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CORSA PODISTICA<br />
CALVINO CANTINI<br />
Anche questo anno si è svolto il 5° trofeo Calvino Cantini<br />
corsa podistica competitiva di km. 11,750.<br />
La corsa ricorda Calvino Cantini storica<br />
figura dello sport certaldese e grande<br />
appassionato di atletica leggera. Il percorso<br />
con partenza ed arrivo in Piazza della<br />
Libertà, si snodava fra le colline intorno al<br />
paese con splendidi passaggi dal Parco di<br />
Canonica e <strong>Certaldo</strong> Alto.<br />
Fra gli assoluti vittoria di Maurizio Cito dell'Atletica<br />
Futura, atleta di livello nazionale;<br />
fra le donne ha vinto Emma Iozzelli dell'Atletica<br />
Vinci. Primo fra i veterani Bouzid<br />
Ridha della Nuova Lastra e fra le veterane<br />
DIMITRI GORI<br />
In questo numero vorremmo<br />
farvi conoscere meglio il lavoro<br />
del nostro vignettista.<br />
Dimitri, classe 1982, disegna dai primi<br />
anni dell'asilo, una passione che<br />
ha sempre esercitato fino a che non<br />
si è trasformata in un lavoro. Dopo avere<br />
frequentato l’istituto d'arte a Siena e successivamente<br />
la scuola di Comics di Firenze,<br />
ha iniziato a collaborare con alcuni disegnatori<br />
professionisti nel settore del fumetto<br />
realizzando un cartone animato per warner<br />
bros visibile su internet. Attualmente lavora<br />
come disegnatore di giochi e rebus per la<br />
casa editrice Corrado Tedeschi (l’editore<br />
della “Settimana enigmistica"); sul “Calandrino”<br />
Dimitri è conosciuto per le sue esuberanti<br />
vignette, dedicate a fatti accaduti a<br />
<strong>Certaldo</strong>; il protagonista ufficiale di queste<br />
vignette è immancabilmente il nostro sindaco.<br />
Dimitri recentemente si è proposto come<br />
pittore, esponendo i suoi lavori nella<br />
torre Salvucci di San Gimignano, e qui ve<br />
ne presentiamo alcuni. Nella fantasia di Dimitri<br />
la torre è diventata “maledetta”, e su<br />
di essa il nostro artista ha scritto anche una<br />
fiaba. Questo il riassunto:<br />
Durante il Medioevo due nobili famiglie si contendevano<br />
il dominio sull'antico borgo di San<br />
Gimignano, gli Ardinghelli, di fazione ghibellina,<br />
e i Salvucci, invece guelfi.<br />
Le loro continue lotte per il dominio del paese li<br />
portarono a sfidarsi nella costruzione di alte torri<br />
per dimostrare la propria potenza ; proprio i Salvucci,<br />
infatti, eressero due torri identiche dal-<br />
ALE IMMOBILIARE<br />
di Valentina Bagni<br />
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Fustella Elena dell'Atletica Lecco<br />
Costruzioni Colombo.<br />
Ben novanta sono stati gli atleti<br />
premiati grazie al contributo di<br />
aziende ed esercenti locali.<br />
Perfetta l'organizzazione curata<br />
dall'ASD Palestra Oasi con il<br />
suo presidente Angelo Brogi ed alcuni volontari<br />
fra i quali si citano Franco Simoncini,<br />
Manuela Monciatti, Vincenzo Giglioli e Sandro<br />
Bardotti. All'evento ha dato il suo patrocinio<br />
il Comune di <strong>Certaldo</strong> che ha anche<br />
l'aspetto imponente, emblema della loro supremazia,<br />
oggi conosciute con l'appellativo di “Torri<br />
Gemelle”, tanto che ancora sono uno dei simboli<br />
del paese.<br />
Tanto tempo fa nella nobile famiglia dei Salvucci<br />
nacque una bellissima bambina dal nome Era.<br />
Il padre però ben presto morì, e la moglie dovette<br />
occuparsi da sola della figlia. Crescendo la<br />
bambina divenne una giovane donna ma talmente<br />
malvagia e perfida che, appena raggiunti i<br />
sedici anni, avvelenò la madre per ereditarne tutte<br />
le proprietà. Era andò ad abitare nell'imponente<br />
torre di famiglia, da tutti conosciuta come<br />
la torre Maledetta poichè vi giustiziavano gli eretici.<br />
La ragazza era talmente cattiva che rapì dalla<br />
strada, per farne una sua schiava, una giovane<br />
orfana di nome Penelope che venne rinchiusa<br />
nella torre per mai più uscire. Un giorno però la<br />
guardia distrattasi perse le chiavi della cella e<br />
Penelope riuscì a scappare, ma si perse nelle<br />
fredde e buie segrete della torre. All'improvviso,<br />
nella penombra, le comparve davanti un fantasma<br />
in frac senza testa. Penelope impaurita cercò<br />
di scappare ma il fantasma, per dimostrarle<br />
che non voleva farle alcun male, le porse una rosa<br />
; lei allungò la mano ma appena lo toccò, il<br />
fiore appassì. La giovane capì la bontà dei quel<br />
dolce gesto e il fantasma potè raccontarle la sua<br />
struggente storia: in vita era stato un giovane duca<br />
che Era aveva fatto decapitare, dopo la morte<br />
la sua anima era rimasta bloccata nella torre<br />
insieme tutte quelle di coloro che erano stati uc-<br />
fattivamente partecipato alla sua realizzazione<br />
insieme all'Istituto Comprensivo che ha<br />
messo a disposizione i locali per le premiazioni,<br />
ristoro e spogliatoi. Appuntamento al<br />
2013 per la sesta edizione. S.B.. u.s.C.C.<br />
cisi ingiustamente. Penelope così gli propose un<br />
patto: se i fantasmi l'avessero aiutata ad uscire,<br />
avrebbe trovato il modo di liberare tutte le anime<br />
imprigionate. Il fantasma senza testa e gli altri<br />
decisero di accettare la proposta. Penelope infatti<br />
riuscì a trovare in fondo ad un pozzo la magica<br />
chiave che avrebbe liberato i fantasmi, ma<br />
le guardie arrivarono e la giovane fanciulla fu<br />
catturata. Era, furiosa di rabbia, decise di giustiziarla<br />
in piazza delle Erbe ma mentre il boia stava<br />
per sferrare il colpo, il fantasma del duca senza<br />
testa e tutti gli altri assalirono le guardie e<br />
riuscirono a liberarla. Catturarono Era e la rinchiusero<br />
per l'eternità nelle buie celle della torre.<br />
Penelope e i fantasmi si diressero sul terrazzo<br />
della torre e la magica chiave aprì l'accesso al<br />
Paradiso. Erano finalmente tutti liberi.<br />
Nei giorni seguenti la ragazza raccontò a tutto il<br />
paese quello che era successo e da quel momento<br />
la torre no fu più chiamata“MALEDETTA” , ma<br />
fu amata al tal punto che dopo secoli questa storia<br />
ispirò un giovane a raccontarne la fiaba.<br />
LE NOVELLE DEL BOCCACCIO rubrica a cura di Andrea Morandi<br />
LA NOVELLA INFINITA<br />
Andreuccio da Perugia, venuto a Napoli a comperar<br />
cavalli, in una notte da tre gravi accidenti soprapreso,<br />
da tutti scampato con un rubino si torna a casa sua.<br />
(Decameron, II 5)<br />
Quello dei rifiuti è un tema<br />
di forte attualità, ma<br />
vecchio come la storia<br />
dell’uomo. In questo senso è emblematico<br />
che tanto il numero di<br />
Calandrino che stringete fra le<br />
mani quanto il capolavoro del<br />
nostro più illustre concittadino<br />
non manchino di farne menzione.<br />
E questo perché i rifiuti esistono<br />
da sempre, ma sono cambiati<br />
nel tempo e, di conseguenza,<br />
è cambiato il modo di gestirli.<br />
Prima della rivoluzione industriale,<br />
per fare un esempio, per<br />
rifiuti si intendevano principalmente<br />
i resti organici dell'uomo<br />
che venivano smaltiti nelle fogne,<br />
dal momento che tutti gli altri<br />
scarti (artigianali, domestici,<br />
ecc.) erano in gran parte riciclati.<br />
L’abilità degli antichi romani, de-<br />
cisamente innovativi e precorritori,<br />
soprattutto se si pensa all’estensione<br />
e al numero degli<br />
abitanti della capitale dell’Impero,<br />
non conobbe a lungo rivali.<br />
Nel Medioevo il sistema di smaltimento<br />
torna ad essere assai elementare.<br />
Per averne un'idea basta<br />
leggere una delle novelle più<br />
fortunate e spassose del Decameron:<br />
quella di Andreuccio da<br />
Perugia, «cozzone (cioè “sensale”,<br />
“mercante”) di cavalli». L’incauto<br />
protagonista, sedotto a Napoli<br />
da una «giovane ciciliana» e<br />
rimpinzato ben bene, viene condotto<br />
in un bugigattolo che sporge<br />
sulla strada per «deporre il superfluo<br />
peso del ventre». Ma a<br />
causa di una tavola schiodata, il<br />
pavimento crolla e lo sventurato<br />
si ritrova in strada, nel punto di<br />
PUBBL/FEDERIGHI<br />
accumulo delle deiezioni.<br />
Deiezioni che<br />
poi la pioggia provvidenziale,<br />
aiutata dalla<br />
pendenza della strada,<br />
avrebbe sospinto fuori<br />
delle mura. Così venivano<br />
accumulati e<br />
smaltiti i resti organici<br />
umani. Insomma, complice<br />
anche la mancanza<br />
di una educazione<br />
igienico-sanitaria, le situazioni<br />
di degrado<br />
ambientale non furono<br />
completamente risolte.<br />
Nei secoli successivi la<br />
crescita economica e<br />
demografica comportò<br />
una maggiore pianificazione e<br />
consapevolezza delle città, incentrata<br />
sulla fondazione di nuovi<br />
insediamenti e sulla riqualificazione<br />
dei centri già esistenti.<br />
Per riqualificare e ridare decoro<br />
alle città era necessario affrontare<br />
il problema della raccolta e<br />
dello smaltimento dei rifiuti e migliorare<br />
la salubrità dell’aria.<br />
Tecnologia, fondi (non i 500 fiorini<br />
d’oro soffiati via al povero<br />
Andreuccio…) e volontà politica:<br />
una ricetta valida allora come<br />
ora. Curiosamente l’ironia della<br />
sorte come sempre fa il suo gioco,<br />
tracciando un filo immaginario<br />
tra la Napoli vista con gli occhi<br />
del Boccaccio e quella dei<br />
nostri giorni. E <strong>Certaldo</strong>?<br />
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