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<strong>la</strong> tentazione di giudicare gli altri. Quelli che si<br />
avvicinano di più al<strong>la</strong> volontà di Dio sono più<br />
consapevoli delle mancanze. Perché il progresso sia<br />
autentico, però, deve avvenire nell’amore di Dio, e si<br />
deve resistere e vincere <strong>la</strong> sottile tentazione di<br />
diventare legalisti.<br />
Il legalismo ostaco<strong>la</strong> <strong>la</strong> fede<br />
La fede può trionfare solo quando regna <strong>la</strong><br />
grazia. Di certo se governasse <strong>la</strong> legge, non<br />
ci sarebbe futuro per tutti quelli che hanno<br />
respinto gli avvertimenti di Dio, e<br />
hanno voluto seguire <strong>la</strong> propria strada;<br />
non ci sarebbe alcun spazio per <strong>la</strong> fede.<br />
Paolo avrebbe potuto dire, “le speranze<br />
sono finite, <strong>è</strong> inutile aver fede e<br />
pregare, affonderemo tutti qui<br />
come meritiamo poiché abbiamo<br />
disubbidito al Signore”, ma non lo<br />
fece. Al contrario, dopo aver rimarcato<br />
quanto stolti e ingiusti fossero stati, li<br />
esortò a stare di buon animo, poiché <strong>la</strong><br />
grazia, grazie a Dio, <strong>è</strong> più grande del<strong>la</strong><br />
nostra follia e del nostro peccato. La<br />
fede, allora, può essere forte. Paolo ha<br />
l’audacia di credere che tutti saranno<br />
salvi, secondo <strong>la</strong> promessa del Signore.<br />
La fede <strong>è</strong> impossibile senza <strong>la</strong> grazia.<br />
Se <strong>la</strong> benedizione di Dio dovesse dipendere<br />
automaticamente dal<strong>la</strong> nostra<br />
osservanza delle regole, ogniqualvolta<br />
veniamo meno dovremmo perdere<br />
sempre più speranza in Lui. Come<br />
può sussistere e trionfare <strong>la</strong> fede<br />
dopo aver mancato le vie di Dio, se<br />
non abbiamo fiducia nel<strong>la</strong> Sua grazia<br />
sovrabbondante? Il diavolo cercherà<br />
immancabilmente di puntare il dito<br />
sui nostri difetti e fallimenti, a<br />
volte riportandoci al<strong>la</strong> mente<br />
errori commessi nel passato, in<br />
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modo da minare o far appassire <strong>la</strong> nostra fede.<br />
E’ importante che riconosciamo le nostre mancanze, e<br />
che impariamo dai nostri sbagli, ma non dobbiamo<br />
permettere che siano il fattore dominante. La grazia<br />
regna! Certamente Paolo trasse profitto dai propri errori;<br />
il centurione imparò <strong>la</strong> lezione, ma non era tutto.<br />
Avrebbero ancora potuto sentirsi rigettati e senza<br />
speranza, se non fosse stato per l’apparire del Signore<br />
nel<strong>la</strong> grazia, che li invitava a gioire e ad aver fede.<br />
Anche noi potremmo avvertire questo senso di rigetto,<br />
nel<strong>la</strong> nostra o altrui vita, e abbandonarci al fallimento,<br />
al<strong>la</strong> fiacchezza spirituale o al<strong>la</strong> convinzione di essere<br />
indegni, ma stiamo piuttosto di buon animo continuando<br />
ad aver fede in Dio.<br />
Il legalismo ostaco<strong>la</strong> il piano di Dio<br />
Fin qui abbiamo visto il <strong>la</strong>to umano del<strong>la</strong> questione,<br />
ma c’<strong>è</strong> anche quello divino. L’arrivo di Paolo a Roma<br />
non era solo per <strong>la</strong> sua benedizione; rappresentava un<br />
passaggio nel piano di Dio. L’apostolo era stato scelto<br />
come strumento per l’adempimento del<strong>la</strong> volontà di<br />
Dio, ma se tutto fosse dipeso da una re<strong>la</strong>zione legale<br />
basata su azioni giuste o sbagliate, il progetto sarebbe<br />
stato condannato al fallimento fin dall’inizio. Dopo <strong>la</strong><br />
decisione dubbia di Paolo di voler salire a Gerusalemme,<br />
e dopo <strong>la</strong> sua ancora più dubbia condotta <strong>la</strong>’, il Signore<br />
apparve due volte al Suo servo, incoraggiandolo e<br />
rassicurandolo sul fatto che, per quanto il cammino<br />
potesse sembrare strano, l’esito era certo: “Devi<br />
comparire davanti a Cesare”. Ciò che <strong>è</strong> valso per <strong>la</strong><br />
vita di Paolo, vale per tutto il grande proposito di Dio.<br />
La Sua grazia provvede al compimento del Suo<br />
disegno per il Suo popolo, bench<strong>è</strong> questo non ne sia<br />
degno. Per questo <strong>è</strong> supremamente importante<br />
dimorare nel<strong>la</strong> grazia; satana sa che, se i figli di Dio<br />
vengono trovati sul terreno del legalismo, c’<strong>è</strong> un<br />
arresto del piano divino. Quando dunque vede fra di<br />
loro zelo per Dio, cercherà di neutralizzarlo insinuando<br />
legalismo, provocando l’innalzarsi di muri attorno a<br />
quello che “deve” o “non deve” essere; spingendoli a<br />
considerare le cose di Dio dal punto di vista terreno, a<br />
puntare il dito sulle debolezze e mancanze reciproche.<br />
Se ci riesce, non potremo stare di buon animo, né<br />
avanzare verso <strong>la</strong> pienezza di <strong>Cristo</strong>. Una meta<br />
gloriosa <strong>è</strong> posta davanti al popolo di Dio; secondo <strong>la</strong><br />
legge questo non ha né il diritto né <strong>la</strong> capacità di<br />
raggiunger<strong>la</strong>, ma <strong>la</strong> grazia lo chiama e grida trionfante<br />
sopra il frastuono del<strong>la</strong> tempesta, “Uomini, state di<br />
buon animo, perché ho fede in Dio che avverrà come<br />
mi <strong>è</strong> stato detto”.<br />
La piena promessa di Dio troverà adempimento in un<br />
popolo che mantiene <strong>la</strong> propria vita sul terreno dove<br />
<strong>la</strong> grazia regna.<br />
H. Foster