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Memori@ e futuro

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so il grande prodigio dello sviluppo industriale negli<br />

ultimi secoli, ma che hanno anche inserito nello svi­<br />

luppo dell'umanità una "potenza" non più sostenibile.<br />

Il "crescete e moltiplicatevi", il comando "sottomette­<br />

te la terra ed utilizzate la ai vostri fini" la competitività<br />

aggressiva all'interno di un mondo interdipendente, il<br />

principio di fattibilità che domina la tecnologia, sono<br />

tutti, ormai, principi distruttivi. In una situazione di<br />

interdipendenza dell'uomo con l'ambiente e degli uo­<br />

mini fra di loro su tutto il pianeta, l'idea di applicare i<br />

principi di competitività aggressiva darwiniana nel­<br />

l'ambito sociale ed ecologico, equivale a condannarsi<br />

alla distruzione. In questo contesto si inserisce un dato<br />

morale, educativo: non sono le leggi o i comandi che<br />

possono da soli ri solvere i problemi, ma l'educazione<br />

e la responsabilità. Penso infatti che il problema am­<br />

bientale sia soprattutto un problema "educativo", un<br />

problema affidato alla scuola e agli organi di divulga­<br />

zione dell'informazione. E' evidente, quindi, che la cre­<br />

scita della popolazione e la continua mancanza di azio­<br />

ni decisive di inversione di tendenza nei meccanismi

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