Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
I edizione: aprile 2011<br />
© 1932, 1960 by Erskine Caldwell<br />
Prefazione: © 2011 by Joe R. Lansdale<br />
© 2011 <strong>Fazi</strong> <strong>Editore</strong> srl<br />
Via Isonzo 42, Roma<br />
Tutti i diritti riservati<br />
Titolo originale: Tobacco Road<br />
Traduzione dall’inglese di Luca Briasco<br />
ISBN: 978-88-6411-257-2<br />
www.fazieditore.it
Erskine Caldwell<br />
La via del tabacco<br />
prefazione di Joe R. Lansdale<br />
traduzione di Luca Briasco
Erskine Caldwell: gotico sudista<br />
di Joe R. Lansdale<br />
Forse sono state le copertine troppo sgargianti; forse<br />
il fatto che fosse così prolifico e scrivesse a tratti in uno<br />
stile comico e deliberatamente volgare; o forse è perché<br />
ha avuto un successo enorme e ha guadagnato montagne<br />
di quattrini. Quale ne sia il motivo, Erskine Caldwell<br />
non è mai stato riconosciuto per quel che è stato: un importante<br />
autore letterario che ha scelto il Sud degli Stati<br />
Uniti come sfondo per le sue opere.<br />
Nessuno avrebbe potuto facilmente immaginare che<br />
Caldwell, nato in Georgia nel 1903, figlio unico di un<br />
ministro del culto, sarebbe diventato uno scrittore generalmente<br />
associato a racconti impregnati di sesso e<br />
violenza, ignoranza e avidità. Anzi, trovandoselo davanti,<br />
nessuno avrebbe indovinato anche soltanto che facesse<br />
lo scrittore. Ben lungi dall’essere timido e riservato,<br />
era un uomo robusto e di bell’aspetto, molto più simile<br />
a un giocatore di football americano (come in effetti<br />
era stato) che a un autore.<br />
E invece Caldwell ha fatto lo scrittore fino alla sua<br />
morte, nel 1987, diventando non solo uno dei più famosi<br />
della sua generazione, ma anche tra i più letti di tutti i<br />
tempi. Essere popolari e prolifici non è mai un buon bi-<br />
7
glietto da visita per i critici, che privilegiano autori meno<br />
produttivi e più oscuri; per questo, fin dagli esordi,<br />
Caldwell ha sopportato non poche stroncature, anche se<br />
per un certo periodo è riuscito a prevalere su ogni attacco<br />
e a essere considerato un romanziere di primo piano,<br />
nella stessa vena di William Faulkner e Flannery O’Connor.<br />
Mentre però la reputazione dei due colleghi si è<br />
consolidata nel tempo (con pieno merito), a quella di<br />
Caldwell è (immeritatamente) successo il contrario.<br />
Quando il boom delle edizioni tascabili muoveva i primi<br />
passi, Caldwell permise che i suoi romanzi fossero ristampati<br />
con copertine vistose raffiguranti donne bellissime<br />
con gambe lunghe e vestite da contadinelle, a suggerire<br />
che i suoi libri parlavano soprattutto di sesso. Quelle<br />
copertine attrassero molti lettori, in un primo tempo quasi<br />
tutti uomini, e i libri di Caldwell vendettero incredibilmente<br />
bene. In effetti, il sesso non mancava, in quei romanzi,<br />
ma c’erano molte altre cose, incluso uno sguardo<br />
cinico sulle vite della gente del Sud, bianca e nera, sulla<br />
povertà e sull’ignoranza, sull’obbedienza cieca alla religione,<br />
la ristrettezza delle opinioni in ambito politico e sociale,<br />
e una sorta di miope accettazione del razzismo.<br />
La natura dei libri di Caldwell fece infuriare molti abitanti<br />
del Sud, convinti che l’autore li avesse traditi. I suoi<br />
romanzi, tuttavia, non intendevano rappresentare il Sud<br />
nella sua totalità, ma mostrarne gli aspetti peggiori con<br />
uno stile assai meno grossolano di quanto molti abbiano<br />
voluto credere. Caldwell, come Faulkner e O’Connor, ha<br />
inventato la letteratura del Sud. Il suo approccio era diretto,<br />
solo apparentemente semplice, in realtà profondamente<br />
umoristico. Lo scrittore sembra condividere in pieno<br />
l’opinione di Mark Twain, secondo il quale l’umorismo<br />
8
è in realtà mortalmente serio. Una volta Twain ha detto:<br />
«Non c’è umorismo in paradiso», lasciando intendere che<br />
tutte le cose di cui si ride sono in un modo o nell’altro tragiche,<br />
anche se in scala minore. E che l’umorismo è prima<br />
di tutto uno strumento per mettere in ridicolo ed esaminare<br />
gli aspetti più oscuri della natura umana.<br />
Benché Caldwell abbia scritto un numero considerevole<br />
di racconti, i migliori dei quali, a mio giudizio, sono<br />
stati raccolti in The Black and White Stories of Erskine<br />
Caldwell, la sua fama è legata soprattutto ai romanzi,<br />
e a due in particolare. È anche probabile che questi due<br />
libri abbiano stabilito una sorta di modello di riferimento<br />
perfettamente riconoscibile, che ha finito per danneggiare<br />
la reputazione letteraria dell’autore. Come James<br />
Cain, autore di crime novels irripetibili, Caldwell ha<br />
stabilito da subito che genere di storie voleva raccontare,<br />
e da allora, tranne poche eccezioni, ha continuato a<br />
seguire lo stesso filone in altri venticinque romanzi circa<br />
e in numerosi racconti e scritti.<br />
La sua opera più famosa è stata La via del tabacco,<br />
pubblicato nel 1932. Quando apparve nelle librerie colpì<br />
i lettori come un fulmine scagliato direttamente da<br />
Zeus. Non c’era mai stato niente di simile. Era un libro<br />
agile, veloce, spudorato. Per un lungo periodo la famiglia<br />
contadina dei Lester è stata famosa almeno quanto i<br />
Joad di Furore, il capolavoro di Steinbeck.<br />
Se però i poveri bianchi di Steinbeck erano essenzialmente<br />
persone nobili e forti che lottavano per sopravvivere<br />
in tempi difficili, i sudisti gotici di Caldwell erano avidi,<br />
sessuomani e nobili quanto può esserlo un’erezione da<br />
Viagra. E avevano la stessa possibilità di redimersi di un<br />
maiale che sguazzi nel suo truogolo. L’approccio di Cald-<br />
9
well suggeriva chiaramente che i Lester non erano poveri<br />
e ignoranti per natura o indole, ma che erano state la povertà<br />
e l’ignoranza a trasformarli in quel che erano.<br />
Il personaggio principale di La via del tabacco, Jeeter<br />
Lester, è quasi un puro, nella sua ignoranza e nella sua<br />
depravazione sociale. Infantile da un lato, ossessionato<br />
dalla morte dall’altro, terrorizzato che il suo corpo, come<br />
quello di suo padre, venga abbandonato in un fienile<br />
e rosicchiato dai topi, più che vivere la sua vita Jeeter<br />
si muove incespicando da un piccolo evento all’altro,<br />
sbagliando tutte le sue scelte. Il romanzo di Caldwell ha<br />
una struttura episodica che fa pensare per più di un<br />
aspetto ai libri di Jim Thompson, ma con un maggior<br />
controllo dei materiali e una scrittura di qualità superiore.<br />
L’intento di Caldwell era estremamente serio, colto,<br />
insolito. È probabile che autori come John Fante e Charles<br />
Bukowski abbiano avuto un approccio alla materia<br />
narrativa molto più simile al suo rispetto a Thompson, e<br />
non è da escludere che abbiano subito direttamente il<br />
suo influsso. Proprio come loro, Caldwell aveva un gusto<br />
e un occhio allenati a cogliere il grottesco, l’insolito,<br />
gli aspetti più infimi della natura umana.<br />
La famiglia di La via del tabacco e le persone che le ruotano<br />
attorno ricordano più un branco di bestie selvatiche<br />
che un agglomerato di esseri umani: spose dodicenni, prostitute<br />
predicatrici dall’aspetto deforme e uomini pronti a<br />
sposare qualunque donna sia in condizione di metterli al<br />
volante di un’auto con una tromba che funzioni. È una parata<br />
insolita e affascinante di personaggi ed eventi, che trascina<br />
il lettore come se fosse legato a un mulo fuggito dalla<br />
stalla, in una corsa sfrenata che si conclude con un’esplosione<br />
purificatrice, un momento di abbagliante chiarezza.<br />
10
Il piccolo campo, pubblicato nel 1933, è appena meno<br />
famoso di La via del tabacco, ed è possibile che sia addirittura<br />
superiore. L’avarizia fa da combustibile al romanzo<br />
come la legna secca a un incendio. Il “piccolo<br />
campo” è un acro di terreno che Ty Ty Walden ha destinato<br />
a Dio. La promessa prevede che, se in quell’acro<br />
dovesse essere trovato dell’oro, Ty Ty lo cederà a Dio, o<br />
più esattamente alla chiesa. Ma il protagonista continua<br />
a spostare il piccolo campo in modo da non essere mai<br />
costretto a scavare sul terreno destinato a Dio, con il rischio<br />
di scoprire l’oro e di trovarsi poi obbligato a donarlo<br />
alla chiesa.<br />
Aggiungete alla mistura stupro, incesto, omicidio, la<br />
stupidità spinta al massimo livello possibile, un pugno di<br />
figli infuriati e una figlia ninfomane, per non parlare della<br />
cognata di Ty Ty, descritta come la controparte femminile<br />
del demonio, e avrete la combinazione ideale per<br />
un romanzo divertente quanto catastrofico; un meccanismo<br />
perfetto attraverso il quale una storia fortemente comica<br />
diventa progressivamente seria e tragica come un<br />
attacco di cuore.<br />
Erskine Caldwell ha scritto molti altri grandi romanzi<br />
e tra questi il mio preferito, Fermento di luglio, pubblicato<br />
nel 1940. Fermento è meno comico dei libri che<br />
ho menzionato finora e affronta un tema trattato da diversi<br />
scrittori del Sud, da Faulkner a Harper Lee, e oltre:<br />
la situazione nel Sud dei neri, spesso considerati esseri<br />
inferiori. Fermento di luglio si svolge in un periodo<br />
nel quale il linciaggio prevaleva sulla legge ordinaria, almeno<br />
quando c’era di mezzo un uomo di colore. Vi era<br />
un atteggiamento diffuso secondo il quale, se non si sapeva<br />
chi fosse stato a commettere un certo crimine, non<br />
11
estava che andare ad “acchiappare un negro”. In Fermento,<br />
perfino coloro che sospettano l’innocenza di un<br />
nero accusato di aver violentato una donna bianca preferiscono<br />
lasciare che venga linciato per non subire le<br />
rappresaglie dei loro vicini bianchi. L’idea che un bianco<br />
possa mostrare benevolenza verso un nero e venir<br />
chiamato “amico dei negri” era un marchio assai più temuto<br />
di quanto non lo fosse lasciare un nero potenzialmente<br />
innocente nelle mani di una folla scatenata, pronta<br />
a umiliarlo e ucciderlo. La convinzione comune era<br />
che se ti eri sbagliato, pazienza. Si trattava comunque solo<br />
di “un negro in meno”: un’opinione che ho sentito ripetere<br />
troppo spesso durante la mia adolescenza e che<br />
rende Caldwell tanto più autentico ai miei occhi.<br />
Val la pena ricordare che i romanzi di Caldwell hanno<br />
fatto infuriare così tanti uomini del Sud, e quanto a<br />
questo anche tanti cittadini “virtuosi” nel resto degli Stati<br />
Uniti, che alcuni dei suoi libri vennero sequestrati dalle<br />
autorità e considerati osceni e indecenti. I processi per<br />
vilipendio che ne conseguirono, e che rimangono degli<br />
autentici capisaldi della battaglia per la libertà di espressione,<br />
si conclusero con la vittoria di Caldwell: i suoi libri<br />
divennero di conseguenza ancor più celebri, trasformandolo<br />
in uno degli autori più popolari di tutti i tempi,<br />
e probabilmente contribuendo a collocarlo sulla lista<br />
nera che i presunti “esperti” riservano a chiunque sia<br />
troppo famoso, amato, ricco per meritare l’attenzione<br />
critica rivolta ai grandi capolavori letterari.<br />
Questa ristampa italiana delle migliori opere di Caldwell<br />
(che ha il sapore di una liberazione) è assolutamente<br />
meritata. Spero che la sua stella torni a brillare,<br />
che il suo talento venga riconosciuto e che possa final-<br />
12
mente essere collocato, se non sulla stessa fila di William<br />
Faulkner e Flannery O’Connor, almeno in un posto<br />
d’onore nel piccolo stadio che ospita i più grandi scrittori<br />
del Sud degli Stati Uniti.<br />
Nacogdoches, Texas<br />
13
LA VIA DEL TABACCO
1<br />
Con un sacco di rape invernali sulla schiena, Lov<br />
Bensey si trascinava a fatica, affondando fino alle caviglie<br />
nella sabbia bianca della via del tabacco, devastata<br />
dalle piogge. Per rimediare quelle rape aveva dovuto<br />
sgobbare, e non poco; andare e tornare a piedi da Fuller<br />
era una faccenda lunga e faticosa.<br />
Il giorno prima, Lov aveva sentito dire che da quelle<br />
parti c’era un tizio che vendeva le rape a cinquanta centesimi<br />
il sacco, perciò si era alzato di buon’ora ed era partito<br />
con mezzo dollaro in tasca. Aveva già fatto più di dieci<br />
chilometri e gliene mancavano ancora due abbondanti<br />
per arrivare a casa sua, vicino alla carbonaia.<br />
Quando Lov posò il sacco e si fermò davanti alla casa<br />
c’erano già quattro o cinque Lester in piedi nell’aia, che<br />
lo guardavano. In realtà lo stavano spiando da quando<br />
un’ora prima era apparso in cima alla duna, a tre chilometri<br />
di distanza. E adesso che era arrivato a tiro erano<br />
pronti a impedirgli di portare via quelle rape.<br />
Lov però aveva una moglie da sfamare, oltre a se stesso,<br />
ed era deciso a non permettere a nessuno dei Lester<br />
di avvicinarsi troppo al suo sacco. Di solito, quando passava<br />
da quelle parti con un sacco di rape o di patate dol-<br />
17
ci, o con qualunque altra provvista, lasciava la strada a<br />
cinquecento metri dalla casa e faceva il giro largo attraverso<br />
i campi, per tornare sulla via del tabacco solo a distanza<br />
di sicurezza dai Lester. Quel giorno, però, doveva<br />
parlare a Jeeter di una cosa molto importante, perciò<br />
si era avvicinato alla casa più di quanto avesse mai fatto<br />
prima, se portava con sé delle rape o delle patate dolci.<br />
La moglie di Lov era la figlia più piccola di Jeeter Lester,<br />
Pearl. L’estate prima, quando l’aveva sposata, aveva<br />
soltanto dodici anni.<br />
Sotto lo sguardo vigile dei Lester, Lov si bloccò in<br />
mezzo alla strada. Si era lasciato scivolare il sacco dalla<br />
spalla, ma lo teneva stretto e chiuso con tutte e due le<br />
mani. Negli ultimi dieci minuti nessuno nell’aia aveva<br />
cambiato posizione. Aspettavano tutti che fosse Lov a fare<br />
la prima mossa.<br />
Se Lov era arrivato davanti casa loro e si era fermato,<br />
doveva avere i suoi buoni motivi; altrimenti si sarebbe<br />
tenuto a debita distanza. Voleva parlare a Jeeter di Pearl.<br />
Pearl si guardava bene dall’aprir bocca. Non diceva una<br />
sola parola, per quanto Lov tentasse di persuaderla, o per<br />
quanto si infuriasse; quando lo vedeva tornare dalla carbonaia<br />
correva a nascondersi, e se lui la trovava, riusciva<br />
sempre a svicolare e fuggiva di gran carriera nei campi di<br />
saggina. A volte restava là fuori tutta la notte e rientrava solo<br />
la mattina dopo, quando Lov era già tornato al lavoro.<br />
D’altronde, Pearl non aveva mai parlato in vita sua.<br />
Non perché non ne fosse capace, ma perché non le andava.<br />
Quando era ancora a casa Lester, prima che Lov<br />
la sposasse, si teneva sempre in disparte e capitava spesso<br />
che non aprisse bocca per giorni interi. Solo sua madre,<br />
Ada, era riuscita a parlare con Pearl, cavandone ap-<br />
18
pena qualche monosillabo di tanto in tanto. E del resto<br />
Ada era fatta allo stesso modo: aveva cominciato a parlare<br />
spontaneamente soltanto da dieci anni, e prima di<br />
allora Jeeter aveva avuto con lei le stesse difficoltà che<br />
adesso Lov trovava con Pearl.<br />
Lov la tempestava di domande, la prendeva a pedate,<br />
le rovesciava dell’acqua addosso, le tirava sassi e pezzi di<br />
legno e faceva qualunque cosa gli venisse in mente per<br />
convincerla ad aprir bocca. Pearl piangeva a dirotto, soprattutto<br />
quando si faceva male sul serio, ma Lov non<br />
considerava quelle lacrime una forma di conversazione.<br />
Voleva sentirsi chiedere se gli doleva la schiena, quando<br />
sarebbe andato a tagliarsi i capelli o quando sarebbe piovuto<br />
di nuovo. Ma Pearl non spiccicava parola.<br />
Aveva già parlato a Jeeter diverse volte di quei problemi,<br />
ma Jeeter non sapeva cosa avesse Pearl che non<br />
andava. Era sempre stata così, fin da piccola, gli spiegava;<br />
e anche Ada parlava solo da qualche anno. Quel che<br />
Jeeter non era riuscito a ottenere in quarant’anni, lo aveva<br />
ottenuto la fame. Era stata la fame a scioglierle la lingua<br />
e da allora non aveva fatto che lamentarsi. Jeeter non<br />
aveva nemmeno provato a suggerirgli di prendere Pearl<br />
per fame, perché sapeva che sarebbe andata a mendicare<br />
il cibo da qualche altra parte, e non avrebbe avuto difficoltà<br />
a procurarselo.<br />
«A volte penso che abbia il diavolo in corpo», ripeteva<br />
spesso Lov. «Per conto mio, non ha un briciolo di religione,<br />
dentro. Quando muore brucerà all’inferno, poco<br />
ma sicuro».<br />
«Forse non è soddisfatta del suo matrimonio», aveva<br />
suggerito Jeeter. «Magari non è contenta di quello che le<br />
passi».<br />
19
«Ho fatto tutto il possibile per soddisfarla. Ogni settimana,<br />
quando prendo la paga, vado a Fuller e le compro<br />
un regalino. Le porto del tabacco da fiuto, ma lei<br />
non lo vuole; le compro degli scampoli di tela, ma si rifiuta<br />
di cucirli. Magari vuole qualcosa che io non ho e<br />
che non posso procurarle. Vorrei tanto sapere di che si<br />
tratta. È così bella… quei boccoli biondi che le scendono<br />
sulle spalle mi fanno impazzire. Non so davvero come<br />
andrà a finire, questa storia. La desidero più di quanto<br />
un uomo abbia mai desiderato sua moglie».<br />
«Secondo me è troppo giovane per apprezzare certe<br />
cose», aveva affermato Jeeter. «Non è ancora cresciuta<br />
come Ellie May, Lizzie Belle, Clara e le altre ragazze.<br />
Pearl è ancora una bambina. Anche a vederla, non diresti<br />
certo che è una donna».<br />
«Se sapevo che si comportava così, forse non avrei insistito<br />
tanto per averla in moglie. Avrei potuto sposare una<br />
donna che voleva stare con me. Però non voglio che Pearl<br />
se ne vada. Ormai ci ho fatto l’abitudine a vedermela intorno,<br />
e sono sicuro che mi mancherebbero i suoi bei boccoli<br />
biondi. A volte mi danno un senso di solitudine, anche<br />
se non capisco perché. E per quanto si comporti come<br />
si comporta, che sia carina è poco ma sicuro».<br />
Quel giorno Lov era tornato a casa e aveva riferito a Pearl<br />
cosa aveva detto Jeeter, ma lei era rimasta immobile sulla<br />
sua sedia, senza dar segno di voler rispondere. A quel<br />
punto, Lov si era ritrovato senza la minima idea di cosa fare.<br />
Però, aveva capito una volta per tutte di avere davanti<br />
una bambina. Durante gli otto mesi di matrimonio si era<br />
alzata di cinque o sei centimetri ed era aumentata di sette o<br />
otto chili, ma per quanto continuasse a crescere in altezza<br />
e di peso non arrivava comunque ai cinquanta chili.<br />
20
Stavolta, Lov voleva parlare a Jeeter di una cosa in particolare:<br />
Pearl si rifiutava di dormire con lui. Erano sposati<br />
da quasi un anno e continuava a dormire per conto suo,<br />
per terra, su un pagliericcio, senza lasciarsi baciare o anche<br />
solo toccare. Lov le aveva detto che le vacche erano inutili<br />
fino a quando non venivano fecondate, e che il motivo<br />
per cui l’aveva sposata era poterla baciare, accarezzarle i<br />
boccoli d’oro e dormire con lei; ma Pearl non aveva dato<br />
segno di averlo sentito, o di aver capito di cosa stesse parlando.<br />
Oltre che baciarla e parlare con lei, Lov desiderava<br />
poterla guardare negli occhi, ma anche quel piacere gli veniva<br />
negato; quando le si piantava davanti, gli occhi azzurro<br />
pallido di Pearl erano sempre rivolti altrove.<br />
Lov era ancora fermo in mezzo alla strada e guardava<br />
Jeeter e gli altri Lester sull’aia. Aspettavano che fosse lui<br />
a fare la prima mossa, amichevole od ostile poco importava,<br />
finché c’erano rape nel sacco.<br />
Jeeter guardava Lov e si chiedeva dove avesse rimediato<br />
quelle rape. Non gli passava neanche per l’anticamera<br />
del cervello che Lov potesse averle comprate e pagate;<br />
ormai era giunto da un pezzo alla conclusione che<br />
l’unico modo di procurarsi del cibo fosse rubarlo. Quell’anno,<br />
però, non era riuscito a scovare un solo campo di<br />
rape nel raggio di dieci chilometri. L’anno prima i Peabody<br />
avevano seminato a rape un terreno da due acri,<br />
ma si erano ritrovati a doverlo difendere con i fucili, e<br />
quell’anno avevano rinunciato all’impresa.<br />
«Perché non vieni qui nell’aia, Lov? Non ha senso che<br />
te ne stai lì sulla via del tabacco. Dài, vieni a riposarti».<br />
Lov non rispose e non si spostò di un centimetro. Stava<br />
valutando il rischio di entrare nell’aia contro la sicurezza<br />
di restare dove si trovava.<br />
21
Da qualche settimana pensava di prendere delle funi<br />
da traino e usarle la notte per legare Pearl al letto. Aveva<br />
provato di tutto, a parte la forza, ed era ancora deciso<br />
a fare in modo che lei si comportasse come secondo lui<br />
doveva fare una moglie. Prima di proseguire con il suo<br />
nuovo piano, però, voleva sentire il parere di Jeeter. Era<br />
convinto che, dopo aver combattuto per una vita con<br />
Ada, lui avrebbe saputo dirgli se la sua idea era praticabile.<br />
Lov sapeva che un tempo Ada si era comportata<br />
esattamente come Pearl, ma Jeeter era stato trattato comunque<br />
in modo diverso perché Ada gli aveva dato diciassette<br />
figli, mentre Pearl non aveva nemmeno cominciato<br />
a prepararsi per il primo.<br />
Se Jeeter gli avesse detto che legare Pearl al letto era<br />
un’idea accettabile, non avrebbe esitato a metterla in atto.<br />
Jeeter era molto più esperto di lui in quelle cose: erano<br />
quarant’anni che era sposato con Ada.<br />
Lov sperava che Jeeter si sarebbe offerto di accompagnarlo<br />
alla casa vicino alla carbonaia e di aiutarlo a legare<br />
Pearl al letto. Ogni volta che cercava di acchiapparla,<br />
Pearl si difendeva con una tale furia che dubitava di riuscire<br />
a combinare qualcosa senza l’aiuto di Jeeter.<br />
I Lester erano fermi in mezzo all’aia e sulla veranda,<br />
aspettando di vedere cosa avrebbe fatto Lov. Quel giorno<br />
in casa c’era stato ben poco da mangiare; tutto ciò<br />
che avevano trovato sedendosi a tavola era stato una minestra<br />
salata, che Ada aveva preparato mettendo a bollire<br />
delle cotenne di maiale in una pentola d’acqua, e del<br />
pane di granturco. In ogni caso, il cibo non bastava per<br />
tutti e quando la vecchia nonna aveva provato a entrare,<br />
era stata sbattuta fuori dalla cucina.<br />
Ellie May stava nascosta dietro un albero dei rosari, e<br />
22
sbirciava Lov. Faceva capolino da un lato all’altro del<br />
tronco, nel tentativo di attirarne l’attenzione.<br />
Ellie May e Dude erano gli unici figli rimasti a casa.<br />
Tutti gli altri Lester erano andati via e si erano sposati.<br />
Alcuni se l’erano filata alla chetichella, fingendo di andare<br />
alla carbonaia per veder passare i treni merci. Dopo<br />
due o tre giorni, non vedendoli tornare, i genitori e i fratelli<br />
avevano capito che non si sarebbero più fatti vedere.<br />
Dude faceva rimbalzare una palla da baseball sbilenca<br />
contro un muro della casa e la raccoglieva al volo. La<br />
palla colpiva il bersaglio come un tuono, scuotendo le assicelle<br />
allentate, e la vibrazione si trasmetteva a tutto il resto<br />
della casa, facendola ondeggiare. I lanci si susseguivano<br />
a ritmo regolare e la palla rimbalzava con infallibile<br />
regolarità nella sabbia dell’aia, atterrando ai suoi piedi.<br />
La casa, di tre stanze, era appoggiata in precario equilibrio<br />
sopra delle sottili scaglie di arenite sistemate ai<br />
quattro angoli. Le pietre erano state impilate una sull’altra<br />
e le travi inchiodate alla meno peggio. La semplicità e<br />
l’eccessiva disinvoltura con cui era stata costruita la casa<br />
si facevano sempre più evidenti con il trascorrere del<br />
tempo. La parte centrale si era infossata; la veranda si<br />
era inclinata, staccandosi dalla casa, e si era abbassata di<br />
almeno trenta centimetri, e anche il tetto, senza il sostegno<br />
delle travi, aveva ceduto nel mezzo. Le tegole erano<br />
quasi tutte marcite e dopo ogni tempesta di vento nell’aia<br />
se ne trovavano frammenti sparsi dappertutto.<br />
Quando l’acqua colava dal tetto, i Lester si spostavano<br />
da una parte all’altra della stanza, giocando a rimpiattino<br />
fino a quando la pioggia non dava loro partita vinta.<br />
La casa non era mai stata intonacata.<br />
Jeeter stava tentando di rattoppare una camera d’aria<br />
23
ucata. Ripeteva in continuazione che se fosse riuscito a<br />
gonfiare tutte e quattro le ruote della sua vecchia auto<br />
avrebbe portato un carico di legna ad Augusta e l’avrebbe<br />
venduto. I taglialegna prendevano due dollari per ogni<br />
carico di pino stagionato, ma la quercia nera che Jeeter<br />
tentava di vendere come combustibile non gli fruttava<br />
mai più di cinquanta, al massimo settantacinque centesimi.<br />
Di solito, quando riusciva a portare un carico fino ad<br />
Augusta, piazzarlo risultava impossibile; a quanto pareva,<br />
nessuno era tanto stupido da comprare della legna più<br />
dura del ferro. Le gente gli diceva senza mezzi termini<br />
che era testardo come un mulo, a voler vendere quercia<br />
nera come legna da ardere, e tentava di convincerlo che<br />
come combustibile non valeva un soldo bucato. Ma Jeeter<br />
spiegava loro che voleva disboscare il suo terreno perché<br />
aveva intenzione di riprendere a coltivarlo.<br />
Nel frattempo, Lov si era avvicinato di qualche passo<br />
all’aia e si era seduto sulla via del tabacco, con i piedi nel<br />
rigagnolo di scolo. Con una mano stringeva il sacco all’imboccatura,<br />
dove lo aveva legato con un pezzo di spago.<br />
Ellie May continuava a sbirciare da dietro il tronco,<br />
tentando di attirare l’attenzione di Lov. Ogni volta che<br />
l’uomo si voltava nella sua direzione, lei si ritraeva di<br />
botto, per non farsi vedere.<br />
«Che cos’hai in quel sacco, Lov?», gridò Jeeter attraverso<br />
l’aia. «Ti ho visto arrivare da lontano con quel sacco<br />
in spalla, e sarei davvero curioso di sapere cosa ci tieni<br />
dentro. Ho sentito dire che quest’anno c’è qualcuno<br />
che ha delle rape».<br />
Lov strinse ancora più forte il sacco, facendo correre<br />
lo sguardo da Jeeter agli altri Lester. Vide Ellie May che<br />
faceva capolino da dietro l’albero dei rosari.<br />
24
«Hai faticato parecchio per procurarti la roba che hai<br />
in quel sacco, Lov?», disse Jeeter. «Mi sembri stanco<br />
morto».<br />
«Voglio dirti una cosa, Jeeter», ribatté Lov. «Riguarda<br />
Pearl».<br />
«Che altro ha fatto quella ragazza, Lov? Ti tratta ancora<br />
male?».<br />
«Fa le solite cose, ma comincio proprio a stancarmi.<br />
Non mi piace come si comporta. Non mi è mai andato<br />
giù, ma ogni volta diventa peggio. E i negri mi prendono<br />
tutti in giro per come si comporta con me».<br />
«Pearl è proprio come sua madre», disse Jeeter. «Ai<br />
suoi tempi, anche Ada faceva le cose più strane che si<br />
possano immaginare».<br />
«Ogni volta che la vorrei accanto, lei scappa via, e se<br />
la chiamo non torna mai indietro. Ora, dico io, che cavolo<br />
mi sono sposato a fare se non ne traggo alcun beneficio?<br />
Non è così che Dio ha stabilito. Non è così che<br />
vuole veder trattato un uomo. Che una donna stuzzichi<br />
il marito per ricavarne ciò che desidera è normale, ma<br />
non è questa l’intenzione di Pearl. Lei non fa così per<br />
stuzzicarmi, ma l’effetto che ottiene è proprio quello. E<br />
adesso ho bisogno di una donna che non sia…».<br />
«Che cos’hai in quel sacco, Lov?», disse Jeeter. «È da<br />
più di un’ora che ti guardo, da quando sei apparso in cima<br />
a quella duna, là in fondo».<br />
«Rape, per Dio», disse Lov, guardando le donne della<br />
famiglia Lester.<br />
«E dove le hai trovate, Lov?».<br />
«Sì, ti piacerebbe saperlo!».<br />
«Stavo pensando che magari potremmo metterci d’accordo,<br />
tu e io. Insomma, potrei andare a casa tua e dire a<br />
25
Pearl che deve dormire nel letto con te. Era di questo<br />
che volevi parlarmi, giusto? Vuoi che dorma nel letto<br />
con te, vero?».<br />
«Non ha mai dormito nel mio letto. Tutte le notti dorme<br />
per terra, su quel dannato pagliericcio. Pensi di poterle<br />
far cambiare idea, Jeeter?».<br />
«Sarei lieto di trovare un argomento convincente per<br />
farle cambiare idea. Naturalmente se tu e io troviamo un<br />
accordo per quelle rape, Lov».<br />
«È per questo che sono venuto: per parlarti di Pearl.<br />
Ma non te ne darò neanche una, di rapa. Ho dovuto pagare<br />
cinquanta centesimi per questo sacco e sono dovuto<br />
andare e venire a piedi da Fuller per procurarmelo.<br />
Sei il padre di Pearl e non dovresti farti pagare per insegnarle<br />
come comportarsi. Se le dico io di fare una cosa è<br />
come se parlassi al vento».<br />
«Cristo di un Dio, Lov, tutte le stramaledette rape che<br />
ho seminato quest’anno sono zeppe di vermi. E non vedo<br />
una rapa decente dalla scorsa primavera. Tutte le mie<br />
rape sono piene di quei maledetti vermi verdi, Lov. Perché<br />
Dio li abbia creati, quei vermi schifosi, devo ancora<br />
capirlo. Secondo me se la prende un po’ troppo con noi<br />
poveracci. L’anno scorso ho passato tutto l’autunno a<br />
zappare un pezzo di terra per seminarci le rape e proprio<br />
quando erano grandi abbastanza per tirarle fuori e mangiarle,<br />
ecco che sono saltati fuori quei maledetti vermi<br />
verdi e le hanno svuotate fino al cuore. Eh sì, il buon<br />
Dio stavolta ha davvero esagerato. Ma non voglio lamentarmi,<br />
Lov. Io dico che il buon Dio ne sa molto più<br />
di noi, sulle rape. Uno di questi giorni ci rovescerà addosso<br />
un diluvio di prosperità e tutti noi poveracci avremo<br />
da mangiare a sazietà e vestiti in abbondanza. Non<br />
26
può peggiorare ogni anno, come succede dai tempi della<br />
grande guerra. Un giorno o l’altro Dio dirà basta e costringerà<br />
i ricchi a restituire tutto quello che hanno preso<br />
a noi poveracci. Dio ci renderà giustizia. Non lascerà<br />
che le cose vadano avanti come adesso. Però dobbiamo<br />
smettere di imprecargli contro quando non abbiamo da<br />
mangiare. Se continuiamo a farlo, ci spedirà dritti all’inferno,<br />
a fare compagnia al demonio».<br />
Lov trascinò il sacco di rape sull’altro lato del fosso,<br />
e si risedette. Jeeter mise via la camera d’aria bucata e restò<br />
in attesa.<br />
27