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G.K. Chesterton: l'avventura di un uomo vivo - Parrocchia San ...

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che era più <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>uomo</strong>” 26 ), come pure ha messo in evidenza le <strong>di</strong>fficoltà<br />

nell’attestarsi su posizioni filosofiche <strong>di</strong> stampo meramente<br />

naturalistico (quel naturalismo ottimistico che <strong>Chesterton</strong> aveva<br />

abbracciato in gioventù). Insomma, è il Cristianesimo, per il Nostro<br />

autore, la maggior fonte <strong>di</strong> sanità mentale e morale; Cristo è venuto<br />

nel mondo “come <strong>un</strong>a spada” 27 , che ha tagliato via la schiavitù<br />

dell’<strong>uomo</strong> al mondo 28 , e ha detto che ogn<strong>un</strong>o <strong>di</strong> noi non è fatto per il<br />

mondo, ma per il riconoscimento del mistero che sta alla base della<br />

realtà e che, in ogni istante, manifesta la sua potenza creatrice:<br />

“Finché avete il mistero, avete la salute. Tolto il mistero, è tolta pure la<br />

salute” 29 .<br />

Abbiamo detto prima, con <strong>Chesterton</strong>, che “la gioia, che fu piccola<br />

appariscenza per il pagano, è il gigantesco segreto del cristiano”; questa<br />

consapevolezza rappresenta la conquista decisiva dell’esperienza e<br />

dell’esistenza <strong>di</strong> Gilbert Keith <strong>Chesterton</strong>. Non è <strong>un</strong>a consapevolezza<br />

astratta, superficiale o sentimentale: è invece la scoperta (o riscoperta)<br />

che l’<strong>uomo</strong> fa <strong>di</strong> se stesso e del suo “nome”, nell’incontro con la verità<br />

fatta carne, la sola che libera l’<strong>uomo</strong> dal peso e dall’oppressione del<br />

male.<br />

Nel chiudere questo caotico volume, riapro lo strano libriccino da cui<br />

venne tutto il Cristianesimo; e <strong>di</strong> nuovo sono turbato da <strong>un</strong>a specie <strong>di</strong><br />

confermazione. L'immensa figura che riempie i Vangeli s'innalza per<br />

questo rispetto, come per ogni altro, su tutti i pensatori che si<br />

credettero gran<strong>di</strong>. Il Suo pathos fu naturale, quasi casuale. Gli stoici<br />

25<br />

G. K. CHESTERTON, Perché sono cattolico (e altri scritti), 136<br />

26<br />

G. K. CHESTERTON, <strong>San</strong> Tommaso d’Aquino, Piemme, Casale Monferrato 1998, 96<br />

27<br />

G. K. CHESTERTON, Ortodossia, 131<br />

28<br />

Cfr. G. K. CHESTERTON, La sfera e la croce, Piemme, Casale Monferrato 1998<br />

29 G. K. CHESTERTON, Ortodossia, 39<br />

13

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