Appunti delle lezioni del Corso Base - ANPAS Provincia di Modena
Appunti delle lezioni del Corso Base - ANPAS Provincia di Modena
Appunti delle lezioni del Corso Base - ANPAS Provincia di Modena
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<strong>Appunti</strong> <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>lezioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Corso</strong> <strong>Base</strong><br />
www.croceblu.org<br />
segreteria@croceblu.org<br />
<strong>di</strong>rezione.sanitaria@croceblu.org<br />
Stampa NOVEMBRE 2005<br />
AVPA Croce Blu <strong>Modena</strong><br />
Via Giar<strong>di</strong>ni 481 • 41100 <strong>Modena</strong><br />
Tel. 059 343156 • Fax 059 344088<br />
La Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> è una Pubblica Assistenza aderente all’<strong>ANPAS</strong>
Sommario<br />
1. Comportamento Deontologico [durata 90 minuti] 4<br />
2. Trasporto Emiplegici [durata 90 minuti] 26<br />
3. Trasporto Emo<strong>di</strong>alizzati [durata 60 minuti] 33<br />
4. Centro Diurno Anziani [durata 60 minuti] 39<br />
5. Psicopatologia [durata 90 minuti] 45<br />
6. Ambulanza e Presi<strong>di</strong> Sanitari [durata 90 minuti] 60<br />
7. Ambulanza e Comunicazioni Ra<strong>di</strong>o [durata 150 minuti] 71<br />
8. L’Anziano Demente e Confuso [durata 90 minuti] 81<br />
9. Rianimazione Car<strong>di</strong>opolmonare [durata 120 minuti] 85<br />
10. Emorragie e Ustioni [durata 90 minuti] 90<br />
11. Ortope<strong>di</strong>a [durata 60 minuti] 96<br />
12. Avvelenamenti [durata 90 minuti] 101<br />
13. Malattie Infettive e AIDS [durata 90 minuti] 107<br />
14. Patologia Me<strong>di</strong>ca [durata 90 minuti] 114<br />
15. Me<strong>di</strong>cina Legale [durata 90 minuti] 123<br />
1
Presentazione<br />
Il <strong>Corso</strong> che state frequentando servirà ai volontari con qualifica <strong>di</strong> “Servizi Sociali” o <strong>di</strong> “Socio<br />
Estate” per <strong>di</strong>ventare “Terzi” partecipando alle <strong>lezioni</strong> a loro mancanti che fanno parte <strong>del</strong> primo<br />
blocco: Comportamento Deontologico, Centro Diurno Anziani, Psicopatologia, Ambulanza teoria<br />
e pratica, Trasporto Emiplegici, Trasporto Dializzati e la successiva lezione L’Anziano Demente e<br />
Confuso; oppure per <strong>di</strong>ventare “Secon<strong>di</strong>” se frequenteranno l’intero corso: oltre al primo blocco<br />
quin<strong>di</strong>, anche: Rianimazione teoria e pratica, Avvelenamenti, Emorragie ed Ustioni, Malattie<br />
Infettive, Ortope<strong>di</strong>a, Patologia Me<strong>di</strong>ca, Me<strong>di</strong>cina Legale, e se successivamente supereranno il<br />
Questionario finale.<br />
Il <strong>Corso</strong> <strong>Base</strong> durerà circa 25 ore, comprese quelle de<strong>di</strong>cate alla compilazione <strong>del</strong> Questionario <strong>di</strong><br />
verifica finale.<br />
Questo Manuale vuole essere un supporto <strong>di</strong>dattico per i volontari che, dopo aver seguito le<br />
<strong>lezioni</strong>, dovranno sostenere la prova finale. Non vuole essere strumento sostitutivo <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>lezioni</strong><br />
stesse. La frequenza, infatti, è fondamentale e necessaria per una buona comprensione dei<br />
contenuti. Se così non fosse non verrebbe chiesto ai volontari <strong>di</strong> seguire il <strong>Corso</strong> <strong>Base</strong> e tanto<br />
meno la <strong>di</strong>sponibilità dei docenti a presentare ed esporre gli argomenti corrispondenti alle loro<br />
<strong>lezioni</strong>. Grazie al contributo offerto dai <strong>di</strong>versi docenti siamo riusciti a realizzare questo volume,<br />
che contiene i capitoli relativi ad ogni tema trattato. Ognuno <strong>di</strong> essi offre una rassegna dei<br />
principali contenuti espressi nelle varie <strong>lezioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Corso</strong> e presenta quali sono gli obiettivi che<br />
questi insegnamenti vogliono raggiungere nei confronti dei volontari. Scopo comune è,<br />
comunque, quello <strong>di</strong> fornire loro le conoscenze adeguate e necessarie per poter svolgere con<br />
efficacia ed efficienza i servizi pertinenti alla qualifica ottenuta.<br />
La versione <strong>del</strong> Manuale non è mai definitiva, stiamo già rivedendo questa versione per proporne<br />
una ancora più aggiornata. Sono ben accetti, i suggerimenti che i volontari vogliono dare sia sui<br />
contenuti esplicitati nei vari capitoli, sia sugli argomenti trattati o non trattati affatto durante le<br />
<strong>lezioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Corso</strong>. Sono, inoltre, gra<strong>di</strong>te proposte su nuovi argomenti inerenti ai servizi svolti in<br />
Croce Blu, che interessano e sod<strong>di</strong>sfano la curiosità dei volontari. Chi vuole collaborare per un<br />
risultato efficace <strong>di</strong> questo strumento <strong>di</strong> supporto al <strong>Corso</strong> <strong>Base</strong>, dovrà inviare una e-mail a<br />
<strong>di</strong>rezione.sanitaria@croceblu.org oppure scrivere le proprie osservazioni in via cartacea e<br />
imbucarle nella cassettina <strong>del</strong>la SEGRETERIA in sala soci specificando:<br />
Nome e Cognome <strong>di</strong> chi scrive;<br />
suggerimento e/o correzione <strong>di</strong> ciò che si vorrebbe cambiare;<br />
data;<br />
un recapito telefonico (cellulare o numero <strong>di</strong> rete fissa);<br />
in<strong>di</strong>rizzo e-mail.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo che sul sito www.croceblu.org si possono trovare maggiori informazioni sul <strong>Corso</strong><br />
<strong>Base</strong> e il calendario costantemente aggiornato, oltre al presente manuale in formato pdf.<br />
Ringrazio Stefania Bisi e Giulia Galiotto per l’attento e paziente lavoro <strong>di</strong> recupero <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
informazioni per la prima stesura <strong>di</strong> questo manuale ed anche Enrico Meglioli e Silvia Pedroni<br />
per la definizione finale che ha portato all’attuale versione che va in stampa. Un particolare<br />
ringraziamento ai docenti che gratuitamente – alcuni da più <strong>di</strong> 15 anni – danno la loro <strong>di</strong>sponibilità<br />
per le <strong>lezioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Corso</strong> <strong>Base</strong> e hanno collaborato per la realizzazione <strong>del</strong> presente strumento<br />
<strong>di</strong>dattico.<br />
Dr. Maria Pia Bagnato - Responsabile <strong>del</strong>la Formazione AVPA Croce Blu <strong>Modena</strong><br />
2
Comportamento Deontologico<br />
a cura <strong>di</strong> Anna Bulgarelli 1 e Fausto Casini 2<br />
1 Già Presidente <strong>del</strong>la Croce Blu dal 1990 al 2004 e socia fondatrice nel 1981<br />
2 Presidente Nazionale <strong>ANPAS</strong><br />
3<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _<br />
WWW.CROCEBLU.ORG<br />
Capitolo<br />
1
1. Comportamento Deontologico [durata 90 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
• appren<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>la nascita e <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>la Croce Blu e <strong>del</strong>l’<strong>ANPAS</strong>;<br />
• conoscenza degli Articoli presenti nello Statuto <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e <strong>di</strong><br />
quelli contenuti nel regolamento <strong>del</strong>l’A.V.P.A. Croce Blu fondamentali per il corretto<br />
comportamento <strong>del</strong> volontario all’interno <strong>del</strong>l’Associazione e nei confronti <strong>del</strong>l’utente;<br />
• illustrazione <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> servizi offerti dall’Associazione e <strong><strong>del</strong>le</strong> entrate<br />
economiche sulle quali può fare affidamento.<br />
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La storia <strong>del</strong>la Croce Blu dal 1981 ad oggi:<br />
• Dicembre 1981 L’Associazione Volontari Pubblica Assistenza - Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> si<br />
costituisce con atto notarile ed aderisce all’Associazione Nazionale <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
Pubbliche Assistenze A.N.P.AS.<br />
• Gennaio 1982 Viene organizzato il Primo <strong>Corso</strong> <strong>di</strong> Formazione per 40 Volontari attivi e<br />
nell’Aprile <strong>del</strong>lo stesso anno inizia il servizio <strong>di</strong> trasporto malati con<br />
un’ambulanza dono <strong><strong>del</strong>le</strong> 3 Banche locali. Le finalità <strong>del</strong>la neonata<br />
Associazione sono l’Assistenza ed il Trasporto infermi, malati ed urgenze.<br />
• Aprile 1984 Il D.R. n°347 riconosce all’Associazione Personalità Giuri<strong>di</strong>ca e si firma la<br />
prima convenzione con l’U.S.L. per i trasferimenti e le urgenze<br />
• Settembre 1984 inaugurazione <strong>del</strong>la ambulanza n. 4 prima ambulanza attrezzata per<br />
l’emergenza urgenza<br />
• 1984 costituzione <strong>del</strong>la Consulta <strong>del</strong> Volontariato <strong>di</strong> cui l'Associazione fa parte fin<br />
dai primi momenti<br />
• 1985 Ampliamento <strong>del</strong>la convenzione con l’U.S.L. per il trasporto dei <strong>di</strong>sabili e<br />
dei <strong>di</strong>alizzati<br />
• 1985 ristrutturazione dei locali <strong>del</strong>l’amministrazione comunale che <strong>di</strong>venteranno<br />
la nuova sede <strong>del</strong>la Associazione in Via Giar<strong>di</strong>ni 481<br />
• Novembre 1990 iniziativa <strong>di</strong> promozione <strong>del</strong> volontariato modenese “Più ricchi dentro” in<br />
collaborazione con le Associazioni <strong>di</strong> Volontariato <strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e<br />
la Consulta <strong>del</strong> Volontariato<br />
• 1990 legge 241 e Sulla trasparenza degli atti amministrativi<br />
142<br />
Sull’or<strong>di</strong>namento <strong><strong>del</strong>le</strong> Autonomie Locali<br />
• 1990 Attivazione <strong>del</strong> servizio <strong>di</strong> Telesoccorso per anziani autosufficienti soli<br />
• 1990 Inizio attività <strong>del</strong>la Centrale Operativa <strong>Modena</strong> Soccorso, per la gestione<br />
unica <strong><strong>del</strong>le</strong> chiamate d’emergenza sanitaria<br />
• 1991 LQ 266 e LQ Legge Quadro sul Volontariato e sulla Cooperazione Sociale<br />
381<br />
• 1992 Firma <strong>di</strong> una nuova convenzione che regola non solo i rapporti economici<br />
ma anche la collaborazione in servizio; approvazione <strong>del</strong> nuovo Statuto in<br />
linea con lo Statuto proposto dall’<strong>ANPAS</strong>. e con la Legge Quadro n.266/91<br />
• 1992 Decennale, festeggiamenti che coinvolgono la città<br />
• 1993 Con il D.R. n°353 <strong>del</strong> 25.03 si ha l’iscrizione all’Albo Regionale <strong>del</strong><br />
Volontariato previsto dalla Legge Quadro sul Volontariato<br />
• gennaio 1993 Seminario Nazionale "I nuovi soggetti <strong>del</strong>la politica"<br />
• maggio 1995 Seminario Nazionale “La <strong>di</strong>ttatura <strong>del</strong>la Notizia: quale rapporto fra<br />
informazione e società”<br />
• 1995 Avvio sperimentale dei Centri Estivi per gli anziani nell’ambito <strong>del</strong>l’attività <strong>di</strong><br />
assistenza e impegno sociale in aree <strong>di</strong> marginalità<br />
• 1995 <strong>di</strong>cembre costituzione <strong>del</strong>l’Associazione servizi per il volontariato”, la Croce<br />
Blu è fra i soci fondatori<br />
• 1996 LR n. 37 Legge Regionale per i Centri <strong>di</strong> Servizio <strong>del</strong>l’Emilia Romagna<br />
4<br />
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• 1996 Firma convenzione trasporto Dializzati con l’Amministrazione Comunale<br />
• 1996 partecipazione alla costituzione <strong>del</strong>l’Associazione <strong>di</strong> Associazioni per la<br />
gestione <strong>del</strong> Centro <strong>di</strong> Servizi per il Volontariato <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
• Luglio 1996 Costituzione <strong>del</strong>la Cooperativa Sociale Oltre il Blu<br />
• 1996 Convenzione provinciale per l’emergenza sanitaria sul territorio modenese<br />
• Ottobre 1996 Inaugurazione degli uffici ricavati dalla ristrutturazione dei locali <strong>di</strong> fronte<br />
alla sede<br />
• Gennaio 1997 Anno 1 numero 1 <strong>del</strong> quadrimestrale “Energie Nuove” rivista <strong>di</strong> cultura e<br />
volontariato curata dalla Redazione <strong>del</strong>la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
• Luglio 1997 inaugurazione <strong>del</strong> Centro <strong>di</strong> Servizio per il volontariato <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Modena</strong> presso la sala <strong>del</strong> Consiglio Comunale<br />
• 1997 costituzione <strong>del</strong> Forum <strong>del</strong> Terzo Settore <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
• Agosto 1997 Avvio <strong>del</strong> “Progetto <strong>di</strong>missioni centralizzare dagli ospedali” in<br />
collaborazione con le Pubbliche Assistenze <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
• Settembre 1997 Terremoto Marche e Umbria. Le PPAA <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> hanno<br />
partecipato con la colonna provinciale <strong>del</strong>la protezione civile fin dai primi<br />
momenti per i soccorsi. Sono state impegnate più <strong>di</strong> 1.000 giornate <strong>di</strong><br />
volontariato <strong>di</strong> queste 340 giornate coperte interamente dalla Croce Blu <strong>di</strong><br />
<strong>Modena</strong><br />
• Novembre 1997 Decreto legislativo sulla <strong>di</strong>sciplina Tributaria degli enti non commerciali e<br />
<strong><strong>del</strong>le</strong> organizzazioni non lucrative <strong>di</strong> utilità sociale (Onlus)<br />
• Dicembre 1997 Avvio <strong>del</strong> Progetto Colibrì “Agenzia Unica per il Trasporto Disabili” in<br />
collaborazione con le Associazioni <strong>del</strong> territorio che si occupano<br />
<strong>del</strong>l’Han<strong>di</strong>cap fisico e psichico (A.N.F.F.A.S., U.I.C., A.S.H.A.M., Ass.<br />
PARAPLEGICI EMILIA ROMAGNA, U.I.L.D.M.) e l’Amministrazione<br />
Comunale, con il Coor<strong>di</strong>namento <strong>del</strong>la Cooperativa Sociale Oltre il Blu<br />
• 1997 Partecipazione alla costituzione <strong>del</strong>l’Università <strong>del</strong> Terzo Settore <strong>di</strong> Pisa<br />
• 1999 Firma <strong><strong>del</strong>le</strong> Convenzioni tra PPAA <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e Aziende<br />
Sanitarie per le attività <strong>di</strong> emergenza urgenza e trasporto sanitario<br />
• 1999 Avvio <strong>del</strong>la campagna per la raccolta fon<strong>di</strong> Progetto “Nonni al Centro” per la<br />
costruzione <strong>del</strong> Centro Diurno “La Noce”<br />
• Dicembre 1999 Giornata <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o Internazionale “Il Turismo possibile, esperienze europee<br />
a confronto” – Progetto Horizon 1471/E2/H/R Creazione <strong>di</strong> un Ostello<br />
aperto<br />
• 2000 Avvio <strong>del</strong>la costruzione <strong>del</strong> Centro Nonni “La Noce” con il contributo<br />
fondamentale <strong>del</strong>la Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e attraverso<br />
iniziative con Coop Estense nei supermercati e ipermercati modenesi; con il<br />
Centro Commerciale Il Pianeta (“Vola la solidarietà e La Befana viene e…<br />
aiuta i nonni”). Ed inoltre l’Asta <strong>del</strong>la Solidarietà con gli esercenti <strong>del</strong><br />
mercato <strong>del</strong>l’antiquariato; il Banchetto Popolare <strong>del</strong>la Settimana Estense; le<br />
iniziative in centro storico, al mercato <strong>del</strong> lunedì e alla Fiera <strong>di</strong> S.<br />
Geminiano.<br />
Alla realizzazione <strong>del</strong> Centro hanno contribuito anche Istituti <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to,<br />
Aziende e Famiglie modenesi.<br />
• 2000 inizia l’attività <strong>del</strong>la Segreteria provinciale per la Formazione, sostenuta<br />
dalla Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, prevista nella Convenzione <strong>Provincia</strong>le firmata<br />
dalle PPAA <strong>del</strong>la provincia e le Aziende Sanitarie modenesi<br />
• 2000 Si conclude il progetto “Ostello aperto”, finanziato dal FSE, in<br />
collaborazione con l’IPAB S. Filippo Neri, Comune e <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>,<br />
Coop Sociale “Oltre il Blu”, A.N.P.AS. e Università <strong>del</strong> Terzo Settore <strong>di</strong> Pisa<br />
• Novembre 2000 Legge quadro 328/2000 per la realizzazione <strong>del</strong> sistema integrato <strong>di</strong><br />
interventi e servizi sociali<br />
• 2001 Inaugurazione <strong>del</strong>la sede <strong>di</strong> Madonnina <strong>del</strong>la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
• 2002 Inaugurazione <strong>del</strong> Blu Net Garage presso la sede <strong>di</strong> Madonnina: spazio <strong>di</strong><br />
5<br />
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consultazione Internet e <strong>di</strong> accoglienza per i giovani dai 12 ai 18 anni<br />
• Aprile 2002 Meeting Nazionale <strong>ANPAS</strong> organizzato a <strong>Modena</strong> in occasione dei<br />
festeggiamenti per il Ventennale <strong>del</strong>l’Associazione<br />
• Ottobre 2002 Iniziati i lavori <strong>di</strong> ristrutturazione <strong>del</strong> 2° piano <strong>del</strong>la sede e <strong>del</strong> sottotetto<br />
• Novembre 2002 Convegno “Nonni al Centro, il ruolo <strong>del</strong> volontariato nella rete dei servizi per<br />
gli anziani”<br />
• Dicembre 2002 Celebrazione dei 20 anni <strong>di</strong> attività con la premiazione dei volontari che<br />
hanno svolto 20 – 15 – 10 – 5 anni <strong>di</strong> servizio, presso la Sala Consigliare<br />
alla presenza <strong>del</strong> Sindaco e <strong>di</strong> Assessori, funzionari <strong><strong>del</strong>le</strong> Aziende Sanitarie<br />
modenesi. Santa Messa in Duomo.<br />
• 2003 Progetto <strong>di</strong> prevenzione per i Disturbi <strong>del</strong> Comportamento alimentare:<br />
serate <strong>di</strong> informazione e sportello informativo presso l’ambulatorio <strong>del</strong><br />
Centro la Noce<br />
• Aprile 2003 Apertura <strong>del</strong> Centro La Noce. Centro <strong>di</strong>urno d’accoglienza per anziani<br />
autosufficienti<br />
Chi siamo?<br />
Alcuni dati aggiornati a Novembre 2005<br />
520 Volontari attivi che effettuano servizio sui mezzi e all’interno <strong>del</strong>l’Associazione<br />
3.059 Servizi <strong>di</strong> emergenza-urgenza sul territorio modenese nel 2004<br />
400 Ore <strong>di</strong> formazione all’anno su 4 <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> corsi (base e avanzato)<br />
329 Volontari all’anno coinvolti in programmi <strong>di</strong> formazione nel 2004<br />
207 Obiettori <strong>di</strong> coscienza che, dal 1985 al giugno 2005 (data in cui è terminata la leva<br />
obbligatoria), hanno prestato servizio presso la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
23 Ragazze che hanno preso parte dal <strong>di</strong>cembre 2002 fino ad oggi al progetto <strong>del</strong> Servizio<br />
Civile Volontario<br />
5 Ragazzi che hanno preso parte dal settembre 2005 fino ad oggi al progetto <strong>del</strong> Servizio<br />
Civile Volontario<br />
10 Ragazzi e ragazze che hanno iniziato a settembre 2005 il Servizio Civile Volontario<br />
12 Anziani ospitati ogni giorno presso il Centro Diurno “La Noce”<br />
2.500 Soci Contribuenti iscritti <strong>di</strong> cui 743 in regola con la quota <strong>del</strong> 2004<br />
36 Veicoli per il servizio <strong>di</strong> cui 8 ambulanze, 19 pulmini e 9 autovetture<br />
100.000 Ore <strong>di</strong> volontariato all’anno (2004)<br />
79.591 Servizi all’anno totali (2004)<br />
485 Servizi <strong>di</strong> assistenza a manifestazioni sportive (2004)<br />
4.446 Servizi interospedalieri (2004)<br />
978 Consegne pasti a domicilio ad anziani e persone in <strong>di</strong>fficoltà (2004)<br />
230 Consegne farmaci a domicilio (2004)<br />
682.507 Km all’anno totali (2004)<br />
Protezione Civile: Interventi per Alluvione <strong>di</strong> Sarno, Terremoto <strong>del</strong>l’Umbria e <strong>del</strong><br />
Molise, Campi Profughi in Albania, Progetto Chernobyl, Giubileo dei giovani e <strong>del</strong>la<br />
Protezione Civile, Progetti sanitari rivolti ai bambini <strong>del</strong>la Ex Jugoslavia, Assistenza ai<br />
pellegrini a Roma in occasione <strong>del</strong>la morte <strong>di</strong> Giovanni Paolo II°.<br />
6<br />
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Le ‘ENTRATE’ <strong>del</strong>l'Associazione<br />
da soci contribuenti tramite il versamento <strong>di</strong> una quota sociale annua;<br />
da donazioni private;<br />
da offerte (in genere citta<strong>di</strong>ni-utenti che hanno ricevuto un servizio);<br />
rimborso da convenzioni con l'Azienda U.S.L. o Policlinico e l'Amministrazione<br />
Comunale.<br />
Da qualche anno, pur continuando nella gestione <strong>del</strong> nostro impegno primario legato al trasporto<br />
sanitario e alla mobilità <strong><strong>del</strong>le</strong> persone <strong>di</strong>sabili, abbiamo avviato una riflessione sul nostro ruolo e la<br />
nostra presenza in città.<br />
Le tesi che si confrontano sono essenzialmente due: la prima vuole il Volontariato, e quin<strong>di</strong><br />
l'Associazione, un soggetto fortemente impegnato nella <strong>di</strong>fesa dei <strong>di</strong>ritti dei più deboli e in grado <strong>di</strong><br />
esprimere contributi importanti mirati a costruire una società più giusta e solidale; la seconda vuole<br />
un Volontariato che si occupi esclusivamente <strong>di</strong> organizzare ed erogare servizi, senza entrare nel<br />
merito, ma semplicemente fornendo una risposta, a basso costo, alle richieste <strong>di</strong> servizi sul<br />
territorio.<br />
Noi riteniamo che il confronto e il <strong>di</strong>alogo su questo argomento siano estremamente utili ed<br />
importanti e debbano continuare, pur ritenendo la prima tesi quella che meglio interpreta la volontà<br />
<strong><strong>del</strong>le</strong> Associazioni <strong>del</strong> Volontariato laico e cattolico, locale e nazionale, che da anni si esprimono in<br />
questo senso sollecitando una maggiore partecipazione "politica" <strong>del</strong> Volontariato.<br />
Pertanto l'obiettivo che ci siamo dati è <strong>di</strong>ffondere la cultura <strong>del</strong>la partecipazione e <strong>del</strong>la soggettività<br />
politica in<strong>di</strong>viduale dei Volontari e <strong>del</strong>l'Associazione. Parlare <strong>di</strong> politica non è costituire un partito<br />
ma fare in modo che ognuno <strong>di</strong> noi assuma quella parte <strong>di</strong> impegno che gli spetta per far rispettare<br />
i propri <strong>di</strong>ritti e quelli <strong><strong>del</strong>le</strong> persone più deboli, impegnandosi contemporaneamente affinché<br />
Istituzioni, Organizzazioni, Imprese e Privati Citta<strong>di</strong>ni facciano la loro parte senza furberie e<br />
soprusi. In altre parole, l'impegno <strong>del</strong>l'Associazione è contribuire alla promozione e alla <strong>di</strong>ffusione<br />
<strong>del</strong>la cultura <strong>di</strong> responsabilità <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo; questo anche attraverso piccoli gesti quoti<strong>di</strong>ani, nel<br />
rispetto <strong>del</strong>la persona, che sono alla base <strong>del</strong>l'attività svolta dal Volontario nell'Associazione. Di<br />
seguito sono stati inseriti lo Statuto e il Regolamento <strong>del</strong>l'Associazione e la Legge 266 <strong>del</strong> 1991<br />
istitutiva <strong>del</strong> Volontariato.<br />
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE (A.N.P.AS.)<br />
Le Pubbliche Assistenze nascono a partire dal 1860 come laiche e<br />
libere Associazioni <strong>di</strong> volontariato, sotto una grande molteplicità <strong>di</strong><br />
nomi: Croce Verde, Croce Bianca, Croce D'Oro, Società <strong>di</strong><br />
Salvamento, Fratellanza Militare, Fratellanza Popolare. Dalla Sicilia<br />
al Piemonte, unanimi nel loro impegno, le Pubbliche Assistenze non<br />
fanno <strong>di</strong>stinzioni <strong>di</strong> servizio per nobili o poveri, servono chiunque<br />
esprima un bisogno, non pongono con<strong>di</strong>zioni all'aiuto prestato, e sono aperte a chiunque voglia<br />
prendervi parte.<br />
Sarà il fascismo a bloccare la crescita <strong>del</strong> movimento: il regime non poteva far continuare a vivere<br />
una realtà che per sua stessa natura ne rappresentava l'antitesi, in quanto portatrice <strong>di</strong> valori quali<br />
la solidarietà, la con<strong>di</strong>visione, il servizio <strong>di</strong>sinteressato. Non è un caso infatti, se nel 1930, con il<br />
Regio Decreto n.84 <strong>del</strong> 12 febbraio, Vittorio Emanuele III deciderà <strong>di</strong> trasferire alla Croce Rossa<br />
Italiana tutte le competenze relative al soccorso e scioglierà tutte le associazioni prive <strong>di</strong><br />
riconoscimenti giuri<strong>di</strong>ci.<br />
Lasciato alle spalle l'orrore bellico il movimento si ricompone spontaneamente e nel 1946 a Milano<br />
si tiene il primo congresso nazionale <strong>del</strong> dopoguerra. I 20-25 anni che seguono sono caratterizzati<br />
da una crescita complessivamente lenta, ma costante. Sarà negli anni '70 che, con l'avviarsi dei<br />
gran<strong>di</strong> processi <strong>di</strong> riforma e con il <strong>di</strong>battito ad essi legato, si apre il confronto tra posizioni molteplici<br />
ed eterogenee all'interno <strong>del</strong> movimento.<br />
Un processo <strong>di</strong> rinnovamento che ha il suo culmine con il congresso <strong>di</strong> Sarzana <strong>del</strong> 1978: ne esce<br />
una Federazione Nazionale profondamente rinnovata sia nell' immagine che nelle proposte. Su<br />
questa strada, le Pubbliche Assistenze, nel corso degli anni, si profilano sempre più come un<br />
7<br />
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autorevole interlocutore nel mondo <strong>del</strong> volontariato moderno e <strong>del</strong>l'associazionismo, nei confronti<br />
<strong><strong>del</strong>le</strong> forze politiche e sociali. Contemporaneamente si moltiplicano e si intensificano le attività e le<br />
iniziative <strong>del</strong>l'organizzazione, sia nel suo insieme che nel particolare <strong><strong>del</strong>le</strong> singole associazioni.<br />
Un'ulteriore e decisiva svolta è rappresentata nel 1987 dal congresso nazionale <strong>di</strong> Lerici: viene<br />
elaborato un nuovo statuto nazionale che, innanzitutto mo<strong>di</strong>fica la denominazione stessa <strong>del</strong>la<br />
Federazione. Nasce così l' A.N.P.AS., Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze.<br />
Il cambiamento, oltre che d'immagine, è l'espressione <strong>di</strong> un'evoluzione che mira al rafforzamento<br />
<strong>di</strong> una concezione unitaria <strong>di</strong> un grande movimento <strong>di</strong> volontariato e <strong>di</strong> solidarietà, assai<br />
<strong>di</strong>versificato storicamente, culturalmente e geograficamente, cui aderiscono oltre un milione <strong>di</strong><br />
persone. Tale rinnovamento è accompagnato da una straor<strong>di</strong>naria crescita e maturazione<br />
associativa, che porta l'A.N.P.AS. alla sua attuale estensione con l'impegno anche in gran<strong>di</strong><br />
progetti <strong>di</strong> solidarietà internazionale, tra cui i progetti in Bielorussia (Hel for Chernobyl Children), in<br />
ex-Jugoslavia, in Bulgaria e nel Saharawi; i gran<strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> protezione civile.<br />
1860: le prime associazioni <strong>di</strong> Pubblica Assistenza si costituiscono come laiche e libere<br />
Associazioni <strong>di</strong> Volontariato. Finalità: Dare risposte ai bisogni <strong>del</strong>la gente più povera e in <strong>di</strong>fficoltà.<br />
1904: Si costituisce la "Federazione Nazionale <strong><strong>del</strong>le</strong> Pubbliche Assistenze".<br />
1911: REGIO DECRETO n° 638: la Federazione Nazionale <strong><strong>del</strong>le</strong> Pubbliche Assistenze viene<br />
riconosciuta ENTE MORALE.<br />
1930: un REGIO DECRETO scioglie le Pubbliche Assistenze trasferendo beni e competenze.<br />
1946: I° Congresso Nazionale <strong>del</strong> dopoguerra.<br />
1978: viene organizzato un importante Congresso in cui vengono <strong>di</strong>scusse e ampliate le aree <strong>di</strong><br />
interesse e <strong>di</strong> intervento.<br />
1987: si trasforma da Federazione in Associazione Nazionale Pubblica Assistenza; questo evento<br />
conferisce maggiore <strong>di</strong>mensione ed unitarietà nazionale al movimento pur nella sua<br />
<strong>di</strong>versificazione storica.<br />
Attualmente le Pubbliche Assistenze che operano sul territorio nazionale sono 821, con 100.000<br />
volontari, 3.200 obiettori <strong>di</strong> coscienza, 1.300 volontari in servizio civile e 700.000 soci aderenti.<br />
Mettono a <strong>di</strong>sposizione ogni giorno: 2.700 ambulanze, 200 auto-me<strong>di</strong>che e 500 mezzi <strong>di</strong><br />
protezione civile.<br />
I settori <strong>di</strong> Attività <strong>del</strong>l'Anpas:<br />
Le PP.AA. operano nelle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia<br />
Romagna, Friuli V.G.,Lazio, Liguria, Lombar<strong>di</strong>a, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna,<br />
Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.<br />
Impegno sociale ed assistenza in <strong>di</strong>verse aree <strong>del</strong>la marginalità: portatori <strong>di</strong><br />
han<strong>di</strong>cap, anziani, carcerati, tossico<strong>di</strong>pendenze, AIDS, immigrati ed<br />
extracomunitari.<br />
Attività internazionali: accoglienza, aiuti e assistenza socio-sanitaria (ex-<br />
Jugoslavia, Chernobyl, Bulgaria, Saharawi).<br />
Emergenza "118".<br />
Pronto Soccorso: trasporto ammalati e feriti.<br />
Guar<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ca.<br />
Servizi ambulatoriali.<br />
Donazione <strong>del</strong> sangue.<br />
Obiezione <strong>di</strong> coscienza: convenzione nazionale con l'Ufficio Nazionale per il<br />
Servizio Civile per l'impiego <strong>di</strong> obiettori <strong>di</strong> coscienza nelle Pubbliche Assistenze.<br />
Servizio Civile Nazionale: accre<strong>di</strong>tata quale ente <strong>di</strong> servizio civile per l'impiego <strong>di</strong><br />
Volontari e Volontarie in Servizio Civile nelle Pubbliche Assistenze.<br />
Protezione Civile, <strong>di</strong>fesa ambientale ed antincen<strong>di</strong>o.<br />
Corsi <strong>di</strong> formazione per volontari e citta<strong>di</strong>ni.<br />
8<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
Statuto <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
COSTITUZIONE<br />
Art. 1) - E' costituita con sede in <strong>Modena</strong> una Associazione <strong>di</strong> Pubblica Assistenza denominata<br />
"Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A.".<br />
Art. 2) - La Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A." è un<br />
momento <strong>di</strong> aggregazione dei citta<strong>di</strong>ni che, attraverso la partecipazione <strong>di</strong>retta, intendono<br />
contribuire alla vita e allo sviluppo <strong>del</strong>la collettività.<br />
Per questa ragione, i propri principi ispiratori sono quelli <strong>del</strong> movimento <strong>del</strong> volontariato<br />
organizzato nella Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze alla quale aderisce, nonché quelli<br />
previsti dalla legge <strong>del</strong>l'11.8.91 n.266.<br />
Art. 3) - La Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A." è<br />
aconfessionale e apartitica, fonda la propria struttura associativa sui principi <strong>del</strong>la democrazia e<br />
non persegue alcun fine <strong>di</strong> lucro.<br />
Art. 4) - La Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A." informa il<br />
proprio impegno a scopi ed obbiettivi <strong>di</strong> rinnovamento civile, sociale e culturale nel perseguimento<br />
e nell'affermazione dei valori <strong>del</strong>la solidarietà popolare.<br />
Pertanto i suoi fini sono:<br />
a- aggregare i citta<strong>di</strong>ni sui problemi <strong>del</strong>la vita civile, sociale e culturale;<br />
b- ricercare il sod<strong>di</strong>sfacimento dei bisogni collettivi ed in<strong>di</strong>viduali attraverso i valori <strong>del</strong>la solidarietà;<br />
c- contribuire all'affermazione dei principi <strong>del</strong>la solidarietà popolare dei progetti <strong>di</strong> sviluppo civile e<br />
sociale <strong>del</strong>la collettività;<br />
d- contribuire all'affermazione dei principi <strong>del</strong>la mutualità;<br />
e- favorire lo sviluppo <strong>del</strong>la collettività attraverso la partecipazione attiva dei suoi soci;<br />
f- collaborare, anche attraverso l'esperienza gestionale, alla crescita culturale dei singoli e <strong>del</strong>la<br />
collettività;<br />
g- favorire e/o collaborare a forme partecipative <strong>di</strong> intervento socio sanitario, sull'ambiente,<br />
sull'han<strong>di</strong>cap e ad altre iniziative <strong>di</strong>rette comunque alla messa in atto <strong>di</strong> sperimentazioni innovatrici;<br />
h- collaborare con enti pubblici e privati e con altre Associazioni <strong>di</strong> volontariato per il<br />
perseguimento dei fini e degli obiettivi previsti dal presente Statuto nel rispetto <strong><strong>del</strong>le</strong> reciproche<br />
autonomie, esperienze e ruoli.<br />
Art. 5) - L'Associazione si impegna, sulla base <strong><strong>del</strong>le</strong> proprie <strong>di</strong>sponibilità organizzative, a:<br />
a- organizzare il soccorso e trasporto <strong>di</strong> ammalati e feriti me<strong>di</strong>ante ambulanze ed altri mezzi idonei;<br />
b- organizzare servizi <strong>di</strong> assistenza me<strong>di</strong>ca e ambulatoriale <strong>di</strong>rettamente o in collaborazione con le<br />
strutture pubbliche;<br />
c- promuovere la raccolta <strong>del</strong> sangue e la donazione <strong>di</strong> organi;<br />
d- promuovere iniziative <strong>di</strong> formazione e informazione sanitaria e <strong>di</strong> prevenzione <strong>del</strong>la salute nei<br />
suoi vari aspetti sanitari e sociali;<br />
e- organizzare iniziative <strong>di</strong> protezione civile e <strong>di</strong> tutela <strong>del</strong>l'ambiente;<br />
f- promuovere iniziative <strong>di</strong> carattere culturale, sportivo e ricreativo atte a favorire una migliore<br />
qualità <strong>del</strong>la vita;<br />
g- organizzare la formazione <strong>del</strong> volontariato in collaborazione anche con i progetti <strong>del</strong>l'A.N.P.AS.;<br />
h- promuovere ed organizzare incontri per favorire la partecipazione dei citta<strong>di</strong>ni allo stu<strong>di</strong>o dei<br />
bisogni emergenti e alla programmazione <strong>del</strong> loro sod<strong>di</strong>sfacimento;<br />
i- organizzare forme <strong>di</strong> intervento istitutivo <strong>di</strong> servizi conseguenti al precedente punto "a";<br />
l- promuovere ed organizzare la solidarietà sui problemi <strong>del</strong>la solitu<strong>di</strong>ne e <strong>del</strong> dolore, istituendo<br />
anche specifici servizi;<br />
m- organizzare servizi sociali e assistenziali, anche domiciliari, per il sostegno a citta<strong>di</strong>ni anziani,<br />
han<strong>di</strong>cappati e, comunque, in con<strong>di</strong>zioni anche temporanee <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà;<br />
n- organizzare momenti <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o ed iniziative <strong>di</strong> informazione in attuazione dei fini <strong>del</strong> presente<br />
Statuto anche me<strong>di</strong>ante pubblicazioni perio<strong>di</strong>che;<br />
o- organizzare i servizi <strong>di</strong> mutualità.<br />
Art. 6) - La Pubblica Assistenza"Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A." fonda le<br />
proprie attività sull'impegno volontario e gratuito dei propri aderenti. Può assumere personale<br />
9<br />
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<strong>di</strong>pendente o avvalersi <strong>di</strong> lavoro autonomo, ai sensi e nei limiti fissati dalla Legge <strong>del</strong>l'11.8.91 n.<br />
266, esclusivamente per il suo regolare funzionamento oppure per qualificare o specializzare le<br />
attività da essa svolte.<br />
SOCI<br />
Art. 7) - Il numero dei Soci è illimitato.<br />
Essi si sud<strong>di</strong>vidono in:<br />
a- Soci attivi, qualora prestino l'opera personale in modo gratuito e continuativo;<br />
b- Soci contribuenti or<strong>di</strong>nari e sostenitori, qualora versino una quota annuale;<br />
c- Soci benemeriti, per particolari interventi o donazioni in favore <strong>del</strong>l'Associazione <strong>di</strong> Soci onorari<br />
per meriti associativi.<br />
Il regolamento al presente Statuto preciserà le norme e le modalità supplementari per la<br />
definizione e l'ammissione dei Soci.<br />
Art. 8) - Possono essere ammessi come Soci tutti coloro che abbiano compiuto il 18° anno <strong>di</strong> età<br />
o, se minori, siano rappresentati a norma <strong>di</strong> legge.<br />
Nella domanda <strong>di</strong> ammissione, controfirmata da un Socio, deve essere in<strong>di</strong>cato a quale <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
categorie <strong>di</strong> soci si intende appartenere.<br />
Ogni Socio può passare, in seguito a sua domanda, da una categoria all'altra. La <strong>del</strong>ibera<br />
definitiva spetta al Consiglio Direttivo su in<strong>di</strong>cazione <strong>del</strong>la Giunta Esecutiva la quale a sua volta<br />
può proporre tali passaggi.<br />
Art. 9) - I <strong>di</strong>ritti dei soci sono:<br />
a- partecipare alla vita associativa nei mo<strong>di</strong> previsti dal presente Statuto e dai Regolamenti da<br />
esso derivanti;<br />
b- eleggere le cariche sociali ed esservi eletti, salvo i limiti dettati dal regolamento;<br />
c- chiedere la convocazione <strong>del</strong>l'Assemblea nei termini previsti dal presente Statuto;<br />
d- formulare proposte agli organi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigenti nell'ambito dei programmi <strong>del</strong>l'associazione e in<br />
riferimento ai fini dei vari obiettivi previsti nel presente Statuto.<br />
Art. 10) - I doveri dei soci sono:<br />
a- rispettare le norme <strong>del</strong> presente Statuto ed i <strong>del</strong>iberati degli organi associativi;<br />
b- non compiere atti che danneggino gli interessi e l'immagine <strong>del</strong>l'Associazione.<br />
Art. 11) - Non possono essere soci coloro che svolgono in proprio le stesse attività svolte dalla<br />
Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A.", coloro che<br />
intrattengono con essa rapporti <strong>di</strong> lavoro sotto qualsiasi forma e che abbiano, con la stessa,<br />
rapporti <strong>di</strong> contenuto patrimoniale.<br />
Art. 12) - La qualità <strong>di</strong> socio si perde:<br />
a- per morosità;<br />
b- per decadenza;<br />
c- per esclusione.<br />
Perdono la qualità <strong>di</strong> socio contribuente, per morosità, coloro che, entro il termine fissato<br />
dall'Assemblea non hanno rinnovato la sottoscrizione <strong>del</strong>la quota associativa nei limiti <strong>del</strong>iberati<br />
dall'Assemblea stessa.<br />
Perdono la qualità <strong>di</strong> socio per decadenza coloro che vengono a trovarsi nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> cui al<br />
precedente Art.11 oppure i soci attivi che non svolgono i servizi secondo le norme <strong>del</strong><br />
Regolamento.<br />
Perdono la qualità <strong>di</strong> socio per esclusione coloro che per gravi inadempienze nei confronti <strong>del</strong><br />
presente Statuto, rendono incompatibile il mantenimento <strong>del</strong> loro rapporto con l'Associazione.<br />
Art. 13) - Il Socio sottoposto ai provve<strong>di</strong>menti, deve essere preventivamente informato ed invitato<br />
ad esporre le proprie ragioni <strong>di</strong>fensive.<br />
Contro i provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui al precedente comma, il Socio può ricorrere entro un mese dalla<br />
notifica.<br />
I provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui al precedente articolo 12, lettera b) e c), sono esecutivi dal momento <strong>del</strong>la<br />
notifica.<br />
PATRIMONIO E FINANZE<br />
10<br />
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Art. 14) - L'esercizio finanziario <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica<br />
Assistenza - A.V.P.A." comincia il primo <strong>di</strong> gennaio e termina il 31 <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong> ogni anno.<br />
Le entrate <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica Assistenza - A.V.P.A." sono<br />
costituite:<br />
a- dalle quote degli aderenti;<br />
b- da contributi <strong>di</strong> privati;<br />
c- da rimborsi derivanti da convenzioni;<br />
d- da contributi <strong>di</strong> enti pubblici o privati;<br />
e- da entrate che a qualsiasi titolo e secondo i limiti <strong>di</strong> cui all'Art. 5 <strong>del</strong>la Legge 11.8.91 n. 266,<br />
pervengano all'Associazione per essere impiegate nel perseguimento <strong><strong>del</strong>le</strong> proprie finalità o<br />
specificatamente destinate all'attuazione <strong>di</strong> progetti.<br />
Art. 15) - Il patrimonio <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza "Associazione Volontari Pubblica Assistenza -<br />
A.V.P.A." è costituito:<br />
a- da beni mobili ed immobili;<br />
b- da titoli pubblici e privati;<br />
c- da lasciti, legati e donazioni purchè accettati dal Consiglio Direttivo.<br />
GLI ORGANI ASSOCIATIVI<br />
Art. 16) - Gli organi <strong>del</strong>la Associazione sono:<br />
a- l'Assemblea dei Soci;<br />
b- il Consiglio Direttivo;<br />
c- il Presidente;<br />
d- la Giunta Esecutiva;<br />
e- il Direttore Sanitario;<br />
f- il Collegio dei sindaci Revisori;<br />
g- il Collegio dei Probiviri.<br />
L'ASSEMBLEA<br />
Art. 17) - L'Assemblea dei Soci si riunisce <strong>di</strong> norma una volta all'anno entro il 31 marzo per<br />
l'approvazione <strong>del</strong> bilancio e per gli altri adempimenti <strong>di</strong> propria competenza.<br />
Si riunisce altresì ogniqualvolta il Consiglio Direttivo lo ritenga opportuno o ne sia fatta richiesta da<br />
almeno un decimo dei soci regolarmente iscritti da non meno <strong>di</strong> 6 mesi.<br />
Può essere comunque convocata, anche a scopo consultivo, per perio<strong>di</strong>che verifiche<br />
sull'attuazione dei programmi ed in occasione <strong>di</strong> importanti iniziative che interessino lo sviluppo<br />
associativo e <strong>del</strong> volontariato.<br />
Delle riunioni <strong>del</strong>l'Assemblea deve essere redatto, a cura <strong>del</strong> Segretario e sotto la responsabilità<br />
<strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la stessa, un verbale da trascrivere in apposito "libro verbali" <strong>del</strong>l'Assemblea.<br />
Le riunioni <strong>del</strong>l'Assemblea sono valide in prima convocazione quando è presente la metà più uno<br />
degli aventi <strong>di</strong>ritto e in seconda convocazione qualunque sia il numero dei presenti. Fra la prima e<br />
la seconda convocazione deve trascorrere un intervallo <strong>di</strong> almeno un'ora.<br />
Art. 18) - L'Assemblea adotta le proprie <strong>del</strong>iberazioni con voto palese. Adotta il metodo <strong>del</strong> voto<br />
segreto quando si tratti <strong>di</strong> elezione alle cariche sociali o quando la <strong>del</strong>iberazione riguarda le singole<br />
persone.<br />
Risultano approvate quelle <strong>del</strong>iberazioni che raccolgono la maggioranza relativa dei consensi.<br />
Nel caso <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche allo Statuto sociale risultano approvate le proposte che abbiano ottenuto la<br />
maggioranza dei consensi, purchè siano presenti alla riunione la metà più uno degli aventi <strong>di</strong>ritto al<br />
voto.<br />
Qualora non sussistano le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> cui al comma precedente, sono approvate quelle proposte<br />
che ottengono il consenso <strong>di</strong> almeno i quattro quinti dei presenti, qualunque ne sia il numero.<br />
Qualora nel voto a scrutinio segreto le proposte ottengano la parità dei consensi, queste si<br />
intendono respinte.<br />
Nelle e<strong>lezioni</strong> <strong><strong>del</strong>le</strong> cariche sociali qualora due o più can<strong>di</strong>dati ottengano la parità dei consensi,<br />
risultano eletti fino alla concorrenza dei posti <strong>di</strong>sponibili, il più anziano <strong>di</strong> servizio per quanto<br />
riguarda i soci attivi e per anzianità <strong>di</strong> iscrizione all'Associazione per quanto riguarda i Soci<br />
11<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
contribuenti.<br />
Art. 19) - L'Assemblea dei Soci è convocata dal Presidente <strong>del</strong>l'Associazione con avviso da<br />
affiggere nella sede sociale e da <strong>di</strong>vulgare con tutti i mezzi informativi <strong>di</strong> cui può <strong>di</strong>sporre<br />
l'Associazione.<br />
L'avviso <strong>di</strong> convocazione, che deve contenere gli argomenti all'or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno, la data, il luogo e<br />
l'ora <strong>del</strong>la riunione stabiliti per la prima e seconda convocazione, è <strong>di</strong>ffuso almeno <strong>di</strong>eci giorni<br />
prima <strong>di</strong> quello fissato per la riunione.<br />
Partecipano all'Assemblea i Soci che si possano ritenere tali in funzione <strong>del</strong> presente Statuto e dei<br />
regolamenti.<br />
Le riunioni <strong>del</strong>l'Assemblea dei Soci possono anche <strong>di</strong>venire pubbliche qualora all'or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno<br />
siano previsti argomenti <strong>di</strong> carattere collettivo e <strong>di</strong> interesse generale.<br />
E' tuttavia facoltà <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>l'Assemblea consentire ai non Soci <strong>di</strong> prendere la parola.<br />
Art. 20) - In apertura dei propri lavori, l'Assemblea elegge un Presidente e un Segretario.<br />
Nomina quin<strong>di</strong> due scrutatori per le votazioni palesi e, ove occorra, almeno tre scrutatori per le<br />
votazioni segrete.<br />
Art. 21) - I compiti <strong>del</strong>l'Assemblea sono:<br />
a- approvare il bilancio consuntivo chiuso al 31/12 <strong>del</strong>l'anno precedente e approvare il bilancio<br />
preventivo;<br />
b- approvare la relazione <strong>del</strong> Consiglio Direttivo;<br />
c- approvare e mo<strong>di</strong>ficare l'ammontare <strong><strong>del</strong>le</strong> quote associative e determinare il termine ultimo per il<br />
loro versamento;<br />
d- approvare le linee programmatiche <strong>del</strong>l'Associazione;<br />
e- approvare e mo<strong>di</strong>ficare i regolamenti <strong>di</strong> funzionamento dei servizi <strong>del</strong>l'Associazione<br />
uniformandoli alla natura partecipativa <strong>del</strong>la stessa;<br />
f- approvare e mo<strong>di</strong>ficare il regolamento generale <strong>del</strong>l'Associazione uniformandolo alla natura<br />
partecipativa <strong>del</strong>la stessa;<br />
g- eleggere il Consiglio Direttivo scegliendo i componenti fra gli aderenti all'Associazione;<br />
h- eleggere il Collegio dei Sindaci Revisori;<br />
i- eleggere il Collegio dei Probiviri;<br />
l- approvare le mo<strong>di</strong>fiche <strong>del</strong>lo Statuto;<br />
m- <strong>del</strong>iberare su tutti gli argomenti sottoposti alla sua approvazione.<br />
IL CONSIGLIO DIRETTIVO<br />
Art. 22) - Il Consiglio Direttivo è formato da quin<strong>di</strong>ci componenti. Dura in carica tre anni ed i suoi<br />
membri sono rieleggibili.<br />
Il Consiglio Direttivo si riunisce quando il Presidente lo ritiene opportuno o ne sia fatta richiesta da<br />
almeno un terzo dei suoi componenti. Le riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo sono convocate dal<br />
Presidente.<br />
Il Consiglio Direttivo <strong>del</strong>ibera con votazione segreta quando ciò sia richiesto da almeno un terzo<br />
dei consiglieri presenti. Tali votazioni sono controllate dal Presidente e da due scrutatori nominati<br />
dal Consiglio stesso.<br />
L'avviso <strong>di</strong> convocazione, che deve contenere gli argomenti all'or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno, l'ora, la data e il<br />
luogo <strong>del</strong>la riunione, deve essere esposto nei locali <strong>del</strong>la sede sociale.<br />
Delle riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo viene redatto un verbale a cura <strong>del</strong> Segretario e sotto la<br />
responsabilità <strong>del</strong> Presidente, da trascrivere in apposito "libro verbali" <strong>del</strong> Consiglio Direttivo.<br />
Art. 23) - I compiti <strong>del</strong> Consiglio Direttivo sono:<br />
a- pre<strong>di</strong>sporre le proposte da presentare all'Assemblea per gli adempimenti <strong>di</strong> cui al precedente<br />
articolo 21;<br />
b- eseguire i <strong>del</strong>iberati <strong>del</strong>l'Assemblea;<br />
c- adottare tutti i provve<strong>di</strong>menti necessari alla gestione <strong>del</strong>l'Associazione;<br />
d- stipulare contratti, convenzioni, accor<strong>di</strong> nel perseguimento degli obiettivi associativi;<br />
e- aderire ad organizzazioni locali <strong>di</strong> volontariato in attuazione dei fini e degli obiettivi <strong>del</strong> presente<br />
Statuto;<br />
f- adottare i provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui al precedente articolo 12;<br />
g- assumere, in caso <strong>di</strong> necessità, il personale <strong>di</strong>pendente o stabilire forme <strong>di</strong> rapporto <strong>di</strong> lavoro<br />
12<br />
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autonomo nei limiti <strong>del</strong> presente statuto e <strong>del</strong>la legge 11.8.91 n.266.;<br />
h- assumersi tutti gli altri poteri amministrativi e <strong>di</strong>rettivi <strong>del</strong>l'Associazione, salvo quelli attribuiti, dal<br />
presente Statuto, all'Assemblea, alla Giunta Esecutiva e al Presidente.<br />
Art. 24) - Le riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo sono valide quando ad esse partecipi la metà più uno<br />
dei componenti.<br />
Il Consiglio Direttivo approva le proprie <strong>del</strong>iberazioni con il metodo <strong>del</strong> voto palese, salvo quando si<br />
tratti <strong>di</strong> votazioni riguardanti le singole persone o <strong>di</strong> e<strong>lezioni</strong> alle cariche sociali. Per la vali<strong>di</strong>tà <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
<strong>del</strong>iberazioni valgono le stesse norme stabilite per l'Assemblea dei Soci.<br />
Art. 25) - Il Consiglio Direttivo nella sua prima riunione, dopo l'elezione da parte <strong>del</strong>l'Assemblea,<br />
elegge, al proprio interno, il presidente, il Vicepresidente, che sostituisce il Presidente nelle sue<br />
funzioni in caso <strong>di</strong> assenza o <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>mento, la Giunta Esecutiva e nomina il Direttore Sanitario.<br />
Art. 26) - Qualora il Consiglio Direttivo per vacanza comunque determinata, debba procedere alla<br />
sostituzione <strong>di</strong> uno o più dei propri componenti, seguirà l'or<strong>di</strong>ne decrescente <strong>del</strong>la graduatoria dei<br />
non eletti.<br />
Nel caso che non <strong>di</strong>sponga <strong>di</strong> tale graduatoria o che questa sia esaurita, procederà alla<br />
cooptazione salvo ratifica da parte <strong>del</strong>l'Assemblea alla sua prima riunione.<br />
La vacanza comunque determinata dalla metà più uno dei componenti il Consiglio <strong>di</strong>rettivo<br />
comporta la decadenza <strong>del</strong> medesimo.<br />
La decadenza <strong>del</strong> Consiglio comporta anche quella <strong>del</strong> Collegio dei Revisori e <strong>del</strong> Collegio dei<br />
Probiviri. Nel caso <strong>di</strong> decadenza degli organi associativi, il Presidente <strong>del</strong>l'Associazione provvede<br />
imme<strong>di</strong>atamente alla convocazione <strong>del</strong>l'Assemblea per la rielezione degli organi medesimi.<br />
IL PRESIDENTE<br />
Art. 27) - Il Presidente ha la legale rappresentanza <strong>del</strong>l'Associazione, può stare in giu<strong>di</strong>zio per la<br />
tutela degli interessi morali e materiali <strong>del</strong>l'Associazione, può nominare avvocati e procuratori nelle<br />
liti attive e passive.<br />
Il Presidente sottoscrive tutti gli atti e contratti stipulati dall'Associazione e riscuote, nell'interesse<br />
<strong>del</strong>l'ente, somme da terzi rilasciando liberatoria quietanza.<br />
Il Presidente, se autorizzato, può <strong>del</strong>egare in parte o interamente i propri poteri al Vicepresidente o<br />
ad un altro componenete <strong>del</strong> Consiglio stesso.<br />
LA GIUNTA ESECUTIVA<br />
Art. 28) - La Giunta Esecutiva <strong>di</strong>simpegna gli or<strong>di</strong>nari affari amministrativi, sorveglia l'andamento <strong>di</strong><br />
tutti i servizi sociali, esaminando le domande <strong>di</strong> ammissione e <strong>di</strong>missione dei Soci, <strong>di</strong> ciò informa il<br />
Consiglio Direttivo che <strong>del</strong>ibera in merito.<br />
In caso <strong>di</strong> urgenza può <strong>del</strong>iberare con i poteri <strong>del</strong> Consiglio Direttivo, salvo ratifica <strong>del</strong> Consiglio<br />
stesso.<br />
La Giunta Esecutiva è formata da sette componenti compreso il Presidente e il Vice Presidente.<br />
Art. 29) - La Giunta Esecutiva può essere convocata dal Presidente anche con un solo giorno <strong>di</strong><br />
preavviso e la riunione è ritenuta valida quando intervengano almeno quattro dei suoi componenti.<br />
La Giunta <strong>del</strong>ibera a maggioranza semplice dei presenti me<strong>di</strong>ante voto palese.<br />
IL DIRETTORE SANITARIO<br />
Art. 30) - Il Direttore Sanitario ha l'obbligo <strong>di</strong> sovrintendere alla formazione dei volontari ed al<br />
<strong>di</strong>simpegno dei servizi <strong>di</strong> soccorso e d'urgenza e a tutto quanto concerne la gestione sanitaria<br />
<strong>del</strong>l'Associazione.<br />
IL COLLEGIO DEI SINDACI REVISORI DEI CONTI<br />
Art. 31) - Il Collegio dei Sindaci Revisori dei Conti è composto da tre membri effettivi e da due<br />
supplenti, dura in carica due anni e i suoi componenti, che possono essere scelti fra i non Soci,<br />
sono rieleggibili.<br />
Nella prima riunione dopo la nomina da parte <strong>del</strong>l'Assemblea, il Collegio dei Revisori dei Conti,<br />
elegge al suo interno il Presidente.<br />
13<br />
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Art. 32) - Il Collegio dei Sindaci Revisori dei Conti, almeno trimestralmente, verifica la regolare<br />
tenuta <strong><strong>del</strong>le</strong> scritture contabili e lo stato <strong>di</strong> cassa <strong>del</strong>l'Associazione.<br />
Verifica altresì il Bilancio Consuntivo, pre<strong>di</strong>sposto dal Consiglio Direttivo.<br />
IL COLLEGIO DEI PROBIVIRI<br />
Art. 33) - Il Collegio dei Probiviri è composto da tre membri effettivi e da due supplenti, dura in<br />
carica due anni e i suoi componenti, che possono essere scelti fra i non soci, sono rieleggibili.<br />
Nella prima riunione, dopo la nomina da parte <strong>del</strong>l'Assemblea, il Collegio dei Probiviri elegge al<br />
suo interno il Presidente.<br />
Art. 34) - Il Collegio dei Probiviri, con giu<strong>di</strong>zio insindacabile, <strong>del</strong>ibera sui ricorsi presentati dai Soci<br />
contro i provve<strong>di</strong>menti adottati dal Consiglio Direttivo ai sensi <strong>del</strong> precedente articolo 12.<br />
Delibera altresì sulle controversie fra Soci e Consiglio Direttivo e tra singoli componenti <strong>del</strong><br />
Consiglio e il Consiglio stesso. Delle proprie riunioni il Collegio dei Probiviri re<strong>di</strong>ge un verbale da<br />
annotare su apposito libro.<br />
Le decisioni <strong>del</strong> Collegio dei Probiviri sono comunicate agli interessati a cura <strong>del</strong> Presidente<br />
<strong>del</strong>l'Associazione.<br />
REGOLAMENTI<br />
Art. 35) - Qualora per decisione <strong>del</strong>l'Assemblea vengono istituite una o più Sezioni, le stesse<br />
dovranno essere dotate <strong>di</strong> regolamenti organizzativi e <strong>di</strong> funzionamento che siano conformi ai<br />
criteri partecipativi <strong>di</strong> questo Statuto.<br />
Art. 36) - I regolamenti associativi determinano le forme <strong>di</strong> partecipazione consultive alle riunioni<br />
<strong>del</strong> Consiglio Direttivo.<br />
E' comunque incompatibile l'appartenenza al Consiglio Direttivo per quanti abbiano rapporti <strong>di</strong><br />
lavoro <strong>di</strong> qualsiasi natura con l'Associazione.<br />
Le cariche sociali sono gratuite salvo il rimborso <strong>di</strong> spese effettivamente sostenute e documentate.<br />
Art. 37) - I regolamenti da sottoporre all'Assemblea or<strong>di</strong>naria detteranno norme specifiche per<br />
l'attuazione <strong>del</strong> presente Statuto. Tali norme saranno vincolanti per tutta l'Associazione.<br />
SCIOGLIMENTO<br />
Art. 38) - In caso <strong>di</strong> scioglimento il patrimonio <strong>del</strong>l'Associazione sarà affidato ad un curatore,<br />
in<strong>di</strong>viduato dal Consiglio Direttivo, che, in accordo con la Consulta Comunale <strong>del</strong> Volontariato, lo<br />
destinerà ad iniziative analoghe e rispondenti alla legge 11.8.91 n.266 da organizzare sul territorio<br />
in cui l'Associazione stessa era ubicata.<br />
DISPOSIZIONI FINALI<br />
Art. 39) - Per quanto non previsto dal presente Statuto valgono le norme dei regolamenti da esso<br />
derivanti o quanto stabiliscono le leggi <strong>del</strong>lo Stato in materia ed in particolare la Legge 11.8.91 n.<br />
266.<br />
REGOLAMENTO <strong>del</strong>l’A.V.P.A. CROCE BLU <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
ART. 1 CONOSCENZA DELLO STATUTO E DEL REGOLAMENTO<br />
E’ preciso dovere d’ogni socio conoscere tutti gli articoli <strong>del</strong> presente REGOLAMENTO e gli articoli<br />
<strong>del</strong>lo STATUTO <strong>del</strong>l’Associazione.<br />
14<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
La mancata conoscenza <strong>del</strong>lo Statuto e <strong>del</strong> Regolamento non giustifica un’eventuale mancanza o<br />
inadempienza.<br />
ART. 2 SOCI (art. 5 statuto)<br />
I Soci che intendono aderire alla Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> a seconda <strong>del</strong> loro modo <strong>di</strong> partecipare,<br />
saranno sud<strong>di</strong>visi nelle seguenti categorie:<br />
* SOCI ATTIVI;<br />
* SOCI ORDINARI;<br />
* SOCI SOSTENITORI;<br />
* SOCI BENEMERITI.<br />
SOCI ATTIVI:<br />
Sono coloro che, accettati a seguito <strong>di</strong> domanda scritta sull’apposito modulo, s’impegnano<br />
volontariamente e spontaneamente, senza pretesa <strong>di</strong> compenso, per la prestazione <strong>del</strong>la propria<br />
opera per gli scopi <strong>del</strong>l’Associazione in conformità al presente Regolamento.<br />
SOCI CONTRIBUENTI:<br />
Sono coloro che, accettati a seguito <strong>di</strong> domanda scritta nell’apposito modulo, versano una quota<br />
associativa <strong>del</strong>iberata dal Consiglio Direttivo:<br />
GIOVANI ASSOCIATI......€. 10, 00 (0 - 16 anni);<br />
ORDINARI..…...................€. 20,00 (da 16 anni in poi);<br />
SOSTENITORI...................€. 30,00 (da 16 anni in poi);<br />
BENEMERITI per donazioni una tantum <strong>di</strong> particolare importanza.<br />
ART. 2 BIS GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE PRESSO L’ASSOCIAZIONE<br />
L’Associazione è Ente <strong>di</strong> servizio civile e pertanto riconosce nella presenza dei giovani che stanno<br />
svolgendo il servizio civile alternativo a quello militare, ai giovani <strong>del</strong> Servizio Volontario Europeo o<br />
altre forme <strong>di</strong> servizio civile legalmente riconosciute all’interno <strong><strong>del</strong>le</strong> attività associative<br />
un’opportunità <strong>di</strong> crescita e d’approfon<strong>di</strong>mento dei valori espressi negli obiettivi statutari.<br />
I giovani che prestano il loro servizio civile presso l’Associazione, pur non acquisendo la qualifica<br />
<strong>di</strong> Socio <strong>di</strong> cui all’art. 2, possono presenziare come u<strong>di</strong>tori a tutte le assemblee generali <strong>di</strong> cui<br />
all’art. 17 <strong>del</strong>lo statuto e alle sedute <strong>del</strong> consiglio <strong>di</strong>rettivo <strong>di</strong> cui all’art. 22 <strong>del</strong>lo statuto.<br />
All’interno <strong>del</strong>l’orario <strong>di</strong> servizio dei suddetti giovani sono previsti momenti <strong>di</strong> riunione convocati dal<br />
responsabile <strong>del</strong> servizio civile.<br />
Il consiglio <strong>di</strong>rettivo dovrà preventivamente consultare le riunioni dei giovani in servizio civile ogni<br />
qualvolta si decida <strong>di</strong> mettere in <strong>di</strong>scussione argomenti riguardanti la gestione <strong>del</strong> servizio civile<br />
all’interno <strong>del</strong>l’Associazione e riguardanti le tematiche attinenti con il servizio stesso.<br />
Il gruppo dei giovani in servizio civile ha la facoltà <strong>di</strong> eleggere un proprio rappresentante che<br />
partecipi senza <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto in orario <strong>di</strong> servizio alle riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo; detto<br />
rappresentante rimarrà in carica 4 mesi.<br />
Nel caso che un socio <strong>del</strong>l’Associazione sia assegnato in servizio civile presso la medesima egli<br />
sarà sospeso temporaneamente fino alla fine <strong>del</strong> suo servizio dalla sua qualifica Associativa e<br />
pertanto vedrà sospesa in quel periodo ogni possibilità <strong>di</strong> partecipazione, fatto salvo quanto<br />
<strong>di</strong>sposto dal presente articolo agli organi associativi <strong>di</strong> cui all’art. 16 <strong>del</strong>lo statuto.<br />
ART. 3 NORME D’IDONEITÀ’ E AMMISSIONE PER I SOCI ATTIVI<br />
Per essere ammessi a far parte <strong>del</strong>l’Associazione come soci attivi, i richiedenti, oltre a quanto<br />
<strong>di</strong>sposto dallo Statuto, devono essere in possesso dei seguenti requisiti:<br />
15<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
a) avere compiuto il se<strong>di</strong>cesimo anno d’età. Per i giovani dai se<strong>di</strong>ci ai <strong>di</strong>ciotto anni occorre<br />
l’autorizzazione firmata dai genitori, o <strong>di</strong> chi ne esercita la patria potestà, in calce alla domanda.<br />
b) possedere attitu<strong>di</strong>ni e requisiti morali nonché fisici per l’espletamento <strong>del</strong> servizio <strong>di</strong>chiarati sotto<br />
la propria responsabilità e valutati dalla Giunta Esecutiva (art.32 <strong>del</strong>lo Statuto).<br />
I soci attivi si impegnano volontariamente e spontaneamente, senza pretesa <strong>di</strong> compenso alcuno,<br />
all’osservanza <strong>di</strong> tutte le norme <strong>del</strong> presente regolamento ed a quelle emanate per il buon<br />
andamento <strong>del</strong> servizio e per il decoro <strong>del</strong>l’Associazione.<br />
Si impegnano altresì ad eseguire i servizi che sono loro richiesti, con <strong>di</strong>sciplina e correttezza e, in<br />
particolare, ad osservare il segreto su quanto e’ venuto loro a conoscenza nell’espletamento dei<br />
servizi prestati od in conseguenza <strong>di</strong> questi.<br />
ART. 4 NORME PER L’ABILITAZIONE DEL SOCIO ATTIVO E PERCORSO FORMATIVO<br />
Si riconoscono Soci attivi tutti coloro che compilata la domanda d’iscrizione e svolto il<br />
percorso formativo previsto per le mansioni che andranno a svolgere in Associazione<br />
prestano la loro opera in modo continuo nei vari ambiti d’impegno <strong>del</strong>l’Associazione sia sui<br />
mezzi sia nelle attività interne <strong>di</strong> gestione <strong>del</strong>l’Associazione.<br />
Per il servizio sui mezzi è obbligatorio un percorso formativo così strutturato:<br />
SERVIZI SOCIALI (SS)<br />
Incontro con il Presidente o suo <strong>del</strong>egato. Segue un incontro sulle modalità <strong>di</strong> trasporto.<br />
Obiettivo <strong>del</strong>l’incontro: presentazione <strong>del</strong>l’Associazione, <strong>del</strong>l’organizzazione, <strong><strong>del</strong>le</strong> varie tipologie <strong>di</strong><br />
servizi <strong>di</strong> trasporto, <strong>del</strong> percorso formativo, consegna <strong>del</strong> regolamento e <strong>del</strong>lo statuto.<br />
Dopo tre mesi <strong>di</strong> servizio il/la volontario/a può avere la <strong>di</strong>visa e il cartellino A.N.P.AS. dandone<br />
comunicazione alla segreteria Soci. Da quel momento è rilevata la presenza ai fini <strong>del</strong><br />
riconoscimento <strong>del</strong>l’anzianità <strong>di</strong> servizio.<br />
TERZO E/O SOCIO ESTATE<br />
E’ il Volontario che ha frequentato solo la prima parte <strong>del</strong> corso, come proposto dal Responsabile<br />
<strong>del</strong>la Formazione in accordo con il Direttore Sanitario. Può svolgere solo i servizi or<strong>di</strong>nari; può fare<br />
parte <strong>del</strong>l’equipaggio che svolge i servizi or<strong>di</strong>nari in ambulanza.<br />
Dopo tre mesi <strong>di</strong> servizio il/la volontario/a può avere la <strong>di</strong>visa e il cartellino A.N.P.AS. dandone<br />
comunicazione alla segreteria Soci. Da quel momento è rilevata la presenza ai fini <strong>del</strong><br />
riconoscimento <strong>del</strong>l’anzianità <strong>di</strong> servizio.<br />
SECONDO COMPONENTE EQUIPAGGIO AMBULANZA<br />
Dopo aver frequentato tutto il corso teorico, avere risposto al questionario con risultato sufficiente,<br />
il/la Volontario/a, può uscire sulle ambulanze, su in<strong>di</strong>cazione <strong>del</strong> Capoturno, come terzo<br />
componente <strong>del</strong>l’equipaggio; dopo tre mesi e non meno <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci turni assume la qualifica <strong>di</strong><br />
secondo.<br />
A completamento <strong>del</strong> percorso formativo, sentito il parere <strong>del</strong>la Giunta Esecutiva, la Direzione<br />
Sanitaria consegnerà al neo Volontario l’attestato <strong>di</strong> partecipazione al corso.<br />
E’ compito <strong>del</strong> Direttore Sanitario e <strong>del</strong> Responsabile <strong>del</strong>la Formazione l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong> livello<br />
formativo dei volontari in relazione al risultato dei vari percorsi formativi.<br />
E’ compito <strong>del</strong> Direttore Sanitario e <strong>del</strong> Responsabile <strong>del</strong>la Formazione proporre al Consiglio<br />
Direttivo variazioni sul percorso formativo dei Volontari e dei <strong>di</strong>rigenti <strong>del</strong>l’Associazione.<br />
I volontari che desiderano prestare servizio sulle ambulanze convenzionate con il sistema 118,<br />
dovranno frequentare un ulteriore corso <strong>di</strong> formazione <strong>di</strong> livello avanzato che organizza sul<br />
territorio provinciale la Segreteria <strong>Provincia</strong>le per la formazione su in<strong>di</strong>cazione <strong><strong>del</strong>le</strong> Pubbliche<br />
Assistenze. (spf croceblu.org) 3<br />
ART. 5 SERVIZI INTERNI<br />
3 Il testo in corsivo non fa parte <strong>del</strong> Regolamento<br />
16<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
Si intendono soci attivi anche coloro che svolgono servizi interni in modo continuativo per<br />
l’Associazione in relazione alle esigenze <strong>del</strong>la stessa previa approvazione <strong>del</strong> Consiglio Direttivo.<br />
ART. 6 PRESENZE DEI SOCI ATTIVI<br />
Al momento <strong>del</strong>l’iscrizione i volontari si mettono a <strong>di</strong>sposizione, in relazione al percorso formativo<br />
che effettueranno, per tutte le attività che l’Associazione svolge siano esse <strong>di</strong> trasporto,<br />
d’assistenza, <strong>di</strong> promozione o altre attività ispirate alle linee statutarie svolte anche in<br />
collaborazione con altre Associazioni, Enti od Organizzazioni.<br />
La Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> chiede al socio attivo una <strong>di</strong>sponibilità minima <strong>di</strong> ventiquattro turni annui<br />
computati nell’anno solare (1 gennaio - 31 <strong>di</strong>cembre) sei <strong>di</strong> questi dovranno essere concordati con<br />
il gruppo turni per essere svolti in giorni festivi e prefestivi. Per eventuali esigenze <strong>di</strong> servizio,<br />
sempre nei giorni festivi e prefestivi, il gruppo turni si impegna a chiedere la presenza ai Volontari<br />
con preavviso <strong>di</strong> almeno cinque giorni.<br />
Il volontario comunica al gruppo turni la Sua <strong>di</strong>sponibilità programmata (turno fisso) e quella<br />
straor<strong>di</strong>naria con l’in<strong>di</strong>cazione dei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità per giorno e orario (comparati al turno <strong>di</strong><br />
quattro ore) sui quali l’Associazione si riserva <strong>di</strong> utilizzare la <strong>di</strong>sponibilità stessa nel contesto <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
esigenze <strong>del</strong> servizio in accordo con il socio, nella normale rotazione per una corretta e snella<br />
organizzazione dei servizi. Il volontario è ritenuto automaticamente in turno secondo la <strong>di</strong>sponibilità<br />
programmata.<br />
Il computo dei servizi al 31 <strong>di</strong>cembre per i soci iscritti nel corso <strong>del</strong>l’anno sarà effettuato in<br />
do<strong>di</strong>cesimi. Nel caso d’assenza dal servizio per un periodo superiore a quattro mesi la<br />
riammissione al servizio attivo, sentito il parere <strong>del</strong> Responsabile <strong>del</strong>la gestione dei turni, sarà<br />
decretato dalla Giunta Esecutiva che potrà prevedere nuovi momenti <strong>di</strong> formazione per lo<br />
svolgimento <strong>del</strong> servizio.<br />
Eventuali casi in deroga a quanto precedentemente esposto, su segnalazione <strong>del</strong> Responsabile<br />
<strong>del</strong>la gestione dei turni, saranno valutati dalla Giunta Esecutiva.<br />
Il socio attivo si impegna altresì a segnalare tempestivamente, o meglio con un congruo anticipo,<br />
al Responsabile <strong>del</strong>la gestione dei turni o ad un suo collaboratore gli eventuali perio<strong>di</strong> d’assenza o<br />
in<strong>di</strong>sponibilità, per malattia, infortunio o quei fatti e situazioni che possono far perdere in tutto o in<br />
parte i requisiti d’idoneità <strong>di</strong>chiarati nella domanda d’ammissione.<br />
TUTTI I VOLONTARI, PER NON CREARE DISSERVIZIO, SONO TENUTI AD ESSERE<br />
ESTREMAMENTE PUNTUALI PER L’INIZIO DEL TURNO.<br />
Coloro che <strong>di</strong>sertano il turno concordato o <strong>di</strong>sattendono in tutto o in parte il contenuto <strong>del</strong> presente<br />
articolo, sono passibili <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>sciplinari.<br />
ART. 7 DIRITTI DEI SOCI<br />
1) I soci attivi possono usufruire gratuitamente <strong>di</strong> tutti i trasporti in ambulanza che si rendessero<br />
necessari per loro e per i componenti <strong>del</strong> loro nucleo familiare. Il socio attivo gode <strong>di</strong> una<br />
COPERTURA ASSICURATIVA che lo tutela nell’espletamento <strong>del</strong> servizio, in caso <strong>di</strong> ritiro <strong>del</strong>la<br />
patente <strong>di</strong> guida, infortunio e responsabilità civile. 2) I soci or<strong>di</strong>nari, sostenitori e benemeriti<br />
possono usufruire per loro e per i componenti <strong>del</strong> loro nucleo familiare, <strong>di</strong> due trasporti in<br />
ambulanza all’anno gratuiti all’interno, e <strong>di</strong> uno fuori dal territorio <strong>di</strong> competenza <strong>del</strong>l’U.S.L. ex n.16<br />
(<strong>Modena</strong>, Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone,<br />
Nonantola, Ravarino, S. Cesario sul Panaro, Soliera) scontato <strong>del</strong> 50% purché in regola con il<br />
pagamento <strong>del</strong>la quota associativa da almeno sei mesi.<br />
ART. 8 PARTE PRATICA DEL SERVIZIO<br />
All’inizio <strong>del</strong> turno saranno eseguite con cura le seguenti <strong>di</strong>sposizioni:<br />
a) firmare il registro <strong><strong>del</strong>le</strong> presenze in modo leggibile in<strong>di</strong>cando il numero <strong>del</strong>la tessera;<br />
17<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
) assicurarsi che sui mezzi sia <strong>di</strong>sponibile tutto quanto necessita segnalando al capoturno le<br />
eventuali carenze provvedendo, per quanto e’ possibile, a reintegrare personalmente il<br />
materiale mancante;<br />
c) controllare la pulizia e lo stato <strong>del</strong>la biancheria nonché degli automezzi;<br />
d) collaborare alla pulizia <strong>del</strong>la sede;<br />
e) accertarsi <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sinfezione <strong>del</strong>la cellula sanitaria.<br />
E’ compito <strong>di</strong> tutti i soci attivi in servizio accertare ed eseguire quanto sopra in<strong>di</strong>cato.<br />
Gli incarichi assegnati ai soci attivi durante il turno sono i seguenti:<br />
CAPOTURNO;<br />
AIUTO CAPOTURNO;<br />
COMPONENTI DELL’EQUIPAGGIO.<br />
TUTTI GLI INCARICHI AFFIDATI SONO MODIFICABILI SOLAMENTE PER ESIGENZE DI<br />
SERVIZIO.<br />
CAPOTURNO<br />
Considerata l’importanza <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong> capoturno nello svolgimento <strong>del</strong>l’attività <strong>di</strong> trasporto<br />
<strong>del</strong>l’Associazione, questo incarico è proposto dal Responsabile <strong>del</strong>la gestione dei turni, e ratificato<br />
dalla Giunta Esecutiva.<br />
I requisiti per svolgere questa funzione sono:<br />
• aver compiuto i 21 anni d’età;<br />
• avere almeno 2 anni d’esperienza come socio attivo.<br />
Per i Volontari che svolgono le funzioni <strong>di</strong> capoturno è previsto un periodo <strong>di</strong> formazione teorica<br />
proposta dal Responsabile <strong>del</strong>la formazione e un periodo <strong>di</strong> formazione pratica <strong>di</strong> almeno sei mesi<br />
come aiuto capoturno. Inoltre dovrà partecipare ai perio<strong>di</strong>ci incontri informativi per i capoturno e<br />
partecipare il più assiduamente possibile alle riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo in modo da essere<br />
costantemente informato <strong>di</strong> tutte le decisioni <strong>del</strong>iberate.<br />
Il Capoturno:<br />
1) coor<strong>di</strong>na e <strong>di</strong>spone l’or<strong>di</strong>ne d’uscita dei mezzi e decide la composizione degli equipaggi;<br />
2) risponde alla Giunta Esecutiva <strong>del</strong> comportamento dei singoli volontari in servizio e in sede e si<br />
accerterà che sia provveduto a quanto <strong>di</strong>sposto ai punti a) b) c) d) e);<br />
3) ha la completa responsabilità <strong>del</strong> turno e non potrà farsi sostituire se non per vali<strong>di</strong> motivi, tale<br />
sostituzione dovrà essere effettuata avvalendosi <strong>di</strong> un socio attivo <strong>di</strong> fiducia fermo restando che la<br />
responsabilità <strong>del</strong> turno rimane al capoturno incaricato;<br />
4) oltre ad avere la responsabilità <strong>del</strong>la centrale ra<strong>di</strong>o telefonica dovrà sorvegliare che tali<br />
apparecchiature siano utilizzate esclusivamente per motivi <strong>di</strong> servizio;<br />
5) deve riferire ai responsabili dei vari settori <strong>del</strong>l’Associazione le eventuali carenze rilevate ed ogni<br />
altra osservazione utile al buon funzionamento nonché trasmettere ai <strong>di</strong>retti interessati i messaggi<br />
a loro in<strong>di</strong>rizzati verificando che questi siano leggibili, chiari, datati, firmati e scritti sugli appositi<br />
moduli;<br />
6) deve prendere visione <strong>del</strong> REGISTRO DELLE CONSEGNE, nel quale saranno inseriti i verbali<br />
<strong><strong>del</strong>le</strong> riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo ed eventuali comunicazioni riguardanti il servizio, dai<br />
responsabili <strong>del</strong> settore;<br />
7) farà le consegne al capoturno successivo aspettando il suo arrivo trasmettendogli le notizie<br />
necessarie per la prosecuzione dei servizi;<br />
18<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
8) nel caso <strong>di</strong> chiamate <strong>di</strong> primo soccorso (urgenza) dovrà contattare la Centrale Operativa <strong>di</strong><br />
<strong>Modena</strong> Soccorso e, in collaborazione con essa, concorderà le modalità d’intervento come<br />
previsto dal protocollo d’intesa a tal scopo pre<strong>di</strong>sposto;<br />
9) controlla le somme ricevute e le registrazioni effettuate;<br />
10) gli e’ tassativamente vietato rilasciare informazioni telefoniche sia sui soci sia sui servizi.<br />
Per richieste <strong>di</strong> servizi relativi al territorio extra comunale, e in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, il capoturno dovrà<br />
farsi carico <strong>di</strong> contattare le Associazioni <strong>di</strong> Pubblica Assistenza (Croci Blu, Croci Ver<strong>di</strong> ecc.) <strong>del</strong>la<br />
provincia fornendo loro i dati relativi al trasporto.<br />
Per i Volontari che svolgono le funzioni <strong>di</strong> Capoturno è previsto un periodo <strong>di</strong> formazione teorica a<br />
cura <strong>del</strong> Responsabile <strong>del</strong>la formazione e un periodo <strong>di</strong> formazione pratica <strong>di</strong> almeno sei mesi<br />
come Aiuto Capoturno.<br />
AIUTO CAPOTURNO<br />
Collabora con il capoturno per la ricezione <strong><strong>del</strong>le</strong> richieste d’intervento e, solo dopo essersi<br />
consultato con il capoturno, completa scrupolosamente le schede <strong>di</strong> prenotazione con tutti i dati<br />
in<strong>di</strong>cati sul modulo.<br />
Prende in consegna le somme in denaro e provvede alle registrazioni.<br />
E’ tenuto a far si che tutte le entrate o le uscite in denaro siano documentate e registrate (foglio <strong>di</strong><br />
viaggio o ricevuta).<br />
Controlla che i fogli <strong>di</strong> viaggio siano compilati in modo corretto e leggibile in tutte le parti.<br />
Per i Volontari che svolgono funzioni d’Aiuto Capoturno è previsto un incontro con il Presidente o<br />
suo <strong>del</strong>egato e il Responsabile <strong>del</strong> gruppo turni. Obiettivo <strong>del</strong>l’incontro è presentare le<br />
caratteristiche e i compiti <strong>di</strong> questo incarico, segue un periodo d’affiancamento <strong>di</strong> almeno 2 mesi<br />
oppure otto turni. Sia l’incarico <strong>di</strong> capoturno che d’Aiuto Capoturno devono essere ratificati dalla<br />
Giunta Esecutiva.<br />
COMPONENTI DELL’EQUIPAGGIO<br />
L’AUTISTA<br />
Per la guida <strong><strong>del</strong>le</strong> ambulanze e’ richiesto il possesso <strong>del</strong>la patente <strong>di</strong> guida “B” da almeno un anno<br />
e, comunque, resta valido quanto <strong>di</strong>sposto dalla legislazione vigente in materia <strong>di</strong> circolazione<br />
stradale.<br />
Per l’abilitazione alla guida <strong><strong>del</strong>le</strong> ambulanze i soci attivi, che prestano servizio attivo da almeno un<br />
anno e abilitati come Terzi/Soci Estate da almeno tre mesi, dovranno sostenere <strong><strong>del</strong>le</strong> prove<br />
pratiche ( PERCORSO FORMATIVO) da effettuare con un Consigliere responsabile o un suo<br />
collaboratore.<br />
Il percorso formativo sarà pre<strong>di</strong>sposto dal responsabile <strong>del</strong> gruppo guide (nominato dal Consiglio<br />
Direttivo) <strong>di</strong> concerto con il responsabile <strong>del</strong> gruppo formazione e approvato dal Consiglio Direttivo.<br />
Il percorso formativo prevederà l’abilitazione progressiva alla<br />
• GUIDA “C” (guida ambulanza a vuoto accompagnato da socio abilitato alla guida almeno “B”);<br />
• GUIDA “B” (guida con paziente a bordo esclusi i trasporti d’emergenza, fatte salve valutazioni<br />
contrarie dei soci abilitati accompagnatori);<br />
• GUIDA “A” (guida in tutte le circostanze emergenza compresa).<br />
Dal compimento <strong>del</strong> 65° anno d’età ed entro il compimento <strong>del</strong> 66°, il volontario che desidera mantenere<br />
l’abilitazione alla guida “A” si dovrà sottoporre ad un colloquio con il <strong>di</strong>rettore sanitario che ne accerterà<br />
l’idoneità alla guida anche proponendo eventuali approfon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>agnostici.<br />
Successivamente il volontario dovrà sottoporsi allo stesso colloquio con cadenza biennale.<br />
Per la guida dei pulmini e degli altri mezzi speciali (ESCLUSE AUTOAMBULANZE E<br />
AUTOVETTURE) in assenza <strong><strong>del</strong>le</strong> abilitazioni A, B, o C è necessaria l’abilitazione “D” che<br />
presuppone la patente <strong>di</strong> guida da almeno 6 mesi e l’aver partecipato al percorso formativo<br />
19<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
pre<strong>di</strong>sposto dal responsabile <strong>del</strong> gruppo guide <strong>di</strong> concerto con il responsabile <strong>del</strong>la formazione e<br />
approvato dal Consiglio Direttivo.<br />
Per l’utilizzo <strong><strong>del</strong>le</strong> autovetture, in assenza <strong><strong>del</strong>le</strong> abilitazioni A, B, C, o D, è necessaria l’abilitazione<br />
“E” che presuppone la patente <strong>di</strong> guida da almeno 6 mesi e l’aver effettuato almeno tre turni con<br />
un volontario accompagnatore. Detta abilitazione sarà inserita dal gruppo formazione nel registro<br />
soci.<br />
Il neo abilitato alla guida riceverà un estratto <strong>del</strong> presente regolamento che lo aggiornerà sulle<br />
responsabilità e sui comportamenti da tenere nel condurre i mezzi <strong>di</strong> proprietà <strong>del</strong>l’Associazione.<br />
L’abilitato alla guida d’autoambulanza azionerà il <strong>di</strong>spositivo acustico d’emergenza (sirena) e<br />
quello visivo (lucciola) solo nei casi d’effettiva necessità, in particolare NON SI DEVE FARE USO<br />
DEI LAMPEGGIATORI NEI TRASPORTI ORDINARI.<br />
La guida <strong><strong>del</strong>le</strong> ambulanze deve essere calma e sicura, specialmente nei trasporti d’emergenza,<br />
tenendo conto <strong>del</strong>l’esigenza <strong>di</strong> stabilità <strong>del</strong> trasportato e attenendosi scrupolosamente per questo<br />
alle istruzioni <strong>del</strong> “secondo” che stazionerà all’interno <strong>del</strong>la cellula sanitaria.<br />
I SEGNALI D’EMERGENZA (LUCCIOLA E SIRENA) CHIEDONO STRADA MA NON DANNO<br />
NESSUN DIRITTO DI PRECEDENZA, DI CONSEGUENZA AI SEMAFORI ROSSI E AGLI STOP<br />
STRADALI OCCORRE FERMARSI PER POI RIPARTIRE QUANDO S’E’ CERTI DI NON<br />
CAUSARE INCIDENTI.<br />
L’uso <strong>del</strong>la sirena deve essere fatto in modo continuativo e non solo in prossimità degli incroci; è<br />
comunque consigliabile NON USARE I SEGNALI ACUSTICI (SIRENA) IN PROSSIMITA’ DEI<br />
LUOGHI DI CURA.<br />
L’autista non si può esimere dalle operazioni <strong>di</strong> soccorso in aiuto al “secondo” con il quale<br />
organizza le operazioni d’intervento.<br />
E’ fatto <strong>di</strong> norma <strong>di</strong>vieto all’autista <strong>di</strong> avere a bordo <strong>del</strong>l’ambulanza persone non facenti parte<br />
<strong>del</strong>l’equipaggio in caso <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> primo soccorso (urgenza).<br />
Tutti i soci in possesso <strong>di</strong> una qualsiasi abilitazione alla guida (A, B, C, D o E):<br />
• hanno la responsabilità dei mezzi che conducono E DOVRANNO FARE RAPPORTO NEL<br />
CASO D’INCIDENTI O PROBLEMI;<br />
• sono tenuti a rispettare RIGOROSAMENTE le norme <strong>del</strong> Co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la strada.<br />
La guida <strong>di</strong> tutti i mezzi deve essere calma e sicura e deve tenere conto <strong><strong>del</strong>le</strong> esigenze e <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>del</strong> trasportato.<br />
Eventuali danni riportati dai mezzi <strong>del</strong>l’Associazione, PER NEGLIGENZA GRAVE DELL’AUTISTA,<br />
potranno essere a questo addebitate parzialmente o totalmente.<br />
PER NEGLIGENZA GRAVE DELL’AUTISTA, tutte le contravvenzioni elevate saranno addebitate<br />
all’autista stesso.<br />
In caso d’incidenti <strong>di</strong> qualsiasi natura ed entità al mezzo, l’autista deve sempre raccogliere i dati<br />
<strong><strong>del</strong>le</strong> persone e dei mezzi coinvolti e riportarli correttamente, con la sintesi <strong>del</strong>la <strong>di</strong>namica <strong>del</strong><br />
sinistro, sul registro dei verbali dei sinistri controfirmando la <strong>di</strong>chiarazione; tale registro sarà<br />
scrupolosamente conservato dal capoturno.<br />
Si terrà memoria <strong>di</strong> tutti i sinistri e <strong><strong>del</strong>le</strong> segnalazioni <strong>di</strong> comportamenti scorretti nella conduzione dei<br />
mezzi.<br />
Il responsabile <strong><strong>del</strong>le</strong> guide proporrà, se necessario, colloqui con l’Ufficio <strong>di</strong> Presidenza al fine <strong>di</strong><br />
stabilire interventi sanzionatori o <strong>di</strong> sospensione.<br />
In caso <strong>di</strong> necessità e fino alla ratifica <strong>del</strong>la Giunta Esecutiva, l’Ufficio <strong>di</strong> Presidenza <strong>di</strong> concerto<br />
con il responsabile <strong><strong>del</strong>le</strong> guide, può sospendere imme<strong>di</strong>atamente e in via cautelativa qualsiasi<br />
abilitazione alla guida, dandone comunicazione al gruppo che si occupa <strong>del</strong>l’organizzazione dei<br />
turni <strong>di</strong> servizio e al responsabile <strong>del</strong> gruppo formazione.<br />
20<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
Il responsabile <strong><strong>del</strong>le</strong> guide, <strong>di</strong> concerto con la Giunta Esecutiva, sulla base <strong><strong>del</strong>le</strong> statistiche annuali<br />
dei sinistri e <strong><strong>del</strong>le</strong> infrazioni al co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la strada proporrà automatismi sanzionatori e/o <strong>di</strong><br />
sospensione <strong><strong>del</strong>le</strong> abilitazioni al fine <strong>di</strong> tutelare la sicurezza <strong>del</strong> servizio, i beni e l’immagine<br />
<strong>del</strong>l’Associazione. Detti automatismi saranno comunicati, dalla data d’entrata in vigore, a tutti gli<br />
abilitati.<br />
GLI APPARATI RADIORICETRASMITTENTI DOVRANNO ESSERE USATI SOLO PER MOTIVI<br />
INERENTI AL SERVIZIO.<br />
IL SECONDO<br />
E’ tenuto a compilare correttamente, ed in ogni sua parte, i moduli pre<strong>di</strong>sposti per rilevare i dati dei<br />
servizi (foglio <strong>di</strong> viaggio e modulo <strong>di</strong> pronto soccorso) ed ha l’obbligo, durante il trasporto<br />
<strong>del</strong>l’ammalato, D’ASSISTERLO NELLA CELLULA SANITARIA.<br />
DEVE COLLABORARE CON L’AUTISTA DURANTE L’EFFETTUAZIONE DELLE MANOVRE<br />
FORNENDOGLI, DA TERRA, TUTTE LE INDICAZIONI NECESSARIE PER LA BUONA RIUSCITA DI<br />
QUESTE ULTIME.<br />
IL TERZO<br />
L’aspirante “Secondo” avente la qualifica <strong>di</strong> “TERZO” può effettuare, come secondo componente<br />
<strong>del</strong>l’equipaggio, i seguenti trasporti:<br />
- <strong>di</strong>alisi;<br />
- fisioterapia;<br />
- interospedalieri;<br />
- <strong>di</strong>missioni.<br />
E’ compito <strong>del</strong>l’equipaggio, nello svolgimento <strong>del</strong> servizio, attenersi scrupolosamente alle<br />
<strong>di</strong>sposizioni ricevute dal personale sanitario e da quello preposto al coor<strong>di</strong>namento.<br />
Al termine d’ogni servizio i volontari cureranno il rior<strong>di</strong>no e la pulizia <strong>del</strong> mezzo utilizzato in modo<br />
che sia pronto per un nuovo impiego.<br />
Durante il servizio e’ vietata qualsiasi variazione <strong>di</strong> tragitto o d’intervento se non debitamente<br />
autorizzato dal capoturno.<br />
Per eventuali offerte ricevute durante il servizio E’ OBBLIGATORIO rilasciare regolare ricevuta<br />
(copia bianca <strong>del</strong> foglio <strong>di</strong> viaggio).<br />
Tali somme saranno consegnate al capoturno.<br />
SI METTE A CONOSCENZA CHE IL SOCIO ATTIVO IN SERVIZIO E’ RESPONSABILE DEL<br />
PAZIENTE PRELEVATO PRESSO UN ENTE OSPEDALIERO O ALTRO LUOGO, DAL<br />
MOMENTO DEL PRELEVAMENTO AL MOMENTO IN CUI VIENE AFFIDATO AL PERSONALE<br />
DELL’ENTE DI DESTINAZIONE O AI FAMILIARI.<br />
Il socio attivo che rilevi lo stato <strong>di</strong> precarie con<strong>di</strong>zioni economiche <strong>di</strong> un trasportato può, a suo<br />
giu<strong>di</strong>zio, rendere il trasporto gratuito (trasporti extra - comunali).<br />
IN INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO (URGENZA) NON POTRANNO PARTECIPARE SOCI<br />
ATTIVI CHE NON ABBIANO COMPIUTO IL DICIOTTESIMO ANNO D’ETA’.<br />
Tutti i volontari in turno <strong>di</strong> servizio indosseranno la <strong>di</strong>visa stabilita nonché il cartellino <strong>di</strong><br />
riconoscimento. L’abbigliamento dovrà essere idoneo e consono al servizio, in particolare non si<br />
dovranno indossare: sandali, ciabatte e scarpe con tacchi alti, capi d’abbigliamento che possano<br />
impe<strong>di</strong>re i movimenti necessari per il buon svolgimento <strong>del</strong> servizio.<br />
E’ VIETATO:<br />
a) iniziare o lasciarsi coinvolgere in qualsiasi <strong>di</strong>scussione con gli altri utenti <strong>del</strong>la strada;<br />
b) fare o animare <strong>di</strong>scussioni durante il servizio; qualora insorgessero <strong>di</strong>vergenze o vi fossero<br />
reclami e proteste, l’interessato, o gli interessati, dovranno inoltrare un rapporto con specificazione<br />
<strong>del</strong>l’accaduto al capo turno o al responsabile <strong>di</strong> settore;<br />
21<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
c) eseguire prestazioni me<strong>di</strong>che e/o parame<strong>di</strong>che (ad esempio terapie iniettorie intramuscolari,<br />
misurazione <strong>del</strong>la pressione od altro), l’esposizione <strong>di</strong> presunte <strong>di</strong>agnosi, suggerire l’uso <strong>di</strong> farmaci.<br />
E’ d’obbligo l’assoluta <strong>di</strong>screzione sui servizi prestati;<br />
d) ricevere compensi personali per trasporti effettuati.<br />
ART. 9 NORME DI COMPORTAMENTO GENERALI<br />
Tutti i volontari sono tenuti al rispetto dei locali <strong>del</strong>la sede e <strong><strong>del</strong>le</strong> attrezzature a <strong>di</strong>sposizione sia sui<br />
mezzi <strong>di</strong> servizio che presso i locali <strong>del</strong>la sede. I volontari <strong>di</strong> turno non dovranno allontanarsi per<br />
nessun motivo dalla sede, salvo autorizzazione <strong>del</strong> capo turno. Tutti i soci hanno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> fare<br />
critiche ai provve<strong>di</strong>menti degli organi <strong>di</strong>rettivi in sede <strong>di</strong> Consiglio Direttivo e <strong>di</strong> proporre<br />
suggerimenti utili al buon funzionamento <strong>del</strong>l’attività. Al socio in turno e’ richiesto durante<br />
l’espletamento <strong>del</strong> servizio un comportamento corretto, lo stesso si richiede ai soci che sostano nei<br />
locali <strong>del</strong>la sede in attesa <strong>del</strong> servizio. Tutti i soci presenti in sede hanno l’obbligo morale <strong>di</strong><br />
partecipare a tutte le operazioni legate al mantenimento <strong>del</strong>l’igiene e <strong>del</strong> decoro dei locali e <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
pertinenze <strong>del</strong>l’Associazione, nonché a tutte le attività inerenti alla vita associativa. Tutti i soci attivi<br />
presenti in sede, anche a titolo ricreativo, hanno l’obbligo morale, IN CASO DI NECESSITA’ <strong>di</strong><br />
eseguire tutti i servizi richiesti dal capo turno.<br />
Al Capoturno, Autista e Secondo possono essere affiancati nuovi soci allo scopo <strong>di</strong> fare<br />
esperienza e tirocinio.<br />
ART. 10 NORME DISCIPLINARI ED ORGANI DISCIPLINARI<br />
Coloro che con il loro comportamento creano danno e pregiu<strong>di</strong>zio in qualsiasi modo e maniera alla<br />
vita e al buon nome <strong>del</strong>l’Associazione, sono sottoposti al giu<strong>di</strong>zio <strong>del</strong> Consiglio Direttivo. In caso <strong>di</strong><br />
inosservanza alle suddette norme e <strong>di</strong> quelle specificate agli articoli 6 (presenze dei soci attivi), 8<br />
(pratica <strong>del</strong> servizio) e 9 (norme <strong>di</strong> comportamento generale), in relazione alla gravita’ <strong><strong>del</strong>le</strong> stesse,<br />
potranno essere applicati uno dei seguenti provve<strong>di</strong>menti:<br />
a) RICHIAMO VERBALE;<br />
b) RICHIAMO SCRITTO;<br />
c) SOSPENSIONE;<br />
d) ESPULSIONE.<br />
I provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui alle lettere c) e d) devono essere evidenziati sul registro dei soci e sulla<br />
scheda personale.<br />
In caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>missioni od allontanamento, l’ex socio e’ tenuto a restituire la tessera o quant’altro<br />
abbia avuto in dotazione.<br />
GLI ORGANI SOCIALI CON POTERI NORMATIVO E DISCIPLINARE SONO:<br />
a) il CONSIGLIO DIRETTIVO (artt. 27 e 28 Statuto);<br />
b) il COLLEGIO DEI PROBIVIRI con esperienze <strong>di</strong> riconosciuto prestigio, autonomia e<br />
in<strong>di</strong>pendenza. (art. 38 Statuto).<br />
ART. 11 ORGANISMI DI GESTIONE<br />
CONSIGLIO DIRETTIVO<br />
E’ responsabile <strong>del</strong>la piena osservanza <strong>del</strong>lo Statuto e <strong>del</strong> presente Regolamento e vigila su tutto<br />
l’andamento <strong>del</strong>l’Associazione. E’ eletto dall’Assemblea dei soci e rimane in carica 3 anni. Elegge<br />
al suo interno il Presidente, il Vicepresidente, nomina i componenti <strong>del</strong>la Giunta Esecutiva, il<br />
Direttore Sanitario, il Vice Direttore Sanitario e i responsabili dei vari settori <strong>del</strong>l’Associazione.<br />
CONSIGLIERI<br />
I consiglieri in turno e/o presenti in sede devono tenere un comportamento <strong>di</strong> particolare serietà ed<br />
efficienza tali da servire <strong>di</strong> riferimento ai soci. I Consiglieri che sono impossibilitati ad assolvere gli<br />
incarichi per un periodo continuativo, hanno l’obbligo <strong>di</strong> <strong>del</strong>egare tale incarico ad un altro socio che<br />
sarà proposto al Consiglio Direttivo, il quale, dopo aver preso atto <strong>del</strong>la impossibilita’ momentanea<br />
<strong>del</strong> Consigliere ed approvata la sostituzione, ne darà avviso ai soci.<br />
22<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
I Consiglieri che <strong>di</strong>sattendono agli incarichi volontariamente assunti, per un periodo superiore ad<br />
un mese, senza avere <strong>del</strong>egato alcuno in sostituzione, saranno automaticamente richiamati dal<br />
Consiglio Direttivo che valuterà le motivazioni e i danni causati, valutando la possibilità <strong>di</strong><br />
sostituzione <strong>del</strong> Consigliere non attento ai bisogni <strong>del</strong>l’Associazione.<br />
I CONSIGLIERI SONO TENUTI A PARTECIPARE A TUTTE LE RIUNIONI DEL CONSIGLIO<br />
DIRETTIVO e a momenti formativi (seminari e/o corsi <strong>di</strong> formazione) organizzati dall’Associazione<br />
così come, su <strong>del</strong>ega <strong>del</strong> Presidente, sono tenuti a rappresentare l’Associazione in occasione <strong>di</strong><br />
incontri istituzionali o interassociativi.<br />
Dopo un’assenza <strong>di</strong> un terzo <strong><strong>del</strong>le</strong> riunioni <strong>del</strong> Consiglio Direttivo, che saranno computate<br />
trimestralmente, il Consiglio dovrà valutare l’eventuale decadenza <strong>del</strong> mandato <strong>del</strong> Consigliere.<br />
GIUNTA ESECUTIVA (artt. 30 e 32 <strong>del</strong>lo Statuto)<br />
ART. 12 IL DIRETTORE SANITARIO (Art. 35 Statuto)<br />
E’ nominato dal Consiglio Direttivo, rimane in carica 3 anni, ed è rieleggibile. Ha il compito <strong>di</strong><br />
sovrintendere alla formazione dei soci attivi, ha la possibilità <strong>di</strong> consultare il me<strong>di</strong>co curante <strong>del</strong><br />
socio attivo, qualora siano da accertare le caratteristiche <strong>di</strong> idoneità <strong>del</strong> socio; tali informazioni<br />
saranno solo a lui riservate; svolge funzioni ispettive sull’uso e la manutenzione <strong>del</strong> materiale<br />
sanitario; fa riferimento al Consiglio Direttivo in caso <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria manutenzione o acquisti <strong>di</strong><br />
materiale sanitario, ne riferirà in seguito la spesa. E’ responsabile degli acquisti <strong>di</strong> materiale<br />
sanitario, <strong>del</strong>la dotazione sui mezzi, ed esprime ogni qual volta occorre, il proprio parere per<br />
argomenti inerenti la sua competenza, può <strong>di</strong>chiarare inidoneo un mezzo <strong>del</strong>l’Associazione per<br />
mancanza dei requisiti sanitari. Per l’assolvimento <strong>del</strong> suo incarico sceglie dei collaboratori la cui<br />
nomina è ratificata dal Consiglio Direttivo. Il Direttore Sanitario e’ invitato alle riunioni <strong>del</strong> Consiglio<br />
Direttivo e <strong>del</strong>la Giunta Esecutiva alla quale partecipa con voto consultivo.<br />
Il Consiglio Direttivo potrà nominare un Vice Direttore sanitario nel casso in cui un Socio, in<br />
possesso dei requisiti previsti, si renda <strong>di</strong>sponibile a ricoprire tale incarico.<br />
ART. 13 ORGANISMO DI CONTROLLO<br />
COLLEGIO DEI SINDACI REVISORI (art. 36 Statuto)<br />
ART. 14 ELEZIONI (artt. 21, 26, 27 Statuto)<br />
Le e<strong>lezioni</strong> <strong><strong>del</strong>le</strong> cariche sociali previste dallo Statuto hanno luogo ogni 3 anni in occasione<br />
<strong>del</strong>l’Assemblea Or<strong>di</strong>naria convocata per l’approvazione <strong>del</strong> Bilancio Consuntivo. Il Consiglio<br />
Direttivo provvede alla nomina <strong>del</strong> Comitato elettorale, il quale sarà formato da cinque soci attivi,<br />
che eleggeranno al loro interno il Presidente <strong>del</strong> Comitato stesso. Le eventuali can<strong>di</strong>dature per le<br />
e<strong>lezioni</strong> dovranno essere segnalate sul cartello appositamente esposto nei locali <strong>del</strong>la sede<br />
almeno 20 giorni prima <strong>del</strong> giorno <strong><strong>del</strong>le</strong> e<strong>lezioni</strong>, i Soci potranno inscriversi fino ai 10 giorni prima<br />
<strong>del</strong>la data <strong><strong>del</strong>le</strong> e<strong>lezioni</strong> stesse, fermo restando che sarà possibile can<strong>di</strong>darsi anche il giorno<br />
stesso <strong>del</strong>l’Assemblea senza avere il proprio nome stampato nella scheda elettorale. Il Comitato<br />
Elettorale provvederà alla pre<strong>di</strong>sposizione <strong><strong>del</strong>le</strong> schede che riporteranno il nome dei can<strong>di</strong>dati e<br />
altri spazi per eventuali segnalazioni aggiuntive.<br />
Ogni elettore potrà esprimere :<br />
DIECI preferenze per il Consiglio Direttivo;<br />
DUE per il collegio dei Probiviri;<br />
DUE per il collegio dei Sindacati Revisori dei conti.<br />
Tutte le e<strong>lezioni</strong> avranno luogo a mezzo <strong>di</strong> voto segreto con schede autenticate dal timbro<br />
<strong>del</strong>l’Associazione e dalla firma <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong> Comitato Elettorale. La convocazione ai soci per<br />
23<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
partecipare alle e<strong>lezioni</strong> deve essere notificata con almeno due settimane <strong>di</strong> anticipo rispetto alla<br />
data prefissata.<br />
Hanno <strong>di</strong>ritto al voto:<br />
I Soci Attivi con almeno sei mesi <strong>di</strong> servizio;<br />
I Soci contribuenti in regola con il pagamento <strong><strong>del</strong>le</strong> quote sociali, trascorsi sei mesi dalla data <strong>di</strong><br />
iscrizione, o in regola con il pagamento <strong>del</strong> rinnovo annuale (ha <strong>di</strong>ritto al voto il Socio contribuente<br />
che possiede la tessera <strong>del</strong>l’anno precedente alle e<strong>lezioni</strong> e quella <strong>del</strong>l’anno in corso).<br />
Possono essere eletti:<br />
I Soci Attivi con due anni <strong>di</strong> servizio e che abbiano compiuto 21 anni <strong>di</strong> età.<br />
Le e<strong>lezioni</strong> si intendono fatte a maggioranza relativa dei voti, a parità <strong>di</strong> voti si intenderà eletto il più<br />
anziano <strong>di</strong> iscrizione, e a parità <strong>di</strong> iscrizione il più anziano <strong>di</strong> età.<br />
Le e<strong>lezioni</strong> si intendono valide qualsiasi sia il numero dei Soci votanti in seconda convocazione<br />
<strong>del</strong>l’Assemblea.<br />
ART. 15 COMMISSIONE ELETTORALE<br />
Ha il compito <strong>di</strong> verificare i requisiti dei can<strong>di</strong>tati e il <strong>di</strong>ritto al Voto dei Volontari.<br />
Letto e approvato nell’Assemblea Or<strong>di</strong>naria <strong>del</strong> 07 aprile 2003.<br />
24<br />
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4 Fisioterapista – Ospedale Policnico <strong>Modena</strong><br />
Trasporto Emiplegici<br />
a cura <strong>di</strong> Teresa Pellegrino 4<br />
Capitolo<br />
2<br />
25<br />
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2. Trasporto Emiplegici [durata 90 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
• conoscenza <strong>del</strong> sistema nervoso e <strong><strong>del</strong>le</strong> principali cause e dei possibili rischi che possono<br />
verificarsi con lesioni cerebrali o alla colonna vertebrale;<br />
• fornire informazioni utili per lo spostamento e il trasporto <strong>di</strong> un paziente emiplegico,<br />
paraplegico o tetraplegico senza correre il rischio <strong>di</strong> compiere manovre errate che<br />
potrebbero compromettere ulteriormente la salute <strong>del</strong> paziente, ma anche quella <strong>del</strong><br />
volontario.<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
CENNI ANATOMICI DEL SISTEMA NERVOSO<br />
Il sistema nervoso è la parte più importante <strong>di</strong> tutto l’organismo. Esso <strong>di</strong>rige, coor<strong>di</strong>na, regola ogni<br />
funzione e atto <strong>del</strong>la vita vegetativa e <strong>di</strong> relazione in una superiore visione d’insieme.<br />
Il sistema nervoso è <strong>di</strong>viso in due parti:<br />
1. il sistema nervoso centrale che comprende cervello e midollo spinale;<br />
2. il sistema nervoso periferico, che è sud<strong>di</strong>viso in due parti: la parte somatica (neuroni<br />
sensitivi <strong><strong>del</strong>le</strong> ra<strong>di</strong>ci dorsali e gangli annessi ai nervi cranici) fornisce al sistema nervoso<br />
centrale informazioni sensitive sullo stato dei muscoli, sulla posizione degli arti e<br />
sull’ambiente esterno; la parte autonoma (sezioni simpatica, parasimpatica ed enterica)<br />
controlla e bilancia la risposta <strong>del</strong>l’organismo allo stress e controlla la muscolatura <strong>del</strong> tubo<br />
<strong>di</strong>gerente.<br />
Il sistema nervoso centrale rappresenta la “mente <strong>di</strong>rettiva”, il punto d’arrivo <strong>di</strong> ogni sensibilità, il<br />
punto <strong>di</strong> partenza <strong>di</strong> ogni movimento, l’archivio <strong>di</strong> ogni memoria, l’elaboratore <strong>di</strong> ogni idea.<br />
Il CERVELLO è costituito da miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> cellule nervose che sono riunite in “unità funzionali”. Ogni<br />
gruppo <strong>di</strong> cellule nervose è collegato ad altrettante fibre che hanno la funzione <strong>di</strong> condurre gli<br />
impulsi nervosi <strong>del</strong>la periferia verso il cervello (stimoli sensitivi) e, viceversa, dal cervello agli<br />
organi periferici (stimoli motori).<br />
Il cervello è contenuto nella scatola cranica ed è avvolto dalle meningi. Ha la forma <strong>di</strong> un grosso<br />
ovoide ed è <strong>di</strong>viso in due emisferi, destro e sinistro.<br />
Attraverso una struttura chiamata corpo calloso che collega i due emisferi, gli impulsi che si<br />
originano nell’emisfero sinistro raggiungono la metà destra <strong>del</strong> corpo, mentre gli impulsi che si<br />
originano nell’emisfero destro raggiungono la metà sinistra <strong>del</strong> corpo.<br />
Il cervello è strettamente connesso con il midollo spinale. Quest’ultimo si può considerare<br />
come la continuazione <strong>del</strong> cervello.<br />
Il MIDOLLO SPINALE è contenuto nel canale vertebrale midollare, ha origine a livello <strong>del</strong> forame<br />
occipitale e termina a livello <strong>del</strong>la prima vertebra lombare. Ha una lunghezza <strong>di</strong> circa 45 cm. Dal<br />
midollo spinale parte l’insieme <strong>di</strong> nervi che costituisce il sistema nervoso periferico. Gli<br />
impulsi motori e sensitivi utilizzano queste vie per arrivare al cervello.<br />
Nella parte centrale <strong>del</strong> cervello, in prossimità <strong>del</strong> punto in cui il tessuto nervoso continua nel<br />
midollo spinale, esistono dei gruppi importantissimi <strong>di</strong> cellule nervose, dalla cui attività <strong>di</strong>pendono<br />
il buon funzionamento <strong>del</strong> cuore, l’attività respiratoria ed altre funzioni in<strong>di</strong>spensabili per la<br />
sopravvivenza (controllo <strong>del</strong>la vita vegetativa).<br />
Nella parte posteriore <strong>del</strong>la scatola cranica, sotto la parte posteriore degli emisferi cerebrali, è<br />
situato un piccolo organo rassomigliante nella forma al cervello, detto cervelletto.<br />
Il CERVELLETTO, collegato da fasci <strong>di</strong> fibre nervose al cervello ed al midollo spinale, partecipa<br />
alla regolazione <strong>del</strong>l’attività motoria volontaria.<br />
26<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
LESIONI AL CERVELLO<br />
Se il paziente ha subito una lesione alla parte destra <strong>del</strong> cervello avrà <strong>di</strong>fficoltà motorie alla parte<br />
sinistra e, viceversa, lesioni alla parte sinistra <strong>del</strong> cervello causeranno problemi motori alla parte<br />
destra. Si parla in questi casi <strong>di</strong>:<br />
- emiplegia quando si ha la paralisi completa e irreversibile <strong>di</strong> un emicorpo;<br />
- emiparesi quando si ha un parziale recupero <strong>del</strong> movimento dopo il trauma.<br />
Gli eventi traumatici a carico <strong>del</strong> nostro cervello che possono causare emiplegia sono: trombosi,<br />
emorragia cerebrale, aneurisma, neoplasia e trauma cranico. Ipertensione e <strong>di</strong>abete possono<br />
essere ulteriori fattori <strong>di</strong> rischio per traumi cranici.<br />
Il paziente che subisce traumi <strong>di</strong> questo tipo avrà problemi <strong>di</strong> sensibilità, senso <strong>di</strong> posizione e la<br />
mancanza <strong>di</strong> percezione <strong>di</strong> quale sia la parte colpita (eminattenzione).<br />
TRASPORTO DI UN EMIPLEGICO CRONICO (colpito da tempo da paralisi)<br />
Nello spostamento <strong>di</strong> un paziente è necessario prestare attenzione all’arto superiore <strong>del</strong>la parte<br />
emiplegica che, se manipolato in modo non adeguato, può lussarsi. Se non è possibile usufruire <strong>di</strong><br />
attrezzature adeguate si possono utilizzare mezzi <strong>di</strong> fortuna (un foulard o la cintura dei pantaloni)<br />
per immobilizzare l’arto durante gli spostamenti. Chi assiste il paziente deve spiegare ogni<br />
manovra che sta per eseguire e, quando possibile, chiedere la collaborazione <strong>del</strong> soggetto<br />
soprattutto se questo ha già fatto un trattamento riabilitativo. È inoltre importante non perdere mai il<br />
controllo <strong>del</strong> busto.<br />
1. Trasferimento dal letto alla barella<br />
Se il soggetto deve ancora incominciare il trattamento riabilitativo lo si sposta con l'aiuto <strong>del</strong>la<br />
traversa o <strong>di</strong> due operatori:<br />
• posizione <strong>del</strong>la barella: se è possibile parallela al letto;<br />
• posizione <strong>del</strong> paziente: sdraiato. Con la mano sana egli si tiene stretto il gomito <strong>del</strong> braccio<br />
malato, che è sulla pancia;<br />
• posizione degli operatori:<br />
a. il primo sta <strong>di</strong>etro al paziente, mette le braccia attorno al torace <strong>del</strong>lo stesso, gli<br />
prende gli avambracci incrociati, in modo da evitare <strong>di</strong> trazionare il paziente<br />
sotto le ascelle;<br />
b. il secondo è in posizione <strong>di</strong> passo <strong>di</strong> fronte al soggetto e gli prende le gambe. Ad<br />
un segnale stabilito i due operatori alzano insieme il paziente. Evitare <strong>di</strong><br />
trazionare il braccio malato <strong>del</strong> soggetto e <strong>di</strong> lasciarlo cadere a penzoloni<br />
durante il trasporto.<br />
2. Passaggio da sdraiato a seduto sul letto<br />
• Posizione <strong>del</strong> paziente: sdraiato. Gli si chiede <strong>di</strong> prendersi il braccio malato e <strong>di</strong> portarselo<br />
sull'addome, ma se il soggetto non dovesse riuscirci, lo fa l'operatore;<br />
• posizione <strong>del</strong>l'operatore: dal lato sano, in posizione <strong>di</strong> passo <strong>di</strong> fronte al soggetto. Piega le<br />
gambe <strong>del</strong> soggetto, fissandogli la gamba malata. Chiede al paziente <strong>di</strong> prendere il bordo<br />
<strong>del</strong> lettino con la mano sana in modo da mettersi sul fianco sano;<br />
• l’operatore lo aiuta a rotolare, spingendo sulle ginocchia o <strong>di</strong>etro la spalla malata.<br />
Lentamente porta le gambe <strong>del</strong> paziente fuori dal letto e gli <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> mettersi seduto facendo<br />
perno prima sul gomito, poi su tutto il braccio sano;<br />
• l’operatore, infine, aiuta il paziente guidando con una mano <strong>di</strong>etro alla nuca l'esecuzione<br />
<strong>del</strong> movimento, in modo da evitare che egli ricada sdraiato.<br />
3. Passaggio da seduto sul letto alla carrozzina 5 o se<strong>di</strong>a con braccioli<br />
5 La carozzina dovrebbe avere ruote piccole anteriori e gran<strong>di</strong> posteriori. Nei casi in cui il paziente soffre <strong>di</strong> artrite reumatoide, ha subito<br />
amputazione degli arti inferiori oppure è <strong>di</strong> corporatura molto piccola, la carozzina può avere ruote gran<strong>di</strong> anteriori.<br />
27<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: leggermente inclinata verso il letto, dalla parte sana <strong>del</strong><br />
soggetto. Deve essere SEMPRE frenata!!<br />
• posizione <strong>del</strong> paziente: seduto, con le gambe fuori dal letto;<br />
• posizione <strong>del</strong>l'operatore: <strong>di</strong> fronte al soggetto, spostato leggermente dalla parte malata;<br />
• l’operatore chiede al soggetto <strong>di</strong> puntare la mano sana sul materasso in modo da far<br />
scivolare in avanti il sedere per poter appoggiare i pie<strong>di</strong> al terreno;<br />
• l'operatore aiuta a scendere il paziente prendendogli la cintura con la mano che è <strong>di</strong> fronte<br />
alla parte malata;<br />
• l’operatore DEVE controllare che i pie<strong>di</strong> <strong>del</strong> paziente, una volta appoggiati a terra, siano un<br />
po' <strong>di</strong>stanziati; il piede e il ginocchio malati sono tenuti fermi dal piede e dal ginocchio<br />
<strong>del</strong>l'operatore;<br />
• l’operatore <strong>di</strong>ce al soggetto <strong>di</strong> spingersi con la mano sana sul letto, in modo da alzarsi;<br />
• l'operatore aiuta il paziente ad alzarsi prendendolo per la cintura o abbracciandolo dalla<br />
parte malata;<br />
• l’operatore <strong>di</strong>ce al paziente <strong>di</strong> raggiungere col braccio sano il bracciolo più lontano <strong>del</strong>la<br />
carrozzina;<br />
• l’operatore <strong>di</strong>ce al soggetto <strong>di</strong> fare perno sulla gamba sana e <strong>di</strong> ruotare il corpo in modo da<br />
portare il sedere sul se<strong>di</strong>le <strong>del</strong>la carrozzina;<br />
• l'operatore segue col proprio corpo il movimento <strong>del</strong> soggetto; se questi non è in grado <strong>di</strong><br />
ruotare il sedere l'operatore lo aiuta prendendolo per la cintura;<br />
• l’operatore controlla che il paziente sia seduto comodamente e che il braccio paralizzato<br />
non sia a penzoloni.<br />
4. Passaggio dalla carrozzina alla seggetta<br />
• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: lievemente inclinata rispetto alla seggetta, che è a lato dalla<br />
parte sana <strong>del</strong> soggetto ed è frenata;<br />
• posizione <strong>del</strong> paziente: si chiede al soggetto <strong>di</strong> far scivolare bene in avanti il sedere; i suoi<br />
pie<strong>di</strong> devono essere a terra, non sui pedalini <strong>del</strong>la carrozzina;<br />
• posizione <strong>del</strong>l'operatore: <strong>di</strong> fronte al paziente. Col proprio piede egli DEVE fissare il piede<br />
non sano e col proprio ginocchio fissare il ginocchio malato;<br />
• l’operatore chiede al paziente <strong>di</strong> piegare il busto in avanti e <strong>di</strong> spingere con la mano sana<br />
sul bracciolo <strong>del</strong>la carrozzina per alzarsi;<br />
• l'operatore aiuta il soggetto abbracciandolo o prendendolo per la cintura;<br />
• l’operatore <strong>di</strong>ce al paziente <strong>di</strong> raggiungere con la mano sana il bracciolo più lontano <strong>del</strong>la<br />
seggetta; il paziente, a sua volta, fa perno sulla gamba sana e ruota in modo da portare il<br />
sedere sul se<strong>di</strong>le <strong>del</strong>la seggetta;<br />
• l'operatore segue col proprio corpo il movimento <strong>del</strong> paziente;<br />
• se il paziente non riesce a ruotare il sedere, è l'operatore che lo aiuta guidandolo dai<br />
fianchi;<br />
• l’operatore controlla che il soggetto abbia la schiena poggiata allo schienale <strong>del</strong>la seggetta<br />
e che il braccio malato non cada bruscamente.<br />
5. Come aiutare il paziente che cammina col bastone<br />
Se il paziente cammina col bastone l'operatore deve stargli vicino dal lato malato e affiancarlo<br />
senza far nulla, pronto ad intervenire in caso <strong>di</strong> pericolo <strong>di</strong> caduta. Se cammina, <strong>di</strong> solito sa già<br />
come salire e scendere le scale; ma l'operatore deve comunque informarsi sulla capacità <strong>del</strong><br />
soggetto <strong>di</strong> affrontare le scale.<br />
• Salita <strong><strong>del</strong>le</strong> scale<br />
Il paziente sale le scale portando:<br />
il bastone d’appoggio sul gra<strong>di</strong>no da fare;<br />
il piede sano sul gra<strong>di</strong>no da raggiungere;<br />
il piede malato vicino a quello sano, salendo così completamente il gra<strong>di</strong>no.<br />
L'operatore si trova <strong>di</strong>etro al soggetto e deve controllare che tutta la pianta <strong>del</strong> piede sia in<br />
appoggio sul gra<strong>di</strong>no.<br />
28<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
• Discesa dalle scale<br />
Il paziente scende le scale portando:<br />
il bastone d’appoggio sul gra<strong>di</strong>no in basso;<br />
la gamba malata va poggiata sul gra<strong>di</strong>no in basso;<br />
la gamba sana raggiunge quella malata.<br />
L'operatore scende le scale per essere davanti e <strong>di</strong> fronte al paziente.<br />
LESIONI DELLA COLONNA VERTEBRALE<br />
La colonna vertebrale è composta da trentatre vertebre sovrapposte sud<strong>di</strong>visibili in sette vertebre<br />
cervicali, do<strong>di</strong>ci vertebre dorsali, cinque vertebre lombari e nove vertebre sacrali (cauda equina);<br />
tra una vertebra e l’altra vi è un <strong>di</strong>sco cartilagineo.<br />
Ciascuna vertebra è composta da un corpo, formato da lamine che descrivono un anello ed<br />
apofisi; in questo anello o “canale vertebrale” ha sede il midollo spinale.<br />
E’ ovvio che il pericolo <strong>di</strong> lesioni <strong><strong>del</strong>le</strong> vertebre è rappresentato non tanto dalle fratture in se stesse,<br />
ma dai possibili danni al midollo spinale. Infatti, essendo il canale vertebrale molto stretto ed il<br />
midollo spinale molto fragile (tessuto gelatinoso poco consistente), vi è il gravissimo pericolo <strong>di</strong><br />
lesione midollare provocata da un frammento osseo o dalla pressione <strong>del</strong>la vertebra stessa sul<br />
midollo. Poiché esso contiene fibre sensitive e motorie, sono ovvie le pesanti conseguenze che<br />
derivano da lesioni: paralisi motorie e sensitive spesso definitive.<br />
• Tetraplegia: paralisi <strong>di</strong> tutti e quattro gli arti.<br />
• Paraplegia: paralisi degli arti inferiori.<br />
SPOSTAMENTI DI UN PAZIENTE PARAPLEGICO<br />
Prima <strong>di</strong> qualsiasi intervento l’operatore deve domandare al soggetto come è abituato a fare i<br />
trasferimenti; inoltre occorre ricordare o domandare se deve indossare un corpetto o una valva<br />
gessata prima <strong>di</strong> eseguire lo spostamento.<br />
1. Passaggio dal letto alla carrozzina<br />
Il trasferimento è possibile solo con l'aiuto <strong>di</strong> due persone se il soggetto non ha ancora cominciato<br />
il trattamento riabilitativo e perciò non sa ancora come muoversi.<br />
• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: ad angolo <strong>di</strong> circa trenta gra<strong>di</strong> rispetto al letto, dalla parte<br />
<strong>del</strong>la testa <strong>del</strong> paziente. La carrozzina deve essere frenata e il bracciolo vicino al letto<br />
spostato. Sulla ruota posteriore va messo un piccolo cuscino, per evitare che il soggetto<br />
vi urti contro;<br />
• posizione <strong>del</strong> paziente: seduto con le gambe allungate, la testa ed il busto piegati in<br />
avanti e le braccia appoggiate sul piano <strong>del</strong> letto;<br />
• posizione degli operatori:<br />
a. il primo, in pie<strong>di</strong> <strong>di</strong>etro al paziente con la ruota posteriore <strong>del</strong>la carrozzina tra le<br />
gambe, mette le braccia intorno al torace <strong>del</strong> soggetto;<br />
b. il secondo, in posizione <strong>di</strong> passo <strong>di</strong> fronte al letto, prende le gambe <strong>del</strong> soggetto<br />
mettendo un braccio sotto le cosce e l'altro sotto le gambe. Più il paziente è<br />
pesante, più in alto devono essere prese le gambe.<br />
• i due operatori alzano insieme il paziente, che li aiuta spingendosi con le braccia;<br />
• a questo punto gli operatori:<br />
a. il primo fa un passo <strong>di</strong> lato;<br />
b. il secondo fa un passo all'in<strong>di</strong>etro.<br />
Il paziente deve essere sollevato bene in alto, per non urtare contro la ruota posteriore.<br />
Se il paziente ha già cominciato il trattamento riabilitativo probabilmente sa già fare i trasferimenti<br />
in modo semi-autonomo, perciò potrebbe occorrere l'aiuto <strong>di</strong> un solo operatore.<br />
• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: come sopra;<br />
• posizione <strong>del</strong> paziente: come sopra;<br />
29<br />
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• posizione <strong>del</strong>l'operatore: <strong>di</strong> passo <strong>di</strong> fronte al letto prende le gambe <strong>del</strong> paziente e lo aiuta<br />
a spostarsi col sedere vicino al bordo <strong>del</strong> letto.<br />
Il paziente sposta il suo braccio più vicino sul se<strong>di</strong>le <strong>del</strong>la carrozzina. Mentre l'operatore gli<br />
solleva le gambe il soggetto, spingendosi con le braccia, sposta il sedere sul se<strong>di</strong>le <strong>del</strong>la<br />
carrozzina.<br />
2. Passaggio dalla carrozzina al letto<br />
Se il paziente non è ancora autonomo nei trasferimenti occorrono necessariamente due operatori.<br />
• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: ve<strong>di</strong> sopra;<br />
• posizione <strong>del</strong> paziente: seduto in carrozzina, fa perno con un braccio sul piano <strong>del</strong> letto e<br />
con l'altro sul bracciolo <strong>del</strong>la carrozzina;<br />
• posizione degli operatori:<br />
a. il primo, in pie<strong>di</strong> <strong>di</strong>etro al soggetto con la ruota posteriore vicina al letto tra le<br />
gambe, mette le braccia attorno al torace <strong>del</strong> paziente;<br />
b. il secondo, in posizione <strong>di</strong> passo <strong>di</strong> fronte alla carrozzina, prende le gambe <strong>del</strong><br />
soggetto.<br />
Insieme i due operatori alzano il paziente, che li aiuta facendo perno con le braccia.<br />
Se il paziente è semi-autonomo può essere assistito nei trasferimenti anche da un solo operatore.<br />
• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: ve<strong>di</strong> sopra;<br />
• posizione <strong>del</strong> paziente: ve<strong>di</strong> sopra;<br />
• posizione <strong>del</strong>l'operatore: <strong>di</strong> fronte al soggetto, gli prende le gambe.<br />
Il paziente fa perno sulle braccia e sposta il sedere sul letto, mentre l'operatore lo aiuta<br />
sollevandogli le gambe.<br />
3. Passaggio dalla carrozzina alla seggetta<br />
Le manovre e le prese da eseguire sono simili a quelle <strong>del</strong> passaggio dalla carrozzina al letto.<br />
4. Trasferimenti esterni<br />
Salire il marciapiede<br />
• La carrozzina è <strong>di</strong> fronte al marciapiede se si è in due operatori;<br />
• Uno dei due operatori è <strong>di</strong>etro alla carrozzina e l’altro è davanti;<br />
• il paziente si tiene ben stretto ai braccioli;<br />
• l'operatore che sta <strong>di</strong>etro inclina all'in<strong>di</strong>etro la carrozzina sulle ruote posteriori, in modo<br />
che quelle anteriori salgano sul marciapiede con l’aiuto <strong>del</strong> secondo operatore; poi,<br />
spingendo in avanti la carrozzina, si fanno salire anche le ruote posteriori.<br />
Scendere dal marciapiede<br />
• la carrozzina è voltata in modo che le ruote posteriori siano sul bordo <strong>del</strong> marciapiede:<br />
la <strong>di</strong>scesa si effettua all'in<strong>di</strong>etro;<br />
• l'operatore è <strong>di</strong>etro alla carrozzina, in basso rispetto al marciapiede;<br />
• il soggetto si regge bene ai braccioli;<br />
• l'operatore inclina leggermente all'in<strong>di</strong>etro la carrozzina e lentamente fa scivolare in<br />
basso rispetto al marciapiede le ruote posteriori, poi lentamente seguono quelle<br />
anteriori.<br />
Strada in <strong>di</strong>scesa<br />
• La carrozzina affronta la <strong>di</strong>scesa voltata all'in<strong>di</strong>etro;<br />
• l'operatore è <strong>di</strong>etro alla carrozzina e cammina all'in<strong>di</strong>etro;<br />
• il paziente deve essere pronto ad aiutare l'operatore in modo da frenare la <strong>di</strong>scesa;<br />
• l'operatore molto lentamente porta all'in<strong>di</strong>etro la carrozzina richiamando l'attenzione <strong>del</strong><br />
paziente se la <strong>di</strong>scesa è molto ripida e richiedendogli eventualmente <strong>di</strong> collaborare a<br />
rallentare la <strong>di</strong>scesa stessa.<br />
30<br />
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TRASPORTO DI UN PAZIENTE TETRAPLEGICO<br />
L’operatore deve in primo luogo domandare o ricordare al soggetto se, prima <strong>del</strong> trasferimento,<br />
non occorra indossare un collare. Occorre fare molta attenzione, perché il soggetto a causa <strong>del</strong>la<br />
lesione subita può non percepire il dolore, il caldo, il freddo ecc. L’operatore deve inoltre indagare<br />
se il soggetto ha già seguito un trattamento riabilitativo e come è abituato a muoversi. Bisogna fare<br />
attenzione anche all’attività riflessa degli arti o al risveglio <strong>del</strong> tono muscolare.<br />
1. Passaggio dal letto alla carrozzina<br />
• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: ve<strong>di</strong> sopra;<br />
• posizione <strong>del</strong> paziente: sdraiato con le gambe allungate e le braccia conserte sul torace;<br />
• posizione degli operatori:<br />
a. il primo, <strong>di</strong>etro al paziente con la ruota posteriore tra le gambe, mette le proprie<br />
braccia attorno al torace <strong>del</strong> paziente e gli prende gli avambracci incrociati;<br />
b. il secondo, in posizione <strong>di</strong> passo <strong>di</strong> fronte al letto, prende le gambe;<br />
Al segnale i due operatori alzano il paziente: il primo fa un passo <strong>di</strong> lato, mentre il secondo fa<br />
un passo all'in<strong>di</strong>etro.<br />
2. Passaggio dal letto alla barella<br />
• Posizione <strong>del</strong>la barella: parallela al letto;<br />
• posizione <strong>del</strong> paziente: ve<strong>di</strong> sopra;<br />
• posizione degli operatori: ne occorrono tre:<br />
a. il primo tiene il capo <strong>del</strong> paziente;<br />
b. il secondo passa le braccia sotto il busto <strong>del</strong> paziente;<br />
c. il terzo le passa sotto le cosce.<br />
Al segnale stabilito i tre operatori si muovono assieme, sollevando il paziente.<br />
3. Passaggio dalla carrozzina alla seggetta<br />
• Posizione <strong>del</strong>la carrozzina: ve<strong>di</strong> sopra;<br />
• posizione <strong>del</strong> paziente: seduto;<br />
• posizione degli operatori:<br />
a. il primo, alla sinistra <strong>del</strong> soggetto, gli passa un braccio <strong>di</strong>etro la schiena e l'altro<br />
sotto le cosce;<br />
b. il secondo, alla destra <strong>del</strong> soggetto, gli passa un braccio <strong>di</strong>etro la schiena e si<br />
allaccia alla mano <strong>del</strong> primo operatore, mentre l'altro braccio passa sotto la<br />
coscia destra e si allaccia all’altra mano <strong>del</strong>l’operatore.<br />
Al segnale i due operatori sollevano il paziente.<br />
È’ molto <strong>di</strong>fficile per questo tipo <strong>di</strong> paziente, una volta in seggetta, mantenere l'equilibrio anche da<br />
seduto; perciò nei trasferimenti lo si deve assicurare allo schienale con le apposite cinghie.<br />
31<br />
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6 Me<strong>di</strong>co Nefrologo – Ospedale Policlinico <strong>Modena</strong><br />
Trasporto Emo<strong>di</strong>alizzati<br />
a cura <strong>di</strong> Emiliana Ferramosca 6<br />
Capitolo<br />
3<br />
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3. Trasporto Emo<strong>di</strong>alizzati [durata 60 minuti]<br />
IL TRATTAMENTO SOSTITUTIVO DELLA INSUFFICIENZA RENALE<br />
COMPLICANZE LEGATE ALLA DIALISI<br />
ED IMPLICAZIONI PSICO-SOCIALI<br />
OBIETTIVI:<br />
1. Apprendere le nozioni <strong>di</strong> base sulle funzioni <strong>del</strong> rene e sul concetto <strong>di</strong> insufficienza renale<br />
cronica;<br />
2. Apprendere le nozioni <strong>di</strong> base relative al trattamento <strong>di</strong>alitico;<br />
3. Apprendere le problematiche che si possono incontrare durante il trasporto dei pazientI<br />
emo<strong>di</strong>alizzati ed il relativo trattamento.<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
Tra le moltissime funzioni che svolge il rene, la più importante è quella <strong>di</strong> mantenere costante il<br />
volume totale e la composizione <strong>del</strong> liquido nel quale tutte le cellule <strong>del</strong> nostro organismo sono<br />
immerse.<br />
Questo finissimo lavoro <strong>di</strong> regolazione é reso possibile dal fatto che il rene è in grado <strong>di</strong> eliminare,<br />
attraverso le urine, le sostanze tossiche che si accumulano nel sangue (creatinina, urea, acido<br />
urico, ecc.) soprattutto nel processo <strong>di</strong> trasformazione degli alimenti; è anche in grado <strong>di</strong> regolare<br />
in modo perfetto l'eliminazione dei liqui<strong>di</strong> secondo la quantità che viene introdotta.<br />
Il rene è talmente essenziale all'organismo che se smette <strong>di</strong> funzionare <strong>del</strong> tutto, la morte<br />
sopravviene entro 2 o 3 giorni; oltre all'acqua, infatti, l'aumento <strong><strong>del</strong>le</strong> sostanze tossiche risulta<br />
letale per organi fondamentali quali il cuore.<br />
Il rene, ad ogni modo, possiede un'enorme capacità <strong>di</strong> adattamento e <strong>di</strong> resistenza <strong>di</strong> fronte alle<br />
malattie più gravi che possono colpirlo: si può sopravvivere infatti anche con una funzione renale<br />
ridotta al 5% <strong>del</strong> normale.<br />
Tutti possono ammalarsi <strong>di</strong> insufficienza renale cronica, sia gli adulti che i bambini. Le malattie che<br />
colpiscono i reni e possono provocare un'insufficienza renale sono molte e riconoscono cause<br />
molteplici, alcune note, altre poco o per nulla conosciute. Le più frequenti sono le glomerulonefriti,<br />
le infezioni renali, il <strong>di</strong>abete, l'ipertensione arteriosa, l'abuso <strong>di</strong> farmaci (ad es. antidolorifici e alcuni<br />
antibiotici).<br />
Il TRATTAMENTO SOSTITUTIVO<br />
Con il termine terapia sostitutiva si intende una meto<strong>di</strong>ca in grado <strong>di</strong> sostituire in parte la funzione<br />
renale; essa è rappresentata da:<br />
• EMODIALISI, in cui viene utilizzata una macchina (rene artificiale) per la depurazione <strong>del</strong><br />
sangue<br />
• DIALISI PERITONEALE, che utilizza la membrana peritoneale (membrana che ricopre<br />
l'intestino) per la depurazione <strong>del</strong> sangue<br />
• TRAPIANTO RENALE, effettuato solo quando esistono le con<strong>di</strong>zioni cliniche opportune. Il<br />
trapianto renale, da cadavere o da vivente, rimane la forma più completa <strong>di</strong> terapia<br />
sostitutiva <strong>del</strong>l'insufficienza renale cronica terminale<br />
EMODIALISI<br />
L' emo<strong>di</strong>alisi è una tecnica che permette <strong>di</strong> rimuovere le sostanze tossiche che si accumulano<br />
nell'organismo attraverso il "lavaggio" e "filtraggio" <strong>del</strong> sangue me<strong>di</strong>ante l'utilizzo <strong>del</strong> rene<br />
artificiale. Il rene artificiale è un'apparecchiatura che filtra e ripulisce il sangue attraverso uno<br />
speciale filtro.<br />
33<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
Sono oltre 3 milioni i pazienti con insufficienza renale in tutto il mondo e oltre 600.000 in <strong>di</strong>alisi<br />
mentre in Italia le persone sottoposte al trattamento <strong>di</strong>alitico sono oltre 40000 con un incremento<br />
annuo <strong>di</strong> oltre 7000 persone (dati aggiornati alla fine <strong>del</strong> 2001) .<br />
La popolazione <strong>di</strong>alitica a <strong>Modena</strong> e provincia ammonta a circa 600 <strong>di</strong>alizzati.<br />
Il costo <strong>di</strong> una singola seduta <strong>di</strong> emo<strong>di</strong>alisi si aggira intorno ai 200-250 euro: per ottenere una<br />
depurazione efficace si deve eseguire l'emo<strong>di</strong>alisi solitamente tre volte la settimana, a giorni<br />
alterni...Provate ad immaginare i costi !<br />
Ogni seduta <strong>di</strong> <strong>di</strong>alisi dura circa 3-4 ore durante le quali il paziente rimane collegato al rene<br />
artificiale.<br />
L'emo<strong>di</strong>alisi viene effettuata in "punti <strong>di</strong>alisi" attrezzati <strong>di</strong> un rene artificiale: in ospedale, dove sono<br />
presenti me<strong>di</strong>ci e infermieri; nei centri <strong>di</strong> assistenza limitata <strong>di</strong>slocati in ambulatori sul territorio<br />
(anche all'esterno <strong>di</strong> strutture ospedaliere) con la presenza <strong>di</strong> un infermiere; presso il proprio<br />
domicilio. In quest'ultimo caso è necessaria l'assistenza <strong>di</strong> un familiare precedentemente<br />
addestrato all'appren<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>la tecnica, che aiuti il paziente nella esecuzione <strong>del</strong>la <strong>di</strong>alisi.<br />
Gli elementi essenziali <strong>del</strong>la <strong>di</strong>alisi sono:<br />
• l'accesso vascolare;<br />
• il rene artificiale;<br />
• un letto o poltrona-bilancia;<br />
• l'infermiere (un familiare se la <strong>di</strong>alisi è eseguita a domicilio).<br />
L'accesso vascolare può essere <strong>di</strong> due tipi:<br />
FISTOLA ARTERO-VENOSA: consiste nella creazione, me<strong>di</strong>ante un piccolo intervento in<br />
anestesia locale, <strong>di</strong> un collegamento permanente tra un'arteria e una vena <strong>del</strong> braccio,<br />
In questo modo si ottiene un passaggio <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> sangue dall'arteria alla vena così che,<br />
quest'ultima, <strong>di</strong>venga sufficientemente grande e robusta per inserire facilmente i due aghi<br />
che, durante la seduta <strong>di</strong>alitica, verranno collegati alle linee <strong>del</strong> rene artificiale.<br />
Ad ogni trattamento <strong>di</strong>alitico, infatti, il paziente si stende sul letto o sulla poltrona, viene<br />
collegato tramite i due "punti <strong>di</strong> contatto" <strong>del</strong>la vena: quello inferiore serve per portare il<br />
sangue, me<strong>di</strong>ante una pompa, nel filtro <strong>del</strong> rene artificiale dove viene "depurato".<br />
Contemporaneamente il sangue "pulito" che esce dal filtro viene reimmesso nella vena nel<br />
punto <strong>di</strong> contatto superiore.<br />
CATETERE VENOSO CENTRALE, utilizzato in genere nelle <strong>di</strong>alisi eseguite “in urgenza”<br />
oppure destinato a quei pazienti in cui il patrimonio venoso superficiale <strong>del</strong> braccio è<br />
scarso e non permette il confezionamento <strong>di</strong> una fistola artero-venosa. Si tratta <strong>di</strong> un<br />
piccolo “tubo” sintetico posizionato permanentemente nella vena giugulare (a livello <strong>del</strong><br />
collo) oppure nella vena femorale (a livello <strong>del</strong>l’inguine) che consentono il collegamento <strong>del</strong><br />
paziente al rene artificiale.<br />
PROBLEMI LEGATI AL TRATTAMENTO DIALITICO<br />
Nonostante i notevoli progressi tecnologici che hanno migliorato la sicurezza <strong>del</strong> trattamento<br />
emo<strong>di</strong>alitico, l'intervento non è privo <strong>di</strong> rischio. Infatti, sia durante che dopo il trattamento, possono<br />
verificarsi problemi la cui conoscenza permetterà a chi si trovi a fianco al paziente un corretto<br />
intervento spesso senza dover far ricorso al me<strong>di</strong>co.<br />
In particolare, nell'imme<strong>di</strong>ato post-<strong>di</strong>alisi o durante il trasporto <strong>del</strong> paziente, potranno verificarsi:<br />
• emorragie;<br />
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• ipotensione;<br />
• vomito;<br />
• crampi;<br />
• febbre;<br />
• brivi<strong>di</strong>;<br />
• ipertensione.<br />
Ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> analizzare brevemente alcuni <strong>di</strong> questi.<br />
EMORRAGIE<br />
La necessita' <strong>di</strong> somministrare eparina per evitare durante la <strong>di</strong>alisi la coagulazione <strong>del</strong> sangue<br />
nelle linee <strong>del</strong>la macchina da <strong>di</strong>alisi provoca la scoagulazione <strong>del</strong> paziente: ne deriva un<br />
aumentato rischio emorragico durante il trattamento <strong>di</strong>alitico ed anche successivamente. Può<br />
capitare infatti che all'improvviso il paziente abbia per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> sangue anche notevoli dalla sede <strong>di</strong><br />
infissione degli aghi nel braccio: in questo caso l'intervento consiste (dopo aver indossato i guanti!)<br />
nel comprimere con adeguato tampone <strong>di</strong> garze il punto <strong>di</strong> fuoriuscita ematica e,<br />
contemporaneamente, sollevare il braccio in alto in modo da <strong>di</strong>minuire l'afflusso <strong>di</strong> sangue al punto<br />
<strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta.<br />
E' opportuno poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> cotone emostatico da utilizzare assieme al tampone. Generalmente<br />
pochi minuti sono sufficienti ad arrestare l'emorragia.<br />
IPOTENSIONE<br />
E' un'altra evenienza frequente. Il paziente si presenta spesso sudato, non risponde alle<br />
sollecitazioni, perde "colore", ecc.: metterlo subito <strong>di</strong>steso a terra senza nulla al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong>la testa,<br />
sollevare le gambe a 45 gra<strong>di</strong> e tenerlo in questa posizione fino a quando non riprenda i sensi. In<br />
genere bastano 10-15 secon<strong>di</strong> perché il paziente si riprenda : in caso contrario provvedere al<br />
tempestivo trasporto in ospedale, somministrare ossigeno, e in mancanza <strong>del</strong> battito operare il<br />
massaggio car<strong>di</strong>aco.<br />
VOMITO<br />
Dopo la seduta <strong>di</strong>alitica può verificarsi la comparsa <strong>di</strong> vomito, le cui cause sono varie. In post<strong>di</strong>alisi<br />
potrebbe essere dovuto ad una ipotensione (causa frequente). In caso <strong>di</strong> paziente barellato,<br />
aiutarlo a eliminare il materiale emesso, mettendolo in decubito laterale, per evitare che si verifichi<br />
il suo passaggio <strong>del</strong> vomito nelle vie respiratorie. Nel caso in cui il vomito sia striato <strong>di</strong> sangue o sia<br />
ad<strong>di</strong>rittura solo sangue, è necessario riportare il paziente al centro <strong>di</strong>alisi o al Pronto Soccorso più<br />
vicino.<br />
CRAMPI<br />
In questo caso il paziente lamenta contratture molto dolorose più spesso localizzate agli arti<br />
inferiori (pie<strong>di</strong>, polpacci). Tenere <strong>di</strong>stesa completamente la gamba e flettere il dorso <strong>del</strong> piede<br />
verso la gamba stessa oppure consigliare al paziente <strong>di</strong> premere, a gamba <strong>di</strong>stesa, con il piede<br />
verso una superficie qualsiasi (la mano <strong>del</strong>l'operatore ad es.). Utile applicare borsa <strong>di</strong> acqua calda<br />
e/o massaggi.<br />
FEBBRE E BRIVIDI<br />
Quando non siano legati ad un fatto infettivo preesistente alla seduta <strong>di</strong>alitica (es. sindrome<br />
influenzale) possono essere una reazione secondaria al contatto <strong>del</strong> sangue, nel corso <strong>del</strong>la<br />
seduta <strong>di</strong>alitica, con sostanze dette “pirogeni” che sono responsabili <strong>del</strong>la comparsa <strong>di</strong> febbre. Nei<br />
pazienti portatori <strong>di</strong> catetere venoso centrale, lo stesso catetere potrebbe essere la via <strong>di</strong> ingresso<br />
<strong>di</strong> germi responsabili <strong>del</strong>la comparsa <strong>del</strong>la febbre. Brivi<strong>di</strong> e febbre non costituiscono una vera e<br />
propria “urgenza”. In questo caso si invita il paziente a misurare la temperatura una volta al<br />
proprio domicilio, e <strong>di</strong> contattare il me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> loro centro Dialisi al persistere <strong>del</strong>la sintomatologia.<br />
35<br />
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Tra le complicanze legate all’insufficienza renale che potreste incontrare durante il trasporto <strong>del</strong><br />
paziente dal proprio domicilio al centro Dialisi, quin<strong>di</strong> una evenienza PRE-DIALITICA, vi è l’edema<br />
polmonare. Quando il rene perde la sua funzione i pazienti urinano poco o ad<strong>di</strong>rittura non urinano<br />
più. Questo comporta che tutti i liqui<strong>di</strong> assunti dal paziente, più quelli prodotti dalle reazioni<br />
cataboliche <strong>del</strong> nostro organismo, tendono ad accumularsi e ri<strong>di</strong>stribuirsi nel corpo. L’evenienza<br />
più drammatica si verifica quando l’eccesso <strong>di</strong> acqua finisce nei polmoni, provocando quin<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>fficoltà respiratorie che possono essere anche fatali se non si prendono le giuste e tempestive<br />
misure terapeutiche. Se il paziente fa fatica a respirare, bisogna invitarlo a stare in una posizione<br />
seduta o semi-seduta, per favorire lo spostamento <strong>del</strong>l’acqua verso la base dei polmoni e facilitare<br />
quin<strong>di</strong> la respirazione. In caso <strong>di</strong> edema polmonare bisogna portare il paziente imme<strong>di</strong>atamente al<br />
Centro Dialisi, dove, me<strong>di</strong>ante il trattamento <strong>di</strong>alitico, viene rimossa l’acqua in eccesso.<br />
MISURE GENERALI<br />
In caso si rendesse necessaria la misurazione <strong>del</strong>la pressione arteriosa questa dovrà essere presa<br />
sul braccio opposto alla sede <strong>del</strong>la fistola utilizzata per la <strong>di</strong>alisi. E' bene non sollevare mai il<br />
paziente facendo leva sul braccio utile alla <strong>di</strong>alisi, meglio se preso a livello <strong><strong>del</strong>le</strong> ascelle.<br />
In ogni caso sarà opportuno procedere a qualsiasi manovra <strong>di</strong> trasporto sul paziente con molta<br />
attenzione e <strong>del</strong>icatezza vista la facilità al verificarsi <strong>di</strong> fratture ossee soprattutto nei più anziani.<br />
PROBLEMI PSICO-SOCIALI<br />
Come la maggior parte dei pazienti con malattie croniche, anche l'emo<strong>di</strong>alizzato può soffrire <strong>di</strong><br />
manifestazioni psichiatriche che riflettono le <strong>di</strong>fese attivate contro la minaccia <strong>di</strong> una seria malattia.<br />
All'inizio <strong>del</strong>la <strong>di</strong>alisi molti pazienti attraversano una fase <strong>di</strong> adattamento caratterizzata dal dolore<br />
per la per<strong>di</strong>ta irreversibile <strong>del</strong>la salute, dalla paura <strong>del</strong>la morte, dal senso <strong>di</strong> frustrazione per la<br />
mancata autonomia e dal <strong>di</strong>spiacere <strong>di</strong> gravare sulla famiglia.<br />
Il miglioramento <strong><strong>del</strong>le</strong> con<strong>di</strong>zioni soggettive dopo le prime <strong>di</strong>alisi è spesso associato ad un senso <strong>di</strong><br />
sollievo e <strong>di</strong> serenità.<br />
Taluni pazienti <strong>di</strong>ventano ad<strong>di</strong>rittura euforici nel constatare la semplicità <strong>del</strong>l'emo<strong>di</strong>alisi rispetto alla<br />
macchinosità e pericolosità che si erano immaginati.<br />
Tuttavia, la persistente <strong>di</strong>pendenza dalla macchina, l'insorgenza <strong>di</strong> conflitti familiari o col personale<br />
sanitario, la per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la propria immagine a causa <strong>del</strong>la malattia, la <strong>di</strong>fficoltà a continuare l'attività<br />
lavorativa possono produrre in alcuni pazienti uno stato <strong>di</strong> depressione psichica.<br />
In altri pazienti è il concetto <strong>del</strong> trattamento continuo senza guarigione che induce uno stato <strong>di</strong><br />
depressione e <strong>di</strong> conflitto; specialmente questi pazienti puntano tutte le loro speranze su un<br />
trapianto renale.<br />
L'attesa spasmo<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> questo evento da un lato ed il timore che l'eventuale trapianto possa fallire<br />
dall'altro mantengono uno stato <strong>di</strong> tensione.<br />
Inoltre il paziente non è libero <strong>di</strong> mangiare o bere ciò che vuole ed il rapporto sessuale può essere<br />
impe<strong>di</strong>to dalla per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la libido e dal peggioramento <strong><strong>del</strong>le</strong> capacità sessuali che possono<br />
accompagnare l'insufficienza renale.<br />
Ne può conseguire un ulteriore peggioramento <strong>del</strong>la depressione che può condurre nei casi<br />
estremi a tendenze suicide più o meno determinate.<br />
Nell'ambito <strong>di</strong> questa complessa instabilità psichica, il paziente può manifestare un rifiuto o una<br />
scarsa aderenza alla terapia farmacologica ed alle prescrizioni <strong>di</strong>etetiche, innescando così un<br />
conflitto coi me<strong>di</strong>ci, gli infermieri, i familiari, ecc..<br />
Se si guarda alla popolazione <strong>di</strong>alitica si vede che questa è per buona parte costituita da persone<br />
<strong>di</strong> una certa età (i pazienti anziani sono in costante aumento) : ne deriva che il quadro sopra<br />
descritto risulta amplificato dai normali problemi legati all'invecchiamento (ad es. malattie<br />
car<strong>di</strong>ovascolari, sor<strong>di</strong>tà, cecità, artrosi invalidante, per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la memoria, ecc.).<br />
La sensibilità <strong>del</strong> personale me<strong>di</strong>co e parame<strong>di</strong>co, dei volontari, la visita perio<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> un assistente<br />
sociale, l'organizzazione <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> trasporto gratuiti dal domicilio al centro <strong>di</strong>alisi possono<br />
contribuire ad una migliore riabilitazione <strong>del</strong>l'anziano in emo<strong>di</strong>alisi perio<strong>di</strong>ca.<br />
36<br />
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RIASSUNTO<br />
Qui <strong>di</strong> seguito riportiamo alcune <strong><strong>del</strong>le</strong> complicanze che si potrebbero incontrare durante il trasporto degli<br />
emo<strong>di</strong>alizzati con il relativo trattamento:<br />
POST-DIALITICHE (durante il trasporto <strong>del</strong> paziente dal Centro Dialisi al proprio domicilio):<br />
EMORRAGIA dalla fistola artero-venosa: indossare i guanti, tamponare la sede <strong>di</strong><br />
sanguinamento (in modo non troppo energico per evitare danneggiamento <strong>del</strong>l’accesso<br />
vascolare) e posizionare il braccio in posizione <strong>di</strong> scarico. In caso <strong>di</strong> mancato arresto<br />
<strong>del</strong>l’emorragia riportare il paziente al proprio centro <strong>di</strong>alisi.<br />
IPOTENSIONE: metterlo subito <strong>di</strong>steso a terra senza nulla al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong>la testa, sollevare<br />
le gambe a 45 gra<strong>di</strong> e tenerlo in questa posizione fino a quando non riprenda i sensi. In<br />
caso <strong>di</strong> mancata ripresa <strong>del</strong> paziente dopo alcuni secon<strong>di</strong>: provvedere al tempestivo<br />
trasporto in ospedale, somministrare ossigeno, e in mancanza <strong>del</strong> battito operare il<br />
massaggio car<strong>di</strong>aco.<br />
CRAMPI: Tenere <strong>di</strong>stesa completamente la gamba e flettere il dorso <strong>del</strong> piede verso la<br />
gamba stessa oppure consigliare al paziente <strong>di</strong> premere, a gamba <strong>di</strong>stesa, con il piede<br />
verso una superficie qualsiasi.<br />
VOMITO: in caso <strong>di</strong> paziente barellato, aiutarlo a eliminare il materiale emesso, mettendolo<br />
in decubito laterale, per evitare che si verifichi il suo passaggio <strong>del</strong> vomito nelle vie<br />
respiratorie.<br />
PRE-DIALITICHE (durante il trasporto <strong>del</strong> paziente dal proprio domicilio al Centro Dialisi):<br />
DIFFICOLTA’ RESPIRATORIA (ed EDEMA POLMONARE): se il paziente fa fatica a<br />
respirare, bisogna invitarlo a stare in una posizione seduta o semi-seduta. Contattare<br />
imme<strong>di</strong>atamente il Centro Dialisi e decidere se portare il paziente in Pronto Soccorso o<br />
nuovamente in Dialisi.<br />
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Centro Diurno Anziani<br />
a cura <strong>di</strong> Maria Pia Bagnato 7<br />
7 Psicologa e Psicoterapeuta – Responsabile <strong>del</strong>la Formazione per la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> dal 1990<br />
Capitolo<br />
4<br />
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4. Centro Diurno Anziani [durata 60 minuti]<br />
Nonni e volontari. Un progetto <strong>di</strong> integrazione fra socialità e utilità<br />
OBIETTIVI:<br />
Scopo <strong>di</strong> questo capitolo è quello <strong>di</strong> far riflettere sulla situazione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sagio vissuta dagli anziani e sulle risorse <strong>di</strong>sponibili che possono<br />
essere utilizzate per alleviare la sensazione <strong>di</strong> malessere provata dai<br />
nostri nonni.<br />
Inoltre si vuole presentare la nostra proposta: il Centro Diurno "La<br />
Noce", centro nato per dare una risposta ben precisa alle varie<br />
richieste degli anziani.<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
La seguente presentazione è <strong>di</strong>visa in tre parti:<br />
1) l’ipotesi;<br />
2) l’analisi <strong><strong>del</strong>le</strong> risorse: i volontari e l’esperienza dei Centri<br />
Territoriali per la Terza Età;<br />
3) la nostra proposta: il Centro la Noce.<br />
1. L’ipotesi<br />
Attraverso osservazioni cliniche effettuate sia all’interno dei centri territoriali per la<br />
Terza Età, che all’esterno, osservando più semplicemente il quoti<strong>di</strong>ano intorno a<br />
noi e le altre esperienze sul territorio, ci sembra <strong>di</strong> poter affermare che le persone<br />
che appartengono a quella fase <strong>del</strong>la vita chiamata vecchiaia, sono spesso in<br />
una situazione <strong>di</strong> attesa, quin<strong>di</strong>, secondo noi, in parte sono esclusi dal ciclo<br />
produttivo ma in parte anche, riteniamo, auto-esclusi. Come se il loro destino, la<br />
loro vita, non <strong>di</strong>pendessero anche da loro. Sembrerebbe quin<strong>di</strong> che gli altri<br />
solamente possano mo<strong>di</strong>ficare il loro stato, le loro emozioni, i loro mancati<br />
progetti per il domani. Questa è la nostra ipotesi. Prendetela come tale, frutto <strong>di</strong><br />
un’osservazione che abbiamo fatto in questi cinque anni in cui abbiamo<br />
collaborato alla organizzazione e coor<strong>di</strong>namento dei Centri Territoriali per la<br />
Terza Età; peraltro ipotesi che raffigura quella parte <strong>di</strong> anziani che partecipano ai<br />
Centri e <strong>di</strong> questi, stiamo scattando la fotografia <strong>del</strong>la maggioranza, quin<strong>di</strong> anche<br />
noi abbiamo riscontrato qualche eccezione all’interno <strong>del</strong> campione osservato.<br />
Non è certamente una ipotesi innovativa, ma è anche sulla base <strong>di</strong> questa ipotesi<br />
che ruota il nostro progetto: “La Noce”.<br />
I motivi. I motivi sono sicuramente in parte dovuti alle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> salute, al deterioramento<br />
cognitivo, alla <strong>di</strong>minuita autosufficienza e alle psicopatologie che sappiamo essere frequenti nella<br />
Terza Età.<br />
Cre<strong>di</strong>amo però che vi siano anche <strong><strong>del</strong>le</strong> “credenze” legate a queste situazioni, che peraltro, non<br />
sempre sono così <strong>di</strong>sastrose. Questi pensieri/credenze, sono in parte <strong><strong>del</strong>le</strong> persone che vivono<br />
quest’età, ma in parte cre<strong>di</strong>amo siano anche dei messaggi dati dalla Società (che spesso<br />
conferma l’attuale “melo<strong>di</strong>a” culturale che possiamo riassumere nella equazione: vecchio=<br />
malato/incapace/inaffidabile…), quin<strong>di</strong> il fatto <strong>di</strong> non farcela a volte non è vero, il fatto <strong>di</strong> essere<br />
“over 65” coincide con l’essere così stanchi e impossibilitati ad essere persone attive. A questo<br />
punto allora proponiamo una sfida:<br />
- vivere rassegnati per l’impossibilità <strong>di</strong> essere protagonisti con quell’atteggiamento <strong>di</strong><br />
“attesa”;<br />
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APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
oppure<br />
- vivere ricercando questa nuova identità che si trasforma continuamente nel corso <strong>del</strong>la<br />
nostra vita, ricercando ogni giorno <strong>di</strong> essere protagonisti.<br />
Stiamo parlando <strong>di</strong> una identità nuova che è in continua costruzione e mo<strong>di</strong>ficazione; questa<br />
continua trasformazione che caratterizza la nostra vita, non si ferma in un certo momento <strong>del</strong>l’età<br />
adulta, ma va avanti anche dopo.<br />
“Divenne capriolo, <strong>di</strong>venne pesce, <strong>di</strong>venne uomo e serpente,<br />
nuvola e uccello. In ogni forma però era intero, era una<br />
“coppia”, aveva in sé luna e sole, uomo e donna,<br />
scorreva come fiume gemello per le terre,<br />
stava come stella doppia in cielo.”<br />
Herman Hesse – Favola d’amore. Le trasformazioni <strong>di</strong> Pictor<br />
Queste credenze (beliefs) <strong>di</strong>sfunzionali, concetto mutuato dalle teorie cognitive 8 , creano questa<br />
situazione “patogena” più volte confermata per cui, “mi sento vecchio” è uguale a “non ce la posso<br />
fare”, “ho bisogno degli altri”, “senza gli altri non sarò in grado <strong>di</strong> sopravvivere” perché “non posso”,<br />
“non devo”, “mi affatico”, e quin<strong>di</strong> “ho bisogno degli altri perché sono vecchio”… Questo “circolo<br />
vizioso” si auto-alimenta in questo modo e rinforza l’idea che la vecchiaia è un’età da sopravvivere<br />
non da abitare.<br />
Come già abbiamo anticipato prima, noi non siamo d’accordo. Preferiamo pensare, per esempio, al<br />
ciclo <strong>di</strong> vita proposto da Erikson, per il quale gli sta<strong>di</strong> psicosociali si percorrono in una continua<br />
evoluzione e quin<strong>di</strong> le persone hanno il <strong>di</strong>ritto, e in parte anche il dovere, <strong>di</strong> ricostruirsi sempre una<br />
nuova identità in modo attivo. Se è vero che siamo all’interno <strong>di</strong> questo ciclo <strong>di</strong> vita, e se è vero che<br />
siamo noi che costruiamo questa possibilità, è opportuno interrompere quel circolo vizioso che abbiamo<br />
visto prima.<br />
Cosa può mettere a <strong>di</strong>sposizione la Croce Blu?<br />
2. Passiamo alla seconda parte <strong>del</strong>la presentazione: le risorse.<br />
Abbiamo detto che le risorse che la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> può mettere a <strong>di</strong>sposizione sono: i volontari e<br />
l’esperienza dei Centri Territoriali che abbiamo fatto con altri partners.<br />
La prima risorsa: i volontari.<br />
Pren<strong>di</strong>amo i dati dalla ricerca 9 che abbiamo svolto all’interno <strong>del</strong>la<br />
nostra Pubblica Assistenza nel 1998, con un campione <strong>di</strong> 107<br />
volontari. Dalla ricerca emerge che i volontari, analizzati attraverso<br />
la somministrazione <strong>di</strong> un questionario, sono in maggioranza<br />
maschi, studenti, con un’età compresa tra i <strong>di</strong>ciannove e i<br />
trent’anni, quin<strong>di</strong> un campione molto giovane, in maggioranza con<br />
un titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> scuola me<strong>di</strong>a superiore; sono infine quasi<br />
sempre alla prima esperienza <strong>di</strong> volontariato. Abbiamo analizzato<br />
anche alcune altre variabili: la motivazione, la sod<strong>di</strong>sfazione, la percezione <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong><br />
servizio, cioè come i volontari si sentono all’interno <strong>del</strong>l’associazione per le attività che svolgono.<br />
Sempre tramite il questionario, abbiamo poi chiesto ai volontari <strong>di</strong> segnare in una scala <strong>di</strong><br />
accordo/<strong>di</strong>saccordo da 1 a 5, quanto erano d’accordo con 48 items che consistevano in<br />
8 Il mestiere <strong>di</strong> psicoterapeuta – Cesare De Silvestri, Astrolabio 1999<br />
9 Volontariato verso il 2000, quale ruolo? Una ricerca sul territorio modenese. Maria Pia Bagnato 1998<br />
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APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
affermazioni; sulle risposte <strong>di</strong> accordo/<strong>di</strong>saccordo ottenute abbiamo estrapolato 5 fattori attraverso<br />
l’analisi fattoriale dalla quale abbiamo ottenuto 5 fattori; su questi 5 fattori abbiamo fatto alcune<br />
ricerche che noi qui tralasciamo, in particolare il fattore che a noi interessa in specifico per questo<br />
incontro è il “bisogno <strong>di</strong> relazione/sod<strong>di</strong>sfazione personale”.<br />
Perché ci interessa? Perché secondo noi, si vede chiaramente che all’interno <strong>del</strong>la nostra<br />
associazione c’è una buona sod<strong>di</strong>sfazione, i volontari stanno bene assieme, e soprattutto questo<br />
fattore “bisogno <strong>di</strong> relazione/sod<strong>di</strong>sfazione personale” rileviamo che correla con la presenza <strong>di</strong><br />
amici che svolgono attività <strong>di</strong> volontariato. Più sale la risposta <strong>di</strong> “sì, ho amici che svolgono l’attività<br />
<strong>di</strong> volontariato”, più la sod<strong>di</strong>sfazione personale sale (cioè i punteggi positivi al fattore, aumentano).<br />
Possiamo <strong>di</strong>re allora che sicuramente la ricerca conferma quello che evidentemente si può<br />
riscontrare anche partecipando ad alcuni momenti sociali, notando allora dall’esterno che i<br />
volontari stanno bene in Associazione e che <strong>di</strong> questo ne percepiscono la buona qualità.<br />
Una nota solamente per ricordare che i volontari con punteggi più critici nei confronti <strong>del</strong>l’associazione e<br />
<strong>del</strong>la formazione al servizio, anche se sempre comunque più che sod<strong>di</strong>sfatti, erano i volontari più<br />
giovani. Come noto, la formazione è un percorso molto articolato e <strong>di</strong> faticosa percezione, per cui è<br />
<strong>di</strong>fficile comprendere la complessità <strong>di</strong> questa attività soprattutto nella nostra associazione, dove sono<br />
previsti vari livelli <strong>di</strong> formazione con corrispondenti <strong>di</strong>versi percorsi formativi. Nella ricerca, i punteggi <strong>di</strong><br />
criticità nei confronti <strong>del</strong>la formazione erano più alti nei soggetti con un’esperienza <strong>di</strong> volontariato più<br />
bassa, quin<strong>di</strong> con una minore anzianità <strong>di</strong> servizio; quando l’anzianità <strong>di</strong> servizio sale, riscontriamo<br />
giu<strong>di</strong>zi più positivi. Il valore assoluto era in ogni caso un punteggio sempre <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione alta. Questi<br />
dati sono confermati da un campione in esame ora: stiamo infatti svolgendo la stessa ricerca sia sulla<br />
Pubblica Assistenza <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> - per confrontare i dati dopo cinque anni - sia sulle Pubbliche Assistenze<br />
<strong>del</strong>la provincia per un confronto fra le associazioni <strong>del</strong> territorio provinciale per verificare eventuali<br />
<strong>di</strong>fferenze significative Sono cinquemila i volontari <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> , 31 le Pubbliche<br />
Assistenze.<br />
È stata presentata questa fotografia molto veloce, per <strong>di</strong>re che secondo noi il progetto la Noce può<br />
essere preso in considerazione, le risorse ci sono, perché questa carica emotiva e questa<br />
relazionalità che esiste all’interno <strong>del</strong>la nostra associazione può essere un fattore interessante, e<br />
come per altri progetti può essere il volano per sperimentare questa nuova opportunità.<br />
L’altra risorsa è rappresentata dai Centri Territoriali.<br />
Come è stato detto più volte, la loro origine viene dall’esperienza <strong>di</strong> Anna<br />
Bulgarelli e Vittorio Saltini (allora Presidente <strong>di</strong> ARCI <strong>Modena</strong>), che<br />
rientrati da un Congresso sul volontariato a Washington alcuni anni fa,<br />
pensarono <strong>di</strong> sperimentare questa formula <strong>di</strong> <strong>di</strong>urno per anziani.<br />
Nascono come proposta <strong>di</strong> attività ricreative e <strong>di</strong> animazione per anziani<br />
che vivono prevalentemente soli e che necessitano <strong>di</strong> integrarsi nel<br />
tessuto sociale <strong>di</strong> appartenenza. Anche questo nasce come progetto<br />
sperimentale che vede la collaborazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi attori sociali. La prima<br />
esperienza risale al 1995. Erano un totale <strong>di</strong> 4 Centri Territoriali<br />
corrispondenti alle 4 circoscrizioni <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>.<br />
All’inizio il progetto si realizzava solo d’estate e infatti era chiamato "Centri Estivi <strong>del</strong>la Terza Età".<br />
Adesso sono organizzati durante l’intero anno.<br />
Gli enti promotori, in collaborazione per la realizzazione perio<strong>di</strong>ca dei Centri, sono: il Comune <strong>di</strong><br />
<strong>Modena</strong>, in particolare l’Assessorato alla Politiche Sociali, la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e le altre<br />
associazioni <strong>di</strong> volontariato ARCI, ASS.SO, AUSER, Caritas Diocesana, Comitato Anziani, UISP.<br />
Dal 1997 il coor<strong>di</strong>namento dei Centri è stato affidato alla Cooperativa Sociale Oltre il Blu. Gli<br />
obiettivi dei Centri Territoriali sono: stimolo alla socializzazione e allo scambio intergenerazionale, i<br />
“nonni” infatti trascorrono la giornata con persone giovani con le quali possono con<strong>di</strong>videre e<br />
scambiare idee ed emozioni; creazione <strong>di</strong> relazioni amicali, prevenzione <strong>del</strong>la solitu<strong>di</strong>ne e<br />
<strong>del</strong>l’emarginazione sociale; utilizzo <strong><strong>del</strong>le</strong> potenzialità residue; mantenimento <strong>del</strong>l’autonomia.<br />
Sono rivolti alle persone che hanno compiuto 65 anni ed autosufficienti. Si rivolgono probabilmente<br />
a quella fascia <strong>di</strong> persone che si pongono tra la <strong>di</strong>fficoltà acuta e la fragilità.<br />
Adesso si svolgono in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi come anticipavo prima: primaverile, estivo, autunnale,<br />
invernale. L’anno scorso sono stati accolti ai Centri in ogni periodo una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 115 anziani<br />
41<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
<strong>di</strong>stribuiti nelle quattro se<strong>di</strong>, e dalla primavera 2000 all’estate 2002 abbiamo registrato più <strong>di</strong><br />
13.000 trasporti.<br />
Queste sono le attività: Gioco <strong><strong>del</strong>le</strong> carte, Lettura <strong>del</strong> giornale, Passeggiate, Attività graficopittoriche,<br />
Quiz e cruciverba, Ascolto musica, Attività motoria, Tombola. Ultimamente abbiamo<br />
inserito una nuova attività: il ‘quiz musicale’, grazie alla collaborazione <strong>di</strong> Sara che, assieme agli<br />
operatori <strong>del</strong> comune <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, ai volontari ed al coor<strong>di</strong>natore dei Centri,<br />
ha messo in pie<strong>di</strong> questo progetto <strong>di</strong> “musicoterapia”. Gli obiettivi <strong>di</strong> questa<br />
attività sono: stimolazione mnemonica, stimolazione alla socializzazione,<br />
coinvolgimento semplice e <strong>di</strong>retto <strong>del</strong>la musica, stimolo <strong>del</strong> tono <strong>del</strong>l’umore<br />
grazie all’aspetto lu<strong>di</strong>co e musicale <strong>del</strong>l’attività.<br />
Gli orari dei centri sono scan<strong>di</strong>ti dalle attività, gli utenti arrivano al mattino;<br />
Ore 10,00 accoglienza, Ore 10,30 attività grafico pittoriche e lettura <strong>del</strong><br />
giornale, ore11,30 ginnastica, Ore 12,15 pranzo, Ore 13,30 attività varie:<br />
musicoterapia o altro, Ore 14,30 Tombola, Ore 16,00 saluti e chiusura; i volontari e i mezzi <strong>del</strong>la<br />
Croce Blu riportano gli ospiti dei Centri alle loro case.<br />
Il servizio è svolto dall’animatrice messa a <strong>di</strong>sposizione dal Comune <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, dagli operatori <strong>di</strong><br />
base, dai volontari e dagli obiettori <strong>di</strong> coscienza o giovani in servizio civile.<br />
3. Siamo all’ultima parte: la nostra proposta.<br />
Dai Centri territoriali al Centro <strong>di</strong>urno La Noce, nonni e volontari verso un<br />
progetto <strong>di</strong> integrazione. Perché? La nostra idea è quella <strong>di</strong> creare un centro<br />
<strong>di</strong>urno con le stesse caratteristiche e le stesse attività dei Centri, vorremmo<br />
però offrire la possibilità ai nonni <strong>di</strong> stare insieme ai più giovani ed anche <strong>di</strong><br />
poter fare qualcosa, e quin<strong>di</strong> dare loro <strong>di</strong> nuovo quella potenzialità in termini<br />
<strong>di</strong> ciclo produttivo, <strong>di</strong> sentirsi vivi, <strong>di</strong> sentire <strong>di</strong> potere fare qualcosa, perché -<br />
ne siamo convinti - qualcosa possono fare. In qualche modo la nostra<br />
“<strong>di</strong>storsione”, frutto ormai <strong>di</strong> vent’anni <strong>di</strong> volontariato, per cui ve<strong>di</strong>amo tutto<br />
filtrato da questo mondo, ci porta a insistere affinché anche i nonni facciano i<br />
volontari, ovviamente nelle <strong>di</strong>mensioni in cui ciò è possibile. La nostra Associazione non fa solo<br />
servizio <strong>di</strong> emergenza-urgenza, per il quale la città in prevalenza ci conosce, ma svolge anche<br />
altre attività sociali. Inoltre vi sono spesso tanti servizi e attività interne che servono all’attività <strong>di</strong><br />
trasporto malati, che potrebbero essere svolte dai nonni durante la giornata presso la Noce.<br />
Cre<strong>di</strong>amo che questa convivenza assieme possa essere una buona<br />
opportunità. Questa è la nostra scommessa. Le attività ricreative, saranno<br />
le stesse dei Centri Territoriali, in più sperimenteremo questa proposta <strong>di</strong><br />
“nonni volontari”. Non possiamo per <strong>di</strong>versi motivi lasciare spazio alla<br />
persistenza <strong>di</strong> quello stereotipo <strong>di</strong> vecchiaia come “fine dei giochi” che a<br />
volte incontriamo sia nei racconti <strong>di</strong> chi vive questa età, sia nella percezione<br />
<strong>del</strong>la società. Da una parte vi è il valore <strong>del</strong>l’identità <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo, che<br />
vorremmo far emergere. Ma dall’altra, anche una constatazione <strong>di</strong> risorse<br />
non infinite, sia economiche che umane. Perciò non può davvero esistere e<br />
sopravvivere quel modo <strong>di</strong> pensare, quella credenza in<strong>di</strong>viduale e collettiva<br />
descritta più sopra. Occorre lavorare in prevenzione e nel sociale affinché<br />
ognuno <strong>di</strong> noi possa costruire una vita migliore in un mondo globalmente<br />
migliore.<br />
Riassunto:<br />
Concludo <strong>di</strong>cendo che siamo partiti da questa provocazione che non appartiene a tutti, perché gli<br />
anziani non sono tutti “in attesa” ovviamente… abbiamo fatto questa ipotesi un po’ faticosa.<br />
Abbiamo detto: noi ci siamo, possiamo mettere a <strong>di</strong>sposizione queste risorse: una risorsa sono i<br />
volontari, l’altra è la nostra esperienza dei Centri Territoriali.<br />
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Abbiamo infine fatto una proposta, che probabilmente non ha caratteristiche <strong>di</strong> eccezionalità o<br />
unicità. Cre<strong>di</strong>amo solamente che possa essere un altro progetto sul quale sperimentarci come<br />
Pubblica Assistenza <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
“Il bimbo ristette lo sguardo era triste e gli occhi guardavano cose mai viste e poi<br />
<strong>di</strong>sse al vecchio con voce sognante:<br />
mi piaccion le fiabe, raccontane altre…”<br />
Francesco Guccini, Il vecchio e il bambino<br />
Allario Mario, I nuovi anziani: interessi e aspettative. Franco Angeli, 2003<br />
Paola Valeria Ceriani, Simona Donegani, Chiara Mazzetti, Clau<strong>di</strong>a Osculati, Dare Vita agli anni.<br />
Salute e benessere in Terza e Quarta età. Mc Graw Hill, 2003<br />
Bizzini L., Cognitive Psichotherapy in the treatment of Personality Disorders in the Aged. In Perris<br />
e McGorry 1998<br />
De Beauvoir Simon, La Terza età. Einau<strong>di</strong>, 2002<br />
De Silvestri Cesare, I Fondamenti teorici e clinici <strong>del</strong>la Terapia Razionale Emotiva. Astrolabio Casa<br />
E<strong>di</strong>trice, 1981<br />
De Silvestri Cesare, Il mestiere <strong>di</strong> psicoterapeuta. Astrolabio Casa E<strong>di</strong>trice, 1999<br />
Robert O. Hansson, Ph.D., and Bruce N. Carpenter, Ph.D. Relationships in old age. Guilford<br />
Publications, 1994<br />
Cesa Bianchi Marcello, La psicologia <strong>del</strong>l’invecchiamento. Caratteristiche e problemi. Carocci,<br />
2001.<br />
Cesa Bianchi Marcello; Vecchi T., Elementi <strong>di</strong> psicogerontologia. Milano, Franco Angeli, 1998.<br />
Chattat R., La valutazione in Psicologia Gerontologia. Pitagora E<strong>di</strong>trice Bologna, 2000.<br />
Erikson, I cicli <strong>di</strong> vita. Armando E<strong>di</strong>tore, 1999.<br />
Hersen Van Hasselt, Trattamenti psicologici nell’anziano. Mc Graw libri Italia, 1998.<br />
Maria Rosaria Liscio, Maria Caterina Cavallo, La malattia <strong>di</strong> Alzheimer - Dall’epistemologia alla<br />
comunicazione non verbale. Mc Graw Hill, 2000<br />
Moser Fabio, Pezzati Rita, Un’età da abitare. Identità e narrazione nell’anziano. Bollati Borighieri<br />
Torino, 2002<br />
Scocco Paolo, De Leo Diego, Pavan Luigi, Manuale <strong>di</strong> psicoterapia <strong>del</strong>l’anziano. Bollati Borighieri<br />
Torino, 2001.<br />
Terzo rapporto sugli anziani in Italia (2002-2003) Franco Angeli<br />
43<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
Psicopatologia<br />
a cura <strong>di</strong> Maria Pia Bagnato 10<br />
Jack Nicholson – dal film “Qualcosa è cambiato”<br />
Oscar per il miglior attore protagonista nel 1998.<br />
10 Psicologa Psicoterapeuta – Responsabile <strong>del</strong>la Formazione per la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> dal 1990<br />
Capitolo<br />
5<br />
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5. Psicopatologia [durata 90 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
• conoscenza <strong>di</strong> quale sia il miglior supporto psicologico <strong>del</strong> volontario nei confronti <strong>del</strong><br />
paziente durante il trasporto, per garantire la qualità <strong>del</strong> servizio;<br />
• descrizione <strong>di</strong> alcune <strong><strong>del</strong>le</strong> più comuni Psicopatologie (<strong>di</strong>sturbi d’ansia, <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>l’umore).<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
“Mostrai il mio capolavoro alle persone gran<strong>di</strong>, domandando se il <strong>di</strong>segno li spaventava.<br />
Ma mi risposero: “ Spaventare? Perché mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?”.<br />
Il mio <strong>di</strong>segno non era il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> un cappello.<br />
Era il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> un boa che <strong>di</strong>geriva un elefante.<br />
Affinché vedessero chiaramente che cos’era, <strong>di</strong>segnai l’interno <strong>del</strong> boa.<br />
Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai gran<strong>di</strong>.<br />
Il mio <strong>di</strong>segno numero due si presentava così:<br />
"Ecco il mio segreto. E' molto semplice:<br />
non si vede bene che col cuore.<br />
L'essenziale è invisibile agli occhi."<br />
Il piccolo principe<br />
<strong>di</strong> ANTOINE DE SAINT-EXUPERY<br />
Le persone trasportate in ambulanza soffrono per un dolore fisico evidente (malattia cronica o<br />
acuta, politrauma, emorragia…) alla quale si affianca anche una sofferenza psichica che noi non<br />
ve<strong>di</strong>amo ma che sicuramente c'è.<br />
Le malattie fisiche <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong>sagio psicologico per la loro invasività in tutti i campi <strong>del</strong>la vita e per<br />
i deficit che causano nel paziente.<br />
Il malato trasportato ha pertanto bisogno <strong>di</strong> essere assistito/supportato anche dal punto <strong>di</strong> vista<br />
psicologico.<br />
Sono ormai <strong>di</strong>versi anni che abbiamo inserito nei nostri Corsi <strong>Base</strong> e anche in quelli per<br />
l’emergenza-urgenza VSA (Volontario Soccorritore <strong>ANPAS</strong>), moduli sulla psicopatologia, sul<br />
supporto psicologico e sulla psicologia <strong>del</strong>l’emergenza. I volontari apprendono nozioni per<br />
affrontare l’intervento <strong>di</strong> emergenza o, più semplicemente per un trasporto sanitario, imparando ad<br />
utilizzare presi<strong>di</strong> e tecniche che consentono un trasporto adeguato, riteniamo però fondamentale<br />
aggiungere nozioni anche per la parte <strong>di</strong> sofferenza psichica <strong>del</strong> trasportato. Questi sono gli<br />
obiettivi <strong>del</strong> nostro incontro.<br />
Secondo noi la competenza umana (non è necessario essere professionisti) e la<br />
competenza tecnica sono i due elementi che possono garantire la qualità <strong>del</strong> servizio e il<br />
benessere <strong>del</strong> paziente.<br />
45<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
OBIETTIVI dei MODULI # 26 e 28<br />
STANDARD FORMATIVI <strong>ANPAS</strong> ©<br />
1^ parte: Cosa s’intende per supporto psicologico al paziente? (modulo 26)<br />
Attenuare sul piano “umano” / emozionale le <strong>di</strong>fficoltà che vivono i pazienti durante il trasporto.<br />
Competenza tecnica +<br />
Competenza “umana” / emozionale =<br />
QUALITA’ DEL SERVIZIO<br />
Che fare?<br />
Il dolore provato dal paziente è sia FISICO che<br />
PSICHICO, al <strong>di</strong> là <strong>del</strong>la patologia sofferta.<br />
Solo una buona integrazione fra competenza a livello tecnico e livello psicologico<br />
portano ad un intervento <strong>di</strong> buona qualità e <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione sia <strong>del</strong> volontario che<br />
<strong>del</strong> paziente pur nella sofferenza.<br />
Che ruolo ha il volontario?<br />
Possiamo <strong>di</strong>re che è specialista nel secondo livello pur avendo –nel nostro territorio<br />
modenese – anche un’ottima preparazione tecnica.<br />
Svilupperemo questo pensiero utilizzando due macro argomenti:<br />
- il lavoro <strong>di</strong> gruppo<br />
- la comunicazione<br />
2^ parte: Un breve excursus sulle Psicopatologie più comuni. (modulo 28)<br />
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Il Lavoro <strong>di</strong> Gruppo<br />
I parte<br />
Supporto Psicologico durante il trasporto<br />
Quando usciamo in ambulanza per svolgere un servizio, con noi vengono altri soccorritori, con i<br />
quali dovremo collaborare. Sicuramente se cercassimo <strong>di</strong> operare ognuno per conto proprio<br />
finiremmo per intralciarci e creare confusione, se invece ci integriamo sud<strong>di</strong>videndoci i compiti,<br />
allora tutto risulterà più facile e or<strong>di</strong>nato. E' inutile recarsi in due alla ra<strong>di</strong>o ricetrasmittente per<br />
comunicare con il 118, oppure salire in due sull'ambulanza per prendere la steccobenda… Il nostro<br />
servizio deve essere rapido e funzionante, non devono esserci confusione e incomprensioni,<br />
come, ad esempio, <strong>di</strong>scussioni in presenza <strong>del</strong>la persona soccorsa sull'utilizzo o meno <strong>del</strong> cotone<br />
e <strong>del</strong>la garza sterile.<br />
Per raggiungere una buona armonia nel gruppo è quin<strong>di</strong> necessario che ogni singolo<br />
soccorritore si impegni a tenere degli atteggiamenti professionali e collaborativi avendo<br />
come obiettivo il benessere <strong>del</strong>la persona trasportata.<br />
Cerchiamo allora <strong>di</strong> illustrare qualche accorgimento utile per migliorare la collaborazione fra i<br />
volontari.<br />
Parole Chiave:<br />
Interazione - termine usato in psicologia e sociologia: relazione fra due persone; interazione<br />
sociale, in cui ciascun soggetto mo<strong>di</strong>fica i propri comportamenti in rapporto a quelli <strong>del</strong>l'altro,<br />
anticipandoli o rispondendovi.<br />
Integrazione – termine usato in fisiologia: coor<strong>di</strong>nazione e confluenza <strong>di</strong> più funzioni elementari in<br />
un'attività complessa 11 .<br />
L'Atteggiamento Professionale<br />
Quest'ambito comprende alcuni comportamenti e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> presentarsi che trasmettono<br />
imme<strong>di</strong>atamente un senso <strong>di</strong> fiducia e sicurezza nelle competenze ed abilità tecniche <strong>del</strong><br />
volontario soccorritore. E' molto importante per una persona sofferente sentirsi aiutato da qualcuno<br />
in grado <strong>di</strong> alleviare il suo dolore.<br />
I punti fondamentali possono venire riassunti come segue:<br />
• indossare sempre la <strong>di</strong>visa pulita ed in or<strong>di</strong>ne, esponendo bene in vista il tesserino <strong>del</strong>la<br />
propria associazione;<br />
• curare il proprio aspetto fisico: per fare solo un esempio possiamo immaginare la <strong>di</strong>ffidenza<br />
che provocherebbe nella persona soccorsa una volontaria che si presentasse con tacchi alti ed<br />
un numero <strong>di</strong> anelli tale da impe<strong>di</strong>rle <strong>di</strong> infilarsi velocemente i guanti sterili, oppure un ragazzo<br />
con i pantaloni corti, la barba incolta; oppure vedere lo stesso gruppo <strong>di</strong> soccorritori con<br />
<strong>di</strong>verse <strong>di</strong>vise, più o meno in or<strong>di</strong>ne…;<br />
• gestire e controllare in modo ottimale le proprie emozioni: il volontario può provare ansia<br />
rispetto alle sue capacità <strong>di</strong> affrontare questa situazione, paura <strong>di</strong> un eventuale contagio o <strong>di</strong><br />
potersi comunque far <strong>del</strong> male, dolore per la situazione <strong>del</strong>la persona soccorsa, o ancora<br />
fasti<strong>di</strong>o, insofferenza, noia, ecc… Qualsiasi tipo <strong>di</strong> emozione va comunque controllata e non<br />
comunicata/trasferita alla persona soccorsa; è opportuno al rientro confrontarsi con gli altri<br />
volontari, e quin<strong>di</strong> esternare le proprie <strong>di</strong>fficoltà con loro o chiedere un appuntamento con la<br />
Direzione Sanitaria <strong>del</strong>l’Associazione;<br />
• rapportarsi rispettosamente e gentilmente con la persona soccorsa ed i suoi eventuali<br />
accompagnatori; non dobbiamo mai <strong>di</strong>menticare che siamo lì per soccorrere una persona che<br />
11 Dizionario De Mauro – Bruno Mondadori e<strong>di</strong>tori. 2000<br />
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è già in <strong>di</strong>fficoltà, non possiamo quin<strong>di</strong> aumentare la sofferenza <strong>del</strong> trasportato con<br />
comportamenti poco gentili o intolleranti;<br />
• svolgere con sicurezza le manovre <strong>di</strong> soccorso: incontrare un volontario che non <strong>di</strong>mostra<br />
<strong>di</strong>sinvoltura nell'alzare lo schienale <strong>del</strong>la barella o che non sa immobilizzare una gamba,<br />
genera sicuramente paura e ansia nella persona soccorsa oltre che confusione all'interno<br />
<strong>del</strong>l’equipaggio; anche in questo caso se il volontario si trova in <strong>di</strong>fficoltà può chiedere aiuto<br />
agli altri e al rientro in sede, dovrà farsi spiegare da volontari più esperti quella manovra che<br />
durante il servizio non ricordava;<br />
• esau<strong>di</strong>re con attenzione ed interesse le richieste comunicate dalla persona soccorsa, nei<br />
limiti esplicitati nel protocollo <strong>di</strong> intervento e dal ruolo <strong>del</strong> Volontario Soccorritore: non rispettare<br />
i protocolli creerebbe dei <strong>di</strong>ssapori e dei motivi <strong>di</strong> conflitto nell’equipaggio e <strong>di</strong>mostrerebbe<br />
inoltre l'incapacità <strong>di</strong> attenersi e <strong>di</strong> rispettare i compiti ed i doveri impliciti nel ruolo <strong>di</strong> volontario<br />
soccorritore che si riveste nel momento <strong>del</strong>l'intervento;<br />
• non mettersi mai a <strong>di</strong>scutere davanti alla persona soccorsa! Ogni <strong>di</strong>scussione va<br />
rimandata in un momento e in un luogo più opportuni per un appropriato chiarimento fra<br />
l’equipaggio.<br />
L'Atteggiamento Collaborativo<br />
La collaborazione e la cooperazione sono i due aspetti principali che <strong>di</strong>fferenziano un<br />
Gruppo da un ‘Gruppo <strong>di</strong> Lavoro’.<br />
Con il termine "gruppo" si in<strong>di</strong>ca una "pluralità <strong>di</strong> soggetti in interazione impegnati a sod<strong>di</strong>sfare i<br />
propri bisogni in<strong>di</strong>viduali". Si intende cioè un insieme <strong>di</strong> persone che, pur trovandosi<br />
contemporaneamente nello stesso luogo, sono impegnate ognuna ad occuparsi dei propri bisogni,<br />
senza cercare <strong>di</strong> trovare uno scopo comune che possa racchiudere ed utilizzare tutte le risorse<br />
presenti. Esemplificando possiamo vedere un gruppo in una squadra <strong>di</strong> soccorritori in cui ognuno<br />
agisce compiendo le manovre in cui si sente più sicuro, senza preoccuparsi <strong>di</strong> cosa stiano facendo<br />
i suoi compagni.<br />
Il gruppo <strong>di</strong> lavoro è invece un "insieme <strong>di</strong> persone in integrazione, ossia impegnati ad<br />
integrare i bisogni in<strong>di</strong>viduali per produrre un lavoro <strong>di</strong> gruppo" quin<strong>di</strong> un risultato<br />
complesso che non è dato semplicemente dalla somma <strong><strong>del</strong>le</strong> parti.<br />
Rientra in questa definizione la problematica <strong>di</strong> come riuscire a sfruttare al meglio le risorse<br />
presenti: se si <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un soccorritore alto e robusto e <strong>di</strong> una soccorritrice abituata a<br />
comunicare con la gente, al primo verranno affidati tutti i compiti più pesanti mentre la seconda si<br />
de<strong>di</strong>cherà maggiormente alla sfera relazionale.<br />
Così facendo otterremo un lavoro <strong>di</strong> gruppo, ossia "un'azione complessa propria <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong><br />
lavoro, richiedente oltre alla pianificazione ed allo svolgimento <strong>del</strong> mandato organizzativo, anche la<br />
gestione <strong><strong>del</strong>le</strong> relazioni interpersonali all'interno <strong>del</strong> gruppo".<br />
Ciò che si ottiene è qualcosa <strong>di</strong> più e <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso da ciò che ogni singolo in<strong>di</strong>viduo potrebbe<br />
produrre. Tramite lo scambio <strong>di</strong> informazioni e <strong>di</strong> conoscenze con i propri colleghi, si può<br />
accrescere la propria competenza migliorando in tal modo la qualità <strong>del</strong> servizio offerto.<br />
Affinché tutto ciò si realizzi è necessario che, oltre ad esserci stima e fiducia reciproca ed avere<br />
sempre in mente il nostro ruolo <strong>di</strong> soccorritori che esula da qualsiasi altra motivazione che ci ha<br />
portato ad avvicinarci al volontariato, emerga all'interno <strong>del</strong>la squadra un leader che può variare a<br />
seconda <strong>del</strong>la situazione in cui ci si trova. Questa figura può essere definita come una persona che<br />
"lavora con il gruppo e non per o sul gruppo: non si sostituisce ad esso ne' nelle decisioni ne' nel<br />
superamento <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>fficoltà". La sua funzione è <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> "ottimizzare le risorse <strong>di</strong>sponibili<br />
all'interno <strong>del</strong> gruppo sia in termini operativi che relazionali".<br />
Il leader risulta quin<strong>di</strong> essere un soccorritore che durante un determinato servizio si impegna a<br />
rendere più fluido il lavoro cercando <strong>di</strong> integrare nel miglior modo possibile le risorse presenti. Nel<br />
caso in cui ad esempio, la squadra sia impegnata in un soccorso stradale ed uno dei soccorritori<br />
abbia svolto <strong>di</strong> recente un servizio simile o gli sia capitato <strong>di</strong> trovarsi molto spesso in situazioni<br />
analoghe, spetterà probabilmente a lui rivestire questo <strong>di</strong>fficile compito <strong>di</strong> integrazione ed<br />
48<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
armonizzazione <strong>del</strong> servizio. Un altro esempio potrebbe riguardare il caso in cui si crei una<br />
squadra in cui un solo soccorritore ha già avuto modo <strong>di</strong> operare almeno una volta con tutti i suoi<br />
compagni; risulterà naturale che sia lui a gestire le relazioni e la coor<strong>di</strong>nazione all'interno <strong>del</strong><br />
gruppo.<br />
Questi casi sottolineano ulteriormente il fatto che il leader non è detto che sia il<br />
soccorritore più esperto, né che sia sempre lo stesso, in<strong>di</strong>pendentemente dalle situazioni<br />
affrontate. Per raggiungere dei buoni risultati <strong>di</strong> gruppo è in<strong>di</strong>spensabile lavorare in modo<br />
elastico e adattabile alle esigenze <strong>del</strong> momento, evitando <strong>di</strong> fossilizzarsi su idee<br />
gerarchiche e inflessibili.<br />
Gli atteggiamenti collaborativi che devono contrad<strong>di</strong>stinguere il leader devono perciò ritrovarsi in<br />
qualsiasi soccorritore <strong>di</strong> qualsiasi squadra.<br />
Un buon grado <strong>di</strong> cooperazione ed unione può essere raggiunto attenendosi a poche ma<br />
fondamentali azioni:<br />
• usare un linguaggio chiaro, comune e comprensibile da tutti i componenti <strong>del</strong> gruppo;<br />
• rispettare la <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> opinioni;<br />
• assumere comportamenti gentili e <strong>di</strong>sponibili alla cooperazione;<br />
• <strong>di</strong>mostrare sicurezza personale e spirito <strong>di</strong> intraprendenza;<br />
• dopo averle <strong>di</strong>scusse assieme, adeguarsi alle decisioni prese dal gruppo;<br />
• rispettare la posizione <strong>di</strong> leader, mantenendosi in un atteggiamento <strong>di</strong> critica attenta e<br />
costruttiva;<br />
• dopo aver terminato il servizio, <strong>di</strong>scutere con il gruppo le proprie incertezze, dubbi e<br />
preoccupazioni circa i servizi svolti.<br />
Supporto Psicologico<br />
Introduzione<br />
Nelle azioni <strong>di</strong> soccorso che ogni volontario si trova quoti<strong>di</strong>anamente a svolgere, tutto deve essere<br />
eseguito nel rispetto <strong>di</strong> standard e criteri appositamente prefissati ed insegnati, senza lasciare<br />
nulla all'intuito ed alle caratteristiche in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> ogni soccorritore.<br />
Durante gli incontri organizzati per questa formazione, impariamo come aprire e chiudere la<br />
‘barella cucchiaio’ o come utilizzare la ra<strong>di</strong>o per le comunicazioni con la Centrale Operativa, come<br />
immobilizzare un arto piuttosto che le manovre per il BLS (Basic Life Suport). A noi non resta che<br />
ripetere meccanicamente le tecniche imparate. Non troveremo però nessuno che ci darà due o tre<br />
frasi standard in<strong>di</strong>spensabili per instaurare una relazione con la persona che stiamo soccorrendo o<br />
per sapere come reagire e/o comunicare in situazioni <strong>di</strong>fficili emotivamente.<br />
Esistono –per esempio - molti mo<strong>di</strong> per chiedere ad una persona come sta in quel momento:<br />
"Come si sente?", "E' sicuro <strong>di</strong> stare così male?", "Ha proprio una brutta cera oggi. Lei deve stare<br />
davvero molto male. Non è così?". Ognuna <strong>di</strong> queste espressioni provocherà nello stato d'animo<br />
<strong>del</strong> nostro interlocutore, sentimenti <strong>di</strong>versi. Il processo relazionale <strong>di</strong>pende da molte variabili: le<br />
parole usate, la situazione temporale e spaziale in cui ci si trova, il nostro stato d'animo, il<br />
ns. abbigliamento, il suo abbigliamento, la ns. postura, il tono <strong>del</strong>la voce ecc…<br />
Ve<strong>di</strong>amo assieme qualche suggerimento utile per poter affrontare consapevolmente la relazione<br />
con la persona trasportata.<br />
La comunicazione<br />
È’ stato <strong>di</strong>mostrato che la relazione utilizza <strong>di</strong>versi ‘canali’. Il più imme<strong>di</strong>ato, ma anche meno<br />
efficace, è il canale verbale, quello cioè <strong>del</strong>la parola. Noi comunichiamo soprattutto con il tono<br />
<strong>del</strong>la voce e con la nostra postura, con una modalità quin<strong>di</strong> non verbale.<br />
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In particolare le ricerche hanno confermato che la comunicazione raggiunge il nostro interlocutore<br />
nelle seguenti percentuali:<br />
7% parole,<br />
38% tono voce,<br />
55% linguaggio corporeo.<br />
E’ quin<strong>di</strong> evidente che quando comunichiamo dobbiamo prestare molta attenzione al tono <strong>del</strong>la<br />
voce e alla postura, non solo alle parole.<br />
Non è possibile fornire <strong><strong>del</strong>le</strong> ricette valide in tutte le occasioni. Cercheremo allora <strong>di</strong> dare alcuni<br />
suggerimenti che possono aiutarci <strong>di</strong> volta in volta a "trattare con umanità" non il "paziente" o il<br />
"soggetto", ma la "PERSONA" che abbiamo <strong>di</strong> fronte, alla quale stiamo offrendo –<br />
volontariamente - il nostro aiuto e la nostra abilità tecnica. Quando siamo in emergenza sui mezzi<br />
<strong><strong>del</strong>le</strong> associazioni, non siamo lì per fare i ‘piccoli me<strong>di</strong>ci’ con i loro ‘piccoli pazienti’ malati ed<br />
in<strong>di</strong>fesi, né siamo lì per riaggiustare un "oggetto/soggetto" rotto e privo <strong>di</strong> autonomia.<br />
Il nostro compito è interagire con una persona che in questo momento si trova in una situazione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sagio, ma che comunque possiede una sua personalità ed emotività, come noi. In questa<br />
situazione <strong>di</strong> emergenza spetta però a noi <strong>di</strong> assumere il compito <strong>di</strong> gestire positivamente la<br />
situazione, cooperando con la persona soccorsa alla creazione <strong>di</strong> un clima accogliente e<br />
confortevole per tutti. Lo scambio relazionale che si instaura tra noi e il nostro interlocutore è<br />
influenzato da molti fattori riassumibili a partire dalle caratteristiche <strong><strong>del</strong>le</strong> persone coinvolte, alla<br />
situazione ambientale e temporale in cui ci troviamo.<br />
Partendo dalla persona da soccorrere possiamo soffermare la nostra attenzione su alcuni punti<br />
principali:<br />
• stato fisico: lo stato <strong>di</strong> salute <strong>del</strong>la persona nel preciso momento in cui stiamo entrando in<br />
contatto, tenendo anche conto <strong>di</strong> eventuali altri problemi <strong>di</strong> salute che si protraggono già da<br />
tempo;<br />
• deficit sensoriali: la persona può avere <strong><strong>del</strong>le</strong> carenze visive, u<strong>di</strong>tive, verbali, tattili o olfattive<br />
che possono influire molto sulla relazione, a volte rischiando <strong>di</strong> renderla quasi impossibile;<br />
• bisogni fisiologici: vanno dalla necessità <strong>di</strong> essere ossigenato al desiderio <strong>di</strong> bere o <strong>di</strong><br />
evacuare. E' molto importante riuscire a dare alla persona la sicurezza che rispettiamo i suoi<br />
bisogni e che siamo lì proprio per fornirgli un aiuto a sod<strong>di</strong>sfarli nel miglior modo possibile;<br />
• fattori emotivi: è importante osservare e ascoltare le emozioni che sta esprimendo la persona<br />
soccorsa: paura, ansia, rabbia… su questo punto torneremo altre volte, data l'influenza che lo<br />
stato d'animo esercita sul processo relazionale;<br />
• età: è molto <strong>di</strong>verso dover comunicare con un bambino <strong>di</strong> due anni o con un anziano, sia per<br />
gli argomenti trattabili, sia per le caratteristiche fisiche-emotive che contrad<strong>di</strong>stinguono le<br />
<strong>di</strong>verse fasce d'età;<br />
• cultura e gruppo <strong>di</strong> appartenenza: questi due aspetti, comprendenti anche la sfera religiosa,<br />
influenzano profondamente il livello ed i messaggi comunicativi; solo tenendo conto <strong>di</strong><br />
eventuali <strong>di</strong>versità culturali potremo sintonizzare la nostra comunicazione con quella <strong>del</strong>la<br />
persona soccorsa.<br />
Con il termine "situazione contingente" vengono riassunte tutte le componenti ambientali e<br />
temporali che rappresentano lo sfondo <strong>del</strong>l'incontro relazionale che sta avvenendo:<br />
• con<strong>di</strong>zioni ambientali: il contesto è decisamente <strong>di</strong>verso a seconda che il soccorso stia<br />
avvenendo in mezzo ad una strada o all'interno <strong>del</strong>la stanza da letto <strong>del</strong>la persona soccorsa,<br />
che stia <strong>di</strong>luviando o che stia splendendo il sole. La modalità <strong>di</strong> intervento e la comunicazione<br />
saranno quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti, così come le preoccupazioni dei soccorritori;<br />
50<br />
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• illuminazione: sicuramente utile può essere rendere l'ambiente illuminato almeno abbastanza<br />
da permetterci <strong>di</strong> vedere <strong>di</strong>stintamente il viso <strong>del</strong> nostro interlocutore, a volte l’equipaggio si<br />
lascia trasportare dagli eventi e dalla fretta senza soffermarsi sugli elementi più semplici e<br />
facilmente risolvibili;<br />
• rumore: risulta certamente una variabile importante per creare un clima accogliente e<br />
confortevole;<br />
• sicurezza <strong>del</strong> luogo: <strong>di</strong> fondamentale importanza sia per noi che per chiunque si stia<br />
soccorrendo; è la prima cosa da valutare quando si arriva sul posto;<br />
• interruzioni: possono compromettere molto la relazione, soprattutto nei casi in cui la persona<br />
sia già restia a comunicare con noi, sarà opportuno cercare, quanto possibile, <strong>di</strong> non essere<br />
interrotti durante il soccorso: se la polizia municipale è sul luogo <strong>del</strong>l’incidente stradale, dovrà<br />
esserci un soccorritore o due che interviene sulla persona e il terzo che parla con la polizia;<br />
• tempo a <strong>di</strong>sposizione: sarà necessario valutare con attenzione anche questa variabile per<br />
affrontare l’intervento, che sarà necessariamente <strong>di</strong>verso a seconda <strong>del</strong> tempo che occorre per<br />
il trasporto e la tipologia <strong>del</strong>l’intervento <strong>di</strong> emergenza;<br />
• presenza <strong>di</strong> accompagnatori: spesso rappresentano il tramite attraverso cui avvicinarsi al<br />
nostro interlocutore, soprattutto nei casi <strong><strong>del</strong>le</strong> persone più <strong>di</strong>fficili da raggiungere, come i<br />
bambini e gli in<strong>di</strong>vidui chiusi o spaventati.<br />
Nel momento <strong>del</strong> soccorso siamo noi soccorritori a dover portare aiuti ed accoglienza a qualcun<br />
altro, quin<strong>di</strong> spetta a noi anche il compito <strong>di</strong> riuscire a creare la migliore situazione emotiva e<br />
relazionale che la persona è in grado <strong>di</strong> raggiungere in quel momento. Perciò risulterà <strong>di</strong><br />
fondamentale importanza il modo in cui ci presenteremo alla persona soccorsa nonché il rispetto e<br />
l'interessamento che noi riusciremo a comunicarle. Il semplice rivolgere domande cortesi quali:<br />
"Come si sente?", "Come è successo?", bastano a far sentire alla persona che c'è qualcuno<br />
attento alla sua attuale situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà.<br />
Da questo quadro iniziale risulta chiaro come l'approccio relazionale sia complesso e coinvolgente<br />
per il soccorritore. A ben guardare però ci si accorge che in fondo, seguendo qualche<br />
suggerimento generale e apprendendo qualche conoscenza in più sulla nostra comunicazione,<br />
non sia poi così <strong>di</strong>fficile "andare a trovare l'altro là dove emotivamente è". Occorre solo usare al<br />
meglio le nostre capacità emotive e comunicative per potersi affiancare a chi sta soffrendo.<br />
Inizialmente bisogna perciò possedere qualche conoscenza <strong>di</strong> base sulla propria ed altrui<br />
comunicazione, per poi porre l'attenzione sulle capacità relazionali ed infine sul rispetto <strong>del</strong>la<br />
privacy altrui.<br />
Parole Chiave:<br />
• DECODIFICARE: decifrare, trasformare in termini più chiari e comprensibili.<br />
• EMPATIA: riconoscere, entrare e provare i sentimenti <strong>di</strong> un'altra persona.<br />
• RAPPORTO SUPPORTIVO: relazione personale finalizzata a sostenere e ad aiutare.<br />
• VERBALIZZARE: comunicare a voce, esprimere a parole.<br />
Ritornando quin<strong>di</strong> a quello che è il nostro principale strumento: la comunicazione, dobbiamo risottolineare<br />
quanto, anche quando ci sembra <strong>di</strong> non comunicare nulla, in realtà stiamo mandando<br />
dei messaggi non verbali a chi ci sta <strong>di</strong> fronte. Anche mentre osserviamo od ascoltiamo, non<br />
smettiamo mai <strong>di</strong> comunicare e <strong>di</strong> essere coinvolti nella relazione. L'importante non è allora<br />
interrogarsi su come poter smettere <strong>di</strong> lanciare messaggi, ma bensì capire come ciò avvenga e<br />
come funzioni questo scambio continuo <strong>di</strong> influenze reciproche.<br />
La comunicazione è composta da vari elementi:<br />
• emittente: colui che invia il messaggio (anche se inconsapevolmente); è da lui che prende<br />
avvio lo scambio comunicativo;<br />
51<br />
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• ricevente: colui che oltre a ricevere il messaggio lo deco<strong>di</strong>fica ed eventualmente invia un<br />
nuovo messaggio. E' da sottolineare come ognuno <strong>di</strong> noi si trovi quin<strong>di</strong> a poter ricoprire<br />
contemporaneamente e/o alternativamente sia la posizione <strong>di</strong> ricevente che <strong>di</strong> emittente;<br />
• messaggio: tutto ciò che l'emittente comunica al ricevente. Il messaggio può anche essere<br />
inconsapevole e non voluto, come succede - per esempio - alle persone timide che, pur non<br />
desiderandolo, arrossiscono, comunicando agli altri il proprio imbarazzo;<br />
• canale: il mezzo attraverso il quale il messaggio viene inviato (ad es. la voce, la mimica<br />
facciale, la posizione <strong>del</strong> corpo, ...);<br />
• contesto: l'ambiente fisico e la situazione socio-culturale in cui avviene il processo<br />
comunicativo. Diverso è effettuare il soccorso <strong>di</strong> una maestra svenuta sotto gli occhi degli<br />
alunni, dal soccorrere un automobilista uscito <strong>di</strong> strada.<br />
Tutti questi elementi compongono sia la comunicazione verbale sia quella analogica (non verbale).<br />
• La comunicazione verbale: si realizza attraverso la parola parlata e quin<strong>di</strong> implica l'utilizzo <strong>del</strong><br />
canale vocale. L'utilità principale <strong>del</strong>l'uso <strong><strong>del</strong>le</strong> parole è rassicurarci, permettendo <strong>di</strong> dare un<br />
nome, un senso ed un significato a ciò che stiamo provando; in tal modo possiamo <strong>di</strong>scutere<br />
su ciò che sentiamo dentro <strong>di</strong> noi, prendendo così anche un po' le <strong>di</strong>stanze dalle paure più<br />
profonde. Il linguaggio <strong>di</strong>venta quin<strong>di</strong> un modo per instaurare un contatto con la persona a cui<br />
stiamo parlando, con la quale possiamo con<strong>di</strong>videre i nostri pensieri e sentimenti, lasciando<br />
però aperto il rischio <strong>del</strong> frainten<strong>di</strong>mento e <strong>del</strong>la creazione <strong>di</strong> un significato aggiunto da chi sta<br />
deco<strong>di</strong>ficando il nostro messaggio.<br />
• La comunicazione non verbale: racchiude tutti i messaggi lanciati attraverso le variazioni <strong>di</strong><br />
utilizzo <strong>del</strong> canale vocale (intercalare, pause, intonazioni, volume <strong>del</strong>la voce) e attraverso le<br />
espressioni ed i gesti <strong>del</strong> viso e <strong>del</strong> corpo. Come riportato più sopra, apparentemente sembra<br />
più <strong>di</strong>fficile da deco<strong>di</strong>ficare, ma in realtà è molto più chiara ed utilizzata <strong>del</strong>la comunicazione<br />
verbale. Chiunque <strong>di</strong> noi sa capire che se qualcuno picchietta freneticamente le <strong>di</strong>ta sul<br />
tavolino è nervoso, ma molto più <strong>di</strong>fficile è capire questo stesso stato d'animo da un semplice<br />
<strong>di</strong>alogo verbale. La comunicazione analogica scorre, rispetto al terreno <strong>del</strong>la comunicazione<br />
verbale, come un fiume sotterraneo, proprio come le emozioni scorrono sotto i nostri pensieri.<br />
Se ne deduce che i due tipi <strong>di</strong> comunicazione si occupano principalmente <strong>di</strong> due aree <strong>di</strong>stinte: la<br />
comunicazione verbale <strong>del</strong>l'aspetto contenutistico <strong>del</strong> messaggio, la comunicazione non verbale <strong>di</strong><br />
quello emotivo-relazionale.<br />
La comunicazione nel rapporto supportivo deve raggiungere principalmente lo scopo <strong>di</strong> permettere<br />
alla persona soccorsa <strong>di</strong> trovarsi nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> maggior benessere possibile per lui in quel<br />
momento. Questo può essere raggiunto attraverso tre momenti successivi:<br />
• favorire lo scambio <strong>di</strong> informazioni: più notizie sullo stato psichico e fisico si raccolgono più<br />
<strong>di</strong>venta facile entrare in relazione; le domande non devono però essere troppo invadenti o<br />
personali. Se la persona non vuole <strong>di</strong>rci nulla <strong>di</strong> lei, non per questo dobbiamo insistere e<br />
forzarla. A noi compete invece il dovere <strong>di</strong> fornire con chiarezza e tranquillità tutte le<br />
informazioni che possono servire alla persona soccorsa, per ridurre la sua ansia. Forse poi<br />
vedendo la nostra <strong>di</strong>sponibilità e interessamento, sarà la persona stessa a fornirci<br />
spontaneamente notizie su <strong>di</strong> sé;<br />
• in<strong>di</strong>viduare lo stato emotivo: oltre a decifrare la comunicazione non verbale <strong>del</strong>la persona<br />
soccorsa è bene cercare <strong>di</strong> cogliere anche il nostro stato d'animo per poter arginare e tenere a<br />
freno i nostri sentimenti e ansie più forti;<br />
• entrare in relazione empatica: con questa espressione ci si riferisce alla capacità <strong>di</strong> sentire<br />
dentro <strong>di</strong> sé lo stato d'animo <strong>del</strong>la persona soccorsa e <strong>di</strong> comunicarle che la si comprende.<br />
Questo meccanismo deve portare all'in<strong>di</strong>viduazione <strong><strong>del</strong>le</strong> scelte migliori per fornire l'aiuto ed il<br />
servizio più adatto a migliorare lo stato emotivo attuale <strong>del</strong> nostro interlocutore.<br />
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Alcuni suggerimenti.<br />
Per raggiungere questi scopi ci si può avvalere <strong>di</strong> alcune efficaci tecniche <strong>di</strong><br />
comunicazione:<br />
• utilizzare il livello linguistico <strong>del</strong>la persona da soccorrere: come possiamo comunicare e<br />
aiutare qualcuno <strong>di</strong> cui non utilizziamo lo stesso linguaggio? Se abbiamo <strong>di</strong> fronte un bambino<br />
<strong>di</strong> 5 anni che ci parla agitatamente, sarà utile usare una comunicazione semplice. Il nostro<br />
linguaggio dovrà sempre essere il più possibile comprensibile e vicino a quello <strong>del</strong>la persona<br />
soccorsa. Siamo sempre noi a doverci adeguare alle esigenze altrui e non viceversa;<br />
• ascolto attivo: si intende una situazione in cui la persona soccorsa recepisce, attraverso la<br />
nostra comunicazione e i nostri commenti <strong>di</strong> risposta, che siamo realmente interessati a ciò<br />
che ci sta <strong>di</strong>cendo;<br />
• osservazione partecipata: tenere la mano <strong>del</strong>la persona soccorsa palpando spesso il polso<br />
ra<strong>di</strong>ale è un tipico gesto che comunica attenzione e partecipazione a ciò che sta accadendo; la<br />
persona si sente sicuramente meno sola ed abbandonata alla sua sofferenza;<br />
• tollerare il silenzio: questa è forse una <strong><strong>del</strong>le</strong> tecniche più <strong>di</strong>fficili da applicare, perché la voglia<br />
<strong>di</strong> fare e <strong>di</strong> agire fa sembrare tempo sprecato quello passato semplicemente stringendo la<br />
mano <strong>di</strong> chi sta soffrendo. Noi possiamo provare una o due volte a rompere questo silenzio,<br />
ma se i nostri messaggi non ottengono risposte, allora è nostro compito rispettare la scelta<br />
altrui;<br />
• domande appropriate: "Posso metterle meglio il cuscino?", "Se ha caldo, posso aprire il<br />
finestrino, che ne pensa?"; due esempi solo per chiarire che le domande devono essere chiare,<br />
brevi e precise;<br />
• decifrare la comunicazione non verbale: soprattutto con le persone più silenziose questo è<br />
l'unico mezzo con cui entrare in relazione. Una volta decifrati, questi messaggi devono servirci<br />
per adeguare ulteriormente il nostro servizio alla situazione contingente;<br />
• <strong>di</strong>mostrare interesse per gli argomenti trattati: talvolta il mondo e gli interessi <strong>del</strong>la persona<br />
soccorsa sono molto <strong>di</strong>versi dai nostri, ma questo non deve renderci meno attenti a creare un<br />
clima il più possibile confortevole e tranquillo;<br />
• rispondere correttamente e chiaramente alle domande poste dalla persona soccorsa e dai<br />
suoi eventuali accompagnatori: questi ultimi sono la presenza più rassicurante per la persona<br />
soccorsa ed è quin<strong>di</strong> necessario essere <strong>di</strong>sponibili e chiari anche con loro.<br />
Cosa NON fare.<br />
Esistono però anche <strong><strong>del</strong>le</strong> tecniche inefficaci <strong>di</strong> comunicazione <strong><strong>del</strong>le</strong> quali sarebbe bene fare il<br />
minor uso possibile:<br />
• parlare per parlare: spesso frutto <strong>del</strong>la paura <strong>di</strong> non saper reggere un eventuale silenzio. Crea<br />
solo confusione ed imbarazzo, non permettendo ai bisogni ed ai pensieri più profon<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere<br />
verbalizzati. Se è la persona soccorsa ad utilizzare questa tecnica, dovremo cercare <strong>di</strong> farla<br />
sentire in un ambiente confortevole in cui possa lasciarsi andare e stare anche in silenzio, se è<br />
questo ciò che desidera (non è in questo momento la nostra ansia il problema da affrontare);<br />
• formulare giu<strong>di</strong>zi e fornire consigli non richiesti: per sentirsi tranquilli <strong>di</strong> certo non si ha<br />
bisogno <strong>di</strong> qualcuno che ci pre<strong>di</strong>chi cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma bensì <strong>di</strong> qualcuno che<br />
ci accetti per come siamo, soprattutto in una situazione critica come un'urgenza sanitaria;<br />
• mostrare <strong>di</strong>sinteresse e fasti<strong>di</strong>o: la persona che soccorriamo non si è fatta male<br />
appositamente per <strong>di</strong>sturbarci, ma bensì si trova in una posizione molto più fasti<strong>di</strong>osa e "poco<br />
interessante" <strong>di</strong> quella in cui ci troviamo noi;<br />
• banalizzare i sentimenti espressi: "Ma perché urla? E' matto?", "Questa sua angoscia è<br />
proprio inutile", "Smetta <strong>di</strong> piangere, sembra una fontana rotta"; questi interventi non fanno che<br />
acutizzare il <strong>di</strong>sagio <strong>del</strong>la persona soccorsa;<br />
• verbalizzare le proprie paure e timori: "Anch'io ho paura che la situazione peggiori", "Temo<br />
<strong>di</strong> non sapere proprio cosa fare per aiutarla"; anche queste frasi provocano solo un maggior<br />
malessere nella persona soccorsa ed anche in noi soccorritori;<br />
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• mostrare atteggiamenti <strong>di</strong> chiusura: non guardare mai l'interlocutore negli occhi, stargli<br />
lontano, rivolgere la parola solo ai colleghi, ecc...aumentano il senso <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne e la paura;<br />
• interrompere e cambiare argomento: evidenzia scarso rispetto ed interesse, provocando<br />
<strong>di</strong>sagio e ritrosia;<br />
• mandare messaggi incongruenti e confondere con ipotesi non verificate: <strong>di</strong>re ad una<br />
mamma che il suo bambino è molto bello e poi non volerlo nemmeno toccare può generare<br />
ostilità e soprattutto confusione; questo vale per qualsiasi persona con cui non ci si relazioni in<br />
modo chiaro e coerente.<br />
PSICOPATOLOGIA<br />
II parte<br />
In questa seconda parte affronteremo alcuni <strong>di</strong>sturbi psichici, senza avere la presunzione <strong>di</strong> una<br />
trattazione esaustiva ma solo per dare qualche informazione, qualche cenno, per conoscere<br />
meglio quella sofferenza che spesso accompagna alcune <strong><strong>del</strong>le</strong> persone che trasportiamo con i<br />
nostri mezzi a<strong>di</strong>biti per l’appunto al trasporto sanitario.<br />
Abbiamo scelto i <strong>di</strong>sturbi più frequenti nella popolazione e <strong>di</strong> questi vedremo i sintomi, facendo<br />
riferimento al DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei <strong>di</strong>sturbi Mentali) 12 .<br />
I DISTURBI D'ANSIA<br />
Attacco <strong>di</strong> panico<br />
I principali sintomi <strong>del</strong>l'attacco <strong>di</strong> panico sono:<br />
• palpitazioni, car<strong>di</strong>opalmo o tachicar<strong>di</strong>a;<br />
• sudorazione;<br />
• tremori fini o a gran<strong>di</strong> scosse;<br />
• <strong>di</strong>spnea o sensazione <strong>di</strong> soffocamento;<br />
• sensazione <strong>di</strong> asfissia;<br />
• dolore o fasti<strong>di</strong>o al petto;<br />
• nausea o <strong>di</strong>sturbi addominali;<br />
• sensazione <strong>di</strong> sbandamento, <strong>di</strong> instabilità, <strong>di</strong> testa leggera o <strong>di</strong> svenimento;<br />
• derealizzazione o depersonalizzazione;<br />
• paura <strong>di</strong> perdere il controllo o <strong>di</strong> impazzire;<br />
• paura <strong>di</strong> morire;<br />
• parestesie;<br />
• brivi<strong>di</strong> o vampate <strong>di</strong> calore.<br />
Alcune brevi informazioni: l’attacco <strong>di</strong> panico dura in me<strong>di</strong>a 10-12 minuti. Non può durare un’ora o<br />
due! Piuttosto si verifica uno stato <strong>di</strong> malessere che può perdurare anche <strong>di</strong>verse ore, successivo<br />
alla crisi. Si presenta all’improvviso, senza alcun particolare preavviso o stimolo scatenante.<br />
Nonostante la paura <strong>di</strong> “svenire” che pervade chi vive l’esperienza <strong>di</strong> un attacco <strong>di</strong> panico, in realtà<br />
è impossibile che quella persona possa svenire, questo è dovuto all'alta attivazione <strong>del</strong> nostro<br />
sistema simpatico che mantiene l'organismo in uno stato <strong>di</strong> allerta molto elevato, quin<strong>di</strong> non è<br />
possibile svenire...<br />
Le persone che soffrono <strong>di</strong> attacco <strong>di</strong> panico tendono a mettere in atto l'evitamento: evitano <strong>di</strong><br />
frequentare il luogo (o i luoghi) in cui si è scatenato l'attacco <strong>di</strong> panico o in cui temono si possa<br />
scatenare l'attacco <strong>di</strong> panico. L'evitamento peggiora la con<strong>di</strong>zione <strong>del</strong> paziente in quanto a poco a<br />
12 Masson e<strong>di</strong>tore 1996<br />
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poco l'unico luogo percepito come sicuro è la propria casa. L'ambiente esterno nella sua totalità<br />
<strong>di</strong>venta pericoloso.<br />
Osservando i sintomi si può notare come l'attacco <strong>di</strong> panico possa facilmente confondersi con<br />
l’attacco car<strong>di</strong>aco o il collasso. È pertanto probabile che il paziente, percependo questi sintomi,<br />
abbia paura <strong>di</strong> avere un infarto, si agiti e <strong>di</strong>a il via ad un circolo vizioso che non gli permette <strong>di</strong><br />
calmarsi.<br />
Ovviamente per quanto riguarda il nostro compito <strong>di</strong> volontari, non potendo formulare alcuna<br />
<strong>di</strong>agnosi, In caso <strong>di</strong> incertezza su quello che si sta verificando è comunque necessario trasportare<br />
il paziente al pronto soccorso e cercare <strong>di</strong> tranquillizzarlo durante il tragitto.<br />
Agorafobia<br />
È un <strong>di</strong>sturbo che può essere associato all’attacco <strong>di</strong> panico ed è rappresentato da paure che<br />
hanno principalmente oggetto i luoghi pubblici, soprattutto luoghi aperti e/o affollati dai quali<br />
potrebbe essere <strong>di</strong>fficoltoso allontanarsi o nei quali potrebbe non essere <strong>di</strong>sponibile un aiuto nel<br />
caso in cui la persona abbia un attacco <strong>di</strong> panico o una crisi d’ansia.<br />
Anche in questo caso la tendenza è quella <strong>di</strong> evitare questi luoghi arrivando a limitare<br />
notevolmente la propria autonomia. L’agorafobia porta gradualmente ad un isolamento sempre più<br />
significativo che costringe spesso la persona o i famigliari a ricorrere allo specialista quando<br />
purtroppo ormai il <strong>di</strong>sturbo è invalidante e la qualità <strong>del</strong>la vita è severamente compromessa.<br />
Fobia specifica<br />
Le fobie specifiche sono paure rivolte verso uno “stimolo fobico” specifico. Sono caratterizzate da<br />
un'ansia clinicamente significativa provocata dall'esposizione a un oggetto o a una situazione<br />
temuti, che spesso, come nell’attacco <strong>di</strong> panico, determina condotte <strong>di</strong> evitamento.<br />
Nota Bene: la semplice paura non è una fobia. La paura <strong>di</strong>venta fobia, ovvero una<br />
psicopatologia, quando ci impe<strong>di</strong>sci <strong>di</strong> fare ciò che dobbiamo/vogliamo fare, quando<br />
con<strong>di</strong>ziona la nostra vita in modo invalidante.<br />
Le tipologie più comuni <strong>di</strong> fobie specifiche sono:<br />
• tipo animali (per es., insetti, cani, etc…);<br />
• tipo ambiente naturale (per es., altezze, temporali, acqua);<br />
• tipo sangue – iniezioni - ferite;<br />
• tipo situazionale (per es., aeroplani, ascensori, luoghi chiusi, luoghi aperti:piazze).<br />
Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)<br />
Caratteristiche essenziali <strong>del</strong> <strong>di</strong>sturbo ossessivo- compulsivo sono pensieri, immagini o impulsi<br />
ricorrenti che creano allarme o paura e che costringono la persona a mettere in atto<br />
comportamenti ripetitivi o azioni mentali. Come il nome stesso lascia intendere, il DOC è quin<strong>di</strong><br />
caratterizzato da ossessioni e compulsioni. Almeno l'80% dei pazienti con DOC ha sia ossessioni<br />
che compulsioni, meno <strong>del</strong> 20% ha solo ossessioni o solo compulsioni.<br />
Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi che si presentano più e più volte e sono al <strong>di</strong><br />
fuori <strong>del</strong> controllo <strong>di</strong> chi li sperimenta. Tali idee sono sentite come <strong>di</strong>sturbanti e intrusive e, almeno<br />
quando le persone non sono assalite dall'ansia, sono giu<strong>di</strong>cate come infondate ed insensate.<br />
Le compulsioni vengono anche definite rituali o cerimoniali e sono comportamenti ripetitivi (lavarsi<br />
le mani, rior<strong>di</strong>nare, controllare…) o azioni mentali (contare, pregare, ripetere formule<br />
mentalmente…) messi in atto per ridurre il senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e l'ansia provocati dai pensieri e dagli<br />
impulsi tipici <strong><strong>del</strong>le</strong> ossessioni; costituiscono, cioè, un tentativo <strong>di</strong> elusione <strong>del</strong> <strong>di</strong>sagio, un mezzo<br />
per cercare <strong>di</strong> conseguire un controllo sulla propria ansia.<br />
Ritroviamo varie tipologie <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo ossessivo-compulsivo:<br />
• contaminazione;<br />
• controllo;<br />
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• ossessioni pure;<br />
• superstizione eccessiva;<br />
• or<strong>di</strong>ne e simmetria;<br />
• accumulo/accaparramento;<br />
• compulsioni mentali.<br />
Anche in questo caso, vale la pena sottolineare la <strong>di</strong>fferenza fra normalità e patologia. Non è<br />
quin<strong>di</strong> malato chi è ragionevolmente preoccupato per una contaminazione… chi è particolarmente<br />
or<strong>di</strong>nato o pulito o chi riflette molto. Chi soffre <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo ha severamente compromesso la<br />
propria vita e quella dei propri famigliari e/o amici.<br />
Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)<br />
È’ caratterizzato dal rivivere un evento estremamente traumatico accompagnato da sintomi <strong>di</strong><br />
aumento <strong>del</strong>l'ansia e da evitamento verso stimoli/situazioni associati perché simili al trauma subito.<br />
Le persone che soffrono <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo rivivono frequentemente il trauma come se stesse<br />
sempre succedendo; questo significa che insieme al ricordo ci sono anche l’ansia, la paura, il<br />
terrore che si sono sperimentati la prima volta.<br />
In particolare i mo<strong>di</strong> in cui viene rivissuto il trauma possono essere:<br />
1) ricor<strong>di</strong> spiacevoli ricorrenti e intrusivi <strong>del</strong>l'evento, che comprendono immagini, pensieri, o<br />
percezioni. Nei bambini piccoli si possono manifestare giochi ripetitivi in cui vengono espressi<br />
temi o aspetti riguardanti il trauma;<br />
2) sogni spiacevoli ricorrenti <strong>del</strong>l'evento. Nei bambini possono essere presenti sogni spaventosi<br />
senza un contenuto riconoscibile;<br />
3) agire o sentire “come se” l'evento traumatico si stesse ripresentando (ciò include sensazioni <strong>di</strong><br />
rivivere l'esperienza, illusioni, allucinazioni, ed episo<strong>di</strong> <strong>di</strong>ssociativi <strong>di</strong> flashback, compresi quelli<br />
che si manifestano al risveglio o in stato <strong>di</strong> intossicazione). Nei bambini piccoli possono<br />
manifestarsi rappresentazioni ripetitive specifiche <strong>del</strong> trauma;<br />
4) <strong>di</strong>sagio psicologico intenso all'esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano<br />
o assomigliano a qualche aspetto <strong>del</strong>l'evento traumatico;<br />
5) reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o<br />
assomigliano a qualche aspetto <strong>del</strong>l'evento traumatico.<br />
NOTA: Dopo aver subito un trauma è considerato normale il fatto che il soggetto possa avere<br />
sintomi <strong>di</strong> paura o <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio per circa un mese, quando i sintomi persistono oltre questo<br />
periodo si può ipotizzare una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo post-traumatico da stress.<br />
Disturbo d'Ansia Generalizzato<br />
E' caratterizzato da almeno sei mesi <strong>di</strong> ansia e preoccupazione persistenti ed eccessive.<br />
I sintomi principali sono:<br />
• costante inquietu<strong>di</strong>ne: i soggetti temono il peggio e non possono controllare il loro stato d'ansia<br />
e <strong>di</strong> apprensione;<br />
• dolori muscolari ed aumento <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> vigilanza;<br />
• insonnia;<br />
• <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> concentrazione;<br />
• sudorazione, tachicar<strong>di</strong>a, vertigini, <strong>di</strong>arrea, ecc;<br />
• cefalea.<br />
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I DISTURBI DELL’UMORE<br />
Disturbo Depressivo Maggiore<br />
La depressione colpisce il 20% <strong>di</strong> donne ed il 16,7% <strong>di</strong> uomini; ciò significa che una donna su<br />
quattro ed un uomo su nove soffre <strong>di</strong> depressione.<br />
Per <strong>di</strong>agnosticare un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Depressione Maggiore è necessaria la presenza <strong>di</strong> cinque o più<br />
dei seguenti sintomi contemporaneamente presenti durante un periodo <strong>di</strong> due settimane che<br />
rappresentino un cambiamento rispetto al precedente livello <strong>di</strong> funzionamento; almeno uno dei<br />
sintomi è costituito da:<br />
1) umore depresso per la maggior parte <strong>del</strong> giorno;<br />
2) per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> interesse o piacere per tutto, o quasi tutte, le attività per la maggior parte <strong>del</strong> giorno;<br />
3) significativa per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> peso senza essere a <strong>di</strong>eta o aumento <strong>di</strong> peso;<br />
4) insonnia o ipersonnia;<br />
5) agitazione o rallentamento psicomotorio;<br />
6) faticabilità o mancanza <strong>di</strong> energia;<br />
7) sentimenti <strong>di</strong> autosvalutazione o <strong>di</strong> colpa eccessivi o inappropriati;<br />
8) ridotta capacità <strong>di</strong> pensare o concentrarsi;<br />
9) pensieri ricorrenti <strong>di</strong> morte.<br />
La <strong>di</strong>fficoltà nell’avere a che fare con pazienti depressi è che è <strong>di</strong>fficile trovare qualcosa che li<br />
interessi dal momento che sono estremamente demotivati e non provano più interesse nemmeno<br />
per le attività che prima <strong>del</strong>la depressione svolgevano normalmente.<br />
Spesso questo tipo <strong>di</strong> paziente non va neppure dal me<strong>di</strong>co, tanto è convinto che non ci sia niente<br />
da fare e che la sua situazione non sia risolvibile.<br />
Paradossalmente bisogna poi prestare attenzione al momento in cui il paziente comincia a<br />
migliorare poiché in questo momento aumenta il rischio <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o: l’in<strong>di</strong>viduo infatti non si sente<br />
più totalmente incapace <strong>di</strong> cambiare la propria situazione e può vedere nel suici<strong>di</strong>o una possibile<br />
soluzione al proprio problema.<br />
Disturbo Distimico<br />
La Distimia è un umore cronicamente depresso, presente per la maggior parte <strong>del</strong> giorno, quasi<br />
ogni giorno per 2 anni. Gli in<strong>di</strong>vidui col <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong>stimico si sentono tristi e "giù <strong>di</strong> corda". Essi<br />
presentano ancora uno o più sintomi sotto riportati:<br />
• scarso appetito o al contrario iperfagia (mangiano cioccolata, dolci, spuntini ecc.);<br />
• insonnia o ipersonnia;<br />
• scarsa energia o astenia;<br />
• bassa autostima;<br />
• <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> concentrazione o nel prendere decisioni;<br />
• sentimenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione.<br />
Disturbo Bipolare<br />
Chi soffre <strong>di</strong> Disturbo Bipolare fa esperienza <strong>di</strong> oscillazioni <strong>del</strong>l'umore molto intense che vanno da<br />
uno stato depressivo ad una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> grande eccitamento.<br />
Queste oscillazioni si manifestano in episo<strong>di</strong> ciclici <strong>di</strong> Depressione (episo<strong>di</strong>o depressivo) o Mania<br />
(episo<strong>di</strong>o maniacale), che possono durare da alcune settimane ad alcuni mesi. Normalmente<br />
l’umore <strong>del</strong> paziente viene stabilizzato con farmaci.<br />
Nella fase depressiva ci si sente <strong>di</strong>speratamente infelici, senza energia ed incapaci <strong>di</strong> affrontare<br />
persino le cose più elementari; nella fase maniacale ci si può sentire particolarmente bene, come<br />
“al settimo cielo”, pieni <strong>di</strong> energia, in grado <strong>di</strong> fare qualsiasi cosa senza alcun problema e<br />
incre<strong>di</strong>bilmente pieni <strong>di</strong> idee eccitanti.<br />
Il <strong>di</strong>sturbo bipolare comporta:<br />
• cambiamenti nelle sensazioni;<br />
• cambiamenti nel comportamento;<br />
• cambiamenti nel pensiero.<br />
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Schizofrenia<br />
I SINTOMI caratteristici <strong>del</strong>la schizofrenia possono essere sia positivi che negativi. I sintomi positivi<br />
in<strong>di</strong>cano eccessi nel comportamento e comprendono quin<strong>di</strong>:<br />
• eloquio <strong>di</strong>sorganizzato;<br />
• allucinazioni;<br />
• <strong>del</strong>iri;<br />
• comportamento bizzarro.<br />
I SINTOMI negativi sono quelli che in<strong>di</strong>cano la mancanza o la carenza <strong>di</strong> qualcosa e<br />
comprendono:<br />
• apatia (mancanza <strong>di</strong> energia e mancanza <strong>di</strong> interesse per quelle che sono le consuete attività<br />
quoti<strong>di</strong>ane);<br />
• alogia (quantità <strong>di</strong> linguaggio prodotto fortemente ridotta);<br />
• anedonia (mancanza <strong>di</strong> interesse per le attività ricreative, incapacità <strong>di</strong> sviluppare rapporti con<br />
gli altri, mancanza <strong>di</strong> interesse per l’attività sessuale);<br />
• appiattimento <strong>del</strong>l’affettività;<br />
• asocialità.<br />
ALCUNE INFORMAZIONI UTILI<br />
• Lo psicologo è laureato in Psicologia e abilitato all'esercizio <strong>del</strong>la professione, quin<strong>di</strong> iscritto<br />
all'Albo, dopo aver svolto un anno <strong>di</strong> tirocinio <strong>di</strong> circa 20 ore settimanali post laurea e superato<br />
l'esame <strong>di</strong> stato.<br />
• Lo psichiatra è abilitato all'esercizio <strong>del</strong>la professione se è laureato in me<strong>di</strong>cina e<br />
specializzato in psichiatria.<br />
• Lo psicoterapeuta è uno psicologo o un me<strong>di</strong>co, specializzato in psicoterapia.<br />
È opportuno non affidarsi a nessuno senza sapere quale tipo <strong>di</strong> specializzazione ha e se la<br />
specializzazione che ha è adatta al nostro problema.<br />
Sportello <strong>di</strong> Primo ascolto c/o il Centro la Noce.<br />
Informazione e Consulenza sui<br />
Disturbi <strong>del</strong> Comportamento Alimentare<br />
(Anoressia–Bulimia-BED)<br />
Tutti i Mercoledì<br />
15:00-18:30<br />
Per appuntamento: <strong>di</strong>rezione.sanitaria@croceblu.org<br />
58<br />
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Ambulanza e Presi<strong>di</strong> Sanitari<br />
a cura <strong>di</strong> Valeriano Zini 13<br />
13 Infermiere Professionale – Consigliere <strong>del</strong>la Croce Blu <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, si occupa <strong>del</strong> materiale sanitario.<br />
Capitolo<br />
6<br />
59<br />
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6. Ambulanza e Presi<strong>di</strong> Sanitari [durata 90 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
Rendere in grado il volontario <strong>di</strong> riconoscere i presi<strong>di</strong> presenti sui mezzi <strong>del</strong>l’associazione e<br />
conoscere il loro utilizzo, da integrare con l’esperienza che acquisirà in servizio e attraverso<br />
l’insegnamento dei volontari più esperti.<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
AMBULANZE SERVIZI SOCIO-SANITARI<br />
PRESIDI DI BASE<br />
Barella autocaricante americana<br />
Per quanto riguarda l’utilizzo <strong>del</strong>la barella si faccia riferimento<br />
alla lezione pratica <strong>di</strong> ambulanza. Ricor<strong>di</strong>amo solo che il<br />
paziente deve sempre essere legato, sia durante il trasporto,<br />
sia nel momento in cui viene caricato. Questo tipo <strong>di</strong> barella<br />
non ha purtroppo posizioni interme<strong>di</strong>e. Lo schienale ha la<br />
possibilità <strong>di</strong> essere alzato a novanta gra<strong>di</strong> e la parte dei pie<strong>di</strong><br />
può essere sollevata in modo da posizionare gli arti inferiori<br />
<strong>del</strong> paziente in scarico. Attraverso una leva sotto la barella è<br />
inoltre possibile bloccarla in posizione abbassata, in modo da<br />
non fare scattare il carrello quando la barella viene alzata. Ricordate comunque che non è<br />
consigliabile utilizzarla per trasportare il paziente in questo modo, poichè il peso per gli operatori<br />
risulterebbe eccessivo; utilizzare piuttosto altri presi<strong>di</strong> come la barella a cucchiaio o quella italiana.<br />
Fermo posteriore per il fissaggio <strong>del</strong>la barella al piano <strong>di</strong> calpestio<br />
Esistono <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> gancio per le barelle, <strong>di</strong> cui ne proponiamo un esempio a<br />
fianco. Si consiglia vivamente <strong>di</strong> controllare e provare il gancio ogni qualvolta<br />
l’operatore non lo conosca a fondo, in modo da acquisire sicurezza nelle<br />
operazioni <strong>di</strong> fissaggio <strong>del</strong>la barella. Ricordate che una barella non agganciata<br />
correttamente può costituire un serio pericolo per il paziente.<br />
Barella cucchiaio<br />
Il mo<strong>del</strong>lo presente nella maggioranza <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
ambulanze in uso presso l’associazione è costruito in<br />
lega <strong>di</strong> alluminio. Ricordate però che se da una parte<br />
tale materiale garantisce robustezza alla struttura,<br />
dall’altra non può garantire l’isolamento termico <strong>del</strong><br />
paziente. Fate però attenzione nel caso che deci<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> posizionare un lenzuolo o un panno tra il<br />
paziente e la barella a cucchiaio: tale manovra comporta il pericolo che il paziente possa scivolare<br />
sul piano <strong>del</strong>la barella. Ovviamente per ogni spostamento il paziente deve essere assicurato alla<br />
struttura tramite le cinghie, che devono essere già presenti e agganciate alla barella stessa. Tale<br />
presi<strong>di</strong>o trova applicazione in tutti quei casi in cui il paziente abbia la necessità <strong>di</strong> essere trasportato<br />
un piano rigido. Tutti i tipi <strong>di</strong> barella a cucchiaio possono essere ridotti <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni allungando al<br />
massimo la struttura e piegandola a metà. Anche in questo caso per l’utilizzo fare riferimento alla<br />
lezione pratica <strong>di</strong> ambulanza.<br />
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Barella <strong>di</strong> scorta italiana<br />
Ne sono presenti <strong>di</strong>versi tipi e mo<strong>del</strong>li, tutti accomunati dalla<br />
caratteristica <strong>di</strong> poter essere ripiegate a metà. Ricordate che<br />
tale presi<strong>di</strong>o non garantisce un supporto alla colonna<br />
vertebrale, per cui prima <strong>di</strong> trasportare un paziente è<br />
necessario accertarsi che tale caratteristica non sia necessaria al trasportato.<br />
Seggetta portaferiti<br />
Adatta al trasporto dei pazienti che possono essere trasportati in questa<br />
posizione. Ricordate sempre <strong>di</strong> allacciare la cintura appena il paziente si è<br />
seduto.<br />
Telo portaferiti<br />
Utilizzato generalmente per il trasporto dei pazienti per le scale. Ha la<br />
caratteristica <strong>di</strong> essere molto maneggevole e leggero, e <strong>di</strong> norma ben<br />
tollerato dal paziente, ma non garantisce stabilità alla colonna vertebrale.<br />
Per cui in alcuni casi può essere sconsigliabile. Accertarsi prima <strong>di</strong><br />
procedere con il trasporto <strong><strong>del</strong>le</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>del</strong> trasportato, magari<br />
informandosi presso i parenti o il personale <strong><strong>del</strong>le</strong> strutture.<br />
Bombole ossigeno<br />
Ne esistono <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>mensioni. In genere da 2 litri per quelle portatili e 7 litri per<br />
quelle fisse. Secondo le ultime normative tutto il corpo <strong>del</strong>la bombola deve essere<br />
<strong>di</strong> colore bianco. Se la parte alta <strong>del</strong>la bombola non è <strong>di</strong> tale colore significa il gas<br />
contenuto all’interno non è ossigeno. Ricordate sempre che l’ossigeno è un<br />
combustibile e un comburente, ossia, nel caso in cui venga miscelato con altre<br />
sostanze (ad esempio alcuni tipi <strong>di</strong> grassi e oli) può dare luogo ad una reazione<br />
chimica in cui può avvenire una combustione spontanea anche non in presenza <strong>di</strong><br />
fiamme o corpi incandescenti. Le bombole, una volta scariche (si considerano scariche le<br />
bombole il cui manometro segna 20 bar) vanno riposte nell’apposita scaffalatura all’interno<br />
<strong>del</strong> garage (appena entrati sulla destra, come segnalato dal cartello). Non si devono usare<br />
pinze per agganciare le bombole al sistema <strong>di</strong> erogazione sulle ambulanze, ma piuttosto<br />
accertarsi che il sistema non sia sotto pressione prima <strong>di</strong> procedere alla sostituzione, in<br />
modo che il dado <strong>di</strong> fissaggio non sia eccessivamente saldo.<br />
Regolatore <strong>di</strong> pressione<br />
E’ composto da un manometro e da una ghiera <strong>di</strong> apertura <strong>del</strong> flusso (l’apertura<br />
avviene in senso antiorario). Le bombole piene sono caricate a 200 bar (l’unità <strong>di</strong><br />
misura <strong>del</strong>la pressione).<br />
Umi<strong>di</strong>ficatore<br />
Ha lo scopo <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>ficare l’ossigeno che, uscendo dalla bombola, viene inalato dal<br />
paziente attraverso la mascherina (o altro sistema <strong>di</strong> erogazione). L’ossigeno non<br />
umi<strong>di</strong>ficato, specie se somministrato per lunghi perio<strong>di</strong>, tende a seccare le vie aeree<br />
<strong>del</strong> paziente provocandone l’irritazione e una minore <strong>di</strong>fesa contro le infezioni. E’ però<br />
necessario ricordare che l’umi<strong>di</strong>ficatore deve essere mantenuto ben pulito e privo <strong>di</strong><br />
incrostazioni.<br />
Aspiratore secreti fisso<br />
Posto all’interno <strong>del</strong>la cellula sanitaria <strong>del</strong>l’ambulanza, attraverso un pompa a vuoto o<br />
un circuito con consumo <strong>di</strong> ossigeno (aspiratore <strong>di</strong> Venturi), è in grado <strong>di</strong> permettere<br />
l’aspirazione attraverso il tubo collegato all’ugello creando il vuoto all’interno <strong>del</strong><br />
barattolo trasparente.<br />
Tubo aspirazione<br />
Viene collegato con una estremità all’ugello <strong>del</strong>l’aspiratore, e con l’altra al son<strong>di</strong>no<br />
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<strong>di</strong> aspirazione o alla cannula rigida <strong>di</strong> Yankauer (vedere più avanti).<br />
Portaflebo<br />
E’ il sistema <strong>di</strong> alloggiamento per le flebo in bottiglie <strong>di</strong> vetro. Deve essere posizionato<br />
in alto rispetto al paziente. Ricordate che la velocità <strong>del</strong> flusso <strong>del</strong> liquido contenuto<br />
nella flebo non deve mai essere gestito dal volontario, ma fare sempre riferimento alle<br />
in<strong>di</strong>cazioni <strong>del</strong> personale sanitario.<br />
MEDICAZIONE<br />
Rotoli <strong>di</strong> cerotto<br />
Ne esistono <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi materiali e <strong>di</strong>mensioni. Nelle nostre ambulanze sono in<br />
seta da 2,5 cm.<br />
Scatola <strong>di</strong> cerotti<br />
Compresse <strong>di</strong> garza sterili<br />
Sono utilizzate nel caso si debba me<strong>di</strong>care una ferita in<br />
modo sterile. Per pulire la cute senza ferite non è necessaria la sterilità, bastano<br />
le garze non sterili.<br />
Pacco garze non sterili<br />
Bende<br />
Acqua ossigenata<br />
Nel momento in cui si apre un <strong>di</strong>sinfettante, è buona<br />
norma segnare la data <strong>di</strong> apertura sulla confezione con un pennarello in<strong>del</strong>ebile. Una<br />
volta passati 15 giorni il <strong>di</strong>sinfettante va buttato, poiché non è più garantita la sua<br />
capacità antisettica. Purtroppo questa buona abitu<strong>di</strong>ne non è ancora <strong>di</strong>ffusa in<br />
associazione, ma si spera che presto tutti i volontari si abituino ad agire in questo modo.<br />
EQUIPAGGIAMENTO SPECIFICO<br />
Ghiaccio istantaneo<br />
Quello in uso presso la nostra associazione è rivestito in TNT (tessuto<br />
non tessuto) in modo da limitare il rischio <strong>di</strong> lesioni da freddo. E’<br />
comunque sempre consigliabile interporre un tessuto o <strong><strong>del</strong>le</strong> garze non<br />
sterili tra il sacchetto e la cute <strong>del</strong> paziente. E’ costituito da una sostanza<br />
liquida contenuta in una busta sigillata all’interno <strong>del</strong>la confezione, la cui rottura<br />
consente la miscelazione con il composto granulare che la circonda, dando così luogo<br />
ad una reazione chimica per la quale il calore viene assorbito, abbassando la<br />
temperatura <strong>del</strong>la miscela così ottenuta.<br />
Ghiaccio spray (nelle borse <strong><strong>del</strong>le</strong> gare sportive)<br />
Per erogare il contenuto tenere la bomboletta in posizione verticale avendo cura <strong>di</strong><br />
rimanere a circa 20 cm dalla cute.<br />
Forbice taglia abiti<br />
Viene utilizzata per tagliare gli abiti <strong>del</strong> paziente nel caso non sia possibile<br />
sfilarli. Ovviamente, valutarne l’utilizzo per non creare danni inutili.<br />
Laccio emostatico<br />
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Viene utilizzato per consentire il reperimento <strong>di</strong> un accesso venoso da parte<br />
<strong>di</strong> personale sanitario. Non è consigliabile l’utilizzo allo scopo <strong>di</strong> fermare<br />
una emorragia se non come ultimo tentativo, una volta che tutti gli altri<br />
accorgimenti risultino vani (sollevamento <strong>del</strong>l’arto, compressione <strong>di</strong>retta <strong>del</strong>la ferita, compressione<br />
<strong>del</strong>la arteria a monte <strong>del</strong>l’emorragia su un piano osseo…). Molte volte, specie se utilizzato per<br />
questo scopo da personale non esperto, si rischia <strong>di</strong> occludere i vasi venosi ma non quelli arteriosi,<br />
aumentando così l’emorragia, o <strong>di</strong> provocare lesioni ai tessuti nella zona <strong>di</strong> applicazione. Per<br />
l’emostasi (ossia il blocco <strong>del</strong>l’emorragia) sono in ogni caso in<strong>di</strong>cati altri tipi <strong>di</strong> lacci emostatici,<br />
comunque non in dotazione sulle nostre ambulanze.<br />
Teli isotermici<br />
Hanno la caratteristica <strong>di</strong> riflettere il calore a seconda <strong>del</strong>la<br />
faccia che viene posta a contatto con il paziente. Con la parte<br />
argentata all’esterno, i raggi solari vengono riflessi, favorendo il<br />
raffreddamento <strong>del</strong> soggetto, mentre con all’esterno la parte<br />
dorata, il calore <strong>del</strong> corpo viene riflesso verso il paziente, e<br />
quin<strong>di</strong> “imprigionato” all’interno, prevenendo l’ipotermia. Per<br />
svolgere questa funzione, il telino deve essere posto a <strong>di</strong>retto<br />
contatto con la cute, se invece viene posto sopra i vestiti il suo effetto viene meno. Il classico<br />
utilizzo <strong>del</strong> telino riguarda la protezione termica <strong>del</strong> politraumatizzato, che, una volta terminata la<br />
valutazione e la stabilizzazione, con il paziente scoperto, viene applicato <strong>di</strong>rettamente alla cute per<br />
prevenire l’ipotermia. Ricordate che se volete scaldare un paziente, risulta sicuramente più<br />
economico e soprattutto più efficace utilizzare un panno!<br />
Cinghie <strong>di</strong> sicurezza<br />
Vengono utilizzate per assicurare il paziente alla barella.<br />
Sono in genere composte da due pezzi con la chiusura in<br />
plastica. Per fissarle alla barella occorre, una volta <strong>di</strong>visa in<br />
due pezzi la cinghia, fare passare la parte <strong>del</strong> gancio attorno<br />
ad un tubolare <strong>del</strong>la barella e poi all’interno <strong>del</strong>l’asola finale,<br />
verificandone la tenuta.<br />
RIANIMAZIONE<br />
BORSA DI RIANIMAZIONE<br />
Pallone autoespan<strong>di</strong>bile <strong>di</strong> Ambu<br />
Viene utilizzato nella rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare. E’<br />
composto da una corpo centrale autoespan<strong>di</strong>bile e da due<br />
valvole alle estremità che consentono l’ingresso <strong>del</strong>l’aria solo<br />
dalla parte posteriore, e la sua fuoriuscita (attraverso la<br />
compressione <strong>del</strong> corpo centrale) solamente dalla parte<br />
anteriore a cui, tramite un raccordo universale, viene<br />
agganciata la maschera. Nella parte posteriore <strong>del</strong> pallone è presente un ugello a cui può essere<br />
raccordato il tubicino <strong>del</strong>l’ossigeno e il connettore per il reservoir (vedere più avanti). Per l’utilizzo<br />
specifico <strong>del</strong>lo strumento fare riferimento alle <strong>lezioni</strong> relative la rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare.<br />
Reservoir e raccor<strong>di</strong><br />
Il tubicino in figura (lo stesso <strong><strong>del</strong>le</strong> mascherine <strong>di</strong> ossigeno) serve per<br />
collegare il pallone <strong>di</strong> ambu alla fonte <strong>di</strong> ossigeno, mentre il reservoir<br />
(sacchetto plastico) viene agganciato sul retro <strong>del</strong> pallone per incamerare<br />
parte <strong>del</strong>l’ossigeno portato attraverso il tubicino. Ricordate che la<br />
percentuale <strong>di</strong> ossigeno erogata con il semplice pallone è <strong>del</strong> 21% circa,<br />
mentre sale al 50-60% con fonte <strong>di</strong> ossigeno fino ad arrivare a valori<br />
superiori al 90% nel caso sia presente anche il reservoir.<br />
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Filtro antibatterico per ambu<br />
Lo scopo <strong>di</strong> questo presi<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> evitare che il pallone utilizzato per la<br />
rianimazione venga contaminato dal paziente. Ricordate che un pallone <strong>di</strong><br />
ambu è monouso, e il costo si aggira sui 30-40 euro. Se viene utilizzato il filtro,<br />
una volta terminato l’intervento dovremo buttare solamente mascherina e filtro,<br />
con un risparmio considerevole. Nel caso ce ne <strong>di</strong>menticassimo, è dunque<br />
necessario gettare sia ambu che maschera, per prevenire la trasmissione <strong>di</strong><br />
infezioni.<br />
Maschere per ambu<br />
Sono <strong>di</strong>sponibili in vari mo<strong>del</strong>li e misure. Quelle attualmente in dotazione sono<br />
dotate <strong>di</strong> un cuscinetto ad aria per migliorare conformazione al viso <strong>del</strong><br />
paziente. Alcune <strong>di</strong> queste sono fornite <strong>di</strong> una valvola (all’estremità nasale) che<br />
ne consente il controllo <strong>del</strong>la pressione, con la possibilità <strong>di</strong> gonfiare o<br />
sgonfiare la camera d’aria attraverso una siringa (senza ago!). La misura<br />
adeguata al paziente è quella in cui la camera interna vada a sistemarsi dalla<br />
ra<strong>di</strong>ce <strong>del</strong> naso alla parte ossea <strong>del</strong> mento, senza lasciare fissurazioni.<br />
Set <strong>di</strong> Cannule <strong>di</strong> Gue<strong>del</strong> (o <strong>di</strong> Mayo)<br />
Sono cilindri ricurvi dotati <strong>di</strong> un canale interno, in materiale<br />
plastico abbastanza rigido. Vengono utilizzate per garantire la<br />
pervietà <strong><strong>del</strong>le</strong> vie aeree, impedendo che la lingua possa cadere<br />
all’in<strong>di</strong>etro, e garaniscono il passaggio <strong>del</strong>l’aria tramite il canale<br />
centrale.<br />
Vite elicoidale apribocca<br />
Sfruttando il sistema a vite <strong>del</strong> corpo centrale, viene utlizzata per<br />
aprire in modo forzato la bocca <strong>del</strong> paziente. Il suo utilizzo è<br />
abbastanza raro, ed in ogni caso bisogna vagliarne l’effettiva<br />
necessità. Ricordate che non trova impego nella rianimazione<br />
car<strong>di</strong>opolmonare, poiché in tali casi, i muscoli <strong>del</strong> paziente sono<br />
rilassati, e la semplice iperestensione <strong>del</strong> capo è sufficiente per<br />
consentire l’apertura <strong>del</strong>la bocca.<br />
Son<strong>di</strong>ni per aspirazione con finger-tip<br />
Vengono collegati al tubo <strong>del</strong>l’aspiratore, e consentono una più<br />
precisa gestione <strong>del</strong>l’aspirazione. Ricordate che i volontari, nel<br />
caso debbano aspirare sostanze nella cavità orale <strong>del</strong> paziente,<br />
non devono spingersi oltre la porzione visibile. Il son<strong>di</strong>no raccordato non aspira autonomamente,<br />
ma è necessario occludere con un <strong>di</strong>to il foro posto all’inizio <strong>del</strong> son<strong>di</strong>no, nella parte <strong>di</strong> plastica<br />
colorata (finger-tip)<br />
Cannula <strong>di</strong> Yankauer<br />
Si tratta <strong>di</strong> una cannula rigida <strong>di</strong> aspirazione, utilizzata nello stesso<br />
modo dei son<strong>di</strong>ni, ma con la proprietà <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere con sicurezza la<br />
porzione aspirante terminale.<br />
Maschere ossigeno adulti e pe<strong>di</strong>atrica<br />
Eroga ossigeno al paziente secondo il flusso impostato nell’erogatore.<br />
Esistono mo<strong>del</strong>li con reservoir integrato. Il tubo <strong>del</strong>la mascherina <strong>di</strong><br />
ossigeno può essere usato per raccordare la bombola portatile al pallone <strong>di</strong><br />
ambu,<br />
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IGIENE E PREVENZIONE<br />
Scatole <strong>di</strong> guanti<br />
Sono presenti in tre misure (small, me<strong>di</strong>um, large). Esistono in <strong>di</strong>versi materiali: lattice, vinile,<br />
nitrile, poliuretano. Principalmente in associazione sono utilizzati quelli in lattice. Nel caso un<br />
volontario risulti allergico a tale materiale, è importante che lo segnali al Gruppo Materiale Sanitario,<br />
in modo da provvedere ad una fornitura <strong>di</strong> guanti alternativi.<br />
Contenitore per rifiuti<br />
Lenzuola<br />
Traverse<br />
Panni<br />
Contenitore per rifiuti infetti<br />
Non è presente <strong>di</strong> norma sulle ambulanze, escluse alcune eccezioni, ma si<br />
trova nel deposito <strong><strong>del</strong>le</strong> lenzuola. Al suo interno vanno buttati tutti i presi<strong>di</strong><br />
monouso utilizzati nello svolgimento <strong>del</strong> servizio che siano venuti a contatto<br />
con i materiali biologici <strong>del</strong> paziente, e quin<strong>di</strong> potenzialmente infettivi.<br />
Ricordate che tali contenitori devono essere smaltiti per incenerimento, con<br />
una spesa <strong>di</strong> circa 30 euro l’uno. Per tale motivo al suo interno non vanno<br />
gettati i rifiuti non infetti (guanti utilizzati ma puliti che non sono venuti a<br />
contatto con il paziente, cartacce, lattine ecc.), che devono essere smaltiti<br />
come i normali rifiuti urbani.<br />
EMERGENZA<br />
Barella<br />
Oltre a tutte le caratteristiche descritte per le barelle dei servizi<br />
socio-sanitari, questo mo<strong>del</strong>lo ha la possibilità <strong>di</strong> poter essere<br />
posizionata ad un’altezza interme<strong>di</strong>a.<br />
Barella cucchiaio 65EXL<br />
Il modo <strong>di</strong> utilizzare questo presi<strong>di</strong>o è sovrapponibile<br />
al mo<strong>del</strong>lo descritto nelle pagine precedenti. Alcune<br />
caratteristiche innovative sono date dal materiale<br />
plastico che limita la <strong>di</strong>spersione <strong>del</strong> calore, il doppio<br />
gancio <strong>di</strong> sicurezza visibile in figura e i fori a fondo<br />
cieco nei tubolari <strong>di</strong> alluminio che assicurano una più<br />
agevole pulizia. Anche questo mo<strong>del</strong>lo può essere<br />
ridotto in <strong>di</strong>mensioni allungando completamente la<br />
barella e ripiegandola a metà.<br />
Seggetta<br />
E’ una seggetta <strong>di</strong> soccorso, nata per l’evacuazione rapida <strong>del</strong> paziente lungo le<br />
scale. I due pattini inferiori consentono la <strong>di</strong>scesa in sicurezza, frenando la se<strong>di</strong>a,<br />
che deve essere spinta per procedere. Il carrello posteriore agevola l’utlizzo su<br />
superfici piane. E’ inoltre presente in ambulanza un manubrio da porre nel<br />
relativo incastro per consentire la salita <strong><strong>del</strong>le</strong> scale.<br />
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Sacca soluzione fisiologica<br />
Vengono utilizzate per le infusioni endovenose dal personale sanitario, oppure<br />
per la detersione <strong>di</strong> ferite sporche (ad esempio fango). Si raccomanda <strong>di</strong><br />
utilizzarla in modo adeguato, limitandone l’utilizzo alle effettive necessità.<br />
Deflussori<br />
Collegano i liqui<strong>di</strong> per infusione endovenosa all’ago posto sul paziente. Fermo<br />
restando che il suo utilizzo è solo su in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> personale sanitario, è<br />
bene che i volontari che effettuano servizio <strong>di</strong> emergenza-urgenza siano in<br />
grado <strong>di</strong> montarlo alla sacca per infusione.<br />
Forbici taglia abiti <strong>di</strong> Robin<br />
Vengono utilizzate per tagliare gli abiti <strong>del</strong> paziente in caso <strong>di</strong> effettiva<br />
necessità, come spiegato per il mo<strong>del</strong>lo nelle pagine precedenti. Ricordate che<br />
possono essere utilizzate anche per tagliare le cinture <strong>di</strong> sicurezza degli<br />
autoveicoli e per rompere i vetri <strong><strong>del</strong>le</strong> automobili come schematizzato in figura.<br />
Ricordate che comunque tale manovra non è <strong>di</strong> nostra competenza - se non in<br />
casi assolutamente eccezionali - ma dei vigili <strong>del</strong> fuoco.<br />
Set ustioni<br />
Il mo<strong>del</strong>lo attualmente a <strong>di</strong>sposizione sull’ambulanza<br />
convenzionata è un nuovo antiustioni e antifuoco all’idrogel<br />
vegetale, atto ad essere utilizzato su ustioni importanti con<br />
presenza <strong>di</strong> derma leso. Sono stu<strong>di</strong>ati per ottenere un<br />
raffreddamento rapido <strong><strong>del</strong>le</strong> parti ustionate, riducendo in tal<br />
modo la profon<strong>di</strong>tà e la vastità <strong>del</strong>l’ustione e alleviando<br />
considerevolmente i conseguenti dolori. Il raffreddamento o<br />
“cooling” è considerato la tecnica preminente per il trattamento<br />
d’urgenza degli ustionati e consiste nell’irrorare con acqua la<br />
zona <strong>del</strong>l’ustione. Per il trattamento <strong>del</strong>l’ustionato fare<br />
comunque riferimento alla lezione <strong>del</strong> corso apposita.<br />
Pulsossimetro<br />
E’ un elettrome<strong>di</strong>cale che consente <strong>di</strong> rilevare attraverso una sonda<br />
applicata ad un <strong>di</strong>to (o al lobo <strong>del</strong>l’orecchio o al calcagno nel neonato) la<br />
percentuale <strong>di</strong> saturazione <strong>di</strong> ossigeno <strong>del</strong> sangue periferico (SpO2%). E’<br />
quin<strong>di</strong> un in<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>lo stato <strong>del</strong>lo scambio <strong>di</strong> gas a livello polmonare. Il<br />
secondo valore che si legge alla destra <strong>del</strong>lo schermo è invece relativo<br />
al numero <strong>di</strong> battiti car<strong>di</strong>aci per minuto (bpm). Ricordate che i valori letti<br />
sul <strong>di</strong>splay si riferiscono ad una misura effettuata su un <strong>di</strong>stretto<br />
corporeo periferico, e non sempre rispecchiano i valori reali. Ad esempio<br />
nel caso <strong>di</strong> un trauma <strong>del</strong>la strada che rimanga a terra per un tempo<br />
sufficiente con una temperatura ambientale relativamente bassa,<br />
possiamo avere <strong>di</strong>fficoltà ad ottenere un valore, dato che il freddo tende<br />
a limitare la circolazione degli strati superficiali <strong>del</strong> corpo e <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
estremità (vasocostrizione). In tal caso potrebbe non essere possibile<br />
ottenere alcuna lettura, pur potendo essere normale la saturazione <strong>del</strong> soggetto. D’altra parte in<br />
caso <strong>di</strong> bassa pressione arteriosa (ipotensione) o <strong>di</strong> alcune aritmie car<strong>di</strong>ache, non tutti battiti<br />
66<br />
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car<strong>di</strong>aci sono in grado <strong>di</strong> portare il sangue fino alle estremità, producendo quin<strong>di</strong> un valore anche<br />
molto <strong>di</strong>verso da quello reale o nullo. In tal caso basta verificare la corrispondenza tra valore letto<br />
sull’ossimetro e polso carotideo.<br />
Il metodo <strong>di</strong> rilevazione <strong>del</strong>lo strumento ha però dei limiti <strong>di</strong> affidabilità: non è assicurato il corretto<br />
funzionamento in caso <strong>di</strong> luce solare <strong>di</strong>retta sul sensore durante la rilevazione (basta coprirlo),<br />
oppure in caso <strong>di</strong> febbre <strong>del</strong> soggetto o in presenza <strong>di</strong> smalto blu. In tal caso è necessario<br />
asportarlo con acetone o con le forbici (metodo raccomandato), o posizionare la molla <strong>del</strong> sensore<br />
sulla punta <strong>del</strong> <strong>di</strong>to, ma in modo che vada ad appoggiarsi sulle superfici laterali e non su quelle<br />
superiore e inferiore (dove è cioè presente lo smalto). Ricordate <strong>di</strong> non riporre lo strumento con il<br />
sensore connesso, poiché in tal modo è facile che possa rompersi. Se è presente la prolunga<br />
agganciata al sensore, questa non va tolta, poiché previene la rottura <strong>del</strong> connettore. Ricordate che<br />
non è possibile riparare il sensore, e il costo per uno nuovo si aggira sui 250 euro!<br />
Premendo il terzo bottone il <strong>di</strong>splay si illumina (utile in caso <strong>di</strong> scarsa visibilità) e premendo in<br />
successione il primo e il terzo tasto viene tolto il sonoro.<br />
Ricordate inoltre che gli ossimetri non sono in grado <strong>di</strong> mostrare la saturazione corretta nelle<br />
intossicazioni da monossido <strong>di</strong> carbonio, nelle intossicazioni anche gravi il valore segnato dallo<br />
strumento potrebbe anche essere normale.<br />
Zaino sanitario<br />
Aspiratore secreti portatile<br />
Si tratta <strong>di</strong> un aspiratore che può essere trasportato al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong>l’ambulanza.<br />
Il suo utilizzo è sovrapponibile a quello fisso. Ricordate che è necessario che<br />
venga posto sotto carica per mantenere la batteria funzionale. Nel caso non<br />
si ottenga alcuna aspirazione (i led ver<strong>di</strong> accesi che in<strong>di</strong>cano il livello <strong>di</strong><br />
pressione negativa esercitata dallo strumento sulla sinistra non aumentano <strong>di</strong><br />
numero), verificare che i tubi siano ben fissati agli ugelli e che non presentino<br />
strozzature, e che il coperchio <strong>del</strong> barattolo <strong>di</strong> raccolta sia avvitato a fondo.<br />
Monitor defibrillatore manuale/semiautomatico LifePak 12<br />
E’ un multiparametrico in grado <strong>di</strong> rilevare una traccia<br />
elettrocar<strong>di</strong>ografica a tre derivazioni, la saturazione <strong>di</strong> ossigeno, la<br />
frequenza car<strong>di</strong>aca, la frequenza respiratoria e la pressione arteriosa.<br />
Ha la possibilita <strong>di</strong> stampare un tracciato elettrocar<strong>di</strong>ografico. E’ inoltre<br />
un defibrillatore manuale e semiautomatico. Per le istruzioni relative alle<br />
sue funzioni più semplici fare riferimento al foglio presente in<br />
ambulanza. Ovviamente questo tipo <strong>di</strong> elettrome<strong>di</strong>cale può essere<br />
utlizzato come defibrillatore solo da personale appositamente<br />
addestrato e autorizzato.<br />
Defibrillatore semiautomatico LifePak 500<br />
Collari cervicali Nec-Loc<br />
Sono il mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> collari cervicali sul mercato che attualmente<br />
garantisce la migliore immobilizzazione <strong>del</strong> rachide cervicale. Sono<br />
costituiti da due pezzi separati e sono <strong>di</strong>sponibili in varie misure.<br />
Per l’utilizzo fare riferimento alle <strong>lezioni</strong> relative.<br />
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Collari cervicali a pezzo unico (mo<strong>del</strong>lo stif-nec)<br />
Sono presenti in alcuni casi sui nostri mezzi <strong>di</strong> soccorso a causa degli scambi nei<br />
pronto-soccorsi. Se da una parte non garantiscono la stessa qualità <strong>di</strong><br />
immobilizzazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo precedente hanno il vantaggio <strong>di</strong> essere molto più<br />
economici e adattabili a tutti i pazienti, dall’adulto al bambino, senza dover avere a<br />
<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong>verse misure.<br />
Asse spinale<br />
Costruito in legno o in ABS, viene utilizzato per il trattamento <strong>del</strong><br />
paziente traumatico garantendo un supporto rigido alla colonna<br />
vertebrale<br />
Fermacapo<br />
Viene usato insieme all’asse spinale per garantire una migliore<br />
immobilizzazione <strong>del</strong> rachide cervicale. Il cuscino sottostante viene<br />
agganciato all’asse, mentre le incu<strong>di</strong>ni (i cuscinetti laterali) e le due<br />
fasce vengono fissate una volta posto il paziente sull’asse.<br />
Cinghie Ragno<br />
Sono un nuovo sistema <strong>di</strong> cinture a velcro per assicurare il paziente<br />
alla barella. Garantiscono una sicurezza e una stabilità notevolmente<br />
maggiori rispetto alle cinghie tra<strong>di</strong>zionali.<br />
KED estrinsecatore<br />
E’ uno strumento utilizzato per estrarre un paziente<br />
traumatizzato da un veicolo (o situazione similare) nel caso <strong>di</strong><br />
possibile frattura <strong>del</strong>la colonna vertebrale. E’ costituito da un<br />
corpetto semirigido in grado <strong>di</strong> avvolgere il tronco <strong>del</strong>l’infortunato<br />
e da stecche rigide interne che evitano movimenti <strong>di</strong><br />
flessione/estensione <strong>del</strong> busto. Viene fissato attraverso cinque<br />
cinghie (tre toraco-addominali e due inguinali), i cui colori<br />
possono variare a seconda dei mo<strong>del</strong>li. Per estrarre il paziente imbragato dall’autoveicolo sono<br />
presenti tre maniglie (due laterali e una posteriore). Ricordate che comunque è necessario<br />
utilizzare asse spinale e collarino.<br />
Set immobilizzatori a depressione (ferule)<br />
Si tratta <strong>di</strong> buste plastiche al cui interno sono presenti dei piccoli<br />
elementi <strong>di</strong> materiale sintetico che, attraverso l’aspirazione<br />
<strong>del</strong>l’aria presente all’interno <strong>del</strong>la ferula, si compattano<br />
ottenendo un unico corpo rigido. Hanno il vantaggio <strong>di</strong> poter<br />
essere conformati all’arto infortunato senza avere bisogno <strong>di</strong><br />
riallinearlo (come nel caso degli immobilizzatori rigi<strong>di</strong> descritti<br />
prima) e <strong>di</strong> non provocare <strong>di</strong>fficoltà alla circolazione (come negli immobilizzatori gonfiabili). Per<br />
Estrarre l’aria si può utilizzare la pompetta in dotazione (ve<strong>di</strong> figura)<br />
o l’aspiratore<br />
Pompa per ferule<br />
Viene collegata alle ferule per aspirarne l’aria contenuta attraverso il<br />
movimento <strong>del</strong>lo stantuffo.<br />
Porta aghi<br />
E’ un piccolo contenitore per aghi utilizzati esclusivamente da personale sanitario.<br />
Per aprirlo fare riferimento alla figura stampata sulla confezione. Una volta pieno<br />
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deve essere chiuso in modo irreversibile e smaltito all’interno <strong>del</strong> contenitore per rifiuti infetti in<br />
cartone (Jolly-pack).<br />
NELLO ZAINO<br />
Occhiali <strong>di</strong> protezione<br />
Da utilizzarsi ogni qual volta ci sia il pericolo <strong>di</strong> contaminazione con<br />
liqui<strong>di</strong> biologici per gli occhi <strong>del</strong> soccorritore.<br />
Mascherine protezione viso<br />
Viene utilizzata per la protezione da malattie trasmissibili (per<br />
proteggere il soccorritore) o in caso <strong>di</strong> paziente immunodepresso (per<br />
proteggere il paziente). Ricordate che non sono assolutamente<br />
sufficienti in caso <strong>di</strong> tubercolosi infettiva aperta (TBC) o SARS<br />
Mascherine SARS (FFP3)<br />
Sono particolari mascherine in grado <strong>di</strong> filtrare l’aria inspirata dal<br />
soccorritore. Le mascherine per SARS devono essere sigillate e<br />
recare la scritta FFP3 sulla confezione. Per la TBC il mo<strong>del</strong>lo deve<br />
recare la scritta FFP2. In caso <strong>di</strong> necessità, se non sono possibili<br />
soluzioni alternative, per la TBC si possono usare le mascherine da<br />
SARS, ricordando però che hanno un costo molto maggiore.<br />
Pallone <strong>di</strong> Ambu pe<strong>di</strong>atrico<br />
Rimane valido quanto detto per l’ambu adulto, ricordando però che<br />
l’algoritmo <strong>del</strong>la rianimazione nel bambino è <strong>di</strong>verso da quello <strong>del</strong>l’adulto.<br />
Fare riferimento alla lezione specifica.<br />
Fonendoscopio<br />
Utilizzato per auscultare il torace <strong>del</strong> paziente da parte <strong>del</strong> personale sanitario o<br />
per rilevare la pressione arteriosa con lo sfigmomanometro.<br />
Sfigmomanometro<br />
Utilizzato per la rilevazione <strong>del</strong>la pressione arteriosa.<br />
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Ambulanza e Comunicazioni Ra<strong>di</strong>o<br />
14 Presidente Nazionale <strong>ANPAS</strong><br />
a cura <strong>di</strong> Fausto Casini 14<br />
Capitolo<br />
7<br />
70<br />
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7. Ambulanza e Comunicazioni Ra<strong>di</strong>o [durata 150 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
1. comportamento che il volontario deve tenere a bordo <strong>di</strong> un’ambulanza per garantire<br />
maggiore sicurezza verso se stessi, il paziente, il resto <strong>del</strong>l’equipaggio ed il mezzo stesso;<br />
2. conoscenza <strong>del</strong>l’apparecchiatura ra<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> come si utilizza e dei suoi protocolli <strong>di</strong><br />
comunicazione.<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
IL MALATO E L'AMBULANZA<br />
Il rapporto con il trasportato è estremamente importante. Ascoltare e cercare <strong>di</strong> mettere il più<br />
possibile a suo agio l’utente è la parte più importante <strong>del</strong>l’intera attività <strong>di</strong> trasporto, adeguando il<br />
più possibile i comportamenti <strong>del</strong> conducente <strong>del</strong> mezzo e degli altri componenti <strong>del</strong>l’equipaggio<br />
alle necessità <strong>di</strong> efficienza ed efficacia <strong>del</strong> trasporto .<br />
E’ molto frequente il caso in cui il trasportato abbia subito precedenti traumi e dobbiamo tener<br />
conto che l’autoambulanza è un ambiente estraneo alle consuetu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita degli in<strong>di</strong>vidui. Non<br />
dobbiamo quin<strong>di</strong> aver paura a <strong>di</strong>re al trasportato cose che ci possono sembrare scontate. Prima <strong>di</strong><br />
partire e dopo che il nostro trasportato è stato caricato e si trova nella posizione che dovrà tenere<br />
durante il viaggio è necessario chiedere se tutto va bene e invitarlo a ricercare la posizione <strong>di</strong><br />
massimo rilassamento sulla barella o sulla seggetta, raccomandandosi che per qualsiasi problema<br />
deve comunicarcelo.<br />
Durante tutte le fasi <strong>del</strong> trasporto è in<strong>di</strong>spensabile garantire:<br />
SICUREZZA FISICA<br />
SICUREZZA PSICOLOGICA<br />
• controllare che la se<strong>di</strong>a o la barella siano fermate bene;<br />
• evitare <strong>di</strong> caricare nella cellula sanitaria bagagli se non perfettamente assicurati;<br />
• quando il mezzo è in movimento deve essere garantita la stabilità <strong>di</strong> tutto ciò che<br />
si trova nella cellula sanitaria.<br />
• L'equipaggio deve lavorare in modo sincronizzato e armonioso, trasmettendo al<br />
paziente serietà e serenità;<br />
• l’ammalato deve sentirsi il più possibile a suo agio in modo da non provare<br />
soggezione se deve chiedere informazioni o se deve comunicare un <strong>di</strong>sagio. A<br />
tal fine è bene presentarsi subito al trasportato comunicandogli il proprio nome e<br />
manifestando la propria <strong>di</strong>sponibilità ad ascoltarlo;<br />
• L’equipaggio deve evitare <strong>di</strong> far trasparire conflitti all’interno <strong>del</strong> gruppo o verso<br />
altri membri <strong>del</strong>l’Associazione. Le comunicazioni tra volontari devono essere<br />
improntate al reciproco aiuto e finalizzate al mantenimento <strong>del</strong>la fiducia <strong>del</strong><br />
trasportato;<br />
• Il paziente non deve MAI sentirsi abbandonato e non deve MAI essere lasciato<br />
solo durante tutto il trasporto ed in particolar modo all’interno <strong>del</strong>la cellula<br />
sanitaria.<br />
71<br />
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ALCUNI CONSIGLI UTILI<br />
L’equipaggio è una squadra, quin<strong>di</strong> i componenti devono comunicare e collaborare tra loro e<br />
soprattutto prestare attenzione e trasmettere tranquillità all’utente. Non è corretto nei momenti in<br />
cui non si è coinvolti <strong>di</strong>rettamente nel servizio <strong>di</strong>sinteressarsi ad esso.<br />
Se si ravvisa un comportamento scorretto da un altro componente l’equipaggio o dal personale <strong>di</strong><br />
altre strutture coinvolte, lo si deve segnalare tempestivamente all’autore <strong>di</strong> questo comportamento<br />
evitando che il trasportato se ne accorga salvo il caso <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ato pericolo per la sua incolumità .<br />
All’ammalato non interessa nulla dei nostri giu<strong>di</strong>zi su altri componenti <strong>del</strong>l’equipaggio e<br />
<strong>del</strong>l’Associazione, infatti il clima che deve respirare è un clima collaborativo e sereno.<br />
IL VOLONTARIO E L'AMBULANZA<br />
CONTROLLO DEL MATERIALE<br />
L'equipaggio <strong>del</strong>l'automezzo è responsabile <strong>del</strong> materiale sanitario presente e pertanto, se al<br />
momento <strong>del</strong> servizio (sia d’emergenza-urgenza sia <strong>di</strong> servizio or<strong>di</strong>nario), si scopre che<br />
l'automezzo non è dotato <strong>di</strong> tutti quei presi<strong>di</strong> sanitari stabiliti dal regolamento interno<br />
all'Associazione, la responsabilità civile e penale <strong>di</strong> questa inefficienza ricade sull'equipaggio<br />
stesso.<br />
Per questo motivo è in<strong>di</strong>spensabile ricordare che :<br />
PRIMA d’iniziare il turno è assolutamente necessario controllare il mezzo, visto che nessuno a<br />
priori può garantirci il suo perfetto stato d’efficienza sia a livello <strong>di</strong> materiale sanitario (check-list)<br />
sia a livello meccanico.<br />
Su ogni ambulanza è presente una lista <strong>del</strong> materiale sanitario (check-list) alla quale fare<br />
riferimento per il controllo dei presi<strong>di</strong>. L'importanza <strong>di</strong> questa manovra (preventiva) si traduce<br />
nell'evitare una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tempo al momento <strong>di</strong> partire per un servizio urgente.<br />
Ricordare che il tempo d’inizio <strong>di</strong> un servizio d'emergenza inizia nel momento esatto in cui<br />
l’equipaggio <strong>del</strong>l’ambulanza convenzionata comunica la partenza via ra<strong>di</strong>o alla Centrale Operativa<br />
<strong>di</strong> <strong>Modena</strong> Soccorso.<br />
Nelle ambulanze utilizzate per i servizi or<strong>di</strong>nari, quin<strong>di</strong> non preposti alle emergenze-urgenze, sono<br />
presenti presi<strong>di</strong> sanitari <strong>di</strong>versi dal mezzo convenzionato elencati in una <strong>di</strong>fferente check-list.<br />
SICUREZZA MECCANICA DEL MEZZO DI SOCCORSO<br />
Ogni volontario deve segnalare (nell'apposita cassetta <strong>del</strong>la "manutenzione automezzi", posta<br />
nella stanzetta <strong>di</strong> fronte al centralino) qualsiasi anomalia <strong>del</strong>l'automezzo a livello meccanico. Per<br />
quanto riguarda la parte sanitaria, invece, le anomalie vanno segnalate tramite messaggi da<br />
mettere nella cassetta <strong>del</strong> “materiale sanitario”.<br />
Qualora vengano rilevati durante l'utilizzo dei gravi <strong>di</strong>fetti meccanici <strong>del</strong>l'automezzo o <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
mancanze <strong>di</strong> materiale sanitario (insostituibile al momento), è dovere <strong>di</strong> ogni volontario segnalare il<br />
fatto al capoturno, il quale si impegnerà a non far utilizzare quello specifico automezzo fino a<br />
quando non si sia provveduto alla sistemazione.<br />
UTILIZZO DEI PRESIDI SANITARI<br />
Il controllo <strong>del</strong> materiale sanitario prima <strong>di</strong> partire potrebbe essere una manovra superflua se tutti i<br />
volontari si impegnassero a lasciare l'ambulanza (ogni volta che rientrano in sede) con la<br />
dotazione completa <strong>del</strong> materiale.<br />
Pertanto è un compito fondamentale dei volontari, al termine <strong>di</strong> ogni servizio, lasciare l'automezzo<br />
in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> completa efficienza e perfettamente in or<strong>di</strong>ne in termini <strong>di</strong> dotazione <strong>del</strong> materiale<br />
sanitario.<br />
Se durante un servizio si utilizzano lenzuola o altro materiale sanitario sarà cura <strong>di</strong> ogni volontario<br />
preoccuparsi <strong>di</strong> rifornire nuovamente l'automezzo <strong>del</strong> materiale utilizzato, in modo da lasciarlo<br />
perfettamente in or<strong>di</strong>ne ed “operativo”, pronto per poter imme<strong>di</strong>atamente uscire per successivi<br />
servizi.<br />
72<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
Il materiale sanitario può essere trovato negli appositi arma<strong>di</strong>etti posti nel garage piccolo oppure,<br />
nel caso mancasse, lasciare un messaggio per il “materiale sanitario” nell’apposita cassetta.<br />
Una manovra importantissima è il controllo <strong>del</strong>la pressione <strong><strong>del</strong>le</strong> BOMBOLE D’OSSIGENO, nel<br />
caso siano entrambe scariche è obbligatorio provvedere alla loro sostituzione imme<strong>di</strong>ata con<br />
bombole piene che si trovano nel garage piccolo.<br />
La manovra <strong>del</strong> controllo <strong>del</strong>la pressione <strong><strong>del</strong>le</strong> bombole implica l'apertura <strong>di</strong> tutte le valvole che<br />
controllano il collegamento che va dalla bombola stessa all'apposita mascherina. Dopo aver<br />
provato la loro pressione è necessario richiudere tutte le valvole e gli interruttori aperti, altrimenti le<br />
inevitabili per<strong>di</strong>te presenti nel collegamento provocheranno una fuoriuscita <strong>del</strong>l'ossigeno che<br />
lentamente scaricherà completamente le bombole.<br />
PULIZIA<br />
L'igiene <strong>del</strong>la cellula sanitaria è una garanzia in<strong>di</strong>spensabile sia per il trasportato sia per i membri<br />
<strong>del</strong>l'equipaggio.<br />
La pulizia <strong>del</strong>l'automezzo dovrebbe essere svolta dai volontari nei momenti <strong>di</strong> “sosta”, come ad<br />
esempio quando si è in attesa <strong>di</strong> uscire per effettuare dei servizi. Questo capita più<br />
frequentemente nei turni serali e <strong>del</strong> week-end, dove il numero dei volontari è spesso maggiore <strong>del</strong><br />
numero dei servizi da svolgere.<br />
Nel caso in cui sia stata verificata la presenza <strong>di</strong> un qualsiasi liquido organico all’interno <strong>del</strong> mezzo,<br />
è dovere primario <strong>di</strong> ogni volontario rientrare in sede per effettuare una pulizia accurata e<br />
completa (con relativa <strong>di</strong>sinfezione) <strong>di</strong> tutto l'automezzo.<br />
Si consiglia <strong>di</strong> adottare questa procedura anche nel caso in cui vengano effettuati servizi non<br />
urgenti (cioè or<strong>di</strong>nari).<br />
Accanto a questi accorgimenti che riguardano la pulizia <strong>del</strong>la cellula sanitaria, va sempre ricordata<br />
l'importanza <strong>di</strong> adottare in ogni servizio TUTTE quelle precauzioni igieniche necessarie alla<br />
salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>la nostra e <strong>del</strong>l'altrui salute.<br />
Si consiglia pertanto l'utilizzo, in ogni servizio, dei guanti monouso in lattice (ed è buona norma<br />
tenerne sempre in tasca un paio <strong>di</strong> scorta).<br />
L'utilizzo dei guanti <strong>di</strong>venta assolutamente obbligatorio nei servizi <strong>di</strong> Pronto Soccorso,<br />
anche quando capitano interventi su pazienti che non presentano fuoriuscita <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong><br />
organici.<br />
Indossare SEMPRE i guanti negli interventi <strong>di</strong> PS!<br />
NOTE PER IL SOCCORSO ED IL TRASPORTO IN AMBULANZA<br />
Supporto psicologico e cura <strong>del</strong>l'utente.<br />
• Giungere sul posto con la necessaria calma (che si dovrà trasmettere al paziente soccorso).<br />
L'equipaggio dovrà muoversi con la piena consapevolezza dei compiti affidati a ciascuno dei<br />
membri per svolgere un intervento coor<strong>di</strong>nato e non caotico.<br />
• Il volontario al quale è affidata la responsabilità <strong>del</strong> paziente dovrà chiedere la collaborazione<br />
degli altri membri <strong>del</strong>l'equipaggio e, se cosciente, anche al paziente stesso. Inoltre dovrà essere<br />
in grado <strong>di</strong> riconoscere particolari stati d'ansia dovuti all'incidente per il quale presta soccorso, e<br />
dovrà essere in grado <strong>di</strong> valutare quei semplici interventi relazionali che possano ridurre tali stati<br />
ansiosi.<br />
• Nei primi istanti il volontario dovrà parlare al paziente facendosi riconoscere (identità e qualifica)<br />
e, se il paziente mostra miglioramenti emozionali, riferirgli e descrivergli gli interventi che si<br />
accinge a svolgere.<br />
73<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
• Il volontario dovrà preoccuparsi <strong>di</strong> salvaguardare l'intimità fisica e la <strong>di</strong>gnità <strong>del</strong> paziente, dovrà<br />
quin<strong>di</strong> valutare con sensibilità interventi che possono toglierlo da situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio. Ad<br />
esempio dovrà essere attento a coprire nu<strong>di</strong>tà, dovrà evitare sguar<strong>di</strong> fissi verso il paziente o<br />
ad<strong>di</strong>rittura verso le parti <strong>del</strong> corpo colpite/ferite, dovrà allontanare con <strong>di</strong>screzione e cura<br />
eventuali sguar<strong>di</strong> in<strong>di</strong>screti dei "curiosi" e dovrà raccogliere eventuali oggetti personali<br />
mostrandoli al paziente per tranquillizzarlo.<br />
• Nella competenza che gli è riconosciuta, il volontario descriverà al paziente quali sono le<br />
manovre che si accinge a fare per tranquillizzarlo, mentre non descriverà quelle che potrebbero<br />
destargli ulteriori stati d'ansia, quali evidenti sintomi <strong>di</strong> una situazione tragica (per esempio<br />
sospetta lesione alla colonna vertebrale). Queste ultime, infatti, devono essere valutate e<br />
successivamente comunicate dal personale me<strong>di</strong>co competente.<br />
• Il volontario dovrà tenere con <strong>di</strong>screzione i documenti sanitari <strong>del</strong> paziente.<br />
• Il volontario dovrà ascoltare con attenzione e cura le richieste <strong>del</strong> paziente, se possibile,<br />
esau<strong>di</strong>rle mostrando <strong>di</strong>sponibilità. Dovrà inoltre fare domande al paziente per poter avere<br />
informazioni sull'accaduto (a volte in<strong>di</strong>spensabili all'arrivo in ospedale) e per mantenerlo<br />
collaborante. Il volontario dovrà anche sapere quali domande fare e quali non fare per non<br />
essere inopportuno e in<strong>di</strong>screto.<br />
• Il volontario dovrà tenere sotto controllo lo stato clinico <strong>del</strong> paziente senza mostrare eccessiva<br />
preoccupazione, anche nelle situazioni critiche.<br />
Nel caso <strong>di</strong> trasporti interospedalieri, le cartelle sanitarie non devono mai essere consegnate al<br />
paziente. Giunti in reparto quest’ultimo e la sua cartella clinica, oltre a tutto ciò che ci è stato consegnato<br />
al momento <strong>del</strong> trasferimento, dovrà essere consegnato al personale <strong>del</strong> reparto che firmerà la scheda<br />
<strong>di</strong> affidamento (ve<strong>di</strong> figura 1).<br />
Figura 1<br />
74<br />
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TRASMISSIONI RADIO<br />
CHE COS' E' UNA RADIO O RICETRASMETTITORE<br />
La ra<strong>di</strong>o consiste in un sistema formato da un trasmettitore che permette <strong>di</strong> comunicare via etere<br />
un'informazione e da un ricevitore per recepire le informazioni.<br />
Le ra<strong>di</strong>o possono essere essenzialmente denominate "da stazione fissa", "da stazione mobile" (o<br />
veicolari) e portatili. Le ra<strong>di</strong>o da stazione fissa, oltre ad essere ingombranti e <strong>di</strong> un certo peso,<br />
necessitano <strong>di</strong> solito <strong>di</strong> una alimentazione a 220 Volt; quelle veicolari sono installate nei mezzi<br />
mobili (es. ambulanze), sono <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni e peso più contenute ed alimentate <strong>di</strong>rettamente dalla<br />
batteria <strong>del</strong> mezzo. Quelle portatili sono alimentate da batterie ricaricabili con l’apposito caricatore<br />
posto nel centralino <strong>del</strong>l’associazione alimentato tramite corrente elettrica e la loro caratteristica<br />
principale è quella <strong>di</strong> poterla tranquillamente alloggiare in cintura.<br />
PULSANTI E PARTI FONDAMENTALI DELLE RADIO MONTATE SUI MEZZI<br />
• Manopola <strong>di</strong> ACCENSIONE, SPEGNIMENTO e controllo <strong>del</strong> VOLUME: spingendola si<br />
accende la ra<strong>di</strong>o e ruotandola si può incrementare o <strong>di</strong>minuire il livello au<strong>di</strong>o. Tornando a<br />
spingere la manopola la ra<strong>di</strong>o si spegne.<br />
• FRECCIA VERSO L’ALTO E FRECCIA VERSO IL BASSO: utilizzate per cambiare canale.<br />
• ALTOPARLANTE: permette <strong>di</strong> ascoltare le informazioni ricevute dalla ra<strong>di</strong>o, solitamente nelle<br />
nostre ambulanze è posto all'altezza <strong>del</strong> poggiatesta <strong>del</strong>l'autista o tra i due se<strong>di</strong>li anteriori.<br />
• ANTENNA: si trova sul tetto o a lato-cofano <strong>del</strong> veicolo ed è il mezzo attraverso il quale<br />
vengono trasmesse e ricevute le informazioni.<br />
• MICROFONO: è un trasduttore che converte le onde sonore "prodotte dalla voce" in segnali<br />
elettrici che verranno elaborati e poi trasmessi dalla ra<strong>di</strong>o.<br />
• PULSANTE PER PARLARE: posto a lato <strong>del</strong> microfono, serve per commutare la ra<strong>di</strong>o dalla<br />
ricezione <strong><strong>del</strong>le</strong> informazioni alla loro trasmissione.<br />
• DISPLAY: visualizza il canale sul quale la ra<strong>di</strong>o è sintonizzata;<br />
• TASTO P3: permette l’invio <strong>del</strong>la selettiva alla <strong>Base</strong>;<br />
• TASTO P1: permette l’invio <strong>del</strong>la selettiva alla centrale Operativa <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> Soccorso con la<br />
ra<strong>di</strong>o sintonizzata sul canale 4, quello riservato all’emergenza-urgenza.<br />
75<br />
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CONTROLLI DA EFFETTUARE PRIMA DI UTILIZZARE LA RADIO<br />
Al momento <strong>del</strong>l’accensione la ra<strong>di</strong>o si posiziona automaticamente sul canale n°1, sul quale si<br />
effettuano tutte le comunicazioni tra l'associazione ed i suoi mezzi sul territorio.<br />
La sigla ra<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> è "BLU BASE", mentre la sigla <strong>di</strong> ciascun<br />
mezzo è formata dal suo numero preceduto da "BLU"(ad esempio Blu 3, Blu 9, Blu 20 etc.).<br />
Una volta accesa la ra<strong>di</strong>o è opportuno controllare che sul suo <strong>di</strong>splay venga in<strong>di</strong>cato il numero <strong>del</strong><br />
canale sul quale si è sintonizzati.<br />
I CANALI DI COMUNICAZIONE<br />
Il canale n°1 “gestisce” tutte le comunicazioni tra i mezzi <strong>del</strong>l’associazione sul territorio e la base.<br />
Il canale n°4 viene utilizzato dai mezzi <strong>di</strong> tutte le Pubbliche Assistenze <strong>del</strong>la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
SOLO ED ESCLUSIVAMENTE per le comunicazioni dei mezzi prestanti servizi d’emergenzaurgenza,<br />
comunicando con la Centrale Operativa <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> Soccorso ( identificata dalla sigla<br />
“MODENA”). Tutti i mezzi <strong>del</strong>l’Associazione impiegati per i SERVIZI ORDINARI dovranno essere<br />
sintonizzati con la ra<strong>di</strong>o sul canale n°1.<br />
COMPORTAMENTO DURANTE L'USO DELLA RADIO<br />
Sul canale n°1, ed in particolare sul canale n°4, si deve utilizzare la ra<strong>di</strong>o per comunicare solo ed<br />
esclusivamente informazioni CHIARE e CONCISE per il corretto svolgimento <strong>del</strong> servizio che si sta<br />
effettuando.<br />
Questo deve avvenire perché, eventuali comunicazioni troppo prolisse, oltre ad essere segno <strong>di</strong><br />
poca “professionalità” rischierebbero <strong>di</strong> tenere impegnato il canale impedendo ad altri mezzi <strong>di</strong><br />
comunicare informazioni senz'altro più importanti.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo inoltre che altri Enti sono in ascolto su questi canali ed hanno quin<strong>di</strong> la possibilità <strong>di</strong><br />
sentire tutte le comunicazioni effettuate.<br />
COME SI COMUNICA VIA RADIO<br />
Al fine <strong>di</strong> una buona comprensibilità <strong>del</strong>l'informazione da trasmettere o da ricevere occorre<br />
prestare molta attenzione alle seguenti modalità:<br />
• prima <strong>di</strong> parlare sul canale, accertarsi che non ci sia qualcuno che lo stia già facendo;<br />
• premere il pulsante <strong>del</strong> microfono e solo dopo un secondo iniziare a parlare, tenendolo a<br />
lato <strong>del</strong>la bocca ed allo stesso tempo il più vicino possibile alla bocca stessa ( MA non a<br />
contatto) cercando <strong>di</strong> mantenere un'intensità <strong>di</strong> voce costante. In questo modo si evita che<br />
il corrispondente riceva la prima parte <strong>del</strong> <strong>di</strong>scorso già iniziata e tenendo il microfono a lato<br />
<strong>del</strong>la bocca si evita <strong>di</strong> ricevere, sotto forma <strong>di</strong> fruscio, l'aria che fuoriesce dalla cavità orale<br />
<strong>di</strong> chi sta parlando. Il tempo in<strong>di</strong>cato sopra è necessario, in quanto si ha un certo ritardo<br />
nella commutazione da ricezione a trasmissione da parte <strong>del</strong>la ra<strong>di</strong>o;<br />
• durante la trasmissione, mantenere la medesima <strong>di</strong>stanza tra la bocca ed il microfono in<br />
modo tale che colui che riceve, non avverta oscillazioni nell'intensità <strong>del</strong>la voce <strong>del</strong><br />
corrispondente. Inoltre bisogna ricordarsi <strong>di</strong> NON gridare, poiché si rende ancora più<br />
incomprensibile quello che si sta <strong>di</strong>cendo;<br />
• non effettuare comunicazioni lunghe ma essere concisi, precisi e chiari;<br />
• smettere <strong>di</strong> tenere premuto il pulsante <strong>del</strong> microfono SOLO dopo aver finito <strong>di</strong> parlare in<br />
modo da evitare <strong>di</strong> troncare le ultime parole;<br />
• tra un "passaggio" e l'altro lasciare sempre almeno 1 secondo <strong>di</strong> spazio prima <strong>di</strong><br />
ritrasmettere in modo da dare la possibilità ad altri <strong>di</strong> intervenire in caso <strong>di</strong> necessità;<br />
• i canali ra<strong>di</strong>o rappresentano un sistema <strong>di</strong> comunicazione NON sicuro, in quanto sono<br />
facilmente intercettabili con opportuni ricevitori, quin<strong>di</strong> evitare <strong>di</strong> fornire via ra<strong>di</strong>o dati<br />
anagrafici <strong>di</strong> persone in casi particolari (es. pazienti deceduti);<br />
• per quanto riguarda la ricezione occorre accertarsi che il volume non sia al minimo<br />
impedendo quin<strong>di</strong> l'ascolto <strong>di</strong> quello che si sta ricevendo.<br />
76<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
CONSIDERAZIONI<br />
Nelle normali trasmissioni via ra<strong>di</strong>o gli interlocutori possono o parlare o ricevere.<br />
Per intenderci, non è come il telefono, <strong>di</strong> conseguenza quando si sta ricevendo non si può<br />
trasmettere, in quanto l'altro non sentirebbe e si <strong>di</strong>sturberebbe la ricezione ad eventuali terzi che<br />
ascoltano, quin<strong>di</strong> bisogna parlare uno alla volta, rispettando l'or<strong>di</strong>ne d'ingresso.<br />
Nei collegamenti, ed in particolare durante un servizio d’emergenza-urgenza, si deve usare un<br />
linguaggio chiaro e succinto. E' meglio utilizzare sigle e protocolli <strong>di</strong> trasmissione standar<strong>di</strong>zzati in<br />
modo tale da rendere più chiara possibile la comunicazione.<br />
CHIAMARE UNA STAZIONE<br />
Supponiamo che BLU 3 debba chiamare BLU BASE; si potranno usare principalmente 3 mo<strong>di</strong>:<br />
1. nominativo stazione da chiamare da stazione che chiama: BLU BASE BLU 3;<br />
2. nominativo stazione da chiamare da nominativo stazione che chiama: BLU BASE DA<br />
BLU3;<br />
3. nominativo stazione che chiama per stazione da chiamare: BLU 3 PER BLU BASE.<br />
Dei tre mo<strong>di</strong>, il primo è preferibile, in quanto più corto e più imme<strong>di</strong>ato degli altri. Come detto in<br />
precedenza, prima <strong>di</strong> fare la chiamata occorre accertarsi che nessuno stia parlando sul canale e<br />
che non ci siano in atto comunicazioni <strong>di</strong> maggiore priorità, come ad esempio <strong><strong>del</strong>le</strong> emergenze.<br />
N.B. Se dopo aver chiamato una stazione questa non risponde bisogna aspettare qualche<br />
secondo prima <strong>di</strong> richiamare, in quanto l'operatore potrebbe essere momentaneamente<br />
impegnato. Se dopo qualche chiamata la stazione continua a non rispondere, desistere dal<br />
richiamare per non <strong>di</strong>sturbare il canale provando poi a ripetere la chiamata dopo alcuni minuti.<br />
RISPOSTA AD UNA CHIAMATA<br />
Quando una stazione viene chiamata (in questo caso BLU 3) questa può rispondere<br />
principalmente in 5 mo<strong>di</strong>:<br />
1. VIENI PER BLU 3;<br />
2. VIENI (STAZIONE CHE HA CHIAMATO);<br />
3. IN ASCOLTO BLU 3;<br />
4. BLU 3 IN ASCOLTO;<br />
5. AVANTI PER BLU 3.<br />
Dei cinque mo<strong>di</strong> precedenti, il primo è preferibile.<br />
N.B. E' buona abitu<strong>di</strong>ne confermare la ricezione <strong>di</strong> un messaggio al corrispondente.<br />
TERMINOLOGIA<br />
Nelle comunicazioni ra<strong>di</strong>o vengono usate abbreviazioni e termini in modo da rendere la<br />
comunicazione il più breve e chiara possibile. Ve<strong>di</strong>amo quelle principali, spiegandole:<br />
• RICEVUTO, BENE, OK, K, POSITIVO: utilizzati per confermare <strong>di</strong> aver capito il messaggio;<br />
• VIA CAVO: il suo significato è quello <strong>di</strong> utilizzare il telefono per parlare con il<br />
corrispondente. Usato nella frase : "Puoi raggiungermi via cavo?";<br />
• POSIZIONE: utilizzato per chiedere la posizione <strong>di</strong> un particolare mezzo; frasi tipiche: "Mi<br />
puoi dare la tua posizione?", "Posizione BLU 3?";<br />
• STIMATO: utilizzato per chiedere una stima in minuti (partire, arrivare, essere operativi).<br />
Usato nelle frase "Mi dai uno stimato ......?";<br />
• TORNA, RITORNA, RIPETI: significa che la stazione che ha appena trasmesso deve<br />
ripetere il messaggio perché non è stato ricevuto;<br />
• NEGATIVO: è usato spesso prima <strong>di</strong> torna, ritorna, ripeti;<br />
77<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
• SUL POSTO: si usa per in<strong>di</strong>care l'arrivo nel luogo prefissato. Si usa in frasi <strong>del</strong> tipo "Blu 3<br />
sul posto": questo messaggio viene dato quando si è in vista <strong>del</strong> “target”(luogo <strong>del</strong>l’evento);<br />
• PROVA RADIO: usato per chiedere rapporti <strong>di</strong> comprensibilità.<br />
SELETTIVA<br />
Se abbiamo una serie <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>o che sono in ricezione sullo stesso canale, ciascuna <strong>di</strong> queste è in<br />
grado <strong>di</strong> ricevere tutte le comunicazioni che avvengono sul medesimo. E’ possibile, tramite l'invio<br />
<strong>di</strong> un numero (SELETTIVA), chiamare qualsiasi ra<strong>di</strong>o installata sui mezzi <strong>del</strong>l'Associazione e<br />
memorizzare la chiamata.<br />
La ra<strong>di</strong>o, ricevuto il proprio numero <strong>di</strong> selettiva, emetterà un segnale sonoro ("beep") intermittente<br />
e sul <strong>di</strong>splay apparirà la sigla <strong>del</strong>la stazione chiamante (ad esempio BLU BASE). Per annullare la<br />
selettiva premere il tasto posto sul microfono. Per l’invio <strong>del</strong>la selettiva è sufficiente premere il<br />
pulsante P3 o P1 in base a quale stazione vogliamo inviarla (BLU BASE o Centrale Operativa) ed<br />
in base al canale sul quale è sintonizzata la ra<strong>di</strong>o.<br />
CODICI D'INVIO<br />
Sostanzialmente ci sono due tipologie <strong>di</strong> servizio svolte dall'associazione:<br />
1. servizi ORDINARI (per esempio <strong>di</strong>alisi ed alcune fisioterapie), <strong>di</strong>missioni, ecc.;<br />
2. servizi d’EMERGENZA-URGENZA (co<strong>di</strong>ci colore).<br />
Nel primo caso non c'è nessun co<strong>di</strong>ce d'invio, in quanto si tratta <strong>di</strong> un servizio programmato<br />
dall’Associazione e viene assegnato dal capoturno.<br />
Nel secondo caso invece, la richiesta viene effettuata dalla Centrale Operativa <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
Soccorso ed è rivolta al mezzo <strong>del</strong>l’Associazione convenzionato con il 118.<br />
L'ambulanza CONVENZIONATA esce con un co<strong>di</strong>ce assegnato dall’operatore <strong>del</strong>la Centrale. I<br />
co<strong>di</strong>ci sono:<br />
• VERDE: intervento poco critico e <strong>di</strong>fferibile nel tempo;<br />
• GIALLO: intervento me<strong>di</strong>amente critico ed in<strong>di</strong>fferibile nel tempo;<br />
• ROSSO: intervento critico, in<strong>di</strong>fferibile e d’emergenza.<br />
SOLO in co<strong>di</strong>ce rosso si è autorizzati all'uso dei segnalatori luminosi (lampeggianti) e dei<br />
segnalatori acustici (sirena) usando SEMPRE la massima attenzione alla circolazione stradale.<br />
CODICI DI RIENTRO<br />
Una volta che l'equipaggio <strong>del</strong>l'ambulanza ha caricato il paziente a bordo <strong>del</strong> mezzo e si <strong>di</strong>rige al<br />
pronto soccorso, deve comunicare alla Centrale Operativa il co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rientro:<br />
• CODICE 1 (traumatico o internistico) : non critico, nessuna funzione vitale compromessa;<br />
• CODICE 2 (traumatico o internistico) : critico, almeno una funzione vitale compromessa;<br />
• CODICE 3 (traumatico o internistico) : emergenza, più <strong>di</strong> una funzione vitale compromessa;<br />
• CODICE 4 (traumatico o internistico) : paziente deceduto.<br />
Bisogna prestare molta attenzione nella valutazione <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rientro!<br />
Terminato il servizio, si comunica alla Centrale Operativa il libero, <strong>di</strong>cendo per esempio:<br />
"BLU 3 rientra in CODICE 5 (libera ed operativa)" oppure "BLU 3 libera (operativa) rientra".<br />
ESEMPIO DI COMUNICAZIONE DURANTE UN SERVIZIO NON DI URGENZA<br />
Questo tipo <strong>di</strong> servizio viene dato all'equipaggio dal capoturno; non c'è quin<strong>di</strong> bisogno <strong>di</strong><br />
comunicargli nessuna partenza. Una volta terminato il servizio si chiama la base:<br />
"BLU BASE BLU 3", la quale risponderà: "Vieni BLU 3" oppure "Vieni per BLU BASE". A questo<br />
punto la risposta <strong>del</strong> mezzo sarà: "BLU 3 operativa (oppure libera, in co<strong>di</strong>ce 5) al Policlinico "<br />
e la base risponderà: "Bene BLU 3 rientra" oppure "Bene BLU 3 vai in Via ........".<br />
78<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
ESEMPIO DI COMUNICAZIONE DURANTE UN SERVIZIO DI EMERGENZA-URGENZA<br />
Il servizio viene passato dalla Centrale Operativa <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> Soccorso al capoturno, che a sua<br />
volta lo assegna all'equipaggio <strong>del</strong>l'ambulanza convenzionata. Le comunicazioni tra le due parti<br />
(equipaggio BLU 3 e <strong>Modena</strong> Soccorso) sono le seguenti.<br />
PARTENZA<br />
• BLU 3 : invio <strong>del</strong>la selettiva premendo il tasto P1 ;<br />
• Centrale Operativa (C.O.): “AVANTI PER MODENA”;<br />
• BLU 3: “MODENA, LA BLU 3 PARTITA”;<br />
• C.O.: “BENE BLU 3, RICEVUTO”.<br />
ARRIVO SUL POSTO<br />
• BLU 3: invio <strong>del</strong>la selettiva (P1);<br />
• C.O.:”AVANTI..”;<br />
• BLU 3: “MODENA, LA BLU 3 SUL POSTO”;<br />
• C.O.: “BENE BLU 3, RICEVUTO”.<br />
PARTENZA PER IL PRONTO SOCCORSO (P.S.)<br />
• BLU 3: invio <strong>del</strong>la selettiva (P1);<br />
• C.O.: “AVANTI…”;<br />
• BLU 3: “MODENA, LA BLU 3 HA CARICATO UN CODICE 1 INTERNISTICO PER IL<br />
POLICLINICO/BAGGIOVARA”;<br />
• C.O.: “BENE BLU 3, RICEVUTO”.<br />
RIENTRO DAL PRONTO SOCCORSO VERSO LA SEDE<br />
• BLU 3: invio <strong>del</strong>la selettiva (P1);<br />
• C.O.: “AVANTI…”;<br />
• BLU 3: “MODENA, LA BLU 3 IN CODICE 5 DAL PS DEL POLICLINICO/BAGGIOVARA”;<br />
• C.O.: “BENE BLU 3, RICEVUTO”.<br />
79<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
L’Anziano Demente e Confuso<br />
a cura <strong>di</strong> Luc Peter De Vreese 15<br />
Giambecchina - SCRITTURA DEL TEMPO – 1975 16<br />
Capitolo<br />
8<br />
15 Me<strong>di</strong>co Psicogeriatra. Nucleo Specialistico per le Demenze RSA IX Gennaio Comune <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
16 Qualcuno ha detto che le rughe sono i ricami <strong>del</strong> tempo; Gianbecchina concretizza il concetto e sostiene che i segni sul volto degli<br />
uomini consentano <strong>di</strong> leggere le vicende <strong>di</strong> una vita, <strong>di</strong> interpretare il senso <strong>di</strong> un’esistenza. Il viso <strong>di</strong> un vecchio <strong>di</strong>venta lo specchio <strong>del</strong>la<br />
sua anima, le sue rughe non sono ricami, ma solchi profon<strong>di</strong> sui quali il sole e il vento <strong>di</strong> tante stagioni passate hanno impresso il loro<br />
segno in<strong>del</strong>ebile.<br />
80<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
8. L’Anziano Demente e Confuso [durata 90 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
Fornire le informazioni necessarie ad un soccorritore per poter aiutare in maniera efficace ed<br />
efficiente una persona affetta da demenza. Il capitolo, infatti, in<strong>di</strong>ca brevemente il concetto <strong>di</strong><br />
demenza progressiva con i relativi sta<strong>di</strong> e quali sono i suoi sintomi principali (neurologici, cognitivi<br />
e non cognitivi).<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
In Italia un numero molto elevato <strong>di</strong> persone risulta affetto da demenza, con tassi d’incidenza che<br />
si aggirano attorno a 400.000 casi ogni anno, <strong>di</strong> cui più <strong>del</strong>la metà risulta affetto da Demenza<br />
Alzheimer.<br />
La DEMENZA è una incompetenza cognitiva cronico-progressiva ad espressività ecologica,<br />
consiste quin<strong>di</strong> in un deca<strong>di</strong>mento cognitivo globale compromettendo l’efficienza nello svolgere<br />
attività quoti<strong>di</strong>ane prima usuali ai malati.<br />
La demenza:<br />
è una malattia <strong>del</strong>la modernità;<br />
è nemica <strong>di</strong> una società ipercognitiva;<br />
provoca sentimenti <strong>di</strong> vergogna nei familiari;<br />
innesca atteggiamenti <strong>di</strong> “negativismo” negli operatori <strong><strong>del</strong>le</strong> demenze.<br />
La PSICOLOGIA SOCIALE MALIGNA spiega:<br />
La PSICOLOGIA SOCIALE MALIGNA è fatta <strong>di</strong>:<br />
solo la <strong>di</strong>agnosi sindromica <strong>di</strong> demenza, manca il più <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
volte una <strong>di</strong>agnosi tipologica, cioè non <strong>di</strong>ce che tipo <strong>di</strong><br />
demenza è;<br />
una <strong>di</strong>agnosi “detersivo”, i sintomi cognitivi e non cognitivi<br />
riferiti tendono ad essere interpretati slegati dai problemi<br />
somatici concomitanti<br />
assenza <strong>di</strong> qualsiasi sta<strong>di</strong>azione, che corrisponde al non<br />
sapere a che sta<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la malattia si trovano i malati.<br />
svalutazione <strong>del</strong>la persona;<br />
<strong>di</strong>sumanizzazione;<br />
depersonalizzazione.<br />
Per curare nel modo migliore possibile una persona affetta da demenza bisogna tenere conto <strong>di</strong><br />
alcuni fattori, come ad esempio la personalità pre-morbosa <strong>del</strong> paziente, la sua autobiografia, la<br />
sua salute fisica, i sintomi neurologici, il contesto psicologico sociale; questo per garantire una<br />
gestione che mira alla persona con demenza e non alla malattia dementigena (gestione centrata<br />
sulla persona). Uno degli ostacoli maggiori per raggiungere questo obiettivo è la me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong>la<br />
fretta. Una corretta gestione richiede, invece, una me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> tempo!<br />
La demenza è una malattia lunga, che presenta una grossa variabilità in<strong>di</strong>viduale, anche se<br />
possiamo <strong>di</strong>re che in me<strong>di</strong>a dura una decina <strong>di</strong> anni.<br />
Nella demenza più passa il tempo più la persona perde la propria in<strong>di</strong>pendenza.<br />
81<br />
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Gli sta<strong>di</strong> <strong>del</strong>la Demenza Alzheimer, forma <strong>di</strong> malattia prevalente nell’anziano, sono<br />
fondamentalmente 4:<br />
1. Lieve: dura circa 3-4 anni e la persona durante questo sta<strong>di</strong>o è ancora in grado <strong>di</strong> vivere<br />
autonomamente. Alcuni dei sintomi che presenta sono i <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>la memoria, <strong>del</strong>la<br />
personalità, <strong>del</strong>l’umore, <strong>del</strong>l’orientamento e <strong>del</strong> giu<strong>di</strong>zio critico. Il soggetto appare<br />
“normale” ad un occhio inesperto.<br />
2. Moderato: dura circa 2 anni e tra i sintomi che presenta troviamo crescenti <strong>di</strong>fficoltà a<br />
svolgere attività quoti<strong>di</strong>ane strumentali semplici e una compromissione <strong><strong>del</strong>le</strong> funzioni<br />
esecutive (programmare, prevedere, pianificare, completare attività finalistiche).<br />
3. Grave: tra i sintomi troviamo le <strong>di</strong>fficoltà motorie e <strong>di</strong> alimentarsi, in soggetti <strong>di</strong>fficilmente<br />
valutabili (anche per il dolore) per la per<strong>di</strong>ta (quasi) totale <strong><strong>del</strong>le</strong> competenze linguistiche<br />
sia sul versante espressivo che ricettivo.<br />
4. Terminale: i segni e i sintomi principali sono il mutismo, lo stato vegetativo, la <strong>di</strong>sfagia,<br />
le infezioni ricorrenti e la sindrome <strong>di</strong> allettamento.<br />
Il decorso osservato nella Demenza Alzheimer ha portato alla teoria retrogenetica <strong>del</strong>la malattia, in<br />
cui si osserva una per<strong>di</strong>ta <strong><strong>del</strong>le</strong> capacità in or<strong>di</strong>ne gerarchico ma inverso rispetto alle loro<br />
acquisizioni in età evolutiva (le abilità acquisite per ultime come ad esempio le attività strumentali<br />
vengono perse per prime, mentre quelle elementari come camminare, stare seduto ecc. se ne<br />
vanno per ultime).<br />
Per una corretta gestione <strong>del</strong>la demenza devo tenere conto dei sintomi neurologici, cognitivi e non<br />
cognitivi, oltre che <strong><strong>del</strong>le</strong> malattie preesistenti nel paziente, come ad esempio il <strong>di</strong>abete o le malattie<br />
vascolari.<br />
Tutte le persone malate <strong>di</strong> demenza presentano, in modo più o meno grave, questi sintomi:<br />
aprassia <strong>del</strong>lo sguardo, cioè l’incapacità <strong>di</strong> eseguire movimenti oculari intenzionali;<br />
atassia ottica, cioè la mancanza <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nazione dei movimenti muscolari volontari<br />
<strong>del</strong>l’occhio;<br />
deficit <strong>di</strong> attenzione, in particolare l’eminattenzione, il restringimento focale<br />
<strong>del</strong>l’attenzione e la simultaneo-agneosia;<br />
deficit <strong>di</strong> stereopsia, cioè un <strong>di</strong>sturbo nella valutazione <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>stanze;<br />
deficit <strong>del</strong> flusso ottico, cioè un <strong>di</strong>sturbo <strong>del</strong> movimento visivo percepito come risultato<br />
<strong>del</strong> proprio movimento nello spazio;<br />
per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la memoria;<br />
l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> nuove nozioni si azzera.<br />
Il Delirio si verifica quando il malato <strong>di</strong>ce cose non vere, ma è convinto <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>ce.<br />
Nella fase iniziale <strong>del</strong>la demenza i <strong>del</strong>iri sono poco frequenti, ma mano a mano che la malattia<br />
progre<strong>di</strong>sce questi aumentano.<br />
I sintomi non cognitivi sono fonte <strong>di</strong> stress anche fisico dei familiari e sono tra i più problematici e<br />
costosi a livello <strong>di</strong> gestione, inoltre sono <strong>di</strong>sturbi eterogenei che durano nel tempo. Tra questi<br />
ritroviamo:<br />
apatia (caratterizzata da ridotta iniziativa, ridotta emotività e scarsa cognitività<br />
finalistica);<br />
aggressività (fisica e/o verbale);<br />
depressione talvolta accompagnata da ansia;<br />
psicosi (caratterizzata da <strong>del</strong>irio, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> contatto con il mondo esterno,<br />
allucinazioni);<br />
comportamenti specifici (<strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> condotta sociale e personale, attività motoria);<br />
sintomi neurovegetativi (insonnia, turbe sessuali, iperoralità).<br />
82<br />
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Questi sintomi possono presentarsi simultaneamente anche nella stessa persona.<br />
Le cause <strong>di</strong> insorgenza dei sintomi non cognitivi sono le più svariate.<br />
Sarebbe meglio evitare <strong>di</strong> intervenire con farmaci su persone affette da <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> demenza,<br />
nonostante sia lecito cercare <strong>di</strong> dare più sollievo possibile alla persona stessa.<br />
In base alla sta<strong>di</strong>azione <strong>del</strong>la demenza si interviene sul malato con <strong>di</strong>versi interventi psicosociali.<br />
Nella fase lieve solitamente si procede con:<br />
Nella fase moderata si procede con:<br />
Nella fase grave si procede con:<br />
• la riabilitazione cognitiva;<br />
• la memoria procedurale;<br />
• la cura orientata alle emozioni;<br />
• la musicoterapia.<br />
• attività fisiche leggere (come ad esempio camminare);<br />
• la musicoterapica.<br />
• attività <strong>di</strong> socializzazione e attività ricreative in gruppo;<br />
• attività fisica attiva e passiva;<br />
• la musicoterapica;<br />
• adattamento ambientale allenante.<br />
Infine nella fase terminale si procede con:<br />
• un approccio in<strong>di</strong>viduale;<br />
• attività fisica attiva e passiva;<br />
• adattamento ambientale custo<strong>di</strong>alistico;<br />
• la stimolazione multisensoriale.<br />
Tra le malattie che favoriscono la demenza senile ritroviamo:<br />
RICORDIAMOCI CHE:<br />
la malnutrizione;<br />
il <strong>di</strong>abete;<br />
le malattie vascolari;<br />
la ritenzione urinaria.<br />
… la gestione <strong>di</strong> una malattia come la demenza deve mirare al raggiungimento <strong>di</strong> una<br />
funzionalità ottimale come essere sociale e nel rispetto <strong>del</strong>la sua personalità fatta non solo<br />
<strong>di</strong> memoria, ma anche <strong>di</strong> sentimenti, azioni, appartenenza, attaccamento alle persone e <strong>di</strong><br />
identità, e quin<strong>di</strong> “pace e benessere”.<br />
83<br />
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Rianimazione Car<strong>di</strong>opolmonare<br />
a cura <strong>di</strong> Angela Menegon 17<br />
17 Dirigente Me<strong>di</strong>co – Anestesista e Rianimatore, CO 118 <strong>Modena</strong> Soccorso.<br />
Capitolo<br />
9<br />
84<br />
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9. Rianimazione Car<strong>di</strong>opolmonare [durata 120 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
Cenni <strong>di</strong> fisiologia cerebrale, respiratoria e car<strong>di</strong>aca e descrizione <strong>del</strong>l’infarto car<strong>di</strong>aco (causesegni-sintomi).<br />
Valutazione <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> coscienza <strong>del</strong> paziente e successiva conoscenza <strong><strong>del</strong>le</strong> manovre <strong>di</strong><br />
rianimazione car<strong>di</strong>o-polmonare (sequenza BLS).<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
La rianimazione car<strong>di</strong>o-polmonare (RCP) comprende una sequenza <strong>di</strong> manovre fondamentali che<br />
deve essere PRONTAMENTE messa in atto in caso <strong>di</strong> arresto car<strong>di</strong>ocircolatorio, evento che se<br />
non trattato porta alla morte <strong>del</strong>la persona nella quale si verifica . L’arresto car<strong>di</strong>o-circolatorio è<br />
quin<strong>di</strong> l’EMERGENZA ASSOLUTA.<br />
Cenni <strong>di</strong> fisiologia<br />
L'arresto car<strong>di</strong>ocircolatorio implica il coinvolgimento <strong><strong>del</strong>le</strong> tre funzioni vitali <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo:<br />
- funzione cerebrale;<br />
- funzione respiratoria;<br />
- funzione car<strong>di</strong>aca.<br />
Per quanto riguarda la funzione cerebrale, si può <strong>di</strong>re che il cervello è la sede <strong>di</strong> tutte le funzioni<br />
superiori e metaboliche <strong>del</strong>l'uomo. È contenuto nella scatola cranica ed è avvolto da tre membrane<br />
(le meningi) e da un liquido, il liquor; tutte queste strutture hanno il compito <strong>di</strong> proteggere il cervello<br />
dagli insulti esterni.<br />
Il nutrimento principale <strong>del</strong> cervello è l’ossigeno. In assenza <strong>di</strong> ossigeno il cervello riesce a<br />
mantenere la sua attività per un massimo <strong>di</strong> 8-10minuti, dopo<strong>di</strong>chè l’anossia cerebrale provoca<br />
gravi danni neurologici permanenti (paralisi, coma persistente).<br />
L'apparato respiratorio ha la funzione principale <strong>di</strong> ossigenare il sangue che irrora tutti gli organi<br />
periferici.<br />
POLMONI<br />
Il sangue ricco <strong>di</strong> anidride carbonica (CO2) prodotta dagli organi viene convogliato al cuore dalle vene;<br />
dal cuore viene inviato ai polmoni dove libera l’anidride carbonica, che viene eliminata all’esterno con<br />
l’espirazione, e si carica <strong>di</strong> ossigeno che viene assunto dall’esterno con l’aria inspirata. Questo sangue<br />
ossigenato ritorna al cuore attraverso le vene polmonari e dal cuore viene inviato in tutti gli organi<br />
periferici attraverso le arterie.<br />
Il cuore, che è costituito da un muscolo detto miocar<strong>di</strong>o, svolge quin<strong>di</strong> la funzione <strong>di</strong> una POMPA che<br />
permette la circolazione sanguigna.<br />
CUORE<br />
85<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
È chiaro come le funzioni vitali siano intimamente legate e come la compromissione <strong>di</strong> una <strong>di</strong> esse<br />
possa provocare l’insufficienza <strong>del</strong>l’intero sistema.<br />
Caratteristiche <strong>del</strong>l’infarto<br />
Una <strong><strong>del</strong>le</strong> cause più frequenti <strong>di</strong> arresto car<strong>di</strong>ocircolatorio è rappresentata dall’infarto car<strong>di</strong>aco.<br />
Si parla <strong>di</strong> infarto quando una <strong><strong>del</strong>le</strong> arterie che portano sangue al muscolo car<strong>di</strong>aco ( arterie<br />
coronarie) si chiude, non permettendo più l’arrivo <strong>del</strong> sangue ad una zona <strong>del</strong> cuore: la parte <strong>del</strong><br />
muscolo interessata, rimanendo senza nutrimento, vale a <strong>di</strong>re senza ossigeno, va in necrosi e non<br />
risulta più in grado <strong>di</strong> svolgere la funzione <strong>di</strong> “pompa”.<br />
L’infarto car<strong>di</strong>aco si manifesta con segni e sintomi caratteristici:<br />
- dolore o senso <strong>di</strong> oppressione riferito in sede toracica retrosternale o allo stomaco, talvolta si<br />
può irra<strong>di</strong>are alla spalla, al braccio e alla man<strong>di</strong>bola dal lato sinistro <strong>del</strong> corpo;<br />
- nausea, sudorazione, affaticabilità e debolezza, fatica a respirare, sensazione <strong>di</strong> “venir meno”;<br />
- non sempre il dolore è descritto come insopportabile, ma a volte può essere <strong>di</strong> entità modesta.<br />
Può essere continuo o a crisi subentranti(angina).<br />
Se l’infarto non viene riconosciuto e trattato in tempi brevi può evolvere in fibrillazione ventricolare dando<br />
luogo alla cosiddetta “morte car<strong>di</strong>aca improvvisa”.<br />
Una piccola percentuale <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> morte car<strong>di</strong>aca improvvisa si può verificare anche per gravi e<br />
improvvise alterazioni <strong>del</strong> ritmo car<strong>di</strong>aco non dovute ad infarto.<br />
L’incidenza <strong>del</strong>la morte car<strong>di</strong>aca improvvisa è <strong>di</strong> una persona ogni mille per anno, il che significa<br />
che nella nostra provincia circa 650 persone ogni anno rischiano <strong>di</strong> essere colpite da morte<br />
car<strong>di</strong>aca improvvisa.<br />
Alla luce <strong>di</strong> tutto quanto si è detto finora, risulta evidente che il TEMPO è il fattore fondamentale<br />
<strong>del</strong>la rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare.<br />
La possibilità <strong>di</strong> evitare che si instaurino danni neurologici permanenti <strong>di</strong>pende dalla rapi<strong>di</strong>tà e dalla<br />
efficacia <strong><strong>del</strong>le</strong> procedure <strong>di</strong> soccorso, cioè dalla corretta applicazione <strong>del</strong>la cosiddetta “Catena<br />
<strong>del</strong>la sopravvivenza”.<br />
Essa consiste nella sequenza:<br />
- accesso precoce al sistema <strong>di</strong> emergenza<br />
- inizio precoce <strong>del</strong>la rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare (RCP)<br />
- defibrillazione precoce<br />
- inizio precoce <strong>del</strong> trattamento avanzato.<br />
Manovre <strong>di</strong> soccorso<br />
Prima <strong>di</strong> incominciare qualsiasi manovra sul paziente bisogna accertarsi che l’ambiente sia “in<br />
sicurezza”, ossia valutare che non vi siano pericoli sia per il soccorritore sia per il paziente.<br />
Dopo questo controllo si passa alla valutazione <strong>del</strong>l’ABC:<br />
A= airway: valutazione stato <strong>di</strong> coscienza , pervietà <strong><strong>del</strong>le</strong> vie aeree<br />
B= breathing: valutazione <strong>del</strong>l’attività respiratoria<br />
C= circulation: valutazione <strong>del</strong>l’attività circolatoria<br />
A. VALUTAZIONE STATO DI COSCIENZA E PERVIETA’ DELLE VIE AEREE<br />
Chiamare ad alta voce il paziente scuotendolo <strong>del</strong>icatamente per le spalle.<br />
Se non risponde bisogna imme<strong>di</strong>atamente chiamare il 118.<br />
86<br />
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PAZIENTE INCOSCIENTE : CHIAMARE IL 118<br />
Porre quin<strong>di</strong> il paziente in posizione supina su un piano rigido o a terra allineando il capo e gli arti e<br />
scoprendo il torace (se necessario tagliare gli indumenti).<br />
Porre una mano sulla fronte <strong>del</strong> paziente e con l’altra aprire la bocca e controllare che non vi siano<br />
ostruzioni alle vie aeree; se ci sono rimuoverle con un <strong>di</strong>to o con l’utilizzo <strong>del</strong>l’aspiratore secreti (ad<br />
esempio in caso <strong>di</strong> vomito).<br />
A questo punto porre due <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> una mano sotto il mento sollevandolo e spingere la testa<br />
all’in<strong>di</strong>etro con l’altra mano appoggiata sulla fronte: questa manovra <strong>di</strong> iperestensione <strong>del</strong> capo<br />
permette <strong>di</strong> mantenere l’apertura <strong><strong>del</strong>le</strong> vie aeree.<br />
B. VALUTAZIONE DELL’ATTIVITÀ RESPIRATORIA<br />
Innanzitutto avvicinare l’orecchio alla bocca <strong>del</strong> paziente con gli occhi rivolti verso il torace e<br />
procedere successivamente alla valutazione nei tre momenti in<strong>di</strong>cati con la sigla GAS:<br />
- Guardare se vi sono movimenti <strong>del</strong> torace;<br />
- Ascoltare se dal naso o dalla bocca provengono rumori respiratori (gorgoglii, sibili, ecc);<br />
- Sentire se dal naso o dalla bocca esce aria;<br />
il tutto contando lentamente fino a 10.<br />
IL PAZIENTE NON RESPIRA<br />
Se non respira si devono praticare due insufflazioni efficaci me<strong>di</strong>ante l’utilizzo o <strong>del</strong>la POCKET-<br />
MASK (maschera dotata <strong>di</strong> una valvola espiratoria che impe<strong>di</strong>sce il contatto fra il soccorritore ed il<br />
paziente), oppure me<strong>di</strong>ante una maschera collegata ad un pallone autoespan<strong>di</strong>bile <strong>di</strong> Ambu (in<br />
dotazione su ogni ambulanza).<br />
Per praticare la ventilazione ci si posiziona <strong>di</strong>etro il capo <strong>del</strong> paziente e si appoggia la maschera<br />
sul viso mantenendo l’aderenza <strong>del</strong>la maschera con pollice ed in<strong>di</strong>ce posizionati a formare una<br />
“C”; mentre, ponendo le altre tre <strong>di</strong>ta sotto la man<strong>di</strong>bola, si mantiene l’iperestensione <strong>del</strong> capo.<br />
Si fanno quin<strong>di</strong> le due ventilazioni controllando che il torace si espanda, se ciò non avviene<br />
ripetere l’insuflazione.<br />
Se in un soccorso al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong>l’ambulanza non siamo dotati <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> ventilazione si può<br />
procedere alla “respirazione bocca a bocca”, ossia si pone un fazzoletto tra la bocca <strong>del</strong><br />
soccorritore e <strong>del</strong>la vittima e si insuffla aria nella bocca <strong>del</strong>la vittima chiudendo il naso con pollice<br />
ed in<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la mano che era posizionata sulla fronte.<br />
Se il paziente invece respira lo si pone in POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA.<br />
87<br />
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C. VALUTAZIONE DELL’ATTIVITÀ CIRCOLATORIA<br />
Dopo aver effettuato le due ventilazioni è necessario valutare la presenza <strong>del</strong>l’attività circolatoria<br />
attraverso la ricerca <strong>di</strong> segni <strong>di</strong> circolo o <strong>del</strong> polso carotideo per 10 secon<strong>di</strong>.<br />
Il polso carotideo si cerca con l’in<strong>di</strong>ce ed il me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una mano posizionati sul pomo <strong>di</strong> Adamo, poi<br />
si fanno scivolare lateralmente sino ad incontrare un incavo che è il punto in cui si rileva il polso.<br />
Contemporaneamente si valuta se vi sono segni in<strong>di</strong>retti <strong>di</strong> circolo come ad esempio movimenti<br />
degli arti, colpi <strong>di</strong> tosse, atti respiratori.<br />
PAZIENTE IN ARRESTO CARDIACO<br />
Se non si rileva alcun segno si passa al massaggio car<strong>di</strong>aco.<br />
Si cerca il punto <strong>di</strong> compressione (detto punto <strong>di</strong> repere) facendo scorrere il <strong>di</strong>to me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una<br />
mano lungo il margine costale inferiore fino al punto <strong>di</strong> unione <strong><strong>del</strong>le</strong> coste allo sterno, quin<strong>di</strong> si<br />
appoggia l’in<strong>di</strong>ce accanto al me<strong>di</strong>o e il calcagno <strong>del</strong>l’altra mano sullo sterno. A questo punto si<br />
sovrappone l’altra mano e si intrecciano le <strong>di</strong>ta estendendole.<br />
Si incominciano così le compressioni, circa 1 al secondo alternando 15 compressioni a 2<br />
ventilazioni.<br />
Dopo 1 minuto, che <strong>di</strong> solito corrisponde a 4 cicli <strong>di</strong> compressioni/ventilazioni, si valuta se ci sono il<br />
polso carotideo o altri segni <strong>di</strong> circolo.<br />
Se vi è attività circolatoria si passa alla valutazione <strong>del</strong> respiro (sequenza A-B-C al contrario),<br />
altrimenti si continuano i cicli <strong>di</strong> compressioni e ventilazioni mantenendo il rapporto <strong>di</strong> 15:2 . Dopo<br />
2 minuti circa (8 cicli) si procede al successivo controllo <strong>del</strong> polso.<br />
Si continua a ripetere questa sequenza sino all’arrivo <strong>del</strong> mezzo <strong>di</strong> soccorso avanzato o sino a che<br />
le forze dei soccorritori lo permettano.<br />
Infatti è previsto che in caso d’esaurimento fisico dei soccorritori il BLS venga terminato.<br />
88<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
Emorragie e Ustioni<br />
a cura <strong>di</strong> Giuseppe Longo 18<br />
18 Me<strong>di</strong>co oncoematologo Centro Oncologico Modenese <strong>del</strong> Policlinico <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
Capitolo<br />
10<br />
89<br />
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10. Emorragie e Ustioni [durata 90 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
L’obbiettivo <strong>del</strong>la lezione è quello <strong>di</strong> dare un’adeguata informazione su come soccorrere in maniera<br />
efficace ed efficiente un paziente con emorragia e/o ustione in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sicurezza per il<br />
soccorritore.<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
Solitamente quando si parla <strong>di</strong> emorragie ed ustioni si parla <strong>di</strong> patologie che si possono presentare<br />
anche associate, in quanto si ritrovano nel paziente cosiddetto politraumatizzato.<br />
Il paziente si trova in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> shock, ossia una con<strong>di</strong>zione clinica in cui c’è sproporzione<br />
tra la quantità <strong>di</strong> sangue <strong>del</strong> soggetto ed il suo normale circolo sistemico.<br />
Sia le emorragie che le ustioni comportano, infatti, per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>.<br />
USTIONI<br />
Un’ustione è una lesione <strong>del</strong>la pelle causata da vari agenti fisici o chimici.<br />
Fra le più importanti cause d’ustione ricor<strong>di</strong>amo: il calore, l’ elettricità, il congelamento, le ra<strong>di</strong>azioni<br />
(più raro), le sostanze acide e alcaline (forti).<br />
Le ustioni vengono classificate secondo due parametri fondamentali: l’estensione ed il grado <strong>di</strong><br />
profon<strong>di</strong>tà che permettono <strong>di</strong> valutare il grado <strong>di</strong> gravità <strong>del</strong>l’ustione.<br />
ESTENSIONE: si può <strong>di</strong>re che "più l'ustione è estesa sulla pelle e più è da considerarsi<br />
grave" sino a mettere in repentaglio la vita <strong>del</strong> paziente. L'utilizzo <strong>del</strong>la "regola <strong>del</strong> nove" ha dato<br />
buoni risultati, anche se approssimativa. Con questa regola tutto il corpo viene <strong>di</strong>viso in <strong>di</strong>versi<br />
territori e ad ognuno <strong>di</strong> questi viene attribuito un numero che corrisponde a nove o ad un suo<br />
multiplo (9, 18 , 36). La somma che ne risulta si avvicina a 100 e rappresenta la totalità <strong>del</strong> corpo.<br />
Si ricor<strong>di</strong> che la regola <strong>del</strong> nove risulta utile solo negli adulti.<br />
PROFONDITA’ DELL’USTIONE<br />
Si <strong>di</strong>stinguono ustioni <strong>di</strong> tre gra<strong>di</strong>:<br />
• Primo grado: lesione che coinvolge solo l'epidermide; appare con un semplice<br />
arrossamento <strong>del</strong>la pelle. Quin<strong>di</strong> c'è eritema, gonfiore e lieve dolore;<br />
• Secondo grado: lesione che coinvolge anche il derma sottostante con segni infiammatori<br />
più vivaci. Si caratterizza per presenza <strong>di</strong> vescicole o <strong>di</strong> bolle (definite flittene) e forte<br />
dolore;<br />
• Terzo grado: lesione che coinvolge anche gli strati più profon<strong>di</strong> fino ai muscoli e a volte<br />
l'osso. La pelle spesso è carbonizzata con il dolore che può essere vivacissimo, oppure<br />
può non esserci perché la carbonizzazione ha coinvolto anche le fibre nervose.<br />
ALTRI PARAMETRI (SECONDARI) DI GRAVITA’<br />
Sono importanti a parità <strong>di</strong> danno ai tessuti, specie per la prognosi:<br />
• età <strong>del</strong> paziente;<br />
• presenza <strong>di</strong> malattie importanti (metaboliche, car<strong>di</strong>ovascolari, degenerative, ecc.);<br />
• complicazioni <strong>del</strong>l'ustione (infezioni, shock).<br />
Le zone critiche sono il viso, le vie respiratorie e le articolazioni.<br />
Si può parlare <strong>di</strong> ustione critica se essa è <strong>di</strong>: terzo grado con estensione maggiore <strong>del</strong> 10%,<br />
secondo grado con estensione maggiore <strong>del</strong> 30%, primo grado con estensione maggiore <strong>del</strong><br />
75%.<br />
90<br />
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REGOLA DEL NOVE<br />
(SUPERFICIE USTIONATA)<br />
Valutazione approssimativa<br />
BAMBINO<br />
ADULTO<br />
TESTA<br />
19%<br />
9%<br />
ARTO SUPERIORE<br />
9%<br />
9%<br />
TRONCO SUPERFICIE ANTERIORE<br />
18%<br />
18%<br />
TRONCO SUPERFICIE POSTERIORE<br />
18%<br />
18%<br />
GENITALI<br />
1%<br />
1%<br />
ARTO INFERIORE<br />
13%<br />
13%<br />
COMPORTAMENTO<br />
Quando si soccorre un paziente ustionato bisogna eseguire le seguenti manovre:<br />
• allontanare il paziente dalla fonte ustionante, sempre che anche il soccorritore sia in con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> sicurezza;<br />
• non rimuovere mai i vestiti <strong>del</strong>l’ustionato durante lo spostamento;<br />
• valutare i parametri vitali e, in particolare, la capacità respiratoria <strong>del</strong> paziente attraverso alcuni<br />
parametri come il colorito <strong>del</strong> paziente e gli atti respiratori; se fatica a respirare somministrare<br />
ossigeno terapia;<br />
• bendare la parte ustionata con garze STERILI ed umide;<br />
• avvolgere la zona con un lenzuolo pulito, anche se <strong>di</strong> grado superiore;<br />
• non rompere mai le bolle e le vescicole;<br />
• tentare sempre <strong>di</strong> ricostruire l’evento per capire se ci possono essere altri traumi non visibili;<br />
• valutare la gravità <strong>del</strong>l’ustione;<br />
• tranquillizzare sempre il paziente.<br />
Particolare attenzione va posta ad una tipologia piuttosto grave <strong>di</strong> ustioni, ossia le ustioni<br />
circonferenziate, ustioni <strong>di</strong> terzo grado che riguardano il torace e gli arti e che creano un<br />
91<br />
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impe<strong>di</strong>mento funzionale. Si può verificare, infatti, un danno ischemico a livello degli arti e un danno<br />
a livello <strong>del</strong>la capacità respiratoria che viene limitata dall’ustione al torace.<br />
Il rischio maggiore per qualsiasi tipo <strong>di</strong> ustione è quello infettivo, perciò è fondamentale cercare <strong>di</strong><br />
proteggere e rendere il più sterile possibile l’ambiente vicino alla lesione.<br />
USTIONI PARTICOLARI<br />
USTIONE CHIMICA<br />
È’ un tipo <strong>di</strong> ustione che si contrasta in base all’agente specifico che ha creato la lesione.<br />
La prognosi <strong>di</strong>pende dal tipo e dalla concentrazione <strong>di</strong> sostanza chimica con cui il corpo è venuto a<br />
contatto, dalla superficie interessata e dal tempo <strong>di</strong> durata <strong>del</strong> contatto.<br />
In ogni caso è consigliabile lavare la zona ustionata con acqua a getto rapido, senza eccessiva<br />
forza; pulire se necessario gli occhi tenendoli aperti; identificare il contenitore <strong>del</strong>la sostanza<br />
chimica causale; trasportarla al pronto soccorso con il paziente.<br />
Se la sostanza chimica viene ingerita vi può essere rottura <strong>del</strong>l’esofago e conseguente shock<br />
emorragico.<br />
USTIONE ELETTRICA<br />
È’ un tipo particolare <strong>di</strong> lesione che si accompagna spesso a complicanze generali legate<br />
all'attraversamento <strong>del</strong> corpo da parte <strong>del</strong>la corrente elettrica. Si intuisce perfettamente come<br />
alcuni organi, ed in particolare il cuore, possono essere danneggiati da questo passaggio.<br />
Si potrà avere: ustione nel punto d'ingresso <strong>del</strong>la corrente, ustione nel tragitto <strong>del</strong>la corrente,<br />
ustione nel punto in cui esce, possibili aritmie o arresto car<strong>di</strong>aco, arresto <strong>del</strong>l'attività respiratoria.<br />
Ricordarsi che se si tocca il paziente, nel tentativo <strong>di</strong> sottrarlo, mentre è a contatto con la sorgente<br />
<strong>di</strong> corrente (fili scoperti, presa elettrica, portalampada, etc.), il soccorritore-Volontario è a sua volta<br />
passibile <strong>di</strong> folgorazione. Bisogna:<br />
• isolare il paziente dalla fonte <strong>di</strong> corrente con materiale isolante (pezzo <strong>di</strong> legno etc.);<br />
• valutare i parametri vitali;<br />
• rianimazione Car<strong>di</strong>o-Polmonare, se necessario;<br />
• valutare se sono presenti fratture.<br />
USTIONI DA CALORE<br />
Sono le più frequenti. Il soggetto viene a contatto con fiamme, vapori, liqui<strong>di</strong> bollenti, oggetti soli<strong>di</strong><br />
arroventati.<br />
L’estensione e la profon<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>la lesione sono in funzione <strong>del</strong>la quantità <strong>di</strong> calore ceduta dalla<br />
fonte <strong>di</strong> calore.<br />
Sono particolarmente gravi quando interessano le vie respiratorie.<br />
E’ necessario bagnare, soffocare le fiamme, allontanare gli abiti bruciacchiati.<br />
USTIONI DA CONGELAMENTO<br />
L’ustione da congelamento crea una lesione simile all’ustione da calore ed è anch’essa valutata<br />
tramite i parametri <strong>di</strong> grado <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà ed estensione.<br />
Il congelamento è pericoloso se è sistemico in quanto può arrivare all’assideramento provocando<br />
un rallentamento <strong><strong>del</strong>le</strong> funzioni biologiche, bra<strong>di</strong>car<strong>di</strong>a e apatia <strong><strong>del</strong>le</strong> funzioni neurologiche sino allo<br />
shock ed al coma.<br />
È necessario provvedere al riscaldamento <strong>del</strong> paziente in modo graduale, non bisogna frizionare la<br />
cute né rompere eventuali vescicole o bolle.<br />
EMORRAGIE<br />
Sono da ritenersi, nella maggior parte dei casi, come <strong><strong>del</strong>le</strong> situazioni <strong>di</strong> emergenza tali da<br />
richiedere attenta vigilanza, celerità ed estrema accuratezza nelle manovre che, senza eccezione,<br />
assistono il paziente nel tragitto che va dal luogo <strong>di</strong> chiamata al Pronto Soccorso.<br />
Rappresenta emergenza primaria, perché in ogni emorragia importante può instaurarsi lo stato <strong>di</strong><br />
shock. In dettaglio, si ritiene che quando le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> sangue ammontano a circa 1 litro, il<br />
paziente è in uno stato <strong>di</strong> shock (in atto o incipiente) e si trova in una <strong><strong>del</strong>le</strong> con<strong>di</strong>zioni me<strong>di</strong>che che<br />
maggiormente espongono al rischio <strong>di</strong> morte (Shock Emorragico).<br />
92<br />
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CLASSIFICAZIONE E DEFINIZIONE<br />
Possiamo definire le emorragie in base a:<br />
1) causa:<br />
• traumatiche (dovute ad un evento traumatico)<br />
• non traumatiche (es. emorragia gastro-intestinale, epistassi)<br />
2) contenuto:<br />
• arteriosa: sangue <strong>di</strong> colore rosso vivo, che esce a getto<br />
• venosa: sangue <strong>di</strong> colore rosso scuro, che esce <strong>di</strong> continuo<br />
• capillare: sangue che esce a gocce, tipico <strong>di</strong> abrasioni<br />
3) dove si riversa<br />
• interna: il sangue si riversa in una cavità corporea (ad esempio torace o<br />
addome) presente o neoformata dallo stesso (ematoma)<br />
• esterna: il sangue esce da ferite più o meno ampie<br />
• esteriorizzata: il sangue esce da orifizi naturali (bocca, ano, orecchio, ecc.)<br />
CONSEGUENZE<br />
La pressione all'interno <strong>del</strong> sistema dei vasi arteriosi e venosi <strong>di</strong>pende principalmente da 3 fattori,<br />
che sono:<br />
1. la capacità <strong>del</strong> cuore <strong>di</strong> svolgere appieno il suo ruolo <strong>di</strong> pompa<br />
2. la quantità <strong>di</strong> sangue circolante<br />
3. il <strong>di</strong>ametro dei vasi<br />
Quando, per <strong>di</strong>verse cause, uno <strong>di</strong> questi fattori viene interessato (il cuore è "insufficiente", si<br />
perde <strong>del</strong> sangue oppure i vasi si <strong>di</strong>latano molto) il risultato può essere un brusco calo <strong>del</strong>la<br />
pressione arteriosa (PA).<br />
Il calo <strong>del</strong>la pressione arteriosa provoca, sostanzialmente, un deficit <strong>di</strong> perfusione <strong>di</strong> tutti i tessuti<br />
(effetti sistemici), che quin<strong>di</strong> si trovano in uno stato <strong>di</strong> "sofferenza".<br />
SEGNI E SINTOMI<br />
• pallore, cute fredda e umida;<br />
• polso frequente e piccolo;<br />
• respirazione superficiale;<br />
• vari livelli <strong>di</strong> alterazione <strong>del</strong>la coscienza fino al coma.<br />
Per valutare lo shock emorragico si valutano i seguenti parametri:<br />
• polso;<br />
• pressione arteriosa (sia sistolica che <strong>di</strong>astolica e <strong>di</strong>fferenziale);<br />
• frequenza respiratoria;<br />
• stato neurologico;<br />
• valutazione <strong>del</strong>la cute.<br />
COMPORTAMENTO<br />
Nelle emorragie esterne è necessario:<br />
• mettersi sempre i guanti;<br />
• valutare per prima cosa i parametri vitali;<br />
• cercare <strong>di</strong> trovare il punto <strong>di</strong> sanguinamento;<br />
• premere <strong>di</strong>rettamente su questo, meglio usando una garza sterile;<br />
• non rimuovere in nessun caso possibili corpi estranei conficcati nella ferita;<br />
• tenere l'arto sollevato per emorragie <strong>di</strong>stali (alla mano, al piede, ecc.);<br />
93<br />
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• se il sangue continua ad uscire, premere con forza sulla zona corrispondente al polso<br />
periferico a monte <strong>del</strong>la ferita in questione;<br />
• per emorragie più gravi, usare sempre il laccio emostatico in dotazione o in caso non ci sia,<br />
un oggetto simile purché piatto e morbido, annotando sempre l'ora <strong>di</strong> applicazione;<br />
• fare sdraiare il paziente con le gambe sollevate;<br />
• considerare la possibilità <strong>di</strong> lesioni annesse (fratture, lussazioni, ecc.).<br />
Riassunto.<br />
Le ustioni possono essere classificate in base alla profon<strong>di</strong>tà (1°, 2° e 3° grado) ed alla estensione<br />
(secondo la regola <strong>del</strong> 9, sono lesioni <strong>del</strong>la cute raramente <strong><strong>del</strong>le</strong> mucose causate da agenti fisici (calore,<br />
congelamento, elettricità, ecc.) o da agenti chimici (aci<strong>di</strong>, alcali).<br />
Manovre da mettere in atto al momento <strong>del</strong> primo soccorso: allontanare il paziente dalla sostanza<br />
ustionante mettendo in atto tutte le procedure che possono causare danno al soccorritore (allontanare<br />
cavi elettrici, evitare <strong>di</strong> inalare sostanze tossiche, ecc.), lasciare il paziente con i vestiti, coprirlo con un<br />
telo isotermico, se necessario lavarlo con acqua per allontanare sostanze ustionanti ed eventualmente<br />
procedere alla rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare. Tranquillizzare il paziente e procedere al suo trasporto<br />
valutando che non vi siano traumi non apparenti.<br />
Le emorragie sono tutte quelli con<strong>di</strong>zioni in cui si ha una fuoriuscita <strong>di</strong> sangue dal letto vascolare e<br />
possono essere classificate in traumatiche e non traumatiche, in arteriose, venose e capillari ed infine in<br />
esterne, interne ed estoriorizzate. La gravità <strong>del</strong>l’emorragia <strong>di</strong>pende dalla quantità <strong>di</strong> sangue persa<br />
nell’unità <strong>di</strong> tempo (lieve per per<strong>di</strong>te <strong>del</strong> 10-15% , moderata 15-30% e grave 30-50%),mentre la<br />
sintomatologia va dalla sensazione <strong>di</strong> capogiro fino allo shock, nelle forme gravi.<br />
Il soccorritore deve essere sempre munito <strong>di</strong> guanti, deve cercare <strong>di</strong> tamponare con garze sterili la sede<br />
<strong>del</strong>l’emorragia e deve evitare <strong>di</strong> togliere eventuali oggetti che causano il trauma emorragico. Qualora<br />
non si riuscisse a tamponare l’emorragia con il sollevamento <strong>del</strong>l’eventuale arto coinvolto, posizionare il<br />
laccio emostatico sopra la sede <strong>del</strong> sanguinamento sdraiando il paziente con le gambe in alto.<br />
Procedere ad un rapido trasporto in ospedale per permettere una rapida infusione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> il prima<br />
possibile, soprattutto in caso <strong>di</strong> ipotensione o shock.<br />
94<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
Ortope<strong>di</strong>a<br />
a cura <strong>di</strong> Alessandro Vecchio 19<br />
19 Dirigente me<strong>di</strong>co specialista in ortope<strong>di</strong>a e traumatologia - Policlinico <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
Capitolo<br />
11<br />
95<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
11. Ortope<strong>di</strong>a [durata 60 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
1. <strong>di</strong>stinzione tra frattura, lussazione e <strong>di</strong>storsione con i relativi segni e sintomi;<br />
2. conoscenza dei principali traumi vertebrali e cranici;<br />
3. conoscenze <strong><strong>del</strong>le</strong> manovre da effettuare da parte <strong>del</strong> soccorritore nei precedenti casi.<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
DEFINIZIONI<br />
FRATTURA:<br />
Interruzione completa o incompleta <strong>del</strong>la continuità <strong>di</strong> un osso.<br />
Vengono sud<strong>di</strong>vise in:<br />
• chiuse: fratture senza esposizione dei monconi ossei;<br />
• esposte: fratture con esposizione dei monconi ossei (forma più grave, per possibili<br />
danni vascolari, nervosi, muscolari e per il rischio <strong>di</strong> infezioni).<br />
Vi è anche una <strong>di</strong>stinzione tra fratture:<br />
• composte: nelle quali i frammenti rimangono nella loro posizione naturale;<br />
• scomposte: l’arto assume un atteggiamento innaturale (c’è sempre il rischio <strong>di</strong> lesioni<br />
alle strutture sottostanti).<br />
Le fratture rappresentano SEMPRE un’urgenza.<br />
LUSSAZIONE:<br />
Allontanamento permanente dei due capi articolari che compongono anatomicamente<br />
l'articolazione. La lussazione può essere complicata da lesioni nervose, vascolari o con frattura.<br />
Rappresentano un'urgenza in particolare se complicata.<br />
DISTORSIONE:<br />
Allontanamento temporaneo (con ritorno alla posizione anatomica originaria) dei due capi<br />
articolari. A volte può essere complicata con emartro (versamento <strong>di</strong> sangue nella cavità articolare)<br />
o con frattura. E' quasi sempre una lesione benigna che non va considerata urgenza.<br />
In<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong> danno: SEGNI E SINTOMI<br />
FRATTURA:<br />
Il segno più evidente è la deformità anatomica.<br />
I principali sintomi locali sono: il dolore, l’impotenza funzionale, il movimento dei capi ossei a livello<br />
<strong>di</strong> frattura, tumefazione <strong>di</strong> entità variabile. A livello generale si può giungere allo shock, soprattutto<br />
se vi sono anche altre lesioni.<br />
LUSSAZIONE:<br />
Impotenza funzionale.<br />
Tra i sintomi: dolore locale, impotenza funzionale, assunzione <strong>di</strong> una posizione antalgica, deformità<br />
articolare e possibile tumefazione.<br />
DISTORSIONE:<br />
Provoca dolore locale, impotenza funzionale e gonfiore <strong>del</strong>la zona interessata.<br />
96<br />
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MANOVRE DEL SOCCORITORE<br />
Prima <strong>di</strong> ogni manovra è in<strong>di</strong>spensabile valutare i parametri vitali <strong>del</strong> paziente e procedere alla<br />
rianimazione quando è necessario. In qualsiasi lesione il soccorritore dovrebbe SEMPRE<br />
immobilizzare il paziente nella posizione in cui si trova l'arto fratturato, SENZA cercare in nessun<br />
modo e per nessun motivo <strong>di</strong> ridurre un'eventuale frattura scomposta. Esistono appositi corsi per<br />
gestire un paziente traumatizzato dove vengono impartite le nozioni per eseguire le manovre più<br />
corrette.<br />
FRATTURA<br />
Applicare gli appositi presi<strong>di</strong> <strong>di</strong> immobilizzazione come ferule metalliche, o appositi <strong>di</strong>spositivi che<br />
creano il vuoto e stabilizzano la frattura (immobilizzatori a depressione).<br />
Lavare con fisiologica e me<strong>di</strong>care la ferita (se la frattura è esposta) con acqua ossigenata; coprire<br />
poi con garza sterile con leggerezza, senza "muovere" i capi ossei esposti. Se in caso <strong>di</strong> una<br />
frattura esposta si rileva un'emorragia imponente, applicare un laccio emostatico a monte <strong>del</strong>la<br />
lesione e registrare l'ora <strong>di</strong> applicazione, comunicandola al presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> soccorso sanitario a cui si<br />
affida il paziente.<br />
LUSSAZIONE<br />
Fasciare <strong>del</strong>icatamente gli arti, bloccandoli nella posizione in cui si trovano. Non cercare <strong>di</strong> ridurre<br />
la lussazione. Mettere <strong>del</strong> ghiaccio sull'articolazione interessata.<br />
DISTORSIONE<br />
Fasciare leggermente l'articolazione interessata e mettere <strong>del</strong> ghiaccio su <strong>di</strong> essa.<br />
N.B.: in caso <strong>di</strong> amputazioni:<br />
TRAUMATOLOGIA VERTEBRALE<br />
mettere il pezzo amputato tra garze sterili in un sacchetto <strong>di</strong> plastica<br />
possibilmente pulito;<br />
mettere questo sacchetto in un altro contenitore con ghiaccio;<br />
notare anche in questo caso l'orario;<br />
tamponare con garze sterili il moncone amputato.<br />
I TRAUMI DISTORSIVI<br />
I traumi <strong>di</strong>storsivi sono situazioni tipiche e frequenti, caratterizzate da una momentanea per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
rapporti nella colonna vertebrale.<br />
Sono rappresentati da:<br />
• Colpo <strong>di</strong> frusta<br />
Avviene <strong>di</strong> solito durante un tamponamento in automobile, con interessamento <strong>del</strong><br />
tratto cervicale. In questo caso il paziente ha dolore in sede e senso <strong>di</strong> rigi<strong>di</strong>tà al<br />
collo. Occorre sempre applicare il collare , che ha la funzione <strong>di</strong> mantenere il collo <strong>del</strong><br />
paziente dritto, con riduzione <strong>del</strong> dolore, per evitare che possibili fratture alle vertebre<br />
cervicali (raro) possano scomporsi e determinare lesioni al midollo spinale.<br />
• Colpo <strong>del</strong>la strega<br />
97<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
Avviene <strong>di</strong> solito nell'atto <strong>del</strong> sollevamento <strong>di</strong> un peso a gambe rigide. Interessa il tratto<br />
lombosacrale. Si avverte un forte dolore in sede e compare rigi<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>la colonna che<br />
può arrivare ad essere totale.<br />
FRATTURE VERTEBRALI<br />
La colonna vertebrale è formata da 33 vertebre che si estendono dal collo all’osso sacro.<br />
All’interno <strong>del</strong>la colonna si trova il midollo spinale che è fondamentale per garantire la motilità e la<br />
posizione degli arti e <strong>del</strong> tronco <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo.<br />
Le fratture vertebrali si <strong>di</strong>vidono in forme mieliche (con lesione al midollo osseo) ed amieliche<br />
(senza lesione al midollo osseo).<br />
Fratture vertebrali mieliche:<br />
A causa <strong>del</strong>la lesione midollare il paziente può avvertire i seguenti sintomi: dolore nel punto<br />
<strong>di</strong> lesione, incapacità <strong>di</strong> muovere uno o più arti (<strong>di</strong>pende dal punto lesionato), parestesia e<br />
formicolio <strong>di</strong> uno o più arti, la sensibilità tattile può essere mantenuta, vi può essere<br />
compromissione <strong>del</strong> respiro nelle lesioni <strong>del</strong> rachide cervicale alto.<br />
Fratture vertebrali amieliche:<br />
Il paziente avverte dolore locale nel punto <strong>di</strong> lesione.<br />
Comportamento:<br />
Sul piano <strong>del</strong> comportamento <strong>di</strong> primo soccorso, fa molta <strong>di</strong>fferenza sapere se siamo <strong>di</strong>nanzi ad<br />
una frattura vertebrale mielica od amielica. Il comportamento d'emergenza corretto si compone <strong>di</strong>:<br />
- valutazione dei parametri vitali;<br />
- applicazione <strong>del</strong> collare (ogni ambulanza ne è dotata);<br />
- caricamento <strong>del</strong> paziente sull’asse spinale senza movimenti bruschi.<br />
Nel caso <strong>di</strong> frattura mielica sarà bene avvertire la centrale operativa <strong>del</strong> 118 <strong>di</strong> eventuale lesione<br />
midollare per porre in atto un veloce piano <strong>di</strong> trattamento presso il centro <strong>di</strong> chirurgia spinale più<br />
vicino (Bologna).<br />
TRAUMATOLOGIA CRANICA<br />
Esistono traumi cranici chiusi e aperti in base all'esistenza o meno <strong>di</strong> soluzione <strong>di</strong> continuità con<br />
l'esterno.<br />
TRAUMI CRANICI CHIUSI<br />
Vengono definiti tali i traumi in cui il "colpo" ricevuto per caratteristiche, <strong>di</strong> forza e adeguatezza,<br />
non è tale da produrre una soluzione <strong>di</strong> continuità <strong>del</strong>la scatola cranica con esposizione all'esterno<br />
<strong>del</strong> contenuto (meningi/cervello).<br />
TRAUMI CRANICI APERTI<br />
Vengono definiti tali i traumi in cui si produce una soluzione <strong>di</strong> continuità (frattura esposta <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
ossa craniche) <strong>del</strong>la scatola cranica con esposizione all'esterno <strong>di</strong> sostanza cerebrale<br />
(meningi/cervello). In genere la prognosi per questi infortunati è peggiore che nel caso precedente.<br />
Oltre alla classificazione anatomo-patologica sin qui esposta (traumi aperti e chiusi) si può<br />
<strong>di</strong>datticamente utilizzare una classificazione maggiormente clinica:<br />
• non commotivi;<br />
• commotivi;<br />
• contusivi.<br />
Per commozione cerebrale si intende la momentanea per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza e <strong>di</strong> veglia <strong>di</strong> un<br />
paziente a seguito <strong>di</strong> un trauma.<br />
Nelle forme contusive il paziente ha subito un trauma cranico <strong>di</strong> lieve entità, tale da provocargli<br />
solamente dolore nel punto <strong>di</strong> impatto e null'altro (bernoccolo).<br />
98<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
Nelle forme commotive il paziente presenta:<br />
• stato <strong>di</strong> incoscienza momentaneo o duraturo;<br />
• amnesia retrograda;<br />
• cefalea <strong>di</strong>ffusa.<br />
Nei traumi commotivi <strong>del</strong> cranio la possibilità che possa esserci un danno cerebrale è molto alta<br />
per cui bisogna fare molta attenzione. In queste situazioni il paziente è spesso in stato <strong>di</strong> coma più<br />
o meno profondo con possibili segni spastici (polsi e avambracci flessi, gambe estese ed<br />
extraruotate), con possibili eventi convulsivi. In questi casi è facile la presenza <strong>di</strong> ematomi<br />
intracranici.<br />
Dei traumi cranici non bisogna MAI fidarsi! Molti <strong>di</strong> questi appaiono all'istante non gravi (non<br />
commotivi o commotivi lievi), ma nello spazio <strong>di</strong> poco tempo mostrano tutta la loro pericolosità,<br />
perché "celano" danni cerebrali (tipo ematoma <strong><strong>del</strong>le</strong> meningi post-traumatico).<br />
Non bisogna mai <strong>di</strong>menticare che, in<strong>di</strong>pendentemente dalla valutazione <strong>di</strong> gravità che si fa al<br />
momento <strong>del</strong> soccorso <strong>del</strong> traumatizzato, i traumi cranici sono sempre dei motivi <strong>di</strong><br />
ospedalizzazione urgente.<br />
In caso d’incidente è opportuno sempre chiedere al paziente se ricorda tutto ciò che è accaduto<br />
per capire se ha avuto anche una brevissima per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza; dopo un po’ <strong>di</strong> tempo, infatti,<br />
potrebbero apparire segni quali anisocoria (<strong>di</strong>ametro <strong><strong>del</strong>le</strong> pupille <strong>di</strong>fferente) e cefalea <strong>di</strong>ffusa e<br />
persistente che rappresentano segni <strong>di</strong> possibile danno cerebrale.<br />
FRATTURE CRANICHE<br />
Nelle fratture craniche possono essere presenti alcuni o tutti i segni precedentemente descritti con<br />
l'aggiunta <strong>di</strong>:<br />
• deformazione <strong>del</strong> cranio (frattura <strong>del</strong>la scatola cranica);<br />
• fuoriuscita <strong>di</strong> sangue dall'orecchio (frattura <strong>del</strong>la base cranica) e/o dal naso;<br />
• fuoriuscita <strong>di</strong> liquido trasparente da orecchio e/o dal naso;<br />
• colore bluastro sotto l'orbita;<br />
• pupille anisocoriche (cioè <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong>verso).<br />
Comportamento:<br />
• valutare i parametri vitali, con manovre rianimatorie se necessarie; arrestare eventuali<br />
emorragie con garze sterili, senza comprimere; ossigenoterapia; attenzione al possibile<br />
vomito imminente!!!<br />
• avviare il paziente in un centro traumatologico dotato <strong>di</strong> un reparto <strong>di</strong> neurochirurgia.<br />
99<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
Avvelenamenti<br />
a cura <strong>di</strong> Maura Bucciarelli 20<br />
20 Me<strong>di</strong>co responsabile <strong>del</strong>la gestione <strong><strong>del</strong>le</strong> emergenze tossicologiche - Policlinico <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
Capitolo<br />
12<br />
100<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
12. Avvelenamenti [durata 90 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
Fornire ai <strong>di</strong>scenti strumenti utili per:<br />
1. Riconoscere gli avvelenamenti;<br />
2. Raccogliere sul luogo <strong>del</strong>l’intervento materiale e notizie preziosi per la <strong>di</strong>agnosi e per la<br />
terapia degli intossicati;<br />
3. Applicare le misure fondamentali per impe<strong>di</strong>re il peggioramento dei pazienti e per il<br />
sostegno <strong><strong>del</strong>le</strong> funzioni vitali;<br />
4. Evitare comportamenti pericolosi per il/i soccorritore/i e per il paziente.<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
Si parla <strong>di</strong> avvelenamento quando un soggetto viene a contatto con una specifica sostanza<br />
chimica potenzialmente lesiva per via idonea a dare effetti dannosi in dose o concentrazione<br />
tossica.<br />
Questa definizione sottolinea come una sostanza possa <strong>di</strong>ventare velenosa se è acquisita in<br />
concentrazioni elevate o attraverso vie non idonee.<br />
Nella realtà siamo circondati da sostanze potenzialmente velenose come farmaci, droghe d’abuso,<br />
piante domestiche e selvatiche (inclusi i funghi), prodotti per uso domestico, solventi…<br />
L’intossicazione può essere chiaramente riferita ed evidente, oppure ignorata perché taciuta<br />
volutamente o sconosciuta anche alla vittima: in ogni caso bisogna prestare molta attenzione<br />
perché le intossicazioni simulano spesso altre con<strong>di</strong>zioni patologiche e poi bisogna essere veloci<br />
perché le con<strong>di</strong>zioni possono rapidamente peggiorare.<br />
CLASSIFICAZIONI<br />
Gli avvelenamenti possono essere accidentali (sovradosaggio involontario <strong>di</strong> farmaci, scambio <strong>di</strong><br />
recipienti, bambini…), oppure volontari (autolesione, uso voluttuario <strong>di</strong> sostanze, veneficio).<br />
Si <strong>di</strong>stinguono, poi, in base al meccanismo d’azione in:<br />
• intossicazioni lesionali (locali): c’è danno dove vi è il contatto;<br />
• intossicazioni funzionali (sistemici): il veleno crea danno cellulare dopo<br />
l’assorbimento.<br />
Le vie d’ingresso principali sono:<br />
• via orale, la più <strong>di</strong>ffusa: compresse, cibi, detersivi, aci<strong>di</strong>, alcali;<br />
• via respiratoria: tutte le sostanze gassose o in stato <strong>di</strong> vapore o che emanano gas;<br />
• via cutanea: pomate, cerotti tipici come quelli ormonali per la menopausa;<br />
• via oculare: liqui<strong>di</strong> vari, vapori;<br />
• via inoculatoria: iniezioni intramuscolo o endovena o per morso <strong>di</strong> animale;<br />
• via rettale: supposte.<br />
COMPORTAMENTO DEL SOCCORRITORE<br />
Allontanare la sostanza tossica dall'organismo il più presto possibile, cercando <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>viduare il tipo <strong>di</strong> tossico coinvolto (nome commerciale, molecola), oppure meglio portare<br />
con sé la sostanza tossica con la propria confezione o involucro;<br />
valutare i parametri vitali e praticare la rianimazione car<strong>di</strong>o-polmonare se necessaria;<br />
101<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
sapere, se è possibile, il tipo <strong>di</strong> sostanza assorbita, la quantità e l’ora in cui è stata<br />
assorbita;<br />
raccogliere il contenitore o la sostanza in questione.<br />
Ricordare che le vittime <strong>di</strong> intossicazioni possono peggiorare rapidamente: l’intossicazione è infatti<br />
per definizione un co<strong>di</strong>ce giallo fino a prova contraria.<br />
TIPI D’AVVELENAMENTI<br />
Avvelenamenti da ingestione<br />
Se l’assorbimento <strong>del</strong>la sostanza tossica non è stato <strong>del</strong> tutto ultimato, si deve facilitare<br />
l’evacuazione attraverso:<br />
• vomito;<br />
• gastrolisi (lavanda gastrica);<br />
• lavaggio totale <strong>del</strong> tubo <strong>di</strong>gerente.<br />
Il vomito è in<strong>di</strong>cato e va favorito se la sostanza tossica è stata ingerita a stomaco pieno dopo un<br />
pasto <strong>di</strong> cibi soli<strong>di</strong>, quando è insolubile in acqua o quando non si può fare velocemente una<br />
gastrolisi.<br />
Il vomito può essere indotto farmacologicamente o con le classiche “<strong>di</strong>ta in gola”, mentre per i<br />
bambini si può utilizzare anche lo sciroppo <strong>di</strong> ipecacuana.<br />
Il vomito, però, in alcune con<strong>di</strong>zioni NON deve essere provocato:<br />
• ingestione <strong>di</strong> caustici e derivati <strong>del</strong> petrolio;<br />
• ingestione <strong>di</strong> sostanze schiumogene;<br />
• pazienti in coma o in convulsioni.<br />
In molti casi <strong>di</strong> intossicazione è utile l’utilizzo <strong>di</strong> carbone vegetale attivato: è una polvere nera che<br />
viene <strong>di</strong>luita in acqua ed è in grado <strong>di</strong> assorbire gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> sostanze tossiche. Viene<br />
somministrato tramite son<strong>di</strong>no nasogastrico e i residui vengono eliminati con le feci che sono <strong>di</strong><br />
colore nero.<br />
Utile è anche l’olio <strong>di</strong> vaselina che aiuta a far eliminare sostanze tossiche solubili nei grassi,<br />
riducendone l’assorbimento.<br />
La lavanda gastrica è utile entro 4 ore dall’assunzione <strong>del</strong>la sostanza tossica ed è inutile nei casi<br />
non gravi o quando lo stomaco è pieno <strong>di</strong> materiale solido.<br />
INTOSSICAZIONI DA FARMACI<br />
Si tratta <strong>di</strong> intossicazioni molto frequenti derivate sia da un dosaggio errato <strong>del</strong> farmaco sia da<br />
assunzioni volontarie.<br />
Solitamente sono farmaci presenti in molte case (<strong>di</strong>gitale, lexotan, valium, ecc.).<br />
I SINTOMI sono:<br />
• sonno che degenera in coma;<br />
• depressione;<br />
• alterazione <strong>del</strong>la respirazione.<br />
In questi casi bisogna chiamare i soccorsi e condurre l'infortunato in Ospedale. Nel frattempo, è<br />
importante non farlo addormentare, nonostante la sonnolenza, stimolandolo costantemente con<br />
domande e stimoli fisici (scossoni, piccoli schiaffi, pizzicotti...). Bisogna inoltre indurre il vomito.<br />
E' molto importante far pervenire in Ospedale o al me<strong>di</strong>co il tipo <strong>di</strong> farmaco ingerito e,<br />
possibilmente, anche la quantità.<br />
INTOSSICAZIONE DA CAUSTICI<br />
Può avvenire per inalazione,contatto o ingestione <strong>di</strong> sostanze come benzina, candeggina e simili<br />
che provocano lesioni, ulcere e perforazioni. I SINTOMI sono: dolori violenti alla bocca, all’esofago<br />
e allo stomaco.<br />
102<br />
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In questi casi è necessario chiamare imme<strong>di</strong>atamente i soccorsi e cercare <strong>di</strong> <strong>di</strong>luire le sostanze<br />
ingerite con latte (per sostanze come acido muriatico e solforico) e acqua e limone nel caso sia<br />
stata ingerita <strong>del</strong>l’ammoniaca.<br />
ATTENZIONE: prima <strong>di</strong> fare ingerire queste sostanze è bene consultare un me<strong>di</strong>co, un errore<br />
potrebbe danneggiare ulteriormente l'infortunato.<br />
INTOSSICAZIONE DA FUNGHI<br />
Le tossine presenti nei funghi possono agire sia rapidamente (dopo 1- 6 ore), sia lentamente (dopo<br />
8-48 ore).<br />
Nel primo caso i SINTOMI sono:<br />
• nausea;<br />
• vomito;<br />
• <strong>di</strong>arrea;<br />
• tremori muscolari;<br />
• eccitazione psichica;<br />
• tachicar<strong>di</strong>a.<br />
Con il vomito e la <strong>di</strong>arrea le tossine vengono eliminate. E' bene comunque ospedalizzare<br />
d'urgenza il paziente, se possibile con i residui <strong>del</strong> cibo ingerito che saranno così analizzati.<br />
Nel secondo caso le tossine portano a SINTOMI come:<br />
• vomito;<br />
• <strong>di</strong>arrea;<br />
• dolori addominali;<br />
• shock.<br />
E' inutile provocare il vomito, perché dopo 8-48 ore le tossine sono state completamente assorbite.<br />
Come nel precedente caso è necessario ospedalizzare d'urgenza il paziente.<br />
Avvelenamenti per via respiratoria<br />
È’ necessario aerare i locali ed evitare <strong>di</strong> accendere interruttori elettrici (ci può essere pericolo <strong>di</strong><br />
esplosione), inoltre è opportuno che il soccorritore iperventili qualche minuto prima <strong>di</strong> entrare in<br />
una stanza con gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> gas. È’ fondamentale somministrare ossigeno al paziente!<br />
Tra le intossicazioni da inalazione più <strong>di</strong>ffuse vi è quella da monossido <strong>di</strong> carbonio:<br />
normalmente l'Ossigeno (O2) nel sangue viene trasportato ai tessuti dall'emoglobina. L'Ossido <strong>di</strong><br />
Carbonio (CO) risulta essere molto più affine all'emoglobina <strong>del</strong>l'O2.<br />
Si comprenderà come in presenza <strong>di</strong> quantità importanti <strong>di</strong> CO questo spiazzerà l'O2 dai siti <strong>di</strong><br />
legame con l'emoglobina. In definitiva, bisogna ricordare, che si produce una sorta <strong>di</strong> asfissia<br />
chimica.<br />
SEGNI E SINTOMI:<br />
• cefalea;<br />
• nausea;<br />
• stato <strong>di</strong> incoscienza;<br />
• coma fino alla morte.<br />
COMPORTAMENTO:<br />
• dare ossigeno ad altissimo flusso;<br />
• ossigeno iperbarico (nei centri specializzati).<br />
Avvelenamenti per via cutanea e/o oculare<br />
Per quanto riguarda la cute è necessario spogliare e lavare la parte interessata con acqua corrente<br />
per 10-15 minuti, in alcuni casi anche con sapone (se sono in gioco sostanze solubili nei grassi).<br />
103<br />
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Nel caso degli occhi è consigliabile una irrigazione <strong>del</strong>icata con abbondante soluzione fisiologica<br />
sterile e poi con un anestetico locale.<br />
Ricordare <strong>di</strong> proteggere se stessi dalla contaminazione indossando abbigliamento adeguato!<br />
Avvelenamenti da inoculazione<br />
Il pericolo generale dei morsi o punture degli animali è l’infezione. È’ importante identificare la fonte<br />
per rintracciare eventuali antidoti o terapie specifiche.<br />
Vi possono poi essere intossicazioni da farmaci o da sostanze stupefacenti.<br />
OVERDOSE DA EROINA<br />
Deprime sino a bloccare il centro <strong>del</strong> respiro nel cervello.<br />
SEGNI E SINTOMI:<br />
• cianosi;<br />
• il paziente non respira o respira flebilmente;<br />
• polso presente ma debole;<br />
• paziente incosciente;<br />
• pupille a "punta <strong>di</strong> spillo".<br />
COMPORTAMENTO:<br />
• mantenere le vie aeree pervie;<br />
• dare ossigeno;<br />
• condurre celermente l'intossicato in Ospedale.<br />
INTOSSICAZIONI DA COCAINA E ANFETAMINE<br />
SEGNI E SINTOMI:<br />
• paziente agitato;<br />
• pupilla <strong>di</strong>latata;<br />
• gravi aritmie car<strong>di</strong>ache.<br />
COMPORTAMENTO:<br />
• cercare <strong>di</strong> tranquillizzare il paziente;<br />
• somministrargli liqui<strong>di</strong> eventualmente anche per bocca.<br />
INTOSSICAZIONE DA OPPIACEI<br />
Il consumatore d’oppio prova sollievo dall’ansia, fiducia, si <strong>di</strong>stacca da tutto ciò che lo circonda,<br />
prova un calmo benessere senza attenuare le proprie percezioni.<br />
L’effetto <strong>del</strong>la sospensione o <strong>del</strong>la riduzione molto drastica <strong>del</strong>l’assunzione <strong>di</strong> oppiacei esogeni<br />
porta ad una sintomatologia molto vistosa.<br />
La sindrome d’astinenza inizialmente si manifesta con :<br />
• <strong>di</strong>latazione <strong><strong>del</strong>le</strong> pupille;<br />
• tachicar<strong>di</strong>a;<br />
• pelle d’oca;<br />
• tremori;<br />
• sba<strong>di</strong>gli;<br />
• ansia.<br />
A seguito compaiono:<br />
• segni e sintomi simil-influenzali;<br />
• spasmi muscolari;<br />
• crampi e dolori addominali;<br />
• vomito;<br />
• <strong>di</strong>arrea.<br />
104<br />
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Le strutture nervose vengono inibite dall’azione farmacologica degli oppiacei nel momento in cui il<br />
paziente va in overdose.<br />
SINTOMI:<br />
• riduzione <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> coscienza;<br />
• miosi;<br />
• pelle fredda e sudata;<br />
• <strong>di</strong>minuzione progressiva <strong>del</strong>la funzione car<strong>di</strong>aca e respiratoria.<br />
Avvelenamenti per via rettale<br />
Solitamente accade quando si somministrano supposte per adulti ai bambini e si cerca <strong>di</strong><br />
ottenerne l’evacuazione con supposte <strong>di</strong> glicerina. Non fare clisteri!<br />
CENNI DI TERAPIA SPECIALISTICA<br />
Cosa si cerca <strong>di</strong> fare al Pronto Soccorso quando ci si imbatte in un avvelenamento?<br />
Si può utilizzare un antidoto (se esiste), che è una sostanza capace <strong>di</strong> neutralizzare l'effetto<br />
nocivo <strong>di</strong> un elemento tossico. Risulta essere un mezzo terapeutico molto efficace, purtroppo però<br />
solo per poche <strong>di</strong> queste sostanze ci sono i relativi antidoti.<br />
Tra i più conosciuti:<br />
• Ossigeno per l’intossicazione da monossido <strong>di</strong> carbonio;<br />
• Naloxone per l’intossicazione da oppiacei;<br />
• Flumazenil per l’intossicazione da benzo<strong>di</strong>azepine;<br />
• Idrossicobalamina per l’intossicazione da cianuro.<br />
Ci si avvale ampiamente <strong>del</strong>la consulenza dei Centri Antiveleni fornendo all’operatore che risponde<br />
al telefono tutte le informazioni importanti (età, sesso e peso <strong>del</strong>l’intossicato, tipo e quantità <strong>di</strong><br />
sostanza, via <strong>di</strong> ingresso, tempo trascorso dal contatto, con<strong>di</strong>zioni cliniche e parametri <strong>del</strong><br />
paziente).<br />
Alcuni Centri Antiveleni<br />
Bologna tel. 051/647811<br />
Catania tel. 095/7594032<br />
Firenze tel. 055/4277819<br />
Genova tel. 010/5636661-414-245<br />
CAV Milano tel. 02/ 66101029<br />
Napoli tel. 081/7472870<br />
CAV Pavia tel. 0382.24444<br />
Roma tel. 06/3054343 o 06/490663<br />
Torino tel. 011/6637637<br />
Trieste tel. 040/3785373<br />
RIASSUNTO<br />
• Mantenere un alto in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sospetto nelle situazioni poco chiare. In altre parole, sforzarsi <strong>di</strong><br />
pensare alla possibilità <strong>di</strong> un’intossicazione.<br />
• Ricordare sempre <strong>di</strong> prendere ogni misura efficace per non intossicarsi a propria volta.<br />
• Ricordare che il BLS è sempre e comunque il fondamento <strong>del</strong>la terapia d’emergenza,<br />
anche in caso <strong>di</strong> intossicazione.<br />
• Cercare <strong>di</strong> raccogliere sul luogo in<strong>di</strong>zi utili all’identificazione <strong>del</strong> tossico.<br />
• Allontanare per quanto possibile la sostanza tossica non ancora assorbita.<br />
• NON nuocere: provocare vomito SOLO se si è certi che non vi siano controin<strong>di</strong>cazioni.<br />
105<br />
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Malattie Infettive e AIDS<br />
a cura <strong>di</strong> Francesco Pellegrino 21<br />
21 Dirigente Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> primo livello - Reparto Malattie infettive <strong>del</strong> Policlinico <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
Capitolo<br />
13<br />
106<br />
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13. Malattie Infettive e AIDS [durata 90 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
L'obiettivo è quello <strong>di</strong> far conoscere le più comuni malattie infettive sud<strong>di</strong>vise attraverso le vie<br />
principali <strong>di</strong> trasmissione. Per ogni patologia vengono in<strong>di</strong>cati la fonte <strong>del</strong> contagio, i sintomi, le<br />
caratteristiche principali, gli eventuali vaccini e i mezzi <strong>di</strong> prevenzione.<br />
In conclusione viene dato particolare rilievo all'AIDS, alle modalità <strong>di</strong> contagio, alle patologie<br />
"opportunistiche", ai comportamenti preventivi e alla profilassi.<br />
Obiettivo fondamentale è quello <strong>di</strong> conoscere le malattie per poter avere un comportamento <strong>di</strong><br />
cautela e prevenzione verso noi stessi o quando ci avviciniamo ad una persona con una <strong>di</strong> queste<br />
patologie.<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
INTRODUZIONE<br />
La possibilità <strong>di</strong> infettarsi e poi <strong>di</strong> ammalarsi (infezione e malattia non sono sinonimi) <strong>di</strong>pende<br />
essenzialmente da 2 fattori:<br />
1. carica microbica: inten<strong>di</strong>amo per tale la quantità e la qualità (virulenza) dei microrganismi<br />
con cui veniamo in contatto;<br />
2. <strong>di</strong>fese immunitarie <strong>del</strong>l'organismo: il nostro organismo <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />
identificabile negli anticorpi.<br />
Quando la carica microbica è "grande" o le <strong>di</strong>fese <strong>del</strong>l'organismo sono "depauperate",<br />
temporaneamente o permanentemente, o quando ci sono entrambe le con<strong>di</strong>zioni, si crea una<br />
<strong>di</strong>sponibilità all'infezione e dunque alla malattia che è l'espressione <strong>del</strong> danno provocato da<br />
microrganismi (batteri, virus, funghi o miceti e parassiti).<br />
La possibilità <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> una infezione <strong>di</strong>pende, quin<strong>di</strong>, da un equilibrio tra <strong>di</strong>fese in<strong>di</strong>viduali e<br />
con<strong>di</strong>zioni microbiche esterne.<br />
Le vie principali <strong>di</strong> trasmissione <strong><strong>del</strong>le</strong> malattie infettive sono:<br />
• via aerea;<br />
• via oro-fecale;<br />
• via parenterale-sessuale;<br />
• via parenterale inapparente (trasmissione durante la gravidanza).<br />
MALATTIE INFETTIVE A TRASMISSIONE AEREA<br />
Le malattie infettive a trasmissione aerea <strong>di</strong>pendono da germi che penetrano nell’organismo<br />
attraverso l’aria inspirata, dove si ritrovano i germi eliminati con la tosse o con il solo respiro dai<br />
malati o dai portatori. Le vie aeree interessate sono le cavità nasali, la laringe, la trachea, i bronchi<br />
e gli alveoli polmonari.<br />
Queste malattie, anche se si trasmettono per via aerea, non per forza hanno una manifestazione<br />
che interessa le vie aeree (es. malattie esentematiche come il morbillo, la varicella ecc.).<br />
Tra le malattie più importanti ricor<strong>di</strong>amo: l’influenza, la tubercolosi, la meningite meningococcica.<br />
TUBERCOLOSI<br />
Di solito i germi trasmissibili per via aerea resistono poco nell'ambiente esterno, per cui è<br />
necessario un contatto ravvicinato ad eccezione <strong>del</strong>la tubercolosi. Questa è provocata dal<br />
Mycobacterium tubercolosis.<br />
Negli ultimi anni la malattia ha mostrato una certa ripresa e ciò è riconducibile a 2 fattori:<br />
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1. La comparsa <strong>del</strong>l'A.I.D.S. e <strong>di</strong> altre malattie o terapie che possono provocare<br />
immunodepressione (chemioterapia <strong>di</strong> pazienti affetti da tumori e terapie cortisoniche<br />
prolungate). L'immunodepressione provoca principalmente una riaccensione <strong>del</strong>l'attività <strong>del</strong><br />
micobatterio, infatti, il più <strong><strong>del</strong>le</strong> volte il primo contatto con questo germe provoca soltanto<br />
una risposta anticorpale (test <strong>del</strong>la tubercolina o Mantoux positivo). Il germe, però, non<br />
viene eliminato dagli anticorpi, ma rimane nell'organismo e quando, per qualsiasi motivo, si<br />
ha caduta <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>fese si "risveglia" dando malattia.<br />
2. L’arrivo <strong>di</strong> extracomunitari che vivono in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> malnutrizione e <strong>di</strong> sovraffollamento,<br />
per cui se vi è un malato facilmente contagia gli altri.<br />
Questa patologia colpisce in particolare i seguenti organi:<br />
a. polmone;<br />
b. ossa (contagio molto raro);<br />
c. rene (contagio molto raro);<br />
d. meningi (contagio molto raro);<br />
e. cuore.<br />
Il batterio è molto resistente nell’ambiente esterno e si è creata anche una certa refrattarietà alla<br />
terapia classica, in quanto la terapia antitubercolare ha una durata <strong>di</strong> circa 6 mesi. Si comprende<br />
facilmente che nei paesi poveri non è possibile garantire i farmaci per tutto questo periodo e<br />
dunque si è costretti a sospendere prima la terapia. Una terapia insufficiente può provocare <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
resistenze ai farmaci per cui si sono introdotti anche nella nostra realtà dei micobatteri non sempre<br />
sensibili e ciò con<strong>di</strong>ziona la scelta terapeutica e alle volte il successo.<br />
Mantoux o "Prova <strong>del</strong>la Tubercolina"<br />
Ognuno <strong>di</strong> noi nella sua vita ha, per <strong>di</strong>versi motivi, (Libretto Sanitario, Lavoro, ecc.) effettuato una<br />
Mantoux. Questa consiste nel verificare (leggendo sulla cute), come "reagisce" il nostro sistema<br />
immunitario al contatto (dopo l'inoculazione sottocute) con una proteina (PPD) derivata e purificata<br />
da micobatterio <strong>del</strong>la tubercolosi.<br />
Sommariamente il nostro sistema immunitario può comportarsi in 2 mo<strong>di</strong>:<br />
1. Non reagendo: sulla cute non si forma nulla. Ciò vuol <strong>di</strong>re o che abbiamo la malattia, in<br />
quanto questa si verifica quando gli anticorpi sono scarsi e sappiamo che la reazione<br />
cutanea deriva dalla reazione degli anticorpi con la proteina <strong>del</strong> micobatterio, o che non<br />
c'è mai stato "l’incontro" con il micobatterio.<br />
2. Reagendo: sulla cute si forma una piccola papula dura. Vuol <strong>di</strong>re che un po' <strong>di</strong> tempo<br />
prima ci si è infettati con il micobatterio per il quale è rimasta "memoria immunologica" e<br />
sulla cute si forma una grossa papula sino all'ulcerazione.<br />
MORBILLO<br />
E' una <strong><strong>del</strong>le</strong> cosiddette malattie esantematiche <strong>del</strong>l'infanzia. Nei nostri paesi è in genere benigna,<br />
ma nei paesi <strong>del</strong> 3° Mondo, a causa <strong>del</strong>la denutrizione, provoca centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> vittime ogni<br />
anno. Il contagio avviene per via aerea. In genere il quadro, febbre e tipiche macchie rosse<br />
(esantema rosso cupo maculopapuloso) sulla pelle <strong>di</strong> tutto il corpo (prima testa, poi tronco e poi<br />
ancora gli arti) si risolve in pochi giorni (3-10). In rarissimi casi può dare <strong><strong>del</strong>le</strong> crisi convulsive,<br />
perché è una malattia infettiva che provoca temperature corporee molto elevate.<br />
Da qualche anno c'è la vaccinazione, per cui questa patologia è destinata a scomparire negli anni.<br />
ROSOLIA<br />
E' un'infezione esantematica virale benigna e moderatamente contagiosa, caratterizzata da un<br />
esantema maculopapuloso pallido, febbre e linfono<strong>di</strong> ingrossati. Colpisce i bambini dai 5 ai 10<br />
anni, si trasmette generalmente per via aerea e dura dai 2 ai 5 giorni. L'esantema ha lo stesso<br />
andamento <strong>del</strong> morbillo (prima la testa, poi il tronco e gli arti).<br />
Questa malattia preoccupa soltanto quando viene contratta in gravidanza, perché può determinare<br />
la morte <strong>del</strong> feto o gravi malformazioni. Oggi nei paesi occidentali questo problema non sussiste<br />
più, in quanto le bambine vengono vaccinate in età scolare.<br />
108<br />
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VARICELLA (ZOSTER)<br />
E' una malattia molto contagiosa che pre<strong>di</strong>lige i soggetti <strong>di</strong> età compresa tra i 5 e i 9 anni. Il<br />
contagio è <strong>di</strong>retto (da uomo a uomo) attraverso le vie respiratorie. Il virus responsabile è detto<br />
virus Varicella-Zoster perché quando lo si incontra la prima volta dà la Varicella, ma se non<br />
dovesse essere eliminato dal nostro corpo potrebbe riattivarsi negli anni (in genere, in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
abbassamento <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>fese immunitarie) dando l'Herpes Zoster o "Fuoco <strong>di</strong> S. Antonio".<br />
La varicella decorre con:<br />
• febbre;<br />
• vescicole cutanee, dapprima ripiene <strong>di</strong> liquido chiaro e poi torbido.<br />
Le vescicole compaiono prima al tronco, poi al volto e agli arti. Dura 7-14 giorni ed è molto grave<br />
quando dà un quadro <strong>di</strong> polmonite interstiziale. Oggi esiste una terapia farmacologica con<br />
l'ACICOLOVIR.<br />
MENINGITE<br />
Consideriamo brevemente la Meningite classica causata dal Meningococco. La via <strong>di</strong> trasmissione<br />
è quella aerea ed è un’infezione <strong><strong>del</strong>le</strong> meningi (membrane che ricoprono il sistema nervoso<br />
centrale, cervello e midollo spinale) caratterizzata dai seguenti sintomi:<br />
• febbre elevata;<br />
• cefalea intensa;<br />
• rigi<strong>di</strong>tà nucale (la testa non flette sul tronco);<br />
• fotofobia (paura <strong>del</strong>la luce).<br />
E' una malattia che se non viene curata tramite antibiotici risulta mortale.<br />
Esiste una profilassi che va raccomandata a coloro che nei 10 giorni precedenti l'inizio dei sintomi<br />
abbiano avuto contatti prolungati e <strong>di</strong>retti con il paziente (es. in famiglia, a scuola, in comunità).<br />
La profilassi deve essere iniziata imme<strong>di</strong>atamente e il malato deve rimanere isolato per legge fino<br />
a 48 ore dopo l'inizio <strong>di</strong> un trattamento antibiotico adeguato.<br />
MALATTIE INFETTIVE A TRASMISSIONE ORO-FECALE<br />
Il germe viene ingerito nell’organismo attraverso gli alimenti ed eliminato con le feci.<br />
INTOSSICAZIONI ALIMENTARI<br />
Ne esistono <strong>di</strong>verse ma noi esamineremo solo quella Stafilococcica (<strong>di</strong>arrea da gelato o pasta alla<br />
crema): il contagio avviene nel momento in cui vengono ingeriti alimenti inquinati con il batterio<br />
Stafilococcus Aureus.<br />
Alcuni uomini sono portatori cronici <strong>di</strong> questo batterio (è presente sulla cute specialmente se vi<br />
sono dei foruncoli nelle mani). Se queste persone sono dunque dei "manipolatori" <strong>di</strong> cibi (latte,<br />
formaggi, creme, gelati, insaccati, scatolame, surgelati) il rischio che possa esserci<br />
contaminazione è alto. Si ricor<strong>di</strong> che la contaminazione non ne altera le caratteristiche<br />
organolettiche (aspetto, sapore, gusto). Dopo una incubazione <strong>di</strong> 2-6 ore compare:<br />
• nausea;<br />
• vomito;<br />
• dolori addominali (crampi);<br />
• <strong>di</strong>arrea (feci liquide, raramente con muco e sangue);<br />
• mal <strong>di</strong> testa (non sempre).<br />
109<br />
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In genere non c'è comparsa <strong>di</strong> febbre e la situazione si risolve in pochi giorni. L'unica misura <strong>di</strong><br />
profilassi è la buona conservazione dei cibi e il controllo dei loro manipolatori; ecco perché questi<br />
sono sottoposti a controlli (tampone faringeo e controllo <strong><strong>del</strong>le</strong> mani dei gelatai, dei pasticcieri,<br />
ecc.).<br />
SALMONELLOSI<br />
E’ una malattia che può colpire a qualsiasi età, ma <strong>di</strong>viene particolarmente temibile quando<br />
colpisce lattanti e anziani.<br />
Il principale serbatoio <strong>di</strong> infezione è rappresentato da:<br />
• pollame;<br />
• bovini;<br />
• maiali;<br />
• cani;<br />
• gatti.<br />
Questi animali presentano il microrganismo nel tubo <strong>di</strong>gerente in assenza, il più <strong><strong>del</strong>le</strong> volte, <strong>di</strong><br />
manifestazioni cliniche.<br />
Il microrganismo giunge all'uomo attraverso i cibi contaminati quali carne, uova, latte o attraverso<br />
l'acqua che può essere contaminata dai portatori sani umani.<br />
SEGNI E SINTOMI<br />
Dopo 8-24 ore dalla ingestione <strong>del</strong> materiale infetto, compare:<br />
• <strong>di</strong>arrea (ricca <strong>di</strong> muco, a volte con lieve striatura <strong>di</strong> sangue);<br />
• dolori addominali;<br />
• febbre;<br />
• vomito (non sempre).<br />
•<br />
La prevenzione si fa controllando cibi, mangimi e allevamenti.<br />
TOXOPLASMOSI<br />
Esistono 2 forme: una pericolosa che viene acquisita dal feto durante la gravidanza, l'altra meno<br />
pericolosa che si acquisisce durante la vita per via orale.<br />
E’ importante sapere che il feto infettato durante la gravidanza può ricevere danni irreversibili al<br />
sistema nervoso centrale e agli occhi. Per tale motivo è essenziale che le donne abbiano già<br />
contratto la malattia (con guarigione successiva), o che vengano tenute lontano da tutte le fonti <strong>di</strong><br />
possibile contagio, se in gravidanza.<br />
Le fonti <strong>di</strong> contagio in genere sono i gatti domestici o le carni crude.<br />
EPATITE A<br />
Il virus <strong>del</strong>l'epatite A viene contratto tramite l'ingestione <strong>di</strong> cibi (molluschi) o acqua contaminati con<br />
feci umane <strong>di</strong> soggetti che:<br />
• si stanno per ammalare <strong>di</strong> epatite A (fase <strong>di</strong> incubazione);<br />
• sono ammalati e non se ne accorgono (più <strong>del</strong> 90% dei malati si<br />
ammala senza accorgersi <strong>di</strong> nulla);<br />
• sono ammalati.<br />
Si ricor<strong>di</strong> che non esistono i portatori cronici <strong>di</strong> questo virus perché nella quasi totalità dei casi ci si<br />
ammala e poi, in un tempo variabile (1-2 mesi), si guarisce. Esiste in commercio un vaccino sicuro<br />
ed efficace (2 dosi a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 15 giorni) che viene consigliato a:<br />
• chi si reca in paesi in cui l'epatite A è endemica;<br />
• chi svolge lavori a rischio (operatori ecologici).<br />
SEGNI E SINTOMI (sono presenti in meno <strong>del</strong> 10% <strong>di</strong> quelli che si ammalano):<br />
• nausea;<br />
• astenia (stanchezza);<br />
• vomito;<br />
110<br />
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• ittero (colorazione gialla degli occhi e/o <strong>del</strong>la pelle);<br />
• urine scure (color marsala);<br />
• feci chiare (cretacee).<br />
TIFO<br />
Provocato dalla Salmonella Typhi o salmonella maggiore che è in grado <strong>di</strong> colonizzare soltanto<br />
l'uomo. Pertanto la sorgente d'infezione risulta unicamente un malato o un portatore asintomatico.<br />
Questa salmonella resiste a lungo nell'ambiente (acqua, ghiaccio, alimenti in genere), per questo<br />
si raccomanda sempre a chi si reca in zone dove il germe è frequente <strong>di</strong> non consumare mai<br />
bevande con il ghiaccio e bere soltanto acqua in bottiglie con tappo a stella aperte dal<br />
consumatore, o quantomeno che questo ne veda l'apertura.<br />
Vettori <strong>di</strong> una certa importanza sono anche le mosche, che possono posarsi su materiali fecali<br />
contaminati e successivamente sugli alimenti.<br />
La sintomatologia è caratterizzata da febbre molto elevata e alla seconda settimana da profonde<br />
alterazioni <strong>del</strong> sensorio.<br />
MALATTIE INFETTIVE A TRASMISSIONE PARENTERALE-SESSUALE<br />
Si tratta <strong>di</strong> tutte quelle malattie che si possono contrarre attraverso il contatto tra sangue <strong>di</strong> due<br />
in<strong>di</strong>vidui o attraverso liqui<strong>di</strong> biologici (sperma e secreti vaginali).<br />
EPATITE B<br />
E' un virus molto presente nel nostro paese. Si trasmette per via parenterale-sessuale e può<br />
provocare malattia <strong>del</strong> fegato acuta che può cronicizzare. Esistono anche persone che<br />
contraggono il virus e <strong>di</strong>ventano "portatori cronici asintomatici" senza sviluppare malattia <strong>di</strong> fegato.<br />
Il serbatoio <strong>di</strong> infezione è costituito, quin<strong>di</strong>, dagli uomini (malati o portatori) che attraverso il sangue<br />
o la via sessuale infettano altri soggetti.<br />
SEGNI E SINTOMI <strong>del</strong>la epatite acuta da virus B<br />
Dopo una incubazione variabile (4-6 mesi) compaiono:<br />
• ittero (colorazione gialla degli occhi e/o <strong>del</strong>la pelle);<br />
• feci chiare (cretacee);<br />
• urine scure (color marsala);<br />
• astenia (stanchezza marcata).<br />
PREVENZIONE:<br />
• non scambiare materiali (siringhe, lame da barba, forbici, etc.);<br />
• usare il profilattico (condom) nei rapporti a rischio. Vista la <strong>di</strong>ffusione <strong><strong>del</strong>le</strong> malattie virali e<br />
<strong>del</strong>la tossico<strong>di</strong>pendenza sono da considerarsi tali tutti i rapporti occasionali;<br />
• vaccinazione. Esiste in commercio, gratuitamente, un vaccino sicuro ed efficace (ENGERIX<br />
B o GenHevac B Pasteur);<br />
• da anni in Italia, tutti i neonati sono sottoposti a vaccinazione obbligatoria e<br />
precedentemente era iniziata la vaccinazione degli adolescenti.<br />
EPATITE C<br />
Non c'è molto da aggiungere rispetto all'epatite B , specie sul piano dei segni e sintomi, <strong><strong>del</strong>le</strong> fonti<br />
e <strong><strong>del</strong>le</strong> vie <strong>di</strong> contagio, <strong>del</strong>la malattia acuta e <strong><strong>del</strong>le</strong> possibili complicazioni. Purtroppo al momento<br />
non esiste la possibilità <strong>di</strong> vaccinarsi. A <strong>di</strong>fferenza <strong>del</strong>l’Epatite B, questa cronicizza più<br />
frequentemente e dunque è la principale causa <strong>di</strong> cirrosi, per la quale esiste la possibilità <strong>di</strong> una<br />
terapia.<br />
111<br />
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AIDS<br />
E' una malattia causata dal virus HIV (virus <strong>del</strong>l'immunodeficienza umana), che dopo l'infezione e<br />
dopo un periodo <strong>di</strong> asintomaticità variabile (sieropositività) porta al completo depauperamento<br />
<strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>fese immunitarie.<br />
Non vi sono manifestazioni cliniche precise <strong>del</strong>l’avvenuta sieropositività dopo un periodo variabile,<br />
ma se non si è iniziata la terapia antiretrovirale assistiamo alla comparsa <strong><strong>del</strong>le</strong> infezioni<br />
opportunistiche, dovute a germi che approfittano <strong>del</strong>la caduta <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>fese.<br />
Esiste un parallelismo tra il valore degli anticorpi ed il tipo d'infezione.<br />
Non esiste pericolo per l'immunocompetente <strong>di</strong> assistere un malato <strong>di</strong> AIDS, in quanto i germi che<br />
gli danno gravi quadri clinici sono per lo più innocui, poichè già esistenti nell'organismo (come la<br />
can<strong>di</strong>da).<br />
Tra le cosiddette infezioni “opportunistiche” che possono ricorrere più frequentemente in questi<br />
pazienti, ricor<strong>di</strong>amo: la can<strong>di</strong>dosi orale, la tubercolosi, l’herpes zoester (fuoco <strong>di</strong> S.Antonio), la<br />
toxoplasmosi e la polmonite.<br />
Il virus viene contratto per via parenterale-sessuale con persone infette (malate o sieropositive per<br />
l’HIV), attraverso trasfusioni o emoderivati <strong>di</strong> sangue “non controllato” e nella gravidanza da madre<br />
infetta a feto.<br />
La PROFILASSI consiste nel non scambiare materiali (siringhe, lame da barba, forbici, etc.) e<br />
usare il profilattico (condom) nei rapporti a rischio (vista la <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>l'AIDS sono da<br />
considerarsi tali tutti i rapporti occasionali).<br />
Per gli operatori sanitari, quin<strong>di</strong> anche per i volontari <strong>del</strong>la Croce Blu, in caso <strong>di</strong> contatto con<br />
sangue <strong>di</strong> pazienti affetti da HIV esiste una profilassi che va iniziata entro le 4 ore e che viene data<br />
solo dal reparto <strong>di</strong> Malattie Infettive.<br />
112<br />
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Patologia Me<strong>di</strong>ca<br />
a cura <strong>di</strong> Paolo Trande 22<br />
Capitolo<br />
14<br />
22 Dirigente me<strong>di</strong>co Unità operativa <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina interna e gastroenterologia - Nuovo Ospedale Sant'Agostino Estense Baggiovara (MO)<br />
113<br />
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14. Patologia Me<strong>di</strong>ca [durata 90 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
• definire un urgenza me<strong>di</strong>ca;<br />
• elencare i sintomi e i segni principali;<br />
• ipotizzare un probabile problema car<strong>di</strong>aco;<br />
• ipotizzare un problema cerebrale;<br />
• definire la <strong>di</strong>spnea e descriverne le caratteristiche;<br />
• descrivere le caratteristiche <strong>di</strong> un dolore;<br />
• conoscere le principali manovre da effettuare.<br />
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦<br />
PREMESSA<br />
Il volontario soccorritore, per limiti giuri<strong>di</strong>ci e <strong>di</strong> conoscenza, non può e non deve in nessun modo<br />
definire <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> certezza, stabilire atti terapeutici che non siano quelli dettati dalla necessità <strong>di</strong><br />
affrontare e superare situazioni <strong>di</strong> emergenza. Anche se eccessivamente semplicistico, può essere<br />
adoperato, per orientare in termini <strong>di</strong> principio il volontario, il criterio <strong>del</strong>: "soccorrere il paziente<br />
facendo attenzione a non accrescere i danni”.<br />
Nei casi in cui si soccorre un paziente con una modalità <strong>di</strong> approccio <strong>di</strong>agnostico e terapeutico<br />
definito come “urgenza me<strong>di</strong>ca”, è utile sapere che le possibili cause <strong>di</strong> malattia sono dovute a:<br />
• <strong>di</strong>fetto <strong>del</strong>la struttura e/o funzione <strong>di</strong> un organo o apparato (il <strong>di</strong>fetto può essere congenito o<br />
acquisito);<br />
• microorganismi esterni (infezioni);<br />
• sostanze dannose (veleni / farmaci).<br />
Fattispecie PIU’ frequenti:<br />
• urgenze car<strong>di</strong>ovascolari;<br />
• urgenze respiratorie;<br />
• urgenze cerebrali;<br />
• dolore toracico;<br />
• dolore Addominale;<br />
• dolori extra-addominali;<br />
• avvelenamenti o abusi <strong>di</strong> sostanze.<br />
•<br />
Il problema me<strong>di</strong>co può essere cronico o acuto.<br />
Nell’ approccio verso il paziente, il soccorritore deve sempre seguire alcune regole fondamentali:<br />
• mantenere la calma;<br />
• stabilire un rapporto con il paziente, i familiari ed eventuali testimoni (la fiducia va<br />
guadagnata);<br />
• essere sempre critici e chiedersi il perché <strong><strong>del</strong>le</strong> cose che si osservano o vengono riferite;<br />
• comunicare e rassicurare sempre il paziente e la famiglia.<br />
La metodologia <strong>del</strong>l’approccio al paziente prevede la valutazione globale <strong>del</strong> paziente stesso che<br />
si fonda sulla considerazione dei vari segni e sintomi (semeiologia).<br />
SEGNI: stato <strong>di</strong> coscienza, frequenza <strong>del</strong> polso (ra<strong>di</strong>ale, carotideo o femorale) e <strong>del</strong>la respirazione,<br />
colore e temperatura (pelle, labbra, …), <strong>di</strong>mensioni <strong><strong>del</strong>le</strong> pupille, paralisi o spasmi, odore <strong>del</strong>l’alito.<br />
SINTOMI: dolore, nausea, vertigine, parestesie, astenia, peso toracico, etc.<br />
114<br />
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DOLORE<br />
Viene valutato in base ai seguenti parametri:<br />
• sede;<br />
• caratteristiche qualitative (dolore costrittivo? trafittivo? puntorio? peso? sordo?);<br />
• caratteristiche quantitative (scala da 1 a 10? quando è iniziato? continuo? cosa faceva il<br />
paziente quando è comparso?);<br />
• evocazione <strong>del</strong> dolore durante l’esame obiettivo (per esempio in caso <strong>di</strong> dolore toracico<br />
toccando la zona interessata il dolore aumenta?).<br />
DOLORE TORACICO CARDIACO<br />
Tra le evenienze più frequenti <strong>di</strong> richiesta <strong>di</strong> soccorso o <strong>di</strong> accesso in PS c’è il dolore toracico.<br />
Per la vita <strong>del</strong> paziente e per poter stabilire in tempo utile una terapia efficace, è fondamentale<br />
saper identificare o immaginare quando questo sintomo rappresenta un’Urgenza.<br />
Tra le possibili cause <strong>del</strong> dolore toracico vi sono:<br />
1) cause car<strong>di</strong>ache e vascolari: ischemia miocar<strong>di</strong>ca (angina ed infarto), pericar<strong>di</strong>te,<br />
<strong>di</strong>ssezione <strong>del</strong>l’aorta, embolia polmonare;<br />
2) cause gastrointestinali: dolore esofageo ed esofagiti, dolore da ulcera gastrica/duodenale;<br />
3) cause ortope<strong>di</strong>che (ossa, articolazioni, muscoli): artriti, artrosi, spasmi dei muscoli<br />
intercostali, dolori dei muscoli pettorali;<br />
4) cause polmonari: pleurite, polmonite, pneumotorace;<br />
5) altre cause: dolori mammari, Herpes zoster, fattori emotivi.<br />
È’ necessario in questi casi fare un’anamnesi accurata chiedendo, se possibile, <strong>di</strong> eventuali<br />
precedenti car<strong>di</strong>aci, polmonari, reumatici e <strong>di</strong> malattie gastroenterologiche; valutare anche i fattori<br />
<strong>di</strong> rischio quali obesità, <strong>di</strong>abete, ipertensione, fumo, familiarità per malattie car<strong>di</strong>ovascolari (in<br />
particolare infarto <strong>del</strong> miocar<strong>di</strong>o).<br />
INFARTO ACUTO DEL MIOCARDIO (I.M.A.)<br />
E' quella con<strong>di</strong>zione patologica che comunemente viene definita: "infarto".<br />
DEFINIZIONE<br />
E' una con<strong>di</strong>zione clinica in cui si verifica uno squilibrio acuto tra le richieste <strong>di</strong> sangue (soprattutto<br />
ossigeno) <strong>del</strong> miocar<strong>di</strong>o (muscolo car<strong>di</strong>aco) e la capacità <strong><strong>del</strong>le</strong> coronarie (vasi che conducono il<br />
sangue per la nutrizione <strong>del</strong> cuore) <strong>di</strong> assicurare tale apporto. Questo squilibrio provoca la morte <strong>di</strong><br />
una zona più o meno estesa <strong>di</strong> tale muscolo (si <strong>di</strong>ce che la zona è andata in "necrosi" e si forma<br />
una cicatrice).<br />
E' più frequente nelle persone <strong>di</strong> sesso maschile, anziane, obese, fumatrici e <strong>di</strong>abetiche.<br />
SEGNI e SINTOMI<br />
Dolore in corrispondenza <strong>del</strong>lo sterno "zona toracica anteriore" (sintomo primario), spesso irra<strong>di</strong>ato<br />
al braccio e/o spalla sinistra, al collo e alla man<strong>di</strong>bola, e sensazione <strong>di</strong> peso allo stomaco. Spesso<br />
è accompagnato dai cosiddetti sintomi secondari quali: sudorazione "fredda", vomito, pallore,<br />
palpitazioni, <strong>di</strong>fficoltà respiratorie. Non necessariamente l'infarto si presenta con tutti i segni e<br />
sintomi sopra descritti, ma <strong><strong>del</strong>le</strong> volte può manifestarsi con sintomi variamente combinati. Per<br />
esempio può dare solo dolore alla zona toracica anteriore senza altri sintomi secondari.<br />
Ad<strong>di</strong>rittura altre volte può manifestarsi in maniera "atipica" con dolore allo stomaco o con semplice<br />
"<strong>di</strong>fficoltà respiratoria".<br />
COMPORTAMENTO:<br />
• porre il paziente in posizione supina, quasi seduto se respira male.<br />
• tranquillizzarlo il più possibile e accendere le sirene solo se si reputa il<br />
paziente gravissimo.<br />
• dare ossigeno.<br />
ATTENZIONE: se manca la coscienza, manca la respirazione e manca il polso, eseguire la<br />
RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE (BLS) o la DEFIBRILLAZIOINE PRECOCE (BLSD).<br />
115<br />
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ANGINA PECTORIS<br />
Con<strong>di</strong>zione simile alla precedente, ma più mite e con minori rischi <strong>di</strong> vita per il paziente.<br />
DEFINIZIONE<br />
Porzione <strong>di</strong> muscolo car<strong>di</strong>aco in debito <strong>di</strong> ossigeno, senza che il debito sia tale da provocare la<br />
necrosi <strong>del</strong> tessuto car<strong>di</strong>aco. In queste situazioni l'afflusso <strong>di</strong> sangue è ridotto, ma le cellule<br />
car<strong>di</strong>ache riescono lo stesso a superare "vive" il tempo in cui hanno subito un ridotto apporto <strong>di</strong><br />
ossigeno.<br />
Avviene spesso o per uno sforzo fisico eccessivo o per uno vaso-spasmo (spontaneo) <strong><strong>del</strong>le</strong><br />
coronarie (arterie <strong>del</strong> cuore), quando queste sono sede <strong>di</strong> malattia aterosclerotica (placca<br />
aterosclerotica). In genere colpisce persone anziane che hanno già sofferto <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo e<br />
che molte volte usano già, e conseguentemente <strong>di</strong>spongono, <strong>di</strong> compresse <strong>di</strong> nitroglicerina<br />
sublinguale.<br />
SEGNI e SINTOMI:<br />
• dolore acuto al petto, <strong>di</strong> tipo costrittivo e in zona sternale o retro-sternale;<br />
• a volte il dolore si irra<strong>di</strong>a al braccio sinistro;<br />
• durata <strong>del</strong> dolore: circa 15-20 minuti.<br />
COMPORTAMENTO:<br />
• dare ossigeno;<br />
• tranquillizzare il paziente;<br />
• non forzare la sua tendenza a rimanere immobile (se c'è).<br />
PATOLOGIE NEUROLOGICHE<br />
ICTUS CEREBRALE<br />
DEFINIZIONE<br />
Sindrome neurologica acuta dovuta alla “morte” <strong>di</strong> una porzione variabile <strong>del</strong> cervello. Questa<br />
sindrome può instaurarsi per malattia ischemica (che riduce l'apporto <strong>di</strong> sangue) o malattia<br />
emorragica (che infarcisce) <strong>di</strong> uno o più vasi deputati all'approvvigionamento (più frequentemente<br />
arterie) od allo scarico (vene) <strong>di</strong> sangue.<br />
Schematizzando ci sono due gran<strong>di</strong> cause <strong>del</strong>l’ICTUS che sono:<br />
• infarto cerebrale;<br />
• emorragia cerebrale.<br />
I segni ed i sintomi <strong>di</strong>pendono dalla zona <strong>del</strong> cervello danneggiata e dall'estensione <strong>del</strong> danno<br />
stesso.<br />
SEGNI e SINTOMI:<br />
• per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza, con possibile coma;<br />
• emiplegia o emiparesi (paralisi completa o incompleta dei muscoli <strong>di</strong> un<br />
lato <strong>del</strong> corpo o <strong>di</strong> un arto);<br />
• emicrania;<br />
• polso e respirazione deboli;<br />
• spesso nausea e/o vomito;<br />
• confusione e vertigine;<br />
• deviazione <strong>del</strong>la rima buccale e <strong>del</strong>la lingua;<br />
• <strong>di</strong>sartria (capacità <strong>di</strong> parlare “rallentata/impastata”);<br />
• anisocoria (<strong>di</strong>mensioni pupillari <strong>di</strong>verse);<br />
• <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong> visus (<strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>la vista);<br />
• <strong>di</strong>spnea (russante, con apnee);<br />
116<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
• convulsioni;<br />
• per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong> controllo degli sfinteri.<br />
COMPORTAMENTO<br />
Purtroppo ci sono poche possibilità <strong>di</strong> intervento fuori dalla valutazione dei parametri vitali.<br />
Se il paziente è cosciente:<br />
• controllare la pervietà <strong><strong>del</strong>le</strong> vie aeree;<br />
• rassicurare il paziente e parlargli in modo lento e chiaro;<br />
• somministrare ossigeno ad alta concentrazione;<br />
• valutare i parametri vitali;<br />
• trasportarlo in posizione semi-seduta;<br />
• non somministrare liqui<strong>di</strong> o altre sostanze per via orale, per il pericolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfagia con<br />
conseguente aspirazione nelle vie aeree.<br />
Se il paziente non è cosciente:<br />
• mantenere pervie le vie aeree;<br />
• somministrare ossigeno ad alta concentrazione;<br />
• valutare i parametri vitali;<br />
• trasportare il paziente in posizione laterale <strong>di</strong> sicurezza;<br />
• se necessario praticare la Rianimazione Car<strong>di</strong>o-Polmonare (RCP).<br />
CRISI EPILETTICHE<br />
DEFINIZIONE<br />
Avvengono quando una zona <strong>del</strong> cervello, più o meno vasta, improvvisamente comincia a<br />
funzionare in maniera incontrollata.<br />
Questa sindrome può instaurarsi per molte cause, ma principalmente riconducibili a due:<br />
a. forme primarie (causa non nota);<br />
b. forme secondarie:<br />
• tumori cerebrali;<br />
• esiti <strong>di</strong> ictus cerebrali;<br />
• ascessi e/o meningiti;<br />
• malformazioni vascolari cerebrali;<br />
• convulsioni febbrili;<br />
• crisi <strong>di</strong> astinenza (alcool, sostanze stupefacenti).<br />
SEGNI E SINTOMI<br />
Si comprenderà, dalla definizione, quanto sia <strong>di</strong>fficile e improponibile per questo corso, elencare<br />
tutti i sintomi ed i segni possibili <strong>di</strong> una crisi epilettica. Questo perché, potendo colpire una o più<br />
zone <strong>del</strong> nostro cervello i segni e i sintomi <strong>di</strong>penderanno dalla funzione svolta dalla zona colpita.<br />
Così, se l'attività elettrica caotica si instaura nella zona <strong>del</strong> cervello che controlla la parola, avremo<br />
sintomi quali la <strong>di</strong>fficoltà nel parlare. Se l'attività, invece, colpisce le zone motorie (che controllano<br />
le braccia o le gambe), avremo il classico movimento convulsivo.<br />
Meglio perciò descrivere le forme più tipiche e comuni, più che i sintomi in generale:<br />
a. PICCOLO MALE (colpisce generalmente i bambini):<br />
• sospensione <strong>del</strong>la coscienza (lo sguardo è fisso e non c’è risposta nè allo<br />
stimolo verbale nè a quello doloroso);<br />
• non c’è caduta;<br />
• inizia tra i 4-6 anni;<br />
• prognosi generalmente favorevole (scomparsa nella pubertà).<br />
b. GRANDE MALE:<br />
Inizia con una caduta e con la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza. Si svolge in 3 fasi che durano da 5 a 10<br />
minuti:<br />
117<br />
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1. fase TONICA: contrazione <strong>di</strong> tutti i muscoli (apnea, cianosi, morsicatura <strong>del</strong>la<br />
lingua);<br />
2. fase CLONICA: scosse muscolari brusche;<br />
3. fase <strong>di</strong> RILASSAMENTO: in<strong>di</strong>ca la fine <strong>del</strong>la crisi (emissione <strong>di</strong> urine, feci e<br />
bava).<br />
COMPORTAMENTO:<br />
• adagiare il paziente sul pavimento senza MAI legarlo od immobilizzarlo;<br />
• allontanare il paziente da oggetti a punta o contundenti;<br />
• allentare gli abiti stretti;<br />
• se necessario applicare tra i denti un oggetto morbido (attenzione alle<br />
<strong>di</strong>ta);<br />
• somministrare ossigeno visto lo stato d’ipossia in cui si trova il paziente;<br />
• valutare i parametri vitali;<br />
• proteggete il paziente dall’imbarazzo.<br />
DOLORI ADDOMINALI<br />
APPENDICITE ACUTA<br />
E’ una tipica patologia chirurgica.<br />
DEFINIZIONE<br />
Infiammazione-infezione acuta <strong>del</strong>l’appen<strong>di</strong>ce (organo nell'intestino crasso). E' tipica dei bambini<br />
ed è causata dalla proliferazione <strong>di</strong> batteri in questo sito, specie quando questa è occlusa da feci.<br />
Se non curata, può complicarsi e mettere a repentaglio la vita <strong>del</strong> paziente.<br />
SINTOMI E SEGNI:<br />
• dolore all'addome in basso a destra (quadrante inferiore <strong>di</strong> destra o fossa<br />
iliaca destra);<br />
• il dolore aumenta alla pressione su questa zona;<br />
• nausea e vomito;<br />
• febbre, a volte anche alta;<br />
• addome rigido (segno <strong>di</strong> peritonite).<br />
COMPORTAMENTO:<br />
• ghiaccio nel punto dove c'è dolore;<br />
• calmare il paziente.<br />
EMORRAGIE INTESTINALI<br />
DEFINIZIONE<br />
Possono essere palesi od occulte.<br />
Sono palesi quando si esteriorizzano attraverso i due orifizi naturali (bocca e ano), con modalità<br />
che vengono dette:<br />
• melena (materiale piceo che fuoriesce dall’ano, ovvero sangue “<strong>di</strong>gerito”<br />
dai succhi gastrici);<br />
• rettorragia (sangue rosso vivo che fuoriesce dall’ano);<br />
• ematemesi (sangue rosso vivo che fuoriesce dalla bocca);<br />
• vomito "caffeano" (sangue “<strong>di</strong>gerito” scuro che fuoriesce dalla bocca).<br />
CAUSE tipiche sono:<br />
• ulcera gastrica o duodenale;<br />
• varici esofagee (tipiche nel paziente con "cirrosi epatica");<br />
• tumori intestinali;<br />
• emorroi<strong>di</strong> (molto frequenti, in genere non è un'emergenza).<br />
118<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
COMPORTAMENTO:<br />
• far sdraiare il paziente;<br />
• in caso <strong>di</strong> shock è un'emergenza (ve<strong>di</strong> relativa lezione).<br />
ANEURISMA AORTA ADDOMINALE (A.A.A.)<br />
La formazione <strong>di</strong> un aneurisma si verifica quando la parete <strong>del</strong>l’arteria si indebolisce o viene<br />
danneggiata. Nel tempo la pressione continua <strong>del</strong> sangue, che scorre all’interno <strong>del</strong> vaso<br />
danneggiato, può determinare, in un segmento <strong>del</strong>lo stesso, un progressivo ce<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>la<br />
parete, che si allarga dando origine alla formazione <strong>di</strong> una sacca: l’ANEURISMA..<br />
L’aneurisma <strong>del</strong>l’aorta addominale (A.A.A.) è considerato una malattia <strong>di</strong> importante rilevanza<br />
perché può rompersi e causare un’emorragia interna spesso mortale.<br />
CAUSE<br />
L’Aneurisma si forma per una malattia <strong>del</strong>la parete <strong>del</strong>l’aorta, che ne risulta indebolita. Ciò che<br />
favorisce l’indebolimento <strong>del</strong>l’arteria è l’arteriosclerosi, causata a sua volta da una serie <strong>di</strong> fattori,<br />
tra cui: il fumo, l’elevato tasso <strong>di</strong> colesterolo e <strong>di</strong> trigliceri<strong>di</strong>, l’ipertensione, l’età, la familiarità e il<br />
sesso maschile.<br />
SEGNI E SINTOMI<br />
Non si presenta nessun sintomo fino a quando non avviene la rottura <strong>del</strong>l’arteria.<br />
L’abbondante emorragia interna che si verifica alla rottura determina la comparsa <strong>di</strong> un violento<br />
dolore alla schiena in regione lombare e spesso anche un dolore anteriore all’addome.<br />
Inoltre possono presentarsi pallore, sudorazione e alterazione dei parametri vitali.<br />
COMPORTAMENTO:<br />
• allertare la Centrale Operativa e chiedere in appoggio un Mezzo <strong>di</strong> Soccorso Avanzato;<br />
• eseguire l’ABC e rilevare i parametri;<br />
• mettere il paziente in posizione semi-seduta con le gambe flesse;<br />
• proteggerlo dal freddo;<br />
• controllare i parametri e lo stato <strong>di</strong> coscienza <strong>del</strong> paziente fino all’arrivo in Pronto<br />
Soccorso o <strong>del</strong> Mezzo <strong>di</strong> Soccorso avanzato.<br />
DISTURBI RESPIRATORI<br />
I polmoni svolgono la funzione <strong>di</strong> ossigenare il sangue e <strong>di</strong> eliminare l’anidride carbonica.<br />
L’insufficienza respiratoria va intesa, appunto, come l’incapacità <strong>del</strong>l’apparato respiratorio <strong>di</strong><br />
assicurare pienamente queste funzioni.<br />
DISPNEA<br />
Le <strong>di</strong>spnea è la definizione generica attraverso la quale si identifica una situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà<br />
respiratoria. Questa può essere dovuta solitamente a cause polmonari ed extra polmonari.<br />
CAUSE polmonari:<br />
• asma bronchiale;<br />
• bronchite cronica;<br />
• enfisema polmonare;<br />
• edema polmonare acuto (EPA);<br />
• presenza <strong>di</strong> corpi estranei;<br />
• avvelenamento da monossido <strong>di</strong> carbonio.<br />
CAUSE extra-polmonari:<br />
• scompensi car<strong>di</strong>aci acuti e cronici;<br />
• malattie <strong>del</strong> sangue (come la anemia);<br />
• embolie;<br />
• malattie <strong>di</strong> altri organi od apparati.<br />
119<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
Se la definizione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spnea è riferita alle caratteristiche qualitative e quantitative degli atti<br />
respiratori <strong>di</strong>stinguiamo:<br />
1. Alterazioni quantitative <strong>del</strong> respiro:<br />
• bra<strong>di</strong>pnea: respiro lento, numero <strong>di</strong> atti respiratori <strong>di</strong>minuito (< <strong>di</strong> 10-12 al<br />
minuto);<br />
• tachipnea: respiro più frequente, numero <strong>di</strong> atti respiratori aumentato (> <strong>di</strong> 20 al<br />
minuto).<br />
2. Alcune alterazioni qualitative <strong>del</strong> respiro:<br />
• apnea;<br />
• respiro russante;<br />
• respiro sibilante;<br />
• respiro rantolante.<br />
SEGNI:<br />
SINTOMI:<br />
COMPORTAMENTO:<br />
• cianosi labbra e estremità;<br />
• muscoli attivati;<br />
• torace rigido;<br />
• narici <strong>di</strong>latate;<br />
• labbra increspate;<br />
• tosse;<br />
• rumori (sibili, ronchi, rantoli).<br />
• il paziente sente il bisogno <strong>di</strong> “dover” respirare;<br />
• alterazioni <strong>del</strong> comportamento <strong>del</strong> paziente (aggressività, litigiosità, confusione,<br />
torpore etc.);<br />
• formicolio alle mani e ai pie<strong>di</strong>;<br />
• fitte ai muscoli intercostali.<br />
• assicurarsi che le vie aeree siano pervie;<br />
• monitorare i parametri vitali;<br />
• tranquillizzare il paziente e consentirgli <strong>di</strong> assumere la posizione per<br />
lui più confortevole;<br />
• allentare gli indumenti stretti;<br />
• conservare il calore corporeo <strong>del</strong> paziente;<br />
• somministrare ossigeno al paziente;<br />
• trasportare con celerità il paziente in Pronto Soccorso;<br />
• tenersi pronti, in caso <strong>di</strong> shock, per la Rianimazione Car<strong>di</strong>o-<br />
Polmonare (RCP).<br />
EDEMA POLMONARE ACUTO (EPA)<br />
Si ha quando avviene una trasudazione <strong>di</strong> liquido nell’interstizio polmonare e negli alveoli con<br />
grave insufficienza respiratoria. Colpisce pazienti soggetti a insufficienza car<strong>di</strong>aca e SPESSO<br />
insorge durante le ore notturne.<br />
SEGNI E SINTOMI:<br />
• <strong>di</strong>spnea;<br />
• ortopnea;<br />
• rantoli;<br />
• ansia e agitazione;<br />
• cianosi;<br />
• espettorazione <strong>di</strong> schiuma.<br />
120<br />
APPUNTI DELLE LEZIONI DEL CORSO BASE _ WWW.CROCEBLU.ORG
COMPORTAMENTO:<br />
• richiedere l’appoggio <strong>del</strong> Mezzo <strong>di</strong> Soccorso Avanzato;<br />
• eseguire l’ABC e rilevare i parametri <strong>del</strong> paziente;<br />
• somministrare al paziente ossigeno ad alto flusso;<br />
• mettere il paziente in posizione seduta con gambe declivi;<br />
• tranquillizzare il paziente.<br />
SINCOPE<br />
Disturbo improvviso caratterizzato da debolezza muscolare generalizzata con per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong> tono<br />
posturale, incapacità a mantenere la posizione eretta e per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la coscienza con possibile<br />
caduta a terra. Può durare da alcuni minuti a mezz’ora.<br />
CAUSE CIRCOLATORIE:<br />
• reazione vaso-vagale (emozioni, dolore, stress acuti);<br />
• ipotensione ortostatica;<br />
• emorragie;<br />
• infarto <strong>del</strong> miocar<strong>di</strong>o acuto.<br />
ALTRE CAUSE:<br />
• ipossia (alte quote);<br />
• anemia;<br />
• crisi emotive, isteriche o d’ansia.<br />
SEGNI E SINTOMI PRESINCOPE:<br />
SEGNI E SINTOMI SINCOPE:<br />
• malessere;<br />
• capogiro e vertigine;<br />
• debolezza;<br />
• confusione;<br />
• macchie scure davanti agli occhi;<br />
• ronzii alle orecchie.<br />
• caduta a terra;<br />
• pallore;<br />
• sudorazione fredda;<br />
• nausea e vomito;<br />
• muscoli rilassati con rari movimenti;<br />
• polso debole;<br />
• pressione bassa;<br />
• respiro quasi impercettibile.<br />
COMPORTAMENTO:<br />
• mettere il paziente in posizione supina con le gambe alzate o se seduto<br />
con la testa tra le ginocchia;<br />
• rimuovere o allentare gli indumenti stretti;<br />
• stimolare il paziente con spruzzi (lievi) <strong>di</strong> acqua fredda sul viso o<br />
applicare una benda bagnata sulla fronte;<br />
• se la temperatura corporea è bassa ricoprire il corpo con una coperta;<br />
• valutare i parametri vitali e se necessario effettuare l’ABC;<br />
• mantenere l’osservazione <strong>del</strong> paziente.<br />
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Me<strong>di</strong>cina Legale<br />
a cura <strong>di</strong> Alberto Martini e Marco Scolaro 23<br />
23 Alberto Martini e Marco Scolaro sono entrambi Me<strong>di</strong>ci Chirurghi specialisti in Me<strong>di</strong>cina Legale<br />
Capitolo<br />
15<br />
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15. Me<strong>di</strong>cina Legale [durata 90 minuti]<br />
OBIETTIVI:<br />
L’obiettivo è quello <strong>di</strong> fornire al Volontario le conoscenze necessarie a permettergli <strong>di</strong> prestare la<br />
propria opera <strong>di</strong> assistenza nel rispetto <strong><strong>del</strong>le</strong> norme <strong>del</strong> <strong>di</strong>ritto. A tale fine verranno presi in<br />
considerazione gli aspetti relativi all’assistenza sanitaria, che possono avere anche risvolti giuri<strong>di</strong>ci.<br />
Si cercherà inoltre <strong>di</strong> dare un inquadramento generale dei riflessi che il <strong>di</strong>ritto inevitabilmente ha<br />
sulle attività che più generalmente vengono svolte nel variegato esercizio <strong>del</strong> volontariato<br />
fornendo, ove possibile, gli elementi <strong>di</strong> riferimento atti a rendere più qualificata ed efficace tale<br />
preziosa opera <strong>di</strong> assistenza.<br />
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INTRODUZIONE<br />
Per me<strong>di</strong>cina legale si intende il <strong>di</strong>ritto applicato alla me<strong>di</strong>cina e, più in generale, all’attività me<strong>di</strong>ca<br />
e a tutti gli ambiti attinenti l’assistenza sanitaria.<br />
Non esiste una normativa specifica che qualifichi la posizione giuri<strong>di</strong>ca <strong>del</strong> Volontario, né tanto<br />
meno un regolamento che ne preveda le mansioni. Il Volontario ha gli stessi <strong>di</strong>ritti/doveri <strong>di</strong> un<br />
normale citta<strong>di</strong>no, l’attività che presta tuttavia, per le caratteristiche che la connotano, lo espone<br />
alla possibilità <strong>di</strong> ritrovarsi spesso coinvolto in attività <strong>di</strong> soccorso; per questo motivo è necessario<br />
che egli conosca la legislazione in proposito.<br />
REATI IN CUI PUO’ INCORRERE IL VOLONTARIO<br />
ESERCIZIO ABUSIVO DELLA PROFESSIONE MEDICA<br />
L’attività svolta nell’ambito <strong>del</strong> servizio, seppur <strong>di</strong> primaria importanza, dovrà strettamente attenersi<br />
all’esecuzione <strong>di</strong> atti non me<strong>di</strong>ci per non incorrere nel reato <strong>di</strong> esercizio abusivo <strong>del</strong>la<br />
professione me<strong>di</strong>ca (art.348 c.p. “Chiunque abusivamente esercita una professione per la quale<br />
è richiesta una speciale abilitazione <strong>del</strong>lo Stato, è punito con la reclusione fino a 6 mesi e con una<br />
multa”).<br />
Non è consentito, quin<strong>di</strong>, lo svolgimento <strong>di</strong> alcuna attività me<strong>di</strong>ca (suturare le ferite, somministrare<br />
farmaci, ridurre fratture e lussazioni, effettuare qualsiasi tipo <strong>di</strong> iniezione, ecc.) e l’operatività<br />
espressa dal volontario dovrà necessariamente concretizzarsi nell’esecuzione <strong>di</strong> quelle manovre<br />
che fanno parte <strong>del</strong> bagaglio culturale me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ciascun citta<strong>di</strong>no (massaggio car<strong>di</strong>aco esterno,<br />
respirazione artificiale, somministrazione <strong>di</strong> O2, tamponamento <strong>di</strong> ferite o posizionamento <strong>di</strong> laccio<br />
emostatico, immobilizzazione <strong>di</strong> segmenti scheletrici fratturati o sospetti tali, ecc.).<br />
LESIONE PERSONALE<br />
Si parla <strong>di</strong> lesione personale quando con la propria condotta si provoca un danno fisico e/o<br />
mentale ad un in<strong>di</strong>viduo. Questo danno può avere connotazione volontaria oppure colposa, ossia<br />
quando non risulti provocato con intenzione o volontà.<br />
La lesione personale colposa si concretizza per un comportamento viziato da negligenza,<br />
imperizia o imprudenza.<br />
L’art. 590 c.p. riporta: “Chiunque cagiona ad altri, per colpa, una lesione è punito con la reclusione<br />
fino a tre mesi o con multa”.<br />
OMICIDIO<br />
L’omici<strong>di</strong>o si realizza quando con la propria condotta viene provocata la morte <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo. Così<br />
come per le lesioni personali anche per il reato <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o esiste una fattispecie volontaria ed una<br />
colposa, potendosi peraltro identificare una terza categoria: l’omici<strong>di</strong>o preterintenzionale,<br />
caratterizzato dal verificarsi <strong>del</strong>la morte <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo per una condotta che era sì volta al ledere,<br />
ma non con l’intenzione <strong>di</strong> provocare il decesso.<br />
L’omici<strong>di</strong>o può essere punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni (art. 539 c.p.).<br />
OMISSIONE DI SOCCORSO<br />
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Nel caso in cui non venga prestato soccorso ad una persona ferita o in pericolo o inanimata, e ciò<br />
si potrebbe realizzare per paura <strong>di</strong> commettere qualche manovra sbagliata, sia il Volontario che il<br />
normale citta<strong>di</strong>no incorre nel rischio <strong>di</strong> essere imputato <strong>del</strong> reato <strong>di</strong> omissione <strong>di</strong> soccorso (art.<br />
593 c.p.).<br />
Questo non implica, anche per il Volontario, <strong>di</strong> improvvisarsi me<strong>di</strong>co o tentare manovre che non sa<br />
eseguire, ma quanto meno lo obbliga ad allertare i soccorsi d’emergenza (118), a rimanere con la<br />
persona in <strong>di</strong>fficoltà e, se ne è a conoscenza, ad operare le manovre d’emergenza primarie.<br />
LE REGOLE ALL’INTERNO DEI MEZZI DI SOCCORSO<br />
L’autista <strong>del</strong> mezzo <strong>di</strong> soccorso è responsabile <strong>di</strong> tutto ciò che vi accade.<br />
La condotta <strong>di</strong> guida dovrà sempre essere prudente e consona alle norme sancite dal Co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la<br />
Strada. Nonostante la peculiarità <strong>del</strong> servizio, in caso <strong>di</strong> infrazione alle norme che <strong>di</strong>sciplinano la<br />
circolazione stradale non si potrà invocare alcuna esimente (per esempio lo stato <strong>di</strong> necessità), in<br />
quanto essendo l’infrazione <strong>di</strong> tipo contravvenzionale “...ciascuno risponde <strong>del</strong>la propria azione od<br />
omissione cosciente o volontaria, sia essa dolosa o colposa” (art.42 c.p.).<br />
Nell’ipotesi <strong>di</strong> un sinistro stradale addebitabile al conducente <strong>del</strong>l’autoambulanza la responsabilità<br />
potrà estrinsecarsi tanto in campo penale che in ambito civile.<br />
Per quanto attiene la responsabilità penale, il Volontario responsabile <strong>del</strong>l’incidente stradale<br />
risponderà <strong>di</strong> lesioni personali colpose (art.590 c.p.) nel caso si sia provocato uno stato <strong>di</strong> malattia<br />
nel soggetto trasportato, ovvero <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o colposo, o nel caso se ne provochi la morte (art.589<br />
c.p.). In entrambi i casi è prevista una maggiorazione <strong>di</strong> pena quando il fatto è commesso con<br />
violazione <strong><strong>del</strong>le</strong> norme <strong>del</strong> Co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la Strada. A tal proposito si fa inoltre presente che, in caso <strong>di</strong><br />
decesso <strong>del</strong>la persona trasportata, il fatto che la stessa fosse già in fin <strong>di</strong> vita nulla toglie sotto il<br />
profilo penale in quanto “...accelerare il momento <strong>del</strong>la morte <strong>di</strong> una persona destinata a<br />
soccombere per grave malattia equivale a cagionarla, tanto se tale condotta sia dolosa, quanto se<br />
sia colposa...” (Cass.Sez.IV, 26.04.1961).<br />
ESEMPIO: un Volontario trasporta in ambulanza un paziente che ha ingerito una sostanza tossica.<br />
Durante il tragitto verso l’ospedale il mezzo, a causa <strong>del</strong>la eccessiva velocità, esce <strong>di</strong> strada ed il<br />
paziente decede. In questo caso si configura il reato <strong>di</strong> “omici<strong>di</strong>o colposo” se si accerta che il<br />
paziente trasportato è deceduto in conseguenza alle lesioni riportate nell'incidente stradale e non a<br />
causa <strong>del</strong> veleno ingerito.<br />
ATTENZIONE: occorre tenere presente che qualunque reato avvenuto con infrazione <strong>del</strong> Co<strong>di</strong>ce<br />
Stradale è un’AGGRAVANTE per il co<strong>di</strong>ce penale. Ciò significa che le pene comminate sono<br />
AUMENTATE.<br />
Sul mezzo <strong>di</strong> soccorso dovrebbe essere trasportata soltanto la persona che necessita <strong>di</strong><br />
assistenza e <strong>di</strong> soccorso, infatti non dovrebbero salire familiari e/o parenti <strong>del</strong> paziente (in ogni<br />
caso il volontario deve fare appello al buon senso). L’unica eccezione è costituita dai<br />
rappresentanti <strong>del</strong>l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria quando essi siano coinvolti nell’ambito <strong>di</strong> alcune particolari<br />
procedure come per esempio il T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio).<br />
Nel caso in cui altre persone, oltre al soggetto soccorso, vengano trasportate in ambulanza,<br />
ancora una volta la responsabilità è attribuita all’autista <strong>del</strong> mezzo.<br />
RICHIESTA DEL CONSENSO<br />
Tutte le persone che ricevono prestazioni sanitarie dovrebbero essere informate precedentemente<br />
a proposito <strong>del</strong>la natura <strong><strong>del</strong>le</strong> attività alle quali verranno sottoposte; sulla base <strong><strong>del</strong>le</strong> informazioni<br />
ricevute dovrebbe quin<strong>di</strong> fornire un CONSENSO o un DISSENSO all’attuazione <strong><strong>del</strong>le</strong> prestazioni<br />
stesse. Se il paziente è in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> poterlo fare, il consenso o soprattutto il <strong>di</strong>ssenso dovrebbe<br />
essere prestato in maniera scritta; <strong>di</strong>versamente può essere fornito oralmente, ma in tale<br />
evenienza è preferibile che ciò venga fatto alla presenza <strong>di</strong> testimoni (equipaggio <strong>del</strong>l’ambulanza)<br />
o avvertendo la centrale via ra<strong>di</strong>o.<br />
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Nel caso <strong>di</strong> minorenni la vali<strong>di</strong>tà <strong>del</strong> consenso è demandata a chi esercita la patria potestà sul<br />
soggetto.<br />
Si parla <strong>di</strong> consenso presunto quando ci si trova ad agire su un soggetto non cosciente, che quin<strong>di</strong><br />
non è in grado <strong>di</strong> manifestare la propria volontà, ma che versi in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> bisogno tali da fare<br />
ritenere che lo stesso avrebbe acconsentito alla messa in atto <strong>di</strong> un’assistenza volta alla tutela<br />
<strong>del</strong>la propria salute.<br />
CENNI DI TANATOLOGIA (Scienza che stu<strong>di</strong>a la morte)<br />
Riconoscere l’avvenuta morte <strong>di</strong> un soggetto implica l’eseguire una vera e propria <strong>di</strong>agnosi<br />
me<strong>di</strong>ca. Essendo la <strong>di</strong>agnosi un atto me<strong>di</strong>co non spetta al Volontario tale compito, né tanto meno è<br />
suo motivo <strong>di</strong> interesse uno stu<strong>di</strong>o analitico <strong>del</strong> cadavere per stabilire l’ora <strong>del</strong>la morte o la causa<br />
<strong>del</strong>la stessa.<br />
Tuttavia, egli deve poter riconoscere un soggetto palesemente deceduto poiché ciò mo<strong>di</strong>fica<br />
significativamente il comportamento da tenere.<br />
Nei confronti <strong>di</strong> un paziente bisognoso <strong>di</strong> soccorso il Volontario deve far sì che, nel minor tempo e<br />
nelle migliori con<strong>di</strong>zioni possibili, questo venga trasportato al più vicino ed idoneo Ospedale. Nei<br />
casi <strong>di</strong> sicuro decesso <strong>del</strong> soggetto da soccorrere, il Volontario deve imme<strong>di</strong>atamente avvisare la<br />
Centrale Operativa, senza spostare il cadavere o mo<strong>di</strong>ficare la situazione ambientale.<br />
FENOMENI CADAVERICI<br />
Sono legati all’arresto <strong><strong>del</strong>le</strong> funzioni vitali e, come inizialmente premesso, essi devono essere<br />
riconosciuti esclusivamente dal me<strong>di</strong>co.<br />
Quando sono presenti i seguenti segni si è sicuri <strong>del</strong>la morte:<br />
a. IPOSTASI: tipico colorito rosso-vinoso presente nelle regioni declivi <strong>del</strong> cadavere, dovuto<br />
all’accumularsi <strong>del</strong> sangue fuoriuscito dai vasi che si deposita nei tessuti sui quali insiste la<br />
gravità. Così, una salma in posizione supina presenterà, una volta trascorsi i tempi<br />
necessari, le ipostasi (da non confondersi con livi<strong>di</strong>) al dorso, mentre il cadavere <strong>di</strong> un<br />
impiccato avrà ipostasi dette “a guanto” o a “calza” in quanto posizionate alle mani ed alle<br />
gambe;<br />
b. RIGIDITA’ CADAVERICA: irrigi<strong>di</strong>mento <strong><strong>del</strong>le</strong> articolazioni che si attua in seguito alla stabile<br />
contrazione dei muscoli dovuta all’arresto dei processi chimico-biologici che normalmente<br />
avviene a livello <strong><strong>del</strong>le</strong> fibre muscolari;<br />
c. RAFFREDDAMENTO CORPOREO: progressivo decremento <strong>del</strong>la temperatura <strong>del</strong><br />
cadavere legato all’arresto <strong>del</strong> metabolismo corporeo;<br />
d. MACCHIA VERDE SUL BASSO ADDOME A DESTRA: primo segno <strong>del</strong>l’avvio dei processi<br />
trasformativi <strong>di</strong> putrefazione.<br />
COMPORTAMENTO<br />
Per quanto riguarda il Volontario, occorre considerare due situazioni opposte:<br />
a. MORTE CERTA: si tratta <strong>di</strong> quei casi in cui il decesso è da ritenersi sicuro, tale da poter<br />
essere riconosciuto anche da chi non è un me<strong>di</strong>co. Questa evenienza si realizza alla<br />
presenza <strong>di</strong> un soggetto decapitato, carbonizzato o depezzato, o se sono presenti sul<br />
cadavere avanzati fenomeni <strong>di</strong> putrefazione. In questi casi non bisogna MAI trasportare il<br />
corpo in ambulanza o su qualsiasi altro mezzo utilizzato per il soccorso, ma bisogna invece<br />
allertare l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria.<br />
b. TUTTE LE ALTRE: in tutti i casi in cui la morte non è certa, vista l’impossibilità <strong>del</strong><br />
Volontario, per forza <strong>di</strong> legge e per conoscenze proprie, <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosticare un decesso,<br />
occorre trasportare il paziente al più vicino Ospedale, praticando tutte le necessarie<br />
manovre rianimatorie.<br />
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COSA FARE IN CASO DI INTERVENTO SU UN LUOGO DI DELITTO<br />
Nel caso in cui il Volontario si trovi a prestare la propria opera in un luogo in cui vi siano elementi<br />
tali da far ritenere che possa essere stato commesso un reato (per <strong>del</strong>itto si intende un reato<br />
grave) la sua attività non cambia, nel senso che è sempre chiamato ad attuare le manovre <strong>di</strong><br />
soccorso e allo stesso tempo deve allertare l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria.<br />
Qualora l’intervento venga prestato in un luogo dove è già presente l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria egli dovrà<br />
semplicemente limitarsi ad operare con maggiore attenzione al fine <strong>di</strong> non alterare eventuali prove<br />
ed elementi che potrebbero risultare importanti per le indagini.<br />
Bisogna ricordare che sul luogo <strong>di</strong> un <strong>del</strong>itto le attività sono guidate dall’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria che,<br />
assumendosene ogni responsabilità, può eventualmente impe<strong>di</strong>re al volontario <strong>di</strong> attuare alcune<br />
manovre, ma non può in nessun caso or<strong>di</strong>nare allo stesso <strong>di</strong> eseguire alcuna attività che esuli dal<br />
prestare soccorso.<br />
RIASSUNTO<br />
L’attività <strong>del</strong> Volontario non è regolata da una normativa specifica; egli possiede infatti gli stessi<br />
<strong>di</strong>ritti/doveri <strong>del</strong> normale citta<strong>di</strong>no. Tuttavia, per propria scelta, svolge compiti <strong>di</strong> assistenza che<br />
<strong>di</strong>versamente non si troverebbe ad affrontare se non in rare occasioni; il suo comportamento deve<br />
pertanto seguire alcune linee <strong>di</strong> riferimento tracciate al fine <strong>di</strong> rispettare le norme <strong>del</strong> <strong>di</strong>ritto.<br />
Al fine <strong>di</strong> non incorrere nel reato <strong>di</strong> esercizio abusivo <strong>del</strong>la professione me<strong>di</strong>ca, nel prestare opera<br />
<strong>di</strong> soccorso il Volontario dovrà limitarsi ad eseguire quelle manovre che fanno parte <strong>del</strong> bagaglio<br />
culturale me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ciascun citta<strong>di</strong>no, prestando attenzione a non sconfinare, con la propria<br />
condotta, nell’attuazione <strong>di</strong> atti propriamente me<strong>di</strong>ci, che possono essere svolti esclusivamente da<br />
persone in possesso <strong>di</strong> una laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, quin<strong>di</strong> abilitati alla professione.<br />
Il comportamento <strong>del</strong> Volontario dovrà poi essere improntato alla massima attenzione nello<br />
svolgimento dei propri compiti per evitare il rischio <strong>di</strong> cagionare ad alcuno, seppur in maniera<br />
involontaria, un ingiusto danno o nella peggiore <strong><strong>del</strong>le</strong> ipotesi la morte, andando così incontro al<br />
rischio <strong>di</strong> essere imputato dei reati <strong>di</strong> lesione personale colposa o <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o colposo.<br />
Per quanto in suo potere, il Volontario si dovrà attivare nel prestare soccorso a chiunque si<br />
<strong>di</strong>mostri in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> bisogno, limitandosi ad eseguire le procedure note o a fornire quantomeno<br />
la più elementare assistenza; qualsiasi mancanza in questo senso potrebbe prospettare per chi la<br />
commette l’imputazione <strong>del</strong> reato <strong>di</strong> omissione <strong>di</strong> soccorso.<br />
Una posizione peculiare è quella ricoperta dal conducente <strong>del</strong> mezzo <strong>di</strong> soccorso che, durante la<br />
guida, sarà sempre tenuto al rispetto <strong><strong>del</strong>le</strong> norme <strong>del</strong> Co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la Strada, alle quali dovrà<br />
comunque attenersi anche nei casi <strong>di</strong> urgenza/emergenza, ricordando che qualunque reato<br />
avvenuto con infrazione <strong>del</strong> Co<strong>di</strong>ce Stradale rappresenta un’aggravante per il co<strong>di</strong>ce penale. Per<br />
quanto riguarda i mezzi <strong>di</strong> soccorso è sempre utile tenere a mente che il trasporto in ambulanza è<br />
consentito solo e soltanto alla persona che necessita <strong>di</strong> assistenza, fatta eccezione per i<br />
rappresentanti <strong>del</strong>l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria impegnati nell’ambito <strong>di</strong> alcune particolari procedure come<br />
per esempio il T.S.O.<br />
Come per ogni prestazione sanitaria, anche nell’ambito <strong>del</strong> servizio svolto dal Volontario è richiesta<br />
la raccolta <strong>del</strong> consenso o eventualmente <strong>del</strong> <strong>di</strong>ssenso, preferibilmente scritto, da parte <strong>del</strong>la<br />
persona alla quale viene fornita l’assistenza. Per soggetti minorenni il consenso dovrebbe essere<br />
fornito da chi esercita la patria potestà, mentre per soggetti incoscienti il consenso può essere<br />
presunto.<br />
Astenendosi dall’eseguire <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> morte, demandata esclusivamente al me<strong>di</strong>co che è in grado<br />
<strong>di</strong> identificare i segni <strong>di</strong> un reale decesso, il Volontario deve essere comunque in grado <strong>di</strong><br />
riconoscere la morte quand’essa viene definita certa, cioè nel caso in cui un corpo si presenti<br />
decapitato, carbonizzato, depezzato o in presenza <strong>di</strong> avanzati fenomeni <strong>di</strong> putrefazione.<br />
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Solo in questi casi dovrà procedere ad allertare le autorità competenti evitando <strong>di</strong> spostare il<br />
cadavere; in ogni altra evenienza dovrà imme<strong>di</strong>atamente provvedere al trasporto <strong>del</strong> paziente al<br />
più vicino Ospedale, praticando tutte le necessarie manovre rianimatorie.<br />
Qualora il Volontario si trovi ad operare su un luogo dove possa essere stato commesso un reato,<br />
dovrà preoccuparsi <strong>di</strong> richiedere l’intervento <strong>del</strong>l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria prestando comunque la<br />
normale assistenza, che dovrà essere tuttavia resa in maniera particolarmente attenta al fine <strong>di</strong><br />
non alterare eventuali prove ed elementi che potrebbero risultare importanti per le indagini.<br />
In caso <strong>di</strong> intervento <strong>del</strong>l’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria è quest’ultima che guida le attività sul luogo <strong>di</strong> un<br />
<strong>del</strong>itto; essa non può comunque or<strong>di</strong>nare al Volontario <strong>di</strong> eseguire alcuna attività che esuli dal<br />
prestare soccorso.<br />
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