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«Ma lui me lo direbbe...»
«Dopo aver saputo che il risultato del test era positivo, volevo solo
ancora una cosa: scopare a più non posso. Chissà quanto tempo
mi rimane? Non vado certo a metterglielo sotto il naso, a uno, che
sono sieropositivo. Perlomeno non se si tratta di una scopata alla
svelta. In fondo, ognuno sa benissimo cosa deve fare per proteggersi.»
Carlo, 25
«Io penso che lui me lo direbbe. Dovrebbe esser logico, no? Un sieropositivo
ha la responsabilità di non trasmettere il virus!
Nasconderlo sarebbe immorale.» Gianni, 38
Supponi anche tu che un partner sessuale ti direbbe d’essere
sieropositivo? La maggior parte dei gay sieronegativi se
lo aspetta e rinuncerebbe poi a far sesso con la persona
in questione...
Una constatazione, questa, che non favorisce il colloquio aperto
in merito alla propria condizione da parte degli omosessuali
sieropositivi. Inoltre, i motivi per non parlarne possono essere
molti altri, in particolare nel caso di un incontro occasionale.
Non da ultimo anche il fatto che non è pericoloso far sesso
con un gay sieropositivo, fintanto che ci si attiene alle regole
del safer sex (per quanto riguarda il sesso orale v. pag. 44-
46).
Se un partner sessuale non si esprime sulla sua situazione
HIV, ciò non significa affatto che sia sieronegativo.
Anche se il tipo è gentile e carino e pensi che potrebbe
diventare il tuo amico, può darsi che non ti dica subito tutto,
per esempio per paura di non avere poi alcuna chance con te.
A proposito: la legislazione svizzera non prevede in generale
l’obbligo di esternare il proprio stato sierologico fintanto che
non sussista il rischio di contagio. Di conseguenza non si ha
nemmeno il diritto d’essere informati sullo stato sierologico di
un’altra persona. Eccezione: se un preservativo si lacera, il
partner positivo ha l’obbligo d’informare il relativo partner sul
proprio stato (v. in merito anche pag. 43, PEP).
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