Chiesa e Stato tra «Separazione, Distinzione e Confusione» nei secoli
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<strong>tra</strong>nsustanziazione, la confessione, il culto dei santi, il celibato ecclesiastico, ecc.<br />
Nella protezione accordatagli dai principi è da vedere dunque la seconda<br />
caratteristica del luteranesimo, che, come la prima, l'avvenire si incaricherà di<br />
confermare.<br />
Lutero e i suoi ispiratori, guardavano al potere secolare non solo per<br />
sopravvivere ma, forse inconsciamente, come detentore di ogni autorità. Ne<br />
ottennero la protezione e, coerentemente con ciò, i rapporti della <strong>Chiesa</strong> riformata<br />
con i nuovi Stati luterani risultarono radicalmente opposti a quelli che erano stati i<br />
rapporti fra la <strong>Chiesa</strong> cattolica e i regni cattolici. Come s'è visto nel capitolo III, il<br />
principio della libertas Ecclesiae rispetto al potere civile era stato all'origine delle<br />
più grandi affermazioni della <strong>Chiesa</strong>, che non soltanto aveva ottenuto piena libertà,<br />
ma era riuscita a fondare e a mantenere una lunga supremazia sullo <strong>Stato</strong> feudale.<br />
All'estremo opposto della riforma gregoriana, la Pseudo-Riforma protestante mosse<br />
dalla protezione, sollecitata ed ottenuta, del potere secolare, ma coerentemente non<br />
volle mai liberarsene. In perfetta coerenza, in occasione della pace di Augusta<br />
(1555), sostenne il noto principio cuius regio, eius religio, in virtù del quale ogni<br />
principe tedesco acquistava il diritto a imporre a tutti i suoi sudditi quella religione<br />
che egli si fosse liberamente scelta. Con questa logica, il destino del luteranesimo,<br />
la sua stessa esistenza e i suoi progressi futuri erano strumento del potere<br />
temporale; nessuna meraviglia, dunque, se ne sortirono effetti diame<strong>tra</strong>lmente<br />
opposti a quelli della riforma gregoriana, cioè la supremazia del potere civile sullo<br />
spirituale.<br />
La pace religiosa di Augusta fu un atto di grande importanza e di vaste<br />
ripercussioni, perché segnava l'inizio di una frattura irreparabile nella cristianità<br />
occidentale.<br />
Quanto al protestantesimo, esso resta fino ai nostri giorni uno strumento per<br />
fini politici e, con la pace di Augusta, ottenne il riconoscimento giuridico da parte<br />
del diritto civile tedesco, ad onta delle veementi proteste papali. Ma quantunque la<br />
massima autorità politica della Germania - cioè l'imperatore - si fosse mantenuto<br />
fedele a Roma, le proteste del papa non ebbero esito alcuno. Il papato ebbe così la<br />
prova dell'ampiezza dello scisma non nella sola Germania, ma in Danimarca e<br />
nell'intera Scandinavia, grazie all'appoggio fornito ai riformati dai governi di quei<br />
paesi, che ponevano così le basi del successivo controllo della <strong>Chiesa</strong> da parte<br />
dello <strong>Stato</strong>. Fin dall'inizio agirono naturalmente nel processo gli egoismi dei<br />
sovrani, come dimos<strong>tra</strong> la condotta di Gustavo Vasa, re di Svezia, che incoraggiò<br />
la Pseudo-Riforma nel proprio regno e, nello stesso tempo, avocò alla corona i beni<br />
ecclesiastici.<br />
Ci sia consentito, a questo punto, richiamare l'attenzione del lettore sulle<br />
due caratteristiche dei rapporti fra <strong>Chiesa</strong> riformata e <strong>Stato</strong>, sopra illus<strong>tra</strong>te. In<br />
primo luogo, il luteranesimo fu una rivolta contro il principio dell'indefettibilità<br />
della <strong>Chiesa</strong> fondata da Cristo. Secondariamente, non solo a causa della mancanza<br />
di consenso popolare, volle dipendere dal potere civile e il suo riconoscimento<br />
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