</strong> una identità nuova che è in continua costruzione e mo<strong>di</strong>ficazione; questa<br />

continua trasformazione che caratterizza la nostra vita, non si ferma in un certo momento <strong>del</strong>l’età<br />

adulta, ma va avanti anche dopo.<br />

“Divenne capriolo, <strong>di</strong>venne pesce, <strong>di</strong>venne uomo e serpente,<br />

nuvola e uccello. In ogni forma però era intero, era una<br />

“coppia”, aveva in sé luna e sole, uomo e donna,<br />

scorreva come fiume gemello per le terre,<br />

stava come stella doppia in cielo.”<br />

Herman Hesse – Favola d’amore. Le trasformazioni <strong>di</strong> Pictor<br />

Queste credenze (beliefs) <strong>di</strong>sfunzionali, concetto mutuato dalle teorie cognitive 8 , creano questa<br />

situazione “patogena” più volte confermata per cui, “mi sento vecchio” è uguale a “non ce la posso<br />

fare”, “ho bisogno degli altri”, “senza gli altri non sarò in grado <strong>di</strong> sopravvivere” perché “non posso”,<br />

“non devo”, “mi affatico”, e quin<strong>di</strong> “ho bisogno degli altri perché sono vecchio”… Questo “circolo<br />

vizioso” si auto-alimenta in questo modo e rinforza l’idea che la vecchiaia è un’età da sopravvivere<br />

non da abitare.<br />

Come già abbiamo anticipato prima, noi non siamo d’accordo. Preferiamo pensare, per esempio, al<br />

ciclo <strong>di</strong> vita proposto da Erikson, per il quale gli sta<strong>di</strong> psicosociali si percorrono in una continua<br />

evoluzione e quin<strong>di</strong> le persone hanno il <strong>di</strong>ritto, e in parte anche il dovere, <strong>di</strong> ricostruirsi sempre una<br />

nuova identità in modo attivo. Se è vero che siamo all’interno <strong>di</strong> questo ciclo <strong>di</strong> vita, e se è vero che<br />

siamo noi che costruiamo questa possibilità, è opportuno interrompere quel circolo vizioso che abbiamo<br />

visto prima.<br />

Cosa può mettere a <strong>di</strong>sposizione la Croce Blu?<br />

2. Passiamo alla seconda parte <strong>del</strong>la presentazione: le risorse.<br />

Abbiamo detto che le risorse che la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> può mettere a <strong>di</strong>sposizione sono: i volontari e<br />

l’esperienza dei Centri Territoriali che abbiamo fatto con altri partners.<br />

La prima risorsa: i volontari.<br />

Pren<strong>di</strong>amo i dati dalla ricerca 9 che abbiamo svolto all’interno <strong>del</strong>la<br />

nostra Pubblica Assistenza nel 1998, con un campione <strong>di</strong> 107<br />

volontari. Dalla ricerca emerge che i volontari, analizzati attraverso<br />

la somministrazione <strong>di</strong> un questionario, sono in maggioranza<br />

maschi, studenti, con un’età compresa tra i <strong>di</strong>ciannove e i<br />

trent’anni, quin<strong>di</strong> un campione molto giovane, in maggioranza con<br />

un titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> scuola me<strong>di</strong>a superiore; sono infine quasi<br />

sempre alla prima esperienza <strong>di</strong> volontariato. Abbiamo analizzato<br />

anche alcune altre variabili: la motivazione, la sod<strong>di</strong>sfazione, la percezione <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong><br />

servizio, cioè come i volontari si sentono all’interno <strong>del</strong>l’associazione per le attività che svolgono.<br />

Sempre tramite il questionario, abbiamo poi chiesto ai volontari <strong>di</strong> segnare in una scala <strong>di</strong><br />

accordo/<strong>di</strong>saccordo da 1 a 5, quanto erano d’accordo con 48 items che consistevano in<br />

8 Il mestiere <strong>di</strong> psicoterapeuta – Cesare De Silvestri, Astrolabio 1999<br />

9 Volontariato verso il 2000, quale ruolo? Una ricerca sul territorio modenese. Maria Pia Bagnato 1998<br />

40<br />

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affermazioni; sulle risposte <strong>di</strong> accordo/<strong>di</strong>saccordo ottenute abbiamo estrapolato 5 fattori attraverso<br />

l’analisi fattoriale dalla quale abbiamo ottenuto 5 fattori; su questi 5 fattori abbiamo fatto alcune<br />

ricerche che noi qui tralasciamo, in particolare il fattore che a noi interessa in specifico per questo<br />

incontro è il “bisogno <strong>di</strong> relazione/sod<strong>di</strong>sfazione personale”.<br />

Perché ci interessa? Perché secondo noi, si vede chiaramente che all’interno <strong>del</strong>la nostra<br />

associazione c’è una buona sod<strong>di</strong>sfazione, i volontari stanno bene assieme, e soprattutto questo<br />

fattore “bisogno <strong>di</strong> relazione/sod<strong>di</strong>sfazione personale” rileviamo che correla con la presenza <strong>di</strong><br />

amici che svolgono attività <strong>di</strong> volontariato. Più sale la risposta <strong>di</strong> “sì, ho amici che svolgono l’attività<br />

<strong>di</strong> volontariato”, più la sod<strong>di</strong>sfazione personale sale (cioè i punteggi positivi al fattore, aumentano).<br />

Possiamo <strong>di</strong>re allora che sicuramente la ricerca conferma quello che evidentemente si può<br />

riscontrare anche partecipando ad alcuni momenti sociali, notando allora dall’esterno che i<br />

volontari stanno bene in Associazione e che <strong>di</strong> questo ne percepiscono la buona qualità.<br />

Una nota solamente per ricordare che i volontari con punteggi più critici nei confronti <strong>del</strong>l’associazione e<br />

<strong>del</strong>la formazione al servizio, anche se sempre comunque più che sod<strong>di</strong>sfatti, erano i volontari più<br />

giovani. Come noto, la formazione è un percorso molto articolato e <strong>di</strong> faticosa percezione, per cui è<br />

<strong>di</strong>fficile comprendere la complessità <strong>di</strong> questa attività soprattutto nella nostra associazione, dove sono<br />

previsti vari livelli <strong>di</strong> formazione con corrispondenti <strong>di</strong>versi percorsi formativi. Nella ricerca, i punteggi <strong>di</strong><br />

criticità nei confronti <strong>del</strong>la formazione erano più alti nei soggetti con un’esperienza <strong>di</strong> volontariato più<br />

bassa, quin<strong>di</strong> con una minore anzianità <strong>di</strong> servizio; quando l’anzianità <strong>di</strong> servizio sale, riscontriamo<br />

giu<strong>di</strong>zi più positivi. Il valore assoluto era in ogni caso un punteggio sempre <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione alta. Questi<br />

dati sono confermati da un campione in esame ora: stiamo infatti svolgendo la stessa ricerca sia sulla<br />

Pubblica Assistenza <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> - per confrontare i dati dopo cinque anni - sia sulle Pubbliche Assistenze<br />

<strong>del</strong>la provincia per un confronto fra le associazioni <strong>del</strong> territorio provinciale per verificare eventuali<br />

<strong>di</strong>fferenze significative Sono cinquemila i volontari <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> , 31 le Pubbliche<br />

Assistenze.<br />

È stata presentata questa fotografia molto veloce, per <strong>di</strong>re che secondo noi il progetto la Noce può<br />

essere preso in considerazione, le risorse ci sono, perché questa carica emotiva e questa<br />

relazionalità che esiste all’interno <strong>del</strong>la nostra associazione può essere un fattore interessante, e<br />

come per altri progetti può essere il volano per sperimentare questa nuova opportunità.<br />

L’altra risorsa è rappresentata dai Centri Territoriali.<br />

Come è stato detto più volte, la loro origine viene dall’esperienza <strong>di</strong> Anna<br />

Bulgarelli e Vittorio Saltini (allora Presidente <strong>di</strong> ARCI <strong>Modena</strong>), che<br />

rientrati da un Congresso sul volontariato a Washington alcuni anni fa,<br />

pensarono <strong>di</strong> sperimentare questa formula <strong>di</strong> <strong>di</strong>urno per anziani.<br />

Nascono come proposta <strong>di</strong> attività ricreative e <strong>di</strong> animazione per anziani<br />

che vivono prevalentemente soli e che necessitano <strong>di</strong> integrarsi nel<br />

tessuto sociale <strong>di</strong> appartenenza. Anche questo nasce come progetto<br />

sperimentale che vede la collaborazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi attori sociali. La prima<br />

esperienza risale al 1995. Erano un totale <strong>di</strong> 4 Centri Territoriali<br />

corrispondenti alle 4 circoscrizioni <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>.<br />

All’inizio il progetto si realizzava solo d’estate e infatti era chiamato "Centri Estivi <strong>del</strong>la Terza Età".<br />

Adesso sono organizzati durante l’intero anno.<br />

Gli enti promotori, in collaborazione per la realizzazione perio<strong>di</strong>ca dei Centri, sono: il Comune <strong>di</strong><br />

<strong>Modena</strong>, in particolare l’Assessorato alla Politiche Sociali, la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e le altre<br />

associazioni <strong>di</strong> volontariato ARCI, ASS.SO, AUSER, Caritas Diocesana, Comitato Anziani, UISP.<br />

Dal 1997 il coor<strong>di</strong>namento dei Centri è stato affidato alla Cooperativa Sociale Oltre il Blu. Gli<br />

obiettivi dei Centri Territoriali sono: stimolo alla socializzazione e allo scambio intergenerazionale, i<br />

“nonni” infatti trascorrono la giornata con persone giovani con le quali possono con<strong>di</strong>videre e<br />

scambiare idee ed emozioni; creazione <strong>di</strong> relazioni amicali, prevenzione <strong>del</strong>la solitu<strong>di</strong>ne e<br />

<strong>del</strong>l’emarginazione sociale; utilizzo <strong><strong>del</strong>le</strong> potenzialità residue; mantenimento <strong>del</strong>l’autonomia.<br />

Sono rivolti alle persone che hanno compiuto 65 anni ed autosufficienti. Si rivolgono probabilmente<br />

a quella fascia <strong>di</strong> persone che si pongono tra la <strong>di</strong>fficoltà acuta e la fragilità.<br />

Adesso si svolgono in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi come anticipavo prima: primaverile, estivo, autunnale,<br />

invernale. L’anno scorso sono stati accolti ai Centri in ogni periodo una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 115 anziani<br />

41<br />

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<strong>di</strong>stribuiti nelle quattro se<strong>di</strong>, e dalla primavera 2000 all’estate 2002 abbiamo registrato più <strong>di</strong><br />

13.000 trasporti.<br />

Queste sono le attività: Gioco <strong><strong>del</strong>le</strong> carte, Lettura <strong>del</strong> giornale, Passeggiate, Attività graficopittoriche,<br />

Quiz e cruciverba, Ascolto musica, Attività motoria, Tombola. Ultimamente abbiamo<br />

inserito una nuova attività: il ‘quiz musicale’, grazie alla collaborazione <strong>di</strong> Sara che, assieme agli<br />

operatori <strong>del</strong> comune <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, ai volontari ed al coor<strong>di</strong>natore dei Centri,<br />

ha messo in pie<strong>di</strong> questo progetto <strong>di</strong> “musicoterapia”. Gli obiettivi <strong>di</strong> questa<br />

attività sono: stimolazione mnemonica, stimolazione alla socializzazione,<br />

coinvolgimento semplice e <strong>di</strong>retto <strong>del</strong>la musica, stimolo <strong>del</strong> tono <strong>del</strong>l’umore<br />

grazie all’aspetto lu<strong>di</strong>co e musicale <strong>del</strong>l’attività.<br />

Gli orari dei centri sono scan<strong>di</strong>ti dalle attività, gli utenti arrivano al mattino;<br />

Ore 10,00 accoglienza, Ore 10,30 attività grafico pittoriche e lettura <strong>del</strong><br />

giornale, ore11,30 ginnastica, Ore 12,15 pranzo, Ore 13,30 attività varie:<br />

musicoterapia o altro, Ore 14,30 Tombola, Ore 16,00 saluti e chiusura; i volontari e i mezzi <strong>del</strong>la<br />

Croce Blu riportano gli ospiti dei Centri alle loro case.<br />

Il servizio è svolto dall’animatrice messa a <strong>di</strong>sposizione dal Comune <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, dagli operatori <strong>di</strong><br />

base, dai volontari e dagli obiettori <strong>di</strong> coscienza o giovani in servizio civile.<br />

3. Siamo all’ultima parte: la nostra proposta.<br />

Dai Centri territoriali al Centro <strong>di</strong>urno La Noce, nonni e volontari verso un<br />

progetto <strong>di</strong> integrazione. Perché? La nostra idea è quella <strong>di</strong> creare un centro<br />

<strong>di</strong>urno con le stesse caratteristiche e le stesse attività dei Centri, vorremmo<br />

però offrire la possibilità ai nonni <strong>di</strong> stare insieme ai più giovani ed anche <strong>di</strong><br />

poter fare qualcosa, e quin<strong>di</strong> dare loro <strong>di</strong> nuovo quella potenzialità in termini<br />

<strong>di</strong> ciclo produttivo, <strong>di</strong> sentirsi vivi, <strong>di</strong> sentire <strong>di</strong> potere fare qualcosa, perché -<br />

ne siamo convinti - qualcosa possono fare. In qualche modo la nostra<br />

“<strong>di</strong>storsione”, frutto ormai <strong>di</strong> vent’anni <strong>di</strong> volontariato, per cui ve<strong>di</strong>amo tutto<br />

filtrato da questo mondo, ci porta a insistere affinché anche i nonni facciano i<br />

volontari, ovviamente nelle <strong>di</strong>mensioni in cui ciò è possibile. La nostra Associazione non fa solo<br />

servizio <strong>di</strong> emergenza-urgenza, per il quale la città in prevalenza ci conosce, ma svolge anche<br />

altre attività sociali. Inoltre vi sono spesso tanti servizi e attività interne che servono all’attività <strong>di</strong><br />

trasporto malati, che potrebbero essere svolte dai nonni durante la giornata presso la Noce.<br />

Cre<strong>di</strong>amo che questa convivenza assieme possa essere una buona<br />

opportunità. Questa è la nostra scommessa. Le attività ricreative, saranno<br />

le stesse dei Centri Territoriali, in più sperimenteremo questa proposta <strong>di</strong><br />

“nonni volontari”. Non possiamo per <strong>di</strong>versi motivi lasciare spazio alla<br />

persistenza <strong>di</strong> quello stereotipo <strong>di</strong> vecchiaia come “fine dei giochi” che a<br />

volte incontriamo sia nei racconti <strong>di</strong> chi vive questa età, sia nella percezione<br />

<strong>del</strong>la società. Da una parte vi è il valore <strong>del</strong>l’identità <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo, che<br />

vorremmo far emergere. Ma dall’altra, anche una constatazione <strong>di</strong> risorse<br />

non infinite, sia economiche che umane. Perciò non può davvero esistere e<br />

sopravvivere quel modo <strong>di</strong> pensare, quella credenza in<strong>di</strong>viduale e collettiva<br />

descritta più sopra. Occorre lavorare in prevenzione e nel sociale affinché<br />

ognuno <strong>di</strong> noi possa costruire una vita migliore in un mondo globalmente<br />

migliore.<br />

Riassunto:<br />

Concludo <strong>di</strong>cendo che siamo partiti da questa provocazione che non appartiene a tutti, perché gli<br />

anziani non sono tutti “in attesa” ovviamente… abbiamo fatto questa ipotesi un po’ faticosa.<br />

Abbiamo detto: noi ci siamo, possiamo mettere a <strong>di</strong>sposizione queste risorse: una risorsa sono i<br />

volontari, l’altra è la nostra esperienza dei Centri Territoriali.<br />

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Abbiamo infine fatto una proposta, che probabilmente non ha caratteristiche <strong>di</strong> eccezionalità o<br />

unicità. Cre<strong>di</strong>amo solamente che possa essere un altro progetto sul quale sperimentarci come<br />

Pubblica Assistenza <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

“Il bimbo ristette lo sguardo era triste e gli occhi guardavano cose mai viste e poi<br />

<strong>di</strong>sse al vecchio con voce sognante:<br />

mi piaccion le fiabe, raccontane altre…”<br />

Francesco Guccini, Il vecchio e il bambino<br />

Allario Mario, I nuovi anziani: interessi e aspettative. Franco Angeli, 2003<br />

Paola Valeria Ceriani, Simona Donegani, Chiara Mazzetti, Clau<strong>di</strong>a Osculati, Dare Vita agli anni.<br />

Salute e benessere in Terza e Quarta età. Mc Graw Hill, 2003<br />

Bizzini L., Cognitive Psichotherapy in the treatment of Personality Disorders in the Aged. In Perris<br />

e McGorry 1998<br />

De Beauvoir Simon, La Terza età. Einau<strong>di</strong>, 2002<br />

De Silvestri Cesare, I Fondamenti teorici e clinici <strong>del</strong>la Terapia Razionale Emotiva. Astrolabio Casa<br />

E<strong>di</strong>trice, 1981<br />

De Silvestri Cesare, Il mestiere <strong>di</strong> psicoterapeuta. Astrolabio Casa E<strong>di</strong>trice, 1999<br />

Robert O. Hansson, Ph.D., and Bruce N. Carpenter, Ph.D. Relationships in old age. Guilford<br />

Publications, 1994<br />

Cesa Bianchi Marcello, La psicologia <strong>del</strong>l’invecchiamento. Caratteristiche e problemi. Carocci,<br />

2001.<br />

Cesa Bianchi Marcello; Vecchi T., Elementi <strong>di</strong> psicogerontologia. Milano, Franco Angeli, 1998.<br />

Chattat R., La valutazione in Psicologia Gerontologia. Pitagora E<strong>di</strong>trice Bologna, 2000.<br />

Erikson, I cicli <strong>di</strong> vita. Armando E<strong>di</strong>tore, 1999.<br />

Hersen Van Hasselt, Trattamenti psicologici nell’anziano. Mc Graw libri Italia, 1998.<br />

Maria Rosaria Liscio, Maria Caterina Cavallo, La malattia <strong>di</strong> Alzheimer - Dall’epistemologia alla<br />

comunicazione non verbale. Mc Graw Hill, 2000<br />

Moser Fabio, Pezzati Rita, Un’età da abitare. Identità e narrazione nell’anziano. Bollati Borighieri<br />

Torino, 2002<br />

Scocco Paolo, De Leo Diego, Pavan Luigi, Manuale <strong>di</strong> psicoterapia <strong>del</strong>l’anziano. Bollati Borighieri<br />

Torino, 2001.<br />

Terzo rapporto sugli anziani in Italia (2002-2003) Franco Angeli<br />

43<br />

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Psicopatologia<br />

a cura <strong>di</strong> Maria Pia Bagnato 10<br />

Jack Nicholson – dal film “Qualcosa è cambiato”<br />

Oscar per il miglior attore protagonista nel 1998.<br />

10 Psicologa Psicoterapeuta – Responsabile <strong>del</strong>la Formazione per la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> dal 1990<br />

Capitolo<br />

5<br />

44<br />

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5. Psicopatologia [durata 90 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

• conoscenza <strong>di</strong> quale sia il miglior supporto psicologico <strong>del</strong> volontario nei confronti <strong>del</strong><br />

paziente durante il trasporto, per garantire la qualità <strong>del</strong> servizio;<br />

• descrizione <strong>di</strong> alcune <strong><strong>del</strong>le</strong> più comuni Psicopatologie (<strong>di</strong>sturbi d’ansia, <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>l’umore).<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

“Mostrai il mio capolavoro alle persone gran<strong>di</strong>, domandando se il <strong>di</strong>segno li spaventava.<br />

Ma mi risposero: “ Spaventare? Perché mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?”.<br />

Il mio <strong>di</strong>segno non era il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> un cappello.<br />

Era il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> un boa che <strong>di</strong>geriva un elefante.<br />

Affinché vedessero chiaramente che cos’era, <strong>di</strong>segnai l’interno <strong>del</strong> boa.<br />

Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai gran<strong>di</strong>.<br />

Il mio <strong>di</strong>segno numero due si presentava così:<br />

"Ecco il mio segreto. E' molto semplice:<br />

non si vede bene che col cuore.<br />

L'essenziale è invisibile agli occhi."<br />

Il piccolo principe<br />

<strong>di</strong> ANTOINE DE SAINT-EXUPERY<br />

Le persone trasportate in ambulanza soffrono per un dolore fisico evidente (malattia cronica o<br />

acuta, politrauma, emorragia…) alla quale si affianca anche una sofferenza psichica che noi non<br />

ve<strong>di</strong>amo ma che sicuramente c'è.<br />

Le malattie fisiche <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong>sagio psicologico per la loro invasività in tutti i campi <strong>del</strong>la vita e per<br />

i deficit che causano nel paziente.<br />

Il malato trasportato ha pertanto bisogno <strong>di</strong> essere assistito/supportato anche dal punto <strong>di</strong> vista<br />

psicologico.<br />

Sono ormai <strong>di</strong>versi anni che abbiamo inserito nei nostri Corsi <strong>Base</strong> e anche in quelli per<br />

l’emergenza-urgenza VSA (Volontario Soccorritore <strong>ANPAS</strong>), moduli sulla psicopatologia, sul<br />

supporto psicologico e sulla psicologia <strong>del</strong>l’emergenza. I volontari apprendono nozioni per<br />

affrontare l’intervento <strong>di</strong> emergenza o, più semplicemente per un trasporto sanitario, imparando ad<br />

utilizzare presi<strong>di</strong> e tecniche che consentono un trasporto adeguato, riteniamo però fondamentale<br />

aggiungere nozioni anche per la parte <strong>di</strong> sofferenza psichica <strong>del</strong> trasportato. Questi sono gli<br />

obiettivi <strong>del</strong> nostro incontro.<br />

Secondo noi la competenza umana (non è necessario essere professionisti) e la<br />

competenza tecnica sono i due elementi che possono garantire la qualità <strong>del</strong> servizio e il<br />

benessere <strong>del</strong> paziente.<br />

45<br />

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OBIETTIVI dei MODULI # 26 e 28<br />

STANDARD FORMATIVI <strong>ANPAS</strong> ©<br />

1^ parte: Cosa s’intende per supporto psicologico al paziente? (modulo 26)<br />

Attenuare sul piano “umano” / emozionale le <strong>di</strong>fficoltà che vivono i pazienti durante il trasporto.<br />

Competenza tecnica +<br />

Competenza “umana” / emozionale =<br />

QUALITA’ DEL SERVIZIO<br />

Che fare?<br />

Il dolore provato dal paziente è sia FISICO che<br />

PSICHICO, al <strong>di</strong> là <strong>del</strong>la patologia sofferta.<br />

Solo una buona integrazione fra competenza a livello tecnico e livello psicologico<br />

portano ad un intervento <strong>di</strong> buona qualità e <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione sia <strong>del</strong> volontario che<br />

<strong>del</strong> paziente pur nella sofferenza.<br />

Che ruolo ha il volontario?<br />

Possiamo <strong>di</strong>re che è specialista nel secondo livello pur avendo –nel nostro territorio<br />

modenese – anche un’ottima preparazione tecnica.<br />

Svilupperemo questo pensiero utilizzando due macro argomenti:<br />

- il lavoro <strong>di</strong> gruppo<br />

- la comunicazione<br />

2^ parte: Un breve excursus sulle Psicopatologie più comuni. (modulo 28)<br />

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Il Lavoro <strong>di</strong> Gruppo<br />

I parte<br />

Supporto Psicologico durante il trasporto<br />

Quando usciamo in ambulanza per svolgere un servizio, con noi vengono altri soccorritori, con i<br />

quali dovremo collaborare. Sicuramente se cercassimo <strong>di</strong> operare ognuno per conto proprio<br />

finiremmo per intralciarci e creare confusione, se invece ci integriamo sud<strong>di</strong>videndoci i compiti,<br />

allora tutto risulterà più facile e or<strong>di</strong>nato. E' inutile recarsi in due alla ra<strong>di</strong>o ricetrasmittente per<br />

comunicare con il 118, oppure salire in due sull'ambulanza per prendere la steccobenda… Il nostro<br />

servizio deve essere rapido e funzionante, non devono esserci confusione e incomprensioni,<br />

come, ad esempio, <strong>di</strong>scussioni in presenza <strong>del</strong>la persona soccorsa sull'utilizzo o meno <strong>del</strong> cotone<br />

e <strong>del</strong>la garza sterile.<br />

Per raggiungere una buona armonia nel gruppo è quin<strong>di</strong> necessario che ogni singolo<br />

soccorritore si impegni a tenere degli atteggiamenti professionali e collaborativi avendo<br />

come obiettivo il benessere <strong>del</strong>la persona trasportata.<br />

Cerchiamo allora <strong>di</strong> illustrare qualche accorgimento utile per migliorare la collaborazione fra i<br />

volontari.<br />

Parole Chiave:<br />

Interazione - termine usato in psicologia e sociologia: relazione fra due persone; interazione<br />

sociale, in cui ciascun soggetto mo<strong>di</strong>fica i propri comportamenti in rapporto a quelli <strong>del</strong>l'altro,<br />

anticipandoli o rispondendovi.<br />

Integrazione – termine usato in fisiologia: coor<strong>di</strong>nazione e confluenza <strong>di</strong> più funzioni elementari in<br />

un'attività complessa 11 .<br />

L'Atteggiamento Professionale<br />

Quest'ambito comprende alcuni comportamenti e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> presentarsi che trasmettono<br />

imme<strong>di</strong>atamente un senso <strong>di</strong> fiducia e sicurezza nelle competenze ed abilità tecniche <strong>del</strong><br />

volontario soccorritore. E' molto importante per una persona sofferente sentirsi aiutato da qualcuno<br />

in grado <strong>di</strong> alleviare il suo dolore.<br />

I punti fondamentali possono venire riassunti come segue:<br />

• indossare sempre la <strong>di</strong>visa pulita ed in or<strong>di</strong>ne, esponendo bene in vista il tesserino <strong>del</strong>la<br />

propria associazione;<br />

• curare il proprio aspetto fisico: per fare solo un esempio possiamo immaginare la <strong>di</strong>ffidenza<br />

che provocherebbe nella persona soccorsa una volontaria che si presentasse con tacchi alti ed<br />

un numero <strong>di</strong> anelli tale da impe<strong>di</strong>rle <strong>di</strong> infilarsi velocemente i guanti sterili, oppure un ragazzo<br />

con i pantaloni corti, la barba incolta; oppure vedere lo stesso gruppo <strong>di</strong> soccorritori con<br />

<strong>di</strong>verse <strong>di</strong>vise, più o meno in or<strong>di</strong>ne…;<br />

• gestire e controllare in modo ottimale le proprie emozioni: il volontario può provare ansia<br />

rispetto alle sue capacità <strong>di</strong> affrontare questa situazione, paura <strong>di</strong> un eventuale contagio o <strong>di</strong><br />

potersi comunque far <strong>del</strong> male, dolore per la situazione <strong>del</strong>la persona soccorsa, o ancora<br />

fasti<strong>di</strong>o, insofferenza, noia, ecc… Qualsiasi tipo <strong>di</strong> emozione va comunque controllata e non<br />

comunicata/trasferita alla persona soccorsa; è opportuno al rientro confrontarsi con gli altri<br />

volontari, e quin<strong>di</strong> esternare le proprie <strong>di</strong>fficoltà con loro o chiedere un appuntamento con la<br />

Direzione Sanitaria <strong>del</strong>l’Associazione;<br />

• rapportarsi rispettosamente e gentilmente con la persona soccorsa ed i suoi eventuali<br />

accompagnatori; non dobbiamo mai <strong>di</strong>menticare che siamo lì per soccorrere una persona che<br />

11 Dizionario De Mauro – Bruno Mondadori e<strong>di</strong>tori. 2000<br />

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è già in <strong>di</strong>fficoltà, non possiamo quin<strong>di</strong> aumentare la sofferenza <strong>del</strong> trasportato con<br />

comportamenti poco gentili o intolleranti;<br />

• svolgere con sicurezza le manovre <strong>di</strong> soccorso: incontrare un volontario che non <strong>di</strong>mostra<br />

<strong>di</strong>sinvoltura nell'alzare lo schienale <strong>del</strong>la barella o che non sa immobilizzare una gamba,<br />

genera sicuramente paura e ansia nella persona soccorsa oltre che confusione all'interno<br />

<strong>del</strong>l’equipaggio; anche in questo caso se il volontario si trova in <strong>di</strong>fficoltà può chiedere aiuto<br />

agli altri e al rientro in sede, dovrà farsi spiegare da volontari più esperti quella manovra che<br />

durante il servizio non ricordava;<br />

• esau<strong>di</strong>re con attenzione ed interesse le richieste comunicate dalla persona soccorsa, nei<br />

limiti esplicitati nel protocollo <strong>di</strong> intervento e dal ruolo <strong>del</strong> Volontario Soccorritore: non rispettare<br />

i protocolli creerebbe dei <strong>di</strong>ssapori e dei motivi <strong>di</strong> conflitto nell’equipaggio e <strong>di</strong>mostrerebbe<br />

inoltre l'incapacità <strong>di</strong> attenersi e <strong>di</strong> rispettare i compiti ed i doveri impliciti nel ruolo <strong>di</strong> volontario<br />

soccorritore che si riveste nel momento <strong>del</strong>l'intervento;<br />

• non mettersi mai a <strong>di</strong>scutere davanti alla persona soccorsa! Ogni <strong>di</strong>scussione va<br />

rimandata in un momento e in un luogo più opportuni per un appropriato chiarimento fra<br />

l’equipaggio.<br />

L'Atteggiamento Collaborativo<br />

La collaborazione e la cooperazione sono i due aspetti principali che <strong>di</strong>fferenziano un<br />

Gruppo da un ‘Gruppo <strong>di</strong> Lavoro’.<br />

Con il termine "gruppo" si in<strong>di</strong>ca una "pluralità <strong>di</strong> soggetti in interazione impegnati a sod<strong>di</strong>sfare i<br />

propri bisogni in<strong>di</strong>viduali". Si intende cioè un insieme <strong>di</strong> persone che, pur trovandosi<br />

contemporaneamente nello stesso luogo, sono impegnate ognuna ad occuparsi dei propri bisogni,<br />

senza cercare <strong>di</strong> trovare uno scopo comune che possa racchiudere ed utilizzare tutte le risorse<br />

presenti. Esemplificando possiamo vedere un gruppo in una squadra <strong>di</strong> soccorritori in cui ognuno<br />

agisce compiendo le manovre in cui si sente più sicuro, senza preoccuparsi <strong>di</strong> cosa stiano facendo<br />

i suoi compagni.<br />

Il gruppo <strong>di</strong> lavoro è invece un "insieme <strong>di</strong> persone in integrazione, ossia impegnati ad<br />

integrare i bisogni in<strong>di</strong>viduali per produrre un lavoro <strong>di</strong> gruppo" quin<strong>di</strong> un risultato<br />

complesso che non è dato semplicemente dalla somma <strong><strong>del</strong>le</strong> parti.<br />

Rientra in questa definizione la problematica <strong>di</strong> come riuscire a sfruttare al meglio le risorse<br />

presenti: se si <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un soccorritore alto e robusto e <strong>di</strong> una soccorritrice abituata a<br />

comunicare con la gente, al primo verranno affidati tutti i compiti più pesanti mentre la seconda si<br />

de<strong>di</strong>cherà maggiormente alla sfera relazionale.<br />

Così facendo otterremo un lavoro <strong>di</strong> gruppo, ossia "un'azione complessa propria <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong><br />

lavoro, richiedente oltre alla pianificazione ed allo svolgimento <strong>del</strong> mandato organizzativo, anche la<br />

gestione <strong><strong>del</strong>le</strong> relazioni interpersonali all'interno <strong>del</strong> gruppo".<br />

Ciò che si ottiene è qualcosa <strong>di</strong> più e <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso da ciò che ogni singolo in<strong>di</strong>viduo potrebbe<br />

produrre. Tramite lo scambio <strong>di</strong> informazioni e <strong>di</strong> conoscenze con i propri colleghi, si può<br />

accrescere la propria competenza migliorando in tal modo la qualità <strong>del</strong> servizio offerto.<br />

Affinché tutto ciò si realizzi è necessario che, oltre ad esserci stima e fiducia reciproca ed avere<br />

sempre in mente il nostro ruolo <strong>di</strong> soccorritori che esula da qualsiasi altra motivazione che ci ha<br />

portato ad avvicinarci al volontariato, emerga all'interno <strong>del</strong>la squadra un leader che può variare a<br />

seconda <strong>del</strong>la situazione in cui ci si trova. Questa figura può essere definita come una persona che<br />

"lavora con il gruppo e non per o sul gruppo: non si sostituisce ad esso ne' nelle decisioni ne' nel<br />

superamento <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>fficoltà". La sua funzione è <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> "ottimizzare le risorse <strong>di</strong>sponibili<br />

all'interno <strong>del</strong> gruppo sia in termini operativi che relazionali".<br />

Il leader risulta quin<strong>di</strong> essere un soccorritore che durante un determinato servizio si impegna a<br />

rendere più fluido il lavoro cercando <strong>di</strong> integrare nel miglior modo possibile le risorse presenti. Nel<br />

caso in cui ad esempio, la squadra sia impegnata in un soccorso stradale ed uno dei soccorritori<br />

abbia svolto <strong>di</strong> recente un servizio simile o gli sia capitato <strong>di</strong> trovarsi molto spesso in situazioni<br />

analoghe, spetterà probabilmente a lui rivestire questo <strong>di</strong>fficile compito <strong>di</strong> integrazione ed<br />

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armonizzazione <strong>del</strong> servizio. Un altro esempio potrebbe riguardare il caso in cui si crei una<br />

squadra in cui un solo soccorritore ha già avuto modo <strong>di</strong> operare almeno una volta con tutti i suoi<br />

compagni; risulterà naturale che sia lui a gestire le relazioni e la coor<strong>di</strong>nazione all'interno <strong>del</strong><br />

gruppo.<br />

Questi casi sottolineano ulteriormente il fatto che il leader non è detto che sia il<br />

soccorritore più esperto, né che sia sempre lo stesso, in<strong>di</strong>pendentemente dalle situazioni<br />

affrontate. Per raggiungere dei buoni risultati <strong>di</strong> gruppo è in<strong>di</strong>spensabile lavorare in modo<br />

elastico e adattabile alle esigenze <strong>del</strong> momento, evitando <strong>di</strong> fossilizzarsi su idee<br />

gerarchiche e inflessibili.<br />

Gli atteggiamenti collaborativi che devono contrad<strong>di</strong>stinguere il leader devono perciò ritrovarsi in<br />

qualsiasi soccorritore <strong>di</strong> qualsiasi squadra.<br />

Un buon grado <strong>di</strong> cooperazione ed unione può essere raggiunto attenendosi a poche ma<br />

fondamentali azioni:<br />

• usare un linguaggio chiaro, comune e comprensibile da tutti i componenti <strong>del</strong> gruppo;<br />

• rispettare la <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> opinioni;<br />

• assumere comportamenti gentili e <strong>di</strong>sponibili alla cooperazione;<br />

• <strong>di</strong>mostrare sicurezza personale e spirito <strong>di</strong> intraprendenza;<br />

• dopo averle <strong>di</strong>scusse assieme, adeguarsi alle decisioni prese dal gruppo;<br />

• rispettare la posizione <strong>di</strong> leader, mantenendosi in un atteggiamento <strong>di</strong> critica attenta e<br />

costruttiva;<br />

• dopo aver terminato il servizio, <strong>di</strong>scutere con il gruppo le proprie incertezze, dubbi e<br />

preoccupazioni circa i servizi svolti.<br />

Supporto Psicologico<br />

Introduzione<br />

Nelle azioni <strong>di</strong> soccorso che ogni volontario si trova quoti<strong>di</strong>anamente a svolgere, tutto deve essere<br />

eseguito nel rispetto <strong>di</strong> standard e criteri appositamente prefissati ed insegnati, senza lasciare<br />

nulla all'intuito ed alle caratteristiche in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> ogni soccorritore.<br />

Durante gli incontri organizzati per questa formazione, impariamo come aprire e chiudere la<br />

‘barella cucchiaio’ o come utilizzare la ra<strong>di</strong>o per le comunicazioni con la Centrale Operativa, come<br />

immobilizzare un arto piuttosto che le manovre per il BLS (Basic Life Suport). A noi non resta che<br />

ripetere meccanicamente le tecniche imparate. Non troveremo però nessuno che ci darà due o tre<br />

frasi standard in<strong>di</strong>spensabili per instaurare una relazione con la persona che stiamo soccorrendo o<br />

per sapere come reagire e/o comunicare in situazioni <strong>di</strong>fficili emotivamente.<br />

Esistono –per esempio - molti mo<strong>di</strong> per chiedere ad una persona come sta in quel momento:<br />

"Come si sente?", "E' sicuro <strong>di</strong> stare così male?", "Ha proprio una brutta cera oggi. Lei deve stare<br />

davvero molto male. Non è così?". Ognuna <strong>di</strong> queste espressioni provocherà nello stato d'animo<br />

<strong>del</strong> nostro interlocutore, sentimenti <strong>di</strong>versi. Il processo relazionale <strong>di</strong>pende da molte variabili: le<br />

parole usate, la situazione temporale e spaziale in cui ci si trova, il nostro stato d'animo, il<br />

ns. abbigliamento, il suo abbigliamento, la ns. postura, il tono <strong>del</strong>la voce ecc…<br />

Ve<strong>di</strong>amo assieme qualche suggerimento utile per poter affrontare consapevolmente la relazione<br />

con la persona trasportata.<br />

La comunicazione<br />

È’ stato <strong>di</strong>mostrato che la relazione utilizza <strong>di</strong>versi ‘canali’. Il più imme<strong>di</strong>ato, ma anche meno<br />

efficace, è il canale verbale, quello cioè <strong>del</strong>la parola. Noi comunichiamo soprattutto con il tono<br />

<strong>del</strong>la voce e con la nostra postura, con una modalità quin<strong>di</strong> non verbale.<br />

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In particolare le ricerche hanno confermato che la comunicazione raggiunge il nostro interlocutore<br />

nelle seguenti percentuali:<br />

7% parole,<br />

38% tono voce,<br />

55% linguaggio corporeo.<br />

E’ quin<strong>di</strong> evidente che quando comunichiamo dobbiamo prestare molta attenzione al tono <strong>del</strong>la<br />

voce e alla postura, non solo alle parole.<br />

Non è possibile fornire <strong><strong>del</strong>le</strong> ricette valide in tutte le occasioni. Cercheremo allora <strong>di</strong> dare alcuni<br />

suggerimenti che possono aiutarci <strong>di</strong> volta in volta a "trattare con umanità" non il "paziente" o il<br />

"soggetto", ma la "PERSONA" che abbiamo <strong>di</strong> fronte, alla quale stiamo offrendo –<br />

volontariamente - il nostro aiuto e la nostra abilità tecnica. Quando siamo in emergenza sui mezzi<br />

<strong><strong>del</strong>le</strong> associazioni, non siamo lì per fare i ‘piccoli me<strong>di</strong>ci’ con i loro ‘piccoli pazienti’ malati ed<br />

in<strong>di</strong>fesi, né siamo lì per riaggiustare un "oggetto/soggetto" rotto e privo <strong>di</strong> autonomia.<br />

Il nostro compito è interagire con una persona che in questo momento si trova in una situazione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sagio, ma che comunque possiede una sua personalità ed emotività, come noi. In questa<br />

situazione <strong>di</strong> emergenza spetta però a noi <strong>di</strong> assumere il compito <strong>di</strong> gestire positivamente la<br />

situazione, cooperando con la persona soccorsa alla creazione <strong>di</strong> un clima accogliente e<br />

confortevole per tutti. Lo scambio relazionale che si instaura tra noi e il nostro interlocutore è<br />

influenzato da molti fattori riassumibili a partire dalle caratteristiche <strong><strong>del</strong>le</strong> persone coinvolte, alla<br />

situazione ambientale e temporale in cui ci troviamo.<br />

Partendo dalla persona da soccorrere possiamo soffermare la nostra attenzione su alcuni punti<br />

principali:<br />

• stato fisico: lo stato <strong>di</strong> salute <strong>del</strong>la persona nel preciso momento in cui stiamo entrando in<br />

contatto, tenendo anche conto <strong>di</strong> eventuali altri problemi <strong>di</strong> salute che si protraggono già da<br />

tempo;<br />

• deficit sensoriali: la persona può avere <strong><strong>del</strong>le</strong> carenze visive, u<strong>di</strong>tive, verbali, tattili o olfattive<br />

che possono influire molto sulla relazione, a volte rischiando <strong>di</strong> renderla quasi impossibile;<br />

• bisogni fisiologici: vanno dalla necessità <strong>di</strong> essere ossigenato al desiderio <strong>di</strong> bere o <strong>di</strong><br />

evacuare. E' molto importante riuscire a dare alla persona la sicurezza che rispettiamo i suoi<br />

bisogni e che siamo lì proprio per fornirgli un aiuto a sod<strong>di</strong>sfarli nel miglior modo possibile;<br />

• fattori emotivi: è importante osservare e ascoltare le emozioni che sta esprimendo la persona<br />

soccorsa: paura, ansia, rabbia… su questo punto torneremo altre volte, data l'influenza che lo<br />

stato d'animo esercita sul processo relazionale;<br />

• età: è molto <strong>di</strong>verso dover comunicare con un bambino <strong>di</strong> due anni o con un anziano, sia per<br />

gli argomenti trattabili, sia per le caratteristiche fisiche-emotive che contrad<strong>di</strong>stinguono le<br />

<strong>di</strong>verse fasce d'età;<br />

• cultura e gruppo <strong>di</strong> appartenenza: questi due aspetti, comprendenti anche la sfera religiosa,<br />

influenzano profondamente il livello ed i messaggi comunicativi; solo tenendo conto <strong>di</strong><br />

eventuali <strong>di</strong>versità culturali potremo sintonizzare la nostra comunicazione con quella <strong>del</strong>la<br />

persona soccorsa.<br />

Con il termine "situazione contingente" vengono riassunte tutte le componenti ambientali e<br />

temporali che rappresentano lo sfondo <strong>del</strong>l'incontro relazionale che sta avvenendo:<br />

• con<strong>di</strong>zioni ambientali: il contesto è decisamente <strong>di</strong>verso a seconda che il soccorso stia<br />

avvenendo in mezzo ad una strada o all'interno <strong>del</strong>la stanza da letto <strong>del</strong>la persona soccorsa,<br />

che stia <strong>di</strong>luviando o che stia splendendo il sole. La modalità <strong>di</strong> intervento e la comunicazione<br />

saranno quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti, così come le preoccupazioni dei soccorritori;<br />

50<br />

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• illuminazione: sicuramente utile può essere rendere l'ambiente illuminato almeno abbastanza<br />

da permetterci <strong>di</strong> vedere <strong>di</strong>stintamente il viso <strong>del</strong> nostro interlocutore, a volte l’equipaggio si<br />

lascia trasportare dagli eventi e dalla fretta senza soffermarsi sugli elementi più semplici e<br />

facilmente risolvibili;<br />

• rumore: risulta certamente una variabile importante per creare un clima accogliente e<br />

confortevole;<br />

• sicurezza <strong>del</strong> luogo: <strong>di</strong> fondamentale importanza sia per noi che per chiunque si stia<br />

soccorrendo; è la prima cosa da valutare quando si arriva sul posto;<br />

• interruzioni: possono compromettere molto la relazione, soprattutto nei casi in cui la persona<br />

sia già restia a comunicare con noi, sarà opportuno cercare, quanto possibile, <strong>di</strong> non essere<br />

interrotti durante il soccorso: se la polizia municipale è sul luogo <strong>del</strong>l’incidente stradale, dovrà<br />

esserci un soccorritore o due che interviene sulla persona e il terzo che parla con la polizia;<br />

• tempo a <strong>di</strong>sposizione: sarà necessario valutare con attenzione anche questa variabile per<br />

affrontare l’intervento, che sarà necessariamente <strong>di</strong>verso a seconda <strong>del</strong> tempo che occorre per<br />

il trasporto e la tipologia <strong>del</strong>l’intervento <strong>di</strong> emergenza;<br />

• presenza <strong>di</strong> accompagnatori: spesso rappresentano il tramite attraverso cui avvicinarsi al<br />

nostro interlocutore, soprattutto nei casi <strong><strong>del</strong>le</strong> persone più <strong>di</strong>fficili da raggiungere, come i<br />

bambini e gli in<strong>di</strong>vidui chiusi o spaventati.<br />

Nel momento <strong>del</strong> soccorso siamo noi soccorritori a dover portare aiuti ed accoglienza a qualcun<br />

altro, quin<strong>di</strong> spetta a noi anche il compito <strong>di</strong> riuscire a creare la migliore situazione emotiva e<br />

relazionale che la persona è in grado <strong>di</strong> raggiungere in quel momento. Perciò risulterà <strong>di</strong><br />

fondamentale importanza il modo in cui ci presenteremo alla persona soccorsa nonché il rispetto e<br />

l'interessamento che noi riusciremo a comunicarle. Il semplice rivolgere domande cortesi quali:<br />

"Come si sente?", "Come è successo?", bastano a far sentire alla persona che c'è qualcuno<br />

attento alla sua attuale situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Da questo quadro iniziale risulta chiaro come l'approccio relazionale sia complesso e coinvolgente<br />

per il soccorritore. A ben guardare però ci si accorge che in fondo, seguendo qualche<br />

suggerimento generale e apprendendo qualche conoscenza in più sulla nostra comunicazione,<br />

non sia poi così <strong>di</strong>fficile "andare a trovare l'altro là dove emotivamente è". Occorre solo usare al<br />

meglio le nostre capacità emotive e comunicative per potersi affiancare a chi sta soffrendo.<br />

Inizialmente bisogna perciò possedere qualche conoscenza <strong>di</strong> base sulla propria ed altrui<br />

comunicazione, per poi porre l'attenzione sulle capacità relazionali ed infine sul rispetto <strong>del</strong>la<br />

privacy altrui.<br />

Parole Chiave:<br />

• DECODIFICARE: decifrare, trasformare in termini più chiari e comprensibili.<br />

• EMPATIA: riconoscere, entrare e provare i sentimenti <strong>di</strong> un'altra persona.<br />

• RAPPORTO SUPPORTIVO: relazione personale finalizzata a sostenere e ad aiutare.<br />

• VERBALIZZARE: comunicare a voce, esprimere a parole.<br />

Ritornando quin<strong>di</strong> a quello che è il nostro principale strumento: la comunicazione, dobbiamo risottolineare<br />

quanto, anche quando ci sembra <strong>di</strong> non comunicare nulla, in realtà stiamo mandando<br />

dei messaggi non verbali a chi ci sta <strong>di</strong> fronte. Anche mentre osserviamo od ascoltiamo, non<br />

smettiamo mai <strong>di</strong> comunicare e <strong>di</strong> essere coinvolti nella relazione. L'importante non è allora<br />

interrogarsi su come poter smettere <strong>di</strong> lanciare messaggi, ma bensì capire come ciò avvenga e<br />

come funzioni questo scambio continuo <strong>di</strong> influenze reciproche.<br />

La comunicazione è composta da vari elementi:<br />

• emittente: colui che invia il messaggio (anche se inconsapevolmente); è da lui che prende<br />

avvio lo scambio comunicativo;<br />

51<br />

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• ricevente: colui che oltre a ricevere il messaggio lo deco<strong>di</strong>fica ed eventualmente invia un<br />

nuovo messaggio. E' da sottolineare come ognuno <strong>di</strong> noi si trovi quin<strong>di</strong> a poter ricoprire<br />

contemporaneamente e/o alternativamente sia la posizione <strong>di</strong> ricevente che <strong>di</strong> emittente;<br />

• messaggio: tutto ciò che l'emittente comunica al ricevente. Il messaggio può anche essere<br />

inconsapevole e non voluto, come succede - per esempio - alle persone timide che, pur non<br />

desiderandolo, arrossiscono, comunicando agli altri il proprio imbarazzo;<br />

• canale: il mezzo attraverso il quale il messaggio viene inviato (ad es. la voce, la mimica<br />

facciale, la posizione <strong>del</strong> corpo, ...);<br />

• contesto: l'ambiente fisico e la situazione socio-culturale in cui avviene il processo<br />

comunicativo. Diverso è effettuare il soccorso <strong>di</strong> una maestra svenuta sotto gli occhi degli<br />

alunni, dal soccorrere un automobilista uscito <strong>di</strong> strada.<br />

Tutti questi elementi compongono sia la comunicazione verbale sia quella analogica (non verbale).<br />

• La comunicazione verbale: si realizza attraverso la parola parlata e quin<strong>di</strong> implica l'utilizzo <strong>del</strong><br />

canale vocale. L'utilità principale <strong>del</strong>l'uso <strong><strong>del</strong>le</strong> parole è rassicurarci, permettendo <strong>di</strong> dare un<br />

nome, un senso ed un significato a ciò che stiamo provando; in tal modo possiamo <strong>di</strong>scutere<br />

su ciò che sentiamo dentro <strong>di</strong> noi, prendendo così anche un po' le <strong>di</strong>stanze dalle paure più<br />

profonde. Il linguaggio <strong>di</strong>venta quin<strong>di</strong> un modo per instaurare un contatto con la persona a cui<br />

stiamo parlando, con la quale possiamo con<strong>di</strong>videre i nostri pensieri e sentimenti, lasciando<br />

però aperto il rischio <strong>del</strong> frainten<strong>di</strong>mento e <strong>del</strong>la creazione <strong>di</strong> un significato aggiunto da chi sta<br />

deco<strong>di</strong>ficando il nostro messaggio.<br />

• La comunicazione non verbale: racchiude tutti i messaggi lanciati attraverso le variazioni <strong>di</strong><br />

utilizzo <strong>del</strong> canale vocale (intercalare, pause, intonazioni, volume <strong>del</strong>la voce) e attraverso le<br />

espressioni ed i gesti <strong>del</strong> viso e <strong>del</strong> corpo. Come riportato più sopra, apparentemente sembra<br />

più <strong>di</strong>fficile da deco<strong>di</strong>ficare, ma in realtà è molto più chiara ed utilizzata <strong>del</strong>la comunicazione<br />

verbale. Chiunque <strong>di</strong> noi sa capire che se qualcuno picchietta freneticamente le <strong>di</strong>ta sul<br />

tavolino è nervoso, ma molto più <strong>di</strong>fficile è capire questo stesso stato d'animo da un semplice<br />

<strong>di</strong>alogo verbale. La comunicazione analogica scorre, rispetto al terreno <strong>del</strong>la comunicazione<br />

verbale, come un fiume sotterraneo, proprio come le emozioni scorrono sotto i nostri pensieri.<br />

Se ne deduce che i due tipi <strong>di</strong> comunicazione si occupano principalmente <strong>di</strong> due aree <strong>di</strong>stinte: la<br />

comunicazione verbale <strong>del</strong>l'aspetto contenutistico <strong>del</strong> messaggio, la comunicazione non verbale <strong>di</strong><br />

quello emotivo-relazionale.<br />

La comunicazione nel rapporto supportivo deve raggiungere principalmente lo scopo <strong>di</strong> permettere<br />

alla persona soccorsa <strong>di</strong> trovarsi nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> maggior benessere possibile per lui in quel<br />

momento. Questo può essere raggiunto attraverso tre momenti successivi:<br />

• favorire lo scambio <strong>di</strong> informazioni: più notizie sullo stato psichico e fisico si raccolgono più<br />

<strong>di</strong>venta facile entrare in relazione; le domande non devono però essere troppo invadenti o<br />

personali. Se la persona non vuole <strong>di</strong>rci nulla <strong>di</strong> lei, non per questo dobbiamo insistere e<br />

forzarla. A noi compete invece il dovere <strong>di</strong> fornire con chiarezza e tranquillità tutte le<br />

informazioni che possono servire alla persona soccorsa, per ridurre la sua ansia. Forse poi<br />

vedendo la nostra <strong>di</strong>sponibilità e interessamento, sarà la persona stessa a fornirci<br />

spontaneamente notizie su <strong>di</strong> sé;<br />

• in<strong>di</strong>viduare lo stato emotivo: oltre a decifrare la comunicazione non verbale <strong>del</strong>la persona<br />

soccorsa è bene cercare <strong>di</strong> cogliere anche il nostro stato d'animo per poter arginare e tenere a<br />

freno i nostri sentimenti e ansie più forti;<br />

• entrare in relazione empatica: con questa espressione ci si riferisce alla capacità <strong>di</strong> sentire<br />

dentro <strong>di</strong> sé lo stato d'animo <strong>del</strong>la persona soccorsa e <strong>di</strong> comunicarle che la si comprende.<br />

Questo meccanismo deve portare all'in<strong>di</strong>viduazione <strong><strong>del</strong>le</strong> scelte migliori per fornire l'aiuto ed il<br />

servizio più adatto a migliorare lo stato emotivo attuale <strong>del</strong> nostro interlocutore.<br />

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Alcuni suggerimenti.<br />

Per raggiungere questi scopi ci si può avvalere <strong>di</strong> alcune efficaci tecniche <strong>di</strong><br />

comunicazione:<br />

• utilizzare il livello linguistico <strong>del</strong>la persona da soccorrere: come possiamo comunicare e<br />

aiutare qualcuno <strong>di</strong> cui non utilizziamo lo stesso linguaggio? Se abbiamo <strong>di</strong> fronte un bambino<br />

<strong>di</strong> 5 anni che ci parla agitatamente, sarà utile usare una comunicazione semplice. Il nostro<br />

linguaggio dovrà sempre essere il più possibile comprensibile e vicino a quello <strong>del</strong>la persona<br />

soccorsa. Siamo sempre noi a doverci adeguare alle esigenze altrui e non viceversa;<br />

• ascolto attivo: si intende una situazione in cui la persona soccorsa recepisce, attraverso la<br />

nostra comunicazione e i nostri commenti <strong>di</strong> risposta, che siamo realmente interessati a ciò<br />

che ci sta <strong>di</strong>cendo;<br />

• osservazione partecipata: tenere la mano <strong>del</strong>la persona soccorsa palpando spesso il polso<br />

ra<strong>di</strong>ale è un tipico gesto che comunica attenzione e partecipazione a ciò che sta accadendo; la<br />

persona si sente sicuramente meno sola ed abbandonata alla sua sofferenza;<br />

• tollerare il silenzio: questa è forse una <strong><strong>del</strong>le</strong> tecniche più <strong>di</strong>fficili da applicare, perché la voglia<br />

<strong>di</strong> fare e <strong>di</strong> agire fa sembrare tempo sprecato quello passato semplicemente stringendo la<br />

mano <strong>di</strong> chi sta soffrendo. Noi possiamo provare una o due volte a rompere questo silenzio,<br />

ma se i nostri messaggi non ottengono risposte, allora è nostro compito rispettare la scelta<br />

altrui;<br />

• domande appropriate: "Posso metterle meglio il cuscino?", "Se ha caldo, posso aprire il<br />

finestrino, che ne pensa?"; due esempi solo per chiarire che le domande devono essere chiare,<br />

brevi e precise;<br />

• decifrare la comunicazione non verbale: soprattutto con le persone più silenziose questo è<br />

l'unico mezzo con cui entrare in relazione. Una volta decifrati, questi messaggi devono servirci<br />

per adeguare ulteriormente il nostro servizio alla situazione contingente;<br />

• <strong>di</strong>mostrare interesse per gli argomenti trattati: talvolta il mondo e gli interessi <strong>del</strong>la persona<br />

soccorsa sono molto <strong>di</strong>versi dai nostri, ma questo non deve renderci meno attenti a creare un<br />

clima il più possibile confortevole e tranquillo;<br />

• rispondere correttamente e chiaramente alle domande poste dalla persona soccorsa e dai<br />

suoi eventuali accompagnatori: questi ultimi sono la presenza più rassicurante per la persona<br />

soccorsa ed è quin<strong>di</strong> necessario essere <strong>di</strong>sponibili e chiari anche con loro.<br />

Cosa NON fare.<br />

Esistono però anche <strong><strong>del</strong>le</strong> tecniche inefficaci <strong>di</strong> comunicazione <strong><strong>del</strong>le</strong> quali sarebbe bene fare il<br />

minor uso possibile:<br />

• parlare per parlare: spesso frutto <strong>del</strong>la paura <strong>di</strong> non saper reggere un eventuale silenzio. Crea<br />

solo confusione ed imbarazzo, non permettendo ai bisogni ed ai pensieri più profon<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere<br />

verbalizzati. Se è la persona soccorsa ad utilizzare questa tecnica, dovremo cercare <strong>di</strong> farla<br />

sentire in un ambiente confortevole in cui possa lasciarsi andare e stare anche in silenzio, se è<br />

questo ciò che desidera (non è in questo momento la nostra ansia il problema da affrontare);<br />

• formulare giu<strong>di</strong>zi e fornire consigli non richiesti: per sentirsi tranquilli <strong>di</strong> certo non si ha<br />

bisogno <strong>di</strong> qualcuno che ci pre<strong>di</strong>chi cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma bensì <strong>di</strong> qualcuno che<br />

ci accetti per come siamo, soprattutto in una situazione critica come un'urgenza sanitaria;<br />

• mostrare <strong>di</strong>sinteresse e fasti<strong>di</strong>o: la persona che soccorriamo non si è fatta male<br />

appositamente per <strong>di</strong>sturbarci, ma bensì si trova in una posizione molto più fasti<strong>di</strong>osa e "poco<br />

interessante" <strong>di</strong> quella in cui ci troviamo noi;<br />

• banalizzare i sentimenti espressi: "Ma perché urla? E' matto?", "Questa sua angoscia è<br />

proprio inutile", "Smetta <strong>di</strong> piangere, sembra una fontana rotta"; questi interventi non fanno che<br />

acutizzare il <strong>di</strong>sagio <strong>del</strong>la persona soccorsa;<br />

• verbalizzare le proprie paure e timori: "Anch'io ho paura che la situazione peggiori", "Temo<br />

<strong>di</strong> non sapere proprio cosa fare per aiutarla"; anche queste frasi provocano solo un maggior<br />

malessere nella persona soccorsa ed anche in noi soccorritori;<br />

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• mostrare atteggiamenti <strong>di</strong> chiusura: non guardare mai l'interlocutore negli occhi, stargli<br />

lontano, rivolgere la parola solo ai colleghi, ecc...aumentano il senso <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne e la paura;<br />

• interrompere e cambiare argomento: evidenzia scarso rispetto ed interesse, provocando<br />

<strong>di</strong>sagio e ritrosia;<br />

• mandare messaggi incongruenti e confondere con ipotesi non verificate: <strong>di</strong>re ad una<br />

mamma che il suo bambino è molto bello e poi non volerlo nemmeno toccare può generare<br />

ostilità e soprattutto confusione; questo vale per qualsiasi persona con cui non ci si relazioni in<br />

modo chiaro e coerente.<br />

PSICOPATOLOGIA<br />

II parte<br />

In questa seconda parte affronteremo alcuni <strong>di</strong>sturbi psichici, senza avere la presunzione <strong>di</strong> una<br />

trattazione esaustiva ma solo per dare qualche informazione, qualche cenno, per conoscere<br />

meglio quella sofferenza che spesso accompagna alcune <strong><strong>del</strong>le</strong> persone che trasportiamo con i<br />

nostri mezzi a<strong>di</strong>biti per l’appunto al trasporto sanitario.<br />

Abbiamo scelto i <strong>di</strong>sturbi più frequenti nella popolazione e <strong>di</strong> questi vedremo i sintomi, facendo<br />

riferimento al DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei <strong>di</strong>sturbi Mentali) 12 .<br />

I DISTURBI D'ANSIA<br />

Attacco <strong>di</strong> panico<br />

I principali sintomi <strong>del</strong>l'attacco <strong>di</strong> panico sono:<br />

• palpitazioni, car<strong>di</strong>opalmo o tachicar<strong>di</strong>a;<br />

• sudorazione;<br />

• tremori fini o a gran<strong>di</strong> scosse;<br />

• <strong>di</strong>spnea o sensazione <strong>di</strong> soffocamento;<br />

• sensazione <strong>di</strong> asfissia;<br />

• dolore o fasti<strong>di</strong>o al petto;<br />

• nausea o <strong>di</strong>sturbi addominali;<br />

• sensazione <strong>di</strong> sbandamento, <strong>di</strong> instabilità, <strong>di</strong> testa leggera o <strong>di</strong> svenimento;<br />

• derealizzazione o depersonalizzazione;<br />

• paura <strong>di</strong> perdere il controllo o <strong>di</strong> impazzire;<br />

• paura <strong>di</strong> morire;<br />

• parestesie;<br />

• brivi<strong>di</strong> o vampate <strong>di</strong> calore.<br />

Alcune brevi informazioni: l’attacco <strong>di</strong> panico dura in me<strong>di</strong>a 10-12 minuti. Non può durare un’ora o<br />

due! Piuttosto si verifica uno stato <strong>di</strong> malessere che può perdurare anche <strong>di</strong>verse ore, successivo<br />

alla crisi. Si presenta all’improvviso, senza alcun particolare preavviso o stimolo scatenante.<br />

Nonostante la paura <strong>di</strong> “svenire” che pervade chi vive l’esperienza <strong>di</strong> un attacco <strong>di</strong> panico, in realtà<br />

è impossibile che quella persona possa svenire, questo è dovuto all'alta attivazione <strong>del</strong> nostro<br />

sistema simpatico che mantiene l'organismo in uno stato <strong>di</strong> allerta molto elevato, quin<strong>di</strong> non è<br />

possibile svenire...<br />

Le persone che soffrono <strong>di</strong> attacco <strong>di</strong> panico tendono a mettere in atto l'evitamento: evitano <strong>di</strong><br />

frequentare il luogo (o i luoghi) in cui si è scatenato l'attacco <strong>di</strong> panico o in cui temono si possa<br />

scatenare l'attacco <strong>di</strong> panico. L'evitamento peggiora la con<strong>di</strong>zione <strong>del</strong> paziente in quanto a poco a<br />

12 Masson e<strong>di</strong>tore 1996<br />

54<br />

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poco l'unico luogo percepito come sicuro è la propria casa. L'ambiente esterno nella sua totalità<br />

<strong>di</strong>venta pericoloso.<br />

Osservando i sintomi si può notare come l'attacco <strong>di</strong> panico possa facilmente confondersi con<br />

l’attacco car<strong>di</strong>aco o il collasso. È pertanto probabile che il paziente, percependo questi sintomi,<br />

abbia paura <strong>di</strong> avere un infarto, si agiti e <strong>di</strong>a il via ad un circolo vizioso che non gli permette <strong>di</strong><br />

calmarsi.<br />

Ovviamente per quanto riguarda il nostro compito <strong>di</strong> volontari, non potendo formulare alcuna<br />

<strong>di</strong>agnosi, In caso <strong>di</strong> incertezza su quello che si sta verificando è comunque necessario trasportare<br />

il paziente al pronto soccorso e cercare <strong>di</strong> tranquillizzarlo durante il tragitto.<br />

Agorafobia<br />

È un <strong>di</strong>sturbo che può essere associato all’attacco <strong>di</strong> panico ed è rappresentato da paure che<br />

hanno principalmente oggetto i luoghi pubblici, soprattutto luoghi aperti e/o affollati dai quali<br />

potrebbe essere <strong>di</strong>fficoltoso allontanarsi o nei quali potrebbe non essere <strong>di</strong>sponibile un aiuto nel<br />

caso in cui la persona abbia un attacco <strong>di</strong> panico o una crisi d’ansia.<br />

Anche in questo caso la tendenza è quella <strong>di</strong> evitare questi luoghi arrivando a limitare<br />

notevolmente la propria autonomia. L’agorafobia porta gradualmente ad un isolamento sempre più<br />

significativo che costringe spesso la persona o i famigliari a ricorrere allo specialista quando<br />

purtroppo ormai il <strong>di</strong>sturbo è invalidante e la qualità <strong>del</strong>la vita è severamente compromessa.<br />

Fobia specifica<br />

Le fobie specifiche sono paure rivolte verso uno “stimolo fobico” specifico. Sono caratterizzate da<br />

un'ansia clinicamente significativa provocata dall'esposizione a un oggetto o a una situazione<br />

temuti, che spesso, come nell’attacco <strong>di</strong> panico, determina condotte <strong>di</strong> evitamento.<br />

Nota Bene: la semplice paura non è una fobia. La paura <strong>di</strong>venta fobia, ovvero una<br />

psicopatologia, quando ci impe<strong>di</strong>sci <strong>di</strong> fare ciò che dobbiamo/vogliamo fare, quando<br />

con<strong>di</strong>ziona la nostra vita in modo invalidante.<br />

Le tipologie più comuni <strong>di</strong> fobie specifiche sono:<br />

• tipo animali (per es., insetti, cani, etc…);<br />

• tipo ambiente naturale (per es., altezze, temporali, acqua);<br />

• tipo sangue – iniezioni - ferite;<br />

• tipo situazionale (per es., aeroplani, ascensori, luoghi chiusi, luoghi aperti:piazze).<br />

Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)<br />

Caratteristiche essenziali <strong>del</strong> <strong>di</strong>sturbo ossessivo- compulsivo sono pensieri, immagini o impulsi<br />

ricorrenti che creano allarme o paura e che costringono la persona a mettere in atto<br />

comportamenti ripetitivi o azioni mentali. Come il nome stesso lascia intendere, il DOC è quin<strong>di</strong><br />

caratterizzato da ossessioni e compulsioni. Almeno l'80% dei pazienti con DOC ha sia ossessioni<br />

che compulsioni, meno <strong>del</strong> 20% ha solo ossessioni o solo compulsioni.<br />

Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi che si presentano più e più volte e sono al <strong>di</strong><br />

fuori <strong>del</strong> controllo <strong>di</strong> chi li sperimenta. Tali idee sono sentite come <strong>di</strong>sturbanti e intrusive e, almeno<br />

quando le persone non sono assalite dall'ansia, sono giu<strong>di</strong>cate come infondate ed insensate.<br />

Le compulsioni vengono anche definite rituali o cerimoniali e sono comportamenti ripetitivi (lavarsi<br />

le mani, rior<strong>di</strong>nare, controllare…) o azioni mentali (contare, pregare, ripetere formule<br />

mentalmente…) messi in atto per ridurre il senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e l'ansia provocati dai pensieri e dagli<br />

impulsi tipici <strong><strong>del</strong>le</strong> ossessioni; costituiscono, cioè, un tentativo <strong>di</strong> elusione <strong>del</strong> <strong>di</strong>sagio, un mezzo<br />

per cercare <strong>di</strong> conseguire un controllo sulla propria ansia.<br />

Ritroviamo varie tipologie <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo ossessivo-compulsivo:<br />

• contaminazione;<br />

• controllo;<br />

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• ossessioni pure;<br />

• superstizione eccessiva;<br />

• or<strong>di</strong>ne e simmetria;<br />

• accumulo/accaparramento;<br />

• compulsioni mentali.<br />

Anche in questo caso, vale la pena sottolineare la <strong>di</strong>fferenza fra normalità e patologia. Non è<br />

quin<strong>di</strong> malato chi è ragionevolmente preoccupato per una contaminazione… chi è particolarmente<br />

or<strong>di</strong>nato o pulito o chi riflette molto. Chi soffre <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo ha severamente compromesso la<br />

propria vita e quella dei propri famigliari e/o amici.<br />

Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)<br />

È’ caratterizzato dal rivivere un evento estremamente traumatico accompagnato da sintomi <strong>di</strong><br />

aumento <strong>del</strong>l'ansia e da evitamento verso stimoli/situazioni associati perché simili al trauma subito.<br />

Le persone che soffrono <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo rivivono frequentemente il trauma come se stesse<br />

sempre succedendo; questo significa che insieme al ricordo ci sono anche l’ansia, la paura, il<br />

terrore che si sono sperimentati la prima volta.<br />

In particolare i mo<strong>di</strong> in cui viene rivissuto il trauma possono essere:<br />

1) ricor<strong>di</strong> spiacevoli ricorrenti e intrusivi <strong>del</strong>l'evento, che comprendono immagini, pensieri, o<br />

percezioni. Nei bambini piccoli si possono manifestare giochi ripetitivi in cui vengono espressi<br />

temi o aspetti riguardanti il trauma;<br />

2) sogni spiacevoli ricorrenti <strong>del</strong>l'evento. Nei bambini possono essere presenti sogni spaventosi<br />

senza un contenuto riconoscibile;<br />

3) agire o sentire “come se” l'evento traumatico si stesse ripresentando (ciò include sensazioni <strong>di</strong><br />

rivivere l'esperienza, illusioni, allucinazioni, ed episo<strong>di</strong> <strong>di</strong>ssociativi <strong>di</strong> flashback, compresi quelli<br />

che si manifestano al risveglio o in stato <strong>di</strong> intossicazione). Nei bambini piccoli possono<br />

manifestarsi rappresentazioni ripetitive specifiche <strong>del</strong> trauma;<br />

4) <strong>di</strong>sagio psicologico intenso all'esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano<br />

o assomigliano a qualche aspetto <strong>del</strong>l'evento traumatico;<br />

5) reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o<br />

assomigliano a qualche aspetto <strong>del</strong>l'evento traumatico.<br />

NOTA: Dopo aver subito un trauma è considerato normale il fatto che il soggetto possa avere<br />

sintomi <strong>di</strong> paura o <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio per circa un mese, quando i sintomi persistono oltre questo<br />

periodo si può ipotizzare una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo post-traumatico da stress.<br />

Disturbo d'Ansia Generalizzato<br />

E' caratterizzato da almeno sei mesi <strong>di</strong> ansia e preoccupazione persistenti ed eccessive.<br />

I sintomi principali sono:<br />

• costante inquietu<strong>di</strong>ne: i soggetti temono il peggio e non possono controllare il loro stato d'ansia<br />

e <strong>di</strong> apprensione;<br />

• dolori muscolari ed aumento <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> vigilanza;<br />

• insonnia;<br />

• <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> concentrazione;<br />

• sudorazione, tachicar<strong>di</strong>a, vertigini, <strong>di</strong>arrea, ecc;<br />

• cefalea.<br />

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I DISTURBI DELL’UMORE<br />

Disturbo Depressivo Maggiore<br />

La depressione colpisce il 20% <strong>di</strong> donne ed il 16,7% <strong>di</strong> uomini; ciò significa che una donna su<br />

quattro ed un uomo su nove soffre <strong>di</strong> depressione.<br />

Per <strong>di</strong>agnosticare un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Depressione Maggiore è necessaria la presenza <strong>di</strong> cinque o più<br />

dei seguenti sintomi contemporaneamente presenti durante un periodo <strong>di</strong> due settimane che<br />

rappresentino un cambiamento rispetto al precedente livello <strong>di</strong> funzionamento; almeno uno dei<br />

sintomi è costituito da:<br />

1) umore depresso per la maggior parte <strong>del</strong> giorno;<br />

2) per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> interesse o piacere per tutto, o quasi tutte, le attività per la maggior parte <strong>del</strong> giorno;<br />

3) significativa per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> peso senza essere a <strong>di</strong>eta o aumento <strong>di</strong> peso;<br />

4) insonnia o ipersonnia;<br />

5) agitazione o rallentamento psicomotorio;<br />

6) faticabilità o mancanza <strong>di</strong> energia;<br />

7) sentimenti <strong>di</strong> autosvalutazione o <strong>di</strong> colpa eccessivi o inappropriati;<br />

8) ridotta capacità <strong>di</strong> pensare o concentrarsi;<br />

9) pensieri ricorrenti <strong>di</strong> morte.<br />

La <strong>di</strong>fficoltà nell’avere a che fare con pazienti depressi è che è <strong>di</strong>fficile trovare qualcosa che li<br />

interessi dal momento che sono estremamente demotivati e non provano più interesse nemmeno<br />

per le attività che prima <strong>del</strong>la depressione svolgevano normalmente.<br />

Spesso questo tipo <strong>di</strong> paziente non va neppure dal me<strong>di</strong>co, tanto è convinto che non ci sia niente<br />

da fare e che la sua situazione non sia risolvibile.<br />

Paradossalmente bisogna poi prestare attenzione al momento in cui il paziente comincia a<br />

migliorare poiché in questo momento aumenta il rischio <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o: l’in<strong>di</strong>viduo infatti non si sente<br />

più totalmente incapace <strong>di</strong> cambiare la propria situazione e può vedere nel suici<strong>di</strong>o una possibile<br />

soluzione al proprio problema.<br />

Disturbo Distimico<br />

La Distimia è un umore cronicamente depresso, presente per la maggior parte <strong>del</strong> giorno, quasi<br />

ogni giorno per 2 anni. Gli in<strong>di</strong>vidui col <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong>stimico si sentono tristi e "giù <strong>di</strong> corda". Essi<br />

presentano ancora uno o più sintomi sotto riportati:<br />

• scarso appetito o al contrario iperfagia (mangiano cioccolata, dolci, spuntini ecc.);<br />

• insonnia o ipersonnia;<br />

• scarsa energia o astenia;<br />

• bassa autostima;<br />

• <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> concentrazione o nel prendere decisioni;<br />

• sentimenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione.<br />

Disturbo Bipolare<br />

Chi soffre <strong>di</strong> Disturbo Bipolare fa esperienza <strong>di</strong> oscillazioni <strong>del</strong>l'umore molto intense che vanno da<br />

uno stato depressivo ad una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> grande eccitamento.<br />

Queste oscillazioni si manifestano in episo<strong>di</strong> ciclici <strong>di</strong> Depressione (episo<strong>di</strong>o depressivo) o Mania<br />

(episo<strong>di</strong>o maniacale), che possono durare da alcune settimane ad alcuni mesi. Normalmente<br />

l’umore <strong>del</strong> paziente viene stabilizzato con farmaci.<br />

Nella fase depressiva ci si sente <strong>di</strong>speratamente infelici, senza energia ed incapaci <strong>di</strong> affrontare<br />

persino le cose più elementari; nella fase maniacale ci si può sentire particolarmente bene, come<br />

“al settimo cielo”, pieni <strong>di</strong> energia, in grado <strong>di</strong> fare qualsiasi cosa senza alcun problema e<br />

incre<strong>di</strong>bilmente pieni <strong>di</strong> idee eccitanti.<br />

Il <strong>di</strong>sturbo bipolare comporta:<br />

• cambiamenti nelle sensazioni;<br />

• cambiamenti nel comportamento;<br />

• cambiamenti nel pensiero.<br />

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Schizofrenia<br />

I SINTOMI caratteristici <strong>del</strong>la schizofrenia possono essere sia positivi che negativi. I sintomi positivi<br />

in<strong>di</strong>cano eccessi nel comportamento e comprendono quin<strong>di</strong>:<br />

• eloquio <strong>di</strong>sorganizzato;<br />

• allucinazioni;<br />

• <strong>del</strong>iri;<br />

• comportamento bizzarro.<br />

I SINTOMI negativi sono quelli che in<strong>di</strong>cano la mancanza o la carenza <strong>di</strong> qualcosa e<br />

comprendono:<br />

• apatia (mancanza <strong>di</strong> energia e mancanza <strong>di</strong> interesse per quelle che sono le consuete attività<br />

quoti<strong>di</strong>ane);<br />

• alogia (quantità <strong>di</strong> linguaggio prodotto fortemente ridotta);<br />

• anedonia (mancanza <strong>di</strong> interesse per le attività ricreative, incapacità <strong>di</strong> sviluppare rapporti con<br />

gli altri, mancanza <strong>di</strong> interesse per l’attività sessuale);<br />

• appiattimento <strong>del</strong>l’affettività;<br />

• asocialità.<br />

ALCUNE INFORMAZIONI UTILI<br />

• Lo psicologo è laureato in Psicologia e abilitato all'esercizio <strong>del</strong>la professione, quin<strong>di</strong> iscritto<br />

all'Albo, dopo aver svolto un anno <strong>di</strong> tirocinio <strong>di</strong> circa 20 ore settimanali post laurea e superato<br />

l'esame <strong>di</strong> stato.<br />

• Lo psichiatra è abilitato all'esercizio <strong>del</strong>la professione se è laureato in me<strong>di</strong>cina e<br />

specializzato in psichiatria.<br />

• Lo psicoterapeuta è uno psicologo o un me<strong>di</strong>co, specializzato in psicoterapia.<br />

È opportuno non affidarsi a nessuno senza sapere quale tipo <strong>di</strong> specializzazione ha e se la<br />

specializzazione che ha è adatta al nostro problema.<br />

Sportello <strong>di</strong> Primo ascolto c/o il Centro la Noce.<br />

Informazione e Consulenza sui<br />

Disturbi <strong>del</strong> Comportamento Alimentare<br />

(Anoressia–Bulimia-BED)<br />

Tutti i Mercoledì<br />

15:00-18:30<br />

Per appuntamento: <strong>di</strong>rezione.sanitaria@croceblu.org<br />

58<br />

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Ambulanza e Presi<strong>di</strong> Sanitari<br />

a cura <strong>di</strong> Valeriano Zini 13<br />

13 Infermiere Professionale – Consigliere <strong>del</strong>la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, si occupa <strong>del</strong> materiale sanitario.<br />

Capitolo<br />

6<br />

59<br />

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6. Ambulanza e Presi<strong>di</strong> Sanitari [durata 90 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

Rendere in grado il volontario <strong>di</strong> riconoscere i presi<strong>di</strong> presenti sui mezzi <strong>del</strong>l’associazione e<br />

conoscere il loro utilizzo, da integrare con l’esperienza che acquisirà in servizio e attraverso<br />

l’insegnamento dei volontari più esperti.<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

AMBULANZE SERVIZI SOCIO-SANITARI<br />

PRESIDI DI BASE<br />

Barella autocaricante americana<br />

Per quanto riguarda l’utilizzo <strong>del</strong>la barella si faccia riferimento<br />

alla lezione pratica <strong>di</strong> ambulanza. Ricor<strong>di</strong>amo solo che il<br />

paziente deve sempre essere legato, sia durante il trasporto,<br />

sia nel momento in cui viene caricato. Questo tipo <strong>di</strong> barella<br />

non ha purtroppo posizioni interme<strong>di</strong>e. Lo schienale ha la<br />

possibilità <strong>di</strong> essere alzato a novanta gra<strong>di</strong> e la parte dei pie<strong>di</strong><br />

può essere sollevata in modo da posizionare gli arti inferiori<br />

<strong>del</strong> paziente in scarico. Attraverso una leva sotto la barella è<br />

inoltre possibile bloccarla in posizione abbassata, in modo da<br />

non fare scattare il carrello quando la barella viene alzata. Ricordate comunque che non è<br />

consigliabile utilizzarla per trasportare il paziente in questo modo, poichè il peso per gli operatori<br />

risulterebbe eccessivo; utilizzare piuttosto altri presi<strong>di</strong> come la barella a cucchiaio o quella italiana.<br />

Fermo posteriore per il fissaggio <strong>del</strong>la barella al piano <strong>di</strong> calpestio<br />

Esistono <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> gancio per le barelle, <strong>di</strong> cui ne proponiamo un esempio a<br />

fianco. Si consiglia vivamente <strong>di</strong> controllare e provare il gancio ogni qualvolta<br />

l’operatore non lo conosca a fondo, in modo da acquisire sicurezza nelle<br />

operazioni <strong>di</strong> fissaggio <strong>del</strong>la barella. Ricordate che una barella non agganciata<br />

correttamente può costituire un serio pericolo per il paziente.<br />

Barella cucchiaio<br />

Il mo<strong>del</strong>lo presente nella maggioranza <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

ambulanze in uso presso l’associazione è costruito in<br />

lega <strong>di</strong> alluminio. Ricordate però che se da una parte<br />

tale materiale garantisce robustezza alla struttura,<br />

dall’altra non può garantire l’isolamento termico <strong>del</strong><br />

paziente. Fate però attenzione nel caso che deci<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> posizionare un lenzuolo o un panno tra il<br />

paziente e la barella a cucchiaio: tale manovra comporta il pericolo che il paziente possa scivolare<br />

sul piano <strong>del</strong>la barella. Ovviamente per ogni spostamento il paziente deve essere assicurato alla<br />

struttura tramite le cinghie, che devono essere già presenti e agganciate alla barella stessa. Tale<br />

presi<strong>di</strong>o trova applicazione in tutti quei casi in cui il paziente abbia la necessità <strong>di</strong> essere trasportato<br />

un piano rigido. Tutti i tipi <strong>di</strong> barella a cucchiaio possono essere ridotti <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni allungando al<br />

massimo la struttura e piegandola a metà. Anche in questo caso per l’utilizzo fare riferimento alla<br />

lezione pratica <strong>di</strong> ambulanza.<br />

60<br />

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Barella <strong>di</strong> scorta italiana<br />

Ne sono presenti <strong>di</strong>versi tipi e mo<strong>del</strong>li, tutti accomunati dalla<br />

caratteristica <strong>di</strong> poter essere ripiegate a metà. Ricordate che<br />

tale presi<strong>di</strong>o non garantisce un supporto alla colonna<br />

vertebrale, per cui prima <strong>di</strong> trasportare un paziente è<br />

necessario accertarsi che tale caratteristica non sia necessaria al trasportato.<br />

Seggetta portaferiti<br />

Adatta al trasporto dei pazienti che possono essere trasportati in questa<br />

posizione. Ricordate sempre <strong>di</strong> allacciare la cintura appena il paziente si è<br />

seduto.<br />

Telo portaferiti<br />

Utilizzato generalmente per il trasporto dei pazienti per le scale. Ha la<br />

caratteristica <strong>di</strong> essere molto maneggevole e leggero, e <strong>di</strong> norma ben<br />

tollerato dal paziente, ma non garantisce stabilità alla colonna vertebrale.<br />

Per cui in alcuni casi può essere sconsigliabile. Accertarsi prima <strong>di</strong><br />

procedere con il trasporto <strong><strong>del</strong>le</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>del</strong> trasportato, magari<br />

informandosi presso i parenti o il personale <strong><strong>del</strong>le</strong> strutture.<br />

Bombole ossigeno<br />

Ne esistono <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>mensioni. In genere da 2 litri per quelle portatili e 7 litri per<br />

quelle fisse. Secondo le ultime normative tutto il corpo <strong>del</strong>la bombola deve essere<br />

<strong>di</strong> colore bianco. Se la parte alta <strong>del</strong>la bombola non è <strong>di</strong> tale colore significa il gas<br />

contenuto all’interno non è ossigeno. Ricordate sempre che l’ossigeno è un<br />

combustibile e un comburente, ossia, nel caso in cui venga miscelato con altre<br />

sostanze (ad esempio alcuni tipi <strong>di</strong> grassi e oli) può dare luogo ad una reazione<br />

chimica in cui può avvenire una combustione spontanea anche non in presenza <strong>di</strong><br />

fiamme o corpi incandescenti. Le bombole, una volta scariche (si considerano scariche le<br />

bombole il cui manometro segna 20 bar) vanno riposte nell’apposita scaffalatura all’interno<br />

<strong>del</strong> garage (appena entrati sulla destra, come segnalato dal cartello). Non si devono usare<br />

pinze per agganciare le bombole al sistema <strong>di</strong> erogazione sulle ambulanze, ma piuttosto<br />

accertarsi che il sistema non sia sotto pressione prima <strong>di</strong> procedere alla sostituzione, in<br />

modo che il dado <strong>di</strong> fissaggio non sia eccessivamente saldo.<br />

Regolatore <strong>di</strong> pressione<br />

E’ composto da un manometro e da una ghiera <strong>di</strong> apertura <strong>del</strong> flusso (l’apertura<br />

avviene in senso antiorario). Le bombole piene sono caricate a 200 bar (l’unità <strong>di</strong><br />

misura <strong>del</strong>la pressione).<br />

Umi<strong>di</strong>ficatore<br />

Ha lo scopo <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>ficare l’ossigeno che, uscendo dalla bombola, viene inalato dal<br />

paziente attraverso la mascherina (o altro sistema <strong>di</strong> erogazione). L’ossigeno non<br />

umi<strong>di</strong>ficato, specie se somministrato per lunghi perio<strong>di</strong>, tende a seccare le vie aeree<br />

<strong>del</strong> paziente provocandone l’irritazione e una minore <strong>di</strong>fesa contro le infezioni. E’ però<br />

necessario ricordare che l’umi<strong>di</strong>ficatore deve essere mantenuto ben pulito e privo <strong>di</strong><br />

incrostazioni.<br />

Aspiratore secreti fisso<br />

Posto all’interno <strong>del</strong>la cellula sanitaria <strong>del</strong>l’ambulanza, attraverso un pompa a vuoto o<br />

un circuito con consumo <strong>di</strong> ossigeno (aspiratore <strong>di</strong> Venturi), è in grado <strong>di</strong> permettere<br />

l’aspirazione attraverso il tubo collegato all’ugello creando il vuoto all’interno <strong>del</strong><br />

barattolo trasparente.<br />

Tubo aspirazione<br />

Viene collegato con una estremità all’ugello <strong>del</strong>l’aspiratore, e con l’altra al son<strong>di</strong>no<br />

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<strong>di</strong> aspirazione o alla cannula rigida <strong>di</strong> Yankauer (vedere più avanti).<br />

Portaflebo<br />

E’ il sistema <strong>di</strong> alloggiamento per le flebo in bottiglie <strong>di</strong> vetro. Deve essere posizionato<br />

in alto rispetto al paziente. Ricordate che la velocità <strong>del</strong> flusso <strong>del</strong> liquido contenuto<br />

nella flebo non deve mai essere gestito dal volontario, ma fare sempre riferimento alle<br />

in<strong>di</strong>cazioni <strong>del</strong> personale sanitario.<br />

MEDICAZIONE<br />

Rotoli <strong>di</strong> cerotto<br />

Ne esistono <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi materiali e <strong>di</strong>mensioni. Nelle nostre ambulanze sono in<br />

seta da 2,5 cm.<br />

Scatola <strong>di</strong> cerotti<br />

Compresse <strong>di</strong> garza sterili<br />

Sono utilizzate nel caso si debba me<strong>di</strong>care una ferita in<br />

modo sterile. Per pulire la cute senza ferite non è necessaria la sterilità, bastano<br />

le garze non sterili.<br />

Pacco garze non sterili<br />

Bende<br />

Acqua ossigenata<br />

Nel momento in cui si apre un <strong>di</strong>sinfettante, è buona<br />

norma segnare la data <strong>di</strong> apertura sulla confezione con un pennarello in<strong>del</strong>ebile. Una<br />

volta passati 15 giorni il <strong>di</strong>sinfettante va buttato, poiché non è più garantita la sua<br />

capacità antisettica. Purtroppo questa buona abitu<strong>di</strong>ne non è ancora <strong>di</strong>ffusa in<br />

associazione, ma si spera che presto tutti i volontari si abituino ad agire in questo modo.<br />

EQUIPAGGIAMENTO SPECIFICO<br />

Ghiaccio istantaneo<br />

Quello in uso presso la nostra associazione è rivestito in TNT (tessuto<br />

non tessuto) in modo da limitare il rischio <strong>di</strong> lesioni da freddo. E’<br />

comunque sempre consigliabile interporre un tessuto o <strong><strong>del</strong>le</strong> garze non<br />

sterili tra il sacchetto e la cute <strong>del</strong> paziente. E’ costituito da una sostanza<br />

liquida contenuta in una busta sigillata all’interno <strong>del</strong>la confezione, la cui rottura<br />

consente la miscelazione con il composto granulare che la circonda, dando così luogo<br />

ad una reazione chimica per la quale il calore viene assorbito, abbassando la<br />

temperatura <strong>del</strong>la miscela così ottenuta.<br />

Ghiaccio spray (nelle borse <strong><strong>del</strong>le</strong> gare sportive)<br />

Per erogare il contenuto tenere la bomboletta in posizione verticale avendo cura <strong>di</strong><br />

rimanere a circa 20 cm dalla cute.<br />

Forbice taglia abiti<br />

Viene utilizzata per tagliare gli abiti <strong>del</strong> paziente nel caso non sia possibile<br />

sfilarli. Ovviamente, valutarne l’utilizzo per non creare danni inutili.<br />

Laccio emostatico<br />

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Viene utilizzato per consentire il reperimento <strong>di</strong> un accesso venoso da parte<br />

<strong>di</strong> personale sanitario. Non è consigliabile l’utilizzo allo scopo <strong>di</strong> fermare<br />

una emorragia se non come ultimo tentativo, una volta che tutti gli altri<br />

accorgimenti risultino vani (sollevamento <strong>del</strong>l’arto, compressione <strong>di</strong>retta <strong>del</strong>la ferita, compressione<br />

<strong>del</strong>la arteria a monte <strong>del</strong>l’emorragia su un piano osseo…). Molte volte, specie se utilizzato per<br />

questo scopo da personale non esperto, si rischia <strong>di</strong> occludere i vasi venosi ma non quelli arteriosi,<br />

aumentando così l’emorragia, o <strong>di</strong> provocare lesioni ai tessuti nella zona <strong>di</strong> applicazione. Per<br />

l’emostasi (ossia il blocco <strong>del</strong>l’emorragia) sono in ogni caso in<strong>di</strong>cati altri tipi <strong>di</strong> lacci emostatici,<br />

comunque non in dotazione sulle nostre ambulanze.<br />

Teli isotermici<br />

Hanno la caratteristica <strong>di</strong> riflettere il calore a seconda <strong>del</strong>la<br />

faccia che viene posta a contatto con il paziente. Con la parte<br />

argentata all’esterno, i raggi solari vengono riflessi, favorendo il<br />

raffreddamento <strong>del</strong> soggetto, mentre con all’esterno la parte<br />

dorata, il calore <strong>del</strong> corpo viene riflesso verso il paziente, e<br />

quin<strong>di</strong> “imprigionato” all’interno, prevenendo l’ipotermia. Per<br />

svolgere questa funzione, il telino deve essere posto a <strong>di</strong>retto<br />

contatto con la cute, se invece viene posto sopra i vestiti il suo effetto viene meno. Il classico<br />

utilizzo <strong>del</strong> telino riguarda la protezione termica <strong>del</strong> politraumatizzato, che, una volta terminata la<br />

valutazione e la stabilizzazione, con il paziente scoperto, viene applicato <strong>di</strong>rettamente alla cute per<br />

prevenire l’ipotermia. Ricordate che se volete scaldare un paziente, risulta sicuramente più<br />

economico e soprattutto più efficace utilizzare un panno!<br />

Cinghie <strong>di</strong> sicurezza<br />

Vengono utilizzate per assicurare il paziente alla barella.<br />

Sono in genere composte da due pezzi con la chiusura in<br />

plastica. Per fissarle alla barella occorre, una volta <strong>di</strong>visa in<br />

due pezzi la cinghia, fare passare la parte <strong>del</strong> gancio attorno<br />

ad un tubolare <strong>del</strong>la barella e poi all’interno <strong>del</strong>l’asola finale,<br />

verificandone la tenuta.<br />

RIANIMAZIONE<br />

BORSA DI RIANIMAZIONE<br />

Pallone autoespan<strong>di</strong>bile <strong>di</strong> Ambu<br />

Viene utilizzato nella rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare. E’<br />

composto da una corpo centrale autoespan<strong>di</strong>bile e da due<br />

valvole alle estremità che consentono l’ingresso <strong>del</strong>l’aria solo<br />

dalla parte posteriore, e la sua fuoriuscita (attraverso la<br />

compressione <strong>del</strong> corpo centrale) solamente dalla parte<br />

anteriore a cui, tramite un raccordo universale, viene<br />

agganciata la maschera. Nella parte posteriore <strong>del</strong> pallone è presente un ugello a cui può essere<br />

raccordato il tubicino <strong>del</strong>l’ossigeno e il connettore per il reservoir (vedere più avanti). Per l’utilizzo<br />

specifico <strong>del</strong>lo strumento fare riferimento alle <strong>lezioni</strong> relative la rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare.<br />

Reservoir e raccor<strong>di</strong><br />

Il tubicino in figura (lo stesso <strong><strong>del</strong>le</strong> mascherine <strong>di</strong> ossigeno) serve per<br />

collegare il pallone <strong>di</strong> ambu alla fonte <strong>di</strong> ossigeno, mentre il reservoir<br />

(sacchetto plastico) viene agganciato sul retro <strong>del</strong> pallone per incamerare<br />

parte <strong>del</strong>l’ossigeno portato attraverso il tubicino. Ricordate che la<br />

percentuale <strong>di</strong> ossigeno erogata con il semplice pallone è <strong>del</strong> 21% circa,<br />

mentre sale al 50-60% con fonte <strong>di</strong> ossigeno fino ad arrivare a valori<br />

superiori al 90% nel caso sia presente anche il reservoir.<br />

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Filtro antibatterico per ambu<br />

Lo scopo <strong>di</strong> questo presi<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> evitare che il pallone utilizzato per la<br />

rianimazione venga contaminato dal paziente. Ricordate che un pallone <strong>di</strong><br />

ambu è monouso, e il costo si aggira sui 30-40 euro. Se viene utilizzato il filtro,<br />

una volta terminato l’intervento dovremo buttare solamente mascherina e filtro,<br />

con un risparmio considerevole. Nel caso ce ne <strong>di</strong>menticassimo, è dunque<br />

necessario gettare sia ambu che maschera, per prevenire la trasmissione <strong>di</strong><br />

infezioni.<br />

Maschere per ambu<br />

Sono <strong>di</strong>sponibili in vari mo<strong>del</strong>li e misure. Quelle attualmente in dotazione sono<br />

dotate <strong>di</strong> un cuscinetto ad aria per migliorare conformazione al viso <strong>del</strong><br />

paziente. Alcune <strong>di</strong> queste sono fornite <strong>di</strong> una valvola (all’estremità nasale) che<br />

ne consente il controllo <strong>del</strong>la pressione, con la possibilità <strong>di</strong> gonfiare o<br />

sgonfiare la camera d’aria attraverso una siringa (senza ago!). La misura<br />

adeguata al paziente è quella in cui la camera interna vada a sistemarsi dalla<br />

ra<strong>di</strong>ce <strong>del</strong> naso alla parte ossea <strong>del</strong> mento, senza lasciare fissurazioni.<br />

Set <strong>di</strong> Cannule <strong>di</strong> Gue<strong>del</strong> (o <strong>di</strong> Mayo)<br />

Sono cilindri ricurvi dotati <strong>di</strong> un canale interno, in materiale<br />

plastico abbastanza rigido. Vengono utilizzate per garantire la<br />

pervietà <strong><strong>del</strong>le</strong> vie aeree, impedendo che la lingua possa cadere<br />

all’in<strong>di</strong>etro, e garaniscono il passaggio <strong>del</strong>l’aria tramite il canale<br />

centrale.<br />

Vite elicoidale apribocca<br />

Sfruttando il sistema a vite <strong>del</strong> corpo centrale, viene utlizzata per<br />

aprire in modo forzato la bocca <strong>del</strong> paziente. Il suo utilizzo è<br />

abbastanza raro, ed in ogni caso bisogna vagliarne l’effettiva<br />

necessità. Ricordate che non trova impego nella rianimazione<br />

car<strong>di</strong>opolmonare, poiché in tali casi, i muscoli <strong>del</strong> paziente sono<br />

rilassati, e la semplice iperestensione <strong>del</strong> capo è sufficiente per<br />

consentire l’apertura <strong>del</strong>la bocca.<br />

Son<strong>di</strong>ni per aspirazione con finger-tip<br />

Vengono collegati al tubo <strong>del</strong>l’aspiratore, e consentono una più<br />

precisa gestione <strong>del</strong>l’aspirazione. Ricordate che i volontari, nel<br />

caso debbano aspirare sostanze nella cavità orale <strong>del</strong> paziente,<br />

non devono spingersi oltre la porzione visibile. Il son<strong>di</strong>no raccordato non aspira autonomamente,<br />

ma è necessario occludere con un <strong>di</strong>to il foro posto all’inizio <strong>del</strong> son<strong>di</strong>no, nella parte <strong>di</strong> plastica<br />

colorata (finger-tip)<br />

Cannula <strong>di</strong> Yankauer<br />

Si tratta <strong>di</strong> una cannula rigida <strong>di</strong> aspirazione, utilizzata nello stesso<br />

modo dei son<strong>di</strong>ni, ma con la proprietà <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere con sicurezza la<br />

porzione aspirante terminale.<br />

Maschere ossigeno adulti e pe<strong>di</strong>atrica<br />

Eroga ossigeno al paziente secondo il flusso impostato nell’erogatore.<br />

Esistono mo<strong>del</strong>li con reservoir integrato. Il tubo <strong>del</strong>la mascherina <strong>di</strong><br />

ossigeno può essere usato per raccordare la bombola portatile al pallone <strong>di</strong><br />

ambu,<br />

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IGIENE E PREVENZIONE<br />

Scatole <strong>di</strong> guanti<br />

Sono presenti in tre misure (small, me<strong>di</strong>um, large). Esistono in <strong>di</strong>versi materiali: lattice, vinile,<br />

nitrile, poliuretano. Principalmente in associazione sono utilizzati quelli in lattice. Nel caso un<br />

volontario risulti allergico a tale materiale, è importante che lo segnali al Gruppo Materiale Sanitario,<br />

in modo da provvedere ad una fornitura <strong>di</strong> guanti alternativi.<br />

Contenitore per rifiuti<br />

Lenzuola<br />

Traverse<br />

Panni<br />

Contenitore per rifiuti infetti<br />

Non è presente <strong>di</strong> norma sulle ambulanze, escluse alcune eccezioni, ma si<br />

trova nel deposito <strong><strong>del</strong>le</strong> lenzuola. Al suo interno vanno buttati tutti i presi<strong>di</strong><br />

monouso utilizzati nello svolgimento <strong>del</strong> servizio che siano venuti a contatto<br />

con i materiali biologici <strong>del</strong> paziente, e quin<strong>di</strong> potenzialmente infettivi.<br />

Ricordate che tali contenitori devono essere smaltiti per incenerimento, con<br />

una spesa <strong>di</strong> circa 30 euro l’uno. Per tale motivo al suo interno non vanno<br />

gettati i rifiuti non infetti (guanti utilizzati ma puliti che non sono venuti a<br />

contatto con il paziente, cartacce, lattine ecc.), che devono essere smaltiti<br />

come i normali rifiuti urbani.<br />

EMERGENZA<br />

Barella<br />

Oltre a tutte le caratteristiche descritte per le barelle dei servizi<br />

socio-sanitari, questo mo<strong>del</strong>lo ha la possibilità <strong>di</strong> poter essere<br />

posizionata ad un’altezza interme<strong>di</strong>a.<br />

Barella cucchiaio 65EXL<br />

Il modo <strong>di</strong> utilizzare questo presi<strong>di</strong>o è sovrapponibile<br />

al mo<strong>del</strong>lo descritto nelle pagine precedenti. Alcune<br />

caratteristiche innovative sono date dal materiale<br />

plastico che limita la <strong>di</strong>spersione <strong>del</strong> calore, il doppio<br />

gancio <strong>di</strong> sicurezza visibile in figura e i fori a fondo<br />

cieco nei tubolari <strong>di</strong> alluminio che assicurano una più<br />

agevole pulizia. Anche questo mo<strong>del</strong>lo può essere<br />

ridotto in <strong>di</strong>mensioni allungando completamente la<br />

barella e ripiegandola a metà.<br />

Seggetta<br />

E’ una seggetta <strong>di</strong> soccorso, nata per l’evacuazione rapida <strong>del</strong> paziente lungo le<br />

scale. I due pattini inferiori consentono la <strong>di</strong>scesa in sicurezza, frenando la se<strong>di</strong>a,<br />

che deve essere spinta per procedere. Il carrello posteriore agevola l’utlizzo su<br />

superfici piane. E’ inoltre presente in ambulanza un manubrio da porre nel<br />

relativo incastro per consentire la salita <strong><strong>del</strong>le</strong> scale.<br />

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Sacca soluzione fisiologica<br />

Vengono utilizzate per le infusioni endovenose dal personale sanitario, oppure<br />

per la detersione <strong>di</strong> ferite sporche (ad esempio fango). Si raccomanda <strong>di</strong><br />

utilizzarla in modo adeguato, limitandone l’utilizzo alle effettive necessità.<br />

Deflussori<br />

Collegano i liqui<strong>di</strong> per infusione endovenosa all’ago posto sul paziente. Fermo<br />

restando che il suo utilizzo è solo su in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> personale sanitario, è<br />

bene che i volontari che effettuano servizio <strong>di</strong> emergenza-urgenza siano in<br />

grado <strong>di</strong> montarlo alla sacca per infusione.<br />

Forbici taglia abiti <strong>di</strong> Robin<br />

Vengono utilizzate per tagliare gli abiti <strong>del</strong> paziente in caso <strong>di</strong> effettiva<br />

necessità, come spiegato per il mo<strong>del</strong>lo nelle pagine precedenti. Ricordate che<br />

possono essere utilizzate anche per tagliare le cinture <strong>di</strong> sicurezza degli<br />

autoveicoli e per rompere i vetri <strong><strong>del</strong>le</strong> automobili come schematizzato in figura.<br />

Ricordate che comunque tale manovra non è <strong>di</strong> nostra competenza - se non in<br />

casi assolutamente eccezionali - ma dei vigili <strong>del</strong> fuoco.<br />

Set ustioni<br />

Il mo<strong>del</strong>lo attualmente a <strong>di</strong>sposizione sull’ambulanza<br />

convenzionata è un nuovo antiustioni e antifuoco all’idrogel<br />

vegetale, atto ad essere utilizzato su ustioni importanti con<br />

presenza <strong>di</strong> derma leso. Sono stu<strong>di</strong>ati per ottenere un<br />

raffreddamento rapido <strong><strong>del</strong>le</strong> parti ustionate, riducendo in tal<br />

modo la profon<strong>di</strong>tà e la vastità <strong>del</strong>l’ustione e alleviando<br />

considerevolmente i conseguenti dolori. Il raffreddamento o<br />

“cooling” è considerato la tecnica preminente per il trattamento<br />

d’urgenza degli ustionati e consiste nell’irrorare con acqua la<br />

zona <strong>del</strong>l’ustione. Per il trattamento <strong>del</strong>l’ustionato fare<br />

comunque riferimento alla lezione <strong>del</strong> corso apposita.<br />

Pulsossimetro<br />

E’ un elettrome<strong>di</strong>cale che consente <strong>di</strong> rilevare attraverso una sonda<br />

applicata ad un <strong>di</strong>to (o al lobo <strong>del</strong>l’orecchio o al calcagno nel neonato) la<br />

percentuale <strong>di</strong> saturazione <strong>di</strong> ossigeno <strong>del</strong> sangue periferico (SpO2%). E’<br />

quin<strong>di</strong> un in<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>lo stato <strong>del</strong>lo scambio <strong>di</strong> gas a livello polmonare. Il<br />

secondo valore che si legge alla destra <strong>del</strong>lo schermo è invece relativo<br />

al numero <strong>di</strong> battiti car<strong>di</strong>aci per minuto (bpm). Ricordate che i valori letti<br />

sul <strong>di</strong>splay si riferiscono ad una misura effettuata su un <strong>di</strong>stretto<br />

corporeo periferico, e non sempre rispecchiano i valori reali. Ad esempio<br />

nel caso <strong>di</strong> un trauma <strong>del</strong>la strada che rimanga a terra per un tempo<br />

sufficiente con una temperatura ambientale relativamente bassa,<br />

possiamo avere <strong>di</strong>fficoltà ad ottenere un valore, dato che il freddo tende<br />

a limitare la circolazione degli strati superficiali <strong>del</strong> corpo e <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

estremità (vasocostrizione). In tal caso potrebbe non essere possibile<br />

ottenere alcuna lettura, pur potendo essere normale la saturazione <strong>del</strong> soggetto. D’altra parte in<br />

caso <strong>di</strong> bassa pressione arteriosa (ipotensione) o <strong>di</strong> alcune aritmie car<strong>di</strong>ache, non tutti battiti<br />

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car<strong>di</strong>aci sono in grado <strong>di</strong> portare il sangue fino alle estremità, producendo quin<strong>di</strong> un valore anche<br />

molto <strong>di</strong>verso da quello reale o nullo. In tal caso basta verificare la corrispondenza tra valore letto<br />

sull’ossimetro e polso carotideo.<br />

Il metodo <strong>di</strong> rilevazione <strong>del</strong>lo strumento ha però dei limiti <strong>di</strong> affidabilità: non è assicurato il corretto<br />

funzionamento in caso <strong>di</strong> luce solare <strong>di</strong>retta sul sensore durante la rilevazione (basta coprirlo),<br />

oppure in caso <strong>di</strong> febbre <strong>del</strong> soggetto o in presenza <strong>di</strong> smalto blu. In tal caso è necessario<br />

asportarlo con acetone o con le forbici (metodo raccomandato), o posizionare la molla <strong>del</strong> sensore<br />

sulla punta <strong>del</strong> <strong>di</strong>to, ma in modo che vada ad appoggiarsi sulle superfici laterali e non su quelle<br />

superiore e inferiore (dove è cioè presente lo smalto). Ricordate <strong>di</strong> non riporre lo strumento con il<br />

sensore connesso, poiché in tal modo è facile che possa rompersi. Se è presente la prolunga<br />

agganciata al sensore, questa non va tolta, poiché previene la rottura <strong>del</strong> connettore. Ricordate che<br />

non è possibile riparare il sensore, e il costo per uno nuovo si aggira sui 250 euro!<br />

Premendo il terzo bottone il <strong>di</strong>splay si illumina (utile in caso <strong>di</strong> scarsa visibilità) e premendo in<br />

successione il primo e il terzo tasto viene tolto il sonoro.<br />

Ricordate inoltre che gli ossimetri non sono in grado <strong>di</strong> mostrare la saturazione corretta nelle<br />

intossicazioni da monossido <strong>di</strong> carbonio, nelle intossicazioni anche gravi il valore segnato dallo<br />

strumento potrebbe anche essere normale.<br />

Zaino sanitario<br />

Aspiratore secreti portatile<br />

Si tratta <strong>di</strong> un aspiratore che può essere trasportato al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong>l’ambulanza.<br />

Il suo utilizzo è sovrapponibile a quello fisso. Ricordate che è necessario che<br />

venga posto sotto carica per mantenere la batteria funzionale. Nel caso non<br />

si ottenga alcuna aspirazione (i led ver<strong>di</strong> accesi che in<strong>di</strong>cano il livello <strong>di</strong><br />

pressione negativa esercitata dallo strumento sulla sinistra non aumentano <strong>di</strong><br />

numero), verificare che i tubi siano ben fissati agli ugelli e che non presentino<br />

strozzature, e che il coperchio <strong>del</strong> barattolo <strong>di</strong> raccolta sia avvitato a fondo.<br />

Monitor defibrillatore manuale/semiautomatico LifePak 12<br />

E’ un multiparametrico in grado <strong>di</strong> rilevare una traccia<br />

elettrocar<strong>di</strong>ografica a tre derivazioni, la saturazione <strong>di</strong> ossigeno, la<br />

frequenza car<strong>di</strong>aca, la frequenza respiratoria e la pressione arteriosa.<br />

Ha la possibilita <strong>di</strong> stampare un tracciato elettrocar<strong>di</strong>ografico. E’ inoltre<br />

un defibrillatore manuale e semiautomatico. Per le istruzioni relative alle<br />

sue funzioni più semplici fare riferimento al foglio presente in<br />

ambulanza. Ovviamente questo tipo <strong>di</strong> elettrome<strong>di</strong>cale può essere<br />

utlizzato come defibrillatore solo da personale appositamente<br />

addestrato e autorizzato.<br />

Defibrillatore semiautomatico LifePak 500<br />

Collari cervicali Nec-Loc<br />

Sono il mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> collari cervicali sul mercato che attualmente<br />

garantisce la migliore immobilizzazione <strong>del</strong> rachide cervicale. Sono<br />

costituiti da due pezzi separati e sono <strong>di</strong>sponibili in varie misure.<br />

Per l’utilizzo fare riferimento alle <strong>lezioni</strong> relative.<br />

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Collari cervicali a pezzo unico (mo<strong>del</strong>lo stif-nec)<br />

Sono presenti in alcuni casi sui nostri mezzi <strong>di</strong> soccorso a causa degli scambi nei<br />

pronto-soccorsi. Se da una parte non garantiscono la stessa qualità <strong>di</strong><br />

immobilizzazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo precedente hanno il vantaggio <strong>di</strong> essere molto più<br />

economici e adattabili a tutti i pazienti, dall’adulto al bambino, senza dover avere a<br />

<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong>verse misure.<br />

Asse spinale<br />

Costruito in legno o in ABS, viene utilizzato per il trattamento <strong>del</strong><br />

paziente traumatico garantendo un supporto rigido alla colonna<br />

vertebrale<br />

Fermacapo<br />

Viene usato insieme all’asse spinale per garantire una migliore<br />

immobilizzazione <strong>del</strong> rachide cervicale. Il cuscino sottostante viene<br />

agganciato all’asse, mentre le incu<strong>di</strong>ni (i cuscinetti laterali) e le due<br />

fasce vengono fissate una volta posto il paziente sull’asse.<br />

Cinghie Ragno<br />

Sono un nuovo sistema <strong>di</strong> cinture a velcro per assicurare il paziente<br />

alla barella. Garantiscono una sicurezza e una stabilità notevolmente<br />

maggiori rispetto alle cinghie tra<strong>di</strong>zionali.<br />

KED estrinsecatore<br />

E’ uno strumento utilizzato per estrarre un paziente<br />

traumatizzato da un veicolo (o situazione similare) nel caso <strong>di</strong><br />

possibile frattura <strong>del</strong>la colonna vertebrale. E’ costituito da un<br />

corpetto semirigido in grado <strong>di</strong> avvolgere il tronco <strong>del</strong>l’infortunato<br />

e da stecche rigide interne che evitano movimenti <strong>di</strong><br />

flessione/estensione <strong>del</strong> busto. Viene fissato attraverso cinque<br />

cinghie (tre toraco-addominali e due inguinali), i cui colori<br />

possono variare a seconda dei mo<strong>del</strong>li. Per estrarre il paziente imbragato dall’autoveicolo sono<br />

presenti tre maniglie (due laterali e una posteriore). Ricordate che comunque è necessario<br />

utilizzare asse spinale e collarino.<br />

Set immobilizzatori a depressione (ferule)<br />

Si tratta <strong>di</strong> buste plastiche al cui interno sono presenti dei piccoli<br />

elementi <strong>di</strong> materiale sintetico che, attraverso l’aspirazione<br />

<strong>del</strong>l’aria presente all’interno <strong>del</strong>la ferula, si compattano<br />

ottenendo un unico corpo rigido. Hanno il vantaggio <strong>di</strong> poter<br />

essere conformati all’arto infortunato senza avere bisogno <strong>di</strong><br />

riallinearlo (come nel caso degli immobilizzatori rigi<strong>di</strong> descritti<br />

prima) e <strong>di</strong> non provocare <strong>di</strong>fficoltà alla circolazione (come negli immobilizzatori gonfiabili). Per<br />

Estrarre l’aria si può utilizzare la pompetta in dotazione (ve<strong>di</strong> figura)<br />

o l’aspiratore<br />

Pompa per ferule<br />

Viene collegata alle ferule per aspirarne l’aria contenuta attraverso il<br />

movimento <strong>del</strong>lo stantuffo.<br />

Porta aghi<br />

E’ un piccolo contenitore per aghi utilizzati esclusivamente da personale sanitario.<br />

Per aprirlo fare riferimento alla figura stampata sulla confezione. Una volta pieno<br />

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deve essere chiuso in modo irreversibile e smaltito all’interno <strong>del</strong> contenitore per rifiuti infetti in<br />

cartone (Jolly-pack).<br />

NELLO ZAINO<br />

Occhiali <strong>di</strong> protezione<br />

Da utilizzarsi ogni qual volta ci sia il pericolo <strong>di</strong> contaminazione con<br />

liqui<strong>di</strong> biologici per gli occhi <strong>del</strong> soccorritore.<br />

Mascherine protezione viso<br />

Viene utilizzata per la protezione da malattie trasmissibili (per<br />

proteggere il soccorritore) o in caso <strong>di</strong> paziente immunodepresso (per<br />

proteggere il paziente). Ricordate che non sono assolutamente<br />

sufficienti in caso <strong>di</strong> tubercolosi infettiva aperta (TBC) o SARS<br />

Mascherine SARS (FFP3)<br />

Sono particolari mascherine in grado <strong>di</strong> filtrare l’aria inspirata dal<br />

soccorritore. Le mascherine per SARS devono essere sigillate e<br />

recare la scritta FFP3 sulla confezione. Per la TBC il mo<strong>del</strong>lo deve<br />

recare la scritta FFP2. In caso <strong>di</strong> necessità, se non sono possibili<br />

soluzioni alternative, per la TBC si possono usare le mascherine da<br />

SARS, ricordando però che hanno un costo molto maggiore.<br />

Pallone <strong>di</strong> Ambu pe<strong>di</strong>atrico<br />

Rimane valido quanto detto per l’ambu adulto, ricordando però che<br />

l’algoritmo <strong>del</strong>la rianimazione nel bambino è <strong>di</strong>verso da quello <strong>del</strong>l’adulto.<br />

Fare riferimento alla lezione specifica.<br />

Fonendoscopio<br />

Utilizzato per auscultare il torace <strong>del</strong> paziente da parte <strong>del</strong> personale sanitario o<br />

per rilevare la pressione arteriosa con lo sfigmomanometro.<br />

Sfigmomanometro<br />

Utilizzato per la rilevazione <strong>del</strong>la pressione arteriosa.<br />

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Ambulanza e Comunicazioni Ra<strong>di</strong>o<br />

14 Presidente Nazionale <strong>ANPAS</strong><br />

a cura <strong>di</strong> Fausto Casini 14<br />

Capitolo<br />

7<br />

70<br />

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7. Ambulanza e Comunicazioni Ra<strong>di</strong>o [durata 150 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

1. comportamento che il volontario deve tenere a bordo <strong>di</strong> un’ambulanza per garantire<br />

maggiore sicurezza verso se stessi, il paziente, il resto <strong>del</strong>l’equipaggio ed il mezzo stesso;<br />

2. conoscenza <strong>del</strong>l’apparecchiatura ra<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> come si utilizza e dei suoi protocolli <strong>di</strong><br />

comunicazione.<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

IL MALATO E L'AMBULANZA<br />

Il rapporto con il trasportato è estremamente importante. Ascoltare e cercare <strong>di</strong> mettere il più<br />

possibile a suo agio l’utente è la parte più importante <strong>del</strong>l’intera attività <strong>di</strong> trasporto, adeguando il<br />

più possibile i comportamenti <strong>del</strong> conducente <strong>del</strong> mezzo e degli altri componenti <strong>del</strong>l’equipaggio<br />

alle necessità <strong>di</strong> efficienza ed efficacia <strong>del</strong> trasporto .<br />

E’ molto frequente il caso in cui il trasportato abbia subito precedenti traumi e dobbiamo tener<br />

conto che l’autoambulanza è un ambiente estraneo alle consuetu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita degli in<strong>di</strong>vidui. Non<br />

dobbiamo quin<strong>di</strong> aver paura a <strong>di</strong>re al trasportato cose che ci possono sembrare scontate. Prima <strong>di</strong><br />

partire e dopo che il nostro trasportato è stato caricato e si trova nella posizione che dovrà tenere<br />

durante il viaggio è necessario chiedere se tutto va bene e invitarlo a ricercare la posizione <strong>di</strong><br />

massimo rilassamento sulla barella o sulla seggetta, raccomandandosi che per qualsiasi problema<br />

deve comunicarcelo.<br />

Durante tutte le fasi <strong>del</strong> trasporto è in<strong>di</strong>spensabile garantire:<br />

SICUREZZA FISICA<br />

SICUREZZA PSICOLOGICA<br />

• controllare che la se<strong>di</strong>a o la barella siano fermate bene;<br />

• evitare <strong>di</strong> caricare nella cellula sanitaria bagagli se non perfettamente assicurati;<br />

• quando il mezzo è in movimento deve essere garantita la stabilità <strong>di</strong> tutto ciò che<br />

si trova nella cellula sanitaria.<br />

• L'equipaggio deve lavorare in modo sincronizzato e armonioso, trasmettendo al<br />

paziente serietà e serenità;<br />

• l’ammalato deve sentirsi il più possibile a suo agio in modo da non provare<br />

soggezione se deve chiedere informazioni o se deve comunicare un <strong>di</strong>sagio. A<br />

tal fine è bene presentarsi subito al trasportato comunicandogli il proprio nome e<br />

manifestando la propria <strong>di</strong>sponibilità ad ascoltarlo;<br />

• L’equipaggio deve evitare <strong>di</strong> far trasparire conflitti all’interno <strong>del</strong> gruppo o verso<br />

altri membri <strong>del</strong>l’Associazione. Le comunicazioni tra volontari devono essere<br />

improntate al reciproco aiuto e finalizzate al mantenimento <strong>del</strong>la fiducia <strong>del</strong><br />

trasportato;<br />

• Il paziente non deve MAI sentirsi abbandonato e non deve MAI essere lasciato<br />

solo durante tutto il trasporto ed in particolar modo all’interno <strong>del</strong>la cellula<br />

sanitaria.<br />

71<br />

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ALCUNI CONSIGLI UTILI<br />

L’equipaggio è una squadra, quin<strong>di</strong> i componenti devono comunicare e collaborare tra loro e<br />

soprattutto prestare attenzione e trasmettere tranquillità all’utente. Non è corretto nei momenti in<br />

cui non si è coinvolti <strong>di</strong>rettamente nel servizio <strong>di</strong>sinteressarsi ad esso.<br />

Se si ravvisa un comportamento scorretto da un altro componente l’equipaggio o dal personale <strong>di</strong><br />

altre strutture coinvolte, lo si deve segnalare tempestivamente all’autore <strong>di</strong> questo comportamento<br />

evitando che il trasportato se ne accorga salvo il caso <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ato pericolo per la sua incolumità .<br />

All’ammalato non interessa nulla dei nostri giu<strong>di</strong>zi su altri componenti <strong>del</strong>l’equipaggio e<br />

<strong>del</strong>l’Associazione, infatti il clima che deve respirare è un clima collaborativo e sereno.<br />

IL VOLONTARIO E L'AMBULANZA<br />

CONTROLLO DEL MATERIALE<br />

L'equipaggio <strong>del</strong>l'automezzo è responsabile <strong>del</strong> materiale sanitario presente e pertanto, se al<br />

momento <strong>del</strong> servizio (sia d’emergenza-urgenza sia <strong>di</strong> servizio or<strong>di</strong>nario), si scopre che<br />

l'automezzo non è dotato <strong>di</strong> tutti quei presi<strong>di</strong> sanitari stabiliti dal regolamento interno<br />

all'Associazione, la responsabilità civile e penale <strong>di</strong> questa inefficienza ricade sull'equipaggio<br />

stesso.<br />

Per questo motivo è in<strong>di</strong>spensabile ricordare che :<br />

PRIMA d’iniziare il turno è assolutamente necessario controllare il mezzo, visto che nessuno a<br />

priori può garantirci il suo perfetto stato d’efficienza sia a livello <strong>di</strong> materiale sanitario (check-list)<br />

sia a livello meccanico.<br />

Su ogni ambulanza è presente una lista <strong>del</strong> materiale sanitario (check-list) alla quale fare<br />

riferimento per il controllo dei presi<strong>di</strong>. L'importanza <strong>di</strong> questa manovra (preventiva) si traduce<br />

nell'evitare una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tempo al momento <strong>di</strong> partire per un servizio urgente.<br />

Ricordare che il tempo d’inizio <strong>di</strong> un servizio d'emergenza inizia nel momento esatto in cui<br />

l’equipaggio <strong>del</strong>l’ambulanza convenzionata comunica la partenza via ra<strong>di</strong>o alla Centrale Operativa<br />

<strong>di</strong> <strong>Modena</strong> Soccorso.<br />

Nelle ambulanze utilizzate per i servizi or<strong>di</strong>nari, quin<strong>di</strong> non preposti alle emergenze-urgenze, sono<br />

presenti presi<strong>di</strong> sanitari <strong>di</strong>versi dal mezzo convenzionato elencati in una <strong>di</strong>fferente check-list.<br />

SICUREZZA MECCANICA DEL MEZZO DI SOCCORSO<br />

Ogni volontario deve segnalare (nell'apposita cassetta <strong>del</strong>la "manutenzione automezzi", posta<br />

nella stanzetta <strong>di</strong> fronte al centralino) qualsiasi anomalia <strong>del</strong>l'automezzo a livello meccanico. Per<br />

quanto riguarda la parte sanitaria, invece, le anomalie vanno segnalate tramite messaggi da<br />

mettere nella cassetta <strong>del</strong> “materiale sanitario”.<br />

Qualora vengano rilevati durante l'utilizzo dei gravi <strong>di</strong>fetti meccanici <strong>del</strong>l'automezzo o <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

mancanze <strong>di</strong> materiale sanitario (insostituibile al momento), è dovere <strong>di</strong> ogni volontario segnalare il<br />

fatto al capoturno, il quale si impegnerà a non far utilizzare quello specifico automezzo fino a<br />

quando non si sia provveduto alla sistemazione.<br />

UTILIZZO DEI PRESIDI SANITARI<br />

Il controllo <strong>del</strong> materiale sanitario prima <strong>di</strong> partire potrebbe essere una manovra superflua se tutti i<br />

volontari si impegnassero a lasciare l'ambulanza (ogni volta che rientrano in sede) con la<br />

dotazione completa <strong>del</strong> materiale.<br />

Pertanto è un compito fondamentale dei volontari, al termine <strong>di</strong> ogni servizio, lasciare l'automezzo<br />

in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> completa efficienza e perfettamente in or<strong>di</strong>ne in termini <strong>di</strong> dotazione <strong>del</strong> materiale<br />

sanitario.<br />

Se durante un servizio si utilizzano lenzuola o altro materiale sanitario sarà cura <strong>di</strong> ogni volontario<br />

preoccuparsi <strong>di</strong> rifornire nuovamente l'automezzo <strong>del</strong> materiale utilizzato, in modo da lasciarlo<br />

perfettamente in or<strong>di</strong>ne ed “operativo”, pronto per poter imme<strong>di</strong>atamente uscire per successivi<br />

servizi.<br />

72<br />

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Il materiale sanitario può essere trovato negli appositi arma<strong>di</strong>etti posti nel garage piccolo oppure,<br />

nel caso mancasse, lasciare un messaggio per il “materiale sanitario” nell’apposita cassetta.<br />

Una manovra importantissima è il controllo <strong>del</strong>la pressione <strong><strong>del</strong>le</strong> BOMBOLE D’OSSIGENO, nel<br />

caso siano entrambe scariche è obbligatorio provvedere alla loro sostituzione imme<strong>di</strong>ata con<br />

bombole piene che si trovano nel garage piccolo.<br />

La manovra <strong>del</strong> controllo <strong>del</strong>la pressione <strong><strong>del</strong>le</strong> bombole implica l'apertura <strong>di</strong> tutte le valvole che<br />

controllano il collegamento che va dalla bombola stessa all'apposita mascherina. Dopo aver<br />

provato la loro pressione è necessario richiudere tutte le valvole e gli interruttori aperti, altrimenti le<br />

inevitabili per<strong>di</strong>te presenti nel collegamento provocheranno una fuoriuscita <strong>del</strong>l'ossigeno che<br />

lentamente scaricherà completamente le bombole.<br />

PULIZIA<br />

L'igiene <strong>del</strong>la cellula sanitaria è una garanzia in<strong>di</strong>spensabile sia per il trasportato sia per i membri<br />

<strong>del</strong>l'equipaggio.<br />

La pulizia <strong>del</strong>l'automezzo dovrebbe essere svolta dai volontari nei momenti <strong>di</strong> “sosta”, come ad<br />

esempio quando si è in attesa <strong>di</strong> uscire per effettuare dei servizi. Questo capita più<br />

frequentemente nei turni serali e <strong>del</strong> week-end, dove il numero dei volontari è spesso maggiore <strong>del</strong><br />

numero dei servizi da svolgere.<br />

Nel caso in cui sia stata verificata la presenza <strong>di</strong> un qualsiasi liquido organico all’interno <strong>del</strong> mezzo,<br />

è dovere primario <strong>di</strong> ogni volontario rientrare in sede per effettuare una pulizia accurata e<br />

completa (con relativa <strong>di</strong>sinfezione) <strong>di</strong> tutto l'automezzo.<br />

Si consiglia <strong>di</strong> adottare questa procedura anche nel caso in cui vengano effettuati servizi non<br />

urgenti (cioè or<strong>di</strong>nari).<br />

Accanto a questi accorgimenti che riguardano la pulizia <strong>del</strong>la cellula sanitaria, va sempre ricordata<br />

l'importanza <strong>di</strong> adottare in ogni servizio TUTTE quelle precauzioni igieniche necessarie alla<br />

salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>la nostra e <strong>del</strong>l'altrui salute.<br />

Si consiglia pertanto l'utilizzo, in ogni servizio, dei guanti monouso in lattice (ed è buona norma<br />

tenerne sempre in tasca un paio <strong>di</strong> scorta).<br />

L'utilizzo dei guanti <strong>di</strong>venta assolutamente obbligatorio nei servizi <strong>di</strong> Pronto Soccorso,<br />

anche quando capitano interventi su pazienti che non presentano fuoriuscita <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong><br />

organici.<br />

Indossare SEMPRE i guanti negli interventi <strong>di</strong> PS!<br />

NOTE PER IL SOCCORSO ED IL TRASPORTO IN AMBULANZA<br />

Supporto psicologico e cura <strong>del</strong>l'utente.<br />

• Giungere sul posto con la necessaria calma (che si dovrà trasmettere al paziente soccorso).<br />

L'equipaggio dovrà muoversi con la piena consapevolezza dei compiti affidati a ciascuno dei<br />

membri per svolgere un intervento coor<strong>di</strong>nato e non caotico.<br />

• Il volontario al quale è affidata la responsabilità <strong>del</strong> paziente dovrà chiedere la collaborazione<br />

degli altri membri <strong>del</strong>l'equipaggio e, se cosciente, anche al paziente stesso. Inoltre dovrà essere<br />

in grado <strong>di</strong> riconoscere particolari stati d'ansia dovuti all'incidente per il quale presta soccorso, e<br />

dovrà essere in grado <strong>di</strong> valutare quei semplici interventi relazionali che possano ridurre tali stati<br />

ansiosi.<br />

• Nei primi istanti il volontario dovrà parlare al paziente facendosi riconoscere (identità e qualifica)<br />

e, se il paziente mostra miglioramenti emozionali, riferirgli e descrivergli gli interventi che si<br />

accinge a svolgere.<br />

73<br />

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• Il volontario dovrà preoccuparsi <strong>di</strong> salvaguardare l'intimità fisica e la <strong>di</strong>gnità <strong>del</strong> paziente, dovrà<br />

quin<strong>di</strong> valutare con sensibilità interventi che possono toglierlo da situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio. Ad<br />

esempio dovrà essere attento a coprire nu<strong>di</strong>tà, dovrà evitare sguar<strong>di</strong> fissi verso il paziente o<br />

ad<strong>di</strong>rittura verso le parti <strong>del</strong> corpo colpite/ferite, dovrà allontanare con <strong>di</strong>screzione e cura<br />

eventuali sguar<strong>di</strong> in<strong>di</strong>screti dei "curiosi" e dovrà raccogliere eventuali oggetti personali<br />

mostrandoli al paziente per tranquillizzarlo.<br />

• Nella competenza che gli è riconosciuta, il volontario descriverà al paziente quali sono le<br />

manovre che si accinge a fare per tranquillizzarlo, mentre non descriverà quelle che potrebbero<br />

destargli ulteriori stati d'ansia, quali evidenti sintomi <strong>di</strong> una situazione tragica (per esempio<br />

sospetta lesione alla colonna vertebrale). Queste ultime, infatti, devono essere valutate e<br />

successivamente comunicate dal personale me<strong>di</strong>co competente.<br />

• Il volontario dovrà tenere con <strong>di</strong>screzione i documenti sanitari <strong>del</strong> paziente.<br />

• Il volontario dovrà ascoltare con attenzione e cura le richieste <strong>del</strong> paziente, se possibile,<br />

esau<strong>di</strong>rle mostrando <strong>di</strong>sponibilità. Dovrà inoltre fare domande al paziente per poter avere<br />

informazioni sull'accaduto (a volte in<strong>di</strong>spensabili all'arrivo in ospedale) e per mantenerlo<br />

collaborante. Il volontario dovrà anche sapere quali domande fare e quali non fare per non<br />

essere inopportuno e in<strong>di</strong>screto.<br />

• Il volontario dovrà tenere sotto controllo lo stato clinico <strong>del</strong> paziente senza mostrare eccessiva<br />

preoccupazione, anche nelle situazioni critiche.<br />

Nel caso <strong>di</strong> trasporti interospedalieri, le cartelle sanitarie non devono mai essere consegnate al<br />

paziente. Giunti in reparto quest’ultimo e la sua cartella clinica, oltre a tutto ciò che ci è stato consegnato<br />

al momento <strong>del</strong> trasferimento, dovrà essere consegnato al personale <strong>del</strong> reparto che firmerà la scheda<br />

<strong>di</strong> affidamento (ve<strong>di</strong> figura 1).<br />

Figura 1<br />

74<br />

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TRASMISSIONI RADIO<br />

CHE COS' E' UNA RADIO O RICETRASMETTITORE<br />

La ra<strong>di</strong>o consiste in un sistema formato da un trasmettitore che permette <strong>di</strong> comunicare via etere<br />

un'informazione e da un ricevitore per recepire le informazioni.<br />

Le ra<strong>di</strong>o possono essere essenzialmente denominate "da stazione fissa", "da stazione mobile" (o<br />

veicolari) e portatili. Le ra<strong>di</strong>o da stazione fissa, oltre ad essere ingombranti e <strong>di</strong> un certo peso,<br />

necessitano <strong>di</strong> solito <strong>di</strong> una alimentazione a 220 Volt; quelle veicolari sono installate nei mezzi<br />

mobili (es. ambulanze), sono <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni e peso più contenute ed alimentate <strong>di</strong>rettamente dalla<br />

batteria <strong>del</strong> mezzo. Quelle portatili sono alimentate da batterie ricaricabili con l’apposito caricatore<br />

posto nel centralino <strong>del</strong>l’associazione alimentato tramite corrente elettrica e la loro caratteristica<br />

principale è quella <strong>di</strong> poterla tranquillamente alloggiare in cintura.<br />

PULSANTI E PARTI FONDAMENTALI DELLE RADIO MONTATE SUI MEZZI<br />

• Manopola <strong>di</strong> ACCENSIONE, SPEGNIMENTO e controllo <strong>del</strong> VOLUME: spingendola si<br />

accende la ra<strong>di</strong>o e ruotandola si può incrementare o <strong>di</strong>minuire il livello au<strong>di</strong>o. Tornando a<br />

spingere la manopola la ra<strong>di</strong>o si spegne.<br />

• FRECCIA VERSO L’ALTO E FRECCIA VERSO IL BASSO: utilizzate per cambiare canale.<br />

• ALTOPARLANTE: permette <strong>di</strong> ascoltare le informazioni ricevute dalla ra<strong>di</strong>o, solitamente nelle<br />

nostre ambulanze è posto all'altezza <strong>del</strong> poggiatesta <strong>del</strong>l'autista o tra i due se<strong>di</strong>li anteriori.<br />

• ANTENNA: si trova sul tetto o a lato-cofano <strong>del</strong> veicolo ed è il mezzo attraverso il quale<br />

vengono trasmesse e ricevute le informazioni.<br />

• MICROFONO: è un trasduttore che converte le onde sonore "prodotte dalla voce" in segnali<br />

elettrici che verranno elaborati e poi trasmessi dalla ra<strong>di</strong>o.<br />

• PULSANTE PER PARLARE: posto a lato <strong>del</strong> microfono, serve per commutare la ra<strong>di</strong>o dalla<br />

ricezione <strong><strong>del</strong>le</strong> informazioni alla loro trasmissione.<br />

• DISPLAY: visualizza il canale sul quale la ra<strong>di</strong>o è sintonizzata;<br />

• TASTO P3: permette l’invio <strong>del</strong>la selettiva alla <strong>Base</strong>;<br />

• TASTO P1: permette l’invio <strong>del</strong>la selettiva alla centrale Operativa <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> Soccorso con la<br />

ra<strong>di</strong>o sintonizzata sul canale 4, quello riservato all’emergenza-urgenza.<br />

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CONTROLLI DA EFFETTUARE PRIMA DI UTILIZZARE LA RADIO<br />

Al momento <strong>del</strong>l’accensione la ra<strong>di</strong>o si posiziona automaticamente sul canale n°1, sul quale si<br />

effettuano tutte le comunicazioni tra l'associazione ed i suoi mezzi sul territorio.<br />

La sigla ra<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> è "BLU BASE", mentre la sigla <strong>di</strong> ciascun<br />

mezzo è formata dal suo numero preceduto da "BLU"(ad esempio Blu 3, Blu 9, Blu 20 etc.).<br />

Una volta accesa la ra<strong>di</strong>o è opportuno controllare che sul suo <strong>di</strong>splay venga in<strong>di</strong>cato il numero <strong>del</strong><br />

canale sul quale si è sintonizzati.<br />

I CANALI DI COMUNICAZIONE<br />

Il canale n°1 “gestisce” tutte le comunicazioni tra i mezzi <strong>del</strong>l’associazione sul territorio e la base.<br />

Il canale n°4 viene utilizzato dai mezzi <strong>di</strong> tutte le Pubbliche Assistenze <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

SOLO ED ESCLUSIVAMENTE per le comunicazioni dei mezzi prestanti servizi d’emergenzaurgenza,<br />

comunicando con la Centrale Operativa <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> Soccorso ( identificata dalla sigla<br />

“MODENA”). Tutti i mezzi <strong>del</strong>l’Associazione impiegati per i SERVIZI ORDINARI dovranno essere<br />

sintonizzati con la ra<strong>di</strong>o sul canale n°1.<br />

COMPORTAMENTO DURANTE L'USO DELLA RADIO<br />

Sul canale n°1, ed in particolare sul canale n°4, si deve utilizzare la ra<strong>di</strong>o per comunicare solo ed<br />

esclusivamente informazioni CHIARE e CONCISE per il corretto svolgimento <strong>del</strong> servizio che si sta<br />

effettuando.<br />

Questo deve avvenire perché, eventuali comunicazioni troppo prolisse, oltre ad essere segno <strong>di</strong><br />

poca “professionalità” rischierebbero <strong>di</strong> tenere impegnato il canale impedendo ad altri mezzi <strong>di</strong><br />

comunicare informazioni senz'altro più importanti.<br />

Ricor<strong>di</strong>amo inoltre che altri Enti sono in ascolto su questi canali ed hanno quin<strong>di</strong> la possibilità <strong>di</strong><br />

sentire tutte le comunicazioni effettuate.<br />

COME SI COMUNICA VIA RADIO<br />

Al fine <strong>di</strong> una buona comprensibilità <strong>del</strong>l'informazione da trasmettere o da ricevere occorre<br />

prestare molta attenzione alle seguenti modalità:<br />

• prima <strong>di</strong> parlare sul canale, accertarsi che non ci sia qualcuno che lo stia già facendo;<br />

• premere il pulsante <strong>del</strong> microfono e solo dopo un secondo iniziare a parlare, tenendolo a<br />

lato <strong>del</strong>la bocca ed allo stesso tempo il più vicino possibile alla bocca stessa ( MA non a<br />

contatto) cercando <strong>di</strong> mantenere un'intensità <strong>di</strong> voce costante. In questo modo si evita che<br />

il corrispondente riceva la prima parte <strong>del</strong> <strong>di</strong>scorso già iniziata e tenendo il microfono a lato<br />

<strong>del</strong>la bocca si evita <strong>di</strong> ricevere, sotto forma <strong>di</strong> fruscio, l'aria che fuoriesce dalla cavità orale<br />

<strong>di</strong> chi sta parlando. Il tempo in<strong>di</strong>cato sopra è necessario, in quanto si ha un certo ritardo<br />

nella commutazione da ricezione a trasmissione da parte <strong>del</strong>la ra<strong>di</strong>o;<br />

• durante la trasmissione, mantenere la medesima <strong>di</strong>stanza tra la bocca ed il microfono in<br />

modo tale che colui che riceve, non avverta oscillazioni nell'intensità <strong>del</strong>la voce <strong>del</strong><br />

corrispondente. Inoltre bisogna ricordarsi <strong>di</strong> NON gridare, poiché si rende ancora più<br />

incomprensibile quello che si sta <strong>di</strong>cendo;<br />

• non effettuare comunicazioni lunghe ma essere concisi, precisi e chiari;<br />

• smettere <strong>di</strong> tenere premuto il pulsante <strong>del</strong> microfono SOLO dopo aver finito <strong>di</strong> parlare in<br />

modo da evitare <strong>di</strong> troncare le ultime parole;<br />

• tra un "passaggio" e l'altro lasciare sempre almeno 1 secondo <strong>di</strong> spazio prima <strong>di</strong><br />

ritrasmettere in modo da dare la possibilità ad altri <strong>di</strong> intervenire in caso <strong>di</strong> necessità;<br />

• i canali ra<strong>di</strong>o rappresentano un sistema <strong>di</strong> comunicazione NON sicuro, in quanto sono<br />

facilmente intercettabili con opportuni ricevitori, quin<strong>di</strong> evitare <strong>di</strong> fornire via ra<strong>di</strong>o dati<br />

anagrafici <strong>di</strong> persone in casi particolari (es. pazienti deceduti);<br />

• per quanto riguarda la ricezione occorre accertarsi che il volume non sia al minimo<br />

impedendo quin<strong>di</strong> l'ascolto <strong>di</strong> quello che si sta ricevendo.<br />

76<br />

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CONSIDERAZIONI<br />

Nelle normali trasmissioni via ra<strong>di</strong>o gli interlocutori possono o parlare o ricevere.<br />

Per intenderci, non è come il telefono, <strong>di</strong> conseguenza quando si sta ricevendo non si può<br />

trasmettere, in quanto l'altro non sentirebbe e si <strong>di</strong>sturberebbe la ricezione ad eventuali terzi che<br />

ascoltano, quin<strong>di</strong> bisogna parlare uno alla volta, rispettando l'or<strong>di</strong>ne d'ingresso.<br />

Nei collegamenti, ed in particolare durante un servizio d’emergenza-urgenza, si deve usare un<br />

linguaggio chiaro e succinto. E' meglio utilizzare sigle e protocolli <strong>di</strong> trasmissione standar<strong>di</strong>zzati in<br />

modo tale da rendere più chiara possibile la comunicazione.<br />

CHIAMARE UNA STAZIONE<br />

Supponiamo che BLU 3 debba chiamare BLU BASE; si potranno usare principalmente 3 mo<strong>di</strong>:<br />

1. nominativo stazione da chiamare da stazione che chiama: BLU BASE BLU 3;<br />

2. nominativo stazione da chiamare da nominativo stazione che chiama: BLU BASE DA<br />

BLU3;<br />

3. nominativo stazione che chiama per stazione da chiamare: BLU 3 PER BLU BASE.<br />

Dei tre mo<strong>di</strong>, il primo è preferibile, in quanto più corto e più imme<strong>di</strong>ato degli altri. Come detto in<br />

precedenza, prima <strong>di</strong> fare la chiamata occorre accertarsi che nessuno stia parlando sul canale e<br />

che non ci siano in atto comunicazioni <strong>di</strong> maggiore priorità, come ad esempio <strong><strong>del</strong>le</strong> emergenze.<br />

N.B. Se dopo aver chiamato una stazione questa non risponde bisogna aspettare qualche<br />

secondo prima <strong>di</strong> richiamare, in quanto l'operatore potrebbe essere momentaneamente<br />

impegnato. Se dopo qualche chiamata la stazione continua a non rispondere, desistere dal<br />

richiamare per non <strong>di</strong>sturbare il canale provando poi a ripetere la chiamata dopo alcuni minuti.<br />

RISPOSTA AD UNA CHIAMATA<br />

Quando una stazione viene chiamata (in questo caso BLU 3) questa può rispondere<br />

principalmente in 5 mo<strong>di</strong>:<br />

1. VIENI PER BLU 3;<br />

2. VIENI (STAZIONE CHE HA CHIAMATO);<br />

3. IN ASCOLTO BLU 3;<br />

4. BLU 3 IN ASCOLTO;<br />

5. AVANTI PER BLU 3.<br />

Dei cinque mo<strong>di</strong> precedenti, il primo è preferibile.<br />

N.B. E' buona abitu<strong>di</strong>ne confermare la ricezione <strong>di</strong> un messaggio al corrispondente.<br />

TERMINOLOGIA<br />

Nelle comunicazioni ra<strong>di</strong>o vengono usate abbreviazioni e termini in modo da rendere la<br />

comunicazione il più breve e chiara possibile. Ve<strong>di</strong>amo quelle principali, spiegandole:<br />

• RICEVUTO, BENE, OK, K, POSITIVO: utilizzati per confermare <strong>di</strong> aver capito il messaggio;<br />

• VIA CAVO: il suo significato è quello <strong>di</strong> utilizzare il telefono per parlare con il<br />

corrispondente. Usato nella frase : "Puoi raggiungermi via cavo?";<br />

• POSIZIONE: utilizzato per chiedere la posizione <strong>di</strong> un particolare mezzo; frasi tipiche: "Mi<br />

puoi dare la tua posizione?", "Posizione BLU 3?";<br />

• STIMATO: utilizzato per chiedere una stima in minuti (partire, arrivare, essere operativi).<br />

Usato nelle frase "Mi dai uno stimato ......?";<br />

• TORNA, RITORNA, RIPETI: significa che la stazione che ha appena trasmesso deve<br />

ripetere il messaggio perché non è stato ricevuto;<br />

• NEGATIVO: è usato spesso prima <strong>di</strong> torna, ritorna, ripeti;<br />

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• SUL POSTO: si usa per in<strong>di</strong>care l'arrivo nel luogo prefissato. Si usa in frasi <strong>del</strong> tipo "Blu 3<br />

sul posto": questo messaggio viene dato quando si è in vista <strong>del</strong> “target”(luogo <strong>del</strong>l’evento);<br />

• PROVA RADIO: usato per chiedere rapporti <strong>di</strong> comprensibilità.<br />

SELETTIVA<br />

Se abbiamo una serie <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>o che sono in ricezione sullo stesso canale, ciascuna <strong>di</strong> queste è in<br />

grado <strong>di</strong> ricevere tutte le comunicazioni che avvengono sul medesimo. E’ possibile, tramite l'invio<br />

<strong>di</strong> un numero (SELETTIVA), chiamare qualsiasi ra<strong>di</strong>o installata sui mezzi <strong>del</strong>l'Associazione e<br />

memorizzare la chiamata.<br />

La ra<strong>di</strong>o, ricevuto il proprio numero <strong>di</strong> selettiva, emetterà un segnale sonoro ("beep") intermittente<br />

e sul <strong>di</strong>splay apparirà la sigla <strong>del</strong>la stazione chiamante (ad esempio BLU BASE). Per annullare la<br />

selettiva premere il tasto posto sul microfono. Per l’invio <strong>del</strong>la selettiva è sufficiente premere il<br />

pulsante P3 o P1 in base a quale stazione vogliamo inviarla (BLU BASE o Centrale Operativa) ed<br />

in base al canale sul quale è sintonizzata la ra<strong>di</strong>o.<br />

CODICI D'INVIO<br />

Sostanzialmente ci sono due tipologie <strong>di</strong> servizio svolte dall'associazione:<br />

1. servizi ORDINARI (per esempio <strong>di</strong>alisi ed alcune fisioterapie), <strong>di</strong>missioni, ecc.;<br />

2. servizi d’EMERGENZA-URGENZA (co<strong>di</strong>ci colore).<br />

Nel primo caso non c'è nessun co<strong>di</strong>ce d'invio, in quanto si tratta <strong>di</strong> un servizio programmato<br />

dall’Associazione e viene assegnato dal capoturno.<br />

Nel secondo caso invece, la richiesta viene effettuata dalla Centrale Operativa <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

Soccorso ed è rivolta al mezzo <strong>del</strong>l’Associazione convenzionato con il 118.<br />

L'ambulanza CONVENZIONATA esce con un co<strong>di</strong>ce assegnato dall’operatore <strong>del</strong>la Centrale. I<br />

co<strong>di</strong>ci sono:<br />

• VERDE: intervento poco critico e <strong>di</strong>fferibile nel tempo;<br />

• GIALLO: intervento me<strong>di</strong>amente critico ed in<strong>di</strong>fferibile nel tempo;<br />

• ROSSO: intervento critico, in<strong>di</strong>fferibile e d’emergenza.<br />

SOLO in co<strong>di</strong>ce rosso si è autorizzati all'uso dei segnalatori luminosi (lampeggianti) e dei<br />

segnalatori acustici (sirena) usando SEMPRE la massima attenzione alla circolazione stradale.<br />

CODICI DI RIENTRO<br />

Una volta che l'equipaggio <strong>del</strong>l'ambulanza ha caricato il paziente a bordo <strong>del</strong> mezzo e si <strong>di</strong>rige al<br />

pronto soccorso, deve comunicare alla Centrale Operativa il co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rientro:<br />

• CODICE 1 (traumatico o internistico) : non critico, nessuna funzione vitale compromessa;<br />

• CODICE 2 (traumatico o internistico) : critico, almeno una funzione vitale compromessa;<br />

• CODICE 3 (traumatico o internistico) : emergenza, più <strong>di</strong> una funzione vitale compromessa;<br />

• CODICE 4 (traumatico o internistico) : paziente deceduto.<br />

Bisogna prestare molta attenzione nella valutazione <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rientro!<br />

Terminato il servizio, si comunica alla Centrale Operativa il libero, <strong>di</strong>cendo per esempio:<br />

"BLU 3 rientra in CODICE 5 (libera ed operativa)" oppure "BLU 3 libera (operativa) rientra".<br />

ESEMPIO DI COMUNICAZIONE DURANTE UN SERVIZIO NON DI URGENZA<br />

Questo tipo <strong>di</strong> servizio viene dato all'equipaggio dal capoturno; non c'è quin<strong>di</strong> bisogno <strong>di</strong><br />

comunicargli nessuna partenza. Una volta terminato il servizio si chiama la base:<br />

"BLU BASE BLU 3", la quale risponderà: "Vieni BLU 3" oppure "Vieni per BLU BASE". A questo<br />

punto la risposta <strong>del</strong> mezzo sarà: "BLU 3 operativa (oppure libera, in co<strong>di</strong>ce 5) al Policlinico "<br />

e la base risponderà: "Bene BLU 3 rientra" oppure "Bene BLU 3 vai in Via ........".<br />

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ESEMPIO DI COMUNICAZIONE DURANTE UN SERVIZIO DI EMERGENZA-URGENZA<br />

Il servizio viene passato dalla Centrale Operativa <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> Soccorso al capoturno, che a sua<br />

volta lo assegna all'equipaggio <strong>del</strong>l'ambulanza convenzionata. Le comunicazioni tra le due parti<br />

(equipaggio BLU 3 e <strong>Modena</strong> Soccorso) sono le seguenti.<br />

PARTENZA<br />

• BLU 3 : invio <strong>del</strong>la selettiva premendo il tasto P1 ;<br />

• Centrale Operativa (C.O.): “AVANTI PER MODENA”;<br />

• BLU 3: “MODENA, LA BLU 3 PARTITA”;<br />

• C.O.: “BENE BLU 3, RICEVUTO”.<br />

ARRIVO SUL POSTO<br />

• BLU 3: invio <strong>del</strong>la selettiva (P1);<br />

• C.O.:”AVANTI..”;<br />

• BLU 3: “MODENA, LA BLU 3 SUL POSTO”;<br />

• C.O.: “BENE BLU 3, RICEVUTO”.<br />

PARTENZA PER IL PRONTO SOCCORSO (P.S.)<br />

• BLU 3: invio <strong>del</strong>la selettiva (P1);<br />

• C.O.: “AVANTI…”;<br />

• BLU 3: “MODENA, LA BLU 3 HA CARICATO UN CODICE 1 INTERNISTICO PER IL<br />

POLICLINICO/BAGGIOVARA”;<br />

• C.O.: “BENE BLU 3, RICEVUTO”.<br />

RIENTRO DAL PRONTO SOCCORSO VERSO LA SEDE<br />

• BLU 3: invio <strong>del</strong>la selettiva (P1);<br />

• C.O.: “AVANTI…”;<br />

• BLU 3: “MODENA, LA BLU 3 IN CODICE 5 DAL PS DEL POLICLINICO/BAGGIOVARA”;<br />

• C.O.: “BENE BLU 3, RICEVUTO”.<br />

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L’Anziano Demente e Confuso<br />

a cura <strong>di</strong> Luc Peter De Vreese 15<br />

Giambecchina - SCRITTURA DEL TEMPO – 1975 16<br />

Capitolo<br />

8<br />

15 Me<strong>di</strong>co Psicogeriatra. Nucleo Specialistico per le Demenze RSA IX Gennaio Comune <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

16 Qualcuno ha detto che le rughe sono i ricami <strong>del</strong> tempo; Gianbecchina concretizza il concetto e sostiene che i segni sul volto degli<br />

uomini consentano <strong>di</strong> leggere le vicende <strong>di</strong> una vita, <strong>di</strong> interpretare il senso <strong>di</strong> un’esistenza. Il viso <strong>di</strong> un vecchio <strong>di</strong>venta lo specchio <strong>del</strong>la<br />

sua anima, le sue rughe non sono ricami, ma solchi profon<strong>di</strong> sui quali il sole e il vento <strong>di</strong> tante stagioni passate hanno impresso il loro<br />

segno in<strong>del</strong>ebile.<br />

80<br />

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8. L’Anziano Demente e Confuso [durata 90 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

Fornire le informazioni necessarie ad un soccorritore per poter aiutare in maniera efficace ed<br />

efficiente una persona affetta da demenza. Il capitolo, infatti, in<strong>di</strong>ca brevemente il concetto <strong>di</strong><br />

demenza progressiva con i relativi sta<strong>di</strong> e quali sono i suoi sintomi principali (neurologici, cognitivi<br />

e non cognitivi).<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

In Italia un numero molto elevato <strong>di</strong> persone risulta affetto da demenza, con tassi d’incidenza che<br />

si aggirano attorno a 400.000 casi ogni anno, <strong>di</strong> cui più <strong>del</strong>la metà risulta affetto da Demenza<br />

Alzheimer.<br />

La DEMENZA è una incompetenza cognitiva cronico-progressiva ad espressività ecologica,<br />

consiste quin<strong>di</strong> in un deca<strong>di</strong>mento cognitivo globale compromettendo l’efficienza nello svolgere<br />

attività quoti<strong>di</strong>ane prima usuali ai malati.<br />

La demenza:<br />

è una malattia <strong>del</strong>la modernità;<br />

è nemica <strong>di</strong> una società ipercognitiva;<br />

provoca sentimenti <strong>di</strong> vergogna nei familiari;<br />

innesca atteggiamenti <strong>di</strong> “negativismo” negli operatori <strong><strong>del</strong>le</strong> demenze.<br />

La PSICOLOGIA SOCIALE MALIGNA spiega:<br />

La PSICOLOGIA SOCIALE MALIGNA è fatta <strong>di</strong>:<br />

solo la <strong>di</strong>agnosi sindromica <strong>di</strong> demenza, manca il più <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

volte una <strong>di</strong>agnosi tipologica, cioè non <strong>di</strong>ce che tipo <strong>di</strong><br />

demenza è;<br />

una <strong>di</strong>agnosi “detersivo”, i sintomi cognitivi e non cognitivi<br />

riferiti tendono ad essere interpretati slegati dai problemi<br />

somatici concomitanti<br />

assenza <strong>di</strong> qualsiasi sta<strong>di</strong>azione, che corrisponde al non<br />

sapere a che sta<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la malattia si trovano i malati.<br />

svalutazione <strong>del</strong>la persona;<br />

<strong>di</strong>sumanizzazione;<br />

depersonalizzazione.<br />

Per curare nel modo migliore possibile una persona affetta da demenza bisogna tenere conto <strong>di</strong><br />

alcuni fattori, come ad esempio la personalità pre-morbosa <strong>del</strong> paziente, la sua autobiografia, la<br />

sua salute fisica, i sintomi neurologici, il contesto psicologico sociale; questo per garantire una<br />

gestione che mira alla persona con demenza e non alla malattia dementigena (gestione centrata<br />

sulla persona). Uno degli ostacoli maggiori per raggiungere questo obiettivo è la me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong>la<br />

fretta. Una corretta gestione richiede, invece, una me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> tempo!<br />

La demenza è una malattia lunga, che presenta una grossa variabilità in<strong>di</strong>viduale, anche se<br />

possiamo <strong>di</strong>re che in me<strong>di</strong>a dura una decina <strong>di</strong> anni.<br />

Nella demenza più passa il tempo più la persona perde la propria in<strong>di</strong>pendenza.<br />

81<br />

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Gli sta<strong>di</strong> <strong>del</strong>la Demenza Alzheimer, forma <strong>di</strong> malattia prevalente nell’anziano, sono<br />

fondamentalmente 4:<br />

1. Lieve: dura circa 3-4 anni e la persona durante questo sta<strong>di</strong>o è ancora in grado <strong>di</strong> vivere<br />

autonomamente. Alcuni dei sintomi che presenta sono i <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>la memoria, <strong>del</strong>la<br />

personalità, <strong>del</strong>l’umore, <strong>del</strong>l’orientamento e <strong>del</strong> giu<strong>di</strong>zio critico. Il soggetto appare<br />

“normale” ad un occhio inesperto.<br />

2. Moderato: dura circa 2 anni e tra i sintomi che presenta troviamo crescenti <strong>di</strong>fficoltà a<br />

svolgere attività quoti<strong>di</strong>ane strumentali semplici e una compromissione <strong><strong>del</strong>le</strong> funzioni<br />

esecutive (programmare, prevedere, pianificare, completare attività finalistiche).<br />

3. Grave: tra i sintomi troviamo le <strong>di</strong>fficoltà motorie e <strong>di</strong> alimentarsi, in soggetti <strong>di</strong>fficilmente<br />

valutabili (anche per il dolore) per la per<strong>di</strong>ta (quasi) totale <strong><strong>del</strong>le</strong> competenze linguistiche<br />

sia sul versante espressivo che ricettivo.<br />

4. Terminale: i segni e i sintomi principali sono il mutismo, lo stato vegetativo, la <strong>di</strong>sfagia,<br />

le infezioni ricorrenti e la sindrome <strong>di</strong> allettamento.<br />

Il decorso osservato nella Demenza Alzheimer ha portato alla teoria retrogenetica <strong>del</strong>la malattia, in<br />

cui si osserva una per<strong>di</strong>ta <strong><strong>del</strong>le</strong> capacità in or<strong>di</strong>ne gerarchico ma inverso rispetto alle loro<br />

acquisizioni in età evolutiva (le abilità acquisite per ultime come ad esempio le attività strumentali<br />

vengono perse per prime, mentre quelle elementari come camminare, stare seduto ecc. se ne<br />

vanno per ultime).<br />

Per una corretta gestione <strong>del</strong>la demenza devo tenere conto dei sintomi neurologici, cognitivi e non<br />

cognitivi, oltre che <strong><strong>del</strong>le</strong> malattie preesistenti nel paziente, come ad esempio il <strong>di</strong>abete o le malattie<br />

vascolari.<br />

Tutte le persone malate <strong>di</strong> demenza presentano, in modo più o meno grave, questi sintomi:<br />

aprassia <strong>del</strong>lo sguardo, cioè l’incapacità <strong>di</strong> eseguire movimenti oculari intenzionali;<br />

atassia ottica, cioè la mancanza <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nazione dei movimenti muscolari volontari<br />

<strong>del</strong>l’occhio;<br />

deficit <strong>di</strong> attenzione, in particolare l’eminattenzione, il restringimento focale<br />

<strong>del</strong>l’attenzione e la simultaneo-agneosia;<br />

deficit <strong>di</strong> stereopsia, cioè un <strong>di</strong>sturbo nella valutazione <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>stanze;<br />

deficit <strong>del</strong> flusso ottico, cioè un <strong>di</strong>sturbo <strong>del</strong> movimento visivo percepito come risultato<br />

<strong>del</strong> proprio movimento nello spazio;<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la memoria;<br />

l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> nuove nozioni si azzera.<br />

Il Delirio si verifica quando il malato <strong>di</strong>ce cose non vere, ma è convinto <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>ce.<br />

Nella fase iniziale <strong>del</strong>la demenza i <strong>del</strong>iri sono poco frequenti, ma mano a mano che la malattia<br />

progre<strong>di</strong>sce questi aumentano.<br />

I sintomi non cognitivi sono fonte <strong>di</strong> stress anche fisico dei familiari e sono tra i più problematici e<br />

costosi a livello <strong>di</strong> gestione, inoltre sono <strong>di</strong>sturbi eterogenei che durano nel tempo. Tra questi<br />

ritroviamo:<br />

apatia (caratterizzata da ridotta iniziativa, ridotta emotività e scarsa cognitività<br />

finalistica);<br />

aggressività (fisica e/o verbale);<br />

depressione talvolta accompagnata da ansia;<br />

psicosi (caratterizzata da <strong>del</strong>irio, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> contatto con il mondo esterno,<br />

allucinazioni);<br />

comportamenti specifici (<strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> condotta sociale e personale, attività motoria);<br />

sintomi neurovegetativi (insonnia, turbe sessuali, iperoralità).<br />

82<br />

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Questi sintomi possono presentarsi simultaneamente anche nella stessa persona.<br />

Le cause <strong>di</strong> insorgenza dei sintomi non cognitivi sono le più svariate.<br />

Sarebbe meglio evitare <strong>di</strong> intervenire con farmaci su persone affette da <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> demenza,<br />

nonostante sia lecito cercare <strong>di</strong> dare più sollievo possibile alla persona stessa.<br />

In base alla sta<strong>di</strong>azione <strong>del</strong>la demenza si interviene sul malato con <strong>di</strong>versi interventi psicosociali.<br />

Nella fase lieve solitamente si procede con:<br />

Nella fase moderata si procede con:<br />

Nella fase grave si procede con:<br />

• la riabilitazione cognitiva;<br />

• la memoria procedurale;<br />

• la cura orientata alle emozioni;<br />

• la musicoterapia.<br />

• attività fisiche leggere (come ad esempio camminare);<br />

• la musicoterapica.<br />

• attività <strong>di</strong> socializzazione e attività ricreative in gruppo;<br />

• attività fisica attiva e passiva;<br />

• la musicoterapica;<br />

• adattamento ambientale allenante.<br />

Infine nella fase terminale si procede con:<br />

• un approccio in<strong>di</strong>viduale;<br />

• attività fisica attiva e passiva;<br />

• adattamento ambientale custo<strong>di</strong>alistico;<br />

• la stimolazione multisensoriale.<br />

Tra le malattie che favoriscono la demenza senile ritroviamo:<br />

RICORDIAMOCI CHE:<br />

la malnutrizione;<br />

il <strong>di</strong>abete;<br />

le malattie vascolari;<br />

la ritenzione urinaria.<br />

… la gestione <strong>di</strong> una malattia come la demenza deve mirare al raggiungimento <strong>di</strong> una<br />

funzionalità ottimale come essere sociale e nel rispetto <strong>del</strong>la sua personalità fatta non solo<br />

<strong>di</strong> memoria, ma anche <strong>di</strong> sentimenti, azioni, appartenenza, attaccamento alle persone e <strong>di</strong><br />

identità, e quin<strong>di</strong> “pace e benessere”.<br />

83<br />

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Rianimazione Car<strong>di</strong>opolmonare<br />

a cura <strong>di</strong> Angela Menegon 17<br />

17 Dirigente Me<strong>di</strong>co – Anestesista e Rianimatore, CO 118 <strong>Modena</strong> Soccorso.<br />

Capitolo<br />

9<br />

84<br />

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9. Rianimazione Car<strong>di</strong>opolmonare [durata 120 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

Cenni <strong>di</strong> fisiologia cerebrale, respiratoria e car<strong>di</strong>aca e descrizione <strong>del</strong>l’infarto car<strong>di</strong>aco (causesegni-sintomi).<br />

Valutazione <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> coscienza <strong>del</strong> paziente e successiva conoscenza <strong><strong>del</strong>le</strong> manovre <strong>di</strong><br />

rianimazione car<strong>di</strong>o-polmonare (sequenza BLS).<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

La rianimazione car<strong>di</strong>o-polmonare (RCP) comprende una sequenza <strong>di</strong> manovre fondamentali che<br />

deve essere PRONTAMENTE messa in atto in caso <strong>di</strong> arresto car<strong>di</strong>ocircolatorio, evento che se<br />

non trattato porta alla morte <strong>del</strong>la persona nella quale si verifica . L’arresto car<strong>di</strong>o-circolatorio è<br />

quin<strong>di</strong> l’EMERGENZA ASSOLUTA.<br />

Cenni <strong>di</strong> fisiologia<br />

L'arresto car<strong>di</strong>ocircolatorio implica il coinvolgimento <strong><strong>del</strong>le</strong> tre funzioni vitali <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo:<br />

- funzione cerebrale;<br />

- funzione respiratoria;<br />

- funzione car<strong>di</strong>aca.<br />

Per quanto riguarda la funzione cerebrale, si può <strong>di</strong>re che il cervello è la sede <strong>di</strong> tutte le funzioni<br />

superiori e metaboliche <strong>del</strong>l'uomo. È contenuto nella scatola cranica ed è avvolto da tre membrane<br />

(le meningi) e da un liquido, il liquor; tutte queste strutture hanno il compito <strong>di</strong> proteggere il cervello<br />

dagli insulti esterni.<br />

Il nutrimento principale <strong>del</strong> cervello è l’ossigeno. In assenza <strong>di</strong> ossigeno il cervello riesce a<br />

mantenere la sua attività per un massimo <strong>di</strong> 8-10minuti, dopo<strong>di</strong>chè l’anossia cerebrale provoca<br />

gravi danni neurologici permanenti (paralisi, coma persistente).<br />

L'apparato respiratorio ha la funzione principale <strong>di</strong> ossigenare il sangue che irrora tutti gli organi<br />

periferici.<br />

POLMONI<br />

Il sangue ricco <strong>di</strong> anidride carbonica (CO2) prodotta dagli organi viene convogliato al cuore dalle vene;<br />

dal cuore viene inviato ai polmoni dove libera l’anidride carbonica, che viene eliminata all’esterno con<br />

l’espirazione, e si carica <strong>di</strong> ossigeno che viene assunto dall’esterno con l’aria inspirata. Questo sangue<br />

ossigenato ritorna al cuore attraverso le vene polmonari e dal cuore viene inviato in tutti gli organi<br />

periferici attraverso le arterie.<br />

Il cuore, che è costituito da un muscolo detto miocar<strong>di</strong>o, svolge quin<strong>di</strong> la funzione <strong>di</strong> una POMPA che<br />

permette la circolazione sanguigna.<br />

CUORE<br />

85<br />

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È chiaro come le funzioni vitali siano intimamente legate e come la compromissione <strong>di</strong> una <strong>di</strong> esse<br />

possa provocare l’insufficienza <strong>del</strong>l’intero sistema.<br />

Caratteristiche <strong>del</strong>l’infarto<br />

Una <strong><strong>del</strong>le</strong> cause più frequenti <strong>di</strong> arresto car<strong>di</strong>ocircolatorio è rappresentata dall’infarto car<strong>di</strong>aco.<br />

Si parla <strong>di</strong> infarto quando una <strong><strong>del</strong>le</strong> arterie che portano sangue al muscolo car<strong>di</strong>aco ( arterie<br />

coronarie) si chiude, non permettendo più l’arrivo <strong>del</strong> sangue ad una zona <strong>del</strong> cuore: la parte <strong>del</strong><br />

muscolo interessata, rimanendo senza nutrimento, vale a <strong>di</strong>re senza ossigeno, va in necrosi e non<br />

risulta più in grado <strong>di</strong> svolgere la funzione <strong>di</strong> “pompa”.<br />

L’infarto car<strong>di</strong>aco si manifesta con segni e sintomi caratteristici:<br />

- dolore o senso <strong>di</strong> oppressione riferito in sede toracica retrosternale o allo stomaco, talvolta si<br />

può irra<strong>di</strong>are alla spalla, al braccio e alla man<strong>di</strong>bola dal lato sinistro <strong>del</strong> corpo;<br />

- nausea, sudorazione, affaticabilità e debolezza, fatica a respirare, sensazione <strong>di</strong> “venir meno”;<br />

- non sempre il dolore è descritto come insopportabile, ma a volte può essere <strong>di</strong> entità modesta.<br />

Può essere continuo o a crisi subentranti(angina).<br />

Se l’infarto non viene riconosciuto e trattato in tempi brevi può evolvere in fibrillazione ventricolare dando<br />

luogo alla cosiddetta “morte car<strong>di</strong>aca improvvisa”.<br />

Una piccola percentuale <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> morte car<strong>di</strong>aca improvvisa si può verificare anche per gravi e<br />

improvvise alterazioni <strong>del</strong> ritmo car<strong>di</strong>aco non dovute ad infarto.<br />

L’incidenza <strong>del</strong>la morte car<strong>di</strong>aca improvvisa è <strong>di</strong> una persona ogni mille per anno, il che significa<br />

che nella nostra provincia circa 650 persone ogni anno rischiano <strong>di</strong> essere colpite da morte<br />

car<strong>di</strong>aca improvvisa.<br />

Alla luce <strong>di</strong> tutto quanto si è detto finora, risulta evidente che il TEMPO è il fattore fondamentale<br />

<strong>del</strong>la rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare.<br />

La possibilità <strong>di</strong> evitare che si instaurino danni neurologici permanenti <strong>di</strong>pende dalla rapi<strong>di</strong>tà e dalla<br />

efficacia <strong><strong>del</strong>le</strong> procedure <strong>di</strong> soccorso, cioè dalla corretta applicazione <strong>del</strong>la cosiddetta “Catena<br />

<strong>del</strong>la sopravvivenza”.<br />

Essa consiste nella sequenza:<br />

- accesso precoce al sistema <strong>di</strong> emergenza<br />

- inizio precoce <strong>del</strong>la rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare (RCP)<br />

- defibrillazione precoce<br />

- inizio precoce <strong>del</strong> trattamento avanzato.<br />

Manovre <strong>di</strong> soccorso<br />

Prima <strong>di</strong> incominciare qualsiasi manovra sul paziente bisogna accertarsi che l’ambiente sia “in<br />

sicurezza”, ossia valutare che non vi siano pericoli sia per il soccorritore sia per il paziente.<br />

Dopo questo controllo si passa alla valutazione <strong>del</strong>l’ABC:<br />

A= airway: valutazione stato <strong>di</strong> coscienza , pervietà <strong><strong>del</strong>le</strong> vie aeree<br />

B= breathing: valutazione <strong>del</strong>l’attività respiratoria<br />

C= circulation: valutazione <strong>del</strong>l’attività circolatoria<br />

A. VALUTAZIONE STATO DI COSCIENZA E PERVIETA’ DELLE VIE AEREE<br />

Chiamare ad alta voce il paziente scuotendolo <strong>del</strong>icatamente per le spalle.<br />

Se non risponde bisogna imme<strong>di</strong>atamente chiamare il 118.<br />

86<br />

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PAZIENTE INCOSCIENTE : CHIAMARE IL 118<br />

Porre quin<strong>di</strong> il paziente in posizione supina su un piano rigido o a terra allineando il capo e gli arti e<br />

scoprendo il torace (se necessario tagliare gli indumenti).<br />

Porre una mano sulla fronte <strong>del</strong> paziente e con l’altra aprire la bocca e controllare che non vi siano<br />

ostruzioni alle vie aeree; se ci sono rimuoverle con un <strong>di</strong>to o con l’utilizzo <strong>del</strong>l’aspiratore secreti (ad<br />

esempio in caso <strong>di</strong> vomito).<br />

A questo punto porre due <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> una mano sotto il mento sollevandolo e spingere la testa<br />

all’in<strong>di</strong>etro con l’altra mano appoggiata sulla fronte: questa manovra <strong>di</strong> iperestensione <strong>del</strong> capo<br />

permette <strong>di</strong> mantenere l’apertura <strong><strong>del</strong>le</strong> vie aeree.<br />

B. VALUTAZIONE DELL’ATTIVITÀ RESPIRATORIA<br />

Innanzitutto avvicinare l’orecchio alla bocca <strong>del</strong> paziente con gli occhi rivolti verso il torace e<br />

procedere successivamente alla valutazione nei tre momenti in<strong>di</strong>cati con la sigla GAS:<br />

- Guardare se vi sono movimenti <strong>del</strong> torace;<br />

- Ascoltare se dal naso o dalla bocca provengono rumori respiratori (gorgoglii, sibili, ecc);<br />

- Sentire se dal naso o dalla bocca esce aria;<br />

il tutto contando lentamente fino a 10.<br />

IL PAZIENTE NON RESPIRA<br />

Se non respira si devono praticare due insufflazioni efficaci me<strong>di</strong>ante l’utilizzo o <strong>del</strong>la POCKET-<br />

MASK (maschera dotata <strong>di</strong> una valvola espiratoria che impe<strong>di</strong>sce il contatto fra il soccorritore ed il<br />

paziente), oppure me<strong>di</strong>ante una maschera collegata ad un pallone autoespan<strong>di</strong>bile <strong>di</strong> Ambu (in<br />

dotazione su ogni ambulanza).<br />

Per praticare la ventilazione ci si posiziona <strong>di</strong>etro il capo <strong>del</strong> paziente e si appoggia la maschera<br />

sul viso mantenendo l’aderenza <strong>del</strong>la maschera con pollice ed in<strong>di</strong>ce posizionati a formare una<br />

“C”; mentre, ponendo le altre tre <strong>di</strong>ta sotto la man<strong>di</strong>bola, si mantiene l’iperestensione <strong>del</strong> capo.<br />

Si fanno quin<strong>di</strong> le due ventilazioni controllando che il torace si espanda, se ciò non avviene<br />

ripetere l’insuflazione.<br />

Se in un soccorso al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong>l’ambulanza non siamo dotati <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> ventilazione si può<br />

procedere alla “respirazione bocca a bocca”, ossia si pone un fazzoletto tra la bocca <strong>del</strong><br />

soccorritore e <strong>del</strong>la vittima e si insuffla aria nella bocca <strong>del</strong>la vittima chiudendo il naso con pollice<br />

ed in<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la mano che era posizionata sulla fronte.<br />

Se il paziente invece respira lo si pone in POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA.<br />

87<br />

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C. VALUTAZIONE DELL’ATTIVITÀ CIRCOLATORIA<br />

Dopo aver effettuato le due ventilazioni è necessario valutare la presenza <strong>del</strong>l’attività circolatoria<br />

attraverso la ricerca <strong>di</strong> segni <strong>di</strong> circolo o <strong>del</strong> polso carotideo per 10 secon<strong>di</strong>.<br />

Il polso carotideo si cerca con l’in<strong>di</strong>ce ed il me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una mano posizionati sul pomo <strong>di</strong> Adamo, poi<br />

si fanno scivolare lateralmente sino ad incontrare un incavo che è il punto in cui si rileva il polso.<br />

Contemporaneamente si valuta se vi sono segni in<strong>di</strong>retti <strong>di</strong> circolo come ad esempio movimenti<br />

degli arti, colpi <strong>di</strong> tosse, atti respiratori.<br />

PAZIENTE IN ARRESTO CARDIACO<br />

Se non si rileva alcun segno si passa al massaggio car<strong>di</strong>aco.<br />

Si cerca il punto <strong>di</strong> compressione (detto punto <strong>di</strong> repere) facendo scorrere il <strong>di</strong>to me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una<br />

mano lungo il margine costale inferiore fino al punto <strong>di</strong> unione <strong><strong>del</strong>le</strong> coste allo sterno, quin<strong>di</strong> si<br />

appoggia l’in<strong>di</strong>ce accanto al me<strong>di</strong>o e il calcagno <strong>del</strong>l’altra mano sullo sterno. A questo punto si<br />

sovrappone l’altra mano e si intrecciano le <strong>di</strong>ta estendendole.<br />

Si incominciano così le compressioni, circa 1 al secondo alternando 15 compressioni a 2<br />

ventilazioni.<br />

Dopo 1 minuto, che <strong>di</strong> solito corrisponde a 4 cicli <strong>di</strong> compressioni/ventilazioni, si valuta se ci sono il<br />

polso carotideo o altri segni <strong>di</strong> circolo.<br />

Se vi è attività circolatoria si passa alla valutazione <strong>del</strong> respiro (sequenza A-B-C al contrario),<br />

altrimenti si continuano i cicli <strong>di</strong> compressioni e ventilazioni mantenendo il rapporto <strong>di</strong> 15:2 . Dopo<br />

2 minuti circa (8 cicli) si procede al successivo controllo <strong>del</strong> polso.<br />

Si continua a ripetere questa sequenza sino all’arrivo <strong>del</strong> mezzo <strong>di</strong> soccorso avanzato o sino a che<br />

le forze dei soccorritori lo permettano.<br />

Infatti è previsto che in caso d’esaurimento fisico dei soccorritori il BLS venga terminato.<br />

88<br />

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Emorragie e Ustioni<br />

a cura <strong>di</strong> Giuseppe Longo 18<br />

18 Me<strong>di</strong>co oncoematologo Centro Oncologico Modenese <strong>del</strong> Policlinico <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

Capitolo<br />

10<br />

89<br />

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10. Emorragie e Ustioni [durata 90 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

L’obbiettivo <strong>del</strong>la lezione è quello <strong>di</strong> dare un’adeguata informazione su come soccorrere in maniera<br />

efficace ed efficiente un paziente con emorragia e/o ustione in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sicurezza per il<br />

soccorritore.<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

Solitamente quando si parla <strong>di</strong> emorragie ed ustioni si parla <strong>di</strong> patologie che si possono presentare<br />

anche associate, in quanto si ritrovano nel paziente cosiddetto politraumatizzato.<br />

Il paziente si trova in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> shock, ossia una con<strong>di</strong>zione clinica in cui c’è sproporzione<br />

tra la quantità <strong>di</strong> sangue <strong>del</strong> soggetto ed il suo normale circolo sistemico.<br />

Sia le emorragie che le ustioni comportano, infatti, per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>.<br />

USTIONI<br />

Un’ustione è una lesione <strong>del</strong>la pelle causata da vari agenti fisici o chimici.<br />

Fra le più importanti cause d’ustione ricor<strong>di</strong>amo: il calore, l’ elettricità, il congelamento, le ra<strong>di</strong>azioni<br />

(più raro), le sostanze acide e alcaline (forti).<br />

Le ustioni vengono classificate secondo due parametri fondamentali: l’estensione ed il grado <strong>di</strong><br />

profon<strong>di</strong>tà che permettono <strong>di</strong> valutare il grado <strong>di</strong> gravità <strong>del</strong>l’ustione.<br />

ESTENSIONE: si può <strong>di</strong>re che "più l'ustione è estesa sulla pelle e più è da considerarsi<br />

grave" sino a mettere in repentaglio la vita <strong>del</strong> paziente. L'utilizzo <strong>del</strong>la "regola <strong>del</strong> nove" ha dato<br />

buoni risultati, anche se approssimativa. Con questa regola tutto il corpo viene <strong>di</strong>viso in <strong>di</strong>versi<br />

territori e ad ognuno <strong>di</strong> questi viene attribuito un numero che corrisponde a nove o ad un suo<br />

multiplo (9, 18 , 36). La somma che ne risulta si avvicina a 100 e rappresenta la totalità <strong>del</strong> corpo.<br />

Si ricor<strong>di</strong> che la regola <strong>del</strong> nove risulta utile solo negli adulti.<br />

PROFONDITA’ DELL’USTIONE<br />

Si <strong>di</strong>stinguono ustioni <strong>di</strong> tre gra<strong>di</strong>:<br />

• Primo grado: lesione che coinvolge solo l'epidermide; appare con un semplice<br />

arrossamento <strong>del</strong>la pelle. Quin<strong>di</strong> c'è eritema, gonfiore e lieve dolore;<br />

• Secondo grado: lesione che coinvolge anche il derma sottostante con segni infiammatori<br />

più vivaci. Si caratterizza per presenza <strong>di</strong> vescicole o <strong>di</strong> bolle (definite flittene) e forte<br />

dolore;<br />

• Terzo grado: lesione che coinvolge anche gli strati più profon<strong>di</strong> fino ai muscoli e a volte<br />

l'osso. La pelle spesso è carbonizzata con il dolore che può essere vivacissimo, oppure<br />

può non esserci perché la carbonizzazione ha coinvolto anche le fibre nervose.<br />

ALTRI PARAMETRI (SECONDARI) DI GRAVITA’<br />

Sono importanti a parità <strong>di</strong> danno ai tessuti, specie per la prognosi:<br />

• età <strong>del</strong> paziente;<br />

• presenza <strong>di</strong> malattie importanti (metaboliche, car<strong>di</strong>ovascolari, degenerative, ecc.);<br />

• complicazioni <strong>del</strong>l'ustione (infezioni, shock).<br />

Le zone critiche sono il viso, le vie respiratorie e le articolazioni.<br />

Si può parlare <strong>di</strong> ustione critica se essa è <strong>di</strong>: terzo grado con estensione maggiore <strong>del</strong> 10%,<br />

secondo grado con estensione maggiore <strong>del</strong> 30%, primo grado con estensione maggiore <strong>del</strong><br />

75%.<br />

90<br />

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REGOLA DEL NOVE<br />

(SUPERFICIE USTIONATA)<br />

Valutazione approssimativa<br />

BAMBINO<br />

ADULTO<br />

TESTA<br />

19%<br />

9%<br />

ARTO SUPERIORE<br />

9%<br />

9%<br />

TRONCO SUPERFICIE ANTERIORE<br />

18%<br />

18%<br />

TRONCO SUPERFICIE POSTERIORE<br />

18%<br />

18%<br />

GENITALI<br />

1%<br />

1%<br />

ARTO INFERIORE<br />

13%<br />

13%<br />

COMPORTAMENTO<br />

Quando si soccorre un paziente ustionato bisogna eseguire le seguenti manovre:<br />

• allontanare il paziente dalla fonte ustionante, sempre che anche il soccorritore sia in con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> sicurezza;<br />

• non rimuovere mai i vestiti <strong>del</strong>l’ustionato durante lo spostamento;<br />

• valutare i parametri vitali e, in particolare, la capacità respiratoria <strong>del</strong> paziente attraverso alcuni<br />

parametri come il colorito <strong>del</strong> paziente e gli atti respiratori; se fatica a respirare somministrare<br />

ossigeno terapia;<br />

• bendare la parte ustionata con garze STERILI ed umide;<br />

• avvolgere la zona con un lenzuolo pulito, anche se <strong>di</strong> grado superiore;<br />

• non rompere mai le bolle e le vescicole;<br />

• tentare sempre <strong>di</strong> ricostruire l’evento per capire se ci possono essere altri traumi non visibili;<br />

• valutare la gravità <strong>del</strong>l’ustione;<br />

• tranquillizzare sempre il paziente.<br />

Particolare attenzione va posta ad una tipologia piuttosto grave <strong>di</strong> ustioni, ossia le ustioni<br />

circonferenziate, ustioni <strong>di</strong> terzo grado che riguardano il torace e gli arti e che creano un<br />

91<br />

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impe<strong>di</strong>mento funzionale. Si può verificare, infatti, un danno ischemico a livello degli arti e un danno<br />

a livello <strong>del</strong>la capacità respiratoria che viene limitata dall’ustione al torace.<br />

Il rischio maggiore per qualsiasi tipo <strong>di</strong> ustione è quello infettivo, perciò è fondamentale cercare <strong>di</strong><br />

proteggere e rendere il più sterile possibile l’ambiente vicino alla lesione.<br />

USTIONI PARTICOLARI<br />

USTIONE CHIMICA<br />

È’ un tipo <strong>di</strong> ustione che si contrasta in base all’agente specifico che ha creato la lesione.<br />

La prognosi <strong>di</strong>pende dal tipo e dalla concentrazione <strong>di</strong> sostanza chimica con cui il corpo è venuto a<br />

contatto, dalla superficie interessata e dal tempo <strong>di</strong> durata <strong>del</strong> contatto.<br />

In ogni caso è consigliabile lavare la zona ustionata con acqua a getto rapido, senza eccessiva<br />

forza; pulire se necessario gli occhi tenendoli aperti; identificare il contenitore <strong>del</strong>la sostanza<br />

chimica causale; trasportarla al pronto soccorso con il paziente.<br />

Se la sostanza chimica viene ingerita vi può essere rottura <strong>del</strong>l’esofago e conseguente shock<br />

emorragico.<br />

USTIONE ELETTRICA<br />

È’ un tipo particolare <strong>di</strong> lesione che si accompagna spesso a complicanze generali legate<br />

all'attraversamento <strong>del</strong> corpo da parte <strong>del</strong>la corrente elettrica. Si intuisce perfettamente come<br />

alcuni organi, ed in particolare il cuore, possono essere danneggiati da questo passaggio.<br />

Si potrà avere: ustione nel punto d'ingresso <strong>del</strong>la corrente, ustione nel tragitto <strong>del</strong>la corrente,<br />

ustione nel punto in cui esce, possibili aritmie o arresto car<strong>di</strong>aco, arresto <strong>del</strong>l'attività respiratoria.<br />

Ricordarsi che se si tocca il paziente, nel tentativo <strong>di</strong> sottrarlo, mentre è a contatto con la sorgente<br />

<strong>di</strong> corrente (fili scoperti, presa elettrica, portalampada, etc.), il soccorritore-Volontario è a sua volta<br />

passibile <strong>di</strong> folgorazione. Bisogna:<br />

• isolare il paziente dalla fonte <strong>di</strong> corrente con materiale isolante (pezzo <strong>di</strong> legno etc.);<br />

• valutare i parametri vitali;<br />

• rianimazione Car<strong>di</strong>o-Polmonare, se necessario;<br />

• valutare se sono presenti fratture.<br />

USTIONI DA CALORE<br />

Sono le più frequenti. Il soggetto viene a contatto con fiamme, vapori, liqui<strong>di</strong> bollenti, oggetti soli<strong>di</strong><br />

arroventati.<br />

L’estensione e la profon<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>la lesione sono in funzione <strong>del</strong>la quantità <strong>di</strong> calore ceduta dalla<br />

fonte <strong>di</strong> calore.<br />

Sono particolarmente gravi quando interessano le vie respiratorie.<br />

E’ necessario bagnare, soffocare le fiamme, allontanare gli abiti bruciacchiati.<br />

USTIONI DA CONGELAMENTO<br />

L’ustione da congelamento crea una lesione simile all’ustione da calore ed è anch’essa valutata<br />

tramite i parametri <strong>di</strong> grado <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà ed estensione.<br />

Il congelamento è pericoloso se è sistemico in quanto può arrivare all’assideramento provocando<br />

un rallentamento <strong><strong>del</strong>le</strong> funzioni biologiche, bra<strong>di</strong>car<strong>di</strong>a e apatia <strong><strong>del</strong>le</strong> funzioni neurologiche sino allo<br />

shock ed al coma.<br />

È necessario provvedere al riscaldamento <strong>del</strong> paziente in modo graduale, non bisogna frizionare la<br />

cute né rompere eventuali vescicole o bolle.<br />

EMORRAGIE<br />

Sono da ritenersi, nella maggior parte dei casi, come <strong><strong>del</strong>le</strong> situazioni <strong>di</strong> emergenza tali da<br />

richiedere attenta vigilanza, celerità ed estrema accuratezza nelle manovre che, senza eccezione,<br />

assistono il paziente nel tragitto che va dal luogo <strong>di</strong> chiamata al Pronto Soccorso.<br />

Rappresenta emergenza primaria, perché in ogni emorragia importante può instaurarsi lo stato <strong>di</strong><br />

shock. In dettaglio, si ritiene che quando le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> sangue ammontano a circa 1 litro, il<br />

paziente è in uno stato <strong>di</strong> shock (in atto o incipiente) e si trova in una <strong><strong>del</strong>le</strong> con<strong>di</strong>zioni me<strong>di</strong>che che<br />

maggiormente espongono al rischio <strong>di</strong> morte (Shock Emorragico).<br />

92<br />

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CLASSIFICAZIONE E DEFINIZIONE<br />

Possiamo definire le emorragie in base a:<br />

1) causa:<br />

• traumatiche (dovute ad un evento traumatico)<br />

• non traumatiche (es. emorragia gastro-intestinale, epistassi)<br />

2) contenuto:<br />

• arteriosa: sangue <strong>di</strong> colore rosso vivo, che esce a getto<br />

• venosa: sangue <strong>di</strong> colore rosso scuro, che esce <strong>di</strong> continuo<br />

• capillare: sangue che esce a gocce, tipico <strong>di</strong> abrasioni<br />

3) dove si riversa<br />

• interna: il sangue si riversa in una cavità corporea (ad esempio torace o<br />

addome) presente o neoformata dallo stesso (ematoma)<br />

• esterna: il sangue esce da ferite più o meno ampie<br />

• esteriorizzata: il sangue esce da orifizi naturali (bocca, ano, orecchio, ecc.)<br />

CONSEGUENZE<br />

La pressione all'interno <strong>del</strong> sistema dei vasi arteriosi e venosi <strong>di</strong>pende principalmente da 3 fattori,<br />

che sono:<br />

1. la capacità <strong>del</strong> cuore <strong>di</strong> svolgere appieno il suo ruolo <strong>di</strong> pompa<br />

2. la quantità <strong>di</strong> sangue circolante<br />

3. il <strong>di</strong>ametro dei vasi<br />

Quando, per <strong>di</strong>verse cause, uno <strong>di</strong> questi fattori viene interessato (il cuore è "insufficiente", si<br />

perde <strong>del</strong> sangue oppure i vasi si <strong>di</strong>latano molto) il risultato può essere un brusco calo <strong>del</strong>la<br />

pressione arteriosa (PA).<br />

Il calo <strong>del</strong>la pressione arteriosa provoca, sostanzialmente, un deficit <strong>di</strong> perfusione <strong>di</strong> tutti i tessuti<br />

(effetti sistemici), che quin<strong>di</strong> si trovano in uno stato <strong>di</strong> "sofferenza".<br />

SEGNI E SINTOMI<br />

• pallore, cute fredda e umida;<br />

• polso frequente e piccolo;<br />

• respirazione superficiale;<br />

• vari livelli <strong>di</strong> alterazione <strong>del</strong>la coscienza fino al coma.<br />

Per valutare lo shock emorragico si valutano i seguenti parametri:<br />

• polso;<br />

• pressione arteriosa (sia sistolica che <strong>di</strong>astolica e <strong>di</strong>fferenziale);<br />

• frequenza respiratoria;<br />

• stato neurologico;<br />

• valutazione <strong>del</strong>la cute.<br />

COMPORTAMENTO<br />

Nelle emorragie esterne è necessario:<br />

• mettersi sempre i guanti;<br />

• valutare per prima cosa i parametri vitali;<br />

• cercare <strong>di</strong> trovare il punto <strong>di</strong> sanguinamento;<br />

• premere <strong>di</strong>rettamente su questo, meglio usando una garza sterile;<br />

• non rimuovere in nessun caso possibili corpi estranei conficcati nella ferita;<br />

• tenere l'arto sollevato per emorragie <strong>di</strong>stali (alla mano, al piede, ecc.);<br />

93<br />

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• se il sangue continua ad uscire, premere con forza sulla zona corrispondente al polso<br />

periferico a monte <strong>del</strong>la ferita in questione;<br />

• per emorragie più gravi, usare sempre il laccio emostatico in dotazione o in caso non ci sia,<br />

un oggetto simile purché piatto e morbido, annotando sempre l'ora <strong>di</strong> applicazione;<br />

• fare sdraiare il paziente con le gambe sollevate;<br />

• considerare la possibilità <strong>di</strong> lesioni annesse (fratture, lussazioni, ecc.).<br />

Riassunto.<br />

Le ustioni possono essere classificate in base alla profon<strong>di</strong>tà (1°, 2° e 3° grado) ed alla estensione<br />

(secondo la regola <strong>del</strong> 9, sono lesioni <strong>del</strong>la cute raramente <strong><strong>del</strong>le</strong> mucose causate da agenti fisici (calore,<br />

congelamento, elettricità, ecc.) o da agenti chimici (aci<strong>di</strong>, alcali).<br />

Manovre da mettere in atto al momento <strong>del</strong> primo soccorso: allontanare il paziente dalla sostanza<br />

ustionante mettendo in atto tutte le procedure che possono causare danno al soccorritore (allontanare<br />

cavi elettrici, evitare <strong>di</strong> inalare sostanze tossiche, ecc.), lasciare il paziente con i vestiti, coprirlo con un<br />

telo isotermico, se necessario lavarlo con acqua per allontanare sostanze ustionanti ed eventualmente<br />

procedere alla rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare. Tranquillizzare il paziente e procedere al suo trasporto<br />

valutando che non vi siano traumi non apparenti.<br />

Le emorragie sono tutte quelli con<strong>di</strong>zioni in cui si ha una fuoriuscita <strong>di</strong> sangue dal letto vascolare e<br />

possono essere classificate in traumatiche e non traumatiche, in arteriose, venose e capillari ed infine in<br />

esterne, interne ed estoriorizzate. La gravità <strong>del</strong>l’emorragia <strong>di</strong>pende dalla quantità <strong>di</strong> sangue persa<br />

nell’unità <strong>di</strong> tempo (lieve per per<strong>di</strong>te <strong>del</strong> 10-15% , moderata 15-30% e grave 30-50%),mentre la<br />

sintomatologia va dalla sensazione <strong>di</strong> capogiro fino allo shock, nelle forme gravi.<br />

Il soccorritore deve essere sempre munito <strong>di</strong> guanti, deve cercare <strong>di</strong> tamponare con garze sterili la sede<br />

<strong>del</strong>l’emorragia e deve evitare <strong>di</strong> togliere eventuali oggetti che causano il trauma emorragico. Qualora<br />

non si riuscisse a tamponare l’emorragia con il sollevamento <strong>del</strong>l’eventuale arto coinvolto, posizionare il<br />

laccio emostatico sopra la sede <strong>del</strong> sanguinamento sdraiando il paziente con le gambe in alto.<br />

Procedere ad un rapido trasporto in ospedale per permettere una rapida infusione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> il prima<br />

possibile, soprattutto in caso <strong>di</strong> ipotensione o shock.<br />

94<br />

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Ortope<strong>di</strong>a<br />

a cura <strong>di</strong> Alessandro Vecchio 19<br />

19 Dirigente me<strong>di</strong>co specialista in ortope<strong>di</strong>a e traumatologia - Policlinico <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

Capitolo<br />

11<br />

95<br />

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11. Ortope<strong>di</strong>a [durata 60 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

1. <strong>di</strong>stinzione tra frattura, lussazione e <strong>di</strong>storsione con i relativi segni e sintomi;<br />

2. conoscenza dei principali traumi vertebrali e cranici;<br />

3. conoscenze <strong><strong>del</strong>le</strong> manovre da effettuare da parte <strong>del</strong> soccorritore nei precedenti casi.<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

DEFINIZIONI<br />

FRATTURA:<br />

Interruzione completa o incompleta <strong>del</strong>la continuità <strong>di</strong> un osso.<br />

Vengono sud<strong>di</strong>vise in:<br />

• chiuse: fratture senza esposizione dei monconi ossei;<br />

• esposte: fratture con esposizione dei monconi ossei (forma più grave, per possibili<br />

danni vascolari, nervosi, muscolari e per il rischio <strong>di</strong> infezioni).<br />

Vi è anche una <strong>di</strong>stinzione tra fratture:<br />

• composte: nelle quali i frammenti rimangono nella loro posizione naturale;<br />

• scomposte: l’arto assume un atteggiamento innaturale (c’è sempre il rischio <strong>di</strong> lesioni<br />

alle strutture sottostanti).<br />

Le fratture rappresentano SEMPRE un’urgenza.<br />

LUSSAZIONE:<br />

Allontanamento permanente dei due capi articolari che compongono anatomicamente<br />

l'articolazione. La lussazione può essere complicata da lesioni nervose, vascolari o con frattura.<br />

Rappresentano un'urgenza in particolare se complicata.<br />

DISTORSIONE:<br />

Allontanamento temporaneo (con ritorno alla posizione anatomica originaria) dei due capi<br />

articolari. A volte può essere complicata con emartro (versamento <strong>di</strong> sangue nella cavità articolare)<br />

o con frattura. E' quasi sempre una lesione benigna che non va considerata urgenza.<br />

In<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong> danno: SEGNI E SINTOMI<br />

FRATTURA:<br />

Il segno più evidente è la deformità anatomica.<br />

I principali sintomi locali sono: il dolore, l’impotenza funzionale, il movimento dei capi ossei a livello<br />

<strong>di</strong> frattura, tumefazione <strong>di</strong> entità variabile. A livello generale si può giungere allo shock, soprattutto<br />

se vi sono anche altre lesioni.<br />

LUSSAZIONE:<br />

Impotenza funzionale.<br />

Tra i sintomi: dolore locale, impotenza funzionale, assunzione <strong>di</strong> una posizione antalgica, deformità<br />

articolare e possibile tumefazione.<br />

DISTORSIONE:<br />

Provoca dolore locale, impotenza funzionale e gonfiore <strong>del</strong>la zona interessata.<br />

96<br />

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MANOVRE DEL SOCCORITORE<br />

Prima <strong>di</strong> ogni manovra è in<strong>di</strong>spensabile valutare i parametri vitali <strong>del</strong> paziente e procedere alla<br />

rianimazione quando è necessario. In qualsiasi lesione il soccorritore dovrebbe SEMPRE<br />

immobilizzare il paziente nella posizione in cui si trova l'arto fratturato, SENZA cercare in nessun<br />

modo e per nessun motivo <strong>di</strong> ridurre un'eventuale frattura scomposta. Esistono appositi corsi per<br />

gestire un paziente traumatizzato dove vengono impartite le nozioni per eseguire le manovre più<br />

corrette.<br />

FRATTURA<br />

Applicare gli appositi presi<strong>di</strong> <strong>di</strong> immobilizzazione come ferule metalliche, o appositi <strong>di</strong>spositivi che<br />

creano il vuoto e stabilizzano la frattura (immobilizzatori a depressione).<br />

Lavare con fisiologica e me<strong>di</strong>care la ferita (se la frattura è esposta) con acqua ossigenata; coprire<br />

poi con garza sterile con leggerezza, senza "muovere" i capi ossei esposti. Se in caso <strong>di</strong> una<br />

frattura esposta si rileva un'emorragia imponente, applicare un laccio emostatico a monte <strong>del</strong>la<br />

lesione e registrare l'ora <strong>di</strong> applicazione, comunicandola al presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> soccorso sanitario a cui si<br />

affida il paziente.<br />

LUSSAZIONE<br />

Fasciare <strong>del</strong>icatamente gli arti, bloccandoli nella posizione in cui si trovano. Non cercare <strong>di</strong> ridurre<br />

la lussazione. Mettere <strong>del</strong> ghiaccio sull'articolazione interessata.<br />

DISTORSIONE<br />

Fasciare leggermente l'articolazione interessata e mettere <strong>del</strong> ghiaccio su <strong>di</strong> essa.<br />

N.B.: in caso <strong>di</strong> amputazioni:<br />

TRAUMATOLOGIA VERTEBRALE<br />

mettere il pezzo amputato tra garze sterili in un sacchetto <strong>di</strong> plastica<br />

possibilmente pulito;<br />

mettere questo sacchetto in un altro contenitore con ghiaccio;<br />

notare anche in questo caso l'orario;<br />

tamponare con garze sterili il moncone amputato.<br />

I TRAUMI DISTORSIVI<br />

I traumi <strong>di</strong>storsivi sono situazioni tipiche e frequenti, caratterizzate da una momentanea per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

rapporti nella colonna vertebrale.<br />

Sono rappresentati da:<br />

• Colpo <strong>di</strong> frusta<br />

Avviene <strong>di</strong> solito durante un tamponamento in automobile, con interessamento <strong>del</strong><br />

tratto cervicale. In questo caso il paziente ha dolore in sede e senso <strong>di</strong> rigi<strong>di</strong>tà al<br />

collo. Occorre sempre applicare il collare , che ha la funzione <strong>di</strong> mantenere il collo <strong>del</strong><br />

paziente dritto, con riduzione <strong>del</strong> dolore, per evitare che possibili fratture alle vertebre<br />

cervicali (raro) possano scomporsi e determinare lesioni al midollo spinale.<br />

• Colpo <strong>del</strong>la strega<br />

97<br />

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Avviene <strong>di</strong> solito nell'atto <strong>del</strong> sollevamento <strong>di</strong> un peso a gambe rigide. Interessa il tratto<br />

lombosacrale. Si avverte un forte dolore in sede e compare rigi<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>la colonna che<br />

può arrivare ad essere totale.<br />

FRATTURE VERTEBRALI<br />

La colonna vertebrale è formata da 33 vertebre che si estendono dal collo all’osso sacro.<br />

All’interno <strong>del</strong>la colonna si trova il midollo spinale che è fondamentale per garantire la motilità e la<br />

posizione degli arti e <strong>del</strong> tronco <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo.<br />

Le fratture vertebrali si <strong>di</strong>vidono in forme mieliche (con lesione al midollo osseo) ed amieliche<br />

(senza lesione al midollo osseo).<br />

Fratture vertebrali mieliche:<br />

A causa <strong>del</strong>la lesione midollare il paziente può avvertire i seguenti sintomi: dolore nel punto<br />

<strong>di</strong> lesione, incapacità <strong>di</strong> muovere uno o più arti (<strong>di</strong>pende dal punto lesionato), parestesia e<br />

formicolio <strong>di</strong> uno o più arti, la sensibilità tattile può essere mantenuta, vi può essere<br />

compromissione <strong>del</strong> respiro nelle lesioni <strong>del</strong> rachide cervicale alto.<br />

Fratture vertebrali amieliche:<br />

Il paziente avverte dolore locale nel punto <strong>di</strong> lesione.<br />

Comportamento:<br />

Sul piano <strong>del</strong> comportamento <strong>di</strong> primo soccorso, fa molta <strong>di</strong>fferenza sapere se siamo <strong>di</strong>nanzi ad<br />

una frattura vertebrale mielica od amielica. Il comportamento d'emergenza corretto si compone <strong>di</strong>:<br />

- valutazione dei parametri vitali;<br />

- applicazione <strong>del</strong> collare (ogni ambulanza ne è dotata);<br />

- caricamento <strong>del</strong> paziente sull’asse spinale senza movimenti bruschi.<br />

Nel caso <strong>di</strong> frattura mielica sarà bene avvertire la centrale operativa <strong>del</strong> 118 <strong>di</strong> eventuale lesione<br />

midollare per porre in atto un veloce piano <strong>di</strong> trattamento presso il centro <strong>di</strong> chirurgia spinale più<br />

vicino (Bologna).<br />

TRAUMATOLOGIA CRANICA<br />

Esistono traumi cranici chiusi e aperti in base all'esistenza o meno <strong>di</strong> soluzione <strong>di</strong> continuità con<br />

l'esterno.<br />

TRAUMI CRANICI CHIUSI<br />

Vengono definiti tali i traumi in cui il "colpo" ricevuto per caratteristiche, <strong>di</strong> forza e adeguatezza,<br />

non è tale da produrre una soluzione <strong>di</strong> continuità <strong>del</strong>la scatola cranica con esposizione all'esterno<br />

<strong>del</strong> contenuto (meningi/cervello).<br />

TRAUMI CRANICI APERTI<br />

Vengono definiti tali i traumi in cui si produce una soluzione <strong>di</strong> continuità (frattura esposta <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

ossa craniche) <strong>del</strong>la scatola cranica con esposizione all'esterno <strong>di</strong> sostanza cerebrale<br />

(meningi/cervello). In genere la prognosi per questi infortunati è peggiore che nel caso precedente.<br />

Oltre alla classificazione anatomo-patologica sin qui esposta (traumi aperti e chiusi) si può<br />

<strong>di</strong>datticamente utilizzare una classificazione maggiormente clinica:<br />

• non commotivi;<br />

• commotivi;<br />

• contusivi.<br />

Per commozione cerebrale si intende la momentanea per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza e <strong>di</strong> veglia <strong>di</strong> un<br />

paziente a seguito <strong>di</strong> un trauma.<br />

Nelle forme contusive il paziente ha subito un trauma cranico <strong>di</strong> lieve entità, tale da provocargli<br />

solamente dolore nel punto <strong>di</strong> impatto e null'altro (bernoccolo).<br />

98<br />

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Nelle forme commotive il paziente presenta:<br />

• stato <strong>di</strong> incoscienza momentaneo o duraturo;<br />

• amnesia retrograda;<br />

• cefalea <strong>di</strong>ffusa.<br />

Nei traumi commotivi <strong>del</strong> cranio la possibilità che possa esserci un danno cerebrale è molto alta<br />

per cui bisogna fare molta attenzione. In queste situazioni il paziente è spesso in stato <strong>di</strong> coma più<br />

o meno profondo con possibili segni spastici (polsi e avambracci flessi, gambe estese ed<br />

extraruotate), con possibili eventi convulsivi. In questi casi è facile la presenza <strong>di</strong> ematomi<br />

intracranici.<br />

Dei traumi cranici non bisogna MAI fidarsi! Molti <strong>di</strong> questi appaiono all'istante non gravi (non<br />

commotivi o commotivi lievi), ma nello spazio <strong>di</strong> poco tempo mostrano tutta la loro pericolosità,<br />

perché "celano" danni cerebrali (tipo ematoma <strong><strong>del</strong>le</strong> meningi post-traumatico).<br />

Non bisogna mai <strong>di</strong>menticare che, in<strong>di</strong>pendentemente dalla valutazione <strong>di</strong> gravità che si fa al<br />

momento <strong>del</strong> soccorso <strong>del</strong> traumatizzato, i traumi cranici sono sempre dei motivi <strong>di</strong><br />

ospedalizzazione urgente.<br />

In caso d’incidente è opportuno sempre chiedere al paziente se ricorda tutto ciò che è accaduto<br />

per capire se ha avuto anche una brevissima per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza; dopo un po’ <strong>di</strong> tempo, infatti,<br />

potrebbero apparire segni quali anisocoria (<strong>di</strong>ametro <strong><strong>del</strong>le</strong> pupille <strong>di</strong>fferente) e cefalea <strong>di</strong>ffusa e<br />

persistente che rappresentano segni <strong>di</strong> possibile danno cerebrale.<br />

FRATTURE CRANICHE<br />

Nelle fratture craniche possono essere presenti alcuni o tutti i segni precedentemente descritti con<br />

l'aggiunta <strong>di</strong>:<br />

• deformazione <strong>del</strong> cranio (frattura <strong>del</strong>la scatola cranica);<br />

• fuoriuscita <strong>di</strong> sangue dall'orecchio (frattura <strong>del</strong>la base cranica) e/o dal naso;<br />

• fuoriuscita <strong>di</strong> liquido trasparente da orecchio e/o dal naso;<br />

• colore bluastro sotto l'orbita;<br />

• pupille anisocoriche (cioè <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong>verso).<br />

Comportamento:<br />

• valutare i parametri vitali, con manovre rianimatorie se necessarie; arrestare eventuali<br />

emorragie con garze sterili, senza comprimere; ossigenoterapia; attenzione al possibile<br />

vomito imminente!!!<br />

• avviare il paziente in un centro traumatologico dotato <strong>di</strong> un reparto <strong>di</strong> neurochirurgia.<br />

99<br />

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Avvelenamenti<br />

a cura <strong>di</strong> Maura Bucciarelli 20<br />

20 Me<strong>di</strong>co responsabile <strong>del</strong>la gestione <strong><strong>del</strong>le</strong> emergenze tossicologiche - Policlinico <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

Capitolo<br />

12<br />

100<br />

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12. Avvelenamenti [durata 90 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

Fornire ai <strong>di</strong>scenti strumenti utili per:<br />

1. Riconoscere gli avvelenamenti;<br />

2. Raccogliere sul luogo <strong>del</strong>l’intervento materiale e notizie preziosi per la <strong>di</strong>agnosi e per la<br />

terapia degli intossicati;<br />

3. Applicare le misure fondamentali per impe<strong>di</strong>re il peggioramento dei pazienti e per il<br />

sostegno <strong><strong>del</strong>le</strong> funzioni vitali;<br />

4. Evitare comportamenti pericolosi per il/i soccorritore/i e per il paziente.<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

Si parla <strong>di</strong> avvelenamento quando un soggetto viene a contatto con una specifica sostanza<br />

chimica potenzialmente lesiva per via idonea a dare effetti dannosi in dose o concentrazione<br />

tossica.<br />

Questa definizione sottolinea come una sostanza possa <strong>di</strong>ventare velenosa se è acquisita in<br />

concentrazioni elevate o attraverso vie non idonee.<br />

Nella realtà siamo circondati da sostanze potenzialmente velenose come farmaci, droghe d’abuso,<br />

piante domestiche e selvatiche (inclusi i funghi), prodotti per uso domestico, solventi…<br />

L’intossicazione può essere chiaramente riferita ed evidente, oppure ignorata perché taciuta<br />

volutamente o sconosciuta anche alla vittima: in ogni caso bisogna prestare molta attenzione<br />

perché le intossicazioni simulano spesso altre con<strong>di</strong>zioni patologiche e poi bisogna essere veloci<br />

perché le con<strong>di</strong>zioni possono rapidamente peggiorare.<br />

CLASSIFICAZIONI<br />

Gli avvelenamenti possono essere accidentali (sovradosaggio involontario <strong>di</strong> farmaci, scambio <strong>di</strong><br />

recipienti, bambini…), oppure volontari (autolesione, uso voluttuario <strong>di</strong> sostanze, veneficio).<br />

Si <strong>di</strong>stinguono, poi, in base al meccanismo d’azione in:<br />

• intossicazioni lesionali (locali): c’è danno dove vi è il contatto;<br />

• intossicazioni funzionali (sistemici): il veleno crea danno cellulare dopo<br />

l’assorbimento.<br />

Le vie d’ingresso principali sono:<br />

• via orale, la più <strong>di</strong>ffusa: compresse, cibi, detersivi, aci<strong>di</strong>, alcali;<br />

• via respiratoria: tutte le sostanze gassose o in stato <strong>di</strong> vapore o che emanano gas;<br />

• via cutanea: pomate, cerotti tipici come quelli ormonali per la menopausa;<br />

• via oculare: liqui<strong>di</strong> vari, vapori;<br />

• via inoculatoria: iniezioni intramuscolo o endovena o per morso <strong>di</strong> animale;<br />

• via rettale: supposte.<br />

COMPORTAMENTO DEL SOCCORRITORE<br />

Allontanare la sostanza tossica dall'organismo il più presto possibile, cercando <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare il tipo <strong>di</strong> tossico coinvolto (nome commerciale, molecola), oppure meglio portare<br />

con sé la sostanza tossica con la propria confezione o involucro;<br />

valutare i parametri vitali e praticare la rianimazione car<strong>di</strong>o-polmonare se necessaria;<br />

101<br />

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sapere, se è possibile, il tipo <strong>di</strong> sostanza assorbita, la quantità e l’ora in cui è stata<br />

assorbita;<br />

raccogliere il contenitore o la sostanza in questione.<br />

Ricordare che le vittime <strong>di</strong> intossicazioni possono peggiorare rapidamente: l’intossicazione è infatti<br />

per definizione un co<strong>di</strong>ce giallo fino a prova contraria.<br />

TIPI D’AVVELENAMENTI<br />

Avvelenamenti da ingestione<br />

Se l’assorbimento <strong>del</strong>la sostanza tossica non è stato <strong>del</strong> tutto ultimato, si deve facilitare<br />

l’evacuazione attraverso:<br />

• vomito;<br />

• gastrolisi (lavanda gastrica);<br />

• lavaggio totale <strong>del</strong> tubo <strong>di</strong>gerente.<br />

Il vomito è in<strong>di</strong>cato e va favorito se la sostanza tossica è stata ingerita a stomaco pieno dopo un<br />

pasto <strong>di</strong> cibi soli<strong>di</strong>, quando è insolubile in acqua o quando non si può fare velocemente una<br />

gastrolisi.<br />

Il vomito può essere indotto farmacologicamente o con le classiche “<strong>di</strong>ta in gola”, mentre per i<br />

bambini si può utilizzare anche lo sciroppo <strong>di</strong> ipecacuana.<br />

Il vomito, però, in alcune con<strong>di</strong>zioni NON deve essere provocato:<br />

• ingestione <strong>di</strong> caustici e derivati <strong>del</strong> petrolio;<br />

• ingestione <strong>di</strong> sostanze schiumogene;<br />

• pazienti in coma o in convulsioni.<br />

In molti casi <strong>di</strong> intossicazione è utile l’utilizzo <strong>di</strong> carbone vegetale attivato: è una polvere nera che<br />

viene <strong>di</strong>luita in acqua ed è in grado <strong>di</strong> assorbire gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> sostanze tossiche. Viene<br />

somministrato tramite son<strong>di</strong>no nasogastrico e i residui vengono eliminati con le feci che sono <strong>di</strong><br />

colore nero.<br />

Utile è anche l’olio <strong>di</strong> vaselina che aiuta a far eliminare sostanze tossiche solubili nei grassi,<br />

riducendone l’assorbimento.<br />

La lavanda gastrica è utile entro 4 ore dall’assunzione <strong>del</strong>la sostanza tossica ed è inutile nei casi<br />

non gravi o quando lo stomaco è pieno <strong>di</strong> materiale solido.<br />

INTOSSICAZIONI DA FARMACI<br />

Si tratta <strong>di</strong> intossicazioni molto frequenti derivate sia da un dosaggio errato <strong>del</strong> farmaco sia da<br />

assunzioni volontarie.<br />

Solitamente sono farmaci presenti in molte case (<strong>di</strong>gitale, lexotan, valium, ecc.).<br />

I SINTOMI sono:<br />

• sonno che degenera in coma;<br />

• depressione;<br />

• alterazione <strong>del</strong>la respirazione.<br />

In questi casi bisogna chiamare i soccorsi e condurre l'infortunato in Ospedale. Nel frattempo, è<br />

importante non farlo addormentare, nonostante la sonnolenza, stimolandolo costantemente con<br />

domande e stimoli fisici (scossoni, piccoli schiaffi, pizzicotti...). Bisogna inoltre indurre il vomito.<br />

E' molto importante far pervenire in Ospedale o al me<strong>di</strong>co il tipo <strong>di</strong> farmaco ingerito e,<br />

possibilmente, anche la quantità.<br />

INTOSSICAZIONE DA CAUSTICI<br />

Può avvenire per inalazione,contatto o ingestione <strong>di</strong> sostanze come benzina, candeggina e simili<br />

che provocano lesioni, ulcere e perforazioni. I SINTOMI sono: dolori violenti alla bocca, all’esofago<br />

e allo stomaco.<br />

102<br />

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In questi casi è necessario chiamare imme<strong>di</strong>atamente i soccorsi e cercare <strong>di</strong> <strong>di</strong>luire le sostanze<br />

ingerite con latte (per sostanze come acido muriatico e solforico) e acqua e limone nel caso sia<br />

stata ingerita <strong>del</strong>l’ammoniaca.<br />

ATTENZIONE: prima <strong>di</strong> fare ingerire queste sostanze è bene consultare un me<strong>di</strong>co, un errore<br />

potrebbe danneggiare ulteriormente l'infortunato.<br />

INTOSSICAZIONE DA FUNGHI<br />

Le tossine presenti nei funghi possono agire sia rapidamente (dopo 1- 6 ore), sia lentamente (dopo<br />

8-48 ore).<br />

Nel primo caso i SINTOMI sono:<br />

• nausea;<br />

• vomito;<br />

• <strong>di</strong>arrea;<br />

• tremori muscolari;<br />

• eccitazione psichica;<br />

• tachicar<strong>di</strong>a.<br />

Con il vomito e la <strong>di</strong>arrea le tossine vengono eliminate. E' bene comunque ospedalizzare<br />

d'urgenza il paziente, se possibile con i residui <strong>del</strong> cibo ingerito che saranno così analizzati.<br />

Nel secondo caso le tossine portano a SINTOMI come:<br />

• vomito;<br />

• <strong>di</strong>arrea;<br />

• dolori addominali;<br />

• shock.<br />

E' inutile provocare il vomito, perché dopo 8-48 ore le tossine sono state completamente assorbite.<br />

Come nel precedente caso è necessario ospedalizzare d'urgenza il paziente.<br />

Avvelenamenti per via respiratoria<br />

È’ necessario aerare i locali ed evitare <strong>di</strong> accendere interruttori elettrici (ci può essere pericolo <strong>di</strong><br />

esplosione), inoltre è opportuno che il soccorritore iperventili qualche minuto prima <strong>di</strong> entrare in<br />

una stanza con gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> gas. È’ fondamentale somministrare ossigeno al paziente!<br />

Tra le intossicazioni da inalazione più <strong>di</strong>ffuse vi è quella da monossido <strong>di</strong> carbonio:<br />

normalmente l'Ossigeno (O2) nel sangue viene trasportato ai tessuti dall'emoglobina. L'Ossido <strong>di</strong><br />

Carbonio (CO) risulta essere molto più affine all'emoglobina <strong>del</strong>l'O2.<br />

Si comprenderà come in presenza <strong>di</strong> quantità importanti <strong>di</strong> CO questo spiazzerà l'O2 dai siti <strong>di</strong><br />

legame con l'emoglobina. In definitiva, bisogna ricordare, che si produce una sorta <strong>di</strong> asfissia<br />

chimica.<br />

SEGNI E SINTOMI:<br />

• cefalea;<br />

• nausea;<br />

• stato <strong>di</strong> incoscienza;<br />

• coma fino alla morte.<br />

COMPORTAMENTO:<br />

• dare ossigeno ad altissimo flusso;<br />

• ossigeno iperbarico (nei centri specializzati).<br />

Avvelenamenti per via cutanea e/o oculare<br />

Per quanto riguarda la cute è necessario spogliare e lavare la parte interessata con acqua corrente<br />

per 10-15 minuti, in alcuni casi anche con sapone (se sono in gioco sostanze solubili nei grassi).<br />

103<br />

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Nel caso degli occhi è consigliabile una irrigazione <strong>del</strong>icata con abbondante soluzione fisiologica<br />

sterile e poi con un anestetico locale.<br />

Ricordare <strong>di</strong> proteggere se stessi dalla contaminazione indossando abbigliamento adeguato!<br />

Avvelenamenti da inoculazione<br />

Il pericolo generale dei morsi o punture degli animali è l’infezione. È’ importante identificare la fonte<br />

per rintracciare eventuali antidoti o terapie specifiche.<br />

Vi possono poi essere intossicazioni da farmaci o da sostanze stupefacenti.<br />

OVERDOSE DA EROINA<br />

Deprime sino a bloccare il centro <strong>del</strong> respiro nel cervello.<br />

SEGNI E SINTOMI:<br />

• cianosi;<br />

• il paziente non respira o respira flebilmente;<br />

• polso presente ma debole;<br />

• paziente incosciente;<br />

• pupille a "punta <strong>di</strong> spillo".<br />

COMPORTAMENTO:<br />

• mantenere le vie aeree pervie;<br />

• dare ossigeno;<br />

• condurre celermente l'intossicato in Ospedale.<br />

INTOSSICAZIONI DA COCAINA E ANFETAMINE<br />

SEGNI E SINTOMI:<br />

• paziente agitato;<br />

• pupilla <strong>di</strong>latata;<br />

• gravi aritmie car<strong>di</strong>ache.<br />

COMPORTAMENTO:<br />

• cercare <strong>di</strong> tranquillizzare il paziente;<br />

• somministrargli liqui<strong>di</strong> eventualmente anche per bocca.<br />

INTOSSICAZIONE DA OPPIACEI<br />

Il consumatore d’oppio prova sollievo dall’ansia, fiducia, si <strong>di</strong>stacca da tutto ciò che lo circonda,<br />

prova un calmo benessere senza attenuare le proprie percezioni.<br />

L’effetto <strong>del</strong>la sospensione o <strong>del</strong>la riduzione molto drastica <strong>del</strong>l’assunzione <strong>di</strong> oppiacei esogeni<br />

porta ad una sintomatologia molto vistosa.<br />

La sindrome d’astinenza inizialmente si manifesta con :<br />

• <strong>di</strong>latazione <strong><strong>del</strong>le</strong> pupille;<br />

• tachicar<strong>di</strong>a;<br />

• pelle d’oca;<br />

• tremori;<br />

• sba<strong>di</strong>gli;<br />

• ansia.<br />

A seguito compaiono:<br />

• segni e sintomi simil-influenzali;<br />

• spasmi muscolari;<br />

• crampi e dolori addominali;<br />

• vomito;<br />

• <strong>di</strong>arrea.<br />

104<br />

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Le strutture nervose vengono inibite dall’azione farmacologica degli oppiacei nel momento in cui il<br />

paziente va in overdose.<br />

SINTOMI:<br />

• riduzione <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> coscienza;<br />

• miosi;<br />

• pelle fredda e sudata;<br />

• <strong>di</strong>minuzione progressiva <strong>del</strong>la funzione car<strong>di</strong>aca e respiratoria.<br />

Avvelenamenti per via rettale<br />

Solitamente accade quando si somministrano supposte per adulti ai bambini e si cerca <strong>di</strong><br />

ottenerne l’evacuazione con supposte <strong>di</strong> glicerina. Non fare clisteri!<br />

CENNI DI TERAPIA SPECIALISTICA<br />

Cosa si cerca <strong>di</strong> fare al Pronto Soccorso quando ci si imbatte in un avvelenamento?<br />

Si può utilizzare un antidoto (se esiste), che è una sostanza capace <strong>di</strong> neutralizzare l'effetto<br />

nocivo <strong>di</strong> un elemento tossico. Risulta essere un mezzo terapeutico molto efficace, purtroppo però<br />

solo per poche <strong>di</strong> queste sostanze ci sono i relativi antidoti.<br />

Tra i più conosciuti:<br />

• Ossigeno per l’intossicazione da monossido <strong>di</strong> carbonio;<br />

• Naloxone per l’intossicazione da oppiacei;<br />

• Flumazenil per l’intossicazione da benzo<strong>di</strong>azepine;<br />

• Idrossicobalamina per l’intossicazione da cianuro.<br />

Ci si avvale ampiamente <strong>del</strong>la consulenza dei Centri Antiveleni fornendo all’operatore che risponde<br />

al telefono tutte le informazioni importanti (età, sesso e peso <strong>del</strong>l’intossicato, tipo e quantità <strong>di</strong><br />

sostanza, via <strong>di</strong> ingresso, tempo trascorso dal contatto, con<strong>di</strong>zioni cliniche e parametri <strong>del</strong><br />

paziente).<br />

Alcuni Centri Antiveleni<br />

Bologna tel. 051/647811<br />

Catania tel. 095/7594032<br />

Firenze tel. 055/4277819<br />

Genova tel. 010/5636661-414-245<br />

CAV Milano tel. 02/ 66101029<br />

Napoli tel. 081/7472870<br />

CAV Pavia tel. 0382.24444<br />

Roma tel. 06/3054343 o 06/490663<br />

Torino tel. 011/6637637<br />

Trieste tel. 040/3785373<br />

RIASSUNTO<br />

• Mantenere un alto in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sospetto nelle situazioni poco chiare. In altre parole, sforzarsi <strong>di</strong><br />

pensare alla possibilità <strong>di</strong> un’intossicazione.<br />

• Ricordare sempre <strong>di</strong> prendere ogni misura efficace per non intossicarsi a propria volta.<br />

• Ricordare che il BLS è sempre e comunque il fondamento <strong>del</strong>la terapia d’emergenza,<br />

anche in caso <strong>di</strong> intossicazione.<br />

• Cercare <strong>di</strong> raccogliere sul luogo in<strong>di</strong>zi utili all’identificazione <strong>del</strong> tossico.<br />

• Allontanare per quanto possibile la sostanza tossica non ancora assorbita.<br />

• NON nuocere: provocare vomito SOLO se si è certi che non vi siano controin<strong>di</strong>cazioni.<br />

105<br />

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Malattie Infettive e AIDS<br />

a cura <strong>di</strong> Francesco Pellegrino 21<br />

21 Dirigente Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> primo livello - Reparto Malattie infettive <strong>del</strong> Policlinico <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

Capitolo<br />

13<br />

106<br />

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13. Malattie Infettive e AIDS [durata 90 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

L'obiettivo è quello <strong>di</strong> far conoscere le più comuni malattie infettive sud<strong>di</strong>vise attraverso le vie<br />

principali <strong>di</strong> trasmissione. Per ogni patologia vengono in<strong>di</strong>cati la fonte <strong>del</strong> contagio, i sintomi, le<br />

caratteristiche principali, gli eventuali vaccini e i mezzi <strong>di</strong> prevenzione.<br />

In conclusione viene dato particolare rilievo all'AIDS, alle modalità <strong>di</strong> contagio, alle patologie<br />

"opportunistiche", ai comportamenti preventivi e alla profilassi.<br />

Obiettivo fondamentale è quello <strong>di</strong> conoscere le malattie per poter avere un comportamento <strong>di</strong><br />

cautela e prevenzione verso noi stessi o quando ci avviciniamo ad una persona con una <strong>di</strong> queste<br />

patologie.<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

INTRODUZIONE<br />

La possibilità <strong>di</strong> infettarsi e poi <strong>di</strong> ammalarsi (infezione e malattia non sono sinonimi) <strong>di</strong>pende<br />

essenzialmente da 2 fattori:<br />

1. carica microbica: inten<strong>di</strong>amo per tale la quantità e la qualità (virulenza) dei microrganismi<br />

con cui veniamo in contatto;<br />

2. <strong>di</strong>fese immunitarie <strong>del</strong>l'organismo: il nostro organismo <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

identificabile negli anticorpi.<br />

Quando la carica microbica è "grande" o le <strong>di</strong>fese <strong>del</strong>l'organismo sono "depauperate",<br />

temporaneamente o permanentemente, o quando ci sono entrambe le con<strong>di</strong>zioni, si crea una<br />

<strong>di</strong>sponibilità all'infezione e dunque alla malattia che è l'espressione <strong>del</strong> danno provocato da<br />

microrganismi (batteri, virus, funghi o miceti e parassiti).<br />

La possibilità <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> una infezione <strong>di</strong>pende, quin<strong>di</strong>, da un equilibrio tra <strong>di</strong>fese in<strong>di</strong>viduali e<br />

con<strong>di</strong>zioni microbiche esterne.<br />

Le vie principali <strong>di</strong> trasmissione <strong><strong>del</strong>le</strong> malattie infettive sono:<br />

• via aerea;<br />

• via oro-fecale;<br />

• via parenterale-sessuale;<br />

• via parenterale inapparente (trasmissione durante la gravidanza).<br />

MALATTIE INFETTIVE A TRASMISSIONE AEREA<br />

Le malattie infettive a trasmissione aerea <strong>di</strong>pendono da germi che penetrano nell’organismo<br />

attraverso l’aria inspirata, dove si ritrovano i germi eliminati con la tosse o con il solo respiro dai<br />

malati o dai portatori. Le vie aeree interessate sono le cavità nasali, la laringe, la trachea, i bronchi<br />

e gli alveoli polmonari.<br />

Queste malattie, anche se si trasmettono per via aerea, non per forza hanno una manifestazione<br />

che interessa le vie aeree (es. malattie esentematiche come il morbillo, la varicella ecc.).<br />

Tra le malattie più importanti ricor<strong>di</strong>amo: l’influenza, la tubercolosi, la meningite meningococcica.<br />

TUBERCOLOSI<br />

Di solito i germi trasmissibili per via aerea resistono poco nell'ambiente esterno, per cui è<br />

necessario un contatto ravvicinato ad eccezione <strong>del</strong>la tubercolosi. Questa è provocata dal<br />

Mycobacterium tubercolosis.<br />

Negli ultimi anni la malattia ha mostrato una certa ripresa e ciò è riconducibile a 2 fattori:<br />

107<br />

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1. La comparsa <strong>del</strong>l'A.I.D.S. e <strong>di</strong> altre malattie o terapie che possono provocare<br />

immunodepressione (chemioterapia <strong>di</strong> pazienti affetti da tumori e terapie cortisoniche<br />

prolungate). L'immunodepressione provoca principalmente una riaccensione <strong>del</strong>l'attività <strong>del</strong><br />

micobatterio, infatti, il più <strong><strong>del</strong>le</strong> volte il primo contatto con questo germe provoca soltanto<br />

una risposta anticorpale (test <strong>del</strong>la tubercolina o Mantoux positivo). Il germe, però, non<br />

viene eliminato dagli anticorpi, ma rimane nell'organismo e quando, per qualsiasi motivo, si<br />

ha caduta <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>fese si "risveglia" dando malattia.<br />

2. L’arrivo <strong>di</strong> extracomunitari che vivono in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> malnutrizione e <strong>di</strong> sovraffollamento,<br />

per cui se vi è un malato facilmente contagia gli altri.<br />

Questa patologia colpisce in particolare i seguenti organi:<br />

a. polmone;<br />

b. ossa (contagio molto raro);<br />

c. rene (contagio molto raro);<br />

d. meningi (contagio molto raro);<br />

e. cuore.<br />

Il batterio è molto resistente nell’ambiente esterno e si è creata anche una certa refrattarietà alla<br />

terapia classica, in quanto la terapia antitubercolare ha una durata <strong>di</strong> circa 6 mesi. Si comprende<br />

facilmente che nei paesi poveri non è possibile garantire i farmaci per tutto questo periodo e<br />

dunque si è costretti a sospendere prima la terapia. Una terapia insufficiente può provocare <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

resistenze ai farmaci per cui si sono introdotti anche nella nostra realtà dei micobatteri non sempre<br />

sensibili e ciò con<strong>di</strong>ziona la scelta terapeutica e alle volte il successo.<br />

Mantoux o "Prova <strong>del</strong>la Tubercolina"<br />

Ognuno <strong>di</strong> noi nella sua vita ha, per <strong>di</strong>versi motivi, (Libretto Sanitario, Lavoro, ecc.) effettuato una<br />

Mantoux. Questa consiste nel verificare (leggendo sulla cute), come "reagisce" il nostro sistema<br />

immunitario al contatto (dopo l'inoculazione sottocute) con una proteina (PPD) derivata e purificata<br />

da micobatterio <strong>del</strong>la tubercolosi.<br />

Sommariamente il nostro sistema immunitario può comportarsi in 2 mo<strong>di</strong>:<br />

1. Non reagendo: sulla cute non si forma nulla. Ciò vuol <strong>di</strong>re o che abbiamo la malattia, in<br />

quanto questa si verifica quando gli anticorpi sono scarsi e sappiamo che la reazione<br />

cutanea deriva dalla reazione degli anticorpi con la proteina <strong>del</strong> micobatterio, o che non<br />

c'è mai stato "l’incontro" con il micobatterio.<br />

2. Reagendo: sulla cute si forma una piccola papula dura. Vuol <strong>di</strong>re che un po' <strong>di</strong> tempo<br />

prima ci si è infettati con il micobatterio per il quale è rimasta "memoria immunologica" e<br />

sulla cute si forma una grossa papula sino all'ulcerazione.<br />

MORBILLO<br />

E' una <strong><strong>del</strong>le</strong> cosiddette malattie esantematiche <strong>del</strong>l'infanzia. Nei nostri paesi è in genere benigna,<br />

ma nei paesi <strong>del</strong> 3° Mondo, a causa <strong>del</strong>la denutrizione, provoca centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> vittime ogni<br />

anno. Il contagio avviene per via aerea. In genere il quadro, febbre e tipiche macchie rosse<br />

(esantema rosso cupo maculopapuloso) sulla pelle <strong>di</strong> tutto il corpo (prima testa, poi tronco e poi<br />

ancora gli arti) si risolve in pochi giorni (3-10). In rarissimi casi può dare <strong><strong>del</strong>le</strong> crisi convulsive,<br />

perché è una malattia infettiva che provoca temperature corporee molto elevate.<br />

Da qualche anno c'è la vaccinazione, per cui questa patologia è destinata a scomparire negli anni.<br />

ROSOLIA<br />

E' un'infezione esantematica virale benigna e moderatamente contagiosa, caratterizzata da un<br />

esantema maculopapuloso pallido, febbre e linfono<strong>di</strong> ingrossati. Colpisce i bambini dai 5 ai 10<br />

anni, si trasmette generalmente per via aerea e dura dai 2 ai 5 giorni. L'esantema ha lo stesso<br />

andamento <strong>del</strong> morbillo (prima la testa, poi il tronco e gli arti).<br />

Questa malattia preoccupa soltanto quando viene contratta in gravidanza, perché può determinare<br />

la morte <strong>del</strong> feto o gravi malformazioni. Oggi nei paesi occidentali questo problema non sussiste<br />

più, in quanto le bambine vengono vaccinate in età scolare.<br />

108<br />

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VARICELLA (ZOSTER)<br />

E' una malattia molto contagiosa che pre<strong>di</strong>lige i soggetti <strong>di</strong> età compresa tra i 5 e i 9 anni. Il<br />

contagio è <strong>di</strong>retto (da uomo a uomo) attraverso le vie respiratorie. Il virus responsabile è detto<br />

virus Varicella-Zoster perché quando lo si incontra la prima volta dà la Varicella, ma se non<br />

dovesse essere eliminato dal nostro corpo potrebbe riattivarsi negli anni (in genere, in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

abbassamento <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>fese immunitarie) dando l'Herpes Zoster o "Fuoco <strong>di</strong> S. Antonio".<br />

La varicella decorre con:<br />

• febbre;<br />

• vescicole cutanee, dapprima ripiene <strong>di</strong> liquido chiaro e poi torbido.<br />

Le vescicole compaiono prima al tronco, poi al volto e agli arti. Dura 7-14 giorni ed è molto grave<br />

quando dà un quadro <strong>di</strong> polmonite interstiziale. Oggi esiste una terapia farmacologica con<br />

l'ACICOLOVIR.<br />

MENINGITE<br />

Consideriamo brevemente la Meningite classica causata dal Meningococco. La via <strong>di</strong> trasmissione<br />

è quella aerea ed è un’infezione <strong><strong>del</strong>le</strong> meningi (membrane che ricoprono il sistema nervoso<br />

centrale, cervello e midollo spinale) caratterizzata dai seguenti sintomi:<br />

• febbre elevata;<br />

• cefalea intensa;<br />

• rigi<strong>di</strong>tà nucale (la testa non flette sul tronco);<br />

• fotofobia (paura <strong>del</strong>la luce).<br />

E' una malattia che se non viene curata tramite antibiotici risulta mortale.<br />

Esiste una profilassi che va raccomandata a coloro che nei 10 giorni precedenti l'inizio dei sintomi<br />

abbiano avuto contatti prolungati e <strong>di</strong>retti con il paziente (es. in famiglia, a scuola, in comunità).<br />

La profilassi deve essere iniziata imme<strong>di</strong>atamente e il malato deve rimanere isolato per legge fino<br />

a 48 ore dopo l'inizio <strong>di</strong> un trattamento antibiotico adeguato.<br />

MALATTIE INFETTIVE A TRASMISSIONE ORO-FECALE<br />

Il germe viene ingerito nell’organismo attraverso gli alimenti ed eliminato con le feci.<br />

INTOSSICAZIONI ALIMENTARI<br />

Ne esistono <strong>di</strong>verse ma noi esamineremo solo quella Stafilococcica (<strong>di</strong>arrea da gelato o pasta alla<br />

crema): il contagio avviene nel momento in cui vengono ingeriti alimenti inquinati con il batterio<br />

Stafilococcus Aureus.<br />

Alcuni uomini sono portatori cronici <strong>di</strong> questo batterio (è presente sulla cute specialmente se vi<br />

sono dei foruncoli nelle mani). Se queste persone sono dunque dei "manipolatori" <strong>di</strong> cibi (latte,<br />

formaggi, creme, gelati, insaccati, scatolame, surgelati) il rischio che possa esserci<br />

contaminazione è alto. Si ricor<strong>di</strong> che la contaminazione non ne altera le caratteristiche<br />

organolettiche (aspetto, sapore, gusto). Dopo una incubazione <strong>di</strong> 2-6 ore compare:<br />

• nausea;<br />

• vomito;<br />

• dolori addominali (crampi);<br />

• <strong>di</strong>arrea (feci liquide, raramente con muco e sangue);<br />

• mal <strong>di</strong> testa (non sempre).<br />

109<br />

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In genere non c'è comparsa <strong>di</strong> febbre e la situazione si risolve in pochi giorni. L'unica misura <strong>di</strong><br />

profilassi è la buona conservazione dei cibi e il controllo dei loro manipolatori; ecco perché questi<br />

sono sottoposti a controlli (tampone faringeo e controllo <strong><strong>del</strong>le</strong> mani dei gelatai, dei pasticcieri,<br />

ecc.).<br />

SALMONELLOSI<br />

E’ una malattia che può colpire a qualsiasi età, ma <strong>di</strong>viene particolarmente temibile quando<br />

colpisce lattanti e anziani.<br />

Il principale serbatoio <strong>di</strong> infezione è rappresentato da:<br />

• pollame;<br />

• bovini;<br />

• maiali;<br />

• cani;<br />

• gatti.<br />

Questi animali presentano il microrganismo nel tubo <strong>di</strong>gerente in assenza, il più <strong><strong>del</strong>le</strong> volte, <strong>di</strong><br />

manifestazioni cliniche.<br />

Il microrganismo giunge all'uomo attraverso i cibi contaminati quali carne, uova, latte o attraverso<br />

l'acqua che può essere contaminata dai portatori sani umani.<br />

SEGNI E SINTOMI<br />

Dopo 8-24 ore dalla ingestione <strong>del</strong> materiale infetto, compare:<br />

• <strong>di</strong>arrea (ricca <strong>di</strong> muco, a volte con lieve striatura <strong>di</strong> sangue);<br />

• dolori addominali;<br />

• febbre;<br />

• vomito (non sempre).<br />

•<br />

La prevenzione si fa controllando cibi, mangimi e allevamenti.<br />

TOXOPLASMOSI<br />

Esistono 2 forme: una pericolosa che viene acquisita dal feto durante la gravidanza, l'altra meno<br />

pericolosa che si acquisisce durante la vita per via orale.<br />

E’ importante sapere che il feto infettato durante la gravidanza può ricevere danni irreversibili al<br />

sistema nervoso centrale e agli occhi. Per tale motivo è essenziale che le donne abbiano già<br />

contratto la malattia (con guarigione successiva), o che vengano tenute lontano da tutte le fonti <strong>di</strong><br />

possibile contagio, se in gravidanza.<br />

Le fonti <strong>di</strong> contagio in genere sono i gatti domestici o le carni crude.<br />

EPATITE A<br />

Il virus <strong>del</strong>l'epatite A viene contratto tramite l'ingestione <strong>di</strong> cibi (molluschi) o acqua contaminati con<br />

feci umane <strong>di</strong> soggetti che:<br />

• si stanno per ammalare <strong>di</strong> epatite A (fase <strong>di</strong> incubazione);<br />

• sono ammalati e non se ne accorgono (più <strong>del</strong> 90% dei malati si<br />

ammala senza accorgersi <strong>di</strong> nulla);<br />

• sono ammalati.<br />

Si ricor<strong>di</strong> che non esistono i portatori cronici <strong>di</strong> questo virus perché nella quasi totalità dei casi ci si<br />

ammala e poi, in un tempo variabile (1-2 mesi), si guarisce. Esiste in commercio un vaccino sicuro<br />

ed efficace (2 dosi a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 15 giorni) che viene consigliato a:<br />

• chi si reca in paesi in cui l'epatite A è endemica;<br />

• chi svolge lavori a rischio (operatori ecologici).<br />

SEGNI E SINTOMI (sono presenti in meno <strong>del</strong> 10% <strong>di</strong> quelli che si ammalano):<br />

• nausea;<br />

• astenia (stanchezza);<br />

• vomito;<br />

110<br />

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• ittero (colorazione gialla degli occhi e/o <strong>del</strong>la pelle);<br />

• urine scure (color marsala);<br />

• feci chiare (cretacee).<br />

TIFO<br />

Provocato dalla Salmonella Typhi o salmonella maggiore che è in grado <strong>di</strong> colonizzare soltanto<br />

l'uomo. Pertanto la sorgente d'infezione risulta unicamente un malato o un portatore asintomatico.<br />

Questa salmonella resiste a lungo nell'ambiente (acqua, ghiaccio, alimenti in genere), per questo<br />

si raccomanda sempre a chi si reca in zone dove il germe è frequente <strong>di</strong> non consumare mai<br />

bevande con il ghiaccio e bere soltanto acqua in bottiglie con tappo a stella aperte dal<br />

consumatore, o quantomeno che questo ne veda l'apertura.<br />

Vettori <strong>di</strong> una certa importanza sono anche le mosche, che possono posarsi su materiali fecali<br />

contaminati e successivamente sugli alimenti.<br />

La sintomatologia è caratterizzata da febbre molto elevata e alla seconda settimana da profonde<br />

alterazioni <strong>del</strong> sensorio.<br />

MALATTIE INFETTIVE A TRASMISSIONE PARENTERALE-SESSUALE<br />

Si tratta <strong>di</strong> tutte quelle malattie che si possono contrarre attraverso il contatto tra sangue <strong>di</strong> due<br />

in<strong>di</strong>vidui o attraverso liqui<strong>di</strong> biologici (sperma e secreti vaginali).<br />

EPATITE B<br />

E' un virus molto presente nel nostro paese. Si trasmette per via parenterale-sessuale e può<br />

provocare malattia <strong>del</strong> fegato acuta che può cronicizzare. Esistono anche persone che<br />

contraggono il virus e <strong>di</strong>ventano "portatori cronici asintomatici" senza sviluppare malattia <strong>di</strong> fegato.<br />

Il serbatoio <strong>di</strong> infezione è costituito, quin<strong>di</strong>, dagli uomini (malati o portatori) che attraverso il sangue<br />

o la via sessuale infettano altri soggetti.<br />

SEGNI E SINTOMI <strong>del</strong>la epatite acuta da virus B<br />

Dopo una incubazione variabile (4-6 mesi) compaiono:<br />

• ittero (colorazione gialla degli occhi e/o <strong>del</strong>la pelle);<br />

• feci chiare (cretacee);<br />

• urine scure (color marsala);<br />

• astenia (stanchezza marcata).<br />

PREVENZIONE:<br />

• non scambiare materiali (siringhe, lame da barba, forbici, etc.);<br />

• usare il profilattico (condom) nei rapporti a rischio. Vista la <strong>di</strong>ffusione <strong><strong>del</strong>le</strong> malattie virali e<br />

<strong>del</strong>la tossico<strong>di</strong>pendenza sono da considerarsi tali tutti i rapporti occasionali;<br />

• vaccinazione. Esiste in commercio, gratuitamente, un vaccino sicuro ed efficace (ENGERIX<br />

B o GenHevac B Pasteur);<br />

• da anni in Italia, tutti i neonati sono sottoposti a vaccinazione obbligatoria e<br />

precedentemente era iniziata la vaccinazione degli adolescenti.<br />

EPATITE C<br />

Non c'è molto da aggiungere rispetto all'epatite B , specie sul piano dei segni e sintomi, <strong><strong>del</strong>le</strong> fonti<br />

e <strong><strong>del</strong>le</strong> vie <strong>di</strong> contagio, <strong>del</strong>la malattia acuta e <strong><strong>del</strong>le</strong> possibili complicazioni. Purtroppo al momento<br />

non esiste la possibilità <strong>di</strong> vaccinarsi. A <strong>di</strong>fferenza <strong>del</strong>l’Epatite B, questa cronicizza più<br />

frequentemente e dunque è la principale causa <strong>di</strong> cirrosi, per la quale esiste la possibilità <strong>di</strong> una<br />

terapia.<br />

111<br />

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AIDS<br />

E' una malattia causata dal virus HIV (virus <strong>del</strong>l'immunodeficienza umana), che dopo l'infezione e<br />

dopo un periodo <strong>di</strong> asintomaticità variabile (sieropositività) porta al completo depauperamento<br />

<strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>fese immunitarie.<br />

Non vi sono manifestazioni cliniche precise <strong>del</strong>l’avvenuta sieropositività dopo un periodo variabile,<br />

ma se non si è iniziata la terapia antiretrovirale assistiamo alla comparsa <strong><strong>del</strong>le</strong> infezioni<br />

opportunistiche, dovute a germi che approfittano <strong>del</strong>la caduta <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>fese.<br />

Esiste un parallelismo tra il valore degli anticorpi ed il tipo d'infezione.<br />

Non esiste pericolo per l'immunocompetente <strong>di</strong> assistere un malato <strong>di</strong> AIDS, in quanto i germi che<br />

gli danno gravi quadri clinici sono per lo più innocui, poichè già esistenti nell'organismo (come la<br />

can<strong>di</strong>da).<br />

Tra le cosiddette infezioni “opportunistiche” che possono ricorrere più frequentemente in questi<br />

pazienti, ricor<strong>di</strong>amo: la can<strong>di</strong>dosi orale, la tubercolosi, l’herpes zoester (fuoco <strong>di</strong> S.Antonio), la<br />

toxoplasmosi e la polmonite.<br />

Il virus viene contratto per via parenterale-sessuale con persone infette (malate o sieropositive per<br />

l’HIV), attraverso trasfusioni o emoderivati <strong>di</strong> sangue “non controllato” e nella gravidanza da madre<br />

infetta a feto.<br />

La PROFILASSI consiste nel non scambiare materiali (siringhe, lame da barba, forbici, etc.) e<br />

usare il profilattico (condom) nei rapporti a rischio (vista la <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>l'AIDS sono da<br />

considerarsi tali tutti i rapporti occasionali).<br />

Per gli operatori sanitari, quin<strong>di</strong> anche per i volontari <strong>del</strong>la Croce Blu, in caso <strong>di</strong> contatto con<br />

sangue <strong>di</strong> pazienti affetti da HIV esiste una profilassi che va iniziata entro le 4 ore e che viene data<br />

solo dal reparto <strong>di</strong> Malattie Infettive.<br />

112<br />

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Patologia Me<strong>di</strong>ca<br />

a cura <strong>di</strong> Paolo Trande 22<br />

Capitolo<br />

14<br />

22 Dirigente me<strong>di</strong>co Unità operativa <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina interna e gastroenterologia - Nuovo Ospedale Sant'Agostino Estense Baggiovara (MO)<br />

113<br />

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14. Patologia Me<strong>di</strong>ca [durata 90 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

• definire un urgenza me<strong>di</strong>ca;<br />

• elencare i sintomi e i segni principali;<br />

• ipotizzare un probabile problema car<strong>di</strong>aco;<br />

• ipotizzare un problema cerebrale;<br />

• definire la <strong>di</strong>spnea e descriverne le caratteristiche;<br />

• descrivere le caratteristiche <strong>di</strong> un dolore;<br />

• conoscere le principali manovre da effettuare.<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

PREMESSA<br />

Il volontario soccorritore, per limiti giuri<strong>di</strong>ci e <strong>di</strong> conoscenza, non può e non deve in nessun modo<br />

definire <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> certezza, stabilire atti terapeutici che non siano quelli dettati dalla necessità <strong>di</strong><br />

affrontare e superare situazioni <strong>di</strong> emergenza. Anche se eccessivamente semplicistico, può essere<br />

adoperato, per orientare in termini <strong>di</strong> principio il volontario, il criterio <strong>del</strong>: "soccorrere il paziente<br />

facendo attenzione a non accrescere i danni”.<br />

Nei casi in cui si soccorre un paziente con una modalità <strong>di</strong> approccio <strong>di</strong>agnostico e terapeutico<br />

definito come “urgenza me<strong>di</strong>ca”, è utile sapere che le possibili cause <strong>di</strong> malattia sono dovute a:<br />

• <strong>di</strong>fetto <strong>del</strong>la struttura e/o funzione <strong>di</strong> un organo o apparato (il <strong>di</strong>fetto può essere congenito o<br />

acquisito);<br />

• microorganismi esterni (infezioni);<br />

• sostanze dannose (veleni / farmaci).<br />

Fattispecie PIU’ frequenti:<br />

• urgenze car<strong>di</strong>ovascolari;<br />

• urgenze respiratorie;<br />

• urgenze cerebrali;<br />

• dolore toracico;<br />

• dolore Addominale;<br />

• dolori extra-addominali;<br />

• avvelenamenti o abusi <strong>di</strong> sostanze.<br />

•<br />

Il problema me<strong>di</strong>co può essere cronico o acuto.<br />

Nell’ approccio verso il paziente, il soccorritore deve sempre seguire alcune regole fondamentali:<br />

• mantenere la calma;<br />

• stabilire un rapporto con il paziente, i familiari ed eventuali testimoni (la fiducia va<br />

guadagnata);<br />

• essere sempre critici e chiedersi il perché <strong><strong>del</strong>le</strong> cose che si osservano o vengono riferite;<br />

• comunicare e rassicurare sempre il paziente e la famiglia.<br />

La metodologia <strong>del</strong>l’approccio al paziente prevede la valutazione globale <strong>del</strong> paziente stesso che<br />

si fonda sulla considerazione dei vari segni e sintomi (semeiologia).<br />

SEGNI: stato <strong>di</strong> coscienza, frequenza <strong>del</strong> polso (ra<strong>di</strong>ale, carotideo o femorale) e <strong>del</strong>la respirazione,<br />

colore e temperatura (pelle, labbra, …), <strong>di</strong>mensioni <strong><strong>del</strong>le</strong> pupille, paralisi o spasmi, odore <strong>del</strong>l’alito.<br />

SINTOMI: dolore, nausea, vertigine, parestesie, astenia, peso toracico, etc.<br />

114<br />

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DOLORE<br />

Viene valutato in base ai seguenti parametri:<br />

• sede;<br />

• caratteristiche qualitative (dolore costrittivo? trafittivo? puntorio? peso? sordo?);<br />

• caratteristiche quantitative (scala da 1 a 10? quando è iniziato? continuo? cosa faceva il<br />

paziente quando è comparso?);<br />

• evocazione <strong>del</strong> dolore durante l’esame obiettivo (per esempio in caso <strong>di</strong> dolore toracico<br />

toccando la zona interessata il dolore aumenta?).<br />

DOLORE TORACICO CARDIACO<br />

Tra le evenienze più frequenti <strong>di</strong> richiesta <strong>di</strong> soccorso o <strong>di</strong> accesso in PS c’è il dolore toracico.<br />

Per la vita <strong>del</strong> paziente e per poter stabilire in tempo utile una terapia efficace, è fondamentale<br />

saper identificare o immaginare quando questo sintomo rappresenta un’Urgenza.<br />

Tra le possibili cause <strong>del</strong> dolore toracico vi sono:<br />

1) cause car<strong>di</strong>ache e vascolari: ischemia miocar<strong>di</strong>ca (angina ed infarto), pericar<strong>di</strong>te,<br />

<strong>di</strong>ssezione <strong>del</strong>l’aorta, embolia polmonare;<br />

2) cause gastrointestinali: dolore esofageo ed esofagiti, dolore da ulcera gastrica/duodenale;<br />

3) cause ortope<strong>di</strong>che (ossa, articolazioni, muscoli): artriti, artrosi, spasmi dei muscoli<br />

intercostali, dolori dei muscoli pettorali;<br />

4) cause polmonari: pleurite, polmonite, pneumotorace;<br />

5) altre cause: dolori mammari, Herpes zoster, fattori emotivi.<br />

È’ necessario in questi casi fare un’anamnesi accurata chiedendo, se possibile, <strong>di</strong> eventuali<br />

precedenti car<strong>di</strong>aci, polmonari, reumatici e <strong>di</strong> malattie gastroenterologiche; valutare anche i fattori<br />

<strong>di</strong> rischio quali obesità, <strong>di</strong>abete, ipertensione, fumo, familiarità per malattie car<strong>di</strong>ovascolari (in<br />

particolare infarto <strong>del</strong> miocar<strong>di</strong>o).<br />

INFARTO ACUTO DEL MIOCARDIO (I.M.A.)<br />

E' quella con<strong>di</strong>zione patologica che comunemente viene definita: "infarto".<br />

DEFINIZIONE<br />

E' una con<strong>di</strong>zione clinica in cui si verifica uno squilibrio acuto tra le richieste <strong>di</strong> sangue (soprattutto<br />

ossigeno) <strong>del</strong> miocar<strong>di</strong>o (muscolo car<strong>di</strong>aco) e la capacità <strong><strong>del</strong>le</strong> coronarie (vasi che conducono il<br />

sangue per la nutrizione <strong>del</strong> cuore) <strong>di</strong> assicurare tale apporto. Questo squilibrio provoca la morte <strong>di</strong><br />

una zona più o meno estesa <strong>di</strong> tale muscolo (si <strong>di</strong>ce che la zona è andata in "necrosi" e si forma<br />

una cicatrice).<br />

E' più frequente nelle persone <strong>di</strong> sesso maschile, anziane, obese, fumatrici e <strong>di</strong>abetiche.<br />

SEGNI e SINTOMI<br />

Dolore in corrispondenza <strong>del</strong>lo sterno "zona toracica anteriore" (sintomo primario), spesso irra<strong>di</strong>ato<br />

al braccio e/o spalla sinistra, al collo e alla man<strong>di</strong>bola, e sensazione <strong>di</strong> peso allo stomaco. Spesso<br />

è accompagnato dai cosiddetti sintomi secondari quali: sudorazione "fredda", vomito, pallore,<br />

palpitazioni, <strong>di</strong>fficoltà respiratorie. Non necessariamente l'infarto si presenta con tutti i segni e<br />

sintomi sopra descritti, ma <strong><strong>del</strong>le</strong> volte può manifestarsi con sintomi variamente combinati. Per<br />

esempio può dare solo dolore alla zona toracica anteriore senza altri sintomi secondari.<br />

Ad<strong>di</strong>rittura altre volte può manifestarsi in maniera "atipica" con dolore allo stomaco o con semplice<br />

"<strong>di</strong>fficoltà respiratoria".<br />

COMPORTAMENTO:<br />

• porre il paziente in posizione supina, quasi seduto se respira male.<br />

• tranquillizzarlo il più possibile e accendere le sirene solo se si reputa il<br />

paziente gravissimo.<br />

• dare ossigeno.<br />

ATTENZIONE: se manca la coscienza, manca la respirazione e manca il polso, eseguire la<br />

RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE (BLS) o la DEFIBRILLAZIOINE PRECOCE (BLSD).<br />

115<br />

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ANGINA PECTORIS<br />

Con<strong>di</strong>zione simile alla precedente, ma più mite e con minori rischi <strong>di</strong> vita per il paziente.<br />

DEFINIZIONE<br />

Porzione <strong>di</strong> muscolo car<strong>di</strong>aco in debito <strong>di</strong> ossigeno, senza che il debito sia tale da provocare la<br />

necrosi <strong>del</strong> tessuto car<strong>di</strong>aco. In queste situazioni l'afflusso <strong>di</strong> sangue è ridotto, ma le cellule<br />

car<strong>di</strong>ache riescono lo stesso a superare "vive" il tempo in cui hanno subito un ridotto apporto <strong>di</strong><br />

ossigeno.<br />

Avviene spesso o per uno sforzo fisico eccessivo o per uno vaso-spasmo (spontaneo) <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

coronarie (arterie <strong>del</strong> cuore), quando queste sono sede <strong>di</strong> malattia aterosclerotica (placca<br />

aterosclerotica). In genere colpisce persone anziane che hanno già sofferto <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo e<br />

che molte volte usano già, e conseguentemente <strong>di</strong>spongono, <strong>di</strong> compresse <strong>di</strong> nitroglicerina<br />

sublinguale.<br />

SEGNI e SINTOMI:<br />

• dolore acuto al petto, <strong>di</strong> tipo costrittivo e in zona sternale o retro-sternale;<br />

• a volte il dolore si irra<strong>di</strong>a al braccio sinistro;<br />

• durata <strong>del</strong> dolore: circa 15-20 minuti.<br />

COMPORTAMENTO:<br />

• dare ossigeno;<br />

• tranquillizzare il paziente;<br />

• non forzare la sua tendenza a rimanere immobile (se c'è).<br />

PATOLOGIE NEUROLOGICHE<br />

ICTUS CEREBRALE<br />

DEFINIZIONE<br />

Sindrome neurologica acuta dovuta alla “morte” <strong>di</strong> una porzione variabile <strong>del</strong> cervello. Questa<br />

sindrome può instaurarsi per malattia ischemica (che riduce l'apporto <strong>di</strong> sangue) o malattia<br />

emorragica (che infarcisce) <strong>di</strong> uno o più vasi deputati all'approvvigionamento (più frequentemente<br />

arterie) od allo scarico (vene) <strong>di</strong> sangue.<br />

Schematizzando ci sono due gran<strong>di</strong> cause <strong>del</strong>l’ICTUS che sono:<br />

• infarto cerebrale;<br />

• emorragia cerebrale.<br />

I segni ed i sintomi <strong>di</strong>pendono dalla zona <strong>del</strong> cervello danneggiata e dall'estensione <strong>del</strong> danno<br />

stesso.<br />

SEGNI e SINTOMI:<br />

• per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza, con possibile coma;<br />

• emiplegia o emiparesi (paralisi completa o incompleta dei muscoli <strong>di</strong> un<br />

lato <strong>del</strong> corpo o <strong>di</strong> un arto);<br />

• emicrania;<br />

• polso e respirazione deboli;<br />

• spesso nausea e/o vomito;<br />

• confusione e vertigine;<br />

• deviazione <strong>del</strong>la rima buccale e <strong>del</strong>la lingua;<br />

• <strong>di</strong>sartria (capacità <strong>di</strong> parlare “rallentata/impastata”);<br />

• anisocoria (<strong>di</strong>mensioni pupillari <strong>di</strong>verse);<br />

• <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong> visus (<strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>la vista);<br />

• <strong>di</strong>spnea (russante, con apnee);<br />

116<br />

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• convulsioni;<br />

• per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong> controllo degli sfinteri.<br />

COMPORTAMENTO<br />

Purtroppo ci sono poche possibilità <strong>di</strong> intervento fuori dalla valutazione dei parametri vitali.<br />

Se il paziente è cosciente:<br />

• controllare la pervietà <strong><strong>del</strong>le</strong> vie aeree;<br />

• rassicurare il paziente e parlargli in modo lento e chiaro;<br />

• somministrare ossigeno ad alta concentrazione;<br />

• valutare i parametri vitali;<br />

• trasportarlo in posizione semi-seduta;<br />

• non somministrare liqui<strong>di</strong> o altre sostanze per via orale, per il pericolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfagia con<br />

conseguente aspirazione nelle vie aeree.<br />

Se il paziente non è cosciente:<br />

• mantenere pervie le vie aeree;<br />

• somministrare ossigeno ad alta concentrazione;<br />

• valutare i parametri vitali;<br />

• trasportare il paziente in posizione laterale <strong>di</strong> sicurezza;<br />

• se necessario praticare la Rianimazione Car<strong>di</strong>o-Polmonare (RCP).<br />

CRISI EPILETTICHE<br />

DEFINIZIONE<br />

Avvengono quando una zona <strong>del</strong> cervello, più o meno vasta, improvvisamente comincia a<br />

funzionare in maniera incontrollata.<br />

Questa sindrome può instaurarsi per molte cause, ma principalmente riconducibili a due:<br />

a. forme primarie (causa non nota);<br />

b. forme secondarie:<br />

• tumori cerebrali;<br />

• esiti <strong>di</strong> ictus cerebrali;<br />

• ascessi e/o meningiti;<br />

• malformazioni vascolari cerebrali;<br />

• convulsioni febbrili;<br />

• crisi <strong>di</strong> astinenza (alcool, sostanze stupefacenti).<br />

SEGNI E SINTOMI<br />

Si comprenderà, dalla definizione, quanto sia <strong>di</strong>fficile e improponibile per questo corso, elencare<br />

tutti i sintomi ed i segni possibili <strong>di</strong> una crisi epilettica. Questo perché, potendo colpire una o più<br />

zone <strong>del</strong> nostro cervello i segni e i sintomi <strong>di</strong>penderanno dalla funzione svolta dalla zona colpita.<br />

Così, se l'attività elettrica caotica si instaura nella zona <strong>del</strong> cervello che controlla la parola, avremo<br />

sintomi quali la <strong>di</strong>fficoltà nel parlare. Se l'attività, invece, colpisce le zone motorie (che controllano<br />

le braccia o le gambe), avremo il classico movimento convulsivo.<br />

Meglio perciò descrivere le forme più tipiche e comuni, più che i sintomi in generale:<br />

a. PICCOLO MALE (colpisce generalmente i bambini):<br />

• sospensione <strong>del</strong>la coscienza (lo sguardo è fisso e non c’è risposta nè allo<br />

stimolo verbale nè a quello doloroso);<br />

• non c’è caduta;<br />

• inizia tra i 4-6 anni;<br />

• prognosi generalmente favorevole (scomparsa nella pubertà).<br />

b. GRANDE MALE:<br />

Inizia con una caduta e con la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza. Si svolge in 3 fasi che durano da 5 a 10<br />

minuti:<br />

117<br />

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1. fase TONICA: contrazione <strong>di</strong> tutti i muscoli (apnea, cianosi, morsicatura <strong>del</strong>la<br />

lingua);<br />

2. fase CLONICA: scosse muscolari brusche;<br />

3. fase <strong>di</strong> RILASSAMENTO: in<strong>di</strong>ca la fine <strong>del</strong>la crisi (emissione <strong>di</strong> urine, feci e<br />

bava).<br />

COMPORTAMENTO:<br />

• adagiare il paziente sul pavimento senza MAI legarlo od immobilizzarlo;<br />

• allontanare il paziente da oggetti a punta o contundenti;<br />

• allentare gli abiti stretti;<br />

• se necessario applicare tra i denti un oggetto morbido (attenzione alle<br />

<strong>di</strong>ta);<br />

• somministrare ossigeno visto lo stato d’ipossia in cui si trova il paziente;<br />

• valutare i parametri vitali;<br />

• proteggete il paziente dall’imbarazzo.<br />

DOLORI ADDOMINALI<br />

APPENDICITE ACUTA<br />

E’ una tipica patologia chirurgica.<br />

DEFINIZIONE<br />

Infiammazione-infezione acuta <strong>del</strong>l’appen<strong>di</strong>ce (organo nell'intestino crasso). E' tipica dei bambini<br />

ed è causata dalla proliferazione <strong>di</strong> batteri in questo sito, specie quando questa è occlusa da feci.<br />

Se non curata, può complicarsi e mettere a repentaglio la vita <strong>del</strong> paziente.<br />

SINTOMI E SEGNI:<br />

• dolore all'addome in basso a destra (quadrante inferiore <strong>di</strong> destra o fossa<br />

iliaca destra);<br />

• il dolore aumenta alla pressione su questa zona;<br />

• nausea e vomito;<br />

• febbre, a volte anche alta;<br />

• addome rigido (segno <strong>di</strong> peritonite).<br />

COMPORTAMENTO:<br />

• ghiaccio nel punto dove c'è dolore;<br />

• calmare il paziente.<br />

EMORRAGIE INTESTINALI<br />

DEFINIZIONE<br />

Possono essere palesi od occulte.<br />

Sono palesi quando si esteriorizzano attraverso i due orifizi naturali (bocca e ano), con modalità<br />

che vengono dette:<br />

• melena (materiale piceo che fuoriesce dall’ano, ovvero sangue “<strong>di</strong>gerito”<br />

dai succhi gastrici);<br />

• rettorragia (sangue rosso vivo che fuoriesce dall’ano);<br />

• ematemesi (sangue rosso vivo che fuoriesce dalla bocca);<br />

• vomito "caffeano" (sangue “<strong>di</strong>gerito” scuro che fuoriesce dalla bocca).<br />

CAUSE tipiche sono:<br />

• ulcera gastrica o duodenale;<br />

• varici esofagee (tipiche nel paziente con "cirrosi epatica");<br />

• tumori intestinali;<br />

• emorroi<strong>di</strong> (molto frequenti, in genere non è un'emergenza).<br />

118<br />

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COMPORTAMENTO:<br />

• far sdraiare il paziente;<br />

• in caso <strong>di</strong> shock è un'emergenza (ve<strong>di</strong> relativa lezione).<br />

ANEURISMA AORTA ADDOMINALE (A.A.A.)<br />

La formazione <strong>di</strong> un aneurisma si verifica quando la parete <strong>del</strong>l’arteria si indebolisce o viene<br />

danneggiata. Nel tempo la pressione continua <strong>del</strong> sangue, che scorre all’interno <strong>del</strong> vaso<br />

danneggiato, può determinare, in un segmento <strong>del</strong>lo stesso, un progressivo ce<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>la<br />

parete, che si allarga dando origine alla formazione <strong>di</strong> una sacca: l’ANEURISMA..<br />

L’aneurisma <strong>del</strong>l’aorta addominale (A.A.A.) è considerato una malattia <strong>di</strong> importante rilevanza<br />

perché può rompersi e causare un’emorragia interna spesso mortale.<br />

CAUSE<br />

L’Aneurisma si forma per una malattia <strong>del</strong>la parete <strong>del</strong>l’aorta, che ne risulta indebolita. Ciò che<br />

favorisce l’indebolimento <strong>del</strong>l’arteria è l’arteriosclerosi, causata a sua volta da una serie <strong>di</strong> fattori,<br />

tra cui: il fumo, l’elevato tasso <strong>di</strong> colesterolo e <strong>di</strong> trigliceri<strong>di</strong>, l’ipertensione, l’età, la familiarità e il<br />

sesso maschile.<br />

SEGNI E SINTOMI<br />

Non si presenta nessun sintomo fino a quando non avviene la rottura <strong>del</strong>l’arteria.<br />

L’abbondante emorragia interna che si verifica alla rottura determina la comparsa <strong>di</strong> un violento<br />

dolore alla schiena in regione lombare e spesso anche un dolore anteriore all’addome.<br />

Inoltre possono presentarsi pallore, sudorazione e alterazione dei parametri vitali.<br />

COMPORTAMENTO:<br />

• allertare la Centrale Operativa e chiedere in appoggio un Mezzo <strong>di</strong> Soccorso Avanzato;<br />

• eseguire l’ABC e rilevare i parametri;<br />

• mettere il paziente in posizione semi-seduta con le gambe flesse;<br />

• proteggerlo dal freddo;<br />

• controllare i parametri e lo stato <strong>di</strong> coscienza <strong>del</strong> paziente fino all’arrivo in Pronto<br />

Soccorso o <strong>del</strong> Mezzo <strong>di</strong> Soccorso avanzato.<br />

DISTURBI RESPIRATORI<br />

I polmoni svolgono la funzione <strong>di</strong> ossigenare il sangue e <strong>di</strong> eliminare l’anidride carbonica.<br />

L’insufficienza respiratoria va intesa, appunto, come l’incapacità <strong>del</strong>l’apparato respiratorio <strong>di</strong><br />

assicurare pienamente queste funzioni.<br />

DISPNEA<br />

Le <strong>di</strong>spnea è la definizione generica attraverso la quale si identifica una situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà<br />

respiratoria. Questa può essere dovuta solitamente a cause polmonari ed extra polmonari.<br />

CAUSE polmonari:<br />

• asma bronchiale;<br />

• bronchite cronica;<br />

• enfisema polmonare;<br />

• edema polmonare acuto (EPA);<br />

• presenza <strong>di</strong> corpi estranei;<br />

• avvelenamento da monossido <strong>di</strong> carbonio.<br />

CAUSE extra-polmonari:<br />

• scompensi car<strong>di</strong>aci acuti e cronici;<br />

• malattie <strong>del</strong> sangue (come la anemia);<br />

• embolie;<br />

• malattie <strong>di</strong> altri organi od apparati.<br />

119<br />

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Se la definizione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spnea è riferita alle caratteristiche qualitative e quantitative degli atti<br />

respiratori <strong>di</strong>stinguiamo:<br />

1. Alterazioni quantitative <strong>del</strong> respiro:<br />

• bra<strong>di</strong>pnea: respiro lento, numero <strong>di</strong> atti respiratori <strong>di</strong>minuito (< <strong>di</strong> 10-12 al<br />

minuto);<br />

• tachipnea: respiro più frequente, numero <strong>di</strong> atti respiratori aumentato (> <strong>di</strong> 20 al<br />

minuto).<br />

2. Alcune alterazioni qualitative <strong>del</strong> respiro:<br />

• apnea;<br />

• respiro russante;<br />

• respiro sibilante;<br />

• respiro rantolante.<br />

SEGNI:<br />

SINTOMI:<br />

COMPORTAMENTO:<br />

• cianosi labbra e estremità;<br />

• muscoli attivati;<br />

• torace rigido;<br />

• narici <strong>di</strong>latate;<br />

• labbra increspate;<br />

• tosse;<br />

• rumori (sibili, ronchi, rantoli).<br />

• il paziente sente il bisogno <strong>di</strong> “dover” respirare;<br />

• alterazioni <strong>del</strong> comportamento <strong>del</strong> paziente (aggressività, litigiosità, confusione,<br />

torpore etc.);<br />

• formicolio alle mani e ai pie<strong>di</strong>;<br />

• fitte ai muscoli intercostali.<br />

• assicurarsi che le vie aeree siano pervie;<br />

• monitorare i parametri vitali;<br />

• tranquillizzare il paziente e consentirgli <strong>di</strong> assumere la posizione per<br />

lui più confortevole;<br />

• allentare gli indumenti stretti;<br />

• conservare il calore corporeo <strong>del</strong> paziente;<br />

• somministrare ossigeno al paziente;<br />

• trasportare con celerità il paziente in Pronto Soccorso;<br />

• tenersi pronti, in caso <strong>di</strong> shock, per la Rianimazione Car<strong>di</strong>o-<br />

Polmonare (RCP).<br />

EDEMA POLMONARE ACUTO (EPA)<br />

Si ha quando avviene una trasudazione <strong>di</strong> liquido nell’interstizio polmonare e negli alveoli con<br />

grave insufficienza respiratoria. Colpisce pazienti soggetti a insufficienza car<strong>di</strong>aca e SPESSO<br />

insorge durante le ore notturne.<br />

SEGNI E SINTOMI:<br />

• <strong>di</strong>spnea;<br />

• ortopnea;<br />

• rantoli;<br />

• ansia e agitazione;<br />

• cianosi;<br />

• espettorazione <strong>di</strong> schiuma.<br />

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COMPORTAMENTO:<br />

• richiedere l’appoggio <strong>del</strong> Mezzo <strong>di</strong> Soccorso Avanzato;<br />

• eseguire l’ABC e rilevare i parametri <strong>del</strong> paziente;<br />

• somministrare al paziente ossigeno ad alto flusso;<br />

• mettere il paziente in posizione seduta con gambe declivi;<br />

• tranquillizzare il paziente.<br />

SINCOPE<br />

Disturbo improvviso caratterizzato da debolezza muscolare generalizzata con per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong> tono<br />

posturale, incapacità a mantenere la posizione eretta e per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la coscienza con possibile<br />

caduta a terra. Può durare da alcuni minuti a mezz’ora.<br />

CAUSE CIRCOLATORIE:<br />

• reazione vaso-vagale (emozioni, dolore, stress acuti);<br />

• ipotensione ortostatica;<br />

• emorragie;<br />

• infarto <strong>del</strong> miocar<strong>di</strong>o acuto.<br />

ALTRE CAUSE:<br />

• ipossia (alte quote);<br />

• anemia;<br />

• crisi emotive, isteriche o d’ansia.<br />

SEGNI E SINTOMI PRESINCOPE:<br />

SEGNI E SINTOMI SINCOPE:<br />

• malessere;<br />

• capogiro e vertigine;<br />

• debolezza;<br />

• confusione;<br />

• macchie scure davanti agli occhi;<br />

• ronzii alle orecchie.<br />

• caduta a terra;<br />

• pallore;<br />

• sudorazione fredda;<br />

• nausea e vomito;<br />

• muscoli rilassati con rari movimenti;<br />

• polso debole;<br />

• pressione bassa;<br />

• respiro quasi impercettibile.<br />

COMPORTAMENTO:<br />

• mettere il paziente in posizione supina con le gambe alzate o se seduto<br />

con la testa tra le ginocchia;<br />

• rimuovere o allentare gli indumenti stretti;<br />

• stimolare il paziente con spruzzi (lievi) <strong>di</strong> acqua fredda sul viso o<br />

applicare una benda bagnata sulla fronte;<br />

• se la temperatura corporea è bassa ricoprire il corpo con una coperta;<br />

• valutare i parametri vitali e se necessario effettuare l’ABC;<br />

• mantenere l’osservazione <strong>del</strong> paziente.<br />

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Me<strong>di</strong>cina Legale<br />

a cura <strong>di</strong> Alberto Martini e Marco Scolaro 23<br />

23 Alberto Martini e Marco Scolaro sono entrambi Me<strong>di</strong>ci Chirurghi specialisti in Me<strong>di</strong>cina Legale<br />

Capitolo<br />

15<br />

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15. Me<strong>di</strong>cina Legale [durata 90 minuti]<br />

OBIETTIVI:<br />

L’obiettivo è quello <strong>di</strong> fornire al Volontario le conoscenze necessarie a permettergli <strong>di</strong> prestare la<br />

propria opera <strong>di</strong> assistenza nel rispetto <strong><strong>del</strong>le</strong> norme <strong>del</strong> <strong>di</strong>ritto. A tale fine verranno presi in<br />

considerazione gli aspetti relativi all’assistenza sanitaria, che possono avere anche risvolti giuri<strong>di</strong>ci.<br />

Si cercherà inoltre <strong>di</strong> dare un inquadramento generale dei riflessi che il <strong>di</strong>ritto inevitabilmente ha<br />

sulle attività che più generalmente vengono svolte nel variegato esercizio <strong>del</strong> volontariato<br />

fornendo, ove possibile, gli elementi <strong>di</strong> riferimento atti a rendere più qualificata ed efficace tale<br />

preziosa opera <strong>di</strong> assistenza.<br />

♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />

INTRODUZIONE<br />

Per me<strong>di</strong>cina legale si intende il <strong>di</strong>ritto applicato alla me<strong>di</strong>cina e, più in generale, all’attività me<strong>di</strong>ca<br />

e a tutti gli ambiti attinenti l’assistenza sanitaria.<br />

Non esiste una normativa specifica che qualifichi la posizione giuri<strong>di</strong>ca <strong>del</strong> Volontario, né tanto<br />

meno un regolamento che ne preveda le mansioni. Il Volontario ha gli stessi <strong>di</strong>ritti/doveri <strong>di</strong> un<br />

normale citta<strong>di</strong>no, l’attività che presta tuttavia, per le caratteristiche che la connotano, lo espone<br />

alla possibilità <strong>di</strong> ritrovarsi spesso coinvolto in attività <strong>di</strong> soccorso; per questo motivo è necessario<br />

che egli conosca la legislazione in proposito.<br />

REATI IN CUI PUO’ INCORRERE IL VOLONTARIO<br />

ESERCIZIO ABUSIVO DELLA PROFESSIONE MEDICA<br />

L’attività svolta nell’ambito <strong>del</strong> servizio, seppur <strong>di</strong> primaria importanza, dovrà strettamente attenersi<br />

all’esecuzione <strong>di</strong> atti non me<strong>di</strong>ci per non incorrere nel reato <strong>di</strong> esercizio abusivo <strong>del</strong>la<br />

professione me<strong>di</strong>ca (art.348 c.p. “Chiunque abusivamente esercita una professione per la quale<br />

è richiesta una speciale abilitazione <strong>del</strong>lo Stato, è punito con la reclusione fino a 6 mesi e con una<br />

multa”).<br />

Non è consentito, quin<strong>di</strong>, lo svolgimento <strong>di</strong> alcuna attività me<strong>di</strong>ca (suturare le ferite, somministrare<br />

farmaci, ridurre fratture e lussazioni, effettuare qualsiasi tipo <strong>di</strong> iniezione, ecc.) e l’operatività<br />

espressa dal volontario dovrà necessariamente concretizzarsi nell’esecuzione <strong>di</strong> quelle manovre<br />

che fanno parte <strong>del</strong> bagaglio culturale me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ciascun citta<strong>di</strong>no (massaggio car<strong>di</strong>aco esterno,<br />

respirazione artificiale, somministrazione <strong>di</strong> O2, tamponamento <strong>di</strong> ferite o posizionamento <strong>di</strong> laccio<br />

emostatico, immobilizzazione <strong>di</strong> segmenti scheletrici fratturati o sospetti tali, ecc.).<br />

LESIONE PERSONALE<br />

Si parla <strong>di</strong> lesione personale quando con la propria condotta si provoca un danno fisico e/o<br />

mentale ad un in<strong>di</strong>viduo. Questo danno può avere connotazione volontaria oppure colposa, ossia<br />

quando non risulti provocato con intenzione o volontà.<br />

La lesione personale colposa si concretizza per un comportamento viziato da negligenza,<br />

imperizia o imprudenza.<br />

L’art. 590 c.p. riporta: “Chiunque cagiona ad altri, per colpa, una lesione è punito con la reclusione<br />

fino a tre mesi o con multa”.<br />

OMICIDIO<br />

L’omici<strong>di</strong>o si realizza quando con la propria condotta viene provocata la morte <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo. Così<br />

come per le lesioni personali anche per il reato <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o esiste una fattispecie volontaria ed una<br />

colposa, potendosi peraltro identificare una terza categoria: l’omici<strong>di</strong>o preterintenzionale,<br />

caratterizzato dal verificarsi <strong>del</strong>la morte <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo per una condotta che era sì volta al ledere,<br />

ma non con l’intenzione <strong>di</strong> provocare il decesso.<br />

L’omici<strong>di</strong>o può essere punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni (art. 539 c.p.).<br />

OMISSIONE DI SOCCORSO<br />

123<br />

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Nel caso in cui non venga prestato soccorso ad una persona ferita o in pericolo o inanimata, e ciò<br />

si potrebbe realizzare per paura <strong>di</strong> commettere qualche manovra sbagliata, sia il Volontario che il<br />

normale citta<strong>di</strong>no incorre nel rischio <strong>di</strong> essere imputato <strong>del</strong> reato <strong>di</strong> omissione <strong>di</strong> soccorso (art.<br />

593 c.p.).<br />

Questo non implica, anche per il Volontario, <strong>di</strong> improvvisarsi me<strong>di</strong>co o tentare manovre che non sa<br />

eseguire, ma quanto meno lo obbliga ad allertare i soccorsi d’emergenza (118), a rimanere con la<br />

persona in <strong>di</strong>fficoltà e, se ne è a conoscenza, ad operare le manovre d’emergenza primarie.<br />

LE REGOLE ALL’INTERNO DEI MEZZI DI SOCCORSO<br />

L’autista <strong>del</strong> mezzo <strong>di</strong> soccorso è responsabile <strong>di</strong> tutto ciò che vi accade.<br />

La condotta <strong>di</strong> guida dovrà sempre essere prudente e consona alle norme sancite dal Co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la<br />

Strada. Nonostante la peculiarità <strong>del</strong> servizio, in caso <strong>di</strong> infrazione alle norme che <strong>di</strong>sciplinano la<br />

circolazione stradale non si potrà invocare alcuna esimente (per esempio lo stato <strong>di</strong> necessità), in<br />

quanto essendo l’infrazione <strong>di</strong> tipo contravvenzionale “...ciascuno risponde <strong>del</strong>la propria azione od<br />

omissione cosciente o volontaria, sia essa dolosa o colposa” (art.42 c.p.).<br />

Nell’ipotesi <strong>di</strong> un sinistro stradale addebitabile al conducente <strong>del</strong>l’autoambulanza la responsabilità<br />

potrà estrinsecarsi tanto in campo penale che in ambito civile.<br />

Per quanto attiene la responsabilità penale, il Volontario responsabile <strong>del</strong>l’incidente stradale<br />

risponderà <strong>di</strong> lesioni personali colpose (art.590 c.p.) nel caso si sia provocato uno stato <strong>di</strong> malattia<br />

nel soggetto trasportato, ovvero <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o colposo, o nel caso se ne provochi la morte (art.589<br />

c.p.). In entrambi i casi è prevista una maggiorazione <strong>di</strong> pena quando il fatto è commesso con<br />

violazione <strong><strong>del</strong>le</strong> norme <strong>del</strong> Co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la Strada. A tal proposito si fa inoltre presente che, in caso <strong>di</strong><br />

decesso <strong>del</strong>la persona trasportata, il fatto che la stessa fosse già in fin <strong>di</strong> vita nulla toglie sotto il<br />

profilo penale in quanto “...accelerare il momento <strong>del</strong>la morte <strong>di</strong> una persona destinata a<br />

soccombere per grave malattia equivale a cagionarla, tanto se tale condotta sia dolosa, quanto se<br />

sia colposa...” (Cass.Sez.IV, 26.04.1961).<br />

ESEMPIO: un Volontario trasporta in ambulanza un paziente che ha ingerito una sostanza tossica.<br />

Durante il tragitto verso l’ospedale il mezzo, a causa <strong>del</strong>la eccessiva velocità, esce <strong>di</strong> strada ed il<br />

paziente decede. In questo caso si configura il reato <strong>di</strong> “omici<strong>di</strong>o colposo” se si accerta che il<br />

paziente trasportato è deceduto in conseguenza alle lesioni riportate nell'incidente stradale e non a<br />

causa <strong>del</strong> veleno ingerito.<br />

ATTENZIONE: occorre tenere presente che qualunque reato avvenuto con infrazione <strong>del</strong> Co<strong>di</strong>ce<br />

Stradale è un’AGGRAVANTE per il co<strong>di</strong>ce penale. Ciò significa che le pene comminate sono<br />

AUMENTATE.<br />

Sul mezzo <strong>di</strong> soccorso dovrebbe essere trasportata soltanto la persona che necessita <strong>di</strong><br />

assistenza e <strong>di</strong> soccorso, infatti non dovrebbero salire familiari e/o parenti <strong>del</strong> paziente (in ogni<br />

caso il volontario deve fare appello al buon senso). L’unica eccezione è costituita dai<br />

rappresentanti <strong>del</strong>l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria quando essi siano coinvolti nell’ambito <strong>di</strong> alcune particolari<br />

procedure come per esempio il T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio).<br />

Nel caso in cui altre persone, oltre al soggetto soccorso, vengano trasportate in ambulanza,<br />

ancora una volta la responsabilità è attribuita all’autista <strong>del</strong> mezzo.<br />

RICHIESTA DEL CONSENSO<br />

Tutte le persone che ricevono prestazioni sanitarie dovrebbero essere informate precedentemente<br />

a proposito <strong>del</strong>la natura <strong><strong>del</strong>le</strong> attività alle quali verranno sottoposte; sulla base <strong><strong>del</strong>le</strong> informazioni<br />

ricevute dovrebbe quin<strong>di</strong> fornire un CONSENSO o un DISSENSO all’attuazione <strong><strong>del</strong>le</strong> prestazioni<br />

stesse. Se il paziente è in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> poterlo fare, il consenso o soprattutto il <strong>di</strong>ssenso dovrebbe<br />

essere prestato in maniera scritta; <strong>di</strong>versamente può essere fornito oralmente, ma in tale<br />

evenienza è preferibile che ciò venga fatto alla presenza <strong>di</strong> testimoni (equipaggio <strong>del</strong>l’ambulanza)<br />

o avvertendo la centrale via ra<strong>di</strong>o.<br />

124<br />

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Nel caso <strong>di</strong> minorenni la vali<strong>di</strong>tà <strong>del</strong> consenso è demandata a chi esercita la patria potestà sul<br />

soggetto.<br />

Si parla <strong>di</strong> consenso presunto quando ci si trova ad agire su un soggetto non cosciente, che quin<strong>di</strong><br />

non è in grado <strong>di</strong> manifestare la propria volontà, ma che versi in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> bisogno tali da fare<br />

ritenere che lo stesso avrebbe acconsentito alla messa in atto <strong>di</strong> un’assistenza volta alla tutela<br />

<strong>del</strong>la propria salute.<br />

CENNI DI TANATOLOGIA (Scienza che stu<strong>di</strong>a la morte)<br />

Riconoscere l’avvenuta morte <strong>di</strong> un soggetto implica l’eseguire una vera e propria <strong>di</strong>agnosi<br />

me<strong>di</strong>ca. Essendo la <strong>di</strong>agnosi un atto me<strong>di</strong>co non spetta al Volontario tale compito, né tanto meno è<br />

suo motivo <strong>di</strong> interesse uno stu<strong>di</strong>o analitico <strong>del</strong> cadavere per stabilire l’ora <strong>del</strong>la morte o la causa<br />

<strong>del</strong>la stessa.<br />

Tuttavia, egli deve poter riconoscere un soggetto palesemente deceduto poiché ciò mo<strong>di</strong>fica<br />

significativamente il comportamento da tenere.<br />

Nei confronti <strong>di</strong> un paziente bisognoso <strong>di</strong> soccorso il Volontario deve far sì che, nel minor tempo e<br />

nelle migliori con<strong>di</strong>zioni possibili, questo venga trasportato al più vicino ed idoneo Ospedale. Nei<br />

casi <strong>di</strong> sicuro decesso <strong>del</strong> soggetto da soccorrere, il Volontario deve imme<strong>di</strong>atamente avvisare la<br />

Centrale Operativa, senza spostare il cadavere o mo<strong>di</strong>ficare la situazione ambientale.<br />

FENOMENI CADAVERICI<br />

Sono legati all’arresto <strong><strong>del</strong>le</strong> funzioni vitali e, come inizialmente premesso, essi devono essere<br />

riconosciuti esclusivamente dal me<strong>di</strong>co.<br />

Quando sono presenti i seguenti segni si è sicuri <strong>del</strong>la morte:<br />

a. IPOSTASI: tipico colorito rosso-vinoso presente nelle regioni declivi <strong>del</strong> cadavere, dovuto<br />

all’accumularsi <strong>del</strong> sangue fuoriuscito dai vasi che si deposita nei tessuti sui quali insiste la<br />

gravità. Così, una salma in posizione supina presenterà, una volta trascorsi i tempi<br />

necessari, le ipostasi (da non confondersi con livi<strong>di</strong>) al dorso, mentre il cadavere <strong>di</strong> un<br />

impiccato avrà ipostasi dette “a guanto” o a “calza” in quanto posizionate alle mani ed alle<br />

gambe;<br />

b. RIGIDITA’ CADAVERICA: irrigi<strong>di</strong>mento <strong><strong>del</strong>le</strong> articolazioni che si attua in seguito alla stabile<br />

contrazione dei muscoli dovuta all’arresto dei processi chimico-biologici che normalmente<br />

avviene a livello <strong><strong>del</strong>le</strong> fibre muscolari;<br />

c. RAFFREDDAMENTO CORPOREO: progressivo decremento <strong>del</strong>la temperatura <strong>del</strong><br />

cadavere legato all’arresto <strong>del</strong> metabolismo corporeo;<br />

d. MACCHIA VERDE SUL BASSO ADDOME A DESTRA: primo segno <strong>del</strong>l’avvio dei processi<br />

trasformativi <strong>di</strong> putrefazione.<br />

COMPORTAMENTO<br />

Per quanto riguarda il Volontario, occorre considerare due situazioni opposte:<br />

a. MORTE CERTA: si tratta <strong>di</strong> quei casi in cui il decesso è da ritenersi sicuro, tale da poter<br />

essere riconosciuto anche da chi non è un me<strong>di</strong>co. Questa evenienza si realizza alla<br />

presenza <strong>di</strong> un soggetto decapitato, carbonizzato o depezzato, o se sono presenti sul<br />

cadavere avanzati fenomeni <strong>di</strong> putrefazione. In questi casi non bisogna MAI trasportare il<br />

corpo in ambulanza o su qualsiasi altro mezzo utilizzato per il soccorso, ma bisogna invece<br />

allertare l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria.<br />

b. TUTTE LE ALTRE: in tutti i casi in cui la morte non è certa, vista l’impossibilità <strong>del</strong><br />

Volontario, per forza <strong>di</strong> legge e per conoscenze proprie, <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosticare un decesso,<br />

occorre trasportare il paziente al più vicino Ospedale, praticando tutte le necessarie<br />

manovre rianimatorie.<br />

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COSA FARE IN CASO DI INTERVENTO SU UN LUOGO DI DELITTO<br />

Nel caso in cui il Volontario si trovi a prestare la propria opera in un luogo in cui vi siano elementi<br />

tali da far ritenere che possa essere stato commesso un reato (per <strong>del</strong>itto si intende un reato<br />

grave) la sua attività non cambia, nel senso che è sempre chiamato ad attuare le manovre <strong>di</strong><br />

soccorso e allo stesso tempo deve allertare l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria.<br />

Qualora l’intervento venga prestato in un luogo dove è già presente l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria egli dovrà<br />

semplicemente limitarsi ad operare con maggiore attenzione al fine <strong>di</strong> non alterare eventuali prove<br />

ed elementi che potrebbero risultare importanti per le indagini.<br />

Bisogna ricordare che sul luogo <strong>di</strong> un <strong>del</strong>itto le attività sono guidate dall’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria che,<br />

assumendosene ogni responsabilità, può eventualmente impe<strong>di</strong>re al volontario <strong>di</strong> attuare alcune<br />

manovre, ma non può in nessun caso or<strong>di</strong>nare allo stesso <strong>di</strong> eseguire alcuna attività che esuli dal<br />

prestare soccorso.<br />

RIASSUNTO<br />

L’attività <strong>del</strong> Volontario non è regolata da una normativa specifica; egli possiede infatti gli stessi<br />

<strong>di</strong>ritti/doveri <strong>del</strong> normale citta<strong>di</strong>no. Tuttavia, per propria scelta, svolge compiti <strong>di</strong> assistenza che<br />

<strong>di</strong>versamente non si troverebbe ad affrontare se non in rare occasioni; il suo comportamento deve<br />

pertanto seguire alcune linee <strong>di</strong> riferimento tracciate al fine <strong>di</strong> rispettare le norme <strong>del</strong> <strong>di</strong>ritto.<br />

Al fine <strong>di</strong> non incorrere nel reato <strong>di</strong> esercizio abusivo <strong>del</strong>la professione me<strong>di</strong>ca, nel prestare opera<br />

<strong>di</strong> soccorso il Volontario dovrà limitarsi ad eseguire quelle manovre che fanno parte <strong>del</strong> bagaglio<br />

culturale me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ciascun citta<strong>di</strong>no, prestando attenzione a non sconfinare, con la propria<br />

condotta, nell’attuazione <strong>di</strong> atti propriamente me<strong>di</strong>ci, che possono essere svolti esclusivamente da<br />

persone in possesso <strong>di</strong> una laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, quin<strong>di</strong> abilitati alla professione.<br />

Il comportamento <strong>del</strong> Volontario dovrà poi essere improntato alla massima attenzione nello<br />

svolgimento dei propri compiti per evitare il rischio <strong>di</strong> cagionare ad alcuno, seppur in maniera<br />

involontaria, un ingiusto danno o nella peggiore <strong><strong>del</strong>le</strong> ipotesi la morte, andando così incontro al<br />

rischio <strong>di</strong> essere imputato dei reati <strong>di</strong> lesione personale colposa o <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o colposo.<br />

Per quanto in suo potere, il Volontario si dovrà attivare nel prestare soccorso a chiunque si<br />

<strong>di</strong>mostri in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> bisogno, limitandosi ad eseguire le procedure note o a fornire quantomeno<br />

la più elementare assistenza; qualsiasi mancanza in questo senso potrebbe prospettare per chi la<br />

commette l’imputazione <strong>del</strong> reato <strong>di</strong> omissione <strong>di</strong> soccorso.<br />

Una posizione peculiare è quella ricoperta dal conducente <strong>del</strong> mezzo <strong>di</strong> soccorso che, durante la<br />

guida, sarà sempre tenuto al rispetto <strong><strong>del</strong>le</strong> norme <strong>del</strong> Co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la Strada, alle quali dovrà<br />

comunque attenersi anche nei casi <strong>di</strong> urgenza/emergenza, ricordando che qualunque reato<br />

avvenuto con infrazione <strong>del</strong> Co<strong>di</strong>ce Stradale rappresenta un’aggravante per il co<strong>di</strong>ce penale. Per<br />

quanto riguarda i mezzi <strong>di</strong> soccorso è sempre utile tenere a mente che il trasporto in ambulanza è<br />

consentito solo e soltanto alla persona che necessita <strong>di</strong> assistenza, fatta eccezione per i<br />

rappresentanti <strong>del</strong>l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria impegnati nell’ambito <strong>di</strong> alcune particolari procedure come<br />

per esempio il T.S.O.<br />

Come per ogni prestazione sanitaria, anche nell’ambito <strong>del</strong> servizio svolto dal Volontario è richiesta<br />

la raccolta <strong>del</strong> consenso o eventualmente <strong>del</strong> <strong>di</strong>ssenso, preferibilmente scritto, da parte <strong>del</strong>la<br />

persona alla quale viene fornita l’assistenza. Per soggetti minorenni il consenso dovrebbe essere<br />

fornito da chi esercita la patria potestà, mentre per soggetti incoscienti il consenso può essere<br />

presunto.<br />

Astenendosi dall’eseguire <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> morte, demandata esclusivamente al me<strong>di</strong>co che è in grado<br />

<strong>di</strong> identificare i segni <strong>di</strong> un reale decesso, il Volontario deve essere comunque in grado <strong>di</strong><br />

riconoscere la morte quand’essa viene definita certa, cioè nel caso in cui un corpo si presenti<br />

decapitato, carbonizzato, depezzato o in presenza <strong>di</strong> avanzati fenomeni <strong>di</strong> putrefazione.<br />

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Solo in questi casi dovrà procedere ad allertare le autorità competenti evitando <strong>di</strong> spostare il<br />

cadavere; in ogni altra evenienza dovrà imme<strong>di</strong>atamente provvedere al trasporto <strong>del</strong> paziente al<br />

più vicino Ospedale, praticando tutte le necessarie manovre rianimatorie.<br />

Qualora il Volontario si trovi ad operare su un luogo dove possa essere stato commesso un reato,<br />

dovrà preoccuparsi <strong>di</strong> richiedere l’intervento <strong>del</strong>l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria prestando comunque la<br />

normale assistenza, che dovrà essere tuttavia resa in maniera particolarmente attenta al fine <strong>di</strong><br />

non alterare eventuali prove ed elementi che potrebbero risultare importanti per le indagini.<br />

In caso <strong>di</strong> intervento <strong>del</strong>l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria è quest’ultima che guida le attività sul luogo <strong>di</strong> un<br />

<strong>del</strong>itto; essa non può comunque or<strong>di</strong>nare al Volontario <strong>di</strong> eseguire alcuna attività che esuli dal<br />

prestare soccorso.<br />

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