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Giugno 2010 - Cristo è la risposta

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<strong>la</strong> tentazione di giudicare gli altri. Quelli che si<br />

avvicinano di più al<strong>la</strong> volontà di Dio sono più<br />

consapevoli delle mancanze. Perché il progresso sia<br />

autentico, però, deve avvenire nell’amore di Dio, e si<br />

deve resistere e vincere <strong>la</strong> sottile tentazione di<br />

diventare legalisti.<br />

Il legalismo ostaco<strong>la</strong> <strong>la</strong> fede<br />

La fede può trionfare solo quando regna <strong>la</strong><br />

grazia. Di certo se governasse <strong>la</strong> legge, non<br />

ci sarebbe futuro per tutti quelli che hanno<br />

respinto gli avvertimenti di Dio, e<br />

hanno voluto seguire <strong>la</strong> propria strada;<br />

non ci sarebbe alcun spazio per <strong>la</strong> fede.<br />

Paolo avrebbe potuto dire, “le speranze<br />

sono finite, <strong>è</strong> inutile aver fede e<br />

pregare, affonderemo tutti qui<br />

come meritiamo poiché abbiamo<br />

disubbidito al Signore”, ma non lo<br />

fece. Al contrario, dopo aver rimarcato<br />

quanto stolti e ingiusti fossero stati, li<br />

esortò a stare di buon animo, poiché <strong>la</strong><br />

grazia, grazie a Dio, <strong>è</strong> più grande del<strong>la</strong><br />

nostra follia e del nostro peccato. La<br />

fede, allora, può essere forte. Paolo ha<br />

l’audacia di credere che tutti saranno<br />

salvi, secondo <strong>la</strong> promessa del Signore.<br />

La fede <strong>è</strong> impossibile senza <strong>la</strong> grazia.<br />

Se <strong>la</strong> benedizione di Dio dovesse dipendere<br />

automaticamente dal<strong>la</strong> nostra<br />

osservanza delle regole, ogniqualvolta<br />

veniamo meno dovremmo perdere<br />

sempre più speranza in Lui. Come<br />

può sussistere e trionfare <strong>la</strong> fede<br />

dopo aver mancato le vie di Dio, se<br />

non abbiamo fiducia nel<strong>la</strong> Sua grazia<br />

sovrabbondante? Il diavolo cercherà<br />

immancabilmente di puntare il dito<br />

sui nostri difetti e fallimenti, a<br />

volte riportandoci al<strong>la</strong> mente<br />

errori commessi nel passato, in<br />

18<br />

modo da minare o far appassire <strong>la</strong> nostra fede.<br />

E’ importante che riconosciamo le nostre mancanze, e<br />

che impariamo dai nostri sbagli, ma non dobbiamo<br />

permettere che siano il fattore dominante. La grazia<br />

regna! Certamente Paolo trasse profitto dai propri errori;<br />

il centurione imparò <strong>la</strong> lezione, ma non era tutto.<br />

Avrebbero ancora potuto sentirsi rigettati e senza<br />

speranza, se non fosse stato per l’apparire del Signore<br />

nel<strong>la</strong> grazia, che li invitava a gioire e ad aver fede.<br />

Anche noi potremmo avvertire questo senso di rigetto,<br />

nel<strong>la</strong> nostra o altrui vita, e abbandonarci al fallimento,<br />

al<strong>la</strong> fiacchezza spirituale o al<strong>la</strong> convinzione di essere<br />

indegni, ma stiamo piuttosto di buon animo continuando<br />

ad aver fede in Dio.<br />

Il legalismo ostaco<strong>la</strong> il piano di Dio<br />

Fin qui abbiamo visto il <strong>la</strong>to umano del<strong>la</strong> questione,<br />

ma c’<strong>è</strong> anche quello divino. L’arrivo di Paolo a Roma<br />

non era solo per <strong>la</strong> sua benedizione; rappresentava un<br />

passaggio nel piano di Dio. L’apostolo era stato scelto<br />

come strumento per l’adempimento del<strong>la</strong> volontà di<br />

Dio, ma se tutto fosse dipeso da una re<strong>la</strong>zione legale<br />

basata su azioni giuste o sbagliate, il progetto sarebbe<br />

stato condannato al fallimento fin dall’inizio. Dopo <strong>la</strong><br />

decisione dubbia di Paolo di voler salire a Gerusalemme,<br />

e dopo <strong>la</strong> sua ancora più dubbia condotta <strong>la</strong>’, il Signore<br />

apparve due volte al Suo servo, incoraggiandolo e<br />

rassicurandolo sul fatto che, per quanto il cammino<br />

potesse sembrare strano, l’esito era certo: “Devi<br />

comparire davanti a Cesare”. Ciò che <strong>è</strong> valso per <strong>la</strong><br />

vita di Paolo, vale per tutto il grande proposito di Dio.<br />

La Sua grazia provvede al compimento del Suo<br />

disegno per il Suo popolo, bench<strong>è</strong> questo non ne sia<br />

degno. Per questo <strong>è</strong> supremamente importante<br />

dimorare nel<strong>la</strong> grazia; satana sa che, se i figli di Dio<br />

vengono trovati sul terreno del legalismo, c’<strong>è</strong> un<br />

arresto del piano divino. Quando dunque vede fra di<br />

loro zelo per Dio, cercherà di neutralizzarlo insinuando<br />

legalismo, provocando l’innalzarsi di muri attorno a<br />

quello che “deve” o “non deve” essere; spingendoli a<br />

considerare le cose di Dio dal punto di vista terreno, a<br />

puntare il dito sulle debolezze e mancanze reciproche.<br />

Se ci riesce, non potremo stare di buon animo, né<br />

avanzare verso <strong>la</strong> pienezza di <strong>Cristo</strong>. Una meta<br />

gloriosa <strong>è</strong> posta davanti al popolo di Dio; secondo <strong>la</strong><br />

legge questo non ha né il diritto né <strong>la</strong> capacità di<br />

raggiunger<strong>la</strong>, ma <strong>la</strong> grazia lo chiama e grida trionfante<br />

sopra il frastuono del<strong>la</strong> tempesta, “Uomini, state di<br />

buon animo, perché ho fede in Dio che avverrà come<br />

mi <strong>è</strong> stato detto”.<br />

La piena promessa di Dio troverà adempimento in un<br />

popolo che mantiene <strong>la</strong> propria vita sul terreno dove<br />

<strong>la</strong> grazia regna.<br />

H. Foster

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