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IMPIANTI TRATTAMENTO ACQUE - STAM ECOLOGIA

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1. PREMESSA 2<br />

2. <strong>IMPIANTI</strong> 2<br />

2.1 <strong>IMPIANTI</strong> DI DEPURAZIONE 2<br />

2.1.1 SCARICHI INDUSTRIALI 2<br />

2.1.2 SCARICHI CIVILI 2<br />

2.1.3 SCARICHI ORGANICI 2<br />

2.1.3.1 SCARICHI CUCINE DI RISTORAZIONE 2<br />

2.1.3.2 SCARICHI MATTATOI 4<br />

2.1.4 <strong>ACQUE</strong> DI VEGETAZIONE 4<br />

2.1.5 <strong>ACQUE</strong> DI PERCOLATO 7<br />

2.1.6 <strong>ACQUE</strong> DI DISCARICA R.S.U. 7<br />

2.1.7 <strong>ACQUE</strong> METEORICHE 7<br />

2.1.8 <strong>ACQUE</strong> DI PRIMA PIOGGIA 8<br />

2.1.9 <strong>ACQUE</strong> DI LAVAGGIO 9<br />

2.2 <strong>IMPIANTI</strong> DI PRE<strong>TRATTAMENTO</strong> 10<br />

2.3 <strong>IMPIANTI</strong> EVAPORATORI 10<br />

2.4 <strong>IMPIANTI</strong> DI RECUPERO 11<br />

2.4.1 RECUPERO ACQUA 11<br />

2.4.2 RECUPERO ACIDO 12<br />

2.5 <strong>IMPIANTI</strong> A FITODEPURAZIONE 12<br />

2.6 <strong>IMPIANTI</strong> A FANGHI ATTIVI 13<br />

2.7 <strong>IMPIANTI</strong> ANAEROBICI 14<br />

2.8 <strong>IMPIANTI</strong> AEROBICI 14<br />

2.9 <strong>IMPIANTI</strong> A LETTO PERCOLATORE 15<br />

2.10 <strong>IMPIANTI</strong> DI SEDIMENTAZIONE 15<br />

2.11 <strong>IMPIANTI</strong> DI CHIARIFICAZIONE 16<br />

2.11.1 TRADIZIONALE 16<br />

2.11.2 ESTRATTORE CENTRIFUGO 17<br />

2.12 <strong>IMPIANTI</strong> CHIMICO – FISICO 17<br />

2.13 <strong>IMPIANTI</strong> BIOLOGICI 18<br />

2.14 <strong>IMPIANTI</strong> DI FILTRAZIONE 19<br />

2.14.1 FILTRI NATURALI 19<br />

2.14.1.1 FILTRI DI SABBIA 19<br />

2.14.1.2 ANTHRACITE 20<br />

2.14.1.3 PIROLUSITE 20<br />

2.14.1.4 ZEOLITI 20<br />

2.14.1.5 GARNET 20<br />

2.14.1.6 FILTRI A CARBONE ATTIVO 20<br />

2.14.2 FILTRI A GRAVITA’ 21<br />

2.14.3 FILTRI A TELA 21<br />

2.14.4 FILTRI NEUTRALIZZATORI 22<br />

2.14.5 FILTRI A CARTUCCE 22<br />

2.14.6 FILTRI A ULTRAVIOLETTI 22<br />

2.14.7 FILTROPRESSA 23<br />

2.14.8 FILTRAZIONI DIVERSIFICATE 23<br />

2.14.9 BIOFILTRAZIONE 23<br />

2.15 <strong>IMPIANTI</strong> A MEMBRANE 24<br />

2.16 IMPIANTO DI <strong>TRATTAMENTO</strong> FANGHI 25<br />

2.16.1 TEKNOBAG 26<br />

2.17 <strong>IMPIANTI</strong> DI RACCOLTA 27<br />

3. SERBATOI 27<br />

3.1 SERBATOI DI ACCUMULO 27<br />

3.1.1 SERBATOI COMPONIBILI 28<br />

3.1.2 SERBATOI IN ESTRUSIONE ROTATIVA 28<br />

4. ASSISTENZA TECNICA E RICAMBI 29<br />

5. PRATICHE DI AUTORIZZAZIONE 29<br />

1


6. ANALISI DI LABORATORIO 30<br />

1. PREMESSA<br />

La <strong>STAM</strong> è un’azienda presente sul mercato da oltre dieci anni, specializzata in molteplici<br />

campi di Bonifiche Ambientali, tra cui il trattamento acque per mezzo di sistemi ecologici.<br />

La <strong>STAM</strong> è un’azienda qualificata per la protezione dell’ambiente con soluzioni tecnologiche<br />

d’avanguardia relative al settore degli impianti di depurazione e trattamento delle acque con<br />

progettazione ed installazione di molteplici tipologie di impianti.<br />

I settori d’intervento della depurazione delle acque sono tanti: industria galvanica, meccanica,<br />

siderurgica, grafica, fotografica, stampa, verniciatura, chimica, farmaceutica, agroalimentare,<br />

casearia, ecc.<br />

La <strong>STAM</strong> inoltre dispone di prodotti chimici per la chimica di base, per il trattamento<br />

superficiale di prodotti, prodotti per il settore Lattiero–Caseario (detergenti, disinfettanti,<br />

disincrostanti), prodotti per la depurazione delle acque di scarico, prodotti per la lavorazione<br />

meccanica dei metalli, prodotti per piscine, laboratori, comunità, ecc.<br />

Sono disponibili su richiesta impianti nuovi ed usati garantiti a prezzi vantaggiosi.<br />

2. <strong>IMPIANTI</strong><br />

2.1 <strong>IMPIANTI</strong> DI DEPURAZIONE<br />

2.1.1 SCARICHI INDUSTRIALI<br />

La depurazione dei reflui industriali è ottenuta attraverso l’applicazione di tecnologie<br />

depurative chimiche, fisiche, biologiche, a filtrazione selettiva, e a scambio ionico, che<br />

permettono una grande flessibilità degli impianti e ampie garanzie di successo.<br />

Nel trattamento delle acque provenienti da scarichi industriali assume importanza<br />

fondamentale il processo chimico-fisico e in particolare il sistema di chiariflocculazione (Floc –<br />

System) che consente di ottenere elevatissimi livelli di abbattimento con minimo consumo di<br />

reattivi chimici<br />

Si realizzano impianti di disinquinamento e recupero per acque di scarico di:<br />

- Industria galvanica con ricircolo acque<br />

- Tintorie con processo biologico o combinato<br />

- Lavanderie industriali<br />

- Industrie conserviere<br />

- Industrie alimentari<br />

- Industrie varie<br />

2.1.2 SCARICHI CIVILI<br />

Il processo biologico messo a punto dalla <strong>STAM</strong>, oltre a garantire assenza di odori e rumori,<br />

assicura un consumo minimo di energia elettrica ed un alto rendimento di abbattimento dei<br />

solidi sospesi e del BOD5 e risolve il gravoso problema dello smaltimento continuo dei fanghi.<br />

Questi infatti, vengono completamente mineralizzati e sono scaricati solo saltuariamente.<br />

Le acque provenienti da scarichi civili possono essere trattate, a seconda delle esigenze, nei<br />

tradizionali impianti in calcestruzzo o nei moderni bacini monoblocco di acciaio.<br />

- Bioclar BPM: monoblocco in acciaio con potenzialità fino a 1000 abitanti per<br />

modulo<br />

- Bioclar RO-DISK: a biorulli, a basso consumo energetico. Modelli monoblocco sino<br />

a 2000 abitanti o per scarichi ad alto contenuto organico<br />

- Impianti completi di depurazione per comunità sino a 200.000 abitanti.<br />

2.1.3 SCARICHI ORGANICI<br />

2.1.3.1 SCARICHI CUCINE DI RISTORAZIONE<br />

Le acque di scarico provenienti dalle cucine non possono essere immesse direttamente in rete<br />

fognaria o in impianti di depurazione biologica se non preventivamente trattate da un idoneo<br />

sistema di separazione.<br />

Questi scarichi sono normalmente inquinati da sostanze grasse. Esse vanno opportunamente<br />

trattenute per evitare depositi sulle pareti dovuti al raffreddamento dei grassi che<br />

solidificandosi riducono la sezione di scorrimento fino all’otturazione. Negli impianti di<br />

depurazione biologica tali sostanze creerebbero cappe oleose e conseguenti condizioni di<br />

asfissia del processo di ossidazione dell’attività aerobica.<br />

2


A = Pozzetto intercettazione<br />

B = Lipostop<br />

C = Pozzetto di controllo<br />

Il condensagrassi è un separatore statico di grassi animali e oli vegetali di cucina. E’ un<br />

manufatto costruito da monoblocco in c.a. a due scomparti in cui avviene la sedimentazione e<br />

separazione con un processo che sfrutta le leggi fisiche di gravità con l’aiuto di camere,<br />

barriere e dislivelli.<br />

Comparto sedimentatore: in esso vengono sedimentate le sostanze più pesanti ed i fanghi<br />

eventualmente presenti nello scarico affluente.<br />

Comparto separatore: in esso avviene la separazione delle sostanze grasse che, per<br />

differenza di gravità, si separano, galleggiano e lasciano sul fondo un residuo di acqua che va a<br />

traboccare, priva di sostanze grasse, verso gli impianti di depurazione biologica o le condotte<br />

fognarie. Il Lipostop è costruito secondo la normativa DIN 4040 e dimensionato, secondo i<br />

flussi di scarico, sulla base dei parametri di portata fissati dalla normativa stessa.<br />

Per individuare la portata dello scarico da trattare occorre tenere presente due fattori: il<br />

numero dei pasti prodotti giornalmente e le adduzioni idriche inquinanti costituite dagli scarichi<br />

delle lavastoviglie secondo i seguenti parametri.<br />

- Ogni 100 pasti: flusso di scarico/separatore 1 lit/sec<br />

- Ogni camera di lavastoviglie: flusso di scarico 1 lit/sec.<br />

- Ogni lit/sec. di flusso: volume camera sedimentazione 100 litri<br />

I modelli sono costruiti con i due comparti in un unico monoblocco per essere montati e gestiti<br />

facilmente, tuttavia per impianti più grossi si può ricorrere a soluzioni comprendenti due<br />

vasche. Una per la sedimentazione e una per la separazione, soprattutto quando trattasi di<br />

industrie lavorazione carni, salumi, mattatoio, ecc.<br />

Il separatore di grassi va montato quanto più vicino agli scarichi e in posizione protetta dal<br />

gelo al pari della tubazione affluente. Quest’ultima deve inoltre essere opportunamente areata<br />

con condotte di sfiato ed avere una pendenza non inferiore al 2%. La piastra di copertura della<br />

vasca è dotata di predisposizione per condotte di sfiato da collegare e raccordare ad una canna<br />

3


di ventilazione da porre al di sopra dell’edificio. Le vasche vengono sempre fornite complete di<br />

innesti in PVC rigido sia in entrata che in uscita. In fase di montaggio occorre perciò solamente<br />

collegare le tubazioni di entrata e uscita e riempire le vasche di acqua pulita fino al trabocco.<br />

Prima e dopo la vasca è buona norma prevedere sempre dei pozzetti d’ispezione. Un<br />

separatore di grassi è efficiente solo se si provvede con regolarità e in tempi brevi alla sua<br />

pulizia. Si consiglia lo svuotamento e la pulizia con frequenza settimanale. Gli impianti più<br />

grossi con frequenza quindicinale.<br />

Prima del funzionamento, e dopo ogni svuotamento, il separatore di grassi deve essere sempre<br />

riempito con acqua pulita fino a traboccare.<br />

I grassi che vengono trattenuti nell’impianto si decompongono velocemente e si trasformano in<br />

acidi aggressivi e di cattivo odore. Pertanto tutte le vasche sono sempre protette internamente<br />

con trattamento epossidico resistente alle sostanze acide.<br />

2.1.3.2 SCARICHI MATTATOI<br />

Le acque derivanti dalla macellazione di animali presenta molteplici problemi dovuti alla<br />

variabilità della loro composizione. Le sostanze inquinanti presenti nelle acque di lavaggio e di<br />

lavorazione, si possono in generale identificare in sangue, escrementi, urine, paglia, contenuti<br />

dello stomaco, scarti. Inoltre la mancanza di qualsiasi tipo di automazione, determina un<br />

impiego d’acqua che non è funzione della capacità degli impianti di mattazione, ma dipende<br />

solo dalle abitudini del personale e dalla quantità di acqua a disposizione.<br />

L’inquinamento dovuto ai macelli è essenzialmente di tipo organico, quindi non interferisce coi<br />

processi di trattamento degli scarichi civili. Il parametro che meglio caratterizza il carico<br />

organico è il BOD. Il recupero del sangue attraverso l’uso di un impianto è fondamentale per<br />

molteplici vantaggi. In primo luogo viene alleggerito di molto il lavoro dell’impianto stesso con<br />

notevole diminuzione del costo dell’impianto stesso, ed in secondo luogo perché il sangue per il<br />

suo elevato valore biologico e nutrizionale può essere utilizzato come materia prima per<br />

ottenere prodotti destinati all’industria mangimistica e dei fertilizzanti oltre che per<br />

l’alimentazione umana.<br />

Solitamente i macelli scaricano direttamente nel sistema di fognatura pubblico tutte le acque di<br />

scarico, con serio pericolo di intasamento negli impianti di depurazione a valle e creando gravi<br />

problemi di anaerobici.<br />

E’ fondamentale, per poter affrontare la progettazione dei mattatoi, conoscere in modo<br />

dettagliato alcuni dati che vengono riassunti qui di seguito:<br />

- quantità e tipo di capi macellati durante l’anno<br />

- volume di acqua consumata<br />

- tipi di lavorazione per il reparto tripperia e recupero contenuto stomacale<br />

- recupero e scarico del sangue<br />

- durata della sosta del bestiame<br />

L’impianto oltre alla depurazione degli scarti provvede inoltre al riequilibrio del pH attraverso<br />

l’attività successiva di fanghi attivi.<br />

Gli scarichi prima di essere immessi nella rete fognaria civile vengono disinfettati per abbattere<br />

la forte carica batterica. Tra i componenti cloroderivati viene utilizzato il biossido di cloro (ClO2)<br />

al normale ipoclorito di sodio perché effettua una migliore azione ossidante in un tempo di<br />

contatto minore, inoltre la sua azione risulta indipendente dal pH dell’effluente.<br />

2.1.4 <strong>ACQUE</strong> DI VEGETAZIONE<br />

Le acque di vegetazione costituiscono un problema rilevantissimo per l’equilibrio ecologico<br />

rurale. La loro produzione è strettamente legata ad una attività, quella olearia, molto diffusa<br />

nel territorio ed i cui stabilimenti di lavorazione raramente raggiungono la dimensione di<br />

grande industria. Questi fattori concorrono a rendere difficoltoso un adeguato trattamento<br />

degli scarichi, anche per via degli oneri economici che ne discendono. Per questo è da tempo<br />

concessa la facoltà di smaltirli attraverso la pratica della fertirrigazione, che, se condotta per<br />

lungo tempo e a dosi rilevanti come spesso avviene, presenta, secondo gli esperti, effetti<br />

dannosi sui suoli e sulle falde idriche. Per rendere effettivamente disponibile una valida<br />

alternativa, occorrono tecniche depurative dalle prestazioni certe e dotate di caratteristiche<br />

4


adeguate alle particolari esigenze dei produttori. La risposta biologica può costituire la risposta<br />

a questo bisogno.<br />

Le acque di vegetazione costituiscono lo scarto liquido dell’attività di estrazione di olio dalle<br />

olive. Una volta raccolte e pressate, le drupe subiscono un processo di separazione<br />

(generalmente per centrifugazione) fra la fase solida, oleosa ed acquosa. Mentre le lavorazioni<br />

proseguono per quella oleosa, le parti solide ed acquose vengono avviate allo smaltimento,<br />

quasi sempre in modo distinto.<br />

In linea di massima, in questo liquame si riscontrano, tra l’altro, frammenti di polpa e nocciolo<br />

d’oliva, mucillagini, cellulosa solubile e pectina, residui di sostanza oleosa in emulsione. La sua<br />

esatta composizione è molto variabile, principalmente in funzione della qualità delle olive, del<br />

tipo di processo a cui vengono sottoposte ( a caldo e a freddo), dei macchinari utilizzati.<br />

In letteratura vengono riportate delle composizioni medie, che a titolo indicativo vengono<br />

illustrate nella loro oscillazione tra valori minimi e massimi:<br />

pH 4.1-5.3 BOD5 15.000-48.000 mg/l COD 20.000-102.000 mg/l<br />

NH3 240-600 mg/l PO4 700-1900 mg/l<br />

I caratteri salienti del refluo possono riassumersi in:<br />

- Elevata acidità<br />

- Forte presenza di composti di Carbonio organico, unita ad una relativa scarsità di<br />

Azoto e Fosforo<br />

- Alta incidenza di fenoli e polifenoli<br />

Una proposta applicabile deve poter offrire la possibilità di trattare efficacemente e a basso<br />

costo le acque di vegetazione anche in quelle realtà che non raggiungono le dimensioni della<br />

grande industria e che operano per ridotti periodi annuali, condizioni tipiche di larga parte del<br />

tessuto produttivo nel settore.<br />

Nell’ambito dei vari metodi, alcune tecniche hanno trovato più diffusa applicazione: Biologico<br />

(Fanghi attivi); Biologico + chimico fisico (Coagulazione chimica+fanghi attivi); Filtrazione con<br />

membrane (Osmosi inversa); Ossidazione chimica (Biossidazione umida); Crescita biomasse<br />

(Fermentazioni orientate). Una soluzione efficace al problema la offre la Soluzione Biologica<br />

che attua l’attività di degradazione dei microrganismi in modi che, di volta in volta, siano i più<br />

rispondenti alle varie esigenze.<br />

Innovativo risulta essere il PROGETTO TIRSAV. Il progetto TIRSAV prevede un unico impianto<br />

di trattamento per sanse e acque di vegetazione, realizzando come prodotto un compost di<br />

qualità e biocombustibile.<br />

Acqua di ingresso Acqua di uscita<br />

5


Le moderne tecnologie di estrazione centrifuga hanno consentito di accrescere la resa<br />

produttiva, ma hanno aggravato il problema dello smaltimento dei reflui: infatti oltre all’acqua<br />

naturalmente presente nelle olive (circa il 50% del peso dei frutti), occorre considerare l’acqua<br />

aggiunta per facilitare la centrifugazione, che ammonta ad un altro 50% circa.<br />

Complessivamente, quindi, per ogni 100 Kg di olive in ingresso all’oleificio si ottengono in<br />

media (prendendo come riferimento il processo di estrazione a tre fasi in continuo, che è il più<br />

diffuso): 18 Kg di olio extravergine, 56 Kg di sansa e 95 litri di “acqua di vegetazione”. La<br />

cosiddetta “acqua di vegetazione” è un liquido acquoso di colore rosso scuro e odore pungente;<br />

nonostante l’origine naturale, e presenta un elevatissimo carico inquinante, dovuto sia al BOD<br />

(che può arrivare a 90 g/litro) che alla presenza di polifenoli ed altre sostanze ad azione<br />

fitotossica e biostatica. Queste sostanze hanno un effetto negativo sulla biomassa degli<br />

impianti di depurazione biologica, per cui il loro smaltimento risulta altamente problematico.<br />

Attualmente il metodo più diffuso per smaltire le acque di vegetazione consiste nello<br />

spandimento sul terreno (regolamentato dalla legge 574/96); metodo che presenta molti<br />

inconvenienti, soprattutto odori sgradevoli e possibilità di inquinamento delle falde acquifere.<br />

Spesso la sansa viene smaltita spargendola sul terreno; in teoria uno spandimento controllato<br />

potrebbe avere effetti agronomici positivi, ma in pratica l’accumulo, in corrispondenza delle<br />

campagne di produzione dell’olio, di grossi quantitativi di sansa da smaltire finisce col creare<br />

problemi di cattivi odori e percolamenti oleosi, oltre a possibili effetti fitotossici.<br />

La produzione di un alimento altamente pregiato, salutare e naturale, come l’olio di oliva,<br />

quindi, comporta la generazione di notevoli volumi di reflui (acque di vegetazione e di residui<br />

solidi (le sanse). Sia le acque di vegetazione che le sanse possono essere riutilizzate e/o<br />

smaltite in ambito agricolo, a patto di non superare la capacità di metabolizzazione degli<br />

organismi vegetali ed animali presenti nel terreno stesso. Il problema è che la lavorazione delle<br />

olive deve essere effettuata in tempi molto brevi dopo la raccolta, se si vuole ottenere un olio<br />

di pregio. Questo tipo di lavorazione porta a quantità di reflui e rifiuti solidi tali da superare le<br />

capacità di assorbimento del terreno, per cui occorre gestire uno stoccaggio ed uno<br />

smaltimento differito, che creano problemi di effetti fitotossici e cattivi odori, e aumentano<br />

fortemente i costi.<br />

Le caratteristiche innovative del progetto TIRSAV sono soprattutto tre:<br />

- L’unificazione di sanse e acque di vegetazione in un unico refluo, consentendo un<br />

impianto di trattamento più semplice;<br />

- La miscelazione con altri sottoprodotti agricoli come paglia, residui di potature,<br />

cascami di lana;<br />

- La possibilità di ottenere, oltre ad un “compost” di elevata qualità agronomica, una<br />

frazione legnosa utilizzabile sia come combustibile che per vari impieghi industriali.<br />

Il processo TIRSAV è basato su tre fasi successive:<br />

- Separazione della sostanza legnosa (nocciolino) dalla sostanza organica, che<br />

avviene per centrifugazione; il nocciolino può avere impieghi come abrasivo delicato<br />

(pulizia di monumenti e parti di aerei), substrato per culture idroponiche, materiale<br />

di partenza per la produzione di isolanti termoacustici o per ottenere carbone attivo,<br />

oltre naturalmente all’utilizzo come biomassa combustibile. In particolare, la<br />

combustione del nocciolino può consentire di ricavare energia termica per il frantoio,<br />

e di coprire il fabbisogno energetico dell’impianto stesso di riciclaggio, o di processi<br />

industriali collegati alla filiera dell’ulivo (santifici e raffinerie, che possono in tal<br />

modo ridurre del 30% il loro fabbisogno di energia acquistata all’esterno).<br />

- Miscelazione della sostanza organica con paglia, segatura, trucioli o cascami di<br />

lana. L’aggiunta di questi composti ha lo scopo di assorbire l’eccesso di umidità<br />

(proveniente dalle acque di vegetazione), consentendo una buona circolazione<br />

dell’aria nella massa e bloccando quindi le fermentazioni anaerobiche che portano<br />

allo sviluppo di cattivi odori. I componenti da aggiungere sono stati scelti tra i<br />

materiali di scarto (reperibili quindi a costo zero) più facilmente disponibili in ambito<br />

agricolo.<br />

- Confezionamento automatico della massa miscelata in sacchi a rete, i quali<br />

vengono accatastati e conservati per il tempo necessario a far avvenire un processo<br />

6


naturale di maturazione aerobica, che ne migliora le caratteristiche. Il prodotto<br />

finale risulta costituito da 30-40% di acqua, per la parte rimanente da materiale<br />

organico ricco di elementi nutritivi per le piante (azoto, fosforo, potassio); il suo<br />

impiego come ammendante, nel terreno degli stessi oliveti, migliora la porosità del<br />

suolo e la sua capacità di ritenzione idrica, e previene i fenomeni di erosione. E’<br />

anche possibile l’impiego di questo prodotto nella vivaistica, come substrato di<br />

crescita per le barbatelle di olivo o per altre piantine coltivate in contenitori.<br />

2.1.5 <strong>ACQUE</strong> DI PERCOLATO<br />

Il trattamento di percolato viene effettuato con un impianto di separazione a membrana. La<br />

<strong>STAM</strong> progetta e realizza sistemi di separazione a membrana per il percolato di discarica con<br />

bassi costi di gestione ed efficienza di trattamento. I processi a membrana sono i più idonei al<br />

trattamento del percolato in quanto permettono il riciclo del concentrato ottenuto,<br />

direttamente in discarica come previsto dalla normativa europea già in vigore in buona parte<br />

degli stati membri, mentre il permeato può essere scaricato entro i limiti previsti dal D.lgs.<br />

152/99.<br />

2.1.6 <strong>ACQUE</strong> DI DISCARICA R.S.U.<br />

I rifiuti dal momento dello stoccaggio in una discarica controllata sono interessati da un<br />

complessa serie di trasformazioni fisiche, chimiche e biochimiche. La frazione solubile dei<br />

prodotti di risulta viene dilavata dall’acqua piovana che percola dagli strati superiori del cumulo<br />

sino al fondo del bacino. Essa, unendosi all’umidità naturalmente rilasciata dai rifiuti, origina<br />

un liquame generalmente di colore scuro, nauseabondo e dalla notevole carica inquinante,<br />

indicato con il termine di percolato, che viene a raccogliersi in appositi pozzetti drenanti.<br />

Le caratteristiche del percolato variano in relazione alle differenti fasi che connotano la vita<br />

della discarica (aerobica, acidogena, metanigena).<br />

Si avrà così dapprima un liquido con una forte presenza di sostanze ossidabili, poi in<br />

progressiva diminuzione, contemporaneamente all’innalzamento del tasso di azoto<br />

ammoniacale e allo sprigionarsi di odori nauseabondi. Si giungerà a bassi tassi di richiesta<br />

biologica di ossigeno, in corrispondenza dell’eccentuarsi della produzione di bio-gas e di cloruri.<br />

Questa evoluzione, che nella realtà è costituita dall’intreccio e dalla sovrapposizione delle varie<br />

fasi, (influenzate da fattori quali clima, composizione rifiuto, ecc.)alla formazione di notevoli<br />

quantità di percolato potenzialmente pericoloso per l’ambiente e per l’uomo.<br />

Le operazioni di risanamento non sono semplici e richiedono la messa in gioco di gestire<br />

contemporaneamente tre tipologie di impianti diversi che effettuano differenti tipi di<br />

risanamento: chimico-fisico, biologico e a membrane.<br />

Infatti le caratteristiche del refluo possono variare con il trascorrere del tempo. Con il passare<br />

del tempo aumenta la presenza di sostanza azotata. Il metodo più efficace appare la filtrazione<br />

con membrane.<br />

2.1.7 <strong>ACQUE</strong> METEORICHE<br />

Le acque meteoriche rinvenimenti da piazzali scoperti adibiti a:<br />

- AUTOPARCHEGGI<br />

- AUTOLAVAGGI<br />

- DEPOSITI PRODOTTI PETROLIFERI<br />

- STAZIONI DI RIFORNIMENTO CARBURANTI<br />

- AUTOFFICINE<br />

- DEPOSITI DI ROTTAMI<br />

- ATTIVITA’ SIMILARI<br />

sono normalmente inquinate da sedimenti e idrocarburi. La diretta immissione in fogna o<br />

dispersione nel terreno o in corsi d’acqua superficiali è perciò assolutamente vietata. Tali acque<br />

meteoriche necessitano di un appropriato trattamento di sedimentazione e separazione, sì da<br />

ridurre il grado iniziale di inquinamento e portare lo scarico finale entro i valori richiesti dal<br />

D.L.152/99 e successivo D.L.258/00.<br />

Trattandosi di acque meteoriche, e non di lavorazione, il grado di inquinamento risulta elevato<br />

solo quando trattasi delle prime acque di pioggia poiché rivenienti dal lavaggio di superficie<br />

7


pavimentale esposte ad accidentali perdite di oli ed idrocarburi. Diventano acque non inquinate<br />

quando trattasi di quelle successive che, rivenienti da piazzali già abbondantemente “lavati”,<br />

presentano un grado di inquinamento pressoché nullo.<br />

L’impianto per il trattamento delle acque di prima pioggia è progettato e realizzato per<br />

catturare solo le prime acque cadute sul piazzale ad ogni evento meteorico. Trattenendo solo<br />

queste e lasciar defluire al recapito finale tutte le acque successive ad esse. Infine le prime<br />

acque catturate vengono trattate con un processo di separazione statica, capace di portare allo<br />

scarico finale acque pressoché pulite e liberate da ogni traccia di oli minerali e idrocarburi nel<br />

rispetto di valori imposti dalle tabelle. Un impianto di prima pioggia deve essere in grado di<br />

trattare una quantità d’acqua pari ai primi 5mm di pioggia uniformemente distribuita sull’intera<br />

superficie scolante. L’impianto è composto da una serie di vasche e pozzetti e da un quadro<br />

elettrico che ne gestisce tutta la logica operativa.<br />

La prima fase di trattamento è costituita dal processo di sedimentazione dei fanghi. I solidi in<br />

sospensione costituiscono una delle principali cause d’inquinamento; l’analisi di tali sedimenti<br />

dimostra che essi, in taluni casi, possono trattenere percentuali altissime di agenti inquinanti<br />

(anche fino al 99% di idrocarburi e piombo). Dopo ogni precipitazione, entro 48 ore, si attiva<br />

un sistema di trattamento gestito in automatico dal quadro comandi elettrici che invia le acque<br />

catturate al Separoil per il processo di separazione statica. Solo dopo questa fase le acque<br />

possono essere smaltite nel sottosuolo, in corsi d’acqua superficiali, fiumi, ecc. L’impianto<br />

automaticamente si resetta dopo ogni intervento e si predispone a ricevere le acque di un<br />

successivo evento meteorico. Il sistema non impiega additivi, né reagenti chimici. Ciò riduce al<br />

massimo i costi di gestione e manutenzione dell’impianto, nonché la facilità d’uso dello stesso e<br />

limita l’intervento esclusivamente alle periodiche operazioni di prelievo dell’olio e dei sedimenti<br />

che vanno quindi smaltiti dalle ditte specializzate.<br />

L’impianto di trattamento delle acque di prima pioggia è progettato e realizzato per garantire la<br />

separazione ed il trattamento delle prime acque meteoriche cadute sui piazzali (i primi 5 mm)<br />

da quelle successive ad esse. E’ costituito da vasche prefabbricate a monoblocco in c.a.<br />

complete di attacchi entrata-uscita e coperture carrabili con telai e chiusini in ghisa sferoidale<br />

classe C250 già incorporati. L’impianto si compone di vasca di sedimentazione dim.<br />

cm10x160x200, scolmatore dim. cm 120x160x150, vasca di accumulo prefabbricata o da<br />

realizzare in opera e dimensionata in finzione dell’effettivo fabbisogno secondo la seguente<br />

formula Vol. utile = Sup. scoperta (mq) x 0.005 (mt), pozzetto di intercettazione, separatore<br />

di idrocarburi mod. Separoil NG3 (oppure NG5) con certificazione dei valori discarico conformi<br />

a D.L 152/99 e D.L. 258/00 (Idrocarburi liberi ≤10 mg./lit o ≤5 mg./lit),pozzetto recupero olio,<br />

pozzetto prelievo campioni, pozzetti di by-pass per il deflusso delle acque successive alle<br />

prime. L’impianto si completa con elettropompa sommersa in acciaio inox del tipo a girante<br />

aperta, sistema di rilevamento dell’inizio e la fine delle precipitazioni, quadro comandi elettrici<br />

per la gestione di tutta la logica operativa dell’impianto con funzione automatico/manuale,<br />

interruttore differenziale, spie luminose e timer programmabile a cristalli liquidi. Tutte le<br />

vasche sono realizzare con trattamento delle superfici esterne con emulsione bituminose.<br />

8


2.1.8 <strong>ACQUE</strong> DI PRIMA PIOGGIA<br />

Il modulo disoleatore è un impianto in grado di separare olii e benzina. Offrono un'ottima<br />

resistenza grazie ad un'accurata fabbricazione, ed una resistenza all'aggressione degli olii<br />

stessi grazie ad un trattamento interno con apposite sostanze.<br />

Il montaggio è semplice ed i costi sono contenuti. Il funzionamento è affidabile e di facile<br />

controllo.<br />

L’impianto è ideale per:<br />

- officine meccaniche;<br />

- parcheggi ed autorimesse<br />

- grossi depositi di benzina ed olii minerali;<br />

- autolavaggi;<br />

- società di trasporti;<br />

- depositi di auto demolite;<br />

- aeroporti;<br />

- caserme;<br />

- attività di prelevamento olii usati.<br />

2.1.9 <strong>ACQUE</strong> DI LAVAGGIO<br />

Nelle autofficine, lavaggi auto, zone rifornimento carburanti vi è una massiccia presenza di oli<br />

minerali ed idrocarburi che devono essere separati dalle acque di scarico.<br />

L’impianto di trattamento, per tali sostanze, è costituito da un dissabbiatore e da un<br />

disoleatore con volumi maggiorati e munito di filtro a coalescenza ed otturatore a<br />

galleggiante. La funzione del filtro a coalescenza, è quella di separare le microparticelle leggere<br />

che non si scindono dall’acqua per semplice flottazione, aumentando di conseguenza, il<br />

rendimento di separazione.<br />

Prima di essere avviati allo scarico i liquami, ormai trattati, saranno sottoposti ad una<br />

filtrazione finale su pannelli oleoassorbenti in grado di trattenere l’eventuale materiale oleoso<br />

ancora presente.<br />

Il sistema può essere collegato ad un avvertitore acustico o lampeggiante che segnala quando<br />

si è completato il riempimento della camera di raccolta e si deve procedere allo svuotamento<br />

della massa flottata, Quest’ultima può essere scaricata automaticamente in un pozzetto<br />

adiacente al separatore grazie all’installazione di un’apparechiatura di rilevamento oli,<br />

completa di sonda rilevatrice.<br />

La scelta del modello di impianto è determinata dalla portata istantanea scaricata.<br />

Le acque ricadenti su superfici pavimentate destinate al transito e al parcheggio di autoveicoli,<br />

contengono normalmente discrete quantità di sedimenti e idrocarburi la cui presenza è dovuta<br />

a perdite accidentali causate dagli stessi automezzi. Oltre che essere fonte di inquinamento, la<br />

presenza di idrocarburi nelle tubazioni potrebbe creare miscele di gas aventi discreta forza<br />

esplosiva.<br />

Secondo quanto disposto dalla normativa antincendio e dalle leggi sulla tutela delle acque,<br />

scarichi di questo tipo non possono essere immessi direttamente nella rete fognaria se non<br />

preventivamente trattati da un impianto disoleatore capace di trattenere sedimenti e<br />

idrocarburi e lasciar defluire allo scarico finale acque prive di tali sostanze.<br />

Per garantire il buon funzionamento di un separatore è buona norma dotare sempre l’impianto<br />

di una ulteriore vasca di sabbiatura, posta a monte, con esclusiva funzione di deposito dei<br />

sedimenti normalmente presenti sui piazzali.<br />

9


Autoparcheggi coperti<br />

Nel caso dei parcheggi coperti, le acque reflue soggette ad inquinamento sono quelle prodotte<br />

dalle operazioni di lavaggio e pulizia delle superfici pavimentate. La grandezza<br />

dell’impianto è determinata dal numero di auto (o dalla superficie complessiva) così<br />

come riportato in tabella.<br />

Posto auto 25mq<br />

Scarico per mq 0.002 lit/sec<br />

Scarico per posto auto 0.05 lit/sec<br />

N° posti auto Superficie mq Grandezza Nominale<br />

≤20 ≤500 NG 1<br />

21±60 501±1500 NG 3<br />

61±100 1501±2500 NG 5<br />

101±200 2501±5000 NG 10<br />

201±300 5001±7500 NG 15<br />

La vasca di sedimentazione, che deve sempre precedere l’ingresso delle acque di scarico<br />

nell’impianto di separazione, dovrà essere dimensionata con un parametro di almeno 50 ± 100<br />

litri per NG.<br />

Autoparcheggi scoperti<br />

Quando trattasi di autoparcheggi scoperti<br />

occorre individuare la Grandezza Nominale<br />

(NG) dell’impianto in funzione delle portate<br />

meteoriche. La determinazione di tali<br />

portate va eseguita sulla base di eventi<br />

pluviometrici calcolati su tempi di ritorno<br />

almeno decennali. Come stabilito dalla<br />

normativa, in assenza di calcoli specifici, si<br />

può tuttavia adottare l’indice di piovosità<br />

Q=150 l/s.ha (0.015 l/s.mq).<br />

Superficie mq Grandezza Nominale<br />

≤200 NG 3<br />

201±330 NG 5<br />

331±660 NG 10<br />

661±1000 NG 15<br />

Anche in questo caso occorre determinare il volume della vasca di sedimentazione in funzione<br />

di 100 ± 200 litri x NG.<br />

Oltre i 1000 mq la scelta progettuale può ricadere su impianti da dimensionare<br />

opportunamente secondo lo specifico fabbisogno idrico di portata oppure su impianti cosiddetti<br />

di 1^ pioggia.<br />

2.2 <strong>IMPIANTI</strong> DI PRE<strong>TRATTAMENTO</strong><br />

Gli impianti di pretrattamento costituiscono la prima fase della depurazione delle acque di<br />

scarico sia pubbliche che industriali. Sono costituiti da sistemi di trattamento preliminari per la<br />

rimozione di solidi sospesi e disciolti.<br />

In tale trattamento vengono inclusi l’eliminazione dei solidi (sabbiatura), e delle sostanze<br />

grasse (disoleatore).<br />

Gli strumenti atti ad operare questo tipo di pretrattamento sono:<br />

10


- Dissabbiatore: separa le particelle fine da quelle più grossolane;<br />

- Griglie:- ad arco a pettine o a spazzola con superficie filtrante costituita da barre<br />

curve o da lamiera forata;<br />

griglia compattatrice composta da: griglia, cloclea di trasporto con elica<br />

senz’albero, compattatore che effettua la compattazione-disidratazione<br />

ottenendo una riduzione del volume fino al 50%;<br />

- Monoblocco: costituito interamente in acciaio inox AISI 304, all’interno del quale<br />

ruota un cilindro filtrante costituito da profilati a sezione trapezoidale avvolto a<br />

spirale con interspazio uguale alla luce filtrante desiderata;<br />

- Coclea: riunisce in un’unica macchina un sistema di trasporto e uno di<br />

compattazione-disidratazione;<br />

- Ponti raschiatori: a trazione periferica per vasche circolari, carroponte “va e<br />

vieni”, ispessitori fango a trazione centrale. Strutture composte da robuste travate<br />

in profilati d’acciaio al carbonio elettrosaldadi interamente zincate a caldo;<br />

- Flottatori: ad aria disciolta per il trattamento di reflui industriali e civili,<br />

integrazione e/o potenziamento di impianti esistenti;<br />

- Chiarificatori, disoleatori: strutture a contatto con l’acqua interamente in<br />

acciaio inox AISI 304 o 316 che chiarificano e<br />

disoleano l’acqua;<br />

- Flocculatori: offrono una gamma completa per la flocculazione e la decantazione<br />

delle acque di superficie attraverso svariati sistemi;<br />

- Filtropresse: a nastro completamente automatiche. Costituite da robusta e<br />

rigida struttura realizzata in profilati di acciaio al carbonio<br />

elettrosaldati, interamente zincata a caldo. Parti a contatto con il<br />

fango, rulli di trascinamento, rulli di rinvio e rulli di premitura in<br />

acciaio inox AISI rivestiti in gomma antiusura.<br />

2.3 <strong>IMPIANTI</strong> EVAPORATORI<br />

Sono impianti completamente autonomi, che non richiedono particolari manutenzioni e<br />

funzionano anche in continuo 24 ore su 24 senza presenza di operatore.<br />

Gli impianti possono essere impiegati direttamente per il trattamento di reflui inquinanti, o<br />

essere utilizzati quali componenti di impianti più complessi (ad es. per la concentrazione degli<br />

elusati di rigenerazione negli impianti a resine, o per la concentrazione negli impianti ad<br />

osmosi e di ultrafiltrazione).<br />

Gli apparecchi si presentano come unità razionali e compatte, e sono indicati per:<br />

- depurare e concentrare acque reflue o di processo<br />

- trattare emulsioni oleose<br />

- trattare bagni di cromatura<br />

- recuperare sali metallici e materie prime in soluzione<br />

- produrre acqua demineralizzata<br />

11


Il principio applicato è quello dell’ebollizione sottovuoto abbinato ad una pompa di calore.<br />

Il sistema è costituito da un’autoclave mantenuta sottovuoto (700-740 mm Hg) all’interno<br />

della quale sono situate la sezione di ebollizione (2) dove avviene l’evaporazione del prodotto a<br />

bassa temperatura (25/35° C) e la sezione di condensazione (4).<br />

Il circuito della pompa di calore è movimentato da un compressore ad azionamento elettrico<br />

(1) che comprime il gas frigorifero ad una temperatura di circa 60° C nello scambiatore (2),<br />

provocando l’ebollizione e la conseguente evaporazione del liquido.<br />

In uscita dallo scambiatore il gas passa attraverso il sottoraffreddatore (3) e successivamente<br />

vaporizza, tramite una valvola di espansione, nella serpentina di condensazione (4).<br />

Nel processo di espansione il gas assorbe calore e rende così possibile la condensazione del<br />

vapore salito attraverso il camino centrale.<br />

Il vapore condensato che si raccoglie sul fondo della camera viene estratto tramite la pompa<br />

(6) ed accumulato nel serbatoio di stoccaggio (7).<br />

I concentrati residui vengono aspirati automaticamente tramite la pompa (8), o rimossi con<br />

procedimento manuale una volta raggiunta la concentrazione prefissata.<br />

2.4 <strong>IMPIANTI</strong> DI RECUPERO<br />

2.4.1 RECUPERO ACQUA<br />

Questi impianti, che impiegano trattamenti terziari con tecnologie di micro e ultrafiltrazione,<br />

osmosi, osmosi inversa e scambio ionico, permettono il recupero di quel bene prezioso che è<br />

l’acqua per gli usi agricoli ed industriali come indicato nei seguenti impianti:<br />

- Distroterm-Ecosystem: E’ un complesso integrato di termodistruzione di tipo<br />

statico, a griglia mobile, rotativo e a letto fluido, caratterizzato da elevata efficienza<br />

di termodistruzione, alto recupero termico e grande affidabilità di funzionamento.<br />

- Elvo Ecosystem: Comprende la linea di prodotti per la depolverizzazione ed il<br />

disinquinamento dei reflui gassosi: filtri a ciclone, multiciclone, a maniche per<br />

l’eliminazione delle polveri; scrubber a umido, reattori per l’abbattimento dei fumi o<br />

dei vapori indesiderati; dosaggio reattivi liquidi ed in polvere, ciminiere<br />

antinquinamento autoportanti in versione mono e multicondotti.<br />

- Sludge Ecosystem: Componenti per il trattamento fanghi: ispessitori, filtri<br />

sottovuoto, filtri pressa, filtri a banda, essiccatori termici rotanti ad alto rendimento,<br />

forni rotativi per incenerimento; digestori anaerobici; impianti di dosaggio e<br />

mescolazione di materiali inerti per inglobamento fanghi.<br />

2.4.2 RECUPERO ACIDO<br />

Idoneo per la rimozione e recupero di acido da bagni di ossidazione anodica dell’alluminio.<br />

Questo impianto consente di risparmiare energia (conc. costante di Al 3+ nel bagno anodico).<br />

Garantisce uno standard di qualità del prodotto costante (film di ossido depositato uniforme e<br />

costante), riduzione dei costi di manutenzione, risparmio reagenti (fino al 70% di H2SO4<br />

recuperato), nonché riduzione delle acque di scarico trattate (riduzione di composti chimici per<br />

la neutralizzazione e produzione fanghi).<br />

12


2.5 <strong>IMPIANTI</strong> A FITODEPURAZIONE<br />

La fitodepurazione è un sistema di trattamento dei liquami civili che sfrutta la capacità di<br />

evapotraspirazione del terreno e della vegetazione, consentendo l’umidificazione della sostanza<br />

organica e l’utilizzo degli elementi nutritivi da parte delle piante.<br />

L’impiego dei letti di fitodepurazione, che si basa sul principio di trasformare i rifiuti in risorse<br />

permette di riutilizzare per l’irrigazione le acque di scarico depurate, in un contesto di recupero<br />

ambientale, di conservazione dell’energia e di contenimento dei costi.<br />

L’utilizzo degli impianti di fitodepurazione è ritenuto interessante ed auspicabile dalle<br />

normative Italiane ed Europee, in particolare dal nuovo Testo Unico sulle Acque (D.L. 152/99,<br />

Allegato 5).<br />

L’impianto utilizza teli impermeabili e mira al recupero delle sostanze nutrienti contenute nel<br />

refluo civile e sul recupero dell’acqua. E’ un nuovo sistema di depurazione che si aggiunge a<br />

quelli attualmente utilizzati come la depurazione a fanghi attivi e la subirrigazione, assicurando<br />

la salvaguardia del terreno, dei corpi idrici superficiali e della falda. L’utilizzo delle piante nei<br />

sistemi depuranti si basa sulla capacità dei vegetali di:<br />

Assorbire, assimilare, trasformare ed immagazzinare i nutrienti trasportati dai reflui;<br />

Favorire l’attività metabolica dei microrganismi presenti naturalmente nel suolo: nella<br />

massa delle radici si sviluppa una ricca flora batterica in grado di degradare la sostanza<br />

organica, rendendo disponibili per le piante i nutrienti minerali nella forma chimica da<br />

loro utilizzabile;<br />

Sottrarre grandi quantità di acqua dal terreno restituendola all’atmosfera attraverso<br />

l’estesa superficie fogliare (evapotraspirazione);<br />

Bio-accumulatore metalli pesanti e composti organici tossici;<br />

Ridurre la carica batterica totale.<br />

Il sistema si distingue perché:<br />

Non richiede consumi di energia in quanto le piante sfruttano l’energia solare;<br />

Consente l’attraversamento degli strati filtranti (sabbia, ghiaia, tereno vegale) grazie<br />

alle tubazioni di distribuzione del liquame e di drenaggio;<br />

Ha la capacità di depurare il liquame, consentendo un recupero totale dell’acqua e della<br />

sostanza organica e minerale evitandone l’immissione nell’ambiente;<br />

Utilizza solamente piante autoctone, cioè originarie dell’area geografica nella quale<br />

viene realizzato l’impianto, scelte in considerazione dell’adattabilità ad un’levata umidità<br />

del suolo, della capacità di evopotraspirare grandi quantità di acqua e di assorbire<br />

sostanze nutrienti;<br />

Ha la possibilità di creare un’area verde che si inserisce in modo armonioso nel<br />

paesaggio circostante.<br />

Lo schema di un impianto tipo è il seguente:<br />

- Bacino di pretrattamento sulla condotta delle acque nere (fossa Imhoff)<br />

- Degrassatore per grassi animali ed oli vegetali sulla condotta delle acque di<br />

cucina<br />

- Pozzetto di raccolta delle acque chiarificate provenienti dai manufatti precedenti<br />

- Telo impermeabile in HDPE a tenuta stagna al cui interno vengono posti strati<br />

sovrapposti di ciottoli, ghiaia, tessuto non tessuto, terra vegetale ed infine<br />

piante,<br />

- Pozzetto finale di raccolta delle chiarificate eventualmente presenti.<br />

Tutte le piante sono prodotte in vivai specializzati.<br />

Onde evitare un corretto funzionamento dell’impianto, si dovrà provvedere alla periodica<br />

pulizia del degrassatore ed al periodico svuotamento dei fanghi accumulati nel bacino di<br />

pretrattamento.<br />

13


Rendimento e garanzie impianto<br />

Abbattimento dei solidi sospesi 90%<br />

Abbattimento del BOD 5<br />

85%<br />

Rimozione dei solidi sedimentabili 70%<br />

Chiarificazione<br />

L’impianto è costituito da un bacino di pretrattamento in cls tipo Imhoff sulla condotta delle<br />

acque nere; degrassatore in cls a norma DIN 4040 tipo VCG sulla condotta delle acque di<br />

cucina; un pozzetto iniziale di cacciata in cls 70x70 cm, altezza 140 cm con chiusino<br />

pedonabile, a cui pervengono le acque dei manufatti precedenti: un telo impermeabile in HDPE<br />

a tenuta stagna; 25 cm di ghiaia cava; 20 cm di ghiaia Ø60-80cm; 15 cm di ghiaia Ø20-40<br />

cm; tessuto non tessuto; un pozzetto finale in cls 50x50 cm altezza 160 cm con chiusino di<br />

ispezione pedonabile.<br />

2.6 <strong>IMPIANTI</strong> A FANGHI ATTIVI<br />

Il trattamento biologico a fanghi attivi ha lo scopo di rimuovere le sostanze inquinanti presenti<br />

nel liquame da depurare convertendole in una sospensione batterica fioccosa e facilmente<br />

separabile: le grosse molecole inquinanti vengono metabolizzate e ridotte a prodotti elementari<br />

inerti per effetto della digestione aerobica dei batteri.<br />

Il processo biologico sfrutta l’abilità dei microrganismi per rimuovere e trasformare impurità,<br />

inquinanti e qualsiasi particella estranea impedendone il suo accumulo in acqua.<br />

Il sistema è applicabile agli agglomerati civili, agli hotel e residence, campeggi, ospedali, case<br />

di cura e di riposo, caserme, ristoranti e mense aziendali, servizi di stabilimento, mattatoi,<br />

caseifici, distillerie, industrie enologiche e allevamento zootecnico.<br />

Il processo prevede che il liquame da depurare sia ben aerato in una prima zona in cui viene a<br />

contatto con i fanghi attivi di ricircolo, per poi passare in una seconda zona detta “di<br />

ossigenazione” e di qui alla sedimentazione. Il fango attivo è così areato e riciclato in continuo.<br />

Questo processo sfrutta un elevato valore di concentrazione del fango e prevedendone<br />

l’aerazione nel secondo stadio, garantisce l’incremento dei valori di “carico idraulico” e “carico<br />

organico” del fango stesso (rispetto ai valori in uso in impianti convenzionali) migliorandone la<br />

qualità e l’attività nei confronti del substrato da degradare. In tali condizioni si possono<br />

realizzare rendimenti di depurazione superiori al 94% nei confronti del BOD5 e del COD.<br />

La ditta S.T.AM. propone la realizzazione del processo Bioclar con soluzioni di tipo<br />

monoblocco in carpenteria metallica o in calcestruzzo, riuscendo a coprire una potenzialità da<br />

un minimo di 10 ad un massimo di 50.000 ab eq.<br />

La serie BP/M è costituita da moduli compatti e trasportabili fino ad una potenzialità pari a 600<br />

ab eq. Sono possibili esecuzioni speciali in AISI 304 per installazione in ambiente<br />

particolarmente aggressivo.<br />

Tutte le apparecchiature elettromeccaniche sono gestite dal quadro di controllo locale; è inoltre<br />

disponibile la versione BP/M-A con supervisione e controllo automatico tramite PLC. Il sistema<br />

14


Bioclar, non necessita di particolare manutenzione. Il servizio di assistenza della S.T.AM. è in<br />

grado di garantire l’intervento di tecnici specializzati in tempi molto contenuti.<br />

Il sistema offre molti vantaggi, come la<br />

limitata incidenza di costo delle opere<br />

murarie, elevata modularità e flessibilità ai<br />

diversi regimi di funzionamento, ridotta<br />

attività di manutenzione, emissione odori<br />

assenti, livello di rumorosità contenuti ed<br />

alto rendimento nell’abbattimento di solidi<br />

sospesi e BOD5 con conseguente scarsa<br />

formazione di fanghi da smaltire. In ogni<br />

caso un efficiente trattamento richiede una<br />

combinazione di differenti processi.<br />

2.7 <strong>IMPIANTI</strong> ANAEROBICI<br />

Il futuro della tecnologia anaerobica sta nell’abilità dei batteri di acidificare e decomporre la<br />

materia organica trasformandola in metano e biossido di carbonio. I processi anaerobici non<br />

richiedono nessuna quantità di ossigeno e la quantità di fango prodotta è bassa. L’impianto<br />

anaerobico è utilizzato con successo nel trattamento di acque ricche in COD e BOD. L’alto<br />

quantitativo di COD è trattato con un piccolo quantitativo volumetrico di reagenti.<br />

2.8 <strong>IMPIANTI</strong> AEROBICI<br />

Il trattamento aerobico è favorito e supportato dall’ossigeno che favorisce la crescita della<br />

biomassa con la quale si degrada la sostanza organica. Questo processo di ossidazione<br />

converte la materia organica in biomassa e prodotti mineralizzati.<br />

Mod. OKB<br />

Idoneo per l’industria alimentare e cosmetica favorendo una trasformazione continua di<br />

abbondanti quantità di acqua inquinata.<br />

Mod. OBR<br />

Idoneo per l’industria tessile e cartaria, con piccole quantità di inquinanti ed operazioni<br />

semplici.<br />

Mod. OMB<br />

Idoneo per l’industria chimica aventi alta concentrazione di inquinanti.<br />

2.9 <strong>IMPIANTI</strong> A LETTO PERCOLATORE<br />

Impianto a filtro percolatore con stabilizzazione totale dei fanghi, realizzato in cemento armato<br />

con percentuale di materiale riciclato/recuperato in ottemperanza al D. Lgs. N° 22 del 5<br />

febbraio 1997 – art.33. Il sistema comprende: una prima fase di grigliatura manuale;<br />

pretrattamento e stabilizzazione fanghi in un unico comparto; una fase di ossidazione mediante<br />

15


filtro percolatore ed infine di una terza fase di sedimentazione e stabilizzazione fanghi. Il<br />

dimensionamento si riferisce ai seguenti valori di Dotazione Idrica 200I/A.Exgg. Carico<br />

inquinante 60 gr BOD 5/A.E.xgg. Conc. media liquame 300 mg BOD 5/lt. Le acque trattate<br />

subiscono un abbattimento del carico inquinante superiore al 90%, con standard di<br />

accettabilità conformi a quanto disposto dall’allegato 5 D.Lgs n° 152/99.<br />

2.10 <strong>IMPIANTI</strong> DI SEDIMENTAZIONE<br />

La realizzazione di impianti attraverso le vasche IMHOFF garantiscono una collaudata efficienza<br />

nella chiarificazione dei reflui civili i quali vengono sottoposti a sedimentazione al fine di far<br />

depositare al fondo della vasca i liquami solidi.<br />

Questa semplice operazione ben si sostituisce alla grigliatura.<br />

La vasca è composta da due comparti distinti - la zona di sedimentazione e la zona di<br />

digestione.<br />

Questi due scomparti sono comunicanti tramite un'apertura nel settore di digestione.<br />

La vasca IMHOFF non necessita di manutenzione eccessiva, è infatti sufficiente svuotarla una o<br />

due volte l'anno dai fanghi che si accumulano nel vano di sedimentazione.<br />

16


E’ costruita in vetroresina, e si dimostra<br />

robusta, leggera e resistente<br />

all'invecchiamento, alla corrosione ed alle<br />

infiltrazioni.<br />

Le Vasche IMHOFF sono prodotti garantiti<br />

per venti anni ed hanno una capienza da<br />

500 a 10.000 litri.<br />

2.11 <strong>IMPIANTI</strong> DI CHIARIFICAZIONE<br />

L’azione di chiarificazione viene attuata sin da tempi antichi attraverso il principio della<br />

decantazione e della sedimentazione. Attualmente a questi semplici principi di gravità viene<br />

aggiunta la più moderna tecnologia che attua al liquido da trattare una forte centrifugazione in<br />

grado di proiettare le particelle sospese sulle pareti del centrifugatore e di qui sul fondo per la<br />

raccolta ed eliminazione.<br />

2.11.1 TRADIZIONALE<br />

Mod.A: Vantaggi:<br />

- Costruito interamente in poliestere rinforzato con fibra di vetro<br />

- 2 Flange per uscita acque chiare e scarico fanghi<br />

Applicazioni:<br />

- Utilizzo come ispessitore dopo l’avvenuta sedimentazione dei reflui<br />

- Per disidratare ulteriormente i fanghi prima dello smaltimento o della filtrazione<br />

Mod.B: Vantaggi:<br />

- Costruito interamente in poliestere rinforzato con fibra di vetro<br />

- 3 Flange per entrata d’acqua al decantatore, uscita acqua chiara e scarico fanghi<br />

- Canale di sfioro dentellato<br />

- Tubo di calma con barre di supporto<br />

Applicazioni:<br />

- Per la decantazione di medie volumetrie d’acque reflue<br />

- Ove necessitano tempi lunghi di ritenuta minima<br />

- Ideale per impianti di trattamento di tipo Biologico<br />

COMBY 10<br />

Risolve i problemi di sedimentazione di grandi volumetrie di acque reflue in spazi ridotti come<br />

all’interno di cave di marmo, sabbia, granito, inerti, industrie tessili, concerie, tintorie, impianti<br />

chimici-industriali, verniciature, ecc.<br />

Vantaggi:<br />

- Superficie utile fino a 10 volte superiori alla superficie occupata<br />

- Facile manutenzione<br />

- Modificabili ed ampliabili<br />

- Chimico – resistenti<br />

- Altissimo rendimento<br />

- Auto pulenti<br />

- Economicamente vantaggioso<br />

Applicazioni:<br />

- Trattamento di molti m 3 /h d’acqua reflua flocculata<br />

- Settore Galvanico<br />

- Lavorazione metalli<br />

17


- Sedimentazione di qualsiasi tipo d’acqua<br />

TABELLA COMPARATIVA (I dati sono riferiti ad una velocità di sedimentazione di 1,33 cm/min e densità 1,100)<br />

Decantatore Tradizionale Decantatore Comby 10<br />

Diametro<br />

cm<br />

60<br />

75<br />

90<br />

120<br />

140<br />

160<br />

180<br />

200<br />

230<br />

250<br />

300<br />

300<br />

Sup. Utile<br />

m 2<br />

0,3<br />

0,4<br />

0,6<br />

1,1<br />

1,5<br />

2,0<br />

2,5<br />

3,1<br />

4,2<br />

4,9<br />

7,1<br />

7,1<br />

Capacità<br />

litri<br />

300<br />

550<br />

1.000<br />

2.600<br />

5.000<br />

6.500<br />

8.200<br />

10.000<br />

15.000<br />

17.500<br />

26.500<br />

30.000<br />

Q. utile<br />

m 3 /h<br />

0,2<br />

0,4<br />

0,5<br />

0,9<br />

1,2<br />

1,6<br />

2,0<br />

2,5<br />

3,3<br />

3,9<br />

5,7<br />

5,7<br />

Diametro<br />

cm<br />

60<br />

75<br />

90<br />

120<br />

140<br />

160<br />

180<br />

200<br />

230<br />

250<br />

300<br />

300<br />

Sup. Utile<br />

m 2<br />

1<br />

1,5<br />

2,5<br />

6<br />

9,5<br />

12<br />

15,5<br />

22,5<br />

30<br />

40<br />

50<br />

75<br />

Capacità<br />

litri<br />

300<br />

550<br />

1.000<br />

2.600<br />

5.000<br />

6.500<br />

8.200<br />

10.000<br />

15.000<br />

17.500<br />

26.500<br />

30.000<br />

Q. utile<br />

m 3 /h<br />

0,8<br />

1,2<br />

2<br />

4,8<br />

7,6<br />

9,6<br />

12,4<br />

18<br />

24<br />

32<br />

40<br />

60<br />

2.11.2 ESTRATTORE CENTRIFUGO<br />

Gli estrattori centrifughi vengono utilizzato nell’ambito industriale per la separazione di due o<br />

più fasi diverse, aventi diversi pesi specifici. In modo particolare risultano utili per la<br />

chiarificazione di liquidi nei quali sono presenti solidi sospesi.<br />

La separazione di solidi da liquidi avviene all’interno di un tamburo rotante dalla forma<br />

troncoconica/cilindrica, sulla cui periferia la fase solida (più pesante) si sedimenta e viene<br />

continuamente espulsa dalla coclea interna.<br />

Per migliorare la separazione solidi/liquidi, al prodotto in alimentazione può essere aggiunto<br />

del polimero, opportunamente scelto nel tipo e nelle caratteristiche specifiche.<br />

Il polimero ha la funzione di favorire l’aggregazione e la sedimentazione delle particelle solide.<br />

Normalmente l’estrattore viene usato nei processi di depurazione, per l’essiccazione di fanghi,<br />

ma non all’interno dei processi di trasformazione, e tanto meno nella lavorazione di prodotti<br />

alimentari. Idoneo nel settore:<br />

- Oleario<br />

- Lattiero-caseario<br />

- Industriale (industrie chimiche, cartaria, conciaria, distillerie, raffinerie,.ecc.)<br />

- Saccarifero<br />

- Enologico<br />

- Agroindustriale (succhi di frutta, lavorazione pomodoro, estrazione liquirizia,.ecc.)<br />

<strong>STAM</strong> <strong>ECOLOGIA</strong><br />

2.12 <strong>IMPIANTI</strong> CHIMICO - FISICO<br />

L’impianto di depurazione chimico-fisico favorisce la depurazione delle acque da trattare<br />

separando gli inquinanti presenti in forma disciolta o sospesa. Questo è possibile aggiungendo<br />

18


all'acqua elettroliti, composti chimici differenti a seconda dell'inquinante, in grado di<br />

destabilizzare gli equilibri che tengono in soluzione le particelle indesiderate.<br />

La <strong>STAM</strong> dispone di una grande varietà di<br />

sistemi da adottare in base alle particolari<br />

esigenze del cliente, sia nella versione<br />

compatta su skid che in calcestruzzo,<br />

coprendo una potenzialità da 1 a 500 m 3 /h.<br />

Si installano anche impianti di<br />

sedimentazione normale ed accelerata, a<br />

flottazione ed a chiariflocculazione.<br />

Impianto monoblocco chimico-fisico è studiato per autolavaggi e piccole utenze industriali,<br />

eliminazione metalli pesanti, chiarificazione emulsioni oleose, addolcimento acque di processo,<br />

eliminazioni sostanze colloidali, depurazione acque di prima pioggia, depurazione reflui<br />

industriali, limpidificazione acque di piazzamento, depurazione acque da cantiere e cave,<br />

galvanica, ossidazione anodica, decapaggio metalli, fosfo-cromazione, fosfo-grassaggio,<br />

trattamenti superficiali, verniciatura industriale, industria elettronica, industria meccanica,<br />

circuiti stampati, industria metalli preziosi e vetrerie e di tutti i trattamenti di acque reflue di<br />

ogni processo per lo scarico in accordo con i limiti previsti dalla normativa vigente.<br />

La depurazione attraverso un trattamento di tipo chimico-fisico viene realizzata tramite<br />

dosaggio di opportuni composti chimici detti “elettroliti” e successiva separazione degli<br />

inquinanti presenti nel refluo (in forma disciolta o sospesa) per via fisica.<br />

Detti elettroliti vengono selezionati in funzione della tipologia di inquinante presente ed hanno<br />

la funzione di destabilizzare gli equilibri che tengono in soluzione le particelle indesiderate. Il<br />

processo può essere realizzato secondo differenti configurazioni impiantistiche ma prevede<br />

comunque una prima fase detta di “coagulazione”, seguita da una seconda fase detta<br />

“flocculazione”. Nel corso della coagulazione le particelle vengono fatte associare per formare<br />

grossi agglomerati; durante la successiva flocculazione, tramite aggiunta di polielettrolita, si<br />

ottiene un ulteriore accrescimento dei fiocchi che divengono quindi ancor meglio separabili per<br />

via fisica. La <strong>STAM</strong> grazie alla vasta esperienza maturata nel campo della depurazione, è in<br />

grado di proporre soluzioni specifiche sia nella versione compatta skid-mounted (serie<br />

CHEMFIX) che in calcestruzzo, coprendo un campo di potenzialità da 1 a 500 m 3 /h.<br />

Sono disponibili soluzioni che prevedono sedimentazione standard o accelerata, flottazione e<br />

chiari-flocculazione.<br />

La serie CHEM-FIX comprende impianti compatti, skid-mounted e trasportabili con potenzialità<br />

fino a 10 m 3 /h (soluzioni modulari). Sono disponibili esecuzioni con moduli di riempimento a<br />

pacchi tubolari o piani coalescenti per sedimentazione accelerata in grado di trattare fino a 200<br />

m 3 /h.<br />

Tutte le apparecchiature elettromeccaniche sono gestite da un quadro di controllo locale; è<br />

disponibile inoltre la versione automatica con supervisione e controllo automatico tramite PLC.<br />

Tipo Portata<br />

m 3 /h<br />

SCHEDA TECNICA * I dati riportati in tabella sono indicativi<br />

Pressione<br />

bar<br />

Lunghezza<br />

(A) mm<br />

Larghezza<br />

(B) mm<br />

Altezza<br />

(C) mm<br />

Peso<br />

spedizione<br />

kg<br />

Peso eserc.<br />

Kg<br />

CHEM-FIX L 1 2-4 3.500 1.700 2.900 1.900 4.200<br />

L’impianto presenta molteplici vantaggi, tra cui:<br />

- Ridotta manutenzione<br />

- Grande affidabilità<br />

- Possibilità di riutilizzo delle acque<br />

- Grande versatilità<br />

- Messa a regime veloce ed automatica<br />

- Ridotti costi di gestione<br />

- Disidratazione fanghi incorporata nello skid<br />

- Elevata modularità e flessibilità ai vari regimi di funzionamento<br />

- Ottimizzazione nel consumo di reattivi<br />

- Rapida messa a regime<br />

- Possibilità di esercizio in modalità batch<br />

19


2.13 <strong>IMPIANTI</strong> BIOLOGICI<br />

L’impianto di depurazione biologica per il trattamento di acque di scarico civili ed industriali<br />

comprendono varie tipologie di impianti tra cui:<br />

Impianti di pretrattamento,<br />

grigliatura, filtrazione e<br />

chiarificazione;<br />

Impianti di trattamento primari,<br />

secondari o biologici, smaltimento<br />

fanghi;<br />

Impianti BIOCLAR per acque di<br />

scarico civili di tipo monoblocco;<br />

Impianti di potabilizzazione<br />

completi;<br />

Impianti di filtrazione,<br />

ultrafiltrazione ed osmosi inversa.<br />

2.14 <strong>IMPIANTI</strong> DI FILTRAZIONE<br />

Gli impianti di filtrazione realizzati dalla <strong>STAM</strong> utilizzano una serie di filtri a diversi materiali<br />

idonei per le problematiche più diversificate in funzione delle caratteristiche delle acque in<br />

entrata e degli utilizzi a cui queste sono destinate. Vengono così utilizzati impianti di filtrazione<br />

diversificati.<br />

2.14.1 FILTRI NATURALI<br />

2.14.1.1 FILTRI DI SABBIA<br />

I filtri di sabbia sono filtri chiarificatori e risultano essere idonei alla filtrazione di acque<br />

primarie di fiume, di lago, di pozzo, alla chiarificazione di acque pretrattate con coagulanti,<br />

filtrazione reflui da impianti di depurazione e purificazione acqua in circuiti di ricircolo.<br />

Il filtro dimostra possedere elevate efficienze di filtrazione, massimizzazione dei cicli di<br />

funzionamento, affidabilità di funzionamento, possibilità di combinazione su più unità in<br />

parallelo, esecuzione filtri con diametro fino a 3800m. Tutte le acque presenti in natura<br />

contengono impurezze sotto forma sospesa in quantità variabile a seconda della loro diversa<br />

origine.<br />

La tipologia e la quantità delle impurezze presenti possono rendere tali acque non idonee al<br />

loro utilizzo potabile o industriale.<br />

La filtrazione in pressione su sabbia, applicabile in ambito di processo, in sistemi di<br />

depurazione o di ricircolo rappresenta una soluzione efficace ed economicamente competitiva<br />

per il problema della rimozione dei solidi sospesi.<br />

La <strong>STAM</strong> grazie alla consolidata esperienza maturata nel trattamento delle acque e all’accurato<br />

studio di processi di filtrazione su letto fisso, è in grado di proporre una vasta gamma di filtri<br />

con portate specifiche da 1 a 200 m 3 /h. L’efficacia nel trattenimento delle sostanze<br />

indesiderate può essere ottimizzata attraverso una opportuna combinazione dei seguenti<br />

parametri:<br />

- Velocità di filtrazione<br />

- Granulometria e tipo di riempimento<br />

- Pressione di esercizio<br />

Le unità di filtrazione possono essere a funzionamento manuale o automatico; in tal caso il<br />

processo è gestito tramite l’ausilio di un PLC e relativo software di controllo.<br />

20


2.14.1.2 ANTHRACITE<br />

Il filtro è costituito da anthracite naturale<br />

trattata mediante lavaggio, essiccamento e<br />

macinata nelle diverse granulometrie.<br />

L’elevata purezza, tenore di carbonio fisso<br />

(90%), lo rende particolarmente idoneo per<br />

la filtrazione di acque potabili, acque di<br />

processo e acque reflue.<br />

Alcune applicazioni esemplificative:<br />

Filtrazione acque potabili per rimozione alghe, torpidità, batteri, ecc.<br />

Filtrazione su doppio strato con sabbia per acque di processo, di piscine, reflue, ecc.<br />

Supporto per filtri a gravità.<br />

2.14.1.3 PIROLUSITE<br />

Minerale puro di biossido di manganese<br />

(MnO2) utilizzato nei filtri a sabbia per la<br />

rimozione del ferro e del manganese nella<br />

potabilizzazione delle acque.<br />

Alcune applicazioni esemplificative:<br />

Rimozione catalitica di ferro e<br />

manganese da acque potabili<br />

Miglioramento della filtrazione su<br />

sabbia con miscelazione della<br />

2.14.1.4 ZEOLITI<br />

La zeolite naturale costituisce un vero e<br />

proprio filtro deferrizzatore, aventi elevate<br />

proprietà di scambio cationico disponibili in<br />

polvere ed in varie granulometrie idonee<br />

all’impiego in acqua potabile. Prima di<br />

essere immesse sul mercato le zeoliti<br />

vengono attivate chimicamente.<br />

Alcune applicazioni esemplificative:<br />

Rimozione dello ione ammonio<br />

(NH4 + )<br />

Rimozione dello ione di ferro ferroso<br />

(Fe ++ )<br />

2.14.1.5 GARNET<br />

Minerale altamente selezionato per<br />

particolari applicazioni di filtrazione in<br />

acqua potabile. Risulta disponibile in<br />

diverse granulometrie. Viene impiegato in<br />

sistemi di filtrazione a letto misto come<br />

mezzo ad alta densità per la rimozione di<br />

particelle molto fini.<br />

21<br />

pirolusite nella percentuale del 20%<br />

sul totale di sabbia.<br />

Rimozione dello ione di manganese<br />

(Mn ++ )<br />

Depurazione di acque potabili e di<br />

scarico.<br />

Alcune applicazioni esemplificative:<br />

Filtrazione acque potabili<br />

Filtrazioni acque reflue<br />

Filtrazioni di acque per la filtrazione<br />

di rimozione di particelle molto fini.


2.14.1.6 FILTRI A CARBONE ATTIVO<br />

Il loro uso è idoneo alla declorazione, rimozione inquinanti poco biodegradabili, decolorazione,<br />

abbattimento COD residuo in reflui da impianti di depurazione.<br />

E’ ben noto che un solido a contatto con una soluzione tende ad accumulare sulla propria<br />

superficie uno strato di molecole di soluto. Il carbone attivo è in grado di esercitare tale azione<br />

sui maggiori inquinanti di natura organica e non. La tecnica di adsorbimento su letti di carbone<br />

attivo viene perciò utilizzata ogni qual volta si renda necessaria l’eliminazione di particolari<br />

inquinanti presenti in forma disciolta nel refluo, quali tensioattivi, fenoli, composti clorurati,<br />

coloranti, solventi organici, BTX, etc.<br />

La <strong>STAM</strong> grazie alla consolidata esperienza maturata nel trattamento delle acque e all’accurato<br />

studio di processi di adsorbimento e filtrazione su letto fisso, propone una vasta gamma di filtri<br />

con portate specifiche da 1 a 200 m 3 /h.<br />

L’efficienza di adsorbimento è ottimizzabile attraverso una opportuna combinazione dei<br />

seguenti parametri:<br />

- Velocità di attraversamento<br />

- Tempo di contatto<br />

- Tipo di carbone<br />

- Pressione di esercizio.<br />

Le unità di filtrazione possono essere a funzionamento manuale o automatico; in tal caso il<br />

processo è gestito tramite l’ausilio di un PLC e relativo software di controllo.<br />

Il filtro a carboni attivi sfrutta la massimizzazione dei cicli di funzionamento, ed ha un elevato<br />

potere di adsorbimento, possibilità di combinazione su più unità in parallelo, esecuzione filtri<br />

con diametro fino a 3800 mm.<br />

2.14.2 FILTRI A GRAVITA’<br />

22


2.14.3 FILTRI A TELA<br />

La filtrazione finale delle acque, a valle degli impianti di depurazione, presenta molti vantaggi e<br />

consente di sopperire ad eventuali carenze di processo. La filtrazione su tela è paragonabile a<br />

quella su sabbia per risultati, senza però la complessità operativa ed i limiti dovuti alla crescita<br />

di biomassa sul letto filtrante.<br />

I filtri a tela sono costituiti da una struttura di supporto (tamburi o dischi), rivestita di uno<br />

speciale tessuto filtrante, avente uno spessore di circa 3 mm. Sono disponibili modelli con<br />

potenzialità da 20 a oltre 400m 3 /h.<br />

Il concetto costruttivo dei filtri a tela consente l’effettuazione del controlavaggio durante<br />

l’esercizio, senza fermare la macchina, e di avere minime perdite (max 0.5 m.c.l.), semplicità<br />

di conduzione, ridotti consumi di energia ed esigenze di area occupata.<br />

2.14.4 FILTRI NEUTRALIZZATORI<br />

Il materiale filtrante in questo caso è un composto naturale che a contatto con acqua,<br />

contenente anidride carbonica libera, reagisce dando un composto stabile che innalza il valore<br />

del pH portandolo a valori di neutralità. Con questa tipologia di filtro vi è un rilascio di durezza,<br />

proporzionale al livello di CO2 non in equilibrio.<br />

2.14.5 FILTRI A CARTUCCE<br />

I filtri a cartuccia liberano l’acqua potabile da qualsiasi impurità. In base al tipo di impurità da<br />

trattenere si possono utilizzare:<br />

Cartucce a filo avvolto: per modeste impurità in sospensione;<br />

Cartucce a carbone attivo: per l’eliminazione di odori e sapori sgradevoli;<br />

Cartucce in acciaio inossidabile: rigenerabili, idonei per impurità grossolane.<br />

2.14.6 FILTRI A ULTRAVIOLETTI<br />

E’ il sistema di filtraggio e disinfestazione<br />

che sta trovando sempre più possibilità di<br />

applicazione grazie alle sue caratteristiche<br />

23<br />

di semplicità e di installazione, con bassi<br />

costi di gestione e di manutenzione


ordinaria ridotta al solo cambio annuale<br />

delle lampade.<br />

L’azione battericida dei filtri ad U.V. non<br />

comporta nessuno dei rischi<br />

tradizionalmente legati invece ai<br />

disinfettanti di origine chimica:<br />

Non altera le caratteristiche chimico<br />

fisiche ed organolettiche dell’acqua<br />

Non dà luogo a nessuna<br />

conseguenza in caso di eccessivi<br />

dosaggi<br />

Infatti i filtri presenti oggi sul mercato garantiscono la qualità dell’acqua dal punto di vista<br />

chimico, ma nulla possono contro i batteri. I filtri U.V. garantiscono invece la qualità<br />

organoelettrica dell’acqua proponendosi al giorno d’oggi come un’alternativa economicamente<br />

valida ed affidabile rispetto all’utilizzo dei tradizionali disinfettanti.<br />

2.14.7 FILTROPRESSA<br />

Il filtropressa offre soluzioni ai problemi<br />

dell’inquinamento e dei processi di<br />

filtrazione in genere. Il filtropressa è<br />

costituito da elementi filtranti specifici per il<br />

trattamento di qualunque tipo di torbida.<br />

I filtropressa sono caratterizzati da una<br />

eccezionale solidità della struttura,<br />

massima resistenza alla corrosione,<br />

massima manovrabilità e minimo logorio<br />

delle tele filtranti di cui esso si compone.<br />

Le piastre disponibili sono molteplici e si adattano a tutte le tipologie di richieste:<br />

- Piastre con dimensioni da 500x500 mm a 2000x2000 mm<br />

- Pressioni di esercizio da 7 a 50 atm<br />

- Livelli di automazione differenziati.<br />

2.14.8 FILTRAZIONI DIVERSIFICATE<br />

La filtrazione diversificata e progressiva è in<br />

grado effettuare le eperazioni di filtrazione<br />

e microfiltrazione garantendo la continuità<br />

del servizio anche durante la manutenzione<br />

straordinaria pur in assenza di impianti di<br />

riserva, con una potenzialità del sistema a<br />

partire da 30 m 3 /h sino a 300 m 3 /h.<br />

L’impianto è dotato di:<br />

- pannelli statici non in<br />

pressione con pareti filtranti<br />

velocemente sostituibili<br />

- elevata concentrazione di<br />

fango nel mixer da inviare al<br />

trattamento<br />

- gestione semplice ed<br />

economica<br />

- basso costo delle opere<br />

murarie.<br />

24


Sono disponibili due versioni d’impianto: monoblocco con vasca in acciaio o altro materiale per<br />

installazioni fuori terra alimentate a caduta, e versioni con vasca in cemento armato per<br />

installazioni interrate.<br />

2.14.9 BIOFILTRAZIONE<br />

Gli impianti a biofiltrazione sono adatti al trattamento dei reflui provenienti da attività di<br />

autolavaggio contenenti valori anomali di oli minerali, tensioattivi biodegradabili e COD.<br />

L’impianto completo prevede:<br />

- la sedimentazione primaria che permette di eliminare dal refluo grezzo i solidi<br />

sedimentabili come sabbia, terra e poveri;<br />

- la disoleazione statica che consente il trattenimento degli oli non emulsionati che si<br />

separano così per differenza di peso specifico all’interno del bacino;<br />

- la biofiltrazione che consente la degradazione organica della frazione inquinante<br />

rappresentata dai tensioattivi biodegradabili e dagli altri inquinanti organici presenti<br />

nel refluo.<br />

Il bacino di biofiltrazione si avvale di un cesto in acciaio inox riempito da materiale in<br />

polipropilene di dimensione variabile; quello alla sommità più piccolo è in grado di<br />

impacchettarsi meglio, quello sul fondo più grande lascia più spazio tra i vari interstizi.<br />

La presenza di questi due strati consente il trattenimento in superficie delle sostanze in<br />

sospensione mentre favorisce la discesa del refluo verso la base della vasca, dove grazie<br />

all’azione di diffusori d’aria, alimentati da un compressore soffiante<br />

esterno, si innesca il processo biologico di<br />

depurazione.<br />

Le schiume e le sostanze flottanti trattenute<br />

in superficie vengono prelevate grazie ad<br />

una cabaletta di sforo collegata ad un<br />

dispositivo di ricircolo idropneumatico che<br />

provvede al loro trasporto nel<br />

sedimentatore in testa all’impianto dove<br />

vengono stoccate.<br />

2.15 <strong>IMPIANTI</strong> A MEMBRANE<br />

Sistema idoneo per la produzione di acqua purificata, dissalata, da recupero, purificazione,<br />

eliminazione COD. Gli impianti a membrane si suddividono in 4 tipologie differenti di processo:<br />

- Processo di osmosi inversa<br />

- Processo di nanofiltrazione<br />

- Processo di ultrafiltrazione<br />

- Processo di microfiltrazione<br />

25


Prima della realizzazione dell’impianto<br />

vengono eseguiti studi di fattibilità e prove<br />

di laboratorio, oltre che prove sul campo al<br />

di fine di poter meglio ingegnerizzare<br />

l’impianto. Gli impianti sono realizzati<br />

secondo i più recenti GMP e possono essere<br />

costruiti per ambienti antideflagranti<br />

(norme ATEX) e, su richiesta, possono<br />

essere certificati IOQ.<br />

Gli impianti a membrane prevedono l’impiego di membrane piane, cave, tubolari e spiralate<br />

aventi dimensioni sia standard che personalizzate. Le membrane sono costituite da vari<br />

materiali tra cui il poleterosulfone, polisulfone, polipropilene, polivinildiene fluoruro,<br />

poliacrilonitrile, poliammide, acetato di cellulosa, ceramica (per ossidi di alluminio, zirconio,<br />

titanio).<br />

Numerosi sono i settori d’impiego: dissalazione di acque di mare e salmastre, attraverso<br />

trattamento reflui industriali con recupero prodotto , separazione di macromolecole e colloidi<br />

da soluzioni.<br />

Gamma di impianti a membrane semipermeabili, che costituiscono la più moderna tecnica di<br />

separazione:<br />

- Osmofil Of: per trattamento acqua salmastra attraverso esecuzione di un<br />

monoblocco aventi portate da 0.5 a 20 m 3 /h.<br />

- Osmofil Sw: per trattamento di acqua marna in esecuzione di una monoblocco<br />

aventi portate sino a 10 m 3 /h.<br />

- Osmofil: per acque di processo e dimensionamento su misura.<br />

- Ultrafil: impianti di ultrafiltrazione per emulsioni oleose, acque di processo, ecc.<br />

Descriviamo qui alcuni passi chiave dei processi di purificazione all’interno di industrie comuni<br />

del nostro territorio:<br />

Industria farmaceutica purificazione/recupero/dissalazione/concentrazione API<br />

Depirogenazione API<br />

Fermentazione e separazione brodo/micelio<br />

Produzione acqua purificata secondo Ph Eur.<br />

Concentrazione a freddo<br />

Ultrafiltrazione sterilizzabile a vapore<br />

Recupero API da solvente/sospensione/acque madri<br />

Industria Lattiero-Casearia microfiltrazione/concentrazione latte scremato<br />

Ultrafiltrazione siero del latte<br />

Purificazione/concentrazione caglio<br />

Eliminazione di microrganismi<br />

Concentrazione a freddo siero<br />

Purificazione salamoia/recupero<br />

Osmosi inversa dei condensati<br />

Recupero di latte da acque di risciacquo<br />

Produzione di acqua purificata<br />

Food & Beverage colorazione/concentrazione/recupero/dissalazione zuccheri<br />

Pre-concentrazione a freddo del bianco d’uovo/lisozima<br />

Chiarificazione/concentrazione succhi di frutta<br />

Trattamento del mosto nella produzione del vino<br />

Concentrazione/purificazione del vino ai livelli richiesti dal cliente<br />

Processo di trattamento dell’acqua<br />

Dealcolizzazione birra/vino e spiriti<br />

Purificazione a freddo di tannini/concentrazione<br />

Trattamento di purificazione dell’acqua<br />

Altre applicazioni industriali ove necessitano<br />

2.16 IMPIANTO DI <strong>TRATTAMENTO</strong> FANGHI<br />

Molteplici sono oggi gli impianti che trattano, essiccano, disidratano i fanghi provenienti dai<br />

grigliati e dagli impianti di depurazione di diverse tipologie e funzionalità, al fine di<br />

riutilizzarli in agricoltura, o per altri diversificati a seconda della provenienza.<br />

Impianti a fanghi attivi con stabilizzazione totale dei fanghi, realizzato in cemento armato con<br />

percentuale di materiale riciclato/recuperato in ottemperanza al D.Lgs. n°22 del 5 febbraio<br />

1997 –art. 33. Il sistema comprende una prima fase di pretrattamento e stabilizzazione fanghi<br />

26


in un unico comparto; una fase di ossidazione a fanghi attivi ad aerazione prolungata ed infine<br />

una terza fase di sedimentazione in cui i fanghi vengono in parte ricircolati nel settore di<br />

ossidazione ed in parte stabilizzati. Il dimensionamento si riferisce ai seguenti valori di<br />

Dotazione Idrica 250I/A.E.xgg. Carico inquinante 60 gr BOD 5/A.E.xgg. Conc. media liquame<br />

300 mg BOD 5/lt. Le acque trattate subiscono un abbattimento del carico inquinante superiore<br />

al 90%, con standard di accettabilità conformi a quanto disposto dall’allegato 5 D. Lgs n°<br />

152/99.<br />

Questi impianti permettono di utilizzare volumetrie dei settori di ossidazione e sedimentazione<br />

notevolmente inferiori al sistema ad ossidazione totale, in quanto i tempi di ritenzione nel<br />

comparto di ossidazione e i tempi di sedimentazione finale sono più bassi. Le spese di gestione<br />

più basse rispetto all’ossidazione totale sono dovute al tipo di trattamento utilizzato per la<br />

stabilizzazione dei fanghi, che in questo caso avviene senza l’aggiunta di ossigeno dall’esterno,<br />

e ai già citati tempi di ossidazione più bassi. Ed infine, ma non per questo importante, il fango<br />

prodotto più stabile permette di far fronte al problema degli odori molesti.<br />

In alcuni impianti il settore ossidazione è nello stesso tempo anche comparto digestore fanghi.<br />

tale sistema richiede maggiori quantitativi di ossigeno, infatti la stabilizzazione dei fanghi è di<br />

tipo aerobico, cioè con l’aggiunta di ossigeno dall’esterno, con tempi di esposizione all’aria più<br />

lunghi. Si devono perciò prevedere volumetrie dei settori di ossidazione e sedimentazione più<br />

grandi e spese di gestione più alte.<br />

In tutte le schematizzazioni grafiche successive con la lettera H si indica il bacino di<br />

pretrattamento, con la lettera O il bacino di ossidazione, con la lettera S il bacino di<br />

sedimentazione finale.<br />

2.16.1 TEKNOBAG<br />

E’ un sistema innovativo che consente di disidratare ed imballare le torbide provenienti dagli<br />

impianti di depurazione acque. Il cuore del sistema è lo speciale sacco filtrante realizzato in<br />

speciale tessuto idropellente “TNT”.<br />

I sacchi si applicano su una speciale struttura, realizzata interamente in acciaio inox,<br />

progettata per una razionale distribuzione dei fanghi. Il ciclo di riempimento e rabbocchi è<br />

gestito da un quadro elettronico il quale controlla il corretto funzionamento di tutto il sistema.<br />

Già dopo alcune ore di lavoro, grazie anche<br />

ad un buon condizionamento del fango, si<br />

possono raggiungere percentuali di<br />

sostanza secca intorno al 15-30%.<br />

Il volume del fango trattato dipende dal<br />

contenuto di sostanza secca. Terminata la<br />

prima fase di disidratazione sul modulo, il<br />

sacco viene chiuso, rimosso con lo speciale<br />

carrello elevatore e stoccate all’aperto.<br />

27<br />

Durante questa seconda fase, il fango<br />

continua a ridurre il proprio peso e volume<br />

indipendentemente dalle condizioni<br />

atmosferiche: lo speciale tessuto<br />

idropellente non lascia entrare l’acqua<br />

piovana, ma consente un’ulteriore riduzione<br />

dell’umidità del fango mediante un processo<br />

di evaporazione naturale.


Dopo uno stoccaggio di due mesi si raggiungono percentuali di secco variabili dal 50 al 95%.<br />

I sacchi contenenti il fango disidratato fungono da robusto contenitore che consente un<br />

semplice smaltimento in discarica.<br />

Dato l’esiguo costo del sacco a perdere e l’estrema semplicità dell’impianto, il sistema<br />

permette di ridurre i costi di smaltimento fanghi consentendo un rapido ammortamento del già<br />

basso capitale investito.<br />

I moduli sono disponibili in versioni da svariati sacchi, che possono oprare sia con filtrazione a<br />

gravità in funzionamento manuale o a filtrazione pressurizzata. Più modelli possono essere<br />

installati in serie e rispondere a qualsiasi emergenza.<br />

I moduli hanno:<br />

- Dimensioni compatte e minimo ingombro<br />

- Collari di fissaggio sacchi per la tenuta a pressione realizzati in materiale<br />

inossidabile con leva di bloccaggio rapido e guarnizione<br />

- Vasca interiore di raccolta acqua filtrata<br />

- Sistema interno di distribuzione fanghi<br />

I sacchi possono funzionare anche in automatico e a pressione. In tal caso la capacità di<br />

filtrazione dei sacchi viene quasi raddoppiata utilizzando aria compressa a bassa pressione<br />

(0,2-0,3 atm).<br />

Anche in tal caso i sacchi filtro sono montati entro gabbie di contenimento; realizzata in acciaio<br />

inox e progettata per consentire una rapida sostituzione dei sacchi reali.<br />

2.17 <strong>IMPIANTI</strong> DI RACCOLTA<br />

Gli impianti per la raccolta delle acque piovane sono ormai indispensabili in quanto si fa<br />

sempre più pressante la necessità di dividere acque nere da quelle di scolo piovane. Questo<br />

per evitare un aumento del carico idraulico che incide notevolmente sia sulle dimensioni di un<br />

impianto di depurazione che sui costi di installazione e manutenzione degli stessi, ma anche<br />

per evitare uno sperpero di risorsa inutile. Le acque raccolte negli impianti sopra indicati<br />

possono essere utilizzate per annaffiare giardini, ma anche per scopi generici di pulizia.<br />

L’ubicazione delle vasche, sotto il livello campagna, consente di avere una riserva disponibile<br />

senza l’occupazione di suolo utile. L’installazione, l’utilizzo e la manutenzione sono facilitate<br />

dalla scelta dei materiali utilizzati. L’impianto comprende:<br />

- Vasca monolitica a perfetta tenuta con copertura pedonabile o portante completa<br />

d’ispezione;<br />

- Pompa sommersa con piede d’appoggio;<br />

- Quadro elettrico completo di comandi;<br />

- Galleggianti di avvio ed arresto;<br />

- Pozzetto alloggiamento saracinesca a corpo piatto e valvola di ritegno, completo<br />

di coperchio con ispezione;<br />

- Saracinesca a corpo piatto;<br />

- Valvola di ritegno.<br />

28


3. SERBATOI<br />

3.1. PREMESSA<br />

I materiali utilizzati per realizzare i serbatoi sono attualmente i più svariati; si va dal polietilene<br />

(PE-HD) al polipropilene (PP), al PVDF.<br />

3.2 SERBATOI IN PRFV<br />

I serbatoi in PRFV sono serbatoi in resina poliestere rinforzata con fibre di legno. La parete<br />

della cisterna è composta di 4 strati:<br />

- Liner interno in fibra sottile esente da capillarità con altissima percentuale di resina;<br />

assicura l’impermeabilità e la protezione dello strato successivo;<br />

- Liner in fibra di vetro con alta percentuale di resina; costituisce la struttura chimico<br />

resistente del manufatto;<br />

- Strato portante del sistema. Il suo spessore varia secondo le dimensioni dello stesso<br />

e la pressione di esercizio, è costituito da fibra continua in cui è predominante il<br />

contenuto in vetro incrociato con sistema filament winding;<br />

- Strato esterno analogo al primo interno. Assicura la protezione della struttura sia<br />

dagli agenti atmosferici che da eventuali fuoriuscite del contenuto, rendendo più<br />

semplice la pulizia.<br />

Questa tipologia di materiale è in grado di fornire svariati vantaggi:<br />

- Resistenza come l’acciaio, ma 4 volte più leggero<br />

- Resistenza alla corrosione<br />

- Resistenza agli urti, ed in caso di incidente può sempre essere riparato<br />

- Pareti lisce e di facile pulizia<br />

- Nessuna manutenzione.<br />

Nel complesso la cisterna è composta per oltre il 65% da fibre di vetro, ed è proprio grazie a<br />

queste caratteristiche che il PRFV dà il più alto livello di garanzia e tenuta nel tempo. I serbatoi<br />

sono disponibili in una gamma amplissima di capacità: da 120 a 200.000 litri. Ciò rende i<br />

serbatoi in PRFV idonei ad ogni tipo di stoccaggio e per ogni tipo di industria.<br />

3.3 DECANTATORI<br />

TRADIZIONALE<br />

Mod.A: Vantaggi:<br />

- Costruito interamente in poliestere rinforzato con fibra di vetro<br />

- 2 Flange per uscita acque chiare e scarico fanghi<br />

Applicazioni:<br />

- Utilizzo come ispessitore dopo l’avvenuta sedimentazione dei reflui<br />

- Per disidratare ulteriormente i fanghi prima dello smaltimento o della filtrazione<br />

29


Mod.B: Vantaggi:<br />

- Costruito interamente in poliestere rinforzato con fibra di vetro<br />

- 3 Flange per entrata d’acqua al decantatore, uscita acqua chiara e scarico fanghi<br />

- Canale di sfioro dentellato<br />

- Tubo di calma con barre di supporto<br />

Applicazioni:<br />

- Per la decantazione di medie volumetrie d’acque reflue<br />

- Ove necessitano tempi lunghi di ritenuta minima<br />

- Ideale per impianti di trattamento di tipo Biologico<br />

COMBY 10<br />

Risolve i problemi di sedimentazione di grandi volumetrie di acque reflue in spazi ridotti come<br />

all’interno di cave di marmo, sabbia, granito, inerti, industrie tessili, concerie, tintorie, impianti<br />

chimici-industriali, verniciature, ecc.<br />

Vantaggi:<br />

- Superficie utile fino a 10 volte superiori alla superficie occupata<br />

- Facile manutenzione<br />

- Modificabili ed ampliabili<br />

- Chimico – resistenti<br />

- Altissimo rendimento<br />

- Auto pulenti<br />

- Economicamente vantaggioso<br />

Applicazioni:<br />

- Trattamento di molti m 3 /h d’acqua reflua flocculata<br />

- Settore Galvanico<br />

- Lavorazione metalli<br />

- Sedimentazione di qualsiasi tipo d’acqua<br />

TABELLA COMPARATIVA (I dati sono riferiti ad una velocità di sedimentazione di 1,33 cm/min e densità 1,100)<br />

Diametro<br />

cm<br />

60<br />

75<br />

90<br />

120<br />

140<br />

160<br />

180<br />

200<br />

230<br />

250<br />

300<br />

300<br />

Decantatore Tradizionale Decantatore Comby 10<br />

Sup. Utile<br />

m 2<br />

0,3<br />

0,4<br />

0,6<br />

1,1<br />

1,5<br />

2,0<br />

2,5<br />

3,1<br />

4,2<br />

4,9<br />

7,1<br />

7,1<br />

Capacità<br />

litri<br />

300<br />

550<br />

1.000<br />

2.600<br />

5.000<br />

6.500<br />

8.200<br />

10.000<br />

15.000<br />

17.500<br />

26.500<br />

30.000<br />

Q. utile<br />

m 3 /h<br />

0,2<br />

0,4<br />

0,5<br />

0,9<br />

1,2<br />

1,6<br />

2,0<br />

2,5<br />

3,3<br />

3,9<br />

5,7<br />

5,7<br />

Diametro<br />

cm<br />

60<br />

75<br />

90<br />

120<br />

140<br />

160<br />

180<br />

200<br />

230<br />

250<br />

300<br />

300<br />

Sup. Utile<br />

m 2<br />

1<br />

1,5<br />

2,5<br />

6<br />

9,5<br />

12<br />

15,5<br />

22,5<br />

30<br />

40<br />

50<br />

75<br />

Capacità<br />

litri<br />

300<br />

550<br />

1.000<br />

2.600<br />

5.000<br />

6.500<br />

8.200<br />

10.000<br />

15.000<br />

17.500<br />

26.500<br />

30.000<br />

Q. utile<br />

m 3 /h<br />

0,8<br />

1,2<br />

2<br />

4,8<br />

7,6<br />

9,6<br />

12,4<br />

18<br />

24<br />

32<br />

40<br />

60<br />

3.4 SERBATOI DI ACCUMULO<br />

I materiali utilizzati per realizzare i serbatoi sono attualmente i più svariati; si va dal polietilene<br />

(PE-HD) al polipropilene (PP), al PVDF.<br />

I serbatoi in PRFV sono serbatoi in resina poliestere rinforzata con fibre di legno. La parete<br />

della cisterna è composta di 4 strati:<br />

- Liner interno in fibra sottile esente da capillarità con altissima percentuale di resina;<br />

assicura l’impermeabilità e la protezione dello strato successivo;<br />

- Liner in fibra di vetro con alta percentuale di resina; costituisce la struttura chimico<br />

resistente del manufatto;<br />

- Strato portante del sistema. Il suo spessore varia secondo le dimensioni dello stesso<br />

e la pressione di esercizio, è costituito da fibra continua in cui è predominante il<br />

contenuto in vetro incrociato con sistema filament winding;<br />

30


- Strato esterno analogo al primo interno. Assicura la protezione della struttura sia<br />

dagli agenti atmosferici che da eventuali fuoriuscite del contenuto, rendendo più<br />

semplice la pulizia.<br />

Questa tipologia di materiale è in grado di fornire svariati vantaggi:<br />

- Resistenza come l’acciaio, ma 4 volte più leggero<br />

- Resistenza alla corrosione<br />

- Resistenza agli urti, ed in caso di incidente può sempre essere riparato<br />

- Pareti lisce e di facile pulizia<br />

- Nessuna manutenzione.<br />

Nel complesso la cisterna è composta per oltre il 65% da fibre di vetro, ed è proprio grazie a<br />

queste caratteristiche che il PRFV dà il più alto livello di garanzia e tenuta nel tempo. I serbatoi<br />

sono disponibili in una gamma amplissima di capacità: da 120 a 200.000 litri. Ciò rende i<br />

serbatoi in PRFV idonei ad ogni tipo di stoccaggio e per ogni tipo di industria.<br />

3.5 SERBATOI COMPONIBILI<br />

I serbatoi componibili sono costituiti in acciaio inox, in acciaio galvanizzato e in GRP, una<br />

plastica rinforzata con fibre di vetro. I pannelli possono essere sia normali, sia di tipo isolante.<br />

L’isolamento evita il congelamento dell’acqua e limita la crescita di organismi microbiologici. Il<br />

fondo risulta costituito da un telo di butile ad alta resistenza, che viene posato sulla base<br />

d’appoggio in cemento ed inserito fra appositi elementi angolari e la flangia I serbatoi<br />

componibili risultano essere pratici, sicuri ed igienici. Ideale per contenere acqua salata e<br />

dolce, sostanze chimiche, liquidi industriali, campeggi, per immagazzinare derrate alla rinfusa,<br />

prodotti secchi o semi-secchi, senza disporre di cisterne fisse contenitive. Di facile<br />

montaggio risultano estremamente<br />

versatili, facili da trasportare ed installare<br />

anche in luoghi difficilmente raggiungibili.<br />

Di facile pulizia e manutenzione limitata,<br />

resistono nel tempo alle intemperie. I<br />

serbatoi componibili possono essere<br />

montati sia all’aperto che interrati ed essere<br />

utilizzati anche come coperture di<br />

macchinari o impianti.<br />

Sono disponibili pannelli modulari di 1mx1m<br />

sino a 1,22mx1,22m sia cilindrici che cubici.<br />

L’altezza varia tra i 3m ed i 4m. La capacità<br />

contenitiva varia tra i 1.000 ed i 15.000 litri<br />

ed anche oltre gli 1,5 milioni di litri.<br />

3.6 SERBATOI IN ESTRUSIONE ROTATIVA<br />

I serbatoi in estrusione rotativa vengono realizzati con un estrusore per materie plastiche che<br />

avvolge una striscia continua di PE-HD o di PP su un mandrino che ruota lentamente. L’azione<br />

combinata di translazione del gruppo estrusore e di rotazione del mandrino, gestita da un<br />

sistema computerizzato, permette di ottenere una perfetta parete del cilindro. Alla fine del<br />

ciclo, grazie ad un meccanismo che riduce il diametro del mandrino, si sfila il grosso cilindro,<br />

ottenendo così la virola del serbatoio. Lo spessore della parete è determinato dal numero di<br />

passaggi ed è perfettamente omogeneo perché il materiale già applicato viene tenuto alla<br />

temperatura di fusione: ogni nuovo strato si fonde con quelli precedenti. Un differente numero<br />

di passaggi da zona a zona crea spessori differenziati alle varie altezze del serbatoio.<br />

I serbatoi in estrusione rotativa offrono notevoli vantaggi tra cui:<br />

- Elevato grado di sicurezza<br />

- Elevata inerzia chimica<br />

- Inalterabilità alla corrosione e agli agenti atmosferici<br />

- Omogeneità dei materiali<br />

- Facilità di trasporto e montaggio<br />

- Peso contenuto<br />

31


- Variabilità di Ø da 600 a 4000mm<br />

- Bassa conducibilità termica<br />

- Scarsa manutenzione<br />

4. DIMENSIONAMENTO CANALI<br />

Per impianto di fognatura si intende i complesso di canalizzazione atto a raccogliere ed<br />

allontanare da insediamenti civili e/o produttivi le acque superficiali e quelle reflue provenienti<br />

dalle attività umane.<br />

I canali di fognatura sono sempre canali chiusi che funzionano normalmente a pelo libero.<br />

La portata di dimensionamento dei canali coincide con la massima portata pluviale per le<br />

fognature bianche, con la massima portata di tempo asciutto per le nere, con la somma delle<br />

due portate per le fognature miste.<br />

Il dimensionamento dei canali a pelo libero si effettua ipotizzando che nella canalizzazione<br />

s’instauri un regime di moto uniforme ed imponendo che il grado di riempimento del condotto<br />

non superi il 70% al fine di avere un congruo franco che consenta un’agevole ventilazione della<br />

corrente ed eviti che piccoli fenomeni ondosi provochino occlusioni momentanee con<br />

conseguenti pericolosi fenomeni di battimento. Per diametri di dimensioni minori o uguali a 400<br />

mm si assume un grado di riempimento massimo pari a metà diametro.<br />

Altro fattore da considerare nella progettazione delle fognature è la velocità della corrente, che<br />

deve essere tale da evitare sia la formazione di depositi di materiali che l’abrasione delle<br />

superfici interne al canale. Normalmente si adotta una velocità minima di 0.5-0.6 m/sec per<br />

fognature nere e 0.6-0.7 per quelle miste 8calcolate al passaggio della portata nera di punta).<br />

La velocità massima connessa con la portata nera di punta non dovrebbe superare i 2.5 m/sec,<br />

ma per canalizzazioni in gres ceramico o in materiali plastico è ammessa una velocità massima<br />

anche di 4 m/sec.<br />

5. ASSISTENZA TECNICA E RICAMBI<br />

La <strong>STAM</strong> è in grado di assicurare per tutta la gamma di prodotti un’assistenza tecnica rapida<br />

ed efficace grazie al potenziale umano ed all’alta specializzazione dei suoi tecnici. L’esperienza<br />

acquisita nella progettazione e realizzazione di impianti specifici, ci permette di annoverare tra<br />

i nostri clienti alcune delle aziende più significative operanti sul territorio locale e nazionale,<br />

consentendo alla nostra ditta di offrire un servizio completo per lo studio, realizzazione e<br />

manutenzione di qualsiasi impianto, oltre alla sostituzione di pezzi di ricambio di qualsiasi tipo<br />

e formato.<br />

Oltre alla fornitura di impianti standard può essere necessario adattare o progettare ex novo<br />

un sistema di depurazione. Una volta accertata la validità dell’impianto proposto ha inizio la<br />

fase progettuale vera e propria con la definizione del ciclo depurativo, delle volumetrie per le<br />

varie sezioni e la ricerca dei materiali, macchinari e strumentazioni ritenute più adatte per un<br />

tipo di trattamento. Un ufficio di processo sviluppa questa fase di progettazione e funge da<br />

coordinatore tra l’Ufficio Tecnico e tutto il personale delle varie specializzazioni coinvolto nel<br />

progetto. Sia nel caso di impianti standard che di realizzazioni specifiche, la qualità dei<br />

materiali per la realizzazione e la professionalità degli operatori è determinante per il buon<br />

funzionamento e la durata dell’impianto richiesto. Ogni apparato fornito dalla <strong>STAM</strong> è<br />

strutturato ed ingegnerizzato sulle specifiche esigenze dei committenti, e la scelta di ogni<br />

componente e materiale si basa su motivazioni tecniche e funzionali. Il montaggio, la messa in<br />

opera, il collaudo e l’avviamento definitivo dell’impianto vengono effettuate da squadre di<br />

montatori esperti. Al completamento della messa in opera degli impianti, la nostra azienda<br />

presta assistenza tecnica per un’efficace gestione degli impianti al fine di garantire una<br />

costante qualità delle acque depurate, e realizza con tempestività interventi di manutenzione,<br />

garantendone la continua operatività nel tempo.<br />

La <strong>STAM</strong> è in grado di assicurare inoltre la manutenzione ai depuratori, ai fini di rispettare<br />

costantemente i parametri recati dalla normativa sugli scarichi, pur funzionando l’impianto<br />

secondo le specifiche di legge. Dal cattivo funzionamento di un depuratore derivano<br />

preoccupazioni, responsabilità ed oneri di non poco conto. Ciò riguarda chi lo gestisce, sia esso<br />

azienda privata o ente pubblico, ma ad essere interessati sono anche l’equilibrio dell’ambiente<br />

e la salute dell’uomo. Diventa così di primaria importanza poter disporre di rimedi che siano<br />

32


allo stesso tempo di elevata efficacia, di agevole e tempestiva realizzazione, di costo<br />

ragionevole.<br />

6. PRATICHE DI AUTORIZZAZIONE<br />

La <strong>STAM</strong> si occupa di rilasciare autorizzazioni e pratiche di carattere ambientale alle<br />

aziende facendo richiesta alle autorità competenti per conto della clientela interessata. Inoltre<br />

la <strong>STAM</strong> effettua perizie, registrazioni in albi speciali al fine di adeguare l’azienda alle norme<br />

vigenti.<br />

La Comunità Europea ha emanato una serie di leggi (96/61/CE) al fine di limitare i valori limiti<br />

esalati dagli impianti. La Comunità Europea ha dato disposizioni a tutti gli impianti di ridurre il<br />

quantitativo di inquinanti emessi attraverso delle migliorie tecniche da realizzarsi nei termini di<br />

legge stabiliti.<br />

Le aziende così devono essere in possesso di autorizzazione integrata ambientale al fine di<br />

porsi in regola, sia con la realizzazione di nuovi impianti, sia ammodernizzando di quelli già<br />

esistenti.<br />

Prima di realizzare un impianto o adeguare quello già esistente la <strong>STAM</strong> fornisce alle autorità<br />

competenti i parametri e le misure tecniche stabiliti nelle varie autorizzazioni. In ogni momento<br />

la <strong>STAM</strong> seguirà la fase di messa in opera o rinnovamento dell’impianto, e garantirà la<br />

protezione del suolo, delle acque sotterranee, gestirà i rifiuti prodotti, monitorando<br />

costantemente le emissioni e trasmettendo di volta in volta tutti i dati agli uffici competenti<br />

seguendo con attenzione ogni singola pratica. Qualora le migliorie tecniche previste o applicate<br />

non sono sufficienti, la <strong>STAM</strong> si preoccuperà di applicare delle misure supplementari.<br />

Successivamente all’adeguamento gli organi competenti riesamineranno l’impianto rilasciando<br />

una nuova autorizzazione di compatibilità con l’ambiente.<br />

La <strong>STAM</strong> invita tutte le aziende che vogliono porsi in regola con i nuovi parametri nei imiti<br />

imposti dalla legge a fidarsi di un’azienda preparata e specializzata nel campo ambientale da<br />

più di dieci anni, in grado di ottenere qualsiasi tipologia di autorizzazione e rilasci ambientali<br />

con rapidità e professionalità.<br />

7. ANALISI DI LABORATORIO<br />

L’analisi di laboratorio è una fase importante per l’individuazione degli inquinanti con un<br />

dispendio minimo di investimento economico al fine di poter realizzare l’impianto più idoneo a<br />

norma di legge. Inoltre con l’analisi di laboratorio si rinviene al potenziale inquinante dannoso<br />

sia per la salute dell’uomo che per l’ambiente stesso.<br />

La scelta di un impianto viene fatta solo conoscendo la natura degli inquinanti ed il processo di<br />

lavorazione che li genera.<br />

E’ errato ritenere che i problemi di bonifica da inquinanti negli ambienti di lavoro possano<br />

essere risolti facendo affidamento solo sul contributo di un buon impianto di depurazione: è<br />

bene anche agire sull’inquinante alla fonte, garantendo sempre una soluzione legalmente<br />

riconosciuta.<br />

33

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